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Quaderni della ricerca Coltivazione del riso con metodo biologico N° 72 - settembre 2007

Coltivazione del riso con metodo biologico · delle infestanti e le differenze ecologiche tra tecniche convenzionali di coltivazione e metodo ... da sovesciare prima della coltivazione

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Quaderni della ricerca

Coltivazione del risocon metodo biologico

N° 72 - settembre 2007

Sperimentazione finanziata dalla Regione Lombardia nell ambito dei seguenti progetti di ricerca:

L innovazione varietale dei sistemi colturali per la valorizzazione qualitativa dellaproduzione cerealicola Lombarda CEREALOMB Piano per la ricerca e lo sviluppo 2003

Sperimentazione varietale ed agronomica per la coltivazione del riso in Lombardia -RISOLOMB 1 - Piano per la ricerca e lo sviluppo 2004

Sperimentazione varietale ed agronomica per la coltivazione del riso in Lombardia -RISOLOMB 2 - Piano per la ricerca e lo sviluppo 2005

Testi a cura di :Marco Romani, Gianluca Beltarre

Ente Nazionale RisiCentro Ricerche sul Riso

Ha realizzato le attività sperimentali:

Ente Nazionale RisiCentro Ricerche sul Riso

Strada per Ceretto, 4, 27030 Castello d Agogna (PV)Tel. +39 038425601 fax +39 038498673

Referente: Marco Romani tel. +39 03842560221e-mail: [email protected]

Coordinamento Regionale Luisa Bonomi tel 02 67652585

e-mail: [email protected]

Regione Lombardia - Direzione Generale AgricolturaU.O. Interventi per la competitività e l innovazione tecnologica delle aziende

Struttura Ricerca e innovazione tecnologicaVia Pola 12/14

Tel. 02 6765 2525 Fax 02 6765 2757

e-mail: [email protected]

© Copyright Regione Lombardia

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PROGETTOCOLTIVAZIONE DEL RISOCON METODO BIOLOGICO

Risultati del quinquennio 2002 2006

QUADERNI DELLA RICERCAN° 72 SETTEMBRE 2007

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COLTIVAZIONE DEL RISO CON METODO BIOLOGICO

SOMMARIO

Presentazione pag. 3

Introduzione pag. 4

Coltivazione del riso con metodo biologico pag. 5

Confronto tra sistemi colturali in riso pag. 12

Materiale e Metodi pag. 12

Risultati pag. 14

Discussione e Conclusioni pag. 16

Caratterizzazione e gestione della flora infestante pag. 17

Materiale e Metodi pag. 17

Risultati pag. 18

Discussione e Conclusioni pag. 23

Bibliografia citata pag. 25

pag. 3

pag. 5

pag. 6

pag. 13

pag. 13

pag. 15

pag. 17

pag. 18

pag. 18

pag. 19

pag. 24

pag. 26

PRESENTAZIONE

Riuscire ad avere produzioni agricole sempre meno impattanti è tra lepriorità perseguite dalla Regione Lombardia che sostiene la diffusione diquesti nuovi sistemi in tutte le fasi della filiera agroalimentare incentivandoricerca, innovazione e trasferimento delle conoscenze.

Per raggiungere gli scopi prefissati i modelli agricoli alternativi devonoessere studiati e indagati con rigore scientifico e tecnico economico in ognifase.

In quest ottica la Direzione Agricoltura ha finanziato un progetto di ricercaper la coltivazione del riso con metodo biologico il cui obiettivo principaleera quello di determinare le tecniche colturali più appropriate e la messa a

punto delle soluzioni più efficaci per le problematiche agronomiche legate a tale tipo di produzione.

Le nuove conoscenze e i dati sperimentali ottenuti sono raccolti in questo nuovo opuscolo che,completando i risultati preliminari già divulgati con il Quaderno della Ricerca n. 51 (novembre2005), mi auguro possa rappresentare uno strumento completo per l impiego di queste tecniche dicoltivazione del riso, nel nostro territorio.

.Viviana Beccalossi

Vicepresidente della Regione Lombardiaed Assessore Regionale all Agricoltura

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INTRODUZIONE

La coltivazione del riso con metodo biologico in Italia occupa una superficie di 12825 ha, comerisulta da una elaborazione dei dati forniti al MIPAAF dagli Organismi di controllo operanti in Italia(dicembre '06).Nonostante questa tipologia di produzione rappresenti solo circa il 5% della superficie risicolanazionale, notevole è l interesse manifestato da tutti gli operatori del settore, anche per il rapidoaumento della domanda di riso biologico sul mercato nazionale ed europeo. L incrementodell impiego di tale metodo di coltivazione determina una diminuzione delle quantità di fertilizzantichimici ed agrofarmaci in risaia, con una reazione positiva da parte dell opinione pubblicaoccidentale, molto sensibile sui temi della sicurezza alimentare e di difesa dell ambiente.La risaia in sommersione è oggi coltivata in maniera intensiva con prevalenza dellamonosuccessione ed un largo impiego di mezzi chimici di produzione. L inquinamento delle acquesuperficiali e di falda (Anselmetti et al., 1997 a e b), la diffusione delle infestazioni di riso crodo(Tabacchi, 2003), la presenza di malerbe resistenti ad alcune famiglie di erbicidi (Sattin et al.,1999) e la carenza quanti-qualitativa di sostanza organica dei terreni (Romani, 2003), risultano leproblematiche di ordine agronomico ed ambientale più importanti della risicoltura convenzionale.Dal punto di vista agronomico, la produzione di riso con metodo di coltivazione biologico ègeneralmente inferiore rispetto alla coltivazione tradizionale. Il contenimento delle infestanti dellarisaia è l elemento principale da considerare per il successo aziendale del metodo biologico ed ilcontrollo preventivo e meccanico delle malerbe deve essere integrato con opportune tecnichecolturali, quali la sistemazione e la preparazione dei terreni, la gestione dell acqua, le modalità disemina e coltivazione del riso, la scelta della varietà e la rotazione colturale (Tabacchi e Romani,2002). Anche il sovescio riveste un ruolo fondamentale, specialmente in assenza di zootecnia, peril metodo di coltivazione biologico.Molte ricerche sono state condotte negli ultimi 10 anni per rispondere alle richieste degli agricoltoriche impiegano il metodo biologico di coltivazione, ma il lavoro sperimentale deve dare maggioriinformazioni. Alcuni studi hanno riguardato la gestione delle malerbe e le possibilità dicontenimento delle stesse (Bond e Grundy, 2001; Hatcher e Melander, 2003), nonché l evoluzionedelle infestanti e le differenze ecologiche tra tecniche convenzionali di coltivazione e metodobiologico (Hyvönen et al., 2003; Aude et al., 2003). Lammerts Van Bueren et al. (2002), hannodefinito inoltre le principali caratteristiche morfologiche e fisiologiche delle varietà più adatte allacoltivazione con metodo biologico. Alcune ricerche hanno messo a confronto la risicolturabiologica e quella convenzionale , per valutare la gestione della fertilità del suolo, la nutrizione

della pianta ed il ciclo degli elementi minerali nell agrosistema (Hansen et al., 2000; Martini, 2004;Pang e Letey, 2000; Poudel et al., 2002; Reganold et al., 1993; Sileika e Guzys, 2003).La coltivazione con metodo biologico del riso è stato oggetto di numerosi studi soprattutto da parte della comunità scientifica giapponese, con lo scopo principale di verificare le differenze produttive

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ottenute tra il metodo classico ed il metodo definito Nature Farming (agricoltura naturale),introdotto da Mokichi Okada nel 1935 (Andow e Hidaka, 1998; Neera et al., 1992; Neera et al.,1999). La sperimentazione mondiale ed italiana è però ancora limitata, soprattutto per la messa apunto della tecnica colturale. In Italia, questo studio quinquennale (2002-2006) è stato pianificato allo scopo di verificaredifferenti programmi di rotazione, di confrontare le diverse tipologie di semina del riso (insommersione ed interrata a file), di valutare alcune tecniche di fertilizzazione e di determinarel evoluzione delle infestanti presenti e le strategie di lotta adottabili per il loro contenimento, inun azienda agricola della provincia di Pavia indirizzata al metodo di produzione biologico. Il lavorosperimentale è stato cofinanziato dalla Regione Lombardia nell ambito dei progetti di ricerca SIC2002, CEREALOMB 2003, RISOLOMB 1 e RISOLOMB 2. L obiettivo prioritario è stato di ottenereinformazioni tecniche sull impiego di un sistema colturale alternativo, utili agli imprenditori agricoliinteressati alla sua applicazione. I risultati del primo triennio di sperimentazione sono statipubblicati sul Quaderno della Ricerca n. 51 del Novembre 2005.

COLTIVAZIONE DEL RISO CON METODO BIOLOGICO

L esperienza maturata in cinque anni di sperimentazione permette l individuazione di aspettideterminanti della tecnica colturale del riso biologico, che vedono nel controllo delle infestantil obiettivo prioritario.Il caso dell azienda considerata, ad indirizzo cerealicolo con l inserimento della soia e del piselloproteico quali specie miglioratrici, ed utilizzante il sovescio, i concimi organici acquistabili sulmercato e, marginalmente, la letamazione, come principali elementi di fertilizzazione azotata,rappresenta il modello più diffuso di conduzione biologica in area risicola.Occorre, però, sottolineare come le caratteristiche del terreno, di tessitura estremamente sciolta,non consentono un trasferimento diretto dei metodi ritenuti più idonei ad altre realtà pedologiche.Tuttavia, quanto riportato potrà costituire delle linee guida per la buona riuscita di una coltura diriso biologico, lasciando il compito ad un opportuna taratura della tecnica nelle specifichecondizioni operative.Di seguito verranno analizzati i vari elementi di tecnica colturale, evidenziando le opportunedistinzioni per il sistema con semina in acqua e con semina interrata.Rotazione colturaleIl programma di rotazione attuato (tab. 1) è derivato dalla necessità di consentire lo sfruttamentodella fertilità lasciata dalla leguminose al mais, specie particolarmente esigente in tal senso, dallascarsa adattabilità dei cereali autunno-vernini e, soprattutto, del mais alle condizioni di parzialeasfissia del terreno in successione al riso, e dall esigenza di ridurre al minimo la banca semi dellepiù competitive specie infestanti del riso.

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La successione indicata in tabella è risultata idonea alla coltivazione delle specie selezionate adesclusione della possibilità di danni da asfissia al pisello proteico, coltivato in stretta successione al riso ed in annate con inverni particolarmente piovosi.

Tabella 1. Rotazione colturale ed appezzamenti utilizzati nella sperimentazione

AppezzamentoA

AppezzamentoB

AppezzamentoC

AppezzamentoD

AppezzamentoE

Riso ed erbaio RisoPisello Proteico + Orzo e Soia e

erbaioMais Farro e erbaio

Scelta varietaleLe varietà di riso adatte alla coltivazione con metodo biologico devono rispondere alle seguenticaratteristiche specifiche:1. precocità del ciclo. In particolare, una spiccata brevità del ciclo è richiesta per le varietà

coltivate nel primo anno del programma di rotazione. Ciò favorirebbe una semina precocedell erbaio autunno-primaverile da sovesciare prima della coltivazione del secondo anno diriso.

2. resistenza alle malattie;3. sviluppo di un apparato radicale robusto ed espanso in grado di sfruttare una presunta limitata

disponibilità di elementi nutritivi;4. elevata energia germinativa e vigore iniziale, per permettere un miglior uso dell erpice

strigliatore ed, in generale, per sviluppare un elevata capacità competitiva nei confronti dellemalerbe.

Purtroppo, non è attualmente in atto una specifica attività di miglioramento genetico volta allacostituzione di cultivar adatte per questo sistema colturale. Le alternative devono essere trovateall interno del panorama varietale disponibile, sulla base dei criteri sopra esposti e dopoun opportuna valutazione aziendale.Lavorazioni del terrenoL aratura rappresenta la lavorazione principale del terreno. Può essere effettuata in autunno,favorendo la nascita e la crescita della coltura da sovescio, o in primavera, permettendo unaccurato interramento della biomassa sovesciata. Nel caso dell aratura autunnale, la combinazionedi un trinciastocchi con un erpice a dischi articolato con rulli per la distruzione del sovesciodimostra buone capacità di interramento. Mediamente risultano necessari tre passaggi di taleerpice per la preparazione di un adeguato letto di semina.La lavorazione primaverile deve essere programmata nella terza decade di aprile in modo daconsentire un adeguato sviluppo dell erbaio e la preparazione del terreno per la falsa semina.Riguardo la profondità di aratura, valgono i principi consolidati nel convenzionale. Un eccessivadiluizione della sostanza organica, non consente un adeguato sfruttamento della fertilità da parte

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delle colture. Risulta fondamentale la scelta del tipo di versoio che deve essere in grado diincorporare una grande quantità di residui vegetali in condizione di profondità di lavorazioneridotta. Successivamente all aratura, la preparazione del terreno per la falsa semina deve porreattenzione al mantenimento di un opportuno livello di umidità. A tal fine le operazioni di affinamento e di pareggiamento del letto di semina, svolte da differenti tipi di erpice, si avvantaggiano dellacombinazione di rulli costipatori.La falsa semina viene allestita nelle prime due decadi di maggio. Molto spesso le soleprecipitazioni consentono una buona emergenza delle infestanti, senza rendere necessarieeventuali irrigazioni.Le lavorazioni effettuate per la distruzione delle infestanti emerse deve iniziare al più tardi quandole Graminacee raggiungono lo stadio di accestimento, pena l esigenza di operazioni più energicheche portano in superficie nuovi semi di malerbe ed esauriscono l umidità del terreno.Se il terreno risulta eccessivamente compattato da piogge o eventuali irrigazioni è auspicabile unprimo passaggio con un coltivatore. Altrimenti, i migliori effetti di distruzione delle infestantivengono ottenuti con l ausilio di erpici strigliatori dotati di denti di 8 mm di diametro, operando undoppio passaggio leggermente incrociato. Oltre alla rottura della crosta superficiale edall eliminazione delle piante emerse per interramento o disseccamento in seguito ai dannimeccanici, l erpice strigliatore consente d intervenire sullo stock di semi contenuti nel terrenodurante la falsa semina, riducendone la quantità. Infatti, l effetto principale della strigliatura in talsenso è quello di interromperne la dormienza, stimolandone la germinazione. L operazione può essere ripetuta con due o tre serie di doppi passaggi. Comunque prima dellasemina è bene accertare il reale esaurimento delle emergenze di infestanti.L erpice strigliatore consente un elevata pulizia dei primi 5-6 cm di terreno, disgregando il terrenoattaccato agli apparati radicali delle giovani plantule, senza provocare un disseccamento deglistrati sottostanti.Operazioni di seminaSemina in acqua

La tecnica della semina in sommersione deve prestare particolare attenzione alla competizionedelle malerbe acquatiche, che risultano gestibili solo ottenendo un discreto vantaggio di sviluppodella coltura. A tal fine risulta importante inondare la risaia più a ridosso possibile della semina, edutilizzare seme pregerminato e di elevata energia germinativa.Le specie acquatiche da seme (Heteranthera reniformis, Schoenoplectus mucronatus, Cyperus

difformis), infatti, germinano solo in condizioni di terreno sommerso e la propria capacità infestante non si riduce sufficientemente in regime di rotazione con colture da asciutta.Successivamente alla semina, sino al periodo di fine accestimento, ogni eventuale asciutta è dasconsigliare, onde evitare l emergenza di Graminacee non completamente adattate all ambienteacquatico. Nonostante ciò, dalla sperimentazione effettuata è risultato indispensabile provvedere

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all asciutta di radicamento, senza la quale non si otterrebbe un adeguato affrancamento dellacoltura.L asciutta di radicamento deve comunque essere molto breve. Risulta, perciò, opportuno una retedi solchi in grado di velocizzare le operazioni di sgrondo e ragguardevoli portate di ingresso perrisommergere repentinamente. Nel periodo di fine maggio inizio giugno, una o due giornate diasciutta sono normalmente sufficienti per un adeguato radicamento. Inoltre, si rivela importante praticare l operazione quando i germinelli raggiungono la lunghezza dicirca 2 cm ed hanno già la parte apicale di colore verde. Un asciutta troppo anticipata o ritardataallungherebbe l intervallo necessario al radicamento e raddrizzamento delle plantule.Normalmente i processi di fermentazione a carico della biomassa sovesciata riducono di per sé iproblemi di proliferazione di alghe. Solo in presenza di un inizio di pullulazione di alghe verdi risulta conveniente procedere ad un eventuale asciutta, che anche in questo caso dovrà limitarsi nelladurata.Come già ricordato l epoca di semina va posticipata a fine maggio, quando, in falsa semina, siritiene esaurita la germinazione di malerbe Graminacee dagli strati superficiali del terreno.La dose di seme è dipendente dalla varietà considerata e va aumentata di circa il 20 % rispetto almetodo convenzionale.Semina in asciutta

Le modalità di semina interrata si discostano dal convenzionale principalmente per quanto riguarda la profondità di semina.Al fine di consentire una resistenza all estirpazione operata dai passaggi con erpice strigliatore, ilseme deve essere posto a profondità non inferiori ai 4-5 cm. Inoltre, è buona norma utilizzareassolcatori a doppio disco e rulli compattatori operanti solo sulla fila. Il doppio disco oltre a consentire una perfetta regolarità nella profondità di semina, permette dilocalizzare il seme nella zona di terreno umida senza provocarne un eccessivo arieggiamento, che condurrebbe ad una rapida essiccazione.Il terreno, dopo la semina, si presenta a solchetti con le file di semina poste sul fondo del solchetto. La profondità di localizzazione del seme viene perciò ridotta rispetto ad un ipotetica superficiepiana. Con questo tipo di semina la dose di seme non va aumentata rispetto al convenzionale.ConcimazioneIl piano di concimazione deve considerare il regime di rotazione in cui il riso è inserito.Ne deriva, rispetto alla monosuccessione, un maggior livello di fertilità residua legato sia ad unapiù elevata dotazione di elementi nutritivi e sia ad una maggiore loro disponibilità.La rotazione, infatti, influenza positivamente la mineralizzazione della sostanza organica e riduce ifenomeni di immobilizzazione e di tossicità legati all ambiente sommerso.Per quanto riguarda la concimazione fosfatica si ritiene debba essere meglio indirizzata, senecessaria, alle colture che meglio valorizzano il macronutriente, quali la soia ed il mais.

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Per quanto riguarda la concimazione fosfatica si ritiene debba essere meglio indirizzata, senecessaria, alle colture che meglio valorizzano il macronutriente, quali la soia ed il mais.Come già ricordato è fondamentale prevenire la pullulazione di alghe in semina in acqua, in mododa evitare le asciutte. Considerate le influenze del fosforo sull infestazione algale, è bene evitareogni somministrazione dell elemento con tale tipo di semina.Il potassio, spesso carente in risaia, è disponibile come fertilizzante per l agricoltura biologica sottoforma di sale grezzo di potassio o come solfato di potassio contenente sale di magnesio. In questo secondo caso, il prodotto potrebbe essere somministrato ad inizio primavera in modo dasoddisfare le esigenze di zolfo delle crucifere, eventualmente coltivate come sovescio.Il concime, apportando lo zolfo potrebbe aumentare il potere biocida delle specie produttrici diglucosinolati, oltre a somministrare una certa quantità di magnesio, anch esso poco presente inrisaia. Le dosi di K2O non variano sostanzialmente rispetto al metodo convenzionale.La concimazione azotata risulta particolarmente delicata in quanto eccessi o carenze penalizzanopiù che in convenzionale la resa produttiva.Innanzitutto, la rotazione colturale e la pratica del sovescio, specie se con leguminose, in molti casi risulta soddisfare appieno le esigenze colturali.La disponibilità di letame e liquami, per aziende biologiche non zootecniche, è spesso limitata. Ireflui zootecnici vanno preferibilmente somministrati al mais, che meglio delle altre colturevalorizza le loro proprietà nutritive e di ammendamento del terreno.Nei casi in cui necessitassero ulteriori apporti azotati, una vasta gamma di concimi organici azotatiè reperibile sul mercato.Nel periodo 2002-2006 è stata condotta una sperimentazione parcellare, nell intento di valutare glieffetti concimanti di pollina e cornunghia, rispettivamente a veloce e lenta mineralizzazione. Irisultati ottenuti hanno dimostrato la scarsa utilità di ulteriori apporti azotati, che nel caso dellapollina sono stati la causa di una riduzione della produzione per una maggiore intensità del mal del collo. Nella sperimentazione erano stati utilizzati 45 kg/ha di azoto.In generale, la concimazione azotata in regime biologico, deve essere effettuata in pre-semina. Nei casi di accertato bisogno da parte della coltura, durante il ciclo di sviluppo, occorre ricorrere aprodotti a più pronta disponibilità del macronutriente ed a interventi anticipati rispetto alle fasifenologiche più consuete in convenzionale.In conclusione, merita accennare all eventualità di un apporto di calcio, utile al riso per le noteproprietà di aumento della resistenza meccanica dei tessuti vegetali, ma soprattutto, per leleguminose da granella coltivate in successione.SovescioLa tecnica del sovescio è stata trattata approfonditamente nel Quaderno della Ricerca n° 51, dovesono stati presentati i risultati di una sperimentazione rivolta alla valutazione delle diverse speciecoltivabili.

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Da quanto verificato è emersa l opportunità di utilizzare il miscuglio veccia + triticale in condizioni discarsa fertilità del terreno, in modo da apportare una maggiore quantità di azoto, mentre, in semina in acqua, ci si avvantaggia del positivo effetto biocida di un sovescio di Brassica juncea.Nel 2006 è stato considerato, in un ulteriore prova sperimentale, anche il pisello proteico.Le tabelle 2 e 3 mostrano le caratteristiche dei sovesci posti a confronto. Si evidenzia un poterenutritivo del pisello addirittura superiore alla veccia. Tale leguminosa foraggiera, invece, hamanifestato una maggiore produzione di sostanza secca.Tabella 2. Contenuto ed apporto ad ettaro di azoto da parte dei sovesci testati

% N ss % N ss kg N/ha kg N/ha kg N/ha

parte aerea parte radicale parte aerea parte radicale totaleVeccia + Triticale 2,34 b(1) 0,75 b 123 b 10 a 133 b

Pisello 3,30 a 2,43 a 162 a 4 b 167 a

Brassica 1,37 c 0,56 b 28 c 3 c 30 c

ANOVA % N ss ** % N ss n.s. kg N/ha ** kg N/ha ** kg N/ha *** SIGNIFICATIVO P<0,05 ** SIGNIFICATIVO P<0,01 n.s. NON SIGNIFICATIVO(1) A LETTERE DIVERSE CORRISPONDONO VALORI STATISTICAMENTE DIFFERENTI AL TEST LSD PER P<0.05

Tabella 3. Produzione e rapporto C/N di sostanza secca da parte dei sovesci testati

kg ss/ha C/N kg ss/ha C/N kg ss/ha

parte aerea parte aerea parte radicale parte radicale totaleVeccia + Triticale 5283 a (1) 17 b 1314 a 40 b 6596 a

Pisello 4928 a 12 c 177 c 17 c 5105 b

Brassica 2024 b 30 a 491 b 77 a 2515 c

ANOVA kg ss/ha ** C/N ** kg ss/ha ** C/N ** kg ss/ha *** SIGNIFICATIVO P<0,05 ** SIGNIFICATIVO P<0,01 n.s. NON SIGNIFICATIVO(1) A LETTERE DIVERSE CORRISPONDONO VALORI STATISTICAMENTE DIFFERENTI AL TEST LSD PER P<0.05

Occorre, però, ricordare come, a differenza della veccia, il pisello risulta sensibile ai ristagni idrici,che in condizioni di terreno poco sciolto ed in successione al riso (erbaio tra il 1o ed il 2o anno della rotazione) risultano molto frequenti. Le basse prestazioni della brassica sono da riferirsi ad uno scarso investimento iniziale.Utilizzo dell erpice strigliatore in post-seminaLa strigliatura del terreno consente, se ben operato, percentuali di controllo del giavone, principalemalerba in semina interrata, anche superiori al 90%.I primi due passaggi devono essere effettuati in pre-emergenza. Occorre che il riso sia giàgerminato ma non abbia ancora il coleoptile in prossimità della superficie, altrimenti potrebbeessere danneggiato dagli organi lavoranti.L erpice deve essere regolato nella posizione di lavoro più aggressiva e risulta di aiuto ilposizionamento di una catena nell ultima fila di denti. La funzione della catena è principalmentelegata alla frantumazione delle piccole zolle di terreno che, rimanendo attaccate alle plantule delle

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infestanti, consentirebbero il loro attecchimento. La catena pratica, inoltre, un pareggiamento dellasuperficie del terreno, lasciato a solchetti dalla seminatrice. In questo modo è possibileapprofondire la semina, ottenendo un livello di 3-4 cm (fondo del solchetto) nelle prime fasi digerminazione, raggiungendo i 5-6 cm dopo la chiusura dei solchi.Nella fase di pre-emergenza sono consigliabili 2 passaggi consecutivi dello strigliatore.Successivamente all emergenza, prima di intervenire nuovamente occorre che la coltura abbiaraggiunto lo stadio di 2-3 foglie. Operazioni più precoci danneggerebbero eccessivamente le piante di riso per effetto di un elevata estirpazione ed a causa del loro ricoprimento con il terreno.Le percentuali di controllo più elevate si raggiungono quando si riesce ad agire su infestanti pocosviluppate e non ancora ben ancorate.Le eventuali precipitazioni nel periodo post-semina, compattando il terreno, e spesso, favorendo la formazione di crosta, riducono l efficacia della strigliatura. Una valida alternativa è rappresentatada un passaggio con rompicrosta immediatamente prima della strigliatura.Avanzando nella crescita del riso, aumenta la possibilità di rendere più energica l operazione. A talfine, occorre regolare l inclinazione dei denti ed incrementare la velocità di lavorazione.Mediamente nel periodo post-emergenza della coltura si interviene 4-6 volte, di cui gli ultimi duepassaggi devono essere ravvicinati ed eseguiti in prossimità della sommersione della camera.Il primo va regolato in posizione energica, mentre il secondo occorre effettuarlo moltovelocemente.Altre operazioni secondarie per il controllo delle infestantiGestione dell acqua

In aggiunta a quanto già riportato a proposito delle operazioni di semina, si precisa la necessità dievitare successivi periodi di asciutta una volta terminato il pericolo di infestazione algale, in semina in acqua, o dopo la sommersione in accestimento, per quanto riguarda la semina interrata.Le asciutte in fase riproduttiva, specie a cavallo della fioritura, sono particolarmente pericolose perl incidenza del mal del collo.Un effetto benefico di un asciutta intensa è però indicato per il controllo di Heteranthera reniformis

e Schoenoplectus mucronatus, nelle colture in sommersione.A tal proposito occorre un periodo prolungato per più di 10 giorni e va praticato solo dopo averraggiunto lo stadio di fine accestimento, onde evitare la germinazione di semi di graminacee.Comunque, tale operazione è da considerarsi come mezzo di soccorso, attuabile solo in condizioni di elevata pressione delle due malerbe e di limitata competitività della coltura.Erpice snodato

Nei casi di elevata infestazione di Cyperus difformis in semina in acqua, può essere ottenuto unparziale controllo con uno o due interventi con erpice snodato. L attrezzo pratica un interramentodell infestante, che non deve superare i 10-12 cm di altezza, ed a causa di una limitata elasticitàdei tessuti rimane sommersa dall acqua.

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Barra falciante

Un mezzo di soccorso per limitare la competitività e la produzione di seme del giavone èrappresentato dal passaggio di una lama falciante al di sopra della coltura.In realtà con tale operazione si favorisce una migliore penetrazione della luce solo per un periodolimitato dopo il taglio. Infatti, l infestante, reagisce producendo culmi di accestimento dai nodi alti,che in poco tempo ricoprono nuovamente il riso.Per raggiungere i migliori effetti, risulta necessario un buon divario tra l altezza dell infestante equella della coltura.

CONFRONTO TRA SISTEMI COLTURALI IN RISO

La sperimentazione illustrata nel quaderno della ricerca 51 è stata completata nel biennio 2005-2006, in modo da disporre di cinque anni di risultati produttivi.Purtroppo, le ultime due annate del progetto sono state fortemente penalizzate dalla scarsadisponibilità irrigua estiva.Gli appezzamenti destinati alle prove sono rimasti per lunghi periodi in assenza dell acqua disommersione, riscontrando effetti negativi sullo sviluppo delle colture e sulla dinamica delleinfestanti.I danni maggiori si sono rinvenuti in coltura sommersa, in quanto la presenza dell acqua sin daiprimi stadi del ciclo colturale predispone la pianta di riso alla costituzione di apparati specifici per la crescita in condizioni anaerobiche. In tale sistema colturale, se da un lato le forti asciutte hannodeterminato una minor pressione delle infestanti acquatiche, la presenza del giavone è statadecisamente superiore, risultando l acqua di sommersione il principale mezzo di contenimentodella malerba.Anche la suscettibilità della coltura al mal del collo è stata influenzata sfavorevolmente dallamancanza di una sommersione continua nella seconda parte del ciclo colturale.Infine, la carenza idrica ha causato un allungamento del ciclo colturale, sottoponendo il riso agliabbassamenti termici del mese di agosto, di entrambe le annate, nello stadio fenologico di maggior sensibilità al problema della sterilità da freddo. Il ritardo del ciclo colturale si è protratto sino allaraccolta, che è stata posticipata, nel 2006, in un periodo troppo avanzato della stagione. Materiali e metodiLe operazioni colturali eseguite nel 2005-2006 (tab. 4) differiscono dal precedente trienniosostanzialmente per il tipo di sovescio e per l epoca di aratura.Nell intento di evitare i problemi di eccessiva fertilità apportata dal sovescio di leguminose, si èoptato per un erbaio di Brassica juncea.L aratura, invece, è stata effettuata in autunno, prima della semina del sovescio. L interramentoprimaverile della biomassa si è realizzato con un primo passaggio di un attrezzatura combinata daun trinciastocchi, montato anteriormente alla trattrice e da un erpice a dischi, trainatoposteriormente. Successive discature hanno ultimato l operazione di interramento dei residui

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dell erbaio. L immediata incorporazione della brassica, successivamente alla trinciatura, hapermesso la valorizzazione della funzione biocida dei composti volatili, sprigionati dalla rottura deitessuti della pianta.Tabella 4. Operazioni colturali effettuate negli appezzamenti oggetto della sperimentazione

2005 Appezzamento C 2006 Appezzamento C

Semina in asciutta Semina in acqua Semina in asciutta Semina in acqua

Anno di rotazione 1° 2°

Coltura in precessione + (erbaio da sovescio) FARRO + (Brassica) RISO + (Brassica)

Operazioni meccaniche (tipo, data e/o stadio del riso)

aratura autunnale autunnale

preparazione del letto di semina 3 passaggi di erpice a dischi (16/4, 9/5, 12/5) 3 passaggi di erpice a dischi

(4/5, 5/5, 16/5)

Strigliatore energico (22/5); Rompicrosta e Strigliatore energico (24/5)

Rullo con palette (20/5); Strigliatore energico (25/5)

Falsa semina SI SI

strigliatura post-semina30/5 (con catene),

rompicrosta (11/6 e 16/6), 23/6 , 3/7

30/5 (con catene, doppia), rompicrosta +strigliatura (12/6),

15/6 , 17/6, 20/6, 27/6

altro Pesta con rullo ed asse il (30/8/04)

Semina (varietà e dose di seme)

CIGALON (180 kg/ha), BALDO (170 kg/ha), SATURNO (195 kg/ha), LOTO (195

kg/ha)

CIGALON (180 kg/ha), BALDO (170 kg/ha), SATURNO (195 kg/ha), LOTO

(195 kg/ha)Data di semina 25-mag 31-mag 27-mag 31-magFertilizzazione

pre-semina Azoto tesi a confronto: Pollina 1200 kg/ha e Cornunghia 330 kg/ha (11/5)

Azoto tesi a confronto: Pollina 1200 kg/ha e Cornunghia 330 kg/ha (16/5)

Solfato potassico magnesiaco 255 kg/ha (18/3)

Solfato potassico magnesiaco 150 kg/ha (30/3)

coperturaGestione acqua

sommersione 04-ago 31/05, 5/6, 9/6, 4/8 29/05, 10/6, 23/6

asciutte 14-set 3/6, 7/6, 14/9 8/6, 17/6

irrigazioni 27/6, 6/7, 18/7, 25/7 27/6, 6/7, 18/7, 25/7 21/6, 6/7, 25/7, 10/8 6/7, 25/7, 10/8

RaccoltaBALDO, LOTO il

13/10; CIGALON, SATURNO il 17/10

BALDO, LOTO il 13/10; CIGALON,

SATURNO il 17/1018-ott 25-ott

In entrambe le annate si è operato sul medesimo appezzamento, al primo ed al secondo anno dirotazione, rispettivamente nel 2005 e nel 2006.

1514

RisultatiI risultati del biennio 05-06 vengono presentati in comparazione a quanto rilevato nei precedentianni di sperimentazione, evidenziando, altresì, la media generale del quinquennio (Tabella 5).

Tabella 5. Confronto tra le produzioni di granella di riso

Varietà/Sistema colturale 2005 2006 MEDIA2002-2004

MEDIA2002-2006

BALDO kg/ha (1)

SEMINA IN ACQUA (WS) 5730 a 2680 b 6125 b 5360 bSEMINA INTERRATA (DS) 4380 b 4330 a 6881 a 5870 a

LOTO kg/ha

SEMINA IN ACQUA (WS) 5010 a 2670 b 6086 a 5190 bSEMINA INTERRATA (DS) 4360 a 3890 a 6836 a 5810 a

CIGALON kg/ha

SEMINA IN ACQUA (WS) 5630 a 3170 b 6781 b 5830 bSEMINA INTERRATA (DS) 5660 a 5210 a 7388 a 6610 a

SATURNO kg/ha

SEMINA IN ACQUA (WS) 3330 a 2260 b 5093 b 3940 bSEMINA INTERRATA (DS) 2230 b 3220 a 7192 a 5330 a

(1) A LETTERE DIVERSE CORRISPONDONO VALORI STATISTICAMENTE DIFFERENTI AL TEST LSD PER P<0.05

Per una migliore comprensione dell effetto del tipo di coltivazione durante le varie fasi del ciclocolturale si è ritenuto utile riportare, inoltre, i dati relativi a tutte le componenti della produzione.Considerando la varietà Baldo (tab. 5), la media quinquennale e la media del triennio più produttivo (2002-2004) mostrano una prevalenza della semina interrata, rispetto la tradizionale semina insommersione.Tabella 6. Componenti della produzione della varietà Baldo

INVESTIMENTO SPIGHETTE PANNOCCHIA-1 STERILITA' PESO 1000 semi

2005 2006Media2002-2004

Media2002-2006

2005 2006Media2002-2004

Media2002-2006

2005 2006Media2002-2004

Media2002-2006

2005 2006Media2002-2004

Media2002-2006

n° culmi m-2 n° % g

SOMMERSIONE 304 241 292 284 92 72 113 100 9,4 11,8 11,8 11,3 39,11 38,30 38,74 38,72

ASCIUTTA 379 329 384 372 81 97 111 102 18,8 16,1 19,8 18,9 37,87 37,56 39,39 38,72

ANOVA * * ** ** * ** n.s. n.s. * n.s. * * n.s. n.s. * n.s.

LSD .05 68,5 45,0 39,6 31,7 7,5 7,9 6,56 7,28 7,50 0,519

CV (%) 10,27 10,98 2,26 2,47 4,41 9,72 2,45 2,29 21,74 18,85 5,11 4,64 1,13 1,01 0,72 0,47

* SIGNIFICATIVO P<0,05 ** SIGNIFICATIVO P<0,01 n.s. NON SIGNIFICATIVO

Tale risultato è derivante da un maggior investimento in condizioni di semina in asciutta, che, inmedia, ha superato di quasi 100 culmi m-2 quello ottenuto in coltura sommersa (tab. 6). Nonostante la densità di culmi più elevata, la semina interrata ha mantenuto un elevato numero di spighetteper pannocchia e non ha visto ridursi, come ci si poteva aspettare, il peso di 1000 semi.Solamente la percentuale di sterilità è stata decisamente più alta senza la sommersione continua.Come appare dalla tab. 5, nel 2006 si sono raggiunti i minimi produttivi. In particolare, in semina in

1615

acqua non si sono superate le 3 t/ha e tutte le componenti della produzione, ad eccezione dellasterilità, hanno registrato un andamento decisamente negativo (tab. 6).Nel 2005 si è notata un inversione della tendenza. Il risultato è attribuibile ad una maggioreincidenza del mal del collo in semina interrata, che ha evidenziato una percentuale di danno pari a2.9 (corrispondente ad una scala di valutazione 0-9), rispetto a 1.0 della coltura sommersa.La varietà Loto, adatta alla produzione di riso parboiled, ha mostrato un andamento produttivosimile al Baldo (tab. 5). La resa in granella, non significativamente differente nel triennio 2002-2004, è risultata positiva all analisi della varianza nella media quinquennale. L investimento ed ilnumero di spighette per pannocchia sono stati sempre maggiori in semina in asciutta, mentre ilpesi dei 1000 semi si è distinto a favore della semina in acqua solo nelle ultime due annate (tab.7).Tabella 7. Componenti della produzione della varietà Loto

INVESTIMENTO SPIGHETTE PANNOCCHIA-1 STERILITA' PESO 1000 semi

2005 2006Media2002-2004

Media2002-2006

2005 2006Media2002-2004

Media2002-2006

2005 2006Media2002-2004

Media2002-2006

2005 2006Media2002-2004

Media2002-2006

n° culmi m-2 n° % g

SOMMERSIONE 456 328 428 414 70 70 92 83 6,9 16,1 13,5 12,7 32,10 32,30 30,84 31,38

ASCIUTTA 576 377 507 495 72 78 103 92 16,8 17,5 23,3 20,9 27,93 31,24 31,69 30,85

ANOVA * n.s. * ** n.s. n.s. * * * n.s. * ** * * n.s. n.s.

LSD .05 66,0 50,4 21,0 7,9 6,7 9,43 3,79 3,23 2,444 1,005

CV (%) 8,62 9,66 3,33 3,88 5,78 7,13 3,94 3,54 25,17 24,39 8,43 7,71 2,03 0,91 0,76 0,63

* SIGNIFICATIVO P<0,05 ** SIGNIFICATIVO P<0,01 n.s. NON SIGNIFICATIVO

La sterilità è stata decisamente più elevata in interrato, in conseguenza di una maggior presenzadel mal del collo. L unica eccezione è rappresentata dal 2006, in cui le spighette vuote sonorisultate altrettanto numerose in semina sommersa.Il Cigalon ha dimostrato ottime performance produttive in coltivazione biologica. A livello medio, hasuperato le 6.5 t/ha in semina in asciutta ed ha sfiorato le 6.0 t/ha in acqua (tab. 5). La varietà haespresso un ottimo investimento e percentuali di sterilità più ridotte rispetto alle altre varietà (tab.8). Come per gli altri genotipi, Cigalon ha riportato le migliori prestazioni in interrato dove, anchenel 2006, ha prodotto più di 5 t/ha. La suscettibilità al mal del collo ha influito più pesantemente insemina interrata, in particolare nel 2005 e, nell ambito del triennio 2002-2004, nel 2002 e 2003.Tabella 8. Componenti della produzione della varietà Cigalon

INVESTIMENTO SPIGHETTE PANNOCCHIA-1 STERILITA' PESO 1000 semi

2005 2006Media2002-2004

Media2002-2006

2005 2006Media2002-2004

Media2002-2006

2005 2006Media2002-2004

Media2002-2006

2005 2006Media2002-2004

Media2002-2006

n° culmi m-2 n° % g

SOMMERSIONE 529 428 571 534 77 62 82 77 7,7 16,6 10,1 10,9 29,64 28,75 28,05 28,51

ASCIUTTA 729 621 624 644 76 66 99 88 13,7 15,8 17,4 16,4 28,33 27,80 28,48 28,31

ANOVA ** n.s. n.s. * n.s. n.s. ** ** ** n.s. * * * n.s. n.s. n.s.

LSD .05 56,7 103,0 6,7 1,5 0,21 6,07 3,14 0,645

CV (%) 7,94 16,94 6,01 3,97 8,04 11,64 2,47 2,93 16,20 16,72 18,67 12,85 0,80 1,39 1,29 0,89

* SIGNIFICATIVO P<0,05 ** SIGNIFICATIVO P<0,01 n.s. NON SIGNIFICATIVO

1716

Infine, la varietà Saturno si è rivelata decisamente poco produttiva in semina in acqua e solo nelleannate più favorevoli ha conseguito un rendimento accettabile in semina interrata (tab. 5).La varietà ha espresso una limitata competitività nei confronti delle malerbe acquatiche, che hacondizionato fortemente l investimento. Il numero di culmi per unità di superficie ha evidenziatodifferenze considerevoli tra i due sistemi di semina (tab. 9). In asciutta sono stati conseguitiinvestimenti superiori di 150 culmi m-2, nel 2005, e di 250, nel 2006, rispetto alla tecnicaalternativa. Anche il numero di spighette per pannocchia ha espresso la prevalenza della seminain asciutta. Solo nel 2005, il valore è stato più alto in sommersione.La sterilità ha raggiunto livelli superiori al 30% sia nel 2005 e sia nel 2006, nelle condizioni disemina interrata. Occorre precisare come la lunghezza del ciclo colturale e gli abbassamentitermici del mese di agosto abbiano influito su tale risultato.Tabella 9. Componenti della produzione della varietà Saturno

INVESTIMENTO SPIGHETTE PANNOCCHIA-1 STERILITA' PESO 1000 semi

2005 2006Media2002-2004

Media2002-2006

2005 2006Media2002-2004

Media2002-2006

2005 2006Media2002-2004

Media2002-2006

2005 2006Media2002-2004

Media2002-2006

n° culmi m-2 n° % g

SOMMERSIONE 573 371 548 510 66 54 66 63 20,4 24,6 22,8 22,7 27,21 26,28 27,06 26,91

ASCIUTTA 739 628 724 684 52 68 81 76 32,1 36,1 23,9 27,8 26,44 24,62 28,26 27,15

ANOVA ** * ** * * * * * * n.s. n.s. * * * * n.s.

LSD .05 56,4 199,4 59,6 78,9 12,5 7,8 6,6 5,9 6,68 3,72 0,155 1,354 0,952

CV (%) 6,23 9,89 5,71 3,83 6,04 8,61 4,84 3,26 9,97 10,70 7,36 7,19 0,82 2,69 0,82 0,69

* SIGNIFICATIVO P<0,05 ** SIGNIFICATIVO P<0,01 n.s. NON SIGNIFICATIVO

Discussione e ConclusioniI risultati del biennio 2005-2006 hanno fortemente contribuito ad abbassare le medie produttive del triennio precedente.Oltre agli effetti negativi comuni alla coltivazione convenzionale, la privazione della disponibilitàidrica nella coltivazione del riso biologico, ha provocato la mancanza del principale mezzo adisposizione del produttore per il contenimento delle avversità.Il delicato vantaggio competitivo della pianta di riso, ottenibile con la massima attenzionenell esecuzione delle pratiche colturali, ha risentito, in maniera considerevole, di un inappropriatagestione idrica. In condizioni non ottimali, per tale aspetto, è risultato maggiormente favorito losviluppo delle malerbe, che annoverano nelle pluralità delle specie e nella generale maggioreadattabilità alle situazioni di stress, le caratteristiche principali della propria supremazia neiconfronti della coltura.Al termine della sperimentazione, malgrado i dati del 2005, anno di particolare intensità all attaccodel fungo Pyricularia grisea, risulta confermata la superiorità della semina interrata rispetto a quella effettuata in sommersione.Decisamente discriminanti sono state le differenze produttive tra i due sistemi di coltivazione perquanto riguarda varietà poco competitive come il Saturno.

1817

Divari meno accentuati si sono, invece ottenuti per il Loto, varietà molto suscettibile al mal delcollo. La semina in acqua, infatti, si è rivelata nettamente più favorevole per il contenimento dellamalattia.Considerando i fattori della produzione, occorre sottolineare l elevata percentuale di sterilità,ottenuta in generale durante tutto il quinquennio di sperimentazione ed in modo preponderante insemina interrata.Certamente la presenza del mal del collo o, di altri quadri sintomatologici della Piriculariosi, hannocontribuito ad aumentare la quantità di spighette vuote. Tuttavia, gran parte del problema risiedenell epoca di fioritura e di maturazione troppo tardiva, che espone la coltura a maggiori probabilitàdi danni da freddo.L osservazione è giustificata anche dal ritrovamento delle percentuali superiori nella varietàSaturno, la più tardiva in sperimentazione, e livelli minimi nel Cigalon, a ciclo molto precoce.Non avendo la possibilità di un anticipo della semina, se non in appezzamenti eccezionalmentepuliti da infestanti, ancora una volta emerge la necessità di un attività specifica di miglioramentogenetico che metta a disposizione dei produttori varietà adatte alla coltivazione biologica.Dal punto di vista agronomico, le maggiori attenzioni devono essere riposte nella lotta allemalerbe.La corretta conduzione della falsa semina, anche in relazione all esigenza di un livello termicosufficiente alla germinazione dei semi infestanti, la gestione dell acqua in regime di sommersione ela tempestività degli interventi di strigliatura, in semina interrata, rappresentano elementi strategiciper la sostenibilità economica delle colture di riso biologico.

CARATTERIZZAZIONE E GESTIONE DELLA FLORA INFESTANTE

La valutazione del potenziale infestante delle malerbe è stata condotta con le stesse modalità deltriennio 2002-2004, in modo da ottenere il quadro completo di tutti gli appezzamenti utilizzati e pertutte le colture previste nel programma di rotazione.Materiali e metodiLe tecniche colturali praticate per le colture in rotazione vengono descritte in tabella 10.Come già ricordato una sostanziale differenza rispetto al triennio precedente è stata la limitatadisponibilità irrigua estiva, che ha condizionato, nel caso del riso, anche l evoluzione delleinfestanti.Il rilievo della presenza delle malerbe è stato effettuato su quattro aree testimoni in ogniappezzamento. Il conteggio è stato realizzato, all interno del testimone, in tre aree quadrate di 0.25m2. Solo nel caso del riso la presenza delle infestanti è stata determinata in due epoche: primadella sommersione della parte seminata in asciutta (seconda metà di giugno) ed a fine luglio. Nelle altre colture il rilievo è stato previsto, quando la coltura ormai raggiungeva una copertura tale daimpedire altre emergenze.

1918

Tabella 10. Operazioni colturali effettuate nelle colture oggetto della sperimentazioneRiso Pisello +Orzo Soia Mais Farro

Asciutta AcquaLavorazionilivellamento se necessario se necessario no no no no

lavorazione principale aratura aratura minima aratura aratura minima

preparazione letto di semina

erpice combinato (2 passaggi) e strigliatore

(1 passaggio)

erpice combinato (2 passaggi) e strigliatore

(1 passaggio)

discatura e erpice combinato

erpicecombinato

erpice a molle e rotativo

combinati

discatura eerpice

combinato

falsa semina si (20 gg) si (20 gg) si (7 gg) no no si (7 gg)strigliatura post semina 4-6 no 1 4 04-mag 1

altro 3 sarchiature 2 sarchiature e 1 rincalzatura

Semina

periodo seconda metà di maggio seconda metà dimaggio

autunnale (fine ottobre); primaverile

(febbraio)

appenaraccolto il

pisello (fine giugno)

inizio aprile metàottobre

varietà varie a ciclo precoce varie a ciclo precoceCheyenne + Nichel (autunnale) Laser

+Prosa (primaverile)Kresir Suarta Poeme

Gestione acqua

sommersione 1 mese dopo la semina stesso giorno della semina

asciutte pre-raccolta levata e pre-raccolta

Per la determinazione dell efficacia della strigliatura, nelle semine in asciutta di riso, sono statiricavati 4 testimoni, sollevando l erpice per circa 10 metri di tragitto. I rilievi, nella parte trattata,sono stati eseguiti in prossimità dei testimoni.RisultatiDensità delle infestanti

RISO

In tabella 11 è riportata la presenza delle infestanti del biennio 2005-2006 e la media complessivadel quinquennio di sperimentazione.Per quanto riguarda la semina interrata, i risultati evidenziano un elevata infestazione diEchinochloa crus-galli, che nel 2006 ha superato ampliamente la media complessiva. In taleannata, nell appezzamento B si sono riscontrate, nelle aree non soggette agli interventi distrigliatura, più di 20 piante a m2. Si nota anche un deciso peggioramento dell infestazione,nell ambito dell appezzamento C, tra il primo ed il secondo anno di rotazione.Nell appezzamento D, invece, si è rilevata una tendenza opposta, con una leggera riduzione delpotenziale infestante nel 2005, rispetto al 2004 (vedi Quaderno della Ricerca no 51).A concorrere all eccessiva presenza di giavone nell appezzamento B, nel 2006, è da segnalareun inadeguata distruzione delle malerbe nel periodo di falsa semina.L incremento della densità dell infestante nell appezzamento C, al secondo anno di rotazione, è daimputare alla scarsa disponibilità idrica estiva e, probabilmente, ad una dotazione superiore disemi nel suolo.

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2120

Nel caso dell appezzamento D, considerato l elevato grado di infestazione del 2004, si è postamaggiore attenzione al periodo della falsa semina. La scelta di una varietà a ciclo più precocerispetto al precedente anno, ha permesso il posticipo della semina ed una maggiore efficacia delladistruzione del giavone.Relativamente alle altre infestanti occorre sottolineare una certa recrudescenza di Chenopodium

album, in particolare nell appezzamento C. Nel 2006, a causa dell impossibilità di stabilire unasommersione continua dopo lo stadio di inizio accestimento del riso, l infestante è risultatapresente per tutto il ciclo colturale.Nel 2006, la densità di Alcalipha virginica nell appezzamento B è stata notevolmente superiorerispetto al 2002. Tuttavia, la malerba è scomparsa al sopraggiungere dei primi adacquamenti. La situazione in semina in acqua ha mostrato un intensificazione della densità di giavone, favoritodai periodi di asciutta causati dalla siccità. Infatti, risulta esemplificativo l andamento della malerbanell appezzamento C nell ultimo anno di sperimentazione, dove si possono riscontrare emergenzetardive dopo i periodi assenza della sommersione continua del mese di giugno.Nell ambito delle malerbe acquatiche, si è registrata una discreta infestazione di Bolboschoenus

maritimus sia nell appezzamento D, nel 2005, e sia nell appezzamento B, nel 2006.Sempre in maniera particolarmente grave si sono insediate le popolazioni di Cyperus difformis,mentre Heteranthera reniformis ha mostrato livelli preoccupanti solo nell appezzamento C, inentrambe le annate. Nel campo denominato B, l asciutta drastica di fine giugno, ha permesso diannullare l infestazione iniziale.Tra le altre malerbe, Lindernia dubia si è rivelata sempre presente con infestazioni nel mese digiugno decisamente elevate. Tuttavia, trattandosi di una specie poco competitiva non ha destatoparticolari preoccupazioni.Infine, negli appezzamenti D e B, è da annoverare la diffusione di Ammannia coccinea che, comeper Heteranthera reniformis, è stata controllata dalla siccità estiva del 2006.MAIS

Per la coltura del mais, l unico problema malerbologico rinvenuto, è rappresentato dal giavone, cheè stato particolarmente grave nel 2006 (tab. 12). A livello medio, l altra malerba rilevata con densitàsuperiori a 1 pianta m-2 è stata il Bolboschoenus maritimus.SOIA

Come per il mais, l infestante chiave è risultata Echinochloa crus-galli (tab. 12). Considerando ledue annate, si è verificata la maggior infestazione nel 2005 (8.0 piante m-2), mentre il risultato del2006 si posiziona ampiamente al di sotto della media quinquennale. In termini di gravità è dasegnalare, nel 2005, anche una discreta infestazione di Polygonum lapathifolium.FRUMENTO

Per questa coltura non sono da segnalare particolari problemi malerbologici. Nel 2006 è statarilevata solo la presenza di Stellaria media e Bolboschoenus maritimus, non influenzanti il livelloproduttivo della coltura (tab. 13).

2221

Tabella 12. Densità e distribuzione delle infestanti del mais e della soia

MAISAppezzamento A 2005 Appezzamento E 2006 MEDIA 2002-2006FILA INTERFILA FILA INTERFILA FILA INTERFILA

n° /m2 dev. st. n° /m2 dev. st. n° /m2 dev. st. n° /m2 dev. st. n°/m2 dev. st. n° /m2 dev. st.Echinochloa crus-galli 5,3 1,3 0,0 0,0 15,1 11,2 0,0 0,0 9,0 8,4 0,0 0,0Polygonum lapathifolium 2,7 3,5 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,9 1,7 0,0 0,0Chenopodium album 0,4 0,8 0,0 0,0 0,9 0,8 0,0 0,0 0,8 1,1 0,0 0,0Solanum nigrum 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,9 1,4 0,0 0,0Phytolacca americana 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,3 0,0 0,0Rumex acetosa 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,3 0,7 0,0 0,0Portulaca oleracea 1,3 0,0 0,0 0,0 4,0 1,3 0,0 0,0 1,1 1,7 0,0 0,0Bolboschoenus marittimus 11,1 0,8 0,0 0,0 0,4 0,8 0,0 0,0 2,3 4,6 0,0 0,0Polygonum aviculare 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,3 0,0 0,0Alcalipha virginica 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,2 0,5 0,0 0,0Bidens frondosa 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,3 1,0 0,0 0,0Rorippa palustris 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,3 0,0 0,0

SOIA

Appezzamento E 2005 Appezzamento D 2006 MEDIA 2002-2006FILA INTERFILA FILA INTERFILA FILA INTERFILA

n° /m2 dev. st. n° /m2 dev. st. n° /m2 dev. st. n° /m2 dev. st. n° /m2 dev. st. n° /m2 dev. st.Echinochloa crus-galli 8,0 2,3 0,0 0,0 0,4 0,8 0,0 0,0 2,7 3,1 0,1 0,3Digitaria sanguinalis 0,4 0,8 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,3 0,0 0,0Polygonum lapathifolium 2,7 1,3 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,5 1,2 0,0 0,0Bolboschoenus marittimus 1,8 3,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,4 1,4 0,0 0,0Chenopodium album 0,9 0,8 0,0 0,0 0,4 0,8 0,0 0,0 0,4 0,6 0,0 0,0Portulaca oleracea 1,3 1,3 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,7 1,8 0,0 0,0

Tabella 13. Densità e distribuzione delle infestanti dei cereali autunno-vernini

FARRO o FRUMENTO (06)

Appezzamento A 2006 MEDIA 2002 - 2006

n° /m2 dev. st. n° /m2 dev. st.Polygonum lapathifolium 0,0 0,0 5,0 7,7Polygonum hydropiper 0,0 0,0 0,1 0,4Veronica persica 0,0 0,0 0,1 0,4Lolium perenne 0,0 0,0 0,3 0,9Chenopodium album 0,0 0,0 0,7 1,2Phytolacca americana 0,0 0,0 0,1 0,4Rumex acetosa 0,0 0,0 1,2 1,4Erigeron annuus 0,0 0,0 1,6 3,1Poa annua 1,3 2,0 0,4 0,9Stellaria media 36,9 10,0 12,3 18,8Bolboschoenus marittimus 1,8 2,9 0,6 1,4Bidens frondosa 0,0 0,0 0,4 0,9

Efficacia dell utilizzo dell erpice strigliatore

Il controllo del giavone, malerba chiave in semina interrata, è stato particolarmente limitato nel2006, in entrambi gli appezzamenti (tab. 14).

2322

Tabella 14. Efficacia dell'utilizzo dell'erpice strigliatore su riso seminato in asciutta2005 2006 MEDIA 2002-2006

Appezzamento C Appezzamento D Appezzamento C Appezzamento Bn° /m2 % contr n° /m2 % contr n° /m2 % contr n° /m2 % contr n° /m2 % contr

Echinochloacrus-galli (1)

testimone 3,7 12,7 87,4 10,0 50,0 24,5 42,5 7,9 62,0strigliatura 2,0 1,6 5,0 14,1 3,0n.s. ** * ** **

Echinochloacrus-galli (2)

testimone 5,0 12,5 74,2 12,0 24,5 42,5 10,3 58,3strigliatura 3,0 3,2 6,0 14,1 4,3n.s. ** n.s. ** **

Panicumdichotomiflorum(1)

testimone 1,3 100,0 5,7 86,0strigliatura 0,0 0,8* **

Panicumdichotomiflorum(2)

testimone 0,2 1,0 9,7 87,9strigliatura 0,0 0,3 1,2n.s. n.s. ** (3)

Digitariasanguinalis(1)

testimone 0,4 100,0 2,6 95,7strigliatura 0,0 0,1* ** (3)

Digitariasanguinalis(2)

testimone 5,3 94,3strigliatura 0,3** (3)

Bolboschoenusmaritimus(1)

testimone 0,1 4,2 52,0strigliatura 0,0 2,0n.s. * (3)

Bolboschoenusmaritimus(2)

testimone 15,7 19,1strigliatura 12,7* (3)

Cyperusesculentus(2)

testimone 0,3strigliatura 0,3

n.s.

Polygonumlapathifolium(1)

testimone 2,2 72,7 0,0 0,8 2,2 68,6strigliatura 0,6 0,3 0,8 0,7* n.s. n.s. **

Polygonumlapathifolium(2)

testimone 4,2 81,0 2,1 81,0strigliatura 0,8 0,4** **

Portulacaoleracea(1)

testimone 0,7 1,2 100,0 0,3 0,6 100,0 23,5 95,9strigliatura 0,7 0,0 0,3 0,0 1,0n.s. * n.s. ** **

Portulacaoleracea(2)

27,7 81,95,0* (3)

Chenopodiumalbum(1)

testimone 3,0 2,3 95,2 7,0 75,7 2,0 100,0 3,2 81,3strigliatura 1,0 0,1 1,7 0,0 0,6n.s. ** * ** **

Chenopodiumalbum(2)

testimone 5,3 2,8strigliatura 1,7 0,8

n.s. n.s.

Chenopodiumpolyspermum(1)

testimone 0,8 1,0 100,0strigliatura 0,0 0,0n.s. *

Alcaliphavirginica(1)

testimone 6,6 97,6 30,2 73,2strigliatura 0,2 8,1** **

Solanumnigrum(1)

testimone 1,0 2,7 87,6 1,6 56,3strigliatura 0,7 0,3 0,7n.s. * *

Rumex acetosa(1)testimone 1,4strigliatura 0,9

n.s. (3)

(1) Rilievo di metà giugno (2) Rilievo di fine luglio (3) Media riferita solo al triennio 02-04* SIGNIFICATIVO PER P<0.05 ** SIGNIFICATIVO PER P<0.01 n.s. NON SIGNIFICATIVO

2423

Tale risultato è legato ad un leggero ritardo dei primi interventi, che hanno consentito un eccessiva crescita degli apparati radicali delle plantule dell infestante.Sulle altre infestanti, l erpice ha evidenziato un efficacia soddisfacente.

Discussione e ConclusioniIl quadro malerbologico complessivo dell azienda biologica utilizzato per la sperimentazionequinquennale permette di esprimere considerazioni sulla dinamica, sulla diffusione e sullepossibilità di controllo di un gran numero di specie infestanti delle colture considerate.La malerba chiave per le quattro colture a ciclo primaverile-estivo è senza alcun dubbioEchinochloa crus-galli.Nel caso del riso, la presenza della graminacea è stata decisamente superiore in semina interrata.Solo nei casi di una trascurata gestione della falsa semina e di eccessivi periodi di asciutta durante le prime fasi del ciclo colturale, si sono manifestati problemi di controllo anche in semina in acqua.Gli interventi di strigliatura, se tempestivi, sono stati in grado di assicurare, nella maggior parte deicasi, un contenimento pienamente sufficiente dell infestante.Considerando l evoluzione della popolazione di giavone nel secondo anno di rotazione, cioè insuccessione al riso, non è stata evidenziata una chiara tendenza all aggravamentodell infestazione. Infatti, sul numero finale di piante a m2, è risultata maggiormente influenzante lacorretta applicazione della tecnica colturale descritta ed un favorevole andamento climatico nelperiodo della falsa semina.Sempre in semina interrata, di secondaria importanza sono stati rinvenuti Panicum

dichotomiflorum e Bolboschoenus maritimus. La prima specie è stata ben controllata dall erpicestrigliatore, mentre la Ciperacea non ha manifestato una tendenza all incremento dell infestazionecon il sistema di coltivazione, nella prima fase del ciclo fenologico, in asciutta.Sostanzialmente differente è apparsa la situazione della semina in acqua.La pressione delle malerbe acquatiche è stata molto elevata e di difficile contenimento.I maggiori problemi di competizione sono derivanti dall intensità delle infestazioni di Cyperus

difformis, specie sempre presente negli appezzamenti considerati nella sperimentazione. Ladensità della malerba è stata valutata in aumento nel 2° anno di rotazione, in successione al riso.Heteranthera reniformis è comparsa in maniera grave solo negli appezzamenti B e C.A differenza di Cyperus difformis, un periodo di asciutta quando il riso ha già raggiunto la fase dipieno accestimento, è stato in grado di contenerne lo sviluppo. Per entrambi le infestanti,comunque, si è rivelata fondamentale una pronta emergenza e sviluppo della coltura, in grado damantenere un vantaggio competitivo sin dalle prime fasi del ciclo colturale.Di minore pericolosità sono da ricordare le infestazioni di Bolboschoenus maritimus e Ammannia

coccinea, presenti solo in alcuni appezzamenti. Nonostante l elevata e costante diffusione di

2524

Lindernia dubia, tale specie non ha rappresentato una limitazione alla produttività del riso,considerando la limitata capacità competitiva.Nel corso della sperimentazione sono state effettuate, altresì, le determinazioni del peso seccodelle infestanti alla raccolta del riso.Comparando la quantità di biomassa proveniente dalle malerbe con le produzioni di risone deiprimi tre anni del progetto, emerge un effetto significativo (R2=0.65) sulla resa unitaria del grado diinfestazione finale (fig. 1). Tuttavia, esaminando i risultati per ogni tipologia di semina e di gestione dell acqua, solo con la sommersione continua si evidenzia una quantità di biomassa superiore ai100 g/m2 ed una netta riduzione della produzione all aumentare della competizione malerbologica.

Fig. 1. Correlazione tra peso secco delle infestanti e produzione di risone

y = -111,94x + 836,45R2 = 0,6517

y = -83,155x + 690,05R2 = 0,4245

y = -16,474x + 131,74R2 = 0,1085

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

4,00 4,50 5,00 5,50 6,00 6,50 7,00 7,50 8,00 8,50

produzione risone (t ha -1)

peso

secc

oin

fest

anti

(gm

-2)

totale sommersione asciutta

In conclusione, come già evidenziato al termine del triennio, la tecnica colturale messa a puntoconsente di ottenere un soddisfacente controllo ed una limitata competitività delle infestanti con ilsistema di semina in asciutta. In semina in acqua, solo con un buon investimento iniziale ed unveloce ricoprimento del terreno da parte della coltura è possibile ottenere una produttivitàremunerativa.

2625

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27

Ringraziamenti

Si ringrazia lʼazienda agricola Piero Pedrazzini per aver ospitato

la sperimentazione e, soprattutto,

per aver contribuito sostanzialmente alla messa a punto delle tecniche colturali.

Il sito della ricerca in agricolturawww.agricoltura.regione.lombardia.it