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CollegioCostruttori

“Gli enti ci devono 60 milioniMolte società sul lastrico”

Sessanta milioni mal contati.Tanti sono i soldi che le im-prese edili torinesi iscritte alCollegio costruttori aspetta-no da mesi dalla pubblicaamministrazione. Il presi-dente Alessandro Cherio èesasperato e preoccupato:«Siamo qui anche in pienoagosto perché ogni giorno te-lefonano associati che non cela fanno più. Sono molto pes-simista per l’autunno perchéin troppi stano dicendo che afine anno chiuderanno».

I ritardi nei pagamentirischiano di assestare ilcolpo di grazia a un settoreche già soffre e parecchioper la crisi: meno appaltipubblici, meno edilizia resi-denziale, meno ristruttura-zioni, meno di tutto.

Cherio fa una analisispietata: «I pagamenti or-mai si aspettano anche 200giorni oltre i 90 previsti daitermini contrattuali. Unafollia in un momento in cui ilcredito bancario è semprepiù difficile da ottenere. Èuna situazione che rischiaveramente di far saltaremolte imprese».

A questa situazione pa-tologica si somma una pic-cola beffa. Dice Cherio: «Larecente legge che finanzia ipagamenti delle pubblicheamministrazioni contieneuna distorsione: le banche

scontano le fatture solo se leforniture realizzate sonocertificate, come dire cheuna Asl deve certificare laconsegna avvenuta di farma-ci a un ospedale».

E fin qui può essere una nor-ma anche accettabile, ma c’èun ma. Cherio: «Viene chiestoanche per i lavori edili la certi-ficazione, ma è un assurdo per-ché nel nostro caso è lo stato diavanzamento dei lavori che di

per sé certifica che i lavori so-no stati fatti». E così servonoaltri 60-90 giorni per ottenereun certificato che già c’è.

I ritardi nei pagamenti pe-sano come un macigno su unsettore in difficoltà. Cherioenumera i problemi: «C’è unacontrazione nelle vendite diappartamenti per il clima diincertezza generale e ancheperché le banche concedonomutui solo per il 60-80% del

costo. E anche le impreseaspettano a fare investimentiche la crisi passi».

E poi le imposte. Cherio haparlato con il sindaco negliscorsi giorni per chiedere chenon si debba pagare l’Imu su-gli appartamenti invenduti.Dice: «Sarebbe come tassarele auto rimaste sui piazza-li. Fassino ha promesso di ve-dere se potrà ridurre l’aliquo-ta su questo». [M. CAS.]

StritolatiIl presidente

Alessandro Cherio:«Ritardi, burocrazia

ci stanno soffocando.E anche ottenerecredito bancario

è sempre più difficile, pernon parlare delle imposte»

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Il nuovo ministro alla Sanità francesesospende la chiusura della rianimazioneall’ospedale di Briançon. E così tirano unbel sospiro di sollievo, i residenti in altaValle Susa che si si fanno curareall’ospedale d’Oltralpe in forza a unaconvenzione italo-francese che vige daalcuni anni, e che permette ai valligianidi rivolgersi per le urgenze al centrosanitario dell’Haute Alpes. «Questanotizia- dicr Laura Coruzzi, residente aSauze d’Oulx - mi tranquillizza. Sia permotivi di vicinanza che perprofessionalità l’ospedale di Briançon èper tutti noi una sicurezza». Eliminarela rianimazione a Briançon, avrebbesignificato declassare l’ospedale, con laconseguente fuga di medici specialisti eil dimezzamento di alcuni reparti. Lariforma sanitaria d’Oltralpe, prevedevadi trasferire questi reparti a Grenoble.

AltaValSusaL’ospedalediBriançonnonsaràdeclassato

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Il destino dell’ospedale«Sant’Antonio» di Cara-glio si saprà a settembre.Tre le ipotesi di utilizzo, dicui solo una prevede il

mantenimento e riconversionein presidio di cure intermedie.Gli altri due scenari indicano lachiusura, con affidamento deiservizi a strutture private e il po-tenziamento dell’assistenza adomicilio.

L’annuncio è del direttoregenerale Asl Cn1, Gianni Bonel-li, intervenuto l’altra sera nel te-atro di Caraglio, al Consiglio co-munale aperto convocato dalsindaco, Giorgio Lerda, su inizia-tiva della minoranza del Pd. Inplatea un centinaio di cittadini,sindaci e amministratori dei Co-muni del Distretto sanitario diDronero, preoccupati dalla rior-ganizzazione degli ospedali «sa-telliti» della Granda, in cui rien-tra il presidiodi via Valgrana.

Un centro di riabilitazionepost acuzie, collegato al «Santis-sima Annunziata» di Fossano,con 60 posti letto tra lungode-genza (30), unità stati vegetativi(10) e riabilitazione intensiva diprimo e secondo livello (20). Nelpiano generale di rientro dellasanità piemontese da un «buco»di 900 milioni, quest’anno 15 ri-guardano gli ospedali cuneesied è prevista una riduzione di220posti letto del «post acuzie»,di cui il 40% nel pubblico e il re-stante nel privato. Il pubblicoperderebbe la Riabilitazione,og-gi concentrata a Caraglio e Fos-sano. «Non è questione di cam-panilismo - ha detto il sindaco -,ma necessità di mantenere unservizio fondamentale e di altaqualità, su un territorio ampio(oltre 42 mila abitanti nel Di-stretto di Dronero) e marginale,dove i collega-menti difficilitra valli e pianu-ra causerebberogravi disagi autenti e famiglia-ri, costretti araggiungere al-trestrutture».

Il sindaco diFossano, Fran-cesco Balocco,ha sottolineatoil problema sociale che compor-terà «una chiusura la cui re-sponsabilità è anche politica.Sappiamo di dover fare sacrifi-ci per ridurre la spesa, ma nonsipuò azzerare la riabilitazionedel pubblico».

«Manovra assurda per il“Sant’Antonio” - ha detto l’exsindaco Aurelio Blesio - dove ne-

gliultimi anni si sono spesi due mi-lioni per locali e impianti. Se per-deremo il post acuzie sono prontoalle barricate». Invitato dal sinda-co di Cuneo, Federico Borgna, a«difendere le nostre istanze conl’Aress Piemonte», a cui spetteràla decisione definitiva, Bonelli haspiegato che la riorganizzazioneospedaliera è necessaria. «Con i

risparmi potenzie-remo le rispostetecnologiche degliospedali cardine:nuovi strumentiall’avanguardia,migliorerà il servi-zio. Non è impor-tante la distanzadell’ospedale, mala qualità delleprestazioni». Uncittadino: «Se van-

notagliati 15milioni due le ipotesi:prima eravamo spreconi o doma-ni il servizio lo farà il volontaria-to». Bonelli: «In questi anni si èspeso bene (i risultati sono fuoridiscussione), ma troppo». Il presi-dente della Comunità montana,Roberto Colombero: «Peccatoche per sistemare le cose, si devesemprepartire dagliultimi».

MATTEO BORGETTOCARAGLIO

DIRETTORE ASL CN1«Decisione a settembre

Le ipotesi: chiusurao riconversione»

“Salviamo la Riabilitazioneall’ospedale di Caraglio”

GiorgioLerda

SindacodiCaraglio

SINDACO«Presidio fondamentale

in un’area montanacon 42 mila abitanti»

FrancescoBaloccoSindaco

diFossano

Appello di sindaci, amministratori e cittadini riuniti nel Consiglio comunale aperto

Il pubblico l’altra sera al Consiglio comunale aperto svoltosi nel teatro civico di Caraglio [SERGIO LANTERI]

GianniBonelli

Direttoregenerale

dell’AslCn1

FedericoBorgna

PrimocittadinodiCuneo

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LUCA ZIROTTIVERBANIA

Le assenze questa volta nonfanno saltare il dibattito sullasanità in Consiglio provincia-le. Dopo le polemiche degli ul-timi giorni, ieri è stato appro-vato all’unanimità il documen-to a difesa del punto nascitedel San Biagio di Domodosso-la. A una settimana dall’ordi-ne del giorno saltato per l’as-senza del numero legale, ieri ilConsiglio è tornato in aula aVilla San Remigio quasi a vo-ler rimediare subito allo«strappo». Se non è pace nellapolitica almeno è tregua, que-sta è stata l’impressione nelladiscussione di un tema chenon ha mancato di crearespaccature anche negli stessipartiti.

Alla conta il Pd si presentacompatto, con la sola assenzadi Silvia Magistrini alla qualesi aggiunge, sui banchi dellaminoranza, quella di VittoriaAlbertini. Qualche seggio vuo-to in più nella maggioranza, inparticolare nel Pdl dove accan-to ai cusiani Giulio Lapidari ePaolo Marchesa Grandi siedesolo Antonio Ferruggiara.Non ci sono il capogruppo Se-bastiano Gallina, Matteo Mar-covicchio, Lidia Carazzoni eRomina Bravi, oltre al leghi-sta Paolo Marchioni e AntonioLillo. «La mia non è demago-gia, so che la Provincia non hacompetenze sulla sanità machiedo che prenda posizionesu un tema importante per lagente» dice Stefano Costa, ilconsigliere del Pd che ha pre-sentato l’ordine del giorno allabase dello scontro politico.

Un documento che alla fine,con la mediazione dei vari grup-pi, arriva a chiedere che la Re-gione riveda la decisione di chiu-dere il punto nascite domese,sollecitando allo stesso tempoanche l’assemblea dei sindacidel Vco «a votare un documen-to e una posizione analoga allanostra». «E’ un voto a favore delVco e senza divisione tra verba-nesi e ossolani, noi qui siamocompatti» dice il capogruppodel Pd Paolo Ravaioli. «Voto sì,ma con la consapevolezza che siva a inseguire lo stato d’animodei comitati, con logiche di cam-panile che andrebbero messeda parte» dice dal Pdl Giulio La-

pidari, che non nasconde il disa-gio della parte omegnese delPdl. Sì compatto anche dalla Le-ga nord e dal consigliere di Ri-fondazione Roberto Inzaghi.«Le assenze sono legate al peri-odo di ferie, non al fatto che unconsigliere sia verbanese, osso-lano e cusiano - ha sottolineatoil presidente della ProvinciaMassimo Nobili - il problemaqui è più ampio e non si limita alpunto nascite ma all’intero si-stema di servizi di ostetricia epediatria. Senza dimenticare ditenere la guardia alta anche sulsistema ospedali in generale,che non possono ridurre ulte-riormente i servizi».

DOPO LE POLEMICHE. PASSA IL DOCUMENTO PROPOSTO DA STEFANO COSTA DEL PD

“Il punto nascite va salvato”Il Consiglio provinciale ritrova il numero legale e vota all’unanimità

Era del consigliere Pd Stefano Costa il documento sulla sanità