Chios Piero Spagnesi 3

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    indiCe

    Ringraziamenti dellAutore 7

    Avvertenze 9

    Introduzione 11

    I Paesaggi 17

    1. Il paesaggio fsico 19

    2. Quadri storiografci 21

    3. Temi architettonici 25

    Gli Insediamenti 31

    1. Limpero bizantino 33

    Fino all' VIII secolo 33

    Dopo Costantino Porfrogenito 37

    Fortezze, villaggi, architetture 41

    2. Il governo genovese 44

    Da Simone V ignoso al XV secolo 44

    Per la caduta di Costantinopoli 46

    3. Il periodo turco 50

    Nel Seicento 50

    L'isola di Francesco Lupazzolo 53

    Le Architetture 55

    1. Le chiese bizantine 57

    Premessa 57

    La Rinascenza macedone 57

    L'et dei Paleologi 64

    2. Il sistema di sorveglianza costiera 69

    Epilogo 77

    Apparati 83

    Documenti 85

    Fonti e reerenze bibliografche 99

    Indice dei nomi e dei luoghi 117

    English Abstract 125

    Figure 149

    Tavole 249

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    introduzione

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    Una storia molto breve di Chios in aperturaserve da introduzione a una migliore compren-sione della sua architettura medioevale: un discor-so molto vasto soprattutto se arontato ai diversilivelli del suo territorio, dei suoi centri abitati e deisuoi edici di rilievo.

    Parte dellimpero dOriente no al regno di

    Giustiniano I (527-565) e capitale del IX tma,il distretto militare delEgeo, durante quello diCostantino VII Porrogenito (913-959), Chios rive-st un ruolo di rilievo in tanti momenti signicatividellet bizantina: durante le vicende conseguen-ti le invasioni arabe della met del VII secolo, neitempi successivi alla conclusione delleresia icono-clasta nell843, durante il lungo regno di Basilio II(976-1025) e nella cosiddetta Rinascenza Macedonesegnata dalla conquista di Costantinopoli nel 1204da parte dei crociati latini. Nella prima met del XIVsecolo lisola u poi ceduta da Giovanni V Paleologo(1341-1391) a una Maona occidentale: una conso-ciazione di nobili della repubblica di Genova conlesclusiva del commercio in tutto il Mediterraneoe nel mare del Nord della preziosa resina di masticedi produzione locale. Da allora e no alla conquistadi Costantinopoli nel 1453 da parte di MaomettoII (1451-1481) e alla sua caduta in mano turca nel1566 allapogeo dellimpero ottomano di SolimanoI il Magnico (1520-1566), Chios u centro ancoradi altri eventi culminati ancora dopo, tra il 1694 eil 1695, con una breve conquista da parte di una

    fotta cattolica guidata dalla repubblica di Venezia.In seguito, e altrettanto in breve, un periodo radical-mente nuovo rispetto al passato savvi tra la ne del

    XVIII secolo e il 1822: lanno della grande rivoltadelisola contro i turchi e della conseguente sangui-nosa repressione che ne interruppe ogni vitalit. Inquesto momento la chiesa locale era divenuta ortegrazie alla libert concessole dalla sublime Portanella scia della graduale dissoluzione di questulti-ma lungo tutto il XVIII secolo e della contempora-nea lenta nuova aermazione dellintera ortodossia

    orientale; a Chios in particolare questo u motivo diun impulso orte in campo architettonico ed ediliziotale da porre lisola tra i maggiori centri di linguagreca del tempo: un enomeno a sua volta parte di

    un quadro pi vasto e che aveva visto come momen-ti cardine il 1683 ed il 1699, cio il allimentodellassedio turco di Vienna e il conseguente trattatodi Karlowiz, e soprattutto il periodo tra il 1682 e il1715 delle ondamentali riorme ecclesiastiche delsovrano russo Pietro il Grande, imperatore nuovodellOriente cristiano.

    utto ci a da sondo alla realt architettonica diChios dalla caduta dellimpero romano dOccidentequasi ai giorni nostri e ornisce la base da cui proce-dere. Destreggiarsi senza una sua minima coscienzapreventiva sarebbe altrimenti arduo viste le tantevicende di lungo periodo che hanno segnato inmaniere cos diverse - ma, come si vedr, con unmodo solo - lintera vicenda architettonica di questaterra di greci.

    Premesso questo, poche altre parole chiarisconoanche le origini di questo lavoro, che sono lonta-

    ne. A partire da una vasta ricerca sulle architet-ture occidentali del Levante, auspicata dallallo-ra direttore della Scuola Archeologica Italiana di

    Atene Doro Levi, e avviata con un contributo delConsiglio Nazionale delle Ricerche da GuglielmoDe Angelis d'Ossat, lo studio di Chios u iniziatonel 1966 nell'ambito dell'Istituto di Storia dell'Ar-chitettura della Facolt di Architettura dell'Uni-versit di Roma La Sapienza guidato da Claudioiberi, collintento di raccogliere un vasto mate-riale graco e otograco e di compiere un'accu-rata indagine bibliograca e di ricognizione delleonti. Nel medesimo anno u incominciato dallostesso iberi e da Gianranco Carrara il rilievo delKstro del capoluogo, poi proseguito - e sempreguidato da iberi - da Renato Guida e GiancarloCivitillo nel 1967, compiuto nell'insieme da CarloMusso con Giuseppe Berucci nel 1968 e precisatonei particolari da Paolo Capalbi, Augusto Chiaia eDan Iroaie nel 1970, e Mario Dal Mas e GiorgioOrtolani nel 1982. Dal 1966 al 1970 u ancheiniziato, ugualmente da iberi, il censimento e laricognizione sistematica degli insediamenti abitati

    e delle architetture medioevali dell'isola. In seguito,il lavoro confu in una ricerca del Dipartimento diStoria dell'Architettura, Restauro e Conservazione

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    dei Beni Architettonici de La Sapienza, erededal 1984 dell'Istituto di Storia dell'Architettura,dal titolo: Studi e restauri di matrice italiana nel

    Mediterraneo; parzialmente nanziata per gli anniaccademici 1983-84 e 1984-85, permise a MarioDal Mas e Giorgio Ortolani di concludere gli studisul Kstro del capoluogo avviati in precedenza. Poi,tutto divenne parte della ricerca dal titolo: Presenzee infuenze architettoniche italiane nel Levante, coor-dinata da Claudio iberi e nanziata dalla Facoltdi Architettura dell'Universit di RomaLa Sapienzacon ondi per il 1989 della quota ex 60% per lericerche di Facolt1. Dopo tutto ci chiamato amia volta da iberi a lavorare al tema nell'ambi-to della medesima ricerca ho quindi aggiornato irilievi del Kstro, proseguito e completato il censi-mento delle architetture medioevali dellintera isolaed eseguito il rilievo graco e otograco di villaggi

    e ortezze insieme a Luciano Palazzo nel 1993, aRaaele Pugliese nel 1994 e nel 1995, e da solo nel1996 con ondi miei privati e nel 1999 con ondidella quota ex 40% per ricerche di Facolt.

    Il risultato degli studi di cos tanti in tempi esoprattutto in momenti storici cos diversi nontrova spazio in questo solo volume, per la quantitdi materiali e la variet di spunti critici, tra loroanche molto vari, di chi nel tempo ha lavorato sulcampo e alle prime sintesi. Per questo, per primacosa, qui ho cercato di ornire soprattutto alcuni

    quadri complessivi di rierimento su paesaggi, inse-diamenti e architetture dell'isola di Chios in alcunimomenti signicativi della sua storia utilizzandotutti i vari dati raccolti e talvolta anche muovendo-mi in direzioni altre da quelle di chi mi ha prece-duto. Nel compiere ci, ho cercato di intersecarei dati orniti dalla storiograa generale sull'isola,eccezionalmente molto solida rispetto al complessodegli studi sulla Grecia medioevale e moderna, conquelli rutto delle esplorazioni sul campo e dei rilie-vi diretti, a realizzare - credo per la prima volta sia

    per Chios sia, pi in generale, per una porzione diterritorio di lingua greca delimitata con chiarez-za, una sintesi unica di conoscenze storico-archi-tettoniche, anche se altrimenti consueta per altriambiti culturali. Incompletezze e imprecisioni diquesto lavoro sono, di conseguenza, solo mie, main parte sono dovute anche al atto che questo tipodi studi, su Chios come su luoghi greci analoghi, ancora largamente subordinato alle uture scopertesul campo. E lo sar per molto, nonostante alcunipassati tentativi di sintesi, per una dicolt tutto-ra persistente in Italia a restituire come insieme,

    1 iberi 1977, pp. 351-352; Dal Mas 1987, p. 169; Ortolani1987, p. 225.

    in mancanza di quadri documentari esaustivi, levicende architettoniche del Mediterraneo orienta-le. Ci stato dovuto, in passato, alla rimozionedella relativa realt architettonica quasi per dimen-ticare, dopo la Seconda guerra mondiale, luoghitroppo legati alla scontta in quel confitto; e anco-ra oggi, in parte, potrebbe essere dovuto ai grandicambiamenti culturali dellEuropa dal 1991 in poie alla conseguente trasormazione di tanti equilibri:enomeni dolorosi e troppo vicini (basta ricordarele guerre balcaniche del 1991-99) ancora in attoe che, in qualche modo, anno sempre da sondoall'assenza di un panorama esaustivo di gran partedellarchitettura del Levante cristiano-ortodosso edelle sue connessioni pi generali con l'Occidente.

    In tutto ci, dunque, questo lavoro vuoleproporre un modo di intendere l'architettura delMedioevo greco aderente alle consuete scansio-

    ni temporali (proto-bizantino, bizantino medio etardo, post-bizantino), ma che guardi anche a essecome aspetti inscindibili di una mentalit sola, inqualche modo avviata al tempo della ne dell'Ico-noclastia alla met del IX secolo e proseguita moltooltre la caduta di Costantinopoli del 1453 e lascomparsa denitiva dell'impero dOriente. Perla storia dell'architettura medioevale delle terre dilingua greca tale modo ondamentale, perch letrasormazioni successive all'avvio dell'avanzataturca a met del XV secolo hanno cancellato quasi

    completamente tante testimonianze precedenti; perconseguenza, lo studio a ritroso della realt attua-le obbligatorio per comprenderne la vita intera2.utto ci emblematico proprio a Chios, isola delmare Egeo, per il processo di trasormazione deivillaggi bizantini, lento ma continuo, durante ilgoverno genovese dal 1346 al 1566 e, in seguito,durante il suo stato di prosperit quasi anoma-lo no all'indipendenza del 1912 rispetto a terresimili durante la cosiddetta turcocrazia3. Perch, al

    2 Sull'architettura post-bizantina in Grecia durante la domi-

    nazione turca, i lavori di sintesi generale ancora mancano. Perlo stato dell'arte, v. Sotirou 1962, pp. 493-505; Chatzidkis etal. 1966; Bouras 1981; Dimacpoulos et al. 1981, con ampiabibliograa; Bouras 1994, pp. 462-482. Per una prima scansio-ne temporale dellargomento in relazione all'avvio dei ermentiindipendentisti greci allinizio del XIX secolo, v. per esempioPatrinlis 1991-92.

    3 Sulla persistenza di una mentalit genericamente bizantinanelle culture cristiano-ortodosse greca e russa moderne e con-temporanee, v. oynbee 1934-61,passim; Obolensky 1971, pp.466-477, 514 (con la bibliograa precedente); oynbee 1974-85, II, pp. 151-199; oynbee 19832, p. 235 ss.; GiambellucaKossova 2001, pp. 186-197. Per un rilancio abbastanza recente

    dell'idea nel campo dell'architettura post-bizantina, con l'am-missione che una sua storia di questo tipo ancora tutta scrivere,v. Mango 19922, p. ix, dove il termine dell'intera civilt bizan-tina posto giustamente alla ne del XVIII secolo, al sorgeredell'Illuminismo.

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    ondo, il territorio e larchitettura attuali del luogosuggeriscono essi stessi il modo d'avvicinarli, conil supporto di una tradizione storiograca localeparticolarmente valida che ne ha gi tracciato levicende pi signicative da almeno un secolo: unlavoro che per altri ambiti greci ancora tutto daimpostare. Non un caso che il giovane architettoinglese Arnold Smith che avvi lo studio dellar-chitettura di Chios appena prima della Secondaguerra mondiale gi a suo tempo, nel 1939, aves-se intuito limportanza delle realizzazioni propriodella turcocrazia e che i suoi disegni, pubblicatisolo negli anni Sessanta del XX secolo da PhilipPandhlis Argenti - appunto, il maggiore storicodell'isola - riguardino quasi tutti solo costruzioni diquesto periodo4. A una scala ancora diversa, tuttoquesto studio su abbriche e insediamenti di una

    porzione minima dellOriente cristiano-ortodossoaspira anche a sottilineare la necessit di guardareallintero Medioevo come al tempo comune di unambito geograco unitario: il mare Mediterraneo ei paesi aacciati su di esso; perch qui culture variee vari modi di costruire strettamente legati tra lorocoesistettero in tanti momenti diversi nonostante ladistanza dei luoghi, solo apparente, a costituire uninsieme di enomeni molto vasto ma nel comples-so unico e ormai non pi riconducibile - come invece ancora da parte di tanta storiograa architet-tonica - a un solo termine e ad una sola scansionetemporale: in ondo a unidea ristretta di passato.

    Roma, Natale 2007

    4 Smith, Argenti 1962, p. 4.

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    i Paesaggi

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    1. Il paesaggio fisico

    Chios, isola del mare Egeo davanti allAsia Minore, sempre stata un approdo ondamentale sulle rotteper il mar Nero e una base ondamentale per la pene-trazione nella penisola anatolica per via di terra daovest verso est. In posizione baricentrica nel Medi-terraneo orientale in direzione del Bosoro e a norddi Creta, ancora oggi costituisce un riugio sicuro dalmare aperto. Oltre a ci, il clima e le caratteristichegeomorologiche urono e sono ancora allorigine diuna caratteristica particolare dellisola, a partire dal-lAntichit: la coltivazione di piante di mastice - unagomma con importanti propriet terapeutiche e ali-mentari - che lhanno sempre resa un luogo esclusivodi produzione che trova paralleli solo in paesi doltre

    Atlantico1(g. 1). Limportanza di Chios nellambitodel mare Egeo, il suo intorno pi immediato, si capi-

    sce guardandola dalla costa anatolica: da Oriente,piuttosto che dal mare aperto da Occidente. Lisola,inatti, molto vicina alla urchia e, per cos dire,vi giace davanti, quasi distesa e con monti alti chela percorrono tutta in lunghezza; tanto che appunto,vista da est quasi incombe sulle insenature e sui rilievibassi dellaltro versante dello stretto, dal golo diem no a Smirne. Queste particolarit, costantinellAntichit e dopo, hanno atto s che essa, quasinaturalmente, divenisse una specie di sbarramento diinizio del percorso che, proprio da em e Smirne,

    si snodava verso est in un lungo itinerario per linterapenisola anatolica: un percorso ondamentale di col-legamento tra i bizantini e il vicino Oriente per tuttoil Medioevo e non solo.

    Chios u capitale della regione militare (il tma)del mare Egeo al tempo della riorganizzazione del-limpero voluta da Costantino Porrogenito, inposizione strategica chiave rispetto alla penetrazionemusulmana in direzione ovest lungo la penisola ana-tolica dalla ne del X secolo in poi. Per questo motivolisola, in quattrocento anni, si trasorm da semplice

    capoluogo di regione dellinterno, a zona quasi diconne dopo la disatta bizantina a Manzikert nel1071, e successivamente a protettorato genovese soloed isolato dal 1346 in poi. Da questa data, lauto-nomia totale dallimpero e al tempo stesso la ortedistanza sica dallOccidente cristiano urono deter-minanti per la vita dellisola in una certa direzione,destinata comera, per le sue intrinseche caratteristi-che, alla coltivazione ed al commercio del mastice colmondo allora conosciuto: unattivit che proseguanche dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453 e lasua annessione allimpero ottomano nel 1566.

    1 Sulla particolare vegetazione dellisola in rapporto alle carat-teristiche bioclimatiche, v. Boratynski, Browicz, Zielinski 1994,con la bibliograa precedente.

    Come per tanti centri bizantini analoghi in Egeo,largomento chiave per comprendere Chios, unisolaoggi e nellAntichit, senza dubbio il mare. Ingenerale, nel campo della geograa storica, la cen-tralit del mare come luogo dei percorsi maggiori epi signicativi che innervavano il commonwealthbizantino ormai riconosciuta. Ma, al di l del-lenunciazione del tema, in particolare nel campodella storiograa architettonica, ancora nessunoha quasi mai osservato in dettaglio la realt sicadei luoghi, n le architetture correlate in unzionedi essa, n, inne, ha quasi mai guardato a questeultime come onti primarie di storia. Ancora oggi,non a caso, per lo pi sono quasi sempre privilegiatele onti scritte tradizionali alla maniera ottocentesca,piuttosto che i dati derivati direttamente dai manu-atti2. Soprattutto, nessuno ha mai considerato ilatto che il signicato di molti luoghi e di tanti edi-

    ci sulla costa e nellinterno di Chios, in unzionedel resto del Mediterraneo, svelato solo da rotte,venti e correnti: dalla geograa marina e terrestre deiluoghi nel loro insieme; al punto che le posizionidi ortezze, insediamenti abitati, approdi e attoriesono comprensibili solo alla luce della natura deiondali, dei possibili itinerari in mare in rapportoalle terre emerse e ai collegamenti tra gli abitati sullaterra, non vivisezionando gli abbondanti documentiscritti di provenienza occidentale 3.

    Anche i motivi per cui tanti insediamenti e

    approdi sono aacciati sulla costa est dellisola piut-tosto che su quella ovest sono, inatti, dipendenti dalmare e dalla realt sica della terra(gg. 2, 7): coscome nel resto di questo tratto dellEgeo, intorno aChios i venti dominanti sono da nord e da sud-ovest,di ramontana e Libeccio. I primi sono prevalentida aprile a ottobre, mentre soprattutto in autunnoe inverno sono orti quelli da nord-est, di Grecale,che sollevano un notevole moto ondoso 4. Quantoalle correnti, lisola in prossimit delle coste del-lAsia Minore tra Mitilene e Samo ed al margine

    orientale e al tempo stesso nel mezzo dellimponenteramo di fusso di supercie, con direzione dai Darda-

    2 Per il rapporto tra i bizantini e il mare, v. albot Rice 1963,pp. 38-39; Ahrweiler 1966; Obolensky 1971, pp. 25-26, 31-34. Per alcuni studi su ambiti geograci particolari, basati perquasi solo sullinterpretazione delle onti scritte tradizionali, v.Grumel 1964; Ahrweiler 1978; Lev 1984; Ahrweiler 1988; Ma-lamut 1982; Malamunt 1988.3 Su queste onti darchivio, v. nella seconda parte, cap. 2, nota66. Pi in generale, per il quadro della ripresa attuale in Italiadegli studi di strategia marittima e navale - interrotti nel 1940- da parte dellattuale Istituto di Studi Militari Marittimi dellaMarina Militare Italiana (gi Istituto di Guerra Marittima) - intuttaltro ambito da quello della storia dellarte e dellarchitettura- v. per esempio G. Giorgerini, Presentazione, in Ramoino 1999,pp. 13-14.4 Portolano, 4, p. 661.

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    nelli verso sud-est, che traversa tutto l Egeo primadi biorcarsi, a sud-ovest delle Sporadi settentrio-nali, verso Creta e verso il canale di Rodi. I venti danord-est di Grecale aumentano lintensit di questacorrente che, in alcune circostanze, pu raggiungerevelocit piuttosto orti, anche di 2-5 nodi. Inoltrela corrente orte soprattutto a sud dellisola, anchese da direzione incerta; e lungo la costa ovest e asud-ovest nella baia di Kalamot diretta general-mente verso nord. Una corrente di deriva con dire-zione sud-est nel canale tra il porto del capoluogoe la penisola di Karaburn di ronte, appena a suddelle isole Oinossai, si maniesta pressocch solo inestate5. In inverno sono requenti violente burraschedi vento soprattutto da nord e da nord-est; si veri-cano improvvise e spesso di notte, e sono assai peri-colose alla navigazione in mare aperto soprattuttolungo la costa ovest, per il moto ondoso violento

    e per i turbinii e le rache in prossimit dei rilievimontuosi e delle vallate aacciati direttamente sulmare6. A causa di tutto ci, ancora alle soglie dellascomparsa delle grandi navigazioni a vela, nel 1917le rotte marittime attraverso l Egeo orientale eranole stesse di sempre7(g. 5).

    A sua volta, la terra emersa di Chios, per conor-mazione, divisibile in tre zone con caratteristicheorograche, idrograche e climatiche molto diverse.La settentrionale detta Voreichora, ovvero regionedel nord, e quella meridionale Mastikchora, ovvero

    terra del mastice8

    (tav. I). La prima per la maggiorparte arida e con vegetazione mediterranea limitataquasi solo allarco costiero da nord-ovest a nord-esttra Volisss e Dhelphni verso il canale di Mitilene;qui gli itinerari terrestri sono assai dicili a causa dicatene montuose vere e proprie con ondi valle stretti

    5 Service Hydrograque de la Marine - Courants de surace enMditerranee dans leur relation avec la mtreologie daprs la Car-te dOprations de Secours Aro-maritime (Carta di Nauragio)dite en 1955 par lAronatique Militaire Italienne, 1:5.000.000,Paris 1956; Portolano, Generalit, I, pp. 228-230 e g. 33; Por-

    tolano, 4, p. 666.6 Portolano, Generalit, II, p. 72-73.7 Sulle rotte attraverso lEgeo ancora allinizio del XX secolo,v. la Strategic map o central Europe showing the internationalrontiers prepared in the War College Division, General Sta, WarDepartment, Washington 1917, oggi al NOAA, n. 15584/1917.sid (per ora anche in http://historical.ned.noaa.gov/sid_image15584_B--1917). Sulla diesa di Chios nel XV-XVIII secoloin unzione di queste rotte e dei possibili approdi, v. nella terzaparte il cap. 2.8 La divisione delisola in tre zone impiegata almeno dallaprima met del XV secolo e ancora adesso: v. Hunt 1945, p.29; Arghnti, Kyriakdis 1946, passim; Zolta 1921-28, I, ad

    indicem; Bouras 1974, p. 7; Yalouris 1986, p. 144 ss. Sullageologia dellisola in relazione alle sue caratteristiche moro-logiche, v. eller 1880; Besenecker et al. 1968; Herget 1968;Kaumann 1969; Roth 1968, con ampia bibliograa; Ldtke1969; ietze 1969.

    e proondi; tanto che limpossibilit di praticare agri-coltura e pastorizia su vasta scala - altra condizione disempre - non ha mai avorito gli scambi di esperienze,la ormazione di grandi insediamenti e, in generale,la diusione delle idee. A sud, nellaMastikchora,la situazione diversa: semplici colline, una mag-giore apertura ai venti pi orti, per la lontananzadalle coste dellAsia Minore, e conseguenti miglioricondizioni metereologiche (a nord le nubi si adden-sano spesso minacciose dimprovviso a ridosso dellemontagne, a sud il mutare delle condizioni menobrusco e assai meno rapido), maggiori acilit diapprodo per le coste molto meno scoscese e talvoltaanche sabbiose. A dierenza della Voreichora, tuttoci ha reso possibile, nella Mastikchora, un sistemadi percorsi praticabili senza dicolt eccessive e,soprattutto, centri abitati di una certa importanza.Questinsieme di cose stato senza dubbio deter-

    minante per unoccupazione diusa della sua cam-pagna e per la sua lavorazione intensa in unzionesoprattutto delle piante da mastice, di scambi nonsolo commerciali tra i diversi centri, di un sentirecomune9. Forse anche la maggiore vitalit architetto-nica che si veric, dalla ne dellXI secolo in poi nelsud, dovuta sempre a ci: in assoluto, un maggiornumero di costruzioni rispetto al nord, e il atto chein et moderna tutti i villaggi maggiori sono lungole strade per il centro-sud a partire dalla capitaleChra. Al contrario, lungo le strade per il nord, i vil-

    laggi sono piccoli e lo sono sempre stati: nel tempo,alcuni sono stati abbandonati, tutti sono abbastanzadistanti gli uni dagli altri e sono da sempre scarsa-mente abitati. Un esempio illuminante proprio diquesta maggiore vitalit del sud rispetto al nord la realizzazione di quattordici chiese degne di notanella Mastikchora gi nel Medioevo, tra la ne del-lXI e il XVI secolo, a ronte di solo due chiese signi-cative nellaVoreichora(tav. II, nn. 6-23). Rispettoalle altre due, la terza zona dellisola nel mezzo:detta, appunto, Kentrchora comprende soprattutto

    la catena di rilievi circostanti il monte Prvatos, chea sua volta si estende grosso modo dalla costa est aquella ovest in orma di grande cuneo diviso dallastrada che dalla pianura del capoluogo sale al mona-stero bizantino della Na Mon e prosegue verso ivillaggi di Avghnymae Anvatos. Questa zona, tralaltro, ha come margini superiore e ineriore i duepercorsi principali che innervano lisola; a partiresempre dal capoluogo, ancora oggi essi raggiungono

    9 Nel 1995 la popolazione dellisola era di circa 60000 persone; altempo di Zolta, nel 1921, era ancora di 78675 persone, concen-

    trate per la maggior parte nella citt di Chios, la cosiddetta Chra(18300, compresi Livdhia e il Kmpos), a Kardhmyla (9250,compresi Mrmaro e Rchi) e Vrontdhos (9025), e a Volisss(3177), Pyrgh (2287), Kallimasi (2183) e ghios GherghiosSykosis (2148) (Zolta 1921-28, I, pp. 273-74).

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    la Voreichora con direzione nord-ovest no a Volis-ss e la Mastikchora con direzione sud-ovest noa Pyrgh (tav. I). La Kentrchora, accidentata per imonti importanti, non sembra sia mai stata occu-pata altro che da isolate attorie nellAntichit e inseguito, almeno no alla ormazione degli attualivillaggi di Avghnyma e Anvatos, documentati concertezza solo dal primo ventennio del XV secolo. Perlo stesso motivo, in particolare a causa della ripidezzadelle coste a picco nel mare e - come gi detto - delledicolt particolari imposte da correnti e venti allanavigazione lungo la costa ovest, gli approdi possibililungo questo versante dellisola sono quasi inesistentinonostante le molte insenature; cos come sonopochissimi i percorsi di terra, quasi tutti a mezzacosta dei pendii o sui crinali. Fino alla recentissimarealizzazione della strada costiera da Pssa Limni aSidheronta negli anni Ottanta del XX secolo, da

    Avghnyma e Anvatos no alle torrette cinquecen-tesche del sistema di sorveglianza costiera scende-vano solo sentieri ripidi, lunghi e ardui.

    2. Quadri storiografici

    Priva di Rinascimento, Barocco e in generale ditutto ci che questi periodi hanno signicato peraltri popoli dOccidente, per tanti versi la gente dilingua greca ha vissuto dal Medioevo allinizio del

    XIX secolo in un mondo costantemente ancorato aduna mentalit denibile come genericamente bizan-tina, ai suoi modi di esistere e a quanto essa realizz,in tempi anche molto diversi tra loro, nel campo delpensiero e, in particolare, delle maniestazioni arti-stiche. A sondo, anche, non va dimenticato che ingenerale per i greci tutti gli aspetti della vita sonosempre stati connessi con orza al cristianesimo orto-dosso: questo quadro di base dallet medioevale inpoi si arricchito via via degli apporti di altre cul-ture, innestatesi su una realt locale ancora oggi poco

    conosciuta soprattutto dalla storiograa architetto-nica in particolare italiana. Per tradizione, e orseanche per ormazione, questa inatti pi attentada sempre alla cosiddetta et doro di Giustinianointesa come prosecuzione dellAntichit romana,che alle vicende successive, no alla met del XVsecolo, di atto contemporanee al Medioevo occi-dentale10. Soprattutto non stato valutato quanto e

    10 Per un inventario delle architetture religiose bizantine in Gre-cia no al XV secolo, v. per esempio Boras 1972. Ma va sotto-lineato che, a ronte di una relativa conoscenza delle chiese del

    V-XV secolo, repertori completi di architetture religiose, civili emilitari dei periodi successivi in Grecia - con particolare riguar-do a quello della dominazione turca - sono ancora da avviare; aeccezione Costantinopoli (Istanbul): per i suoi monumenti noal XVII secolo, compresi quelli dopo let bizantina in senso

    come questa cultura composita abbia pervaso i grecie i loro territori anche dopo la caduta di Costanti-nopoli nel 1453 e lungo tutta la dominazione turcano alle soglie del XX secolo. Mentre con Rinasci-mento e Barocco il resto dOccidente elabor altrestrutture di pensiero e altre abbriche, proprio tantaparte dei manuatti realizzati dai greci nei medesimiperiodi rimase in qualche modo ancorata a modiancora intimamente medioevali, rilegati agli apportiesterni in modi solo superciali e, di atto, chiusi atutto ci che non osse elaborazione locale o, al pi,di provenienza turca. A proposito di questultimarealt, comunque, il enomeno dellapporto otto-mano alla cultura architettonica greca comunquestato un poco gi indagato soprattutto per quantoriguarda il periodo dalla seconda met del XVIII alprimo decennio del XX secolo11.

    La necessit di studiare linsieme delluniverso

    bizantino per singole aree geograche omogenee,delimitate per cultura e ricchezza di documenta-zione piuttosto che come un intero uniorme, accertata da tempo12. Ed un atto che in tale otticae dovendo trattare darchitettura, di caratteri degliinsediamenti e, pi in generale, di modi di antro-pizzazione dello spazio, ci possa essere compiutocon maggiore sicurezza rivolgendosi di preerenzaad aree con conni geograci precisi; lindetermina-tezza dello spazio bizantino - soprattutto la spetta-colare ssit, a occhi inesperti, del pensiero cristiano

    orientale - renderebbe altrimenti indistinguibili ledierenze ra i vari ambiti territoriali, soprattuttoquelli tra i diversi modi di costruire o anche solo trai manuatti, in ondo rutto di sumature di una cul-tura quasi immota. In questottica, lisola di Chios anche unarea delimitata sicamente da un con-ne imprescindibile, il mare; al tempo stesso unosservatorio privilegiato per arontare largomentoperch, proprio in quanto isola, ha vissuto in unMedioevo lunghissimo in maniera quasi esasperata,durato dal termine delliconoclastia alla met del IX

    secolo in poi, per tutta la dominazione genovese dallamet del XIV al XVI secolo e no allindipendenzadel 1912. A Chios, inatti, sono rintracciabili i segniarchitettonici di questi periodi vari; soprattutto talisegni appaiono con una continuit e una casistica

    stretto, v. per esempio Mller-Wiener 1977.11 Per un esempio in tale direzione, v. Boras 1994, pp. 462-482.Pi in generale, sui caratteri dellarchitettura dellintero periodo,v. Kuban 1955; nsal 1959; Aslanapa 1971; Goodwin 1971;Akurgal et al. 1980; Bernardini 1990; Blair, Bloom 1994.12 Ahrweiler 1967; Ahrweiler 1976; Ahrweiler 1981; Ahrweiler

    1988. Per lindividuazione di alcuni ambiti territoriali omoge-nei dellimpero bizantino e per la loro organizzazione ammini-strativa, v. Ahrwailer (1960); Ahrwailer 1965; Ahrwailer 1966;Ahrwailer 1971; Ahrwailer 1976; Maksimovic 19882; Ahrwei-ler 1988; Malamut 1988; Kaplan 1992.

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    che non ha eguali in altre aree in Egeo, nella peni-sola balcanica o nel Peloponneso e in Asia Minore.Poich altri luoghi sono privi almeno di una partedi questa sequenza storica - a Chios, al contrario,sostanzialmente ininterrotta - e sono quindi inadattia testimoniare la continuit della vicenda architetto-nica medioevale del Mediterraneo centro-orientale.

    Ma territorio e architetture di Chios possonoavere anche unaltra chiave di lettura. In generale, sucitt e insediamenti medio-bizantini successivi alleinvasioni arabe (cio tra X e XII secolo), sappiamopochissimo: studi sistematici su tante possibilirealt dinsieme mancano completamente a ronte,invece, di un certo quadro complessivo sulle trasor-mazioni det proto-bizantina delle citt romane.Fino ad oggi considerazioni di carattere complessivosono state ondate quasi esclusivamente sulle scarsenotizie ricavate dagli scavi eettuati negli abitati di

    Corinto, Eeso, e in parte a Priene e dentro Atene,questi ultimi in particolare assai poco signicativi.Sempre da un punto di vista storiograco, la situa-zione tale anche per citt e insediamenti bizantinitardi (cio tra XIII e XV secolo) conosciuti - se pos-sibile - in maniera ancora pi lacunosa. Relativa-mente a questo altro periodo sono state indagate soloCostantinopoli, Salonicco, Mistr e rebisonda, main maniera molto casuale e rammentaria. E cos,come quelle medio-bizantine, anche queste cittpi tarde sono state sempre considerate entit iso-

    late, anche circoscritte concettualmente da circuitidi mura, in alcuni casi per unimpossibilit obbiet-tiva a dominarle insieme al territorio circostante equindi a proiettarle su uno sondo no a realizzareun quadro dinsieme13. Per conseguenza, gli studidi edilizia civile e militare del medio e del tardo-bizantino sono pochi in generale e - per di pi - nonhanno prodotto questultimo tipo di analisi; tantoche per apprendere qualcosa di ampio sulle cittbizantine e il territorio di contorno dallVIII secoloin poi pressoch obbligatorio guardare sempre a

    discorsi appena solo accennati per occasioni parti-colari. Valga per tutti il caso di Mistr, capitale dellaMorea bizantina vicina a Sparta nel Peloponneso,ondata nel XIV-XV secolo, in seguito abbandonata

    13 Sulla scarsit di conoscenze attuali sulla citt medio e tardo-bizantina, v. Bouras 1981; Iacobini 1994; Zanini 1994, pp. 80-84, 164-171, 199-207. Per lo stato degli studi, oltre a Bouras1981, v. Kirsten 1958; Ostrogorsky 1959; Mller-Wiener 1961;ivcev 1962; Kajdane 1974; Foss 1977; Hohlelder et. al. 1982;Mango 1985; Iacobini 1994; Concina 2003; Ravegnani 2004.

    Ma sulle prospettive storiograche dinsieme per inquadrarecorrettamente il enomeno, v. Guillou 1974; Mango 1992, pp.71-102; Kazhdan 19952, pp. 10-11. Sullo stato delle citt ro-mane in et proto-bizantina, Liebeschuetz 2001 oggi riassunti-vo del tema in particolare alle pp. 29-103 e 249-317.

    e - quindi - acilmente indagabile14. Cos come vaanche detto che a parte, appunto, Mistr e qual-che edicio isolato a Costantinopoli e rebisonda,la maggior parte delle inormazioni sulle citt inquestione sono, per cos dire, di seconda mano inquanto rutto quasi soltanto dello scavo dei livellipi recenti di complessi greci e romani antichi. Ilrisultato che linterpretazione della citt bizantinadopo Giustiniano ancora alsata dal atto che lecaratteristiche di pochissimi esempi, anche nonmolto signicativi, sono impiegate per tentare dicomprendere linsieme. Nel caso di Corinto e di variecitt dAsia Minore, lesistenza di case molto sempliciper attezze, tipi distributivi e tecniche costruttivetra resti vari dellAntichit ha atto credere ad unagenerale assenza di valori gurali e di pianicazionedegli abitati bizantini medi e tardi (appunto tra X e

    XV secolo) assunta a regola costante. utto questo

    in passato stato anche in qualche modo conor-tato dal silenzio delle tradizionali onti letterarie delperiodo sul tema della realizzazione dei centri abitatie ha atto s che latteggiamento comune sia semprestato proprio di interpretare storia e morologia dipochi rammenti noti in base a un criterio generica-mente evoluzionistico: a partire da questo i tessutiurbani sarebbero nati e si sarebbero trasormati dasoli come quelli di un organismo vivente, in manieraper cos dire naturale15.

    Su tutto hanno infuito anche altri attori, a prima

    vista estranei alla storiograa architettonica in sensostretto, ma che hanno condizionato in maniera par-ticolare proprio i modi di eettuarla. I primi studicontemporanei sulle citt medio e tardo-bizantinerisalgono alla seconda met degli anni Sessanta delNovecento (tra il 1966 e il 1968), quando - non acaso - proprio i villaggi di Chios urono scoperti dagliarchitetti progettisti occidentali e additati a modelloper il nuovo: in linea con la cultura di allora uronoportati a esempio del atto che nel passato, benprima della contemporaneit, nel Medioevo orien-

    tale esistevano macrostrutture, gigantesche costru-zioni a scala territoriale16 (g. 18). In proposito, noto quanto lidea in questione della macrostrut-

    14 Sulla limitatezza dei dati dinsieme anche sulledilizia civile bi-zantina, sempre valido il quadro in Krautheimer 1986, p. xliii.Per quanto si conosce dellargomento, oltre a De Beyli 1902 e DeBeyli 1903 - dei classici - v. anche Kirova-Kirilova 1971; Bouras1974b; Ciotta 1981; Bouras 1982-83, con ampia bibliograa;Eyice 1986; Iacobini 1991; Zanini 1993; de Maei 1995; Zanini1998b; Zanini 2002. Per un riepilogo delle conoscenze su Mistr,v. Runciman 1980; Ciotta 1990-92, in particolare pp. 260-261,283 nota 46; Zanini 1994, pp. 170-171; de Maei 1999, p. 17.15 Bouras 1981, p. 638 ss.16 Boras, Lampkis 1960; yrwitt 1966; Lavas 1967; Mackean1968. Dopo questi, le aermazioni in Bouras 1984, p. 35, eBoras 1994, p. 403 - di quasi ventanni successive - conservanoancora la stessa impostazione.

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    tura abbia infuito sulla produzione architettonica,anche solo disegnata, dellOccidente europeo inquel periodo a partire dalle suggestioni per primodi Le Corbusier per il piano di Algeri ancora del1930 e poi, tra i tanti di allora, del gruppo inglese

    Archigram o dellamericano Buckminster Fuller. altrettanto noto che in Europa sempre lo stessoperiodo era il momento della massima diusionedel patrimonio culturale del Movimento Modernoattraverso lInternational Style, ormai un modo gu-rativo diuso in maniera capillare, soprattutto nellaprogettazione di insediamenti di grandi dimen-sioni. Per questi ultimi, la sperimentazione delmomento, intrisa di utopismo e ipertecnologismo,aveva spinto a realizzare - risaputo - insediamentiormati da tipi edilizi nuovi composti in enormivolumi unici, oltre che a utilizzare anche i consuetitipi distributivi e architettonici (torri, case in linea,

    ecc.); un esempio di questa tendenza era, a queltempo, lHabitat 67 dellisraeliano Moshe Sadieper lesposizione universale di Montreal: alloggi eservizi assemblati in un continuum di tanti piccolicubi sovrapposti come in un gioco (g. 8). Il com-plesso voleva preservare lunit dei nuclei amiliarisenza rinunciare alla macrostruttura totalizzante:idea - appunto - gi nel piano per Algeri di LeCorbousier, che trovava paralleli stringenti anche intanti villaggi del nord-Arica e del Medio Orientedove agli architetti degli anni Sessanta si presenta-

    vano proprio tante possibili macrostrutture da assu-mere a modello, realizzate in passato dalle culturecristiano-ortodossa e musulmana17.

    In questo quadro, linsieme delle citt bizantinee soprattutto - come gi accennato e per tornare altema di base - proprio i villaggi dellisola di Chiosurono intesi dalla storiograa architettonica deltempo, in Europa alle prime esperienze di studio deicentri antichi, come macrostrutture ante litteram eadditate come esemplari; al punto che tale percezionenel complesso alsata della loro realt, u alla base di

    tutti gli studi sullisola medesima da allora in poi. vero che oggi, in ogni caso, la limitatezza delle inor-mazioni sui centri abitati bizantini in generale ancoraprosegue ma esiste, comunque, anche la consapevo-lezza del atto che classicazioni e sistematizzazioni

    17 Una panoramica delle realizzazioni di questo tipo in Lar-chitecture daujourdhui, 130, 1967 (numero monograco sul-lidea di habitat) e in ibidem, 153, 1970-71 (numero monogra-co su La ville). Per un esempio del tempo di lettura critica diuna macrostruttura mussulmana, la Medina di unisi, v. Berardi1970-71. Sullo stesso tema pi in generale, v. Zevi 1973, n. 668-

    669; auri, Dal Co 1979, II, pp. 352-353; Frampton 1982,pp. 331-335; Zevi 1993, pp. 13, 80-81; Muntoni 1997, pp.293, 407. Rientra in questo atteggiamento anche linsieme dellacultura architettonica greca dalla ne della Seconda guerra mon-diale a oggi: su questa, v. Doumanis 1990; Varagnoli 1992.

    denitive sono ancora lontane. Cos come esistesempre la tendenza a credere che la citt bizantinasuccessiva al IX secolo u il risultato di enomeni evo-luzionistici spontanei, non pianicati, che nel tempohanno dato vita a uno stile vernacolarenon meglioprecisato e sviluppatosi da solo quando le certezze deimodelli dellAntichit, ancora vive nel VI secolo altempo di Giustiniano, erano venute a mancare18. Inquesta visione dinsieme di nuovo i villaggi di Chiossono indicati ancora oggi come tipici anche di questatendenza e la loro architettura, addirittura, intesasolo come un episodio di olklore19.

    Come per tanti altri centri architettonici bizantini,almeno no alla met del recento esiste anche perChios un problema di assenza di onti scritte, sem-pre per larchitettura in ogni caso assai poco signi-cative anche per i periodi successivi. Di ronte a talemancanza di classici monumenta- in Occidente basi

    rassicuranti per gli studiosi di edici e territorio (cata-sti, archivi notarili e religiosi, documenti di cantiere)- spunti di ricerca a partire dalla topograa e dellatoponomastica dellisola egea per il periodo tra XIVe XX secolo almeno vengono da alcuni lavori di sto-ria generale abbastanza recenti. I pi rappresentativisono quelli di Gherghios Zolta, entro gli anni Ventidel Novecento, e di Philip Pandhlis Argenti, tra glianni renta e i Settanta. Zolta, maestro di scuola,raccolse in particolare molte preziose inormazioninote o meno note dei suoi tempi e le sistematizz,

    per la prima volta, in un insieme omogeneo pubbli-cato postumo in cinque volumi20. Ad Argenti, invece,membro di unimportante amiglia greca locale dalnome di lontana origine orentina, si deve la tratta-zione, in una chiave storiograca realmente contem-poranea, delle vicende dellisola dal momento dalladominazione occidentale, alla met del XIV secolo,no alla Seconda guerra mondiale21. Da ambeduequeste opere possono essere estratte tante inorma-zioni ancora oggi: dal primo tanta tradizione oralealtrimenti persa soprattutto dallultimo trentennio del

    XX secolo in poi; dallaltro unampia messe di ontiscritte e un quadro dinsieme molto vasto. Il problema che dopo di esse non stato realizzato quasi pinulla di altrettanto ampio, con leccezione di alcuneraccolte di dati archeologici, rispettivamente sullaortezza proto-bizantina di Emporeis e sui vari siti

    18 Bouras 1981, pp. 618-619; Bouras 1982-83, pp. 22-23; Bou-ras 1984, p. 35 e passim.19 Boras, Lampkis 1960; Smith, Argenti 1962, p. 3; Boras1982b; Bouras 1984, p. 38.20 Zolta 1921-28. Per un prolo biograco dello storico chio-ta, v. Forrest 1986.21 Argenti 1932; Argenti 1933a; Argenti 1933b; Argenti1934; Argenti 1940; Argenti 1941a; Argenti 1941b; Arghn-ti, Kyriakdis 1946; Argenti, Rose 1949; Argenti 1954; Argenti1955; Argenti 1958; Argenti 1970.

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    preistorici greci e romani antichi vicino a questultimae altrove. Resta ancora del tutto trascurata la maggiorparte della tradizione scritta e orale conosciuta sullatopograa storica dei luoghi nel loro insieme e, pinel dettaglio, sul complesso della realt architettonica;cos che, in ondo, le ricerche sul campo, condotte permezzo di estese ricognizioni del territorio, sarebberoancora uno strumento insostituibile per accedere alladocumentazione di prima mano proprio per una sto-ria architettonica dellisola medioevale e moderna22: apartire, per esempio, dallopera di Zolta le scoperteda compiere sarebbero molte, perch quanto citatocon un toponimo spesso si rivela, individuato sul ter-reno, un insieme complesso di edici con datazioni,articolazioni e signicati vari nei rapporti tra le parti ecol paesaggio circostante.

    Lassenza pressocch completa di storie del ter-ritorio eseguite da architetti-storici di ormazione

    occidentale per i periodi successivi allAntichit,ovviamente, non limitata a Chios ma relativaa tutta questa parte dellEgeo; e si inserisce in unquadro pi ampio di carenze di simili lavori sulMediterraneo in generale e, poi, sulla Grecia con-temporanea per la quale assente ancora adesso, trale altre cose, un catasto dei terreni e dei abbricatiche ornisca almeno il quadro dellesistente comedato di base. Ma i vuoti sono anche altri. Limitandoil discorso a Chios e, di rifesso, al solo tema dellacitt bizantina in questa e in aree limitroe, basta

    appena ricordare che il censimento e lo studio didettaglio dei centri abitati greci nel Medioevo stato avviato soltanto per pochissimi casi e chela necessit di procedere a un loro inventario checomprenda anche e soprattutto quelli abbandonati,prima di avviare rifessioni sullintero argomento, stata segnalata da pi di un ventennio ma rima-sta sostanzialmente lettera morta23. Quindi, proprioper Chios pu essere aermato che no a quandonon saranno stati individuati tutti gli insediamenti -compresi quelli minori disabitati e in rovina di ogni

    periodo - e non ne sar stata determinata almenola cronologia relativa, le dinamiche della vita archi-tettonica dellisola possono essere appena intuite ealcuni problemi solo enunciati.

    22 Bouras 1981, p. 613 ss.; Zanini 1994, pp. 30-34. Sullo statoattuale degli studi di archeologia dei paesaggi antichi, v. Cambi,errenato 1994, pp. 87-92; Santoro Bianchi 1998. Per esempivari di storia architettonica e di restauro del paesaggio in Italiae Francia a partire dalla conoscenza dettagliata della realt sicadei casi oggetto di studio, v. Marconi et al. 1969; Spagnesi 1969;Lhomme et le territoire1972; Bonelli et al. 1975; Ciani 1980;Formica 1996; Giannini 1997; Fancelli 1999; Lang 1999; Ca-randini, Cambi 2002; Lang 2002; DAcchille 2003; Lippiello2003; Cataldi 2004; Fancelli, Borgese 2006; Lugli 2006; Spa-gnesi 2006.23 Bouras 1981, p. 652 nota 352.

    Un esempio di tale stato di cose relativo ad unodegli assunti di base di nuovo del lavoro di Zolta,riconsiderato alla luce delle acquisizioni di oggi: egliriteneva che i villaggi attuali si ossero ormati altempo della dominazione genovese tra la met del

    XIV e la met del XVI secolo per riunione in agglo-merati pi grandi degli abitanti di insediamenti pree-sistenti pi piccoli, a loro volta abbandonati via via acausa delle requenti incursioni turche dal mare24. Sivedr in seguito che ci vero solo in parte, anche sela posizione di Zolta riassumeva di atto gran partedella tradizione storiograca locale a partire dallamet del XVI secolo piuttosto che - come possibileora - anche analisi di dettaglio della realt sica sulcampo. Poi, sono ondati su queste tradizioni sia lin-quadramento storico di Philip P. Argenti del 1962dei rilievi di architetture post-bizantine dellisola di

    Arnold Smith nel 1936-39, sia studi pi recenti25. Il

    atto che a suo tempo tutto ci era stato aermatosenza ancora precisare i modi di svolgimento deienomeni a causa dellincertezza in merito delle ontiscritte, allora come adesso pressocch solo genovesi ocomunque non greche e riguardanti principalmenteatti specici e, in generale, vicende solo economi-che; soprattutto, dai tempi di Zolta e Argenti in poinon mai stato chiarito il contesto culturale entrocui ci era avvenuto, n sono mai stati arontati imodi di ondo di antropizzazione dello spazio. MaZolta e Argenti - greci loro stessi e in qualche modo

    anche simboli della cultura locale - erano gli delloro tempo e come tali avevano guardato agli eventie al loro susseguirsi piuttosto che ai contesti e alleculture dinsieme entro cui avvenivano. Di certo,oggi, permane lincertezza documentaria, anche se stata avviata di recente la catalogazione sistematicadei pochi ondi notarili superstiti di alcuni villaggidurante il dominio turco26. Al contrario, il panoramacritico generale assai pi vario anche solo a causadei tempi attuali, molto diversi dal passato: proprioin Italia, per esempio, lanalisi dettagliata degli edi-

    24 Zolta 1921-28, I, pp. 441-463. Su alcuni di questi insedia-menti preesistenti i grandi villaggi attuali, in particolare sul sitoabbandonato di Kola (nel nord-est dellisola sopra il villaggio diSykidha) v. ibidem, p. 443; Zervodhi 1994, passim; Sarikkis1998, pp. 351-352. Su Pyrgh (il villaggio pi importante dellaMastikchora, la zona di produzione del mastice nel sud del-lisola), ibidem, pp. 459-61.25 Smith, Argenti 1962, pp. 119-120; Bouras 1981, pp. 632-633; Bouras 1984, pp. 32-33; Boras 1994, p. 40326 Per i documenti notarili noti det turca, relativi soprattuttoai villaggi di Tymian e Armlia nel sud dellisola e Volisss nelnord, v. Mavrpoulos 1920; Kavvdha 1933; Kavvdha 1950;

    Kavvdha 1956; Mavropulos 1956; Kavvdha 1966-67; Kav-vdha 1976. Per una bibliograa sul tema, v. Phasoulkis 1992,pp. 12-13. Per altri documenti dellultimo quarantennio del pe-riodo genovese (1521-1566) e ancora del periodo turco (1566-1912), v. Zolta 1921-28, IIIa-IIIb; Argenti 1941, pp. 3-252.

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    ci ornisce alla storiograa architettonica ormai basiimprescindibili di lavoro. Cos che, per are esempiconcreti, proprio alcuni degli insediamenti minoriabbandonati di Chios, malamente noti dalle ontiscritte, una volta individuati con prospezioni direttemostrano tracce evidenti di unoccupazione cessatada non meno di ventanni: valgano per tutti i casi di

    ghios Ionnis sopra ghion Ghla, nel nord-ovestdellisola, e di Pyrghos vicino a ghios GherghiosVasilikosis, a sud-ovest di Volisss. Lo stesso valeper altri insediamenti nominati da Zolta comevillaggi veri e propri, ma nella realt semplici riugidi servizio ad attivit agricole di determinate zone:per esempio, quelli sopra le due colline in localitrypanos e Ptranos a sud-est di Mest. Mentre altriinsediamenti - piuttosto che villaggi nel senso percos dire occidentale del termine, cio agglomeratidensi - sono piuttosto insiemi di costruzioni rurali

    complessi (attorie, chiese e altro), variamente dis-seminati sul territorio e spesso dominati da resti diortezze o da torri verosimilmente addirittura bizan-tine (Dhtia, Pleo-Katarrktis, Kannavoutsito).

    Altri insediamenti ancora, corrispondono a luoghigi abitati nellAntichit, poi tramutati in ortezzenei primissimi tempi bizantini e inne abbandonatial tempo della conquista araba dellEgeo tra la metdel VII e il IX secolo (Emporeis, Ovris, Kola)27.anto che, per concludere, il tema dei vari tipi diinsediamenti umani, con particolare attenzione a

    quelli dellEgeo orientale di cultura bizantina e delleloro dierenze sostanziali con quelli dellEuropaoccidentale, resta - nei atti - inesplorato.

    3. Temi architettonici

    Di edici medioevali a Chios ne restano pochi.Cos come oggi c poco - a dire il vero - anche dialtri periodi che non siano il XIX e il XX secolo. rai vari luoghi signicativi dellisola vanno distinti la

    capitale, Chra, dai vari villaggi: dai pi importanti(Volisss, Pyrgh, Kalamot, ecc.), a quelli minimi(per esempio ghion Ghla), a quelli abbandonati datempo o di recente (per esempio, Aghrelpos a nord-ovest di Kampi e ancora Pyrghos vicino a Volisss).In tutto ci la situazione di Chra ancora diversa

    27 Le ricerche e gli scavi inglesi degli anni Cinquanta del XXsecolo hanno documentato labbandono della ortezza di Em-poreis per le invasioni arabe del VII secolo con una certa sicu-rezza (v. Byzantine Emporio 1989). Su Ovris, con la chiesa deglighioi Pntes (verosimilmente bizantina) nel nord dellisola

    sulla collina al termine del ondovalle avanti al villaggio di Kam-pi - v. Zolta 1921-28, I, pp. 464-466, e Hunt 1940-45, pp.42-43: la ortezza, oggi proondamente alterata dallapertura diuna nuova strada sul anco sud-ovest della collina, meriterebbeindagini approondite (gg. 37-38).

    tra quanto esiste nella citt vera e propria compren-siva del porto, che in Occidente sarebbe il centroantico, rispetto al Kmpos, la zona pianeggiante asud, densa di ville gi di ricche amiglie greche dori-gine bizantina, genovese o pi recente (g. 3).

    La citt di Chios - il centro antico appunto - stata molto trasormata soprattutto tra la ne deglianni Settanta e gli anni Novanta del XX secolo. Ci avvenuto in larga parte per le generali condizionidi vita decisamente migliorate dopo il confitto traGrecia e urchia per Cipro nel 1974, che ha determi-nato, anche a causa delle mutate conseguenti ormedi governo della nazione, lavvio di trasormazioniradicali nella sua cultura grazie anche allesploderedel enomeno del turismo di massa sia nellarcipe-lago egeo sia in terraerma. Per la capitale dellisola,localit di svago per gli stessi greci, ma soprattuttopatria dorigine di importanti personaggi contempo-

    ranei - artisti, commercianti e soprattutto armatori- la maggiore circolazione di idee e di beni materialiha atto s che in campo architettonico tutto que-sto abbia portato alla sostituzione graduale di moltaedilizia ottocentesca con altra pi recente lungopercorsi e impianti viari, tranne rare eccezioni,sostanzialmente antichi. Cos come ha atto s che,per esempio, tra gli edici recentissimi sia ormaiimpossibile rintracciare la maggior parte di quelli,o anche solo i loro dettagli, disegnati a suo tempoda Arnold Smith nel 1939 e pubblicati da Philip P.

    Argenti nel 1962 nel loro volume sullarchitetturadellisola. Inoltre si deve considerare che, ancoraprima, lintera Chra aveva subito danni conside-revoli nel 1881 per un catastroco terremoto - lul-timo di una lunga serie di cui si comincia ad averenotizie almeno dal 1389 - che laveva quasi rasa deltutto al suolo acendo scomparire la maggior partedegli edici di epoche anteriori gi alla ne del XIXsecolo28(gg. 9-11; tav.I).

    Sempre nel centro antico, il caso del Kstro, laortezza davanti al porto trasormata via via da bizan-

    tini, genovesi, veneziani e turchi, ancora diverso.Per motivi vari, non ultima la presenza di solide orti-cazioni che la isolano dal resto, pressocch integranellarchitettura delle mura, nei percorsi e nel densotessuto edilizio, allo stato attuale per quasi tuttodella ne dellOttocento e dei primi del Novecento:perch non va dimenticato che anche il Kstro u

    28 Per le vicende sismiche dellEgeo, v. gi De Rossi 1892. Perun terremoto rovinoso del 1508 nellarea di Creta, in ogni casonon particolarmente sentito a Chios, v. Senarega, Pandiani 1929,p. 121: (c. 441r) Ceterum hoc anno [1508] magni terraemotus

    in Oriente, Craeta praesertim uerunt; nam plures domus pertotam insulam dirutae, plures ex ipsa ruina oppressi, et ipsa urbsCretae caedibus et ruinis plurimum quassata. Hujus non expertesuerunt aliquot insulae in Aegeo et precipue Paron, Nexos et eaqua Centurinam vocant. In Chio idem terae motus sentitur.

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    pesantemente danneggiato dal terremoto del 1881(g. 10). Altra ancora la situazione delle ville delKmpos a sud di Chra, attualmente molte menodelle oltre duecentoventi censite sempre da Smithe Argenti tra il 1939 e il 196229, ancora a causa delterremoto del 1881 (per assenza di documentazionenon sappiamo quanto questo incise su di loro) e didemolizioni sporadiche avvenute soprattutto per larealizzazione recentissima dellaeroporto: in partico-lare per questo ne sono state sacricate alcune neglianni Settanta del Novecento tra il margine sud dellostesso Kmpos, il mare e lavvio delle alture dove ilvillaggio di Tymian(g. 147). Il atto che le villeandrebbero studiate come tema a s, anche se quisono state tralasciate perch quasi tutte inaccessibilie perch quelle ancora non trasormate nellultimoquarantennio, anche se di attezze apparentementemedioevali, sono da ascrivere - pi o meno come

    il tessuto edilizio del Kstro - alla ne del periodoturco, cio al XVIII e al XIX secolo piuttosto che adaltro (gg. 6, 21, 22). Non un caso se gi nel 1939lo stesso Smith ne individu solo dieci, tra le tren-tatr studiate, con preesistenze medioevali: torri qua-drangole su due piani, datate da lui dubbiosamentea non prima del XV o XVI secolo e inglobate incostruzioni complesse, ma di gran lunga successivealla ne della dominazione genovese nella secondamet del Cinquecento30.

    Poi, di nuovo a proposito dei villaggi, i temi

    possibili sono altri: trasormato al punto da nonpotersi pi dire quanto oggi sia ancora medioevale,il loro tessuto edilizio bizantino e genovese u quasitutto modicato o sostituito anchesso come le villedel Kmpos nel XVIII e XIX secolo. In particolarenei villaggi di sud-est, molto danneggiati e talvoltaquasi completamente rasi al suolo, in alcuni casi essonon pi stato ricostruito dopo il sisma del 1881: aKallimasi, Voun, Neochri, Nnita, Katarrktis,Tolopotmi, Myrmnki, Msa Dhdhyma ed xaDhdhyma, Phltsia, Patrik, Tymian, Dhaph-

    nna, Vavyloi, Zyphis e Ververto. Cos come,anche non va dimenticato che aveva subito gravidanni anche la chiesa della Na Mon - la maggiore

    29 Smith, Argenti 1962, tav. II.30 Smith, Argenti 1962, pp. 13-55 e tavv. II, 1-22; Bouras 1984,pp. 12-32. Al tempo dei rilievi di Arnold Smith (entro il 1939),le ville del Kmpos con preesistenze orse del XV-XVI secoloerano le seguenti: Kalarni (Smith, Argenti 1962, tav. II, n. 51);moiros (ibidem, n. 98), Ralli (ivi, n. 99), Mavrogordato (ivi, n.127), Iamos (ivi, n. 128), Grimaldi (ivi, n. 131), Stangala (ivi,n. 139), Vaadi (ivi, n. 162), Negroponte (ivi, n. 168), Petro-cocchino (ivi, n. 179). Per il loro stato al 1939, v. Smith, Argenti

    1962, tavv.: 2; 3/1-8; 5/1-5; 7/1-4; 8/1-3, 5-7; 11/1-6). Per ri-lievi recenti di massima delle ville Paspatis, Mermingas, Iamos,Ralli, Stangala (in Smith, Argenti 1962, nn. 213, Castelli?, 128,99, 139), v. Aneroussi, Mylonadis, 1992, pp. 40-78. Inoltre, cr.nella seconda parte, il cap. 1.

    architettura medio-bizantina dellisola - dove nellamedesima occasione erano crollati la cupola e ilsottostante apparato decorativo del vano ottagonoprincipale 31(g. 94; tav. I).

    Ignari, come accennato, di quanto era accadutodopo la met del XVI secolo nel resto dEuropa, i vil-laggi di Chios solo durante la dominazione ottomanaricevettero i segni che Rinascimento e soprattuttoBarocco avevano gi impresso nei vari centri dOc-cidente prima cristiani e poi cattolici. Non a caso, idue pi recenti momenti di foridezza anche architet-tonica dellisola sono di molto successivi a momentianaloghi sempre in Occidente: nella seconda metdel XVIII secolo entro il 1822 e nei due decenni pre-cedenti il terremoto del 1881; solo allora alle ormee agli spazi medioevali - riproposti immutati di con-tinuo no ad allora - u sovrapposto il repertoriodecorativo Barocco tardo e Rococ dorigine otto-

    mana. In eetti, tali repertori nelledilizia minore deivillaggi compaiono assai di rado, tanto che proprio illoro aspetto in generale medioevaleggiante ha spintoa indicare negli stessi anni Sessanta e Settanta del

    XX secolo - quelli del sud dellisola (Olympoi, Pyr-gh, Mest, Kalamot) come esempi tutti sempre delMedioevo ancora ottimamente conservati (gg. 13,14). Ma ci accaduto senza mai guardare n a tuttii villaggi nel loro insieme n alle loro vicende neltempo, principalmente perch - un dato di atto- soprattutto lo studio delle loro trasormazioni

    allora non era una consuetudine. Da questo mododi arontare la questione anche derivato che laloro orma odierna dinsieme, con isolati pi o menoquadrangolari, da allora in poi stata intesa comecaratteristica di unepoca lontanissima - appunto, ilMedioevo - piuttosto che di tempi assai pi recenticome invece era nella realt. Inoltre s anche datoper scontato, unico caso bizantino altrimenti notoin Egeo, che, vista la loro somiglianza apparente,essi ossero stati realizzati pi o meno tutti insiemee nello stesso momento dalla seconda met del XIV

    secolo in poi durante la dominazione genovese32

    .Un criterio analogo stato adottato anche per inda-gare i vari tipi che ne articolano il tessuto edilizio: lesingole abbriche attuali sono state ritenute sempreancora medioevali grazie, nella maggior parte deicasi, allassenza di elementi (iscrizioni, modanature)che ne avorissero una datazione precisa. In tuttoquesto, ancora Olympoi, Pyrgh, Mest e Kalamotnel sud sono stati additati come quelli con gli edicimedioevalipi esemplari; ma di nuovo senza consi-

    31 Boras, Phasoulkis 1983, gg. 19-20: Bouras 1984, pp. 12,33-34. In particolare sulla Na Mon, v. nella terza parte, il cap.1.32 Bouras 1981, p. 652; Bouras 1984, p. 35-34; Bouras 1994, p.403 epassim: cr. Balard 1988a.

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    derare come anche lo stato attuale degli edici sin-goli era dovuto ad avvenimenti vari. In particolarea Mest, a proposito di questi, oggi presente - atutti gli eetti - quasi un solo tipo di casa a schiera,con stalla o magazzino al piano terra esteso per tuttala proondit del lotto e un cortiletto scoperto alprimo piano a disimpegnare i vani per labitazione.Di anco a questo, esiste un po ovunque per ancheun tipo diverso, sempre a schiera ma senza cortile alprimo piano e con la scala lungo uno dei due murilongitudinali di spina: come il precedente anchesso il risultato odierno di trasormazioni di preesi-stenze almeno sette-ottocentesche33. Il primo tipo inquestione u individuato, per la prima volta, nellacosiddetta casa di Niklas Teotoks a Pyrgh, dise-gnata in dettaglio da Smith nel 1939 e pubblicatanel 1962, e da allora in poi indicata sempre come ilrierimento per il tipo base delledilizia medioevale

    dellisola (g. 12). In ogni caso, al di l di questodiscorso tipologico, comunque gi stato notato chenon dato sapere quanto del tessuto esistente di tuttii villaggi sia ancora di et, per cos dire, genovese34.Il atto che in alcuni casi, ad esempio a Olympoie nella stessa Mest, il tipo base principale in que-stione rilevabile in edici che per esempio hannosostituito quasi completamente i circuiti esterni dimura che li racchiudevano (gg. 13, 64); oppure,come di nuovo a Mest, in edici variamente intrec-ciati a quote diverse e talvolta a comprendere perno

    sovrappassi di vicoli, o che nel tempo, addiritturanegli ultimi quarantanni, hanno occluso stradepubbliche (g. 15); oppure che anno parte, comea Kalamot, di ampliamenti databili con sicurezza,per via di iscrizioni o altro, al periodo tra XVII e

    XIX secolo (g. 14). Per di pi - il atto indicativo -sempre questo tipo stato notato in una diversa zonadellisola almeno in un caso: nella Kentrchora nelvillaggio di ghios Gherghios Sykosis, certamentedi ondazione cinquecentesca35. Proprio questo - alondo - porta a dire che tante caratteristiche delledi-

    lizia minore dei villaggi del sud e di molti di quellidel nord non risalgano alla Maona genovese e alla

    33 Sui tipi edilizi di alcuni dei villaggi di Chios, v. Smith, Ar-genti 1962, pp. 57-77 e tavv. 117-130, 150, 152; Moutspoulos1979, tavv. 26-95; Bouras 1984, pp. 38-46.34 Smith, Argenti 1962, p. 61 e tav. 118. Per la supposta me-dioevalit dei villaggi di Pyrgh, Mest e Olympoi nel loro statoattuale, v. Eden 1950; Boras 1970; Bouras 1984, pp. 32-34, 39epassim; Boras 1994, p. 403.35 Kanellkis 1890, pp. 389-391 (1518, 4 novembre: Il monacoSoronio da Sepsis concede la chiesa e il monastero di ghiosGherghios Sykosis per la coltivazione dei suoi terreni e la rea-

    lizzazione di un villaggio; in Documenti, n. 5); Bouras 1984, p.34. Per il rilievo della casa in questione nel villaggio di ghiosGherghios Sykosis, v. Smith, Argenti 1962, tav. 24, gg. 8-9;per i rilievi di case simili anche in altri villaggi, v. Moutspoulos1979, tav. 32-41, 45-48, 52-62).

    prima met del XIV secolo, ma sono quantomenoposteriori al 1518, se non addirittura recentissime:comunque assai posteriori alla ondazione di questostesso villaggio, che a suo tempo inglob lomonimomonastero realmente medioevale. A satare il mitodella presunta unitariet tipologica dei vari tessutiedilizi vale per tutti, inne, il caso del villaggio di

    Avghnyma sui monti tra il capoluogo Chra e ilcomplesso della Na Mon, dove oggi sono presentisolo case a schiera di un tipo mono o bicellularesenza cortile, ancora completamente diverso e nellamaggior parte dei casi orse non anteriore allOtto-cento e alla prima met del Novecento36(g. 16).

    Daltra parte, gli indizi che spingono a riesami-nare a ondo la tesi della medioevalit attuale deivillaggi di Chios sono anche altri. Primo ra tutti ilatto che improbabile, considerando lintera storiadellisola, che insediamenti come quelli di cui sopra

    - abitati stabilmente senza soluzione di continuitdallet bizantina media, cio almeno dalla met del

    X secolo in poi - siano rimasti congelati no ad oggidal tempo della conquista turca nel 1566. In basealle opinioni correnti, tutto ci sarebbe avvenuto adispetto del atto che Chios visse - come gi accen-nato - momenti di una certa foridezza economica esociale in et ottomana per essere lunico luogo delMediterraneo adatto alla coltivazione delle piantedel mastice e, quindi, ancora e sempre, un centroimportante di produzione e di scambio. Sulla base

    dellesperienza derivata dalla storia architettonica dialtri centri altrettanto vivi negli stessi tempi in Occi-dente, trasormazioni e ricostruzioni devono essereavvenute anche a Chios certamente quantomeno peril succedersi delle generazioni, di momenti diversidi pi vite, anche se tutto questo non ancora statoindagato nei dettagli. risaputo che le avorevolicondizioni concesse alle comunit dellisola dalDivano di Costantinopoli proprio tra XVIII e XIXsecolo - al di l dellepisodio dellinsurrezione del1822, comunque drammatico - avorirono la crescita

    di una importante chiesa ortodossa locale a ancodelle preesistenti oligarchie di governo dei singolivillaggi, tale per cui questa si and lentamente con-gurando come lunico vero attore di cultura orteda cui tutto in qualche modo dipendeva. Non a casorisalgono alla ne di questo periodo - per lo pi al1850-90 - molte grandi chiese dei medesimi villaggi,a loro volta spesso trasormati in maniera complessanegli immediati dintorni di queste - appunto - conattezze, per cos dire, medioevali. In tanti casi questechiese nuove assunsero, inatti, il ruolo di vere e pro-

    36 Lo stato del villaggio documentato in Moutspoulos 1979,tavv. 82-95, era ancora sostanzialmente invariato al tempo deimiei rilievi tra il 1993 e il 1996, a meno di alcune demolizioni esostituzioni di poco conto nei pressi della piazza maggiore.

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    prie emergenze architettoniche degli ambienti circo-stanti, a causa del sostanziale cambiamento di scalaimposto dalle loro grandi dimensioni e soprattuttoperch urono occasioni per realizzare nuovi spazi,molto diversi da quelli del passato, per essere statecalate quasi a orza nel tessuto edilizio preesistente e,quindi, per essere state causa di trasormazioni radi-cali di ampie parti di questultimo. Sono esempi ditutto ci, nel sud, il Mghas axirchis a Mest, del1860 e con il campanile addirittura del 1978 realiz-zato a sua volta demolendo il tessuto edilizio otto-centesco (g. 18); nel nord, gli ghioi axirkes aVolisss, del 1883, e la Panagha Pythnos, del 1893;verso lestremit nord-ovest di Chios le grandi chiesedi Parpari, Aphrodhsia, Chalndhra e Leptpodha;nel centro, la Zodhchos Pigh a Koin, del 1875,e lghios Gherghios ad Avghnyma, del 1885;dopo il terremoto del 1881, lAgha ridha a Elta,

    lghios Gherghios a Vasilenikon, e la Panagha aVssa: questultima, come a Mest, in sostituzione diun torrione quadro nel centro del villaggio; ancoranel sud, lghios Gherghios a Kalamot, le grandichiese di Msa Dhdhyma, xa Dhdyma, Armlia,Myrmnki, Neochri (questapost1843 - ante1912)e Kallimasi (addiritturapost1953); per ultima, asud del Kmpos - seconda in tutta lisola solo allacattedrale di Chra nei pressi del Kstro (a sua voltaante 1916) - la grande chiesa di ghios Estrtiosa Tymian, realizzata tra il 1890 e il 189737 (g.

    17). Al conronto con queste, le piccole chiese pre-cedenti della ne del XVIII secolo, un po ovunquee ancora di modi in ondo bizantini, si dierenzianodalle pi tarde perch ancora parti integranti del tes-suto edilizio dei villaggi e perch tutte costituite dapiccole aule absidate orientate a est, quasi mai poligurali importanti nemmeno se parti di espansioniedilizie passate. Questo ragionamento valido siaper i villaggi del sud dellisola sia per quelli del nord,nonostante le condizioni geomorologiche diverse; ele varianti, assai poco signicative, sono dovute al

    atto che quelli del nord sono per lo pi su declivie non in piano e perch nellintera Voreichora, adierenza che nel sud, erano necessari solo pochicapisaldi a guardia dei percorsi maggiori e dei pochiapprodi importanti (a Kmi e Limi nei pressi diVolisss e ad ghia Marklla e Patla poco distanti;sulle spiagge di ghismata e di Ovris, al porto diMramaro)38. I villaggi strategicamente pi signi-cativi hanno, inatti, ovunque impianto dinsieme

    37 Per chiese diverse nei villaggi, del XVIII e ancora del XIXsecolo, v. nella seconda parte, il cap. 3.38 Per posizioni critiche altre, cio per unopinione che vededierenze sostanziali nella conormazione dei villaggi del nordrispetto a quelli del sud, cr. gi Smith 1962, in particolare pp.59-60, e Bouras 1984, pp. 44-46.

    identico con una torre quadrata a realizzare unemer-genza architettonica nel mezzo del tessuto a sua voltainnervato da percorsi con andamenti possibilmentequadrangolari. Con leccezione di quello pi impor-tante del nord, Volisss, che deve la sua orma aperta,lungo le pendici di un colle, al atto di essere cre-sciuto intorno alla grande e articolata ortezza bizan-tina preesistente (g. 42), ci accade a Sidheronta,sullaltura al piede della strada maggiore per la stessaVolisss da Chra attraverso la catena montuosa delPelinaon e del Marathvounos, (ancora oggi divi-sioni tra Voreichora e Kentrchora) che dominavaun po tutta la costa tra il golo di Metchi e Pra-sti(g. 82); a Pyram, al colmo della strada ancorada Volisss per le pendici del monte Aman versola costa nord-ovest (g. 74); e, inne, ad ghionGhla, ultimo avamposto prima delle valli scosceseche rinserrano i sentieri aspri del nord tra Nenitoria

    e Kampi(g. 48).Prima di guardare a paesaggi, insediamenti e ad

    alcune architetture di Chios in un quadro temporalecircoscritto, servono altre considerazioni. Al ondo,il problema di stabilire in qualche modo un crite-rio di datazione per tutto ci che le trasormazionitra XVII e prima met del XX secolo - la realt pre-cedente lattuale - hanno modicato: per dare unaconsistenza cronologica e di attezze al passato - neilimiti del possibile - nonostante le incertezze docu-mentarie e soprattutto perch le architetture attuali

    ancora non si prestano a acili interpretazioni. Solodopo questo sar possibile guardare a paesaggi, ab-briche e altro, alle loro gure e ai loro signicati,non a quelli apparenti. Per eetto delle trasorma-zioni sette-ottocentesche le mura dei villaggi delsud e di quelli nord, quando esistenti, urono sosti-tuite nel tempo con edici nuovi, per dare aaccioprincipale a questi ultimi verso lesterno dellanticoperimetro diensivo e, in molti casi, per trasormareanche proondamente i preesistenti percorsi del-linterno. In alcuni villaggi in particolare lassenza

    di mura a priori o la loro sostituzione con tessutoedilizio posteriore ha atto s che ancora altri amplia-menti degli abitati siano avvenuti senza apparentisoluzioni di continuit con le preesistenze di altradata a causa del perdurare di tecniche costruttive,tipi edilizi e gurazioni. Ci accaduto con certezzanel centro-nord proprio a Volisss, e poi a Pitys,Pyram e Sidheronta, e nel sud a Pyrgh, Armlia,Kalamot e, in parte, a Olympoi e Mest. Comegi ricordato, la storiograa architettonica contem-poranea ha sempre dato per scontato che i villaggi diChios urono ondati nel Medioevo in et genovese,a razionalizzare volutamente abitati vari sparsi per lecampagne e a imporre una presenza soprattutto cul-turale - denita genericamente italiana- attraverso

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    la realizzazione di insediamenti richiusi da mura edi tessuti omogenei di case a schiera39. Ma loriginedella credenza, delle ondazioni genovesi dallaspettoitaliano, tarda: della met del Cinquecento ederiva dai viaggiatori occidentali che percorrevanolEgeo appena prima e poco dopo la conquista turcadel 1566. Il problema che la denizione non basata su onti concrete relative ad avvenimentireali, quanto solo su un carattere apparente delleabbriche - appunto un aspetto generalmentegeno-vese- che gli occidentali percepivano nel Kstro diChra e in villaggi vari, in particolare nei vicoli alti estretti, a somiglianza di Genova, rinserrati in alto daarchi trasversi e con porte e nestre con decorazionibicrome (gg. 6, 14, 20, 22). A dierenza, per esem-pio, dei tempi di Zolta, linconsistenza di questacredenza oggi in qualche modo accertata perchallo stato attuale delle conoscenze tutti i documenti

    noti non orniscono nessun indizio sul atto chesiano avvenute ondazioni di interi villaggi volutedirettamente dalla repubblica di Genova o dallaMaona dalla met del XIV secolo in poi in ununicao in pi soluzioni, sia in un momento unitario sia intempi successivi. Anzi, tutte le onti edite inormanoampiamente di avvenimenti economici e ammini-strativi, ma nulla n qui aermano di questioni edi-lizie di questo tipo, e lasciano solo intendere di ungoverno genovese locale solo sovrappostosi e adatta-tosi a usanze culturali e modi di costruire del posto e

    ampiamente consolidati. Per quanto noto, lunicovillaggio ondato con certezza in questo periodo- come gi detto - quello di ghios GherghiosSykosis, vicino allomonimo monastero lungo lastrada da Chra per Vssa e il porto di Lith. Per-no il villaggio di Anvatos - nelle sue orme attualicomunemente ritenuto det turca, del XVII-XVIIIsecolo - nominato ancora da Cristooro Buondel-monti nel 1420-30 solo come cava e come sepolcrodellantico poeta greco Omero nei pressi di una or-tezza abbandonata e non come altro; cos come in

    seguito, nel 1586, questo medesimo luogo dettoda Hieronimo Giustiniani - sulla base delle pocheonti note di quel tempo - di nuovo sempre cava dicarbone e catrame e sito di produzione di un vinolocale, non villaggio vero e proprio40(gg. 69, 70).

    39 Zolta 1921-28, I, pp. 597-598; Bouras 1984, pp. 34-35, 38,con la bibliograa precedente.40 La notizia gi nelle tre versioni - del 1420, 1422 e 1430- del Liber insularum Archipelagi di Cristooro Buondelmonti(Documenti, n. 2, c. 50r; ibidem, n. 3; ivi, n. 4, c. 39v). Sul-lo stesso tema, v. Giustiniani (1586) 1943, pp. 82-83; Venaki

    1912-28, nn. 35.402-04, 35.419; Smith, Argenti 1962, p. 120e tav. 117/3; Bouras 1974, p. 64; iberi 1977, p. 360; Bouras1984, p. 44-46. Su alcuni piccoli agglomerati abbandonati dicase nei dintorni, precedenti il villaggio attuale disabitato daltempo dalla rivolta del 1822, v. Zolta 1921-28, I, pp. 578-581;

    Pi nellinsieme, guardando ai documenti conosciutipare di intendere che la suddivisione delle cariche digoverno della Maona, gi nel primo anno di condu-zione stabile dellisola da parte dei genovesi, nel 1367,era rierita ad una organizzazione del territorio indistretti legata a particolari villaggi a quel tempo giesistenti (tav. II). Ma se si ammettesse - per assurdo- che questi ossero stati ondati proprio allavviodella Maona stessa, ci contrasterebbe con le notiziedellesistenza certa di alcuni di loro - tra laltro i piimportanti - gi in et bizantina: ai maggiori (Volis-ss e Pyrgh) s accennato sopra, alcuni degli altri(quasi altrettanto ondamentali) sono ricordati nellabolla dellimperatore Michele Paleologo del 1259 checonerma le propriet della Na Mon sullisola41. Averica ulteriore, va detto anche qualcosaltro. Perprima cosa che impensabile credere che unisolacome Chios (dove la coltivazione del mastice

    una costante dallAntichit in poi) osse priva, inet bizantina, di insediamenti abitati che - ancoraper assurdo - non ossero solo chiese o rovine detgreco-romana. Non un caso che esistano ancoraoggi resti di luoghi come Kola, sulle alture soprail porto di Delphni, nella zona di nord-est, abitatinellAntichit e dopo (g. 46; tav. II): secondarionelleconomia dellinsieme, questo insediamento inqualche modo testimonia per gi da solo lesistenzadi un quarto percorso a innervare lisola in et bizan-tina da Chra in direzione nord verso i porti di Del-

    phni e Mrmaro, oltre ai tre altri maggiori descrittisopra. Per seconda cosa che altrettanto impensa-bile che i villaggi del tempo della Maona ricordati daBuondelmonti nel 1420-22 - gli stessi descritti poinel 1639 dal console veneziano a Smirne FrancescoLupazzolo in piena et turca - si ormarono solo inet genovese per riunione di altri precedenti villaggidi dimensioni minime, come descritto per altro con-cordemente dai viaggiatori occidentali dalla met delCinquecento in poi, i quali narrano genericamentedi insediamenti di case sparse, non di vere e proprie

    cittadine42

    . Perch se questi villaggi genovesiesiste-vano - appunto - quasi tutti orse gi prima dellaMaona in questione, la trasormazione era avvenutain et precedenti, a causa di vicende altre da quelleche nel 1347 avevano spinto limperatore di Costan-tinopoli di allora a concedere Chios ai nobili rappre-sentanti della repubblica di Genova.

    Axiotchi 1994, pp. 33, 35, 37.41 Documenti, n. 1. V. nella seconda parte, il cap. 1.42 Zolta 1921-28, I, pp. 459-461, 604-606, 631-634.