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Centro Studi C.N.I. 10-11 giugno 2018

Centro Studi C.N.I. 10-11 giugno 2018 · crisi dei debiti sovrani l'incompleta unione monetaria europea poteva rompersi. Il rischio che ildebito di alcuni stati venisse ri-denominato

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 10-11 giugno 2018

Pagina I

ECONOMIA

IL MERCATO HA BISOGNO DEL GOVERNORepubblica Affari Finanza 11/06/18 P. 1 BOITANI ANDREA 1

ALMALAUREA

Il paradosso degli ingegneriSole 24 Ore 11/06/18 P. 13 Eugenio Bruno 2

STUDI PROFESSIONALI

Studi professionali ai raggi XItalia Oggi Sette 11/06/18 P. 17 Goffredo Giordano,Alessandro Siess,Corrado Mandirola

4

ABI

Il perito nelle Linee guida AbiSole 24 Ore 11/06/18 P. 15 6

ANTITRUST

CONCORRENZA, SE IL TAR FERMA LE MULTE ANTITRUSTRepubblica Affari Finanza 11/06/18 P. 1 BINI FLAVIO 7

PROFESSIONI

Fondoprofessioni, un milione per la formazioneRepubblica Affari Finanza 11/06/18 P. 42 11

PROFESSIONISTI

MANAGER E PROFESSIONISTI COSI' SI TROVA LAVORO NEL WEBRepubblica Affari Finanza 11/06/18 P. 42 LIBERATORE LIVIA 12

ARCHITETTI

LA SFIDA DEGLI ARCHITETTI METROPOLI TUTTE NUOVECorriere Della Sera -Corriereconomia

11/06/18 P. 41 Dilsidoro Trovato 14

AVVOCATI

Non si dà del mediocre al legaleItalia Oggi Sette 11/06/18 P. IV Francesco Barresi 15

PArcelle fissate dal tribunale del clienteItalia Oggi Sette 11/06/18 P. IV 16

L'avvocato scende dalla piramideSole 24 Ore 11/06/18 P. 9 Chiara Bussi 17

BANCHE

IL GIALLO DEI MUTUI CON I TASSI TRUCCATICorriere Della Sera -Corriereconomia

11/06/18 P. 2 Federico Fubini 19

BANDI E GARE

UFFICIO, PC E COLLABORATORI: I CONTRIBUTI ALLE NUOVA ATTIVITA'Sole 24 Ore 11/06/18 P. 12 BUSSI CHIARA 23

CESE

L'EUROPA È PRONTA PER IL NUOVO RINASCIMENTOCorriere Della Sera -Corriereconomia

11/06/18 P. 12 Alexander DamianoRicci

25

CYBERSECURITY

L' affare della cyber-sicurezza Nel mondo investiti 170 miliardiCorriere Della Sera 10/06/18 P. 31 Raffaella Polato 27

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

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Pagina II

FATTURA DIGITALE

E-Fattura, la frantiera dei big dataSole 24 Ore 11/06/18 P. 8 Valeria Uva 28

INFRASTRUTTURE

IL GOVERNO CI AIUTI SULLA PEDEMONTANA O LA COSTRUIREMO INSIEME AI PRIVATI"Corriere Della Sera 10/06/18 P. 11 SENESI ANDREA 30

Autostrade senza concorrenzaCorriere Della Sera 11/06/18 P. 23 Milena Gabanelli,Ferruccio Pinotti

32

INFRASTRUTTURE, I GOVERNATORI CHIEDONO CERTEZZESole 24 Ore 10/06/18 P. 5 N.P. 34

ITS

Gli its si strasformano in «academy»Sole 24 Ore 11/06/18 P. 6 35

LAVORO

Il lavoro dopo il diploma premia solo gli studenti dei professionaliSole 24 Ore 11/06/18 P. 6 Claudio Tucci 36

NOTAI

Consulta e Corte Europea sul caso del notaio che voleva lavorare troppoRepubblica Affari Finanza 11/06/18 P. 43 Patrizia Capua 38

POLIZZE ASSICURATIVE

Cambio polizza, attenti al passatoSole 24 Ore 11/06/18 P. 11 Daniele Cesarini 39

PRIVACY

Privacy, una tutela facile facileItalia Oggi Sette 11/06/18 P. 1 Marino Longoni 42

PICCOLI DIVISI TRA IL FAI-DA-TE E IL SUPER ESPERTO DI PRIVACYSole 24 Ore 11/06/18 P. 11 CHERCHIANTONELLO

43

SICUREZZA SUL LAVORO

CRESCONO I MORTI SUL LAVORO INAIL: "I SISTEMI DI TUTELA DEVONO ESSERECERTIFICATI"

Repubblica Affari Finanza 11/06/18 P.54/55

FROJO MARCO 44

UNIVERSITÀ

Gli studi migliori? Al PoliMiItalia Oggi Sette 11/06/18 P. 42 Filippo Grossi 46

VALUTAZIONI IMMOBILIARI

I VALUTATORI PER UN MERCATO TRASPARENTESole 24 Ore 11/06/18 P. 1 LOVERA ADRIANO 47

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R V .Il mercatohabisognodel governoAndrea Boitani

he il mercato abbiaj molti meriti è cosa no-

ta e, da parte mia, rico-nosciuta da prima chemolti dei suoi odierni

adulatori se ne accorgessero.Ma siamo realisti: il mercato ha

anche parecchi difetti, peraltro evi-denziati dalla teoria economicanei primi decenni del secolo scor-so, se non prima.

L'idea smithiana che il merca-to sia guidato da una mano invisi-bile vale solo nel Nirvana dellaconcorrenza perfetta e dell'infor-mazione perfetta.

segue a pagina 10

L'ANALISIAndrea Boitani

QUANDO ILMERCATOHABISOGNODELBUONGOVERNO

segue dalla primaLa ragione per cui la mano può essere

invisibile "è che semplicemente nonesiste, o almeno che se esiste èartritica", ha scritto il premio Nobelloseph Stiglitz nel 2001. L'artrite della

mano invisibile sta nella difficoltà che il mercatoha di raccogliere e trasmettere le informazioniprivate e asimmetriche dei diversi soggettieconomici e nel potere che, in questo contesto,acquisiscono i grandi monopoli dell'industria,della finanza, dell'informatica, ecc.. Perciò sirichiedono regole e istituzioni capaci di correggerei difetti ed esaltare i meriti del mercato,disciplinandolo. Non possono che essere ilgoverno, la banca centrale, le autorità diregolazione e l'antitrust a farlo: tutte istituzionipubbliche che, in diverso grado e in diverso modo,rendono conto al Parlamento democraticamenteeletto. I mercati finanziari sono spesso lodati per leloro proprietà stabilizzanti, cioè perla lorocapacità di riportare all'equilibrio domanda eofferta di attività finanziarie, di credito, eccetera.Ma i mercati finanziari - in cui tutti noi,direttamente o indirettamente, operiamo perdifendere e far fruttare i nostri risparmi - sonoanche quelli in cui si producono le bolle,alimentate dalle straordinarie possibilità diindebitamento che permettono di creare piramidi

Pagina

Foglio

finanziarie rovesciate (cioè che poggiano sullapunta). Piramidi che sono sempre pronte acrollare non appena si avverta uno stormir difronde un p& più forte del solito, un cambiamentodelle sensazioni degli operatori e dei risparmiatori.La bolla scoppia nel panico e nel si salvi chi puògenerale tutti cercano di disfarsi dei debiti(generalmente a carico dello Stato). Insomma, imercati finanziari possono essere destabilizzanti elo abbiamo visto tutti dopo il 2007. Negli anni dellacrisi dei debiti sovrani l'incompleta unionemonetaria europea poteva rompersi. Il rischio cheil debito di alcuni stati venisse ri-denominato invalute deprezzate (dracma, lira, peseta) andò allestelle e fece allargare gli spread più di quantogiustificato dall'intrinseco differenziale di rischiodi insolvenza tra Italia, Grecia, Spagna eGermania. I mercati (in realtà tutti noi) erano statipresi dal panico e, di nuovo, erano diventatidestabilizzanti, punendo in modo eccessivo i paesipiù deboli, proprio come previsto dal RapportoDelors già nel 1989. Il panico rientrò dopo ilfamoso discorso di Mario Draghi a Londra il 26luglio 2012: quello del "whatever it takes". Fu unsoggetto pubblico, la Banca Centrale Europea ariportare la calma sui mercati, a dar loro un nuovobaricentro e a far così riprendere comportamentistabilizzanti. Pensare che siano i mercati a dover"disciplinare" i governi è sbagliato perché imercati possono essere indisciplinati, ma ancheperché sono spesso dominati dalla presenza digruppi enormi (come Goldman Sachs o BlackRock, per citarne due) che possono condizionare ilcomportamento dei tanti piccoli fino adestabilizzare mercati e stati. Naturalmente, unerrore di politica economica di troppo, perfinoun'aspettativa di errori futuri da parte deigovernanti in pectore possono scatenare il panicoo un'euforia irrazionale. Quanto successonell'ultimo mese in Italia è un esempio damanuale. Chi di noi, con pochi sudati risparmi,non ha tenuto il dito nervoso sul mouse pronto avendere con un click tutti i suoi titoli di Stato? Perquesto il governo ha il dovere di muoversi concautela e intelligenza, evitando gli annunciincendiari e le docce scozzesi. Tutti noi viviamonell'incertezza e nell'ignoranza: dalle istituzionipubbliche vogliamo punti di riferimento estabilità. Cerchiamo anche di non perdere di vistaquel che conta davvero e di non perderci indispute ideologiche rétro.

®RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Economia Pagina 1

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Il rapporto AlmaLaurea . Laureati in ingegneria subito al lavoro ma insoddisfatti di laurea e competenzeAvvocati e dentisti entusiasti del titolo di studio, prima occupazione in ritardo per commercialisti e psicologi

Il paradosso degli ingegneriEugenio Bruno

leggere i tassi di oc-cupazione non si di-rebbe. Eppure sonoproprio gli ingegneri

Ai professionisti cheintrattengono la re-

lazione più "complicata" con il pro-prio titolo di studio. Almeno a giu-dicare dall'ultimo rapporto su Pro-filo e condizione occupazionale deilaureati che AlmaLaurea presente-rà oggi a Torino. E che, viceversa,individua in dentisti e avvocati lecategorie professionali più soddi-sfatte della laurea conseguita.

Nonostante i tempi sprint concui si affacciano sul mercato dellavoro - con una ricerca che oscillain media dai 3,2 ai 5,8 mesi - e unaretribuzione netta che li colloca altop tra le professioni - con un ran-ge che a 5 anni dal titolo varia da1.466 a 1.914 euro - dietro ai denti-sti, gli ingegneri si dimostrano in-fatti i più perplessi sugli studisvolti. Sia se interrogati sull'effi-cacia della laurea che hanno nelcassetto. Sia se interpellati sul-l'utilizzo delle competenze acqui-site all'università. E lo sono in ma-niera trasversale rispetto all'areadi specializzazione.

Lo scetticismo maggiore lo in-contriamo tra i laureati in inge-gneria industriale e gestiona-le. Solo il 46,8% del campione cen-sito da AlmaLaurea giudica utile laformazione ricevuta in aula men-tre il 53,1% ritiene «molto efficace»il titolo per il lavoro che è poi an-

dato a svolgere. Percentuali che ri-sultano leggermente più elevateper ingegneria meccanica (qui il58,4% giudica efficace il titolo e il65% le competenze) ed elettronica(62,7 e 67,8%). Diverso è il caso de-gli ingegneri edili e ambientali checon i loro 65,2 e 82,6% si avvicina-no ai giudizi manifestati dalle altrecategorie di professionisti.

I più soddisfatti sono invece gliavvocati: nel 99% dei casi attribui-scono il massimo dell'efficacia allalaurea in giurisprudenza. Un giu-dizio che sembra non risentire piùdi tanto dei tempi lunghi che in-tercorrono tra quando iniziano acercare lavoro a quando poi effet-tivamente lo trovano (9,9 mesi).Né del livello medio di retribuzio-ne netta che li porta a superare dipoco i i.ioo euro.

Nella cerchia ristretta degli "ot-timisti" si collocano anche i denti-sti. Che vantano - sempre secondole rilevazioni sui laureati del 2012esaminati a cinque anni dal titolo- il grado più alto di utilizzo sulcampo delle competenze acquisitein facoltà: il 79,9 per cento. Grazieforse al ritorno economico di tutto

46 ,8%Soddisfatti della laureaLa percentuale più bassa siregistra tra gli ingegneriindustriali e gestionali

rispetto che possono vantare; pro-prio dentisti e odontostomatologisono l'unica categoria che sfondail muro dei 2mila euro netti mensi-li. Arrivando a quota 2.142.

La variabile stipendiale nonsembra però l'unico fattore deter-minante. Altrimenti non si spie-gherebbe la stima che gli psicolo-gi, pur restando lontani dai milleeuro mensili, nutrono nella pro-pria laurea. Psicologi che impiega-no 11,7 mesi per entrare nel mondodel lavoro. Un record negativo.Che li piazza davanti agli 11,1 deglispecialisti in contabilità e ai 9,9mesi dei legali.

Il fronte delle professioni inve-stigato da AlmaLaurea si ricom-patta quando si prende in conside-razione la soddisfazione (o meno)per il lavoro svolto. Per tutti la "pa-gella" oscilla tra il7 e le 8.0 megliotra il 7,3 espresso dagli avvocati el'8,3 attribuito dai dentisti.

Tutti questi numeri - special-mente se letti in abbinata con il ca-lo delle abilitazioni a cui abbiamoassistito negli ultimi anni - sem-brerebbero giocare a favore di unintervento sui percorsi formativida parte del nuovo esecutivo. Cheerediterà le proposte di modifica/aggiornamento dei corsi di laurea,dei tirocini, degli esami di Statoche i singoli ordini hanno fattopervenire al governo uscente. Ol-tre alla richiesta di rendere abili-tanti le 14 lauree professionaliz-zanti che debutteranno l'annoprossimo in altrettanti atenei.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Almalaurea Pagina 2

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Università e lavoro

La fotografia di AlmaLaurea

Grado di soddisfazione dei laureati 2012 a cinque anni dal titolo

Paola PratiAvvocata,specialista in temiinternazionali, 42

anni

Gianmarco

Cavallari

Commercialista,

ma prima laureato

in Storia, 31 anni

Alex Paiella

Europrogettista,

laureato in

Scienze politiche,

31 anni

La svolta con l'ErasmusI l suo è un percorso tradizionale:laurea in giurisprudenza a Bolognanel 2001, pratica forense,abilitazione, libera professione. Conun ingrediente in più: l'ErasmusaParis Assas e la folgorazione per ildiritto comparato. Oggi il suo studioè affiliato al network Warwick: «Ciconsente un raggio d'azioneillimitato per le problematicheinternazionali dei nostri clienti»

II valore della doppia laureaLo spirito critico lo ha acquisitocon la laurea in storia e filosofia.Poi ha scoperto la contabilità e si èlaureato di nuovo. Ma in economiae commercio. Da due anni lavora inKpmg. «Il percorso di studivariegato - sottolinea Cavallari - è ilsegreto della flessibilità che miconsente di passare dalledichiarazioni persone fisiche aicollegi sindacali»

La miniera dei fondi UeGaleotto fu il viaggio in aereo altermine dell'Erasmus in Belgio: dallechiacchiere da cabina alla primaofferta di lavoro il passo è statobreve. Sempre all'estero, tranne 2anni e mezzo a Perugia (dove nel2007 si era laureato in Scienzepolitiche). E sempre a occuparsi difondi Ue. Attualmente èeuroprogettista in uno studio diIngegneriaa Barcellona

Psicologi clinicie psicoterapeuti

Avvocati Biologie professioni

assimilate

Veterinari Architetti Geologi Ingegneri edilie ambientali

Specialistiin contabilità

Ingegneriindustriali

e gestionali

Dentisti eodontosto-

matologi

Retribuzione 974 1.116 1.146 1.237 1.280 1.326 1.466 1.544 1.783 2.142mensile nettaMedie in euro

Utilizzo delle 61,1 76,8 60,7 77,9 56,5 65,7 65,2 59,0 46,8 79,9competenze

acquisite conla laurea

Dati in ó

) ) ) ) ) 1 ) 0) )

Efficacia della 94,8 99,0 88,1 98,5 85,5 89,6 82,6 86,4 53,1 98,4laurea nel lavoro ..................

Dati inMOLTO

POCO 0,5 0,3 1,3 0,7 1,5 1,5 2,7 3,9 0,3

Soddisfazionescalai - io 7,8 7,3 7,9 7,4 7,4 7,4 7,4 7,7 7,4 8,3

Almalaurea Pagina 3

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Si diffondono nuovi 1Hodelli di calcolo dell'avviamento pi gfessionale ai farli delle fusioni

Studi professionali ai ra i XLa valutazione passa pure dalla tecnica della regressione

a statistica rivoluzionail metodo di valutazionedegli studi professiona-i. Se fino a poco tempo

fa la tecnica statistica dellaregressione veniva impiegatasolo al fine della valutazionedelle aziende quotate in bor-sa, oggi è utilizzabile ancheper gli studi professionali. Èquanto emerso da un'analisisvolta dall'associazione Mpocentro studi (associazione,senza scopo di lucro, che sioccupa, tra l'altro, di valuta-zione degli studi professionaliin ogni loro declinazione) e ildipartimento di matematicadell'università del Piemonteorientale, che hanno analizza-to e elaborato i dati relativialle operazioni m&a (merger& acquisition, fusioni e acqui-sizioni) di studi professionali.Obiettivo era, appunto, quellodi individuare una nuova me-todologia di calcolo del multi-plo, finalizzata a perfezionarela procedura di valutazionedell'avviamento di uno studioprofessionale, che si basa an-che sull'analisi di regressione.In tal modo si può dire com-pleto il modello oggi in uso inItalia che tende a utilizzareanche per gli studi professio-nali i metodi valutativi tradi-zionalmente adoperati per leaziende con opportuni adatta-menti. Infatti, la peculiarità,in questi casi, è rappresentatadall'elemento personale sog-gettivo, di natura immate-riale, derivante dal rapportofiduciario tra professionista ecliente (cosiddetto valore delpacchetto clienti).

Ma come si può integrarela metodologia di calcolo delvalore di uno studio profes-sionale con l'analisi di regres-sione? La raccolta e l'elabo-razione dell'ingente quantitàdi informazioni prodotte ognigiorno nei più svariati forma-ti (i cosiddetti Big data, ov-vero informazioni che si con-traddistinguono per volume,varietà, velocità e valore),ha dato vita a un processo diinnovazione digitale, attual-mente in corso, conosciutocome la quarta rivoluzioneindustriale. L'analisi dei datipuò essere utilizzata al fine diimplementare la qualità deiservizi offerti, interpretare ibisogni della propria cliente-la, capire e anticipare trenddi mercato ma anche calcola-re il valore della clientela diuno studio professionale, ilcosiddetto «avviamento pro-fessionale».

È il caso di ricordare chein Italia tale avviamento haavuto il suo riconoscimento inprima battuta dal legislato-re fiscale, con l'introduzionenell'articolo 54 del Tuir delcomma 1-quater (entrato invigore nel 2006) il quale fa ri-cadere nell'ambito dei redditiprofessionali i corrispettivipercepiti a seguito della ces-sione della clientela. In segui-to, anche la giurisprudenza,con la sentenza n. 2860/2010della Suprema corte, ha de-finitivamente stabilito cheè lecitamente e validamen-te stipulato il contratto dicessione a titolo oneroso diuno studio professionale incui vengono considerati nonsolo gli elementi materiali egli arredi ma anche gli ele-menti immateriali, tra cui inparticolare i rapporti di pre-stazione d'opera professiona-le in essere con la clientela.Pertanto la Suprema corteha ribadito il già consolidatoorientamento giurispruden-ziale secondo il quale, ancor-ché non sia possibile la ces-sione della clientela in sensotecnico, sia lecita la cessionedi uno studio professionale,nell'ambito della quale il ce-dente assume l'obbligazionedi consentire e agevolare ilsubentro dell'acquirente nei

rapporti professionali in es-sere con la clientela.

Aggregarsi e specializ-zarsi. Una tematica impor-tante e delicata per la buonariuscita dell'operazione dim&a di studi professionaliè la corretta valutazione deltarget. Dall'analisi di alcuniprocessi di aggregazione, av-venuti nel Regno Unito, si èpotuto osservare che talunedi queste operazioni non ave-vano avuto esito positivo inquanto, in un clima di euforiae di corsa all'acquisto, si erasopravvalutato il target. Daqui l'esigenza di una valuta-zione scientifica e puntualequale strumento indispen-

sabile per la buona riuscitadell'operazione.

Anche in Italia, da ormaiqualche anno, si sta verifi-cando un fenomeno molto benpreciso. Alla classica opera-zione singola di m&a di stu-dio professionale, solitamentetra un professionista, spessoprossimo alla pensione il qua-le, al fine di dare continuitàal suo studio, trasferiva lapropria clientela a un profes-sionista acquirente, si vannoaffiancando operazioni di ac-quisizione su larga scala.

Rispetto alla singola opera-zione di acquisizione di unostudio professionale l'acquisi-zione di più studi, sia in Ita-lia che all'estero, ha alla baseuna chiara e precisa proget-tualità che ha l'obiettivo nonsolo di generare economie discala ma di intraprendere ilfenomeno di aggregazione giàavvenuto in altri settori. Inquesto scenario i professioni-sti devono, in primo luogo, do-tarsi di un preciso strumentovalutativo e successivamentedi tutti gli strumenti tipici direaltà strutturate quali, per

esempio, un sistema di con-trollo di gestione, la gestionedel personale e attività dimarketing e comunicazione.Ai fini operativi tali gruppinormalmente delegano a unCed, costituito sotto formasocietaria, la parte ripetitivae standardizzabile della pro-fessione (contabilità, bilancio,buste paga ecc.), di contro,tutti i professionisti, ciascu-no per la propria specializ-zazione, confluiscono in unaStp la quale eroga servizi ad

alto contenuto intellettuale.L'analisi di regressione nellavalutazione di uno studio pro-fessionale è una tecnica usa-ta per analizzare una seriedi dati che consistono in unavariabile dipendente e una opiù variabili indipendenti. Loscopo è scoprire le eventualirelazioni funzionali esistentitra la variabile dipendente ele variabili indipendenti. Latecnica statistica della re-gressione è già da tempo uti-lizzata in diversi ambiti qualila biomedicina, l'alta finanzae l'intelligenza artificiale.

Nell'ambito delle valuta-zioni di uno studio professio-nale, l'obiettivo del progettoè quello di sviluppare unanuova metodologia di calcolodel multiplo, più accurata inquanto basata sull'intero in-sieme di dati a disposizione(Big data), invece di utilizza-re un campione ristretto diprofessionisti e studi per leoperazioni di calcolo.

di Goffredo Giordano,Alessandro Siess

e Corrado Mandirola

Studi professionali Pagina 4

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Un esempio

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IL CASO PRATICO

MpO & Partners (società specializ-zata in m&a di realtà professionali)ha ricevuto l'incarico, in qualità diadvisor, da Alberto Pirone, commer-cialista e revisore legale dei conti ilquale, insieme ad altri professionisti eimprenditori, intendono sviluppare unprogetto strutturato di acquisizione eaggregazione di studi di commerciali-sti e consulenti del lavoro nel Centro-nord Italia.Il progetto, iniziato intorno alla metàdello scorso anno, a oggi ha visto l'ac-quisizione di un fatturato complessivopari a circa 3 milioni di euro e unaprevisione, nell'orizzonte temporale diun quinquennio, di acquisizioni fino araggiungere un fatturato consolidato,

stimato, di 10 milioni. L'approccio scel-to è quello di operare immaginando,sin da subito, una struttura su modelloindustriale . In sostanza si tratta di:industrializzare il processo di acquisi-zione degli studi ; usufruire delle pro-fessionalità , sia acquisite sia esistenti,al fine di svolgere attività di up sellingsulla clientela dello studio; trovare iprofili idonei per ogni singola area,che devono abbinare a competenzeprofessionali anche competenze ma-nageriali; industrializzare la gestionee l'organizzazione degli studi al fine digestire, con uniformità ed efficienza,un numero elevato di attività.Da ultimo, al termine del processo diacquisizioni e aggregazione , è previ-

sta la presentazione al mercato delprogetto, mediante l'ingresso nel ca-pitale di fondi di investimento o, inalternativa, la quotazione nei mercatiregolamentati.Il ruolo dell'advisor sta nel monitorarela collocazione territoriale degli studiprofessionali e la relativa frammen-tazione del fatturato, la mentalità deiprofessionisti cedenti e l'integrazionedegli studi per It e controllo di gestio-ne. Anche analizzando le operazionim&a avvenute nei paesi anglosassonisi è rilevato che una corretta valuta-zione del target è il primo e fondamen-tale elemento su cui si basa la buonariuscita delle operazioni di aggrega-zioni di studi professionali.

Studi professionali Pagina 5

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LE REGOLE

Il perito nelle Linee guida Abi

I principali requisiti richiesti aivalutatori nelle Linee guida perla valutazione degli immobili agaranzia dei crediti inesigibilipossono essere utilizzate comeschema di riferimento.

Esperienza: è richiesto undiploma di istruzionesecondaria, una pregressaesperienza di almeno 3 anni el'istituto valuta il possesso diattestazioni professionali,iscrizione ad Albi, attività diinsegnamento e altri aspetti chepossono giustificare l'incarico. Èrichiesta anche una polizzaassicurativa contro i rischiprofessionali.

Indipendenza: i peritiincaricati di valutare gli

immobili a garanzia dei mutuinon devono avere alcuninteresse sull'immobile (eneppure un famigliare di primogrado), né ricavare unacommissione connessa alrisultato della valutazione, nédeve essere coinvolto nelprocesso dicommercializzazione o disottoscrizione del credito. Eccoperché consulenti creditizi eagenti immobiliari sonodifficilmente utilizzabili inquesto contesto, a meno che lavalutazione venga richiesta suimmobili trattati ecommercializzati da altri.

- A.Lo.C RIPRODUZIONE RISERVATA

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R V .

Concorrenza, seilTarferma le multe AntitrustFlavio Bini

mcenzo Onorato, armato-Vre e proprietario dellecompagnie di navigazione Mobye Tirrenia , nei prossimi mesi do-vrà accendere un cero a Sant'An-drea. Il santo patrono dei mari-nai, certo, ma non solo. Anchequello della chiesa di Sant'An-drea del Vignola in Via Flaminia

a Roma, che si trova proprio sulmarciapiede opposto all'edificioda cui - più di santi e ceri - dipen-de il destino di molte aziende ita-liane: il Tar del Lazio.

H Tribunale amministrativo re-gionale, insieme a molte altrecontroversie, dovrà decidere seconfermare o meno l'imponentemulta da 29 milioni di euro.

segue a pagina 8

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L'Antitrust, le multe e il duello con il Tarun miliardo di sanzioni, consumatori a seccoDAL 2010 AL 2016 L'AGCM HA

no interamente a carico delle im- cuni operatori attivi nella forni-

DAL 201 TO PROVVEDIMENTIprese più grandi . tura dei servizi di ossigenotera-

PER 1,14 MILIARDI MA ALLAÈ quello che fanno, sempre, pia e ventiloterapia.

, TRA ANNULLAMENTI Etutti i soggetti che vengono puni- Numeri importanti ma anco-

FINE,STATOE

ti dall'Antitrust. Bussano alla ra ben lontani dai record dell'Au-INE TRA NNtJLLA

LCL'INCASSO del Tribunale amministra- torità. Il primato fino ad oggi è

APPENA DI 764 MILIONI.PIÙ.VARI,

SOLDI tivo prima e a quella del Consi- fermo ancora al luglio 2000DESTINATI FINI

,

DAL FONDO OCCUPAZIONE Eglio di Stato poi sperando di ve- quando l'Antitrust ha sanziona-

ALLA RIDUZIONE DELL'IMdersi ridotte o cancellate le santo tutte le principali compagnie

MA ALLA FINE NE ARRIVANO Bilancia rischioDAVVERO POCHISSIMI Anche perché il potere

Flavio Bini

segue dalla prima

La multa è stata inflittadall'Antitrust alle due so-

cietà per un presunto abuso diposizione dominante nel tra-sporto marittimo di merci. L'Au-torità Garante della Concorren-za e del Mercato a marzo ha deli-berato la sanzione ma, comesempre, dovrà aspettare a lungoprima che i soldi entrino fisica-mente nelle casse pubbliche. An-che anni, parecchi. Ammesso diriuscirci per davvero.

Ecco i numeri. Tra quantol'Autorità ogni anno decide di in-fliggere di sanzione e quantopoi, alla fine, lo Stato riesce a in-cassare lo scarto non è indiffe-rente. Dal 2010 al 2016, ultimodato disponibile, a fronte di 1,14miliardi di multe ne sono stativersati soltanto 764 milioni, cir-ca il 66%. In mezzo ci sono ritar-di e, soprattutto, ricorsi persi -per lo Stato - davanti a Tar delLazio e Consiglio di Stato, cui isoggetti destinatari delle sanzio-ni possono rivolgersi per ribalta-re e ridimensionare le decisionidell'Autorità, che peraltro dellemulte di cui è responsabile nonvede neanche un euro, visto chei suoi costi di funzionamento so-

di fuoco dell'Autorità ècresciuto sensibilmentenegli anni, arrivandoad irrogare multe sa-latissime, oltre i 300milioni di euro. Nu-meri capaci, in al-cuni casi, di mette-re in serissima dif-ficoltà i bilanci dialcune aziende.I numeri più aggior-

assicurative - tra cui Ras, Sai, Ge-nerali, Axa, Lloyd Adriatico, Fon-diaria, Winterthur- in relazionea un possibile cartello anticon-correnziale nel ramo Rc Autoper un ammontare complessivodi quasi 700 miliardi di lire, circa360 milioni di curo, multa poi lie-vemente ridotta dal Consiglio diStato. È andata meglio, nel giu-gno dell'anno successivo, ad ot-to grandi compagnie petrolifere,da Erg a Esso, da Shell a Tamoil,con la massima autorità dellagiustizia amministrativa che ha

nati arrivano dalla Rela - annullato una sanzione per com-zione 2016 sulla performance plessivi 331 milioni di euro (641del Garante della Concorrenza miliardi di lire di allora ), di cuie del Mercato . Davanti al Tar è 112 alla sola Agip, di proprietàstato accolto il 21% dei ricorsi, dell'Eni, e quindi sotto il control-mentre dinnanzi al Consiglio di lo pubblico.Stato gli appelli hanno dato ra- Spostandosi in tempi più re-gione ai ricorrenti nel 35% dei centi, i big del cemento attendo-casi . Una buona annata. Nel no invece ancora il pronuncia-2015, 32% di sconfitte al Tar e42% al Consiglio di Stato.

Numeri che spiegano quindi,in parte, perché su 100 euro chel'Antitrust dà di multa alla finelo Stato ne incassa solo due ter-zi: le multe a volte vengono con-siderate eccessive o illegittime,quindi cancellate. L'ultimo epi-sodio rilevante, poco più di un

mento del Tar del Lazio sullamulta da oltre 182 milioni di eu-ro (di cui 84 a Italcementi e 59,7a Buzzi) inflitta lo scorso annodall'Antitrust per una presuntaintesa sui prezzi.

Non sono solo i ricorsi però acomplicare la strada dell'incas-so per lo Stato. Di traverso, a vol-te, ci si mettono procedure con-

mese fa, quando il Tar dei Lazio corsuali, rate e ritardi. Anche seha annullato undici multe e or- la norma prevede il pagamentodinato la riquantificazione di al- della sanzione entro 90 giornitre nove dell'importo originario (a meno di una sospensiva con-di oltre 47 milioni di euro ad al- cessa dal Tar) sono pochissime

le aziende che pagano tempesti-vamente. Anche se - ricordanofonti dell'Autorità - l'Antitrust"iscrive tempestivamente a ruo-lo chi non paga e svolge tutte leattività necessarie al recuperodel credito".

Insomma, chi non paga deverassegnarsi ad avere l'ex Equita-lia alle calcagna, mettendo inconto anche gli interessi che ma-turano mano a mano che il ver-samento non viene effettuato.Quando però le multe valgonoquanto l'utile di un paio di eser-cizi le imprese preferiscono ac-cettare questo rischio e accanto-nare le cifre abilancio in attesadell'ultima parola del Consigliodi Stato piuttosto che rispettare itermini del pagamento.

Diversamente, lo Stato incas-sa e poi si deve preparare a resti-tuire le somme fino all'ultimocent. E quello che potrebbe acca-dere quest'autunno quando ilConsiglio di Stato si pronunceràdefinitivamente sul caso Ro-che-Novartis, una tra le maggio-ri multe mai inflitte nella storiadell'Antitrust, 182 milioni e 662mila euro ai due colossi farma-ceutici, accusati di essersi messid'accordo per ostacolare l'utiliz-zo di un medicinale, l'Avastin,molto più economico dell'equi-valente Lucentis, distribuito daNovartis ma sviluppato da unacontrollata di Roche, che costa-va al sistema sanitario oltre diecivolte tanto.

Le aziende hanno già versatola somma nelle casse pubbliche,intanto però hanno fatto partireanche loro la macchina dei ricor-si. Così, quattro anni dopo la de-libera dell'Antitrust e dopo unpassaggio davanti alla Corte Eu-

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R V .ropea di Giustizia, il prossimo 20settembre la terza sezione delConsiglio di Stato si riunirà edavrà 45 giorni di tempo per con-fermare la multa o annullarla,costringendo in questo caso ilTesoro a staccare un doppio as-segno milionario alle due azien-de farmaceutiche.

Non bastassero ricorsi e ritar-di, c'è anche una norma rimastalettera morta a complicare il labi-rinto delle multe. Quella, previ-sta dalla legge 23 dicembre 2000n.388, che prevede che le "entra-te derivanti dalle sanzioni ammi-nistrative irrogate dall'Autoritàgarante della concorrenza e delmercato siano destinate a inizia-tive vantaggio dei consumatori".

Una prescrizione per cui,puntualmente, ogni anno il mi-nistero dello Sviluppo Economi-co è obbligato a trasmettere alParlamento una relazionesull'effettiva destinazione diqueste risorse. E puntualmen-te, ogni anno, la relazione certi-fica il mancato raggiungimentodell'obiettivo. O meglio, un flopsistematico. Dal 2010 al 2016 de-gli 1,14 miliardi di sanzioni irro-gate allo Stato ne sono entrati,come detto, 764. Di questi, in to-tale, ai consumatori ne sono an-dati 91. Il 12%. E il resto?

Un buco neroCe n'è per tutti, dalla nautica

da diporto al Fondo sociale perl'occupazione, dagli stanziamen-ti per le zone terremotate allaproroga dell'Imu per i terreniagricoli montani, fino al caldero-ne delle "esigenze indifferibili",buco nero dei conti pubblici do-ve si perde traccia dell'utilizzo fi-nale delle risorse.

C'è di buono che quel 12%correttamente utilizzato ha fat-to il suo dovere. Ha finanziato, econtinua a farlo ogni anno, tuttele principali associazioni deiconsumatori, che se dovesserodipendere soltanto dal contribu-to dei propri soci avrebberochiuso i battenti da tempo. An-che in questo caso, però, resta-no le briciole delle briciole. Nel2016, ultimo anno per cui sonostate riassegnate le risorse, l'An-titrust ha irrogato sanzioni per306 milioni di euro. Nello stessoanno lo Stato ne ha incassati146 e di questi ne ha trattenutiper le proprie esigenze 103. Tol-te le risorse accantonate per ilprossimo anno, sono rimasti gliavanzi: ai consumatori sono an-dati poco meno di 19 milioni dieuro.

n RIPRODUZIONE RISERVATA

II presidentedei Tar deiLazio CarmineVolpe (1)Il presidentedei Consiglio dlStatoAlessandroPajno (2)ErnestoMaria Ruffini(3) presidenteAgenzia delleEntrate

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MULTE ANTITRUST , QUANTO INCASSA LO STATORicorsi, rate e ritardi riducono la quota che ogni anno le casse pubbliche riescono ad incassaredalle multe che l'autorità garante della concorrenza e del mercato infligge, in milioni di euro

1-1

MILIONILa multa che il Tar dei Lazioha appena annullato a caricodelle società di VincenzoOnorato per abusodi posizione dominante

MULTE INFLITTERf SOLDI INCASSATIE SOMME DESTINATE Al CONSUMATORI

Folle. Arsa , Radicate oeoero dello Stato, Mise

154,9

311,6

LE 10 MULTE PIÙ ALTE DELLA STORIA DELL'ANTITRUST

Cartello compagnie assicurativesu Rc auto* (2000)

-- ............................................ 1 .......... .... .......Aziende carburante per rifornimentiaeroportuali (2006).............................................................................................Compagnie petrolifere per cartellosu prezzi della benzina- (2000).............................................................................................Intesa sui prezzi delle impresedei settore del cemento (2017).............................................................................................Roche-Novartis, vendita farmaciAvastin e Lucentis (2014).............................................................................................Comportamenti abusividi Telecom Italia* (2004)............................................................................................Cartello imprese siderurgichesu produzione tondini di acciaio (2017)

Telecom Italia, abuso di posizionedominante su infrastruttura di rete (2013)............................................. _.- --- .. .................Aziende distributori automaticiper intesa anticoncorrenziale (2016)

Tetra Pak per acquisizione ltalpack* * (2004)

(*) Multe ridotte da Tar dei Lazio e Consiglio di Stato ("") Multe annullate

n IMPORTO DELLA SANZIONERIDETERMINATADOPO I RICORSI VINTIDALLE SOCIETÀ

ESITI DEI RICORSI Al TAR DEL LAZIO E Al CONSIGLIO DI STATO

A lato, GiovanniPitruzzellapresidentedell'Agcm,l'Autorità diGaranzia dellaConcorrenza edei Mercato,ossia l'Antitrust

Esiti ricorsi al Tar dei Laziovs provvedimenti dell'Autorità(2016)

l Esiti appelli al CdSvs sentenze Tar

RESPINTI RESPINTI79% 65% 1

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MILIONIPiù altri 219 milioniad altre sette compagniepetrolifere sonostati annullatidal Consiglio di Stato

182MIUONIII Consiglio di Stato devedecidere sulla multa ai duebigfarmaceutici: avrebberofavorito la vendita alle Asidi un farmaco più costoso

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Bertellì: "L'euro ci ha difesoaLLenLi al debilo ealfuturo"

L'AnLiLrus1, lemulLe e il duello conil Tarun miliardo di sanzioni , consumatori a secco

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[ I L CASO ]

Fondoprofessioni, unmilione per la formazioneUn milione di euro per la formazione individuale

dei dipendenti degli studi o aziende aderenti aFondoprofessioni. Il bando è stato pubblicato sul sitowww.fondoprofessioni.it. A breve sarà aperta la presen-tazione delle domande: la data sarà annunciata con unacomunicazione all'interno del sito.Studi e aziende po-tranno scegliere tra centinaia di corsi formativi "a catalo-go", realizzati dagli enti formatori e organizzati sul terri-torio nazionale, per l'aggiornamento e lo sviluppo dellecompetenze dei lavoratori. La pratica di richiesta è mol-to semplice e prevede un contributo allo studio o azien-

da, pari all'80% del costo sostenuto per la partecipazio-ne ai corsi dei singoli dipendenti. E previsto un massima-le di 1.500 euro di rimborsi per singolo studi o azienda.«Abbiamo incrementato, rispetto al passato, il contribu-to previsto, offrendo maggiori opportunità agli aderen-ti», ha detto Roberto Callioni, presidente di Fondoprofes-sioni. Ivana Veronese, vice presidente del Fondo, ha in-vece ricordato che «in un anno abbiamo stanziato quasi9 milioni di euro per la formazione continua dei dipen-denti degli studi e delle aziende» . (a.bon.)

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Professioni Pagina 11

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411 onistiManager e professicosì si trova lavoro nel web

LE POSSIBILITA SONOAMPLIFICATE PER CHI HA LECONOSCENZE DIGITALIGIUSTE. E NON BASTA UNPROFILO SU LINKEDIN:"BISOGNA GESTIRE L'INSIEMEDELLE INFORMAZIONI CHECHIUNQUE TROVACERCANDO IL TUO NOMEECOGNOME"

Livia Liberatore

Roma

Manager, professionisti,neolaureati, potreste esse-

re in uno dei momenti migliori pertrovare lavoro. A patto però di sa-perlo fare, con le competenze digi-tali giuste. Lo dicono le indagini diportali come LinkedIn e Glassdoorche insistono sulla ne-cessità di crearsi piani diazione nel mondodell'online, soprattuttoper chi ha già un lungocurriculum alle spalle evuole ricollocarsi o cer-care altrove un avanza-mento di carriera.

Per "competenze di-gitali" non s'intendesoltanto un buon uso diLinkedln con una fotoprofilo professionale,un riassunto delle com-petenze o altre funzionibase del social net-work. Le piattaforme In-ternet, fra cui c'è quelladi Google, offrono undatabase infinito distrumenti e dati: molti"cercatori" vengono in

contatto solo con la su-perficie e diverse possi-bilità di carriera resta-no perse nel web.

«Spesso ci si disperde perché i si-ti sono tanti, dalle piattaforme auto-nome come Monster a quelle dellesocietà di ricerca e selezione ai "La-vora con noi" sui siti delle aziende»,nota Luigi Di Napoli, manager diHays Recruitment. «Oggi la libertàpiù grande per ogni professionistaè proprio quella di portare online ipropri contenuti, condividere leproprie competenze con un deter-minato network e contattare le per-sone che più si collegano con il pro-prio obiettivo di successo», spiegaLuca Tamburrino, technical recrui-ter della piattaforma Besourcer. In-sieme alla startup italiana Lacerba,Scuola di Formazione E-Learningitaliana, Tamburrino ha creato uncorso in e-Ieaming, a pagamento,per imparare le strategie digitali piùavanzate su come trovare lavoro.

«Quasi nessuno utilizza linguag-gi come X-Ray, Boolean Search eUniversal Search Method per trova-re un impiego. Li conoscono soltan-to 20 - 30 mila persone al mondo»,racconta Tamburrino, «ma sonoquelli che permettono di arrivareesattamente a quello che si sta cer-cando anche attraverso sinonimi».Il linguaggio booleano per esempioè basato su parole che affinano la ri-cerca. Si usa l'operatore OR per am-pliare i risultati, AND per limitarli adue o più parole, NOT per esclude-re alcuni termini.

In quest'ottica, le bacheche di an-nunci non sono più piattaforme do-ve rispondere a un'offerta, ma luo-ghi dove trovare dati. Una volta sco-

vate opportunità, il contatto avver-rà per email o attraverso messaggipersonali su LinkedIn a chi si occu-pa della selezione, in modo da di-stinguersi dai milioni di personeche inoltrano la propria candidatu-ra dalla bacheca.

La tecnica vale anche per chi de-cide di mettersi in proprio e deveconsolidare il proprio network.«Fra i 1100 iscritti al corso, ci sonoanche liberi professionisti che vo-gliono estendere la propria rete diclienti», racconta Tamburrino.

Uno dei canali più utilizzati dairecruiter per contattare i candidatiè quello dei social network, Linke-dIn in testa, con Facebook in rimon-ta. Se, secondo l'ultimo rapportodell'Istat, "parenti e amici" rappre-sentano ancora il mezzo più comu-ne per trovare un lavoro in Italia maportano a retribuzioni più basse e aminore stabilità, conviene impara-re a usare tutte le potenzialità dei so-cial media. Per esempio, LinkedInTopics Directory è un dizionariodei settori professionali che dà in-formazioni sulle competenze più ri-chieste per un mestiere, sulle com-pagnie che assumono di più e suimigliori corsi di studio.

LinkedIn Social Selling Index èun indice che definisce il grado di ef-ficacia con cui si utilizza LinkedInin base a fattori come il modo in cuisi costruiscono relazioni o le intera-zioni con i propri contatti. «La me-dia per quest'indice in Italia è solodel 40 per cento. Conoscere la pro-pria percentuale è semplice ed è ilprimo passo per capire cosa miglio-rare», dice Luca Tamburrino.

Le funzioni base del social net-work non vanno però dimenticate.

«Da non trascurare la configurazio-ne dei propri interessi di camera»,specifica Leonardo Bellini, consu-lente di marketing digitale, espertodi Linkedln, «che serve per far sape-re ai selezionatori se stai già cercan-do un impiego o se stai valutandonuove possibilità, quando saresti di-sponibile e dove».

Ma chi cerca lavoro deve andareoltre. «Per un manager con una lun-ga esperienza lavorativa, LinkedInè propedeutico ma non sufficien-te», spiega Andrea Barchiesi, ad efondatore di Reputation Manager.«Bisogna gestire l'insieme delle in-formazioni che chiunque trova cer-cando il tuo nome e cognome, nonsolo i testi ma anche immagini e vi-deo». Una buona idea, per esem-pio, è apparire nella registrazionedi un convegno in cui si trattano glisviluppi di un settore o le nuove nor-mative, o persino pubblicizzare suGoogle un commento su un temasu cui si è preparati. Queste infor-mazioni online danno la prova vi-suale che la persona è esperta inuna materia. Sarebbe ancora più ef-ficace far sì che le proprie esperien-ze siano raccontate da terzi.

Bisogna inoltre controllare chetutte le tracce digitali siano positive.«Anche su Facebook si deve espor-re un profilo ineccepibile, e parlaredella propria professione», sostieneBarchiesi. «Se una persona pubbli-ca notizie sul suo lavoro anche suFacebook, capisci che crede davve-ro in quello che fa». Gli errori com-messi in passato tendono a penna-nere. «Per nascondere errori di re-putazione su Google ci vuole tem-po e a volte è impossibile», ricordaAndrea Barchiesi.

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LucaTamburano(1),technicalrecruiterdellapiattaformaBesourcer,Luigi Di Napoli(2), manager di

2 HaysRecruitmente AndreaBarchiesi (3),ceo diReputationManager

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SOCIAL NETWORK PIÙ UTILIZZATI DAI RECRUITER PER CERCARE I CANDIDATIDati in %

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LA SFIDA DEGLI ARCHITETTIMETROPOLI TUTTE NUOVE

Meno burocrazia e competenze più chiare tra Stato ed enti locali per favorire la riqualificazione urbanisticaIntanto vittoria della categoria sulla figura dei collaudatori: devono essere iscritti a un Ordine

di Isidoro Trovato

Nuovi progetti da presentare alnuovo governo. Si avvicina ilCongresso nazionale degli ar-

chitetti italiani, previsto a Roma a luglioe cresce la tensione propositiva della ca-tegoria. Da tempo gli architetti chiedo-no un programma nazionale di rigene-razione urbana che cambi il volto allenostre città. «I programmi di rinnova-mento devono essere finalizzati allapromozione dell'inclusione sociale, dellavoro e delle competenze - affermaGiuseppe Cappochin, presidente delConsiglio nazionale degli architetti -.Senza dimenticare lo sviluppo dell'eco-nomia circolare e il supporto alla transi-zione digitale con una particolare atten-zione rivolta alle problematiche legateai cambiamenti climatici, alle energierinnovabili e alla qualità dell'aria. Pro-getti finalizzati anche all'uso sostenibiledel territorio e al mantenimento dellearee naturali, senza dimenticare il so-stegno all'accesso alla casa e all'abitaredignitoso e sicuro, alle reti per la mobi-lità sostenibile, all'innovazione dellapubblica amministrazione per promuo-vere l'efficienza nei servizi ai cittadini».

quelle criticità: basta quindi con la di-spersione di competenze operative inmateria di trasformazioni del territorio.Le politiche di rigenerazione non sonodecollate perché gravate da eccessivipesi di tipo burocratico e di natura pro-cedurale, da conflitti di competenze e diattribuzioni tra diversi livelli delle pub-bliche amministrazioni e da diversicomparti dello Stato. Si tratta di disper-sioni che hanno reso gli interventi sullecittà tendenzialmente episodici, noninseriti in una cornice normativa e diprincipi omogenea e di facile utilizzo e,soprattutto, nella gran parte dei casi,senza un impianto di visione strategicasu tutto l'organismo urbano».

Intanto però qualcosa si muove in ter-mini positivi. Il Consiglio superiore deilavori pubblici ha infatti accolto la pro-posta, formulata dal Consiglio naziona-

le degli architetti: la figura del collauda-tore, anche se pubblico dipendente, de-ve possedere il requisito dell'iscrizionead un ordine professionale.«Siamo soddisfatti - afferma il vice

presidente degli architetti, Rino LaMendola - di avere convinto il Consi-glio superiore dei lavori pubblici sullanecessità che la figura del controlloredei processi di esecuzione di un'operapubblica debba essere qualificato alme-no quanto le altre figure professionaliche svolgono attività controllate dallostesso collaudatore. Ricordiamo infatti,ancora una volta, che i liberi professio-nisti che svolgono le attività di progetta-zione e di direzione lavori, per mante-nere l'iscrizione all'Ordine, devono ri-spettare le norme di deontologia pro-fessionale e devono esserecostantemente formati in relazione al-l'evoluzione delle norme che applica-no».

Al Congresso di luglio gli architetti pre-senteranno proposte concrete in gradodi rispondere all'esigenza di disegnarecon urgenza la nuova città digitale. So-no due i testi normativi proposti dallacategoria: uno per lo sviluppo delle cittàe l'altro sull'architettura. L'obiettivo? Unnuovo paradigma della qualità della vitaurbana che sia capace di armonizzaretra loro tre elementi fondamentali: lacrescita economica per tirare fuori dallacrisi il comparto edile, l'inclusione so-ciale a protezione dei soggetti e delle co-munità più deboli e la tutela dell'am-biente. Per il Consiglio nazionale «serveperò che il futuro governo rivoluzionil'approccio finora seguito per superare

VerticiGiuseppe Cappochin,presidente dei Consiglionazionale degli architetti.A luglio il congressodella categoria

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Architetti Pagina 14

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Lo spiega direttamente il Cnf che è intervenuto su un caso verificatosi a Palermo

Non si dà del mediocre al legaleSanzione disciplinare all avvocato che insulta il collega

Pagina a curaDI FRANCESCO BARRESI

Un avvocato non puòinsultare il collega de-finendolo «mediocre».Il ruolo e il pregio che

la toga concede non permettedi essere screditata da chi laindossa, in cui vige il massimorispetto ed educazione tra colle-ghi che esercitano la professioneforense nella stessa aula di tri-bunale. Lo spiega direttamenteil Consiglio Nazionale Forense,con la sentenza 233/2017, cheha esaminato un caso di paro-le affilate tra colleghi avvocati.Nel 2014 il Consiglio dell'Or-dine degli avvocati di Palermoinfliggeva una sanzione disci-plinare ad un avvocato che, inuna missiva, aveva apostrofatoil collega della controparte come"mediocre cultore del diritto".A parere del legale, da quantoemerge nel dispositivo, avevaredatto quella comunicazionecon un tono scherzoso, ironi-co e distensivo, perché questoepiteto lo aveva utilizzato perschernire sé stesso in un pre-cedente esposto, sempre al Con-siglio dell'Ordine palermitano.Ma al di là della celia non deveessere piaciuto il tono burlone

dell'avvocato, che ha presenta-to il suo esposto lamentando laviolazione dell'articolo 49 del

codice deontologico per il «pa-lese intento denigratorio e can-zonatorio». Quindi nel gennaio

2014 il Consiglio siciliano aprìun procedimento disciplinarenei confronti del legale. L'offesa,da quanto si legge dal dispositi-vo, era collegata alla ricezionedi un fax con termine di 3 gior-ni, «i soliti... che lei usualmenteconcede essendo un mediocrecultore del diritto come defi-nitosi». Questo atteggiamento,per il collegio, «ha violato i do-veri di probità, dignità e deco-ro sanciti dall'art. 5 del Codicedeontologico forense nonchédegli art. 20 e 22 dello stessoCodice», spiegano i commissa-ri, «per avere volontariamenteusato espressioni sconvenientie offensive nei confronti di unCollega e per avere adottatoun comportamento non infor-mato ad un corretto rapporto dicolleganza». Ancora, i membrisorvolano sul tono scherzosodella comunicazione, perché seil legale «ritenga di essere unmediocre cultore del diritto, ciònon legittima un terzo soggettoad utilizzare tale espressionecontro di lui». Questo in con-clusione perché lede e «com-promette il decoro di tutta laclasse forense».

Avvocati Pagina 15

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Parcelle fissate dal tribunale del clienteI compensi degli avvocati devono essere

stabiliti nel tribunale territoriale del clien-te, in cui compete il Foro del Consumatore.Lo spiega la VI sezione civile della Corte diCassazione, nella sentenza 8598/2018 del 6aprile, che ha esaminato una situazione pro-blematica relativa ai crediti professionali.Questo perché un avvocato, che ha difeso ilproprio assistito in una causa civile pressoil tribunale di Velletri, chiese al tribunale diCivitavecchia (città di elezione del cliente)il compenso per il proprio lavoro, ai sensidell'articolo 702 bis del codice di proceduracivile. Ma i giudici territoriali hanno rilevatodi ufficio «con ordinanza 20.4.2017, l'incom-petenza territoriale osservando che ai sensidell'art. 14 comma 2 del dlgs n. 150/2011,è competente l'ufficio giudiziario di meritoadito per il processo nel quale l'avvocato haprestato la propria opera, e quindi il Tribu-nale di Velletri». Con questo esito il ricorsopresso il Palazzaccio è stato fulmineo, perchél'avvocato chiedeva la competenza del tri-bunale di Civitavecchia in quanto Foro delConsumatore. Esaminando la controversia

sul piano della legittimità i porporati diPiazza Cavour hanno ritenuto infondato ilgiudizio della Corte territoriale, accoglien-do i motivi di doglianza dell'avvocato ricor-rente. «Nei rapporti tra avvocato e clientequest'ultimo riveste la qualità di «consuma-tore» - ai sensi dell'art. 3, comma 1, lett. a),del dlgs. n. 206 del 2005 - a nulla rilevandoche il rapporto sia caratterizzato dall'intu-itu personae» - spiegano in punto di dirittogli alti magistrati - e sia non di contrap-posizione, ma di collaborazione (quanto airapporti esterni con i terzi), non rientrandotali circostanze nel paradigma normativo;conseguentemente, alle controversie in temadi responsabilità professionale dell'avvoca-to», concludono gli ermellini, «si applicanole regole sul foro del consumatore». E lodefinale all'avvocato quindi, perché «in esameil foro del consumatore è appunto quello diCivitavecchia, correttamente individuatodall'odierno ricorrente», e che pertanto «vadichiarata la competenza del Tribunale diCivitavecchia, che provvederà anche sullespese del presente giudizio».

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Governance strategica . Per sopravvivere e crescere lo studio legale va concepito come azienda aperta al cambiamentoMeno gerarchia, competenze più condivise e nuove figure quali statistici e ingegneri: parla il consulente José Graciotti

L'avvocato scende dalla piramideChiara Bussi

inque caratteristi-che, come le dita del-la mano. «Tutte in-sieme danno vita a

Cuno studio legale piùefficiente, produtti-

vo e competitivo, in grado non so-lo di resistere alla crisi, ma di svol-tare e puntare diritti alla crescita».Parole che hanno il volto rassicu-rante di José Paulo Graciotti. Bra-siliano di origine italiana, in tascaha una laurea in ingegneria civilee da 3o anni si dedica alla ristrut-turazione di studi legali. Oggi èconsulente e scrittore.

Perché se è vero, come dicevaCharles Darwin, che «non è il piùforte a sopravvivere e neppure ilpiù intelligente, ma il più apertoal cambiamento», l'avvocato diun futuro sempre più prossimonon ha altra scelta e per non soc-combere deve puntare sulla go-vernance strategica. In altre pa-role, deve pensare come un im-prenditore e gestire il suo studiocome un'azienda. In questo casola forma societaria non c'entra,perché stiamo parlando di unnuovo modello di organizzazionedel lavoro.

Budget per la formazionePuò sembrare scontato, ma laprima regola d'oro, da cui non sipuò prescindere, è la qualità tec-nica. Le Università offrono unaformazione impeccabile; la teo-ria, da sola, però non basta. Oc-corre sviluppare sul campo accu-

ratezza e precisione, sempre alpasso con i tempi. Per consentir-lo, lo studio deve prevedere unbudget per la formazione conti-nua, senza dimenticare le com-petenze informatiche. In una pa-rola: il professionista deve diven-tare più eclettico.

Nella governance strategicacambia anche il rapporto con ilcliente. Quest'ultimo deve esse-re percepito come un vero e pro-prio consumatore. «Dovete por-vi nei suoi confronti- dice Gra-ciotti - come se fosse la primavolta che lo vedete e fare semprequalcosa in più rispetto a quelloche ci si aspetta da voi». Un con-siglio? Fargli visita una volta almese, per capire come lavora equali sono le sue problematiche.In questo modo sarà più sempli-ce assisterlo e si instaurerà unrapporto di fiducia, indispensa-bile per lo svolgimento dellaprofessione. Proprio come al ri-storante si guarda alla qualitàdel cibo, del servizio e del prez-zo, l'obiettivo a cui tendere,spiega il consulente brasiliano,dev'essere quello di «fornire so-luzioni legali perfette, con unservizio perfetto e prezzi coe-renti». Per farlo l'avvocato-ma-nager deve saper delegare man-sioni amminR

istrative a un team altamentequalificato, concentrandosi sulcore business. «Spesso - dice -questi compiti sono il tallone diAchille degli studi e ricevonomeno attenzione e investimenti.Bisogna invece cambiare rotta».

La struttura «a matrice»La strada obbligata è lavalorizza-zione del capitale umano, l'assetpiù importante degli studi legali.Per farlo occorre dire addio a unastruttura piramidale e adottarneuna "a matrice", con ruoli ben de-finiti, ma al tempo stesso condivi-dere conoscenze e competenze.«Un modello organizzativo diquesto tipo - scrive Graciotti nelsuo libro - va a tutto vantaggiodella produttività». Per far convi-vere più generazioni all'internodello studio e valorizzare i profes-sionisti serve inoltre una politicadi attrazione dei talenti con unpercorso di carriera delineato.

Il passo successivo riguarda lacapacità di comunicare l'eccellen-za raggiunta utilizzando i canalidei social network: Whatsapp,Linkedin, Instagram, Facebook.

«Tutti strumenti essenziali: at-tenzione, però - avverte l'esperto- perché al di là della vetrina deveesserci davvero la qualità».

Le domande da porsiE infine la quinta caratteristicache riguarda la visione strategica.Come posso adattare la mia atti-vità all'evoluzione del mercato?Quale direzione deve prendere ilmio studio? Quali investimentieffettuare e in quali aree? Sonoalcune domande che l'avvocatodeve porsi, compresala possibili-tà di assumere nuove figure pro-fessionali strategiche per lo stu-dio, adatte a raccogliere le nuovesfide. Come esperti di statistica edi marketing, ingegneri gestio-

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nali, contabili. Tra gli investi-menti da effettuare non potrannomancare quelli in tecnologia aservizio dell'attività, per la condi-visione dei dati, i motori di ricer-ca, la comunicazione con i clienti,con un occhio attento all'intelli-genza artificale.

Cinque caratteristiche, dunque,essenziali per crescere e non soc-combere sotto i colpi di una con-correnza che si fa sempre più ag-guerrita. «Non è necessario chel'avvocato-manager le possiedatutte e cinque - puntualizza Gra-ciotti - l'importante è che siano di-stribuite all'interno dei soci dellostudio perché è la loro somma checonsente di accompagnare lasvolta».

Ricetta da esportazioneUn modello già collaudato in Bra-sile e che può essere esportato an-che in Italia con cui il Paese ha piùaffinita di quanto si pensi. Primafra tutte, un'alta densità di avvo-cati dovuta a un vero e proprioboom dei servizi legali, seguitodalla crisi che ha travolto una delleeconomie considerate più pro-mettenti, prima tra i cosiddetti«Brics».

Lo studio-tipo in cui mettere inpratica queste regole in Italia haun organico fino a un centinaio dipersone. Per non perdere di vistaun valore aggiunto essenziale: laconoscenza e il rapporto persona-le, ingredienti indispensabili peruna squadra che può realizzare lasvolta.

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I PUNTI CHIAVE

Qualitàdel servizioAttenzione alla formazionecontinua e all'aggiornamentoprofessionale e tecnologicodei dipendenti. Prevedere unbudget per gli investimenti informazione

Clientecome consumatoreConoscenza approfondita eattenzione alle esigenze delcliente, che deve esserepercepito come un consumatore

Valorizzazionedel capitale umanoPassare da una struttura apiramide a una struttura "amatrice" con regole chiare, unasuddivisione dei compiti e allostesso tempo unacondivisione di conoscenze ecompetenze.

Rendersi più attrattivisul mercatoUtilizzare i social network comevetrina per lo studio

Sviluppare una strategiaper il futuroAvere chiara la direzione daprendere: analisi del mercato,settori su cui focalizzarsi,investimenti, assunzione difigure strategiche non legaliper accompagnare lo studionel percorso di svolta

Ingegnere. José

Paulo Graciotti ha

scritto «La

governance

strategica degli

studi legali».

A curare

l'edizione italiana

è stato l'avvocato

Marco Ferraro,

uno dei fondatori

dello studio legale

Fga

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IL GIALLODEI MUTUI

CON I TASSITRUCCATI

di Federico FubiniA volte anche la direzione generale Concorrenza

della Commissione europea dormicchia. Èmolto probabilmente la maggiore e più effica-

ce autorità al mondo a tutela della trasparenza e corret-tezza del mercato e dell'interesse dei cittadini, eppurein certi momenti fatica a imporre i propri criteri. Pren-dete per esempio la decisione del dicembre 2016, unanno e mezzo fa, con la quale multa Crédit Agricole,Hsbc e Jp Morgan Chase per aver formato un cartelloallo scopo di manipolare certi derivati che concorronoalla formazione dei tassi di mercato in euro. In partico-lare, quella intesa illecita avrebbe avuto come effet-to ultimo quello di manipolare YEuribor: il tas-so dei prestiti interbancari in Europa, cherappresenta la base di tutti gli interessiapplicati poi dalle banche su mutui eprestiti indicizzati alla clientela.Quella vicenda contiene ancora alcu-

ni lati non completamente chiariti eriguarda più o meno indirettamente unnumero enorme di contraenti di mutui e fi-nanziamenti in Europa e in Italia. Perchésono loro che potrebbero essere stati pena-lizzati dalle mosse illegittime di quelle banche,che furono condannate dalla Commissione europeaper aver formato un cartello. È per questo che oggi neitribunati italiani si trovano centinaia di ricorsi di con-sumatori con la richiesta di rimborsi degli interessipassivi in più versati indebitamente.

Ma andiamo con ordine. Nel caso di quella condannadel 2016, in gioco c'è la maggiore banca americana, lamaggiore banca britannica e una delle tre grandi ban-che francesi. Quel caso chiuso a dicembre 2016 è solo lacoda di un'indagine iniziata con un'ispezione dell'An-titrust Ue nelle sedi di una decina di grandi istituti nel2011. Quindi la prima svolta era arrivata nel 2013. Al-l'epoca altre quattro fra le banche coinvolte nel proce-dime nto avviato da Bruxelles -Barclays, Deutsche

Bank, Société Générale e Royal Bank ofScotland - rinunciarono a difendersi e deci-sero di accettare una transazione che riduce-va loro le loro condanne. Barclays, il gruppobritannico, godette di uno sconto totale an-che se aveva partecipato al cartello per ben32 mesi, perché aveva denunciato l'intesaillecita. Deutsche Bank ebbe invece 465 mi-lioni di multa e le altre qualcosa di meno.Quei due passaggi del 2o13 e del 2o16 sem-

bravano la fine di una vicenda pur clamo-rosa, un cartello segreto fra esponenti dei

colossi bancari per manipolare l'Euribor e diriflesso anche i tassi ai quali centinaia di milioni

di europei si finanziano in banca. Quel passaggio sem-brava la fine della vicenda, ma non sarebbe stato così. Ilprimo segnale lo si ebbe all'annuncio della decisionedi Bruxelles del 2016, quella che condannava CréditAgricole, Hsbc e Jp Morgan Chase. Fu lì che la Commis-sione Ue dormicchiò: non pubblicò il dispositivo giuri-

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dico della sua decisione. Al suo posto comparve unostrano annuncio sul sito della DgComp di Bruxelles:«Finché la Dg Comp e le aziende coinvolte sono impe-gnate nel processo di stabilire una versione della deci-sione che non contenga segreti industriali o altre infor-mazioni confidenziali - si leggeva - non sarà disponibi-le alcuna versione pubblica di questo testo». E l'avverti-mento continuava, sempre nel dicembre del 2016: «LaDg Comp sta cercando di risolvere questa que-stione al più presto, con l'obiettivo di arriva-

Ire a una rapida pubblicazione. Siete dun-que invitati a controllare l'attuale sezionedel sito della Dg Comp regolarmente, perrestare al corrente di ulteriori sviluppi».Le decine di milioni di consumatori euro-

pei che si sentissero danneggiati dagli effettidi quel cartello per la manipolazione dei tassi - fa-miglie e imprese indebitate i cui interessi passivi eranoagganciati all'Euribor - possono aver continuato a con-trollare il sito della Commissione Ue. Ma nulla è cam-biato. Appunto, anche l'Antitrust europeo a volte dor-micchia. Dopo trenta mesi, il testo di quella decisionestorica non è stato pubblicato. Non c'è. Quel documen-to è una base giuridica di enorme importanza, perchésudi esso potrebbero basarsi i ricorsi dei consumatoriche ritengono di aver pagato mutui troppo cari a causadi quella manipolazione. Ma, appunto, dopo ben dueanni e mezzo il testo non è mai stato pubblicato: casopiù unico che raro in un'amministrazione efficiente

come la Dg Comp.E dire che i ricorsi ci sono davvero: in Italia, centinaia.Ovviamente non sono contro Barclays, Jp Morgan,Deutsche Bank o le altre grandi banche protagonistedel cartello. Quelle sono solo alcune delle più rilevantinel gruppo fra i 20 e i 44 istituti che abitualmente defi-

niscono il livello dell'Euribor tramite leloro transazioni.

I circa duecento ricorsi esistenti inItalia (concentrati a Milano, Roma, inSardegna, a Bergamo e a Brescia) so-no animati dall'associazione SosUtenti e sono rivolti alle banche na-zionali che hanno praticato ai clientitassi basati su un Euribor «manipola-to» fra il 2005 e il 2008. Ovviamente glisportelli italiani non potevano saper-lo, ma era così. Ora i clienti chiedonodi essere rimborsati, e spetterebbe poi

a g 1 i istituti italiani rivalersi sulle grandibanche europee protagoniste del cartello. Il ca-so poi potrebbe allargarsi a migliaia di altri clienti oagli enti locali danneggiati dall'effetto tassi sui derivati.Ma per vincere, questi consumatori devono dimostra-

re che davvero il cartello ha prodotto tassi distorti a lo-ro sfavore. E per farlo occorre, come minimo, che la de-cisione di Bruxelles sia resa pubblica. E per ora non lo

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A volte l'Antitrust europeo sonnecchia: maipubblicato il dispositivo della decisione sul caso

Euribor che vide tra i protagonisti i maggiori gruppifinanziari europei ed internazionali, accusati di

manipolazione. E in tribunale si attendono ancorale istanze di molti risparmiatori

I duecento ricorsi esistenti in Italia sono controle banche nazionali che hanno praticato ai clienti

valori basati su un parametro «drogato».Non potevano saperlo. E quindi poi toccheràagli istituti tricolori rivalersi eventualmente

sui big che facevano parte del cartello

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II ritorno dei prestiti casaI mutui erogati per l'acquisto di abitazioni in Italia

5,06%

2007

0,66%

W, Lf1r1,2

m LA C1fV On -0 LnN Ui LO

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2008 2009 2010 2011

1,55%

2016 2017 2018

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 -0,23% -0 ,33% -0,33%

2012 2013 2014 2015 2016 2017

Il ballettoL'andamento dell'Euribor a tre mesi: dati trimestrali di fine periodo,

ultimo dato aggiornato al 6 giugno

S.F.

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D Sole28

0IS

zero si abbina ai contributi a fondoperduto.

In Toscana lo strumento è riserva-to ai professionisti. Si chiama «Fondoper la concessione di garanzie e dicontributi in conto interessi a favoredelle professioni» e, appunto, erogagaranzie sui prestiti e risorse a coper-tura degli interessi nei finanziamentiche i professionisti ottengono dallebanche. Regione che vai, requisiti chetrovi: attenzione, quindi, perché ognistrumento ha le sue peculiarità, fer-mo restando, questa volta per tutti, ilrequisito della territorialità. Bisognacioè dimostrare di esercitare la pro-pria attività nell'ambito della Regionea cui si chiedono le agevolazioni.

I bandi regionali. Aiuti a chi si mette in proprio, dai «single» al coworkingOltre al requisito della residenza può essere richiesto un business plan

Ufficio, pc e collaboratori:i contributi alle nuova attivitàChiara BussiFlavia Landolfi

S

iete liberi professionistie state pensando di av-viare un'attività? Aveteappena aperto una par-tita Iva e siete sommersidai costi?

Se la risposta è sì, sappiate che esi-stono strumenti specifici messi incampo dalle Regioni. Servono a co-prire, a seconda dei casi, parte dellespese per ilocali, gli arredi ole utenze,ma anche hardware, software, acqui-sizione di brevetti e investimenti inpubblicità. In qualche caso perfino icontributi peri praticanti e più in ge-nerale per i dipendenti. E sono riser-vati a chi gioca da solo, ma spesso an-che in coworking o in associazioni.

Risorse cofinanziate con i fondi UeFesr (Fondo europeo di sviluppo re-gionale) dedicate proprio alla fase de-licata del decollo, valide non solo perle imprese, ma anche per ilavoratoriautonomi. Dalla Lombardia al FriuliVenezia Giulia fino alla Toscana, IlSole 24 Ore ha selezionato tre bandiche possono rendere meno acciden-tatala strada di chi muove iprimipas-si. In "palio" c'è un totale di circa 18,5milioni con tipologie di finanziamen-to diverse a seconda della Regione.

In Friuli Venezia Giulia il bandodenominato «Supporto alle nuoverealtà imprenditoriali» prevede uncontributo a fondo perduto, pari al609;. della spesa ritenuta ammissibi-le, che non deve superare i loomilaeuro. Con «Intraprendo» in Lom-bardia l'agevolazione è combinata:il finanziamento agevolato a tasso

Occhio al business planNon solo. In Lombardiae FriuliVene-zia Giulia il neo professionista po-trebbe scontrarsi con uno scoglio nondi poco conto. I due bandi, infatti,hanno inserito tra i requisiti la pre-sentazione di un business plan, pro-

Pagina 12Foglio 1 1 2

prio come succede per le piccole emedie imprese. Il documento chiedetra le altre cose di descrivere la quali-tà, sostenibilità e potenzialità del pro-getto sul quale si chiede l'aiuto finan-ziario dei fondi comunitari. Chi staavviando o ha intenzione di avviareun'attività in FriuliVenezia Giulia de-ve compilare un documento di 14 pa-gine con il nome e la descrizione delprogetto, la localizzazione, il mercatopotenziale, l'analisi della concorren-za, le stime di fatturato e le previsionieconomico-finanziarie.

II bollino di qualitàStessa cosa in Lombardia: il modello

La platea. I di business plan scaricabile dal sitobeneficiari di Finlombarda, soggetto gestore didei bandi «Intraprendo», conta dieci pagine.regionali sono Per essere ammessi al cocktail diprofessionisti agevolazioni (finanziamento age-singoli, volato e contributo a fondo perduto)in coworking occorre anche ricevere un «endor-o in associazione sement» da parte di un cliente, un

collega, un'associazione professio-nale che sostenga la qualità dell'ideaprofessionale.

In Toscana lo strumento di garan-zie e contributi in conto interessi èstato ampliato: il plafond massimodei contributi è stato innalzato da13.500 a 25mila euro per professioni-sta, confermato invece a 4.500 europer praticanti e tirocinanti.

Il suggerimento, per tutti, dallaLombardia alla Toscana, passandoper il Friuli, è di fare molta attenzionealla documentazione da presentare.Non tutti ibandi sono a sportello main ogni caso la tempestività, è il casodi dirlo, paga.

c R!PRODUZIONERISERVATA

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nSoIenZS

AsPagina 12

ui(/ ' Foglio 212

18,5LA DOTEÈ il tesorettocomplessivo (inmilioni) messo sulpiatto daLombardia, FriuliVenezia Giulia eToscana per bandisull'avviodell'attività,destinati anche aiprofessionisti

TRE INIZIATIVE A CONFRONTO

I beneficiari

Le attivitàfinanziate

I requisiti

La dote

La tipologia

La domanda

LOMBARDIA

«Intraprendo»

Liberi professionisti lom-bardi per l'avvio o lo sviluppodi nuove attività

Spese per nuovo personale,beni strumentali materiali eimmateriali (marchi e bre-vetti), licenze, software,servizi di consulenza, affittodi locali, utenze (luce, gas,acqua, telefono, internet,commissioni di un'eventualegaranzia)

Giovani che vogliono entrareo over so che puntano areinserirsi nel mercato dellavoro. Più nel dettaglioprofessionisti in attività danon più di 24 mesi o aspirantiprofessionisti che si impe-gnano ad aprire una partitaIva entro 9o giorni dal decretodi assegnazione dei benefici

Circa g milioni di euro avalere sul fondo Fers afronte di uno stanziamentoiniziale di is milioni di cui 6milioni già concessi alla datadei 31 maggio

Agevolazioni combinate inun finanziamento agevolatoatasso zero e nel più classi-co finanziamento a fondoperduto

Esclusivamente onlinecollegandosi alla piattafor-ma Siage (www.siage.re-gione. lombardia.it).Per informazioni sul bando:[email protected]

FRIULI VENEZIA GIULIA

Supporto dellenuove realtà

Oltre ad aspiranti imprendi-tori anche lavoratori auto-nomi che intendono avviareun'attività oche l'hannoappena avviata

Affitto dei locali (anche incoworking),spese di ri-strutturazione dei locali,servizi e prestazioni spe-cialistiche, installazione diimpianti, progettazione,arredi, macchinari e attrez-zature, hardware e softwa-re, pubblicità, certificazio-ne di qualità

I professionisti devonoessere registrati da non piùdi 24 mesi all'agenzia delleEntrate;devono avere sede nelterritorio regionale alla datadi avvio del progetto

Complessivamente la Re-gione prevede per questobando una dotazione finan-ziaria di s,5 milioni di euro(fondi Fesr2014-2020)

Contributo a fondo perduto,pari al 6o% della spesaritenuta ammissibile, fino aun massimo di ioomila euro.L'importo non può superarei 200mila euro nell'ambito ditre esercizi finanziari

La chiusura finale del bandoè fissata al 21 dicembre2018. Previste anche duechiusure intermedie: 30giugno e 30 settembre.Domanda solo per via tele-matica dal sito internetwww.regione.fvg.it

TOSCANA

Fondoper le professioni

Giovani professionisti, prati-canti e tirocinanti, ordini,collegi professionali o asso-ciazioni (le ultime tre catego-rie possono accedere alla solagaranzia sui finanziamenti)

Acquisto di strumenti infor-matici, spese per l'avvio o losviluppo degli studi, benistrumentali anche innovati-vi, tecnologie, spese per lamessa in sicurezza dei localiin cui si svolge l'attività

I giovani professionistidevono avere al momentodella domanda un'età nonsuperiore ai 40 che si abbas-sa a 3o anni per i praticanti etirocinanti. Tutti devonoesercitare l'attività nellaRegione Toscana (almeno il6o% dei reddito professio-nale)

Su questa linea di interventosono allocate risorse per unmilione di euro

Contributi in conto interessifino al ioo%del prestito fino aun massimo di 25mila euro peri professionisti (4.soo europer praticanti e tirocinanti);garanzie gratuite fino a unmassimo dell'so%dei prestiti

Per fare domanda occorreaccreditarsi all'indirizzowww.toscanamuove.it eutilizzare la modulisticapubblicata sul sito. L'inoltrodei modelli compilati vaindirizzato via Pec a:mai [email protected]

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0.1L'EUROPA È PR0NI'A

PER IL NUOVO RINASCIMENTOLuca Jahier, l'italiano alla guida del comitato economico e sociale europeo,

ragiona di populismi e proteste, politici e nuovo governo di Roma

di Alexander Damiano Ricci

Luca Jahier è il nuovo presidente del Comitatoeconomico e sociale europeo (Cese), organoconsultivo dell'Ue di rappresentanza delle or-

ganizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro e dialtri gruppi d'interesse.Presidente Jahier, la settimana scorsa il nuovo

presidente del Consiglio italiano , Giuseppe Con-te, ha detto che Bruxelles è «casa nostra». Comevede il rapporto tra Roma e Bruxelles?«Le parole di Conte mi sembrano un ottimo punto

d'inizio. Ora spero che si contribuisca in modo co-struttivo».Sulla crisi migratoria e la riforma di Dublino pe-

rò il ministro dell'Interno Salvini ha già fatto lavoce grossa.«Dei toni risponde soltanto il ministro. Ma i conte-

nuti sono gli stessi della nota depositata al Consi-glio europeo dal precedente governo: già allora siribadiva come la proposta formulata dalla presi-denza di turno (Bulgaria, ndr) per modificare il re-golamento di Dublino fosse insufficiente».Perché gli italiani hanno la percezione che non

ci facciamo sentire a Bruxelles?«E frutto di una politica del doppio gioco. A Bru-

xelles non ci sono fucili puntati alla tempia. Su mol-te materie, si vota all'unanimità. Ma i politici torna-no in patria parlando di costrizioni».Il messaggio anti-Ue delle forze radicali non

conta nulla?«Ci sono partiti abili apersuadere gli sconfitti della

globalizzazione e chi si sente lontano dalle istitu-zioni».Una doppia dinamica che sembra difficile da di-

sinnescare ...«Eppure ci dimostra che, rispetto al passato, l'Eu-

ropa conta di più».Detta così sembra quasi che le cose vadano be-

ne.«No. C'è un problema serio legato al recupero della

fiducia nelle istituzioni europee da parte dei citta-dini».Come valuta la proposta della Commissione sul

bilancio pluriennale 2021-2027?«Ci sono buoni elementi, ma l'esercizio è insuffi-

ciente».Perché?«Vengono tagliate politiche virtuose, come quelle

di coesione e agricole. La lista della spesa minimadell'Ue vale almeno l'1.3%o del Pil continentale».Passiamo ai punti di forza...

«Le entrate proprie ora coprono fino al 12% del bu-dget e il 25%o delle spese è orientata al cambiamentoclimatico. Inoltre ci sono più risorse per Erasmus ecultura».Si sta anche parlando della possibilità di conce-

dere sostegni finanziari ai paesi che soddisfanole raccomandazioni in materia sociale del seme-stre europeo.«Una politica degli incentivi funzionerebbe me-

glio di questa condizionalità. Ma è il semestre euro-peo che va rivisto largamente».In che senso?«E nato per favorire lo sviluppo dell'agenda 2020

con obiettivi di crescita economica, protezione so-ciale e sostenibilità. Ma la crisi lo ha trasformato inun combinato di raccomandazioni e vincoli per lastabilità fiscale e riforme strutturali perla competi-tività».Però esiste anche un framework di indicatori

per il monitoraggio delle politiche sociali.«Nulla di vincolante».Cosa aspettarsi dopo Göteborg? Quali sono le

priorità del Cese in materia sociale?«Il pilastro europeo dei diritti sociali è un impor-

tante segno di impegno politico per il progresso so-ciale attraverso un rafforzamento dei diritti e lo svi-luppo di politiche e strumenti finanziari pertinentiper garantire che abbia un impatto positivo duratu-ro sulla vita delle persone. Un primo passo in que-sto processo potrebbe essere l'implementazionedel Piano dei diritti sociali nel quadro del semestreeuropeo. Il futuro del lavoro e il passaggio al lavoro4.o dovranno essere accompagnati da una transi-zione parallela al "benessere 4.0", ed è la società ci-vile che guiderà questo processo».Merkel ha sostanzialmente bocciato le idee di

Macron per la riforma dell'Uem . Cosa ne pensa?«Le proposte in campo non sono all'altezza. Oltre

all'Unione bancaria, servono capacità di interventonell'economia e politiche fiscali comuni. Rispettoal rapporto dei cinque Presidenti, anche le azionidella Commissione e di Macron rappresentano deipassi indietro».E quindi?«Il tempo ci sta sfuggendo di mano e l'Europa sem-

bra un vaso di coccio in mezzo ai mutamenti inter-nazionali. È un segno di irresponsabilità. Servonolungimiranza e pragmatismo».Più concretamente?«Prima dell e elezioni del Parlamento europeo del

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2019, va completata l'Unione bancaria e corretto ilsemestre europeo. Per l'Uem dobbiamo attenderela prossima legislatura».Come ci si muove in funzione delle elezioni?«Ripartiamo dalla dichiarazione di Roma del 2017

che ha definito una road map concreta. Esiste anco-ra una maggioranza che crede in un'Europa rifor-mata».Sindacati , società civile , imprese o politica: a chi

spetta l'iniziativa?«Ognuno si deve assumere le proprie responsabi-

lità. Il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, haben definito i ruoli nella agenda perla preparazionedel vertice di Sibiu, sotto presidenza rumena».Lei ha detto che all'Ue serve una «rEUneissan-

ce». Di cosa si tratta?«La congiuntura europea somiglia a quella che ci

, : ra. -ms eUF

Vis ions

fu tra il Medioevo e il Rinascimento, quando il ritor-no della cultura classica, lo sviluppo della scienza,l'operare di forze produttive (banchieri e mercanti)e lo sviluppo di nuove forme di governo ci fecerouscire dai secoli "bui"».È un bel paragone. Ma quanto c'è di attuale? Chi

sono gli intellettuali all'altezza di rEUneissance?«Più che intellettuali, serve uno sviluppo dell'inte-

ra sfera culturale, che peraltro può diventare un ba-cino di occupazione. Per quanto riguarda la scien-za, siamo di fronte a una trasformazione tecnologi-ca digitale che occorre governare».E chi sono le forze propulsive oggi?«Penso a quell'Europa fatta di persone che resisto-

no a chi vuole abbattere il processo di integrazio-ne».Servirebbe un leader all 'altezza ...«Non uno, ne servirebbero molti. Ma bisogna sco-

varli e metterli al centro di questo progetto. Penso aigiovani. A dire il vero, non sarebbe male se si ribel-lassero un po' di più».In un certo senso lo fanno già, votando per parti-

ti che criticano l'Ue.«Ai giovani non si possono presentare i conti della

serva. Iragazzi hanno bisogno di osare, di qualcunoche gli dica che possono cambiare il mondo. La no-stra classe politica ha smesso di affermarlo».

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7FServirebberogiovani leaderper vincerecontrochi vuoleabbattereil ,processoT integrazione

Al vertice Luca Jahier, 56 anni a dicembre, torinese è presidente dei Cese da aprile. È tra i fondatori dei Forum dei Terzo settore ed esponente di spicco delle Acli

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L' affare della cyber-sicurezzaNel mondo investiti 170 miliardiE la francese Thales mette a Firenze il controllo degli aeroporti

Lo scenario

di Raffaella PolatoDALLA NOSTRA INVIATA

wlEzy Non arrivano a Go anniin due. Normale: di professio-ne fanno gli hacker, e quella èpiù o meno l'età dei miglioricorsari informatici in circola-zione. Corsari per modo di di-re,.nel loro caso: Joan Mazence Thierno Barry sono in realtà«pirati etici». Nella cyber-guerra che noi non vediamo,ma che si combatte ogni gior-no e riguarda tutti noi da vici-no, sono schierati con l'eserci-to dei buoni. Cercano le falledel sistema - meglio: dei si-stemi - e attorno ci costrui-scono i fortini di difesa dagliattacchi dei cattivi.

Terroristi, mafie, ladri didati, criminali vari: c'è di tutto.In pochissimi minuti, Joan eThierno dimostrano con qua-le facilità quelle truppe possa-no entrare nei nostri cellulari,nei nostri tablet, nei nostri pc.Senza che noi ce ne accorgia-mo. E mettendo a rischio, ol-tre che la nostra privacy e lenostre carte di credito, tutti isistemi con i quali siamo col-legati: non è complicato, pergli stregoni neri del web, faredel singolo profilo la portad'accesso alla rete di un'azien-da, o di un aeroporto, o di unesercito vero.

Sono soltanto alcuni degliesempi possibili. Nella sede diVilézy, tra Parigi e Versailles, lesquadre della multinazionalefrancese Thales passano inrassegna praticamente l'interagamma. Patrice Caine, il nu-mero uno del gruppo (tra ileader mondiali nelle tecnolo-gie di sicurezza in ogni settore

chiave: tra i suoi clienti ci sonogoverni, la Nato, le maggiorireti infrastrutturali private epubbliche di una cinquantinadi Paesi), ha deciso di dedica-re il primo Media Day alla cy-bersecurity, e di farlo non acolpi di teoria ma attraversodimostrazioni pratiche. Peruna serie di buone ragioni.

La prima è che, forse per pa-ura di alimentare allarmismi,se ne parla poco. E' un errore:

nell'era in cui tutto è o saràpresto connesso, in cui i trenie le metropolitane e le auto siguidano (o si guideranno) dasoli dentro e tra una «città in-telligente» e l'altra, nell'epocadei droni che atterrano con iloro pacchi sulle nostre portadi casa e delle «nuvole» cheimmagazzinano tutti i nostridati, come ripete Caine «la cy-bersicurezza non è un optio-nal, è una condizione sine quanon: la rivoluzione digitale cipermetterà cose fantastiche,ma non sarà un mondo mi-gliore se non sarà un mondo

I numeri

• Thales ha unfatturatocomplessivo di15,8 miliardi(dati 2017), dicui i ricavistrettamentelegati allacybersecuritycontribuisconooggi per soli500 milioni

• Ma la quotaè destinata acrescere.Thales ha 7squadre"dedicate", 10milasviluppatori disoftware e 5mila cyber-ingegneri su 65mila dipendenti

sicuro».C'è chi stima - i dati sono

di Leonardo, l'ex Finmeccani-ca, in Italia partner di Thalesattraverso joint venture nelsettore spaziale - che per ar-rivarci si siano investiti 120miliardi nel 2017 e che la spesasia destinata a salire a quota18o entro il 2021. Sembra unacifra enorme. Non lo è ancora,se si considera che si riferisceal mercato globale e che foto-grafa probabilmente tutto(compresi i più comuni siste-mi antivirus). Quel mercato èperò certamente uno di quellia maggior tasso di crescita,anche e in particolar modo ailivelli più sofisticati, ed è dun-que ovvio che sia la "nuovafrontiera" dei numeri uno.Thales, per dire, ha un fattura-to complessivo di 15,8 miliardi(dati 2017) cui i ricavi stretta-mente legati alla cybersecuri-ty contribuiscono oggi per so-li 500 milioni. Lì, però, Caineha messo al lavoro sette squa-dre "dedicate", 1o mila svilup-patori di software e 5 mila cy-ber-ingegneri (sui 65 mila di-pendenti che il gruppo ha in56 Paesi), e il risultato è che

dalla crescita del 10% previstaper quest'anno "pensiamo dipoter arrivare e superare pre-sto il miliardo di euro, sui ven-ti di ricavi totali cui puntia-mo".

Thales Italia ha un ruolocentrale, nella geografia dellamultinazionale francese. E' aFirenze, per esempio, il cuoredelle competenze per le solu-zioni di sicurezza dei sistemiaeroportuali mondiali. Nontanto, o non solo, quelli chesperimentiamo di persona alcheck-in, poi ai varchi di con-trollo, infine all'imbarco. Il te-am di Marco Scarpa, qui aVélizy, mostra quello che noipasseggeri non vediamo. Lasimulazione di un attacco hac-ker alla rete informatica, qua-lunque sia la finalità (anchesolo chiedere un "riscatto",come hanno fatto con un'infi-nità di strutture pubbliche ipirati di "Wannacry": "Vogliopiangere", non a caso), non èun bello spettacolo. Può para-lizzare l'intero aeroporto. Labuona notizia è che i fortini diprevenzione e difesa funzio-nano. Quando ci sono.

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Patrice Caine,48 anni, daldicembre 2014numero uno delgruppo franceseThales, tra ileader mondialidei sistemi disicurezza inogni settorechiave

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Rivoluzione per i commercialisti . Preoccupazioni in vista delle scadenze, ma l'obbligo potrebbe «portare» nello studionuove informazioni. Con una opportunità: fornire al cliente servizi come controllo di gestione e auditing in tempo reale

E-fattura, la frontiera dei big dataValeria Uva

Drezzi, sconti, quantità, co-lori, preferenze e scorte:con l'arrivo della fatturaelettronica imposta atap-pe forzate, prima per car-buranti e subappaltatori

della Pa, e poi per tutto il B2B anche iprofessionisti fiscali possono entrarenell'era dei big data.

Avranno sottomano una massa diinformazioni, che se utilizzate al me-glio porebbero rivelarsi preziose: ol-tre alla politica dei prezzi e degli scontipraticati o ricevuti dai propri clienti,potranno produrre report sulle vendi-te, sugli articoli più gettonati o le scor-te di magazzino. Dati rielaborabili checonsentiranno se ben utilizzati (e pro-tetti) di fornire ai clienti nuovi serviziin tema di controllo digestione e audi-ting, ad esempio, in tempo reale e nonpiù a scadenze mensili o trimestrali.

«L'illusione che la fattura elettroni-ca farà aumentare i carichi di lavorodei professionisti durerà poco - preve-de Claudio Rorato, direttore dell'Os-servatorio sul tema del Politecnico diMilano - in breve tempo sparirannovari registri e dunque il lavoro dimi-nuirà, ma i professionisti potrannopresidiare tutto il flusso contabile». Inuovi big data potrebbero segnalare,ad esempio, prezzi di vendita odi ac-quisto non allineati con il mercato, do-cumentare il merito creditizio o aiuta-re l'elaborazione di business plan.

Robert Braga, commercialista"digitale" e formatore (nonchécomponente del forum sulla fatturaelettronica delle Entrate) sintetizzail passaggio epocale con unabattu-ta: «Possiamo smettere di fare gliscadenzometri e tornare a fare iconsulenti».

I punti criticiMa questo è il futuro. A oggi, a 206giorni dal i° gennaio e a meno di 20dallo step intermedio del i" luglio,l'arrivo della e-fattura viene vissutodalla maggior parte dei professionistifiscali come l'ennesimo tortuoso (e

costoso) adempimento, complice an-che lamemoriaancoravivadelle fati-che anche economiche sostenute peradeguarsi allo spesometro. I conti liha fatti il Consiglio nazionale dei dot-tori commercialisti: oltre il 9o% deiu8mila iscritti all'Albo svolge attivitàcontabile e fiscale di base; l'8o%di lo-ro, in particolare, trae la maggior par-te del fatturato proprio da questa atti-vità. A questi vanno aggiunti un nu-mero significativo di consulentiaziendali e tributaristi. In tanti quindisperano in una proroga. Non un rin-vio secco, ma «un'introduzione gra-duale, che tenga conto ad esempio disoglie dimensionali e che consentaanche alle imprese di avviare speri-mentazioni progressive» è la propo-sta che Massimo Miani, presidente delConsiglio nazionale commercialistivuole rilanciare anche al nuovo go-verno «pensando soprattutto agli stu-di più piccoli e alle piccole imprese, al-cune ancora senza mail».

Guarda caso, il mercato dei gestio-nali non è effervescente. Racconta ilpresidente di Assosoftware (170 so-cietà specializzate), Bonfiglio Mariot-ti: «Registriamo interesse, sì manonc'è ancora il boom delle vendite».

Proroga o no, comunque i profes-sionisti già alle prese con il crescentefai-da-te della precompilata ora de-vono scongiurare il rischio divedersi"scavalcati" anche dalla e-fattura. Ilmantra, tra convegni, spot e dimo-strazioni è sempre lo stesso: per so-pravvivere occorre trasformare que-st'obbligo in un'opportunità.

Gli strumentiIl Cndcec hamesso a punto un docu-mento in cui delinea un modello orga-nizzativo pensato per assistere le im-prese in contabilità semplificata (1,5milioni di clienti dei commercialisti).«Questi colleghi traggono fino al-l'8o% del fatturato dalle piccole azien-de - spiega Maurizio Grosso, consi-gliere Cndcec con delega all'innova-zione - abbiamo elaborato un modellodi gestione per traghettarli dall'analo-gico al digitale». Il documento mette

in filai principali passaggi per gestirein digitale tutto il ciclo attivo e passivodi fatturazione, sottolineando in par-ticolare i vantaggi di tagliare le fasi didata entry. In più, il Consiglio nazio-nale sta preparando una piattaformaperemettere e ricevere le e-fatture daoffrire gratuitamente agli iscritti. An-cot, invece, una delle associazioni deiconsulenti tributari, ha presentato neigiorni scorsi una piattaforma (Lisa)che consente di gestire il ciclo attivo epassivo anche da smartphone . «Il so-cio pagherà in base al numero di ac-count richiesti e non a fattura» spiegail presidente diAncot service, Celesti-no Bottoni aun prezzo definito «con-correnziale».

Di soluzioni naturalmente il mer-cato ne offre per tutte le tasche: dal kitdi base, l'app gratuita delle Entrate el'applicativo di Infocamere, fino aiprodotti di alta gamma. Le offerte sulmercato si basano su "pacchetti" difatture con un costo medio di 0,4-0,5centesimi l'una. Assosoftware ha ela-borato un gestionale con uno stan-dard "arricchito" che contiene più datidi quelli obbligatori e consente di im-portare in automatico la fattura nellaprima nota. A richiestasi può avere unhub di trasmissione integrato con ilservizio di inters cambio con modalitàtecnologiche potenti per invii massivi(e chat in tempo reale con i clienti).

Prodotti «top» peri grandi studi eper chi è disposto a investire parec-chio. Ma sul «business» generato daquesto adempimento l'associazionedelle software house non azzarda, perora, previsioni. «Molte aziende stan-no ancora rivedendo la politica deiprezzi - precisa Mariotti - perché lespecifiche tecniche sono state definitedapoco». Ed è di pochi giorni fa (sive-dail Sole 24 ore del7giugno) l'annun-cio che un'eventuale trasmissionedella fattura allo Sdi in lieve ritardonon incapperà in pesanti sanzioni.

RIPRODUZI ONE RIS ERVATA

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L'ORGANIZZAZIONE

La fattura elettronica costringerà arivedere anche i processi all'internodegli studi. Per arrivare preparatioccorre prestare attenzione adiversi fattori.FormazioneTutto lo studio deve partecipare aicorsi non solo sulla normativa maanche su firme digitali, privacy esicurezza informaticaRiunioniÈ opportuno prevedere riunioniperiodiche con tutti i collaboratoriper condividere lo stato diavanzamento e suggeriremiglioramentiRegole di salvataggioIn fase di impostazione dei processisi possono prevedere procedurescritte (sintetiche) e condividere laformazione e salvataggio dei file.Che tutti dovranno poter ricercare

1,3MILIARDIDI FATTURELa stimadell'osservatoriosu Ila e-fattura delPolitecnico diMilano suidocumenti dadigitalizzare ognianno. Il pesoeconomico del B2Bsi aggira sui 1.770

miliardi di euro

ILLUSTRAZIONE DI ANTONIO SORTINO

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Le nostre sono care. L'UnioneEuropea voleva più competizione,ma ha prorogato le concessioni

senza concorrenzadi Milena Gabanellie Ferruccio Pinotti

eanche fossero untappeto da biliar-do! Le nostre auto-strade sono le piùcare d'Europa. In

Germania, Olanda e Belgiosono gratuite; anche in Spa-gna per le Autovie, che copro-no quasi l'intera nazione, nonsi paga. In Austria e Svizzerabisogna invece fare un abbo-namento annuale che costarispettivamente 87,30 euro, e40 franchi (35,60 euro). InFrancia che ha una rete dioltre g.ooo km il sistema dipedaggi è simile al nostro, ba-sato sui caselli, ma meno ca-ro: Parigi-Lione sono circa450 km, e in auto si pagano33,30 euro. Lo stesso chilo-metraggio (per esempio Bolo-gna-Ventimiglia) in Italia co-sta 40,50 euro.

Le radici di questa disparitàaffondano nelle concessioni:oltre ai mille chilometri gesti-ti da Anas, per gli altri seimilachilometri le concessioni so-no 26, ma quasi il 70% se lospartiscono da anni due gran-di player. Il Gruppo Atlantia(Benetton), che controlla Au-tostrade per l'Italia e gestiscecirca 3.000 chilometri, e ilGruppo Gavio, che gestiscepoco più di 1.200 km. Gli altri1.65o sono gestiti da societàcontrollate da enti pubblicilocali e concessionari minori.La concorrenzaDopo continui richiami sul te-ma della concorrenza, Bruxel-les ha messo il dossier sul ta-volo della Commissione. Unanno fa lo Stato italiano è sta-to deferito alla Corte di giusti-zia per non avere messo a garala realizzazione dei lavori del-la Civitavecchia-Livorno, pro-rogando la concessione allaSocietà autostrada TirrenicaSpa, partecipata al 99% dal-l'Atlantia dei Benetton. Mal'appoggio ai signori delle au-

tostrade è sempre stato bipar-tisan. A partire dagli anni `90sono state rinnovate molteconcessioni, sia da governi didestra che di sinistra, me-diante proroghe anche di ol-tre vent'anni e senza gare pub-bliche. La contropartita è lapromessa di investimenti: pe-rò se si va a vedere nell'ultimarelazione attività del ministe-ro dei Trasporti si scopre chesuccede il contrario. Per l'an-no 2016 il valore degli investi-menti è 1.064 milioni di euro,il 23,9% in meno rispetto al-l'importo a consuntivo del-l'esercizio precedente. Anchela spesa per le manutenzioni ècalata del 7% rispetto al 2015.

Gallina dalle uova d'oroIl fatturato del 2017 del settoreautostradale è stato di quasi 7miliardi e l'83% dei ricavi arri-va dai pedaggi. Le concessionigenerano per lo Stato canonicomplessivi di oltre 841 milio-ni (dati 2016). Un business ric-chissimo per i privati, e non acaso la famiglia Benetton è intesta nella classifica delle ce-dole che le società quotatestaccheranno nel corso del2018, con quasi 377 milioni di

cietà controllate dai conces-sionari è un mercato stimabi-le intorno ai 3,5 miliardi dieuro. Le società che lavoranodi più «in house» sono Itineradel gruppo Gavio e la Pavi-mental del gruppo Benetton,cioè Autostrade per l'Italia. Lariforma dei lavori pubblici e ilCodice degli appalti 2016 ave-vano previsto, a partire dal 18aprile 2018, l'innalzamentodal 6o all'8o% della quota ob-bligatoria dei lavori da mette-re a gara. Era uno scherzo:nell'ultima legge di bilancio lasoglia è stata riportata al 6o%.Le tariffeL'attuale regime di prorogaprevede l'incremento annuodei pedaggi del 2,75% (oltre ildoppio dell'inflazione), untasso che la Commissione hachiesto di ridurre allo 0,50 .Molto alta la remunerazionedel capitale investito dai con-cessionari, prevista dalle leggiitaliane ancora in vigore: untasso di interesse del 7,95% al-l'anno. Mentre sul denaro chechiedono in prestito (anche aCassa Depositi e Prestiti) pa-gano l'1,7%.

La decisione dell'UeIl 17 maggio 2017 l'esecutivo

Gli investimentiII governo evita le gareai concessionari incambio di opere: ma gliinvestimenti calanodividendi. I 97 milioni in piùrispetto all'anno scorso sonoin gran parte frutto della par-tecipazione in Atlantia, che haulteriormente alzato la postadella distribuzione ai sociportandola da 0,97 a 1,22 europer azione (ovvero quasi 63milioni in più nella cassafortedella famiglia). Arrotondal'incasso dei Benetton la par-tecipazione in Autogrill (il cuidividendo è passato da o,16 a0,19 euro per azione).

I lavori «in house»L'affidamento dei lavori a so-

Ue ci aveva ricordato per l'en-nesima volta «che la prorogadi una concessione equivale auna nuova concessione» edunque va messa a gara. Dopouna trattativa durata un anno,il 27 aprile 2018 anche l'Euro-pa, tramite il Commissario al-la Concorrenza Margrethe Ve-stager, si è arresa accettandoun compromesso: disco verdein cambio di 8,5 miliardi diinvestimenti delle concessio-narie italiane.

Il piano, accolto in base allenorme Ue sugli aiuti di Stato,prevede la proroga delle duemaxi concessioni detenute daAutostrade per l'Italia (Benet-ton) e Società Iniziative Auto-stradali e Servizi (Gavio). Ilrinnovo delle concessioni do-

vrebbe consentire ai Benettondi portare a termine tempesti-vamente la cosiddetta «Gron-da di Genova», mentre la Sias(Gavio) finanzierà gli investi-menti necessari a concluderei lavori della Asti-Cuneo A33.In sostanza: Autostrade perl'Italia che già vantava unaconcessione rinnovata in au-tomatico fino al 2038, con ilconsenso dell'Ue se la vede al-lungata fino al 2042. Mentrequella di Gavio sulla A4 Tori-no-Milano gestita da Sias, chescadeva nel 2026, è stata pro-rogata al 2030. Altre conces-sioni scadono nel 2046 (Satspa) o nel 2050 (Sitaf spa, So-cietà Italiana Traforo MonteBianco).

SanzioniLa Commissione ha previstol'imposizione di sanzioni incaso di ritardi nel completa-mento lavori o di mancata re-alizzazione degli investimen-ti. L'Italia dal canto suo si im-pegna a introdurre dei massi-mali sugli aumenti deipedaggi e ad abbreviare di 13anni la durata della conces-sione di Sias per l'autostradaAsti-Cuneo, per poi mettere agara la tratta, insieme alla To-rino-Milano. Sul resto, chi vi-vrà vedrà. Certo, siamo statibravi ad ammorbidire l'Euro-pa, che per anni ha detto:«dovete costruire un regimedi vera concorrenza». Si puòbrindare all'ottimo risultatoportato a casa, forse non esat-tamente nell'interesse dei cit-tadini.

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Due grandi playerQuasi il 70 per centodella rete nazionaleè in mano a Atlantiae Gruppo Gavio

L'inchiesta

• «Dataroom»è la strisciacuratada Milena

affiancanoMilenaGabanelli inrelazione alleloro specifichecompetenze

Gabanelli • In questaper il «Corriere puntata, oggidella Sera» sul sito del

«Corriere»,• Le uscite vienesono quattro affrontato ilalla settimana tema dellesul sito Internet concessionie sulle pagine autostradali insocial del Italia, dove i«Corriere» pedaggi sono

più alti rispetto• Ogni puntata al restoospita un video dell'Europadi 3 minutia cui siaggiunge unapprofondi-mentocorredatoda graficie rimandoalle fonti

• «Dataroom»si avvale dellacollaborazionedi tutti igiornalisti del«Corriere dellaSera» che divolta in volta

Su Corriere.itLeggi online sulsito del Corrieredetta Sera tuttele inchiestedi MilenaGabanelliper la sezione«Dataroom»

DATAROOM di Milena Gabanelli

La rete Gestione privataautostradale 26 concessioni*italiana 6.000 km

GestA.N.

1.00

ioneA.S.0 km

Società70%

della rete privata controllate da entipubblici locali

Atlantia Gruppo e concessionarie(Benetton) Gavio minori

6 11 8concessioni concessioni concessioni A.N.A.S

3.020 km 1:200 km 1.650 km 1.000 km

*una non ancora in esercizio

(a(cunì riatti possono nsu[torernancanti o seconda dette fonti)

Fonte: ministero delle Infrastrutturee dei Trasporti

Reggio Calabria

l'incremento+2,75% medio annuo

dei pedaggi

II costo delle autostradeper gli automobilisti in Europa

0 Germania

Olanda

io1111 BelGratuite

g

Spagna(Autovie)

Austriaabbonamento € 87,30annuo

© Svizzera € 35,60abbonamentoannuo

" FranciaParigi-Lione € 33,30circa 450 km

ITALIABologna- €40,50Ventimigliacirca 450 km

Le concessioni prorogate dali'Ue

Autostrade per l'Italia(ATLANTIA)

A4 Torino - Milano(Gruppo Gavio)

w

Manutenzione(in milioni di euro)

720

-23,9% rispetto al 2015

2009 '10 '11 '12 '13 '14 '15 '16 2009 '10 '11 ' 12 '13 '14 '15 '16 CdS

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ISTRUZIONE SUPERIORE

Gli Itssi trasformanoin «Academy»

Come fare per legare di più, emeglio, imprese, territori,famiglie e studenti? La ricetta èsemplice. Si chiama «AcademyIts». L'idea, che verrà illustrataoggi, a Venezia Marghera, nelcorso del convegno cheConfindustria dedica alrilancio dell'unico segmentoterziario professionalizzante,non accademico , oggi presentein Italia, è già sperimentata,con successo , in alcune realtàdi Istituti tecnici superiori dieccellenza , come per esempio,l'Its Lombardia Meccatronica;e il Life Science a Bergamo (quii diplomati Its possonoprendere, con un ulterioreanno all 'università , la laurea iningegneria chimica).

Ma le "best practice" non sifermano solo al Nord Italia.Collegato al clusteragrindustria è l'Its Bio Campusdi Latina ; e a Bari è, da tempo,sugli scudi , l'Its Cuccovillo,legato alla Bosch.

La formula «Academy Its»consente di offrire servizi sumisura per ragazzi e lavoratori;affermando un brand neiconfronti di famiglie e territori.

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Dalla maturitàal primo impiego

Primo rapporto Miur su 1,7 milioni di studenti : in due anni trova un'occupazioneil 44% di chi esce dai professoniali , il 35% dei tecnici e l'11% del liceo classico

Il lavoro dopo il diploma premiado losolo gli studenti dei professionaliClaudio Tucci

1 primo contratto arriva in genere dopo 12 mesidal diploma; in un caso su due è a tempodeterminato (in media tre mesi - ma poi tende astabilizzarsi). I periti trovano lavoroprincipalmente nell'industria. Gli studenti cheescono dagli istituti professionali sono assunti in

gran parte nel settore dei servizi, ma qui si annidanoanche alcuni comparti industriali. A seguirel'agricoltura.

I diplomati dei licei scientifici segnano un"piccolo record": sono i più veloci a entrare incontatto con impiego - entro un mese risulta infatti"contrattualizzato" il 4,2% del campione (contro adesempio il 3,6% dei tecnici) -. Il Nord Italia siconferma "maggiormente ricettivo" nei confrontidei neo-diplomati: a parte il Trentino Alto Adige, conil 40,9%, superano il 30% di inserimenti Veneto,Emilia Romagna, Piemonte. La Lombardia, lo sfiora.Un po' a sorpresa, quasi tutte le regioni del Sud siattestano su un tasso di occupabilità di chi esce dallascuola secondaria intorno al 20 per cento.

A scattare la prima, inedita, fotografiasull'inserimento nel mondo del lavoro dei diplomatiè l'ufficio Statistica e Studi del ministerodell'Istruzione, coordinato dal dg Gianna Barbieri,che, per la prima volta, ha incrociato i propri archivi(sfogliando i dati contenuti pure nei Rapporti diautovalutazione) con le comunicazioni obbligatoriedel dicastero del Lavoro. In totale sono stati"osservati" 1.686.573 studenti diplomati, di tutti gliindirizzi, negli anni dal 2010 al 2013, andando, poi,ad analizzare i contratti attivati (e confermati) entro idue anni successivi dal conseguimento del titolo.

Ebbene, a livello assoluto, a due anni dal titolo le"performance" sono piuttosto diversificate: si oscilladall'U%di occupati tra chi esce dal liceo classico (siprosegue all'università) al 44,5% per i professionali (itecnici si attestano in una posizione intermedia, al35,4 per cento).

Certo, i dati non sono gli "ultimissimi". Nel 2015l'Italia ha iniziato a uscire dalla cri si, con un Pil in

ripresa; l'alternanza era appena divenutaobbligatoria. Ma ora il neo ministro Marco Bussettipotrebbe rivederla, rimodulando le ore in funzionedei singoli indirizzi, come previsto dal «contrattoper il governo» (l'auspicio è che comunque laformazione "on the job" resti una fetta importantedella didattica - così come lo è in tutti i principalipaesi nostri competitor, Germania in primis).

Rispetto al 2013-2015, poi, l'apprendistato per"studenti" oggi sta riprendendo quota, con maggioriattivazioni. «E va pertanto rilanciato - evidenzia ilvice presidente di Confindustria per il Capitaleumano, Giovanni Brugnoli -. La nostra propostal'abbiamo presentata lo scorso giugno. Va disegnatauna nuova filiera educativa che leghi, a doppio filo,alternanza e apprendistato a vantaggio di studenti eimprese. E facendo evolvere, entrambi gli strumenti,in chiave Industria 4.0».

Anche l'istruzione professionale a settembrecambierà pelle, puntando su più indirizzi, da 6 si salea 11, e un link più stretto con territori e mondo dellavoro. Per l'istruzione tecnica, riordinata nel 2010da Mariastella Gelmini, al momento il nuovoesecutivo "giallo-verde" non prevede stravolgimenti(anche perché non sembrano necessari, ndr).Meglio, perciò, qualche "ritocco": «Certamentequesto canale formativo "pratico" va collegato di piùe meglio con la cultura e l'economia dei territori econ le aziende», risponde il responsabile Scuoladella Lega, Mario Pittoni.

Insomma, i dati qui pubblicati, al prossimoaggiornamento, potrebbero riservare diversenovità. E, perché no, anche qualche sorpresa. Peresempio, in base alla fotografia scattata dal Miur, ilmondo del lavoro dopo il titolo premia ancora(troppo) i "maschi" e i diplomati con voti di maturitàpiù bassi. Nel corso degli anni osservati, inoltre,emerge pure la "tendenza" a un utilizzo crescentedel "tirocinio", in chiave di periodo di prova:dall'11,6% nel 2010, si passa al 20% del 2013. Chepotrebbe, in prospettiva, ridursi con nuovi (erobusti) sgravi su apprendistato e tutele crescenti.

ISTRUZIONE SUPERIORE

Gli Itssi trasformanoin «Academy»

Come fare per legare di più, emeglio, imprese, territori,famiglie e studenti? La ricetta èsemplice. Si chiama «AcademyIts». L'idea, che verrà illustrataoggi, a Venezia Marghera, nelcorso del convegno cheConfindustria dedica alrilancio dell'unico segmentoterziario professionalizzante,non accademico, oggi presentein Italia, è già sperimentata,con successo, in alcune realtàdi Istituti tecnici superiori dieccellenza, come per esempio,l'Its Lombardia Meccatronica;e il Life Science a Bergamo (quii diplomati Its possonoprendere, con un ulterioreanno all'università, la laurea iningegneria chimica).

Ma le "best practice" non sifermano solo al Nord Italia.Collegato al clusteragrindustria è l'Its Bio Campusdi Latina; e a Bari è, da tempo,sugli scudi, l'Its Cuccovillo,legato alla Bosch.

La formula «Academy Its»consente di offrire servizi sumisura per ragazzi e lavoratori;affermando un brand neiconfronti di famiglie e territori.

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II divario Nord Sud

Ripartizione per Regione dei diplomati che hannoattivato almeno un contratto nei due annisuccessivi al diploma

ITALIA 27,0

Trentino A . A. 40,9

Veneto 35,1

Emilia R. 34,6

Toscana 31,811

Marche 31,5

Friuli V. G. 30,1

Liguria 29,8

Sardegna 29,8

Piemonte 29,3

Lombardia 29,1

Puglia ...... 28,9

Abruzzo 27,5

Umbria 25,7

Lazio 25,1

Basilicata 22,5

Calabria . ............ 21,0

Campania 19,5

Molise 19,3

Sicilia 19,3

Nota: Valle d'Aosta dato non disponibile. Fonte: Miur 2018

Neoministro.

Nell'agenda di

Marco Bussetti,

che si è appena

insediato al

ministero

dell'Istruzione,

spicca il tagliando

all'alternanza

scuola-lavoro

obbligatoria: ore

riviste per

indirizzo

IL TEMAIN DUE NUMERI

per centoDominail tempodeterminato

• Quasi un rapportodi lavoro su dueavviato entro dueanni dal diploma è atermine

per centoI contrattistabiliarrancano

• I rapporti a tempoindeterminatorappresentanoancora una quotaminima dei rapportidi lavoro avviatientro due anni daldiploma

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Consulta . e Corte Europea sul casodel notaio che voleva iavorare troppoPAOLO DE MARTINIS NON SI VUOLE ARRENDERE. ÈSOTTO ACCUSA DA PARTE DEL CONSIGLIONOTARILE MILANESE: UNA SERIE DI AZIONIDISCIPLINARI E QUASI UN ANNO DI SOSPENSIONE

Patrizia Capua

Roma7 ultimo atto, aldilà della Corte costi-

L tuzionale investita dall'Antitrust, sa-rà ricorrere alla Corte europea contro la sen-tenza della Cassazione. Paolo De Martinis,napoletano di Fuorigrotta, 50 anni, notaio aMilano da vent'anni, con studi a Settimo Mi-lanese e nel centro del capoluogo lombardo,non si vuole arrendere. E sotto accusa da par-te del Consiglio notarile meneghino per'ec-cesso di lavoro'. Dal 2011, infatti, ha ricevutodal Consiglio una serie di azioni disciplinarie quasi un anno di sospensione.

«Sono stato fermo prima tre mesi e poi set-te. Con sette capi d'imputazione, sembravail maxi processo», racconta il notaio low cost,accusato di aver lavorato troppo. Il Cnm hacalcolato, infatti, che ci vogliono due minutiper leggere ogni singolo foglio di un atto nota-rile e che quindi un notaio non può fare piùdi quindici pratiche in un giorno. De Marti-nis ne faceva venti. Da qui le sanzioni, i recla-mi alla Corte d'Appello, i ricorsi in Cassazio-ne che, con la decisione ai primi di maggio asfavore di De Martinis, ha rilevato una'viola-zione del principio della personalità'. «Nonpossiamo accettarla - ribatte il notaio, secon-do cui nella sua professione non può esistereun limite massimo -, la sentenza tecnicamen-te non è corretta. La Cassazione ha ignorato

46, th

II notaioPaolo DeMartinis

tutte le risultanze prodotte. Per l'effettiva let-tura degli atti, noi abbiamo provato a direche si poteva desumere dalle testimonianze,otto sillabe al secondo per una persona dimedia cultura sono più che possibil ». La Su-prema corte invece gli ha dato torto.

«Sono uno stakanovista. Dalla liberalizza-zione, nel 2006, mi alzo la mattina alle sei - ar-gomenta De Martinis -, comincio alle 8,30 efinisco anche alle nove di sera. Gli atti sonofatti bene, mai ricevuto rilievi in sede ispetti-va, lo riconoscono anche loro, ma ne dannoil merito alla mia struttura. E se faccio unosconto è per andare incontro ai cli enti in tem-pi di crisi, quello notarile è un servizio che de-ve essere soddisfacente perle persone».

Ma non è finita. Già nel 2008 l'Antitrust,Autorità garante della concorrenza e del mer-cato, ha contestato il nuovo codice deontolo-gico del Cnm che fissava al tetto di 400 milaeuro l'anno gli introiti repertoriali dei notai,ritenendolo un limite al "confronto concor-renziale tra gli stessi e alla concorrenza diprezzo". Qualche giorno fa un'ordinanzadell'Agcm ha confermato l'uso sproporzio-nato e distorto del potere disciplinare daparte del Cnm per finalità perequative.L'Autorità presieduta da Giovanni Pitruzzel-la ha anche sollevato questioni di legittimi-tà costituzionale su un emendamento allalegge di Stabilità che prevede l'esclusionedelle azioni disciplinari dei consigli notarilidalla sfera d'intervento del Garante. Misuracontro la quale l'Agcm si era già appellata al-la Consulta, in quanto non solo impedisceai notai di ricorrere all' Antitrust, ma rischiadi provocare per il nostro Paese l'aperturadell'ennesima procedura di infrazione daparte di Bruxelles. Diversa la versione diAr-rigo Roveda, fino a marzo scorso presidentedel Cnm e firmatario di tutti gli atti controDe Martinis, secondo cui «la legge non am-mette che il notaio, pagato per il suo lavoroqualificato, lo faccia poi svolgere da altri.Quando questo è accaduto, ed è stato prova-to, i giudici hanno applicato le giuste sanzio-ni». Il Codacons, associazione dei consuma-tori, ha presentato un esposto in Procuracontro il Cnm, accusandolo di aver applica-to «una sorta di cartello per eliminare tutti glispazi di confronto tra i notai».

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si,SOLOI:AVORO

Notai Pagina 38

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Responsabilità civile. Il prezzo non è l'unico fattore rilevante quando si passa a un'altra compagniaLa «conoscenza pregressa» di fatti non dichiarati all'assicurazione può pregiudicare il risarcimento

Cambio polizza, attenti al passatoDaniele Cesarini

CCambiare polizza Rcprofessionale? Può ser-vire adue scopi: rispar-miare anche il 10 -20%

sul premio, se si sele-zionano le alternative

più economiche, oppure individuareun'assicurazione che includa garan-zie più adatte alle proprie esigenze,modificando ad esempio il massimaleo le coperture incluse in base all'espe-rienza. Ma ci possono essere dellecontroindicazioni importanti.

La pregressa conoscenzaIl nodo chiave risiede nella condizionedella "pregressa conoscenza". Le po-lizze Rc professionali possono esseredi due tipi:• a regime di loss occurrence, in baseal quale l'assicurato può presentarerichiesta di risarcimento solo se lapolizza era già invigore al momentoin cui si è verificato l'errore profes-sionale;• a regime claims made, con una re-tro attività che copre anche gli erroricommessi negli anni precedenti lastipula.

Oggi, quasi tutte le polizze Rc pro-fessionali prevedono la clausola clai-ms made, con retroattività plurian-nuale o illimitata. Questo potrebbetranquillizzare chi valuta di cambiarepolizza; se ne sceglie una retroattivae anche se la colpa risale ad anni pri-ma, il rimborso è garantito. In realtà,non è così.

Qui entra infatti in gioco la "pre-gressa conoscenza", che rappresentaoggi una delle prime cause di rigettodelle richieste di risarcimento. Nelcontratto di assicurazione si richiede,infatti, se l'assicurando sia o menoconsapevole di circostanze o eventiche possano in futuro dare origine a

richieste di risarcimento.Fabrizio Callarà, presidente e ad di

Aec Underwriting e broker Lloyd's, ri-leva che «la domanda è estremamen-te vaga, e ricomprende qualsiasi attoo fatto noto all'assicurato da cui po-trebbe nascere unarichiesta dirisar-cimento. E molto facile che un profes-sionista abbia conoscenza divicendecui non attribuisce lì per lì importan-za, mache si rivelano poi foriere di ri-chieste risarcitone a mesi o annidi di-stanza, e che in assoluta buona fedenon le segnali nel questionario».

Una volta provatala pregressa co-noscenza, anche un assicurato con re-troattività illimitata sivedràrigettarela richiesta di risarcimento dall'assi-curazione. «Il rischio - aggiunge Cal-larà - è che per risparmiare sul pre-mio, cambiando polizza ci si ritrovi, difatto, senza copertura assicurativaper gli anni passati».

Risparmiare sul premioI vantaggi monetari legati al cambiovariano molto in base ai parametri dicalcolo del premio: categoriaprofes-sionale, età, ruolo in uno studio o co-me libero professionista, fatturatoannuo, coperture desiderate. In me-dia, a parità di condizioni, e a patto dinon avergià scelto l'opzione più eco-nomica, il risparmio tramite un con-fronto di mercato è pari al 10-20% cir-ca, con ampie fluttuazioni tra catego-rie e profili professionali. Ma si puòapprofittare della scadenza del con-tratto per rinegoziare il premio maga-ri avendogiàun altro preventivo? «C'èun certo margine - conclude Callarà -ma difatto queste polizze vengono giàaggiornate ogni anno sulla base delfatturato, dei lavori effettuati e sullacondizione lavorativa dei professio-nisti». «Insomma - conclude - ognicontratto va ricalibrato su misura».

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Polizze assicurative Pagina 39

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I PASSAGGI TRA MASSIMALI E SCADENZE

Scadenza e tacito rinnovo

Le polizze Rc professionali hannotipicamente durata annuale e nonprevedono penali di recesso anticipato.Disdire una polizza prima della scadenzadopo aver pagato un premio annuo non èconveniente. Per alcune polizze vale il

tacito rinnovo, per altre no. Se alla finenon si cambia polizza, e ci si dimentica ilrinnovo di quella in scadenza, ci si puòtrovare sospesi dall 'esercizio dellaprofessione , come è accaduto a 400intermediari assicurativi all'inizio del 2018

Copertura legale

Spesso si assume che le copertureriguardino tutte le spese, mentre alcunevoci non sono comprese , come gli oneriper i processi penali. Inoltre tutti gliesborsi vanno anticipati di tasca propriain attesa del rimborso. Se vi è

Risparmio in convenzione

La convenienza delle polizze offerte daordini, associazioni e casse professionalideriva dal numero di contratti attivabili. Inmolti offrono convenzioni con lecompagnie assicurative per i propri

contestazione del sinistro da partedell'assicuratore, inoltre, si può esserecostretti a sostenere ulteriori spese perun'eventuale procedimento contro lasocietà

iscritti. I vantaggi sono sia economici, conrisparmi tra il io e il 20% rispetto aiprezzi di mercato, e in alcuni casi anche dicoperture visto che queste polizzeoffrono garanzie più ampie e uniformi

L'estensione postuma della polizza

La legge 124/2017 ha sospinto il settoreverso l'introduzione dell'estensionepostuma della polizza, per coprire anche ireclami presentati fino aio anni dopo lachiusura del contratto (a fronte di unpremio maggiorato). La clausola restacomunque facoltativa per il

i I massimale da adeguare

Le esigenze di ogni professionistapossono essere molto diverse.L'obbligatorietà dell'Rc professionale èstata istituita non solo per proteggere ilpatrimonio dell'assicurato dinanzi aisinistri, ma anche per tutelare il diritto deiterzi a essere rimborsati. Sottoscrivere

professionista ed è di fatto collegata allacessazione dell'attività professionale,rendendola inutile ai fini del cambiopolizza. Meglio selezionarla solo se si è inprossimità della fine della carrieraprofessionale

una polizza con un massimale troppobasso può rispettare la forma della legge,ma non la sostanza. Ed espone a rischi diperdite anche importanti

I POSSIBILI

VANTAGGIII cambio di polizzaRc professionalepuò presentaredue benefici:ridurre l'importodel premio eincludere clausolepiù adatte alleproprie esigenze

NGLI ELEMENTI

CRITICISe il professionistanon segnala nelquestionario fattigià avvenuti perchéli ritienetrascurabili, rischiadi trovarsi senzacopertura proprioper gli anni passati

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LA FORMULA « DEEMING»

La clausola-paracaduterende certa la coperturaE assolutamente normale, e

a volte auspicabile, che unprofessionista decida dicambiare polizza Rc

professionale nell'arco di anni odecenni di attività». Questo ilparere di Giorgio Moroni,responsabile specialtyprofessional services del gruppoassicurativo Aon, secondo cui ladecisione può dipendere da dueragioni principali. La prima è chela compagnia di riferimentodecida di non rinnovare la polizza,magari perché ha scelto diabbandonare il campo delleassicurazioni professionali.

Il secondo caso è perché sivogliono migliorare le condizionidi polizza o ridurre la spesa. «Mabisogna avere l'assoluta certezzadi ottenere condizioni migliori ecoperture più ampie, un requisitonon sempre facile da appurareperché questo tipo di polizze è tra ipiù complessi in assoluto»,aggiunge Moroni.

Anche per questo, la maggiorparte dei professionisti che scegliedi cambiare si orienta versoassicurazioni convenzionate conle associazioni nazionali, le cassedi previdenza o gli ordini. «Sonopolizze che permettono dirisparmiare dal 10-20% fino al40%, offrono condizioni ampie acui è difficile accedere con icontratti individuali, e spessocomunicano anche in trasparenzale statistiche sulla sinistrositàdella categoria», spiega Moroni.

L'esperto consiglia anche difare attenzione a una clausolapoco nota: la deeming clause.«Supponiamo che un assicuratocomunichi alla compagnia unacircostanza nota che potrebbedare adito a un sinistro. Poicambia polizza, e il sinistro ineffetti si verifica. Ebbene, laprecedente compagnia diassicurazioni potrebbe rifiutarsi

di coprire il sinistro perché insortodopo il periodo di copertura. Lanuova società invece potrebberifiutarsi perché l'assicurato giàsapeva della circostanza che hagenerato il sinistro».

La clausola deeming fa sì che lasemplice comunicazione di unacircostanza o evento generil'apertura di un sinistro, in formacautelativa. Una pratica chepotrebbe anche rimanere senzaseguito, ma che garantisce unacopertura futura dell'assicuratoanche in caso di cambio polizza.

I prodotti in convenzionecon Ordini e Casseconsentono risparmimedi intorno al 10-20%

«Questa clausola è cosìimportante che, in sua assenza,varrebbe la pena cambiare polizzaanche solo per ottenerla»conclude Moroni.

Per Lorenzo Sapigni,rappresentante generale perl'Italia di Cgpa Europe,l'assicurazione per intermediariassicurativi, «il legislatore hariconosciuto a questeassicurazioni un'importanzasociale, rendendole obbligatorie.Quindi le compagnie devonogarantire protezioni adeguate: lepolizze claims made dovrebberosempre avere reversibilitàillimitata». Sugli altri fattori,Sapigni ammonisce: «Il premio èimportante, ma non può influiretroppo sulla scelta. Le variabilisono molte e cambiano nel corsodella vita lavorativa. Meglio alloraaffidarsi a un intermediarioprofessionista perlaselezione».- Da.Ce.

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Privacy, una tutela facile facileIl reclamo al Garante è diventato gratuito. Mentre enti pubblici e impresetitolari del trattamento dei dati sono obbligati a rispondere in tempi brevi

DI MARINO LONGONI

m1ongo [email protected]

J1 nuovo regolamento europeo sullaprivacy, operativo dal 25 maggio, hacertamente reso più semplice la pre-sentazione di un ricorso al Garante.

Per un semplice motivo : non si paga nulla.Fino a un mese fa, invece, bisognava sbor-sare almeno 150 euro di diritti di segrete-ria. Inoltre ci si può rivolgere al titolare deltrattamento, e le norme sono congegnate inmodo tale da obbligare le imprese a rispon-dere piuttosto celermente, per non correreil rischio di sanzioni pesantissime , fino a 20milioni di euro o al 4% del fatturato . La con-seguenza inevitabile è che i circa 300 ricorsiche ogni anno venivano presentati al Ga-rante si moltiplicheranno nei prossimi anniin modo consistente . Idem per le richieste diesercizio dei diritti presentate ai titolari deltrattamento dati.

Dal punto di vista delle imprese di mag-giori dimensioni o di quelle che trattanoun numero significativo di dati personali,questo si tradurrà in un aumento dei costi:in molti casi sarà necessario prevedere oimplementare l'ufficio reclami o l'ufficio re-lazioni con il pubblico. E per le società consedi in diversi paesi europei , il problemasi moltiplica perché è facile prevedere unaeuropeizzazione dei ricorsi . Nel senso chel'impresa italiana potrebbe essere chiamataa rispondere anche a un ricorso presentatoal Garante di un paese europeo nel quale hauna attività che comporta il trattamento didati . Fino ad oggi, se la sede era italiana, il

ricorso poteva essere presen-

tato solo al Garante italiano.

Sarà inevitabile anche il for-marsi di una giurisprudenzaeuropea, perché i garanti ditutta l'Unione dovranno coor-dinarsi tra di loro per prende-re delle posizioni non contrad-dittorie.

Dal punto di vista del citta-dino che ritiene violato un suodiritto ci sono quindi tre possi-bilità di azione . Può rivolgersiall'impresa che ha effettuatoil trattamento dei suoi dati epresentare la sua richiesta uti-lizzando il modello predispo-sto dal Garante della privacy.A questo punto la contropartesarà tenuta a dare una rispo-sta in tempi piuttosto brevi(un mese) se non vuole correreil rischio di sanzioni molto pe-santi, come si è visto sopra . Anche nel casola risposta sia negativa , dovrà aver cura disegnalare che il cittadino può comunquerivolgersi al Garante o al tribunale per farvalere il suo (presunto) diritto. Non potrà es-sere addebitato alcun costo per l'attività ne-cessaria a fornire una risposta , salvo il casodi richieste emulative o insistenti.

La seconda opzione è quella di presenta-re un ricorso al Garante il quale può ordi-nare all 'impresa di tenere o non tenere uncerto comportamento , oppure rigettare ilricorso. Attualmente la percentuale dei ri-corsi respinti è di poco superiore alla metà.

Attenzione, nel passato regime il mancatoriconoscimento del diritto da parte del ti-tolare del trattamento non lo esponeva allasanzione amministrativa , oggi invece sì. Peresempio, se vado dal Garante e lamento chel'impresa non mi ha dato i miei dati , questipuò aprire un fascicolo parallelo per irroga-re una sanzione amministrativa . Cosa chefarà certamente una volta accertata la vio-lazione di un diritto . Il vantaggio di questotipo di procedimento è che, oltre a essere di-ventato gratuito , si conclude mediamente in3 o 4 mesi . Per la verità il termine di leggeprevisto dal codice della privacy era addirit-

tura di 60 giorni , ma viene quasisempre derogato.

In alternativa al Garante puòessere esperito il ricorso in tri-bunale, ma questo procedimen-to presenta alcuni svantaggi, inprimo luogo il costo del contribu-to unificato . Inoltre i tempi sonomolto lunghi e non c'è una grandegiurisprudenza che consenta direndere prevedibile l'esito del ri-corso. In pratica conviene solo incaso di richiesta di risarcimentodi danno, altrimenti meglio pas-sare dal Garante.

Un esempio concreto. La crona-ca dei giorni scorsi ha segnalatola vicenda di Facebook pescata avendere in modo illegittimo i datidei propri utenti. Chi si sentisseleso nei propri diritti potrebbe aquesto punto rivolgersi diretta-mente al social network per chie-

dere l'acceso ai propri dati e le modalità ditrattamento degli stessi . Se l'azienda nonrisponde ci si può rivolgere al Garante ita-liano senza bisogno di inoltrare la domandaa quello del paese dove l'azienda ha la suasede. In teoria ci si può rivolgere anche altribunale per chiedere il risarcimento deldanno non patrimoniale , ma bisogna forni-re la prova e la quantificazione del dannosubito e nella maggior parte dei casi questopotrebbe essere inferiore al costo del proces-so. Più realistica , anche se più complessa, lapossibilità di instaurare una class action.

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La tutela dei dati

Piccoli divisi tra il fai-da-tee il super esperto di privacyAntonello Cherchi

è un nuovo sistema dellaprivacy che dal 25 mag-gio si "aggira " per l'Eu-ropa. È quello dettato

dal regolamento Ue 679 del 2o16. Pergli studi professionali è cambiatoqualcosa? Dipende. Dipende dallagrandezza dello studio, dal tipo didati personali gestiti, da come fino aoggi (meglio, fino al 25 maggio) erastato affrontato il tema della privacy.

Perché - non dimentichiamolo -la tutela dei dati personali non èun'assoluta novità. Nel nostro Paesesi è iniziato a parlarne, sempre sullascia di indicazioni europee, oltrevent'anni fa. Il regolamento opera,in generale, un riposizionamentodel problema.

Dunque, gli studi professionalidovrebbero essere ormai abituati adadempimenti come l'informativa ela richiesta del consenso. Anche conle nuove disposizioni Ue, la strutturadi questi due obblighi non cambia, aprescindere dalla grandezza dellostudio. La regola generale è chequando si raccolgono informazionipersonali, si deve comunicare all'in-teressato (ovvero, la persona a cuiquelle informazioni si riferiscono) ilmodo in cui i dati personali vengonogestiti, per quali finalità, per quantotempo vengono conservati. In quellasede l'interessato va anche informa-to dei propri diritti. L'informativadeve essere chiara, sintetica e fornitain modo tale che ne resti traccia.

All'informativa deve seguire la ri-chiesta del consenso: se lo studio ac-quisisce i dati non solo per motiviprofessionali, ma anche con l'inten-zione, per esempio, di inviare perio-dicamente al cliente una newsletterper tenerlo al corrente di altre inizia-tive, deve chiederlo espressamente.Il consenso deve essere scritto o co-munque documentabile e differen-ziato, nel senso che l'interessato de-ve essere messo nelle condizioni di

poter dire "sì" a una richiesta e "no"a un'altra.

Una novità introdotta dal regola-mento è la figura del Dpo, il respon-sabile della protezione dei dati. Sitratta della persona che deve moni-torare l'applicazione delle nuove di-sposizioni e fare da tramite tra il da-tore di lavoro - dunque, il professio-nista - e il Garante della privacy.

Negli studi professionali è obbli-gatoria la presenza del Dpo? Qui en-tra in ballo la grandezza dello studioe il tipo di dati gestiti. In linea dimassima, se lo studio è piccolo - peresempio, singolo professionista esegretaria - e non gestisce su largascala dati sensibili o giudiziari, la de-signazione del Dpo non è necessaria.Per quanto, al riguardo, il Garantedella privacy abbia precisato che ècomunque raccomandabile preve-dere tale ruolo. E questo perché ècambiatala filosofia della protezio-ne dei dati.Chiunque - dunque, an-che i professionisti - devono seguireil principio della responsabilizzazio-

L'OPZIONE -CONSULENTE

Proteggere i datiSe non ci si reputa abbastanzaferrati in materia di privacy osiritiene che l'investimento ditempo necessario per aggiornarsisia poco conveniente, la soluzioneè rivolgersi a un consulenteesterno. In questo caso bisognainserire nel budget una spesa cheparte da almeno un migliaio dieuro e che varia a seconda degliinterventi richiesti. Al consulentesi può chiedere, per esempio, dipredisporre tutta la modulisticanecessaria per l'informativa e larichiesta del consenso oppure difare una valutazione delle misuredi protezione indispensabili perfar dormire sonni tranquilli altitolare dello studio

ne: «Non aspetto che qualcuno midica come tutelare la privacy dei mieiclienti, ma mi muovo in autonomiae faccio tutto ciò che ritengo adegua-to per garantire quel risultato».

L'altra faccia dell'accountabilityè la capacità del professionista dispiegare e documentare al Garante- in caso di perdita o violazione deidati personali dei propri clienti - chei passi compiuti e le misure messe incampo per proteggere la privacydello studio erano quelle giuste e inlinea con le soluzioni tecnologichedisponibili.

Un versante più difficile da deci-frare può essere quello del registrodei trattamenti, altra novità previstadal regolamento. Qui c'è una nettalinea di demarcazione che fa scattarel'obbligo, che non si applica alle im-prese e alle organizzazioni con me-no di 25o dipendenti. Dunque, glistudi professionali dovrebbero esse-re esenti. C'è, però, una "postilla" dinon poco conto: il registro dei tratta-mentiva comunque previsto quan-do i dati personali gestiti possonopresentare un rischio per i diritti e lelibertà dell'interessato o quando sitratta di informazioni sensibili o re-lative a condanne penali o reati.Dunque, anche il titolare del piccolostudio dovrà fare tale valutazione.

Come può il professionista met-tersi al passo con queste prescrizio-ni? Semplicemente continuando, inlinea di massima, a gestire la privacycome ha fatto fino al 25 maggio: in-formativa, consenso, misure di pro-tezione dei dati non richiedono alcu-no stravolgimento dell'organizza-zione dello studio. Si può, sempreche si abbiano le competenze, sce-gliere di adottare il fai-da-te (ancheil Dpo può essere un profilo internodello studio, purché libero da con-flitti di interessi) o rivolgersi a unconsulente esterno.

Ma ciò a cui ci si deve prepararesono adeguamenti, non rivoluzioni.

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R F . Pagina 54155Foglio 1 1 2

Crescono i morti sul lavoromail: "I sistemi di tuteladevono essere certificati"NEI PRIMI TRE MESI DEL 2018SI SONO REGISTRATE 212DENUNCE DI INFORTUNI CONESITO LETALE, CONTRO LE 190DEI PRIMI TRE MESI DEL 2017.L'ISTITUTO INDICA LA STRADA:"OGGI È NECESSARIO CHE GLISTRUMENTI DI PROTEZIONESIANO VAGLIATI E PROMOSSIDAGLI ENTI ACCREDITATI"I CASI CALEREBBERO DEL 16%

Marco Frojo

Milano

Alcune recenti notiziehanno riportato l'atten-

zione sugli incidenti sul lavo-ro, una piaga che, al di là deisingoli episodi, mostra untrend in peggioramento. Se-condo il bollettino trimestraledell'Inail, nel periodo genna-io-marzo di quest'anno si so-no infatti registrate 212 denun-ce di infortunio con esito mor-tale, contro le 190 dei primi tremesi del 2017. L'aumento ri-guarda principalmente gli uo-mini, il cui numero di decessiè aumentato di 20 unità, men-tre per quel che riguarda ledonne i casi sono passati da30 a 32. Gli incidenti mortalisono cresciuti nel Settentrio-ne (+40% nel Nord-ovest e+22% nel Nord-est), mentrehanno mostrato un calo alSud (-20%) e nelle Isole(-24%). Va però anche dettoche l'aumento è dovuto so-prattutto agli incidenti avve-nuti "in itinere", ovvero nelpercorso fra casa e lavoro, chesono passati da 43 a 67(+56%). Inoltre il peggiora-mento è avvenuto negli ultimianni, mentre se si allunga il pe-riodo di analisi si registra undeciso miglioramento. Le re-gioni che mostrano diminu-zioni di oltre dieci punti per-centuali rispetto al periodogennaio-marzo 2017 sono: l'A-bruzzo (-79%), la Puglia(-50%), la Toscana (-40%), laLiguria, (-40%), la Sicilia

(-33%) e il Friuli Venezia Giu-lia (-16,67%). Si rileva, inoltre,una diminuzione al di sottodei dieci punti percentuali inCampania (-8%), dove si regi-stra un caso in meno.

Sotto il profilo della nume-rosità si segnalano: 15 casi inmeno in Abruzzo, 6 in menosia in Sicilia e in Toscana, 4 ca-si in meno in Liguria e in Pu-glia. Nelle province autono-me di Trento e Bolzano dove,nel periodo gennaio-marzo2017 non si erano rilevate de-nunce, c'è un solo caso denun-ciato a Trento. Tra le regioniche hanno registrato aumentici sono: la Lombardia, dove so-no stati denunciati 14 casi inpiù, il Lazio e il Piemonte, ri-spettivamente con dieci e no-ve denunce in più, l'Emilia Ro-magna e la Calabria dove, inentrambi i casi, si rilevano seidenunce in più, il Veneto (+4)e la Basilicata (+3).

La stessa Inail, in un altrodocumento realizzato in colla-borazione con Accredia e l'As-sociazione Italiana CulturaQualità (Aicq), indica la stra-da per ridurre significativa-mente il numero degli inci-denti: la prevenzione basatasui sistemi di gestione certifi-cati sotto accreditamento. Se-condo i dati dello studio, infat-ti, il passaggio da un livello disicurezza base a un livello di si-curezza certificato comportauna riduzione pari a circa il16% degli infortuni, che nel40% dei casi sono meno gravirispetto a quelli che avvengo-no nelle aziende non certifica-te. L'entità di queste riduzio-ni, però, può variare sensibil-mente a seconda del settoredi attività preso in considera-zione.

In quello del legno, peresempio, il calo della frequen-za degli infortuni nelle azien-de certificate è solo del 7%,mentre l'indice che ne misurala minore gravità tocca il 61%.Il tessile, invece, registra una

riduzione del 10% dell'indicedi frequenza e del 30% di quel-lo di gravità. «L'analisi pro-mossa dall'Istituto Nazionaleper l'Assicurazione contro gliInfortuni sul Lavoro insiemead Accredia e Aicq è un primorisultato utile per individuarei fattori prevalenti che hannocondotto le imprese sulla stra-da della certificazione e perva-lutare gli esiti di questa pro-pensione alla qualità - spie-ga Massimo De Felice, presi-dente dell'Inail - È un risulta-to che apre a domande e curio-sità, sollecitando l'arricchi-mento della base informativa,il controllo intertemporale, l'a-nalisi di causalità».

Nell'ultimo triennio sonoaumentate di un terzo il nume-ro delle aziende che hannoscelto di certificare sotto accre-ditamento il proprio sistemadi gestione della salute e sicu-rezza sui luoghi di lavoro (Sg-sl). La nonna di riferimento fi-nora è stata lo standard britan-nico OHSAS 18001, emanatonel 1999 e rivisto nel 2007, cheè destinato a essere sostituitodalla nuova certificazione in-ternazionale UNI ISO 45001,pubblicata lo scorso 12 mar-zo.

Un'indagine qualitativa suun campione di 311 aziendecertificate secondo la normaBS OHSAS 18001, condotta daInail, Accredia e Aicq, ha rile-vato che quasi la totalità delleimprese (98,4%) in seguito al-la certificazione del proprio si-stema di gestione ha verifica-to un miglioramento delle pre-stazioni in sicurezza, misura-te attraverso il numero di in-fortuni e malattie professiona-li (74,6% dei rispondenti) e deimancati infortuni (70,1%), leore di formazione (63,3%) e lenon conformità gestite(55,6%).

«Nella maggioranza dei ca-si la scelta di certificare il siste-ma di gestione deriva da un'i-niziativa della direzione azien-

dale e, nei settori delle costru-zioni e del commercio, dalla ri-chiesta del mercato - affer-ma Claudio Rosso, il presiden-te di Aicq - Il miglioramentodi immagine per l'impresa cer-tificata rispetto ai propri clien-ti, ma anche rispetto al grup-po industriale di appartenen-za, è un asset per l'aziendache porta con sé un importan-te ritorno di competitività. Al-lo stesso tempo, circa un terzodelle imprese certificate rilevaun limite a una maggiore diffu-sione della certificazione nel-la scarsa conoscenza dei bene-fici, a cui si aggiunge, per leaziende del settore delle co-struzioni, un'elevata inciden-za dei costi iniziali».

Dall'analisi regionale deidati sulle aziende certificateper la norma BS OHSAS18001 si rileva una maggioreattenzione al tema della ge-stione della sicurezza sul lavo-ro in Valle d'Aosta (24,9% sultotale delle imprese certificateper i sistemi di gestione), Ligu-ria (18,5%), Friuli Venezia Giu-lia (17,0%) e Trentino Alto Adi-ge (14,7%) nel Settentrione, inUmbria (15,4%), Marche(14,6%) e Toscana (14,5%) nelCentro, mentre al Sud spicca-no Molise (13,5%), Basilicata(13,1%) e Puglia (12,8%).

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R F .

GLI INFORTUNI MORTALI PER REGIONENumero di denunce periodo gennaio-marzo 2018

0 5 10 15 20 25 30 35LOMBARDIA

VENETO

E. ROMAGNA

LAZIO

PIEMONTE

SICILIA

CAMPANIA

TOSCANA

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Nei primi tre mesi 2018 gli incidenti mortali sullavoro sono cresciuti nel Settentrione (+40% nelNord-ovest e +22% nel Nord-est), mentre hannomostratò un calo al Sud (-20%) e nelle Isole (-24%)

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MALATTIE PROFESSIONALI, LA CLASSIFICA PER REGIONENumero di denunce periodo gennaio-marzo 2018

0 500 1.000 1 .500 2.000TOSCANA

E. ROMAGNA

MARCHE

ABRUZZO

LOMBARDIA

SARDEGNA

LAZIO

CAMPANIA

PUGLIA

VENETO

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La Toscana guida la classifica delle malattieprofessionall denunciate che tra gennaio emarzo scorso hanno raggiunto quota duemila.Seguono Emilia Romagna e Marche

Crescono i morti sullavorsail: "I sistemi di tutela

devono essere certificati"

`Licenzadi darea llestalii ck i i s up er aes ami s e-ì"

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La classifica Qs conferma al vertice per il settimo anno consecutivo lo statunitense Mit

Gli studi migliorie Al PolirtiE ateneo milanese primo tra gli italiani nel ranking mondiale

Pagina a curaDI FILIPPO GROSSI

e università italianeguadagnano terrenoacquisendo posizioni

ella speciale classificaQs World university rankings2019 appena pubblicata daQs Quacquarelli Symonds.Nel ranking, dove primeg-gia il Mit (MassachusettsInstitute of Technology) peril settimo anno consecutivoseguito dalle università diStanford e Harvard, la pri-ma università italiana è ilPolitecnico di Milano che sipiazza in 156esima posizio-ne e scala ben 14 posizionirispetto al 2018 dove era al171° posto. In particolare, ilPolitecnico si riconferma lamigliore università italianaper il quarto anno consecutivoottenendo il proprio più altoposizionamento nei 15 annidalla creazione del ranking.L'argento italiano va allaScuola Superiore Sant'AnnaPisa (167esima), che balza inavanti di 25 posizioni; sul po-dio anche la Scuola NormaleSuperiore di Pisa che ne gua-dagna 17, piazzandosi al 175°posto. Anche l'università de-gli studi di Bologna sale diotto posizioni, e si classifica180esima. Nella fascia Top600, l'università italiana checresce più significativamen-te rispetto allo scorso annoè l'Università degli studi diPadova (249esima) che, conun salto di 47 posizioni, è tra

migliori 250 al mondo. Que-sta ascesa è ascrivibile al pro-gresso ottenuto in quattro deisei indicatori che compongo-no il ranking. In particolare,ben 24 università italianesu 30 migliorano nella con-siderazione della comunitàaccademica internazionale e25 migliorano nel criterio chemisura l'impatto della ricer-ca: si tratta di trend positivi,specialmente considerandola competitività globale checresce incessantemente. Con-siderando i singoli indicatori,le università italiane compa-iono tra le prime cento in ottooccasioni. Nel dettaglio, l'Uni-versità di Bologna è l'ateneoitaliano preferito dalla comu-nità accademica internazio-nale, ottenendo il77° posto almondo, seguita da Sapienza- Università di Roma all'82°posto. Altre quattro univer-sità si posizionano tra le

Le migliori in classifica

2019 2018 Università

i 1 Massachusetts Institute of Technology (Mit)

2 2 Stanford University

3 3 Harvard University

156= 170 Politecnico di Milano

167 192= Scuola Superiore Sant'Anna Pisa

175= 192= Scuola Normale Superiore di Pisa

180= 188= Università degli Studi di Bologna (UniBo)

217 215 Sapienza - Università di Roma

249 296= Università degli Studi di Padova (UniPd)

325 325= Università degli Studi di Milano

387= 307 Politecnico di Torino

422= 421-430 Università degli Studi di Pisa

426= 441-450 Università degli Studi di Trento

472= 481-490 Università degli Studi di Napoli Federico Il

491= 481-490 Università Cattolica del Sacro Cuore

501-510 461-470 Università degli Studi di Firenze (UniFi)

prime 200 in questo impor-tante indicatore (Politecnicodi Milano al 121° posto, Uni-versità degli studi di Padova141esima, Università deglistudi di Milano 171esima euniversità degli studi di Pisa195esima). In questo indica-tore, 24 università italianesu 30 guadagnano posizioni.L'università Bocconi è, inve-ce, la preferita dai recruiterinternazionali, ottenendo il52° posto nell'indicatore del-la «employer reputation». Inquesto speciale indicatore se-gue il Politecnico di Milano al55° posto. Infine, l'indicatore«citations per faculty» misurala quantità di citazioni nel-le pubblicazioni scientificheindicizzate dalla banca datibibliometrica rispetto al nu-mero di docenti e ricercato-

ri, per il periodo 2012-2017.In questo criterio, la ScuolaSuperiore Sant'Anna Pisa(18esima) si posiziona tra leprime venti al mondo segui-ta dalla la Scuola NormaleSuperiore di Pisa al 59° po-sto. Il bronzo tra le italianeva all'Università degli studidi Ferrara, (178esima); se-guono Politecnico di Milano,al 190° posto, e l'Universitàdegli studi Milano-Bicoccaal 193°. Venticinque delle 30università classificate mi-gliorano perciò in questo in-dicatore rispetto allo scorsoanno. La classifica completaè disponibile al link: https://www.topuniversities.com/qs-world-university-rankings.

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Foglio 1 12

.casaImmobiliareI valutatoriper un mercatotrasparente

Dalle perizie agli Nplopportunità professionaliper geometrie architetti

Adriano Lovera- apaginaig

Adriano Lovera

Professioni emergenti . Dagli Npl delle banche alle perizie per le abitazioni privatecrescono le opportunità per chi si specializza secondo i nuovi standard internazionali

Valutazioni immobiliari «doc»:svolta per geometri e architetti

e valutazioni immobiliarisono sempre più al centrodel mercato immobiliare econcorrono alla suabuonasalute. In primo luogo, pe-rizie fatte ad arte sono es-

senziali per la stabilità dei mutui. Losanno bene le banche, che hanno an-cora in pancia circa 135 miliardi di Npl(non performing loans), ossia creditiormai inesigibili, che spesso poggia-no su cespiti con valutazioni errate oquanto meno da aggiornare.

Anche per le compravendite è es-senziale offrire una calcolo del valo-re di mercato secondo criteri profes-sionali elevati, considerato che ilcliente ha oggi diversi mezzi a suadisposizione, il web su tutti, che glipermettono di muoversi in autono-mia se si stratta soltanto di stimarefrettolosamente un prezzo da affig-gere sul cartello "vendesi". Ma daifondi immobiliari ai grandi svilup-patori internazionali, tutto il settoreha l'esigenza di seguire standard ri-conosciuti. «La valutazione e la tra-sparenza della stime sono decisivein questa fase di mercato, in cui ècentrale la tutela degli investitori»secondo un'osservazione dell'asso-ciazione Isivi (Istituto italiano diva-lutazione immobiliare).

A livello teorico, le regole nonmancano. Anzi, negli ultimi anni c'èstata una proliferazione di codici enorme che definiscono tecniche da

utilizzare e requisiti. Si va dalla cir-colare 285/2013 della Banca d'Italiaalla Direttiva mutui (recepita con ild.lgs 72/2016), per finire con il testopiù avanzato, ossia le "Linee guidaper la valutazione degli immobili agaranzia dei crediti inesigibili" re-datte a gennaio dall'Abi e dalle asso-ciazioni di categorie interessate. Laplatea dei potenziali valutatori è va-stissima, perché in fondo le lineeguida (che restano un documento dibuone prassi, non un obbligo di leg-ge) includono tutti. «Parliamo alme-no di mezzo milione di persone, traagronomi, geometri, architetti, inge-gneri, agenti immobiliari, commer-cialisti o altri esperti che dimostrinocomunque di avere alle spalle alme-no un triennio di esperienza. C'è spa-zio per farsi avanti» dice Sandro Ghi-rardini, segretario generale dell'as-sociazione dei valutatori indipen-denti E-Valutations. Ormai sononumerosi i corsi di formazione chepermettono di ottenere le principalicertificazioni professionali, su tuttela norma Uni 11558:2014, oppure lecertificazioni note a livello interna-zionale Rev-Tegova (Recognised eu-

ropeanvaluer), Rics-Registered Va-luer, o ancora corsi basati sugli stan-dard di Tecnoborsa. E si moltiplica-no le iniziative.

Quest'anno, una quindicina di geo-metri divaricollegi provinciali italianihanno deciso di consorziarsi e creare larete Vic (valutatori indipendenti certi-ficati). Anche i principalibrand di com-

pravendita investono. Re/Max, adesempio, ha stretto un accordo conl'ente diformazione eStimo peroffrirecorsi di valutazione che coinvolgeran-no tutta la rete degli agentiimmobilia-ri. Sul business si è concentrato ancheun colosso come Crif, leader in Italianei sistemi di informazione creditizia,che nella sua costola Crif-Real estateservice si avvale della collaborazione di500 valutatori (inprevalenzageome-tri, architetti o ingegneri) capaci di ela-borare loomila perizie l'anno. Certo,nel mondo della valutazione no n tuttofilaliscio. «Anzi, tante cattive pratichesono ancora inuso» stigmatizza Ghe-rardini di E-Valuations. Un esempio?Ancora troppe perizie per i mutui ven-gono offerte dalle banche a prezzistracciati. Difficile che a questi costicorrisponda un lavoro di qualità. «Perevitare problemi, noi abbiamo unasquadra interna di 5 o persone che con-trollano ogni perizia in arrivo dalla re-te. Ma senz'altro la ricerca di stime sot-tocosto da parte degli istituti è un pro-blema» dice Daniela Percoco, respon-sabile marketing di Crif real estate.

Una cattiva abitudine che si ri-scontra anche nella compravendita,dove troppe agenzie immobiliari cer-cano di ingolosire i clienti con sloganquali "perizia gratis e immediata".«Bisognerebbe invece far capire aiclienti che i soldi spesi per la valuta-zione corretta di mercato non sonobuttati» conclude Ghirardini. «Sitratta in fondo di qualche centinaia dieuro, destinati all'acquisto più im-portante dellavita, quello della casa».

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Valutazioni immobiliari Pagina 47

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D Sole28 (DIS Pagina 1Foglio 2 1 2

Palermo. L'hotel Villa Igea fa parte del portafoglio di Npl «Project Rainbow» da circa soo milioni messo a suo tempo sul mercato da Banco Bpm e assegnato ad Algebris

LE REGOLE

Il perito nelle Linee guida Abi

I principali requisiti richiesti aivalutatori nelle Linee guida perla valutazione degli immobili agaranzia dei crediti inesigibilipossono essere utilizzate comeschema di riferimento.

Esperienza: è richiesto undiploma di istruzionesecondaria, una pregressaesperienza di almeno 3 anni el'istituto valuta il possesso diattestazioni professionali,iscrizione ad Albi, attività diinsegnamento e altri aspetti chepossono giustificare l'incarico. Èrichiesta anche una polizzaassicurativa contro i rischiprofessionali.

Indipendenza: i peritiincaricati di valutare gli

immobili a garanzia dei mutuinon devono avere alcuninteresse sull'immobile (eneppure un famigliare di primogrado), né ricavare unacommissione connessa alrisultato della valutazione, nédeve essere coinvolto nelprocesso dicommercializzazione o disottoscrizione del credito. Eccoperché consulenti creditizi eagenti immobiliari sonodifficilmente utilizzabili inquesto contesto, a meno che lavalutazione venga richiesta suimmobili trattati ecommercializzati da altri.

-A.Lo.Rlí'NODIJ' INNF RISERVATA

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