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Letteratura italiana Einaudi Poesie di Tommaso Campanella

Campanella Tommaso

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A book with works of Tommaso Camapnella

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  • Letteratura italiana Einaudi

    Poesie

    di Tommaso Campanella

  • Edizione di riferimento:Le poesie, a cura di Francesco Giancotti,Einaudi, Torino 1998

    Letteratura italiana Einaudi

  • A mie signori ed amici osservandissimi 21 Proemio 32 A poeti 53 Fede naturale del vero sapiente 64 Del mondo e sue parti 125 Anima immortale 136 Modo di filosofare 147 Accorgimento a tutte nazioni 158 Delle radici de gran mali del mondo 169 Contra il proprio amore scoprimento stupendo 1710 Parallelo del proprio e comune amore 1911 Cagione, perch meno si ama Dio 2012 Fortuna de savi 2113 Senno senza forza de savi delle genti antiche 2214 Gli uomini son giuoco di Dio e degli angeli 2315 Che gli uomini seguono pi il caso 2416 Re e regni veri e falsi e misti, e fini e studi loro 2517 Non re chi ha regno, ma chi sa reggere 2618 A Cristo, nostro Signore 2719 Alla morte di Cristo 2820 Nel sepolcro di Cristo, Dio nostro 2921 Nel sepolcro di Cristo 3022 Nella resurrezione di Cristo 3123 Al Primo Senno. Canzone prima 3224 Canzone seconda 3725 Canzone terza 4126 Introduzione ad Amore, vero Amore 4627 Contra Cupido 4728 Canzon damor secondo la vera filosofia 4829 Della bellezza, segnal del bene 60

    Sommario

    iiiLetteratura italiana Einaudi

  • 30 Canzon del sommo bene, 7231 Del Sommo Bene metafisico 8132 Della nobilt e suo segni veri e falsi9033 Della plebe 9134 Che la malizia in questa vita e nellaltra ancora 9235 Che l principe tristo non mente 9336 AglItaliani, che attendono a poetar 9437 DItalia 9938 A Venezia 10039 A Genova 10140 A Polonia 10241 A Svizzeri e Grisoni 10342 Sonetto cavato dalla parabola di Cristo 10443 Contra sofisti ed ipocriti, eretici 10544 De medesimi 10645 Contra gli ipocriti 10746 Il Pater Noster. Orazione di Gies Cristo 10847 Sonetto trigemino sopra il Pater Noster 10948 Sonetto secondo del medesimo soggetto 11049 Sonetto de listesso 11150 Sonetti alcuni profetali 11251 Sonetto secondo 11352 Sonetto terzo 11453 Invitato a scriver comedie, rispose 11554 Sopra i colori delle vesti 11655 Sopra i medesimi colori 11756 Sonetto sopra la congiunzion magna 11857 La detta congiunzione cade nella revoluzione 11958 Sonetto cavato dallApocalisse 12059 Sopra la statua di Daniele 121

    Sommario

    ivLetteratura italiana Einaudi

  • 60 Al carcere 12261 Di se stesso 12362 Di se stesso quando ecc. 12463 A certi amici, uficiali e baroni 12564 A consimili 12665 Orazione a Dio 12766 A Dio 12867 Ad Annibale Caracciolo, detto Niblo 12968 Al Telesio cosentino 13069 A Ridolfo di Bina 13170 A Tobia Adami filosofo 13271 Sonetto nel Caucaso 13372 Lamentevole orazione profetale 13473 Orazioni tre in salmodia metafisicale 13874 Canzone seconda della medesima salmodia 14675 Canzone terza della medesima salmodia 15476 Quattro canzoni. Dispregio della morte 16277 Canzone seconda del medesimo tema 16978 Canzone terza del medesimo tema 17479 Canzone quarta del medesimo tema 17880 Canzone a Berillo di pentimento desideroso 18381 Della prima possanza. Canzone 19082 Sonetto della Providenza 19783 Della possenza delluomo 19884 Salmodia che invita le creature in commune 20185 Salmodia che invita il cielo e le sue parti 20386 Salmodia che invita la terra e le cose 207

    Appendice delle tre elegie fatte con misura latina 21787 Al senno latino 217

    Sommario

    vLetteratura italiana Einaudi

  • 88 Salmo CXI 21889 Al Sole 219

    Poesie non comprese nella Scelta 222I. Poesie giovanili 22290 Sulla penna 22291 Tasso, i leggiadri e grazosi detti 22392 Olla Lutherus erat... 22493 O servili petti... 22594 AllAccademia dAvviati di Roma 22695 Ad un novo alumno della religione di Somaschi 22796 Io, choggi dArtemisia lascio il nome 22897 A Roma 22998 Roma a Germania 23099 Sonetto fatto sopra un che morse 231100 A Cesare dEste, che ritenea Ferrara 232101 Sovra il monte di Stilo 233102 Deh! mira, ingrato, su quellalto legno 234

    II. Poesie del carcere 235103 Sonetto sopra il presente stato dItalia 235104 Sonetto sopra il Salmo Saepe expugnaverunt 236105 Sonetto in lode di carcerati e tormentati 237106 Madrigale in lode di Maurizio Rinaldi 238107 Madrigale di palinodia 239108 Sonetto fatto sopra li segni con suoi appendici 240109 Sonetto contro don Aloise Sciarava, 241110 Sonetto contro il medesimo 242111 Sonetto in lode di Spagnuoli 243112 Sonetto di rinfacciamento a Musuraca 244

    Sommario

    viLetteratura italiana Einaudi

  • 113 Sonetto fatto a tutti i carcerati 245114 Sonetto in lode di fra Domenico Petrolo 246115 Alli defensori della filosofia greca 247116 Sonetto alla Beata Ursula napolitana 248117 Sonetto al signor Giovan Leonardi 249118 Sonetto primo in lode di fra Pietro Prester 250119 Sonetto secondo in lode del medesimo 251120 Sonetto primo in lode del [...] Dionisio Ponzio 252121 Sonetto secondo in lode del medesimo 253122 Sonetto terzo in lode del medesimo, 254123 Sonetto fatto in lode di tre fratelli Ponzio 255124 Sonetto al Papa 256125 Sonetto in lode del signor Cesare Spinola 257126 In lode di don Francesco di Castiglia 258127 Sonetto al signor principe di Bisignano 259128 Sonetto in lode del signor Troiano Magnati 260129 Sonetto alla signora donnIppolita Cavaniglia 261130 Sonetto alla medesima 262131 Madrigale alla signora donna Ippolita 263132 Sonetto alla signora Olimpia 264133 Sonetto alla signora donnAnna 265134 Invitato a cantar le laudi di Cesare, cant cos 266135 Populo, che di Dio la sepultura 267136 Titulo di vittoria, pan di vita 268137 Grecia, tre spanne di mar, che, di terra 259138 Sonetto fatto al signor Petrillo 271139 Sonetto fatto al medesimo 272

    III. Poesie damore 273140 Sonetto fatto dallautore sopra il giuoco di dadi 273

    Sommario

    viiLetteratura italiana Einaudi

  • 141 Sonetto nel quale si ringrazia amor daver ferito 274142 Sonetto nel quale si manifesta linestricabil 275143 Sonetto sopra un laccio di capelli 276144 Donna, che in terra fai vita celeste 277145 Parve a me troppo, ma alla cortesia 278146 Sonetto fatto sopra un presente di pere 279147 Sonetto di sdegno 280148 Sdegno amoroso 281149 Sonetto fatto dallautore sopra un bagno 284

    IV. Poesie damore scritte ad istanzadi F. Gentile e altri 285150 Convenir troppo leffetto e laffetto 285151 Madrigale fatto ad istanza del signor [...] Gentile 286152 Amor, nei gesti vaghi e riverenti 287153 Madonna, han scritto che lumana testa 288154 Sorgi, Flerida mia 289155 Il biondo Apollo e l coro di Parnasso 290156 Sonetto alla signora Giulia 291157 Madrigale alla signora Giulia 292158 Sonetto alla signora Maria 293159 Madrigale fatto ad istanza del signor [...] Gentile 294160 Madrigale 295161 Sonetto dOrazio di G. a don G. dA. 296

    V. Sei sonetti politici 297a) Cinque sonetti politici conservati a New York 297162 A Roma 297163 A Spagna 298164 Ad Inghilterra 299

    Sommario

    viiiLetteratura italiana Einaudi

  • 165 Sonetto gemino profetale 300166 Sonetto 2 301b) Sonetto di palinodia a Venezia 302167 Solo Cam con la sua progenie immonda 302

    VI. Versi latini degli ultimi anni 303168 Disticon pro rege Gallorum 303169 Ecloga 304

    Sommario

    ixLetteratura italiana Einaudi

  • 1Letteratura italiana Einaudi

    SCELTADALCUNE

    POESIE FILOSOFICHEDI

    SETTIMONTANO SQUILLA

    CAVATE DA SUO LIBRIDETTI

    LA CANTICA

    CON LESPOSIZIONE

  • Tommaso Campanella - Poesie

    A MIE SIGNORI ED AMICI OSSERVANDISSIMIIL SIGNOR GUILIELMO DE LA WENSE, ECC.,

    DON CRISTOFORO BESOLDO

    E

    GIOVAN VALENTINO ANDREA

    QUESTA OPERA DUN RARO INGEGNO ED AMICOOFFERO E RACCOMANDO

    IO TOBIA ADAMI.

    DI PARIGI, LANNO 1621.

    Amici miei, io vi fo un presente, non del mio, ma dun amicoche conoscete. Dono piccolo nellapparenza, ma grande veramen-te nella sua realt. Io lho giudicato degno de vostri belli spirti, eso che voi ne farete stima secondo il merito desso. Il parlarestretto talvolta e filosofico, e pi con la naturalezza ed accortezzacalabrese che con leleganza toscana adornato, non vi disturbi,che gli altissimi concetti qui proposti vi sieno meno piacevoli egustosi.

    Io son certo che, n lo muroqkion di Dario, n l

  • 1Proemio

    Io, che nacqui dal Senno e di Sofia,sagace amante del ben, vero e bello,il mondo vaneggiante a s rubellorichiamo al latte della madre mia. 4

    Essa mi nutre, al suo marito pia;e mi trasfonde seco, agile e snello,dentro ogni tutto, ed antico e novello,perch conoscitor e fabbro io sia. 8

    Se tutto il mondo come casa nostra,fuggite, amici, le seconde scuole,chun dito, un grano ed un detal ve l mostra. 11

    Se avanzano le cose le parole,doglia, superbia e lignoranza vostrastemprate al fuoco chio rubbai dal sole. 14

    1. Senno lintelletto eterno. Sofia, la sapienza creata,diffusa in ogni ente, che, impregnata dallintelletto divino, par-torisce i veri sapienti, ma da s, i sofisti e rubelli a se stessi, inquanto creati da Dio.

    8. Dal divino senno aiutato, il savio penetra, con esso lui,quasi volando, tutte le cose fatte e future.

    9. Questo verso contiene tutta la loica e tutti sillogismi, chedalla parte al tutto ci guidano a sapere.

    10. Scuole seconde sono quelle che non da Dio nella na-tura imparano, ma da libri degli uomini, parlanti come opi-nanti di proprio capriccio, e non come testimonianti di quelloche imparro nella scuola di Dio.

    11. Col dito replicato si fa il palmo, dal palmo il braccio, dalbraccio la canna, ed ogni numero crescente. Col grano replica-to, i pesi; col detale riempito, le misure. E questo il modo diloicare pi noto in matematica.

    12. Le parole non arrivano a dir lessenza delle cose; n tut-te le cose note hanno la lor propria voce, e lignote nulla: talchla deficienza, lequivocazioni e sinonimit fan doglia a savi,

    Tommaso Campanella - Poesie

    3Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    che veggono non potersi sapere; superbia a sofisti, che metto-no il saper nelle parole; ignoranza a tutti.

    14. Prometeo rubb il fuoco, e fu per carcerato nel Cauca-so, perch facea...

    4Letteratura italiana Einaudi

  • 2A poeti

    In superbia il valor, la santitatepass in ipocrisia, le gentilezzein cerimonie, e l senno in sottigliezze,lamor in zelo, e n liscio la beltate, 4

    merc vostra, poeti, che cantatefinti eroi, infami ardor, bugie e sciocchezze,non le virt, gli arcani e le grandezzedi Dio, come facea la prisca etate. 8

    Son pi stupende di Natura lopreche l finger vostro, e pi dolci a cantarsi,onde ogni inganno e verit si scuopre. 11

    Quella favola sol de approvarsi,che di menzogne listoria non cuopree fa le genti contra i vizi armarsi. 14

    Come scrisse lautore nella sua Poetica, i poeti moderni han-no con le bugie perniciose contrafatto le virt, ed ornato i vizicolla veste di quelle. E grida lor contro, che tornino al priscopoetare. E perch pensano che le favole sono degne di cantarsiper lammirazione, dice che pi mirabili sono lopere di Natu-ra. E qui condanna Aristotile, che fece la favola essenziale alpoeta: poich questa si deve fingere solo dove si teme dir il ve-ro per conto de tiranni, come Natan parl in favola a David; o,a chi non vuol sapere il vero, si propone con gusto di favoleburlesche o mirabili; o a chi non pu capirlo, si parla con para-bole grosse, come Esopo e Socrate usro, e pi il santo Vange-lo. Talch lautore lauda quella favola solo che non falsificalistoria, come quella di Dido in Virgilio bruttissima; ed am-monisce la gente contra i vizi proprii o strani, e laccende allavirt. Laonde questo ultimo verso dicea nel primo esemplare:E fa le genti di virt infiammarsi.

    Tommaso Campanella - Poesie

    5Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    3Fede naturale del vero sapiente

    Io credo in Dio, Possanza, Senno, Amore,un, vita, verit, bontate, immenso,primo ente, re degli enti e creatore.

    Non parte, n tutto, inciso o estenso,ma pi somiglia al tutto, ondogni cosa 5partecip virtute, amore e senso.

    N pria, n poi, n fuor, lalma pensosa(ch n vigor, tempo e luogo egli infinito)pu andar, se in qualche fin falso non posa.

    Da lui, per lui e n lui vien stabilito 10smisurato spazio e gli enti sui,al cui far del nente si servito.

    Ch lunit e lessenza vien da lui;ma il numero, e che questo non sia quello,da quel, che pria non fummo, rest in nui. 15

    Lo abborrito niente fa il dello,il mal, le colpe, le pene e le morti.Poi ci ravviva il divino suggello,

    participabil dinfinite sorti,Necessitate, Fato ed Armonia 20Dio influendo, che su idea trasporti.

    Quando ogni cosa fatta ognaltra sia,cesser tal divario, incominciatoquando di nulla unquanche nulla usca;

    di voglia e senno eterno destinato, 25che in meglio o in peggio non pn far mutanza,sendo esso sempre morte a qualche stato.

    Prepose il minor bene a quel chavanza,e la seconda legge alla primera,chi di al peccato origine ed usanza. 30

    Poter peccare impotenza vera.Peccato atto non : vien dal nente;

    6Letteratura italiana Einaudi

  • mancanza o abuso di bont sincera.Vero potere eminenza dellente:

    atto diffuson desser, che farsi 35fuor della prima essenza non consente.

    Necessit amorosa sol trovarsinel voler credo: ma di volentalazioni e passon non distrigarsi.

    La pena a figli da padri se avventa, 40la colpa no, se da voglia taccagnaimitata non , poich argomenta;

    ma dalla prole a padri torna e stagna,chi di ben generar non fan disegnoe trascurro educazion s magna. 45

    Ma colpa e pena alla patria ed al regno,che di tempo e di luoco non provvedee di persone, che fan germe degno.Perch dellaltrui pene ognuno erede:non lo condanna ignoranza o impotenza, 50ma voglia mal oprante in quel che crede.

    Dallingannati torna la sentenzaaglingannanti, che l Padre occultroa la fanciulla ancor nostra semenza.

    Bisogno e volunt, non senso raro 55mirando, spesso rispose il pio Padrel dove e come i figli linvocro.

    Talch, barbare genti [ed idoladre],se operaste giustizia naturale,non siete esenti dalle sante squadre. 60

    Vivo, e non morto, un padre universale,non parzal, n fatto esser Dio mai,a chi sannunzia pi scusa non vale.

    Al che aspettato e venne in tanti guai,commosso dagli nostri errori e danni, 65come per tutte istorie ritrovai,

    contra sofisti, ipocriti e tiranni,di tre dive eminenze falsatori,

    Tommaso Campanella - Poesie

    7Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    a troncar la radice degli inganni.Voi falsi sempre sol, commentatori, 70

    additaste per tata alli bambinivoi stessi e li serpenti e statue e tori.

    Poi contra i sensi proprii a peregrininon bast dir che la saetta vola,ma che sia uccello, e Dio gli enti divini. 75

    Perd la Bibbia la mosaica scuolaal tempo dEsdra . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

    I proprii Farisei Cinghi sorto,Amida i bongi di Chami e Fatoche, 80laltro emisfero in empiet fino.

    Utili a tutti, chiare leggi e pocheper larte abbandonro: la natura,perch nel primo seggio le rivoche,

    delle scenze ognun vuol chabbia cura; 85non le condanna con le false stte,chabboriscon la luce e la misura.

    Ammira il sol, le stelle e cose eletteper statue di Dio vive e cortigiani:adora un solo Dio, chun sempre stette. 90

    Scuola alza e regno a Dio da questi vani:servir a Dio, in comunit vivendo, proprio libert di spirti umani.

    La santa Chiesa, il Primo Senno avendoper maestro, e l libro che Dio scrisse, quando 95compose il mondo, i suoi concetti aprendo,

    sette sigilli or or disigillando,chiamer tutto luniverso insiemeal tempio vivo dove va rotando.

    N a Dio, n al tutto, male al mondo preme, 100ma s alle parti, donde egli diverso;ma ride al tutto la parte che geme.

    Ogni cosa immortale in qualche verso;sol lalme vanno duno in altro mondo,

    8Letteratura italiana Einaudi

  • secondo i merti, pi opaco o pi terso, 105finito in questo ognuna il proprio tondo,

    u gli spiriti sciolti han le lor vieche portan del fatal ordine il pondo,

    ed il giudicio aspettan del gran die.

    Propone in questo canto quel chegli crede, per metafisicosillogismo, di Dio e delle sue opere nella natura e arte; e a di-chiararlo ci bisogna tutta la sua Metafisica.

    1. Predicati essenziali di Dio, noti in Metafisica.5. Simiglianza e dissimiglianza sua col tutto.8. Infinit di tempo, di luogo e di vigore in Dio.11. Come gli enti sono nello spazio, base dellessere, cos

    questa in Dio.15. Perch le cose non sono infinite, ma mancano da Dio,

    participano il non essere e la divisione; donde nasce il numeroe la contrariet, e da questa i peccati e le pene naturali, e poimorali; perch lanima cede al contrasto contra la legge.

    21. Morendo le cose, rinascon altre secondo lidea che, conli strumenti universali di Dio, Fato, Armonia e Necessit, si im-prime sempre in ogni materia; talch ci trasmutazione e nonmorte.

    24. Si finir il mondo e sue trasmutazioni, quando ogni cosasar fatta ogni cosa; e cominci, quando di nulla cosa ancoraera stata fatta nulla cosa. Vedi la Metafisica.

    27. La volont e sapienza divina non pu mutarsi: perchogni mutamento qualche morte della cosa che si muta, o inmeglio o in peggio.

    30. Che cosa origin il peccato.33. Poter peccare impotenza, e il peccato difetto, non ef-

    fetto, e abuso del bene.36. Il potere primalit in metafisica, e latto diffusion

    dellessere: che pur fuor di Dio, n senza Dio non pu farsi, co-me si fa il peccato.

    39. Necessit spontanea nel volere: ma nelloprare si truo-va anche violenta, e pi nel patire. Sol la volont dunque libe-ra, perch da Dio solo mossa con soavit.

    48. Il padre deve portar la colpa e la pena del figlio peccante persuo difetto, ch mal lo gener o mal lallev: ma il figlio, non la col-pa, ma la pena solo dal padre trae. E la patria, che ha pi senno, obbligata ad ambedue mali, che non provvede alla generazione ed

    Tommaso Campanella - Poesie

    9Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    educazione, secondo scrisse lautore nel libro detto La Citt del Solee negli Aforismi politici.

    51. Nullo condannato per non potere fare o per non sape-re la vera fede, ma solo per non osservare quello che sa o vedeesser vero doversi osservare.

    54. Gli eresiarchi ingannatori patiranno la pena dellingan-nati; ma questi son salvi, se non possono da s arrivar al vero,n son persuasi da chi lo sa ragionevolmente, e son pronti allaverit persuasa.

    57.Dio rispose nelli oracoli a chi linvoc con buon zelo,ignorando che quelli eran de demoni, e spesso a chi lo sapea;ma peroch vide esser necessario cos al governo di qualcheimperio o persona. Cos pur dice san Tomaso, Secunda secun-dae, questione 140.

    60. A chi osserva la legge di natura, ignorando quella dellagrazia, non si nega il Paradiso.

    63. A chi sannunzia il vero Dio con ragione, non resta piscusa dignoranza, n di non pigliar i sacramenti.

    66. Venne Dio ad incarnarsi e insegnarci la verit, come fu ildesiderio di tutti gli uomini; e questo si truova in Platone e Ci-cerone, nonch ne profeti e sibille.

    69. Sofisti contra la sapienza, ipocriti contra la bont, tiran-ni contra la potenza, princpi metafisicali, sarmro; e le falsi-ficro, fingendosi di quelle ornati.

    72. Li commentatori fecero le eresie; e alli uomini, che cer-cavano qual il padre Dio, altri dissero che Dio era il serpente,altri la statua, altri il vitello, altri se stesso, e gli fecero idolatra-re; e poi fecero gli di metaforici di veri.

    77. Qui manca, ed era scritto come si fece ladulterazionedella Bibbia e del Vangelo per li eresiarchi con sofismi; e poisoggionge che ogni legge daltri legislatori arriv ad aver Fari-sei, Saducei...

    83. Condizioni delle vere leggi, e come si guastano, mentrela natura allarte pospongono.

    87. Contra la legge di Macone, che abborrisce le scienze na-turali, perch la sua falsit non si scuopra.

    90. La natural legge ammira il cielo e le stelle come divine,ma un solo Dio vero conosce.

    93. Fa scuola a Dio, e non alli uomini; ama il vivere in co-munit, e questa esser la vera libert, secondo la Citt del Sole.

    96. La scuola della natura ha il Primo Senno per maestro eper libro il mondo, dove Dio scrisse vivamente i suoi concetti.

    10Letteratura italiana Einaudi

  • 99. Aspetta la revelazione della verit, qual sia la vera legge,quando si far universal concilio, ed una fede ed un pastore.

    102. Il male non essenziale, percha Dio ed al mondo non, ma solo alli particulari. Il caldo male al freddo, non al mon-do, a cui pur serve la morte continua delle parti, come a lani-male quella del cibo.

    105. Tutte le cose sono immortali in idea ed universalit eper successione. Lanime non muoiono, ma cambiano paese,od al Cielo ovvero allInferno.

    109. Tocca alli angeli guidar lanime, e son parti eminentidel Fato divino; e lanime aspettan il giudizio universale, comeargumenta Atenagora, per ragion di providenza e di giustizia.

    Tommaso Campanella - Poesie

    11Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    4Del mondo e sue parti

    Il mondo un animal grande e perfetto,statua di Dio, che Dio lauda e simiglia:noi siam vermi imperfetti e vil famiglia,chintra il suo ventre abbiam vita e ricetto. 4

    Se ignoriamo il suo amor e l suo intelletto,n il verme del mio ventre sassottigliaa saper me, ma a farmi mal sappiglia:dunque bisogna andar con gran rispetto. 8

    Siam poi alla terra, ch un grande animaledentro al massimo, noi come pidocchial corpo nostro, e per ci fan male. 11

    Superba gente, meco alzate gli occhie misurate quanto ognente vale:quinci imparate che parte a voi tocchi. 14

    In questo sonetto dichiara che luomo sia, come il verme nelnostro ventre, dentro il ventre del mondo; ed alla terra, come ipidocchi alla nostra testa; e per non conosciamo che l mondoha anima ed amore, come i vermi e gli pidocchi non conosconoper la piccolezza loro il nostro animo e senso; e per ci fan ma-le senza rispetto. Per ammonisce gli uomini che vivano conrispetto dentro il mondo, e riconoscano il Senno universale e lapropria bassezza, e non si tengano tanto superbi, sapendoquanto piccole bestiuole e sono.

    12Letteratura italiana Einaudi

  • 5Anima immortale

    Di cervel dentro un pugno io sto, e divorotanto, che quanti libri tiene il mondonon sazir lappetito mio profondo:quanto ho mangiato! e del digiun pur moro. 4

    Dun gran mondo Aristarco, e Metrodorodi pi cibommi, e pi di fame abbondo;disando e sentendo, giro in tondo;e quanto intendo pi, tanto pi ignoro. 8

    Dunque immagin sono io del Padre immenso,che gli enti, come il mar li pesci, cinge,e sol oggetto dellamante senso; 11

    cui il sillogismo stral, che al segno attinge;lautorit man daltri; donde pensosol certo e lieto chi silluia e incinge. 14

    In questo sonetto parla lanima, e riconosce se stessa im-mortale ed infinita, per non saziarsi mai di sapere e volere. On-de conosce non dalli elementi, ma da Dio infinito essa proce-dere; a cui sarriva col sillogismo, come per strale allo scopo,perch dal simile effetto alla causa si va lontanamente; sarrivacon lautorit, come per mano daltri si tocca un oggetto, anco-ra che questo sapere sia lontano e di poco gusto. Ma solo chisilluia, cio chi si fa lui, cio Dio, e chi sincinge, cio simpre-gna di Dio, vien certo della divinit e lieto conoscitore e beato:perch penetrante e penetrato da quella. Illuiare e incin-gersi son vocaboli di Dante, mirabili a questo proposito.

    Tommaso Campanella - Poesie

    13Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    6Modo di filosofare

    Il mondo il libro dove il Senno Eternoscrisse i proprii concetti, e vivo tempiodove, pingendo i gesti e l proprio esempio,di statue vive orn limo e l superno; 4

    perchogni spirto qui larte e l governoleggere e contemplar, per non farsi empio,debba, e dir possa: Io luniverso adempio,Dio contemplando a tutte cose interno. 8

    Ma noi, strette alme a libri e tempii morti,copati dal vivo con pi errori,gli anteponghiamo a magistero tale. 11

    O pene, del fallir fatene accorti,liti, ignoranze, fatiche e dolori:deh, torniamo, per Dio, alloriginale! 14

    In questo sonetto mostra che l mondo libro e tempio diDio, e che in lui si deve leggere larte divina ed imparare a vive-re in privato e n pubblico ed indrizzare ogni azione al Fattordel tutto; e non studiare i libri e tempii morti delli uomini,chanteponghiamo al divino empiamente, e ci avviliamo lani-mo, e cadiamo in errori e dolori e pene, le quali ormai dove-rebbono farci tornar alloriginal libro della Natura, e lasciar lestte vane e le guerre gramaticali e corporali. E di ci scrissenel libro Contra Macchiavellisti.

    14Letteratura italiana Einaudi

  • 7Accorgimento a tutte nazioni

    Abitator del mondo, al Senno Primovolgete gli occhi, e voi vedrete quantotirannia brutta, che veste il bel mantodi nobilt e valor, vi mette allimo. 4

    Mirate poi dipocrisia, che primofu divin culto, e santit con spantolinsidie; e di sofisti poi lincanto,contrari al Senno, chio tanto sublimo. 8

    Contra sofisti Socrate sagace,contra tiranni venne Caton giusto,contra ipocriti Cristo, eterea face. 11

    Ma scoprir lempio, il falsario e lingiustonon basta, n al morir correre audace,se tutti al Senno non rendiamo il gusto. 14

    Parla a tutte le nazioni, mostrando che la tirannia falsific ins il valore, la sofistica il senno, la ipocrisia la bont. Contra so-fisti nacque Socrate, contra tiranni Catone; ma cristo dio con-tra ipocriti, che sono i pessimi, disput pi che contra ogni al-tro: perch in questo vizio sinchiude il primo e l secondo. Manon basta che ci abbia scoperto la verit di tre vizi contrari al-la Trinit metafisicale e teologale, se non rendiamo il gusto tut-ti al Senno vero, ch la Sapienza divina incarnata, che col gu-sto, pi che con lorecchio, internata ci persuade. VideMetaphysicam.

    Tommaso Campanella - Poesie

    15Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    8Delle radici de gran mali del mondo

    Io nacqui a debellar tre mali estremi:tirannide, sofismi, ipocrisia;ondor maccorgo con quanta armoniaPossanza, Senno, Amor minsegn Temi. 4

    Questi princpi son veri e sopremidella scoverta gran filosofia,rimedio contra la trina bugia,sotto cui tu, piangendo, o mondo, fremi. 8

    Carestie, guerre, pesti, invidia, inganno,ingiustizia, lussuria, accidia, sdegno,tutti a que tre gran mali sottostanno, 11

    che nel cieco amor proprio, figlio degnodignoranza, radice e fomento hanno.Dunque a diveller lignoranza io vegno. 14

    Perch lautore scrisse in Metafisica di tre primalit o pro-princpi (ch cos chiama la Potenza, la Sapienza e lAmore) etutti i mali del mondo pendono dalla tirannide, falsa possanza,e dalla sofistica, falsa scienza, e dallipocrisia, falso amore, diceche Temi con ragione glinsegn questa filosofia nuova. The-mis la dea della giustizia, che dava li oracoli in Grecia, secon-do scrive Ovidio, e si piglia per la Sapienza divina. Trina bu-gia sono qui detti tre mali oppositi alla Trinit metafisicale eteologale; e son pi nocivi che la impotenza, ignoranza edodio, opposti e manifesti vizi. E, perch omnis peccans estignorans in eo quod peccat, secondo i filosofi e teologi; e daquesta ignoranza, che par sapienza di Stato, nasce lamor pro-prio, ch cieco, radice e fomento di tutti i peccati, come dallavera sapienza lamor oculato, quia ignoti nulla cupido: peregli, svellendo lignoranza, fa conoscer i veri vizi e le vere virt,ed a questo fine nato ogni savio. Onde Salomone: In multi-tudine sapientium sanitas orbis terrarum.

    16Letteratura italiana Einaudi

  • 9Contra il proprio amore scoprimento stupendo

    Credulo il proprio amor fe luom pensarenon aver gli elementi, n le stelle(bench fusser di noi pi forti e belle)senso ed amor, ma sol per noi girare. 4

    Poi tutte genti barbare ed ignare,fuor che la nostra, e Dio non mirar quelle.Poi il restringemmo a que di nostre celle.S solo alfin ognun venne ad amare. 8

    E, per non travagliarsi, il saper schiva;poi, visto il mondo a suo voti diverso,nega la provvidenza o che Dio viva. 11

    Qui stima senno lastuzie; e perverso,per dominar, fa nuovi di. Poi arrivaa predicarsi autor delluniverso. 14

    Qui mostra il sonetto presente, che dal proprio amore ve-nuto che gli uomini hanno fatto onorare e stimarsi come di,cio Giove, Ercole; e che primamente ci fa pensare che l cieloe le stelle non hanno senso e che sono nostri servi; cosa ripro-vata da lui in libro De sensu rerum e n Metafisica. E che Diodisse a Moise che son fatti in ministerio nostro, come quandonostri servi servono anche a nostri cavalli e cani, e per nonsono inferiori ad essi. Dopo questo, fece che ogni nazione pen-sa che laltre sien barbare e dannate allInferno, e noi soli salvi;e non vede il cieco amore, che Dio Dio di tutti. E n ci soncondannati assai gli Ebrei, che negan la salute a Gentili, cosdetti quasi gentaglia e volgo. Poi ci fa pensare che soli noi mo-naci ci salviamo; ed ogni citt tratta da barbara laltre vicine eda torto ed a dritto cerca di dominarle. Da questo mancamentodamor comune viene che niuno ama se non se stesso e, perfarsi troppe carezze, lascia la fatica dello studio nella vera sa-pienza; e, vedendo le cose, a rispetto suo, andare a caso, quiaignorantia facit casum, si pensa che non ci sia Dio che provve-de al tutto, a cui rispetto non ci caso, quia nihil praeter eiusintentionem aut voluntatem. Laonde viene a stimar per Dio

    Tommaso Campanella - Poesie

    17Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    suo la propria astuzia macchiavellescamente e, quando pu, sifa adorar per Dio, credendo che non ci sia il Dio vero, ed ognicosa indrizza al proprio utile, e fa idolatrar la gente.

    18Letteratura italiana Einaudi

  • 10Parallelo del proprio e comune amore

    Questo amor singolar fa luomo inerte,ma a forza, se vuol vivere, si fingesaggio, buon, valoroso: talch in sfingese stesso annicchilando alfin converte 4

    (pene di onor, di voci e dr coverte).Poi gelosia nellaltrui virt pingei proprii biasmi, e lo sferza e lo spingead ingiurie e rovine e pene aperte. 8

    Ma chi allamor del comun Padre ascende,tutti gli uomini stima per fratellie con Dio di lor beni gioie prende. 11

    Tu, buon Francesco, i pesci anche e gli uccellifrati appelli (oh beato chi ci intende!);n ti fr, come a noi, schifi e rubelli. 14

    Questo sonetto ci avvisa che lamor proprio ci fa schifar lafatica, e per divegniamo inabili. E poi, perch ci amiamotroppo, vedendo che le virt son quelle che conservan luomo,ci fingiamo almeno virtuosi; e questo fingersi quel che non sia-mo, un annicchilamento di quel che siamo, assai penoso. Maquesta pena coverta donori falsi, dadulazione e da ricchezzedi fortuna, ne prncipi pi che in altri. Dopo, conoscendo essiche gli veri virtuosi son come testimoni della falsa virt loro,entrano in gelosia di Stato, e vengono ad uccider ed ingiuriar legenti buone, ed insidiarle, e rovinare quelle e s e la repubbli-ca. Allincontro, lamor universale vero, divino, stima pi ilmondo che la sua nazione, e pi la patria che se stesso: tutti tie-ne per fratelli, gode del ben daltri, vi cessa la penosa invidia egelosia; e cos viene a goder dogni bene come del proprio, afar bene a tutti ed esser poi signor di tutti per amore ed inno-cenza, non per forza. E porta lesempio di san Francesco, chechiamava i pesci e gli uccelli fratelli suoi, e gli liberava quandoerano presi; onde arriv a tanta innocenza, che lubbidivano glianimali. Cos a san Biagio ed altri santi; e cos sarebbe stato nelsecolo doro, se Adamo non peccava.

    Tommaso Campanella - Poesie

    19Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    11Cagione, perch meno si ama Dio, sommo bene, che gli

    altri beni, lignoranza

    Se Dio ci d la vita, e la conserva,ed ogni nostro ben da lui dipende,ond chamor divin luom non accende,ma pi la ninfa e l suo signor osserva? 4

    Ch lignoranza misera e proterva,chi susurpa il divin, per virt vende;ed a cosa ignorata amor non tende,ma bassa lale e fa lanima serva. 8

    Qui, se ninganna poi e toglie sostanzaper darla altrui, ne vili ancor soggettici mostra i rai del ben, che tutti avanza. 11

    Ma noi linganno, il danno (ahi, maladetti!)di lui abbracciamo, e non lalta speranzade frutti e l senso degli eterni oggetti. 14

    In questo sonetto dichiara che lignoranza, predicata perbont da falsi religiosi, causa di non conoscer Dio, n amarlo(quia ignoti nulla cupido) pi che gli beni umani e vili. Doveamor bassa lale e fa lanima schiava di cose frali; e pure in que-sti oggetti frali ci inganna, ch ci toglie la sostanza e l seme pergenerar altri: onde dicono i Platonici: subdola Venus non pro-videt natis, sed nascituris; ideo aufert ab illis substantiam, ut dethis. E pur in questo amor basso carnale Dio ci mostra gli suoiraggi, ch la bellezza, detta fior della bont divina, che ci le-va di sembianza in sembianza a cognoscer il Sommo Bene. Manoi, stolti, pi presto attendiamo al danno e linganno che ci faamore, che alla speranza delli oggetti eterni, che ci porge labelt; e, come le bestie, non pensamo allimmortalit, dove ten-de amore, ma al gusto, che ci fa languidi, ci toglie gli spiriti, ciammala e consuma, non sapendo ch un presaggio del gustovero ed sca per poterci ingannare; per la qual cosa ci mugneDio amore a far un cacio di nuovo uomo: Sicut lac mulsistime dice Iob.

    20Letteratura italiana Einaudi

  • 12Fortuna de savi

    Gran fortuna l saper, possesso grandepi dellaver; n i savi ha sventuratilesser di vil progenie e patria nati:per illustrarle son sorti ammirande. 4

    Hanno i guai per ventura, che pi spandelor nome e gloria; e lesser ammazzatigli fa che sien per santi e di adorati,ed allegrezza han da contrarie bande: 8

    ch le gioie e le noie a lor son spasso,come allamante pare il gaudio e l luttoper la sua ninfa: e qui a pensar vi lasso. 11

    Ma il sciocco i ben pur crucciano, e pi bruttonobilt il rende, ed ogni tristo passosuo sventurato fuoco smorza in tutto. 14

    Non esser vero che gli savi sono sventurati. Anzi, tutte lesventure essere a loro venture, e le noie e le gioie ben loro. Magli ignoranti dalle sventure subito son disfatti, e dalle venturepi infelici diventano, e pi mostrano la loro stoltizia e dappo-caggine in ogni evento.

    Tommaso Campanella - Poesie

    21Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    13Senno senza forza de savi delle genti antiche esser

    soggetto alla forza de pazzi

    Gli astrologi, antevista in un paesecostellazion che gli uomini impazzirefar dovea, consiglirsi di fuggire,per regger sani poi le genti offese. 4

    Tornando poscia a far le regie imprese,consigliavan que pazzi con bel direil viver prisco, il buon cibo e vestire.Ma ognun con calci e pugni a lor contese. 8

    Talch, sforzati i savi a viver comegli stolti usavan, per schifar la morte,ch l pi gran pazzo avea le regie some, 11

    vissero sol col senno a chiuse porte,in pubblico applaudendo in fatti e nomeallaltrui voglie forsennate e torte. 14

    Parabola mirabile per intendere come il mondo diventpazzo per lo peccato, e che gli savi, pensando sanarlo, furonforzati a dire e fare e vivere come gli pazzi, se ben nel lor segre-to hanno altro avviso.

    22Letteratura italiana Einaudi

  • 14Gli uomini son giuoco di Dio e degli angeli

    Nel teatro del mondo ammascheratelalme da corpi e dagli affetti loro,spettacolo al supremo consistoroda Natura, divina arte, apprestate, 4

    fan gli atti e detti tutte a chi son nate;di scena in scena van, di coro in coro;si veston di letizia e di martoro,dal comico fatal libro ordinate. 8

    N san, n ponno, n vogliono fare,n patir altro che l gran Senno scrisse,di tutte lieto, per tutte allegrare, 11

    quando, rendendo, al fin di giuochi e risse,le maschere alla terra, al cielo, al mare,in Dio vedrem chi meglio fece e disse. 14

    Gli corpi esser maschere dellanime, e che non fanno lufi-cio suo primiero, ma artificiale, scenico, secondo il destino di-vino ordin non sempre esser re chi vestito di maschera re-gia. Ma, rendute le maschere alli elementi, saremo ignudi evederemo in Dio, luce viva, chi meglio fece il debito suo; eper tra tanto bisogna aver pacienza ed aspettare la conoscen-za della comedia nel giudizio universale.

    Tommaso Campanella - Poesie

    23Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    15Che gli uomini seguono pi il casoche la ragione nel governo politico,

    e poco imitan la natura

    Natura, da Signor guidata, fecenel spazio la comedia universale,dove ogni stella, ogni uomo, ogni animale,ogni composto ottien la propria vece. 4

    Finita questa, come stimar lece,Dio giudice sar giusto ed eguale;larte umana, seguendo norma tale,allAutor del medesmo satisfece. 8

    Fa regi, sacerdoti, schiavi, eroi,di volgar opinione ammascherati,con poco senno, come veggiam poi 11

    che gli empi spesso fr canonizzati,gli santi uccisi, e gli peggior tra noiprncipi finti contra i veri armati. 14

    La comedia delluniverso sta pur nella Metafisica. La politi-ca nostra di quella imitazione. E spesso imita falsamente, on-de avvengono tanti mali. E Dante disse:

    Se l mondo sol laggi ponesse menteal fondamento che natura pone,seguendo lui, saria buona la gente;

    ma voi torcete alla religonetal chera nato a cingersi la spada,e fate re di tal ch da sermone;

    onde la traccia vostra fuor di strada.

    24Letteratura italiana Einaudi

  • 16Re e regni veri e falsi e misti,

    e fini e studi loro

    Neron fu re per sorte in apparenza,Socrate per natura in veritate,per luna e laltra Augusto e Mitridate,Scipio e Gioseppe in parte, e parte senza. 4

    Cerca il principe spurio la semenzadelle genti stirpar a regger nate,come Erode, Melito, e lempio fratedi Tito, e Caifa, ed ogni ria potenza. 8

    Chi si conosce degno di servire,persegue chi par degno da imperare:di virt regia segnale il martre. 11

    Questi regnan pur morti, a lungo andare:vedi i tiranni e lor leggi perire,e Pietro e Paulo in Roma or comandare. 14

    In questo si scorge tutta la politica vera e falsa e mista. NelliAforismi politici lautore pose altri re per natura, altri per for-tuna, altri per luna e laltra, altri in tutto, altri in parte; e comegli spurii cercano estinguere i veri signori con la regola delMacchiavello: ecce heres, occidamus eum; e che il vero prin-cipe col sangue sigilla il principato: animam suam ponit proovibus.

    E per Macone spurio, che recus il martirio; e che gliprncipi veri dopo la lor morte anche signoreggiano, e pi; eperch Macone domina ancora, in quanto disse qualche verit,e per flagello, egli principe di fortuna.

    Tommaso Campanella - Poesie

    25Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    17Non re chi ha regno, ma chi sa reggere

    Chi pennelli have e colori, ed a casopinge, imbrattando le mura e le carte,pittor non ; ma chi possede larte,bench non abbia inchiostri, penne e vaso. 4

    N frate fan cocolle e capo raso.Re non dunque chi ha gran regno e parte,ma chi tutto Gies, Pallade e Marte,bench sia schiavo o figlio di bastaso. 8

    Non nasce luom con la corona in testa,come il re delle bestie, che han bisogno,per lo conoscer, di tal sopravvesta. 11

    Repubblica onde alluom doversi espogno,o re, che pria dogni virt si vesta,provata al sole, e non a piume e n sogno. 14

    Si pruova con esempi naturali non esser re chi regna, ma chisa, pu e vuole regnar bene. Pallade e Marte son la virt milita-re e la prudenza umana: Gies la virt e sapienza divina. Echi di queste vto, non re. Se luomo non nasce con la coro-na, come il re de pesci, dellapi e degli uccelli, questo segnoche alluomo si convenga vivere in repubblica, perch la naturanon ci d re: ovvero che non alla vesta e corona si deve mirareed alla successione, ma alla virt provata in azioni sante ederoiche; e cos poi deve essere eletto a re.

    26Letteratura italiana Einaudi

  • 18A Cristo, nostro Signore

    I tuo seguaci, a chi ti crocifissepi che a te crocifisso, simiglianti,son oggi, o buon gies, del tutto errantida costumi, che l tuo senno prescrisse. 4

    Lussurie, ingiurie, tradimenti e rissevan procacciando i pi stimati santi;tormenti inusitati, orrori e pianti(tante piaghe non ha lApocalisse), 8

    armi contra tuoi mal cogniti amici,come son io. Tu il sai, se vedi il cuore:mia vita e passon son pur tuo segno. 11

    Se torni in terra, armato vien, Signore,chaltre croci apparcchianti i nemici,non Turchi, non Giudei: que del tuo regno. 14

    Questo chiaro per s, e si vede che gli seguaci di Cristo so-migliano a suoi persecutori. Dio ci provveda.

    Tommaso Campanella - Poesie

    27Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    19Alla morte di Cristo

    Morte, stipendio della colpa antica,dellinvidia figliuola, e del nentetributaria, e consorte del serpente,superbissima bestia ed impudica: 4

    credi aver fatta lultima fatica,sottoposto al tuo regno tutto lente,contra lOmnipotente omnipotente?Falsa ragion di Stato ti nutrica. 8

    Per servirsi di te scende allabisso,non per servir a te: tu larmi e l camposcegli, e schernita se da un crocifisso. 11

    Se vive, perdi; e se muore, esce un lampodi deit dal corpo per te scisso,che le tenebre tue non han pi scampo. 14

    San Paolo disse: Stipendium peccati mors. La Sapienza:Invidia Diaboli mors introivit. Che sia figlia del niente, di-chiarato in Metafisica.

    Come Cristo vinse la morte morendo, noto tra teologi, edio non dichiaro qui se non i sensi occulti e proprii dellautore.

    28Letteratura italiana Einaudi

  • 20Nel sepolcro di Cristo, Dio nostro,

    a miscredenti

    O tu, chami la parte pi che l tuttoe pi te stesso che la spezie umana,che i buon persegui con prudenza vana,perch al tuo stato rio rendon mal frutto, 4

    ecco li Scribi e Farisei del tuttodisfatti, ed ogni setta empia e profana,dallOttimo, che i buoni transumana,mentre in sepolcro a lor pare distrutto. 8

    Pensiti aver tu solo provvidenza,e l ciel, la terra e laltre cose belle,le quali disprezzi, starsene senza? 11

    Sciocco, donde se nato tu? Da quelle;dunque ci Senno e Dio. Muta sentenza:mal si contrasta a chi guida le stelle. 14

    Questo sonetto chiaro e pio e sagacissimo, atto a persua-dere tutti quelli che vivon per ragion di Stato umana e pruden-za carnale macchiavellescamente, a riconoscere la vera vita; eche pur in questo mondo meglio patir male, che farne; e chein s, o ne posteri, subito il malfattore va in rovina per voler diquello, chi regge il mondo ed sconosciuto da rettori monda-ni.

    Tommaso Campanella - Poesie

    29Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    21Nel sepolcro di Cristo

    Quinci impara a stupirti in infinito,che lIntelletto divino immortale,perch divenga luom celestale,si sia di carne (oh santo Amor!) vestito; 4

    chegli sia anciso da suoi, e seppellito;che poi sen venne a vita trionfalee ascese in Cielo; che ciascun fia tale,chi s con lui per vivo affetto unito. 8

    Che chi muore pel caldo di ragione,sofisti atterra, ipocriti e tiranni,che vendon laltrui mal per divozione; 11

    che l giusto morto i vivi empi condanni,or fatta legge al mondo ogni sua azione,e egli giudice al fin degli ultimi anni. 14

    Il sonetto chiaro: desidera attenzione ed osservanza, rico-noscimento ed imitazione.

    30Letteratura italiana Einaudi

  • 22Nella resurrezione di Cristo

    Se sol sei ore in croce stette Cristo,dopo pochi anni di fatiche e stenti,che soffrir volle per lumane genti,quando del ciel fece immortal acquisto; 4

    che ragion vuol che sia per tutto vistosol pinto e predicato fra tormenti,che lievi fr presso a piacer seguenti,finito il colpo rio del mondo tristo? 8

    Perch non dire e scriver del gran regno,che gode in cielo e tosto far in terraa gloria e laude del suo nome degno? 11

    Ahi, folle volgo, ch, affissato a terra,se di vedere lalto trionfo indegno,onde sol miri al d dellaspra guerra! 14

    Il sonetto riprende coloro che sempre a Cristo crucifisso, enon resuscitato, mirano. E cos san Bernardo nel Sermone diPasqua.

    Tommaso Campanella - Poesie

    31Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    23Al Primo Senno

    Canzone prima

    Madrigale 1

    Illustra, o Primo Senno, il senno mio,tu che inspiri il sapere alluniverso,come dal Primo Amoree dal Primo Valorevien ogni possa e voglia: tu il mio verso 5fa di te degno e del mio gran desio.Che se Necessitateinflusso di Possanzae di Amor Armonia,da te dipende il Fato e lordinanza. 10Tu reggi Amor, guidi la Potestateed ogni ierarchia,tu, giudice ed autor di veritate.

    In questo primo madrigale della prima canzone fatta alla Sa-pienza Eterna, e linvoca, e la chiama Primo Senno, dondetutto il saper degli enti deriva, perch lautore scrisse chognicosa sente pi o meno, quanto basta alla sua conservazione, co-me appare da libri De sensu rerum. E perch nella sua Metafi-sica pone tre proprincpi dellessere, Possanza, Senno, Amore,da quali ogni potere e sapere ed appetito viene agli enti secon-di; e da questi proprincpi nasce la Necessit dalla Potenza, ilFato dalla Sapienza e lArmonia dallAmore, e son chiamateinfluenze magne: per col suo influsso onora la Sapienza in-vocata e le dice chessa regge Amore, perch senza lei cieco,ed essa guida la Possanza, che senza lei non produce, ma strug-ge le cose. E s provato in Metafisica che queste primalit sitrovan luna nellaltra, bench procedan luna dallaltra.

    32Letteratura italiana Einaudi

  • Madrigale 2

    Era il Senno degli enti da principio,ed era appresso Dio, era Dio stesso,s come era il Poteree lAmor, che tre verepreminenze dellessere io confesso, 5degli enti tutti un interno principio,onde ogni parte e tuttopuote, ed ama, e conosceessere ed operare;segue le gioie e fugge dallangosce; 10strugge il nemico, per non esser strutto,e l simil sa cercare:dal che fu il mondo in ordine ridutto.

    Mostra che l Senno eterno, ed Dio, e quel che lEvange-lo chiama Verbo di Dio. E che l Potere e l Volere sono inDio eterni ed un essere, e chogni ente partecipa di queste treprimalit o preminenze internamente, sia semplice o sia com-posto, secondo appare in Metafisica. Poi lo mostra dallazioni epassioni, e simpatie ed antipatie, che le cose sentano. E che dalsenso vien distinto il mondo. Il fuoco va in suso, perch sente ilcielo amico, e fugge la terra, sentita da lui per nemica; e le coseterrestri vanno a basso; ed ogni simile al suo simile, e fugge ilcontrario. Talch disse il vero Anassagora, che lintelletto di-stingue il caos: ch, se le cose non partecipassero da lui il senti-mento, tutte si fermerebbono dove sono; e non ci sarebbonomoti, n azione, n passione, n generazione, senza senso digioia e di dolore.

    Madrigale 3

    Autor delluniverso e di sue partifu il Senno, a cui Natura quasi figlia,

    Tommaso Campanella - Poesie

    33Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    larte nostra nipote,che fa quel che far puote,lidee mirando, che la madre piglia 5dallavo, che dunarte fe tante arti.Per s sente ed amaper essenza e per attoognente, e laltre cose,in quanto sente s mutato, e fatto 10quelle per accidente. Indi odia e bramachi a male o ben lespose.Talch il mutarsi in noi saper si chiama.

    Dio, Primo Senno, mirando nelle sue idee, fece tutti gli enti.La Natura, ch arte divina inserta nelle cose, figlia del Sen-no; e per, mirando allidee di quello, essa fa le cose naturali.Larte nostra, ch natura estrinseca, fa le cose artificiali, mi-rando allidee espresse dalla Natura sua madre, insegnata dalSenno, suo avo, che fece tante arti, cio naturali e postnaturali.Talch ogni ente naturale conosce se stesso ed ama se stesso diconoscimento ed amore interno e segreto, e poi ama le altre co-se e le sente, in quanto sente se stesso mutato in quelle; perchil sentire passione, secondo Aristotile e l Telesio. Ma Aristo-tile vuol che sia total informazione; Telesio poca immutazione:donde si giudica il tutto poi per sillogismo subitaneo. Lautorevuol che sia essere, e che l patire e limmutarsi servano a farche la virt conoscente sia esso oggetto, e cos lo conosce e giu-dica. E, perch non si fa del tutto quello, per debolissima laconoscenza nostra, corta e lontana.

    Madrigale 4

    Ma non del tutto, ch sara morirein s e farsi altro, come legno fuoco.Ma di poca mutanzasi nota, per sembianza,che il resto , addoppiando molto o poco. 5

    34Letteratura italiana Einaudi

  • Dunque saper discorso del patire.Ma lo Senno Primero,che tutte cose feo,tutte insieme, e fue:n, per saperle, in lor si muta Deo, 10segli era quelle gi in esser pi vero.Tu, inventor, lopre tuesai, non impari; e Dio primo ingegniero.

    Sguita a dire che l sentire non mutarsi totalmente, chquesto sarebbe morte; ma che sia percezione di poca mutazio-ne, dalla quale poi argomenta il tutto, come, dal poco calor checi imprime il sole, argomentiamo della sua possanza, e poi daogni simile il suo simile. E questo discorso sentire nel simile onella parte in quanto simile, come scrisse in primo Metaphysi-cae. Poi dice che Dio, sendo fattor di tutte le cose, in s tuttecose eminentemente ed idealmente; talch, per saperle, non glibisogna mutarsi in esse, come facciamo noi, ch gi esse. E lsuo sapere atto senza passione e senza discorso. E lo rassomi-glia allinventor duna cosa, che non impara da altri, ma altrida lui, dopo ch fatta. Se ben lingegniere umano mira nellaNatura, pure, rispetto alli uomini, autore primo. Ma Dio primo ingegniere avanti la natura: per sa il tutto, linsegna enon limpara.

    Madrigale 5

    Come le piante al suolo, i pesci allacque,le fiere allaria e li splendori al solehan s continovatele vite, che, staccate,si svanisce il vigor, riman la mole: 5cos al Senno Primo unito nacque,come bisogno e quantoper conservarsi, ognentecon pi o manco luce;

    Tommaso Campanella - Poesie

    35Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    e, da lui svlto, ignora, muore e mente: 10n si annullando e varando manto,quel che pu, si riduce,come ogni caldo al sole, al Senno santo.

    Tutti gli enti sono uniti al Primo Ente, come gli splendori alsole, per tanto quanto bisogna a loro il senso per vivere: ondepi e meno luce ricevono; e, da quella staccati, divengon bu-giardi, ignoranti ed annicchilati nellesser che hanno; e, quan-do muoiono, non sannullano, ma variano forma, e sempre siriducono allessere, ch fuor dellessere non possono andare.E, come il calor torna al sole, cos il sapere dogni ente conten-de tornar al Primo Senno, onde deriva. Quis intelliget?

    36Letteratura italiana Einaudi

  • 24Canzone seconda

    Madrigale 1

    La luce una, semplice e sinceranel sole, e per se stessa manifesta,ch di s diffusivae moltiplicativa,agile, viva ed efficace e presta; 5tutto vede e veder face in sua sfera.Poi, negli opachi mistacorpi, vivezza perde,n per s si diffonde.Di color giallo, azzurro, rosso e verde 10prende nome, secondo lombra tristapi o meno la nasconde,n senza il primo lume pu esser vista.

    Questa comparazione notissima a chi sa che la luce simi-le al Senno, secondo Salomone, e chessa il primo colore, cheper s si vede e fa veder gli altri enti, di cui si riflette tinta, edentra negli occhi con la tintura di quelli. Onde san Paolo:Omne quod manifestatur, lumen est. E questo scrisse lautorcontra Aristotile, che fa il colore oggetto della vista, e non sache l colore luce imbrattata dalla nerezza della materia esmorta. Nota anche che la luce sente e vede pi che noi, secon-do lautore nel terzo De sensu rerum, e che sallegra, diffonde,ecc.

    Madrigale 2

    Cos lo Senno in Dio senza fin puro,moltiplicabile, unico e veloce,

    Tommaso Campanella - Poesie

    37Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    tutto ad un tratto vede,forma, insegna e possede;detto qua Verbo, e in ciel di miglior voce. 5Partecipato poi dal mondo oscuroe di finita forza,teme, ama, odia ed obblia;n pi Dio, ma vien dettoNatura, Senno, Ragion, Fantasia. 10E secondo pi o men dura ha la scorzao pi e manco schietto,pi o manco sa; ma in Dio pi si rinforza.

    Qualit del Senno Eterno simile alla luce, e del senno creatosimile al colore, ch luce partecipata. E che, secondo la scorzacorporea pi o men ottusa, pi o men sa. E che, da Dio guida-to, come il color dalla luce, si rinforza e si fa visibile e cono-scente ed attivo, poich si vede quanto sanno pi gli discepolidi Dio che degli uomini. Nota che, da ci che Dio partecipatonon vien detto Dio, ma Senno, ecc., si pu argomentare che lamente nostra sia una luce o colore partecipante dellesser divi-no od esso Dio partecipato, ecc. Theologiza et laetare.

    Madrigale 3

    Spirto puro, qual luce, di tutti entiben sinface, e gli intende in quella guisachessi in se stessi sono;ed a sorgere buonoa giudicar, di quel che gli si avvisa, 5il resto e gli simli e i differenti.Ma limpuro infelice,qual rossor rosse scorgele cose, e non come enno,e duna in altra sembianza mal sorge: 10laonde il natural mentire indice,

    38Letteratura italiana Einaudi

  • ma non lo scaltro, un sennodi natura corrotta e peccatrice.

    Bisogna ben notare questo madrigale, dove si mostra che lospirto puro, come luce sinf (afficitur, vocabolo nuovo) ditutti colori e gli rappresenta come sono, cos egli di tutti gli en-ti; e per gli giudica come sono, e non sa mentire, n vuole. Malo spirto impuro, fuliginoso, non si inf se non come egli in-fatto; e, come il rosso occhiale rappresenta le cose rosse, e nonquali sono, cos limpuro le sente, e per per natura mendace.Ed segno di natura corrotta e viziosa, quando mente non perindustria, bisogno e sagacit, ma naturalmente in tutte le cosesuol mentire.

    Madrigale 4

    Chi tutte cose impara, tutte fassi,qual Dio, ma non del tutto ed in essenza,com la Cagion prima.Chalma di tanta stimafar cose vive sol con lintendenza 5potria e del spazio comprendere i passi;quanti il freddo e caldo hannogradi, e momenti il moto,e del tempo gli instanti;quanti angeli, e vie il lume, e corpi ha il vto; 10le riforme, che a lor vengono e vanno,i rispetti, e sembianti;quanti atomi in ogni ente e come stanno.

    Luomo, che tutte le cose impara, si fa, qual Dio, tutte cose;e questo lo dice Dionisio Areopagita, allegato pur da san To-maso. Ma non per Dio, s perch non pu tutte imparare, sperch non si fa tutte per essenza, com Dio ogni cosa per es-senza eminentemente. E chi fosse tale, saperebbe ogni cosa; sa-perebbe tutto l libro avanti che lo leggesse, e sol con lintelli-

    Tommaso Campanella - Poesie

    39Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    genza potrebbe far le cose; come le fa Dio, chi esse, onde le fasenza fatica.

    Madrigale 5

    Chi che si sia purissimo, dappoichaveria conosciuto tutte cose,non si potria dir certoduna sola esser certo,quantarti, parti e rispetti Dio pose 5in lei, co tanti ognor divari suoi.Ch e non dentro a quella,e s dentro a s ignora:onde con sua misura,non con quella dellesser, certo fra, 10se tutto sinternasse. Luom, la stella,langel, ogni fatturadiverso han senso pur dogni cosella.

    Quantunque uno spirto purissimo imparasse tutte le cose,non saperebbe una sola, secondo nel primo della Metafisica sprovato. Perch in quella non pu internarsi, e saper quantiatomi ha, e come situati, e quali rispetti con le cose tutte, e colpassato e l futuro. E, se pur sinternasse, men la saperebbe,poich se stesso intra se stesso non conosce. N con la misuradellessere la saperebbe, ma con la sua, le pi alte pi bassa-mente, le pi basse pi altamente, ecc., ecc., quia recipiuntursecundum modum recipientis. E per ogni ente ha particolarmodo di scienza dogni minuta cosa, secondo la Metafisicadellautore.

    40Letteratura italiana Einaudi

  • 25Canzone terza

    Madrigale 1

    Tanto senno have ognente, quanto bastaserbarlo a s, alla specie, al mondo; a cuiper tanto tempo nato,per quanto Dio ha ordinatopel Fato, a cui serviamo pi cha nui: 5ondaltri in fior, altri in frutto, altri guastadi noi nel materno alvo.Come, per uso vario,facciam pur noi dellerbe,cui pare ingiusto il nostro necessario; 10cos a noi, mentre soffre or folto or calvo,par che ragion non serbiil fatal capo, che l mondo tien salvo.

    Mostra chogni ente ha tanto sapere, quanto basta a conser-varsi per quanto tempo Dio conobbe esser utile alla spezie edal mondo, a cui serve ogni parte; e non si pu trapassare il Fatodivino, a cui serviamo pi che a noi. Onde, come noi mangia-mo lerbe in fiori o in frutti e quando ci piace, e questo pare in-giusto ad esse erbe, ch le uccidiamo e lor togliamo il seme e lifigli; cos il mondo per Fato uccide noi, o bambini o fatti uomi-ni o vecchi, secondo il bene del tutto; e questo ci par contra ra-gione, che l Fato ci mostra la fronte calva o crinuta, secondogli piace per util del mondo. Fronte capillata est, post haecoccasio calva; a che allude questa rima.

    Tommaso Campanella - Poesie

    41Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    Madrigale 2

    Cosa stupenda ha fatto il Senno Eterno,chogni ente, bench vil, non vuol cangiarsicon altri; onde saiutacontra l morir che l muta;ma vorria e crede solo in s bearsi, 5ch ignora laltrui ben, sape il suo interno.O somma Sapenza,che di nostra ignoranzasi serve a far ciascunofelice e lieto, e luniverso avanza. 10Gabbia de matti il mondo; e, se mai senzadi follie fosse, ognunosuccideria, anelando a pi eccellenza.

    Dice che, se gli enti ignobili conoscessero lesser de nobili,succiderebbono per mutarsi in quelli, e l legno vorrebbe esserfuoco, e la terra, ed ogni corpo pi vile. Ma, perch per segretosenso sente s solo, ed ha il gusto del suo essere, ch parteci-pazion di divinit, non vorrebbe mai morir e pensa bearsi solonel suo essere. E per si vede che Dio, per farci vivere contenti,si serve dellignoranza nostra per quanto tempo gli piace che siserbi ogni ente. Dunque il mondo gabbia de matti; e, se nonfosse cos, ognun succiderebbe per migliorare. Ma, come mat-ti, ci tegniamo esser pi che di. Unicuique proprius olet cre-pitus disse Plauto.

    Madrigale 3

    La fabbrica del mondo e di sue partie delle particelle e parti loro;le varie operazioni,che han tutte nazonidegli enti nostri e del celeste coro; 5

    42Letteratura italiana Einaudi

  • vari riti, costumi, vite ed artide passati e presenti,degli astri e delle piante,de sassi e delle fiere;tempi, virtuti, luoghi e forme tante; 10le guerre e le cagion de gli elementinoti chi vuol sapere,ch e nulla sappia, e non con finti accenti.

    Mai luomo non pu arrivar a dire: unum scio, quod nihilscio, con verit e non con umilt falsa, se non quando aversaputo quanto contiene questo madrigale: perch da questoconosce che pi cose assai gli restano a sapere, e che questeneanche sa, perch vede tanta la sua ignoranza desse, per lavariet e piccola penetrazione in loro, che saccorge poi benenon veramente sapere. E questo l sapere al quale pu arriva-re luomo perfettissimo, secondo la Metafisica dellautore. ESocrate lo seppe. E san Paolo disse: Qui putat se scire, non-dum novit quantum oporteat illum scire.

    Madrigale 4

    Spirto puro e beato solo arrivaa s saggia ignoranza; n pu farsipuro chi non natoper colpa altrui o per fato.Pu di natura il don pi raffinarsi 5con gli oggetti e con larte educativa,e farsi ampio e chiaro;ma non leggier, di greve,se di savi e di eroisenno e forza ognalunno non riceve. 10N si trasfonde, se fiacco ed ignarofiglio fanno; onde puoiconsiderare altronde don s caro.

    Tommaso Campanella - Poesie

    43Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    Chi pu arrivar a sapere che non si sa, puro e beato di na-tural beatitudine. Per non si pu questo sapere dalli altri, masolo credere, perch non possono farsi lo spirto animale puro,che somministra allanima infusa da Dio il sapere degli oggetti.Dice che larte e gli oggetti affinano il sapere e lo specificano,ma non lo generano, come pens Aristotile; e questo in Meta-fisica disputato. E come tutti hanno tanto senno, quanto bastaad ubbidir la legge, ch sapienza del comune, e per non sonoscusati gli impuri. Poi mostra che la sapienza non simpara nsi trasfonde per generazione, poich gli figli e discepoli delli sa-pienti ed eroi non sono tutti sapienti e valorosi. Dunque do-no divino travasato per loro.

    Madrigale 5

    La purit natia dunque si tiradallarmonia del mondo e dogni corda,che vario suon disserra,tesa in cielo ed in terra;e chi sa ingenerarla, a lor saccorda, 5dove, onorato, Dio sua grazia aspira.Oh felice soggetto,degno di favor tale,che Dio in lui di s goda!Poscia felice chi tanto non vale, 10se, ascoltando, sunisce a quel perfetto.Ma dogni ben si froda,chi nato impuro e schifa il saggio e schietto.

    Assai difficile a dire come dallarmonia del cielo e dellaterra e delli secondi enti co primi avviene la purit dello spirtosensitivo, e come si pu far generazione perfetta sotto certi luo-ghi e stelle e tempi, secondo che lautore scrive nella Citt delSole. E che Dio, onorato in cercar la sua grazia per ragion na-turale da lui seminata, infonde il suo aiuto, ed unisce lanimaimmortale a spirito puro, e fa uomini divini. E chegli ottimoe purissimo, chi per s tutto sa, e quel che non si sa intende. A

    44Letteratura italiana Einaudi

  • questo segue in grado chi crede al purissimo, ma chi non credeal savio e puro intelletto disutile a s ed agli altri. Ed Esiododisse: Optimus ille quidem, ecc., Proximus ecc., At quinescit, ecc.

    Tommaso Campanella - Poesie

    45Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    26Introduzione ad Amore, vero Amore

    Il vero amante sempre acquista forza,ch limmagine amata e la bellezzalanima sua raddoppia; donde sprezzaognalta impresa ed ogni pena ammorza. 4

    Se amor donnesco tanto ne rinforza,quanta gloria dara, gioia e grandezza,unita per amor, leterna Altezzaallanima rinchiusa a questa scorza? 8

    Lanima si fara unimmensa spera,che amar, saper e far tutto potrebbein Dio, di maraviglie sempraltra. 11

    Ma noi siamo a noi stessi lupi e zebbe,senza il vero Amore, luce sincera,cha tanta altezza sublimar ne debbe. 14

    Egli vero che lamante si raddoppia, perch si fa essa cosaamata, onde divien forte ad ogni alta impresa per la divinitdella belt amata a lui unita. Or, segli cos, molto pi la belteterna fa luomo invitto, che di lei sinnamora; e per gli amicidi Dio con la fede viva, amorosa traspongono i monti, trasmu-tan le cose, fermano il sole, come Giosu. Ma noi siamo lupidel nostro bene, e pecore divorate dal nostro lupino amore, eprivi della sincera luce dAmor divino, che ci pu deificare efarci comandare a tutte le creature.

    46Letteratura italiana Einaudi

  • 27Contra Cupido

    Son tremila anni omai che l mondo coleun cieco Amor, cha la faretra e lale;chor di pi fatto sordo, e laltrui male,privo di caritate, udir non vuole. 4

    Dargento ingordo e a brun vestirsi suole,non pi nudo fanciul schietto e leale,ma vecchio astuto; e non usa aureo strale,poich fr ritrovate le pistole, 8

    ma carbon, solfo, vampa, truono e piombo,che di piaghe infernali i corpi ammorba,e sorde e losche fa lavide menti. 11

    Pur dalla squilla mia sento un rimbombo: Cedi, bestia impiagata, sorda ed orba,al saggio Amor dellanime innocenti. 14

    Qui si mostra che lAmor cieco fu deificato nel secolo rio, eche poi peggior nellet nostra tenebrosa; ed ora sta per tor-nar al mondo il vero Amore, savio e puro, secondo che e pre-dice del secolo doro futuro, dopo la caduta dellAnticristo.Vedi gli Profetali.

    Le sottigliezze del sonetto noti un altro, chio solo dico ilsenso occulto e nuovo.

    Tommaso Campanella - Poesie

    47Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    28Canzon damor secondo la vera filosofia

    Madrigale 1

    Udite, amanti, il mio cantar. SempreralAmor universal, segli Dio spinsea far il mondo, e non forza o bisogno.La sua Possanza a tanta opra laccinse,per che dentro a sua infinita spera 5la prima Sapenza, ondio ci espogno,previde che potea starvi lessenzade finiti enti, e disse: Or vi ripogno. Ch Amor, a cui ogni essere bontatechal Senno veritate, 10vita alla Potestate,lantevista possibile esistenzarepente am: tal che, cha dipendenzadal Senno e dal Poter, la volve a loro:ch poter e saper essi non ponno 15quel che non vonno. Dunque insieme adoroPossanza, Senno, Amor, Primo Ente e Donno.

    Senza invocazione comincia la canzone dAmore; e mostrache sia eterno, perchegli spinse Dio a far il mondo. Perchquel che era possibile essere, Dio buono am che fosse, comecol Sapere avea previsto e col Potere fece. Onde conchiude cheAmor nasce dal Potere e dal Sapere eternamente, e che il Pote-re e l Sapere non possono n sanno, se non vogliono: dunquependono anchessi dAmore. Onde si vede che Possanza, Sa-pienza ed Amore sono un Primo Ente, ed in ogni ente son pri-malit, secondo la Metafisica. Qui ci son sensi mirabili.

    48Letteratura italiana Einaudi

  • Madrigale 2

    Il perfetto animal, chor mondo , priaera confuson, quasi un granduovo,in cui la Monotriade alma parente,covando, espresse il gran sembiante nuovo.Per Necessit, Fato, Armonia 5influendo, il Poter, lAmor, la Mentesopiti sciolse a farsi, in membra tante,natura, fabbri intrinsechi e semente.Onde ognente perchesser pu, sa ed ama.Non pu, ignora o disama 10chi al morir si richiama;il che di vita in vita gire errante,ch la spera vital sempr pi innante.Ma le tre influenze abbreviroil saper delle parti, ondesse, incerte 15degli altri esseri e vite, solo amrola propria ed abborrr di farsi esperte.

    Mostra che l caos ha preceduto, almeno dorigine, se non ditempo, e che Dio Monotriade lo ridusse ad ordine e fece ilmondo; e chinfluendo il Fato, lArmonia e la Necessit, sciolsegli sopiti proprincipii partecipati, che son Possanza, Senno edAmore, e gli fece diventare natura e fabbri e semente delle co-se. E pruova chogni ente sia dessi composto, perch inquanto pu e sa e vuole essere; e se perde il potere o il sapere ol voler essere, subito muore o si trasmuta. E questo passar divita in vita; perch lacqua, fatta fuoco, vive la vita di fuoco; enon si pu andar fuori della sfera dellessere, secondo lautoreed Agostino, De cognitione verae vitae. E, perch il Fato, lAr-monia e Necessit abbreviro il saper degli enti secondi, nonsanno il gusto dellaltra vita cha lor succede, e per non ama-no morire e trasmutarsi mai.

    Tommaso Campanella - Poesie

    49Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    Madrigale 3

    Il Primo Ente divino, uno, immortale,tranquillo sempre, linfinito Bene,proprio oggetto adeguato del su Amore.Or, perch ognesser da quel primo viene, buono e lieto oggetto naturale 5del proprio amor, talchegli ama il Fattore,se stesso amando, di cui certa imago.E per sama dinfinito ardore,bramando farsi infinito ed eterno,ch tal lAutor superno. 10Quinci nasce odio internocontra l morire in chi non presagodesser vicin pi al primo, ond s vago,chanzi odiar s, che lui, pu, Bene immenso.Del Ben il senso amor spira per tutto; 15ma alle parti mortai del male il senso,per parzale amor, lodio ha produtto.

    Come il Primo Essere Sommo Bene, adeguato oggetto delproprio amore, cos ogni secondo essere adeguato ben delproprio amore; e da qui si scorge che viene dal Primo Essere,perch ama esser sempre ed infinito ogni ente, come Dio; tal-ch, amando s, pi ama Dio. Questo provato in Metafisica.Mostra poscia lodio nascer dallamor dellessere, che fa odiaril non essere, e solo si truova negli enti secondi particulari, chepossono non essere. E l senso dellessere spira amore, e l sen-so del male, ch l non essere, spira lodio. Deus autem nihilodit quae fecit.

    50Letteratura italiana Einaudi

  • Madrigale 4

    Dio cosa nulla odia, ch affanno e morteda lor non teme; ma sua vita propia,da lor partecipata, in s vagheggia,tutte avendo per buone, e benchinopiadi pi sembianza sua nellalme torte 5si dica odiar, e non langue o vaneggia,chindi e ben non mendca, e nha a doviziaper sempre dar; ma il suo Fato pareggia,con ta detti odii e morti, lArmoniadi sua gran monarchia. 10N l mondo, a chi ben spia,odia sue parti; ma prende a letizialor guerre e morti, che fanno a giustiziain altre vite, dove gli mestiero.Cos il pan duolsi e muore, da me morso, 15per farsi e viver sangue, e questo io chiero;poi muore il sangue alla carne in soccorso.

    Dio non odia le cose, perch lha fatte e non teme mal da lo-ro. Odia solo il mancamento del bene in noi, ch il peccare: equesto non ente. Ma questo odio non con languidezza e va-nit, come in noi passione afflittiva; ma con questo odio fa chei mali del mondo faccino armonia al suo regno. E pure il mon-do tutto non odia le sue parti, e le cose che muoiono in esso,sono per sua vita: come il pane muore nel nostro corpo e si fasangue, e l sangue muore e si fa carne; e queste morti e viteparticolari servono alla vita del tutto.

    Tommaso Campanella - Poesie

    51Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    Madrigale 5

    Cosa mala io non truovo a Dio ed al mondo,n tma o gelosia; ma da fiacchezzanacquero delle parti, o dal difettodi quel cha molti gioia o sicurezza.Una comun materia ha il spazio tondo, 5di cui far regno am, stanza e soggetto,ogni attivo valor per eternarsi.Dal che Necessit punse laffettodel consimile a far lo stesso, e guerrapone il Fato, e disserra 10lArmonia cielo e terra.Ecco lite damor per amor farsi.Con re il re pugna, non con Davo; ed arsigli enti ha il fuoco, per fuoco amico farli;e la terra vorria che fusser sui. 15E dal non esser nasce il contrastarli;dallesser, amicizia, e un di dui.

    Dunque conchiude che a Dio ed al mondo non ci male;dunque, n odio, n gelosia; e dichiara lorigine di questi affet-ti essere la fiacchezza propria o l difetto del bene frale. E lomostra nel mondo, dove il caldo e l freddo presero nimiciziaper amore di far sua la materia, insufficiente alla loro voglia in-finita; e come da tal amore nacque la lite e lodio; e di tal odiosi serve il Fato a far gli elementi ed elementati; e che non ci guerra tra contrar, ma tra simili, perch uno Dio, e non fececose contrarie, ma simili. La contrariet nasce dal contrasto delregnare sopra la materia. Il caldo e l freddo son ambi attivi, in-corporei. E dal non essere nasce il contrasto, ch l caldo non freddo e teme esser fatto non caldo; e dallesser qual laltro,lamist ed unit.

    52Letteratura italiana Einaudi

  • Madrigale 6

    Amor, che dal Valor e Senno Primoprocede e lega que con dolce nodo,del Sommo Ben, ch lesser suo mai sempre, voluntate e gaudio sopra mododi s a s, sicur ben, sempre opimo. 5Amor, infuso del mondo alle tempre,del suo gaudio e comodo pur desire,che nel futuro mai non si distempre,ondegli perda il sembiante divino.Ma lamor, che l destino 10fe alle parti meschino,pi tosto desiderio che gioiredel proprio ben, che va sempr al morire.Amor dunqu piacer dimmortal vitain tutti: ma chi in s perderla sente, 15la cerca altronde, e l consiglio linvitaa trovar via di non morir repente.

    LAmor divino, ch lo Spirito Santo inteso personaliter edappropriate, e non essentialiter, un gaudio e volont gioiosasenza misura, a s di s, id est del proprio essere, che il som-mo bene di esso Primo Ente e di tutti gli altri. Perch il gioire amor dellobbietto unito alla potenza; il desiderio amordellobbietto non posseduto. E per lamor infuso al mondo,bench sia in parte gioire dellesser che ha, nondimeno purdesiderio di perpetuar quel che ha, perch non lha da s, mada Dio, a cui solo amor gioia senza desio. Il terzo amore delle parti mortali del mondo, e pi desiderio che gioire, se be-ne alcun gioire del proprio essere; ma il desiderio di non per-derlo lo affligge. Distinti gli tre amori, definisce amore esser,non desiderio, ma piacer di vita immortale in tutti, ed anche inDio: ma chi non lha da s, teme perderla, ed invita il consiglioa trovar via di non perderla. E questo, quando saggio, gli diceche saccosti a Dio immortale per immortalarsi; quando stol-to, a beni mortali.

    Tommaso Campanella - Poesie

    53Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    Madrigale 7

    LInopia dunque, pregna dal Consiglio,regenera amor fieri, ardenza e fame,cupidigia, appetito e zel di quellecose chintraman della vita il stame.Onde il sol mangia la terra, e di piglio 5ella al ciel d e vorria mangiar le stelle.Fa di tal guerra e di lor semi il Fatospirti, umor, pietre, animai, piante; ed ellemangiansi luna laltra: ove amor fassigioir, mentre rifassi 10pian pian quel che disfassi.Ch gioia del sentirsi esser serbatoatto ; e l dolor, del sentirsi turbato,cui sommo ben la conservazonee sommo mal lo distruggimento. 15Per diciam le cose male o buone,cha lor son via, cagion, mostra e fomento.

    Non afferm chamor sia desiderio, perch questo suaspecie, comappar nella seconda parte della sua Metafisica; edora dice che lInopia produce Amore, impregnata dal Consi-glio, secondo la favola di Platone. Ma, con verit, lInopia non madre dAmore, ma la volutt, come ivi pruov, atteso chenon [si] ama, perch non si ha, la cosa, ma perch si ha. Solo ildesiderio ha per nutrice, non per madre, lInopia; perch nondesideriamo la cosa perch non labbiamo, ma perch gioio-sa: e di questa Inopia non nasce Amore verace, ma bastardo,cio la fame, la gelosia, lavarizia. E mostra questi affetti tra glielementi, onde nasce la guerra; e della guerra si serve il Fato afar gli enti secondi. Li quali pur si mangiano lun laltro, comegli elementi; e, nel rifacimento dellessere, si ritrova amor essergioire. E diffinisce che cosa gioire o volutt, e che cosa do-lore, e qual il sommo bene e l sommo male, e che le altre co-se si dicono buone o male rispetto a quelli, per analogia.

    54Letteratura italiana Einaudi

  • Madrigale 8

    Del nemico la fuga, o la vittoria,e del cibo il restauro non bastandoad eternar, il Senno amante, vistoche l sol produce, la terra impregnando,tante sembianze, revoc a memoria 5larte divina, e l mortal sesso mistoparto in due, che sembra terra e sole,servendosi del caso; ondha provvistoche, dessi uniti, Amor, per be lambicchi,virt vital dispicchi, 10chi desser gli fa ricchi,morendo in s, nella futura prole,per questo amata pi chamante; e suolequi Amor, vlto in gioir, scordarsi il Senno,come fan gli altri dellInopia figli, 15seguendola in pi e meno: onde vizi enno,come virtuti son presso a consigli.

    Con stupendo artificio dichiara come leternit, oggettodAmore, non si potendo tra mortali aver dalla vittoria o fugadel contrario, n dal ristoro del cibo (perch, se non si muoreper quello, si muore per questo, ch l cibo, mentre si traso-stanzia in noi, ci diminuisce, con la reazione, la natura; e, sepur questo non fosse, necessario che si rompa qualche vaso, alungo andare, e si muoia, secondo che Galeno dice, bench dicontrar non fossimo composti): per questo la natural Sapienzadivise lanimale in maschio e femmina, servendosi del caso (chla femmina a caso nasce, intendendo sempre la natura fare ilpi perfetto, ch il maschio), mirando allarte divina, che nelmondo pose cielo e terra, maschio e femmina. E cos mostracome, per lambicciuoli de vasi genitali, natura trasmanda il se-me dalluno allaltro, che poi si fa un simile a generanti, e glirende immortali per successione della prole, la quale per talcausa pi amata chamante; ed amor discende e non ascende.Poi mostra come Amor, sentendo la gioia della conservazionenellatto venereo, si scorda del Senno, onde nacque; come fan

    Tommaso Campanella - Poesie

    55Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    gli altri figli dellInopia, che sono lavarizia, ambizione, fame,che per poco senno sono vizi, e col senno sono virtuti.

    Madrigale 9

    Per, dovunque Amor del suo ben scorgesegnale alcun, che Bellezza appelliamo,pria che lasci pensar sivi sascondail ben che l serva, accorre; e qui pecchiamo,ch fuor di tempo e luogo, o pi o men porge 5lidea vitale, o in terra non feconda;dove pur, preparata al gran fin, gioiasentendo, in pi error grande si profonda,chella dAmor sia oggetto e fin sovrano,non saggio e sca e mezzano 10del viver sempre. Ah insanopensier, che ogni vilt produce e noia!N cieca legge smorza tanta foia,ma il gran Saper, dAmor viste ir lantenneal non morir: il che fra noi mancando, 15allalto volo gli veste le pennedeternit, chandiam quaggi cercando.

    Come Amor, seguendo la bellezza, segnale del bene che ciconserva, senza far giudicio del male in quello nascosto tra lbene caduco, corre a quello; e qui si pecca, perch si getta il se-me fuor di tempo, o di luogo, o del vaso in cui si fa la genera-zione. E, perch si sente pur gioia, che la Natura prepose aquesto atto per sca, viene a cader in error pi grande, perchstima esser fin dAmore la bellezza, la quale mezzo, saggio edsca al vero fine, che il bene della conservazione. N pu lalegge umana dissuadergli questo gusto vano senza frutto diprole, che ci immortala. Ma il Senno, vedendo che Amor tendeallimmortalit, ci china lale poi per arrivar ad eternarsi in unaltro modo e con verit, la quale in queste ombre del viver persuccessione noi andiamo cercando.

    56Letteratura italiana Einaudi

  • Madrigale 10

    Visto gli eroi e filosofi pi pruoveche l cibo e l generar fallano spesso,e l figlio tralignante perd al padre,invece di servar, lesser commesso,punti dAmor divin (cui par che giove 5pi propagar le cose pi leggiadre),sprezzr la parte per lo tutto; e l seme,pria in tutti gli enti la Bont lor madremirando, amando han sparso e la sembianzadi lor senno e possanza, 10di Dio ampliati ad usanza,in tutto almen luman genere insieme,in detti, in fatti ed opre alte e supreme.E preser lalme belle ad impregnaredi lor virt, che trae di vaso in vaso 15lor vita, ma pur manca a lungo andare,ch solo Dio resiste ad ogni caso.

    Dice che, vedendosi mancar la conservazione in s o ne fi-gli, perch tralignano o non gli potemo avere, gli filosofi e glieroi si consultro ad eternarsi in fama, e fecero gesti eroici ebeneficii immortali al mondo, scrivendo, dicendo ed operandocose grandi. Talch lasciro la sembianza loro, non ne figli, manelle memorie, e lamplificro per tutto il genere umano, e pi-gliro figli di virt, e non di carne, ad allevare ed amare; li qua-li eternano la lor sembianza e nome. Ma pur questo mododeternit manca, poich Pitagora e tanti filosofi ed eroi nonhanno pi vivo il nome, ch si perderono i libri e statue loro.Dunque, solo Dio resiste a tutti casi, che non ha composizionedessere e non essere, come gli secondi enti, secondo la Metafi-sica dellautore dichiara.

    Tommaso Campanella - Poesie

    57Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    Madrigale 11

    Te Amor, sfera infinita, alma e benigna,che n ciel di copia, in noi dinopia hai centro,circondato dal cerchio sensitivo,onde chi sente pi, pi ama e gode,io, che son teco a tutte cose dentro, 5canto, laudo e descrivo.Per te si abbraccia il van le cose sode,e le virt la mole, onde consistedelluniverso lordine, distintoper te di stelle e duomini dipinto. 10Per te si gira il sol, la terra pigliavigor, onde poi tante cose figlia.Per te contra la morte si resistee contra il mal, che tanto ci scompiglia.Tu autor di gentilezza, 15distruttor di fierezza;da te son le repubbliche e gli regnie lamicizia, ch un amor perfettoche contra il male accomuna ogni bene.Tu se deternit frate alla spene, 20soprabbondanza di eterno diletto.Tu vinci la Possanza e lIntelletto.

    In questa mirabile conclusione lauda Amore: lo chiama sfe-ra immensa, che in cielo ha il centro di copia, in terra dinopia;e con tutto ci ella circondata dalla sfera della Sapienza, per-ch dove ci pi sapere, ci pi amore; pi aman le piante chele pietre, pi di quelle gli animali, pi di questi luomo. Poi di-ce come Amor fa che il vacuo tiri a s gli corpi, e la materia levirt agenti; che per lui fu distinto il mondo, e per lui nasceogni cosa, e si fugge la mortalit e l male; chegli unisce le re-pubbliche, e regni e lamicizia, la quale un perfetto amore,che accomuna gli beni tutti, per conservar gli amici insiemecontra il male; ch quasi fratello della speranza, la quale spi-

    58Letteratura italiana Einaudi

  • rata dalla Volutt eterna; che vince la Possanza e l Sapere. Quici vuol la Metafisica.

    Tommaso Campanella - Poesie

    59Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    29Della bellezza, segnal del bene,

    oggetto damoreCanzone

    Madrigale 1

    LAmor essenzal, cui son radiciSenno e Valor nativi, donde in terzosintegra ogni esser, si conserva e chiamabont, verit e vita: a grande scherzo,in voglie accidental, diffonditrici 5dellessere, come arbor, si dirama,o perch in s lha a perdere, o per mostradi suo beni a bear altri chi sama.Talch un Cupido in Ciel di Copia nascegioiendo; e con ambasce 10qui dInopia un, che pascepur letizia di vincere la giostracontra il morire in questa bassa chiostra.Or fra le cose ancor, che tutte buonea s, al mondo e a Dio, perch salute 15sono allaltre o fatal destruzone,puose un gran segno la Prima Virtute.

    Amor essenziale quello col quale ogni ente ama se stesso, enasce dal potere e sapere lesser proprio. E questo amor si divi-de quasi in rami di amor accidentale, ch quello col qualeamiamo le altre cose, perch amiamo noi stessi. Queste vogliedi diffondersi in altro sono, perch muoiamo in noi e cerchia-mo vivere in figli o in fama, o perch cerchiamo a far bene adaltrui. E Dio si diffonde solo per bene nostro in noi, ch nonpu ricever bene, ma darne solo. Per dallAmor essenziale na-sce Cupido in Cielo, di Abbondanza, che dona ad altrui bene;ed uno in terra, dInopia, che cerca ricever beneficio ed im-

    60Letteratura italiana Einaudi

  • mortalit, onde per questo ci d gioia. E, perch tutte le coseson buone ad altri, ad altri male, bench a s ed a Dio ed almondo tutte son buone, Dio, per farci conoscer qual cosa ci buona, ci pose il segnale, ch la bellezza; e, per conoscere ilmale, puose per segnale la bruttezza.

    Madrigale 2

    Bellezza dunque levidente segnodel bene, o proprio allente in cui risiede,o di ben chindi pu avvenire a cuipar bello, o dambi; e daltri pu far fede.Ecco, la luce del celeste regno, 5belt semplice e viva, mostra a nuigran valor, che ci avviva e giova a tanti:sol brutta allombra, bel degli enti bui.Di serpi e draghi il fischio e la bravurae la varia pittura 10a noi ci fan paura,gli rendon brutti, e tra lor belli e santi.Lumilt di cavalli e di elefanti,segnal di servit e di poco ardire,fa brutta a loro, ma a noi bella vista 15del poter nostro e ben di lor servire.Laltrui virt al tiranno brutta e trista.

    Che bellezza sia segno del bene che sta dentro il bello, o delbene chad altri pu recare, o di tutta e due, come quella dellaluce; o del bene strano, come la ferita segno del valor del feri-tore. E per questa bellezza non se non rispettiva, come leserpi sono belle alle serpi, a noi brutte; e gli cavalli mansueti as fanno male, perch si rendono nostri schiavi, ed a loro deb-bono esser brutti, ma a noi belli per lo bene ed utile, che ne ca-viamo, e perch conoschiamo il nostro valor sopra loro. E cosal tiranno par brutta la virt altrui, in quanto segno della pro-pria rovina; ch gli virtuosi soppongono a loro, non gli viziosi;

    Tommaso Campanella - Poesie

    61Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    ma questi lor paion belli, perch gli conservano in dominio.Sol brutta allombra: la luce par bella a nostri spiriti, che sonodi natura lucidi, ma alla terra par brutta ed alle tenebre, le qua-li sono bellezza alla terra ed alle cose buie, cio oscure.

    Madrigale 3

    Bella ogni cosa dove serve e quando,e brutta dov inutile o mal serve,e pi sannoia; e pur laltrui bruttezzebello vedere, e guerra in mar che ferve,perch tua sorte o virt vai notando, 5impri a spese altrui mire prodezze.Brutto , saugura a noi male o rimembra,vedere infermi, povert ed asprezze.Il bianco, che del nero ognor pi bello,pi brutto nel capello, 10ch addita test avello;pur bello appar, se prudenza rassembra.Belle in Socrate son le strane membra,note dingegno nuovo; ma in Aglaurosaran laide. E negli occhi il color giallo, 15di morbo indicio, brutto; e bel nellauro,chivi dinota finezza e non fallo.

    Mostra le maniere della bellezza in tutte cose per s o per al-tri; e come ella stessa brutta o bella, secondo segno di beneo di male, a chi per segno: onde veder guerre in terra e nau-fragi in mare bello, perch rappresenta il mal di cui noi siamoesenti; e non aver male bene; e pur mostra la virt di trava-glianti, ed a noi la nostra fortuna buona. Onde [a] veder glimali de nemici ci paion belli pi; e quel che ci ricorda il nostromale brutto, come il veder infermit, povert, ecc. La bian-chezza bella per s; ma perch ci ricorda ne capegli la vec-chiaia e la morte, brutta; ma non, se ci mostra la prudenza delvecchio. Per le brutte membra di Socrate e di filosofi paion

    62Letteratura italiana Einaudi

  • belle a chi considera quelle come segnali di stravagante inge-gno; ed in una ninfa sarebbono brutte. Cos il colore giallonelloro bello e nellocchio brutto, perch qui morbo, l fi-nezza dinota.

    Madrigale 4

    Sella nota ogni ben, strano o nato,e prncipi son Senno, Amor e Forza,giocondi sempre ed utili ed onesti,cui le virt son figlie e gli altri scorza;chi pi senno, alta possa ed amor pio 5mostra, belt pi illustre: ondi gran gesti,spontanee morti e cortesie deroipaion s belli, e mai non son infesti.Di savi le dottrine, leggi e carmi(ondio posso eternarmi 10e laltrui glorie e larmi,e far gli altri prudenti a viver poi)son le pi ampie bellezze fra noi.Bello la nave o il cavalier armatoveder, in cui pi forze addoppia larte; 15ma pi Archimede saggio opporsi al fato,franger le navi, e trasvolar, di Marte.

    Qua mostra qual maggior o minor bellezza, perch gliprincipali beni sono la Possanza, la Sapienza e lAmore: quellisegnali che pi additano questi beni, pi bellezza sono. E notache questi tre primi beni sono utili ed onesti e piacevoli insie-me; e le virt sono figlie loro, perch alla integrit della virt siricerca il potere, il sapere e l volere in farsi e bene operare, se-condo la nostra filosofia. D, per esempio di bont dAmore,gli atti cortesi; di Possanza, gli atti eroici; di Sapienza, le dottri-ne de savi; e par che nellesempio dArchimede, che fece tantocol senno, anteponga il senno alla forza, con Salomone, per-chegli guida la forza. Ed in Metafisica dice che dalla Possanza

    Tommaso Campanella - Poesie

    63Letteratura italiana Einaudi

  • Tommaso Campanella - Poesie

    nasce il Senno, e dambidue Amore, e che sono tutti insieme.La disputa lunga: col si vegga. Nota che gli altri beni sonoscorza ed apparenza delli tre beni primi, non figli.

    Madrigale 5

    LArte divina negli enti rinchiusa,che Natura appelliam, gli esempi prendeda Dio per farli; e la nostra da lei.Per il soggetto brutti o bei non rendenostri artificii; lo imitar gli accusa. 5Cos degli aurei li marmorei dipi bei puon dirsi, arte maggior mostrando,e pi Tersite in scena che gli Atrei.E di Dante linferno pi bel pare,che pi l seppe imitare, 10che l paradiso. E carevoci e sensi traslati enno, ampliandolingegno e l ben incognito illustrando;se no, fien vane, o bei drappi in Gabrina,che segnalano il mal del bene in loco, 15e fan bruttezza doppia tanto fina,quanto il papato a chi deve esser cuoco.

    Mostra qua la bellezza artificiale non consistere nello sog-getto materiale, ma nellimitazione; la quale arte figlia dellaNatura, donde piglia le idee, come la Natura da Dio: ed eccel-lente in arte chi meglio imita. Per pi bella una statua dimarmo scolpita da saggio scultore che una doro da goffo scul-tore, perch segnale di pi arte. E larte il ben che ci conser-va; Tersite buffone, in scena bene imitato, pi bello dAga-mennone re, mal imitato; e linferno di Dante pi bel del suoparadiso. Poi dichiara perch le voci e gli sensi traslatati, chesono le metafore e le favole de poeti, paion begli; e dice chesono begli, perch amplificano il sapere dire una cosa in pimodi, e perch manifestano con la similitudine la cosa ignota;

    64Letteratura italiana Einaudi

  • la quale, in quanto saputa, ben dellintelletto, bench in sria. E quando non amplificano n dichiarano, sono brutti glitraslatati, come gli drappi di Gabrina vecchia dellAriosto, ve-stita di vesti belle; ed come il papato in chi deve essere cuoco,dove fa bruttezza doppia: ch mostra mal governo e malelezio-ne, e di due bande ignoranza, rovina, ecc.

    Madrigale 6

    Or, se