48
PIER GIORGIO ARDENI Diseguaglianze oggi Bologna 3 marzo 2017 1

Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

PIER GIORGIO ARDENI

Diseguaglianze oggiBologna

3 marzo 2017

1

Page 2: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Diseguaglianze oggi

Il tema di oggi, sul quale sono stato invitato a parlare, è quello delle diseguaglianze.

Articolerò questa mia presentazione trattando tre aspetti:1. La diseguaglianza economica (in termini di reddito e

ricchezza): come si misura, cosa comporta, quali politiche per bilanciarla.

2. Le altre diseguaglianze (sono tante…): istruzioni, sanità e salute, genere, origine e «razza», etc.

3. Le tendenze recenti e di lungo periodo: come siamo arrivati alla situazione di oggi e dove stiamo andando. La politica cosa può fare?

2

Page 3: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Sul concetto di diseguaglianza

Due parole sul concetto: si parla di diseguaglianze quando gli individui non hanno le stesse opportunità ovvero non sono in grado di ottenere, a parità di condizione, gli stessi risultati

Che gli individui siano «tutti uguali» è un concetto relativamente recente: di origine illuminista, si rifà alla «dichiarazione dei diritti dell’uomo» secondo la quale tutti gli uomini (e donne) hanno gli stessi diritti indipendentemente dalla razza, dal sesso/genere, dal ceto, dalla religione e dalle loro opinioni – dai diritti discende il fatto che ci si attende che le differenze che si osservano in termini di ceto (reddito), cultura, istruzione, salute, dovrebbero essere il risultato delle scelte volontarie di ciascuno e non delle condizioni esterne.

Per parlare di disuguaglianza dobbiamo dunque stabilire se: Esistono differenze tra individui Se sì, a cosa sono dovute

3

Page 4: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Sul concetto di diseguaglianza

Che esistano differenze tra individui è ovvio e finanche un bene (la biodiversità è un valore!). Il punto è stabilire quanto queste differenze siano il risultato di una scelta individuale e quanto siano una barriera e un limite al perseguimento dei fini che ciascuno persegue in libertà – oggi abbiamo accettato questi che riteniamo valori «universali»

Le differenze più vistose che osserviamo in ogni società si riferiscono al ceto (reddito e ricchezza), all’istruzione, alle condizioni di vita (salute, alimentazione e abitazione)

È importante quindi misurare quanto le differenze che si osservano sono dovute alle scelte degli individui e quanto siano invece il risultato di condizioni esterne alla loro volontà e del contesto istituzionale, politico e sociale in cui vivono. Lavoro, reddito, istruzione, salute: quanto dipendono le differenze che osserviamo da genere, razza, religione, origine, etc.?

4

Page 5: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Sul concetto di diseguaglianza

Si distingue tra differenze nelle opportunità e differenze nei risultati.

Nel primo caso: accesso all’istruzione, alla sanità, al lavoro Nel secondo caso: differenze di rendimento scolastico e tipo

di istruzione, differenze nelle retribuzioni, nelle carriere, etc. In entrambi i casi, il problema è capire quali siano le origini di tali

differenze: sono esse dovute al reddito, alla famiglia di origine, al sesso, alla razza/provenienza o alla religione?

In generale (nelle democrazie liberali) si assume che sulla carta tutti godano delle stesse condizioni di partenza, ovvero che sesso, provenienza, religione e opinioni non siano discriminanti (perché «garantite» dallo Stato) – quanto le differenze osservate nelle opportunità e nei risultati sono quindi dovute alle condizioni di partenza?

5

Page 6: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

La diseguaglianza economica

Si riferisce a differenze nel reddito o nella ricchezza, ovvero nelle dotazioni di risorse degli individui. Da un punto di vista analitico, una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di una popolazione in termini di reddito? Quale reddito va preso in considerazione? Quale ricchezza? E quindi: quali dati, quali statistiche?

L’attenzione è ai fini di una politica di equità: si vuole che lavoro, istruzione, sanità e condizioni di vita socialmente accettabili siano accessibili a tutti (tutte le democrazie liberali sulla carta aderiscono a questo principio)

Definizione: per disuguaglianza nella distribuzione del reddito si intende come il reddito totale di una comunità (città, regione, Paese) è distribuito tra i suoi membri

Voglio farvi degli esempi numerici semplici, per capirci

6

Page 7: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

La distribuzione del reddito

Nelle statistiche e negli articoli sui giornali trovate spesso delle informazioni che sono difficili da capire… gli indici di Gini, la distribuzione del reddito. Come si calcolano e come si misurano?

Voglio mostrarvi che non è così complicato come sembra. Cosa si intende per distribuzione del reddito? Supponiamo di avere 5 individui, con i seguenti redditi:

Andrea: 10 €, Bernardo: 20 €, Carlo 30 €, Davide: 40 €, Enrico: 50 € Il reddito totale (somma dei redditi di ognuno) è 150 € Diremo allora che la distribuzione del reddito è tale che al più povero

(Andrea) va il 6.7% del totale (cioè 10/150), al secondo più povero (Bernardo) va il 13.3%, al terzo (Carlo) va il 20%, al quarto (Davide) va il 26.7% e al quinto, il più ricco (Enrico) va il 33.3%. In questo caso semplice, ogni individuo rappresenta il 20% della «popolazione» totale (un quinto). Possiamo quindi dire che il quinto della popolazione più povero riceve il 6.7% del reddito totale, e così via.

7

Page 8: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

La distribuzione del reddito

Con una popolazione più numerosa, si fa la stessa operazione: si ordinano gli individui secondo il reddito individuale (dal più basso al più alto), si raggruppano gli individui in modo da avere dei «percentili», ovvero un centesimo, oppure un decimo (decili), un quinto (quintili), un quarto (quartili) della popolazione totale e si calcola per ogni gruppo il reddito totale del gruppo e poi il reddito totale complessivo.

Se dividiamo la popolazione in 5 gruppi (ogni gruppo rappresenta il 20%, un quinto del totale), ordineremo i gruppi (quintili) secondo il reddito: reddito basso il primo, medio-basso il secondo, medio il terzo, medio-alto il quarto e alto il quinto. Come misurare, allora, le differenze di reddito tra i gruppi?

Abbiamo bisogno di un indicatore che prescinda dai valori monetari (altrimenti, come facciamo a dire che 1000 € sono molti o pochi?), un indicatore di disparità

8

Page 9: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

La distribuzione del reddito

Torniamo all’esempio dei 5 individui: con un reddito totale di 150 €, la situazione di perfetta eguaglianza nella distribuzione è ovviamente quella in cui tutti hanno lo stesso reddito (150/5=30 €)

All’opposto, non esiste una misura di «perfetta disuguaglianza». Si possono avere infatti tanti tipi di differenza/disparità/disuguaglianza, tante quante sono le possibili distribuzioni di quello stesso reddito di 150€.

Come misurare quindi il grado di disuguaglianza di una distribuzione? Ci sono varie misure che vengono utilizzate, ognuna con i suoi pro e i suo contro…

Una misura è la distanza/differenza tra il reddito più alto e quello più basso, ovvero il rapporto tra reddito più alto e quello più basso.

Nel nostro esempio sopra, la distanza è 5 e anche il rapporto è 5. Come a dire: il più ricco ha un reddito che è 5 volte quello del più povero

9

Page 10: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

La distribuzione del reddito

Consideriamo ora un Paese, ordiniamo i redditi degli individui in modo crescente e raggruppiamo la popolazione in 5 gruppi («classi»), ordinandoli secondo il reddito di ogni gruppo, dal più basso al più alto.

Vi voglio ora mostrare alcuni casi, giocando con i numeri. Supponiamo che la popolazione totale sia di 1500 individui (ogni ha 300

individui). Supponiamo che il reddito totale sia di 1500 (in migliaia di €). Il reddito medio (cioè pro-capite) del paese è quindi di 1€.

Se tutti gli individui avessero davvero lo stesso reddito, avremmo un caso di perfetta uguaglianza, poiché ogni classe avrebbe un reddito di 300, ma questo è un caso puramente teorico.

Più realisticamente, con lo stesso reddito totale e lo stesso reddito pro-capite si possono avere distribuzioni molto diverse, ovvero disuguaglianze nella distribuzione del reddito molto diverse: tutto dipende dal rapporto tra redditi alti e redditi bassi, cioè dalla concentrazione del reddito in una classe.

10

Page 11: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

La distribuzione del reddito

L’indice di Gini (G) è una misura di concentrazione che indica quanto un totale sia concentrato in una categoria. Senza dilungarci su come è calcolato, si ha che G=0 in assenza di concentrazione (tutte le classi sono uguali), mentre G=1 quando il reddito è concentrato in una sola classe.

Qui sopra, 4 esempi di 4 distribuzioni diverse con lo stesso reddito totale e medio, lo stesso reddito della classe media e una concentrazione maggiore dei redditi alti nella classe più ricca. G passa da 0.13 a 0.50 e il rapporto tra redditi alti e redditi bassi passa da 2:1 a 80:1.

Questi esempi sono molto realistici, perché le statistiche ci dicono che nei paesi OCSE la distribuzione del reddito ha raggiunto certi livelli…

11

Classi di reddito

Reddito totale della classe

basso 200medio-basso 250

medio 300medio-alto 350

alto 400

Reddito totale 1500

Indice di Gini =0.13

Classi di reddito

Reddito totale della classe

basso 100medio-basso 200

medio 300medio-alto 400

alto 500

Reddito totale 1500

Indice di Gini =0.27

Classi di reddito

Reddito totale della classe

basso 50medio-basso 100

medio 300medio-alto 400

alto 650

Reddito totale 1500

Indice di Gini =0.40

Classi di reddito

Reddito totale della classe

basso 10medio-basso 40

medio 300medio-alto 350

alto 800

Reddito totale 1500

Indice di Gini =0.50

Page 12: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Distribuzione del reddito e crescita economica

Il reddito di un paese non è costante (è un flusso) e varia di anno in anno. Uno dei criteri più spesso utilizzato per giudicare quanto un’economia sia sana è quello della crescita, in quanto, si dice, tanto più il reddito cresce tanto è meglio per tutti. Ma è proprio così? No! Dipende dalla distribuzione!

Consideriamo gli esempi sotto. Ipotizziamo una crescita del 5% del reddito totale (cioè il 5% di 1500, pari

a 75€). Nella tabella di sinistra abbiamo la situazione iniziale (G=0.27).

Se il reddito cresce della stessa percentuale per tutti abbiamo la tabella B, la distribuzione non cambia, G resta = 0.27 12

Tabella AClassi di reddito

Reddito totale della classe

basso 100medio-basso 200

medio 300medio-alto 400

alto 500

Reddito totale 1500

Indice di Gini =0.27

Tabella B Classi di reddito

Reddito totale della classe

basso 105medio-basso 210

medio 315medio-alto 420

alto 525

Reddito totale 1575

Indice di Gini =0.27

Page 13: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Distribuzione del reddito e crescita economica

Ipotizziamo ora che un aumento del reddito totale di 75€ corrisponda ad un aumento uguale per ogni classe (ovvero un quinto di 75€, cioè 15€). In questo caso, se il reddito cresce dello stesso ammontare per tutti abbiamo la tabella B, la distribuzione cambia (migliora!), perché in proporzione è aumentato di più per i più poveri.

Ipotizziamo infine una stessa crescita del reddito totale 75€, dove però l’aumento è diverso per ogni classe. In particolare consideriamo il caso (molto frequente in realtà) dove maggiore il reddito iniziale della classe maggiore è l’aumento che si osserva (nel caso in cui sono le classi più ricche a beneficiare dell’aumento).

13

Tabella AClassi di reddito

Reddito totale della classe

basso 100medio-basso 200

medio 300medio-alto 400

alto 500

Reddito totale 1500

Indice di Gini =0.27

Tabella B Classi di reddito

Reddito totale della classe

basso 115medio-basso 215

medio 315medio-alto 415

alto 555

Reddito totale 1575

Indice di Gini =0.25

Page 14: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Distribuzione del reddito e crescita economica

Nella tabella di sinistra abbiamo la situazione iniziale (G=0.27). Se il reddito aumenta dell’1% per il primo gruppo, del 2% per il secondo, del 3% per il terzo, del 4% per il quarto e del 9% per il quinto (per un aumento totale di 75€) abbiamo la tabella B, la distribuzione cambia (peggiora!), perché in proporzione è aumentato di più per i più ricchi

14

Tabella AClassi di reddito

Reddito totale della classe

basso 100medio-basso 200

medio 300medio-alto 400

alto 500

Reddito totale 1500

Indice di Gini =0.27

Tabella B Classi di reddito

Reddito totale della classe

basso 101medio-basso 204

medio 309medio-alto 416

alto 545

Reddito totale 1575

Indice di Gini =0.28

Page 15: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Distribuzione del reddito e crescita economica

Cosa possiamo concludere? Che la crescita del reddito può avere effetti benefici su tutte le classi a seconda di come si distribuisce l’aumento del reddito. Non basta dire crescita del reddito, dipende da com’è la sua distribuzione!

Se la crescita fa aumentare la distanza tra le classi, allora è dannosa. Questo si verifica quando a beneficiare della crescita sono le classi più ricche.

Quando parliamo di distribuzione del reddito, ci riferiamo all’insieme dei redditi percepiti – da lavoro, da rendite, da profitti e capitale. Inoltre, ci possiamo riferire al reddito lordo così come a quello netto (disponibile), ovvero calcolato prima o dopo tasse, contributi e sussidi. Queste distinzioni sono importanti, perché mostrano l’importanza delle politiche re-distributive. Queste politiche possono infatti agire in modo da rendere meno diseguale la distribuzione del reddito.

15

Page 16: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Distribuzione del reddito – le tendenze recenti

I dati Istat sulla distribuzione del reddito «di mercato» (prima di trasferimenti e tasse) in alcuni paesi: in 20 anni, la situazione è peggiorata notevolmente…

(fonte: Istat, Rapporto sulla situazione del paese, 2016) 16

Page 17: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Distribuzione del reddito – le tendenze recenti

I dati sulla distribuzione del reddito disponibile sono più confortanti. Il reddito disponibile è infatti quello che si ottiene da quello «di mercato» aggiungendo i trasferimenti e i sussidi pubblici e sottraendo tasse e contributi (il «netto»).

Questo il confronto per il 2010 con altri paesi europei (in verde l’Italia)

(fonte: Istat, Rapporto sulla situazione del paese, 2016)

17

Page 18: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Distribuzione del reddito – le tendenze recenti

Questo confronto indica che le politiche redistributive hanno un’importanza fondamentale nel ridurre la diseguaglianza.

L’ultimo rapporto OCSE sulla diseguaglianza nella distribuzione del reddito dice comunque che l’indice di Gini sul reddito disponibile è cresciuto a partire dagli anni Novanta: la disuguaglianza è aumentata ed è più alta che nella media dei paesi OCSE

18

Page 19: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Distribuzione del reddito – le tendenze recenti

Tra i 30 paesi OCSE oggi l’Italia ha il sesto più grande gap tra ricchi e poveri. In Italia, i redditi sono diventati il 33% più diseguali a partire dalla metà degli anni ottanta. Si tratta del più elevato aumento nei paesi OCSE, dove l’aumento medio è stato del 12%. L’Italia ha in parte colmato il crescente gap tra ricchi e poveri aumentando la tassazione sulle famiglie e spendendo di più in prestazioni sociali (si veda il confronto degli indici Gini tra reddito di mercato e reddito familiare disponibile).

19

Page 20: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Distribuzione del reddito – le tendenze recenti

Il rapporto OCSE 2016: Il reddito medio del 10% degli Italiani più poveri é circa 5000 dollari (tenuto conto della parità del potere di acquisto) quindi sotto la media OCSE di 7000 dollari. Il reddito medio del 10% più ricco é circa 55000 dollari, sopra la media OCSE.

I ricchi hanno beneficiato di più della crescita economica rispetto ai poveri ed alla classe media.

Il divario di reddito medio tra il 10% più ricco della popolazione e il 10% più povero in Italia risulta di 11.4 a 1, contro la media dei Paesi censiti di 9.4 a 1 e contro ad esempio il 5 a 1 dell'Islanda, ma anche il 21 a 1 del Cile e del Messico.

Tra il 2007 e il 2014, in Italia l’indice Gini del reddito disponibile è aumentato dell’1.2% (mentre nella media OCSE è rimasto costante e in molti paesi è calato), mentre quello del reddito di mercato è aumentato del 2.9%, contro una media OCSE dell’1.6%. In sostanza, in Italia la crisi recente ha visto un aumento della disuguaglianza nella distribuzione del reddito.

20

Page 21: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Distribuzione del reddito – le tendenze recenti

Un aspetto rilevante della disuguaglianza crescente è l’aumento dei redditi dei ricchissimi. Si veda il confronto tra paesi delle quote di reddito che vanno all’1% più ricco della popolazione (sotto)

A ciò, si deve anche aggiungere che esiste un problema di genere, in quanto più il reddito è alto, meno sono le donne recipienti

21

Page 22: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Distribuzione della ricchezza – le tendenze recenti

I dati sulla ricchezza (patrimoni mobiliari e immobiliari) mostrano che la ricchezza è più concentrata del reddito (l’indice Gini è quasi doppio), anche se in Italia è relativamente meno concentrata che in altri paesi europei. Nel 2012, in Italia, il 10% della popolazione possedeva il 46% della ricchezza netta totale italiana

22

Page 23: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Disuguaglianza economica e altre disuguaglianze

Si ha dunque diseguaglianza economica quando alcuni individui di una popolazione sono «più ricchi» degli altri. Dal punto di vista utilitaristico, maggiore è la ricchezza, minore è la sua utilità marginale. Pertanto, tanto più un sistema è diseguale, tanto più si riduce la sua efficienza (distributiva).

L'utilità complessiva della ricchezza di una popolazione diminuisce al crescere della diseguaglianza, in quanto la diseguaglianza riduce la somma delle utilità personali per via della utilità marginale decrescente della ricchezza.

Ad es. una casa può dare meno soddisfazione ad un singolo milionario (come casa di villeggiatura) della soddisfazione che darebbe ad una famiglia di 5 individui senza casa. L’utilità marginale della ricchezza è inferiore tra i più ricchi (un euro aggiuntivo speso da un povero dà più utilità).

23

Page 24: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Disuguaglianza economica e altre disuguaglianze

Si può concludere che, dato un certo ammontare di ricchezza in una società, una società più egalitaria ― in cui le ricchezze individuali sono meno differenti ― avrà una utilità aggregata maggiore.

C’è chi sostiene che una certa diseguaglianza fornisce incentivi a «fare di più» per diventare più ricchi (non solo per via dell’utilità ma anche per via dello status sociale).

C’è chi invece sostiene che la diseguaglianza economica produce ingiustizia, perché si perpetua e non consente a chi ha meno di avere di più in termini relativi.

Il concetto di diseguaglianza (economica) è quindi in qualche modo legato a quello di equità, anche se, in ogni caso, va distinto da quelli di equità, giustizia e equanimità (fairness).

24

Page 25: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Disuguaglianza economica e altre disuguaglianze

Una distribuzione può essere diseguale ma non per questo iniqua. Ovvero, se tutti ricevono esattamente lo stesso reddito (una società egalitaria), non è detto che ciò sia equo (c'è chi lavora di più e chi di meno, chi ha studiato di più e chi meno, etc.): qualcuno sarà insoddisfatto. Una società egalitaria può persino essere ingiusta e parziale. E viceversa: una distribuzione diseguale può essere equa e giusta (se, ad es. tutti ricevono un reddito commisurato al loro sforzo e qualifica).

La diseguaglianza economica, riferendosi ad una misura di capacità economica (ricchezza, reddito o spesa), può naturalmente essere dovuta a cause diverse a seconda della fonte di quella capacità. La diseguaglianza economica si riferisce alla diversità delle condizioni economiche di partenza (a monte) degli individui di una popolazione.

25

Page 26: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Disuguaglianza economica e altre disuguaglianze

Se gli individui di una stessa popolazione hanno redditi/ricchezza differenti, essi allora saranno in grado di fare scelte differenti – la differenza dei mezzi provoca una differenza nelle scelte: le scelte, pertanto, possono essere diverse perché dovute alle diversità di condizione iniziale.

La fonte primaria, tuttavia, può in realtà mascherare differenze (e diseguaglianze) ancora più a monte. Ad es. differenze di reddito da lavoro possono essere dovute a fattori diversi dalle differenti mansioni o qualificazioni. Ovvero, a parità di mansioni, ci possono essere altre cause. Va da sé che le cause della disuguaglianza economica possono quindi risalire a:

Occupazione e tipo di lavoro Qualità individuali (non solo «innate», anche acquisite) Istruzione, qualificazione e skills Etnia, genere, cultura, religione, etc. Origine geografica e parentela

26

Page 27: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Disuguaglianza economica e altre disuguaglianze

L'analisi della diseguaglianza economica deve quindi tenere conto di questi fattori causali. Ovvero, la diseguaglianza economica nella distribuzione del reddito o della ricchezza sarà associata a diseguaglianze di tipo sociale, demografico, culturale o altro. E le diseguaglianze sui vari piani vanno di pari passo…

Tuttavia, ancora oggi possiamo osservare una relazione stretta tra diseguaglianza economica e cattiva qualità della vita (individuale e della società nel suo insieme). Ed è questo il motivo per cui ce ne occupiamo…

Grande parte degli studi sulla diseguaglianza (economica, in particolare) si occupa di diseguaglianza delle condizioni ma non guarda alla diseguaglianza delle opportunità, che è più difficile da misurare. Perché in una popolazione alcuni membri hanno un grado di istruzione più alto di altri? È per via delle condizioni di partenza o per via delle opportunità che hanno avuto?

27

Page 28: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Disuguaglianza economica e altre disuguaglianze

Disuguaglianze nelle opportunità: se nessun gruppo sociale fosse discriminato e se tutti avessero le stesse opportunità non dovremmo osservare alcuna differenza, persistente e sistematica, di risultati economici fra diversi gruppi sociali, identificati sulla base di caratteristiche etniche, di genere, di età, di contesto familiare ecc.

La realtà è ben diversa e i divari per gruppi sociali, genere ed età sono vistosi.

Un altro tipo di diseguaglianza è quella in termini di risultati (misura le differenze a valle) e non si riferisce alle scelte individuali. Ad es. la mancanza di scuole provoca livelli di istruzione diversi non dovuti ad una scelta precisa

28

Page 29: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Disuguaglianza economica e altre disuguaglianze

Che vi sia disuguaglianza (economica) o disparità nelle scelte non equivale a dire che vi sia disuguaglianza nelle opportunità: ad es. gli individui di una popolazione possono avere redditi diversi ma essere tutti in grado di andare a scuola

Anche se la disuguaglianza nei risultati è sempre esistita ed si trova in ogni società ed ogni tempo, vi è chi arriva a dire che non è necessariamente un fenomeno completamente negativo: c’è chi ritiene che una società in cui tutti fossero «uguali» sarebbe insopportabile.

Quando si parla di disuguaglianza è quindi importante definire a quale dimensione ci si riferisce, per qualificare il concetto, distinguendone così le cause. Abbiamo parlato della disuguaglianza economica, ovvero nella distribuzione della ricchezza o del reddito.

29

Page 30: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Disuguaglianza economica e altre disuguaglianze

Ma vi sono anche diseguaglianze in termini di livelli di istruzione, di salute e sanità, di genere, etc. (che si riferiscono ad indicatori diversi e vengono quindi misurate in modo diverso).

Vi sono disuguaglianze retributive che sono solo in parte attribuibili alle diverse competenze e qualificazioni (capitale «umano»), ma vanno ricercate in ragioni molteplici: origine, tipologie di contratto, settori economici, genere, dimensione delle imprese, presenza dei sindacati, etc.

L’uguaglianza nelle opportunità è strettamente connessa alla mobilità sociale ovvero al passaggio da una «classe» all’altra (definita in termini di reddito): a parità di reddito, infatti, se non vi sono limiti alla mobilità, non vi sono limiti alle opportunità. Una bassa mobilità sociale è dunque indice di alta disuguaglianza nelle opportunità.

30

Page 31: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Disuguaglianza economica e altre disuguaglianze

Come si misura: si ha mobilità sociale se lo status occupazionale dei figli è indipendente da quello dei genitori, ovvero se non vi è correlazione tra status di «origine» (familiare) e status attuale.  

In termini di reddito, la condizione richiede che il reddito dei figli non sia correlato a quello dei padri e, più precisamente, che la posizione che i figli occupano nella graduatoria dei redditi sia indipendente da quella che occupavano i rispettivi genitori. In particolare, i ricchi di oggi non dovrebbero essere, sistematicamente, i figli dei ricchi di ieri. Un vantaggio dovuto solo alle origini familiari è inaccettabile, in principio. Eppure…

I dati recenti mostrano che la mobilità sociale è molto bassa e sta tornando ad essere bassa come era un tempo (remoto): in Italia (come negli Stati Uniti, in barba all’American Dream) le possibilità di successo economico sembrano dipendere molto dalla famiglia di origine.

31

Page 32: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Disuguaglianza economica e altre disuguaglianze

Inoltre, se è confermato che un po’ ovunque vi sia una forte correlazione tra reddito dei genitori e istruzione dei figli, non è confermato che le disuguaglianze di reddito da lavoro tra i figli dipendano esclusivamente dal loro «capitale umano»

A ciò si aggiunge che le disuguaglianze si trasmettono per canali che non sono solo economici e familiari: i dati recenti mostrano che oggi in Italia la mobilità sociale è bassa, che le disuguaglianze economiche dipendono dalle condizioni di origine e che vi sono marcate differenze di genere, territoriali e dovute ad altri e vari fattori

Status occupazionale/lavorativo e reddito sono però indicatori diversi: in Italia si ha bassa mobilità occupazionale e bassa mobilità di reddito. Infatti, si può avere crescita del reddito senza che cambi lo status occupazionale e senza mobilità sociale.

32

Page 33: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Disuguaglianza economica e altre disuguaglianze

Istat, Rapporto sull’Italia 2016: «la differenza di genere costituisce una delle principali fonti della disuguaglianza nella distribuzione dei redditi lordi da lavoro sul mercato». Inoltre, «esiste un legame tra mobilità sociale e disuguaglianza: ridotti livelli di mobilità sociale tendono a riprodurre le disuguaglianze tra generazioni».

Tra i paesi OCSE, la mobilità sociale è bassa in Italia come nel Regno Unito e negli Stati Uniti, mentre è più alta in Danimarca e Norvegia. In sostanza, in Italia il reddito dei figli è legato a quello dei genitori e il titolo di studio dei genitori pesa sul reddito futuro dei giovani, soprattutto in Italia. Tra i paesi OCSE, si ha meno mobilità sociale e intergenerazionale in Regno Unito, Spagna e Italia.

33

Page 34: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Distribuzione funzionale del reddito

Nel trattare di disuguaglianze relative al lavoro, è importante considerare la distribuzione funzionale del reddito, ovvero come il reddito (nazionale) viene distribuito tra le grandi categorie dei suoi percettori, secondo le loro funzioni: lavoratori (reddito da lavoro), capitalisti (redditi da capitale) e imprenditori (profitti, ovvero compenso all’attività di impresa) – questo è un concetto macro, che riguarda un intero Paese, non la distribuzione individuale del reddito

La quota del reddito da lavoro sul reddito nazionale è una misura dell’importanza del fattore lavoro nella produzione della ricchezza nazionale ed è variata nel tempo.

In particolare, nello sviluppo capitalistico recente, la diminuita importanza del «fattore lavoro» nella manifattura e nei servizi ha portato a ritenere «naturale» la diminuzione della quota di reddito nazionale attribuita al fattore lavoro.

34

Page 35: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Distribuzione funzionale del reddito

Il fatto è, però, che la maggior parte delle persone riceve il proprio reddito in grande parte nella forma di una retribuzione per le prestazioni di lavoro svolto

La diminuzione osservata nelle quote di reddito distribuite al lavoro è stata in grande parte dovuta all’aumento dei redditi di origine finanziaria. Questo l’andamento degli ultimi anni in Italia (sulla destra la scala della quota del reddito da lavoro)

35

Page 36: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Distribuzione funzionale del reddito

Il fatto è, però, che la maggior parte delle persone riceve il proprio reddito in grande parte nella forma di una retribuzione per le prestazioni di lavoro svolto

La diminuzione osservata nelle quote di reddito distribuite al lavoro è stata in grande parte dovuta all’aumento dei redditi di origine finanziaria. Questo l’andamento degli ultimi anni in Italia (sulla destra la scala della quota del reddito da lavoro)

36

Page 37: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Tendenze storiche

La visione liberale affermava che fintantoché una società (un sistema) garantisce le stesse condizioni per tutti, le differenze che avremo tra gli individui saranno dovute a differenze nelle preferenze e nei comportamenti

Dal momento, però, che ogni società è il risultato di complessi processi storici che ne hanno determinato l’evoluzione, è sempre difficile stabilire quali siano le condizioni «di partenza» tali per cui si possa stabilire una base strettamente egualitaria sulla quale misurare quanto le scelte degli individui portino poi a differenze nelle condizioni di ognuno

Es. anche una «società alla Robinson Crusoe» può finire per essere diseguale. Se i figli di Robinson e Ann fanno scelte diverse, anche i loro figli finiranno per risentirne. Supponiamo che Robinson lasci ai suoi due figli John e Jim la stessa eredità. John è laborioso e accumula, Jim è dispendioso e dilapida. I figli di John avranno di che godere, quelli di Jim no. Cosa fare?

37

Page 38: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Tendenze storiche

Nella visione liberale, è la società che dovrà garantire a John e ai suoi figli di poter godere di quanto accumulato. Ai figli di Jim essa offre, nella migliore delle ipotesi, di «redimersi» ovvero una garanzia di condizioni minime, ma nulla più. Datevi da fare e siate parsimoniosi e produttivi, e quanto investito, in termini di impegno e dedizione, vi sarà riconosciuto (se il sistema è equo, come deve essere, garantendo le stesse condizioni a tutti)!

Semplificando, possiamo dire che l’utopia comunista negava differenze iniziali (abolizione dell’eredità) per poi dare a chi rende/produce di più il minimo per vivere, dividendo tra tutti quanto prodotto (negando altresì la possibilità per chiunque di dilapidare deliberatamente quanto ricevuto)

I cardini del modello liberale erano questi: stesse possibilità per tutti (anche di dilapidare) garantite dalla società, ciascuno pensi a sé e alla sua progenie – la proprietà privata è condizione necessaria, assieme all’eguaglianza delle possibilità 38

Page 39: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Tendenze storiche

L’evoluzione delle democrazie capitalistiche liberali è partita dai suoi presupposti illuministici, scontando da subito la contraddizione tra tutela della libertà individuale (e quindi della proprietà privata delle risorse e dei mezzi) con la sua accumulazione e adattando le spinte anti-egualitarie ad essa intrinseche con politiche di redistribuzione e di tutela dei meno «dotati» di risorse, mezzi e opportunità

Il sistema capitalistico, a differenza dei sistemi feudali o assolutisti redditieri, ha consentito l’accumulazione privata delle risorse garantita dalle norme giuridiche e dal mercato

Il liberalismo economico ha poi perfezionato questo meccanismo: alla rendita derivante dalla proprietà si è aggiunta l’accumulazione dei profitti derivante dalle attività economiche regolata dal funzionamento concorrenziale e libero dei mercati (controllato dallo Stato garante)

39

Page 40: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Tendenze storiche

Secondo la visione liberistica pura, se tutti gli individui possono scambiare beni e servizi secondo le loro «dotazioni iniziali» e le loro preferenze, prodotti grazie alle tecnologie vigenti, in un mercato libero dove le condizioni di concorrenzialità sono garantite dall’Autorità, il risultato finale è «ottimale»: ognuno avrà ciò deve avere per quanto ha messo a disposizione.

Il progresso tecnologico permetterà di ottenere di più con le stesse risorse e, dal momento che la popolazione aumenta, ce ne sarà per tutti purché le condizioni di libero mercato (scambio) siano garantite - se qualcuno avrà di più sarà perché sarà stato in grado di ottenere di più con meno e non per meriti non suoi

Qual è il neo di questa visione? Che le «dotazioni iniziali» non sono mai le stesse per tutti, non partiamo mai «da zero» come sull’isola di Robinson. E, alla fine, a parità di condizioni tecnologiche, sono le dotazioni iniziali a fare la differenza…

40

Page 41: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Tendenze storiche

Ed è questo il motivo per cui si sono invocati e attuatidue tipi di politiche: liberistiche, cioè stesse opportunità per tutti di lavoro, produzione e guadagno e politiche redistributive, che limitino (ex post) l’eccesso di concentrazione delle risorse a favore di chi ha meno e il predominio di mercato, pur mantenendo proprietà privata ed ereditarietà della ricchezza

Quando si sviluppò il capitalismo industriale, per quella lunga fase che fu detta della «età dell’oro», i «capitalisti» (coloro che avevano il capitale per acquistare macchinari che permettevano enormi produzioni e accumulazione di altro capitale) poterono impiegare mano d’opera a basso costo (data che grande era l’offerta) accumulando così enormi profitti.

Il salario non era che la remunerazione per l’impiego di forza lavoro e tempo, il profitto la differenza tra ricavi e costo di produzione (salario + macchine + materiali).

41

Page 42: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Tendenze storiche

La diminuzione della forza lavoro disponibile e la sua progressiva qualificazione portarono poi ad un aumento del salario

La pressione salariale, unita alla pressione sociale del lavoro salariato organizzato (sindacalizzazione, politicizzazione) spinsero i redditi da lavoro verso l’alto

Nella «età dell’oro», il reddito da lavoro continuò ad aumentare più del reddito da capitale, al lavoro andò progressivamente una quota crescente del reddito nazionale, grazie soprattutto alle politiche redistributive

Progressivamente, questo andamento si è fermato per poi invertirsi a partire dagli anni 1980 (nei paesi capitalistici e in Italia): i redditi da capitale hanno cominciato ad aumentare più dei redditi da lavoro

Con la globalizzazione e la finanziarizzazione questa tendenza si è consolidata

42

Page 43: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Tendenze storiche

Le tendenze recenti dicono che bassa mobilità sociale, unita ad alti redditi da capitale e finanziari fanno sì che i possessori di capitale tendono a diventare sempre più ricchi – mentre i redditi da lavoro soffrono la competizione dovuta alla globalizzazione – e la ricchezza è sempre più concentrata – è il capitalismo delle elites e dei ricchi ereditieri.

La quota dei top incomes è sempre più alta ovunque. È questa dovuta ad alti salari (ad es. managers o stars). Solo in piccola parte: è soprattutto la finanza (e l’ereditarietà)…

Liberismo sui mercati, concentrazioni e monopoli capitalistici, bassa tassazione dei capitali e limitato controllo degli Stati, precarizzazione del lavoro unita a livellamento delle retribuzioni non faranno che accentuare queste tendenze

43

Page 44: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Le prospettive politiche

La disuguaglianza crescente nella distribuzione del reddito lordo (prima di tasse e trasferimenti) mostra che c’è qualcosa che non va e che va corretto nel funzionamento del mercato del lavoro, nel legame tra istruzione e lavoro, nell’accesso a servizi e lavoro che incidono sulle differenze di genere.

Non possiamo affidare tutto alle politiche redistributive e di welfare – l’insistenza degli ultimi anni sulla flessibilizzazione del mercato del lavoro, ad esempio, ha risposto più ad esigenze competitive dovute alla globalizzazione che ad esigenze di equità

Le disuguaglianze nelle retribuzioni sono aumentate per mansioni, grado di istruzione, famiglia di origine, regione di origine, genere e tipo di contratto.

La crescita economica (comunque bassa) ha beneficiato i redditi alti e le retribuzioni più alte (si veda ad es. la differenza tra salari dei manager e salari operai)

44

Page 45: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Le prospettive politiche

Le disuguaglianze sul mercato del lavoro sono in parte legate agli investimenti in capitale umano (istruzione), alle competenze professionali, all’esperienza accumulata e al settore, alle mansioni. Altre sono legate al ciclo di vita (presenza di figli e ruoli familiari), altre infine a fattori esogeni, come il genere o l’età. «Questi sono fattori che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini» (Istat, 2016).

L’aumento dell’occupazione e la crescita possono fare molto ma non tutto per risolvere quelle disuguaglianze a monte. L’avere puntato nei decenni recenti, anche da parte delle sinistre, solo su crescita e occupazione con politiche liberiste – se l’economia tira tutto si risolve – è stato un serio limite che ha portato a disuguaglianze crescenti e impoverimento delle classi medie e popolari

45

Page 46: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Le prospettive politiche

Oggi notiamo tendenze preoccupanti – ed è di questo che le politiche dovrebbero occuparsi:

per gli uomini è più facile ottenere lavori con redditi più alti e raggiungere mansioni più remunerative – a parità di mansione e competenza gli uomini guadagnano di più, nelle mansioni più alte sono più frequenti gli uomini (il «soffitto di cristallo» è via via più pressante e inclinato per le mansioni alte)

le donne con figli sono più penalizzate (redditi più bassi e meno accesso alle mansioni alte) delle donne senza figli (non è vero per gli uomini) – ma sono le famiglie con figli che hanno bisogno di redditi più alti!

I giovani guadagnano meno degli adulti. Disoccupazione temporanea e contratti di lavoro precario sono più

frequenti per i giovani – il lavoro instabile e parziale è un fondamentale fattore di disuguaglianza

46

Page 47: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Le prospettive politiche

Il grado di istruzione è ovviamente un fattore di disuguaglianza – ed è purtroppo legato al ceto della famiglia e all’origine – a parità di istruzione, però, sono genere e condizione contrattuale che accentuano le disuguaglianze: non vi è (ancora) evidenza che la maggiore flessibilizzazione del mercato del lavoro abbia portato benefici in questo senso.

La bassa mobilità sociale accentua le disuguaglianze – aver puntato tutto sulla «mobilità del reddito» (crescita del reddito a parità di classe) senza favorire anche la mobilità di classe (passare da una classe lavorativa e di reddito all’altra) non ha intaccato il problema delle disuguaglianze alla radice – questo è stato il modello liberista di tutte le sinistre europee: puntare sui benefici del mercato (che dovrebbero far superare i problemi della mobilità) senza guardare alle opportunità (vedi: il mito dei Bill Gates e degli Steve Jobs, di quelli che «si fanno dal nulla» …)

47

Page 48: Bologna 3 marzo 2017cittacomune.eu/wp-content/uploads/2017/03/Diseguaglianze_Ardeni.pdf · Diseguaglianze oggi ... una domanda è: come misurare le differenze tra gli individui di

Le prospettive politiche

Oggi, famiglia di origine, livello di istruzione dei genitori e condizione patrimoniale (ma anche il titolo di godimento dell’abitazione di residenza) determinano gran parte delle prospettive future delle persone.

I figli dei ricchi finiscono non solo per avere un reddito da lavoro più alto ma anche un reddito complessivo più alto, per via dell’ereditarietà. È per questo che il reddito e la ricchezza vanno sempre più concentrandosi nelle mani dei ricchi…

Infine, l’assistenza. La spesa sociale e il welfare sono maggiori nelle regioni più ricche – una distorsione che penalizza ulteriormente lavoratori e cittadini nelle regioni più svantaggiate, dove già risentono dei problemi di cui sopra: uno svantaggio aggiuntivo.

Esiste poi una correlazione fortissima tra condizioni socio-economiche e condizioni di salute, misurate sia in termini di prevalenza delle patologie che di mortalità

48