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CHE COSA È L'ARTE? Benedetto Croce Alla domanda “che cosa è l'arte?” può rispondersi scherzando, con un scherzo che non è completamente ignorante che l'arte è quella che tutti sanno quello che è. E, veramente, se non si sapesse quello che è l'arte, in qualche modo non marciremmo neanche formuliamo questa domanda, perché ogni domanda implica sempre una notizia della cosa domandata, designata nella domanda e, per ende, qualificata e conoscente. Cucia sulla quale possiamo fare in realtà un'esperienza, se ci rendiamo conto delle idee, giuste e profonde, che sentiamo frequentemente formulare con relazione all'arte per quelli quale non sono professionali della filosofia e della teoria, per i laici, per gli artisti poco amici di ragioni, per le persone ingenue, fino a per le genti del paese; idei che vanno implicitamente molte volte avvolte nei giudizi che si fanno in tomo a determinate opere d'arte, e che a volte si pronunciano in forma di aforismi e di definizioni. E fino a diamo nel fiore di sospettare che potessimo riderci a mandibola battente, purché ci venisse in voglia, dei filosofi orgogliosi che pretendono avere scoperto la natura dell'arte, mettendoci per gli occhi e per gli uditi proposte scritte nei libri più volgari e frasi del patrimonio comune delle genti, notandoci che contengono, con la maggiore chiarezza, la sua fiammante scoperta. Il filosofo avrebbe sempre occasione di vergognarsi se mantenesse qualche volta l'illusione di avere trasmesso, con le sue dottrine personali, qualcosa di completamente originale alla comune coscienza umana, qualcosa di strano a questa coscienza, la rivelazione di un mondo interamente nuovo. Ma non si turba e segue diritto la sua strada, perché sa che la domanda, che cosa è l'arte? - come, in generale, ogni domanda filosofica sulla natura della cosa reale ed ogni domanda di conoscenza -, se acquisisce nelle parole che si impiegano un certa sfumatura di problema generale e totale che si pretende di risolvere 

Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

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Page 1: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

CHE COSA È L'ARTE? Benedetto Croce 

Alla domanda “che cosa è l'arte?” può rispondersi scherzando, con un scherzo 

che non è completamente ignorante che l'arte è quella che tutti sanno quello 

che è. E, veramente, se non si sapesse quello che è l'arte, in qualche modo 

non marciremmo neanche formuliamo questa domanda, perché ogni domanda 

implica sempre una notizia della cosa domandata, designata nella domanda e, 

per ende, qualificata e conoscente. Cucia sulla quale possiamo fare in realtà 

un'esperienza, se ci rendiamo conto delle idee, giuste e profonde, che sentiamo 

frequentemente   formulare   con   relazione   all'arte   per   quelli   quale   non   sono 

professionali della filosofia e della teoria, per i laici, per gli artisti poco amici di 

ragioni, per le persone ingenue, fino a per le genti del paese; idei che vanno 

implicitamente molte volte avvolte nei giudizi che si fanno in tomo a determinate 

opere d'arte, e che a volte si pronunciano in forma di aforismi e di definizioni. E 

fino a diamo nel fiore di sospettare che potessimo riderci a mandibola battente, 

purché ci venisse in voglia, dei filosofi orgogliosi che pretendono avere scoperto 

la natura dell'arte, mettendoci per gli occhi e per gli uditi proposte scritte nei libri 

più volgari e frasi del patrimonio comune delle genti, notandoci che contengono, 

con la maggiore chiarezza, la sua fiammante scoperta. 

Il   filosofo avrebbe sempre occasione di  vergognarsi  se mantenesse qualche 

volta l'illusione di avere trasmesso, con le sue dottrine personali, qualcosa di 

completamente originale alla comune coscienza umana, qualcosa di strano a 

questa coscienza,  la rivelazione di  un mondo  interamente nuovo. Ma non si 

turba e segue diritto   la sua strada, perché  sa che  la domanda,  che cosa è 

l'arte? ­ come, in generale, ogni domanda filosofica sulla natura della cosa reale 

ed ogni domanda di conoscenza ­, se acquisisce nelle parole che si impiegano 

un certa sfumatura di problema generale e totale che si pretende di risolvere 

Page 2: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

per prima e per ultima volta, ha sempre, in effetti, un significato circostanziale, 

che prega con le difficoltà speciali  che si vivono in un momento determinato 

della storia del pensiero. Certamente la verità corre per la sua strada, come la 

scintilla del conosciuto proverbio francese, e come la metafora" regna dei tropi", 

secondo i settori con che Montaigne si  imbatteva nella chiacchiera della sua 

cameriera. Ma la metafora della cameriera è la soluzione di un problema che 

esprime   precisamente   i   sentimenti   che   agitano   in   quell'istante   lo   spirito   di 

questa, e  le affermazioni  triviali  che  intenzionata o incidentalmente sentiamo 

sulla natura dell'arte, sono soluzioni di problemi logici che si presentano 

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Page 3: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

a questo o l'altro individuo che non fa professione di filosofo, e che, tuttavia, 

come uomo,  e  come  tale  uomo,  è   filosofo   in  una certa  misura.  E come  la 

metafora della cameriera espressa, per regola generale, una limitata e povera 

concezione   di   sentimenti   con   relazione   ai   poeti,   dello   stesso   modo 

l'affermazione   triviale   di   un   no   filosofo   risolve   un   problema   leggero   con 

relazione al problema che il filosofo si è proporsi. La risposta, 

che cosa è l'arte?, può essere simile in uno ed in un altro caso, ma solamente 

nell'apparenza,   poiché   si   complica   dopo   con   la   ricchezza   distinta   di   suo 

contenuta intimo. La risposta del filosofo degno di tale nome deve avere niente 

meno che la pretesa di risolvere adeguatamente tutti i problemi che sono sorti, 

fino a quello momento, nel  corso della storia,   intorno alla natura dell'arte,  e 

quella del laico, muovendosi in un circolo abbastanza più limitato, non ha brio 

per uscire da questo.  Fenomeno che proviamo sperimentalmente con la forza 

dell'eterno   procedimento   socratico,   con   la   facilità   con   che   gli   intelligenti 

confondono e  lasciano con  la bocca aperta alla  quale non  lo  sono e con  la 

coordinazione delle sue domande che obbligano a tacere ai laici che avevano 

cominciato   a   parlare   saggiamente,   notando   di   passaggio   che   si   arrischiano 

troppo nel corso dell'interrogatorio e che la cosa poco che sanno il sanno male, 

trincerandosi dietro le difese della sua forza e dichiarando che non filano magro 

in acciacco di sottigliezze. 

Page 4: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

L'orgoglio del filosofo deve encastillarse nella coscienza dell'intensità delle sue 

domande e delle  sue risposte,  orgoglio  che non può  andare accompagnato 

dalla  modestia,  o  quello   che   è   uguale,   della   conoscenza   che  gli   presta   la 

maggiore o minore estensione del suo giudizio con la possibilità di un momento 

determinato, e che ha  i  suoi   limiti,   tracciati  per  la storia di  quello momento, 

senza che possa pretendere un valore di totalità, o come normalmente dice, 

una soluzione definitiva. La vita ulteriore dello spirito, rinnovando e moltiplicando i 

suoi problemi, converte non solo in false, ma anche in  inopportuni,  le soluzioni 

anteriori, parte delle quali cadono nel numero dalle verità che Lei sobreentienden, e 

parte delle quali devono rimettersi e completarsi.  Un sistema è come una casa 

che   dopo   essersi   avuto   costruito   ed   arredamento   ­   soggetta,   come   sta, 

all'azione distruttrice degli elementi ­ ha bisogno di un'attenzione, più o meno 

energico, ma assiduo, di  conservazione, e che,  in un momento determinato, 

non   bisogna   solo   restaurare   e   puntellare,   bensì   gettare   a   terra   le   sue 

fondamenta per alzarli di nuovo. Ma c'è una differenza capitale tra un 

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Page 5: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

sistema ed una casa: nell'opera del pensiero, la casa, notizia, è perpetuamente 

perpetuamente sostenuta per  l'antica che perdura sempre  in  lei  di  un modo 

magico e prodigioso. Sappiamo già che quelli che ignorano questa arte magica, 

gli   intellettuali  superficiali  o  ingenui, si  meravigliano fino al  punto che  le sue 

monotone   cantilene   poggiano   sulla   dichiarazione   che   la   filosofia   disfa 

continuamente la sua opera e che alcuni filosofi contraddicono agli altri come 

se l'uomo non facesse, disfasse e rifacesse continuamente la sua stanza; come 

se l'architetto di domani non rettificasse i piani dell'architetto di oggi, e come se 

di questo fare, e disfare, e rifare la propria casa, e di questa rettifica di alcuni 

architetti ed altri architetti potessero deviare la conclusione che non dobbiamo 

alzare abitazioni per abitare in esse. 

Col  vantaggio di  un'intensità  più   ricca,   le domande e  le  risposte del   filosofo 

portano con sé il pericolo di un maggiore errore, e sono frequentemente viziate 

per una certa assenza di buon senso che, non appena appartiene ad una sfera 

superiore di cultura, ha, fino a nel suo accertamento, un carattere aristocratico, 

obietto   non   solo   di   sdegni   e   di   scherzi,   bensì   di   invidia   e   di   ammirazione 

secerni. In questo si fonda il contrasto che molti si compiacciono in fare risaltare, 

tra l'equilibrio mentale della gente ordinaria e le stravaganze dei filosofi. A nessun 

uomo di buon senso gli è successo dire, per esempio, che l'arte è la risonanza 

dell'istinto sessuale, o che l'arte è un maleficio che deve essere punito nelle 

repubbliche ben governate; assurdo che hanno detto, tuttavia, filosofi e grandi 

Page 6: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

filosofi, per il resto. L'innocenza dell'uomo di buon senso è, tuttavia, povertà ed 

innocenza   di   selvaggio,   e   benché   si   sia   sospirato   molte   volte   per   la   vita 

innocente del selvaggio e si sia accorso ad espedienti soccorsi per alleare la 

filosofia col buon senso, è   la cosa certa che  lo spirito, nel suo svolgimento, 

affronta con ogni prodezza, perché non può meno di farlo così, i pericoli della 

civiltà e la deviazione momentanea del buon senso. L'indignazione del filosofo 

intorno all'arte deve percorrere  le vie dell'errore per urtare col sentiero della 

verità che non è distinto di quelle, bensì quelle stesse, attraversate per un filo 

che permette di dominare il labirinto. Lo stesso nesso dell'errore con la verità 

nasce dal fatto che una cernia e completo 

errore è inconcepibile e, come inconcepibile, non esiste. L'errore parla con due 

voci, una delle quali afferma la falsità che smentisce l'altra, imbattendosi il sì e 

non l'in quello che chiamiamo contraddizione. Per quel motivo, quando dalla 

considerazione generica discendiamo 

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Page 7: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

ad una teoria che si è considerato come erronea in tutte le sue parti, e nelle sue 

determinazioni, ci troviamo in lei stessa la medicina del suo errore, germinando 

la vera teoria del letamaio in cui germogliò  l'errore. Gli stessi che tentano di 

ridurre   l'arte   all'istinto   sessuale   ricorrono,   per   dimostrare   la   sua   tesi,   ad 

argomenti   ed   accertamenti   che,   invece   di   unire,   separano   all'arte   da 

quell'istinto. E lo stesso che confinava la poesia di ogni repubblica ben ordinata, 

si offuscava proclamando quell'espulsione e creava di quello modo una poesia 

sublime e notizia. Ci sono periodi storici nei quali hanno dominato le più storte e 

grossolane dottrine sull'arte, quello che non ostacola che fino ad in quelli stessi 

periodi si discerna lucidamente la cosa bella della cosa brutta, e fino a che si 

discorra   intorno   a   quelli   concetti   con   la   maggiore   sottigliezza   quando, 

dimenticandosi   delle   teorie   astratte,   si   accorre   ai   casi   particolari.   L'errore   si 

condanna sempre, non nella bocca del giudice, bensì ex preghi suo. 

Per questo nesso stretto con l'errore, l'affermazione della verità è sempre un 

processo di lotta, nella quale si viene liberando l'errore dello stesso errore.  Di 

dove germoglia un pio, ma impossibile desiderio: quello che esige che la verità si 

esporsi   direttamente,   senza   discutere   e   senza   polemizzare,   lasciandola   che 

proceda maestosamente e per sé stessa, come se tali fermate di teatro fossero il 

migliore simbolo per la verità che è  lo stesso pensiero, e come tale pensiero, 

sempre attivo ed in formazione. In effetti, nessuno arriva ad esporre una verità 

bensì grazie alla critica delle diverse soluzioni del problema alla che si riferisce 

Page 8: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

quella, e non conosciamo un trattato meschino di scienza filosofica, manualete 

scolastico   o   dissertazione   accademica   che   non   collochi   alla   testa   o   non 

trattenga nel  suo  testo   la   rassegna dalle  opinioni,   storicamente   formulate  o 

idealmente possibili, delle quali vogliano essere l'opposizione o la correzione. 

Tutto egli  come, esposto arbitrariamente e con un certo disordine, espressa 

precisamente l'esigenza legittima, trattando un problema, di percorrere tutte le 

soluzioni che si sono tentati nella Storia o sono suscettibili di tentarsi nell'idea ­ 

nel   momento   presente   e,   pertanto,   nella   Storia   ­   in   modo   che   la   nuova 

soluzione  includa nel  suo grembo  il   lavoro  proveniente  dallo  spirito  umano. 

Questa esigenza è  un'esigenza  logica, e come tale,   intrinseca ad ogni  vero 

pensiero ed inseparabile di lui. Non confondiamo questa esigenza con una certa 

forma letteraria di  esposizione, per non cadere già  nella pedanteria che  fece 

famosi agli scolastici durante il Medioevo i dialettico dalla scuola hegeliana nel 

secolo XIX, abbastanza 

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Page 9: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

vicina alla superstizione  formalista che crede nella  virtù  meravigliosa  in  una 

certa   maniera   estrinseca   e   meccanica   di   esposizione   filosofica.  Dobbiamo 

capire questa esigenza di modo sostanziale e non accidentale, rispettando il suo 

spirito e prescindendo dalla sua lettera, muovendoci nell'esposizione del proprio 

pensiero della  libertà,  secondo  i   tempi,   i  posti  e  le persone.  In  modo che  io 

stesso,  in queste rapide conferenze che vogliono dare come un'orientazione 

nella forma di trattare i problemi di arte, mi guarderò molto bene ­ come ho fatto 

già ­ di riferire la storia del pensiero estetico o di esporre dialetticamente ­ come 

ho   esposto   anche   in   un   altro   lato   ­   tutto   il   processo   di   liberazione   delle 

concezioni erronee dell'arte, dai più poveri fino alle più ricche, lanciando, inoltre, 

non lontano da me, bensì dei miei lettori, una parte del bagaglio che torneranno 

già  a   recuperare quando,  conoscitori  della  visione del  paesaggio vagliato  a 

vista di uccello, si decidano a realizzare certe escursioni particolari in questo o 

nell'altra zona o a percorrerlo tutto, d'un colpo, di capo a coda. 

Tuttavia,   ritornando  alla  domanda  che ha  dato  occasione a  questo  prologo 

indispensabile 

­ indispensabile per fuggire da ogni apparenza di pretenziosità e di inutilità nel 

mio discorso ­ 

,   ritornando   alla   domanda   che   è   l'arte?,   dirò,   naturalmente,   del   modo   più 

semplice,   che   l'arte  è   visione  o   intuizione.  L'artista  produce  un'immagine  o 

fantasma,   e   che   piace   dell'arte   dirige   la   vista   al   posto   che   l'artista   gli   ha 

Page 10: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

segnalato   con   le   dita   e   vedi   per   lo   spioncino   che  questo   gli   ha  aperto,   e 

riproduce   l'immagine   dentro   sé   stesso.  Intuizione,   visione,   contemplazione,  

immaginazione,   fantasia,   figurazione,   rappresentazione,   sono   parole  

sinonimiche quando discorriamo in contorno dell'arte e che elevano la nostra  

mente allo stesso concetto o la stessa sfera di concetti, indizio del consenso 

universale. 

Ma questo mia risposta che l'arte è intuizione acquisisce immediatamente un 

significato particolare a conto di tutto quello che implicitamente nega e di quello 

che  distingue   l'arte.  Che  negazioni   si   capiscono  nella   risposta?   Indicherò   i 

principali, o almeno quelle che sono più importanti per noi, nel nostro momento 

attuale di  cultura. La risposta nega,  innanzitutto,  che  l'arte sia un fenomeno 

fisico: per esempio, 

certi e determinati colori e relazioni di colori, certi e determinate forme di corpo, 

certi   e   determinati   suoni   e   relazioni   di   suoni,   certi   fenomeni   di   caldo   e   di 

elettricità: quello che chiamiamo, in una parola, fenomeno fisico. Nel pensiero 

umano è caduto già nell'errore da confondere l'arte col fenomeno fisico, e come 

quelli 

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Page 11: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

bambini che toccano la pompa di sapone e che vogliono toccare l'arcobaleno, 

lo spirito umano, ammirando le cose belle, tenta di cercare le radici dell'arte 

nella  natura esterna,  e si   fa  pensare, o crede dovere pensare,  perché  certi 

colori sono begli ed altre bruttezze, perché sono belle certe forme del corpo ed 

altre brutte. Di proposito, e metodicamente, questo tentativo si è fatto varie volte 

nella storia del pensiero; ricordiamo i cánones che gli artisti e teorici greci e del 

Rinascimento formarono per determinare la bellezza dei corpi,  le speculazioni 

sulle relazioni geometriche e numeriche determinabili  nelle figure e nei suoni, 

senza   dimenticarci   delle   investigazioni   degli   estetiche   del   secolo   XIX   ­   per 

esempio, di Fechner ­, e delle comunicazioni che nei Congressi di filosofia, di 

psicologia e di scienze naturali dei nostri giorni, presentano gli inesperti circa le 

relazioni dei fenomeni fisici con l'arte. Se c'è chiesto la ragione della quale l'arte 

non può  essere un fenomeno fisico, risponderemo in primo  luogo che  i   fatti 

fisico,   non   hanno   realtà,   e   che   l'arte,   al   quale   tante   persone   consacrano 

interamento la sua vita e che a tutti piena di un'allegria divina, è sommamente 

reale.   In  modo  che   l'arte  non  può   essere  un   fenomeno  fisico,  perché   ogni 

fenomeno fisico è irreale. Risposta che, naturalmente, ci trasporta nel mondo del 

paradosso, perché  niente è supposto l'uomo del volgo più  solido e sicuro del 

mondo fisico. Ma a noi non c'è possibile, collocata questa verità, astenerci dalla 

ragione buona o sostituirla con un'altra meno buona, solamente perché la prima 

ha aspetto di bugia. Per il resto, e per cancellare la stranezza e l'asprezza di 

Page 12: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

quella   verità,   per   riconciliarci   ed   abituarci   con   lei,   consideriamo   che   non 

solamente   la  dimostrazione  dell'irrealtà  del  mondo   fisico  si  è   fatta  di  modo 

irrefutabile e è stato ammessa da tutti i filosofi che non siano crassi materialisti 

e   si   rigirino   nelle   stridenti   contraddizioni   del   materialismo,   ma   è   stato 

abbracciata per gli stessi fisici, negli abbozzi di filosofia che mescolano con la 

sua scienza, quando concepiscono  i   fenomeni fisici  come prodotti  di principi 

che   esulano   dall'esperienza,   salendo   agli   atomi   e   l'etere,   e   come 

manifestazione di un Inconoscibile: la stessa Materia dei materialisti è, senza 

andare   più   lontano,   un   principio   sobrematerial,   e   così   i   fenomeni   fisici   si 

districano per la sua logica interna e per l'assenso comune, non mangio già una 

realtà, bensì come la costruzione del nostro intelletto in relazione coi fine della 

scienza. In conseguenza, la domanda di se l'arte è un fenomeno fisico assume 

razionalmente il significato di se l'arte è construible 

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Page 13: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

fisicamente.  Quello   che   è   certamente   possibile,   e   lo   comproviamo 

sperimentalmente, purché, prescindendo dal senso di una poesia e rinunciando 

in  anticipo  al  diletto  che ci  proporziona,  ci  mettiamo a modo di  esempio,  a 

contare  le parole che compongono  la poesia,  ed a dividerli   in  numeri  ed  in 

lettere, o purché, dimenticandoci dell'effetto estetico di una statua, mettiamoci a 

misurarla  o  a  pesarla.  Cucia molto  utile  questa  per  gli   imballatori  di  statue, 

come molto utile l'altra per i tipografi che devono comporre pagine di poesia, 

ma inutile completamente per il contemplatore e lo studioso dell'arte, ai che non 

è   lecito distrarsisi della sua missione propria. Neanche l'arte è un fenomeno 

fisico in questo secondo significato, poiché quando ci proporsi penetrare la sua 

natura ed il modo di operare di lei di niente ci vale costruirla fisicamente. 

Un'altra   negazione   va   implicita   nella   definizione   dell'arte   come   intuizione, 

perché  se l'arte è   intuizione e  l'intuizione vale tanto quanto teoria nel senso 

originario di contemplazione, l'arte non può essere un atto utilitario, e se l'atto 

utilitario tenta sempre di produrre un piacere e di allontanare un dolore, l'arte, 

considerato nella sua natura propria, non ha niente a che vedere con l'utilità, o 

col   piacere   e   con  dolore,   come   tali.   Si   concederà,   in   effetti,   senza   troppa 

resistenza, che un piacere come piacere che un piacere chiunque, non è per sé 

stesso artistico. Non è artistico il piacere di bere un bicchiere di acqua che ci 

Page 14: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

calma la sete; di una passeggiata in pieno campo che tonifica i nostri membri e 

che fa circolare più leggermente il sangue nel nostro organismo; di ottenere un 

posto desiderato che serve per dare sedile economico alla nostra vita pratica, 

eccetera, etc. Fino a nelle relazioni tra noi e le opere d'arte, salta agli occhi la 

differenza tra il piacere e l'arte, perché la figura rappresentata può essere molto 

cara  per  noi  e   svegliare   i   più   dilettevoli   ricordi  al   nostro  spirito,  essendo   il 

quadro   orribile   e,   al   contrario,   il   quadro   può   essere   bello   e   la   figura   che 

rappresenta odiosa per il nostro cuore. O lo stesso quadro che rappresentiamo 

bello può  svegliare la nostra rabbia e  la nostra  invidia, perché  è  opera di un 

nemico o di un nostro avversario, al quale produrrà vantaggi di ogni tipo, dandogli 

maggiore   prestigio.  I   nostri   interessi   pratici,   coi   dolori   e   piaceri   correlativi,   si 

mischiano e si confondono a volte col nostro interesse artistico, fino allo perturbano, 

ma non si confondono con lui. Al massimo, per sostenere con maggiore validità 

l'affermazione che l'arte è la cosa gradevole, arriveremo ad affermare che l'arte 

non è la cosa gradevole in 

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Page 15: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

generale,   bensì   una   forma   particolare   della   cosa   gradevole.   Ma   questa 

restrizione, invece di essere una difesa, è un vero abbandono della tesi, perché 

se l'arte è una forma particolare della cosa gradevole, il suo carattere definitivo 

lo determina, non la cosa gradevole in generale, bensì quello che distingue la 

cosa   gradevole,   in   generale,   delle   altre   specie   della   cosa   gradevole,   già 

quell'elemento distintivo ­ più che alla cosa gradevole o la cosa distintiva della 

cosa   gradevole   ­   bisogna   sottomettere   l'investigazione.   La   dottrina   che 

definisce   l'arte   come   la   cosa   gradevole,   ha   una   denominazione   speciale   ­ 

Estetico   edonista   ­   ed   allunghi   e   complicate   vicissitudini   nella   storia   delle 

dottrine estetiche; si  manifesta nel mondo greco­romano, spunta la testa nel 

secolo XVIII, ritorno a fiorire nella seconda metà del XIX e rivive ancora con 

gran predicamento, godendo la fama speciale ed essendo accolto piuttosto tra i 

principianti  di  estetica che si   lasciano convincere per   la  considerazione che 

l'arte   suscita   piacere.   La   vita   di   questa   dottrina   consiste   in   proporre 

alternativamente contemporaneamente un o un'altra classe di piaceri, o varie 

classi di piaceri, il piacere dei sensi superiori, il piacere del gioco, la coscienza 

della propria forza, d erotismo, etc., o in aggiungere elementi distinti alla cosa 

gradevole,  per  esempio,   la   cosa  utile  quando  si   capisce  come qualcosa  di 

distinto   della   cosa   gradevole,   la   soddisfazione   delle   necessità   conoscitive, 

morali, etc. Teoria che ha progredito abbastanza per il fatto della sua mobilità 

precisamente, e perché ha lasciato introdurre elementi strani nel suo grembo, 

Page 16: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

elementi che è bisognato ammettere per la necessità di sposare questa dottrina 

con   la   realtà  dell'arte,  dovendo  arrivare  a  dissolversi   come  teoria  edonista, 

promuovendo inconsciamente una nuova dottrina, o facendoci notare, almeno, 

la necessità di lei. Come ogni errore, ha in realtà il suo lato ­ abbiamo visto già 

che quello della dottrina fisica consiste nella possibilità della costruzione fisica 

dell'arte,  uguale  a  quella  di  un  altro   fenomeno  fisico  chiunque   ­   la  dottrina 

edonistica   espressa   la   verità   quando   mette   di   rilievo   l'accompagnamento 

edonistico o piacevole che è comune all'attività estetica già chiunque un'altra 

specie di attività spirituale, e che non si nega precisamente perché neghiamo 

del   tutta   l'identificazione   dell'arte   come   la   cosa   gradevole,   e   perché 

distinguiamo l'arte della cosa gradevole, definendolo come intuizione. 

Come un'altra negazione che facciamo definendo l'arte intuizione è che l'arte 

sia un fatto morale o, quello che è la stessa cosa, quella forma di atto pratico 

che, avvicinandosi necessariamente alla cosa gradevole, al piacere ed il dolore, 

non è immediatamente utilitario ed edonista e si muove in una sfera spirituale 

superiore. Ed in realtà, l'arte, come già Lei 

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Page 17: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

osservò dalla più remota antichità, non nasce per opera dalla volontà; la buona 

volontà che caratterizza all'uomo onesto niente ha a che vedere con l'artista. E 

come non nasce per  opera di  volontà,  si  sottrarsi  anche ad ogni   riflessione 

morale, non perché l'artista goda di un privilegio di esenzione, bensì perché non 

c'è  modo di  applicargli  quella  riflessione morale. Un'immagine artistica potrà 

essere  un  atto  moralmente   lodevole  o  censurabile;  ma   l'immagine  artistica, 

come tale immagine, non è né lodevole né censurabile moralmente. Non esiste 

Codice penale che possa condannare a prigione o morte nessuna immagine, 

né c'è giudizio morale, dato per persona ragionevole che possa girare intorno a 

lei;   giudicare   immorale  alla  Francesca  del  Dante  o  morale   alla  Cordelia   di 

Shakespeare ­  che hanno una mera finalità  artistica e che sono come note 

musicali  dell'anima del Dante o di Shakespeare ­ vale tanto quanto reputare 

morale   un   quadro   o   immorale   un   triangolo.  Il   teoria   moralista   dell'arte   è 

rappresentato nella storia delle dottrine estetiche e non è morto ancora nei nostri 

giorni, benché sia molto malfamata nell'opinione comune; screditata non solo per il 

suo   demerito   intrinseco,   bensì   per   il   demerito   morale   di   alcuni   tendenze 

contemporanee   che   tentano  di   convertire   in   passabile,   con   l'aiuto  del   fastidio 

psicologico, l'ostilità che si deve fare a quella tendenza ­ e che facciamo qui ­ per 

ragioni logiche.  Derivazione del dottrina moralista è il  fine che vuole imporsisi 

all'arte   di   dirigersi   al   bene,   di   ispirare   l'odio   del   male,   di   correggere   e   di 

migliorare   le  abitudini  e   la  pretesa  degli   artisti   di   contribuire,  da  parte  sua, 

Page 18: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

all'educazione della plebe, alla vigorización dello spirito nazionale e bellicoso di 

un paese, alla diffusione degli   ideali  di vita modesta e  laboriosa, e così  via. 

L'arte non può farlo tutto, come non può farlo neanche la geometria, senza che 

nonostante   la   sua   importanza   perda   niente   della   sua   rispettabilità,   come 

neanche  deve  perderla   l'arte.  Gli   stessi  estetici  moralisti  si   rendevano conto 

dell'impotenza   dell'arte   come   elemento   moralizzatore,   e   per   quel   motivo 

transigevano con lui del migliore guadagna del mondo, permettendogli piaceri che 

non fossero morali, purché non fossero apertamente disonesti, raccomandandoli 

che utilizzasse con buoni termini il dominio che l'arte con la sua forza edonistica 

esercitava   sullo   spirito   e   che   addolcisse   le   pillole,   mettendo   buona   dose   di 

zucchero nei bordi del bicchiere che conteneva l'amara medicina, e che facesse 

da meretrice se non sapeva giocare con le nativo e vecchie carezze, al servizio 

della Santa Chiesa e della morale.  Altre  volte si  avvalevano di  questa  teoria 

come di un strumento divertente, non solo perché   la virtù  e  la scienza sono 

cose aspre per loro stesse, bensì perché 

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Page 19: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

l'arte può limare le asprezze, facendo amena ed attraente l'entrata nel palazzo 

della scienza, conducendo gli uomini attraverso lei, come se fosse il giardino di 

Armida,   dolce   e   voluttuosamente,   senza   che   gli   uomini   si   rendano   conto 

dell'alto piacere che si procurano e della crisi di rinnovazione che si preparano 

a se stessi. Parlando ora noi di questa teoria non possiamo meno di sorriderci, 

ma non dobbiamo dimenticare che fu cosa molto seria che corrispose ad un serio 

sforzo per penetrare nella natura dell'arte ed elevare il suo concetto, e che ebbe 

credenti che si chiamarono Dante, Tasso, Alfieri, Manzoni e Mazzini, per limitarmi 

solamente   alla   letteratura   italiana.  Il   dottrina   moralista   dell'arte   fu,   è   e   sarà 

perpetuamente benefica per le sue stesse contraddizioni, e fu e sarà un sforzo, 

guastato per il resto, per distinguere l'arte della cosa mera gradevole, col quale si 

confonde, designandolo un posto più degno. E ha il suo lato vero questa teoria, 

perché se l'arte non sta dalla parte di là della morale, neanche sta dalla parte di 

qua, ma al suo impero sta sottomesso sempre l'artista non appena uomo che 

come tale uomo non può sottrarre ­ Lei a questi doveri, e l'arte stessa ­ che non è 

né non sarà mai la morale ­ deve considerarsi come una missione ed esercitarsi 

come un sacerdozio. 

Ancora ­ e questa è l'ultima e forse il più importante delle negazioni generali 

che mi conviene ricordare di proposito ­ definendo l'arte intuizione si nega come 

che abbia carattere di  conoscenza Concettuale.  La conoscenza concettuale, 

nella sua  forma pura,  che è   la  filosofica, è  sempre realista,  perché   tenta di 

Page 20: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

stabilire   la   realtà   contro   l'irrealtà   o   di   ribassare   l'irrealtà,   includendola  nella 

realtà come momento subordinato alla realtà stessa. Ma intuizione vuole dire 

precisamente indistinción di realtà ed irrealtà, l'immagine nel suo valore di mera 

immagine,   la   puro   idealidad   dell'immagine.   Contrapponendo   la   conoscenza 

intuitiva e sensibile al  concettuale o  intelligibile,  l'estetica all'etica, si  tenta di 

rivendicare   l'autonomia   in   questo   modo   di   conoscenza,   più   semplice   ed 

elementare, che è stato comparata al sonno, al sonno e non al suono, della vita 

teorica, rispetto alla quale la filosofia è stata comparata alla veglia. Quello che 

domanda   davanti   ad   un'opera   d'arte   se   quello   che   l'artista   ha   espresso   è 

metafisico e storicamente vero e falso, formula una domanda senza contenuto 

e   cade   in   un   errore   analogo   a   quello   dal   quale   vuole   tradurre,   davanti   al 

tribunale   della   morale,   le   aree   immagini   della   fantasia.  Senza   contenuto, 

diciamo, perché la distinzione della cosa vera e della cosa falsa implica sempre 

un'affermazione di realtà o, quello che è uguale, un giudizio, ma non può ricadere 

sulla presentazione di un'immagine o busta una cernia 

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Page 21: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

individuo che non sia soggetto di giudizio, non avendo carattere e di predicato. 

E non sta dire che l'individualità dell'immagine sussiste senza un riferimento alla 

cosa universale, del che quell'immagine è come individuazione, perché qui non 

neghiamo che la cosa universale,  lo spirito di Dio, stia come dappertutto ed 

incoraggi  a  tutte   le cose;  quello  che neghiamo è  che  l'intuizione, come tale 

intuizione,  la cosa universale, sia  logicamente esplicito e pensato. E è  vano 

anche   accorrere  all'inizio   dell'unità   dello   spirito   che   non   si   dissolve,   ma   si 

rafforza  con  la  distinzione netta   tra  pensiero  e   fantasia,  perché  unicamente 

della distinzione germoglia l'opposizione e dell'opposizione l'unità concreta. 

L'idealidad   ­   come   si   è   dato   in   chiamare   questo   carattere   che   distingue 

l'intuizione del concetto, l'arte della filosofia e della storia, l'affermazione della 

cosa universale  della  percezione e narrazione dell'evento ­  è   la  virtù   intima 

dell'arte.   L'arte   si   dissolve   e   muore   quando   dell'idealidad   si   estraggono   la 

riflessione ed il giudizio. Muore l'arte nell'artista che si trasforma in critico di sé 

stesso di tale, e muore anche in quello che guarda o ascolta, perché di rapito 

contemplatore dell'arte si trasforma in osservatore penetrante della vita. Ma il 

distinguere l'arte della filosofia ­ intendendosi questa della sua ampiezza che 

comprende ogni pensiero della cosa reale ­, porta con sé altre distinzioni; per 

esempio, quella di arte e mito. Perché il mito per chi crede in lui, si presenta 

come rivelazione o conoscenza della realtà contro la cosa irreale, allontanando 

da sé ogni fortuna di credenze come illusorie e false. Il mito può trasformarsi 

Page 22: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

solamente  in  arte  per   la  quale non crede  in  lui,  per  il  quale si  avvale della 

mitologia come di una metafora, del mondo austero dei dei come di un mondo 

bello e di Dio come di un'immagine della cosa sublime.  Considerato, dunque, 

nella  genuina   realtà,   nello   spirito  del   credente  e  non  dell'incredulo,   il  mito  è 

religione e non semplice fantasma, e la religione è più o meno filosofia, filosofia in 

elaborazione, filosofia perfetta, ma filosofia, dello stesso modo che la filosofia è 

più o meno religione purificata ed elaborata, in continuo processo di elaborazione 

e purificazione, ma religione o pensiero della cosa Assoluta e della cosa Eterna. 

L'arte, per essere mito e religione, gli manca precisamente il pensiero e la fede 

che germoglia del pensiero. L'artista non crede né smette di credere nella sua 

immagine;  la produce semplicemente.  Per distinte ragioni,  il  concetto dell'arte 

intuizione esclude come anche la concezione dell'arte come produzione di classi, 

di   tipi,  di  specie e di  generi  ed esclude anche  la concezione dell'arte ­ come 

dovette   dire   un   gran   matematico   e   filosofo   ­   come   esercizio   di   aritmetica 

incosciente, o quello che è uguale, distingue 

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Page 23: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

l'arte delle scienze positive e matematiche, perché   in queste si  dà   la  forma 

concettuale,   benché   privata   del   carattere   realistico,   come   mera 

rappresentazione generale o mera astrazione. Quello che succede è che tale 

idealidades che le scienze naturali e matematica sembra assumere di fronte al 

mondo della filosofia, della religione e della storia, e che sembrano avvicinarli 

all'arte, per cui di tanto buona guadagna gli scienziati ed i matematici si vantano 

nei nostri giorni di essere creativi di mondi e di finzioni, fino al punto di adottare 

il vocabolario delle immagini e figurazioni dei poeti, e lo riescono rinunciando al 

pensiero concreto, mediante una generalizzazione o un'astrazione, che sono 

arbitrati, decisioni volitive, atti pratici, e come tali atti pratici estranei al mondo 

dell'arte   ed   avversari   di   lui.   Per   quel   motivo   succede   che   l'arte   prova 

abbastanza più ripugnanza per le arti positive e matematica che per la filosofia, 

la religione e la storia, perché  queste gli  sono presentate come concittadine 

nello stesso mondo della teoria e del pensiero, mentre quelle l'offendono con la 

sua rudezza abituale in acciacchi di contemplazione. Poesia e classificazione o, 

peggiore  ancora,  poesia  e  matematica  sembra  cose   tanto  poco  di  accordo 

come  il   fuoco e  l'acqua:   lo  spirito  matematico  e   lo  spirito  scientifico  sono  i 

nemici  dichiarati  dello  spirito  poetico;   i   tempi   in cui  predominano  le scienze 

naturali  e  matematiche,  per esempio,  nell'intelectualísimo secolo XVIII  sono, 

per contrasto, i più fecondi per la poesia. 

Questa rivendicazione del carattere alógico dell'arte è, come già ho detto, il più 

Page 24: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

difficile ed importante delle polemiche comprese nella forma dell'arte­intuizione, 

poiché   le teorie che tentano di spiegare l'arte come filosofia, come religione, 

come   istoria,  come scienza  e,   in  grado  minore,   come  scienza  matematica, 

occupano,   in  effetti,   la  maggior  parte  nella  storia della scienza estetica e si 

adornano   coi   nomi   dei   filosofi   più   gloriosi.   Nella   filosofia   del   secolo   XVIII 

abbiamo esempi di identificazione e di confusione dell'arte con la religione e la 

filosofia che ci somministrano Schelling e Hegel; Taine confonde l'arte con le 

scienze   naturali;   i   veristi   francesi   lo  mescolano   le   carte   con   l'osservazione 

storica e documentata;   il   formalismo dei  herbartianos confonde  l'arte  con  la 

matematica.  Ma   sarebbe   inutile   cercare   in   tutti   questi   autori,   o   in   altri   che 

potessimo ricordare, esempi puri di tali errori. L'errore non è mai puro; se lo fosse, 

sarebbe verità. e per quel motivo le dottrine che chiamerò concettualisti dell'arte 

per maggiore brevità,  contengono quanto più  dentro sé  elementi  dissolventi, 

tanto più numerosi ed efficaci energico era quello 

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Page 25: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

spirito del filosofo che li produceva. In nessuno furono più numerosi ed efficaci 

che   in   Schelling   ed   in   Hegel,   perché   ebbero   tanto   viva   coscienza   della 

produzione   artistica   che   dovettero   suggerire   con   le   sue   osservazioni   nello 

sviluppo particolare di ogni sposo una teoria opposta alla quale formularono nei 

suoi sistemi rispettivi.  Per  il  resto,  i  nuovi teorie concettualisti  non sono solo 

superiori   ai   che   abbiamo   esaminato   anteriormente   in   quali   riconoscono   il 

carattere teorico dell'arte, bensì in cui prestano il suo omaggio alla vera teoria, 

grazie all'esigenza che trattengono da una determinazione di relazioni 

­ che, se sono di distinzione, sono anche di realtà ­ tra la fantasia e la logica, tra 

l'arte ed il pensiero. 

Può   già   verta   come  nella   semplice   formula   che"   l'arte   è   l'intuizione"   ­   che 

tradotta ad altri aforismi sinonimici, per esempio," l'arte è opera di fantasia", si 

sente in bocca di tutti quelli che discorrono giornalmente su arte, e si trovano 

con più vecchi vocaboli, imitazione, finzione, favola, in tanti libri antichi ­, fortuna 

ora nel corpo di un discorso filosofico, si riempie di un contenuto storico, critico 

e polemico, del cui ricchezza possiamo dare alcuni segni. Non ci meravigli che 

la  conquista   filosofica di  questa  formula ci  sia  costati  una somma grande di 

Page 26: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

fatiche, perché questa conquista equivale a mettere il piede in una collina che 

godiamo   sul   campo   di   battaglia.  Per   quel   motivo   ha   più   valore   questo 

ritrovamento   che   se   la   fosse   riuscita   passeggiando   gradevolmente   in   un 

pomeriggio di pace. Non è il semplice punto di riposo di una passeggiata, bensì 

l'effetto  ed   il  simbolo della  vittoria  di  un  esercito.  Lo  storiografo  dell'Estetica 

segue   le   tappe   del   laborioso   avanzamento   ­   e   questo   è   un   altro   degli 

incantesimi del pensiero ­, durante il quale, il vincitore, invece di perdere forze a 

causa dei  colpi  che  l'avversario  l'infligge,  conquista nuovi  brio con  tali  colpi, 

arrivando al punto sospirato a forza di respingere il nemico che va nella sua 

compagnia. Io non posso ricordare qui bensì di passata l'importanza che ha il 

carattere   aristotelico   della   mímesis   che   germogliò   in   contrapposizione   alla 

condanna platonica della  poesia,  ed  il   tentativo di  distinzione che  lo  stesso 

filosofo fece della poesia e della storia, concetto non a sufficienza sviluppato e 

forse non del tutto maturo nella sua mente, e per quel motivo appena mezzo 

abile  per molto   tempo, e che doveva essere, dopo molti  secoli,  per   i   tempi 

moderni, il punto di partenza del pensiero estetico. Di passata ricorderò anche il 

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Page 27: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

coscienza più chiara della separazione tra logica e fantasia, tra giudizio e gusto, 

tra intelletto e genio, che si viene perfezionando attraverso il secolo XVIII, e la 

forma  solenne   che   prese   il   contrasto   di   poesia   e   metafisica   nella   Scienza 

nuova,  di  Vico.  Ricorderò  anche  la  costruzione scolastica di  una Aesthetica, 

distinta della logica, come gnoseologia inferiore e scientia cognitionis sensitivae, 

per  opera  e  grazia  di  Baumgarten  che,  per   il   resto,   rimase  encastillado  nel 

concezione concettualista dell'arte, e non realizzò con la sua opera il proposito 

che aveva formato, e la critica di Kant contro Baumgarten e tutti i leibnizianos e 

wolffianos che mise  in  chiaro come  l'intuizione è   l'intuizione,  non "il  concetto 

confuso", ed il Romanticismo che con suo critica artistica e con le sue storie, 

migliore forse che coi suoi sistemi, sviluppò la notizia 

idea dell'arte annunciata per Vico, e,  infine,  in  Italia,  la critica inaugurata da 

Francisco Di  Sanctis  che  fece prevalere  l'arte  come pura  forma ­  usando  il 

vocabolario che egli usava ­ contro l'utilitarismo, il moralismo ed il conceptismo, 

questo è, come pura intuizione. 

Ma al piede della verità," a guisa di zampillo" ­ come dice il terzetto del Padre 

Page 28: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

Dante ­ 

nasce il dubbio che è quello che respinge l'intelligenza dell'uomo," di collina in 

collina"... La dottrina dell'arte come intuizione, come forma, come fantasia, dà 

posto ad un problema ulteriore ­ non dico ultimo ­ che non è di contrapposizione 

e di distinzione rispetto alla fisica, l'edonismo, la logica e l'etica, ma nasce nel 

campo stesso dalle immagini. E mettendo in dubbio la sufficienza dell'immagine 

per definire il carattere dell'arte, in realtà giriamo intorno al modo di distinguere 

l'immagine   pura   della   spuria,   venendo   ad   arricchire,   di   questa   maniera,   il 

concetto dell'immagine e dell'arte. Che carta ­ si domanda ­ può svolgere nello 

spirito dell'uomo un mondo di mere immagini, senza valore filosofico, storico, 

religioso e scientifico e fino a senza valore morale ed edonista? Che cosa deve 

più vana sognare nella vita gli occhi aperti, quando nella vita si richiede occhi 

non solamente aperti, bensì menzioni aperta e spirito perspicace? Le immagini 

pure!   Il   fatto  di   nutrire   semplicemente   lo   spirito   con  pure   immagini  ha  una 

denominazione poco onorifica:  si  chiama sognare,  e  porta  oltre  a sé,  come 

sequela   inevitabile,   l'epiteto   di   pigro,   cosa   abbastanza   inconcludente   ed 

insipida, per il resto. Ma sarà tutto questo l'arte? È certo che a volte ci diletta la 

lettura di un romanzo di avventure, dove alcune immagini 

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Page 29: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

si succedono ad altre del modo più vario e peregrino, ma ci diletta in momenti di 

disgusto, quando ci vediamo obbligati ad ammazzare il   tempo.  Parlando con 

ogni coscienza, questa non è l'arte. Si commercia in tali casi di un passatempo e 

di un gioco, ma se l'arte fosse gioco e passatempo cadrebbe nelle ampie braccia, 

sempre disposti a raccoglierlo, dei dottrine edonisti. ed una necessità utilitaria ed 

edonista   è   quello   che   ci   muove   ad   allentare,   di   quando   in   quando,   l'arco 

dell'intelligenza e  l'arco della volontà,   facendo che sfilino  le   immagini  per  la 

nostra memoria e combinandoli coraggiosamente con l'immaginazione, in una 

specie di semivigilia, del che noi desamodorramos abbiamo riposato appena un 

po',  e ci  svegliamo precisamente per avviciniamo all'opera d'arte che non si 

prodursi per quello che delira. In modo che l'arte, o non è intuizione pura, e le 

esigenze espresse per le dottrine che abbiamo confutato sono false, ragione 

per la quale appare piena di dubbi la stessa confutazione, o l'intuizione non può 

consistere in un fenomeno semplice di immaginazione. 

Per  fare più  stretto  o  più  difficile  il  problema elimineremo di   lui   la  parte  più 

semplice   della   risposta,   e   che   non   ho   voluto   dimenticare   perché   è   molto 

enredosa   e   confusa   generalmente.   In   realtà,   l'intuizione   è   produzione   di 

un'immagine,   non   di   un   impasto   incoerente   di   immagini   che   si   ottiene 

rimodernando immagini antiche, lasciando che Lei suo ­ cedano alcune ad altri 

arbitrariamente,   combinandoli   alcune  con  altre,   in  un  gioco  di  bambini.  Per 

esprimere questa distinzione tra l'intuizione e l'arte di sognare, la vecchia Poetica 

Page 30: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

sfruttava, soprattutto, il concetto di unità, notando che ogni lavoro artistico doveva 

essere simplex et unum, o approfittando anche del concetto affine dell'unità nella 

varietà,   questo  è   che   le  multiple   immagini   dovevano  diminuirsi   ad  un   centro 

comune e fondersi in un'immagine completa. L'estetica del secolo XIX derivò verso 

la stessa finalità la distinzione tra fantasia 

­ equivalente alla facoltà artistica peculiare ­ ed immaginazione ­ equivalente ad 

una facoltà extraartística ­. Mescolare immagini, mescolarli le carte, ritoccarli e 

frammentarli  suppone previamente nello spirito  la produzione ed  il  possesso 

delle   immagini   singolari.   Se   la   fantasia   è   produttrice,   l'immaginazione   è 

parassitaria,   adatta   per   combinazioni   estrinseche,   non   ferma   generare 

l'organismo e la vita. Il problema più profondo che palpita sotto la formula un 

tanto  superficiale   con  che   l'ho  presentato  prima   è   quello  di   determinare   la 

funzione che corrisponde all'immagine pura nella vita dello spirito, o quello che 

è uguale, come nasce la pura immagine. Ogni opera d'arte geniale suscita una 

lunga serie di imitatori che generalmente 

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Page 31: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

ripetono,   ritagliano,   combinano   ed   esagerano   meccanicamente   quell'opera 

d'arte e prendono il partito dell'immaginazione al lato o contro la fantasia. Ma 

quale la giustificazione è e quale la genesi è dell'opera geniale che si condanna 

dopo   ­   segno   di   gloria!   ­   a   tanta   strage?   Per   chiarire   questo   punto 

convenientemente bisogna approfondire il carattere della fantasia e della pura 

intuizione. 

Il  modo migliore di  approfondire  è   ricordare e criticare  le   teorie   ­  curandosi 

molto  di  non cadere nel   realismo né   il   conceptismo ­  che hanno  trattato  di 

distinguere   l'intuizione   artistica   dalla   mera   immaginazione   incoerente, 

stabilendo in che cosa consiste il principio dell'unità e giustificando il carattere 

produttore  della   fantasia.  Si  è   detto   che   l'immagine  artistica  è   tale  quando 

unisce la cosa sensibile all'intelligibile e rappresenta un'idea.  Ma intelligibile o 

idea non può significare un'altra cosa ­ né un'altra cosa rappresentare neanche 

tra   i   sostenitori  di  questa   teoria   ­  che concetto,  e  concetto  concreto  o   idea, 

proprio   dell'alta   speculazione   filosofica   e   distinto   del   concetto   astratto   o   del 

rappresentativo delle scienze. Ma in ogni caso, il concetto o l'idea unisce sempre 

la cosa intelligibile alla cosa sensibile, e non solamente nell'arte, perché il nuovo 

concetto del concetto, inaugurato per Kant, ed immanente, per dirlo così, in tutto il 

pensiero moderno, salva lo strappo del mondo sensibile e del mondo intelligibile, 

concependo il concetto come giudizio, il giudizio come sintesi a priori e la sintesi a 

priori come verbo che si fa carne, come istoria.  E così   la definizione dell'arte 

Page 32: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

trasporta  la fantasia nella  logica e l'arte alla filosofia e c'è  apparsi  chiara ed 

efficace,   di   fronte   alla   concezione   astratta   del.   scienza,   senza   entrare   nel 

problema dell'arte ­ la critica del giudizio ­ estetico e teologico di Kant che ebbe 

precisamente la missione storica di correggere quello che rimaneva ancora di 

astratto nella critica della ragione pura. Assemblare un elemento sensibile nel 

concetto,   fosse   di   quello   che   contiene   già   in   sé   come   concetto   concreto, 

lasciando   ad   un   lato   le   parole   in   cui   si   esprime,   sarebbe   cosa   superflua. 

Persistendo   in   questa   indagine,   esce,   sì,   della   concezione   dell'arte   come 

filosofia   e   come   istoria,   ma   è   per   entrare   nella   concezione   dell'arte   come 

allegoria. Le enormi difficoltà dell'allegoria sono ben conosciute, perché tutti hanno 

notato il carattere freddo ed antiartístico di lei.  L'allegoria è   l'unione intrinseca, 

l'accoppiamento convenzionale ed arbitrario di due fatti spirituali, di un concetto 

o   pensiero   e   di   un'immagine,   facendo   di   fortuna   che   l'immagine   deve 

rappresentare quello concetto. e non solamente, ed in virtù dell'allegoria, non ci 

spieghiamo il carattere unitario dell'immagine artistica, ma si stabilisce subito 

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Page 33: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

e di proposito una dualità, perché in quell'accoppiamento al che abbiamo fatto 

riferimento   si   stabilisce   una   dualità,   poiché   il   pensiero   continua   ad   essere 

pensiero e l'immagine, senza relazione alcuna tra sé, e questo di tale modo che 

dimentichiamo   contemplando   l'immagine,   senza   danno   per   lei,   bensì 

vantaggiosamente,   il   concetto,   e   pensando   al   concetto   dissipiamo   anche, 

felicemente, l'immagine superflua e fastidiosa. L'allegoria trovò gran accettazione 

nel Medioevo, in quella mescolanza di germanismo e di romanismo, di barbarie e di 

cultura, di fantasia gagliarda e di acuta riflessione, ma fu il danno teorico e non la 

realtà effettiva della stessa arte medievale che quando era arte respingeva del suo 

seno e dissolveva  in sé  ogni  alegorismo.  Questa  necessità  di   risoluzione  del 

dualismo allegorico ci  porta,   in  effetti,  a perfezionare  la   teoria  dell'intuizione 

come allegoria dell'idea, della teoria dell'intuizione come simbolo, perché  nel 

simbolo l'idea non vive da sola, ideabile separatamente della rappresentazione 

simbolica, né neanche questa vive per sé stessa, rappresentabile di modo vivo 

senza   l'idea   simbolizzata.   L'idea   si   dissolve   completamente   nella 

rappresentazione,  come diceva   l'estetico  Vischer,  al   che  corrisponde,  per   il 

resto, la paternità di un paragone tanto prosaico in materia tanto poetica e tanto 

metafisica come quello di una zolla di zucchero sciolto in un bicchiere di acqua 

che   rimane   e   reagisce   in   ogni   molecola   di   acqua,   ma   che   non   ritorna   a 

presentarsi   davanti   ai   nostri   occhi   come   tale   zolla  di   zucchero.  Quello   che 

succede è che l'idea che è sparito, l'idea che si è fatto rappresentazione, l'idea 

Page 34: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

che non può catturare già Lei come tale idea ­ a meno che vogliamo estrarrlo 

come lo zucchero dell'acqua zuccherata ­ non è già  idea, bensì solamente il 

segno del principio di unità dell'immagine artistica. Caro sta che arte è simbolo 

che tutta l'arte è simbolo e che è riempito di significato. Ma di che simbolo si 

tratta? Che cosa è  quello che significa? L'intuizione se è  davvero artistica è 

veramente intuizione, e non un caotico impasto di immagini, solo quando ha un 

principio   vitale   che   l'incoraggia,   identificandosi   con   lei.   Ma   quale   è   questo 

principio? 

La risposta a tale interrogazione si può dire che viene da fosse, come risultato 

del maggiore contrasto di tendenze che si sia dato mai nel campo dell'arte ­ e 

che   non   appare   solamente   nell'epoca   che   prese   nome   di   quello   contrasto 

perché predominò in lei; alludo all'opposizione tra Romanticismo e Classicismo 

­. Definendo in generale, come qui conviene definire, e lasciando ad un lato le 

determinazioni   accidentali   e   di   poca   monta,   il   Romanticismo   esige   all'arte, 

soprattutto, l'effusione spontanea e violenta 

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Page 35: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

degli affetti, degli amori, odi, angosce, giubili, disperazioni ed elevazioni, e si 

accontenta col meglio buona volontà e si compiace in immagini vaporose ed 

indeterminate,  in stili   rotti  e  frammentari,   in sfaccendate suggestioni,   in  frasi 

approssimate, in abbozzi storti e torbidi. Il Classicismo, al contrario, piace del 

coraggio spento, del disegno completo, delle figure studiate nel suo carattere e 

precisi   nei   suoi   contorni,   della   ponderazione,   dell'equilibrio,  della   chiarezza, 

tendendo risolutamente alla rappresentazione come il Romanticismo tende al 

sentimento. Posizionati in uno o in un altro punto di vista, troviamo moltitudine 

di   ragioni  per difenderlo  e per  combattere  il  punto di  vista  contrario.  E così 

dicono i romantici: Di che cosa ci vale un'arte ricca di immagini pulite, se non ci 

parla   al   cuore?   O   se   parla   al   cuore,   che   cosa   c'importa   che   non   vada 

accompagnato da nitide immagini? Ed esclamano i classico: A che cosa conduce 

l'esplosione dei sentimenti, se lo spirito non riposa su una bella immagine?  Se 

l'immagine è  bella,  se   il  nostro  spirito   rimane soddisfatto,  che cosa  importa 

l'assenza di quelle commozioni che chiunque può  procurare andasse via dei 

domini dell'arte, e che la vita ci regala con maggiore abbondanza di quello che 

noi stessi desiderassimo? Ma quando comincia a provarsi il vuoto della sterile 

difesa di chiunque dei due punti di vista è quando eleviamo la vista dalle opere 

comuni di arte ­ parto dalle scuole romantiche e classica ­ alle opere piene di 

passione   o   freddamente   decorose,   alle   opere   non   dei   discepoli,   bensì   dei 

maestri,   non  dei   dozzinali,   bensì   degli   insigni,   e   vediamo   francamente   che 

Page 36: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

sparisce ogni contrasto e che non c'è modo di difendere uno o un altro punto di 

vista, perché i grandi artisti, le grandi opere o i grandi frammenti di esse non 

possono   chiamarsi   né   romantiche   né   classiche,   né   passionali   né 

rappresentative,   perché   sono   contemporaneamente   rappresentative, 

passionali,   classiche  e   romantiche.  Un   sentimento  profondo  si   trasforma   in 

fretta   e   furia   in   una   presentazione   sutilísima.  Così,   per   esempio,   le   opere 

dell'arte greca e quelle dell'arte e la poesia italiani. La trascendenza medievale 

prende   carne   nel   bronzo   del   terzetto   dantesco;   la   malinconia   e   la   soave 

fantasia nella trasparenza dei sonetti  e delle canzoni del Petrarca;  la saggia 

esperienza della vita e l'attenzione verso i ricordi passati, nella pulita ottava di 

Anosto, e l'eroismo ed il pensiero della morte, nei perfetti endecasillabi sciolti di 

Foscolo,   e   l'infinita   vanità   del   tutto,   nei   sobri   ed   austeri   canti   di   Santiago 

Leopardi.  Fino a, detto sia tra parentesi e senza coraggio di paragonarlo sopra 

con gli esempi indicati, le raffinatezze voluttuosa yla sensualità 

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Page 37: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

animale  del  moderno  decadentismo   internazionalista   hanno   la   sua  migliore 

espressione nella prosa e nel verso di un italiano. Gabriel D' Annunzio. Erano 

tutte   questi   anime   profondamente   appassionate   ­   tutte,   fino   al   metronotte 

Ludovico Ariosto, tanto amoroso, tanto tenero, che occultava le sue emozioni 

col sorriso con tanta frequenza ­ e le sue opere d'arte sono il fiore eterno che 

spuntò sulle sue passioni. 

Queste  esperienze e questi  giudizi   critici  possono  riassumersi   tecnicamente 

nella formula che quello che dà coerenza ed unità all'intuizione è il sentimento. 

L'intuizione è davvero tale perché rappresenta un sentimento, potendo sorgere 

questo al lato o busta l'intuizione.  Non è l'idea, bensì il sentimento, quello che 

presta all'arte l'aerea leggerezza del simbolo. L'arte è un'aspirazione rinchiusa 

nel   cerchio  della   rappresentazione,  e  nell'arte   l'aspirazione  vive  solo  per   la 

rappresentazione,   e   la   rappresentazione   vive   unicamente   per   l'aspirazione. 

Epica   e   lirica,   o   dramma   e   lirica,   sono   divisioni   scolastiche   della   cosa 

indivisibile. L'arte è sempre lirica, o se si ama, epica e drammatica del sentimento. 

Quella che ammiriamo nelle genuine opere d'arte è la perfetta forma fantastica che 

assume un stato spirituale, a quello che chiamiamo vita, unità, risultato, pienezza 

Page 38: Benedetto Croce - Che cosa é l'arte

dell'opera d'arte. Quello che ci disgusta, nelle false ed imperfette opere d'arte, è 

il contrasto che non è arrivato ad unificarsi di uno o di vari stati di coraggio, la 

sua   stratificazione,   il   suo  guazzabuglio  o   il   suo  procedimento   faticoso,   che 

riceve un'unità apparente dell'arbitrato dell'autore che si serve per tale fine di un 

schema, di un'idea astratta o di un'esplosione extraartística di affetti. La serie di 

immagini che un'a un ci ci suppongono ricche di evidenza, ci lasciano dopo delusi 

e sospettosi, perché non li vediamo generate per un movimento spirituale, bensì 

per   la  macchia   ­   come  dicono   i   pittori   ­   di   un  motivo,  e   si   succedono  e   si 

confondono senza  la  torneo  intonazione,  senza  l'accento  che germoglia  dello 

spirito. Che cosa è la figura di un quadro separata del fondo di questo quadro e 

portata a quello di un altro quadro distinto? Che cosa è  il  personaggio di un 

dramma o di un romanzo fosse della sua relazione con gli altri personaggi e 

con   l'azione   generale?   Che   valore   ha   questa   azione   generale   se   non   è 

un'azione dello spirito dell'autore? Istruttive sono, a questo proposito, le dispute 

secolari   intorno all'unità  drammatica che dalle  determinazioni   intrinseche del 

tempo   e   del   posto   si   riferisce   dopo   con   l'unità   di   azione,   e   con   l'unità   di 

interesse più tardi, per dissolversi l'unità dell'interesse nell'interesse dello spirito 

dell'autore, nell'ideale che l'incoraggia. Istruttivi sono, come 

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abbiamo visto, i risultati critici della gran polemica tra classici e romantici, dove 

si tenta di negare l'arte che col sentimento astratto, con la violenza pratica del 

sentimento,   col   sentimento   che   non   si   è   fatto   contemplazione,   tenta   di 

commuovere il coraggio ed illuderlo sulla deficienza dell'immagine, dello stesso 

modo   che   l'arte   che   con   la   chiarezza   superficiale,   col   disegno   falsamente 

corretto,  con  la parola   falsamente precisa,   tenta di   illudere con  l'assenza di 

ragione  estetica  che giustifichi   le  sue   figure  sulla  deficienza del  sentimento 

ispiratore. Una celebre sentenza, dovuta ad un critico inglese, e che ha passato 

attualmente ai   formulistas dei  giornali,  annuncia" che  tutte   le arti  sono della 

stessa   condizione   che   la   musica."   Si   potrebbe   dire   la   stessa   cosa,   con 

maggiore esattezza, affermando che tutte le arti sono musica, se è che vuole 

farsi risaltare la genesi sentimentale delle immagini artistiche, escludendo della 

sua zona la costruita meccanica ­ menzionai e le passate nella realtà. Altra non 

meno celebre sentenza, dovuta ad un semifilósofo svizzero, ed alla che ha toccato 

la cattiva o buona fortuna di volgarizzarsi, scopre che" ogni paesaggio è un stato 

dell'anima", cosa indubbia, non perché il paesaggio sia paesaggio, bensì perché il 

paesaggio è arte. 

L'intuizione artistica è,  dunque, sempre intuizione  lirica, parola questa ultima 

che   non   sta   come   aggettivo   né   determinante   dell'intuizione,   bensì   come 

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sinonimo, come un altro dei molti sinonimi che possono aggiungersi a quelli che 

si   è   ricordato   e   che   designano   tutti   essi   l'intuizione.   e   se   come   sinonimo 

assume qualche volta la forma grammaticale dell'aggettivo, l'assume per fare 

capire   la  differenza che esiste   tra   l'intuizione­immagine,  cioè   tra   il  nesso di 

immagini, e perché quello che si chiama immagini è sempre nesso di immagini, 

non   esistendo   immagine­atomi,   come   non   esistono   pensiero­atomi,   tra 

l'intuizione verace che costituisce organismo, e che, come organismo, ha il suo 

principio vitale, che è l'organismo stesso, e la falsa intuizione che è impasto di 

immagini,  mescolato per  gioco,  per  calcolo  o  per  un altro   fine pratico  il  cui 

nesso,  pratico  anche,  si  dimostra,  considerato  dall'aspetto  estetico,  non già 

organico,   bensì   meccanico.  Ma   non   essendo   per   questi   fine   affermativi   e 

polemici,   la   parola   lirica   sarebbe   ridondante.  e   l'arte   rimane   perfettamente 

definita quando si definisce con ogni semplicità come intuizione. 

(1) lezione Prima del Breviario di Estetica, pubblicato nella Collezione Australe, 

prima edizione 10­VIII­1938. 

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