48
Periodico d’informazione locale. Anno XXII n. 110 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD Settembre 2015 della Bassa Padovana

Bassapadovana sett2015 n110

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Bassapadovana sett2015 n110

Citation preview

Page 1: Bassapadovana sett2015 n110

Periodico d’informazione locale. Anno XXII n. 110 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD Settembre 2015

della Bassa Padovana

Periodico d’informazione locale. Anno XXII n. 110 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD Settembre 2015

della Bassa Padovana

Page 2: Bassapadovana sett2015 n110
Page 3: Bassapadovana sett2015 n110

Periodico d’informazione locale. Anno XXII n. 110 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD Settembre 2015

della Bassa Padovana

“Differenziata,addio per sempreai cassonetti”

Ambiente

pag. 8

Città senza barriere“azzeramento”dell’anfiteatro

Este, intervento

pag. 12

Valdastico Sudcompletata, ora manca la Sr 10

Montagnana

pag. 14

pag. 10

Elezioni comunali a EsteAgujari scalda i muscoliIl primo ad annunciare con largo anticipo la candidaturaè l’attuale vicesindaco e leader delle “Civiche d’Este”,fino a maggio in maggioranza, poi correrà da solo

E’ Stefano Agujari Stoppa il primo candidato alla fascia di sindaco di Este. L’attuale vicesindaco e leader

delle Civiche d’Este ha rotto gli indugi pri-ma di ogni altro avversario, confermando anche la corsa in solitaria del suo gruppo civico. L’amministratore, 53 anni, sposato, tecnico che opera in un’azienda privata impegnata nel settore ambientale, vanta una lunga esperienza di governo comuna-

le: oltre ai dieci anni da vicesindaco ha alle spalle anche quattro anni da consigliere di maggioranza (nel primo mandato di Vanni Mengotto) e altri cinque all’opposizione. “Il nostro è stato sempre un percorso civico, slegato dai partiti, e basato sul lavoro per la città e sulla serietà delle persone impiegate in questo progetto - ha spiegato il giorno del lancio della candidatura Delio Peruffo, responsabile delle Civiche d’Este - La nostra

storia e il nostro percorso amministrativo ci hanno portato a scegliere di correre in auto-nomia e di riporre piena fiducia in Stefano” Con la corsa solitaria delle Civiche d’Este, in-fatti, viene meno il rapporto del gruppo con l’attuale maggioranza di governo di Gian-carlo Piva: “Il nostro mandato governativo scadrà a maggio e la fedeltà e l’impegno all’attuale governo non verranno mai meno fino a quel momento”.

piazza di San bortolonuovo colpo di Scena

Niente verde e panchine? La nuova piazza

di San Bortolo incassa il “no” del parroco. Dopo il “caso Mussolini” e la busta con le offerte di gara scomparsa, la querelle continua in

occasione del taglio del nastro.pag. 6

a pag. 31

bcc ateStina e prealpiverSo la fuSione

Bcc Atestina e Bcc Pre-alpi pronte alla fusione. Ha ricevuto anche il “sì” della Banca d’Italia il progetto di aggregazione dell’istituto bancario atestino

con i cugini trevigiani. “Un progetto che anticipa il futuro” affermano i presidenti.

pag. 12

alle pagg. 33-38

a pag. 28

All’interno del giornale

la buona Scuola entra in claSSe

veneto in primo piano

continua a pag. 8

Editoriale

“Lasciamoli in mare” ha detto Salvini. “ Respingere i migranti che arrivano dal mare è un atto di guerra” ha affermato il Papa che, oltre a proporre ad ogni parrocchia

di ospitare una famiglia di profughi, vuole dare il buon esempio destinando appartamenti vaticani a due famiglie...

Migranti, un dramma senza confi ni di Germana urbani*

continua a pag. 8

“Anche quest’uano a posarsi tuttora sulle infrastrutture stradali.

“Manca interesse politico nei confront di Ornella Jovane*

*[email protected] - [email protected]

Editoriale

*[email protected] [email protected]

L’informazione locale è sempre con te: +80,5% nuove sessioni www.lapiazzaweb.it

da pagg. 18-20

pag. 21

pag. 25

i nuovi conSiglieri alla prova dell’aula

la quotidianità dei Senza tetto è un film

Page 4: Bassapadovana sett2015 n110
Page 5: Bassapadovana sett2015 n110

È un periodico formato da 13 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone Montagnana, Monselice, Este, per un numero complessivo di 12.504 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Lisbona 10Tel. 049 8704884 Fax 049 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabile (ad interim)Germana urbani [email protected] Jovane [email protected] in redazione l’11 settembre2015Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

è un marchio registrato di proprietà

Srldi

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

Clicca su Scarica giornali, scegli l’edizione che ti interessa e sfogliala conLa Piazza la leggi anche sul web aggiornata con le ultime news!

www.lapiazzaweb.it

VeneziaPadovaRovigo Treviso

Se tutto andrà come nelle previsioni, c’è da scommettere che sarà uno dei regali più gettonati sotto l’albero. È vero, 200

euro coi tempi che corrono non sono pochi. Ma se mettiamo il fascino che la Mela esercita sugli appassionati di tecnologia da un lato, e la poderosa campagna pubblicitaria che possiamo attenderci a partire da ottobre dall’altro lato, è facile che una buona fetta di italiani si convincerà presto che dell’Apple tv non si può proprio fare a meno.

Sfatiamo subito l’obiezione più ovvia: davvero sentiamo il bisogno di un’altra televisione? No, e infatti il nome non deve trarre in inganno. L’Apple tv ha più del computer che della tv, a cui non a caso va collegato per funzionare. Al suo interno c’è un processore, tagli di memoria da 32 e 64 giga, wifi e bluetooth. A che serve, allora? Intanto a guardare video in streaming internet, l’ultima frontiera su cui si giocano le sorti del mercato dell’audiovisivo. Poi ad accedere allo sterminato catalogo di programmi e app per Iphone, trasformando la tv di casa in una console per videogame o in quel che si desidera.

La grande scommessa, però, è un’altra: fare dell’Apple tv il centro della futura casa iperconnessa fi no a riuscire a controllare

e gestirne ogni dettaglio semplicemente attraverso la voce. Si chiama domotica, è la declinazione domestica del cosiddetto “internet delle cose” ed è già tra noi, anche se non ce ne rendiamo conto. Gli esperti stimano che lo scorso anno ci fossero nel mondo qualcosa come 10 miliardi di dispositivi connessi tra loro in modalità wireless, senza fi li. Computer e cellulari, naturalmente, ma anche automobili e frigoriferi, perfi no vestiti e cibo. Nel 2020, di

questo passo, si prevede saranno 30 miliardi.Già oggi tramite cellulare è possibile accendere la caldaia della

casa di montagna, o controllare le telecamere di sorveglianza del sistema di allarme. Solo che, come succede a ogni rivoluzione tecnologica, ogni apparecchio “fa parte a sé”: con i suoi programmi, i suoi strumenti, il suo software. La scommessa di Apple si gioca tutta qui, nel riuscire a imporre per prima sul mercato un prodotto capace di gestire tutti i diversi dispositivi e fare veramente della casa un “ecosistema intelligente”. Non c’è solo la casa di Cupertino, naturalmente. Anche Google ha presentato da poco una sua piattaforma, e altri seguiranno a breve. In palio, dicono gli analisti, c’è un mercato da decine di miliardi di dollari. La nuova battaglia dei giganti è appena cominciata...

Apple tv e il sogno della casa sempre connessaArriva a ottobre l’ultimo prodotto della Mela: video in streaming internet, videogame, ma soprattutto l’ambizione di dominare il nuovo mercato della domotica

3news da laPiazzaweb

La notizia più letta sul nostro sito il mese scorso è stata Nazzareno Italiano eroe del Basket a seguire sono stati cliccatissimi i servizi relativi alle Due serate di festa per la Notte Bianca di Cavarzere, la terza notizia, invece, che ha incuriosito maggiormente i lettori è stata: Scorzè, nuovo volto per il centro città seguici su www.facebook.

com/lapiazzaweb

LE NOTIZIEPIÙ VISTESUL SITO

Sui social è volata la notizia che per paesionline Chioggia è tra le località turistiche top. Subito dopo è l’edizione di Cavarzere a farla da padrone con l’articolo relativo alla festa di fi ne estate. Ha interessato molto il popolo dei social la storia del giovane di Cà Tiepolo arrestato per tentato omicidioseguici su www.facebook.

com/lapiazzaweb

LE NOTIZIEPIÙ VISTESUI SOCIAL

Le edizioni più lette dai lettori della piazzaweb sono state quelle di: Cavarzere, Piovese, Chioggia e Conselvanoseguici su www.lapiazzaweb.it

EDIZIONIPIÙ VISTESUL SITO:

Chioggia, Piovese, Riviera est e Rovigoseguici su www.issuu.com/

lapiazzaweb

EDIZIONIPIÙ VISTESU ISSUU

Migliaia di persone cercano rifugio in Europa passando per l’Italia. L’Europa però non ha ben chiara la strategia da proporre o imporre agli stati membri perché tutti si facciano carico dei migranti. Intanto alcuni comuni, più di altri, stanno accogliendo i profughi nelle strutture individuate dalle prefetture e i problemi di gestione non mancano. Salvini e la Lega sono sempre pronti a manifestare contro l’accoglienza ma mancano di risposte al problema. seguici su www.lapiazzaweb.it/category/il-blog-del-direttore/

Il BLOGDELDIRETTORE

Le Ulss del Veneto, secondo i progetti di Zaia e del suo assessore alla sanità Coletto, passeranno presto da 21 a 7 e nascerà un Ente nuovo che si occuperà a livello centrale di gestire ordini, formazione del personale e altre cose oggi in capo ai direttori generali. I sindaci temono che il riordino signifi chi solo ulteriori tagli. Ma i veneti sono d’accordo? La domanda è: Vi piace l’idea dell’ Ulss unica provinciale?.seguici su www.lapiazzaweb.it/

sondaggio/

IL SONDAGGIO

L’attenzione verso questa rubrica e i suoi protagonisti è altissima. Questo mese in special modo abbiamo pubblicato le foto di fortunati cagnolini scelti da belle famiglie. Continuamo a ricevere tante foto di cuccioli che cercano casa. Segno della sensibilità dei nostri lettori e della bontà del nostro lavoro per gli animali.seguici su www.lapiazzaweb.it/

category/animali/

ADOTTAMI,I NOSTRIAMICIANIMALI

La sezione Turismo del sito lapiazzaweb.it è stata la più visitata! I viaggi e i percorsi enogastromici dell’inserto de La Piazza dedicato al turismo hanno coinvolto gli utenti web, tantissime le visite! seguici su www.lapiazzaweb.it/

category/turismo/

TURISMO E SAPORI

In continua crescita i visitatori nuovi e di rirorno

In continua crescita i visitatori nuovi e di rirorno

In allegato al giornale e suwww.lapiazzaweb.it/turismo

Page 6: Bassapadovana sett2015 n110

4 Argomento del mese

i dati di confinduStria padova

Avanti adagio, qualcosa si muove

Avanti adagio, ma fi nalmente avanti. Dopo la “stecca” di inizio anno, l’industria padovana si muove e ritrova un’intonazione positiva. È un re-

cupero ancora modesto, ma la produzione nel secondo trimestre aumenta su base annua (+0,2%). Confi ndu-stria Padova, dati alla mano, conferma che migliorano gli ordini e si allunga la striscia positiva della domanda interna, che dà chiari segni di ripresa (+1,6%) ed è più tonica dell’export. Anche l’occupazione mostra primi segnali di recupero (+0,9%). “Adesso, - spiega Massimo Finco, presidente di Confi ndustria Padova

- la priorità è rafforzare la lenta risalita non indebolendo la determinazione, anzi acce-lerando le riforme strutturali, a partire dalla riduzione del carico fi scale che zavorra le imprese. A partire dalla prossima legge di Stabilità che dovrà essere espansiva, rilanciare gli investimenti pubblici e privati e ridurre il carico fi scale che zavorra la competitività delle imprese. Bene lo “shock fi scale” annunciato dal premier Renzi, da fi nanziare in tre anni attraverso una drastica cura dimagrante della spesa pubblica, unita alla lotta all’evasione e ai margini di manovra Ue. Ora un patto con gli imprenditori che punti dritto al cuore dei problemi, più che al consenso: meno tasse sulle imprese anticipando l’intervento già al 2016, in cambio di più investimenti, produttività e quindi reddito e lavoro da redistribuire, soprattutto ai giovani. Noi siamo pronti”. N.S.

L’economia riparte e per il Veneto le stime di crescita par-lano di un + 3% del Pil in due anni. Alla fi ne del 2015, si prevede che la crescita sarà dell’1,1%, per il 2016 +

1,9%. I dati sono emersi nelle scorse settimane da un rapporto illustrato ad Expo Venice da Unioncamere. Un problema per lo sviluppo è legato al gap tecnologico di molte imprese venete. Ma vediamo nel dettaglio. Saranno ancora le esportazioni, la principale leva di sviluppo. Nel 2015 l’export veneto dovrebbe crescere del +5,4%, favorito da euro debole, basso prezzo dei prodotti energetici (gas petrolio) e tassi di interesse in discesa. Ci sono però dei settori in diffi coltà per motivi specifi ci. Agroa-limentare e arredo-casa, devono fare i conti con l’instabilità in Russia e Ucraina. La novità di quest’anno in Veneto oltre al so-lito traino dell’export, è l’aumento dei consumi delle famiglie. I consumi delle famiglie venete aumenteranno del +1,7%,, grazie all’aumento della base occupazionale e a un effetto positivo delle spese dei turisti stranieri anche collegati all’Expo di Milano. La spesa pubblica dovrebbe registrare una contrazione (-0,7%), ma un contributo positivo arriverà dagli investimenti privati (+1,2%). Sul versante digitale qualche problema c’è: solo il 7,8% delle imprese venete vende online con sistemi di e-commerce, contro

l’8,2% della media italiana Il 98,5% utilizza internet (98,2% in Italia), il 95% è connesso alla banda larga e il 74,3% possiede un sito web (69,2% in Italia). Il 34,2% degli addetti è connesso ad internet una volta a settimana (39,3% la media nazionale), il 39,3% delle imprese acquista online (39,6%). C’è poi un divario generazionale. Il 65% delle imprese nate nel 2014 con a capo “under 35” parte già attiva sul web, nel 57,2% con un proprio sito internet o nel 55,9% con una pagina Facebook. Le altre im-prese invece sono in ritardo. Per colmare il divario una soluzione è proseguire a passi spediti nell’adozione dell’Agenda digitale. Nel settore trasporti ci sono alcune carenze infrastrutturali a livello locale. Dove ci sono strutture suffi cienti, come nel caso della di-rettrice ferroviaria del Brennero, i numeri crescono: il traffi co merci ferroviario dell’interporto di Verona aumenta del 3,3% dal 2013 al 2014, e del 33,6% rispetto al periodo pre-crisi. Sul fronte dei traffi co merci su nave, nel sistema dell’Alto Adriatico, il porto di Venezia è quello che cresce di meno: +2,2% del traffi co nel 2014. Vanno molto molto Trieste (+10,3%) e quello sloveno di Koper-Capodistria (+12,3%). I dati della crescita veneta in termini di consumi sono in linea con quelli emersi dai dati di Confcommercio a livello nazionale. Rispetto al 2014, nel periodo

gennaio-luglio 2015, in Italia, è aumentato il consumo di beni e servizi per la mobilità (+6,2%), in particolare nel settore delle auto, moto e scooter, ma anche nei servizi pubblici, specialmente nei trasporti aerei. E’ cresciuto anche il consumo di beni e servizi per comunicazioni (+4%), nel settore tecnologico con l’acquisto di prodotti come smartphone, tablet e personal computer. Sono aumentate le vendite alimentari al dettaglio (+0,9% nel periodo gennaio-giugno 2015), Quest’anno c’è in più la spinta dei saldi estivi. Un dato che emerge prima volta negli ultimi 8 lunghi anni, quelli cioè della crisi. Gli sconti di fi ne stagione hanno fatto regi-strare un andamento positivo, che si è riversato sul dato fi nale dei consumi. Le esportazioni di prodotti alimentari made in Italy fanno segnare un forte balzo con un aumento che va dal 29% sia in Usa che in Cina, fi no al 9,7 nei Paesi dell’Ue. Per dare una spinta all’economia in ripresa è arrivato dalla Ue con l’ok al Piano operativo regionale 2014-2020 di impiego dei fondi per lo sviluppo regionale. “L’ok al Por del Veneto - dice l’assessore regionale Federico Caner - mette in moto 600 milioni di euro, di cui la metà di fonte comunitaria, che andranno a rafforzare la ripresa economica, investire su ricerca e innovazione e a sup-portare l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese”.

di Alessandro Abbadir

Solo il 7,8% delle imprese venete

vende online contro l’8,2%

della media italiana

Il Piano operativo regionale 2014-

2020 porta 600 milioni di euro,

metà comunitari

I DATI DI UNIONCAMEREPer il Veneto le stime di crescita parlano di un + 3% del Pil in due

anni. Alla fi ne del 2015 si prevede che la crescita sarà dell’1,1%, per il 2016 + 1,9%. Nel 2015 l’export

veneto dovrebbe crescere del +5,4%, favorito da euro debole, basso prezzo di gas e petrolio, e tassi di interesse

in discesa. Quest’anno poi c’è la spinta dei saldi estivi. Un dato che

emerge per la prima volta negli ultimi 8 lunghi anni della crisi

Riparte l’economia crescono i consumi, è arrivata la ripresa

Massimo Finco

Page 7: Bassapadovana sett2015 n110

5Argomento del mese

Turismo

Estate 2015, il bilancio degli operatori

Il sole splende con qualche nuvolaEstate 2015 all’insegna del sole e non soltanto

perché il meteo è stato favorevole e il caldo l’ha fatta da padrone, ma anche dal punto di vista

“economico” per gli operatori turistici che possono tor-nare a sorridere in Veneto. Un bilancio, dunque, che può considerarsi tendenzialmente positivo, ma permangono alcune criticità e problematiche, legate soprattutto ai fi nora inascoltati appelli che il settore rivolge da tempo alla politica, in cerca di una sponda per il rilancio. “Il sole splende sul turismo veneto … sotto un cielo di nubi” è la sintesi di Marco Michielli, presidente di Federalberghi Veneto nella sua relazione di fi ne luglio, in occasione della presentazione dei dati relativi alla prima metà dell’estate e delle tendenze di agosto e settembre, in attesa di un bilancio conclusivo a fi ne stagione. “Arrivi e presenze in sostanziale tenuta, rispetto all’anno scorso, non bastano a disegnare l’andamento di una stagione. A oscurare il cielo c’è un carico fi scale oramai insopportabile, - ha commentato Michielli - ultimo atto l’aumento retroattivo dell’IMU per gli hotel di Abano e Montegrotto i cui albergatori sono giustamente furenti; ci sono i costi di gestione arrivati alle stelle; azioni pro-mozionali lasciate spesso all’iniziativa del singolo privato perché a livello pubblico i fondi non ci sono o sono “risibili”. E c’è, in testa a tutto, una questione tanto evidente quanto colpevolmente ignorata: il proliferare di strutture extralberghiere con molti onori e nessun onere. Un fenomeno che sta provocando danni e in alcuni casi si rivela fatale per le attività ricettive “classifi cate” che sono imprese e per questo vessate dal fi sco e dalla burocrazia. Continuiamo a chiedere che a “stesso mercato corrispondano stesse regole”. Indifferibile si fa ormai il tema dei collegamenti aerei, varando un piano che in 5 anni sposti almeno il 30% dei turisti da ruota ad ala: i risul-tati della Spagna stanno a testimoniarlo”. Nel complesso tuttavia il turismo ha regalato buone soddisfazioni. Nel settore balneare è andata bene per Jesolo “Abbiamo avuto solo una leggera fl essione, contenuta nell’ordine del -4%, a giugno, dopodiché arrivi e presenze sono decollati” ha dichiarato il presidente dell’Associazione Jesolana Albergatori (Aja) Massimiliano Schiavon. Fedeli e anzi ancora più numerosi i turisti tedeschi, in lieve calo gli italiani. Andamento a due ve-locità per l’estate bibionese: da un lato gli hotel vicinissimi al tutto esaurito (sono quasi 100 quelli presenti a Bibione), dall’altro le case-vacanza che perdono appeal (e turisti) e soffrono insieme ai campeggi. “Il comparto alberghiero tiene - conferma Silvio Scolaro, presidente dell’Associazione Bibionese Albergatori (Aba) - Abbiamo tanti turisti provenienti dalla Germania, dall’Austria, dalla Svizzera, ma anche dai Paesi dell’Est, dalla Polonia all’Ungheria, alla Repubblica Ceca. C’è un leggero sentore di ripresa degli italiani”. Stagione buona anche per Caorle che conta sulla clientela fi delizzata e registra un lieve incremento delle presenze e un decremento dei fatturati e dei pernottamenti (scesi a 3 notti). Sollecita una iniziativa unitaria di promozione dell’intero territorio Eugenio Padovese , presidente dell’Associazione degli Albergatori di Caorle. Più contenuto il dato per Sottomarina. “La tanto sperata esplosione di presenze dovute al bel tempo non c’è stata. Sottomarina si caratterizza per il 90% per la presenza di turisti provenienti dal Nord Italia e sono proprio questi che purtroppo segnano una lieve fl essione” ha osservato Giuliano Boscolo Cegion, presidente dell’Associazione Albergatori Sottomarina (Asa) . E tuttavia il segnale interessante riguarda la Città d’Arte Chioggia, che “per le sue caratteristiche storico-culturali e grazie ad eventi di carattere nazionale come la Sagra del Pesce con circa 350.000 visitatori nell’arco di dieci giorni (dal 10 al 19 luglio) e il Palio della Marciliana nella seconda settimana di giugno, ogni anno si perfezionano e incrementano le presenze”. Se al mare sorridono, anche dalla montagna gli operatori hanno manifestato soddisfazione. Il tempo buono e le tante iniziative sportive e culturali hanno favorito l’arrivo di turisti a Cortina d’Ampezzo che ha saputo captare l’attenzione anche di viaggiatori provenienti dal Nord Europa, con la sua attività promozionale. “C’è il sentore di una ripresa del mercato interno – ha dichiarato Walter De Cassan, presidente dell’Associazione Albergatori di Belluno e provincia - anche se le spese degli italiani nell’indotto sono ancora molto prudenti, mentre i turisti tedeschi sembrano in leggerissimo calo”. Il bel tempo invece non ha favorito le terme, dove la stagione delle migliori performance però è quella autunnale, ma l’estate in ogni caso è stata in linea con i dati degli anni scorsi.

Buoni i dati anche per il turismo sulla sponda veneta del Lago di Garda, sempre più internazio-nale: Olanda, Danimarca, Norvegia, Svezia, Germania e Inghilterra sono i Paesi di provenienza.

Nelle città d’arte la stagione prosegue in linea con gli anni passati. A Venezia il motivo in più è la Biennale; a Verona la stagione dell’Arena. Gli operatori padovani invece si dicono penalizzati dalla mancanza di organizzazione di eventi. Un connubio, quello tra cultura e turismo, che invoca, soprattutto per continuità, anche il presidente dell’Associazione degli albergatori di Vicenza Oscar Zago. Stazionario il bilancio di Treviso. O.J.

Nel padovano 131 aziende in crisi nel primo semestre, coinvolti tremila lavoratori

Il sindacato “Siamo ancora in stagnazione, inversione di tendenza lontana”

A preoccupare sono i rifl essi occupazionali, anche di fronte a segnali di ripresa. Stando ai dati di Veneto Lavoro, tra Padova e provincia nel primo semestre del 2015 sono state avviate 131 nuove procedure di crisi aziendale che hanno coinvolto quasi 3mila lavoratori. Non solo: dobbiamo aggiungere le oltre 935mila ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate, quasi 3,5 milioni di ore di cassa straordinaria e

733 licenziamenti. Se l’industria cresce, piano, l’occupazione vive ancora una fase drammatica. La conferma arriva dai rappresentanti sindacali impegnati, in queste settimane, su più fronti e con vertenze “pesanti” come la Allison, azienda dell’occhialeria che vuole trasferire la produzione nel mantovano, costringendo 120 dipendenti ad accettare l’esodo oppure a rinunciare al lavoro. O anche il gruppo Conad Sgr di Padova che, gli inizi di settembre, ha annunciato la chiusura di due supermercati a Este a Cittadella, acquisiti appena sette mesi fa dal Billa che ha lasciato l’Italia. Oppure la Mercatone Uno che dopo aver chiuso i punti vendita di Tribano e Curtarolo annuncia un piano di assunzioni che però non andrà a recuperare tutti i posti e non permetterà di riaprire i due negozi. A Terrassa invece è emblematico il caso della Edp Edp Info Service & Distribution, che ai tempi d’oro dava lavoro a quasi 130 persone. Dopo il fallimento i circa cinquanta lavoratori rimasti fi no agli ultimi giorni di attività, prima della chiusura a sorpresa dell’azienda, potranno benefi ciare almeno di sei mesi di ammortizzatori sociali. “La modesta crescita della produzione - afferma Christian Ferrari, della segreteria Cgil di Padova - registrata nel secondo trimestre dell’anno è lo specchio di una situazione di stagnazione più che di un’inversione di tendenza. Considerando che dal picco produttivo ante crisi del 2007 l’industria padovana ha registrato un 24% di perdita di produzione industriale, signifi ca che servirebbero almeno 30 anni per tornare ai livelli registrati prima della crisi”.

di Nicola Stievano

Riparte l’economia crescono i consumi, è arrivata la ripresa

Page 8: Bassapadovana sett2015 n110

6 Monselice

Il problema della permanenza abusiva dei nomadi a Mon-selice tiene banco ormai da

diversi anni. Per questo l’ammini-strazione comunale ha definito le modalità per le soste di caravan, autocaravan, camper, roulottes o altri veicoli attrezzati a scopi abi-tativi. L’ordinanza voluta dal sin-daco Francesco Lunghi impone il divieto di sosta su tutto il territorio comunale fuori dagli spazi specifi-camente destinati. “Il Comune ha un’area attrezzata funzionale ai visitatori occasionali e agli appassionati del turismo - ha spiegato il primo cittadino - queste persone potranno sostare per un periodo limitato nell’a-rea di via Argine Destro”. Ma l’ordinanza è già stata ribattezzata “anti nomadi” perchè lo stesso sindaco non nega sia stata fatta anche per motivi di sicurezza.

“L’iniziativa vieta in tutto il territorio comunale la sosta per finalità di pernottamento e parcheggio in aree non attrezzate - continua Lunghi - intendiamo rispondere sia in termini di flussi turistici che in termini di sicurezza urbana. Non saranno infatti più tollerate quelle situazioni che portano al degrado e profilassi igienico sanitaria di coloro che si fermano con i mezzi per periodi prolungati arrecando tutta una serie di problemi di disagio alla città, oltre che nuocere al decoro e all’immagine dell’intera comunità”. L’ordinanza quindi sarà l’inizio di un periodo di maggiore rigore nei confronti del mancato rispetto delle regole. “Vogliamo dare una risposta immediata e ferma a tutti coloro che non rispettano le regole del vivere civile e ritengono di comportarsi senza alcuna remora verso la nostra città provocando disagi e preoccupazioni”. Insomma si ai turisti, no agli abusivi. “Il Comune adotterà tutte le misure per impedire la violazione delle regole di normale convivenza e assicurerà che tutti i campeggiatori e turisti possano usufruire di un’area che presenta tutti i confort”.

l’ordinanza

Divieto di sosta per camper e roulotte fuori dagli spazi dedicatiun freno alla preSenza abuSiva di nomadi

E.M.

Un “accampamento” di nomadi

Niente verde e panchine? La nuova piazza di San Bortolo incassa il “no” del parroco. Dopo il “caso Mussolini”

e la busta con le offerte di gara scomparsa, la querelle continua con un nuovo episodio. La prima pietra è stata lanciata dal parroco don Renzo Polzato che si sarebbe rifiutato di benedire la piazza durante l’inaugurazio-ne, criticando l’amministrazione comunale, per i lavori di completamento che ancora mancano. Il parroco avrebbe affermato che “la mia presenza è solo sacerdotale. La benedizione non scende su delle pietre o sull’asfalto, la benedizione va alle persone. Volentieri io invoco la benedizione del Si-gnore sull’amministrazione comunale che ci ha fatto questo regalo che io ritengo ancora incompleto, molto incompleto. Perché fino a quando non vedremo delle piante e del verde avremo il senso del deserto”.

Ma l’assessore Andrea Tasinato non ha fatto attendere una risposta assicurando che le panchine arriveranno a inizio settem-bre e gli alberi verranno piantumati appena

la stagione lo consentirà. “Sono amareggia-to che la piazza sia stata solo oggetto di cri-tica e non di benedizione. Rispetto l’opinio-ne del parroco purché detta nel momento opportuno”. Critici anche gli esponenti del Pd. “Le critiche sulla piazza sono di vecchia data e nei mesi scorsi le opinioni dei cittadini avevano rilevato come il progetto mancasse di verde, di spazi all’ombra e desse troppo spazio al cemento e all’asfalto”.

In totale, l’opera è costata 500 mila euro. La piazza è attrezzata prima di tutto per i bambini, con le giostrine installate. Tra queste, un gioco appositamente studiato

per essere accessibile anche ai bambini disabili: una serie di giochi sonori e tattili, accessibile anche da chi è su una sedia a rotelle. Su un lato della piazza ci sono poi i campi sportivi, dotati di recinzioni. Si tratta di due campetti sportivi, uno regolamentare da calcetto e l’altro polivalente, per palla-volo, pallacanestro e tennis. Ancora, uno degli ultimi interventi realizzati nelle scorse settimane è stato il posizionamento di un gazebo in legno: potrà essere utilizzato per un momento di ristoro all’ombra, ma anche per piccole festicciole. Insomma, tanto male non è.

di Emanuele Masiero

Il parroco: “Senza verde abbiamo il senso del deserto”Tasinato: “A breve le panchine e anche gli alberi”

Il caso Colpo di scena al taglio del nastro nella frazione di San Bortolo

Polemica sulla piazza

Il taglio del nastro della piazza di San Bortolo

“Indagine epidemiologica? Una beffa per i cittadini di Monselice”. A dirlo è Francesco Miazzi che va all’attacco

sulla recente indagine avviata per valutare lo stato di salute dei cittadini di Ospedalet-to Euganeo ed Este. Lo studio è stato com-missionato da diversi enti e nei presupposti scientifici si prendono in considerazione i potenziali effetti degli inquinanti rilasciati da discariche e siti di compostaggio, traffico pesante, cementifici e allevamenti intensivi sulla salute umana. Per ognuna di queste fonti si evidenziano le caratteristiche emissive e le risultanze emerse da altri autorevoli studi epidemiologici.

Un recente documento stilato dall’Ulss 17 ha confermato un collegamento statistico tra presenza di cementifici e periodi di malat-tia dei bambini: “Studi epidemiologici hanno inoltre evidenziato - si legge nel documento - che vivere in prossimità di un cementificio è associato a sintomi irritativi, in particolare delle mucose degli occhi e dell’apparato re-spiratorio, sia negli adulti che nei bambini, e a un aumento del rischio di parto prematuro.

Una recente indagine epidemiologica, condotta dal nostro gruppo di ricerca sui bam-bini che vivono in prossimità del cementificio di Fumane (Verona), ha evidenziato un’as-sociazione statisticamente significativa tra i livelli di PM10 e le assenze scolastiche”. Per Miazzi quindi, l’ultima indagine commissio-nata doveva includere anche Monselice.

“Ci lascia basiti il fatto che l’indagine epidemiologica escluda il nostro territorio - ha commentato Miazzi - da noi rimane in funzio-

ne l’unico cementificio, peraltro autorizzato all’uso di rifiuti speciali come sostitutivi delle materie prime. Per anni senza una centrali-na di rilevamento (quella nuova è sempre annunciata ma ancora non sono nemmeno avviati i lavori), per anni controlli blandi e saltuari sui cementifici, per anni tutti a negare che l’inquinamento, gli odori acri, i problemi di salute tra i lavoratori e la popolazione non esistevano e ora anche la beffa di essere esclusi da questa indagine epidemiologica”.

Miazzi non risparmia una critica al sin-daco, ma in generale al consiglio comunale: “Un consiglio comunale responsabile dovreb-be pretendere l’estensione dell’indagine che ricordiamo è stata pagata con i soldi di tutti i cittadini, compresi quelli di Monselice”.

RICERCA DEll’ulS: “MONSElICE bEffATA”

E.M.

Cementificio a Monselice

Page 9: Bassapadovana sett2015 n110
Page 10: Bassapadovana sett2015 n110

8 Monselice

E’ il nuovo Presidente di Padova Tre, la società che in Ati con Sesa, De Vizia e Abaco gestisce il servizio rifiuti nella bassa padovana. Si chiama

Nicola Ferro, assessore a Merlara e libero professio-nista. A lui e al nuovo cda toccherà il difficile compito di mantenere i livelli di eccellenza raggiunti senza au-mentare la bolletta. L’abbiamo intervistato e passato ai raggi x...

Buongiorno Presidente, è contento della nomina?

“Parafraso Ben Parker: “Anche un piccolo potere comporta grandi responsabilità”. Ho accettato l’incari-co dopo una lunga riflessione”.

La vogliamo presentare ai nostri lettori. Quanti anni ha?

“49 compiuti”. Famiglia?“Convivo con la mia compagna”. Da quanto vive nella bassa padovana?“Da sempre. Sono nato qua. Solo per brevi perio-

di mi sono spostato a Roma e a Venezia per lavoro”. Quindi non è un politico per mestiere?“Sono un libero professionista da 23 anni”. E’ uno sportivo?“Proprio sportivissimo no, ma voglio riprendere a

fare bici e camminate”. Quali sono i suoi hobby?“Leggere, guardare film, ascoltare buona musica

e… una passione per il calcio”. Meglio thriller o commedia?“Dipende dal thriller...”. Ferie estive o invernali?“Ferie… poche”.

Le piace mangiare?“Adoro il buon cibo e, soprattutto cucinare per gli

amici, naturalmente con un buon bicchiere di vino”. Tre nomi di imprenditori a cui si ispira.“Steve Jobs, Andrea Guerra e...tutti i piccoli im-

prenditori che resistono”. Tornando ai rifiuti… Quanto resterà in

carica?“L’incarico prevede un periodo di 5 anni.” Riuscirà a fare tutto quello che si è pre-

fissato?“Magari! Molte cose funzionano, ma tante altre

andranno cambiate soprattutto nel rapporto tra socie-tà, Comuni e cittadini”.

Dica la verità… vuole stravolgere la mis-sion del precedente CdA?

“Direi un po’ e un po’. Va mantenuto il livello di efficienza e della differenziata. Ma l’organizzazione interna e la comunicazione saranno riviste e affinate”.

In che senso?“Tre obiettivi: contenere i costi, portare ulteriore

trasparenza per far conoscere meglio il nostro lavoro e un piano per pagare più velocemente i piccoli for-nitori”.

Dicono che abbia ereditato qualche patata bollente…

“Qualche decina… scherzi a parte, ci sono mol-te situazioni da affrontare”.

Tipo?“Non siamo molto capitalizzati e se aumenta il

“non riscosso” bisognerà fare i salti mortali”. E cosa si può fare?“Non escludo nulla ma l’imperativo è mantenere

i livelli di efficienza attuali e il sistema della raccolta differenziata”.

Qualcuno vi critica...“Un conto è criticare la gestione con dati ogget-

tivi, altra cosa è far supporre che ci sia la “Spectre” dietro, questo non giova a nessuno: né ai Comuni e tanto meno ai cittadini”.

Da 1 a 10 quanto conta l’educazione am-bientale?

“9,5. Con il progetto Liberambiente stiamo edu-cando intere generazioni”.

Qual è il rifiuto che preferisce?“Il vetro perché si riutilizza sempre”. Meglio tariffe basse e pochi servizi o tariffe

alte e tanti servizi?“Tariffe basse con tanti servizi, ma non è facile,

faremo del nostro meglio”. Tornerebbe alla raccolta con i cassonetti in

strada?“Assolutamente no. C’è chi pensa che sia più eco-

nomico ma in realtà le proiezioni confermano un costo uguale o superiore”.

Un saluto per i nostri lettori…“Auguro a tutti un po’ di serenità. Criticateci, ma

sempre con l’obiettivo di migliorare le cose”.

di Emanuele Masiero

“Mai più i vecchi cassonetti”

Nicola Ferro è libero professionista e assessore a Merlara

Il numero uno dell’azienda di serviziper i rifiuti: “Con la differenziata sispende meno, serve più efficienza”

L’intervista Nicola Ferro, 49 anni, è il nuovo presidente di Padova Tre

Rientro dalle ferie di fuoco per la politica locale che dovrà prendere decisioni importanti in me-rito alla competenza della gestione rifiuti. L’or-

ganizzazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti è infatti in grande evoluzione: nei prossimi mesi, dovrebbe nascere il Consiglio di Bacino, ente a cui la legge assegna funzioni di regolazione delle tariffe e di controllo del livello di servizio con una convenzione costitutiva già approvata e firmata da

53 comuni su 56. Dentro questo ambito, obbligatorio per legge,

opera dal 2013 il Consorzio volontario Padova Sud composto al momento da 53 Comuni che hanno conferito le funzioni di igiene urbana. Il consorzio è anche proprietario di Padova Tre Srl la società total-mente pubblica che nel 2010, insieme a De Vizia, Sesa e Abaco, si è aggiudicata la gara per il servizio fino al 2025. Il Cda del Consorzio sarà totalmente

rinnovato a settembre con l’assemblea dei Comuni soci. Un nodo questo che ha risvegliato il malumore di una parte minoritaria dei Comuni della bassa, rap-presentati da Correzzola, Maserà e Piove di Sacco: fari puntati sulla costituzione del consiglio di bacino e sul credito non riscosso (circa 9 milioni di euro, ndr) delle bollette non pagate. Proprio sull’ultimo punto, i sindaci “dissidenti” hanno espresso molte perplessità chiedendo soluzioni alternative.

rifiuti/2 Polemiche sul credito non riscosso di circa 5 milioni di euro per bollette non pagateScintille fra Sindaci intorno al nuovo conSiglio di bacino

E.M. La raccolta dei rifiuti a Monselice

segue da pag. 1... E nutriamo tutti un’intima certezza che se dipendesse

solo da lui, aprirebbe le porte anche della Sistina pur di accoglie-re tutti i poveri che potrebbe contenere.

Ma anche lui ha le mani legate e, in questa vicenda, la sua parola non resta che un seme nel vento. Perché seppur in maggioranza cattolici noi tutti, veneti, italiani, europei, abbiamo paura della massiccia invasione dei migranti che non smettono di arrivare alle porte del nostro vecchio continente.

Molti di loro vengono già ospitati in alcuni dei nostri comuni. Alloggiati a centinaia in ex basi militari che diventano inevitabil-mente dei ghetti, recinti in cui contenere un problema, non degli uomini, donne e bambini.

Eppure non ci sono risposte articolate per questo fenomeno che ogni giorno di più sta impegnando amministratori, associa-zioni e cittadini di buona volontà.

La questione è sovranazionale e come tale va trattata. Ma molta parte dei Paesi dell’Unione non ci sente e chiude le fron-tiere e tira i remi in barca e ci lascia soli con la responsabilità di gestire un’ondata migratoria sempre più pressante.

Ma mentre in Europa si discute e l’Italia si barcamena nella gestione di questa nuova emergenza, chiedendo che siano sta-bilite delle quote di accoglienza per ogni nazione Ue, la lunga marcia di chi fugge da guerra e povertà continua.

Ed è un peccato che nella mente dei più sia già passato il ricordo dell’orrore che tutto il mondo ha provato “ingoiando” la foto del corpicino, composto, delicato, senza vita di un piccolo bimbo siriano di nome Aylan.

Lui come tanti altri non entrerà in nessuna aula scolastica questo settembre, né a casa sua né a casa nostra. Lui come tanti altri stava scappando con la sua famiglia da qualcosa di orribile che noi non possiamo, probabilmente, nemmeno immaginare.

Per queste vite in cammino e in fuga, dobbiamo augurarci che una soluzione internazionale si trovi e che la generosità degli altri Paesi dell’Unione Europea si concretizzi a breve.

E per quanto ci riguarda, in Veneto, a casa nostra, servono proposte concrete non manifestazioni xenofobe e proclami popu-listici. I nostri sindaci non hanno bisogno di striscioni e magliette dagli slogan d’effetto, hanno bisogno di non essere lasciati soli a gestire situazioni sproporzionate anche per il più capace degli amministratori locali.

EditorialeMigranti, un dramma senza confi ni

*[email protected] - [email protected]

di Germana urbani*

Page 11: Bassapadovana sett2015 n110

9Sanità

Fra pochi giorni, per la precisione dal pri-mo ottobre, la gestione della Rsa, la Re-sidenza sanitaria assistita, servizio con

59 pazienti ospitati nei due piani dell’ospe-dale di Conselve, passa dalla Casa di Riposo “Beggiato” alla “Sereni Orizzonti” Spa. Una svolta che non è riduttivo defi nire epocale vi-sto che da 37 anni la gestione della Rsa era affi data alla “Beggiato” dall’Uls 17. Questo fi no alla primavera scorsa, quando la società di Udine “Sereni Orizzonti”, impegnata tra l’altro nella costruzione della nuova casa di riposo a Bovolenta, ha vinto la gara d’appal-

to bandita dall’Uls 17 per l’affi damento della gestione.

All’inizio è stato un colpo duro da digeri-re per gli amministratori ed il personale della “Beggiato”, perché da sempre la storica casa di riposo si era occupata anche degli ospiti nei due piani dell’ospedale. non sono mancate le proteste formali, anche di fronte al divario delle due offerte. La casa di riposo di Consel-ve aveva ottenuto un punteggio più alto nella valutazione tecnico - qualitativa del progetto in gara ma è stata superata sul fronte econo-mico. La gara infatti in questo caso prevede

che il gestore faccia un’offerta della somma da riconoscere all’Uls per la concessione del servizio. Ebbene, la cifra indicata dalla “Sere-ni Orizzonti” è stata di gran lunga più alta di quella della “Beggiato”, determinando così l’esito della gara.

Dopo un periodo di incertezza agli inizi di settembre la situazione era ormai chiara: il mese scorso l’Uls ha archiviato il provve-dimento di revoca e nei giorni scorsi il Tar del Veneto ha deciso che discuterà il ricorso della casa di riposo conselvana il 7 ottobre senza però concedere la sospensiva. Questo

di Nicola Stievano

La casa di riposo “Beggiato” passa la manodopo 37 anni, chieste garanzie per l’occupazione

Passaggio delle consegne Dal primo ottobre la Sereni Orizzonti gestisce il servizio

Usl 17 e Komatus unite per promuovere la salute dei lavorato-ri. Si chiama “La salute in azienda per un’azienda in salute” il progetto vede protagonisti Usl 17 e Komatsu. La fase più

interessante dell’iniziativa è partita in questi giorni e prevede una serie di incontri di informazione e sensibilizzazione tra i dipendenti

della Komatsu. Il primo appuntamento era intitolato “Mangiare il giusto per vivere meglio” ed era dedicato appunto dedicato all’im-portanza di una giusta alimentazione e agli errori più comuni da evitare a tavola. Altre iniziative sono programma dopo la pausa estiva: tra queste, un incontro formativo di tre ore - che sarà ri-petuto per sei edizioni e con un massimo di 60 partecipanti - sul tema “Gli stili di vita per la salute”, oltre che sulla conoscenza dei servizi sociosanitari a disposizione dei cittadini. Le conoscenze ac-

quisite saranno quindi applicate in una “Settimana del Benessere” che vedrà coinvolti un po’ tutti i servizi e le funzioni aziendali: si va dalla modifi ca dei menu in mensa con proposte più salutari, alla stipula di convenzioni con palestre e piscine della zona, fi no all’inserimento negli spazi aziendali di distributori di alimenti sani. Saranno organizzati corsi per smettere di fumare, l’addestramento ad una corretta postura sulla postazione di lavoro e la distribuzione tra i dipendenti di contapassi e opuscoli informativi. N.C.

LAVORO E SALUTE, A REGIMEL’ACCORDO TRA ULS E KOMATSU

Iniziativa

Rsa Conselve, si cambia

signifi ca che dall’inizio del prossimo mese la “Sereni Orizzonti” subentrerà a tutti gli effetti nella gestione della Rsa, assorbendo anche il personale in servizio. Già previsto un incontro con i rappresentanti sindacali per discutere dei dettagli e del futuro occupa-zionale. Nel frattempo la società friulana ha chiesto all’amministrazione della “Beggiato” l’elenco dettagliato del personale dipendente impegnato nella Rsa e dei liberi professionisti che prestano servizio nella stessa struttura. Stando ai primi contatti l’intenzione è quella di salvaguardare i posti di lavoro. La “Beg-

giato” trasferirà il personale a tempo indeter-minato nella sede centrale, dove comunque c’è bisogno di forza lavoro visto il ricorso a fi gure esterne, mentre la “Sereni Orizzonti” dovrebbe confermare il posto ad una trentina di precari, per lo più donne, attualmente in servizio. “Il tempo stringe - afferma Franco Maisto della Cisl - dopo la riunione con i verti-ci della “Sereni Orizzonti” per il trasferimen-to del personale precario dalla Beggiato al contratto di stampo privatistico incontreremo tutte le lavoratrici che attendono garanzie del proprio posto di lavoro”.

L’ospedale di Conselve ospita i 59 pazienti della Rsa

Page 12: Bassapadovana sett2015 n110

10 Este

E’ Stefano Agujari Stoppa il primo candidato alla fascia di sindaco di Este. L’attuale vicesindaco e leader

delle Civiche d’Este ha rotto gli indugi pri-ma di ogni altro avversario, confermando anche la corsa in solitaria del suo gruppo civico. L’amministratore, 53 anni, sposato, tecnico che opera in un’azienda privata

impegnata nel settore ambientale, vanta una lunga esperienza di governo comuna-le: oltre ai dieci anni da vicesindaco ha alle spalle anche quattro anni da consigliere di maggioranza (nel primo mandato di Vanni Mengotto) e altri cinque all’opposizione. “Il

nostro è stato sempre un percorso civico, slegato dai partiti, e basato sul lavoro per la città e sulla serietà delle persone impiegate in questo progetto - ha spiegato il giorno del lancio della candidatura Delio Peruffo, responsabile delle Civiche d’Este - La nostra storia e il nostro percorso amministrativo ci hanno portato a scegliere di correre in auto-nomia e di riporre piena fiducia in Stefano”

Con la corsa solitaria delle Civiche d’E-ste, infatti, viene meno il rapporto del grup-po con l’attuale maggioranza di governo di Giancarlo Piva: «Il nostro mandato governa-tivo scadrà a maggio e la fedeltà e l’impe-gno all’attuale governo non verranno mai meno fino a quel momento» ha però voluto sottolineare lo stesso Agujari Stoppa “Oggi Giancarlo, terminati i due mandati, non è più ricandidabile: il vincolo, dunque, cade. Noi oggi presentiamo una candidatura: sia-mo aperti a chiunque, sempre in un’ottica

di confronto, ma chi entra deve accogliere pienamente la nostra candidatura”. La can-didatura del vicesindaco uscente ha trovato il sostegno dell’intero movimento civico che oggi siede in maggioranza: a confermare la fiducia in Agujari Stoppa c’erano non a caso i consiglieri comunali Marco Migliorin, Alber-to Fornasiero e Andrea Quadarella, compa-gni di amministrazione in questi ultimi anni. “Siamo sicuri di poter ottenere un ottimo risultato nel 2016” ha aggiunto il candidato “Metto a disposizione i miei dieci anni di

esperienza da vicesindaco, grazie ai quali posso dire con franchezza di essere con-sapevole del ruolo che andrò a svolgere se eletto. Qui non possiamo vendere slogan e sogni, ma proposte concrete: partiamo con mesi di anticipo proprio per evitare i tattici-smi politici dell’ultimo minuto e per lavorare con il giusto tempo sul programma”. Da qui a maggio, mese delle possibili elezioni, le Civiche d’Este lavoreranno per creare un programma credibile e per cercare eventuali intese con altre forze cittadine.

di Nicola Cesaro

L’annuncio dell’attuale vicesindaco: “Il nostro è un percorso civico,da maggio correremo da soli”

Elezioni amministrative Rompe gli indugi prima di ogni altro avversario il leader delle Civiche d’Este

Aujari Stoppa primo candidato

Stefano Agujari Stoppa ha 53 anni ed è vicesindaco

“La nostra storiaci porta a prendere in autonomiaquesta decisione”

In occasione della Giornata Mondiale Alzheimer l’associazione culturale Salus Euganea propone un momento

di confronto e scambio di informazioni con il convegno “Accrescere le cono-scenze per migliorare la cura”, venerdì 25 settembre alle 20.45 a Este nella sala conferenze del Gabinetto di Lettura. Intervengono il dottor Gabelli, responsa-bile del Centro regionale invecchiamen-to cerebrale e il dottor Pasqui, referente del Centro per l’Uls 17.

L’incontro è aperto a tutti. Salus Eu-ganea è una associazione di promozione sociale che ha come finalità principale l’assistenza sociale e socio- sanitaria. Dal 2008 le attività sono indirizzate princi-palmente ad affrontare ed approfondire i temi sanitari più rilevanti ed attuali che hanno importanti implicazioni sociali. La Onlus è interessata anche a tutti gli aspetti culturali che sono collegati alla salute. Un tema sanitario emergente è rappresentato dall’invecchiamento della popolazione e dalle malattie croniche e spesso invalidanti che necessitano di sempre più risorse.

SaluteConvegno il 25 settembrela onluS SaluS euganea informa Sull’alzheimer

N.C.

Al via “l’azzeramento” dell’anfiteatro. La giunta comunale approverà a bre-ve il progetto definitivo per la riquali-

ficazione del parco abbracciato dalle mura marchionali: una serie di interventi, quelli pensati dall’ente comunale, che rientrano nel più ampio progetto “Este senza barrie-re” e che richiederanno un investimento di 400 mila euro, in gran parte coperti da finanziamenti della Regione Veneto. I giardini, dopo i lavori, potranno essere gustati anche da persone con disabilità motoria o da chi oggi difficilmente riesce a spostarsi, come ad esempio i passeggini frenati dalla ghiaia. Un percorso facilmente accessibile partirà dall’entrata del museo, si spingerà fino alla fontana per poi arrivare ad affacciarsi al foro boario, scendere fino alla torre del Soccorso e quindi ritornare nel cuore dei giardini. Tra i vari interventi il Comune ha inoltre sposato l’ipotesi “dell’azzeramento” del foro boario. Si andranno a togliere tutti i mattoni e sarà mantenuto lo stesso disegno a ventaglio utilizzando però solamen-te l’erba. Sarà quindi effettuato un livellamento che di fatto smusserà notevolmente la collinetta che si vede oggi. Il nuovo progetto garantirà 5 mila posti in piedi e renderà certamente più appetibile l’anfiteatro per i grandi eventi.

Riqualificazione del parco progetto “eSte Senza barriere”verSo l’azzeramento dell’anfiteatro

N.C.

neWS

Lo shopping atestino fa bene alla solida-rietà a Este. Grazie all’iniziativa “L’1% per la Riviera”, infatti, i commercianti

del centro storico hanno donato 1.100 euro ai cittadini e alle aziende dell’Alta Padovana colpite dal tornado dello scorso 8 luglio che ha devastato decine di abitazioni e attività commerciali tra Pianiga, Dolo e Mira.

La donazione è il frutto degli ultimi due giovedì di luglio, animati dalla manifestazione “Shopping al chiar di luna” organizzata da Confesercenti e che ha visto i negozi del centro aperti fino a mezzanotte. L’1% del valore di ogni scontrino è stato messo da parte e destinato ad aiutare le famiglie messe in ginocchio da quella giornata di forte maltempo. Per i commercianti di Este è la seconda operazione bene-fica dell’anno: a marzo con l’iniziativa “Ridere fa bene alla solidarietà”, in occasione dell’ultimo giorno di Carnevale, i negozianti di Este erano riusciti a raccogliere ben 1.200 euro da destinare all’associazione Prislop Onlus, realtà che offre sollievo e sorrisi ai bambini ricoverati in ospedale. La donazione chiude un mese trionfale per i negozi atestini, protagonisti anche de “Lo Sbaracco”, evento che a fine agosto ha portato in piazza centinaia di acquirenti.

Donazione da 1.100 euro alle vittime del tornadoShopping di Solidarietà ad eSteper aiutare la riviera del brenta

N.C.

Centro Veneto Servizi e Polesine Acque, un’altra possibile fusione per un ente della Bassa. In queste ultime settimane il percorso aggregati-vo ha scritto un capitolo che vale molto più di un proclama: i due ge-

stori, che hanno la competenza rispettivamente su 59 e 52 Comuni, hanno avviato la gara per la “due diligence”, una fotografia che darà lo stato di salute delle due società e che servirà a valutare la fattibilità dell’eventuale fusione. Secondo i promotori dell’iter, una fusione servirà ad assicurare “che l’acqua resti anche in futuro un “bene comune”, gestito da società che rispondono solo ai sindaci e, quindi, ai cittadini. E che hanno come obiettivo tenere basse le tariffe e fare investimenti per il territorio, non distribuire dividendi”. Il 30 aprile 2014 l’Assemblea dei Sindaci di Cvs ha approvato all’unanimità lo studio di fattibilità sulla possibile aggregazione. Il 22 dicembre 2014 ha quindi conferito mandato al presidente di costitu-ire un gruppo di lavoro per approfondire la questione. Nei giorni scorsi la gara per l’affidamento dell’incarico di due diligence è stata infine avviata dalle due società: l’importo a base di gara è di 250.000 euro, ripartito equamente tra Cvs e Polesine Acque. L’esito della gara passerà comunque al vaglio dell’Assemblea dei Sindaci e solo allora, in caso di assenso degli amministratori, verrà predisposto il progetto di fusione che passerà poi per ogni consiglio comunale prima dell’approvazione definitiva dell’Assemblea.

Dovranno esprimersi anche i consigli comunalial lavoro per la poSSibile fuSionetra cvS e poleSine acque

N.C.

Page 13: Bassapadovana sett2015 n110
Page 14: Bassapadovana sett2015 n110

Il processo di fusione non ha ricevuto una accoglienza posi-tiva su ogni fronte. Per osta-

colare l’iter si è formato anche un comitato, chiamato “Banca Atestina del territorio”, appoggia-to anche da nove sindaci del ter-ritorio. Promotore del movimento è Stefano Dalla Mutta, libero pro-fessionista di Este, ma come già detto con lui ci sono anche nume-rosi amministratori della Bassa, a partire dai sindaci di Este, Ponso, Vighizzolo d’Este e Megliadino San Fidenzio. Il comitato manifesta aperta contrarietà al progetto di fusione paventato dai due istituti di credito. Iter, questo, che come confermato dai due istituti bancari potrebbe concludersi già entro il 2015 e che a detta del nuovo movimento”farebbe venir meno la funzione di supporto dell’economia del territorio. L’operazione straordinaria di fusione per incorporazione con una banca così lontana, sia in termini geografici ma anche in termini di economia territoriale, comprometterebbe la presenza nel territorio di una banca che cono-sce le reali esigenze delle imprese, delle famiglie e, più in generale, dell’economia locale”. Il comitato chiede poi l’azzeramento totale del Cda in carica, confermato dall’assemblea dei soci lo scorso 3 maggio e guidato da Fabrizio Gastaldo: sotto accusa c’è il bilancio 2014 perso con perdite di 12 milioni di euro. Lo stesso comitato, che chiede contestualmente la convocazione di un’assemblea sul tema della fusione, si propone attivamente per mettere le mani sulla governance dell’istituto di credito. I sindaci, inoltre, hanno denunciato lo scarso coinvolgimento promosso dal Cda di Bcc Atestina nei loro confronti, ritenendo trop-po repentina e poco approfondita la riflessione sulla fusione con una banca così distante geograficamente.

reazioni

la posizione del comitato “banca Atestina del territorio”“viene meno il Servizio al territorio”

N.C.

La sede della Bcc Prealpi

Bcc Atestina e Bcc Prealpi pronte alla fusione. Ha ricevuto anche il “sì” della Banca d’Italia il progetto di aggregazio-

ne dell’istituto bancario atestino con i cugini trevigiani. “Un progetto che anticipa il futuro - sottolineano i due presidenti Carlo Antiga e Fabrizio Gastaldo - Un’autorizzazione in tempi così stretti testimonia la fiducia nel no-stro progetto di crescita. E ripaga i nostri sforzi per dar vita ad una strategia che tutela dipen-denti, soci e clienti. Nasce un polo aggregante nelle Bcc del Veneto”.

“Riteniamo che oggi siano vincenti aggre-gazioni di banche che non insistono sullo stes-so territorio e che quindi non corrono il rischio di sovrapposizioni di sportelli né di scontare le problematiche economiche di una stessa zona di operatività. La contiguità territoriale, insom-ma, non sempre è un valore”, ha sottolineato il presidente trevigiano. Ha aggiunto Gastaldo: “Si tratta di un’operazione fortemente innova-tiva e che farà scuola perché offre le soluzioni più opportune rispetto al delicato momento economico che sta vivendo il nostro Paese

ed il nostro sistema bancario”. Le banche non hanno sportelli sovrapposti e non presentano contiguità territoriale. La banca aggregata conterà su 42 sportelli (31 di Prealpi e 11 di Atestina) collocati in 37 comuni, localizzati in 6 province: Treviso (25), Belluno (3), Padova (10), Venezia (2), Vicenza (1), Pordenone (1). Un territorio che consente la diversifica-zione e la frammentazione del rischio e dei flussi reddituali, nel contempo rientrando pre-valentemente entro i confini regionali. Al 31 dicembre 2014 Banca delle Prealpi aveva una compagine sociale di 6.907 soci e 262 dipen-denti. Le masse intermediate ammontavano a 1,45 miliardi di euro di impieghi, 1,6 miliardi di euro di raccolta diretta e circa 644 milioni

di euro di raccolta indiretta. Il totale attivo ammontava a 2,2 miliardi di euro ed i fondi propri a 217 milioni di euro. Banca Atestina, alla stessa data, contava 91 dipendenti ed una compagine sociale di 2.753 soci; il totale attivo era di 518,4 milioni di euro ed i fondi propri 33,9 milioni di euro. Ora le assemblee straordinarie dei soci verranno convocate entro e non oltre il 22 novembre e gli effetti della fusione, ricevuto il via libera dai Soci, decorreranno dal 1° gennaio 2016. Dopo la fusione, la Banca si presenterà nel padovano come “Atestina - Banca delle Prealpi, Credito Cooperativo”, così come nella zona Feltrina la Banca Prealpi si presenta come “Banca delle Prealpi in Val Belluna”.

di Nicola Cesaro

Verso l’aggregazione tra “Atestina” e “Prealpi”entro l’anno

Economia locale Arrivato anche il via libera della Banca d’Italia

Prove di fusione fra Bcc

La sede della Bcc Atestina a Este

Il Garante bacchetta la Sesa. La società di via Comune è stata infatti sanzionata dall’Agcom, l’autorità italiana che assicura la

corretta competizione degli operatori di merca-to. L’accusa è quella di aver creato un “cartello” con altre tre società venete per ottenere la ge-stione dello smaltimento del verde e dell’umido nel Rodigino. Sesa, gestita al 51% dal Comune di Este e per il resto dal privato Finam Group, dovrà pagare una sanzione di 67.328 euro per «aver posto in essere un’intesa restrittiva della concorrenza in violazione all’articolo che tutela la libertà di concorrenza. Assieme a Sesa sono state sanzionate Fertitalia srl, Nimar srl e Nuo-va Amit srl, che dovranno pagare 1.114.188 euro. L’indagine che ha “incastrato” le quattro società è nata in seguito alla segnalazione di un privato cittadino e fa riferimento alla gara europea bandita l’1 marzo 2013 da Ecoam-biente srl.

La gara affidava l’appalto per lo smaltimen-to di verde e umido dell’intera area rodigina, di-visa per l’occasione in quattro lotti: 3.873.800 euro di valore complessivo per due anni, 19.600 tonnellate annue di umido e 16.100

di verde. Alle quattro società è stato contestato di aver fatto cartello, mettendosi d’accordo nel-la partecipazione ai vari lotti previsti dalla gara d’appalto: “è stato accertato che le società han-no posto in essere un’intesa orizzontale restritti-va della concorrenza, nella forma di un disegno collusivo volto alla spartizione dei lotti posti a gara da Ecoambiente e alla fissazione del re-lativo livello dei prezzi”, spiega chiaramente il Garante. Più concretamente, ogni società si è proposta per un lotto (la Sesa, ad esempio, per il lotto Badia-Lendinara), senza fare concorren-za agli altri e con ribassi modesti (tutti inferiori all’1% sul prezzo base) e molto simili tra loro. Questo comportamento ha fatto venire meno il confronto concorrenziale tra le parti. La società atestina, intanto, ha già annunciato il ricorso al Tar: “Sesa ha semplicemente partecipato ad un bando di gara indetto da Ecoambiente presen-tando un’offerta per il solo lotto del bacino di interesse. Il fatto che la società avesse i requisiti anche per concorrere per altri lotti non significa che fosse obbligata a partecipare, in mancanza della effettiva possibilità tecnica e logistica”, è la difesa.

SESA “RICHIAMATA” DAl GARANTE

N.C.

12 Este

Page 15: Bassapadovana sett2015 n110

Potrebbe sembrare un autovelox fis-so sulla Padana Inferiore. Qualche timore, in realtà, l’ha causato tra gli

automobilisti che a migliaia, ogni giorno, percorrono la trafficata strada che porta a Montagnana.

Quell’apparecchio, in realtà, è tutt’al-tro. Da luglio, sulla Padana Inferiore, dopo la rotatoria del centro commerciale Me-gliadino è stata installata la prima di un-dici telecamere di videosorveglianza volute dall’Unione Megliadina.

A spiegarne l’utilità è Daniela Bordin, sindaco di Megliadino San Fidenzio e pre-sidente della Megliadina: “Come Unione Megliadina abbiamo partecipato ad un ban-do regionale per estendere il wifi nei nostri Comuni. Il contributo di 108 mila euro ci ha permesso di incrementare il progetto e di associare alla copertura wifi anche alcuni impianti di videosorveglianza collegati in rete”.

Gli apparecchi sono in tutto 11 e saran-no sistemati entro fine estate nei centri abi-tati di Megliadino San Fidenzio, Megliadino San Vitale, Piacenza d’Adige, Ponso, Santa Margherita d’Adige e Vighizzolo d’Este.

Quello sulla regionale 10 è l’unico “de-centrato” ed è ovviamente quello più stra-tegico, visto che la Padana Inferiore rappre-senta una delle principali vie di fuga per eventuali criminali in azione nel territorio.

L’alta tecnologia applicata consentirà di utilizzare la telecamera in maniera ottima-le: l’apparecchio è infatti dotato di dispositi-vo Ocr, che permette il riconoscimento delle targhe e anche la visione notturna.

“La rete di sorveglianza è pensata per la tutela del patrimonio pubblico, la pre-venzione e repressione di attività illecite, il controllo e il miglioramento della viabilità urbana” assicurano gli uffici dell’Unione “L’ambito di azione delle telecamere è in-dirizzato alle zone di pertinenza pubblica o accessibili al pubblico.

Saranno evitate, salvo necessità, im-magini dettagliate, ingrandite o dettagli non rilevanti”. Le immagini convoglieranno nella stazione della polizia locale, a Meglia-dino San Fidenzio, e ovviamente il loro trat-tamento sarà effettuato secondo i principi di correttezza e pertinenza, in linea con il rispetto della privacy prevista dal Garante.

Proprio per questo, prima di rendere operativa la rete, l’Unione Megliadina do-vrà dotarsi di un apposito regolamento. La

di Nicola Cesaro

L’apparecchio sulla Padana Inferiore verso Montagnana sembra un autovelox ma in realta è la prima di 11 telecamera

La curiosità Iniziativa dell’Unione Megliadina con un progetto per la sicurezza e il controllo del territorio

Videosorveglianza, si inizia dalla Statale

Il trattodella Padanainferioreinteressatodall’installazione della primatelecamera di videosorveglianza

Una band montagnanese alla con-quista del Mar Nero e della Rus-sia. I Neither, gruppo metalcore di

Montagnana, durante il mese di agosto sono stati protagonisti di un’avventuro-sa tournèe in Russia: dalle coste del Mar Nero alla capitale moscovita, la band della città murata è stata impegnata in ben otto concerti in soli otti giorni. Il debutto è stato a Krasnodar, quindi il giorno dopo a Rostov-on-Don, poi quel-lo successivo a Volgodonsk e quindi a Volgograd. Il “tour de force” ha toccato Saratov, Sizran, Tambov per chiudersi al “Molinari” di Mosca, a 1.400 chilome-tri dalla prima tappa. Il gruppo ha pre-sentato “Neither”, album che ha debut-tato nell’aprile 2014. I Neither, nati nel 2006 sulle orme di gruppi come i Linea 77 o i Deftones, sono oggi composti da Manuel “Ciccio” Balsamini alla voce, Fabio “Roger” Leggiero e Paolo “Paul” Giacomelli” alla chitarra, Michele “Vec” Vettorello al basso e Luca “Belva” Lon-ghin alla batteria. Fino a due anni fa tra i musicisti c’era anche Paolo Masin. Dal 2012 la band fa parte del roster Jack Rock Agency, mentre è di qualche mese fa la sponsorizzazione del marchio sta-tunitense Furious.

Neither dal Mar Nero a Moscaband montagnaneSeconquiSta la ruSSia

N.C.

13Montagnana

videosorveglianza nei Comuni del territorio dovrebbe essere pienamente attiva entro le prossime settimane. Le altre telecame-re installate nei vari Comuni saranno della stessa tipologia di quella che oggi si vede sulla Padana Inferiore.

Page 16: Bassapadovana sett2015 n110

La Valdastico ora è realtà. dalla fine di agosto l’autostrada A31 è percorribile con soluzione di continuità dopo l’aper-

tura del tratto che da Noventa Vicentina porta ad Agugliaro, l’ultimo tassello di un mosaico che ora è completo. Certo, sarà ricordata come l’autostrada delle inaugurazioni-record: cinque solo negli ultimi due anni. Quella dello scorso dicembre, a Badia Polesine (Rovigo), vide a tagliare il nastro l’allora ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. A fine agosto la sforbiciata d’onore è invece toccata a Grazia-no Delrio, l’attuale referente per la viabilità in Italia. Come già detto, per completare il disegno di 54 chilometri di A31 mancava solamente il segmento di 7 chilometri dal casello di Noventa Vicentina ad Agugliaro. Ora l’autostrada corre senza interruzioni: parte da Badia Polesine, dove si innesta lo svincolo del-la Ss 434 Traspolesana che porta a Rovigo, e arriva fino a Torri di Quartesolo, tagliando in due anche la Bassa Padovana.

L’opera, costata 1.245 milioni di euro senza oneri a carico dello Stato, si estende na-turalmente verso nord per altri 36 chilometri, da Vicenza a Piovene Rocchette. Sei caselli, 4 chilometri in trincea, più di 3 per ponti e viadotti, la Valdastico Sud è inoltre una delle poche autostrade in Italia a contare su corsie di servizio da poter utilizzare come vie di fuga o da destinare ai mezzi dedicati alla manu-tenzione. L’A31 ha avuto una gestazione di almeno trent’anni, con la posa della prima pietra arrivata nel 2005. Il decennio di lavori si è concluso ufficialmente con la cerimonia

che ha portato nel Vicentino il ministro Delrio, il governatore Luca Zaia, oltre ai presidenti di Autostrada Brescia-Padova e A4 Holding, Fla-vio Tosi e Attilio Schneck. Dopo il tradizionale comizio che ha visto col microfono in mano i principali referenti istituzionali, la cerimonia inaugurale ha visto la recita della preghiera speciale del vescovo Flavio Roberto Carraro, scritta appositamente per la Valdastico Sud e dedicata alla Madonna dell’Olmo, patrona dell’arteria. La benedizione solenne è invece spettata a monsignor Lodovico Furlan.

I festeggiamenti per lo sblocco totale del cantiere sono andati di pari passo con gli au-spici perché l’A31 ora possa continuare verso nord. Ad osteggiare la prosecuzione dell’auto-strada ci pensa da anni la Provincia autonoma di Trento, contraria all’approdo della Valdasti-co nel proprio territorio regionale.

“Senza la Valdastico Nord questo investi-mento non ha senso - ha ribadito ancora una

di Nicola Cesaro

Zaia spinge per proseguire con la costruzione della A31 verso Trento per 40 chilometri

Grandi infrastrutture Aperto l’ultimo tratto tra Agugliaro e Noventa Vicentina

“Ora completeremola Valdastico a nord”

Il taglio del nastro del tratto da Noventa Vicentina ad Augliaro con Tosi, Zaia e Delrio

volta Tosi, mentre Zaia ha ricordato come “la Valdastico è lunga 130 chilometri: ne manca-no 40 e siamo fiduciosi che questo atteso col-legamento verso il Trentino arrivi”. Su questo fronte è apparso fiducioso anche il ministro Delrio: “Dobbiamo trovare un tracciato com-patibile sotto il punto di vista paesaggistico e ambientale”.

L’opera è costata1 miliardo e 245milioni di eurosenza oneri acarico dello Stato

Il ministro Delrio:“Ora lavoriamoad un tracciatocompatibilie perl’ambiente”

Fatta la Valdastico Sud ora all’ap-pello manca solo la regionale 10, oggi ferma a Carceri. Su questo

fronte il sindaco Loredana Borghe-san è pronta a dare battaglia: “L’A31, senza la completa realizzazione della nuova Sr 10, rischia di scaricare ulte-riore traffico sui nostri centri. Chi uscirà a Santa Margherita d’Adige in direzione Legnago attraverserà numerosi centri urbani, congestionando la viabilità co-munale, peggiorando la qualità della vita dei residenti e, in definitiva, peg-giorando le condizioni di sicurezza stra-dale. Per questo deve necessariamente essere completato il completamento da Legnago a Carceri. Senza dimenticare che tale collegamento è fondamentale per raggiungere in sicurezza e tempesti-vità il nuovo ospedale di Schiavonia”. Per questo il sindaco anticipa delle possibili novità nella viabilità comunale: “Stiamo studiando delle soluzioni di li-mitazione del transito dei mezzi pesanti nel nostro centro abitato. Vogliamo evi-tare che, finché non sarà completata la nuova regionale 10, la sicurezza dei nostri utenti peggiori con un potenziale aumento del traffico pesante. Il provve-dimento è in fase di studio, riguarderà il traffico pesante di attraversamento e potrebbe diventare presto operativo in via sperimentale”.

viabilità

la strada non arriva alla A 31manca il taSSellodella regionale 10

N.C.

14 Montagnana

Page 17: Bassapadovana sett2015 n110
Page 18: Bassapadovana sett2015 n110

1 Cultura provinciale

Villa Contarini apre le porte all’arte per una nuova mostra dal titolo: “L’armonia del vero. Vita e pae-saggi tra terre e acque (1842-1932)”, a cura di

Luisa Turchi, in esposizione fi no al 30 novembre.Un percorso scandito da sessantacinque magnifi ci

dipinti, noti e meno noti, della metà dell’Ottocento fi no ai primi decenni del Novecento, provenienti da importan-ti collezioni. Due i fi loni principali del racconto espositivo. Il primo ci introduce nell’ambito delle scene di genere a carattere aneddotico che obbediscono ai criteri del “Vero” e della contemporaneità, ritraendo il popolo nel-le sue abituali occupazioni giornaliere, nella quiete do-mestica delle case, nell’affaccio alle fi nestre o al balcone di eleganti gentildonne, nelle piazze animate di città o nell’atto di esercitare i mestieri, in giro per gli assolati e vivaci “canali” con le imbarcazioni tipiche o in serene passeggiate sul lago di Garda, in Napoleone Nani. Di gusto differente, ma egualmente scene di genere, sono quelle incentrate sul revival settecentesco, con dame e gentiluomini in costume e in posa, in amabili conversa-zioni nei salotti e in piazza San Marco o impegnati in passatempi come “la caccia di farfalle”, così ben eterna-ti da una pittrice di fama europea dalla vocazione pae-saggistica quale Emma Ciardi. Grande protagonista della

mostra è poi il passaggio dal vedutismo al “Vero” come trapasso dal paesaggio tradizionale concepito ancora secondo una visione prospettica canalettiana a quello en plein air rivisto in un’ottica elegiaco-sentimentale, non esente da infl ussi nordici e declinazioni macchiaiole e impressionistiche.La Venezia dell’epoca rivive così nella monumentalità altisonante del Canal Grande e di Piazza San Marco con Palazzo Ducale e Riva degli Schiavoni attraverso le vedute cristalline di Carlo Grubacs, Federico Moja, Antonietta Brandeis e Rubens Santoro.

La laguna e l’entroterra veneto, con i canali solcati dai bragozzi dei pescatori al lavoro, i casoni da caccia e da pesca, vengono esplorati dai pittori in diverse stagioni e in condizioni differenti di luce, secondo le ore della giornata: fondamentale in tal senso l’apporto del grande maestro Guglielmo Ciardi e Luigi Nono. Visioni atempo-rali silenziose e rarefatte, di luce rifl essa e crepuscolare, come in Giuseppe Miti Zanetti, si accompagnano a “im-pressioni” pittoriche dalle luci brillanti e a colorazioni più ardite, quale quelle di Beppe Ciardi, fi no a giungere a Pieretto Bianco, in cui la pittura del “vero” si inserisce ormai nel fi lone del sintetismo decorativo ed espressio-nista, aprendo la strada a nuove armonie e dissonanze che nasceranno con la nuova pittura contemporanea.

“Vita e paesaggi tra terre e acque”, un percorso che si snoda tra 65 dipinti di Otto-Novecento

Esposizione a Villa Contarini Piazzola sul Brenta ospita fi no a tutto novembre la mostra

Svelata “l’armonia del vero”

Napoleone Nani: Passeggiata sul lagoDa non perdere l’antologica dedicata

Felice Casorati, un uno dei massimi protagonisti della pittura italiana

del Novecento. La mostra, in esposizio-ne fi no al 10 gennaio 2016 ai Musei Civici, si propone di svelare le origini del percorso artistico di Casorati, “dagli esordi padovani a Ca’ Pesaro”, come recita il titolo, colmando così un vuoto lasciato dalle recenti mostre dedicate all’artista. L’intento è quello di riannoda-re i fi li con una città che ha visto nascere nel giovane Casorati la vocazione per la pittura: fi glio di un uffi ciale di carriera e pittore dilettante, trascorse a Padova dieci anni decisivi della sua vita nel corso della giovinezza, tra il 1896 e il 1907, frequentando il liceo ginnasio Tito Livio e la facoltà di Giurisprudenza.

AI MUSEI CIVICI

L.O.

Felice Casorati:il percorso dagli esordi padovani

Un’opera di Felice Casoratidi Laura Organte

Il documentario Il padovano un secolo fa fu pioniere dell’aviazione

Debutto alla mostra del Cine di Venezia per “Le ali di un sognatore” il docu-mentario di su Leonino Da Zara, pio-

niere dell’aviazione civile, grande amico di D’Annunzio e amante dell’avventura. Un’an-ticipazione del docufi lm diretto da Mauro Vit-torio Quattrina è stata presentata all’Hotel Excelsior del Lido di Venezia, alla stampa internazionale della Mostra del Cinema. In primo piano Casalserugo, dove lo storico aviatore realizzò il suo sogno di volare nel 1909, decollando da una pista nella campa-gna di Ronchi, al confi ne con Bovolenta. Da quella pista due anni dopo Leonino si alzò in volo con un cineoperatore a bordo per girare la prima ripresa cinematografi ca aerea. Il regista veronese Mauro Quattrina ha trovato subito la collaborazione del Comune, insie-me al sostegno di Regione e Fondazione Ca-riparo, per raccontare la storia avventurosa di quest’uomo del Novecento.

“E’ un personaggio dai mille volti, un avventuriero sempre pronto a spingersi oltre ma anche un uomo molto generoso, mor-to senza un soldo e dimenticato da tutti” spiega il regista. “La sua vita intensa è in-trecciata con Casalserugo” ricorda il sindaco Elisa Venturini “e proprio al nostro paese ha dedicato alcuni sui scritti”.

Leonino Da Zara dedicò la sua vita

avventurosa principalmente al volo, impe-gnando notevoli risorse economiche. Nel 1909 costruì il primo campo da volo civile in Italia, nella campagna di Ronchi, a sud di Casalserugo. Da allora la frazione, dove la famiglia dei baroni Da Zara aveva estesi possedimenti, cambiò il nome in Ronchi del Volo. Il barone Da Zara stato il fondatore e il primo presidente dell’Aero Club d’Italia. Ha preparato e partecipato al “Volo su Vienna” del 1918 con l’amico Gabriele D’Annunzio che aveva frequentato più volte il campo da volo di Ronchi.

Eroe della prima guerra mondiale, cam-pione di automobilismo ma anche scrittore e fi lantropo, dalla vita sentimentale burrasco-sa, Leonino ha donato terreni e denaro, tro-vandosi alla fi ne ridotto in povertà. E’ morto

nel 1958 in un letto d’ospedale a Roma, abbandonato da tutti e senza un soldo. La sua vita fi nalmente sarà raccontata nel documentario che Quattrina sta girando in queste settimane a Casalserugo le prossime settimane. “Abbiamo cercato e raccolto ogni genere di informazione su questo personag-gio così complesso” ricorda il regista.

“Le ali di un sognatore”Da Zara, avventura in volo

Le riprese a Casalserugo e, in basso, Leonino Da Zara

TEATRO E MUSICA

GIOIELLI E SCULTURE MAIERHOFER In esposizione a Palazzo Zuckermann fi no all’8 novembre la mostra “Fritz Maierhofer. Gioielli e sculture Retrospettiva 1970-2015”, dedicata al grande maestro austriaco sperimentatore nel gioiello d’interventi tecnologici su materiali classici quali l’oro e l’argento. Le sue strutture geometriche giocano su variazioni di tensioni plastiche che orientano i lavori in un campo scultoreo e architetto-nico. Coinvolto dalla cultura Pop negli anni Settanta, l’artista nel tempo è sempre più attratto da materiali diversi, alternando il linguaggio astratto a quello informale.

STOMP AL GEOX A NOVEMBREArriva a Padova l’irresistibile esperienza di Stomp: l’ensemble inglese di Brighton (ma lanciato a Broadway) che dal ‘91 imperversa sulle platee di tutto il mondo. Nato dalla creatività di Luke Cresswell e Steve McNicholas, ha trionfato in questi ultimi anni nei più importanti festival e teatri del mondo. Con strofi nii, battiti e percussioni di ogni tipo, i formidabili ballerini-percussionisti-attori-acrobati di Stomp danno voce aicomuni oggetti della vita quotidiana: bidoni della spazzatura, pneumatici, lavandini, scope. Appuntamento per il 27-29 novembre 2015 al teatro Geox.

MATTEO BOATO IN MOSTRALa mostra allestita alla Galleria laRinascente, dal 10 set-tembre all’8 novembre, presenta i lavori dell’artista Matteo Boato (Trento, 1971) realizzati negli ultimi dieci anni, in un percorso che attraversa le sue tematiche più sentite e ricorrenti: Terra e Acqua, A mani nude, Le Case Danzanti, La piazza, Plenilunio, Il Cerchio, Archi. Il suo tema primario, fi n da subito, è il luogo urbano: piazze, luoghi e palazzi medioevali prevalentemente italiani che danzano attorno al fuoco sacro della socialità. In mostra a Padova sono esposti lavori scelti all’interno di questo lungo percorso pittorico.

a cura di Laura Organte

Ciardi: Vele in laguna

16 Cultura provinciale

Page 19: Bassapadovana sett2015 n110

Ora quel sogno annunciato, in una se-rata di mezza estate, di un anno fa dentro ad una piazza Mazzini gremita

e festante, assume contorni più nitidi e ben defi niti. Da quella magica notte il Monselice 1926, risorto dalle ceneri di un fallimento, ha concretizzato le sue ambizioni vincen-do il campionato di terza categoria e ora, presso la nuova location Pizzeria Stuzzico 19.26 Fight club, che sarà anche la nuova sede presenta la nuova avventura in secon-da categoria. Dopo l’esibizione dei tamburi-ni di San Giacomo l’atmosfera è elettrizzata dalla proiezione di un video che ripercorre la fantastica cavalcata della vittoria dello scorso campionato, quindi sul palco sale l’assessore allo sport monselicense Andrea Tasinato: “il comune è molto vicino a que-sta realtà e appoggerà il progetto che sta nascendo”. Poi in rapida successione parola al presidente Bepi Ruzzante e al presidente onorario Mario Boetto. Non solo calcio, ma anche solidarietà di questa società che non vuole vivere solo di calcio ma vuole rendersi protagonista anche in ambito sociale, aiu-tando persone in diffi coltà: consegnata una busta, offerta al parroco del Duomo e due borse spesa a Ketty, responsabile solidarietà

nazionale di Padova e provincia. Emozione allo stato puro quando dall’autoparlante esce il vocione di Edy Reja, tecnico dell’A-talanta, che qui a Monselice cominciò la sua carriera da allenatore: “Saluto gli amici di Monselice a cui resto molto legato - ha det-to l’allenatore friulano in collegamento te-lefonico - a tutti un grosso in bocca al lupo, con la raccomandazione di creare oltre una prima squadra anche un settore giovanile indispensabile per durare nel tempo”.

Detto e fatto e dopo l’intervento di Nunzio Molon, con capitan Stefano Loverro promotori della rinascita, che spende paro-le sugli aspetti gestionali e la necessità di reperire risorse umane e economiche, il di-rigente Stefano Sguotti presenta la squadra Juniores nata in collaborazione con il San Pietro Viminario del presidente Dario Fortin

e annuncia l’apertura di una scuola calcio che sarà seguita da Matteo Zerbetto e farà attività sui campi sintetici del Fight-club. Poi presentazione dei giocatori e dichiarazioni del capitano Stefano Lo Verro: “ricordo che siamo una squadra a costo zero, la nostra forza nasce dalla sete di rivincita dopo gli sberleffi e le derisioni post fallimento, abbia-mo cambiato molto e tutti dicono che siamo la squadra da battere ma i nomi non fanno punti, dobbiamo essere uniti umili solo così possiamo perseguire i nostri obiettivi, non prometto vittorie ma che daremo tutto per questa maglia sì.” Poi un grazie ai tifosi anche in questa occasione tantissimi: “siete il valore aggiunto della società e come lo scorso anno se arriveranno i risultati saran-no frutto anche del vostro tifo e della vostra dedizione verso i nostri colori”.

di Walter Lotto

La rinascita del glorioso Monselice CICLISMO

Planando direttamente dai 1800 metri di Livigno, dopo due setti-mane in altura, Riccardo Verza

“l’airone” di Granze fi rma la decima affermazione stagionale imponendosi dopo un assolo solitario nel 3. Trofeo turismo 85 –Buttrio-disputato a Ra-vascletto in provincia di Udine. L’atle-ta della Contri-Autozai ha risolto la contesa con un perentorio allungo, su un tratto di falsopiano, a 13 chilome-tri dalla conclusione e ha agevolmente controllato gli avversari nello strappo fi nale giungendo in perfetta solitudine con 35” di margine su Zandomenghi ( Northwave) terzo a 46” Camerini (San Vendemiano). “E’ una vittoria che mi rende felice - ha detto il vincitore - un grazie alla squadra che mi ha supportato, e una dedica speciale all’ex professionista Fred Morini che un anno fa, per un banale incidente rischiava la paralisi e che ora ha appena concluso l’impresa di coprire i 2500 chilometri che separano Milano da Stoccolma in 10 giorni il tutto per raccogliere fondi da destinare ai bambini malati, il suo coraggio e la sua forza d’animo nel superare le diffi coltà della vita è un esempio per tutti”.

Non c’è solo Verza a dare risalto al ciclismo giovanile padovano, da segnalare tra gli allievi il sesto successo stagionale di Fabio Mazzucco. L’atleta di Conselve che gareggia con l’Uc Mirano dopo 25 chilometri di fuga solitaria ha trionfato a Scorzè nel 35. Gp Piemme infl iggendo pesanti distacchi a tutti: Matteo Marin (Fiumicello) è secondo a 3’01” terzo Priconi (Libertas Floridia) a 3’10”.

Il conselvano Mazzocco centra il sesto successoTRIONFO IN TERRA FRIULANAPER VERZA, “L’AIRONE DI GRANZE”

W.L.

Con il fascinoso sfondo dell’antica abbazia di San San Stefano a Due Carrare, il team Barracuda spazza la

tenue resistenza del Ristorantino (Battaglia Terme) imponendosi nettamente per 7-2 nella fi nale che assegnava l’11. edizione del torneo di calcio a sette di San Stefano. Per il team arancionero sponsorizzato da Diego Ferrari patron della Termoidraulica è il secondo successo consecutivo nella ker-messe calcistica carrarese, andata in scena con la collaudata formula di sempre: 16 squadre, con nomi di fantasia,o sponso-rizzate da bar o ditte, suddivise in quattro gironi che per un mese danno vita a com-battute eliminatorie attirando l’attenzione degli sportivi locali che giungono numerosi per godersi lo spettacolo e per passare all’aperto le canicolari serate estive.

Il tasso tecnico è garantito dalla pre-senza di numerosi giocatori in attività che oltre a competere per il trofeo si tengono

in attività nella pausa estiva dei vari cam-pionati.

Prima della fi nale che ha incoronato il Barracuda è andata in scena la “fi nalina” che assegnava il terzo posto vinta dal team Vivai piante Paolo Bottin che ha piegato 4-2 la Razza Bergamasco dopo i tempi supplementari.

Nei premi individuali hanno brillato Stefano Uccia (Barracuda) cannoniere con 8 gol, Nicola Sorgente granata dell’Albi-gnasego, che nell’occasione ha vestito i colori della vivai piante Paolo Bottin, pre-miato come miglior giocatore, e Tommaso Tognon dell’Azzurra Due Carrare che inseri-to nel team dell’Ac Termoidraulica ha vinto il trofeo riservato al miglior portiere. Oltre a coppe e trofei le premiazioni sono state arricchite con la consegna di prodotti tipici della terra carrarese e salumi in collabora-zione con la macelleria di Due Carrare di Ettore Businaro.

CALCIO A SETTE. Torneo di Santo Stefano a Due CarrareIL TEAM BARRACUDA SBARAGLIA TUTTI

W.L.

Calcio Il racconto della presentazione della nuova squadra al debutto in Seconda Categoria

2Sport

Un momento della presentazione della squadra Monselice 1926

La formazione del teamBarracudavincitricedell’ormaiclassicotorneoSantoStefano

Verza taglia il traguardo

17Sport

Con il patrocinio ela collaborazione del

Aism, AssociAzione iTALiAnA scLerosi MuLTipLA,e i notAi ti invitAno A pArtecipAre AgLi inconTrigrATuiTi per ricevere risposTe ALLe Tue doMAnde.

800.09.44.64 - www.aism.itPER INFORMAZIONI suglI INCONtRI:

Page 20: Bassapadovana sett2015 n110

1

IL VENETOin PRIMO PIANO

Altro inizio d’anno concitato per le scuole italiane, nonostante la “Buona scuola” e il relativo piano straordinario di as-

sunzioni previsto dalla legge 107/2015 che ha tenuto banco durante tutta l’estate con le sue varie fasi, 0, A, B già espletate e l’ultima, la Fase C, che dovrebbe concludersi a novembre.

A complemento del dibattito la dolorosa questione degli abilitati - diplomati magistrali ante 2002 - non inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento (quelle da dove si assume) e dei loro sofferti ricorsi per vedersi riconosciuto il diritto ad essere inseriti in quelle graduatorie, il destino degli abilitati Tfa, degli insegnanti delle graduatorie d’istituto e di quelli della scuola dell’infanzia, non inseriti in questa tornata di assunzioni. O forse, più corretta-mente, di stabilizzazioni.

Dovrà entrare a regime la riforma della scuola anche per rispondere a quello che è l’obiettivo fi nale del piano di assunzioni, quello di ridurre, se non proprio eliminare, il ricorso ai supplenti. Per quest’anno i dirigenti scolastici hanno comunque dovuto contare anche sul loro contributo, sollecitando il extremis il ministro Stefania Giannini, ad in-trodurre delle misure correttive urgenti, per risolvere le emergenze contingenti.

In Veneto, dove lo scorso 16 settembre la campanella ha suonato per 540mila stu-denti (iscrizioni in calo di 1.607 unità rispetto all’anno scorso), la “Buona scuola” è diven-tata terreno di scontro politico, con il gover-natore regionale Luca Zaia (Lega Nord) che,

a pochi giorni dall’apertura del nuovo anno scolastico, ha presentato ricorso alla Consulta contro la riforma del Governo Renzi, un passo poi compiuto anche dalla Regione Lombardia e da quella della Puglia.

“La cosiddetta riforma sulla “Buona scuola” - sostiene il presidente Zaia - margi-nalizza, anzi cancella il ruolo della Regione, vanifi candone quei compiti programmatori e di gestione che la Costituzione le ha affi da-to”. In particolare tre i punti contestati della riforma che riguardano in primo luogo il com-pito di defi nire l’offerta formativa dei percorsi di istruzione e di formazione di cui la Costitu-zione affi da la competenza esclusiva alle Re-gione e che la riforma riconosce al ministero, così come per il dimensionamento della rete scolastica, cioè la defi nizione dell’ampiezza degli ambiti territoriali in funzione della po-polazione scolastica e del numero di istituti. Infi ne Zaia contesta “la fi tta rete di interfe-renze con la competenza esclusiva regionale in materia di istruzione e formazione pro-fessionale che attribuisce allo Stato non solo norme di principio ma anche disposizioni di dettaglio in materia di istruzione”.

Una guerra alla riforma che già a luglio l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan, aveva incoraggiato.

“Ci sono tutte le condizioni - aveva af-fermato - per un’azione legale, in quanto la legge viola i principi di federalismo e di autonomia che la Costituzione concede alle Regioni”.

L’esponente An della Giunta Zaia, in

particolare, ha messo l’accento polemico e contestatorio sul contingente docenti asse-gnato al Veneto dal Ministero, sottostimato di almeno 377 insegnanti, secondo le stime dell’Uffi cio scolastico regionale. Considerati insuffi cienti anche i 150 posti in più assegnati al Veneto che “rappresentano - ha commen-tato - appena il 3 per cento dei 4255 posti aggiuntivi previsti dal piano nazionale”.

Un passaggio per il quale il Movimento 5 Stelle regionale si è battuto in prima linea.

“Non è questa la scuola che abbiamo in mente per le insegnati e gli insegnanti veneti ed italiani. - afferma la consigliera regionale Erika Baldin - È per questo che abbiamo spo-sato in pieno la battaglia della maggioranza e abbiamo portato a termine questa missione storica. Questa azione nasce dal Veneto, il 1° settembre abbiamo fatto approvare la mozio-ne per adire alla Corte Costituzionale contro questa riforma. Una mozione approvata tra gli elogi per la qualità del lavoro, che è stata anche sottoscritta da tutta la maggioranza, a dimostrazione che siamo nelle istituzioni per proporre e tracciare nuove strade.

Questa mozione è stata considerata talmente “buona” a livello regionale, che addirittura la Puglia, dove governa il PD, ha deciso di approvarla. Anche la Lombardia ha seguito l’onda partita da Venezia”.

Il governatore Luca Zaia impugna davanti alla Corte costituzionale il ddl di Renzi sulla scuola: “viola i principi di federalismo e autonomia”

Scuola Il 16 settembre è suonata la campanella per 540mila studenti veneti

Tra luci e ombre parte l’anno della “Buona scuola” anche in Veneto

la voce del Sindacato

“Le nuove immissioni in organico di insegnanti neo assunti nelle scuole venete produrrà effetti concreti solo nel 2016. Su 36.000 nuove assunzioni a livello nazionale, 25 mila sono posti che vanno a coprire i turn over dei pensionamenti.

Poi ci sono le 10mila cattedre assegnate su posti disponibili della Fase A e quelli della fase B - oltre 8mila - di agosto-settembre. Entro novembre infi ne dovrebbe concludersi la Fase C. Ma pr una buna parte delle assunzioni gli alunni vedranno i nuovi insegnanti appena contrattualizzati all’inizio del prossimo anno scolastico”. A spiegarlo è Salvatore Mazza segretario della Flc – Cgil scuola del Veneto. “Si tratta - dice Mazza - di una situazione a luci ed ombre. In Veneto ad esempio, sono previste 4500 nuove assunzioni. Di queste ne sono già state fatte 3200. Dovranno esserne fatte altre 1300 immissioni durante le prossime settimane. Se facciamo però una analisi a livello nazionale e locale, vediamo che per il Veneto le vere nuove immissioni, cioè quelle in surplus ai posti che erano coperti con supplenze e turn over, sono 1000. Di questi posti, il 70% è distribuito nelle provincie di Verona Vicenza, Padova e Venezia e solo il restante 30% fra Treviso Belluno e Rovigo”.

Salvatore Mazza poi spiega che sì, è vero che circa il 70% degli insegnanti neoassunti proverrà dalle regioni meridionali dell’Italia, ma è anche vero che in alcune categorie di insegnanti, ad esempio quelli di musica, la migrazione sarà quasi completamente all’inver-so cioè da nord verso sud. “E anche in questi casi chi si sposterà verso il sud proveniente ad esempio dal Veneto, ha accettato - dice Mazza - considerando magari, che ci si trova di fronte spesso a persone di 30 anni che conquistano un lavoro a tempo indeterminato statale”.

Poi gli attacchi alla riforma della “Buona scuola”. “La riforma - dice il segretario della Flc Cgil - ha aspetti negativi che prevalgono netta-

mente su quelli positivi. Contestiamo l’accentramento di potere sulla fi gura del preside, la decisione di immettere in organismi di valutazione dell’operato degli insegnanti persone non competenti come gli alunni e i genitori. A mio parere solo persone che hanno le stesse competenze o preparazione possono dare valutazioni anche di tipo disciplinare. Il personale Ata poi, cioè bidelli e persone addette alla custodia delle scuole, sono state completamente dimenticate. Su questa riforma sbagliata siamo pronti a dare battaglia in modo unitario con tutte le altre sigle sindacali che si sono unite contro la “Buona scuola“ di Renzi”.somma nonostante le nuove immissioni in organico le proteste non mancheranno.

Salvatore Mazza, segretario regionale della flc - Cgil

“nuovi organici? gli effetti Si vedranno Solo nel 2016”

A.A.

1Il Veneto in primo piano

“Nessuna rivoluzione con “La Buona scuola” che riprende solamente la strada già ben tracciata dalla riforma Berlinguer”. E’ questa l’opinione di

Cesare Cecchetto, Dirigente padovano dell’Itc di Villa Estense e reggente all’Itc di Montagnana, per una popolazione sco-lastica complessiva che sfi ora i 2000 alunni e i 200 dipen-denti tra personale docente e non docente. Un osservatorio privilegiato, dunque, anche per dare un giudizio alla recente riforma fi rmata dal Governo Renzi.

Come inizia questo anno scolastico dopo l’opera-zione “maxi assunzione” avviata dalla recente riforma?

“Al di là dell’affanno burocratico legato al meccanismo delle assunzioni straordinarie iniziate solo a fi ne agosto, passando in pochi giorni da una fase all’altra con tempi strettissimi e, direi anche, assurdi, in molti istituti si inizierà l’anno scolastico con il 90% dei docenti presenti in classe. Già al 14 settembre c’erano gran parte delle cattedre occupate. Va detto però che un’amministrazione accorta non dovrebbe arrivare all’ultimo momento con l’assunzione dei dipendenti. E non ci sono giustifi cazioni che reggano. L’affanno delle as-sunzioni e del cambiamento delle graduatorie è uguale ogni anno, e la Buona scuola non ha risolto il problema, tutto da ascrivere all’organizzazione burocratica del Ministero, parti-colarmente ineffi ciente da questo punto di vista. Ci consola la speranza che sia l’ultimo anno che accade”.

Oggi gran parte dei precari è rimasta tale, alla

faccia dei proclami iniziali del nostro Premier. Riuscirà la riforma a cambiare le cose?

“Con le nomine di ruolo più l’organico di diritto e di fatto serviranno meno supplenti ma questa riforma non risolve il problema del precariato. Per diverse ragioni. I numeri innanzi tutto. Con le assunzioni odierne è stato eliminato il precariato d’élite, molti di coloro che già lavoravano tanto, ma tutto il resto rimane. L’amministrazione dovrebbe prevedere grosse assunzioni anche nei prossimi anni con delle fi nestre aperte al precariato storico per risolvere davvero il problema”.

Ci saranno concorsi ogni tre anni, non basterà?“Devo ancora vedere l’amministrazione ministeriale che

ogni tre anni fa un concorso! Io non ci credo. Il Ministero non riesce a fare un concorso per dirigenti per qualche migliaio di posti! Figuriamoci se può bandirlo così spesso per decine di migliaia di posti. Sarà l’amministrazione stessa che nel tempo creerà talmente tanti intoppi da favorire la possibilità di nuove supplenze”.

Sa già quanti insegnanti arriveranno nei suoi isti-tuti grazie alla fase C della maxi assunzione?

“Questo è l’altro neo che ancora una volta fotografa l’ineffi cienza di una amministrazione e la superfi cialità con cui vengono fatte le cose. In pratica ai presidi in questa fase viene detto: “avrai in forze altri docenti ma non prima di fi ne novembre”. Ma noi dirigenti dobbiamo programmare oggi le attività curricolari ed extracurricolari e dovremmo tener

conto di professori o maestri che arriveranno dopo due mesi di scuola. E’ come se il Ministero ci dicesse: “Non fate nulla nei prossimi mesi e programmerete dopo che vi avremmo inviato il personale”. Non si può!”

Come giudica la riforma nel suo complesso?“Direi che “La buona scuola” non è una riforma. Ho

un concetto diverso di riforma. L’ultima l’ha fatta Berlinguer introducendo dei veri cambiamenti, innovazioni concrete tipo l’autonomia scolastica. La legge 107 per l’80% non fa al-tro che riprendere la riforma Berlinguer e tentare di attuare ciò che di quel disegno fi no ad oggi è rimasto quasi lettera morta. Bene tutto quanto riguarda l’autonomia, la fl essibilità oraria, la didattica per competenze, la formazione dei do-centi. Male perché ci si è scordati della scuola dell’infanzia e dell’organico del personale Ata. Certo con questo provvedi-mento si recuperano risorse umane e fi nanziarie. Ma quanto all’assunzione straordinaria ricordo che già Berlinguer e Fio-roni avevano previsto piani di assunzione da 60mila persone l’anno. Sulla grande consultazione molto rumore per nulla: gli addetti ai lavori sono stati consultati spesso anche da altri Ministri. Persino la Moratti ci ha convocati agli stati generali dell’istruzione”.

Una novità vera c’è: la chiamata diretta dei diri-genti. Che ne pensa?

“L’assunzione diretta è governata da criteri piuttosto rigidi legati anche al piano dell’offerta formativa. E’ vero che

il dirigente potrà scegliere ma solo tra persone garantite, che hanno un posto, dunque. Credo, anche, che sarà sempre più spesso il docente a scegliere il preside. Capiterà sicuramente che qualche insegnante particolarmente capace riceva offerte da più istituti”.

Pagella: che voti diamo a “La buona scuola”?“Al momento darei discreto alle intenzioni e non del tut-

to suffi ciente all’organizzazione dei tempi e dei modi in cui le assunzioni sono state fatte. Certo i numeri sono numeri. Con questa riforma la scuola recupera una fetta importante delle risorse perdute grazie alla Gelmini che tra personale docente e non docente a suo tempo eliminò 140mila posti di lavoro. Con La buona scuola ne abbiamo recuperati poco più di 80mila”.

Ci auguriamo che il Ministro Giannini faccia un passo in più? E se sì, quale?

“Sì, magari sul piano dell’autonomia didattica. Una scuola può programmare e garantire una didattica coerente ed effi ciente a lungo termine soltanto se c’è una garanzia sull’autonomia didattica che è legata prevalentemente alle risorse e alla formazione dei docenti. Chiederei con forza anche di ridurre, per favore, ridurre ridurre ridurre la burocra-zia che invade inutilmente le nostre segreterie scolastiche. Tornare su alcuni aspetti amministrativi a qualche forma di centralismo potrebbe essere più conveniente anche sotto il profi lo economico e professionale”.

di Germana urbani

La pagella alla Buona scuola di Renzi la sigla Cesare Cecchetto

“Discrete le intenzioni, appena suffi ciente ciò che si è visto”Pregi e difetti della riforma sotto la lente di un Dirigente scolastico di lungo corso

18

Page 21: Bassapadovana sett2015 n110

1Il Veneto in primo piano

“Nessuna rivoluzione con “La Buona scuola” che riprende solamente la strada già ben tracciata dalla riforma Berlinguer”. E’ questa l’opinione di

Cesare Cecchetto, Dirigente padovano dell’Itc di Villa Estense e reggente all’Itc di Montagnana, per una popolazione sco-lastica complessiva che sfi ora i 2000 alunni e i 200 dipen-denti tra personale docente e non docente. Un osservatorio privilegiato, dunque, anche per dare un giudizio alla recente riforma fi rmata dal Governo Renzi.

Come inizia questo anno scolastico dopo l’opera-zione “maxi assunzione” avviata dalla recente riforma?

“Al di là dell’affanno burocratico legato al meccanismo delle assunzioni straordinarie iniziate solo a fi ne agosto, passando in pochi giorni da una fase all’altra con tempi strettissimi e, direi anche, assurdi, in molti istituti si inizierà l’anno scolastico con il 90% dei docenti presenti in classe. Già al 14 settembre c’erano gran parte delle cattedre occupate. Va detto però che un’amministrazione accorta non dovrebbe arrivare all’ultimo momento con l’assunzione dei dipendenti. E non ci sono giustifi cazioni che reggano. L’affanno delle as-sunzioni e del cambiamento delle graduatorie è uguale ogni anno, e la Buona scuola non ha risolto il problema, tutto da ascrivere all’organizzazione burocratica del Ministero, parti-colarmente ineffi ciente da questo punto di vista. Ci consola la speranza che sia l’ultimo anno che accade”.

Oggi gran parte dei precari è rimasta tale, alla

faccia dei proclami iniziali del nostro Premier. Riuscirà la riforma a cambiare le cose?

“Con le nomine di ruolo più l’organico di diritto e di fatto serviranno meno supplenti ma questa riforma non risolve il problema del precariato. Per diverse ragioni. I numeri innanzi tutto. Con le assunzioni odierne è stato eliminato il precariato d’élite, molti di coloro che già lavoravano tanto, ma tutto il resto rimane. L’amministrazione dovrebbe prevedere grosse assunzioni anche nei prossimi anni con delle fi nestre aperte al precariato storico per risolvere davvero il problema”.

Ci saranno concorsi ogni tre anni, non basterà?“Devo ancora vedere l’amministrazione ministeriale che

ogni tre anni fa un concorso! Io non ci credo. Il Ministero non riesce a fare un concorso per dirigenti per qualche migliaio di posti! Figuriamoci se può bandirlo così spesso per decine di migliaia di posti. Sarà l’amministrazione stessa che nel tempo creerà talmente tanti intoppi da favorire la possibilità di nuove supplenze”.

Sa già quanti insegnanti arriveranno nei suoi isti-tuti grazie alla fase C della maxi assunzione?

“Questo è l’altro neo che ancora una volta fotografa l’ineffi cienza di una amministrazione e la superfi cialità con cui vengono fatte le cose. In pratica ai presidi in questa fase viene detto: “avrai in forze altri docenti ma non prima di fi ne novembre”. Ma noi dirigenti dobbiamo programmare oggi le attività curricolari ed extracurricolari e dovremmo tener

conto di professori o maestri che arriveranno dopo due mesi di scuola. E’ come se il Ministero ci dicesse: “Non fate nulla nei prossimi mesi e programmerete dopo che vi avremmo inviato il personale”. Non si può!”

Come giudica la riforma nel suo complesso?“Direi che “La buona scuola” non è una riforma. Ho

un concetto diverso di riforma. L’ultima l’ha fatta Berlinguer introducendo dei veri cambiamenti, innovazioni concrete tipo l’autonomia scolastica. La legge 107 per l’80% non fa al-tro che riprendere la riforma Berlinguer e tentare di attuare ciò che di quel disegno fi no ad oggi è rimasto quasi lettera morta. Bene tutto quanto riguarda l’autonomia, la fl essibilità oraria, la didattica per competenze, la formazione dei do-centi. Male perché ci si è scordati della scuola dell’infanzia e dell’organico del personale Ata. Certo con questo provvedi-mento si recuperano risorse umane e fi nanziarie. Ma quanto all’assunzione straordinaria ricordo che già Berlinguer e Fio-roni avevano previsto piani di assunzione da 60mila persone l’anno. Sulla grande consultazione molto rumore per nulla: gli addetti ai lavori sono stati consultati spesso anche da altri Ministri. Persino la Moratti ci ha convocati agli stati generali dell’istruzione”.

Una novità vera c’è: la chiamata diretta dei diri-genti. Che ne pensa?

“L’assunzione diretta è governata da criteri piuttosto rigidi legati anche al piano dell’offerta formativa. E’ vero che

il dirigente potrà scegliere ma solo tra persone garantite, che hanno un posto, dunque. Credo, anche, che sarà sempre più spesso il docente a scegliere il preside. Capiterà sicuramente che qualche insegnante particolarmente capace riceva offerte da più istituti”.

Pagella: che voti diamo a “La buona scuola”?“Al momento darei discreto alle intenzioni e non del tut-

to suffi ciente all’organizzazione dei tempi e dei modi in cui le assunzioni sono state fatte. Certo i numeri sono numeri. Con questa riforma la scuola recupera una fetta importante delle risorse perdute grazie alla Gelmini che tra personale docente e non docente a suo tempo eliminò 140mila posti di lavoro. Con La buona scuola ne abbiamo recuperati poco più di 80mila”.

Ci auguriamo che il Ministro Giannini faccia un passo in più? E se sì, quale?

“Sì, magari sul piano dell’autonomia didattica. Una scuola può programmare e garantire una didattica coerente ed effi ciente a lungo termine soltanto se c’è una garanzia sull’autonomia didattica che è legata prevalentemente alle risorse e alla formazione dei docenti. Chiederei con forza anche di ridurre, per favore, ridurre ridurre ridurre la burocra-zia che invade inutilmente le nostre segreterie scolastiche. Tornare su alcuni aspetti amministrativi a qualche forma di centralismo potrebbe essere più conveniente anche sotto il profi lo economico e professionale”.

di Germana urbani

La pagella alla Buona scuola di Renzi la sigla Cesare Cecchetto

“Discrete le intenzioni, appena suffi ciente ciò che si è visto”Pregi e difetti della riforma sotto la lente di un Dirigente scolastico di lungo corso

19Il Veneto in primo piano

via Lisbona, 10 · 35127 Padova · tel. 049 8704884 · [email protected]

Seguici suL’informazione locale sempre con te!

+70% di nuovi utenti+300% di visitatori

oltre

12.000 notizie

della tua zona:

L’ARCHIVIO PIÙ

AMPIO DEL

VENETO!

Page 22: Bassapadovana sett2015 n110

di Germana urbani

4 Il Veneto in primo piano

24 voti a favore e solo 9 contrari. Non ripagherà il consi-gliere regionale di Fratelli d’Italia dall’amarezza di non essere stato nominato assessore, ma è comunque una

bella vittoria, quella ottenuta da Sergio Berlato con la sua mozione contro il gender nelle scuole. Il testo, che prende a riferimento l’arti-colo 26 della costituzione, la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e la Convenzione Unicef sui diritti dell’infanzia, sottolinea la priorità delle scelte dei genitori nell’educazione dei fi gli e chiede che “la scuola non introduca ideologie destabilizzanti e pericolose per lo sviluppo degli studenti”. Per l’assessore di Forza Italia Elena Donazzan il Ve-neto, “che ha già dato un messaggio chiaro contro l’introduzione di programmi gender nelle scuole proseguirà sulla strada già intra-presa”. Duri i giudizi di 5 stelle e Pd, che hanno votato contro. Per Jacopo Berti (M5S) la mozione è fi glia “di una destra reazionaria destinata presto a sparire”. Non meno secca la replica di Alessandra Moretti: “siamo in un polverone creato sul nulla: la riforma defi nita come “buona scuola” non contiene nulla di quello che viene indicato in questa mozione e non risulta assolutamente che nelle scuole ve-nete sia in atto un’introduzione surretizia di tematiche non condivise con il mondo dei genitori”. La maggioranza ha ottenuto invece i voti della Lista Tosi. Per Stefano Casali, “ben vengano mozioni pre-ventive come questa, perché moltissimi genitori e famiglie temono che camuffando il tema di contrastare il bullismo o l’omofobia, si inseriscono nei programmi di istruzione idee che non hanno titolarità alcuna nell’educazione scolastica”.

la voce della politicala regione: “neSSuno Spazio in aula per ideologie deStabilizzanti”

G.U.

E’ iniziato tutto la scorsa primavera. Più il Governo acce-lerava sulla riforma della Buona scuola, più i messag-gini sui telefoni di genitori ignari e impreparati sul tema

gender si susseguivano creando allarme e preoccupazione. I messaggi contenevano irripetibili oscenità che - secondo l’anonimo che li scriveva - le insegnanti avrebbero praticato a scuola in ottemperanza a nuovi programmi scolastici sulla teoria gender. E’ montata subito la paura e la preoccupa-zione e in molti hanno, giustamente, chiesto spiegazioni a scuola e ai Dirigenti scolastici che già dai primi giorni di settembre hanno organizzato riunioni o emanato comuni-cazioni per spiegare che nulla di quanto viene propaganda-to è vero. A volte si dimentica che gli insegnanti sono anche genitori e che sarebbero i primi a denunciare cose simili e oltretutto a rifi utarsi di mettere in pratica delle vere e proprie assurdità. Certo gli insegnanti dovrebbero avere degli stru-menti in più per aiutare i bambini a leggere la realtà della società odierna. In classe si trovano di fronte sempre più spesso a bambini che non hanno delle famiglie tradizionali. E quando si parla di famiglia, come si fa a non far sentire escluso un bambino fi glio di separati e risposati? Con quali parole si può spiegare la realtà in una classe in cui vi sia un

bambino fi glio di due omosessuali. E non è più così raro e lo sarà sempre meno visto che in Italia ci sono centomila famiglie arcobaleno, con genitori dello stesso sesso. Eppure tutto questo non entra nella riforma “la buona scuola” di Renzi. Come precisa anche l’uffi cio scolastico della Dioce-si di Padova, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, rispondendo, durante il question time del 29 luglio alla Ca-mera, ad una interrogazione su presunte iniziative di divul-gazione di ideologie gender in ambito scolastico, ha ribadito chiaramente che “la “teoria del gender” non coincide con la cultura inclusiva e solidale che viene espressa nelle linee del governo, ispirate ai trattati internazionali e al modello educativo che nella cornice europea è sostenuto in tutti gli Stati membri. Il Miur promuove invece attivamente tutte le iniziative relative alla prevenzione del contrasto di ogni tipo di violenza e discriminazione, anche con riferimento speci-fi co al tema della discriminazione sessuale, dell’omofobia, in ottemperanza ai trattati internazionali e alle convenzioni, in particolare a quella di Istanbul che è stata ratifi cata due anni fa dal Parlamento della Repubblica”. Le iniziative in questione sono: «l’elaborazione del piano nazionale straor-dinario contro la violenza sessuale e di genere, che è stato

recentemente approvato, la partecipazione attiva alla setti-mana nazionale contro la violenza e la discriminazione, pro-mossa anche nel corrente anno scolastico dal ministero e, in questo caso, ricordo che il ministero ha fi nanziato con un importo di 500.000 euro progetti che nelle singole scuole fossero in grado di sensibilizzare, di produrre una cultura della lotta alla discriminazione di ogni sorta. Inoltre c’è stata l’emanazione delle linee di orientamento per le azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo, incluso il caso dell’omofobia, per dare appunto alle scuole una cornice pedagogica in cui inserire le precedenti iniziative e tutte quelle che seguiranno, incluse quelle che sono con-tenute nel ddl “Buona Scuola”, che prevedono una intensi-fi cazione di questo di tipo di sensibilizzazione nelle scuole italiane. Con la Legge 107/15 saranno attuati, invece, “i principi di pari opportunità, di lotta alle discriminazioni, di prevenzione della violenza di genere, fondamentali in una società per formare giovani e adulti responsabili”.

Messaggi a tappeto sui telefonini dei genitori che li terrorizzano e creano una psicosi collettiva. E la Chiesa cattolica, attraverso le sue diocesi, chiede di non creare inutili, se non nocivi, allarmismi

Pubblica istruzione Nessun programma “osceno” in classe, solo propaganda di chi vuole strumentalizzare le persone per bene

Teoria gender a scuola: attenti alle truffe ideologiche

Visto il clamore della polemica, che dalla laguna ha raggiunto eco globale dopo l’intervento di Elton John, diffi cilmente

il Patriarca di Venezia avrebbe potuto evitare di intervenire. Lo ha fatto in via uffi ciale e generale, richiamando le parole del Papa sulla teoria del gender e sulla differenza sessuale che rappresenta “una ricchezza” la cui rimo-zione “il vero problema, non la soluzione”.

Ma lo avrebbe fatto anche in via uffi cio-sa e più specifi ca durante la visita alla casa dell’ospitalità di Santa Maria dei battuti, quando – secondo quanto scritto dal Gazzet-tino – mons. Moraglia avrebbe infatti invitato i genitori a leggere i libri che il neo sindaco Brugnaro ha depennato dalla lista del materia-le in dotazione alle scuole materne comunali, per “valutarli attentamente e confrontarli con la realtà educativa che vogliono proporre ai loro fi gli”.

Più esplicito, al punto da suscitare subito forti reazioni negli ambienti tradizionalisti, il documento fi rmato dall’uffi cio per la pasto-rale della scuola della diocesi di Padova. Al centro della rifl essione, non solo i libri che parlando di matematica fi niscono per descri-vere famiglie “con due papà”, ma anche il referendum che vede impegnate nella raccol-

ta di fi rme in queste settimane anche molte associazioni cattoliche per l’abrogazione della legge sulla Buona scuola, presentato però in molti dibattiti organizzati nelle parrocchie come abrogativo del gender a scuola.

Una evidente strumentalizzazione criti-cata dalla diocesi, che punta però nella sua rifl essione soprattutto sullo “stile” con cui una comunità cristiana deve affrontare l’ar-gomento.

“Se in qualche scuola il problema c’è – ha spiegato il direttore dell’uffi cio don Lorenzo Celi in una intervista al settimana-le diocesano La difesa del popolo – bisogna affrontarlo e i genitori devono esigere spiega-zioni dai dirigenti scolastici, perché su questi temi alla famiglia spetta un ruolo prioritario di indirizzo. Un conto però è vigilare, altra cosa promuovere crociate ideologiche o incontri al-larmistici da cui le famiglie escono disorienta-te. Noi vogliamo essere chiesa “nel” mondo, mai “contro” il mondo. Papa Francesco ci insegna che la verità non è un assoluto ma è “relazionale”, cioè va cercata insieme e vive solo nel dialogo tra le persone: possibile che sugli aspetti fondamentali dell’uomo non pos-siamo trovare spazi di dialogo?”.

NO All’IDEOlOGIA GENDER, MA SENZA CROCIATE NEllE SCuOlE

G.U.

Anche il mondo cattolico si divide sull’atteggiamento da tenere. Il Patriarca Moraglia: “I genitori leggano quei libri”. La diocesi di Padova: “coltiviamo uno stile di dialogo”

20 Il Veneto in primo piano

DIAMO VOCEA CHI NON CE L’HA.

ACTIONAID È INSIEME A CHI OGNI GIORNO RIVENDICA I PROPRI DIRITTI. È INSIEME A CHI NON RIMANE IN SILENZIO DI FRONTE A INGIUSTIZIE SOCIALI, FAME E POVERTÀ. È INSIEME A CHI VUOLE FARSI SENTIRE PER CAMBIARE LE COSE. UNISCI ANCHE TU LA TUA VOCE SU ACTIONAID.IT

IL DIRITTO DI CAMBIARE

Page 23: Bassapadovana sett2015 n110

21Voci da palazzo1 Voci da palazzo

Com’è stato il debutto in Consiglio regionale, considerando anche la impegnativa eredità che ha ricevuto:

chiamata a portare e a rappresentare in Regione le istanze di Chioggia dopo politici di lunga e collaudata esperienza come Car-lo Alberto Tesserin e Lucio Tiozzo?

“Un debutto positivo. Sento molto forte il senso di responsabilità e dedicherò il massimo impegno a favore dei bisogni dei cittadini tutti, a prescindere dal colore politico, cercando di attivare Consiglio e Giunta sui provvedimenti di cui il mio territorio ha un estremo bisogno, in primis il problema dei collegamenti e delle attività produttive come pesca, agricoltura, ar-tigianato e turismo. Sono state già approvate diverse nostre mozioni, come quella contro la riforma della scuola. Ho portato le istanze di

Chioggia riguardo alla sicurezza della Romea, la necessità oggi più impellente. Inoltre mi sto occupando in prima linea di immigrazione nei miei territori di appartenenza. Come unica portavoce del M5S della provincia di Venezia saprò rappresentare tutta l’area provinciale”.

Quali altre questioni porta avanti che riguardano il Basso Veneziano?

“Il problema della mancanza di adeguati ed aggiornati collegamenti stradali alternativi alla SS Romea ma non devastanti per il terri-torio, la necessità di un effi ciente sistema fer-roviario regionale che permetta a lavoratori e studenti di raggiungere in sicurezza e in tempi accettabili le città confi nanti. Ritengo che l’iso-lamento sia il punto dolente dell’area sud della provincia e che ne vanifi ca anche molte poten-zialità economiche. Trovo che la necessità più

urgente sia quella di mettere in sicurezza la Ro-mea. Inoltre condivido la battaglia per far ritor-nare il Tribunale a Chioggia, per l’enorme ba-cino di utenza che serviva e la diffi coltà, come si diceva, di giungere nel capoluogo. La tutela e la promozione dei prodotti tipici del nostro territorio, lo sviluppo del turismo, la trasforma-zione di una pesca che salvaguardi l’ambiente ma che contemporaneamente tuteli gli addetti del settore. Ma anche la salvaguardia del terri-torio dalle opere che potrebbero danneggiarlo, come la diga sull’Adige il cui progetto è in fase di approvazione, da realizzarsi a monte del fi ume in località Badia Polesine, causa di un sicuro impoverimento d’acqua, di risalita del cuneo salino nelle nostre zone a valle e di au-mento del fenomeno di erosione degli arenili di Sottomarina, Isola verde e Rosolina Mare”.

Quali battaglie del Movimento 5 Stelle a livello regionale?

“Sono principalmente tre. Reddito di cit-tadinanza veneto. Beppe è tornato a Roma per parlarne. La promessa che hanno fatto i nostri colleghi in parlamento è che questo sarà l’ultimo anno senza il Reddito di cittadinanza. Noi lavoriamo per anticiparlo in Veneto. Taglio dei costi della politica. La legge regionale come abbiamo visto fa acqua, creando situazioni im-barazzanti come la concessione del vitalizio a condannati come Galan e Chisso. Questa legge non va bene e fi nché saranno i partiti a scrivere leggi per tagliarsi i propri privilegi avremo il pa-radosso del tacchino che festeggia il Natale. È per questo che noi abbiamo portato in Regione una proposta di legge di iniziativa popolare, fi rmata da migliaia di cittadini. Stiamo comple-

tando le pratiche per presentarla. Lì potremo guardare in faccia chi vuole realmente togliere i privilegi della casta. Creazione di un’agenzia veneta anticorruzione. Che vorremmo guidare noi. Del Veneto per troppo tempo si è parlato solo per scandali di corruzione. I cittadini sono stanchi, serve un’agenzia sul territorio che vi-gili nell’interesse dei veneti. Questi tre aspetti sono accompagnati da altre grandi battaglie, come quella sulla scuola, l’ambiente e l’immi-grazione”. O.J.

Erika Baldin

Intervista a Jacopo Berti Padovano, 31 anni, è capogruppo - portavoce del Movimento 5 Stelle

“Noi in Regione per scardinare i privilegi della casta”Sulla Sanità separare il riordino delle Asl dalla discussione sull’Azienda Zero. Immigrazione, no all’industria dell’accoglienza e pratiche di asilo più rapide da sbrigare in tre settimane non in due anni

Il padovano Jacopo Berti, portavoce - capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Regionale, 31 anni, racconta i primi mesi di impegno a Venezia. Come è stato il debutto in Consiglio Regionale? “Fin dall’inizio della nostra esperienza in Regione

abbiamo mostrato la nostra rilevanza. Quei pochi che si ostinavano a credere che saremmo entrati per fare una scampagnata si sono dovuti ricredere in fretta. Abbiamo denunciato gli sprechi circa gli uffi ci di gruppi formati da uno solo; abbiamo fatto pressioni per non far ottenere tfr e vitalizio a Chisso e Galan. Grazie al buon lavoro della magistratura, questa nostra richiesta è stata sod-disfatta”.

A proposito di compensi, che ne è della crocia-ta contro costi della politica?

“Questo episodio ha mostrato le lacune della legge regionale per il taglio dei costi della politica ed in pafrti-colare per l’abolizione dei vitalizi. Questa legge non va bene e fi nché saranno i partiti a scrivere leggi per tagliarsi i propri privilegi avremo il paradosso del tacchino che festeggia il Natale. È per questo che noi abbiamo portato in Regione una proposta di legge di iniziativa popolare, fi rmata da migliaia di cittadini. Stiamo completando le pratiche per presentarla. Lì potremo guardare in faccia chi vuole realmente togliere i privilegi della casta.

Quali i primi risultati che avete ottenuto?

“All’inizio di settembre sono state approvate tre nostre mozioni su tre, in particolare quella sul ddl scuo-la che cambia la storia del governo Renzi. Grazie alla nostra mozione approvata insieme con la maggioranza e l’assessore all’istruzione, il ddl scuola - l’odiata riforma scolastica chiamata “La Buona Scuola”- viene impugnato davanti alla Corte Costituzionale. I termini per il ricor-so sarebbero scaduti in questi giorni (13 settembre). È grazie al M5S veneto, che ha guidato l’azione politica del M5S in tutte le regioni in cui è presente, che siamo riusciti a portare a casa questo storico risultato.

Altra sfi da che attende al varco la Regione è la riforma della sanità.

“La riforma che stiamo discutendo in queste ore nella commissione di cui sono vicepresidente, è una rifor-ma mastodontica che infl uirà sulle vite dei veneti, e non solo, almeno per i prossimi vent’anni. Da qui la nostra richiesta di vederci chiaro. Noi del M5S siamo la politica con la coscienza, una rarità. Voglio dormire sereno, con-sapevole di aver fatto il meglio per la salute dei veneti. Il nostro pragmatismo ci ha portato a chiedere dunque che la discussione sull’Azienda zero venga separata da quella per il riordino delle Asl. Portiamo a casa il riordino, che farà risparmiare milioni ai veneti. Solo dopo potremo valutare con la giusta attenzione ogni aspetto dell’Azien-da zero, la quale, se andrà in direzione dell’interesse dei

veneti, avrà tutto il nostro appoggio. Per questa riforma vogliamo sentire i sindaci, i soldati in prima linea sul ter-ritorio. Ci è stato proposto un incontro che è più simile ad uno speed date: ascoltare 22 loro rappresentanti in 6 ore e mezza. Signifi ca poter dedicare solo 15 minuti a testa, per una riforma che può incidere per i prossimi venti anni... una follia! Noi abbiamo rispetto dei sindaci e non ci stiamo. Ho perparato una mail che invierò a tutti i sindaci, in cui è esposta la nostra linea su Azienda zero e riforma delle Asl. Speriamo così di poter intavolare qualcosa di più simile ad un dialogo costruttivo”.

In questi giorni l’emergenza immigrazione è sempre più pressante, che fare in Veneto?

“È un tema delicato per tutta Italia, anzi per l’Eu-ropa intera. Ma in Veneto è sentito particolarmente. In quanto capogruppo del M5S in Regione ho il dovere di chiarire una volta per tutte qual è l’obiettivo delle nostre proposte in tema di immigrazione: combattere l’industria dell’accoglienza. Un’industria democratica, in senso iro-nico, perché vede destra e sinistra ugualmente presenti. Un’industria formata da cooperative in combutta coi par-titi, il cui unico interesse è guadagnare sulla pelle degli immigrati a spese dei veneti”.

In che modo? “Facendoli permanere il più a lungo possibile nei

centri. Ogni giorno in più queste strutture intascano 35

euro ad immigrato. Il confl itto di interessi è palese. Per questo noi chiediamo che le pratiche per concedere il diritto d’asilo vengano sbrigate in tre settimane, non in due anni. Se un migrante viene riconosciuto come clan-destino, deve lasciare il nostro Paese. Siamo disposti ad organizzargli il viaggio. Costerà di meno ai cittadini e saremo sicuri che rispetterà la legge abbandonando il Paese. Infi ne chiediamo il superamento del trattato di Dublino. Un accordo europeo che intasa la burocrazia e grazie al quale la Germania approfi tta della nostra posizione geografi ca, rendendoci la costa ideale sulla quale far sbarcare tutti i migranti dell’Africa e del medio oriente”.

di Nicola Pavan

Jacopo Berti

“Quei pochi che credevano che la nostra sarebbe stata una scampagnata si sono dovuti ricredere”

l’unica voce di chioggia dice “Stop alla corruzione”la consigliera veneziana M5s

Page 24: Bassapadovana sett2015 n110
Page 25: Bassapadovana sett2015 n110
Page 26: Bassapadovana sett2015 n110

zione per un inglobamento totale dei servizi sociali (e quindi una ipotetica sparizione della direzione sociale) all’interno dell’Azienda zero. Altri hanno rilevato la man-canza di chiarezza sul ruolo della conferenza dei sindaci all’interno della nuova visione di sanità veneta e quindi, ha osservato De Paoli (sindaco intervenuto al posto di Massimo Bitonci), “la richiesta precisa è che le rappre-sentanze politiche territoriali siano garantite in seno a questa grande riforma, per assicurare ai cittadini che non si tratti di un’operazione verticistica che dimentica i bisogni e le voci dei territori”. Da ultimo, sia i sindaci del bellunese, che quelli del veronese hanno rivendicato le peculiarità del loto territorio, sottolineando – come ha fatto Marconcini, sindaco di Cerea - che l’equazione “territorio provinciale uguale territorio dell’Ulss è forse oggi anacronistica, proprio nel momento in cui le pro-

vincie vanno a morire”. Inoltre per Bolis, sindaco di Carmignano di Brenta, la “funzione di programmazione non può essere della nascente Azienda Zero”, mentre Barbuiani, sindaco di Adria, ha rivendicato per la sua città, che vanta una Ulss tra le più virtuose d’Italia, la sede legale ed amministrativa della futura unità locale. Il presidente della Commissione, Fabrizio Boron (LZ) ha chiuso la seduta rimarcando l’importanza di “aver fi nalmente messo in movimento un processo che era indispensabile avviare”.

1Voci da palazzo

Commissione Sanità Si passerà da 21 a 7 Ulss e nascerà Azienda zero

Riforma del sistema sanitario pronta in pochi mesi Luca Coletto, assessore alla sanità veneta, è deciso: dal 1° gennaio 2016 tutto cambierà. Ma i Sindaci e i consiglieri di opposizione non ci stanno e chiedono più tempo

Un quarto d’o-ra a testa. Neanche il

tempo di un caffè al bar per portare all’attenzione della Quinta commissio-ne le istanze del territorio. Così si sono svolte a pa-lazzo Ferro-Fini le audizioni dei rap-presentanti delle conferenze dei sindaci delle aziende sanitarie vene-te. Molti incontri in una manciata di ore, per ascol-tare rapidamente cosa hanno da dire i veri referenti del territorio veneto su un tema epocale come quello della riforma della sanità regionale.

“E’ inaccettabile - ha detto Alessandra Mo-retti, capogruppo dell’opposizione Pd in consiglio regionale - che su un provvedimento come questo, di enorme complessità e delicatezza, si proceda con l’improvvisazione e la fretta. I presidenti delle Conferenze dei sindaci sono stati convocati telefoni-camente in audizione in 5 giorni, togliendo loro la possibilità di un approfondimento preliminare con i rispettivi territori e dunque la possibilità di esprime-re fi no in fondo la loro posizione. Si tratta di una grave mancanza di rispetto, visto che le Conferenze hanno un ruolo fondamentale di programmazione, cofi nanziamento e gestione dei servizi sociosanitari territoriali. Così abbiamo chiesto ed ottenuto che a chi ha espresso la necessità di esaminare ulterior-mente la proposta di legge con la Conferenza dei sindaci, venga concesso il tempo necessario e venga dato modo di venire prossimamente in audizione”.

Alessandra Moretti, Pd“troppa fretta. Si riSchia di improvviSare”

L’opinione

L’effi cienza e l’azzeramento delle liste d’attesa sono una priorità su cui si sta lavorando da anni ma che non sono mai state davvero raggiunte. Ora

però in Regione si va al sodo e presto si andrà al voto decidendo l’accorpamento delle Ulss che passeranno da 21 a 7 e ricalcheranno il territorio provinciale da cui prenderanno il nome: Dolomitica, Marca Trevigiana, Serenissima, Polesana, Euganea, Berica e Scaligera. A queste si aggiungeranno le eccellenze quali l’Azienda ospedaliera di Padova, l’Istituto oncologico veneto e l’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona e l’Azienda zero.

“La decisione di creare un nuovo ente denominato Azienda zero - ha spiegato l’assessore Coletto - rispon-de alle fi nalità di unifi care e centralizzare le funzioni di programmazione, attuazione sanitaria e socio-sanitaria, nonché di coordinamento e governance del sistema sa-nitario, riconducendo a esso le attività di gestione tecni-co-amministrativa su scala regionale”. In altre parole: le Ulss territoriali si occuperanno solo dell’organizzazione delle prestazioni e dei servizi ai cittadini e un unico ente regionale gestirà gli acquisti, l’accreditamento delle strutture private, il monitoraggio dei costi standard e la formazione del personale. Quanto alle liste d’attesa nessuna novità: si attende sempre tanto e non c’è nes-sun dato uffi ciale sulle aperture degli ambulatori in ora-rio serale e nei festivi non ce ne sono. D’altronde se i direttore generali continuano a risparmiare sull’organico tagliando il personale chi dovrebbe aprire gli ambulato-ri serali?! Lo sanno bene i primi cittadini riuniti nelle Conferenze dei Sindaci i cui rappresentanti sono stati convocati a inizio settembre per un’audizione fi ume che aveva lo scopo di raccogliere pareri e suggerimenti sul Pdl 23, contenente l’ipotesi di Azienda Zero e di ripen-samento territoriale delle ULSS stesse.

Molti sindaci hanno rimarcato la forte preoccupa-

di Germana urbani

“Ci sono troppi dettagli che non quadrano, troppe situazioni sbagliate in questo iter – si rammaricano i consiglieri del M5S - a partire

dal tempo che è stato dedicato ai rappresentanti delle conferenze dei sindaci. Sono loro che hanno il polso del territorio e non si può pensare di approfondire un tema di questa portata ascoltandoli tutti per un quarto d’ora ciascuno. Quindici minuti a testa per una riforma epocale, che condizionerà almeno i prossimi vent’anni dei veneti”. I consiglieri grillini ritengono necessario rivedere le soluzioni previste dalla legge per il riassetto delle aziende sanitarie. “È assurdo parlare di una di-visione per province, quando in realtà la popolazione non si basa su questi confi ni arbitrari. La gente si muo-ve su criteri di vicinanza e per comodità e non va certo dove la politica cieca e arruffona vorrebbe, quindi tutto va rivisto sullo schema degli ambiti. Quest’ultima solu-zione è l’unica applicabile al piano riordino delle Ulss”.

“Già la faccenda è abbastanza intricata – conclu-dono gli esponenti del Movimento - non mettiamoci so-

pra anche il carico della creazione di questa misteriosa e fantomatica Azienda Zero. Questo punto va stralciato dal resto della legge e approfondito con i tempi che merita. Siamo di fronte a un cambiamento storico, in grado di far impallidire le grandi riforme del secolo scorso, e vogliamo gestirlo come se si trattasse della scelta della tappezzeria di casa o delle tende della cu-cina. Ma stiamo scherzando? Ci opporremo in tutti i modi, portando avanti non i nostri interessi, ma quelli del territorio”.

Movimento cinque stelle

“uNA RIfORMA EPOCAlE: NESSuNA AZIENDA ZERO”

I sindaci: “Un’operazione verticistica che dimentica i bisogni e le voci dei territori”

“Azienda Zero e zero fondi per i disabili”. La rifl essione arriva dai consiglieri tosiani Ne-gro, Casali, Conte e Bassi che il 13 luglio

scorso avevano presentato un’interpellanza urgente alla Giunta per l’attivazione dei fondi a sostegno delle disabilità e per la predisposizione dell’atto economi-co-amministrativo dando così continuità al servizio nell’anno scolastico 2015/2016.“Un interrogazione senza risposta - spiegano i consiglieri - già a luglio avevamo chiesto l’attivazione con urgenza delle di-sposizioni dell’ art.60 della Legge Regionale 6/2015 dove al comma 2 si prevede che la Giunta sia autoriz-zata a stabilire i requisiti, i criteri e i termini per l’as-segnazione di un contributo alle province del Veneto quantifi cato in 6 milioni di euro per l’esercizio 2015. “Nulla è cambiato da allora – aggiungono i tosiani - se non che oggi le famiglie con fi gli disabili sensoriali con-tinuano ad attendere lo sblocco dei fondi e rischiano di rimanere senza sostegno e trasporti, ma la priorità della maggioranza in Commissione Sanità e del Presi-

dente Zaia pare sia solo e unicamente procedere con la realizzazione dell’Azienda Zero che stravolgerà la gestione sanitaria e sociale, accentrandola su un unico ente esterno al controllo regionale”.

“I rischi che avevamo previsto a maggio si stanno concretizzando – proseguono Negro, Casali, Conte e Bassi - cioè lasciare un migliaio famiglie nella più totale assenza di certezze nel ricevere un servizio fondamentale e il rischio per circa 600 operatori as-sistenziali di rimanere senza lavoro”.

Gruppo Tosi in Consiglio

“CI PREOCCuPA lO “ZERO fONDI” PER I DISAbIlI!”

L’assessore regionale alla Sanità

Luca Coletto

24 Voci da palazzo

Dopo la pausa estiva, il progetto cultura-le itinerante Icaro torna in città con la presentazione del fi lm Kaos, incentrato

sulle persone senzatetto della città, realizzato dall’artista belga Sophie Samyn in collabo-razione con Mattia Buzzarello. L’iniziativa è promossa dall’Arci nell’ambito del bando Culturalmente 2014 della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. L’anteprima del fi lm sarà presentata all’Archivio di Stato di Rovigo venerdì 2 ottobre alle ore 21 e andrà poi in tour nei comuni di Bosaro, Ceregnano, Grignano Polesine e Polesella.

L’ispirazione è tratta dal lavoro a stret-to contatto con i senzatetto di Rovigo che Sophie Samyn ha condotto grazie ad un tirocinio con l’associazione Arcisolidarietà. “Le persone arrivano qui in città di notte e lasciano la città all’alba - spiega l’artista bel-ga - Mi ha sorpreso in particolare la diversità delle persone che arrivano da noi: donne, bambini, stranieri, italiani, tutti con percorsi di vita molto differenti e particolareggiati, ma alla fi ne molto simili al mio percorso”. Il videodocumentario è un viaggio poetico, della durata di 20 minuti.

Un viaggio attraverso Rovigo e i suoi luoghi vuoti, come le case abbandonate, il

vecchio ospedale, la scuola in disuso, attra-verso gli occhi di 2 o 3 protagonisti: i senza tetto che vivono in città, anche solo per una notte. Il fi lm segue queste persone nel loro quotidiano vagabondaggio e dà loro voce.

L’obiettivo non è realizzare un do-cumentario sociale ma creare un viaggio emotivo nel cuore di Rovigo, che rompa con la tranquilla facciata della città e dia ai senzatetto un’opportunità di esprimersi creativamente. I protagonisti dialogano davanti alla videocamera di Sophie tramite interviste condotte in maniera informale che focalizzano l’attenzione sulla loro situazio-

ne, compresi speranze, incubi, rimpianti. Parte del fi lm è ripresa dopo il tramonto, mediante inquadrature espressive.

“Mi sono sentita fortunata ad incontrare queste persone e parlare con loro - racconta la giovane artista ventottenne - Ho sempre pensato a dove vadano durante il giorno, ma soprattutto dove dormano quando ab-bandonano il ricovero. La vita in strada, sia scelta che imposta, mi affascina molto e da qui ho preso spunto per creare questo fi lm. Rovigo è una città apparentemente calma e pulita. Ma dietro questa facciata armoniosa, si nasconde il Kaos”.

di Melania Ruggini

La quotidianità dei senza tetto è un fi lml’idea

Alla scoperta del Delta del Po grazie a ViviDelta, il nuovo progetto di promozione delle attività di turismo

cooperativo, che promuove i valori della cooperazione, sostenibilità, socialità e col-laborazione andando a creare sinergie e reti tra i diversi attori locali. L’iniziativa, gestita da PolesineLab in collaborazione con Confcooperative Rovigo, è una vetrina di promozione e una piattaforma di e-commerce per le attività che il mondo della cooperazio-ne locale può offrire, favorendo occasioni di confronto e di metodi collaborativi tra le diverse realtà. Si tratta di un progetto in vero stile slow ad alto impatto ambientale, sociale ed educati-vo per riscoprire il Delta del Po come patrimonio oltre che dell’umanità e della comunità locale, anche di turisti e viaggiatori che vogliano scoprire appieno il territorio. Dal sito www.vividelta.it è possibile quindi prenotare e acquistare le prime 10 attività di pescaturismo proposte da un team di pescatori professionisti. La pescaturismo è un‘attività svolta dall’imprenditore ittico che attraverso la propria imbarcazione accompagna i turisti nella magia della navigazione nei luoghi dove quotidianamente lavorano, raccontando aneddoti e facendo scoprire luoghi inesplorati come lagune, scanni e sacche. Vi sono differenti tour da 2 a 4 ore divisi in tutto il territorio deltizio, che offrono escursioni ed esperienze uniche a contatto con la natura e il divertimento, attività usufruibili non solo per singole persone e piccoli gruppi ma anche per comitive e gite organizzate. Il progetto prevede di ampliare le proprie attività anche nel settore enogastronomico attraverso l’ittiturismo che permette ai turisti di pranzare e cenare nelle cavane e nelle abitazioni che i pescatori metteranno a disposizione preparando piatti con i loro prodotti coltivati e pescati.

la proposta elaborata dal Polesinelabvividelta, non Solo peScaturiSmo

Me. Ru.

In una delle sale del Museo della Bonifi -ca di Ca’ Vendramin è possibile visitare, dal 28 agosto al 1 ottobre, la mostra

“Another Landscape”, ideata dall’associa-zione culturale Città Invisibili di Porto Viro. L’ambito su cui è stato invitato a lavorare Marco Zanta è il contesto urbano, periur-bano e agricolo, situato lungo il tratto pole-sano della statale Romea e corrispondente all’area dell’antica linea di costa prima del-la formazione del Delta del Po moderno.

Attraverso lo sguardo di uno dei pro-tagonisti della fotografi a italiana contem-poranea, quale è Marco Zanta, si è voluto apportare un nuovo contributo all’immagi-nario legato al Delta, offrendo una lettura attualizzata del territorio, fuori dai luoghi comuni circoscritti al paesaggio naturale. Zanta, abituato per lo più ad ambienti metropolitani, ha prodotto tra le cittadine del Delta un lavoro nuovo sviluppato sul-la traccia delle sue più recenti rifl essioni fotografi che. A proposito di questo proget-to dice l’autore: “Oltre a rappresentare i luoghi m’interessa maggiormente capire le relazioni che s’instaurano nel territorio. Credo che l’aspetto che mi ha maggior-mente colpito di queste aree sia stato il tipo di sospensione temporale che pare circondare tutto. L’identità iconografi ca di questi luoghi continua a essere appa-rentemente simile a qualche decennio fa. Sembra non capitino grandi stravolgimen-ti. Ma quello che mi attira è il contesto nel quale tutto questo avviene. Siamo a

poche decine di chilometri da centri urbani e aree commerciali che hanno contribuito a creare il modello del Nord Est”.

“Modello che oggi pare fallito - pro-segue l’artista nella sua analisi - Qui ci si catapulta in un altro tempo, quasi un pe-riodo senza nostalgia. Insomma, mi sono sentito in bilico tra una diffi cile contempo-raneità e un insieme di mondi più lenti e attenti”. L’esposizione presenta una sele-zione dei lavori prodotti dai partecipanti al workshop tenutosi nell’autunno-inverno 2014.

Sono esposti lavori di: Marco Bovo-lenta, Maurizio Callegarin, Flavio Castel-lani, Marco Davolio, Denis Giusti, Lorenzo Lotti,Maria Nella Marangon, Fabio Moras-sutto, Barbara Munerato, Daniele Son-cin, Patrizia Tironi, Nicola Tramarin, Piero Turk,Moira Vespasiani, Silvia Vespasia-ni, Lucio Zambon.

A Ca’ Vendramin le foto di Marco Zantala magia del delta catturata con un clic

Me. Ru.

Rassegna Icaro La pellicola è realizzata da una artista 28enne belga

1Cultura provinciale

Deltarte La manifestazione è ormai arrivata alla terza edizione e funziona

Dopo 8 appuntamenti e 4 residenze d’artista lungo il Delta del Po, che hanno arricchito il territorio con mostre, murales e installazioni da aprile a settembre, il festival itinerante Del-

tArte chiude la manifestazione salutando da Rovigo il suo pubblico e dando appuntamento al prossimo anno.

L’ultimo appuntamento è sabato 26 settembre alle ore 18 alla Sala della Gran Guardia per i festeggiamenti fi nali. Per l’oc-casione sarà presentato il catalogo dell’intera manifestazione dal titolo “DeltArte si racconta” a cui seguirà il brindisi fi nale offerto dall’azienda la Galassa di Gavello sulle note della giovane musici-sta Sarah Convento e dei suo quartetto d’archi. Una delle novità importanti della III edizione è proprio la realizzazione del catalogo del festival, testimonianza tangibile dei progetti e degli artisti par-tecipanti non solo a questa ma anche alle edizioni passate, nonché l’elemento ideale per una divulgazione più capillare delle attività del festival.

Una carrellata di immagini e di testi accompagnerà il lettore in questi tre anni di intensa e capillare attività, grazie alla vincita del bando Culturalmente indetto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che ha visto quali capofi la le associazioni Cen-tro Studi Agnese Baggio di Adria e Voci per la Libertà di Rovigo. I numeri delle tre precedenti edizioni possono essere così riassunti: 90mila euro devoluti dalla Fondazione al progetto per artisti, staff organizzativo e materiali necessari alla realizzazione dei progetti; 10 comuni partecipanti; 90 artisti coinvolti; 15 sedi espositive; 30 mostre; 23 concerti; 6 murales realizzati; 17 installazioni site-specifi c; 3 workshop; 60 associazioni coinvolte.

Un ottimo risultato, considerando la giovanissima età del festi-val. Un mondo di opere, una rete di artisti e un universo di colori che le persone vivono direttamente sui muri, nelle strade o nei

musei delle proprie, prendendosi cura degli artisti e del lavoro che questi ultimi regalano alla comunità e al territorio, in luoghi prima dimenticati o scarsamente vissuti.

Il rapporto con la persona è centrale per DeltArte: installazioni, mostre e murales vanno progettati pensando al fruitore, con una visione olistica, che tenga conto dell’ambiente, del paesaggio, delle funzioni del luogo in cui essi sono collocati. In questo gli artisti possono rivoluzionare il territorio in cui i loro progetti si innestano.

Arrivederci alla kermesseIl bilancio è più che positivo

Alcuni momenti della manifestazione Deltarte

Me. Ru.

Nella foto Sophie Samyn

Page 27: Bassapadovana sett2015 n110

zione per un inglobamento totale dei servizi sociali (e quindi una ipotetica sparizione della direzione sociale) all’interno dell’Azienda zero. Altri hanno rilevato la man-canza di chiarezza sul ruolo della conferenza dei sindaci all’interno della nuova visione di sanità veneta e quindi, ha osservato De Paoli (sindaco intervenuto al posto di Massimo Bitonci), “la richiesta precisa è che le rappre-sentanze politiche territoriali siano garantite in seno a questa grande riforma, per assicurare ai cittadini che non si tratti di un’operazione verticistica che dimentica i bisogni e le voci dei territori”. Da ultimo, sia i sindaci del bellunese, che quelli del veronese hanno rivendicato le peculiarità del loto territorio, sottolineando – come ha fatto Marconcini, sindaco di Cerea - che l’equazione “territorio provinciale uguale territorio dell’Ulss è forse oggi anacronistica, proprio nel momento in cui le pro-

vincie vanno a morire”. Inoltre per Bolis, sindaco di Carmignano di Brenta, la “funzione di programmazione non può essere della nascente Azienda Zero”, mentre Barbuiani, sindaco di Adria, ha rivendicato per la sua città, che vanta una Ulss tra le più virtuose d’Italia, la sede legale ed amministrativa della futura unità locale. Il presidente della Commissione, Fabrizio Boron (LZ) ha chiuso la seduta rimarcando l’importanza di “aver fi nalmente messo in movimento un processo che era indispensabile avviare”.

1Voci da palazzo

Commissione Sanità Si passerà da 21 a 7 Ulss e nascerà Azienda zero

Riforma del sistema sanitario pronta in pochi mesi Luca Coletto, assessore alla sanità veneta, è deciso: dal 1° gennaio 2016 tutto cambierà. Ma i Sindaci e i consiglieri di opposizione non ci stanno e chiedono più tempo

Un quarto d’o-ra a testa. Neanche il

tempo di un caffè al bar per portare all’attenzione della Quinta commissio-ne le istanze del territorio. Così si sono svolte a pa-lazzo Ferro-Fini le audizioni dei rap-presentanti delle conferenze dei sindaci delle aziende sanitarie vene-te. Molti incontri in una manciata di ore, per ascol-tare rapidamente cosa hanno da dire i veri referenti del territorio veneto su un tema epocale come quello della riforma della sanità regionale.

“E’ inaccettabile - ha detto Alessandra Mo-retti, capogruppo dell’opposizione Pd in consiglio regionale - che su un provvedimento come questo, di enorme complessità e delicatezza, si proceda con l’improvvisazione e la fretta. I presidenti delle Conferenze dei sindaci sono stati convocati telefoni-camente in audizione in 5 giorni, togliendo loro la possibilità di un approfondimento preliminare con i rispettivi territori e dunque la possibilità di esprime-re fi no in fondo la loro posizione. Si tratta di una grave mancanza di rispetto, visto che le Conferenze hanno un ruolo fondamentale di programmazione, cofi nanziamento e gestione dei servizi sociosanitari territoriali. Così abbiamo chiesto ed ottenuto che a chi ha espresso la necessità di esaminare ulterior-mente la proposta di legge con la Conferenza dei sindaci, venga concesso il tempo necessario e venga dato modo di venire prossimamente in audizione”.

Alessandra Moretti, Pd“troppa fretta. Si riSchia di improvviSare”

L’opinione

L’effi cienza e l’azzeramento delle liste d’attesa sono una priorità su cui si sta lavorando da anni ma che non sono mai state davvero raggiunte. Ora

però in Regione si va al sodo e presto si andrà al voto decidendo l’accorpamento delle Ulss che passeranno da 21 a 7 e ricalcheranno il territorio provinciale da cui prenderanno il nome: Dolomitica, Marca Trevigiana, Serenissima, Polesana, Euganea, Berica e Scaligera. A queste si aggiungeranno le eccellenze quali l’Azienda ospedaliera di Padova, l’Istituto oncologico veneto e l’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona e l’Azienda zero.

“La decisione di creare un nuovo ente denominato Azienda zero - ha spiegato l’assessore Coletto - rispon-de alle fi nalità di unifi care e centralizzare le funzioni di programmazione, attuazione sanitaria e socio-sanitaria, nonché di coordinamento e governance del sistema sa-nitario, riconducendo a esso le attività di gestione tecni-co-amministrativa su scala regionale”. In altre parole: le Ulss territoriali si occuperanno solo dell’organizzazione delle prestazioni e dei servizi ai cittadini e un unico ente regionale gestirà gli acquisti, l’accreditamento delle strutture private, il monitoraggio dei costi standard e la formazione del personale. Quanto alle liste d’attesa nessuna novità: si attende sempre tanto e non c’è nes-sun dato uffi ciale sulle aperture degli ambulatori in ora-rio serale e nei festivi non ce ne sono. D’altronde se i direttore generali continuano a risparmiare sull’organico tagliando il personale chi dovrebbe aprire gli ambulato-ri serali?! Lo sanno bene i primi cittadini riuniti nelle Conferenze dei Sindaci i cui rappresentanti sono stati convocati a inizio settembre per un’audizione fi ume che aveva lo scopo di raccogliere pareri e suggerimenti sul Pdl 23, contenente l’ipotesi di Azienda Zero e di ripen-samento territoriale delle ULSS stesse.

Molti sindaci hanno rimarcato la forte preoccupa-

di Germana urbani

“Ci sono troppi dettagli che non quadrano, troppe situazioni sbagliate in questo iter – si rammaricano i consiglieri del M5S - a partire

dal tempo che è stato dedicato ai rappresentanti delle conferenze dei sindaci. Sono loro che hanno il polso del territorio e non si può pensare di approfondire un tema di questa portata ascoltandoli tutti per un quarto d’ora ciascuno. Quindici minuti a testa per una riforma epocale, che condizionerà almeno i prossimi vent’anni dei veneti”. I consiglieri grillini ritengono necessario rivedere le soluzioni previste dalla legge per il riassetto delle aziende sanitarie. “È assurdo parlare di una di-visione per province, quando in realtà la popolazione non si basa su questi confi ni arbitrari. La gente si muo-ve su criteri di vicinanza e per comodità e non va certo dove la politica cieca e arruffona vorrebbe, quindi tutto va rivisto sullo schema degli ambiti. Quest’ultima solu-zione è l’unica applicabile al piano riordino delle Ulss”.

“Già la faccenda è abbastanza intricata – conclu-dono gli esponenti del Movimento - non mettiamoci so-

pra anche il carico della creazione di questa misteriosa e fantomatica Azienda Zero. Questo punto va stralciato dal resto della legge e approfondito con i tempi che merita. Siamo di fronte a un cambiamento storico, in grado di far impallidire le grandi riforme del secolo scorso, e vogliamo gestirlo come se si trattasse della scelta della tappezzeria di casa o delle tende della cu-cina. Ma stiamo scherzando? Ci opporremo in tutti i modi, portando avanti non i nostri interessi, ma quelli del territorio”.

Movimento cinque stelle

“uNA RIfORMA EPOCAlE: NESSuNA AZIENDA ZERO”

I sindaci: “Un’operazione verticistica che dimentica i bisogni e le voci dei territori”

“Azienda Zero e zero fondi per i disabili”. La rifl essione arriva dai consiglieri tosiani Ne-gro, Casali, Conte e Bassi che il 13 luglio

scorso avevano presentato un’interpellanza urgente alla Giunta per l’attivazione dei fondi a sostegno delle disabilità e per la predisposizione dell’atto economi-co-amministrativo dando così continuità al servizio nell’anno scolastico 2015/2016.“Un interrogazione senza risposta - spiegano i consiglieri - già a luglio avevamo chiesto l’attivazione con urgenza delle di-sposizioni dell’ art.60 della Legge Regionale 6/2015 dove al comma 2 si prevede che la Giunta sia autoriz-zata a stabilire i requisiti, i criteri e i termini per l’as-segnazione di un contributo alle province del Veneto quantifi cato in 6 milioni di euro per l’esercizio 2015. “Nulla è cambiato da allora – aggiungono i tosiani - se non che oggi le famiglie con fi gli disabili sensoriali con-tinuano ad attendere lo sblocco dei fondi e rischiano di rimanere senza sostegno e trasporti, ma la priorità della maggioranza in Commissione Sanità e del Presi-

dente Zaia pare sia solo e unicamente procedere con la realizzazione dell’Azienda Zero che stravolgerà la gestione sanitaria e sociale, accentrandola su un unico ente esterno al controllo regionale”.

“I rischi che avevamo previsto a maggio si stanno concretizzando – proseguono Negro, Casali, Conte e Bassi - cioè lasciare un migliaio famiglie nella più totale assenza di certezze nel ricevere un servizio fondamentale e il rischio per circa 600 operatori as-sistenziali di rimanere senza lavoro”.

Gruppo Tosi in Consiglio

“CI PREOCCuPA lO “ZERO fONDI” PER I DISAbIlI!”

L’assessore regionale alla Sanità

Luca Coletto

Dopo la pausa estiva, il progetto cultura-le itinerante Icaro torna in città con la presentazione del fi lm Kaos, incentrato

sulle persone senzatetto della città, realizzato dall’artista belga Sophie Samyn in collabo-razione con Mattia Buzzarello. L’iniziativa è promossa dall’Arci nell’ambito del bando Culturalmente 2014 della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. L’anteprima del fi lm sarà presentata all’Archivio di Stato di Rovigo venerdì 2 ottobre alle ore 21 e andrà poi in tour nei comuni di Bosaro, Ceregnano, Grignano Polesine e Polesella.

L’ispirazione è tratta dal lavoro a stret-to contatto con i senzatetto di Rovigo che Sophie Samyn ha condotto grazie ad un tirocinio con l’associazione Arcisolidarietà. “Le persone arrivano qui in città di notte e lasciano la città all’alba - spiega l’artista bel-ga - Mi ha sorpreso in particolare la diversità delle persone che arrivano da noi: donne, bambini, stranieri, italiani, tutti con percorsi di vita molto differenti e particolareggiati, ma alla fi ne molto simili al mio percorso”. Il videodocumentario è un viaggio poetico, della durata di 20 minuti.

Un viaggio attraverso Rovigo e i suoi luoghi vuoti, come le case abbandonate, il

vecchio ospedale, la scuola in disuso, attra-verso gli occhi di 2 o 3 protagonisti: i senza tetto che vivono in città, anche solo per una notte. Il fi lm segue queste persone nel loro quotidiano vagabondaggio e dà loro voce.

L’obiettivo non è realizzare un do-cumentario sociale ma creare un viaggio emotivo nel cuore di Rovigo, che rompa con la tranquilla facciata della città e dia ai senzatetto un’opportunità di esprimersi creativamente. I protagonisti dialogano davanti alla videocamera di Sophie tramite interviste condotte in maniera informale che focalizzano l’attenzione sulla loro situazio-

ne, compresi speranze, incubi, rimpianti. Parte del fi lm è ripresa dopo il tramonto, mediante inquadrature espressive.

“Mi sono sentita fortunata ad incontrare queste persone e parlare con loro - racconta la giovane artista ventottenne - Ho sempre pensato a dove vadano durante il giorno, ma soprattutto dove dormano quando ab-bandonano il ricovero. La vita in strada, sia scelta che imposta, mi affascina molto e da qui ho preso spunto per creare questo fi lm. Rovigo è una città apparentemente calma e pulita. Ma dietro questa facciata armoniosa, si nasconde il Kaos”.

di Melania Ruggini

La quotidianità dei senza tetto è un fi lml’idea

Alla scoperta del Delta del Po grazie a ViviDelta, il nuovo progetto di promozione delle attività di turismo

cooperativo, che promuove i valori della cooperazione, sostenibilità, socialità e col-laborazione andando a creare sinergie e reti tra i diversi attori locali. L’iniziativa, gestita da PolesineLab in collaborazione con Confcooperative Rovigo, è una vetrina di promozione e una piattaforma di e-commerce per le attività che il mondo della cooperazio-ne locale può offrire, favorendo occasioni di confronto e di metodi collaborativi tra le diverse realtà. Si tratta di un progetto in vero stile slow ad alto impatto ambientale, sociale ed educati-vo per riscoprire il Delta del Po come patrimonio oltre che dell’umanità e della comunità locale, anche di turisti e viaggiatori che vogliano scoprire appieno il territorio. Dal sito www.vividelta.it è possibile quindi prenotare e acquistare le prime 10 attività di pescaturismo proposte da un team di pescatori professionisti. La pescaturismo è un‘attività svolta dall’imprenditore ittico che attraverso la propria imbarcazione accompagna i turisti nella magia della navigazione nei luoghi dove quotidianamente lavorano, raccontando aneddoti e facendo scoprire luoghi inesplorati come lagune, scanni e sacche. Vi sono differenti tour da 2 a 4 ore divisi in tutto il territorio deltizio, che offrono escursioni ed esperienze uniche a contatto con la natura e il divertimento, attività usufruibili non solo per singole persone e piccoli gruppi ma anche per comitive e gite organizzate. Il progetto prevede di ampliare le proprie attività anche nel settore enogastronomico attraverso l’ittiturismo che permette ai turisti di pranzare e cenare nelle cavane e nelle abitazioni che i pescatori metteranno a disposizione preparando piatti con i loro prodotti coltivati e pescati.

la proposta elaborata dal Polesinelabvividelta, non Solo peScaturiSmo

Me. Ru.

In una delle sale del Museo della Bonifi -ca di Ca’ Vendramin è possibile visitare, dal 28 agosto al 1 ottobre, la mostra

“Another Landscape”, ideata dall’associa-zione culturale Città Invisibili di Porto Viro. L’ambito su cui è stato invitato a lavorare Marco Zanta è il contesto urbano, periur-bano e agricolo, situato lungo il tratto pole-sano della statale Romea e corrispondente all’area dell’antica linea di costa prima del-la formazione del Delta del Po moderno.

Attraverso lo sguardo di uno dei pro-tagonisti della fotografi a italiana contem-poranea, quale è Marco Zanta, si è voluto apportare un nuovo contributo all’immagi-nario legato al Delta, offrendo una lettura attualizzata del territorio, fuori dai luoghi comuni circoscritti al paesaggio naturale. Zanta, abituato per lo più ad ambienti metropolitani, ha prodotto tra le cittadine del Delta un lavoro nuovo sviluppato sul-la traccia delle sue più recenti rifl essioni fotografi che. A proposito di questo proget-to dice l’autore: “Oltre a rappresentare i luoghi m’interessa maggiormente capire le relazioni che s’instaurano nel territorio. Credo che l’aspetto che mi ha maggior-mente colpito di queste aree sia stato il tipo di sospensione temporale che pare circondare tutto. L’identità iconografi ca di questi luoghi continua a essere appa-rentemente simile a qualche decennio fa. Sembra non capitino grandi stravolgimen-ti. Ma quello che mi attira è il contesto nel quale tutto questo avviene. Siamo a

poche decine di chilometri da centri urbani e aree commerciali che hanno contribuito a creare il modello del Nord Est”.

“Modello che oggi pare fallito - pro-segue l’artista nella sua analisi - Qui ci si catapulta in un altro tempo, quasi un pe-riodo senza nostalgia. Insomma, mi sono sentito in bilico tra una diffi cile contempo-raneità e un insieme di mondi più lenti e attenti”. L’esposizione presenta una sele-zione dei lavori prodotti dai partecipanti al workshop tenutosi nell’autunno-inverno 2014.

Sono esposti lavori di: Marco Bovo-lenta, Maurizio Callegarin, Flavio Castel-lani, Marco Davolio, Denis Giusti, Lorenzo Lotti,Maria Nella Marangon, Fabio Moras-sutto, Barbara Munerato, Daniele Son-cin, Patrizia Tironi, Nicola Tramarin, Piero Turk,Moira Vespasiani, Silvia Vespasia-ni, Lucio Zambon.

A Ca’ Vendramin le foto di Marco Zantala magia del delta catturata con un clic

Me. Ru.

Rassegna Icaro La pellicola è realizzata da una artista 28enne belga

1Cultura provinciale

Deltarte La manifestazione è ormai arrivata alla terza edizione e funziona

Dopo 8 appuntamenti e 4 residenze d’artista lungo il Delta del Po, che hanno arricchito il territorio con mostre, murales e installazioni da aprile a settembre, il festival itinerante Del-

tArte chiude la manifestazione salutando da Rovigo il suo pubblico e dando appuntamento al prossimo anno.

L’ultimo appuntamento è sabato 26 settembre alle ore 18 alla Sala della Gran Guardia per i festeggiamenti fi nali. Per l’oc-casione sarà presentato il catalogo dell’intera manifestazione dal titolo “DeltArte si racconta” a cui seguirà il brindisi fi nale offerto dall’azienda la Galassa di Gavello sulle note della giovane musici-sta Sarah Convento e dei suo quartetto d’archi. Una delle novità importanti della III edizione è proprio la realizzazione del catalogo del festival, testimonianza tangibile dei progetti e degli artisti par-tecipanti non solo a questa ma anche alle edizioni passate, nonché l’elemento ideale per una divulgazione più capillare delle attività del festival.

Una carrellata di immagini e di testi accompagnerà il lettore in questi tre anni di intensa e capillare attività, grazie alla vincita del bando Culturalmente indetto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che ha visto quali capofi la le associazioni Cen-tro Studi Agnese Baggio di Adria e Voci per la Libertà di Rovigo. I numeri delle tre precedenti edizioni possono essere così riassunti: 90mila euro devoluti dalla Fondazione al progetto per artisti, staff organizzativo e materiali necessari alla realizzazione dei progetti; 10 comuni partecipanti; 90 artisti coinvolti; 15 sedi espositive; 30 mostre; 23 concerti; 6 murales realizzati; 17 installazioni site-specifi c; 3 workshop; 60 associazioni coinvolte.

Un ottimo risultato, considerando la giovanissima età del festi-val. Un mondo di opere, una rete di artisti e un universo di colori che le persone vivono direttamente sui muri, nelle strade o nei

musei delle proprie, prendendosi cura degli artisti e del lavoro che questi ultimi regalano alla comunità e al territorio, in luoghi prima dimenticati o scarsamente vissuti.

Il rapporto con la persona è centrale per DeltArte: installazioni, mostre e murales vanno progettati pensando al fruitore, con una visione olistica, che tenga conto dell’ambiente, del paesaggio, delle funzioni del luogo in cui essi sono collocati. In questo gli artisti possono rivoluzionare il territorio in cui i loro progetti si innestano.

Arrivederci alla kermesseIl bilancio è più che positivo

Alcuni momenti della manifestazione Deltarte

Me. Ru.

Nella foto Sophie Samyn

25Cultura veneta

Page 28: Bassapadovana sett2015 n110
Page 29: Bassapadovana sett2015 n110

27Turismo

di prelazione, quello che oggi è il Rosa Alpina da un optante, anzi dall’ente Tre Venezie che aveva liquidato questo optante, Rudolf Schif-feregger. Così da affi ttuario Pizzinini diventò proprietario di quell’albergo che allora aveva 50 letti ed era stato ammodernato nel 1927. Spese 725.000 lire.

Il dopoguerra non fu facile. Il turismo in Badia cominciò a crescere solo dopo le Olim-piadi invernali di Cortina. Nel 1957 anche San Cassiano ebbe il suo primo sklilift. Le bombe degli indipendentisti sudtirolesi negli anni ’60 provocarono un calo delle presenze italiane, ma dopo il 1969 quando la regione potè av-valersi del pacchetto di autonomie concesso dal Governo italiano, queste ripresero a crescere. Per effetto del fatto che la Val Badia, a diffe-renza di Cortina e della Val Gardena, non subì il saccheggio edilizio. Il Rosa Alpina, nome po-

polare del rododendro di montagna, crebbe in sintonia con l’armonico sviluppo turistico della valle, frutto del rispetto per l’ambiente nutrito dai badioti, intimamente rimasti contadini nel senso nobile del termine.

In pochi anni l’albergo da pensione di pae-se divenne un albergo blasonato e poi anche un ristorante stellato. “Negli anni Ottanta” ricorda Paul Pizzinini, nel frattempo rientrato da Wup-perthal in Germania, dove si era fatto le ossa “anche il bar faceva la sua parte. Le serate di musica con il cocktail giusto garantirono ottimi incassi”. Nel 1993 avvenne il salto di qualità, sempre con la regia di Paul. E il Rosa Alpina diventò quello che è oggi, un albergo di lusso. Nel 2000, dopo sette anni di attesa, entrò a far parte della prestigiosa associazione dei Relais & Chateaux. Paul, che nel frattempo si era ri-sposato con Daniela Steiner dopo il lutto della

perdita della prima moglie, ricorda che papà Mi-chelangel gli diceva sempre di imitare i migliori. “Un inverno ci permettemmo di aumentare i prezzi due volti” confessa Paul “tanto il turismo di alto profi lo tirava. Il segreto per fi delizzare i clienti è quello di offrire loro quello che voglio-no. E così è stato anche nella ristorazione”. Il Rosa Alpina oggi vanta anche il primato nella ristorazione della valle. Il ristorante “St. Hu-bertus”, dove opera Norbert Niederkofl er (animatore di tutte le iniziative di valorizzazio-ne gastronomica dell’Alto Adige), si fregia di due stelle Michelin. E’ uno dei tre stellati storici della Val Badia. Paul Pizzinini nel frattempo ha ceduto il timone del Rosa Alpina al fi glio Hugo e alla nuora Ursula, mentre la moglie Daniela dirige la lussuosa beauty farm. L’hotel com-prende anche una suite, in realtà un apparta-mento, su cui si favoleggia molto, poiché ospita

spesso personaggi di alto rango che con gli altri clienti non condividono nemmeno il garage. In pubblico non si fanno mai vedere. Oggi il Rosa Alpina è l’unico albergo di alta gamma in Alto Adige ad aver abolito la mezza pensione, non ritenendola più adeguata al profi lo dell’hotel e all’obiettivo di puntare ad un hotellerie di gran classe. Seppure l’albergo conserva un’anima fortemente legeta alla valle e lo si vede dall’uti-lizzo di materiali tradizionali negli arredi: legno, lana, loden e mobili dell’artigianato contadino. Paul ha anche costruito una centrale idroelet-trica ed è stato il fondatore del Museum Ladin Ursus ladinicus di San Cassiano, inaugurato nel 2011 e dedicato all’orso preistorico dolo-mitico. Dire che la famiglia Pizzinini ama la Val Badia è persino riduttivo, perché la valorizza-zione di questo territorio alpino straordinario è il suo stesso motivo di vita.

1 Turismo

Se vogliamo risalire alla fatidica prima pietra bisogna tornare indietro nel tem-po fi no al 1850. Il Rosa Alpina nacque

come Vidum, una casa parrocchiale aperta, e venne edifi cato grazie a una donazione della famiglia Crazzolara. Furono i parrocchiani a gestire allora anche l’osteria e le poche camere ricavate per gli ospiti. All’epoca San Cassiano era un puntino sulla carta geografi ca, cento anime in tutto. E come l’intera Val Badia era sotto il Tirolo austriaco e la corona degli Asbur-go.

La famiglia Pizzinini, ladina come i Crazzolara e come le tante altre famiglie che da generazioni costituiscono l’anima più vera della valle, proveniva dal mondo dell’artigiana-to. Fu Michelangel negli anni Venti ad avere per primo l’intuizione che il turismo avrebbe potuto diventare il futuro di quell’ area dolomi-tica, dispensando benessere a quanti avessero saputo investire con saggezza e lungimiranza.

In un libro “Mariangel Pizzinini d’Rungg - Memorie di un Kaiserjager e albergatore” rac-contando la sua storia personale svela com’è nato quello che oggi è uno degli alberghi più famosi delle Dolomiti, e non solo. Il Rosa Alpi-na di San Cassiano, appunto. Orgoglio della famiglia Pizzinini e luogo d’incontro privilegia-to di personaggi di primo piano (fra cui anche teste coronate e sceicchi) ma anche di sem-plici appassionati della montagna.

L’ospitalità della famiglia Pizzinini, un patrimonio che si tramanda da generazioni e oggi nella mani di Paul (l’ottavo dei dieci fi gli di Michelangel) e di suo fi glio Hugo, è un sentimento sincero. Un valore immediatamen-te percepibile.

Michelangel combattè la prima guerra mondiale. Come tanti altri ladini visse la con-traddizione di doversi arruolare e vestire la divisa del leggendari Kaiserjager (i cacciatori dell’imperatore) per combattere contro quello che alla fi ne della guerrà divento il loro nuovo paese: l’Italia. Non meno amato dell’Austria, a conferma dell’assurdità della guerra. Michelan-gel dopo il confl itto si dedicò al commercio del legname e anche all’agricoltura. Poi divenne esattore delle tasse. Nel frattempo aveva aper-to a Pedraces anche la sua prima pensione, a cui dette il nome della moglie: Theresa.

L’occasione della vita capitò in un momen-to drammatico per l’Alto Adige – Sud Tirolo: le opzioni. Una decisione presa da Hitler e Mussolini per risolvere una volta per tutte il problema della regione. Entro il 1939 gli alto-atesini che lo avessero voluto avrebbero potuto vendere i loro beni ed emigrare in Austria (nel frattempo diventata parte del Terzo Reich). Fra optanti e Dableider , ovvero gli altoatesi-ni che invece volevano rimanere, si creò una frattura profonda. La Val Badia era l’unica valle in cui i Dableider erano maggioranza. Miche-langel Pizzinini acquistò, sfruttando il diritto

Alto Adige

ALCUNE IMMAGINI STORICHE DELL’HOTEL ROSA ALPINA DI SAN CASSIANO E DELLA FAMIGLIA PIZZININI CON IL CAPOSTIPITE MICHELANGEL E I SUOI DIECI FIGLI. QUI SOPRA, DA SINISTRA: HUGO PIZZININI

CON LA SUA FAMIGLIA, LO CHEF STELLATO NORBERT NIEDERKOFLER E PAUL PIZZININI, A CUI SI DEVE LA CONSACRAZIONE FRA I RELAIS & CHATEAUX. NELLE DUE IMMAGINI PIÙ RECENTI: L’ESTERNO DEL ROSA

ALPINA, IL 5 STELLE LUSSO DI SAN CASSIANO, E UNA CAMERA DELL’HOTEL

Il suo ottavo fi glio Paul completò l’operanegli anni Ottanta scommettendo sul lusso

come gli suggerì saggiamente suo padreL’azienda, ora guidata dal nipote Hugo

ha un altro fi ore all’occhiello di prestigio:il ristorante St. Hubertus, due stelle Michelin

di Renato Malaman

La famiglia proprietaria dell’Hotel Rosa Alpinal’albergo di San Cassiano nato come pensionee oggi tra i più famosi Relais & Chateaux d’Europatrae la sua fortuna dalle intuizioni di Michelangelche dopo la prima guerra mondialecapì che il turismo era il futuro della valle

SÌ, viaggiare

I Pizzinini, la Val Badia nel cuore

Page 30: Bassapadovana sett2015 n110

I vermi intestinali del cane e del gatto

IL VETERINARIO A cura del dott. Gildo Baroni

Uno dei problemi più frequenti per i possessori di cani e gatti è certamente rappresentato dai vermi intesti nali, parassiti che vivono a spese di un altro organismo indebolendolo e, a volte, causando gravi patologie. Tra i parassiti più importanti troviamo:1. Ascaridi: sono i vermi intesti nali più frequenti negli animali giovani in quanto trasmessi dalla madre nella fase fi nale della gravidanza e con il latt e materno. La trasmissione avviene att raverso l’ingesti one di uova.2. Tenia: presente in cani e gatti di qualsiasi età. I ver-mi si insediano nell’intesti no dove consumano parte del cibo ingerito dall’animale. La trasmissione avvie-ne prevalentemente att raverso le pulci.3. Tricuridi: infett ano animali di tutt e le età. Gli adulti si att accano alla parete intesti nale nutrendosi di san-gue. La trasmissione avviene att raverso l’ingesti one di uova.4. Anchilostomi: più frequenti negli animali giovani. I parassiti adulti si att accano alla parete intesti nale nu-trendosi di sangue. La trasmissione avviene att raver-so l’ingesti one di uova. Le larve possono anche entra-re nell’organismo att raverso la pelle o trasmesse con

il latt e materno. Le verminosi intesti nali rivestono parti colare importanza negli animali giovani, vista la loro ancora carente risposta immunitaria, dove pos-sono provocare debolezza, dimagrimento, patologie cutanee, fi no ad arrivare, in caso di infestazioni mas-sive, a diarree profuse, disidratazione ed anemie che possono portare anche alla morte del soggett o. In un animale adulto, nella maggioranza dei casi, un’infe-stazione non mostra sintomi parti colari mentre nei casi più gravi si possono notare opacità del pelo, di-magrimento e diarrea di varia enti tà. A parte i casi in cui le larve sono visibili ad occhio nudo (proglotti di della tenia) l’unico metodo per avere una diagnosi sicura è l’esame microscopico di un campione di feci. In caso di verminosi intesti nali il veterinario di fi ducia saprà consigliare la terapia più idonea, in commercio ci sono diversi otti mi prodotti , compresse o creme per via orale, fi alett e da applicare sulla cute o solu-zioni iniett abili contro i parassiti più comuni. Normal-mente eff ett uando un paio di tratt amenti il problema si risolve e raramente è necessario procedere ad ul-teriori terapie.

Dott. Gildo Baroni - Tel. 0425 471076 mail: [email protected]

Educazione e cani (prima parte)

L’ESPERTO Dott.ssa Veronica Ferrarese - Educatrice cinofi la*

“Educato corrett amente un uomo può essere il migliore amico del cane”, questa aff ermazione dell’umorista americano Ford conti ene una gran-de verità, ovvero educare un cane signifi ca prima di tutt o educare se stessi a capire il proprio amico a quatt ro zampe, imparare a conoscerlo, a rispet-tarlo e dunque a volergli bene. Il cane infatti per vivere sereno ha bisogno di se-guire delle regole, di sapere ciò che può o non può fare e ha bisogno di coerenza da parte del proprietario il quale, a sua volta, deve imparare a comprendere e rispett are le esigenze del suo amico. Pertanto, l’educazione è un’atti vità che ri-guarda sia il cane che il proprietario, un percorso a due, guidato da un professionista, in cui è fon-damentale insegnare al cane delle competenze di modo che sappia come comportarsi nelle diverse situazioni di vita quoti diana; un cane senza regole è infatti spesso un cane stressato, agitato e ad-diritt ura aggressivo. Per quanto riguarda quando iniziare un percorso educati vo, io consiglio di ri-volgersi ad un professionista appena il cane arri-va a casa, sia che si tratti di un cane adott ato già

adulto sia che si tratti di un cucciolo di pochi mesi (ovviamente dopo che è stato sott oposto ai vac-cini): imparti rgli sin dall’inizio corrett e abitudini è senza dubbio più semplice rispett o ad una ri-educazione o ad un recupero comportamentale, quando il danno è già stato fatt o. A mio avviso l’educazione è fondamentale, ed in certi paesi è addiritt ura obbligatoria, se si vive in citt à o se si tratt a di cani impegnati vi che mal guidati possono diventare diffi cili da gesti re e pericolosi per l’incolumità pubblica, a tal propo-sito non serve pensare necessariamente al cane aggressivo che morde ma anche per esempio ad un cane molto ti moroso che scappa. Collegando-ci alla massima iniziale, non dimenti chiamoci che l’educazione riguarda in primis il proprietario, un cane educato infatti è un cane ben gesti to e ben voluto dalla colletti vità.

*Educatrice cinofi la che collabora con il Rifugio Cipa

questi e tanti altri simpatici musetti li trovate al rifugio c.i.p.a. di fenil del turco (ro), via argine zucca n° 3/e tel. e fax 0425/476835 – mail: [email protected] – sito: www.legadelcanerovigo.com facebook: facebook.com/legadelcanerovigo – twitter: twitter@legadelcane – Youtube: rifugiocipatv

ADOTTAMICORTEZ è

un segugio maschio

sterilizzato. E’ strepito-

so!! Buono, coccolone e

socievole. E’ un vero tesoro! Va a passeggio al guinzaglio e va d’accordo con gli altri cani.

E’ adatto a famiglie anche con bambini.

GAUGUIN è un meticcio sterilizza-to, taglia piccola.

Ha un passato diffi cile. E’ timido e discreto, gli pia-ce molto andare a passeggio e si lascia toelettare, è adatto a famiglie con altri cani, adolescenti e/o

persone anziane.

GIANDUIA è un meticcio

maschio sterilizzato. Gli

piace andare a passeggio

e stare in compagnia di persone dai modi delicati e

che lo rispettano. Per lui stiamo cercando un ambiente tranquillo come unico cane.

KENZO è un

cucciolone di 7 mesi.

Allegro, vivace

e di gran compagnia! Va a passeggio al guinzaglio e va d’accordo con gli

altri cani. Adatto a famiglie anche con bambini. Venite a conoscerlo!

MASCÒ è un meticcio di

taglia media. Adora stare

in compagnia delle persone e fare attività ludiche ed educative! Va a passeggio al guinzaglio ed è adatto a famiglie com-

poste da adulti. Venite a conoscerlo!

SHARON è una meticcia di

taglia media. E’ allegra, ener-

gica e di gran compagnia! Va a passeggio al guinzaglio e va d’accordo

con gli altri cani. E’ un cane che adora svolgere attività all’aria aperta. Un vero

spreco che sia qui in Rifugio!

LILLA è una meticcia sterilizzata,

taglia media. Va a passeggio al

guinzaglio e va d’accordo con gli

altri cani. E’ adatta a famiglie tranquille senza bambini che con i loro giochi sfrenati potrebbero metterla in diffi coltà. E’ un cane a cui piace tanto stare

in compagnia delle persone.

MAX è un meticcio maschio sterilizza-

to, taglia media. E’ di grande com-pagnia, maestoso

ed esuberante. Scala le recinzioni quindi per lui stiamo cercando una famiglia che lo faccia vivere in casa. E’ l’ideale per chi vuole un cane con cui svolgere attività

fi siche, ludiche ed educative.

APO è un me-ticcio maschio

sterilizzato, taglia media.

E’ un cane buonissimo! E’ adatto a famiglie anche con bambini piccoli e persone anziane, va d’accordo

con gli altri cani. Adora le coccole e stare in compagnia delle persone.

SYBELLE è una meticcia femmina sterilizzata, taglia

media. E’ stata salvata da una situazione

orribile. Gioca, conosce il “seduto”, dà la zampa e adora i grattini sulla schiena! Per lei stiamo cercando una

famiglia possibilmente senza bambini e senza altri cani in quanto ha bisogno di un

ambiente tranquillo per dare il meglio di sè.

Tuteliamo la salute dei nostri ospitinutrendoli solo con Prolife!

nimaliAdei nostri amici con il

patrocinio di

Informazione a pagamento a cura degli esperti del settore Tanti altri approfondimenti e notizie in più su www.lapiazzaweb.it/category/animali

Page 31: Bassapadovana sett2015 n110
Page 32: Bassapadovana sett2015 n110
Page 33: Bassapadovana sett2015 n110

Informazione a pagamento a cura degli esperti del settore www.lapiazzaweb.it/category/diritti/Per partecipare alla rubrica chiamare il numero 049 8704884

diritto PeNale

trevisan ok

Sempre di più stretta attualità e tema di un acceso di-battito in ambito nazionale è il problema della guida in stato di ebbrezza. Questo fenomeno, nel corso degli

anni, ha assunto via via connotati sempre più problematici e di vero e proprio allarme sociale, tanto da spingere il legisla-tore, con sempre maggior frequenza, a intervenire inaspren-do le sanzioni a carico degli automobilisti. La normativa di riferimento è l’art. 186 del Codice della Strada (mentre per i neopatentati e altre categorie sussiste un altro articolo ad hoc, il 186 bis, qui non preso in considerazione) che suddi-vide, o meglio gradua le sanzioni a carico del guidatore a se-condo del tasso alcolemico riscontrato. La soglia minima, ol-tre la quale scatta la contestazione è normativamente fi ssata in 0,5 ed è calcolata in base alla quantità in grammi di alcol presenti in un litro di sangue (g/l). Dallo 0,8 e successivi si ha la confi gurazione di un reato penale (mentre nell’ipotesi più lieve rimane illecito ammnistrativo). La contestazione, di regola, avviene a mezzo di un strumento chiamato “al-coltest” che misura la quantità di alcol contenuta nell’aria respirata, ovvero con prelievo del sangue, ma in taluni casi può anche essere accertato sulla base di elementi sintomati-ci. Peraltro, a nulla vale il rifi uto di sottoporvisi che confi gura,

La guida in stato di ebbrezza

Studio legale avv. tommaso rossi, via i° maggio n. 3, rosolina (ro)tel. e fax 0426.340007 - e-mail: [email protected]

Avv. tommASo roSSianzi, la sanzione prevista dall’ipotesi più grave. Per quanto riguarda le sanzioni, come detto, queste si suddividono in base al tasso alcolemico riscontrato e vanno dal pagamento di una somma da 531 euro a 2.125 euro all’ammenda da 1.500 euro a 6.000 euro e l’arresto da 6 mesi a 1 anno. Anche la sospensione della patente varia da un minimo di 3 mesi a un massimo di 2 anni (con raddoppio di sanzioni o, addirittura, revoca nell’ipotesi di incidente stradale). Inoltre, nell’ipotesi di guida con tasso alcolemico superiore a 1,5 (g/l) è prevista anche la confi sca del veicolo (salvo che appartenga a persona estranea al reato). Ulteriori aumenti sono previsti in particolari situazioni. Salvo eccezioni, la pena detentiva e pecuniaria può essere sostituita, anche su richiesta dell’imputato, con quella del lavoro di pubblica uti-lità consistente nella prestazione di un’attività non retribuita a favore della collettività da svolgere presso enti od organiz-zazioni convenzionate. L’effetto concreto dello svolgimento positivo del lavoro è la riduzione alla metà della sanzione della sospensione della patente e la revoca della confi sca del veicolo sequestrato.

Hai delle domande inerenti a questo argomento?scrivi a [email protected]

rossi ok

“Fermo tecnico e qualifi cazione del danno”Cass. 11515/2013

diritto stradale

Con la sentenza n. 11515/2013, la Corte di cassazio-ne è intervenuta su un caso di richiesta di risarcimento danni da fermo tecnico. Il tribunale di Roma, si era

pronunciato in senso negativo, affermando che nel caso di specie il fermo tecnico avrebbe potuto essere concesso solo se il danneggiato avesse dimostrato di avere effettuato degli interventi di riparazione del veicolo. Il successivo ricorso in cassazione, quindi, verteva principalmente sulla presunta vio-lazione e falsa applicazione degli artt. 1223, 1226 e 1227 c.c., così come richiamati dall’art. 2056 c.c. in relazione alla domanda di liquidazione del danno da fermo tecnico. Il ricorrente contestava l’orientamento assunto dal tribunale, ritenendo che il danno da fermo tecnico fosse desumibile dall’indisponibilità del mezzo, a prescindere dall’effettiva ne-cessità di dover riparare materialmente l’autovettura inciden-tata. La Suprema Corte ammette che il proprio orientamento più recente prevede la possibilità della liquidazione equitativa del danno da “fermo tecnico” anche in assenza di prova specifi ca, tuttavia, traendo spunto dalla fattispecie in esame, evidenzia anche come il proprio orientamento maggioritario induca a ritenere superato l’opposto orientamento,ritenendo,

Studio trevisan di trevisan Susanna. recupero danni - infortunisti ca Stradale este (PD) - tel:0429603778 - via Atheste, 44/F - [email protected]

Hai delle domande inerenti a questo argomento?scrivi a [email protected]

al contrario, preferibile che ogni danno (quindi anche quello da fermo tecnico) vada provato. La corte di legittimità ritiene che il ricorrente non abbia colto la ratio decidendi della senten-za del tribunale di Roma, la quale si fonda sull’insussistenza di un danno da fermo tecnico e sulla considerazione che dalla mancata riparazione del veicolo si debba desumere la relativa indisponibilità dello stesso. L’assenza della riparazione esclu-de l’indisponibilità del mezzo e, di conseguenza, esclude anche la sussistenza di un danno da fermo tecnico. La Corte di cassazione rileva che il ricorrente si sia limitato a dedurre un’asserita violazione di legge e un vizio motivazionale che, tuttavia, non incidono direttamente su quanto statuito dal tribunale di Roma. Per tali motivi, la Corte di cassazione ha ritenuto che le contestazioni mosse dal ricorrente dovessero essere ritenute prive di pregio. La sentenza n. 11515/2013 della Corte di cassazione fa il punto sulla giurisprudenza di in tema di qualifi cazione del danno da fermo tecnico, ponendosi l’ambizioso obiettivo di individuare un punto fermo nel deda-lo di orientamenti giurisprudenziali.

StUDio treviSAN Di treviSAN SUSANNA

diritto del lavoro

Ai lavoratori dipendenti è riconosciuto il diritto, ad un periodo di ferie retribuite, nella misura non inferiore a quattro settimane di lavoro. Il motivo fondamen-

tale di tale diritto, tutelato esplicitamente dall’art.36 della Costituzione, è quello di poter reintegrare le energie psico-fi siche spese durante la prestazione lavorativa e di poter partecipare in maniera più intensa alla vita sociale e fami-liare. Le ferie sono un diritto, ma costituiscono anche un obbligo, per cui non possono essere oggetto di rinuncia da parte dello stesso lavoratore, possono essere differite nel loro godimento, ma solo entro determinati limiti temporali (in genere entro 18 mesi, ma i contratti collettivi possono prevedere periodi diversi) e possono essere retribuite, in caso di mancato godimento, solo in casi limitati, primo fra tutti, la cessazione del rapporto di lavoro. La decisione sul periodo di godimento e sulle modalità di fruizione delle ferie è considerata attività organizzativa riservata al datore di lavoro, fermo restando che il lavoratore ha diritto, se lo richiede, a fruire almeno di due settimane consecutive.

L’illegittimo diniego al dipendente di usufruire delle fe-rie può comportare oltre che una sanzione amministrativa a carico del datore di lavoro, anche la causazione al lavo-

ratore, di un danno non patrimoniale (danno all’integrità psicofi sica), pienamente risarcibile. Oltre alle ferie, i lavora-tori dipendenti possono benefi ciare, in alcune circostanze, di periodi di astensione legittima dal lavoro, usufruendo dii cosiddetti periodi di congedo ovvero di permessi. In caso di matrimonio avente validità civile il lavoratore può fruire, previa richiesta anticipata al datore, di 15 giorni di congedo retribuito, così come mantiene il diritto alla conservazione del posto e a una indennità, corrisposta dall’INPS, il lavo-ratore richiamato alle armi. Riguardo invece ai permessi, regolati anch’essi dalla legge e dai contratti collettivi, I la-voratori hanno diritto ad un permesso retribuito di tre giorni (non sono considerati i festivi e giorni non lavorativi) all’an-no in caso di decesso o di documentata grave infermità del coniuge, anche se legalmente separato, o di un parente entro il secondo grado, anche non convivente, o di un soggetto componente la famiglia anagrafi ca. Altri permessi sono previsti per motivi medici e sanitari (tossicodipenden-ze, disabilità) e in caso di partecipazione del lavoratore alle operazioni elettorali quale componente di seggio.

Avv. Piero gAlimbertiFerie, permessi e assenze dal lavoro

avv. Piero galliMBErti - B.S.giovanni – via Matt eotti n.1115/a - 30015 - Chioggia (vE) tel. 041-5542025 fax 041-5541511 - Cell.3296273511 - PEC: piero.gallimberti @venezia.pecavvocati .it

Hai delle domande inerenti a questo argomento?scrivi a [email protected]

galimberti ok

FisCalita’, Norme e triButi

Continuando nella nostra disamina dei rimedi esperibili nell’ ipotesi che Vi siate trovati nella situazione di aver omesso un pagamento dovuto all’ Erario, o di esserVi

dimenticati una scadenza, parleremo, questo mese, del rime-dio, c.d. del “Ravvedimento Operoso”. Anche su tale Istituto la legge di Stabilità 2015 ha inciso profondamente, con la conseguenza che, da quest’anno, i contribuenti possono sana-re i mancati versamenti fi scali, con sanzioni ridotte, senza limiti di tempo, e che le cause ostative all’utilizzo del ravvedimento operoso vengono limitate al solo caso in cui al contribuente sia stato già notifi cato un atto di liquidazione o un avviso di accer-tamento (con la conseguenza che un contribuente che abbia subito un’attività di ispezione e verifi ca da parte dell’ Agenzia o della GdF, potrà ancora usufruire del ravvedimento opero-so per sanare la propria posizione, prima che il conseguente accertamento gli venga notifi cato). I termini per usufruire del ravvedimento e le relative sanzioni, così divengono:

- Pagamento entro14 giorni: sanzione dello 0,20% gior-naliero;

- dopo 30 giorni: sanzione ridotta del 3%;- dopo 90 giorni: sanzione ridotta del 3,3%;- dopo 1 anno: sanzione del 3,75%;

il ravvedimento operoso 2015

a.P.i.v. – associazione Piccoli imprenditori, arti giani e lavoratori autonomi delle venezieCentro CaF - Consulenza Commerciale, tributaria, Contabile e Crediti zia - amministrazione del Personale – Successioni

Sede: 30030 Martellago (ve), P.zza vitt oria 97 - info: apivtrieste-confesercenti [email protected] - Cell: 348.3161877

a Cura di a.P.i.v.

- dopo 2 anni: sanzione del 4,2%;- Oltre 2 anni: sanzione del 5%;Naturalmente, oltre al versamento dell’imposta e della

sanzione, in misura ridotta, il contribuente dovrà versare anche gli interessi di mora, calcolati al tasso legale annuo a partire dal giorno in cui il versamento avrebbe dovuto essere effettuato e sino al giorno di effettivo versamento.

In pratica, con le nuove regole il Fisco concede la possi-bilità di ravvedersi anche senza limiti di tempo, con sanzioni sempre ridotte, al massimo il 5% e la sanzione piena, del 30%, resta applicabile esclusivamente nel caso di accer-tamento. In conseguenza, dal 31 Dicembre 2015 viene abrogato l’istituto dell’acquiescenza integrale ai Pvc, gli inviti al contraddittorio e a tutti gli atti defi nibili emessi dall’Agenzia delle Entrate (non preceduti da Pvc o invito).

Naturalmente, oltre al versamento dell’imposta e della sanzione, in misura ridotta, il contribuente dovrà versare anche gli interessi di mora, calcolati al tasso legale annuo a partire dal giorno in cui il versamento avrebbe dovuto essere effettuato e sino al giorno di effettivo versamento

Hai delle domande inerenti a questo argomento?scrivi a [email protected]

apiv ok

Giolo ok

franceschetti ok

studio CommerCialista

Possedere un’immobile e darlo in locazione a volte ai fi ni fi scali riserva delle sorprese. La sicurezza di percepire regolarmente redditi d’affi tto è il rischio che si fa carico

ogni locatore di immobile ad uso abitativo o ad uso com-merciale. Fiscalmente l’art. 26, comma 1, del TUIR, precisa che “i redditi fondiari concorrono, indipendentemente dalla loro percezione, a formare il reddito complessivo”. Pertanto, i canoni di locazione vanno assoggettati a tassazione anche qualora non siano stati percepiti per morosità del conduttore. In tale fattispecie, quindi, si verifi ca un doppio danno per il lo-catore che resta doppiamente esposto, non ricevendo i canoni dal locatario e dovendo inoltre anticipare al fi sco imposte per introiti che non ha materialmente incassato da diversi mesi. Per evitare questa tassazione lo stesso articolo 26, comma 1, del TUIR, prosegue prevedendo che i canoni di locazione non percepiti: “…non concorrono a formare il reddito dal momento della conclusione del procedimento giurisdizionale di convalida di sfratto per morosità del conduttore.” Pertanto a partire dalla data indicata dal giudice nella sentenza di con-valida di sfratto, il soggetto potrà evitare di sottoporre a tassa-zione i canoni di locazione non percepiti. Rimane comunque la complicazione che tale esonero sia condizionato alla pro-

Locazione: tassazione dei canoni non percepiti

Studio Commercialista dott . Sergio Franceschetti – viale venezia n. 11 – 35026 Conselve (Pd) tel. 049.5385120 Fax. 049.9514826 - dott .sergio@studiofranceschetti .com

dott. SErgio FranCESCHEtticedura giudiziale e ai lunghi tempi che possono servire per risolvere un’eventuale controversia e ottenere uno sfratto. Di recente il fi sco, tenendo conto dell’evoluzione giurispru-denziale in materia, ha preso in considerazione la possibilità per il contribuente di non dichiarare gli affi tti non riscossi se dimostra l’intervenuta risoluzione del contratto. Nei contratti di locazione è frequente la presenza di una clausola risoluti-va espressa con la quale i contraenti convengono che il con-tratto si risolve di diritto se il conduttore non paga il canone entro una certa scadenza, poi sarà il giudice ad accertare la risoluzione del contratto. Tuttavia senza ricorrere al giudice, il contratto si intende risolto anche a seguito di diffi da ad adempiere (art. 1454 c.c.) attraverso una raccomandata con avviso di ricevimento, in cui il locatore contesta al con-duttore l’inadempimento e comunica di avvalersi della clau-sola risolutiva. In ogni caso i canoni di locazione non riscossi non verranno tassati dal momento in cui il proprietario, dopo avere registrato alle Entrate la risoluzione anticipata, dimo-stri con un verbale di rilascio con data certa, che l’immobile non è più occupato dal conduttore.

Hai delle domande inerenti a questo argomento?scrivi a [email protected]

risarCimeNto daNNi

Le procedure giudiziali in Italia hanno a volte tempistiche troppo lunghe, che di fatto possono arrecare un danno pa-trimoniale o non patrimoniale al cittadino, leso dalle lun-

gaggini della giustizia. La Corte Europea dei diritti dell’uomo con la “Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali” ha posto un freno a ciò. La c.d. Legge Pinto (n° 89 del 24.03.2001 e successive modifi che) prevede, infatti, un’equa riparazione del danno in caso di vio-lazione del termine ragionevole del processo. I criteri fi ssati dalla L. Pinto indicano detto termine nel superamento di: a) 3 anni per il I°= grado; b) 2 anni per il 2°= grado; c) 1 anno nel giudizio di legittimità in Cassazione; d) 3 anni per il proces-so di esecuzione forzata; e) 6 anni per la procedura concorsua-le. Tuttavia per aversi un danno risarcibile occorrerà che siano superati complessivamente i 6 anni di durata del giudizio. La somma spettante a titolo di indennizzo varia da un minimo di € 500,00 ad un massimo di € 1.500,00 per ciascun anno, o frazione di anno superiore a sei mesi, che eccede i succitati termini di ragionevole durata del processo. Detto risarcimento deve tener conto: 1) dell’esito del processo in cui si è verifi -cata la violazione; 2) del comportamento del giudice e delle

processo troppo lungo? l’irragionevole durata può essere risarcita

Studio legale avvocato laura giolo - via g. Mazzini, 12 - 45100 rovigo tel. 0425/21221 - Fax 0425/28796 - email: [email protected]

Avv. lAUrA gioloparti; 3) della natura degli interessi coinvolti; 4) del valore e della rilevanza della causa, valutati anche in relazione alle condizioni personali della parte. Il Magistrato, tuttavia, nell’e-sercizio del suo potere discrezionale, dovrà valutare anche la complessità del caso e l’oggetto del procedimento. Detti criteri sono stati affi nati dalla Corte di Cassazione con senten-za n° 803 del 20.01.15, la quale ha anche chiarito che il risarcimento non è dovuto se l’irragionevole durata del pro-cesso è da imputarsi ad inutili e pretestuosi rinvii chiesti dalla parte. La domanda di equa riparazione si propone, a mezzo avvocato, con ricorso al Presidente della Corte d’Appello del distretto in cui ha sede il giudice competente. L’azione, salvo casi particolari, va promossa nei confronti del Ministro della Giustizia, entro il termine tassativo di 6 mesi dal momento in cui la decisione che conclude il procedimento è divenuta defi nitiva. Addì 18.05.15 è stato siglato un accordo con la Banca d’Italia al fi ne di velocizzare le procedure per il pa-gamento degli indennizzi deliberati, che fi nalmente prevede tempi massimi per il risarcimento di soli 120 giorni.

Hai delle domande inerenti a questo argomento?scrivi a [email protected]

La morte improvvisa di un proprio caro è sempre un evento che lascia un vuoto e apre un dramma inso-stenibile dal punto di vista psicologico e a volte anche

economico. La legge riconosce ai prossimi congiunti di una vittima di omicidio colposo (incidente stradale, sul lavoro o malasanità), il diritto ad ottenere il risarcimento dei danni subiti. Il risarcimento del danno non corrisponde, come spesso si ritiene, ad una divisione tra gli eredi di una som-ma astrattamente corrispondente al valore della vita persa, ma ad “una moltiplicazione di risarcimenti per quanti sono i parenti” anche se non sono eredi.

Ad esempio, il risarcimento di un fratello o di un ge-nitore della vittima non diminuisce in alcun modo il risarci-mento del coniuge o dei fi gli poiché ogni singolo parente ha diritto a ricevere il ristoro del proprio dolore per la per-dita subita senza che venga intaccato quello di un altro congiunto. Il risarcimento deve comprendere sia il Danno non patrimoniale (danno morale, danno alla salute etc.) sia il Danno patrimoniale (spese funerarie e perdita delle utilità economiche che il defunto destinava alla famiglia).

Per la quantifi cazione del risarcimento del danno morale da morte viene prevalentemente applicata la sotto

riportata Tabella adottata dal Tribunale di Milano: A favo-re di ciascun genitore per morte di un fi glio e viceversa da 164.000 euro a 328.000 euro, a favore del coniu-ge (non-separato) o del convivente da 164.000 euro a 328.000 euro, a favore di ciascun fratello per morte di un fratello da 23.750 euro a 142.400 euro, a favore di ciascun nonno per morte di un nipote da 23.750 euro a 142.400 euro.

La quantifi cazione economica del risarcimento viene proporzionata tenendo in considerazione i criteri correttivi: età (della vittima e del parente), convivenza (della vittima con il parente) ed esistenza in vita di altri familiari dello stesso grado di parentela della vittima. Il risarcimento può subire una diminuzione percentuale per eventuale concorso di colpa della vittima. Per quanto riguarda la prescrizione del diritto al risarcimento del danno, la richiesta va inviata per la prima volta entro il termine massimo di 14 anni (o 20 anni in caso di omicidio colposo aggravato da guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti), salvo il caso di sentenza penale passata in giudicato.

Risarcimento del danno da morte per omicidio colposodiritto della CirColaZioNe stradale

avv. giovanni Fiaccabrino - tel. 049/8713351 – giovanni.fi accabrino@studiofi accabrino.itPiazzett a della garzeria, 8 – Padova

avv. giovanni FiaCCaBrino

Hai delle domande inerenti a questo argomento?scrivi a [email protected]

fi accabrino rec ok

rivalsa datore di lavoro

Nonostante la giurisprudenza italiana in materia sia consoli-data fi n dal 1998 e confermata dalle più recenti sentenze, pochi datori di lavoro chiedono il risarcimento nel caso in

cui un loro dipendente sia stato vittima di un incidente stradale. A giocare un ruolo chiave nella sostanziale rinuncia ad un diritto acclarato è la scarsa conoscenza della normativa e dei verdetti dei tribunali di ultimo grado. Eppure la fattispecie è frequente: se il lavoratore di un’azienda viene coinvolto in un sinistro stradale, in caso di danni fi sici resterà assente dal lavoro per malattia. Nel caso in cui il dipendente sia vittima e non responsabile dell’inci-dente (ovvero a causarlo sia stato il conducente dell’altro veico-lo), l’INPS pagherà parte dello stipendio e poi si rivarrà sull’assicu-razione del responsabile. Nel contempo il datore di lavoro dovrà sostenere i costi che maturano per il suo dipendente senza avere la prestazione lavorativa dello stesso. Cosa dice la legge? La sentenza de 12 novembre 1988, nr. 6132, delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione stabilisce che il datore di lavoro- esatta-mente come l’INPS - ha diritto di richiedere il risarcimento all’assi-curazione del responsabile del sinistro. Lo stesso pronunciamento della Cassazione prevede in questi casi due anni di prescrizione. Ciò signifi ca che l’azienda può richiedere il risarcimento per tutti

“diritto di rivalsa” questo sconosciuto: solo il 20% delle aziende italiane lo esercita

SCudo inFortuniStiCa di germana Mozzato, Patrocinatore Stragiudiziale Professionista del risarcimento via Cristoforo Colombo, 42 - Chioggia (ve) - tel. 041 490774 - mail info@scudoinfortunisti ca.it - web: www.scudoinfortunisti ca.it

germANA moZZAtoi casi accaduti negli ultimi due anni. Precisamente, la sentenza 6132/1988 della Cassazione stabilisce che: “Il responsabile di lesioni personali in danno di un lavoratore dipendente, è te-nuto a risarcire il datore di lavoro per la mancata utilizzazione delle prestazioni lavorative. Il danno del datore di lavoro può essere liquidato sulla base dell’ammontare della retribuzione e dei contributi previdenziali, obbligatoriamente pagati dal mede-simo datore di lavoro per il periodo di assenza del dipendente infortunato. E’ altresì vero che non tutti sono a conoscenza delle procedure da mettere in atto per ottenere la liquidazione. Da una recente indagine a campione risulta che circa l’80% delle imprese non esercita l’azione di rivalsa in caso di assenza di dipendenti per fatti imputabili a terzi. Ciò causa una perdita com-plessiva stimabile in 50 milioni di euro ogni anno. Infortunistica SCUDO, con la professionalità e l’esperienza acquisita in decenni di attività è a Vostra disposizione per esaminare eventuali danni riportati negli ultimi due anni e ottenere quindi il ristoro di com-pensi professionali erogati ai dipendenti anche durante il periodo di assenza per colpe di terzi.

Hai delle domande inerenti a questo argomento?scrivi a [email protected]

scudo inf mozzato ok

L’inizio della bella stagione è il periodo in cui mag-giormente si organizzano e prenotano le vacanze, periodo di piacere, riposo e divertimento. Capita

però che, giunti a destinazione, si scopra che quanto era stato promesso e pubblicizzato dai tour operator o dalle agenzie viaggi non corrisponde alla realtà. In questi casi, chi ha acquistato un “pacchetto turistico”, come una crociera o un viaggio “tutto compreso”, gode di una particolare tutela perché il Codice del Turismo ( D.Lgs 79/2011) stabilisce la responsabilità del tour operator e dell’intermediario rispetto a tutti i pregiudizi conse-guenti la lesione del diritto del turista a godere del viag-gio organizzato, come occasione di piacere e di riposo. Il principio è che la vacanza deve svolgersi esattamente come previsto, ragion per cui ogni difformità rispetto a quanto è anche solo implicitamente deducibile da catalo-ghi, opuscoli, depliant e materiale informativo legittima il turista al rimborso del prezzo, nonché al risarcimento del danno. L’articolo 47 del codice del Turismo stabilisce che se l’inadempimento o la inesatta esecuzione della prestazione oggetto del contratto “non sono di scarsa importanza” il turista può anche chiedere un “risarcimen-

to del danno correlato al tempo di vacanza inutilmente trascorso ed all’irripetibilità dell’occasione perduta”. Ovviamente, nel caso sia negato il risarcimento, sarà il Giudice a valutare se l’inconveniente patito sia rilevante o piuttosto un fastidio di scarsa importanza. Sono stati ritenuti inadempimenti di non scarsa rilevanza, fonte di risarcimento il caso del ritardo del volo di partenza per 8 ore (Tribunale di Milano 19/02/2010); il non aver fornito informazioni sulla precaria situazione politica del paese ( Trib. Rimini28/12/2005) o la presenza di un cantiere rumoroso a fianco dell’albergo (tribunale di Torino 6/6/2008) o ancora la presenza di topi nella camera assegnata (Tribunale Parma 30/07/2010).

Chi dovesse incappare in simili disavventure deve ricordare che è necessario inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno al tour operator non oltre 10 giorni lavorativi dal rientro a casa. Inoltre è bene documentare con foto o filmati il disservizio subito, oltre che conserva-re i deplian o catalogo e il contratto sottoscritto.

Il danno da vacanza rovinatadiritto del turismo

Studio legale Begozzo-Zandolin - via Cavour 2 Este tel. e fax 0429.603807 email: [email protected]

avv. Mauro Zandolin - Studio lEgalE BEgoZZo-Zandolin

Hai delle domande inerenti a questo argomento?scrivi a [email protected]

diritto del lavoro

Ai lavoratori dipendenti è riconosciuto il diritto, ad un periodo di ferie retribuite, nella misura non inferiore a quattro settimane di lavoro. Il motivo fondamen-

tale di tale diritto, tutelato esplicitamente dall’art.36 della Costituzione, è quello di poter reintegrare le energie psico-fisiche spese durante la prestazione lavorativa e di poter partecipare in maniera più intensa alla vita sociale e fami-liare. Le ferie sono un diritto, ma costituiscono anche un obbligo, per cui non possono essere oggetto di rinuncia da parte dello stesso lavoratore, possono essere differite nel loro godimento, ma solo entro determinati limiti temporali (in genere entro 18 mesi, ma i contratti collettivi possono prevedere periodi diversi) e possono essere retribuite, in caso di mancato godimento, solo in casi limitati, primo fra tutti, la cessazione del rapporto di lavoro. La decisione sul periodo di godimento e sulle modalità di fruizione delle ferie è considerata attività organizzativa riservata al datore di lavoro, fermo restando che il lavoratore ha diritto, se lo richiede, a fruire almeno di due settimane consecutive.

L’illegittimo diniego al dipendente di usufruire delle fe-rie può comportare oltre che una sanzione amministrativa a carico del datore di lavoro, anche la causazione al lavo-

ratore, di un danno non patrimoniale (danno all’integrità psicofisica), pienamente risarcibile. Oltre alle ferie, i lavora-tori dipendenti possono beneficiare, in alcune circostanze, di periodi di astensione legittima dal lavoro, usufruendo dii cosiddetti periodi di congedo ovvero di permessi. In caso di matrimonio avente validità civile il lavoratore può fruire, previa richiesta anticipata al datore, di 15 giorni di congedo retribuito, così come mantiene il diritto alla conservazione del posto e a una indennità, corrisposta dall’INPS, il lavo-ratore richiamato alle armi. Riguardo invece ai permessi, regolati anch’essi dalla legge e dai contratti collettivi, I la-voratori hanno diritto ad un permesso retribuito di tre giorni (non sono considerati i festivi e giorni non lavorativi) all’an-no in caso di decesso o di documentata grave infermità del coniuge, anche se legalmente separato, o di un parente entro il secondo grado, anche non convivente, o di un soggetto componente la famiglia anagrafica. Altri permessi sono previsti per motivi medici e sanitari (tossicodipenden-ze, disabilità) e in caso di partecipazione del lavoratore alle operazioni elettorali quale componente di seggio.

Avv. Piero gAlimbertiFerie, permessi e assenze dal lavoro

avv. Piero galliMBErti - B.S.giovanni – via Matteotti n.1115/a - 30015 - Chioggia (vE) tel. 041-5542025 fax 041-5541511 - Cell.3296273511 - PEC: [email protected]

Hai delle domande inerenti a questo argomento?scrivi a [email protected]

Page 34: Bassapadovana sett2015 n110
Page 35: Bassapadovana sett2015 n110

Informazione a pagamento a cura degli esperti del settore www.lapiazzaweb.it

x x

Continua a pag. 35Continua a pag. 35

x

Continua a pag. 36

L’Editoriale

Prima di entrare in palestra, passare dal medico

L’Europa oggi è un’entità ancora in cerca di una sua iden-tità, di una forma stabile che le consenta di avviarsi verso il futuro con sicurezza e capacità di incidere. Molto ancora

deve essere fatto nella direzione dell’integrazione politica e normativa ma soprattutto, se si vuole veramente restare uniti in un Unione che spesso viene percepita come distante e alie-na, è necessario costruire una vera cultura europea.

Soltanto una forte cultura condivisa infatti può permetterci di superare le differenze nazionali, molto più di rapide modifi -che a regolamenti e statutari comunitari.

La scarsità di questa cultura condivisa si traduce anche in limitazioni all’apporto che i professionisti di diversi paesi dell’Unione possono portare fuori dal loro stato. Scrivo que-sto editoriale da Sibiu, in Romania, dove ho partecipato a un convegno europeo di psicologia. Le domande che ho portato ai partecipanti sono state soltanto due. La prima è stata se co-noscessero i regolamenti dei diversi stati dell’Unione Europea riguardo alla possibilità di svolgere la professione di psicologo. La seconda è stata se pensassero che i potenziali pazienti, clienti o utenti fossero disponibili ad affi darsi a professionisti con un titolo di studio estero, esperienze diverse da quelle a cui sono abituati, teorie e concetti lontani dal mainstream della loro nazione. Purtroppo devo ammettere che, anche in un ambiente accademico, la risposta a entrambe le domande è stata negativa. Ma se a riparare alla prima è suffi ciente poca formazione riguardo leggi e regolamenti, la seconda richiede un lungo processo di educazione e diffusione della cultura. Oggi, l’Europa ha un potenziale infi nito: 500 milioni di per-sone portatrici di culture diverse, di studi di altissimo livello, di possibilità di innovazione. Però fi nché non saremo pronti e disponibili ad utilizzarlo, fi nché non sarà normale – ad esem-pio – rivolgersi a uno psicologo romeno, inglese, portoghese o tedesco e che gli psicologi italiani sentano di poter lavorare in tutto il continente, questo potenziale rimarrà un’idea e una possibilità ancora da scoprire.

dott. alessandro De Carlo*

PROFESSIONI ED EUROPA: LA SFIDA DI CREARE UNA CULTURA EUROPEA

*Presidente dell’ordine degli Psicologi del Veneto

La valutazione dinamica: cambia la prospettiva di indagine cognitiva

Continua a pag. 36Continua a pag. 35

La magia del Botulino (parte prima)

Continua a pag. 36

Mal di schiena, come riconoscerlo e come curarlo

Page 36: Bassapadovana sett2015 n110

Prevenire le malattie e curarsial meglio è una buona regola.

Il consiglio giusto?Rivolgersi a medici esperti

vicini a casa nostra

per collaborare all’inserto la piazza Salute contattare 049 8704884 - [email protected]

2

Siamo felici davvero se stiamo bene

Prevenire le malattie e curarsial meglio è una buona regola.

Il consiglio giusto?Rivolgersi a medici esperti

vicini a casa nostra

per collaborare all’inserto la piazza Salute contattare 049 8704884 - [email protected]

L’intervento

Ci sono voluti un D.L., una sua conversione in Legge,una nota esplicativa di un D.M. recante “linee guida di indirizzo in materia di certifi cati medici per l’ attività sportiva non agonistica”, con il supporto di un gruppo di lavoro nominato presso il Ministro della Salute, per sopprimere

l’ obbligo della certifi cazione medica per l’ attività ludico-motoria e amatoriale e confermarne l’ obbligo per l’ attività sportiva non agonistica.E ancora rimangono vaste zone d’ombra sull’argo-mento a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico e dalla ripresa delle attività sportive. Ma andiamo con ordine: con D.L. del 21 giugno 2013 convertito in legge N.98 il 9 agosto 2103 viene soppresso l’obbligo di certifi cazione medica per l’attività ludico-motoria o amatoriale e confermato l’ obbligo per l’ attività sportiva non agonistica;nell’agosto del 2014 viene emanato il Decreto del Ministro della Salute con le linee guida e nel giugno dell’anno in corso la nota esplicativa del Ministero della Salute. In pratica l’ obbligo del certifi cato riguarda a) gli alunni che svolgono attivi-tà fi siche-sportive nell’ambito delle attività parascolastiche;b) coloro (inteso come persone fi siche tesserate) che svolgono attività organizzate dal Coni,da società sportiva affi liate alle Federazioni sportive nazionali,alle discipline associate,agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni che non siano considerati atleti agonisti (questi ultimi hanno obbligo di certifi cazione sportiva rilasciata dalle ALS o da Centri autorizzati); c) coloro che partecipano ai Giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale. I Medici che possono rilasciare il certifi cato sono i Medici di medicina generale e i Pediatri di libera scelta, relativamente ai propri assistiti, o i Medici specialisti in medicina dello sport. Il certifi cato medico ha validità annuale e per il suo rilascio vengono speci-fi cati gli accertamenti clinici richiesti: anamnesi ed esame obiettivo completo di misurazione della pressione arteriosa,un elettrocardiogramma (ECG) (almeno una volta nella vita) o ogni anno per coloro che hanno superato i 60 anni di età e presentano fattori di rischio cardiovascolare oppure indipendentemente dall’età soffrono di patologie croniche comportanti un aumentato rischio car-diovascolare.Ovviamente il medico può richiedere ulteriori esami che ritiene opportuni per il rilascio del certifi cato. Nell’ambito dell’attività non agonistica il Coni,sentito il Ministero della salute dovrà provvedere ad impartire idonee indicazioni agli Organismi riconosciuti dallo stesso Coni affi nché distinguano tra le diverse tipologie di tesseramento ai fi ni della sussistenza o meno dell’obbligo del certifi cato tra: a) tesserati che svolgono attività sportive regolamentate;b) tesserati che svolgono attività sportive che non comportano impegno fi sico; c) tesserati che non svolgono attività sportiva. Solo per i tesserati di cui al punto sub a) sussiste l’ obbligo della certifi cazione. Nell’attesa,poichè il gioco del bridge o del burraco o degli scacchi o delle bocce sono considerati discipline sportive, tutti coloro che partecipano a tornei organizzati da società sportive affi liate al Coni dovranno esser muniti di certifi cato medico? E tutti gli over 60 con ECG annuale? E tutti i bambini che praticano attività fi siche presso Enti riconosciuti dal Coni o nell’ambito di attività parascolastiche anche loro dovranno presentare certifi cato medico con allegato un ECG? Quali potranno mai essere le attività sportive che non comportano impegno fi sico? Conosciamo bene l’ importanza dell’attività fi sica per la salute dei bambini ma,come hanno giustamente osservato i Pediatri, la nebulosa defi nizione di attività sportiva non agonistica,l’obbligo di un ECG per il rilascio del certifi cato e i costi derivan-ti hanno reso complesso e più diffi cile l’ approccio all’ attività motoria organizzata,specialmente per i bambini delle fasce sociali più disagiate. Non sussiste più invece l’obbligo del certifi cato per attività ludico-motoria, “intesa come attività praticata da soggetti non tesserati alle Federazioni sportive nazionali,alle discipline associate,agli Enti di promozione riconosciuti dal Coni,individuale o collettiva,non occasionale,fi nalizzata al raggiungimento e mantenimento del benessere psico-fi sico della persona”. Peccato che, come da conoscenza comune,le palestre,le piscine,i circoli del tennis,le piste di pattinaggio e via dicendo,per motivi di opportunità amministrativa sono nella quasi totalità affi liati al Coni e i loro frequentatori automaticamente tesserati, e richiedono indipendentemente dall’attività svolta, la presentazione del certifi cato medico per la loro frequenza. Di più: il certifi cato comunque viene richiesto se non altro per motivi assicurativi in quanto molte polizze assicurative stipulate dai gestori di palestre etc. rispondono solamente se vi è la presenza di un certifi cato medico. Insomma ci sono voluti un Decreto Legislativo,una sua trasformazione in Legge,un Decreto del Ministro della Salute,una nota esplicativa del Ministero della Salute,un gruppo di lavoro presso lo stesso Ministero per complicare il rilascio della certifi cazione per attività sportiva non agonistica e rendere il certifi cato per attività ludico-motoria un atto amministrativo per le assicurazioni piuttosto che un certifi cato clinico per motivi di salute, che, anche se non obbligatorio risulta obbligato.

CERTIFICAZIONI MEDICHE PER ATTIVITÀ SPORTIVE NON AGONISTICHE O LUDICO-AMATORIALIQUANDO SUSSISTE L’OBBLIGO?

di Francesco noce*

*Presidente dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo

L’opinione

Negli ultimi anni è aumentata, negli individui in età evolutiva, la prevalenza di eventi traumatici che vedono il coinvolgimento del distretto oro facciale, ivi comprese le arcate dentarie, si’ da rap-presentare un indubbio problema di salute pubblica. Ciò è imputabile all’aumentato dinamismo

della vita quotidiana, al maggior coinvolgimento del bambino in attività agonistiche ed all’aumentato uso di veicoli motorizzati da parte degli adolescenti.Scuola, ambiente domestico, ambiente sportivo e strada sono le sedi dove con maggiore frequenza si verifi cano eventi traumatici e, allo stesso tempo, luoghi dove è possibile mettere in atto idonee misure di prevenzione.

L’arrivo ad un pronto soccorso di un paziente che abbia subito un trauma dentale è, pertanto, un evenienza frequente e tale da richiedere, per una corretta presa in carico dell’individuo, competenze multidisciplinari (odontoiatriche, Maxillo-facciali, pediatriche, medico-legali, medicosportive, di medicina d’urgenza e di medicina preventiva); il tutto al fi ne di avviare il paziente verso un ottimale recupero funzionale ed estetico. A seguito di un trauma che coin-volge il distretto facciale e le arcate dentarie, le prestazioni terapeutiche necessarie possono essere volte al ripristino della mucosa, alla ricostruzione immediata dell’elemento dentario traumatizzato, al riattacco del frammento coronale fratturato, al reimpianto del/i dente/i avulsi, ove possibile. Durante la prima visita, grande importanza deve essere riservata all’approccio psicologico del paziente traumatizzato.

Il percorso diagnostico e terapeutico deve essere affrontato secondo un protocollo specifi co che, prevedendo inizialmente un’accurata raccolta dei dati anamnesticocircostanziali dell’evento traumatico, si articolo successivamente con una prima fase di obiettività clinica e radiologica, una seconda di specifi co intervento terapeutico è una terza che prevede la programmazione di controlli a distanza atti a seguire l’evoluzione clinica.

La maggior parte della letteratura, oggi disponibile, sottolinea che spesso la conoscenza delle corrette procedere da seguire in presenza di un trauma dentale è insoddisfacente. Infatti, alcuni studi indicano che solo il 4% dei medici fornisce, in una fase iniziale, un trattamento appropriato. La prognosi delle lesioni traumatiche dentarie dipende dal tempo che intercorre tra l’evento traumatico e l’inizio del trattamento e, spesso, la prima fi gura che viene a gestire il trauma dentale è il medico di pronto soccorso o quello ospedaliero o il pediatra di libera scelta. Sono state quindi messe a punto dal ministero della salute delle linee guida che possano fornire delle indicazioni e raccomandazioni sulla prevenzione e gestione immediata del trauma dentoalveolare nei pazienti in età evolutiva co una altresì attenta valutazione delle conseguenti implicazioni medico legali.

NON SOTTOVALUTIAMO I TRAUMI DENTALI DEI RAGAZZIdi Dott. bruno noce*

*Presidente della Commissione albo odontoiatri Rovigo

342

Siamo felici davvero se stiamo bene

Prevenire le malattie e curarsial meglio è una buona regola.

Il consiglio giusto?Rivolgersi a medici esperti

vicini a casa nostra

per collaborare all’inserto la piazza Salute contattare 049 8704884 - [email protected]

L’intervento

Ci sono voluti un D.L., una sua conversione in Legge,una nota esplicativa di un D.M. recante “linee guida di indirizzo in materia di certifi cati medici per l’ attività sportiva non agonistica”, con il supporto di un gruppo di lavoro nominato presso il Ministro della Salute, per sopprimere

l’ obbligo della certifi cazione medica per l’ attività ludico-motoria e amatoriale e confermarne l’ obbligo per l’ attività sportiva non agonistica.E ancora rimangono vaste zone d’ombra sull’argo-mento a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico e dalla ripresa delle attività sportive. Ma andiamo con ordine: con D.L. del 21 giugno 2013 convertito in legge N.98 il 9 agosto 2103 viene soppresso l’obbligo di certifi cazione medica per l’attività ludico-motoria o amatoriale e confermato l’ obbligo per l’ attività sportiva non agonistica;nell’agosto del 2014 viene emanato il Decreto del Ministro della Salute con le linee guida e nel giugno dell’anno in corso la nota esplicativa del Ministero della Salute. In pratica l’ obbligo del certifi cato riguarda a) gli alunni che svolgono attivi-tà fi siche-sportive nell’ambito delle attività parascolastiche;b) coloro (inteso come persone fi siche tesserate) che svolgono attività organizzate dal Coni,da società sportiva affi liate alle Federazioni sportive nazionali,alle discipline associate,agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni che non siano considerati atleti agonisti (questi ultimi hanno obbligo di certifi cazione sportiva rilasciata dalle ALS o da Centri autorizzati); c) coloro che partecipano ai Giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale. I Medici che possono rilasciare il certifi cato sono i Medici di medicina generale e i Pediatri di libera scelta, relativamente ai propri assistiti, o i Medici specialisti in medicina dello sport. Il certifi cato medico ha validità annuale e per il suo rilascio vengono speci-fi cati gli accertamenti clinici richiesti: anamnesi ed esame obiettivo completo di misurazione della pressione arteriosa,un elettrocardiogramma (ECG) (almeno una volta nella vita) o ogni anno per coloro che hanno superato i 60 anni di età e presentano fattori di rischio cardiovascolare oppure indipendentemente dall’età soffrono di patologie croniche comportanti un aumentato rischio car-diovascolare.Ovviamente il medico può richiedere ulteriori esami che ritiene opportuni per il rilascio del certifi cato. Nell’ambito dell’attività non agonistica il Coni,sentito il Ministero della salute dovrà provvedere ad impartire idonee indicazioni agli Organismi riconosciuti dallo stesso Coni affi nché distinguano tra le diverse tipologie di tesseramento ai fi ni della sussistenza o meno dell’obbligo del certifi cato tra: a) tesserati che svolgono attività sportive regolamentate;b) tesserati che svolgono attività sportive che non comportano impegno fi sico; c) tesserati che non svolgono attività sportiva. Solo per i tesserati di cui al punto sub a) sussiste l’ obbligo della certifi cazione. Nell’attesa,poichè il gioco del bridge o del burraco o degli scacchi o delle bocce sono considerati discipline sportive, tutti coloro che partecipano a tornei organizzati da società sportive affi liate al Coni dovranno esser muniti di certifi cato medico? E tutti gli over 60 con ECG annuale? E tutti i bambini che praticano attività fi siche presso Enti riconosciuti dal Coni o nell’ambito di attività parascolastiche anche loro dovranno presentare certifi cato medico con allegato un ECG? Quali potranno mai essere le attività sportive che non comportano impegno fi sico? Conosciamo bene l’ importanza dell’attività fi sica per la salute dei bambini ma,come hanno giustamente osservato i Pediatri, la nebulosa defi nizione di attività sportiva non agonistica,l’obbligo di un ECG per il rilascio del certifi cato e i costi derivan-ti hanno reso complesso e più diffi cile l’ approccio all’ attività motoria organizzata,specialmente per i bambini delle fasce sociali più disagiate. Non sussiste più invece l’obbligo del certifi cato per attività ludico-motoria, “intesa come attività praticata da soggetti non tesserati alle Federazioni sportive nazionali,alle discipline associate,agli Enti di promozione riconosciuti dal Coni,individuale o collettiva,non occasionale,fi nalizzata al raggiungimento e mantenimento del benessere psico-fi sico della persona”. Peccato che, come da conoscenza comune,le palestre,le piscine,i circoli del tennis,le piste di pattinaggio e via dicendo,per motivi di opportunità amministrativa sono nella quasi totalità affi liati al Coni e i loro frequentatori automaticamente tesserati, e richiedono indipendentemente dall’attività svolta, la presentazione del certifi cato medico per la loro frequenza. Di più: il certifi cato comunque viene richiesto se non altro per motivi assicurativi in quanto molte polizze assicurative stipulate dai gestori di palestre etc. rispondono solamente se vi è la presenza di un certifi cato medico. Insomma ci sono voluti un Decreto Legislativo,una sua trasformazione in Legge,un Decreto del Ministro della Salute,una nota esplicativa del Ministero della Salute,un gruppo di lavoro presso lo stesso Ministero per complicare il rilascio della certifi cazione per attività sportiva non agonistica e rendere il certifi cato per attività ludico-motoria un atto amministrativo per le assicurazioni piuttosto che un certifi cato clinico per motivi di salute, che, anche se non obbligatorio risulta obbligato.

CERTIFICAZIONI MEDICHE PER ATTIVITÀ SPORTIVE NON AGONISTICHE O LUDICO-AMATORIALIQUANDO SUSSISTE L’OBBLIGO?

di Francesco noce*

*Presidente dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo

L’opinione

Negli ultimi anni è aumentata, negli individui in età evolutiva, la prevalenza di eventi traumatici che vedono il coinvolgimento del distretto oro facciale, ivi comprese le arcate dentarie, si’ da rap-presentare un indubbio problema di salute pubblica. Ciò è imputabile all’aumentato dinamismo

della vita quotidiana, al maggior coinvolgimento del bambino in attività agonistiche ed all’aumentato uso di veicoli motorizzati da parte degli adolescenti.Scuola, ambiente domestico, ambiente sportivo e strada sono le sedi dove con maggiore frequenza si verifi cano eventi traumatici e, allo stesso tempo, luoghi dove è possibile mettere in atto idonee misure di prevenzione.

L’arrivo ad un pronto soccorso di un paziente che abbia subito un trauma dentale è, pertanto, un evenienza frequente e tale da richiedere, per una corretta presa in carico dell’individuo, competenze multidisciplinari (odontoiatriche, Maxillo-facciali, pediatriche, medico-legali, medicosportive, di medicina d’urgenza e di medicina preventiva); il tutto al fi ne di avviare il paziente verso un ottimale recupero funzionale ed estetico. A seguito di un trauma che coin-volge il distretto facciale e le arcate dentarie, le prestazioni terapeutiche necessarie possono essere volte al ripristino della mucosa, alla ricostruzione immediata dell’elemento dentario traumatizzato, al riattacco del frammento coronale fratturato, al reimpianto del/i dente/i avulsi, ove possibile. Durante la prima visita, grande importanza deve essere riservata all’approccio psicologico del paziente traumatizzato.

Il percorso diagnostico e terapeutico deve essere affrontato secondo un protocollo specifi co che, prevedendo inizialmente un’accurata raccolta dei dati anamnesticocircostanziali dell’evento traumatico, si articolo successivamente con una prima fase di obiettività clinica e radiologica, una seconda di specifi co intervento terapeutico è una terza che prevede la programmazione di controlli a distanza atti a seguire l’evoluzione clinica.

La maggior parte della letteratura, oggi disponibile, sottolinea che spesso la conoscenza delle corrette procedere da seguire in presenza di un trauma dentale è insoddisfacente. Infatti, alcuni studi indicano che solo il 4% dei medici fornisce, in una fase iniziale, un trattamento appropriato. La prognosi delle lesioni traumatiche dentarie dipende dal tempo che intercorre tra l’evento traumatico e l’inizio del trattamento e, spesso, la prima fi gura che viene a gestire il trauma dentale è il medico di pronto soccorso o quello ospedaliero o il pediatra di libera scelta. Sono state quindi messe a punto dal ministero della salute delle linee guida che possano fornire delle indicazioni e raccomandazioni sulla prevenzione e gestione immediata del trauma dentoalveolare nei pazienti in età evolutiva co una altresì attenta valutazione delle conseguenti implicazioni medico legali.

NON SOTTOVALUTIAMO I TRAUMI DENTALI DEI RAGAZZIdi Dott. bruno noce*

*Presidente della Commissione albo odontoiatri Rovigo

Consulenza scientifica

PolIambulatoRIoPoliambulatorio San FermoDir. San. Dr.ssa Federica Corrà - medico Chirurgovia S. Fermo 17/19 - 35042 Este (Pd) - tel e fax: 0429 4347info@polimabulatoriosanfermo.itwww.poliambulatoriosanfermo.it

FaRmaCIaFarmacia PedrazzoliDott. Carlo PedrazzoliVia Cavour, 17 - 35042 Este (PD) tel. 0429 2578 Fax 0429 611645e-mail: [email protected] www.farmaciapedrazzoli.it

StuDIo DEntIStICoDr. massimiliano VeroneseStudio dentisticoVia Giacomo matteotti - Este(Pd)tel. 0429 601485 [email protected]

ChIRuRGIa VaSColaREDr. Stefano manfrini - Specialista in Chirurgia vascolare-responsabile u.o. di Chirurgia Vascolare ospedale accreditato Salus Ferrara. Visita a Rovigo, Este, monselice e badia Polesine - tel. 347/8043460

mEDICIna EStEtICaDr. Enzo Predebonmaster medicina EsteticaVia Ferrari 10 - ospedaletto Euganeo (Pd)tel. 0429 90934 - cell. 338 5940563

PatoloGIE PoStuRalIGmflex- via del Commercio, 12 località borsea - Rovigo tel.0425474954- Via brunacci 10 zona Panorma marghera ve tel 041922692- www.dormiflex.it

PSICotERaPIa-loGoPEDIa-nEuRoPSIComotRICItà-PEDIatRIaCentro abC apprendimento e benessere Consapevole Via Calà Forca 41, badia Polesine (Ro) [email protected]

PSIColoGIaDott.ssa Ilaria tognon - Psicologa con orientamento neuropsicologico, PsicoterapeutaDott.ssa Pes maria Valeria - Psicologa con orientamento neuropsicologicotel. 347 5150001 - Padova e provincia [email protected]

ChIRuRGIa EStEtICaDott.ssa Cristina RogatoSpec. In Chirurgia PlasticaStudio medico – Viale dei mille 107a tel. 328 2523160www.dottoressacristinarogato.com

nutRIzIonIStaDott Edoardo Debellibiologo nutrizionistaFarmacia tre Colombine-RovigoFarmacia zanetti –lendinaraCell 339 [email protected]

Page 37: Bassapadovana sett2015 n110

3535

L’80% della popolazione mondiale è stata colpita alme-no 1 volta nella sua vita dal “mal di schiena”, e proprio il mal di schiena è la prima causa di assenza dal lavoro,

seguita dalle sindromi da raffreddamento. Ecco come si spiega perché molti medici specialisti se ne occupino, e si siano sviluppate numerose tecniche di diagnosi e cura di questo “male”. Cerchiamo però di capire un po’ di più di che si tratta.

La domanda che tutti i lombalgici si pongo-no è: ma guarirò? E in quanto tempo?

Buona notizia: la lombalgia acuta, cioè quella insorta improvvisamente in periodo di benessere, si risolve in più del 90% dei casi nel giro di 1 mese. Più fi lo da torcere è dato dalla lombalgia subacuta, cioè quella di durata dai 2 ai 6 mesi, e che colpisce il 4-7% della popolazione: essa si risolve totalmente solo nel 5% dei casi, e comporta un enorme costo sanitario, sia per la richiesta di indagini dia-gnostiche e di visite specialistiche, sia per la riabilitazione. La maggior parte di queste lombalgie subacute cronicizza-no, ossia sono destinate a non risolversi totalmente, e ad essere “gestite” con cicli di riabilitazione ricorrenti.

Il mal di schiena è un problema “fi sico” o “mentale”?

Purtroppo sia l’uno che l’altro. Partendo da una causa organica del dolore (cioè l’infi ammazione di una struttura muscolo scheletrica o di una struttura nervosa), se il proces-so infi ammatorio non si interrompe, si attivano una serie di circuiti neurologici che fanno proseguire il dolore a pre-scindere dalla risoluzione della sua causa. In parole povere il lombalgico viene coinvolto emotivamente dal dolore, e tende a diminuire le sue capacità motorie lavorative, spor-tive, sociali, a cambiare il suo aspetto estetico e a sentirsi un “disabile”. La chiave della gestione della lombalgia è il tempo e il rivolgersi ad un sanitario di fi ducia in grado di prendersi carico del problema in toto, e non di limitarsi alla prescrizione di un anti-infi ammatorio.

Quale è la causa del “mal di schiena”?Questa domanda affl igge e tormenta ogni paziente

ma gli studi scientifi ci dimostrano che nell’85% dei casi NON si riesce ad individuare una causa specifi ca. Possiamo dire che le cause si dividono in 2 grandi categorie: cause meccaniche, cioè da riferire alle strutture della colonna vertebrale (ossa, muscoli, legamenti, nervi, vasi sanguigni, disco intervertebrale), e cause non meccaniche cioè da rife-rire a strutture diverse dalla colonna come tumori (in partico-lare le metastasi), infezioni, artriti, e tutte le problematiche internistiche che possono infl uire sulla colonna in modo rifl esso (endometriosi, colon irritabile, calcolosi renale, etc).

E l’ernia discale?Sorpresa: l’ernia discale è responsabile del 4-5% delle

lombalgie. Mettiamo in chiaro una cosa: per ernia discale si intende la fuoriuscita del disco intervertebrale (ed in par-ticolare del nucleo polposo) dalla sua sede, il quale disco va ad incunearsi a livello delle radici nervose che escono dalla colonna per formare i grossi tronchi nervosi dell’arto inferiore, in particolare il nervo sciatico. Esistono 3 livelli di patologia del disco: la protrusione (che non dà in genere nessun problema clinico rilevante), l’ernia discale, e l’ernia migrata (quando frammenti di disco si staccano e “migra-no” verso l’alto o verso il basso).

Avere un’ernia discale signifi ca avere mal di schiena per sempre?

NO. NO. NO. Ci sono ernie che non determinano mal di schiena. In genere la storia clinica dell’ernia è favorevole, cioè tende spontaneamente a disidratarsi nel giro di 2-3 anni, e a diminuire la compressione sulle radici nervose. Vanno operate con urgenza solo se vi sono segni di compro-missione neurologica (perdita di forza o di sensibilità degli arti inferiori).

Bene. Allora cosa bisogna fare quando si ha mal di schiena?

Prima cosa. Cercare di mantenere la mobilità e non mettersi a riposo. Seconda cosa. Rivolgersi al proprio sa-nitario di fi ducia e spiegare per fi lo e per segno come è il mal di schiena, senza giungere a soluzioni avventate in autonomia, e ad autodiagnosi (mi si è infi ammata la scia-

tica…). Compito del medico è stabilire prima di tutto se ci sono situazioni defi nite “red fl ags” cioè bandiere rosse che possano far sospettare una patologia importante come un crollo vertebrale, un tumore, un aneurisma dell’aorta. Terza cosa. Se il dolore non recede nell’arco massimo di due settimane consultare un centro di Riabilitazione fornito di un team di professionisti che lavorano in collaborazione.

Quale terapia è veramente valida nel mal di schiena?

Non ci sono terapie valide a priori, in quanto ogni pro-blema ha la sua soluzione. È per questo che deve esserci un medico, in genere un fi siatra o un ortopedico, a dirigere l’orchestra.

Come si procede dunque?Il primo obiettivo è il controllo del dolore. Si può fare

questo mediante i farmaci, presi per bocca o iniettati con varie tecniche (mesoterapia o infi ltrazioni), mediante l’ozo-noterapia, l’agopuntura, o le terapie fi siche (elettroterapia, Tecar, magnetoterapia). In genere non si utilizza il laser, né gli ultrasuoni, in quanto hanno aree di applicazione troppo piccole. Si può trarre benefi cio anche da un massaggio o una mobilizzazione leggera, in mani esperte.

Il secondo obiettivo è il recupero della funzione e del movimento. Solo quando il dolore è un po’ diminuito è opportuno farsi “mettere le mani addosso” da un fi siote-rapista e cominciare a fare esercizio guidato. Le tecniche fi sioterapiche sono varie e vanno dalle tecniche manuali, al trattamento mio fasciale, alla rieducazione posturale glo-bale, all’osteopatia. Un buon fi sioterapista è in grado di de-

streggiarsi a decidere di volta in volta la tecnica più idonea al momento terapeutico, oltre che insegnare le giuste misure ergonomiche nel quotidiano (come stare seduti, come dor-mire, come muoversi, quali sport evitare). Passata la fase di riabilitazione individuale la Back School ossia la ginnastica lombare di gruppo è la migliore attività di prevenzione delle riacutizzazioni della lombalgia, da fare per almeno 2 mesi consecutivi 2 volte l’anno.

Cosa non è raccomandato?L’uso di corsetti lombari, che sono utili solo nelle lom-

balgie da crolli vertebrali o da osteoporosi; Specifi che sedie o materassi; Solette propriocettive o plantari correttivi, che sono da considerare strumenti “posturali” di mantenimen-to, e comunque da confezionare dopo la fase acuta; Tratta-menti manipolativi in presenza di sintomi neurologici

Quali sport evitare quando si ha mal di schiena?

Tutti gli sport “ad impatto”, cioè tutti gli sport in cui si salta e si corre. Bene le attività in acqua, purchè vengano evitati rana e delfi no, e idrobike. Benissimo Nordic Walking. Esistono poi attività tipo Pilates riabilitativo, Pancafi t, da riservare alla fase di mantenimento. È sempre però oppor-tuno, in generale, fare sport limitandosi alle attività in cui non si avverte dolore.

Poliambulatorio San Fermovia S. Fermo 17/19 - 35042 Este (Pd)tel e fax: 0429 4347info@polimabulatoriosanfermo.itwww.poliambulatoriosanfermo.it

mal di schiena: come riconoscerlo e come curarlo. lo specialista risponde.

Poliambulatorio San Fermo: Esperienza e Professionalità

a Servizio della Salute.

Poliambulatorio San Fermo sasVia S.Fermo 17/19 - 35042 Este (PD)

Tel. e Fax 0429 / 4347

[email protected]

www.poliambulatoriosanfermo.it

Direttore sanitario Dott.ssa Federica Corrà Medico ChirurgoIscritta all'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Verona n. 7669 (Albo Medici)

RIABILITAZIONE E CURA DEL DOLORE CHIRURGIA CLINICA

conservativa - protesiendodonziaigiene dentaleimplantologiaortodonziaodontoiatria esteticaodontoiatria infantileodontoiatria infantileparodontologiaradiologia odontoiatrica

ortopediafisiatriafisioterapiaosteopatiaterapie fisicheagopunturalogopedialogopedia

andrologiaasportazione nevichirurgia generaleflebologiaginecologia e ostetriciapercorso per l'infertilitàostetrica professionaleostetrica professionaleoculisticaotorinolaringoiatriaurologia

cardiologiadermatologiadiabetologiaendocrinologiamedicina del lavoromedicina internamedicina omeopaticamedicina omeopaticanutrizionistapediatriapodologiapsichiatria, psicologiaradiologiareumatologia

ODONTOIATRIA

ORARI DI APERTURA: da lunedì a venerdì 8:30 - 12:30 e 15:00 - 19:30 sabato 8:30 - 12:30

IN EV

IDEN

ZA

Visita dermatologica e mappatura digitale nevi

Asportazione chirurgica nevi

tecnologia avanzata per la diagnosi precoce del

melanoma

Il Poliambulatorio San Fermo è una struttura medica privata che nasce nel 2004 dalla volontà di fornire un servizio medico di alta qualità specialistica, pur conservando gli aspetti umani e gestionali tipici dell'azienda di famiglia.Ad oggi il Poliambulatorio San Fermo è in continua espansione ed affianca all'attività medica privata una serie di servizi di diagnosi strumentale e di attivi-tà paramediche, collaborando con gli organismi e le strutture del Servizio Sani-tario Nazionale.

I NOSTRI SERVIZI

Dott.ssa Federica Corrà - medico chirurgo, spec. in Medicina Fisica e Riabilitazione

Fisioterapisti: Dott. Giammarino Massimo, Dott.ssa Francesca Maggiore, Dott. Stefano Zogno

(tecniche osteopatiche)

Page 38: Bassapadovana sett2015 n110

36

IL Metodo Feuerstein propone un approccio in-novativo alla valutazione dell’educabilità di un soggetto che rivoluziona molti presupposti del-

la teoria della valutazione statica convenzionale. I test di intelligenza convenzionali misurano le conquiste intellettive presenti nel momento della valutazione, attraverso norme di riferimento. Tale pratica convenzionale è partita dal presup-posto che l’intelligenza sia una facoltà che si svi-luppa senza subire infl uenze importanti da parte dell’esperienza, della cultura, dell’ambiente e dell’aspetto affettivo-emotivo del soggetto.

La Batteria per la Valutazione Dinamica della Propensione all’Apprendimento (LPAD) di Reuven Feuerstein si basa, invece, sulla conside-razione che l’intelligenza sia modifi cabile ad ogni età e ad ogni livello di funzionamento cognitivo. Tutti possono imparare di più e meglio. Imparare ad imparare.

La valutazione psicometrica statica pone il focus sulle tappe e il progresso dello sviluppo mentale, confrontando con i dati normativi mi-surando il livello manifesto, presente autonoma-mente nel soggetto in un momento ben preciso e lo classifi ca attraverso il paragone con quella che viene defi nita “normalità”.

La valutazione dinamica della propensione all’apprendimento pone il focus sul carattere e la natura del processi mentali, misurando la

propensione all’apprendimento del soggetto de-terminando un indice di modifi cabilità attraverso il confronto con la propria performance iniziale. Il livello manifesto della prima performance viene confrontato con il livello che il soggetto stesso è in grado di raggiungere dopo un processo di me-diazione da parte dell’esaminatore. Nel processo di mediazione il soggetto riceve l’insegnamento che gli serve per affrontare effi cacemente il com-pito secondo i principi cognitivi rilevanti.

In questo modo l’esaminatore assume il ruolo di colui che interviene, commenta, chiede e dà spiegazioni tutte le volte che è necessario, sintetizza l’esperienza e anticipa le diffi coltà, aiu-tando il bambino a rifl ettere non solo sul compi-to, ma soprattutto sulle modalità che il soggetto mette in atto per arrivare al raggiungimento di un obiettivo. Il risultato della valutazione dinamica è indice del livello di modifi cabilità del soggetto, vale a dire della capacità di apprendere una stra-tegia e trasformarla in un linguaggio che la renda utilizzabile ovunque, in qualsiasi situazione. Così facendo, l’esaminatore indaga non i contenuti posseduti dal bambino, ma i processi mentali che costituiscono le strategie operative che si riferiscono agli atti fondamentali del pensiero, di come la mente processa la realtà nella prima fase detta di ingresso (input), in cui il soggetto raccoglie le informazioni; nella fase centrale di

elaborazione, in cui il soggetto elabora, selezio-na, confronta i dati; nella fase fi nale (output)in cui il soggetto esplicita la risposta.

Indagare il funzionamento cognitivo del bambino permette al riabilitatore di lavorare direttamente sulle funzioni cognitive carenti, per ristrutturare il pensiero e provocare una modifi ca-zione strutturale del funzionamento cognitivo, a qualsiasi età e in qualsiasi fase dello sviluppo.

Dott.ssa Tomii Alessia, esaminatore LPAD

Riberto Anna Lucia, esaminatore LPAD

Centro abC apprendimento e benessere Consapevole Via Calà Forca 41, badia Polesine (Ro) - [email protected]

la valutazione dinamica: cambia la prospettiva di indagine cognitiva

Il giorno 24 settembre alle ore 20:30 si svolgerà un incontro:

PRONTI PER LA SCUOLA?Come aiutare i bambini a gestire

insicurezze, timidezze e approcciarsi serenamente ai compiti con motivazione

e metodi di studio

Dr. Predebon oggi iniziamo, con il primo di alcuni articoli, a parlare del botulino

“Il botulino, o meglio la tossina botulinica oggi rappre-senta uno dei capisaldi della Medicina Estetica moderna, scettro che condivide con l’acido ialuronico. Ma mentre quest’ultimo è universalmente accettato, per la tossina botulinica periodicamente vengono sollevate perplessita’ puntualmente smentite dalla casistica clinica e dagli studi in merito. Voglio sottolineare che poche molecole al mondo hanno alle spalle un patrimonio di studi scientifi ci come la tossina botulinica (e questo ben pochi lo sanno !): la tossina botulinica è nota dall’inizio del 1800 ed usata in Medicina da oltre 70 anni!”

Come funziona la tossina botulinica?“La TBA determina una azione bloccante, ben nota

in tutti i suoi passaggi, sulla comunicazione chimica tra la terminazione nervosa ed il muscolo, determinandone l’in-terruzione temporanea e quindi il rilassamento muscolare responsabile della ruga. Col passare del tempo e general-mente entro il sesto mese, la TBA viene gradualmente inatti-vata, garantendo così la piena reversibilità dell’effetto. Il suo campo di impiego è quello di ridurre le rughe di espressione, specialmente della fronte, quelle della glabella, le “bunny lines” attorno al naso, ma ha anche effi cacia per variare l’altezza di un sopracciglio “caduto” o di mitigare l’effetto muscolare sulla punta del naso che cade. Non si impiega quindi come i fi llers, che riempiono il difetto, ma rilassa il muscolo responsabile dell’inestetismo!”

Occorrono particolari attenzioni per il suo uso?

“Certo! E’ di fondamentale importanza una corretta valutazione clinica. Essa serve per valutare il dosaggio, che

deve essere preciso e prudenziale, e il punto esatto di inoculazione, per un effetto predicibile e sicuro, ricer-cando un risultato naturale e non una paralisi “marmorea totale” che rende inespressivi ed è considerata da noi poco desiderabile.

Nella pratica, come si esegue il trattamento?“E’ fondamentale studiare accuratamente il viso del/

della paziente, i segni, i movimenti mimici e verifi carne eventuali asimmetrie, prima di intraprendere il trattamento. E´ altrettanto importante verifi care se non esistano con-troindicazioni alla terapia ed informare esaurientemente il paziente, che dovrà quindi fi rmare il consenso informato, pri-ma di effettuare il trattamento. La tossina botulinica si inietta (previa foto di controllo del/della paziente) con micro-infi l-trazioni eseguite con un ago sottilissimo nel “ventre” del muscolo che si desidera rilassare. Dopo il trattamento, per 5 ore bisogna mantenere alcune cautele: no alla doccia,alla sauna, alla palestra, no alla testa all in giu´, non sdraiarsi sul letto, non toccare le zone trattate. Queste cautele ser-vono per evitare uno spostamento della tossina. Il risultato estetico del botulino compare dopo circa 5-7 giorni dal tratta-mento, raggiunge il massimo effetto distensivo dopo 20-30 giorni ed il risultato estetico permane per circa 4-5 mesi. A questo punto, se si desidera, si può ripetere il trattamento”.

la magia del botulino (parte prima)Un grande alleato contro i segni dell’invecchiamento!

Il Dr. Enzo Predebon

Dr. Enzo Predebonmaster medicina EsteticaVia Ferrari 10 - ospedaletto Euganeo (Pd)tel. 0429 90934 cell. 338 5940563

Perchè stare attenti alla posturaIl bambino o ragazzo raggiunge la maturità fi sica

solo intorno ai vent’anni, ma prima di quel momento il suo corpo si modifi ca in base alle esigenze subendo costantemente delle spinte di crescita molto forti; da qui l’importanza di educare i bambini ad una postura corretta in modo da:

evitare problemi alla schiena in età giovanile;prevenire i dolori in età adulta, quando il nostro

fi sico non riuscirà più a compensare: scoliosi, dorsalgia, lombalgia, dolore cervicale solo per citarne alcuni;

limitare i vizi posturali che possono provocare problemi anche a livello delle articolazioni;

Una posizione scorretta deve essere mantenuta per

un tempo prolungato per diventare un atteggiamento posturale e quindi poter creare problemi: a scuola un bambino tende a rimanere fermo in posizioni sbagliate per molto tempo, spinto dalla noia, dalla stanchezza o da defi cit muscolari; in questo modo, giorno dopo giorno la postura viene viziata e in seguito mantenuta anche al di fuori del contesto.

Studi recenti hanno constatato che il 50-60% del-le alterazioni posturali sono dovute agli orari scolastici; altra causa molto importante è la quantità di bambini sovrappeso e obesi del nostro bel paese.

Cosa fare Abbiamo visto essere la base per una buona sa-

lute fi sica sin dai primi anni di vita e raggiunge l’apice dell’importanza proprio nel periodo scolare; per evitare problemi è molto importante mantenere una corretta postura a scuola e quindi bisogna comportarsi di con-seguenza:

educare e sensibilizzare il bambino verso un atteggiamento posturale corretto nelle ore scolastiche;

approfi ttare anche delle ore di studio casalinghe per insegnare la postura corretta al proprio fi glio;

evitare di portare gli zaini su una spalla sola; limitare carichi troppo pesanti nelle cartelle; alleggerire gli orari e rendere le lezioni più pia-

cevoli e interattive; migliorare la preparazione dei docenti riguardo

la postura; aumentare le ore di educazione fi sica, renden-

dola però anche più professionale; rivolgersi a personale qualifi cato al di fuori della

scuola per consulenze e consigli pratici professionali

Gmflex - via del Commercio,12 località borsea Rovigo tel.0425474954- angolo via modena n°2 (ex autogamma) mira (Ve)- tel 041922692

Postura corretta a scuola

Page 39: Bassapadovana sett2015 n110

3737

I capelli hanno un’importanza notevole per la nostra immagine: è essenziale conoscere il loro stato di salute per scegliere i trattamenti più

adatti alla loro cura e garantirne a lungo bellezza e benessere.

I capelli si rinnovano di continuo seguendo un processo fi siologico che prevede tre fasi defi nite anagen, catagen e telogen, durante le quali essi nascono, crescono e muoiono per poi rinascere. Questo ciclo di ricrescita è impercettibile e permette di avere sempre un numero costante di capelli, in quanto quelli nuovi e sani sostituiscono i capelli che cadono.

Una caduta anomala dei capelli può essere do-vuta invece a molteplici fattori in grado di portare a un accumulo di radicali liberi che ne accelerano l’in-vecchiamento. Si crea uno stato di micro-infi ammazione che provoca una reazione a catena che colpi-sce il bulbo del capello: il tessuto circostante riceve meno sangue e nutrimento e questo causa l’inde-bolimento e la caduta dei capelli.

I fattori predisponenti sono gravidanza, alterazioni ormonali, carenze nutrizio-nali, ereditarietà (soprattutto nel sesso maschile), fumo, alcolici, carenza di sonno, stress; fattori esterni come inquinamento, raggi UV, phon a temperature troppo alte, tinte frequenti e l’uso di

shampoo o trattamenti di styling aggressivi o ina-datti irritano il cuoio capelluto.

I nostri capelli quindi possono essere danneg-giati da tante condizioni che interferiscono con il loro ciclo di ricrescita ed è fondamentale individuar-le perché questo ci permette di prevenirne la caduta e scegliere i trattamenti cosmetici più adatti per prolungare la salute non solo delle radici ma anche delle lunghezze.

Oggi questo è possibile grazie all’analisi accu-rata del capello.

Si tratta di un innovativo servizio messo a di-sposizione dalla Farmacia Pedrazzoli che consiste in un approfondito esame dei capelli e del cuoio capelluto. L’analisi è gratuita, dura circa venti minu-ti ed è effettuabile ogni giorno previa prenotazione.

L’esame si effettua con una moderna microcamera che, attra-verso degli ingrandimenti, permet-te di fare un approfondito check-up del cuoio capelluto: si possono osservare diversi aspetti come rossori, irritazioni e presenza di forfora o eccesso di sebo. In parti-

colar modo questo sofi sticato strumento, esaminan-do parametri come il diametro del fusto, la fragilità, la densità capillare e l’ampiezza del diradamento, consente di fare una diagnosi e indirizzare verso il trattamento più indicato per i propri capelli.

Per prolungarne la bellezza e il benessere esi-stono trattamenti specifi ci (integratori, fi ale, lozio-ni, shampoo) in grado di frenare la caduta, rallenta-re e limitare il diradamento o ridensifi care la massa capillare. Grazie alla microcamera è possibile anche scattare delle foto del cuoio capelluto che permetto-no di verifi care il miglioramento nel tempo.

Una caduta anomala può essere dovuta a molteplici fattori

Dott.ssa Silvia Rinaldo

analisi del capello in farmaciaPresso la Farmacia Pedrazzoli di Este è disponibile un nuovo servizio gratuito di analisi del capello

Farmacia Pedrazzoli - Dott. Carlo PedrazzoliVia Cavour, 17 - 35042 Este (PD) tel. 0429 2578 Fax 0429 611645e-mail: [email protected] www.farmaciapedrazzoli.it

CHECK-UP GRATUITO

DEL CAPELLOInvito alla prova

Venerdì 18 settembre previa prenotazione

Via Cavour, 17 - 35042 Este (PD)

Tel. 0429 2578

e-mail: [email protected]

www.farmaciapedrazzoli.it

Negli ultimi 20 anni abbiamo assistito, nel settore odonto-

iatrico, al ricorso sempre piu’ frequente all’implan-tologia osteointegrata, per poter risolvere problemi di edentulia(denti mancanti).

Questa tecnica che prevede di inserire impianti in titanio direttamente nell’osso mascellare o mandibolare dei nostri pazienti ci ha dato l’opportunita’ di poter riabilitare la funzione masticatoria e spesso anche estetica, delle persone che altrimenti non avrebbero po-tuto fare altro che ricorrere alla classica protesi mobile(dentiera). Possiamo quindi affermare che ormai l’implantologia e’ entrata a far parte delle discipline che mediamente ogni odontoia-tra e’ in grado, o dovrebbe essere in grado, di garantire. In realta’ lo studio del caso di ogni singolo paziente va ben studiato e definito. Perche’ se e’ vero che le metodiche e i ma-teriali sono ormai ampiamente sperimentati e affidabili, e’ sempre pur vero che lo studio del-le condizioni cliniche e orali dei nostri pazienti vanno attentamente monitorate. Quanto detto sopra implica che il rapporto medico-paziente diviene fondamentale nell’instaurare quello scambio di informazioni che e’ sempre il pre-supposto per arrivare poi a buoni risultati. Il medico deve avere tempo e attenzioni da dedi-care agli interrogativi del suo paziente e dovra’ essere in grado, di spiegare quanto meglio pos-

sibile, tutte le indicazioni e possibili problematiche ine-renti al piano di lavoro che si va a costruire insieme. Ho usato il termine “insieme” proprio a voler sottolineare che non e’ pensabile poter immaginare il rapporto con

il nostro paziente, come un qualcosa che cala dall’alto e gli si impone, ma viceversa neces-sita di un continuo flusso di informazioni tra curante e curato. In processi piu’ impegnativi, quali le riabilitazioni protesiche con impianti non e’ il tipo di impianto che fa la differenza, ma tutto quello che sta a monte nella relazione e organizzazione del rapporto staff medico e paziente. Avvicinarsi con fiducia e consapevo-lezza alle cure odontoiatriche, in genere, e’ la prima fase del successo.

Parlarsi e chiarirsi non e’ tempo sprecato e tolto alla pratica clinica ma e’ tempo investito per ottenere buoni risultati!

In definitiva Implantologia Si, se fa parte di un progetto condiviso tra medico e paziente.

Implantologia No, se si riduce ad avvitare viti in ossa di quasi ignari pazienti, senza avere una progettualita’ chiara e condivisa.

Dr. massimiliano VeroneseStudio dentisticoVia Giacomo matteotti - Este(Pd)tel. 0429 601485 [email protected]

Implantologia orale perchè sì è perchè no?!

Page 40: Bassapadovana sett2015 n110

38

Come si possono prevenire?“Essendo spesso costituzionali, una prevenzione

assoluta non esiste. Se ne può limitare l’evoluzione facendo una vita attiva, usando una calza elastica, se si sta molto in piedi e soprattutto riccorrendo in tempo ad uno specialista per una visita ed un’esame ecodoppler.

Quali te-rapie sono possibili?

“Oggigiorno sono tante, van-no da quelle piu’ classiche come la scleroterapia o l’intervento chirurgico, rivisti

in chiave moderna, nel senso di una maggiore effi -cacia ed una minima invasività, fi no a tecniche piu’ recenti, quali il laser, la radiofrequenza, ecc. Ogni tec-nica presenta vantaggi e svantaggi e sta all’esperien-za dello specialista applicarle al meglio per ottenere il massimo risultato. Tanto si può fare, l’unico errore che il paziente deve evitare è quello di tracurarsi e sottovalutare la malattia”

Dott. Manfrini, cosa sono le vene va-ricose?

“Le varici degli arti inferiori, comunemente cono-sciute come vene varicose, costituiscono una malattia molto diffusa in entrambi i sessi, anche se con netta prevalenza in quello femminile”.

A cosa sono dovute?“Fondamen-

talmente ad una eccessiva “de-bolezza” della parete venosa, spesso costituzio-nale ed eredita-ria, a causa della quale le vene si dilatano e diven-gono pertanto particolarmente visibili. La malattia puo’ interessare sia le venule piu’ piccole e superfi ciali (cosidetti capillari), sia le vene piu’grosse, che si tro-vano nel grasso sottocutaneo (sistema safenico).

E’ un problema estetico o una vera pa-tologia?

“Nelle fasi iniziali il problema può essere preva-lentemente estetico ma se trascurato diviene presto una patologia vera e propria, che nelle fasi avanzate può dare complicanze serie, quali ulcerazioni della pel-le, trombofl ebiti o anche embolia polmonare. Anche i capillari, specie quelli della parte bassa delle gambe, se trascurati a lungo, possono dare alterazioni della pelle fi no alla rottura spontanea, causa di fastidiose emorragie”.

Il Chirurgo Vascolare risponde su: vene varicose

Dr. Stefano manfrini - Specialista in Chi-rurgia vascolare-responsabile u.o. di Chi-rurgia Vascolare ospedale accreditato Salus Ferrara. Visita a Rovigo, Este, monselice e badia Polesine - 347/8043460

Dott.Stefano Manfrini

La volta scorsa, abbiamo parlato di diffi coltà nell’appren-dimento della lettura e della scrittura, nella comprensione del testo e nel rispetto delle rego-le. Che consigli possiamo dare ai genitori?

“Intanto quello di non sottovalutare i segnali che osservano e ciò che viene riportato dagli insegnanti. In alcuni casi le diffi coltà possono essere così evidenti da essere già state certifi cate come Disturbo Specifi co dell’Apprendimento (DSA) da uno specialista; altre volte possono essere più diffi cili da identifi care. Dobbiamo infatti tenere conto che siamo di fronte a bambini spesso molto intelligenti che appena si accorgono di avere delle diffi coltà, trovano il modo per distogliere l’attenzione dell’adulto da queste ultime, con tutte le conseguenze che ne derivano”.

A che tipo di conseguenze vi riferite?“Proviamo a pensare a quali effetti devastanti

possa avere sull’autostima la convinzione di non essere “bravi” quanto i compagni.

Si instaura un circolo vizioso per cui questi bambini

Difficoltà di apprendimento ed autostima: come interrompere il circolo vizioso

Dott.ssa Ilaria tognon - Psicologa con orien-tamento neuropsicologico, PsicoterapeutaDott.ssa Pes maria Valeria - Psicologa con orientamento neuropsicologicotel. 347 5150001 - Padova e [email protected]

Dott.ssa Ilaria Tognon e dott.ssa Maria Valeria Pes

non provano più a fare le cose per paura di sbagliare e deludere nuovamente. D’altra parte se non si esercita-no, le diffi coltà non migliorano mai!”.

Come si può interrompere questo circo-lo?

“Attraverso una valutazione neuropsicologica che analizzi le diffi coltà e le potenzialità di ciascun bambi-no. È il punto di partenza che serve per programmare un trattamento specifi co volto a ridurre i defi cit individuati e a trovare delle strategie compensative permettendo al bambino di migliorare le sue prestazioni scolastiche”.

Questo mese vediamo una tipologia di trat-tamento che si affi anca alla chirurgia pla-stica ed estetica e diventa uno strumento

indispensabile in particolari casi: la micropig-mentazione. La micropigmentazione è una spe-cialità estetica, fi no ad oggi nota come “trucco permanente” che prevede l’introduzione di pigmenti specifi ci nella cute per modifi care, cor-reggere, abbellire o riequilibrare tratti del viso e del corpo. È un termine introdotto circa 10 anni fa quando il trucco permanente si è distaccato dal tatuaggio vero e proprio assumendo una propria identità. Quando parliamo di micropig-mentazione parliamo di un trattamento vero e proprio eseguito da personale tecnicamente preparato, che utilizza prodotti appositamente creati per tutelare la salute di chi si sottopone al trattamento stesso.

Ma in che modo questo trattamento si intreccia con la chirurgia plastica ed estetica?

Nel corso degli anni, ricerca ed esperienza hanno per-messo di suddividere questa pratica in tre categorie: este-tica, correttiva e ricostruttiva. In dettaglio la micropigmen-tazione estetica (vero e proprio trucco semipermanente) viene utilizzata per modifi care o ridefi nire la forma delle sopraciglia, di occhi e di labbra. In caso di asimmetrie im-portanti, può affi ancarsi e completare un trattamento con acido ialuronico o tossina botulinica. La micropigmentazio-ne correttiva è impiegata per correggere errori, tatuaggi estetici eseguiti in precedenza in cui colore e forma non sia stata eseguita correttamente. La micropigmentazione ricostruttiva, defi nita anche paramedicale, viene utilizzata invece per mascherare cicatrici chirurgiche o da traumi,

vitiligine, zone di ipopigmentazione. Può essere utilizzata anche per ricostruire o ripigmentare l’areola mammaria dopo interventi chirurgici demolitivi, o le sopraciglia e le aree di alopecia in pazienti sottoposti a terapie aggressive. Il trattamento è molto simile ad un tatuaggio, differen-ziandosene per la durata (il pigmento utilizzato viene progressivamente eliminato grazie al naturale processo di rigenerazione della cute nel giro di 12-18 mesi), per la tipologia di pigmento che viene usato, per la profondità in cui viene depositato il colore. Come tutti i trattamenti estetici medicali e paramedicali devono essere eseguiti da professionisti altamente qualifi cati e in strutture idonee.

la micropigmentazione estetica: quando la chirurgia richiede un aiuto

Dott.ssa Cristina RogatoSpec. In Chirurgia PlasticaStudio medico – Viale dei mille 107a tel. 328 2523160www.dottoressacristinarogato.com

Dott.ssa Cristina Rogato, medico chirurgo specialista in chirurgia plastica

Siamo portati a pensare che i grassi siano la principale causa dell’aumento di peso, infatti la maggior parte delle persone associano questi componenti con un ele-

vato quantitativo di calorie. In realtà, sulle proprietà dei grassi c’è davvero tanta confusione. Distinguiamo subito due tipi di grassi: quelli saturi e quelli insaturi. I grassi saturi sono stati correlati con il rischio cardiovascolare, alcuni tipi di cancro e con la sindrome metabolica, di cui è affetta circa il 23% della popo-lazione italiana. Questa sindrome è una condizione clinica che predispone ad un aumento del rischio di sviluppare malattie cardiache, diabete, ictus. I grassi saturi li troviamo principal-mente nel burro, affettati, carne, latticini ed in alcuni prodotti da forno. I grassi insaturi hanno delle caratteristiche totalmen-te diverse che fanno sì che proteggano dagli eventi trombotici, dalla malattia cardiovascolare e dal cancro, riducendo anche il rischio di andare incontro a sindrome metabolica. I grassi insaturi fanno, cioè, il contrario dei loro parenti saturi. I grassi insaturi comprendono quasi tutti i grassi vegetali, con l’esclu-sione, ad esempio, dell’olio di palma e cocco (che contengono per lo più grassi saturi) e dei grassi vegetali idrogenati (come la margarina). Gli oli più ricchi di grassi insaturi, quelli più salu-tari, sono l’olio di lino e l’olio extravergine di oliva (non l’olio di oliva!) Altri alimenti che ne contengono in buona quantità sono i frutti a guscio, il pesce e i semi oleosi. I migliori insaturi in assoluto sono i polinsaturi, soprattutto gli Omega 3 e molto meno gli Omega 6. I grassi insaturi potrebbero ridurre anche gli effetti collaterali dei grassi saturi con i quali sono assunti. Per avere questo effetto positivo è opportuno che siano consumati crudi. Alcuni grassi soffrono la cottura più di altri e solitamente per tale uso si consiglia di scegliere l’olio extravergine di oliva, che contiene una gran quantità di antiossidanti, ad esempio l’idrossitirosolo, l’oleuropeina e la vitamina E, oppure l’olio

Se consumiamo alimenti contenenti grassi aumentiamo di peso?

Dott Edoardo Debelli biologo nutrizionistaFarmacia tre Colombine-RovigoFarmacia zanetti –lendinaraCell 339 [email protected]

Dott Edoardo

Debelli

di arachidi, che si modifi ca un po’ meno degli altri durante la cottura ad alte temperature. Altri trucchi per far sì che i grassi non si modifi chino durante la cottura, diventando “cattivi”, sono l’aggiunta di spezie come il rosmarino, che probabilmen-te aumentano le difese anti-ossidanti dell’olio, o di acqua, che tiene più bassa la temperatura complessiva e le conseguenti alterazioni del preparato. Per sottolineare ulteriormente gli effetti benefi ci dell’assunzione di grassi insaturi e polinsaturi riporto un recente articolo pubblicato sulla rivista Nutrition in cui si illustrano i risultati ottenuti arruolando 102 pazienti di un’età compresa tra 43 e 59 anni ed affetti da sindrome me-tabolica. Questi pazienti sono stati divisi in tre gruppi e per 90 giorni, a seconda del gruppo di appartenenza, hanno assunto: 5 capsule di Omega 3 da 1 grammo oppure 2 cucchiai di olio extravergine di oliva oppure 5 capsule di Omega 3 da 1 grammo e 2 cucchiai di olio extravergine di oliva

Con i dati raccolti, gli autori concludono che ci sono evi-denze che, nei pazienti con sindrome metabolica, l’aumenta-ta assunzione giornaliera di Omega 3 e di olio extravergine di oliva porti ad un abbassamento del colesterolo totale e delle LDL. Inoltre, si raggiunge un effetto benefi co sulla gestione dello stress ossidativo presente in questa patologia. In con-clusione, il grasso “buono”, saturo e polinsaturo, sicuramente non fa ingrassare anzi, se inserito in una alimentazione equi-librata, può servire per migliorare il nostro stato di salute e benessere.

Page 41: Bassapadovana sett2015 n110
Page 42: Bassapadovana sett2015 n110
Page 43: Bassapadovana sett2015 n110
Page 44: Bassapadovana sett2015 n110

A SETTEMBRE SI PROGRAMMA UN ANNO DI SPORT TRA FAMIGLIA, IMPEGNI DI LAVORO E STUDIO

FITNESS E SALUTE

Bene, ci risiamo! Dopo le meritate vacanze esti ve si ritor-na alle normali routi ne quoti diane e tra GLI IMPEGNI ci deve essere LO SPORT, ovvero LA ripresa degli allena-menti (O L’INIZIO DI UNA NUOVA ATTIVITA’ SPORTIVA) Il mese di Sett embre come tutti gli anni questo sanci-sce la fi ne delle vacanze esti ve ed il ritorno alla routi ne lavorati va-scolasti ca e di relazione. A Sett embre è un po’ come gennaio, (nuovo anno), CI SI prefi gge sempre dei nuovi obietti vi da portare a termine e credo sia giusto che tra questi ci sia anche il ritrovare una buona forma fi sica. Tutti noi possiamo godere di una forma fi sica migliore, così come di stato di salute otti male e improntato sulla prevenzione, att raverso una moderata quanti tà di eserci-zio fi sico e una dieta sana.Dopo 4 – 5 setti mane di stop completo (per alcuni mesi di inatti vità totale), o comunque, per chi magari ha conti nuato ad allenarsi in modo più tranquillo durante le ferie esti ve, è bene riprendere nel modo corrett o. Questo signifi ca che non bisogna butt arsi a capofi tt o in palestra o in PISCINA 5 giorni a setti mana alla massima intensità, ma bensì prevedere almeno 2 setti mane di ripresa con ritmi lenti che assecondano le risposte del nostro organismo. Se il meteo lo consente ancora, per quanto riguarda l’al-lenamento aerobicosi può decidere per eseguirlo ancora all’aperto, in un parco o su un bel lungomare, dalla pas-seggiata a ritmo veloce per chi non è abituato alla corsa, alla leggera corsett a per chi magari corre già. La scelta degli esercizi deve ricadere necessariamente su quelli multi arti colari, che hanno il pregio di fare interve-nire in modo globale i muscoli interessati al movimento. Via libera quindi a squat, trazioni, l’uso di manubrio per allenare le spalle e le braccia e cosi via. Il consiglio di se-guire queste indicazioni per la ripresa per almeno 2 – 3 setti mane, questo consenti rà al corpo di adatt arsi nuova-mente allo sforzo fi sico, alle arti colazioni di “olearsi” ed ai muscoli di evitare brusche tensioni dannose.. In qualità di dirett ore tecnico di vari centri sporti vi e per l’esperienza pluriennale nel sett ore, uno dei miei compiti è quello di promuovere a 360 gradi una sana, effi ciente ed effi cace atti vità sporti va in base alle singole esigenze di ogni uno ed alle proprie capacità e possibilità (in termini di tempo ed economici) con il solo fi ne di aumentare la percezione dell’importanza di fare sport come STILE DI VITA per stare meglio e vivere meglio in ogni situazione sociale.tUtti saremmo portati a pensare che l’esercizio fi sico potrebbe es-sere svolto a casa propria e questo è vero: cam-minare,

cyclett e ecc., l’unico inconveniente è che ci vuole costanza e molta volontà anche nel superare la mono-tonia. In un centro sporti vo, invece, si ha la possibilità di sperimentare tanti att rezzi ed una varietà di corsi (pisci-na o palestra) senza contare le tante atti vità di gruppo che sempre più spesso vengono organizzate all’interno del centro stesso; ed inoltre è fondamentale l’aspett o sociale. Durante l’inverno si sa le occasioni per incon-trarsi e per fare vita sociale si riducono notevolmente e il CEntro SPortivo riveste anche il ruolo di spazio di ritrovo (forse oggi per molti è la prima vera moti vazione che spinge ad avvicinarsi allo sport ). L’obbietti vo nel frequentare una palestra o piscina è quello di coniugare la salute ed il piacere: l’esercizio fi sico aiuta la forma ma anche il senti rsi meglio a livello psichico: l’atti vità fi sica sti mola la produzione ed il rilascio di alcuni neuro-trasmetti tori che infl uenzano lo stato emozionale del cervello e ciò contribuisce al benessere fi sico generale. Quando si decide di frequentare una palestra è impor-tante avere le idee chiare di cosa si vuole ott enere e questo lo si può avere parlando dirett amente al personal trainer che valuterà gli obbietti vi prefi ssati e consiglie-rà il percorso più adeguato alle esigenze: ci sono corsi

ad esempio a basso consumo energeti co come la ginnasti ca posturale, oppure altri che

richiedono un notevole impegno muscolare come l’aerobica, lo SPINNING, il WALKING , nuoto o acuqfi tness. Ognuno di noi è portato per alcuni esercizi ed atti vità e non per altre, tutt o dipende anche da ciò

che si vuole ott enere (dimagrire, tonifi care i muscoli, ecc.).

oCCHio ai CialtroniEh si, ormai il nascere come i funghi di palestre

o corsi in palestre comunali è cosa di tutti i giorni, però molte volte o le strutt ure non sono

consone all’atti vità da svolgere o le persone non sono professionalmente preparate ed adeguate.

Il mio consiglio è sempre quello di verifi care-informarsi-provare.

Per scegliere il CEntro SPortivo giusto è importante prima visitarlo e controllare

la pulizia, l’areazione, l’ampiezza dei locali e l’aff ollamen-to, le tariff e, gli sconti famiglia e la possibilità di recupe-rare le LEZIONI PERSE. È preferibile fare un giro di perlu-strazione nella fascia oraria in cui la si frequenterebbe E provare materialmente i corsi CHE Più INTERESSANO. Importante è chiedere, nei programmi di gruppo, se è possibile frequentare lezioni di prova in modo da valuta-re serenamente se un corso vi piace oppure no.

Altre piccole cose a cui prestare att enzione sono le seguenti :• la recepti on, sembra scontato ma non lo è di fatt o, è il bigliett o da visita di una palestra; una buona recepti on deve avere personale cortese e preparato nel rispondere alle domande ( E SEMPRE PRESENTE un DIRETTORE TEC-NICO non solo di nome ma di fatt o, ovvero un laureato scienze motorie o ISEF che sappia consigliari); • la fl essibilità di orari, è molto importante sopratt utt o per le persone che svolgono lavori ad orario variabile; • lo spogliatoio è una zona della palestra molto signifi ca-ti va e da lì potete valutare il grado di pulizia e di sicurezza del centro; • le att rezzature devono essere il più possibile varie (non è necessario valutare la quanti tà) perché la varietà è un indice del fatt o di quanto i programmi possano essere personalizzati .

Un discorso deve essere fatt o sugli abbonamenti -tariff e e la REALE POSSIBILITA’ di recuperare le lezioni perse (altri-menti se pago un corso mensile ma frequento 4 lezioni, i miei obietti vi non verranno mai centrati ).

un Mio PErSonalE ConSiglio: piscina o palestra che sia, qualsiasi corso o sport va bene purchè sia adatt o alle proprie esigenze e capacità, meglio ancora se si sceglie un CEntro SPortivo dove, guidati da personale esperto e preparato, si può cambiare ogni mese ti po di corso o atti vità senza però snaturare l’obietti vo prefi s-sato (esempio: atti vità aerobica-dimagrante) e senza dover spendere cifre Folli per frequentare più corsi la setti mana.

bUoN SPort A tUtti!

MESSAGGIO PUBBLICITARIO

 

info: [email protected] - www.canovasport.it

MARCO CANOVAinsegnante di

Educazione Fisica, direttore tecnico

e gestore del GRUPPO

CANOVA SPORT (centro sportivo

Le Piscine di Casale

di ScodosiaPALESTRA

CANOVA SPORT di saletto e PISCINE

COMUNALI DI MONSELICE)

Page 45: Bassapadovana sett2015 n110
Page 46: Bassapadovana sett2015 n110
Page 47: Bassapadovana sett2015 n110
Page 48: Bassapadovana sett2015 n110