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Il vicesindaco promette meno pressione fiscale Monselice pag. 8 Primo soccorso “salviamo Montagnana” Sanità, polemica pag. 9 pag. 10 I sindaci si arrendono addio al Giudice di pace Solo in quattro rispondono all’appello dei primi cittadini di Este e Montagnana E ste dice addio a due servizi storici, il Giudice di pace e la Conservatoria. Con l’estate, la Bassa suona il requiem a due strutture letteralmente travolte dalla spending review toccata a gran parte degli uffici pubblici. La perdita più grave è certa- mente quella del Giudice di pace, che aveva sede in via Brunelli ad Este. Con la chiusura delle sezioni distaccate dei Tribunali, lo Stato aveva dato la possibi- lità ai Comuni di mantenere gli uffici dislo- cati dei Giudici di pace accollandosi però le spese di mantenimento: per salvare l’ufficio atestino, realtà da 1.300 cause l’anno e che serve 32 Comuni, sarebbero serviti 160 mila euro. Praticamente poco meno di 1,50 euro per cittadino. Peccato che pochissimi sindaci abbia- no deciso di accollarsi l’impegno. Solo in quattro hanno dato piena disponibilità ad accollarsi il funzionamento dell’ufficio giudi- ziaria, ossia Este, Montagnana, Pernumia e Ospedaletto Euganeo. A questo punto, la rinuncia al servizio è stata inevitabile. Questo il commento del sindaco Giancarlo Piva e del collega mon- tagnanese Loredana Borghesan: “Proviamo una grandissima delusione per l’incapacità di questo territorio di fare massa critica e prendiamo atto che il Giudice di pace non è sentito come un servizio fondamentale. Non si può tuttavia sperare che siano sempre i Comuni maggiori ad accollarsi le spese. Il primo imputato in questo caso è lo Stato”. ENTRO NATALE ARRIVA L’AUTOSTRADA Estate con un nuovo casello e autostrada attiva nel Montagnanese entro Natale. E’ un periodo di novità per l’A31 Valdastico Sud: il mese scorso è stato inaugurato il terzo lotto dell’autostrada. pag. 9 BOLLETTE RIFIUTI, NESSUN AUMENTO MA VERIFICHE “Niente bollette pazze, sarà esa- minato caso per caso”. E’ il vicesindaco Andrea Parolo a rassicurare i titolari delle aziende che in questi giorni stanno ricevendo la bolletta dei rifiuti, in alcuni casi, più alta rispetto all’anno scorso. pag. 6 1994 - 2014 Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 89 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it della Bassa Padovana Sanità L’EDITORIALE Turismo, il Veneto nel web di Ornella Jovane* I l Veneto visto dal web può diventare ancora più appetibile, anche dal punto di vista turi- stico. Le bellezze paesaggistiche, dal mare alla montagna, senza trascurare la campagna e il lago, oltre alle città d’arte, rappresentano il “petrolio” della nostra regione, una risorsa inesauribile che per essere largamente apprez- zata, diffusa e ulteriormente valorizzata deve passare per la rete. Rimbalzando online, cresce la popola- rità del Veneto e si diffonde in modo “vi- rale” la sua buona reputazione come meta turistica. Nell’era della digitalizzazione la rete diventa strumento di rilancio economico anche per un settore che, frenato dalla crisi, non ha esaurito le sue grandi potenzialità e che, ripensato in modo nuovo, può offrire ancora grandi opportunità. Il web non solo come vetrina di pro- mozione ma anche come strumento di valutazione ed analisi della popolarità della regione, del proprio posizionamento online, della brand reputation per elaborare nuove proposte, individuare contesti e tematismi nuovi, rivedere giudizi e individuare flussi turistici interpretati da punti di vista diversi. E’ questa la nuova frontiera che riguar- da sia il turismo di prossimità che i mercati internazionali. Certo serve consapevolezza. *[email protected] continua a pag. 3 Intervento I l D.L. 179/2012 prevede la possibilità per i consumatori di poter richiedere alle imprese di effettuare i pagamenti oltre i 30 euro con carta di credito e, nel contempo, non introduce alcuna sanzione per le aziende che non dovessero munirsi dello strumento elettronico necessario. Un po’di chiarezza sul Pos per le imprese artigiane di Salvatore Mazzocca* *Presidente dell’Associazione Artigiani e Piccola Impresa “Città della Riviera del Brenta” Da oggi l’informazione locale sempre con te App Come scaricare l’App laPiazza: dal sito www.lapiazzaweb.it & COUPON del risparmio 10€ 40€ 50€ 30€ 30€ 25€ 50€ 20€ 60€ 40€ 60€ COUPON del risparmio Scarica l’App www.coupondelrisparmio.it Ferie serene se corpo e mente sono sani Salute pagg. 25-28

Bassapadovana lug2014 n89

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Bassapadovana lug2014 n89

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Il vicesindacopromette menopressione fi scale

Monselice

pag. 8

Primo soccorso“salviamoMontagnana”

Sanità, polemica

pag. 9

pag. 10

I sindaci si arrendonoaddio al Giudice di paceSolo in quattro rispondono all’appellodei primi cittadini di Este e Montagnana

Este dice addio a due servizi storici, il Giudice di pace e la Conservatoria. Con l’estate, la Bassa suona il requiem a

due strutture letteralmente travolte dalla spending review toccata a gran parte degli uffi ci pubblici. La perdita più grave è certa-mente quella del Giudice di pace, che aveva sede in via Brunelli ad Este.

Con la chiusura delle sezioni distaccate dei Tribunali, lo Stato aveva dato la possibi-lità ai Comuni di mantenere gli uffi ci dislo-cati dei Giudici di pace accollandosi però le

spese di mantenimento: per salvare l’uffi cio atestino, realtà da 1.300 cause l’anno e che serve 32 Comuni, sarebbero serviti 160 mila euro. Praticamente poco meno di 1,50 euro per cittadino.

Peccato che pochissimi sindaci abbia-no deciso di accollarsi l’impegno. Solo in quattro hanno dato piena disponibilità ad accollarsi il funzionamento dell’uffi cio giudi-ziaria, ossia Este, Montagnana, Pernumia e Ospedaletto Euganeo.

A questo punto, la rinuncia al servizio

è stata inevitabile. Questo il commento del sindaco Giancarlo Piva e del collega mon-tagnanese Loredana Borghesan: “Proviamo una grandissima delusione per l’incapacità di questo territorio di fare massa critica e prendiamo atto che il Giudice di pace non è sentito come un servizio fondamentale. Non si può tuttavia sperare che siano sempre i Comuni maggiori ad accollarsi le spese. Il primo imputato in questo caso è lo Stato”.

ENTRO NATALEARRIVA L’AUTOSTRADA

Estate con un nuovo casello e autostrada attiva nel Montagnanese

entro Natale. E’ un periodo di novità per l’A31 Valdastico Sud: il mese scorso è

stato inaugurato il terzo lotto dell’autostrada.

pag. 9

BOLLETTE RIFIUTI, NESSUNAUMENTO MA VERIFICHE

“Niente bollette pazze, sarà esa-minato caso per caso”. E’ il vicesindaco

Andrea Parolo a rassicurare i titolari delle aziende che in questi giorni stanno ricevendo la bolletta dei rifi uti, in alcuni

casi, più alta rispetto all’anno scorso.pag. 6

1994 - 2014

Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 89 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

della Bassa Padovana

Ambulatoripediatrici, verso la nuova verifi ca

Sanità

pag. 10

L’EDITORIALE

Turismo, il Veneto nel webdi Ornella Jovane*

Il Veneto visto dal web può diventare ancora più appetibile, anche dal punto di vista turi-stico. Le bellezze paesaggistiche, dal mare

alla montagna, senza trascurare la campagna e il lago, oltre alle città d’arte, rappresentano il “petrolio” della nostra regione, una risorsa inesauribile che per essere largamente apprez-zata, diffusa e ulteriormente valorizzata deve passare per la rete.

Rimbalzando online, cresce la popola-rità del Veneto e si diffonde in modo “vi-rale” la sua buona reputazione come meta turistica.

Nell’era della digitalizzazione la rete diventa strumento di rilancio economico anche per un settore che, frenato dalla crisi, non ha esaurito le sue grandi potenzialità e che, ripensato in modo nuovo, può offrire ancora grandi opportunità.

Il web non solo come vetrina di pro-mozione ma anche come strumento di valutazione ed analisi della popolarità della regione, del proprio posizionamento online, della brand reputation per elaborare nuove proposte, individuare contesti e tematismi nuovi, rivedere giudizi e individuare fl ussi turistici interpretati da punti di vista diversi.

E’ questa la nuova frontiera che riguar-da sia il turismo di prossimità che i mercati internazionali. Certo serve consapevolezza.

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continua a pag. 3

Intervento

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Il D.L. 179/2012 prevede la possibilità per i consumatori di poter richiedere alle imprese di effettuare i pagamenti oltre i 30 euro con carta di credito e, nel contempo, non introduce alcuna sanzione

per le aziende che non dovessero munirsi dello strumento elettronico necessario.

Un po’di chiarezza sul Pos per le imprese artigiane

di Salvatore Mazzocca*

continua a pag. 3

Intervento

Il D.L. 179/2012 prevede la possibilità per i consumatori di poter richiedere alle imprese di effettuare i pagamenti oltre i 30 euro con carta di credito e, nel

contempo, non introduce alcuna sanzione per le aziende che non dovessero munirsi dello strumento elettronico necessario.

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ANIMATI DA UN AFFLATO ROMANTICO

E AVVENTUROSO MA POI, VI SARÀ DIF-FICILE RINUNCIARE ALL’IRONIA SALUTE CERCATE DI TRASCORRERE PIÙ TEMPO ALL’ARIA APERTA E A CONTATTO CON LA NATURA: STILE DI VITA SOBRIO

SAGITTARIODAL 23/11AL 21/12FASCINO ATTENTI AI RECINTI

TROPPO ANGUSTI. AP-PREZZATE ANCHE QUALCHE RITUALE PIÙ RASSICURANTE

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CAPRICORNODAL 22/12AL 20/01FASCINO RIAS-SAPORERETE IL GUSTO DI RAPPORTI

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ACQUARIODAL 21/01

AL 19/02FASCINO TORNA LA PAS-SIONE, FINALMENTE, E CON ESSA CRESCE L’AUTOSTIMA

CHE SERVE A CONQUIS-TARE CHIUNQUE SALUTE SARETE BRILLANTI, NESSUN PROBLEMA TRANNE ALLA

CERVICALE: RIPARATEVI DAGLI SBALZI DI TEMPERATURA

PESCI DAL 20/02 AL 20/03FASCINO TORNA IL DIALOGO AMOROSO,

LE PAROLE GUIDANO IL CUORE VERSO LIDI MAI CONOSCIUTI, UNA VERA SCOPERTA SALUTE LA SALUTE SI FA ROBUSTA AN-CHE GRAZIE AL SOLE DELLE VACANZE CHE COLORA LE GOTE E MOVIMENTA LA VITA

ARIETEDAL 21/03

AL 20/04FASCINO GRANDE RIPRESA IN ARRIVO:

UNA MAGGIORE LEGGEREZZA AGEVOLA NUOVE CONOSCENZE E ENTUSIASMO SALUTE SIETE UN PO’ GIÙ MA PER USCIRNE FATE CIÒ CHE EFFETTIVAMENTE SENTITE NELLE VOSTRE CORDE, NON STRAFATE

TORO DAL 21/04

AL 20/05FASCINO LA

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DERVI CURA DEL VOSTRO ECOSISTEMA AMOROSO SARÀ AMPLIFICATA SALUTE REGOLARI NELL’ALIMENTAZIONE E NEL FITNESS, OLTRE CHE MOLTO ATTENTI ALL’IGIENE E ALLA CURA DELLA PERSONA

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CONFERME, SOPRATTUTTO DAL PUNTO DI VISTA EROTICO SALUTE AFFIDATEVI A DISCIPLINE CHE INDAGHINO NEL RAP-PORTO MENTE/CORPO O CHE FORNIS-CANO RISPOSTE PIÙ PROFONDE

CANCRODAL 22/06AL 22/07

FASCINO DEDICATE TEMPO ALL’AMORE SARETE RIPAGATI

AMPIAMENTE. NUOVE CONO-SCENZE IN ARRIVO E MOLTO IN-

TERESSANTI SALUTE SI SCIOGLIERANNO LE RESISTENZE, GARANTENDOVI UNA VISIONE D’INSIEME CHE FARÀ BENE ALL’ANIMA

LEONEDAL 23/07AL 23/08

FASCINO LO SCENARIO GENERALE SI FA PROM-ETTENTE: PRONTI AD APPROFITTARNE CON MASSIMO GAUDIO SALUTE IL VOSTRO

FISICO VI FORNISCE OTTIME RISPOSTE IM-MUNITARIE PER PROBLEMI DI PELLE, OSSA E AR-TICOLAZIONI

VERGINEDAL 24/08AL 22/09FASCINO SARETE PIÙ CHE

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CHE SERVE A CONQUIS-TARE CHIUNQUE SALUTE SARETE BRILLANTI, NESSUN PROBLEMA TRANNE ALLA

CERVICALE: RIPARATEVI DAGLI SBALZI DI TEMPERATURA

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ARIETEDAL 21/03

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PRESENTE, SI POSSONO PREPARARE OTTIME MARMELLATE. QUINDI COME DOLCE, NON SOLO GELATI O CHEESE CAKE, MA ANCHE SEMPLICI CROSTATE COME QUESTA: FARCITA CON UNA COMPOSTA DI PESCHE E FICHI, LEGGERA, SINGOLARE E PURE FRESCA DI STAGIONE. LA BASE INTEGRALE È INSAPORITA DA INGREDIENTI NATURALI QUALI LO ZUCCHERO DI CANNA, GIÀ PRESENTE ALL’INTERNO DEL PREPARATO, ED IL LATTE DI SOIA, ANZICHÉ IL LATTE VACCINO, PERCHÈ PIÙ LEGGERO E DIGERIBILE. NON SONO PRESENTI ALTRI DOLCIFICANTI IN QUANTO LA FARCIA DELLA CROSTATA È UNA COMPOSTA DI PESCHE E FICHI, FRUTTA CHE GIÀ CONTIENE ZUCCHERI NATURALI. COMPOSTA E NON MARMELLATA PERCHÈ LA CONSISTENZA NON È QUELLA CLASSICA GELATINOSA E PER MANTENERE LA FRESCHEZZA DELLA FRUTTA UTILIZZATA AL MOMENTO. CHICCA DI QUESTA FARCIA È LA PRESENZA DEI PISTACCHI A DARE QUEL TOCCO RICERCATO AD UNA SEMPLICE PUREA FRUTTATA.

INGREDIENTI PER TEGLIA 19CM DIAMETRO:PER LA BASE: 110G PREPARATO PER TORTA INTEGRALE CON ZUCCHERO DI CANNA, 85G FARINA 00, 1 UOVO PICCOLO, OLIO EVO, LATTE DI SOIA

PER LA COMPOSTA: 445G PESCHE GIALLE (3), 330G FICHI NERI (3), 45G MELA (1/4), 25G PISTACCHI SGUSCIATI NON SALATI, 1 CUCCH MIELE D’ACACIA, SUCCO DI LIMONE, 30G ZUCCHERO SEMOLATO, 1 CUCCH.NO FRUTTOSIO

SETACCIARE LE FARINE, MESCOLARLE CON L’OLIO E L’UOVO, QUINDI IMPASTARE CON IL LATTE. OTTENERE UN PANETTO OMOGENEO E LASCIARLO RIPOSARE IN FRIGO. NEL FRATTEMPO PREPARARE LA COMPOSTA: TAGLIARE A PEZZETTI LA FRUTTA E METTERLA IN UN TEGAME BAGNANDO CON IL SUCCO DI LIMONE; AGGIUNGERE IL MIELE, LO ZUCCHERO, IL FRUTTOSIO ED INIZIARE A CUOCERE. TENERE SUL FUOCO FINCHÉ LA FRUTTA NON DIVIENE UNA PUREA DENSA, AGGIUNGENDO UN PÒ DI ACQUA PER EVITARE CHE SI ATTACCHI AL FONDO DELLA PENTOLA. A FUOCO SPENTO UNIRE I PISTACCHI TRITATI (NON TROPPO FINEMENTE) E LASCIARE RIPOSARE PER CIRCA UN’ORA. PRERISCALDARE IL PIATTO CRISP DEL FORNO A MICROONDE PER ALCUNI MINUTI (VA BENE ANCHE IL FORNO TRADIZIONALE). STENDERE LA BASE SU UN FOGLIO DI CARTA DA FORNO, FARCIRE CON LA COMPOSTA DI FRUTTA E CUOCERE IN FORNO A MICROONDE, CON FUNZIONE CRISP, PER CIRCA 15-20 MINUTI, FACENDO ATTENZIONE CHE LA FROLLA NON DIVENGA TROPPO CROCCANTE.

MANUELA E SILVIA BIZZO

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LA RICETTA

BURGER DI TOFU AI SAPORI DEL BOSCO

INGREDIENTI PER IL BURGER: 10 G. DI FUNGHI PORCINI SECCHI, 100 G. DI FUNGHI PLEROTUS, 20 G. DI OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA, 20 G. DI CIPOLLA BIANCA, 125 G. DI TOFU NATURALE, 80 G. DI GRANO PERLATO COTTO, 6 GDI SALSA DI SOIA, 20 G. DI PANE GRATTUGIATO, 4 G. DI WORCESTER SAUCE, 2 G. DI AGLIO DI POLVERE. PER IL PANE FRITTO: 400 G. DI PAN BRIOCHE, 600 G. DI POMODORI RAMATI, 100 G. DI UOVA, 10 G. DI FORMAGGIO GRANA GRATTUGIATA, 10 G. DI SALE E PEPE, 30 G. DI SEMI DI SESAMO. PER LA COMPOSIZIONE FINALE: 80 G. DI CETRIOLI AGRODOLCI, 100 G. DI MAIONESE DI SOIA.

PER IL BURGET, MONDARE, LAVARE E TAGLIARE I FUNGHI PLEUROTUS IN PICCOLA BRUNOLSE. ROSOLARE LA CIPOLLA BIANCA TRITATA NELL’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA. UNIRE I FUNGHI. CONDIRE CON SALE E PEPE. AGGIUNGERE I PORCINI SECCHI RINVENUTI IN ACQUA TIEPIDA, SCOLATI, STRIZZATI E TRITATI. NEL CUTTER FRULLARE IL TOFU, QUANDO BEN CREMOSO UNIRE IL GRANO COTTO. INFINE AGGIUNGERE I FUNGHI E CONDIRE CON LA SALSA DI SOIA, L’AGLIO IN POLVERE E LA WOCESTER SAUCE. COMPLETARE CON IL PANE GRATTUGIATO, OTTENENDO UN IMPASTO ABBASTANZA CONSISTENTE. CREARE UNA POLPETTA SCHIACCIATA E CUOCERE IN PADELLA ANTIADERENTE CON POCO OLIO. PER IL PANE FRITTO, AFFETTARE SOTTILMENTE I POMODORI ROSSI E SOVRAPPORLI ALLE FETTE DI PAN BRIOCHE COPPATE DELLA STESSA DIMENSIONE DEI BURGER. SOVRAPPORRE UNA SECONDA FETTA DI PANE, PASSARE NELL’UOVO SBATTUTO CON IL GRANA E NEI SEMI DI SESAMO NERO. FRIGGERE SINO A CHE NON SIA DORATO E CROCCANTE. PER LA COMPOSIZIONE FINALE, SERVIRE IL BURGER DI TOFU TRA DUE FETTE DI PAN BRIOCHE FRITTO, DEI CETRIOLINI IN AGRODOLCE DELLA SALSA MAIONESE DI SOIA; A PIACERE ACCOMPAGNARE CON ALTRE SALSE E GUARNIZIONI.

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CROSTATA INTEGRALE CON COMPOSTA DI PESCHE, FICHI NERI E PISTACCHI L’ESTATE È IL MOMENTO DELL’ANNO IN CUI, GRAZIE ALLA GRANDE QUANTITÀ DI FRUTTA

PRESENTE, SI POSSONO PREPARARE OTTIME MARMELLATE. QUINDI COME DOLCE, NON SOLO GELATI O CHEESE CAKE, MA ANCHE SEMPLICI CROSTATE COME QUESTA: FARCITA CON UNA COMPOSTA DI PESCHE E FICHI, LEGGERA, SINGOLARE E PURE FRESCA DI STAGIONE. LA BASE INTEGRALE È INSAPORITA DA INGREDIENTI NATURALI QUALI LO ZUCCHERO DI CANNA, GIÀ PRESENTE ALL’INTERNO DEL PREPARATO, ED IL LATTE DI SOIA, ANZICHÉ IL LATTE VACCINO, PERCHÈ PIÙ LEGGERO E DIGERIBILE. NON SONO PRESENTI ALTRI DOLCIFICANTI IN QUANTO LA FARCIA DELLA CROSTATA È UNA COMPOSTA DI PESCHE E FICHI, FRUTTA CHE GIÀ CONTIENE ZUCCHERI NATURALI. COMPOSTA E NON MARMELLATA PERCHÈ LA CONSISTENZA NON È QUELLA CLASSICA GELATINOSA E PER MANTENERE LA FRESCHEZZA DELLA FRUTTA UTILIZZATA AL MOMENTO. CHICCA DI QUESTA FARCIA È LA PRESENZA DEI PISTACCHI A DARE QUEL TOCCO RICERCATO AD UNA SEMPLICE PUREA FRUTTATA.

INGREDIENTI PER TEGLIA 19CM DIAMETRO:PER LA BASE: 110G PREPARATO PER TORTA INTEGRALE CON ZUCCHERO DI CANNA, 85G FARINA 00, 1 UOVO PICCOLO, OLIO EVO, LATTE DI SOIA

PER LA COMPOSTA: 445G PESCHE GIALLE (3), 330G FICHI NERI (3), 45G MELA (1/4), 25G PISTACCHI SGUSCIATI NON SALATI, 1 CUCCH MIELE D’ACACIA, SUCCO DI LIMONE, 30G ZUCCHERO SEMOLATO, 1 CUCCH.NO FRUTTOSIO

SETACCIARE LE FARINE, MESCOLARLE CON L’OLIO E L’UOVO, QUINDI IMPASTARE CON IL LATTE. OTTENERE UN PANETTO OMOGENEO E LASCIARLO RIPOSARE IN FRIGO. NEL FRATTEMPO PREPARARE LA COMPOSTA: TAGLIARE A PEZZETTI LA FRUTTA E METTERLA IN UN TEGAME BAGNANDO CON IL SUCCO DI LIMONE; AGGIUNGERE IL MIELE, LO ZUCCHERO, IL FRUTTOSIO ED INIZIARE A CUOCERE. TENERE SUL FUOCO FINCHÉ LA FRUTTA NON DIVIENE UNA PUREA DENSA, AGGIUNGENDO UN PÒ DI ACQUA PER EVITARE CHE SI ATTACCHI AL FONDO DELLA PENTOLA. A FUOCO SPENTO UNIRE I PISTACCHI TRITATI (NON TROPPO FINEMENTE) E LASCIARE RIPOSARE PER CIRCA UN’ORA. PRERISCALDARE IL PIATTO CRISP DEL FORNO A MICROONDE PER ALCUNI MINUTI (VA BENE ANCHE IL FORNO TRADIZIONALE). STENDERE LA BASE SU UN FOGLIO DI CARTA DA FORNO, FARCIRE CON LA COMPOSTA DI FRUTTA E CUOCERE IN FORNO A MICROONDE, CON FUNZIONE CRISP, PER CIRCA 15-20 MINUTI, FACENDO ATTENZIONE CHE LA FROLLA NON DIVENGA TROPPO CROCCANTE.

MANUELA E SILVIA BIZZO

COCKTAILS I CONSIGLI DI PAOLO ZOMBIE TIKI DRINK

INGREDIENTI:COMBINQTION OF RUM, FRESH LINW JUICE, PAOLO’MIX, FALERNIUM, ANGOSTURA, PERNOT AND GRENADINE. SHAKER, AND SERVING INSIDE MATE GLASS

by Paolo Marani

PAOLO MARANI [email protected] MESSAGGIO PUBBLICITARIO

LA RICETTA

BURGER DI TOFU AI SAPORI DEL BOSCO

INGREDIENTI PER IL BURGER: 10 G. DI FUNGHI PORCINI SECCHI, 100 G. DI FUNGHI PLEROTUS, 20 G. DI OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA, 20 G. DI CIPOLLA BIANCA, 125 G. DI TOFU NATURALE, 80 G. DI GRANO PERLATO COTTO, 6 GDI SALSA DI SOIA, 20 G. DI PANE GRATTUGIATO, 4 G. DI WORCESTER SAUCE, 2 G. DI AGLIO DI POLVERE. PER IL PANE FRITTO: 400 G. DI PAN BRIOCHE, 600 G. DI POMODORI RAMATI, 100 G. DI UOVA, 10 G. DI FORMAGGIO GRANA GRATTUGIATA, 10 G. DI SALE E PEPE, 30 G. DI SEMI DI SESAMO. PER LA COMPOSIZIONE FINALE: 80 G. DI CETRIOLI AGRODOLCI, 100 G. DI MAIONESE DI SOIA.

PER IL BURGET, MONDARE, LAVARE E TAGLIARE I FUNGHI PLEUROTUS IN PICCOLA BRUNOLSE. ROSOLARE LA CIPOLLA BIANCA TRITATA NELL’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA. UNIRE I FUNGHI. CONDIRE CON SALE E PEPE. AGGIUNGERE I PORCINI SECCHI RINVENUTI IN ACQUA TIEPIDA, SCOLATI, STRIZZATI E TRITATI. NEL CUTTER FRULLARE IL TOFU, QUANDO BEN CREMOSO UNIRE IL GRANO COTTO. INFINE AGGIUNGERE I FUNGHI E CONDIRE CON LA SALSA DI SOIA, L’AGLIO IN POLVERE E LA WOCESTER SAUCE. COMPLETARE CON IL PANE GRATTUGIATO, OTTENENDO UN IMPASTO ABBASTANZA CONSISTENTE. CREARE UNA POLPETTA SCHIACCIATA E CUOCERE IN PADELLA ANTIADERENTE CON POCO OLIO. PER IL PANE FRITTO, AFFETTARE SOTTILMENTE I POMODORI ROSSI E SOVRAPPORLI ALLE FETTE DI PAN BRIOCHE COPPATE DELLA STESSA DIMENSIONE DEI BURGER. SOVRAPPORRE UNA SECONDA FETTA DI PANE, PASSARE NELL’UOVO SBATTUTO CON IL GRANA E NEI SEMI DI SESAMO NERO. FRIGGERE SINO A CHE NON SIA DORATO E CROCCANTE. PER LA COMPOSIZIONE FINALE, SERVIRE IL BURGER DI TOFU TRA DUE FETTE DI PAN BRIOCHE FRITTO, DEI CETRIOLINI IN AGRODOLCE DELLA SALSA MAIONESE DI SOIA; A PIACERE ACCOMPAGNARE CON ALTRE SALSE E GUARNIZIONI.

Salotto e ristorante - Piazza garibaldi, 6 Adria - www.terrazzainpiazza.it

29CUCINA

MESSAGGIO PUBBLICITARIO

WEB: SPIZZICHIANDBOCCONI.BLOGSPOT.COM

282828

Direttamente collegati alle nuove tecnologie digitali che stanno invadendo in modo positivo il mondo Odon-toiatrico ed Odontotecnico ci sono dei materiali che

hanno cambiato profondamente il modo di fare Odontoiatria e di conseguenza anche gli Odontotecnici hanno iniziato con estrema soddisfazione ad utilizzarli. Vediamo quindi quali sono, le loro caratteristiche ed il tipo di applicazioni che possono avere. Il primo ed il più conosciuto anche dai pazienti è la Zirconia, questo materiale si ricava dall’ossido dello Zirconio, Lo zirconio è l’elemento chimico di numero atomico 40. Il suo simbolo è Zr. È un metallo di transizione bianco-grigio, duro, il cui aspetto ricorda quello del titanio. Con la polvere della sua ossidazione si ricavano delle cial-de o dischi di aspetto gessoso che vengono lavorati con le macchine fresatrici che fresano in tre dimensioni gli elementi dentali, questi ultimi vengono poi inseriti in un forno parti-colare che raggiunge temperature molto elevate, attorno ai 1400 1500 gradi centigradi, cuocendo di fatto la struttura in zirconia che si trasforma in un materiale ceramico con una resistenza elevatissima ed un colore molto naturale che si avvicina a quello dei denti. Il vantaggio di questo materiale è che va usato senza metallo, diventando quindi altamente bio-compatibile ed estetico in modo fi no a poco tempo fa impensabile. Dato l’alto valore di resistenza alla frattura la zirconia viene utilizzata per protesizzare soprattutto i settori posteriori del cavo orale, cioè la parte dei molari, nulla vieta però ad oggi, con i nuovissimi tipi di zirconia ad alta traslu-cenza di protesizzare anche la parte puramente estetica della bocca, cioè dove si trovano gli incisivi ed i canini. Un altro tipo di materiale molto performante ma un po’ meno conosciuto

Zirconia e Disilicato di Litio, nuovi materiali che garantiscono una totale biocompatibilità e una estetica incomparabile

Nuovi materiali odontoiatrici

della zirconia è il Disilicato di Litio, questo materiale fa parte dei Silicati, materiali ceramici altamente resistenti. Questo materiale non è altro che una ceramica rinforzata con cristalli di Litio che conferiscono un tipo di rifl essione della luce che si avvicina talmente a quella del dente naturale da non riuscire a notarne la differenza. Anche il disilicato è altamente bio-compatibile ma a differenza della zirconia è molto meno re-sistente, è quindi caldamente consigliato utilizzarlo nei settori anteriori della bocca dove non si corre alcun rischio di frattura e si è sicuri di ottenere un risultato estetico che soddisferà

sia il paziente che l’équipe Odontoiatrica. Il Disilicato per le macchine fresatrici si trova in forma di blocchetti detti meta-disilicato, una volta fresato, anche questo viene poi cotto in un forno particolare e si trasforma in disilicato assumendo la colorazione del dente predefi nita. In conclusione, tutti questi materiali, chiamati comunemente ceramiche integrali, si pre-stano a essere adoperati in quasi tutti i tipi di protesi fi ssa, sia su protesi implantare sia su denti naturali, garantendo una totale biocompatibilità ed una estetica incomparabile.

Lo studio dentistico Salus 2.0 di Chioggia specializzato in cure odontoiatriche, grazie ad un personale qualifi cato offre una vasta gamma di servizi garantendo massima

qualità ad un costo contenuto. Tipologia di interventi denti-stici presso i nostri ambulatori: •Igiene orale professionale •Odontoiatria pediatrica •Chirurgia odontoiatrica •Conser-vativa •Endodonzia •Implantologia odontoiatrica •Protesi dentaria. Gli ambulatori polispecialistici Salus 2.0 forniscono prestazioni odontoiatriche, ortodontiche e cure specialistiche in ambulatorio per 6 giorni la settimana. Occupa attualmente 4 addetti, oltre a diversi collaboratori medici ed odontoiatri liberi professionisti. Tutti i collaboratori e i dipendenti dello stu-dio operano con integrità , qualità e professionalità per fornire ai pazienti soluzioni preventive e terapeutiche in linea con le conoscenze scientifi che attuali. Obiettivo per tutti i professio-nisti, ciascuno nella propria area di competenza, è identifi care gli strumenti più opportuni per anticipare e minimizzare i ri-schi e massimizzare l'effi cacia delle cure erogate. Con la con-sapevolezza di far parte di una organizzazione complessa capace di fondere qualità e responsabilità nella propria pratica clinica. Lo Studio opera nel campo dell'Assistenza Sanitaria Odontoiatrica Privata in regime libero professionale, non è convenzionato con il SSN ma con altri Enti Privati.

STUDIO DENTISTICO SALUS 2.0 di Rubinato Mauro & C.Via Don Eugenio Bellemo, 1430015 Chioggia - VeneziaTel: 041.405006Fax: [email protected]

Direttore Sanitario: Dott. Ferrari Ruffino SalvatoreAut. San Nr. 85 del 21.05.2013

I disturbi d’ansia rientrano tra i di-sturbi più comuni e frequenti che si riscontrano al giorno d’oggi. L’ansia è

un’emozione universale che non sareb-be inadeguato provare, in quanto rap-presenta una componente necessaria della risposta dell’organismo allo stress. La risposta ansiosa agli eventi non ha sempre e necessariamente caratteristi-che negative.L’ansia risulta patologica quando è ec-cessiva e ha un’intensità tale da provocare un grado di sofferenza insopportabile complicando notevol-mente la vita di una persona, rendendola incapace di affrontare anche le situazioni più comuni.Possono essere identifi cate quattro fondamentali com-ponenti dell’ansia: una componente cognitiva (carat-terizzata dalla capacità/incapacità di comprendere le cause del proprio stato); una componente somatica (caratterizzata da una reazione di emergenza che si nota, a livello fi sico, con pallore della pelle, sudore, tremore, dilatazione pupillare e respiro diffi coltoso); una componente emotiva (costituita da emozioni negative quali paura, apprensione, preoccupazione, irritabilità e cambiamento di umore); una componen-te comportamentale (caratterizzata da comporta-

menti diretti alla fuga o all’evitare le fonti di ansia). Quando l’attivazione del sistema di ansia è ingiustifi cata o sproporzionata rispetto alle situazioni, si ha un disturbo d’ansia.Sono disturbi d’ansia gli attacchi di panico (con e senza agorafobia), le ossessioni e compulsioni, le fobie (paura di parlare in pubblico, di usare i mezzi di trasporto, ecc), l’ansia gene-ralizzata e il disturbo post-traumatico

(in seguito ad eventi traumatici o molto stressanti).Per alleviarne i sintomi risultano essere importanti una dieta appropriata (ridurre il consumo di caffei-na, zucchero, alcol), un sonno adeguato, un regolare esercizio fi sico e alcune tecniche di rilassamento.Nei casi più diffi cili è opportuno curare l’ansia con il trattamento psicologico e se necessario, anche far-maceutico.

Ansia: come riconoscerla ed affrontarla

Dott.ssa Cristina Zago - Psicologa ClinicaRiceve per appuntamento ad Adria e RovigoCell.: 348 3468022 - Mail: [email protected]

Dott.ssa Cristina Zago

Quando questo disturbo raggiunge livelli eccessivi può complicare molto la vita di una persona

Una nuova tecnica per il trat-tamento dell’invecchiamen-to di viso, collo, decolté, ma

anche del corpo è rappresentato dal soft lift con fi li in PDO (polidios-sanone). Questa procedura medica è caratterizzata da una minima in-vasività e offre un effetto liftante estremamente naturale . I fi li in PDO sono fi li, utilizzati da tempo sia in chirurgia generale che in chirurgia vascolare, che vengono posizionati nel tessuto sottocutaneo mediante aghi mol-to sottili e lì si stabilizzano, dando un effetto stimolante sulla proliferazione di nuovo collagene, e quindi un so-stegno al tessuto. Trovano indicazione in tutte le zone del volto dove si ha una lassità come la regione perioculare quella zigo-matica, quella sottomentoniera, sul collo, sul decolté, sulla regione periombelicale, sull’interno delle braccia e sull’interno coscia. L’inserimento dei fi li avviene mediante impianti che se-guono le linee di tensione della cute, fi no a formare un reticolo di sostegno. I fi li, per la loro conformazione si aprono a V e si tendono creando un arco, responsabi-le della tensione tessutale. Si eseguono 1 o 2 sedute

distanziate di circa 3-4 mesi. L’a-zione immediata dei fi li è quella di maggior compattezza del tessuto, l’azione liftante è invece progressiva. Accanto ai fi li biostimolanti esi-stono inoltre i fi li di ancoraggio in cui l’effetto lifting è maggiore e permette di ridefi nire in maniera più incisiva i contorni del volto o di riposizionare tessuti lievemente ceduti. Si tratta di fi li in PDO do-

tati di spine bidirezionali che aprendosi si ancorano sul tessuto sollevandolo. Entrambi i trattamenti richiedono meno di un’ora di tempo, non richiedono anestesia nè ricovero e lasciano minimi esiti, tanto da essere defi niti il “lifting della pausa pranzo”. Possono essere associati tra loro anche nella stessa seduta. Dopo circa 6/8 mesi i fi li vengono completamente riassorbiti ma la biostimola-zione e l’effetto lifting continuano per circa 12-18 mesi grazie alla formazione di nuovo collagene.

Lifting non chirurgico: i fili in PDO in chirurgia esteticaUna procedura medica poco invasiva per un effetto estremamente naturale e sicuro

Studio Medico:Viale dei Mille 107A – [email protected]. 3282523160

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Realtà ormai consolidata negli anni, il Centro Fisioterapico di Tribano grazie al rapporto diretto tra paziente e te-

rapeuta è giunto ad essere uno dei punti di riferimento del territorio del Conselvano per la terapia delle affezioni acute e/o croniche degenerative degli apparati muscolo- osteo- tendinei. Il puntuale e periodico controllo e ammodernamento degli strumenti e delle tecniche di applicazione hanno permesso di raggiungere alte percentuali di successo anche grazie alla collaborazione con centri di eccellenza per interventi ortopedici vari, assicurando un recupero ottimale del post operatorio. Grazie alla puntuale disponibilità dei chirurghi spe-cialisti e in sinergia con l’equipe del centro è sempre possibile trovare la terapia più adatta alle esigenze di ciascun paziente. La grande professionalità assicurata dal Centro Fisioterapico di Tribano, guidato professio-nalmente da Mario Agujari Stoppa, nella sua ormai quindicinale presenza nel comune, è testimoniata dal consolidato rapporto di fi ducia di tutti quei pazienti che si sono rivolti e continuano a rivolgersi con piena sod-disfazione alle cure dell’equipe. Il Centro Fisioterapico di Tribano, comunica inoltre, che per far fronte alle no-tevole diffi coltà economiche del momento, nonostante le spese di gestione continuino ad aumentare, anche per l’anno in corso le tariffe rimarranno invariate.Con l’occasione ci fa piacere chiarire che l’onda d’urto è un

effetto meccanico che si ottiene sia mediante l’apparecchio a percussione balistica sia con onde acustiche e onde pres-sorie ad alta energia.Presso il Centro Fisioterapico di Tribano è possibile eseguire:· Massoterapia;· Magnetoterapia;· Laser terapia;· Ultrasuoni;· Teca terapiae molto altro ancora... per info 049.5342366

Centro fisioterapico di TribanoL’eccellenza nella cura degenerativa degli apparati muscolo-osteo- tendinei a due passi da casa, senza lo stress di traffico e parcheggio

Centro fisioterapico di Tribano:Dott. Mario Agujari StoppaPiazza Martiri della Libertà, 11 – Tribano (Pd) - tel. 049 5342366

L’educazione del paziente alla pre-venzione delle patologie del cavo orale tramite sedute di igiene, rive-

ste l’odontoiatra di un ruolo sanitario e sociale importante.E’ consuetudine nel nostro studio, dopo aver tolto la causa del dolore urgente, pri-ma di effettuare qualsiasi intervento, dalla semplice otturazione a un intervento di riabilitazione protesica, dare largo spazio all’igiene orale.Che cos’è la seduta di igiene? La seduta di igiene professionale si divide in parte pratica, dove l’operatore rimuove con l’ultilizzo di strumenti meccanici ad ultrasuoni e manuali, tartaro e placca che con il tempo si deposita sui nostri denti; e, una parte teorica dove l’odontoiatra illustra al paziente come effettuare un corretto mantenimento domicialire.La rimozione di placca e tartaro sta alla base della pre-venzione delle patologie dentarie quali carie e patologie parodontali. L’importanza della prevenzione riveste un ruolo prioritario non solo per la salute orale, per esempio piccole carie se curate subito, evitano problematiche più importanti e dispendiose, ma anche per la salute di tutto il nostro or-ganismo.Non dimentichiamo che la prima digestione si effettua in bocca. Quindi una bocca sana aiuta il paziente nel proprio

percorso di salute.In più il controllo di lesioni primitive, per-mette di diagnosticare tempestivamente il tumore del cavo orale.Molto spesso i miei pazienti mi chiedono a quale età sia utile ef-fettuare la prima seduta?Dunque, oltre ad adolescenti e adulti, anche nei bambini con denti da latte è consigliabile iniziare un percorso di sedute di igiene programmate in occasione delle quali il piccolo paziente può ricevere le prime istruzioni per lavare i dentini, e, allo

stesso tempo pone le basi per consolidare un rapporto di fi ducia con il dentista che gli permetterà gradualmente di recarsi in studio senza ansia e paura.Quante volte dovremo fare la pulizia in un anno? Una? Ogni 6 mesi?Quando i denti sono sporchi? La risposta non è uguale per tutti e la periodicità delle sedute va calibrata in base alle caratteristiche del paziente.Il consiglio che mi sento, sia come specialista sia come persona, di dare è quello di fare un controllo almeno una volta l’anno.

Ruolo di primaria importanza dell’odontoiatra: motivare il paziente all’igiene oraleUna bocca sana aiuta il paziente nel proprio percorso di salute

Dott. Ottavo Franco Bellucco:medico chirurgo specialista odontostomatologiaVia Contarini, 54 – Porto Viro (Ro)tel. 0426 320876

Il dr. Ottavo Franco Bellucco medico chirurgo specialista

odontostomatologia

Una malattia come il diabete può creare notevoli complicanze dovute all’aumento della concentra-zione del glucosio nel sangue. Il livello alto della

glicemia interessa logicamente tutti gli organi che, quin-di, si trovano esposti al rischio di sviluppare patologie legate alla malattia.

Oltre che gli occhi, i reni ed il sistema cardio-vasco-lare in generale, il diabete, sia di tipo I che di tipo II,

Il piede diabeticoE’ importante non sottovalutare ogni piccolo campanello d’allarme, quattro approcci differenti per curare efficacemente la patologia

Dott. Francesco SaccoVia F. Borromini, 11 - Mira (Ve)tel. 041 [email protected]

Dott. Francesco Sacco

può portare al cosiddetto piede diabetico, una patologia che costituisce la complicanza più invalidante dell’iper-glicemia cronica trascurata.

Si tratta di uno stato patologico che condiziona negativamente la qualità di vita del paziente al quale è assolutamente prescritta una scrupolosa e costante igiene dei propri piedi, supportata anche da frequenti controlli medici.

Il piede diabetico è una condizione morbosa dovuta ad un disturbo del sistema nervoso periferico, tale da compromettere la corretta funzionalità degli arti infe-riori.

Se si considera che circa il 15% dei diabetici andrà incontro nel corso della propria esistenza ad un’ulcera-zione del piede che richiederà un intervento di tipo me-dico è possibile farsi un’idea della gravità rappresentata da questa particolare complicanza.

I sintomi del piede diabetico sono principalmen-te sensazione di freddo, formicolii, dolori, alterazione della sensibilità, perdita della capacità di percepire il dolore ed i cambiamenti di temperatura a livello delle estremità inferiori e diffi coltà a camminare.

Sintomi spesso molto comuni e quindi altrettanto spesso sottovalutati.

Le patologie che più frequentemente comprometto-no la funzione o la struttura del piede sono l’arteriopa-tia (piede ischemico) e la neuropatia diabetica (piede

neuropatico). In molti casi i due quadri clinici coesistono e si par-

la, pertanto, di piede diabetico neuro-ischemico.Le arterie ed i capillari degli arti inferiori danneg-

giati dall’iperglicemia fi niscono per chiudersi progressi-vamente e questo fattore, assieme al danneggiamento dei nervi legato sia al negativo impatto degli elevati livelli di glicemia sulle fi bre nervose sia alle lesioni che l’iperglicemia provoca nei vasi sanguigni che nutrono le dette fi bre, fa sì che non si riesca a percepire l’arto e che il piede, quindi, fi nisca per venire appoggiato in maniera scorretta favorendo così indurimenti della pelle con formazione di calli e vesciche.

La perdita della sensibilità può portare a non riusci-re più ad accorgersi di eventuali tagli accidentali, ustioni o ulcere, che possono fi nire, quindi, per infettarsi por-tando anche una progressiva gangrena dei tessuti. Per questo motivo è fondamentale la cura dei piedi. Le cure più effi caci del piede diabetico si articolano su quattro fronti differenti:

- La chirurgia vascolare con il ripristino della fun-zionalità delle arterie e dei capillari per permettere al sangue di raggiungere il piede con interventi di rivasco-larizzazione mediante by-pass o angioplastiche.

- Antibiotici mirati, per risolvere le eventuali infezio-ni in corso. Plantari e calzature ortopediche che permet-tono il corretto appoggio del piede, scaricando il peso

del corpo su tutta la sua superfi cie.- Medicazione specifi ca per le ulcere, se in corso,

per guarire in modo effi cace.Ogni piccolo campanello di allarme sui piedi è da

segnalare se si è affetti da diabete, perché la malattia modifi ca decisamente la percezione di un piccolo taglio o di una ferita arrossata e, contemporaneamente, il verifi carsi di tale complicanza modifi ca decisamente, in senso negativo, la qualità di vita del paziente e l’evol-versi della malattia diabetica.

Per questo motivo è bene che venga attuata una attenta sorveglianza dello stato della cute del piede in primis da parte del paziente stesso che dovrà rivolgersi sempre al medico in caso di lesioni e disturbi correlati senza sottovalutare il problema.

In ogni caso è regola fondamentale per la preven-zione e la cura delle complicanze, attenersi scrupolosa-mente alla dieta e norme di igiene di vita corrette oltre che all’auto controllo dei livelli glicemici nel sangue.

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FisioterapiaL’eccellenza nella cura degenerativa degli apparati muscolo-osteotendinei

pag. 27

Hanno collaborato:

Siamo felici davvero se stiamo bene

Prevenire le malattie e curarsial meglio è una buona regola.

Il consiglio giusto?Rivolgersi a medici esperti

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Per collaborare all’inserto La Piazza Salute contattare 049 8704884 - [email protected]

MEDICINADott. Francesco Sacco

Via F. Borromini, 11 - Mira (Ve)Tel. 041 421836

STUDIO DIETISTICODott.ssa Rita Smanio

Rovigo, Badia Polesine, Solesino, Monselice,

Battaglia Terme, Megliadino San Vitale

Tel. 3491250982

PSICOLOGIADott.ssa Cristina Zago

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FISIOTERAPIACentro fisioterapico di

TribanoDott. Mario Agujari Stoppa

Piazza Martiri della Libertà, Tribano (Pd)

tel. 049 5342366

CHIRURGIA ESTETICADott.ssa Cristina Rogato

Studio Medico:Viale dei Mille 107A - Rovigo

tel. 3282523160

STUDIO DENTISTICODott. Mauro Rubinato

Via Don Eugenio Bellemo - Chioggia (Ve)tel. 041405006

Fax. 04155091055

ODONTOIATRADott. Ottavo Franco

BelluccoVia Contarini, 54 - Porto

Viro (Ro)tel. 0426 320876

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L’implantologia oggi è diventata sicuramente la risposta elettiva per risolvere i problemi della mancanza dei denti. Ci sono delle innovazioni

continue che caratterizzano gli impianti per un sem-pre più idoneo inserimento anche in situazioni cliniche complicate, come il ridotto spazio osseo e con creste alveolari estremamente sottili.Nel mio studio, ad esempio, adotto soluzioni tecniche d’avanguardia che danno la possibilità di effettuare terapie implantari d’eccellenza sempre più evolute e soprattutto accessibili ad un vasto numero di pazienti con un costo sicuramente competitivo nel mercato.Ciò non vuol dire che il ponte classico o la protesi com-binata o mobile sia la soluzione da scartare a priori. Bisogna capire che la protesi mobile non è un declas-samento ma se costruita in modo congruo con lo stato dentale del paziente può essere una soluzione idonea ed economica per le esigenze di alcuni pazienti che per vari motivi non vogliano adottare una soluzione implantare fi ssa.In alcuni casi la protesi mobile diventa quasi un obbligo, anche se temporaneo, per pazienti con grave malattia parodontale fi no a quando questa non viene trattata con particolari interventi mirati proprio a risolvere tale problematica.Sicuramente un buon clinico sa cosa consigliare in ogni

situazione per dare al proprio paziente il massimo comfort ed esigenza estetica, garantendo sempre la salute in primis.

Implantologia: unica risposta per la riabilitazione protesica?Quante volte da paziente ci si fa questa domanda e spesso la risposta è sempre un po’ difficile

Dott .Andrea BettetoVia Perosi 5 Robegano di Salzano VE tel 041 5740054Via Barche 47/D Mirano VE tel 041 431262Convenzionato con Previmedical

Il dr. Andrea Betteto

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Le vacanze molto spesso sono un periodo critico per la dieta e spesso capita di tornare a casa con alcuni chili di troppo. Poco male se siete normo-peso e di giovane età, ma se siete sovrappeso e avete superato gli “anta” disfarsi di 3 o 4 chili non sarà facile. Privarsi dei piaceri della tavola durante le tanto desiderate ferie è un delitto, ma il segreto sta nel mangiare quantità modeste e cogliere l’occasione del tempo libero per fare tanta attività. Per cercare di avere un’alimenta-zione suffi cientemente corretta ed equilibrata e mantenere un buon bilancio energetico dobbiamo innanzi-tutto sapere:- quante calorie dovremmo introdurre (solitamente è lo spe-cialista che lo sa calcolare in base al vostro peso, altezza, sesso .....).- quante calorie apporta ciò che mangiamo.- quanta energia è necessita quando facciamo attività fi sicaFacciamo un esempio pratico di una cena in un ristorante di mare. Antipasto: impepata di cozze circa 150 Kcal. Primo: tagliolini agli scampi 488 Kcal. Secondo: frittura mista circa 600 Kcal. Dessert: semifreddo ai frutti di bosco 267 Kcal.3 bicchieri (125 ml cad) di prosecco o vino bianco fermo 380 Kcal. Per questa cena le calorie complessive che avrete ingerito ammontano a 1885 Kcal. Sicuramente siamo in eccesso e quindi dovremmo ridimensionare la nostra cena come per esempio mangiare: una bella porzione di verdure di stagione circa 56 kcal (la verdura serve sopratutto per saziarsi), risotto ai frutti di mare circa 380 Kcal, fi letto di branzino al trito di basilico e verdure 439 Kcal. Macedonia di

frutta con gelato alla frutta 187 Kcal. Con queste varianti avrete risparmiato circa 823 Kcal.Per chi ha problemi di peso consiglierei 10 regole:- pesarsi prima di andare via e quando si torna per capire se si è aumentati e quanto e fare in modo di ritornare al peso di partenza in un mese - iniziare il pasto sempre con una bella porzione di verdura in modo tale da saziarsi- non saltare i pasti (al massimo solo la colazione se si è abituati a svegliarsi tardi) in modo tale da

evitare di arrivare a cena o pranzo con troppa fame e quindi rischiare di non controllarsi:- preferire primi o secondi con tante verdure- condire per conto proprio le verdure perchè molto spesso le verdure già condite presentano più olio- aproffi ttare del tempo libero per aumentare l’attività fi sica- se siete golosi eventualmente mangiare il dolce a colazione anzichè alla sera dopocena perchè si rischia di non consuma-re le calorie prese ed eventualmente preferire dolci più light come un bel gelato alla frutta- se si è in appartamento non mangiare sempre cose veloci e pronte come pizza, alimenti precotti o surgelati- bere molta acqua anche se non si ha sete- Usare dei fermenti lattici prima durante e dopo le ferie se si è soggetti a stipsi, colite o gonfi ore addominale

Come eliminare in un mese i chili presi in vacanzaUn leggero sovrappeso è difficile da perdere dopo gli “anta”

Studio Dietistico Dott.ssa Rita Smanioe-mail: [email protected]: 3491250982

Dott.ssa Rita Smanio

L’educazione del paziente alla pre-venzione delle patologie del cavo orale tramite sedute di igiene, rive-

ste l’odontoiatra di un ruolo sanitario e sociale importante.E’ consuetudine nel nostro studio, dopo aver tolto la causa del dolore urgente, pri-ma di effettuare qualsiasi intervento, dalla semplice otturazione a un intervento di riabilitazione protesica, dare largo spazio all’igiene orale.Che cos’è la seduta di igiene? La seduta di igiene professionale si divide in parte pratica, dove l’operatore rimuove con l’ultilizzo di strumenti meccanici ad ultrasuoni e manuali, tartaro e placca che con il tempo si deposita sui nostri denti; e, una parte teorica dove l’odontoiatra illustra al paziente come effettuare un corretto mantenimento domicialire.La rimozione di placca e tartaro sta alla base della pre-venzione delle patologie dentarie quali carie e patologie parodontali. L’importanza della prevenzione riveste un ruolo prioritario non solo per la salute orale, per esempio piccole carie se curate subito, evitano problematiche più importanti e dispendiose, ma anche per la salute di tutto il nostro or-ganismo.Non dimentichiamo che la prima digestione si effettua in bocca. Quindi una bocca sana aiuta il paziente nel proprio

percorso di salute.In più il controllo di lesioni primitive, per-mette di diagnosticare tempestivamente il tumore del cavo orale.Molto spesso i miei pazienti mi chiedono a quale età sia utile ef-fettuare la prima seduta?Dunque, oltre ad adolescenti e adulti, anche nei bambini con denti da latte è consigliabile iniziare un percorso di sedute di igiene programmate in occasione delle quali il piccolo paziente può ricevere le prime istruzioni per lavare i dentini, e, allo

stesso tempo pone le basi per consolidare un rapporto di fi ducia con il dentista che gli permetterà gradualmente di recarsi in studio senza ansia e paura.Quante volte dovremo fare la pulizia in un anno? Una? Ogni 6 mesi?Quando i denti sono sporchi? La risposta non è uguale per tutti e la periodicità delle sedute va calibrata in base alle caratteristiche del paziente.Il consiglio che mi sento, sia come specialista sia come persona, di dare è quello di fare un controllo almeno una volta l’anno.

Ruolo di primaria importanza dell’odontoiatra: motivare il paziente all’igiene oraleUna bocca sana aiuta il paziente nel proprio percorso di salute

Dott. Ottavo Franco Bellucco:medico chirurgo specialista odontostomatologiaVia Contarini, 54 – Porto Viro (Ro)tel. 0426 320876

Il dr. Ottavo Franco Bellucco medico chirurgo specialista

odontostomatologia

L’EditorialeL’Editoriale

Certo poi, al ritorno dalle vacanze, si dovà fare i conti con tutte le calorie di troppo ingerite e allora, come suggeriscono i migliori dietisti, meglio mettersi subito al lavoro per tornare in forma. Qualche chilo in più dopo gli “anta” è faticosissimo da smaltire.

Se siete dei patiti dell’abbronzatura e vi esponete alla luce del sole nelle ore più calde, mettetevi in testa di proteggere la vostra cute. Portate con voi le creme solari con fattori alti da applicare, al mare, almeno un quarto d’ora prima di fare il bagno e possibilmente essere specifi che per il tipo di pelle. Un’eccessiva esposizione al sole, può provocare scottature importanti e essere anche causa di melanoma ossia tumore della pelle. Riguardo a questo argomento è bene essere informati, come sottolineano i dermatologi, e fare spesso un autocotrollo della cute specie se sono presenti nevi. Un altro consiglio molto utile dal punto di vista della salute è proteggere gli occhi. Luce del sole, acqua del mare e vento possono metterli a dura prova. Usare dei buoni occhiali da sole, con lenti anti UV, ed alleviare le eventuali irritazioni, se non molto intense, con colliri decongestionanti dovrebbero essere le regole di base. Se il problema fosse più importante, però, è sempre meglio rivolgersi ad uno specialista. Gli occhi sono delicatissimi e sottovalutare qualcosa potrebbe non essere la scelta giusta da fare.

E se soffrite di pressione bassa, ricordate che il caldo contribuisce ad abbassare la pressione e che potreste subire particolarmente gli effetti del caldo. Sentirvi spossati, accusare mal di testa e nausea…Un po’ di zucchero può essere utile, per rialzare un piccolo sbalzo di pressione, ma è consigliabile recarsi dal proprio medico per farsi indicare i medicinali opportuni.

Finchè siete in viaggio potrebbero capitare anche strappi e distorsioni dolorose. Proprio il dolore si può alleviare in qualche modo con antidolorofi ci, di cui non abusare, mentre per la causa del dolore occorre provare a intervenire con alcune pomate, creme o unguenti specifi ci. Sempre tenendo presente che se la parte interessata si gonfi a molto è meglio rivolgersi ad un medico. Dolori muscolari come il torcicollo, invece, vanno valutati alla luce della conoscenza del proprio corpo: nella gran parte dei casi, si tratta solo di contratture muscolari, che si curano con una ginnastica per la parte interessata, ripetuta più volte al giorno. Certo un fi sioterapista esperto potrebbe essere un toccasana.

Ricordatevi che anche in vacanza è possibile usufruire dell’assistenza medica. In Italia ci si può rivolgere alla guardia medica turistica, che però è presente solo in alcune località di villeggiatura. Altrimenti bisogna rivolgersi, pagando, ad un medico di medicina generale. La ricevuta di pagamento, in alcune Regioni, può essere rimborsata dalla Asl. Altrimenti va inclusa tra le spese mediche detraibili con la dichiarazione dei redditi. In Europa è possibile usufruire di cure sanitarie gratuite o a costi ridotti, ma bisogna avere con sé la tessera sanitaria.

Prima di partire è sempre meglio passare dal dentista: niente può rovinare la vacanza come il mal di denti!Prevenire è meglio che curare…e non si tratta solo di slogan!

Segue da pag. 25

SommarioIl piede diabeticoI segnali da non sottovalutare; 4 approcci per curarlo

pag. 27

OdontoiatriaNuovi materiali odontoiatrici

pag. 28

Invecchiamento cutaneoIl lifting non chirurgico con effetto naturale e sicuro

pag. 28

Psicologia clinicaL’ansia può complicare molto la vita di una persona

pag. 28OdontoiatraIgiene dentale, indispensabile per prevnire paotologie del cavo orale

pag. 27

Ferie serene se corpo e mente sono sani

Informazione a pagamento a cura degli esperti del settore www.lapiazzaweb.it

L’EditorialeL’Editoriale

Capita, a volte, che l’estate e le vacanze siano accompagnate dal rischio di piccoli e fastidiosi distur-

bi che rischiano di rovinare il meritato periodo di riposo o il rientro.E’ importante perciò seguire delle buo-ne regole per prevenire ogni malanno possibile.Sicuramente evitare la disidratazione è la prima, perché durante l’estate occor-re bere molto, almeno un litro e mezzo di acqua al giorno. Il caldo e il sudore, infatti, portano a perdere molti più li-quidi, i quali devono essere reintegrati. Scegliete acqua liscia e non gassata e soprattutto a temperatura ambiente e non gelata per evitare blocchi di dige-stione e congestioni. L’altra buona regola per non piangere poi sul latte versato è moderarsi a ta-vola. Questo perché con il caldo, anche i processi digestivi sono meno effi cienti. Sono da preferire, quindi, cibi leggeri. Aumentate il consumo di frutta e ver-dura che permettono di evitare proble-mi di cattiva digestione, stipsi, diarrea o bruciore di stomaco. Con gli alcolici, poi, bisognerebbe andar più piano del solito mentre in vacanza, si sa, una buona bottiglia di vino durante le cene a lume di candela o qualche cocktail a bordo piscina non mancano mai.

Continua a pag. 26

BUONE REGOLE PER UNA VACANZA IN SALUTE

Studio Dentistico Salus 2.0: I nuovi materiali odontoiatrici

Studio Dentistico Salus 2.0:

Continua a pag. 28

Dott.ssa Cristina Zago:Ansia: riconoscerla e affrontarla

Dott.ssa Cristina Zago:Dott.ssa Rita Smanio:Come eliminare in un mese i chili presi in vacanza

Dott.ssa Rita Smanio:

i chili presi in vacanzaContinua a pag. 26 Continua a pag. 28

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14 Cultura veneta

La cultura non va in vacanza. A Palazzo Zabarella è già tutto pronto per il grande evento della prossima stagione, che il 6 settembre accoglierà i cittadini al ri-

torno dalle ferie e i turisti tardivi. Si tratta della mostra de-dicata al pittore livornese Vittorio Corcos (1859-1933), che prosegue il fi lone dedicato alla pittura dell’Ottocento italiano che ha visto, l’anno scorso, il successo della mostra su Giuseppe de Nittis. L’esposizione presenterà oltre 100 dipinti, in grado di ripercorrere la vicenda del pittore livornese, attraverso un considerevole nucleo di capolavori, affi ancati a numerose opere inedite, prove-nienti dai maggiori musei e dalle più importanti collezioni pubbliche e private. La fama di Corcos era peraltro già notevole nella prima metà del secolo scorso, se Ugo Ojet-ti, nel 1933, ebbe modo di scrivere: “Chi non conosce la pittura di Vittorio Corcos? Attenta, levigata, meticolosa, ottimistica: donne e uomini come desiderano d’essere, non come sono”. Il percorso ruoterà attorno al grande

capolavoro “Sogni”, l’opera più celebre di Corcos: espo-sto per la prima volta alla Festa dell’Arte e dei Fiori di Firenze 1896, il quadro aveva destato un “chiasso india-volato” e provocato un acceso dibattito sul signifi cato da attribuire a quell’intenso ritratto di giovane donna, ora defi nito “spiri-tualista” ora “realista”, ma infi ne universalmente ammirato per l’originalità della composizione e l’inquieto carattere della protago-nista, fi no a diventare una delle immagini emblematiche della Belle Èpoque .

La prima sezione della mostra è dedicata ai luoghi che hanno visto scorrere l’esistenza di Corcos, gli amici e le importanti personalità che ha frequentato, tra cui l’Imperatore Guglielmo II di Germania, Giosuè Carduc-ci, Silvestro Lega e molti altri, dei quali ha tramandato l’immagine ai posteri. Di particolare rilievo sono i ritratti

dell’editore milanese Emilio Treves e quello del critico Yorick. Un capitolo particolare sarà poi dedicato a Parigi, città in cui visse dal 1880 al 1886 e che lo vide uno dei maggiori interpreti della cosiddetta pittura della vita

moderna, assieme a Boldini e De Nittis.

Il legame con la capitale per-durerà anche oltre il suo soggior-no, come testimonia “Le istitutrici ai Campi Elisi” del 1892, uno dei vertici dell’artista livornese, che

raffi gura una scena ambientata in una dorata giornata d’autunno in uno dei luoghi più affascinanti di Parigi. Non mancherà, all’interno del percorso di Palazzo Zabarella, un confronto con artisti quali Giuseppe De Nittis, Léon Bonnat, Ettore Tito e altri, coi quali Corcos ha intrattenuto un rapporto di lavoro e di amicizia.

Il mese di agosto è, come ogni anno consacrato al fi tto programma di visite guidate, spettacoli teatrali, concerti e reading dei “Notturni d’arte”, quest’anno dedicati ai personaggi illustri di Padova. Dalle

testimonianze dell’antica Patavium sotto l’imperatore Cesare Ottaviano Augusto, di cui ricorre il bimillenario della morte e della cui corte faceva parte lo storico padovano Tito Livio, fi no alle testimonianze artistiche e storiche del Novecento, alla scoperta di personaggi illustri che hanno rivo-luzionato il modo di pensare, di agire, di esprimersi e di cui è testimone il ricco patrimonio artistico, letterario e scientifi co presente in città. Dai più noti (Giotto, Mantegna, Galileo, il Ruzante, e molti ancora), sino a personaggi la cui valenza culturale è ancora poco conosciuta, come nel caso del grande esploratore padovano Giovanni Battista Belzoni o del cartografo e geografo Giovanni Antonio Rizzi Zannoni.

A Padova gli appuntamenti ripercorrono duemila anni di storia

La.Or. Laura Organte

Leoni d’oro alla carriera a due cineasti statunitensi: alla montatrice Thelma Schoonmaker e al documentarista Frederick Wiseman. Il fi lm d’apertura sarà “Birdman” di Alejandro Iñárritu

Si terrà dal 27 agosto al 6 settembre la 71esima Mo-stra Internazionale d’Arte Cinematografi ca di Venezia e le novità anticipate sono già molte. I Leoni d’oro alla

Carriera, sono stati attribuiti a due cineasti statunitensi, alla montatrice Thelma Schoonmaker e al regista e documen-tarista Frederick Wiseman. La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, su proposta del direttore della Mostra del Cinema, Alberto Barbera. Thelma Schoonmaker è universalmente riconosciu-ta come uno dei più straordinari montatori cinematografi ci, come testimonia il fatto che le siano stati attribuiti tre Oscar (“Toro scatenato”, “The Aviator”, “The Departed”) e due Bafta (“Toro scatenato”,” Goodfellas”), nel corso della sua lunga carriera. La sua collaborazione con il regista Martin Scorsese è iniziata nel 1967 con il montaggio di “Chi sta bussando alla mia porta?”. Dal 1980 in poi ha montato tutti i lungometraggi di Scorsese fi no al recente “The Wolf of Wall Street” (2013). Oltre alla sua attività di montatrice, Schoonmaker lavora senza sosta per promuovere i fi lm e gli scritti del regista Michael Powell, suo marito. Con Thelma Schoonmaker è la prima volta che il Leone alla carriera della Mostra di Venezia viene attribuito a un artista del montag-gio. Frederick Wiseman è un documentarista indipendente.

Ha realizzato 39 documentari e 2 fi lm di fi nzione: opere narrative drammatiche che cercano di ritrarre l’esperienza umana all’interno di una grande varietà di istituzioni sociali contemporanee. Tra i suoi documentari si ricordano “Titicut Follies” (1967), “Welfare” (1975), “Public Housing” (1997), “Near Death” (1989), “La Comédie Française ou L’amour joué” (1996), “La danse-Le ballet de l’Opéra de Paris” (2009) e “At Berkeley” (2013, presentato a Venezia). Wiseman, che è stato presente 7 volte a Venezia, ha vinto numerosi premi tra i quali quattro Emmy, un MacAr-thur Prize Fellowship e un Guggenheim Fellowship. È anche regista di teatro. Intanto è già noto il fi lm d’apertura: sarà “Birdman o Le imprevedibili virtù dell’ignoranza” diretto da Alejandro G. Iñárritu (“Amores perros”, “21 grammi”, “Babel”, “Biutiful”), con Michael Keaton. E poi: nella Sala Darsena, completamente rinnovata e ampliata da 1300 a 1409 posti, si terrà il 26 agosto la preapertura del Festival con l’anteprima di “Maciste alpino” (1916) di Luigi Maggi e Luigi Romano Borgnetto con Bartolomeo Pagano (Maci-ste), in nuova copia restaurata, in occasione del Centenario della Grande Guerra. Supervisione alla regia di Giovanni Pa-strone (Cabiria).“Maciste alpino” è probabilmente il miglior fi lm di propaganda bellica prodotto in Italia nel corso della

Prima guerra mondiale. Ma la mostra vedrà anche altre pre-senze. E’ data per scontata quella de “Il giovane favoloso” di Mario Martone (dedicato a Giacomo Leopardi, con Elio Germano) e di Abel Ferrara con il fi lm dedicato a Pier Paolo Pasolini a 30 anni della morte (con Willem Dafoe nel ruolo principale, Riccardo Scamarcio in quello di Pino Pelosi, Va-lerio Mastandrea, Maria de Medeiros, Giada Colagrande). Ci sarà “Anime nere”, il nuovo fi lm di Francesco Munzi che torna alla regia dopo “Il resto della notte”. Troveranno posto poi anche il nuovo fi lm di Ivano De Matteo “I nostri ragazzi”, interpretato da due coppie, Alessandro Gassman, Giovanna Mezzogiorno, Luigi Lo Cascio e Barbora Bobulova.

di Alessandro Abbadir

Eventi Al Lido di Venezia dal 27 agosto al 6 settembre

Mostra del Cinema, parte la 71esima edizioneÈ ispirato all’ultima in-

quadratura de “I 400 colpi” (Les quatre cents

coups, 1959) di François Truffaut il manifesto della 71esima Mostra di Venezia, realizzato per il terzo anno da Simone Massi. Nel nuo-vo manifesto della Mostra, il ragazzo raffi gurato in primo piano è Antoine Doinel, il personaggio protagonista del capolavoro d’esordio di Truffaut, “I 400 colpi”, e alter ego del regista in altri titoli memorabili (sempre interpretato da Jean-Pierre Léaud). Scappato dal riformatorio, il ribelle Antoine nell’ultima inquadratura guarda in macchina. Sullo sfondo, il mare che non aveva mai veduto. Nel manifesto della Mostra, Massi immagina il ragazzo contornato da pe-sci volanti: un elemento fantastico che mitiga la dimensione interrogativa del suo sguardo, prima del tuffo nel mare della vita. Simone Massi, premiato col David di Donatello 2012 per il miglior cortometraggio, è l’autore della sigla che dal 2012 introduce le proiezioni uffi ciali della Mostra di Venezia. La sigla ha una durata di 30 secondi, ottenuti da 300 disegni realizzati a mano che citano Fellini, Anghelopulos, Wenders, Olmi, Tarkovskij, Dovženko, Truffaut. Massi ha ideato la sigla con il contributo di Fabrizio Tassi. La musica è stata scritta ed eseguita da Francesca Badalini, mentre il sound design è di Stefano Sasso. Julia Gromskaya ha realizzato le riprese e Lola Capote-Ortiz si è occupata della post-produzione.

LA CURIOSITÀ

DA UN FILM DI TRUFFAUT IL MANIFESTO

NOTTURNI D’ARTE ALLA SCOPERTA DEI PERSONAGGI ILLUSTRI

Due opere di Corcos: “In lettura sul mare” 1910 e “Sogni” del 1896

L’esposizione Palazzo Zabarella dal 6 settembre ospita la nuova mostra sull’onda del precedente successo

Padova rende omaggio ai fasti della Belle Époque

Oltre cento dipinti di Vittorio Corcors da ammirare, fra capolavori e inediti

A.A.

Frederic Wiseman e Thelma Scoomaker

14 Cultura veneta

La cultura non va in vacanza. A Palazzo Zabarella è già tutto pronto per il grande evento della prossima stagione, che il 6 settembre accoglierà i cittadini al ri-

torno dalle ferie e i turisti tardivi. Si tratta della mostra de-dicata al pittore livornese Vittorio Corcos (1859-1933), che prosegue il fi lone dedicato alla pittura dell’Ottocento italiano che ha visto, l’anno scorso, il successo della mostra su Giuseppe de Nittis. L’esposizione presenterà oltre 100 dipinti, in grado di ripercorrere la vicenda del pittore livornese, attraverso un considerevole nucleo di capolavori, affi ancati a numerose opere inedite, prove-nienti dai maggiori musei e dalle più importanti collezioni pubbliche e private. La fama di Corcos era peraltro già notevole nella prima metà del secolo scorso, se Ugo Ojet-ti, nel 1933, ebbe modo di scrivere: “Chi non conosce la pittura di Vittorio Corcos? Attenta, levigata, meticolosa, ottimistica: donne e uomini come desiderano d’essere, non come sono”. Il percorso ruoterà attorno al grande

capolavoro “Sogni”, l’opera più celebre di Corcos: espo-sto per la prima volta alla Festa dell’Arte e dei Fiori di Firenze 1896, il quadro aveva destato un “chiasso india-volato” e provocato un acceso dibattito sul signifi cato da attribuire a quell’intenso ritratto di giovane donna, ora defi nito “spiri-tualista” ora “realista”, ma infi ne universalmente ammirato per l’originalità della composizione e l’inquieto carattere della protago-nista, fi no a diventare una delle immagini emblematiche della Belle Èpoque .

La prima sezione della mostra è dedicata ai luoghi che hanno visto scorrere l’esistenza di Corcos, gli amici e le importanti personalità che ha frequentato, tra cui l’Imperatore Guglielmo II di Germania, Giosuè Carduc-ci, Silvestro Lega e molti altri, dei quali ha tramandato l’immagine ai posteri. Di particolare rilievo sono i ritratti

dell’editore milanese Emilio Treves e quello del critico Yorick. Un capitolo particolare sarà poi dedicato a Parigi, città in cui visse dal 1880 al 1886 e che lo vide uno dei maggiori interpreti della cosiddetta pittura della vita

moderna, assieme a Boldini e De Nittis.

Il legame con la capitale per-durerà anche oltre il suo soggior-no, come testimonia “Le istitutrici ai Campi Elisi” del 1892, uno dei vertici dell’artista livornese, che

raffi gura una scena ambientata in una dorata giornata d’autunno in uno dei luoghi più affascinanti di Parigi. Non mancherà, all’interno del percorso di Palazzo Zabarella, un confronto con artisti quali Giuseppe De Nittis, Léon Bonnat, Ettore Tito e altri, coi quali Corcos ha intrattenuto un rapporto di lavoro e di amicizia.

Il mese di agosto è, come ogni anno consacrato al fi tto programma di visite guidate, spettacoli teatrali, concerti e reading dei “Notturni d’arte”, quest’anno dedicati ai personaggi illustri di Padova. Dalle

testimonianze dell’antica Patavium sotto l’imperatore Cesare Ottaviano Augusto, di cui ricorre il bimillenario della morte e della cui corte faceva parte lo storico padovano Tito Livio, fi no alle testimonianze artistiche e storiche del Novecento, alla scoperta di personaggi illustri che hanno rivo-luzionato il modo di pensare, di agire, di esprimersi e di cui è testimone il ricco patrimonio artistico, letterario e scientifi co presente in città. Dai più noti (Giotto, Mantegna, Galileo, il Ruzante, e molti ancora), sino a personaggi la cui valenza culturale è ancora poco conosciuta, come nel caso del grande esploratore padovano Giovanni Battista Belzoni o del cartografo e geografo Giovanni Antonio Rizzi Zannoni.

A Padova gli appuntamenti ripercorrono duemila anni di storia

La.Or. Laura Organte

Leoni d’oro alla carriera a due cineasti statunitensi: alla montatrice Thelma Schoonmaker e al documentarista Frederick Wiseman. Il fi lm d’apertura sarà “Birdman” di Alejandro Iñárritu

Si terrà dal 27 agosto al 6 settembre la 71esima Mo-stra Internazionale d’Arte Cinematografi ca di Venezia e le novità anticipate sono già molte. I Leoni d’oro alla

Carriera, sono stati attribuiti a due cineasti statunitensi, alla montatrice Thelma Schoonmaker e al regista e documen-tarista Frederick Wiseman. La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, su proposta del direttore della Mostra del Cinema, Alberto Barbera. Thelma Schoonmaker è universalmente riconosciu-ta come uno dei più straordinari montatori cinematografi ci, come testimonia il fatto che le siano stati attribuiti tre Oscar (“Toro scatenato”, “The Aviator”, “The Departed”) e due Bafta (“Toro scatenato”,” Goodfellas”), nel corso della sua lunga carriera. La sua collaborazione con il regista Martin Scorsese è iniziata nel 1967 con il montaggio di “Chi sta bussando alla mia porta?”. Dal 1980 in poi ha montato tutti i lungometraggi di Scorsese fi no al recente “The Wolf of Wall Street” (2013). Oltre alla sua attività di montatrice, Schoonmaker lavora senza sosta per promuovere i fi lm e gli scritti del regista Michael Powell, suo marito. Con Thelma Schoonmaker è la prima volta che il Leone alla carriera della Mostra di Venezia viene attribuito a un artista del montag-gio. Frederick Wiseman è un documentarista indipendente.

Ha realizzato 39 documentari e 2 fi lm di fi nzione: opere narrative drammatiche che cercano di ritrarre l’esperienza umana all’interno di una grande varietà di istituzioni sociali contemporanee. Tra i suoi documentari si ricordano “Titicut Follies” (1967), “Welfare” (1975), “Public Housing” (1997), “Near Death” (1989), “La Comédie Française ou L’amour joué” (1996), “La danse-Le ballet de l’Opéra de Paris” (2009) e “At Berkeley” (2013, presentato a Venezia). Wiseman, che è stato presente 7 volte a Venezia, ha vinto numerosi premi tra i quali quattro Emmy, un MacAr-thur Prize Fellowship e un Guggenheim Fellowship. È anche regista di teatro. Intanto è già noto il fi lm d’apertura: sarà “Birdman o Le imprevedibili virtù dell’ignoranza” diretto da Alejandro G. Iñárritu (“Amores perros”, “21 grammi”, “Babel”, “Biutiful”), con Michael Keaton. E poi: nella Sala Darsena, completamente rinnovata e ampliata da 1300 a 1409 posti, si terrà il 26 agosto la preapertura del Festival con l’anteprima di “Maciste alpino” (1916) di Luigi Maggi e Luigi Romano Borgnetto con Bartolomeo Pagano (Maci-ste), in nuova copia restaurata, in occasione del Centenario della Grande Guerra. Supervisione alla regia di Giovanni Pa-strone (Cabiria).“Maciste alpino” è probabilmente il miglior fi lm di propaganda bellica prodotto in Italia nel corso della

Prima guerra mondiale. Ma la mostra vedrà anche altre pre-senze. E’ data per scontata quella de “Il giovane favoloso” di Mario Martone (dedicato a Giacomo Leopardi, con Elio Germano) e di Abel Ferrara con il fi lm dedicato a Pier Paolo Pasolini a 30 anni della morte (con Willem Dafoe nel ruolo principale, Riccardo Scamarcio in quello di Pino Pelosi, Va-lerio Mastandrea, Maria de Medeiros, Giada Colagrande). Ci sarà “Anime nere”, il nuovo fi lm di Francesco Munzi che torna alla regia dopo “Il resto della notte”. Troveranno posto poi anche il nuovo fi lm di Ivano De Matteo “I nostri ragazzi”, interpretato da due coppie, Alessandro Gassman, Giovanna Mezzogiorno, Luigi Lo Cascio e Barbora Bobulova.

di Alessandro Abbadir

Eventi Al Lido di Venezia dal 27 agosto al 6 settembre

Mostra del Cinema, parte la 71esima edizioneÈ ispirato all’ultima in-

quadratura de “I 400 colpi” (Les quatre cents

coups, 1959) di François Truffaut il manifesto della 71esima Mostra di Venezia, realizzato per il terzo anno da Simone Massi. Nel nuo-vo manifesto della Mostra, il ragazzo raffi gurato in primo piano è Antoine Doinel, il personaggio protagonista del capolavoro d’esordio di Truffaut, “I 400 colpi”, e alter ego del regista in altri titoli memorabili (sempre interpretato da Jean-Pierre Léaud). Scappato dal riformatorio, il ribelle Antoine nell’ultima inquadratura guarda in macchina. Sullo sfondo, il mare che non aveva mai veduto. Nel manifesto della Mostra, Massi immagina il ragazzo contornato da pe-sci volanti: un elemento fantastico che mitiga la dimensione interrogativa del suo sguardo, prima del tuffo nel mare della vita. Simone Massi, premiato col David di Donatello 2012 per il miglior cortometraggio, è l’autore della sigla che dal 2012 introduce le proiezioni uffi ciali della Mostra di Venezia. La sigla ha una durata di 30 secondi, ottenuti da 300 disegni realizzati a mano che citano Fellini, Anghelopulos, Wenders, Olmi, Tarkovskij, Dovženko, Truffaut. Massi ha ideato la sigla con il contributo di Fabrizio Tassi. La musica è stata scritta ed eseguita da Francesca Badalini, mentre il sound design è di Stefano Sasso. Julia Gromskaya ha realizzato le riprese e Lola Capote-Ortiz si è occupata della post-produzione.

LA CURIOSITÀ

DA UN FILM DI TRUFFAUT IL MANIFESTO

NOTTURNI D’ARTE ALLA SCOPERTA DEI PERSONAGGI ILLUSTRI

Due opere di Corcos: “In lettura sul mare” 1910 e “Sogni” del 1896

L’esposizione Palazzo Zabarella dal 6 settembre ospita la nuova mostra sull’onda del precedente successo

Padova rende omaggio ai fasti della Belle Époque

Oltre cento dipinti di Vittorio Corcors da ammirare, fra capolavori e inediti

A.A.

Frederic Wiseman e Thelma Scoomaker

22 Cultura veneta2222 Cultura veneta

13Il Veneto in primo piano

L’agricoltura veneta tiene di fronte alla crisi e anche nel 2013 vede crescere il proprio fatturato, che ormai sfi ora i 5,5 miliardi di euro. La conferma arriva dai dati di

Veneto Agricoltura: molto bene il vino, e la vendemmia si annuncia in anticipo di almeno una settimana. Ombre inve-ce carne bovina in calo, risorgono tabacco e colture “energe-tiche”. Mercato ed eventi naturali incombono. Intanto le im-prese alimentari tengono, calano le manifatturiere. Di fronte a queste performance l’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato è ottimista: “Il settore agroalimentare ve-neto mostra solidità e i dati presentati ne sono la conferma. Ora, con i nuovi strumenti fi nanziari a disposizione, ovvero PAC e PSR 2014-2020, le imprese agricole venete avranno la possibilità di rafforzare ulteriormente la loro competitività. Peccato che in fase di accordo tra Stato e Regioni, in me-rito alla defi nizione dei diversi aspetti dell’applicazione dei pagamenti accoppiati agli agricoltori, il Governo non abbia accolto la nostra richiesta di puntare tutto sul comparto della carne bovina, come ha fatto la Francia”.

Tornando ai dati di Veneto Agricoltura balza subito all’occhio il valore della produzione agricola è aumentato complessivamente di circa il 4% rispetto al 2012, sfi orando i 5,5 miliardi di euro, un risultato ottenuto grazie alla buona performance di alcune produzioni quali mais, soia e vino. Va sottolineato, però, l’ulteriore calo del numero delle imprese agricole attive iscritte al Registro delle Imprese delle Came-re di Commercio, sceso a 67.682 aziende, legato al lento ricambio generazionale e al contemporaneo accorpamento delle proprietà (-6,5% rispetto al 2012). In calo anche il numero di occupati in agricoltura, scesi nel 2013 a 65.536 addetti (-13% rispetto all’anno precedente). “Le aziende che chiudono sono quelle di agricoltori anziani che cessano l’attività - osserva Alessandro Censori di Veneto Agricoltura -c’è ancora una diffi coltà nel ricambio generazionale ma possiamo dire che i giovani imprenditori agricoli guidano aziende più grandi e soprattutto più specializzate e orientate a scelte di qualità”. Ecco la sintesi del rapporto, settore per settore. Vediamo più in dettaglio i numeri del 2013 settore per settore presentati da Veneto Agricoltura.

Cereali e colture industrialiL’eccezionale piovosità della primavera 2013 ha pe-

nalizzato i cereali autunno-vernini (frumento tenero -14% e frumento duro -40%). La quantità di orzo è aumentata invece del +26% ma solo grazie all’incremento della su-perfi cie investita (+34%). Il mais si è confermato la prima coltura regionale con una superfi cie di 248.000 ettari (-8%)

di Nicola Stievano

Settore primario I dati di Veneto Agricoltura per il 2013 e le stime per l’annata in corso

Il vino traina l’agricoltura veneta e batte la crisiIl valore della produzione sfi ora i 5,5 miliardi di euro nonostante le diffi coltà di alcuni comparti e il calo degli addetti e delle imprese. Resta sul mercato chi è orientato all’innovazione e a scelte di qualità

Approfondimento

La minaccia per il riso v e n e t o

arriva dall’estre-mo oriente, in particolare dalla Cambogia, il cui prodotto mette in crisi le varietà di casa nostra come il Vialone Nano, il Baldo e il Carnaroli. L’allarme è stato lanciato da Coldiretti Veneto che ha portato gli agri-coltori a Venezia, in Regione. “Le tre tipicità coltivate in Veneto occupano oltre 3 mila ettari gestiti da 120 aziende – hanno spiegato i risicoltori del corteo che ha raggiunto Palazzo Balbi sul Canal Grande - a causa delle riduzioni di prezzo determinate dalla crisi di mer-cato interno, negli ultimi anni sono state soppiantate dalla specie “Indica”, che sembra incontrare meglio le esigenze dei consumatori, soprattutto Europei, at-tratti forse dal gusto esotico ma comunque coltivato a kmzero , nel rispetto della tutela sociale ed ambien-tale”. Una risposta senza dubbio intelligente da parte della professionalità agricola, ma non suffi ciente a resistere alla spregiudicata concorrenza asiatica. “Dal-la Cambogia - continua Coldiretti Veneto - abbiamo importato nel solo primo trimestre 2013 il 360 per cento del prodotto, mentre si sono moltiplicati i perico-li per la salute con il sistema di allerta rapido Europeo che ha effettuato quasi una notifi ca a settimana per riso e derivati con presenza di pesticidi non autorizzati e assenza di certifi cazioni sanitarie. A rischio anche un patrimonio agroalimentare, della tradizione ga-stronomica”. Gli agricoltori chiedono alla Regione che si attivi a Bruxelles per ottenere l’applicazione di severi controlli delle merci in entrata nel nostro Paese che non solo mettono a rischio la produzione locale ma anche la qualità di ciò che arriva nelle tavole dei consumatori.

PROTESTA DEI PRODUTTORI DI COLDIRETTI A VENEZIA: A RISCHIO IL LAVORO DI 120 AZIENDE VENETE

Riso nostrano minacciato dai rivali asiatici

e una produzione salita a 2,2 milioni tonnellate (+48%). Relativamente alle colture industriali, va segnalata la straor-dinaria performance della soia (superfi cie +20%; produzio-ne 295.000 t, +88%, record degli ultimi dieci anni; +4% il prezzo medio annuo). Bene anche il tabacco (+11%) e girasole (superfi cie +128%, produzione +123%). In calo invece barbabietola da zucchero (-27% per superfi cie e pro-duzione) e colza (-27%).

Colture ortofrutticoleNel 2013 le superfi ci totali investite a orticole hanno

segnato una leggera fl essione (circa 31.200 ettari, -1% rispetto al 2012); di queste, quelle in pieno campo, circa l’80% degli ortaggi coltivati nel Veneto, ha raggiunto circa i 25.500 ettari (+5%). Tra le principali colture va segna-lata la forte fl essione della produzione di patate (-47%) e il calo produttivo della lattuga (-10%); l’aumento della superfi cie e della produzione di radicchio (rispettivamente +20% e +14%) e la tenuta della fragola (+1,5%). Per la frutticoltura legnosa si segnala un’annata scarsamente produttiva per melo (-11%), pero (-16%) e pesco (-4%), e moderatamente positiva per il kiwi (+8%). I prezzi medi della frutta hanno invece registrato incrementi signifi cativi: mele +23%, pere +12%, pesche +57% e kiwi +16%. Flo-rovivaismo. Anche per questo comparto si segnala un calo della superfi cie lavorata (3.550 ettari, -5,5%) e del numero di aziende attive (1.600 unità, -1,3%). La produzione com-plessiva regionale ha superato comunque i 2,2 miliardi di piante (+5%).

VitivinicolturaIl vigneto veneto ha raggiunto nel 2013 un’estensione

di 77.480 ettari (+1% rispetto al 2012), con una vendem-mia pari a 11,8 milioni di quintali di uva (+9%), dai quali sono stati ottenuti 9 milioni di ettolitri di vino (+11,5%). Il

Franco Manzato

prezzo delle uve da vino in Veneto è diminuito (mediamen-te -11%), mentre il prezzo dei vini DOP ha registrato un incremento medio annuo del +5-10%. Ancora in crescita le esportazioni di vino, che nel 2013 hanno di poco superato i 600 milioni di kg (+0,5%) per un fatturato che sfi ora 1,6 miliardi/euro (+10%).

Zootecnia Il calo della produzione di latte (10,6 milioni di etto-

litri, -1,1%) e del numero di allevamenti (3.662, -4,4%) hanno consentito di evitare lo splafonamento della quota assegnata al Veneto e di aumentare il prezzo del latte, salito mediamente a circa 42 euro/100 litri (+7%). La produzione veneta di carne bovina è scesa a 193.200 ton-nellate (-4,6%), mentre l’annata è stata sostanzialmente favorevole per la carne suina (produzione +2,4%, prezzo medio annuo +1%). La carne avicola ha subìto una fl essio-ne produttiva (-4,7%), ma ha benefi ciato di un andamento di mercato favorevole (+2,6% il prezzo medio annuo).

Pesca e acquacolturaIl pescato sbarcato nei mercati ittici veneti nel 2013 è

stato di circa 17.465 tonnellate (-0,1%) per complessivi in-cassi pari a 41,4 milioni di euro (+1,1%). La fl otta pesche-reccia ha subìto un’ulteriore perdita di unità, scendendo a 699 unità (-0,7%), come pure le aziende impegnate nella produzione ittica primaria (2.964 unità, -2,6%).

Primi risultati 2014C’è spazio anche per la nuova annata per la quale

vengono date in calo le superfi ci coltivate a frumento te-nero (-10/15%) e frumento duro (-20%), mentre per l’orzo si stima una crescita (+5% circa). Tra le colture a semina primaverile, in aumento la barbabietola da zucche-ro (+50%) e la soia (+20%); in calo invece le semine di mais (-10/15%, con punte di -15/20% nelle province di Padova e Rovigo). Per le orticole si segnala oggi un regolare sviluppo, ma la maturazione anticipata di fragole e asparagi ha provocato la sovrapposizione con la merce proveniente da altri areali produttivi nazionali ed esteri, generando un surplus di offerta che ha penalizzato i prezzi.

Vendemmia 2014Sarà anticipata di almeno una settimana rispetto all’an-

no precedente, prevedendo la raccolta delle uve Pinot grigio e Chardonnay a ridosso di ferragosto e quelle di Merlot nella prima decade di settembre. Lo stato fi tosanitario è giudicato buono, con una bassa incidenza delle malattie fungine, ma la resa è stimata in calo di circa il 5-10% rispetto all’anno precedente.

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20 Il Veneto in primo piano2020 Il Veneto in primo piano 13Il Veneto in primo piano

L’agricoltura veneta tiene di fronte alla crisi e anche nel 2013 vede crescere il proprio fatturato, che ormai sfi ora i 5,5 miliardi di euro. La conferma arriva dai dati di

Veneto Agricoltura: molto bene il vino, e la vendemmia si annuncia in anticipo di almeno una settimana. Ombre inve-ce carne bovina in calo, risorgono tabacco e colture “energe-tiche”. Mercato ed eventi naturali incombono. Intanto le im-prese alimentari tengono, calano le manifatturiere. Di fronte a queste performance l’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato è ottimista: “Il settore agroalimentare ve-neto mostra solidità e i dati presentati ne sono la conferma. Ora, con i nuovi strumenti fi nanziari a disposizione, ovvero PAC e PSR 2014-2020, le imprese agricole venete avranno la possibilità di rafforzare ulteriormente la loro competitività. Peccato che in fase di accordo tra Stato e Regioni, in me-rito alla defi nizione dei diversi aspetti dell’applicazione dei pagamenti accoppiati agli agricoltori, il Governo non abbia accolto la nostra richiesta di puntare tutto sul comparto della carne bovina, come ha fatto la Francia”.

Tornando ai dati di Veneto Agricoltura balza subito all’occhio il valore della produzione agricola è aumentato complessivamente di circa il 4% rispetto al 2012, sfi orando i 5,5 miliardi di euro, un risultato ottenuto grazie alla buona performance di alcune produzioni quali mais, soia e vino. Va sottolineato, però, l’ulteriore calo del numero delle imprese agricole attive iscritte al Registro delle Imprese delle Came-re di Commercio, sceso a 67.682 aziende, legato al lento ricambio generazionale e al contemporaneo accorpamento delle proprietà (-6,5% rispetto al 2012). In calo anche il numero di occupati in agricoltura, scesi nel 2013 a 65.536 addetti (-13% rispetto all’anno precedente). “Le aziende che chiudono sono quelle di agricoltori anziani che cessano l’attività - osserva Alessandro Censori di Veneto Agricoltura -c’è ancora una diffi coltà nel ricambio generazionale ma possiamo dire che i giovani imprenditori agricoli guidano aziende più grandi e soprattutto più specializzate e orientate a scelte di qualità”. Ecco la sintesi del rapporto, settore per settore. Vediamo più in dettaglio i numeri del 2013 settore per settore presentati da Veneto Agricoltura.

Cereali e colture industrialiL’eccezionale piovosità della primavera 2013 ha pe-

nalizzato i cereali autunno-vernini (frumento tenero -14% e frumento duro -40%). La quantità di orzo è aumentata invece del +26% ma solo grazie all’incremento della su-perfi cie investita (+34%). Il mais si è confermato la prima coltura regionale con una superfi cie di 248.000 ettari (-8%)

di Nicola Stievano

Settore primario I dati di Veneto Agricoltura per il 2013 e le stime per l’annata in corso

Il vino traina l’agricoltura veneta e batte la crisiIl valore della produzione sfi ora i 5,5 miliardi di euro nonostante le diffi coltà di alcuni comparti e il calo degli addetti e delle imprese. Resta sul mercato chi è orientato all’innovazione e a scelte di qualità

Approfondimento

La minaccia per il riso v e n e t o

arriva dall’estre-mo oriente, in particolare dalla Cambogia, il cui prodotto mette in crisi le varietà di casa nostra come il Vialone Nano, il Baldo e il Carnaroli. L’allarme è stato lanciato da Coldiretti Veneto che ha portato gli agri-coltori a Venezia, in Regione. “Le tre tipicità coltivate in Veneto occupano oltre 3 mila ettari gestiti da 120 aziende – hanno spiegato i risicoltori del corteo che ha raggiunto Palazzo Balbi sul Canal Grande - a causa delle riduzioni di prezzo determinate dalla crisi di mer-cato interno, negli ultimi anni sono state soppiantate dalla specie “Indica”, che sembra incontrare meglio le esigenze dei consumatori, soprattutto Europei, at-tratti forse dal gusto esotico ma comunque coltivato a kmzero , nel rispetto della tutela sociale ed ambien-tale”. Una risposta senza dubbio intelligente da parte della professionalità agricola, ma non suffi ciente a resistere alla spregiudicata concorrenza asiatica. “Dal-la Cambogia - continua Coldiretti Veneto - abbiamo importato nel solo primo trimestre 2013 il 360 per cento del prodotto, mentre si sono moltiplicati i perico-li per la salute con il sistema di allerta rapido Europeo che ha effettuato quasi una notifi ca a settimana per riso e derivati con presenza di pesticidi non autorizzati e assenza di certifi cazioni sanitarie. A rischio anche un patrimonio agroalimentare, della tradizione ga-stronomica”. Gli agricoltori chiedono alla Regione che si attivi a Bruxelles per ottenere l’applicazione di severi controlli delle merci in entrata nel nostro Paese che non solo mettono a rischio la produzione locale ma anche la qualità di ciò che arriva nelle tavole dei consumatori.

PROTESTA DEI PRODUTTORI DI COLDIRETTI A VENEZIA: A RISCHIO IL LAVORO DI 120 AZIENDE VENETE

Riso nostrano minacciato dai rivali asiatici

e una produzione salita a 2,2 milioni tonnellate (+48%). Relativamente alle colture industriali, va segnalata la straor-dinaria performance della soia (superfi cie +20%; produzio-ne 295.000 t, +88%, record degli ultimi dieci anni; +4% il prezzo medio annuo). Bene anche il tabacco (+11%) e girasole (superfi cie +128%, produzione +123%). In calo invece barbabietola da zucchero (-27% per superfi cie e pro-duzione) e colza (-27%).

Colture ortofrutticoleNel 2013 le superfi ci totali investite a orticole hanno

segnato una leggera fl essione (circa 31.200 ettari, -1% rispetto al 2012); di queste, quelle in pieno campo, circa l’80% degli ortaggi coltivati nel Veneto, ha raggiunto circa i 25.500 ettari (+5%). Tra le principali colture va segna-lata la forte fl essione della produzione di patate (-47%) e il calo produttivo della lattuga (-10%); l’aumento della superfi cie e della produzione di radicchio (rispettivamente +20% e +14%) e la tenuta della fragola (+1,5%). Per la frutticoltura legnosa si segnala un’annata scarsamente produttiva per melo (-11%), pero (-16%) e pesco (-4%), e moderatamente positiva per il kiwi (+8%). I prezzi medi della frutta hanno invece registrato incrementi signifi cativi: mele +23%, pere +12%, pesche +57% e kiwi +16%. Flo-rovivaismo. Anche per questo comparto si segnala un calo della superfi cie lavorata (3.550 ettari, -5,5%) e del numero di aziende attive (1.600 unità, -1,3%). La produzione com-plessiva regionale ha superato comunque i 2,2 miliardi di piante (+5%).

VitivinicolturaIl vigneto veneto ha raggiunto nel 2013 un’estensione

di 77.480 ettari (+1% rispetto al 2012), con una vendem-mia pari a 11,8 milioni di quintali di uva (+9%), dai quali sono stati ottenuti 9 milioni di ettolitri di vino (+11,5%). Il

Franco Manzato

prezzo delle uve da vino in Veneto è diminuito (mediamen-te -11%), mentre il prezzo dei vini DOP ha registrato un incremento medio annuo del +5-10%. Ancora in crescita le esportazioni di vino, che nel 2013 hanno di poco superato i 600 milioni di kg (+0,5%) per un fatturato che sfi ora 1,6 miliardi/euro (+10%).

Zootecnia Il calo della produzione di latte (10,6 milioni di etto-

litri, -1,1%) e del numero di allevamenti (3.662, -4,4%) hanno consentito di evitare lo splafonamento della quota assegnata al Veneto e di aumentare il prezzo del latte, salito mediamente a circa 42 euro/100 litri (+7%). La produzione veneta di carne bovina è scesa a 193.200 ton-nellate (-4,6%), mentre l’annata è stata sostanzialmente favorevole per la carne suina (produzione +2,4%, prezzo medio annuo +1%). La carne avicola ha subìto una fl essio-ne produttiva (-4,7%), ma ha benefi ciato di un andamento di mercato favorevole (+2,6% il prezzo medio annuo).

Pesca e acquacolturaIl pescato sbarcato nei mercati ittici veneti nel 2013 è

stato di circa 17.465 tonnellate (-0,1%) per complessivi in-cassi pari a 41,4 milioni di euro (+1,1%). La fl otta pesche-reccia ha subìto un’ulteriore perdita di unità, scendendo a 699 unità (-0,7%), come pure le aziende impegnate nella produzione ittica primaria (2.964 unità, -2,6%).

Primi risultati 2014C’è spazio anche per la nuova annata per la quale

vengono date in calo le superfi ci coltivate a frumento te-nero (-10/15%) e frumento duro (-20%), mentre per l’orzo si stima una crescita (+5% circa). Tra le colture a semina primaverile, in aumento la barbabietola da zucche-ro (+50%) e la soia (+20%); in calo invece le semine di mais (-10/15%, con punte di -15/20% nelle province di Padova e Rovigo). Per le orticole si segnala oggi un regolare sviluppo, ma la maturazione anticipata di fragole e asparagi ha provocato la sovrapposizione con la merce proveniente da altri areali produttivi nazionali ed esteri, generando un surplus di offerta che ha penalizzato i prezzi.

Vendemmia 2014Sarà anticipata di almeno una settimana rispetto all’an-

no precedente, prevedendo la raccolta delle uve Pinot grigio e Chardonnay a ridosso di ferragosto e quelle di Merlot nella prima decade di settembre. Lo stato fi tosanitario è giudicato buono, con una bassa incidenza delle malattie fungine, ma la resa è stimata in calo di circa il 5-10% rispetto all’anno precedente.

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12 Il Veneto in primo piano

Città Metropolitana, il futuro passa da Ve-nezia, e ora dopo il commissariamento del comune è battaglia. I prossimi mesi

per la realtà amministrativa che dovrebbe sorgere entro l’inizio del 2015 fra Venezia Padova e Treviso, saranno decisivi. Da una parte i fautori di sempre della città Metropo-litana cioè il Pd e i suoi sindaci appoggiati dal Governo, dall’altra la Regione Veneto con il governatore Luca Zaia che ritiene la realizza-zione della Città Metropolitana sbagliata addi-rittura uno “sfregio alla democrazia”. Contro la Città Metropolitana si era schierata anche l’ormai defunta Provincia di Venezia con la sua presidente Francesca Zaccariotto. Ma torniamo a Venezia. Il commissario Vittorio Zappalorto, nominato dal Prefetto Domenico Cuttaia, dovrà traghettare la città lagunare fi no alle elezioni. Elezioni causate dall’arresto dell’ex sindaco Giorgio Orsoni coinvollto nel-lo scandalo Mose e dallo scioglimento della giunta. Zappalorto però sul fatto che sulla Cit-

tà Metropolitana si debba procedere in fretta non ha dubbi. “La città metropolitana si farà - ha detto subito il commissario presentandosi pubblicamente a Venezia. Come commissario potrò fare molto, anche se alcune decisioni strategiche sul futuro della città spettano alla politica. Resterò a Venezia fi no alla primavera del 2015, a meno che non ci sia una legge

per anticipare le elezioni amministrative in autunno (ma questo ormai sembra altamente improbabile). Per realizzarla però ci sono sca-denze di legge e vanno rispettate. Prima c’era il sindaco, adesso deciderò io. Non vedo pro-blemi”. Al progetto della Città Metropolitana, ha sottolineato al suo arrivo a Venezia Zappa-

lorto, ha lavorato per dieci anni al ministero dell’Interno come responsabile dell’uffi cio del Viminale. Insomma il percorso è inserito in un binario preciso che non può subire alcun tipo di deragliamento. Ma sulla Città Metro-politana arriva lo stop secco del presidente del Veneto Luca Zaia. ”La Città Metropolitana – ha detto Zaia dopo la presa di posizione del Commissario - è uno sfregio alla demo-crazia. Mi auguro che il Governo la blocchi. Il nuovo commissario è stato nominato, non eletto”. Il ragionamento di Zaia è semplice: è l’impianto della Città Metropolitana che è poco democratico. Per Zaia, infatti, il Governo ha chiuso la Provincia, dichiarandola inutile e sostituendola con la Città Metropolitana: in-somma per la Regione il rischio è che “ci sarà un sindaco metropolitano che non viene eletto dai cittadini, ma è espressione di accordi tra le segreterie dei partiti”. Proprio dal Governo potrebbe arrivare un rinvio di un anno o di sei mesi dell’entrata in vigore della Città Metropo-

di Alessandro Abbadir

Sulla aggregazione amministrativa di Padova, Venezia e Treviso arriva anche l’ostacolo del referendum separatista fra Mestre e Venezia

Territorio Con l’arrivo del commissario a Venezia la riorganizzazione non si ferma

Città Metropolitana, è scontro con la Regione

litana che era stato fi ssato al primo gennaio del 2015. Ma intanto a far saltare (o perlo-meno congelare) la Città Metropolitana alla fi ne, potrebbe esserci anche un’altra mina: il referendum di separazione fra Venezia e Me-stre presentato dai cittadini con 7 mila fi rme .

Su questo punto lo scorso 8 luglio il con-siglio regionale, riunito a Palazzo Ferro Fini, con voto unanime, ha ritenuto meritevole di istruttoria la proposta di legge popolare presentata dai promotori separatisti riuniti nel comitato “Mestre e Venezia due grandi

città” che chiede una nuova consultazione pubblica sul progetto di separare dal punto di vista amministrativo la Venezia lagunare dalla terraferma. Sarà ora compito della commis-sione Affari istituzionali condurre la procedura istruttoria che potrà portare all’indizione del referendum. Insomma per capire come proce-derà il percorso di “aggregazione metropoli-tana“, bisognerà aspettare che si chiariscano una serie di variabili nel capoluogo veneto, che nessuno aveva previsto fi no a qualche settimana fa.

Spaventose colate di cemento hanno urbanizzato in maniera forsennata nel corso dei decenni, i territori delle

tre città Padova, Treviso e Venezia che for-meranno la Città Metropolitana. I dati che sono stati discussi nelle scorse settimane, e che danno la cifra di come sia ridotto il nostro territorio, sono arrivate dalla Fon-dazione Pellicani che ha sede a Mestre. Il periodo più prolifi co dal punto di vista del mattone? Gli sviluppi sono diversifi cati. Se le città hanno visto il boom del mattone dagli anni Sessanta agli anni Ottanta, nei territori all’interno delle province, invece, il periodo più prolifi co dell’edifi cazione è stato quello che va dal 1996 al 2007. Cioè gli anni prima della lunga crisi economica che ancora non è fi nita. In quel periodo in alcuni paesi si è costruito la metà del patrimonio immobiliare esistente. Ma vediamo i dati nel dettaglio. Ad avere il primato di città più urbanizzata è Padova con 9.330 ettari di “cemento” e il 61% del suolo occupato. Al secondo posto si piazza un altro comune

patavino, Noventa Padovana, che si ritrova con una occupazione di suolo pari al 58% dell’esistente. Il capoluogo veneto, Vene-zia, ha la maggiore superfi cie urbanizzata, con 15mila e 700 ettari, che corrisponde però a poco più della metà della propria superfi cie totale (esclusa Laguna). Meno urbanizzata (ma non troppo) Treviso. La città della Marca registra al catasto 5.552 ettari urbanizzati, cioè il 48% del territorio. Un quinto delle case presenti sul territorio della città metropolitana è stato costruito fra il 1962 e il 1971, il 16% fra il 1972 e il 1981, un 14% fra il 1946 e il 1961 e una percentuale identica fra il 2002 e il 2011. Ma tutte queste abitazioni in che sta-to sono? Pessimo. Sempre dai dati forniti dalla Fondazione Pellicani nel territorio della Patreve le case abitate, costruite fra il 1946 e il 2001 e ridotte in mediocre o pessimo stato di conservazione, sono esattamente 109.557, il 10% del totale: oltre 42mila nel veneziano, circa 37mila nel padovano e 30.685 nel trevigiano.

I DATI DELLA FONDAZIONE PELLICANI CEMENTIFICAZIONE SELVAGGIA E CASE FATISCENTI

A.A.

“Il commissario Zappalorto resterà a Ca’ Farsetti fi no a Primavera 2015”

Palazzo Balbi

18 Il Veneto in primo piano1818 Il Veneto in primo piano12 Il Veneto in primo piano

Città Metropolitana, il futuro passa da Ve-nezia, e ora dopo il commissariamento del comune è battaglia. I prossimi mesi

per la realtà amministrativa che dovrebbe sorgere entro l’inizio del 2015 fra Venezia Padova e Treviso, saranno decisivi. Da una parte i fautori di sempre della città Metropo-litana cioè il Pd e i suoi sindaci appoggiati dal Governo, dall’altra la Regione Veneto con il governatore Luca Zaia che ritiene la realizza-zione della Città Metropolitana sbagliata addi-rittura uno “sfregio alla democrazia”. Contro la Città Metropolitana si era schierata anche l’ormai defunta Provincia di Venezia con la sua presidente Francesca Zaccariotto. Ma torniamo a Venezia. Il commissario Vittorio Zappalorto, nominato dal Prefetto Domenico Cuttaia, dovrà traghettare la città lagunare fi no alle elezioni. Elezioni causate dall’arresto dell’ex sindaco Giorgio Orsoni coinvollto nel-lo scandalo Mose e dallo scioglimento della giunta. Zappalorto però sul fatto che sulla Cit-

tà Metropolitana si debba procedere in fretta non ha dubbi. “La città metropolitana si farà - ha detto subito il commissario presentandosi pubblicamente a Venezia. Come commissario potrò fare molto, anche se alcune decisioni strategiche sul futuro della città spettano alla politica. Resterò a Venezia fi no alla primavera del 2015, a meno che non ci sia una legge

per anticipare le elezioni amministrative in autunno (ma questo ormai sembra altamente improbabile). Per realizzarla però ci sono sca-denze di legge e vanno rispettate. Prima c’era il sindaco, adesso deciderò io. Non vedo pro-blemi”. Al progetto della Città Metropolitana, ha sottolineato al suo arrivo a Venezia Zappa-

lorto, ha lavorato per dieci anni al ministero dell’Interno come responsabile dell’uffi cio del Viminale. Insomma il percorso è inserito in un binario preciso che non può subire alcun tipo di deragliamento. Ma sulla Città Metro-politana arriva lo stop secco del presidente del Veneto Luca Zaia. ”La Città Metropolitana – ha detto Zaia dopo la presa di posizione del Commissario - è uno sfregio alla demo-crazia. Mi auguro che il Governo la blocchi. Il nuovo commissario è stato nominato, non eletto”. Il ragionamento di Zaia è semplice: è l’impianto della Città Metropolitana che è poco democratico. Per Zaia, infatti, il Governo ha chiuso la Provincia, dichiarandola inutile e sostituendola con la Città Metropolitana: in-somma per la Regione il rischio è che “ci sarà un sindaco metropolitano che non viene eletto dai cittadini, ma è espressione di accordi tra le segreterie dei partiti”. Proprio dal Governo potrebbe arrivare un rinvio di un anno o di sei mesi dell’entrata in vigore della Città Metropo-

di Alessandro Abbadir

Sulla aggregazione amministrativa di Padova, Venezia e Treviso arriva anche l’ostacolo del referendum separatista fra Mestre e Venezia

Territorio Con l’arrivo del commissario a Venezia la riorganizzazione non si ferma

Città Metropolitana, è scontro con la Regione

litana che era stato fi ssato al primo gennaio del 2015. Ma intanto a far saltare (o perlo-meno congelare) la Città Metropolitana alla fi ne, potrebbe esserci anche un’altra mina: il referendum di separazione fra Venezia e Me-stre presentato dai cittadini con 7 mila fi rme .

Su questo punto lo scorso 8 luglio il con-siglio regionale, riunito a Palazzo Ferro Fini, con voto unanime, ha ritenuto meritevole di istruttoria la proposta di legge popolare presentata dai promotori separatisti riuniti nel comitato “Mestre e Venezia due grandi

città” che chiede una nuova consultazione pubblica sul progetto di separare dal punto di vista amministrativo la Venezia lagunare dalla terraferma. Sarà ora compito della commis-sione Affari istituzionali condurre la procedura istruttoria che potrà portare all’indizione del referendum. Insomma per capire come proce-derà il percorso di “aggregazione metropoli-tana“, bisognerà aspettare che si chiariscano una serie di variabili nel capoluogo veneto, che nessuno aveva previsto fi no a qualche settimana fa.

Spaventose colate di cemento hanno urbanizzato in maniera forsennata nel corso dei decenni, i territori delle

tre città Padova, Treviso e Venezia che for-meranno la Città Metropolitana. I dati che sono stati discussi nelle scorse settimane, e che danno la cifra di come sia ridotto il nostro territorio, sono arrivate dalla Fon-dazione Pellicani che ha sede a Mestre. Il periodo più prolifi co dal punto di vista del mattone? Gli sviluppi sono diversifi cati. Se le città hanno visto il boom del mattone dagli anni Sessanta agli anni Ottanta, nei territori all’interno delle province, invece, il periodo più prolifi co dell’edifi cazione è stato quello che va dal 1996 al 2007. Cioè gli anni prima della lunga crisi economica che ancora non è fi nita. In quel periodo in alcuni paesi si è costruito la metà del patrimonio immobiliare esistente. Ma vediamo i dati nel dettaglio. Ad avere il primato di città più urbanizzata è Padova con 9.330 ettari di “cemento” e il 61% del suolo occupato. Al secondo posto si piazza un altro comune

patavino, Noventa Padovana, che si ritrova con una occupazione di suolo pari al 58% dell’esistente. Il capoluogo veneto, Vene-zia, ha la maggiore superfi cie urbanizzata, con 15mila e 700 ettari, che corrisponde però a poco più della metà della propria superfi cie totale (esclusa Laguna). Meno urbanizzata (ma non troppo) Treviso. La città della Marca registra al catasto 5.552 ettari urbanizzati, cioè il 48% del territorio. Un quinto delle case presenti sul territorio della città metropolitana è stato costruito fra il 1962 e il 1971, il 16% fra il 1972 e il 1981, un 14% fra il 1946 e il 1961 e una percentuale identica fra il 2002 e il 2011. Ma tutte queste abitazioni in che sta-to sono? Pessimo. Sempre dai dati forniti dalla Fondazione Pellicani nel territorio della Patreve le case abitate, costruite fra il 1946 e il 2001 e ridotte in mediocre o pessimo stato di conservazione, sono esattamente 109.557, il 10% del totale: oltre 42mila nel veneziano, circa 37mila nel padovano e 30.685 nel trevigiano.

I DATI DELLA FONDAZIONE PELLICANI CEMENTIFICAZIONE SELVAGGIA E CASE FATISCENTI

A.A.

“Il commissario Zappalorto resterà a Ca’ Farsetti fi no a Primavera 2015”

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171717Il Veneto in primo piano10

IL VENETOin PRIMO PIANO

Poco più di un anno fa, era il 2 luglio 2013, il protocol-lo d’intesa sul progetto del nuovo ospedale a Padova Ovest veniva sottoscritto da tutti i soggetti coinvolti nel

lungo e tribolato iter, avviato almeno sei anni prima. Comu-ne, Regione, Università, Provincia, Iov, con la fi rma al proto-collo, davano di fatto il via libera alla progettazione del nuovo polo ospedaliero alle porte della città. Una mega struttura da 900 posti letto e un costo di 600 milioni, che avrebbe cambiato il volto della sanità padovana e, nelle intenzioni, messo fi ne alla precarietà dell’attuale polo ospedaliero alle prese con infi nite ristrutturazioni, problemi di logistica e di organizzazione interna, diffi coltà nel razionalizzare i costi e garantire una sistemazione all’altezza della fama di eccellen-za di cui gode la sanità padovana. Doveva aprirsi una nuova stagione, segnata da una nuova e grandiosa opera pubblica, che avrebbe cambiato il volto della città. Invece era solo un capitolo di una storia che riservava delle svolte impreviste.

COLPO DI SCENA ll mese scorso almeno due fatti rilevanti hanno contribu-

ito prima ad incrinare e poi a mettere in discussione la scelta di Padova Ovest. Da una parte lo scandalo del Mose e le sue ricadute su tutta la Regione, e non solo, ha lasciato un gran-de punto interrogativo proprio sulle opere in project fi nancing come il nuovo ospedale e il sistema delle imprese che gira intorno a queste iniziative. Dall’altra, mentre la magistratura procedeva con gli arresti e gli indagati eccellenti per le grandi opere venete, Padova consegnava la fascia tricolore di sinda-co al leghista Massimo Bitonci, uscito vittorioso dal ballot-

taggio con Ivo Rossi e dal confronto con il centrosinistra che per dieci anni aveva governato la città. Tra le molte iniziative del predecessore Zanonato messe in discussione da Bitonci il nuovo ospedale è stata una di quelle che più ha fatto clamore e che ha dato il via ad una ridda di polemiche e infi ammato l’estate politica padovana. Nella partita gioca un ruolo fonda-mentale la Regione, guidata dal leghista Luca Zaia che se lo scorso anno aveva siglato l’accordo ora non può non tenere conto della posizione del Comune di Padova. Poi c’è l’Univer-sità, con il rettore Giuseppe Zaccaria, che da tempo chiede di recuperare il ritardo accumulato in questi anni e teme di dover dipartire di nuovo da zero. La partita sull’ospedale di Padova si gioca su più tavoli e coinvolge soggetti e interessi che vanno ben oltre i confi ni cittadini.

IL NO DI BITONCIIl neo sindaco di Padova ha articolato in più riprese il suo

no al progetto di Padova Ovest e puntualmente le sue parole hanno diviso l’opinione pubblica tra favorevoli e contrari, sol-levando numerose reazioni dal mondo politico. Ma Il sindaco leghista delle ordinanze tira dritto. “La volontà dell’Ammi-nistrazione è chiara e rispetta quella della maggioranza dei padovani che hanno votato l’8 giungo. Il nuovo ospedale di Padova deve essere realizzato sull’attuale area”, questo il suo assunto. Perché? “Altre soluzioni sono economicamente e strategicamente sconvenienti. Impiantare una struttura a Padova Ovest presuppone costi e tempi di realizzazione an-che più elevati rispetto a quelli previsti. Primo, perché la zona è soggetta ad allagamenti e a rischio idrogeologico. Secondo,

perché non esiste un progetto per una viabilità alternativa e per adeguati collegamenti con il servizio di trasporto pubblico. Terzo, perché andrebbe espropriata, con le diffi coltà che que-sto tipo di operazione comporta”. Il sindaco di Padova rispon-de anche a chi mette sul tavolo altre ipotesi, prima fra tutte che il nuovo ospedale potrebbe essere costruito in un’area di-versa e alternativa a quella dell’attuale sede di Padova Ovest, come per esempio a Legnaro, oppure a sud della Guizza. “Un’opera realizzata ex novo, su un terreno non edifi cato, è più costosa e necessita di un project fi nancing, strumento che si è già rivelato, in ambito sanitario, fatalmente subotti-male, a danno dell’utenza – spiega Bitonci - Comporterebbe altissimi esborsi per la realizzazione di un adeguato collega-mento sia con le reti di servizi, sia con il servizio di trasporto pubblico, sia con la viabilità ordinaria e straordinaria”. Il primo cittadino padovano pone poi la questione di cosa ne sarebbe dell’attuale grande area ospedaliera di via Giustiniani e din-torni. “Rischierebbe di diventare un centro di attrazione per balordi. Attorno ad essa, gli edifi ci perderebbero il loro valore immobiliare. I pubblici esercizi e le attività ricettive entrereb-bero in crisi e tutta l’area sarebbe sconvolta dal punto di vista urbanistico, economico e sociale. Durante la realizzazione di un eventuale nuovo plesso in un’area alternativa, peraltro, la coesistenza di due strutture, quella nuova e quella attua-le, genererebbe ulteriori esborsi in termini di mantenimento e adeguamenti obbligatori per legge e, quel che è peggio, disservizi a carico dell’utenza”. Quindi il sindaco passa ad elencare gli aspetti positivi nel mantenere l’ospedale dov’è. “Anzitutto il vantaggio di preservare la specifi cità e le caratte-

ristiche di un campus biomedico che nei secoli si è costituito nel contesto cittadino, dando vita alla Facoltà di Medicina. Inoltre viene mantenuta una contiguità spaziale con aree di-dattiche, didattico-scientifi che, laboratori di ricerca biomedica e clinica, recentemente progettati, edifi cati, attrezzati o ri-strutturati dal parte dell’Università e dell’Azienda Ospedaliera per la Facoltà di Medicina”.

I COSTI Una delle questioni più controverse è quella legata ai

costi. “Ad oggi la Regione potrebbe contribuire, per la realizza-zione del nuovo ospedale nell’attuale, - osserva Bitonci - con uno stanziamento di 300 milioni di euro benché, nel decreto della giunta regionale del Veneto del 3 agosto 2011, il costo preventivato per completare i lavori sia di 550 milioni. Su que-sto punto le nostre stime sono diverse. Tutte le stime più detta-gliate le presenteremo a Venezia nell’incontro con la Regione, insieme alle motivazioni specifi che, e non solo politiche, per cui riteniamo opportuno creare un nuovo plesso nell’attuale sede”. Alla stesura di questo documento parteciperà una com-missione composta da tecnici interni al Comune ed esterni, che lavoreranno a titolo gratuito. Fra questi ci saranno due tecnici che ben conoscono la sanità padovana, chiamati perciò a dare il loro contributo alla nuova progettualità. Si tratta di Adriano Cestrone e Giorgio Palù, rispettivamente ex direttore generale dell’Azienda Ospedaliera ed ex preside della Facoltà di Medicina. Ma proprio dal mondo accademico sono piovute feroci critiche sulla scelta del Comune. Saranno settimane di fuoco e l’esito del braccio di ferro è tutt’altro che scontato.

di Nicola Stievano

Per mettere mano all’esistente servono almeno 300 milioni di euro ma è guerra di cifre. Istituita una commissione tecnica alla quale partecipano anche Ce-strone e Palù, per elaborare una proposta che trovi anche la condivisione di Regione e Università di Padova

Il futuro della sanità Il sindaco Bitonci mette in discussione il progetto di Padova Ovest e vuole mantenere l’attuale sede in centro

Ospedale di Padova, siamo di nuovo all’anno zero?

In alto l’ospedale di Padova, a fi anco Massimo Bitonci

11Il Veneto in primo piano

Il “blitz” con il quale Bitonci ha scompaginato il progetto del nuovo ospedale a Padova Ovest ha scatenato una serie di reazioni più o meno polemiche. Mentre il Go-

vernatore del Veneto Luca Zaia sceglie, almeno in questa prima delicatissima fase, la strada del silenzio, preso com’è tra i due fuochi dell’accordo sottoscritto un anno fa e della volontà del neo sindaco di Padova, oltretutto del suo stesso partito.

Non si sottraggono al confronto invece gli altri espo-nenti politici, chi a favore e chi contro le tesi di Bitonci. Tutti comunque, pur dalle diverse posizioni, sottolineano la ne-cessità di mettere mano alla struttura sanitaria padovana, ormai sull’orlo del collasso. Ancora più netta, e preoccupata, la posizione del mondo accademico che aveva appoggiato

il progetto del nuovo polo e che ora invita a non buttare all’aria anni di lavoro.

Il rettore dell’Università di Padova Giuseppe Zaccaria non fa tanti giri di parole. “La posizione mia e dell’ateneo rimane molto ferma agli accordi presi proprio un anno fa, da rispettare e portare avanti. Esiste una procedura ben defi nitiva e che è in stato molto avanzato. Una procedura sottoscritta da vari enti istituzionali e che ha preso atto di come sia economicamente più conveniente la costruzione di una struttura “ex novo” piuttosto che la ristrutturazione di quella esistente. Questo anche dal punto di vista del trattamento dei pazienti rispetto al prolungato periodo ne-cessario alla ristrutturazione. Allora, insomma, è stata fatta una scelta ben precisa. E, se oggi qualcuno ha cambiato

idea, deve evidentemente motivarlo”. Sui costi Zaccaria pre-cisa: “Affermare che la ristrutturazione dell’esistente costi molto meno – rincara il rettore – signifi ca non aver letto la relazione di 180 pagine, che è da tempo depositata in Regione e sottoscritta dal comitato tecnico che dice l’esatto contrario. Va poi considerato un punto fondamentale, cioè quello dei pazienti: ristrutturare l’esistente vorrebbe dire esporre per vent’anni gli stessi pazienti ricoverati a lavori e cantieri all’interno dell’area ospedaliera, senza soluzione di continuità. Io, sinceramente, non lo ritengo ammissibile”. Anche sui dettagli fi nanziari il rettore invita a non fermarsi all’idea del project fi nancing: “Esistono infi nite altre forme di fi nanziamento. L’importante è che ci sia la volontà politica di farlo e di mantenere così alto il livello della sanità e del-

di Nicola Stievano

Le reazioni Il mondo politico si divide, da quello accademico invece sale la preoccupazione

Zaccaria: “La scelta più economica è il nuovo ospedale”

LA SVOLTA

Dopo un confronto serrato avvenuto in sede regionale, a Venezia, è stata posta la parola fi ne sul progetto di un polo della salute a Padova Ovest. Il neo-sindaco Massimo Bitonci, ha ribadito la volontà di radere al suolo il vecchio policlinico per ricostruirlo nellos stesso posto e ha escluso

qualsiasi altra proposta. Dal canto suo, il governatore Luca Zaia ha difeso con fermezza la linea fa-vorevole alla realizzazione ex novo dell’opera. Posizioni inconciliabili, dunque, che hanno costretto la Regione a sciogliere l’accordo di programma, revocando il ruolo di stazione appaltante all’Azienda ospedaliera e invitando l’amministrazione comunale ad annullare tutti gli atti in materia fi n qui delibe-

rati. Sottolineando anche che la Regione giudica impraticabile il disegno di Bitonci e non lo fi nanzierà. Tra le altre voci si alza quella del sottosegretario Barbara Degani che ritiene necessario e opportuno mantenere il progetto del nuovo polo della salute a Padova città e in collegamento con la grande viabilità padovana. “Ad esempio in zona Brusegna – ricorda il Sottosegretario Degani - lì ci sono circa 350 mila metri quadrati di terreno utilizzabile. Si tratta dei campi dietro l’Ospedale ai Colli, lungo corso Australia. Quello è territorio della provincia, in più la Regione è già proprietaria dell’ex ospedale psichiatrico e i terreni sono di gestione comunale a destinazione socio-sanitaria”.

Il sottosegretario Barbara Degani rilancia il sito di BruseganaLA REGIONE NON FINAZIERÀ IL PROGETTO BITONCI

Richiamo del rettore dell’Università di Padova sugli accordi sottoscritti e sulla procedura avviata

la scuola medica padovana. Non possiamo permetterci di restare indietro. Verona sta correndo, Treviso sta correndo, solo Padova è ancora ferma”. Gran parte del mondo ac-cademico condivide le parole del rettore e nutre dei dubbi anche sulla commissione voluta dal sindaco e composta, fra gli altri, da Cestrone e Palù.

Barbara Degani

Giuseppe Zaccaria

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IL VENETOin PRIMO PIANO

Poco più di un anno fa, era il 2 luglio 2013, il protocol-lo d’intesa sul progetto del nuovo ospedale a Padova Ovest veniva sottoscritto da tutti i soggetti coinvolti nel

lungo e tribolato iter, avviato almeno sei anni prima. Comu-ne, Regione, Università, Provincia, Iov, con la fi rma al proto-collo, davano di fatto il via libera alla progettazione del nuovo polo ospedaliero alle porte della città. Una mega struttura da 900 posti letto e un costo di 600 milioni, che avrebbe cambiato il volto della sanità padovana e, nelle intenzioni, messo fi ne alla precarietà dell’attuale polo ospedaliero alle prese con infi nite ristrutturazioni, problemi di logistica e di organizzazione interna, diffi coltà nel razionalizzare i costi e garantire una sistemazione all’altezza della fama di eccellen-za di cui gode la sanità padovana. Doveva aprirsi una nuova stagione, segnata da una nuova e grandiosa opera pubblica, che avrebbe cambiato il volto della città. Invece era solo un capitolo di una storia che riservava delle svolte impreviste.

COLPO DI SCENA ll mese scorso almeno due fatti rilevanti hanno contribu-

ito prima ad incrinare e poi a mettere in discussione la scelta di Padova Ovest. Da una parte lo scandalo del Mose e le sue ricadute su tutta la Regione, e non solo, ha lasciato un gran-de punto interrogativo proprio sulle opere in project fi nancing come il nuovo ospedale e il sistema delle imprese che gira intorno a queste iniziative. Dall’altra, mentre la magistratura procedeva con gli arresti e gli indagati eccellenti per le grandi opere venete, Padova consegnava la fascia tricolore di sinda-co al leghista Massimo Bitonci, uscito vittorioso dal ballot-

taggio con Ivo Rossi e dal confronto con il centrosinistra che per dieci anni aveva governato la città. Tra le molte iniziative del predecessore Zanonato messe in discussione da Bitonci il nuovo ospedale è stata una di quelle che più ha fatto clamore e che ha dato il via ad una ridda di polemiche e infi ammato l’estate politica padovana. Nella partita gioca un ruolo fonda-mentale la Regione, guidata dal leghista Luca Zaia che se lo scorso anno aveva siglato l’accordo ora non può non tenere conto della posizione del Comune di Padova. Poi c’è l’Univer-sità, con il rettore Giuseppe Zaccaria, che da tempo chiede di recuperare il ritardo accumulato in questi anni e teme di dover dipartire di nuovo da zero. La partita sull’ospedale di Padova si gioca su più tavoli e coinvolge soggetti e interessi che vanno ben oltre i confi ni cittadini.

IL NO DI BITONCIIl neo sindaco di Padova ha articolato in più riprese il suo

no al progetto di Padova Ovest e puntualmente le sue parole hanno diviso l’opinione pubblica tra favorevoli e contrari, sol-levando numerose reazioni dal mondo politico. Ma Il sindaco leghista delle ordinanze tira dritto. “La volontà dell’Ammi-nistrazione è chiara e rispetta quella della maggioranza dei padovani che hanno votato l’8 giungo. Il nuovo ospedale di Padova deve essere realizzato sull’attuale area”, questo il suo assunto. Perché? “Altre soluzioni sono economicamente e strategicamente sconvenienti. Impiantare una struttura a Padova Ovest presuppone costi e tempi di realizzazione an-che più elevati rispetto a quelli previsti. Primo, perché la zona è soggetta ad allagamenti e a rischio idrogeologico. Secondo,

perché non esiste un progetto per una viabilità alternativa e per adeguati collegamenti con il servizio di trasporto pubblico. Terzo, perché andrebbe espropriata, con le diffi coltà che que-sto tipo di operazione comporta”. Il sindaco di Padova rispon-de anche a chi mette sul tavolo altre ipotesi, prima fra tutte che il nuovo ospedale potrebbe essere costruito in un’area di-versa e alternativa a quella dell’attuale sede di Padova Ovest, come per esempio a Legnaro, oppure a sud della Guizza. “Un’opera realizzata ex novo, su un terreno non edifi cato, è più costosa e necessita di un project fi nancing, strumento che si è già rivelato, in ambito sanitario, fatalmente subotti-male, a danno dell’utenza – spiega Bitonci - Comporterebbe altissimi esborsi per la realizzazione di un adeguato collega-mento sia con le reti di servizi, sia con il servizio di trasporto pubblico, sia con la viabilità ordinaria e straordinaria”. Il primo cittadino padovano pone poi la questione di cosa ne sarebbe dell’attuale grande area ospedaliera di via Giustiniani e din-torni. “Rischierebbe di diventare un centro di attrazione per balordi. Attorno ad essa, gli edifi ci perderebbero il loro valore immobiliare. I pubblici esercizi e le attività ricettive entrereb-bero in crisi e tutta l’area sarebbe sconvolta dal punto di vista urbanistico, economico e sociale. Durante la realizzazione di un eventuale nuovo plesso in un’area alternativa, peraltro, la coesistenza di due strutture, quella nuova e quella attua-le, genererebbe ulteriori esborsi in termini di mantenimento e adeguamenti obbligatori per legge e, quel che è peggio, disservizi a carico dell’utenza”. Quindi il sindaco passa ad elencare gli aspetti positivi nel mantenere l’ospedale dov’è. “Anzitutto il vantaggio di preservare la specifi cità e le caratte-

ristiche di un campus biomedico che nei secoli si è costituito nel contesto cittadino, dando vita alla Facoltà di Medicina. Inoltre viene mantenuta una contiguità spaziale con aree di-dattiche, didattico-scientifi che, laboratori di ricerca biomedica e clinica, recentemente progettati, edifi cati, attrezzati o ri-strutturati dal parte dell’Università e dell’Azienda Ospedaliera per la Facoltà di Medicina”.

I COSTI Una delle questioni più controverse è quella legata ai

costi. “Ad oggi la Regione potrebbe contribuire, per la realizza-zione del nuovo ospedale nell’attuale, - osserva Bitonci - con uno stanziamento di 300 milioni di euro benché, nel decreto della giunta regionale del Veneto del 3 agosto 2011, il costo preventivato per completare i lavori sia di 550 milioni. Su que-sto punto le nostre stime sono diverse. Tutte le stime più detta-gliate le presenteremo a Venezia nell’incontro con la Regione, insieme alle motivazioni specifi che, e non solo politiche, per cui riteniamo opportuno creare un nuovo plesso nell’attuale sede”. Alla stesura di questo documento parteciperà una com-missione composta da tecnici interni al Comune ed esterni, che lavoreranno a titolo gratuito. Fra questi ci saranno due tecnici che ben conoscono la sanità padovana, chiamati perciò a dare il loro contributo alla nuova progettualità. Si tratta di Adriano Cestrone e Giorgio Palù, rispettivamente ex direttore generale dell’Azienda Ospedaliera ed ex preside della Facoltà di Medicina. Ma proprio dal mondo accademico sono piovute feroci critiche sulla scelta del Comune. Saranno settimane di fuoco e l’esito del braccio di ferro è tutt’altro che scontato.

di Nicola Stievano

Per mettere mano all’esistente servono almeno 300 milioni di euro ma è guerra di cifre. Istituita una commissione tecnica alla quale partecipano anche Ce-strone e Palù, per elaborare una proposta che trovi anche la condivisione di Regione e Università di Padova

Il futuro della sanità Il sindaco Bitonci mette in discussione il progetto di Padova Ovest e vuole mantenere l’attuale sede in centro

Ospedale di Padova, siamo di nuovo all’anno zero?

In alto l’ospedale di Padova, a fi anco Massimo Bitonci

11Il Veneto in primo piano

Il “blitz” con il quale Bitonci ha scompaginato il progetto del nuovo ospedale a Padova Ovest ha scatenato una serie di reazioni più o meno polemiche. Mentre il Go-

vernatore del Veneto Luca Zaia sceglie, almeno in questa prima delicatissima fase, la strada del silenzio, preso com’è tra i due fuochi dell’accordo sottoscritto un anno fa e della volontà del neo sindaco di Padova, oltretutto del suo stesso partito.

Non si sottraggono al confronto invece gli altri espo-nenti politici, chi a favore e chi contro le tesi di Bitonci. Tutti comunque, pur dalle diverse posizioni, sottolineano la ne-cessità di mettere mano alla struttura sanitaria padovana, ormai sull’orlo del collasso. Ancora più netta, e preoccupata, la posizione del mondo accademico che aveva appoggiato

il progetto del nuovo polo e che ora invita a non buttare all’aria anni di lavoro.

Il rettore dell’Università di Padova Giuseppe Zaccaria non fa tanti giri di parole. “La posizione mia e dell’ateneo rimane molto ferma agli accordi presi proprio un anno fa, da rispettare e portare avanti. Esiste una procedura ben defi nitiva e che è in stato molto avanzato. Una procedura sottoscritta da vari enti istituzionali e che ha preso atto di come sia economicamente più conveniente la costruzione di una struttura “ex novo” piuttosto che la ristrutturazione di quella esistente. Questo anche dal punto di vista del trattamento dei pazienti rispetto al prolungato periodo ne-cessario alla ristrutturazione. Allora, insomma, è stata fatta una scelta ben precisa. E, se oggi qualcuno ha cambiato

idea, deve evidentemente motivarlo”. Sui costi Zaccaria pre-cisa: “Affermare che la ristrutturazione dell’esistente costi molto meno – rincara il rettore – signifi ca non aver letto la relazione di 180 pagine, che è da tempo depositata in Regione e sottoscritta dal comitato tecnico che dice l’esatto contrario. Va poi considerato un punto fondamentale, cioè quello dei pazienti: ristrutturare l’esistente vorrebbe dire esporre per vent’anni gli stessi pazienti ricoverati a lavori e cantieri all’interno dell’area ospedaliera, senza soluzione di continuità. Io, sinceramente, non lo ritengo ammissibile”. Anche sui dettagli fi nanziari il rettore invita a non fermarsi all’idea del project fi nancing: “Esistono infi nite altre forme di fi nanziamento. L’importante è che ci sia la volontà politica di farlo e di mantenere così alto il livello della sanità e del-

di Nicola Stievano

Le reazioni Il mondo politico si divide, da quello accademico invece sale la preoccupazione

Zaccaria: “La scelta più economica è il nuovo ospedale”

LA SVOLTA

Dopo un confronto serrato avvenuto in sede regionale, a Venezia, è stata posta la parola fi ne sul progetto di un polo della salute a Padova Ovest. Il neo-sindaco Massimo Bitonci, ha ribadito la volontà di radere al suolo il vecchio policlinico per ricostruirlo nellos stesso posto e ha escluso

qualsiasi altra proposta. Dal canto suo, il governatore Luca Zaia ha difeso con fermezza la linea fa-vorevole alla realizzazione ex novo dell’opera. Posizioni inconciliabili, dunque, che hanno costretto la Regione a sciogliere l’accordo di programma, revocando il ruolo di stazione appaltante all’Azienda ospedaliera e invitando l’amministrazione comunale ad annullare tutti gli atti in materia fi n qui delibe-

rati. Sottolineando anche che la Regione giudica impraticabile il disegno di Bitonci e non lo fi nanzierà. Tra le altre voci si alza quella del sottosegretario Barbara Degani che ritiene necessario e opportuno mantenere il progetto del nuovo polo della salute a Padova città e in collegamento con la grande viabilità padovana. “Ad esempio in zona Brusegna – ricorda il Sottosegretario Degani - lì ci sono circa 350 mila metri quadrati di terreno utilizzabile. Si tratta dei campi dietro l’Ospedale ai Colli, lungo corso Australia. Quello è territorio della provincia, in più la Regione è già proprietaria dell’ex ospedale psichiatrico e i terreni sono di gestione comunale a destinazione socio-sanitaria”.

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Richiamo del rettore dell’Università di Padova sugli accordi sottoscritti e sulla procedura avviata

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Entro l’estate i lavori per la messa in sicurezza di via provincialeDopo anni di promesse potrebbero venire esaudi-te le richieste dei res14-04-2014 | Un 2014 di lavori per migliorare la sicurezza stradale di via Provinciale, il lungo rettilineo che unisce la città alla frazione di Corte. Il cantiere tanto atteso, secondo i programmi, dovrebbe aprire entro l’estate, di tre nuovi “piagni” (ovvero i ponticelli che collegano via Provinciale alla

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di Walter Lotto

A casa di Riccardo Verza Juniores al primo anno che recentemente, nelle strade bergamasche, si è fasciato di tricolore nella cronometro a

squadre con il team veronese Contri-Autozai insie-me ai compagni Cordioli, Affi ni e Cristofaletti. Quel-lo che colpisce nel talentino di Granze è la grande duttilità tecnica messa in mostra che gli consente di primeggiare in percorsi infarciti di salite, come dimostra la vittoria nell’internazionale di Solighetto ottenuta con un funambolico attacco sul duro strap-po di Cà del Poggio, sia su gare dove è necessario sviluppare, per lungo tempo alte velocità, azionan-do rapporti per molti proibitivi. Le doti di Verza non sono sfuggite agli addetti ai lavori che lo reputano, a ragione , una delle più belle realtà del ciclismo padovano.

Doti naturali o da predestinato? Cè da dire che Riccardo è fi glio di Fabrizio Verza che nei primi anni ottanta, con le sue doti di scalatore, infi ammò i cul-tori di ciclismo raggiungendo il professionismo dove colse nell’83 la vittoria del Gp industria e commercio di Larciano fi rmando piazzamenti di rilievo come il secondi posto del giri dell’Appennino 84 e nel giro di Puglia a tappe nell’85. Purtroppo in quello stesso anno un destino crudele aspettava Fabrizio che du-rante un allenamento si scontrò con un automezzo pesante riportando gravi ferite che lo costrinsero ad abbandonare l’attività. Sogno spezzato, carriera fi ni-ta, ma il germe della passione è sempre vivo e sboc-cia nell’unione con Stefania Paluello, ora presidente del Cc Este, e se il seme del ciclismo non attecchisce nel primogenito Nicholas, sembra vivere in Riccar-do che arriva nell’agosto del ‘97 e oggi si racconta

cosi: “Ho cominciato a 7 anni, spinto da Maurizio degli Stefani diesse del Cc Este, e nella trafi la dei Giovanissimi ho centrato 5 vittorie, nei due anni tra gli esordienti solo piazzamenti e poi il passaggio tra gli allievi nelle fi le dell’Este Bosaro”. Tra gli allievi un altro segno inequivocabile del destino?

“Vinsi due gare più una notturna, ma quella che mi regalò un intensa emozione fu la vittoria in cima alla salita delle Torricelle a Verona, perché in quella gara tanti anni prima aveva vinto papà”. Ora Juniores, perché hai scelto un team veronese? “Ho avuto proposte anche da altri club, ma ho scelto di sposare il progetto della Contri-Autozai perché pre-vedeva di sviluppare tutte le specialità, il successo nella crono è frutto di questo cammino, a questo proposito un grazie pubblico ai preparatori Mauro Bissoli e Emiliano Donadello, unitamente al medico Lucio Cordioli che mi ha insegnato l’importanza di

una buona alimentazione per un atleta un ringra-ziamento lo meritano anche tutti i miei compagni e la società veramente al top per questa categoria”. Cosa signifi ca essere ciclista ai giorni nostri? “Fare tanti sacrifi ci rinunciare ai divertimenti in voga tra la maggior parte dei ragazzi come me, ma la cosa non mi pesa perché la gratifi cazione di star bene ed es-sere competitivo pareggia tutto”. Quando sfoggerai il tricolore? “La prima volta sarà nell’Orobica, corsa a tappe nel bergamasco”. Propositi per l’immediato futuro? “Vorrei in tempi brevi entrare nel giro della nazionale azzurra, ci tengo davvero tanto, e poi mi ripropongo di avere un rendimento più costante, in questa stagione dopo la vittoria di Solighetto sono calato un po’, anche perchè bersagliato dalla sfortu-na, mi auguro di star bene perché è mia intenzione lasciare ancora un segno in questa mia prima stagio-ne da Juniores”.

14 Sport provinciale1414 Sport provinciale

Il sogno tricolore del promettente Riccardo Verza CALCIOTTO

Il team sponsorizzato dal ristorante al Vigò di Padova si è imposto nel 2. Memorial Antonio Guberti, organizzato dalla ZR impianti elettrici di Renato Zanin e disputato presso gli impianti sportivi di

Terradura a Due Carrare. Otto le compagini al via sponsorizzate da bar o ditte varie, con rose composte da atleti tuttora in attività che hanno offerto gol e spettacolo. Alla fi ne hanno prevalso i ragazzi del ristorante al Vigò che nella fi nale si sono imposti 5-3 sul team denominato I Scampa, di Garbin (3) Baldan e Mascotto i gol riso-lutori, per i battuti hanno timbrato Grecea, che si è imposto nella graduatoria dei cannonieri, Fontana e Furlan. Premi individuali per il miglior portiere assegnato ad Antonio Olivato, ultimo baluardo del team vincente, e per il miglior giocatore andato a Riccardo Zecchina-to, punta della Rocca di Monselice per l’occasione ingaggiato dal bar El Bacaro di Due Carrare.

Secondo Memorial Antonio GubertiI RAGAZZI DEL VIGÒ DOMINANO IL TORNEO

Walter Lotto

La Rocca di Monselice riparte da An-drea Franzolin che oltre ad essere stato confermato tecnico assume

anche il ruolo di direttore sportivo dopo l’addio di Renzo Trambaioli, imitato an-che da altri dirigenti, il che aveva fatto pensare ad un ridimensionamento della società subito però smentito nei fatti di calcio mercato dove il club neroverde si sta muovendo con intensità tanto da uffi -cializzare già cinque colpi messi a segno: dal Boara sono arrivati lo stopper Lorenzo Vido e il centrocampista Federico Tognin, il centrocampista El Ambri e l’esterno Ste-fano Nalin sono stati prelivati dal Consel-ve, mentre dall’Este è arrivato Pier Maria Carani punta cresciuto nel settore giova-nile del Padova. “Chi ci dava in fase di smobilitazione si dovrà ricredere- ha detto Franzolin- stiamo lavorando per attrezzare una compagine competitiva, oltre ai nuovi arrivi sono vicinissimo a concludere con un centrocampista e un difensore centrale di grossa affi dabilità, senza contare che an-che Petagna, punta esterna l’anno scorso a Noventa Vicentina ci sta strizzando l’oc-chio, oltre a questo cè da tenere presente la fi losofi a del club sempre orientato a pri-vilegiare il settore giovanile, il che signifi ca che almeno tre giovani saranno nella rosa

della prima squadra in pianta stabile”. Franzolin annuncia novità anche nell’as-setto societario dopo la defezione di alcuni collaboratori: “abbiamo già rimpiazzato i dirigenti che in seguito alle dimissioni di Trambaioli hanno voluto uscire e tra i nuovi entrati voglio segnalare il gradito ritorno di Silvano Facco che in anni passati resse la dirigenza della società, la sua esperienza e il suo carisma sarà fonte di un ulteriore salto di qualità”.

Calcio, prima Categoria, novità a La Rocca Monselice IL DIESSE TRAMBAIOLI LASCIA, PIENI POTERI AD ANDREA FRANZOLIN

W.L.

L’intervista A tu per tu con il campioncino padovano, fi glio d’arte di Fabrizio Verza

Riccardo sfoggia il tricolore insieme a papà Fabrizio, mamma Stefania e il fratello Nicholas

Andrea Franzolin, tecnico e diesse

Arti marziali Bovolenta ha consegnato un riconoscimento al suo campione

La stoffa del campione Nicola Borella l’ha sempre avuta, fi n da quando ha intrapreso la carriera sportiva nelle

arti marziali. Classe 1986, di Bovolenta, quest’anno ha conquistato, per la terza volta consecutiva, il titolo italiano di Mma (Mixed Martial Arts) in classe A, vale a dire tra i professionisti. Nella disciplina delle “arti marziali miste” si scontrano gli atleti che provengono da varie specialità di com-battimento. E’ la forma più completa, nella quale “vale tutto”... o quasi. Ebbene, Nicola ha combattuto nella categoria di peso sotto i 65 chilogrammi e confermato per il terzo anno di fi la il titolo di campione italiano. Per questo e molti altri successi la “sua” Bovolenta ha voluto rendergli omaggio pre-miandolo con una targa durante la giornata conclusiva del torneo di calcio a 5 da 52 ore promosso il terzo fi ne settimana di luglio dall’amministrazione comunale negli im-pianti sportivi di piazza Umberto I. “Durante questa importante manifestazione - afferma la consigliere Argenide Favaro - abbiamo vo-luto consegnare un riconoscimento al nostro

concittadino Nicola per l’impegno nello sport e i risultati conseguiti nella sua già brillante carriera. Gli auguriamo di continuare sulla strada del successo e, con il suo esempio, di avvicinare tanti nostri giovani alle discipline sportive”. Tornando alla carriera di Borel-la, lo scorso dicembre l’atleta di Bovolenta

aveva vinto contro Michele Sanchi, ex cam-pione internazionale di Mhay thai che vanta moltissime vittorie negli ultimi dieci anni, al gala “King of the kage” di Rimini. Lo scorso 5 luglio ha vinto anche la fi nale del torneo “Shot fi ght championship”, anche questa una gara Mma. Procedendo a ritroso, tra i suoi successi spiccano i titoli italiani in diverse discipline, tra le quali lotta a terra, kick jistu, sub mission. Dopo gli applausi alla premiazione a Bovolenta i sostenitori di Nicola sono pronti ad esultare alle prossime vittorie.

Nicola Borella primo in Italia, per la terza volta

Nicola Borella esulta dopo l’ultima vittoria

E.M.

Ha confermato il titolo nazionale per le arti marziali miste

di Laura Organte

Un’occasione per riscoprire l’impronta del Veronese sul territorio patavino: dal 7 settembre i Musei Civici Eremita-

ni, a partire da un nucleo di cinquanta dipin-ti padovani dell’artista invitano a riscoprire con una mostra l’importanza e l’infl uenza che ebbe nell’arte cittadina e non solo. Pao-lo Veronese, al secolo Paolo Caliari, a partire dalla metà degli anni cinquanta del secolo XVI, dipinse alcuni dei suoi capolavori per Padova e il suo territorio, lavorando per il potente ordine dei Benedettini e altri enti religiosi. Un itinerario volto a scovare le suo opere porterebbe alle pale per Praglia, per Santa Giustina, per la Chiesa dei Cappuccini e per San Francesco, oltre a opere di minori dimensioni, come il famoso Martirio di San-ta Giustina.

La sua eredità si ritrova nel Cinquecento in artisti come Zelotti e Varotari, specialisti nella decorazione di ville e nella produzione di pitture religiose, che si espressero sulla scia dello stile del Caliari, con dipinti e reli-

giosi e affrescando ville come il castello del Catajo e villa Roberti a Brugine. All’inizio del Seicento a Padova, Pietro Damini fu prota-gonista di una reinterpretazione di Veronese in chiave controriformistica. Qualche decen-nio dopo, grazie a fi gure come Girolamo Pellegrini, Valentin Lèfevre e Giovanni An-tonio Fumiani, si assiste a un vero e proprio revival, culminato con il grande Sebastiano Ricci nella diffusione su scala europea della pittura del Veronese.

Una visita, dunque, che inizia nelle sale dei Musei Civici per poi proseguire su tutto il territorio, per i più curiosi e tenaci, seguen-do il fi lo rosso della mano del maestro, e

dei tratti stilistici che l’hanno reso famoso e hanno infl uenzato la grande pittura vene-ziana del Settecento: le sue tinte limpide, brillanti, gioiose e la trasparenza delle sue atmosfere.

La mostra è la tappa padovana di un progetto più vasto, che coinvolge tutta la re-gione con altre 4 mostre a Vicenza, Verona, Bassano del Grappa e Castelfranco Veneto, che riporteranno nel Veneto capolavori che da secoli hanno lasciato questo territorio. Accanto ad esse un itinerario che si allarga a comprendere trentadue siti fra ville, chiese e palazzi, presenterà la storia le opere e la magia dei luoghi di Paolo Veronese.

La città ospita capolavori importanti del grande artista del Cinquecento, molti gli eredi che nei decenni successivi hanno lasciato altre opere di interesse e pregio

La mostra Dal 7 settembre ai Musei Civici degli Eremitani l’itinerario fra le sue opere

L’impronta di Veronese su PadovaEVENTI E MOSTRE

L’ARTE POSTALE DI PITTARELLONel secolo di Internet, dei social network e dei telefoni cellulari, si può ripensare un mezzo di comunicazione quasi in disuso e farne una forma d’arte: l’ “arte postale” di Roberto Pittarello, in mostra presso la Galleria Samonà di Via Roma fi no al 14 set-tembre. Scrive l’artista: «Disegniamo una facciata con penne, pennarelli, matite, cere o dipingiamo con colori brillanti o vellutati con le tempere. Finché la pittura asciuga pensiamo al messaggio da scrivere. Non quelle due povere parole, ma un breve testo, intenso, diretto, che colpirà l’attenzione di chi legge. Se dovessi ricevere una di queste cartoline originali la tratterei con grande cura, come farei con un disegno, una stampa antica o un dipinto».

FABRIZIO BOSSO CON L’ORCHESTRA JAZZ L’Orchestra Jazz del Veneto, diretta da Maurizio Camardi chiude il primo tour estivo della sua attività a Padova, martedì 26 agosto al Parco d’Europa alle 21.30, nell’ambito della rassegna Parco delle Arti-Estate Carrarese e vedrà la par-tecipazione come special guest del trombettista Fabrizio Bosso, uno degli artisti più rappresenta-tivi del jazz italiano a livello mondiale.

I PIEDI ANIMATI DI VERONICA GONZALEZVeronica Gonzalez ha due piedi, come tutte le persone di questo mondo, ma i suoi piedi sono speciali: si trasformano in buffi personaggi ogni volta che lei li porta verso il cielo, facendo diventare gambe e piedi dei burattini viventi, in una galleria di fantastici personaggi che interpretano, a ritmo di musica, storie piene di fantasia e poesia. Per la regia di Laura Kibel, il 12 settembre alle ore 21 andrà in scena al Teatro Giardino di Palazzo Zuckermann lo spettacolo “C’era due volte un piede”. In caso di maltempo lo spettacolo si terrà il giorno successivo.

a cura di Laura Organte

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Il Comune dichiara guerra ai proprietari in-civili di animali. O meglio, agli escrementi dei simpatici amici dell’uomo. L’ammini-

strazione comunale ha infatti uffi cialmente dichiarato la “tolleranza zero” alle deiezioni canine. La presa di posizione è direttamente del sindaco Giancarlo Piva che ha avviato una campagna di sensibilizzazione mirata ad educare tutti quei proprietari di cani che, in barba al senso civico, lasciano lordare marciapiedi e aiuole ai propri animali senza provvedere poi alla pulizia del “misfatto”. Spiega il primo cittadino: “Sul territorio è partita una campagna per tenere puliti stra-de, portici e giardini dalle deiezioni canine. E’ un problema che deve essere affrontato perché molte strade spesso sono lordate da escrementi, che costringono a fare perico-lose gimkane per non centrare col piede il residuo della passeggiata quotidiana dell’amico dell’uomo, nonché per sottoline-are che pulire le deiezioni del proprio cane, nei parchi oppure nei giardini e negli spazi pubblici condominiali, è un dovere ancora prima che un gesto di buona educazione e di civiltà”». Piva ha inviato una lettera ai veterinari e ai negozi di toelettatura della cittadina, descrivendo l’iniziativa comunale per riportare la civiltà sui marciapiedi e nei parchi pubblici: “Sul territorio è partita una campagna per tenere puliti strade, portici e giardini dalle deiezioni canine. E’ un proble-ma che deve essere affrontato perché molte strade spesso sono lordate da escrementi, che costringono a fare pericolose gimkane per non centrare col piede il residuo della

passeggiata quotidiana dell’amico dell’uo-mo - scrive Piva - nonché per sottolineare che pulire le deiezioni del proprio cane, nei parchi oppure nei giardini e negli spazi pub-blici condominiali, è un dovere ancora prima che un gesto di buona educazione e di civil-tà”. Esiste anche un regolamento comunale che sanziona con 50 euro di multa chi non pulisce gli escrementi del proprio cane. Chiu-de Piva: “Oggi il Comune di Este, attraverso il Consorzio Padova Sud gestore del servizio di raccolta rifi uti e spazzamento cittadino, spende ogni anno una cospicua somma per la pulizia delle strade della nostra città. Per facilitare l’obbligo di raccolta delle deiezioni il Comune ha collocato nella città dei distri-butori di sacchetti e palette”. La campagna “anti deiezioni” avviata dal Comune è stata anche riassunta in manifesti pubblici, che saranno esposti nei negozi e in alcuni punti del centro storico.

Partita lacampagna perinvitare chi porta a spasso i cania tenere pulito

ZERO TOLLERANZA PER CHI SPORCA

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Este dice addio a due servizi storici, il Giudice di pace e la Conservatoria. Con l’estate, la Bassa suona il requiem a due strutture letteralmente travolte dalla

spending review toccata a gran parte degli uffi ci pubblici. La perdita più grave è certamente quella del Giudice di pace, che aveva sede in via Brunelli ad Este. Con la chiusura delle sezioni distaccate dei Tribunali, lo Stato aveva dato la pos-sibilità ai Comuni di mantenere gli uffi ci dislocati dei Giudici di pace accollandosi però le spese di mantenimento: per sal-vare l’uffi cio atestino, realtà da 1.300 cause l’anno e che serve 32 Comuni, sarebbero serviti 160 mila euro. Pratica-mente poco meno di 1,50 euro per cittadino. Peccato che pochissimi sindaci abbiano deciso di accollarsi l’impegno. Solo in quattro hanno dato piena disponibilità ad accollarsi il funzionamento dell’uffi cio giudiziaria, ossia Este, Monta-gnana, Pernumia e Ospedaletto Euganeo. A questo punto, la rinuncia al servizio è stata inevitabile. Questo il commen-to del sindaco Giancarlo Piva e del collega montagnanese Loredana Borghesan: “Proviamo una grandissima delusio-ne per l’incapacità di questo territorio di fare massa critica e prendiamo atto che il Giudice di pace non è sentito come un servizio fondamentale. Non si può tuttavia sperare che siano sempre i Comuni maggiori ad accollarsi le spese. Il

primo imputato in questo caso è lo Stato. La colpa non è dei sindaci, che non possono spendere nemmeno 3 mila euro a causa delle ristrettezze di bilancio: come può lo Stato addossare agli enti locali un servizio primario come quello della giustizia, di cui lo Stato stesso deve essere garante?”.

Pochi giorni dopo la “dismissione” del Giudice, a Este è arrivata un’altra triste comunicazione, ossia la chiusura del Reparto Servizi di pubblicità immobiliare, realtà che fi no a qualche tempo fa era nota con il nome di Conservatoria. Il servizio, con l’inizio di luglio, è trasferito nell’uffi cio provin-ciale dell’Agenzia delle Entrate, dunque a Padova. L’enne-simo depauperamento di servizi in città è prima di tutto un colpo alla storia: a Este la Conservatoria esiste infatti dal

1871. La sede era quella di piazza Santa Tecla, forte di sei dipendenti, 31 Comuni serviti per un totale di 120 mila re-sidenti e un’area di 600 chilometri quadrati. Il vero disagio, tuttavia, tocca a geometri e professionisti del settore, che nell’uffi cio atestino potevano accedere quotidianamente ad un vasto elenco di servizi catastali oltre a quelli legati alla conservatoria dei registri immobiliari. E’ già da almeno tre anni che la chiusura della Conservatoria era annunciata: nel novembre 2012 il direttore nazionale dell’Agenzia del Ter-ritorio, Gabriella Alemanno, aveva accolto il sindaco Gian-carlo Piva proprio per discutere l’ipotesi di chiusura. Ogni proposta, alla fi ne, si è arenata, arrivando alla cessazione del servizio in città.

di Nicola Cesaro

Fallito il tentativo dei sindaci di accollarsi la spesa per salvarel’uffi cio di Este, appena in quattro hanno risposto all’appello

La città impoverita Chiusa anche l’ex Conservatoria, trasferita nell’uffi cio provinciale di Padova

Giudice di pace, triste addio

Il Tribunale di Este, già trasferito, ospitava anche l’uffi ciodel Giudice di pace

Sedici nuovi alloggi per le famiglie di Este in emergenza abitativa. Ater ha recentemente acquistato sedici nuovi appartamenti in via

Papa Giovanni XXIII. L’ente territoriale di edilizia residenziale ha acquisito gli alloggi dalla Socie-tà Italiana per Condotte d’Acqua per la somma 1.991.399,17 euro. “Si tratta di alloggi di elevata qualità - conferma il direttore di Ater Padova, Vitto-rio Gianbruni - dotati di impianto di riscaldamento autonomo, in classe energetica C, completamente rifi niti e in gran parte contraddistinti da una prege-vole vista sul Monte Cero”. “Assegneremo questi nuovi appartamenti a 10 famiglie nella graduatoria di mobilità e a 6 che sono invece in attesa di un alloggio - spiega il sindaco Giancarlo Piva - A breve infatti approveremo la nuova graduatoria, che vede ben cento famiglie in attesa di un tetto”. Con que-ste acquisizioni, gli alloggi Erp in gestione all’Ater ad Este salgono a quota 219, di cui 191 assegnati, 12 sfi tti e 10 in fase di restauro, anche in questo caso grazie a fondi regionali. Grazie alla mobilità, inoltre, si libereranno altre strutture dando respiro all’emergenza abitativa cittadina.

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Giù le mani dal Punto di primo inter-vento. Perlomeno fi no a che non arriverà la nuova regionale 10. E’

questo il messaggio forte e chiaro lancia-to dai sindaci della Bassa Padovana, che nell’ultima Conferenza dei sindaci dell’Usl 17 hanno voluto affrontare l’ostico tema della riorganizzazione degli ospedali terri-toriali. In vista dell’apertura del polo unico di Schiavonia, infatti, l’Usl 17 ha deciso di razionalizzare alcuni servizi, avanzando la volontà di chiudere il Punto di primo inter-vento di Montagnana. Una sorta di primo pronto soccorso, che nella visione dell’a-zienda sanitaria verrà sostituito da un’am-bulanza presente 24 ore 24 nell’ospedale di Montagnana.

La Conferenza ha deciso di attivare una commissione dedicata interamente alla questione.

Al gruppo di lavoro partecipano le amministrazioni di Montagnana, Urbana, Merlara e Saletto (oltre ai sindaci Giancarlo Piva e Francesco Lunghi di Este e Monseli-ce): il compito della commissione sarà quel-lo di presentare a Regione e Usl 17 una serie di proposte alternative alla chiusura del Punto, che tenga comunque conto delle esigenze di razionalizzazione e riorganizza-zione delle risorse in vista dell’apertura del nuovo ospedale di Schiavonia.

Sottolinea il sindaco di Urbana, Mar-co Balbo: “All’unanimità si è poi chiesto all’Usl 17 di non chiudere il Punto di pri-mo intervento almeno fi no a che non sarà completata la nuova Sr 10. Raggiungere il nuovo ospedale, con le condizioni di viabili-tà attuali, è estremamente complicato per i cittadini del Montagnanese, molti dei quali rischiano di doversi rivolgere a strutture di altre province decisamente più comode, come l’ospedale di Legnago”.

Non a caso, tra le varie proposte spicca quella del sindaco di Merlara, Claudia Corra-din, che propone di trasportare le emergen-ze 118 all’ospedale del Basso Veronese.

I sindaci hanno ricordato che un decreto di giunta regionale del novembre 2013 af-ferma che la Quinta Commissione – quella competente in materia di sanità - rimanda qualsiasi decisione sui Punti di primo inter-vento a successivi provvedimenti di giunta.

Non essendoci alcuna richiesta uffi -ciale della Regione di chiudere il Punto di Montagnana, dunque, la scelta dell’Usl 17 appare assolutamente priva di fondamento. Dal canto suo l’azienda sanitaria ha fornito numeri a sostegno dell’ipotesi di chiusura della struttura: negli anni si è passati da circa 8 mila accessi ai poco più di 4 mila registrati nel 2013.

Di questi accessi circa il 15% erano di pazienti non residenti Usl 17 e più del 90% erano codici bianchi e verdi, senza pertanto il criterio dell’urgenza indifferibile.

di Nicola Cesaro

Bufera sull’ipotesi chiusura del Punto di primointervento da sostituire con una ambulanza

Sanità Appello dei sindaci del territorio che hanno costituito un gruppo di lavoro

“Servizio da salvare”

L’ospedale di Montagnana, ancora polemiche

Estate con un nuovo casello e autostrada attiva nel Montagna-nese entro Natale. E’ un periodo

di grosse novità per l’A31 Valdastico Sud: il mese scorso è stato inaugurato innanzitutto il terzo lotto dell’autostra-da, quello che da Albettone-Barbarano arriva al nuovo casello di Agugliaro. Si tratta di un ingresso strategico per il territorio padovano: tra quelli previsti dalla Valdastico Sud è certamente il più accessibile per Comuni collinari come Lozzo Atestino, Cinto Euganeo e Vo’. Anche raggiungere il nuovo imbocco da Este richiede non più di 20 minuti. Il nuovo lotto (lo snodo di Albettone era stato aperto esattamente un anno fa) allunga di 6,5 km il segmento percor-ribile di Valdastico Sud, arrivato oggi a quota 58 km. A dicembre si procederà con un’altra inaugurazione, che questa volta interesserà tuttavia ben quattro caselli: verrà infatti aperto il tratto che va da Badia Polesine, nel Rodigino, e ar-riva sino a Noventa Vicentina. In questo lotto sono compresi anche i caselli no-strani di Piacenza d’Adige e Santa Mar-gherita d’Adige. In queste condizioni, tuttavia, l’autostrada sarà quasi inutile: diffi cilmente ci sarà chi sceglierà l’A31 per raggiungere il Polesine. Occorrerà dunque attendere la metà del 2015 quando verrà inaugurato l’ultimo tratto.

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E’ la rivelazione della nuova amministrazione comunale. Il braccio destro del primo cittadino, scelto dal sindaco per le sue qualità in materia

economica e per la correttezza dimostrata negli ulti-mi anni. E’ Andrea Parolo, 39 anni, insegnante di economia aziendale e commercialista, vicensindaco e assessore al bilancio e alle attività produttive per il Lunghi bis. In politica dal 2004 è stato componente del Cda della società La Rocca. Parolo è appassiona-to dello sport in generale (calcio, bici e nuoto), ma apprezza anche attività più riposanti come la lettura di libri horror, Stephen King in primis.

Buongiorno assessore, quale sarà la prima sfi da da affrontare?

“Sicuramente il bilancio. Il quadro normativo della fi scalità locale cambia ogni anno e questo di certo non ci aiuta. Con variazioni così repentine, fare una programmazione diventa davvero arduo”.

Leggendo tra le righe... sta parlando della nuova Tasi?

“Anche. Di fatto è una tassa nata per far fron-te alla somma che fi no all’anno scorso lo Stato ci metteva a disposizione per il mancato gettito sulla prima casa. Da quest’anno non ci vengono versati 1.400.000 euro. Una somma che va recuperata con la Tasi”.

Come pensate di agire? Le famiglie sono già in diffi coltà...

“Applicheremo l’aliquota minima dell’1 per mille. Inoltre cercheremo di ridurre la tassazione sui comodati gratuiti, aumentando invece quella per gli immobili sfi tti per favorire la riduzione degli affi tti e anche per verifi care le posizioni non regolari sul

territorio.Quindi non vi siete uniformati agli altri Comuni?“La normativa è talmente variegata che ogni

Comune si comporta in modo diverso. Ognuno si da una propria regola in base alle esigenze del tessu-to sociale. Noi abbiamo cercato di dare un segnale forte a chi decide di investire nel nostro territorio”.

In che senso? Si spieghi meglio...“Le nuove iniziative imprenditoriali, per due

anni, sono esentate dal versamento della Tasi. Quin-di il soggetto che vuole investire a Monselice non paga la tassa sul negozio o sul capannone. E’ un segnale forte per il rilancio del settore economico.

Credo saremo gli unici ad intraprendere un’iniziativa di questo tipo. Signifi ca permettere investimenti con una tassazione agevolata, abbattendo i costi fi scali iniziali”.

Ok, iniziativa interessante. Ma come si esce dalla crisi?

“Io una ricetta ce l’avrei. Bisognerebbe spingere verso un federalismo fi scale, di tipo municipale. Ogni Comune deve avere la possibilità di gestire i tributi lo-cali in proprio e il patrimonio dovrebbe rimanere nel-le casse municipali. Contemporaneamente i Comuni non dovrebbero essere vincolati ai trasferimenti dello Stato. Perchè creano un’incertezza nella disponibili-tà delle casse. I trasferimenti del 2014 li abbiamo saputi pochi giorni fa. Si vive in una situazione di in-certezza. Si fatica a fare una programmazione seria perchè non è certa la disponibilità economica. Non si può continuare così”.

Passando oltre... parliamo di attività produttive.“La sfi da sarà far leva con il Pat per far ripartire

l’edilizia: stiamo parlando di una “partita” da 40 comparti con il lavoro che ne deriva per le imprese del territorio e per i piccoli artigiani. Altro tassello fondamentale è il turismo. L’arrivo di turisti signifi ca un incremento dei consumi. Punto fi nale, il recupero dell’Italcementi con il progetto del parco energetico che sta seguendo direttamente il sindaco”.

Domanda obbligatoria: perchè Lunghi l’ha scelta come suo vice?

“Senza falsa modestia, credo sia per le mie competenze e per la fi ducia che ripone nei miei con-fronti. E’ un incarico che non mi aspettavo. Una sfi da che spero di onorare al meglio”.

di Emanuele Masiero

Il vicesindaco Andrea Parolo E’ commercialista e insegna economia aziendale

“Allentiamo la morsa fi scale”

Il vice sindaco Andrea Parolo

Per la Tasi applicata l’aliquota minima dell’1 per mille con diverse detrazioni e incentivi per le nuove imprese

L’intervista

Il maltempo ha fatto danni ovunque e non ha ri-sparmiato Monselice. Tra i monumenti, a farne le spese, è toccato alla chiesa storica di Santo Stefa-

no. Un edifi cio sul cui destino si è più volte dibattuto, ma su cui ancora non c’è molto di certo. L’unica sicu-rezza è la necessità di un intervento di manutenzio-ne. Il maltempo e la pioggia hanno infatti causato l’ennesimo cedimento. Già da almeno un paio d’anni il tetto della navata di sinistra presentava uno sfon-

damento nelle tegole. Con gli ultimi temporali si è aperto un secondo squarcio in un altro punto, sempre della navata sinistra. Un segnale davvero allarmante, anche perché pure sulla navata dall’altro lato il tetto presenta un vistoso sfondamento. Insomma, se come minimo piove dentro alla storica chiesa, il dato che più preoccupa i cittadini è un possibile crollo che coin-volga gli edifi ci confi nanti: case attualmente abitate, in pieno centro storico. Un’abitazione, in particolare,

si era già affi data a un tecnico per far redigere una perizia, da cui emergerebbero pericoli strutturali per la casa stessa. Tutta la struttura è interessata da un andirivieni di piccioni, compreso il campanile che recentemente è stato oggetto di un intervento per ripulire l’interno. Visto il periodo economico e le casse comunali, l’unica possibilità di recupero è legata al piano delle alienazioni degli immobili comunali. Pec-cato che fi nora le aste sono andate deserte.

IL CASO Ennesimo cedimento dell’edifi cio che ha bisogno di un radicale interventoIL MALTEMPO DANNEGGIA ANCORA LA CHIESA DI SANTO STEFANO

E.M. La chiesa di Santo Stefano a Monselice

POLEMICA

Francesco Miazzi contesta l’investimento“LA COMPLANARE E’ INUTILE”

E.M.

La matematica non è un’opinione. Eppure tra maggioran-za e opposizione i pareri sul bilancio sono contrastanti. Mentre il vicesindaco Andrea Parolo difende le proprie

scelte, tocca a Francesco Miazzi mettere l’accento sulle ci-fre che “non vanno”. “E’ sempre un bilancio in bilico quel-lo di Monselice che viaggia vicino ai 24 milioni di euro e che comporta una spesa annuale di ammortamento di circa 1.100.000 euro – spiega Francesco Miazzi - Eppure nono-stante le raccomandazioni dei revisori dei conti che invitano a destinare l’eventuale introito delle alienazioni alla riduzione del debito, l’amministrazione comunale prevede di accendere nell’anno in corso, ulteriori mutui per 1.400.000 euro. La parte di mutuo, è destinato alla realizzazione della compla-nare. Questa cifra si va ad aggiungere ad altri 501.000 euro, che il Comune ha già accantonato per eseguire gli espropri. Qui si pongono due questioni fondamentali. La prima riguarda l’utilità e la regolarità dell’opera, un nastro d’asfalto inutile e costoso (15 milioni di euro) destinato a cementifi care decine di ettari di suolo agricolo. Ricordiamo che l’opera manca della prescritta valutazione d’impatto ambientale ed è sottoposta ad una serie di ricorsi amministrativi da parte dei cittadini coinvolti negli espropri. La seconda è di ordine amministrativo e riguarda la regolarità di un mutuo che viene acceso per attuare degli espropri fi nalizzati ad eseguire un’opera che poi diventerà di proprietà di Veneto Strade e che interessa delle aree destinate alla terza corsia autostradale”. Per Miazzi si tratta dell’ennesimo spreco. “Il nostro consiglio è di fare una verifi ca approfondita su tutti questi aspetti e di attendere lo sviluppo delle varie inchieste in corso prima di sperperare 1.500.000 di euro dei cittadini”.

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Risparmiare sul fotovoltaico? Si, ma non solo. Con il nuovo gruppo d’acquisto solare dello sportello energia di Legam-

biente, si possono acquistare, a prezzo con-venzionato, lo scaldacqua a pompa di calore e addirittura il climatizzatore ad alta effi cienza. Il tutto a prezzi calmierati e con la garanzia e l’assistenza di esperti del settore ambientale. Per il fotovoltaico, prendendo un impianto standard da 3 kwp, si parla di circa 5.400 euro con attestato di prestazione energetica, kit di monitoraggio, manutenzione 10 anni ed estensioni delle garanzie.

Passando al solare termico, con 2 pannelli e bollitore da 300 litri, il costo è di circa 4.800 euro, sempre compresi attestato di prestazione energetica, manutenzione 10 anni ed estensioni delle garanzie. Idem per lo scaldacqua a pompa di calore con serba-toio da 300 litri, fi ssato ad un prezzo di circa 2400 euro. Infi ne, novità di quest’anno, climatizzatore Samsung 9.000 btu mono-split a 1.100 euro e dual-split a 2.000 euro, inclusi canalizzazione fi no a 10 metri, carotaggi e manutenzione 5 anni. Per aderire al gruppo d’acquisto è possibile visitare il sito pdtre.it/sportelloenergia oppure chiamare il numero verde 800.238.389 o recarsi di persona a Monselice in via S. Filippo Neri (angolo di via Squero).

“Accorpare la domanda, mettere in gara le aziende del territorio, ottenere prezzi chiari e chiavi in mano oltre ad una consulenza super partes – spiega Federico Gia-nesello, responsabile del Gas - sono gli ingredienti di questa ricetta vincente che da sei anni consente l’installazione di prodotti d’eccellenza nelle case dei cittadini della bassa padovana che si sentono più tutelati nella fase di acquisto. Attraverso questa operazione riusciamo ad ottenere prodotti top di gamma a prezzi inferiori del 20-25% rispetto alla media di mercato”.

ENERGIA

Con il nuovo gruppo di acquisto si può risparmiareFOTOVOLTAICO E SOLARE, TUTTE LE OCCASIONI

E.M.

“Niente bollette pazze, sarà esa-minato caso per caso”. E’ il vi-cesindaco Andrea Parolo a ras-

sicurare i titolari delle aziende che in questi giorni stanno ricevendo la bolletta dei rifi uti, in alcuni casi, ben più alta rispetto all’anno scorso. Non si tratta di un errore o di un aumento smisurato: il motivo è meramente amministrativo e burocratico. Per questo il Comune, le associazioni di categoria e la dirigenza del Consorzio Padova Sud hanno messo a punto un servizio su prenotazione per esaminare caso per caso. Con il 2014 sono arrivate importanti novità: l’emissione non più di una “bolletta”, ma di una fattura e la conseguente possibilità di detrarre l’Iva e la sottoscrizione di uno specifi co contratto per il servizio dei rifi uti, anche a svuotamen-to. Un solo obbligo: presentare una specifi ca domanda entro il 15 gennaio 2013. L’avvi-so di istruzione della pratica era arrivato alle aziende all’inizio di dicembre. Una procedu-ra che non tutti hanno espletato, ma che risultava molto importante ai fi ni del calcolo

dell’importo per la fattura di conguaglio 2013 in consegna in questi giorni.

Pertanto, in alcuni casi, potrebbero arrivare importi non congruenti per uno di questi tre motivi: non è stata compilata la pratica inviata a fi ne 2013 e il dato metrico fornito dal catasto non è congruente, la tas-sazione è stata calcolata sull’intera superfi -cie e non solo sulle parti soggette oppure la categoria produttiva non è pertinente all’attività svolta. Cosa fare in questi casi? Per andare incontro alle aziende è ancora possibile presentare tardivamente la pratica. E’ suffi ciente fi ssare un appuntamento con gli operatori contattando il numero 0429

616909. “In questo periodo di crisi e di novità

normative abbiamo cercato di andare incon-tro alle aziende – ha commentato Parolo, che è anche assessore al bilancio e alle attività produttive – la possibilità di vedere caso per caso e di ottenere riduzioni in base a determinate caratteristiche è il risultato di un complesso lavoro che ha visto la colla-borazione tra amministrazione comunale, associazioni di categoria e Consorzio Pa-dova Sud. Per questo non servirà perdere nemmeno un minuto in coda agli sportelli: è possibile prenotare un appuntamento anche alla sede di Monselice”.

di Emanuele Masiero

Passaggio dalla bolletta alla fattura del servizioasporto rifi uti e aggiornamento dati catastali

Ambiente Il vicesindaco assicura, tutti i casi sospetti saranno verifi cati

“Nessuna bolletta pazza”

Raccolta differenziata a Monselice

Forse abbandonare rifi uti in strada non è più di moda. O magari la paura di una multa scongiura questo fenomeno di inci-

viltà. Sta di fatto che l’immondizia che fi niva in strada si è in parte riversata nel canale. A con-fermarlo sarebbero i dati di raccolta dei “rifi uti galleggianti”. Quasi 10 mila chili raccolti in 3 giorni, grazie all’utilizzo di uno speciale battel-lo realizzato appositamente per il recupero di materiale in corsi fl uviali. Un gioiellino nato da una joint-venture tra Consorzio Padova Sud e un’azienda olandese che su barche e fi umi se ne intende davvero. Ma qual è il motivo della comparsa improvvisa dei rifi uti?

“Nell’ultimo mese il fl usso della corrente del canale è stato invertito per consentire i lavori di sistemazione del quartiere Ortazzo a Battaglia Terme – ha spiegato Simone Borile, Presidente del Consorzio - Il cambiamento ha quindi portato i rifi uti galleggianti, che di solito arrivano nel centro di Battaglia, verso la parte nord di Monselice. La corrente ha fatto confl ui-re i rifi uti nel manufatto del Genio Civile, costi-tuito da due paratie, che si trova all’altezza di

viale Della Repubblica”. Il battello utilizzato per la pulizia è un mezzo d’opera con un braccio idraulico in grado di ruotare di 180 gradi a cui va agganciata la benna per l’asporto dei rifi u-ti. Inoltre il motore è in grado di spostarsi per bilanciare la distribuzione del peso ed è dotato di due eliche indipendenti per gestire la naviga-bilità in acqua nel modo più completo possibile.

“Il battello deve garantire la navigabilità e l’operatività in acque fl uviali – ha continuato il Presidente - Il pontone invece è di fatto un cas-sone scarrabile galleggiante in modo da essere agganciabile per permettere le operazioni di svuotamento, con normali autocarri stradali”. Per il momento, il battello anti-rifi uti è stato uti-lizzato per 3 giornate in cui sono stati raccolti più di 10 mila chili di rifi uti anche se non sono esclusi altri interventi.

In appena tre giorni il battelloha raccoltooltre diecimilachili di materiale

RIFIUTI GALLEGGIANTI, LA SOLUZIONE

E.M.

Il battello in azione per la pulizia del Canale Battaglia

4 Argomento del mese

LE NOVITÀ EMERSE ALLA MANIFESTAZIONE DI VENEZIA

Arrivano gli evangelizzatori del web

Le sorprese all’interno della prima edizione del “Digital Ve-nice” non sono mancate. Goo-

gle infatti ha dato la notizia di aver selezionato 104 “evangelizzatori”, cioè 104 giovani laureati pronti a digitalizzare le piccole imprese del made in Italy. I 104 under trenta verranno ospitati per sei mesi in 52 camere di commercio in tutta Italia e

saranno a disposizione delle piccole e medie imprese che vorranno. Dopo uno stage, i giovani saranno all’opera dall’1 settembre per integrare le vetrine (già presenti) con la vendita online. Ma l’obiettivo degli “evangelizzatori” sarà anche quello di portare nuove piccole imprese in rete. Le richieste per questi giovani sono disponibili su www.eccellenzeindigitale.it. Infi ne i numeri di “Digital Venice” sono stati davvero positivi La prima edizione si è conclusa con successo. Dal 7 al 9 luglio il traffi co con la rete Venice-Connected è stato aperto senza la necessità di autentifi cazione. Si è registrato così un incremento del 50% del traffi co medio. Mille e cinquecento persone, tra organizzatori ed partecipanti, sono state presenti agli eventi; 800 hanno soggiornato in città per due giorni. Sono arrivate così spese per 2.500 biglietti di mezzi pubblici in più e 350 taxi privati. Il Comune pensa già ad una seconda edizione nel 2015. A.A.

Tecnologia digitale, in Veneto le cose vanno per il verso giusto, ed entro quest’anno dovrebbero essere centrati gli obbiettivi fi ssati dalla Regione. Sarà azzerato così il “digital divide” a

tutti i cittadini e le imprese venete cioè sarà garantita una connet-tività tra i 2 e i 20 mega. Per il 2020 sono fi ssate però altre mete ambiziose. L’anno in corso (con un ritardo al massimo per l’inizio del 2015) sarà dunque un anno decisivo, scomparirà fi nalmente il “digital divide“, ossia il divario tra chi ha accesso alle tecnologie e chi ne è escluso. Il quadro della situazione lo ha delineato con delle analisi ad hoc il Centro di Competenza Regionale sulla Banda Larga. Ma facciamo un passo indietro. Per arrivare a questo risultato la Regione Veneto dal 2010 ha pianifi cato una serie di interventi a più livelli. Nell’ordine: ampliare con interventi infrastrutturali la copertura del servizio a banda larga (trasmissione di dati superiore ai 2 Mbit al secondo) e fare formazione per eliminare il “digital divide” nei cittadini e nelle aziende. Questo perché ci si è accorti che non si tratta solo di un problema di infrastrutture, ma esiste anche un limite culturale verso le nuove tecnologie. La situazione a giugno 2010 vedeva il Veneto con un “digital divide” pari al 18,6%, ossia quasi un quinto del territorio risultava scoperto (la media nazionale era del 22,8%), con intere zone senza Adsl. Sono stati programmati

così 273 interventi per la posa di circa 1.000 chilometri di fi bra ottica nelle aree non coperte, in 188 comuni. Ad oggi, secondo i dati forniti dal Centro di Competenza Regionale sulla Banda Larga, sono stati chiusi 68 cantieri, 61 sono in lavorazione e sono pronti a partire altri 7 cantieri. Il “digital divide” è stato più che dimezzato visto che ora il 92,8% del territorio ha una copertura adeguata, e per il proseguimento dei lavori la Regione Veneto, in accordo col ministero dello Sviluppo economico, ha previsto lo stanziamento di altri 22 milioni di euro. Ed entro la fi ne dell’anno anche il rimanente 7,2 % del territorio sarà coperto dalla banda larga. Ma come detto, ora gli obbiettivi sono ancora più ambiziosi e sono stati delineati pro-prio a Venezia ad inizio luglio al summit europeo “Digital Venice”. Sono stati consegnati così alla multinazionali e ai governi presenti al simposio dieci raccomandazioni redatte dai giovani provenienti da 24 paesi d’Europa. Si è stilata la Carta di Venezia, in cui è au-spicato per il 2020 priorità come l’accesso libero e indiscriminato al Web da parte dei cittadini, l’eliminazione del roaming telefonico (il sovrapprezzo sulle tariffe), nessuna barriera fi scale su pagamenti e copyright, alta velocità per tutti entro il 2020, cybersicurezza, big data e servizi cloud (le cosiddette nuvole) comuni per le aziende, cit-tà intelligenti con contenimento delle spese energetiche, trasparenza

e partecipazione dei cittadini, e-skills per i giovani, start up effi caci e una pubblica amministrazione moderna. Il summit che ha aperto il semestre Ue a guida italiana ha visto riunito a Venezia il gotha delle aziende tecnologiche internazionali e nazionali. C’erano così accanto al premier Matteo Renzi, Neelie Kroes, commissario all’Agenda digi-tale per l’Europa, i manager delle Telco europee (Deutsche Telekom, France Telecom, Telecom Italia, Telefonica, Vodafone, Wind e Tre), i responsabili europei di Google e Facebook, i rappresentanti delle multinazionali Ict come Microsoft, Hp, Ibm, Cisco, Alcatel, Ericcson. I manager presenti hanno detto la loro però, e ognuno con angolature e visioni diverse delle priorità da raggiungere. Vittorio Colao, respon-sabile di Vodafone ha ricordato il grande piano di investimenti del gruppo: 3,6 miliardi per i prossimi due anni in Italia con l’obiettivo di portare la connettività 4G al 90% della popolazione e la fi bra per la rete fi ssa a 7 milioni di famiglie. Colao ha chiesto un contesto nor-mativo che incentivi e non ostacoli lo sviluppo e regole comuni per operatori di telecomunicazione. Burocrazia zero è invece la necessità prima per Maximo Ibarra, amministratore delegato di Wind. Infi ne secondo Cesar Alierta di Telefonica per creare un’Europa digitale per il 2020 servono 300 miliardi, e il settore ne ha investiti 15 nel 2013. Cioè solo il 5%.

di Alessandro Abbadir

A Venezia si è tenuto il summit europeo

“Digital Venice” che ha fi ssato gli obbiettivi del

settore per il 2020

Per creare un’Europa digitale servono 300

milioni di euro. Nel 2013 sono stati

investiti 15 milioni

I DATILa situazione a giugno 2010 vedeva

il Veneto con un “digital divide” pari al 18,6%, ossia quasi un quinto del

territorio risultava scoperto (la media nazionale era del 22,8%), con intere zone senza Adsl. Quattro anni dopo,

273 interventi per la posa di circa 1.000 chilometri di fi bra ottica nelle

aree non coperte, in 188 comuni, il divario è stato più che dimezzato

e ora il 92,8% del territorio ha una copertura adeguata Veneto, verso l’azzeramento del “digital divide”

555Argomento del mese

Il Laboratorio di esperienza digitale per giovani e imprenditoriIl progetto “Digitali per crescere” Microsoft e l’Università Ca’ Foscari di Venezia insieme

“Esiste una stretta correlazione tra innovazione e crescita: le piccole imprese italiane che abbracciano il digitale hanno registrato negli ultimi anni una crescita superiore al 13 per cento in termini di fatturato e del 10 per cento in termini di occupazione, rispetto a quelle che lo utilizzano poco”. L’innovazione e le nuove tecnologie come motore propulsivo

dell’economia, che smuove e fa reagire anche il mercato del lavoro: è la tesi che ha ispirato il progetto nazionale, sostenuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e da quello dello Sviluppo economico, “Digitali per crescere”, con cui Microsoft si propone di promuovere la digitalizzazione del nostro Paese puntando sulla formazione di giovani e Pmi. I primi risul-tati e i dati di uno studio ad hoc sono stati diffusi dall’amministratore delegato Carlo Purassanta che ha illustrato, in occasione di “Digitale Venice”, il summit europeo di inizio luglio, il nuovo Laboratorio di esperienza digitale (Led) realizzato insieme con l’Università Ca’ Foscari di Venezia che avrà sede a Mestre, in via Torino, nel nuovo campus scientifi co dell’Ateneo. Si tratta uno spazio in cui le piccole e medie imprese, i professionisti veneti e i giovani potranno ricevere formazione gratuita sulle tecnologie di ultima generazione. Sarà possibile incontrare partner Microsoft e i suoi esperti ma anche i ricercatori di Ca’ Foscari per ricevere consulenza e dare avvio a progetti di innovazione. Il laboratorio sarà uno spazio di confronto e formazione anche per gli studenti dell’Università.

“Siamo entusiasti di collaborare con Microsoft e siamo convinti che il Led di Venezia rappresenterà un importante punto di riferimento per le imprese e i giovani del territorio” ha commentato durante la sua presentazione il Rettore dell’Università Ca’ Foscari Venezia, Carlo Carraro. L’iniziativa “Digitali per crescere” è stata lanciata a fi ne ottobre 2013 ed ha già visto l’apertura di 6 Laboratori a Pisa, Roma, Napoli, Milano, Bari e Torino, raggiungendo 600mila imprese e formandone oltre 6mila.

Veneto, verso l’azzeramento del “digital divide”

La storia

Da “smanettone” a imprenditore Creatività e tecnologia un connubio vincente“Non avrei mai pensato che sarei diventato imprenditore, ma la mia passione per

la tecnologia e i computer mi ha fatto fare il salto di qualità, e ora gestisco una impresa con un collega, che fa dell’aggiornamento all’innovazione un punto di

forza”. A dirlo è Giorgio Scocco 42 anni tipografo residente a Camponogara (Venezia), sposato con due fi gli, che con i primi computer e mac ha cominciato a lavorarci dalla fi ne degli anni Novanta, quando cioè l’accesso alla tecnologia era visto dai più come un affare per iniziati, cioè per pochi appassionati. Il “lavoro vero” era opinione comune allora, si basava su altro. Ora tutto è capovolto rispetto alla mentalità di quegli anni, e le urgenze sono chiare. ”Troppo spesso - spiega Scocco - sento dei colleghi lamentarsi per lo scarso accesso a sistemi di banda larga e internet veloce nei territori dove hanno la loro attività e hanno ragione. Il discrimine nel futuro in campo lavorativo non sarà più l’abbassamento del costo del lavoro stile anni Novanta e 2000, ancor oggi perseguito con insistenza da imprenditori miopi e che ha portato il sistema produttivo veneto nel baratro, ma l’adeguamento costante a tecnologia ed innovazione. Solo su questo versante la creatività italiana potrà continuare ad essere competitiva e a non avere rivali sul mercato“. Scocco racconta la sua storia, un esempio di come la passione per la tecnologia possa realizzare un sogno, quello di fare l’imprenditore. “La mia passione per i computer – dice – è nata quando avevo 13-14 anni perché di pc e tecnologia sono sempre stato appassionato. Ho cominciato ad utilizzarlo per giocarci. Il primo Pc lo condividevo con una amica. Ho capito fi n da subito però che poteva essere uno strumento formidabile nel mondo del lavoro. Ora quasi nessuna azienda può farne a meno, ma allora chi proponeva questi strumenti di lavoro alle aziende della nostra zona, veniva considerato spesso uno stravagante”. Scocco racconta l’evoluzione del suo lavoro nel corso degli anni, un’evoluzione che ha seguito di pari passo l’innovazione tecnologica dell’ultimo quarto di secolo. “Ho Iniziato a lavorare – spiega – molto presto. Nel 1987 a quindici anni ho mosso i miei primi passi, come apprendista tipografo, in una storica tipografi a della Rivera del Brenta. Nel 1990 vi è stata una svolta molto importante poiché si è fi nalmente passati al sistema computerizzato per la creazione e l’impaginazione di elaborati (acquistando il vecchio “Macintosh IIci, antenato degli attuali Imac). Questo ha segnato il mio futuro in quanto sono andato ad apprendere con tanto entusiasmo le nuove tecnologie formandomi a Verona, alla società leader allora per Apple Italia”. Si è trattato però solo di una prima tappa. “Da qui in poi, professionalmente con lo sviluppo dei sistemi tipografi ci e i vari aggiornamenti del Mac Apple, e, soprattutto con l’esplosione di internet è stata un’escalation”. L’arte grafi ca si è migliorata con l’uso di mac e programmi specifi ci che hanno permesso in questo settore la realizzazione di lavori, prima su incisione su pellicole sviluppate per la creazione di lastre, poi direttamente su lastre, per la stampa litografi ca. E’ arrivato così il salto di qualità, da tecnico sempre aggiornato a imprenditore. “Nell’agosto del 2010 - continua Scocco - assieme ad un mio collega, ho rilevato l’attività dove lavoravo. Ho realizzato il sogno di diventare imprendi-tore. Qui svolgo il mio lavoro di grafi co cercando di essere sempre il più aggiornato possibile. I miei clienti immaginano e io creo e do sostanza ai loro desideri, con l’aiuto della tecnologia. Un connubio quello fra tecnologia e creatività, che è esplosivo e che sarà il vero motore di sviluppo dei prossimi anni. Prospettive che un tempo sembravano fantascienza. Questo mi ha permette di pensare in grande”. Lavorare con la tecnologia fa impresa insomma .Da anni nel nostro territorio gli esempi di chi ha fatto dell’aggiornamento informatico un motivo di avanzamento professionale sono tantissimi. Non si tratta più di giovani appassionati di Pc, i classici “smanettoni” stile anni Novanta, pionieri appassionati di tecnologia per passione. Ora sono cresciuti in tutti i settori professionisti che con l’informatica hanno aggredito il mercato e sul mercato ci sono rimasti riuscendo a fare impresa e con profi tto. A.A.

4 Argomento del mese44 Argomento del mese

LE NOVITÀ EMERSE ALLA MANIFESTAZIONE DI VENEZIA

Arrivano gli evangelizzatori del web

Le sorprese all’interno della prima edizione del “Digital Ve-nice” non sono mancate. Goo-

gle infatti ha dato la notizia di aver selezionato 104 “evangelizzatori”, cioè 104 giovani laureati pronti a digitalizzare le piccole imprese del made in Italy. I 104 under trenta verranno ospitati per sei mesi in 52 camere di commercio in tutta Italia e

saranno a disposizione delle piccole e medie imprese che vorranno. Dopo uno stage, i giovani saranno all’opera dall’1 settembre per integrare le vetrine (già presenti) con la vendita online. Ma l’obiettivo degli “evangelizzatori” sarà anche quello di portare nuove piccole imprese in rete. Le richieste per questi giovani sono disponibili su www.eccellenzeindigitale.it. Infi ne i numeri di “Digital Venice” sono stati davvero positivi La prima edizione si è conclusa con successo. Dal 7 al 9 luglio il traffi co con la rete Venice-Connected è stato aperto senza la necessità di autentifi cazione. Si è registrato così un incremento del 50% del traffi co medio. Mille e cinquecento persone, tra organizzatori ed partecipanti, sono state presenti agli eventi; 800 hanno soggiornato in città per due giorni. Sono arrivate così spese per 2.500 biglietti di mezzi pubblici in più e 350 taxi privati. Il Comune pensa già ad una seconda edizione nel 2015. A.A.

Tecnologia digitale, in Veneto le cose vanno per il verso giusto, ed entro quest’anno dovrebbero essere centrati gli obbiettivi fi ssati dalla Regione. Sarà azzerato così il “digital divide” a

tutti i cittadini e le imprese venete cioè sarà garantita una connet-tività tra i 2 e i 20 mega. Per il 2020 sono fi ssate però altre mete ambiziose. L’anno in corso (con un ritardo al massimo per l’inizio del 2015) sarà dunque un anno decisivo, scomparirà fi nalmente il “digital divide“, ossia il divario tra chi ha accesso alle tecnologie e chi ne è escluso. Il quadro della situazione lo ha delineato con delle analisi ad hoc il Centro di Competenza Regionale sulla Banda Larga. Ma facciamo un passo indietro. Per arrivare a questo risultato la Regione Veneto dal 2010 ha pianifi cato una serie di interventi a più livelli. Nell’ordine: ampliare con interventi infrastrutturali la copertura del servizio a banda larga (trasmissione di dati superiore ai 2 Mbit al secondo) e fare formazione per eliminare il “digital divide” nei cittadini e nelle aziende. Questo perché ci si è accorti che non si tratta solo di un problema di infrastrutture, ma esiste anche un limite culturale verso le nuove tecnologie. La situazione a giugno 2010 vedeva il Veneto con un “digital divide” pari al 18,6%, ossia quasi un quinto del territorio risultava scoperto (la media nazionale era del 22,8%), con intere zone senza Adsl. Sono stati programmati

così 273 interventi per la posa di circa 1.000 chilometri di fi bra ottica nelle aree non coperte, in 188 comuni. Ad oggi, secondo i dati forniti dal Centro di Competenza Regionale sulla Banda Larga, sono stati chiusi 68 cantieri, 61 sono in lavorazione e sono pronti a partire altri 7 cantieri. Il “digital divide” è stato più che dimezzato visto che ora il 92,8% del territorio ha una copertura adeguata, e per il proseguimento dei lavori la Regione Veneto, in accordo col ministero dello Sviluppo economico, ha previsto lo stanziamento di altri 22 milioni di euro. Ed entro la fi ne dell’anno anche il rimanente 7,2 % del territorio sarà coperto dalla banda larga. Ma come detto, ora gli obbiettivi sono ancora più ambiziosi e sono stati delineati pro-prio a Venezia ad inizio luglio al summit europeo “Digital Venice”. Sono stati consegnati così alla multinazionali e ai governi presenti al simposio dieci raccomandazioni redatte dai giovani provenienti da 24 paesi d’Europa. Si è stilata la Carta di Venezia, in cui è au-spicato per il 2020 priorità come l’accesso libero e indiscriminato al Web da parte dei cittadini, l’eliminazione del roaming telefonico (il sovrapprezzo sulle tariffe), nessuna barriera fi scale su pagamenti e copyright, alta velocità per tutti entro il 2020, cybersicurezza, big data e servizi cloud (le cosiddette nuvole) comuni per le aziende, cit-tà intelligenti con contenimento delle spese energetiche, trasparenza

e partecipazione dei cittadini, e-skills per i giovani, start up effi caci e una pubblica amministrazione moderna. Il summit che ha aperto il semestre Ue a guida italiana ha visto riunito a Venezia il gotha delle aziende tecnologiche internazionali e nazionali. C’erano così accanto al premier Matteo Renzi, Neelie Kroes, commissario all’Agenda digi-tale per l’Europa, i manager delle Telco europee (Deutsche Telekom, France Telecom, Telecom Italia, Telefonica, Vodafone, Wind e Tre), i responsabili europei di Google e Facebook, i rappresentanti delle multinazionali Ict come Microsoft, Hp, Ibm, Cisco, Alcatel, Ericcson. I manager presenti hanno detto la loro però, e ognuno con angolature e visioni diverse delle priorità da raggiungere. Vittorio Colao, respon-sabile di Vodafone ha ricordato il grande piano di investimenti del gruppo: 3,6 miliardi per i prossimi due anni in Italia con l’obiettivo di portare la connettività 4G al 90% della popolazione e la fi bra per la rete fi ssa a 7 milioni di famiglie. Colao ha chiesto un contesto nor-mativo che incentivi e non ostacoli lo sviluppo e regole comuni per operatori di telecomunicazione. Burocrazia zero è invece la necessità prima per Maximo Ibarra, amministratore delegato di Wind. Infi ne secondo Cesar Alierta di Telefonica per creare un’Europa digitale per il 2020 servono 300 miliardi, e il settore ne ha investiti 15 nel 2013. Cioè solo il 5%.

di Alessandro Abbadir

A Venezia si è tenuto il summit europeo

“Digital Venice” che ha fi ssato gli obbiettivi del

settore per il 2020

Per creare un’Europa digitale servono 300

milioni di euro. Nel 2013 sono stati

investiti 15 milioni

I DATILa situazione a giugno 2010 vedeva

il Veneto con un “digital divide” pari al 18,6%, ossia quasi un quinto del

territorio risultava scoperto (la media nazionale era del 22,8%), con intere zone senza Adsl. Quattro anni dopo,

273 interventi per la posa di circa 1.000 chilometri di fi bra ottica nelle

aree non coperte, in 188 comuni, il divario è stato più che dimezzato

e ora il 92,8% del territorio ha una copertura adeguata Veneto, verso l’azzeramento del “digital divide”

5Argomento del mese

Il Laboratorio di esperienza digitale per giovani e imprenditoriIl progetto “Digitali per crescere” Microsoft e l’Università Ca’ Foscari di Venezia insieme

“Esiste una stretta correlazione tra innovazione e crescita: le piccole imprese italiane che abbracciano il digitale hanno registrato negli ultimi anni una crescita superiore al 13 per cento in termini di fatturato e del 10 per cento in termini di occupazione, rispetto a quelle che lo utilizzano poco”. L’innovazione e le nuove tecnologie come motore propulsivo

dell’economia, che smuove e fa reagire anche il mercato del lavoro: è la tesi che ha ispirato il progetto nazionale, sostenuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e da quello dello Sviluppo economico, “Digitali per crescere”, con cui Microsoft si propone di promuovere la digitalizzazione del nostro Paese puntando sulla formazione di giovani e Pmi. I primi risul-tati e i dati di uno studio ad hoc sono stati diffusi dall’amministratore delegato Carlo Purassanta che ha illustrato, in occasione di “Digitale Venice”, il summit europeo di inizio luglio, il nuovo Laboratorio di esperienza digitale (Led) realizzato insieme con l’Università Ca’ Foscari di Venezia che avrà sede a Mestre, in via Torino, nel nuovo campus scientifi co dell’Ateneo. Si tratta uno spazio in cui le piccole e medie imprese, i professionisti veneti e i giovani potranno ricevere formazione gratuita sulle tecnologie di ultima generazione. Sarà possibile incontrare partner Microsoft e i suoi esperti ma anche i ricercatori di Ca’ Foscari per ricevere consulenza e dare avvio a progetti di innovazione. Il laboratorio sarà uno spazio di confronto e formazione anche per gli studenti dell’Università.

“Siamo entusiasti di collaborare con Microsoft e siamo convinti che il Led di Venezia rappresenterà un importante punto di riferimento per le imprese e i giovani del territorio” ha commentato durante la sua presentazione il Rettore dell’Università Ca’ Foscari Venezia, Carlo Carraro. L’iniziativa “Digitali per crescere” è stata lanciata a fi ne ottobre 2013 ed ha già visto l’apertura di 6 Laboratori a Pisa, Roma, Napoli, Milano, Bari e Torino, raggiungendo 600mila imprese e formandone oltre 6mila.

Veneto, verso l’azzeramento del “digital divide”

La storia

Da “smanettone” a imprenditore Creatività e tecnologia un connubio vincente“Non avrei mai pensato che sarei diventato imprenditore, ma la mia passione per

la tecnologia e i computer mi ha fatto fare il salto di qualità, e ora gestisco una impresa con un collega, che fa dell’aggiornamento all’innovazione un punto di

forza”. A dirlo è Giorgio Scocco 42 anni tipografo residente a Camponogara (Venezia), sposato con due fi gli, che con i primi computer e mac ha cominciato a lavorarci dalla fi ne degli anni Novanta, quando cioè l’accesso alla tecnologia era visto dai più come un affare per iniziati, cioè per pochi appassionati. Il “lavoro vero” era opinione comune allora, si basava su altro. Ora tutto è capovolto rispetto alla mentalità di quegli anni, e le urgenze sono chiare. ”Troppo spesso - spiega Scocco - sento dei colleghi lamentarsi per lo scarso accesso a sistemi di banda larga e internet veloce nei territori dove hanno la loro attività e hanno ragione. Il discrimine nel futuro in campo lavorativo non sarà più l’abbassamento del costo del lavoro stile anni Novanta e 2000, ancor oggi perseguito con insistenza da imprenditori miopi e che ha portato il sistema produttivo veneto nel baratro, ma l’adeguamento costante a tecnologia ed innovazione. Solo su questo versante la creatività italiana potrà continuare ad essere competitiva e a non avere rivali sul mercato“. Scocco racconta la sua storia, un esempio di come la passione per la tecnologia possa realizzare un sogno, quello di fare l’imprenditore. “La mia passione per i computer – dice – è nata quando avevo 13-14 anni perché di pc e tecnologia sono sempre stato appassionato. Ho cominciato ad utilizzarlo per giocarci. Il primo Pc lo condividevo con una amica. Ho capito fi n da subito però che poteva essere uno strumento formidabile nel mondo del lavoro. Ora quasi nessuna azienda può farne a meno, ma allora chi proponeva questi strumenti di lavoro alle aziende della nostra zona, veniva considerato spesso uno stravagante”. Scocco racconta l’evoluzione del suo lavoro nel corso degli anni, un’evoluzione che ha seguito di pari passo l’innovazione tecnologica dell’ultimo quarto di secolo. “Ho Iniziato a lavorare – spiega – molto presto. Nel 1987 a quindici anni ho mosso i miei primi passi, come apprendista tipografo, in una storica tipografi a della Rivera del Brenta. Nel 1990 vi è stata una svolta molto importante poiché si è fi nalmente passati al sistema computerizzato per la creazione e l’impaginazione di elaborati (acquistando il vecchio “Macintosh IIci, antenato degli attuali Imac). Questo ha segnato il mio futuro in quanto sono andato ad apprendere con tanto entusiasmo le nuove tecnologie formandomi a Verona, alla società leader allora per Apple Italia”. Si è trattato però solo di una prima tappa. “Da qui in poi, professionalmente con lo sviluppo dei sistemi tipografi ci e i vari aggiornamenti del Mac Apple, e, soprattutto con l’esplosione di internet è stata un’escalation”. L’arte grafi ca si è migliorata con l’uso di mac e programmi specifi ci che hanno permesso in questo settore la realizzazione di lavori, prima su incisione su pellicole sviluppate per la creazione di lastre, poi direttamente su lastre, per la stampa litografi ca. E’ arrivato così il salto di qualità, da tecnico sempre aggiornato a imprenditore. “Nell’agosto del 2010 - continua Scocco - assieme ad un mio collega, ho rilevato l’attività dove lavoravo. Ho realizzato il sogno di diventare imprendi-tore. Qui svolgo il mio lavoro di grafi co cercando di essere sempre il più aggiornato possibile. I miei clienti immaginano e io creo e do sostanza ai loro desideri, con l’aiuto della tecnologia. Un connubio quello fra tecnologia e creatività, che è esplosivo e che sarà il vero motore di sviluppo dei prossimi anni. Prospettive che un tempo sembravano fantascienza. Questo mi ha permette di pensare in grande”. Lavorare con la tecnologia fa impresa insomma .Da anni nel nostro territorio gli esempi di chi ha fatto dell’aggiornamento informatico un motivo di avanzamento professionale sono tantissimi. Non si tratta più di giovani appassionati di Pc, i classici “smanettoni” stile anni Novanta, pionieri appassionati di tecnologia per passione. Ora sono cresciuti in tutti i settori professionisti che con l’informatica hanno aggredito il mercato e sul mercato ci sono rimasti riuscendo a fare impresa e con profi tto. A.A.

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone Montagnana, Monselice, Este, per un numero complessivo di 12.504 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

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REDAZIONE:Direttore responsabile (ad interim)GERMANA URBANI [email protected] JOVANE [email protected] in redazione il 29 luglio 2014 CENTRO STAMPA: ROTOPRESS INTERNATIONALLORETO, VIA BRECCIA (AN)

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VeneziaPadovaRovigo Treviso

Bassapadovana NordestBassapadovanaENERGIE ALTERNATIVE

pag. 6

Gruppo di acquistoper fotovoltaicoe solare termico

MONSELICE POLEMICA

pag. 8

“Complanare inutilee costosa” Miazziva all’attaccodella giunta

ESTE, EDILIZIA ATER

pag. 10

Sedici nuovi alloggiin via Papa Giovanniper le famiglie

L’INTERVENTO

Un po’di chiarezza sul Pos per le imprese artigianeI costi, ovviamente sarebbero e sono, a carico delle sole aziende, che dovranno sottoscrivere un contratto di installazione del Pos con un istituto bancario. La norma non è chiara. Vediamo di fare un po’ di chiarezza. Di fatto si introduce una possibilità per il consumatore, ma non si prevede un obbligo diretto per l’impresa che potrà concordare con il cliente le forme di pagamento in tal senso rimane la possibilità di pagamenti in contanti fi no a 999 euro. Non essendoci sanzioni per quanti non si adeguassero, il problema per l’impresa è di concordare prima con il cliente la forma di pagamento per evitare equivoci o irrigidimento da parte della clientela. Siamo convinti che non sono queste le forme per combattere l’evasione fi scale, al contrario, appaiono come ulteriori gabelle per le imprese a vantaggio del sistema bancario. Introdurre il pagamento elettronico come avviene in tutto il resto d’Europa, non è solo un fatto tecnico. E’ un fatto culturale, che può trovare una sua diffusione anche grazie a forme di agevolazione che favoriscano e facilitino questa forma di pagamento. Se però i costi dei contratti e le commissioni, saranno solo a carico delle imprese questo non ne agevolerà la diffusione. Se fosse stato un obbligo inderogabile, avrebbe dovuto prevedere il contingentamento dei costi e delle commissioni. Queste norme allontanano e deteriorano il rapporto tra cittadino, imprenditore e il fi sco, in quanto si rischia di criminalizzare sia il cliente che non richiede la ricevuta, sia l’impresa. La grande evasione non si annida nel pagamento di somme irrisorie da parte di anziani o giovani che magari non possono permettersi un conto corrente e neppure usare la carta di credito dei genitori. Perché non promuovere una grande campagna promozionale tra i giovani, offrendo gratuitamente l’apertura di un conto corrente con carta di credito a costo zero e zero commissioni? Alle imprese invece permettere l’installazione a costo zero o irrisorio dell’apparecchio elettronico e com-missioni zero. Come Associazione Artigiani, l’’idea che proponiamo è di ottenere condizioni particolari per i nostri iscritti garantendo condizioni vantaggiose. Non sarà questa norma a combattere l’evasione fi scale, al contrario, provocherà come abbiamo potuto registrare tra le imprese, un ulteriore allontanamento verso le istituzioni. Meglio sarebbe stato non introdurre nulla. Ciò avrebbe dovuto essere previsto. Ma dove vivono quelli che fanno norme di questo tipo?

segue da pag. 1

Salvatore Mazzocca - Presidente dell’Associazione Artigiani e Piccola Impresa “Città della Riviera del Brenta”

OSPEDALE DI PADOVA

pagg. 16-17

Il sindaco Bitonci rimette tutto in discussione

CITTÀ METROPOLITANA

pag. 18

La Regione frena e il referendum separatista non aiuta

CULTURA

pag. 22

Cinema e arte, anticipazioni di festival e grandi mostre

ProvinciaIL 28 SETTEMBRE SINDACI ALLE URNE

La provincia di Padova, come tutte le altre province d’Italia, in seguito alla riforma diventa ente di area vasta di secondo livello, cambiando la modalità d’elezione degli organi, che non è più diretta ma diventa un’elezione di secondo livello. Le elezioni del consiglio e del presidente della Provincia di Padova si terranno il 28 settembre 2014. Con l’elezione dei nuovi organi decadono contestualmente presiden-te e giunta, prorogati a titolo gratuito. Sono candidati tutti i sindaci dei Comuni della provincia e gli elettori sono i sindaci e tutti i consiglieri comunali. Alla fi ne di agosto, dunque, saranno resi noti i termini per il rinnovo degli organi. AppuntamentiPADOVA ORIGINALE SVELA LA CITTA’

Padova originale anima l’estate 2014 con due suoi itinerari “a data fi ssa” rivolti a tutti coloro che, singolarmente o in compagnia, vorranno visitare Padova con un occhio diver-so. Gli appuntamenti si terranno tutti i sabati pomeriggio e le domeniche pomeriggio di luglio, agosto e settembre. Previste visite guidate, anche in barca, ai principali luoghi della città raccontati in maniera originale e inedita. Info www.padovaunica.it, tel. 049 2010080.

IniziativeSPORT E BENESSERE PER LA TERZA ETA’

Confermato anche per la prossima stagione invernale 2014/2015 il progetto “Sport & Benessere nella terza età” alle Thermae Abano Montegrotto. L’iniziativa dal prossi-mo dicembre farà convogliare ancora una volta i cittadini dei Comuni del Padovano con più di 55 anni alle Terme Euganee. I corsi avranno una durata di 7 settimane e si svolgeranno nelle mattine e nei pomeriggi dei prossimi dicembre, gennaio e febbraio secondo una suddivisione oraria di lezioni che potranno accontentare tutti i gruppi di adulti ed anziani coinvolti dagli Assessorati alle Politiche Sociali dei paesi richiedenti.

SportCALCIO PADOVA FUORI

DAL CAMPIONATO

Dopo una lunga agonia il colpo di scena cancella 104 anni di storia del

Calcio Padova. Il mese scorso la società Padova non si è iscritto al campionato

di Lega Pro. A questo punto sembra inevitabile il fallimento della società biancoscudata, dopo 104 anni e 6 mesi di storia. Un triste epilogo per

la storia squadra cittadina. All’ultimo istante è venuto meno l’apporto

fondamentale dei potenziali fi nanziatori e la società ha gettato la spugna, rinun-

ciando all’iscrizione e sollevando una ridda di polemiche. Continuerà invece

l’attività del settore giovanile.

CrisiTERME EUGANEE CURE DIMEZZATE

La crisi si fa sentire sulle cure alle Terme Euganee. Per otto anni, dal 2005 al 2013, il polo di Abano e

Montegrottto ha dimezzato la quantità di fango ad uso termale pescato dalla cava del lago Costa di Arquà Petrarca.

Un dato signifi cativo che, se da un lato consente alle località termali euganee

di non dover cercare nuove cave, dall’altro è una spia della crisi che si rifl ette sull’attività degli stabilimenti.

PoliticaSALVINI SEGRETARIO

DELLA LEGA NORD

Matteo Salvini sarà segretario federale della Lega Nord fi no al 15 dicembre del

2016. Lo ha deciso il Congresso federale riunito a Padova lo scorso 20 luglio che

ha votato l’estensione del suo mandato. L’assise di oltre 400 delegati ha approva-

to un ordine del giorno letto da Roberto Calderoli e redatto dalla commissione Statuto in cui si delibera che «il segre-tario eletto nel congresso straordinario il 15 dicembre scorso a Torino dura in

carica fi no al 15 dicembre 2016». L’odg è stato approvato a maggioranza, con un

solo voto contrario.