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Atto Aziendale 30.01.2014 n.52

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Adozione proposta nuovo atto aziendale in attuazione delle disposizioni dicui alla d.g.r. 2271 del 10.12.2013

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  • Modello B-copia

    Deliberazione N. 52

    del 30/01/2014

    DELIBERAZIONE del DIRETTORE GENERALE

    Il Direttore Generale di questa Azienda U.L.S.S. n. 10, Dott. Carlo Bramezza, nominato con D.P.G.R.V. n. 230 del 29.12.2012, coadiuvato dai Direttori Amministrativo, Sanitario, dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale, ha adottato in data odierna la presente deliberazione costituita da n.__84__ fogli uniti al presente frontespizio.

    OGGETTO

    Adozione proposta nuovo atto aziendale in attuazione delle disposizioni dicui alla d.g.r. 2271 del 10.12.2013

    Letta, approvata e sottoscritta,

    IL DIRETTORE GENERALE(dott. Carlo BRAMEZZA)

    f.to dott. Carlo BRAMEZZA_________________________________

    Per l'acquisizione del parere espresso, come indicato nel preambolo della presente deliberazione:

    IL DIRETTORE AMMINISTRATIVO F.TO DOTT.SSA MICHELA CONTE (dott.ssa Michela CONTE)

    IL DIRETTORE SANITARIO F.TO DOTT.SSA SIMONA AURELIA BELLOMETTI (dott.ssa Simona Aurelia BELLOMETTI)

    IL DIRETTORE DEI SERVIZI SOCIALI F.TO DOTT.SSA MARIA CARLA MIDENA

    E DELLA FUNZIONE TERRITORIALE (dott.ssa Maria Carla MIDENA)

    ASSEGNAZIONE

    RELAZIONE DI PUBBLICAZIONE

    Il provvedimento verr pubblicato all'albo on line di questa U.L.S.S. dal giorno:

    06.02.2014

    per 15 giorni consecutivi

    IL DIRETTORE DELLUOCAFFARI GENERALI E LEGALI

    Dott. Andrea Del Negro

    REGISTRAZIONE CONTABILE

    X

    Non prevista per il presente provvedimento.

    LU.O.C. Economico Finanziario attesta la corretta imputazione contabile:

    IL DIRETTORE DELLUOCDott.ssa Silena Tadiotto

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  • Adozione proposta nuovo atto aziendale in attuazione delle disposizioni di cui alla d.g.r. 2271 del10.12.2013

    IL DIRETTORE GENERALE

    Premesso che:

    l'articolo 3, comma 1-bis, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, introdotto dal decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229, stabilisce che le aziende sanitarie disciplinino la propria organizzazione ed il loro funzionamento con atto aziendale di diritto privato, nel rispetto dei principi e criteri previsti da disposizioni regionali;

    con deliberazione n. 3415 del 29 novembre 2002 la Giunta regionale, in attuazione delle predette disposizioni legislative, ha emanato le linee guida per la predisposizione dell'atto aziendale e per l'organizzazione del dipartimento di prevenzione delle aziende ULSS;

    questa azienda ha conseguentemente adottato, sulla base delle disposizioni regionali e previe verifiche di conformit espletate dai competenti uffici della segreteria regionale competente, prima con deliberazione n. 688 del 23.12.2003 e, successivamente, con deliberazione n. 97 del 22.04.2010 il proprio atto aziendale;

    con deliberazione n. 975 del 18 giugno 2013 la Giunta regionale ha approvato, alla luce della modificazione della cornice legislativa di riferimento, le linee guida per la predisposizione del nuovo atto aziendale e per l'organizzazione del dipartimento di prevenzione da parte delle aziende sanitarie unitamente alle linee guida particolareggiate per l'organizzazione del Distretto socio sanitario, sempre in attuazione delle linee di programmazione contenute nel PSSR 2012-2016;

    con deliberazione n. 560 del 22.08.2013, in attuazione delle disposizioni tracciate dalla citata d.g.r., lazienda ha approvato la proposta di nuovo atto aziendale, di seguito trasmesso in segreteria regionale ai fini del processo di valutazione di conformit alla programmazione regionale.

    Tuttavia, la Quinta Commissione Consiliare regionale, con nota del suo Presidente prot. n. 21189 del 27 novembre 2013, a seguito dell'esame della d.g.r. 975/2013, formulava un parere in ordine all'anzidetto provvedimento, proponendo alcune modifiche.

    Pertanto, con deliberazione n. 2271 del 10.12.2013, la Giunta regionale ha revocato la d.g.r. 975/2013 disponendo, contestualmente, la riproposizione dei documenti ad essa allegati con alcune modifiche che recepiscono parte delle indicazioni della Quinta Commissione Consiliare.

    Nel medesimo atto la Giunta ha riproposto la procedura per l'adozione gi declinata nella d.g.r 975/2013, ovvero, nello specifico:

    il nuovo atto aziendale o la modifica allatto aziendale vigente adottato con provvedimento del direttore generale dellazienda, acquisito il parere del Consiglio dei sanitari del Collegio di direzione e previa consultazione con le OO.SS.;

    il provvedimento inviato entro il 31 gennaio 2014 alla segreteria regionale per la sanit, la quale, nei successivi 60 giorni, ne verifica la conformit ai principi ed ai contenuti delle linee guida approvate con il presente atto;

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  • lapprovazione del nuovo atto aziendale o la modifica dello stesso disposta dal decreto del Direttore Regionale della Sanit e del Sociale. Eventuali richieste di chiarimenti interrompono il suddetto termine di 60 giorni.

    Uno degli aspetti di novit dettato dal fatto che le nuove linee guida per la predisposizione dellatto aziendale fissano per ogni azienda non solo il numero delle strutture complesse non ospedaliere (al.A1 della d.g.r.), ma richiedono anche la definizione della dotazione strutturale ospedaliera secondo le previsioni delle schede nel frattempo approvate con la d.g.r. 2122 del 19.11.2013 (si veda in proposito anche la nota prot. 553051 del 17.12.2013 della segreteria regionale per la sanit).

    L'architettura dell'atto aziendale prevede: una parte generale; una sul rapporto con i soggetti sociali ed i cittadini; una sulle aree di riferimento Ospedale, Distretto e Dipartimento di Prevenzione; una sul nuovo modello di assistenza territoriale, specificando dettagliatamente i livelli essenziali da

    erogare.

    La predisposizione del un nuovo atto ricalca in gran parte quella gi descritta nella delibera del direttore generale n. 560/2013, incentrata sulladerenza ai criteri previsti per la determinazione del modello organizzativo e gestionale previsto dalla programmazione regionale, con particolare attenzione, per quanto attiene allambito non ospedaliero, a:a) riorganizzazione dei servizi territoriali con specifica attenzione allintegrazione ospedale territorio:

    Centrale Operativa Territoriale, la riforma della medicina convenzionata, il ruolo di strutture extraospedaliere;

    b) salvaguardia e sviluppo delle eccellenze aziendali;c) valorizzazione della specificit aziendale: la medicina turistica;d) progetti speciali e relazioni internazionali: il progetto mattone e altri progetti europei.

    Le argomentazioni peculiari ai singoli aspetti sono riportate nella citata delibera e si intendono in questa sede integralmente riproposte.

    Di contro, lorganizzazione ospedaliera prende le mosse dai vincoli strutturali ed organizzativi imposti dalla citata d.g.r. 2122/2013 che, come noto, si incentra sulla qualificazione dellofferta sulla base di un presidio ospedaliero di rete temporaneamente su due sedi (San Don di Piave e Portogruaro) in attesa di una nuova sede unica ospedaliera e su un ospedale nodo di rete monospecialistico riabilitativo, a Jesolo.

    Pertanto, la declinazione dellorganizzazione dipartimentale ospedaliera deriva da tali criteri strutturali e riflette anche la diversificazione sulla natura specialistica (area medica per il p.o. di San Don di Piave e area chirurgica per il p.o. di Portogruaro) che, nelle more del nuovo ospedale unico, stata attribuita con le schede di dotazione ospedaliera ai due presidi.

    Le linee dettate dalla d.g.r. 2271/2013 confermano il processo di razionalizzazione delle strutture dell'area non ospedaliera nell'ottica di una gestione unitaria e dell'integrazione delle attivit, evitando la frammentazione delle funzioni e tendendo conto dei livelli di attivit legati alle ipotesi di contrazione e sviluppo delle funzioni medesime.

    Come gi stabilito dalla precedente d.g.r. 975/2013, nelle linee guida per l'organizzazione territoriale, il parametro di riferimento assunto dalla regione per l'attribuzione di alcune strutture complesse risulta essere quello della popolazione di 250.000 abitanti; rispetto a detto parametro si gi avuto modo di rilevare che, oltre alla popolazione afferente al territorio dell'ULSS 10, che ammonta a circa 220.000 abitanti, non si possa non considerare che le presenze estive giornaliere, che ammontano a circa 16.000.000, determinano una incremento medio della popolazione di circa 40.000 unit, portando il dato complessivo ad una popolazione servita effettiva di circa 260.000 unit.

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  • Peraltro, con nota prot. 6681 del 09.01.2014, la segreteria regionale per la sanit, tra laltro, ha ribadito che non saranno autorizzate strutture complesse eccedenti il numero previsto dagli atti regionali e che le azienda dovranno attestare nella deliberazione (o, in alternativa, nella nota di trasmissione della stessa in regione) il rispetto del parametro numerico previsto dalle linee guida tra strutture semplici, comprese quelle a valenza dipartimentale, e le strutture complesse, parametro che stato identificato nel valore uguale o inferiore a 1,31.

    L'adeguamento dell'organizzazione dell'azienda sulla base dei criteri citati, si sostanzia nello schema organizzativo che viene allegato all'atto aziendale (all. A1).

    A completamento del processo di ridisegno dell'assetto, la d.g.r. 2271/2013 ha confermato, come gi previsto nella precedente, che le aziende debbano: per ogni struttura presente nell'area non ospedaliera e non espressamente prevista dall'allegato Al della

    d.g.r. prevedere una scheda di dettaglio delle funzioni attribuite; nel caso in cui si rendesse necessario a livello aziendale ridurre il numero delle strutture complesse e/o

    semplici e ci non potesse essere effettuato immediatamente l'atto aziendale dovr contenere un apposito cronoprogramma, con le decorrenze delle soppressioni delle strutture (entro il 31.12.2015). Aspetto questo, corredato anche da strumenti informatici predisposti dalla segreteria regionale e meglio precisato anche nella regionale prot. 6681 gi citata.

    A tal fine, sono state predisposte le schede di dettaglio delle strutture non contemplate dalla d.g.r. 2271 (all. B) nonch il cronoprogramma con le decorrenze delle soppressioni delle strutture complesse non pi presenti (all. C), i quali, uniti al presente provvedimento, ne costituiscono parte integrante e contestuale.

    In particolare, per quanto attiene le 4 strutture complesse non contemplate dalla d.g.r. 2271/2013, lattenzione della direzione strategica, nel rispetto dei criteri gi riportati in precedenza (cfr. lett. da a) a c) a pag. 3) si focalizzata principalmente sulle esigenze organizzative del territorio, proponendo il riconoscimento delle seguenti unit: Neuro - psicopatologia dello sviluppo; Infanzia, adolescenza e famiglia e disabilit; Ser.d.; Acquisto Prestazioni Sanitarie e Governo Liste dattesa.

    Inoltre stata confermata anche la presenza della struttura complessa servizi alla persona in quanto struttura integralmente a carico della spesa sociale, mentre stata proposta listituzione di una unit operativa complessa servizio farmaceutico aziendale (facendo riferimento alla previsione nelle schede di dotazione di cui alla d.g.r. 2122/2013 della struttura complessa di farmacia) nellambito del quale confluir anche lattivit di farmacia territoriale; a tal fine la struttura, posta in staff alla direzione sanitaria, connotata dallopportuno collegamento funzionale anche con la direzione dei servizi sociali e della funzione territoriale.

    Con successivo provvedimento, ad avvenuta approvazione da parte della regione dellatto aziendale, si provveder ad effettuare una ulteriore ricognizione di tutte le unit operative che con la nuova organizzazione saranno soppresse e verranno, quindi, progressivamente a cessare.

    Dato atto che: in data 28.01.2014 la proposta stata esposta alle oo.ss. del comparto e delle dirigenze, medica e

    s.p.t.a.; in data 29.01.2014 la proposta stata illustrata ai componenti del collegio di direzione e del consiglio

    dei sanitari;

    L'attivit di consultazione e condivisione ha dato vita ad una serie di contributi, per lo pi costruttivi e significativi, di cui si tenuto conto in sede di stesura definita dell'atto, fermi restando i limiti e i vincoli, soprattutto di carattere numerico, previsti dalla citata d.g.r. 2271/2013.

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  • Ritenuto, quindi, di procedere all'adozione del nuovo atto aziendale unitamente allo schema organizzativo ed agli altri allegati in precedenza citati;

    Attestata l'avvenuta regolare istruttoria della pratica anche in ordine alla compatibilit con la normativa vigente e con ogni altra disposizione regolante la materia;

    Attestate la regolarit e la legittimit del provvedimento;

    Visto l'art. 3 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modifiche ed integrazioni;

    Viste le leggi regionali 14 settembre 1994, n. 55 e n. 56, e successive modifiche ed integrazioni; Vista le legge regionale 29 giugno 2012, n. 23 e successive modifiche ed integrazioni;

    Vista la deliberazione di Giunta regionale n. 2122 del 19 novembre 2013;

    Vista la deliberazione di Giunta regionale n. 2271 del 10 dicembre 2013;

    Vista la nota prot. 553051 del 17.12.2013 della segreteria regionale per la sanit;

    Vista la nota prot. 6681 del 09.01.2014 della segreteria regionale per la sanit;

    Visto l'atto aziendale adottato con delibera del direttore generale n. 97 del 22 aprile 2010, e successivi atti esecutivi;

    Viste le disposizioni concernenti i compiti della direzione generale e i compiti della direzione operativa nell'azienda, approvate con deliberazione del direttore generale n. 1915 del 15 dicembre 1998, e successive modifiche ed integrazioni, ultima delle quali la deliberazione n. 55 del 6 marzo 2013;

    Sentito, per quanto di competenza, il parere favorevole del direttore amministrativo, del direttore sanitario e del direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale;

    DELIBERA

    1. di adottare la proposta di nuovo atto aziendale (all. A), corredato del nuovo schema organizzativo (all. Al), nel testo che, qui allegato, costituisce parte integrante e contestuale della presente deliberazione;

    2. di dare atto che, secondo le indicazioni regionali, vengono approvati, unitamente all'atto aziendale, le schede di dettaglio delle strutture non contemplate dall'allegato Al della d.g.r. 2271/2013 (all. B), nonch il cronoprogramma con le decorrenze delle soppressioni delle strutture non pi presenti (all.C), i quali, uniti al presente provvedimento, ne costituiscono parte integrante e contestuale;

    3. di dare atto che, in virt della revoca della d.g.r. 975/2013, i documenti adottati con il presente provvedimento sostituiscono integralmente quelli adottati con la deliberazione del direttore generale n. 560 del 22.08.2013;

    4. di trasmettere copia della presente deliberazione allArea sanit e sociale regionale, ai fini del processo di valutazione di conformit dell'atto aziendale alla programmazione regionale.

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  • Adozione proposta nuovo atto aziendale in attuazione delle disposizioni di cui alla d.g.r. 2271 del 10.12.2013

    Elenco delle assegnazioni

    Per gli adempimenti di competenza:

    Affari Generali e Legali [email protected] Generale [email protected] Amministrativa [email protected] Sanitaria [email protected] dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale [email protected] di Gestione [email protected] Technology [email protected] Umane [email protected] Finanziario [email protected] Materiali e Patrimoniali [email protected] [email protected] sanitarie e libera professione [email protected] e Accreditamento [email protected] con il Pubblico ed Informazione [email protected] Sanitarie [email protected] della Funzione Ospedaliera [email protected] Amministrativa ospedale [email protected] ospedaliera [email protected] della Funzione Distrettuale [email protected] della Funzione Amministrativa [email protected] Territoriale [email protected] Territoriale [email protected] Turistica e Assistenza Internazionale [email protected] Turistica [email protected] Sanitaria [email protected] Socio Sanitario n 1 Basso Piave [email protected] Socio Sanitario n 3 Portogruarese [email protected] di Prevenzione [email protected] e Protezione [email protected] [email protected]

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  • Allegato A ALLA DELIBERAZIONE N. 52 DEL 30.01.2014

    Azienda ULSS n. 10 Veneto Orientale

    Atto Aziendale (DGR 2271 del 10 dicembre 2013)

    Gennaio 2014

    deliberazione n. 52 del 30/01/2014 pagina 7 di 85

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    Atto aziendale ULSS N. 10 Veneto Orientale gennaio 2014

    Con il presente atto aziendale, questa direzione generale individua - attraverso la conoscenza delle problematiche sanitarie del territorio, le condizioni socio economiche e lanalisi epidemiologica - le soluzioni pi appropriate per la salute della popolazione di riferimento.

    Gli obiettivi da perseguire sono strettamente collegati alla razionalizzazione della rete ospedaliera, con lospedale unico, e alla riorganizzazione dellassistenza territoriale, per garantire maggior efficienza, efficacia ed economicit al Sistema sanitario aziendale.

    Ci comporta una nuova dimensione dei Servizi e delle Attivit, in attuazione della programmazione regionale che individua compiti e responsabilit in una dimensione integrata dei livelli di assistenza da erogare.

    Questo passaggio, dimportanza epocale, comporta la definizione di un Patto per la salute tra tutti i soggetti che fanno parte, direttamente o indirettamente, del sistema sanitario.

    Con questo atto, si avvia il processo di ammodernamento dellorganizzazione dellAzienda Sanitaria n. 10 di San Don di Piave, salvaguardando, innanzitutto, i principi fondamentali del Modello Veneto di assistenza socio sanitaria.

    Il Direttore Generale Dr. Carlo Bramezza

    deliberazione n. 52 del 30/01/2014 pagina 8 di 85

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    Atto aziendale ULSS N. 10 Veneto Orientale gennaio 2014

    PREMESSA

    La programmazione regionale, definita dal Piano Socio-Sanitario Regionale 2012-2016 approvato con LR n.23/2012, finalizzata alla ridefinizione dei modelli assistenziali, nellintento di adeguare il Sistema ai cambiamenti socio-epidemiologici e, al contempo, introdurre elementi innovativi sulla scorta delle migliori pratiche realizzate localmente, perseguendo obiettivi di efficienza, efficacia ed economicit.

    Lanalisi di contesto evidenzia, infatti, il mutare dei bisogni e lemergere di nuove sfide assistenziali indotte, ad esempio, dalla crescita dellaspettativa di vita con progressivo invecchiamento della popolazione e con laumento delle patologie cronico-degenerative collegate spesso alla disabilit.

    Inoltre alcuni recenti interventi normativi (es. Patto per la Salute 2010-2012, revisione della spesa pubblica attraverso laspending review) vanno a ridefinire la cornice istituzionale entro cui deve trovare attuazione la programmazione socio-sanitaria regionale.

    Con queste premesse il nuovo quadro programmatorio regionale individua le seguenti scelte strategiche e prioritarie: confermare e consolidare lintegrazione socio-sanitaria, che costituisce lelemento distintivo del

    SSSR veneto e che si fonda sul ruolo svolto dai Comuni e dal Distretto socio-sanitario; potenziare lassistenza territoriale, consolidando il ruolo del Distretto socio-sanitario,

    ridisegnando la rete territoriale sulla scorta di una filiera dellassistenza in grado di garantire un sistema di cure graduali;

    completare il processo di razionalizzazione della rete ospedaliera, delineando reti cliniche funzionali ed estendendo modelli ospedalieri in cui la degenza sia definita in base alla similarit dei bisogni (complessit clinica e intensit di cura richiesta);

    assumere iniziative per favorire un impiego appropriato delle risorse professionali, ridefinendo modelli operativi, standard e parametri con cui misurare lorganizzazione del lavoro ed il conseguente fabbisogno di personale.

    Questi elementi vengono pertanto a costituire degli indirizzi rispetto cui le Aziende ULSS e le Aziende Ospedaliere devono rivedere i propri modelli organizzativi, aggiornandone opportunamente il proprio Atto aziendale. Le stesse Aziende devono proporre modalit organizzative e gestionali innovative che siano ritenute migliorative ai fini dellattuazione degli indirizzi programmatici della Regione.

    L'Atto Aziendale riguarda, infatti, le norme di organizzazione e di funzionamento delle Aziende Sanitarie, in particolare: costituisce e definisce il modello organizzativo e le relative linee strategiche generali; il modello funzionale, cio gli aspetti dinamici della gestione aziendale.

    L'Atto Aziendale disciplina inoltre i livelli di competenza e di responsabilit, le funzioni di produzione e di supporto, le funzioni di indirizzo strategico e di gestione operativa.

    deliberazione n. 52 del 30/01/2014 pagina 9 di 85

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    Atto aziendale ULSS N. 10 Veneto Orientale gennaio 2014

    Il presente documento composto di capitoli e articoli, che qui si riportano per costituire lindice delle materie.

    CAPO I La finalit dellatto aziendale e gli elementi identificativi e caratterizzanti lazienda Art. 1 La finalit dellatto aziendale Art. 2 La natura giuridica e la sede legale Art. 3 Il patrimonio Art. 4 La missione, valori e visione Art. 5 La filosofia dellassistenza Art. 6 I principi di assistenza Art. 7 Gli obiettivi dellazienda

    CAPO II La collaborazione con la comunit locale e il rapporto con il cittadino Art. 8 La comunit locale e la Conferenza dei Sindaci Art. 9 I soggetti sociali

    CAPO III Gli organi dellazienda Art. 10 Gli organi Art. 11 Il direttore generale Art. 12 Il collegio sindacale

    CAPO IV La direzione aziendale Art. 13 Il direttore sanitario Art. 14 Il direttore amministrativo Art. 15 Il direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale Art. 16 Il collegio di direzione Art. 17 Il consiglio dei sanitari

    CAPO V La direzione strategica ed i fondamentali processi gestionali

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    Atto aziendale ULSS N. 10 Veneto Orientale gennaio 2014

    Art. 18 La direzione strategica e la direzione operativa Art. 19 Il sistema delle deleghe Art. 20 I processi di pianificazione di medio - lungo periodo e di programmazione operativa, di controllo, garanzia e miglioramento continuo della qualit Art. 21 La programmazione Art. 22 Il controllo dellappropriatezza e della congruit delle prestazioni Art. 23 La metodica di budget Art. 24 Il controllo di gestione Art. 25 La contabilit ed i bilanci Art. 26 La valutazione della dirigenza Art. 27 La valutazione ed il controllo strategico Art. 28 Organizzazione dellarea amministrativa Art. 29 La risorsa umana

    CAPO VI Il livello operativo Art. 30 Lorganizzazione del livello operativo Art. 31 Le strutture operative Art. 32 I dipartimenti Art. 33 Le unit operative Art. 34 Gli incarichi di direzione di struttura operativa e di dipartimento

    CAPO VII Le strutture operative ed il loro funzionamento Art. 35 Lospedale Art. 36 Il dipartimento di prevenzione Art. 37 Il distretto socio sanitario Art. 38 Lintegrazione ospedale-territorio Art. 39 I servizi professionali, tecnici ed amministrativi

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    Atto aziendale ULSS N. 10 Veneto Orientale gennaio 2014

    Art. 40 La Disciplina dei contratti di lavori e fornitura di beni e servizi Art. 41 La direzione per le professioni sanitarie Art. 42 Modalit attuative: Coordinamento operativo Art. 43 Disposizione transitoria Art. 44 Articolazione organizzativa distrettuale

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    Atto aziendale ULSS N. 10 Veneto Orientale gennaio 2014

    CAPO I La finalit dellatto aziendale e gli elementi identificativi e caratterizzanti lazienda

    Art. 1 La finalit dellatto aziendale L'atto aziendale lo strumento strategico per la definizione dellassetto organizzativo dellAzienda Sanitaria e descrive il modello che lAzienda intende realizzare nel rispetto dei criteri di efficienza, efficacia e miglioramento continuo dellassistenza. In particolare l'atto aziendale lo strumento per la completa definizione dellorganizzazione aziendale, secondo unottica di autonomia del Direttore Generale, finalizzata al raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Regione.

    Latto aziendale definisce, quale strumento di autogoverno dellazienda, i principi ed i criteri generali dellorganizzazione e del funzionamento dellunit locale socio sanitaria.

    Il direttore generale, con separati atti, provvede a dare attuazione ai suddetti principi e criteri generali, assicurando allorganizzazione aziendale la flessibilit necessaria a soddisfare i bisogni di salute espressi dalla comunit, nel rispetto della programmazione regionale e delle risorse a disposizione.

    Per quanto non contemplato nellatto aziendale, deve farsi riferimento alle vigenti disposizioni legislative ed amministrative nazionali e regionali.

    Art. 2 La natura giuridica e la sede legale La denominazione dellente viene confermata in azienda unit locale socio sanitaria n. 10 Veneto Orientale.

    Lazienda unit locale socio sanitaria n. 10 Veneto Orientale della Regione del Veneto una azienda dotata di personalit giuridica pubblica ed autonomia imprenditoriale, con sede legale in San Don di Piave (VE), piazza De Gasperi, n. 5.

    Lambito territoriale di riferimento comprende i comuni di Annone Veneto, Caorle, Ceggia, Cinto Caomaggiore, Concordia Sagittaria, Eraclea, Fossalta di Piave, Fossalta di Portogruaro, Gruaro, Jesolo, Meolo, Musile di Piave, Noventa di Piave, Portogruaro, Pramaggiore, San Michele al Tagliamento, San Don di Piave, Santo Stino di Livenza, Teglio Veneto, Torre di Mosto.

    Il logo dellazienda unit locale socio sanitaria n. 10 rappresentato da un leone alato, simbolo di San Marco, stilizzato con lacronimo aziendale, accompagnato dalla dizione Veneto Orientale. La sua rappresentazione grafica la seguente:

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    Atto aziendale ULSS N. 10 Veneto Orientale gennaio 2014

    Art. 3 Il patrimonio Il patrimonio costituito da tutti i beni mobili ed immobili appartenenti allAzienda, nonch da tutti i beni comunque acquisiti nellesercizio delle proprie attivit o a seguito di atti di liberalit.

    LAzienda dispone del proprio patrimonio secondo le norme di legge vigenti e nellinteresse della Comunit assistita dal SSN.

    Art. 4 La missione, valori e visione La missione dellAzienda consiste nel rispondere ai bisogni di salute della comunit, erogando prestazioni di assistenza sanitaria, socio-sanitaria e sociale cos come definito dalla programmazione regionale, secondo principi di buon andamento dellamministrazione e orientando la propria organizzazione alla centralit della persona, allunicit dellAzienda e alla dimensione multi professionale dellintervento, in un contesto idoneo a garantire equit nel trattamento e nellaccesso ai servizi.

    I valori che ispirano lazione delle aziende sono la tutela della salute quale bene collettivo ed individuale e lequit di accesso dei cittadini ai servizi socio-sanitari.

    Lazienda unit locale socio sanitaria pu assumere la gestione di attivit o servizi socio assistenziali su delega dei singoli enti locali con oneri a totale carico degli stessi.

    La visione dellazienda consiste nellessere e voler essere parte di un sistema diffusamente orientato al miglioramento continuo della qualit dellassistenza per soddisfare bisogni sempre pi complessi dei cittadini, avvalendosi dellevoluzione delle tecniche e delle conoscenze.

    La missione e la visione aziendale trovano completamento e armonizzazione nelle definizioni della missione e della visione di ciascuna Struttura Operativa.

    Art. 5 La filosofia dellassistenza E compito dellazienda mantenere elevati livelli di qualit riducendo i costi, perseguire la soddisfazione dei reali bisogni dei singoli e delle comunit, creare un ambiente che favorisca lespressione del potenziale professionale ed umano degli operatori.

    Art. 6 I principi di assistenza Lassistenza la competenza fondamentale delle aziende, essa deve essere prestata con continuit e secondo criteri di integrazione organizzativa e multidisciplinare. La centralit della persona e lumanizzazione dellassistenza sono principi imprescindibili: lattenzione ai diritti della persona comprende la valutazione di tutti i bisogni fisici, psicologici, intellettuali e spirituali. La pratica professionale e clinica deve essere guidata dalle pi aggiornate tecniche e procedure per le quali si

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    disponga di provata evidenza per assicurare gli standard pi elevati e secondo criteri di appropriatezza. La formazione continua del personale strumento di miglioramento dellassistenza e deve essere finalizzata allaccrescimento del capitale umano dellAzienda ed allincremento/aggiornamento delle conoscenze e competenze.

    Art. 7 Gli obiettivi dellazienda Gli obiettivi aziendali, intesi quali risultati concreti che le aziende devono raggiungere per realizzare la propria missione in un dato arco temporale, sono definiti dalla programmazione socio-sanitaria regionale e assegnati ai direttori generali. Tali obiettivi devono essere raggiunti esercitando pienamente lautonomia imprenditoriale, di cui latto aziendale strumento.

    CAPO II La collaborazione con la comunit locale e il rapporto con il cittadino

    Art. 8 La comunit locale e la Conferenza dei Sindaci Lazienda unit locale socio sanitaria riconosce nella comunit locale non solo la destinataria degli interventi ma anche la realt capace di esprimere bisogni, di sviluppare risposte, di selezionare le priorit di intervento, nel rispetto delle responsabilit attribuite dal legislatore ad ogni soggetto pubblico.

    Nellottica di perseguire lintegrazione delle politiche sanitarie e sociali, i luoghi privilegiati per lincontro tra la comunit locale e lazienda unit locale socio sanitaria sono rappresentati dalla conferenza dei sindaci e dal comitato dei sindaci di ciascun distretto socio-sanitario. Tali organismi partecipano, nelle forme previste dalla vigente legislazione, ai processi di programmazione socio-sanitaria e di verifica e valutazione dei risultati raggiunti dallazienda.

    Le amministrazioni locali che afferiscono al territori aziendale contribuiscono in particolare alle iniziative di integrazione funzionali allattuazione del modello organizzativo territoriale, anche attraverso la messa a disposizione di strutture, lattivazione congiunta di programmi ed i coinvolgimento sinergico delle professionalit.

    La Conferenza dei Sindaci composta da tutti i Sindaci dei Comuni, il cui territorio compreso nellambito territoriale dellAzienda. Le funzioni dei Sindaci nellambito della Conferenza sono delegabili ad Assessori e Consiglieri Comunali. La Conferenza dei Sindaci svolge le funzioni previste dallart. 3, comma 14 D.Lgs. 30 dicembre 1992 n. 502 e dalla normativa regionale. Alla Conferenza sono attribuite, in particolare, le competenze di cui alla L.R. 14 settembre 1994 n. 56 cos come modificata dalla L.R. 13 aprile 2001 n. 11.

    LEsecutivo della Conferenza dei Sindaci l'organismo ristretto mediante il quale la stessa Conferenza esercita le proprie funzioni di indirizzo e di valutazione cos come stabilite dalla legislazione vigente in materia. LEsecutivo costituito da cinque membri compreso il Presidente della Conferenza ed il Vicepresidente. Il Presidente della Conferenza membro di diritto dellEsecutivo e lo presiede, ci per esigenze di collegamento e coordinamento tra la Conferenza e lEsecutivo e tra questi e il Direttore Generale dellAzienda.

    Art. 9 I soggetti sociali Conformemente alle indicazioni della programmazione regionale, nella logica di una comunit

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    solidale che produce le condizioni per il proprio sviluppo, lazienda unit locale socio sanitaria, nella prospettiva di potenziare il sistema dei servizi alla persona, riconosce il valore del concorso, in forma autonoma o collaborativa, degli enti morali, delle organizzazioni di volontariato, della famiglia, delle cooperative sociali, degli enti con finalit religiosa e delle libere associazioni.

    Lazienda unit locale socio sanitaria riconosce nella carta dei servizi lo strumento fondamentale per garantire agli utenti, per il tramite dellufficio relazioni con il pubblico, le funzioni di informazione, accoglienza, tutela e partecipazione e per dichiarare specifici standard di qualit.

    La funzione relativa allinformazione deve sviluppare in modo esauriente negli utenti la conoscenza sul sistema delle prestazioni erogate dallazienda, ivi compresi i relativi standard di qualit, e sulle relative modalit di fruizione delle stesse, nonch sulle procedure di attuazione del diritto di accesso e partecipazione.

    La funzione di accoglienza finalizzata ad instaurare con lutente una relazione in grado di metterlo nella condizione di esprimere i propri bisogni di salute e di accompagnarlo nella fruizione delle prestazioni. Rientrano, inoltre, nellambito di tale funzione gli interventi di educazione dellutenza ad un corretto utilizzo dei servizi.

    Al fine di rendere effettiva la tutela del cittadino, lazienda individua le procedure da osservare per laccoglimento e la definizione delle segnalazioni e dei reclami, in qualunque forma essi siano presentati, con ladozione di uno specifico regolamento di pubblica tutela.

    Lazienda unit locale socio sanitaria tutela la riservatezza dei dati personali e dei dati sensibili dei cittadini.

    Lazienda disciplina le modalit del trattamento con lo specifico regolamento sulla privacy, approvato in attuazione del Progetto privacy delle Aziende Sanitarie della Provincia di Venezia e d impulso al diffondersi di una mentalit pi rispettosa del diritto alla riservatezza del cittadino.

    Lazienda unit locale socio sanitaria favorisce la presenza e lattivit allinterno delle proprie strutture operative degli organismi di volontariato e di tutela dei diritti dei cittadini, prevedendo anche forme di partecipazione nelle attivit relative alla programmazione, alla verifica ed alla valutazione dei servizi a livello aziendale.

    Lazienda unit locale socio sanitaria convoca, almeno una volta lanno, apposita conferenza dei servizi, quale strumento per verificare landamento delle strutture operative e per individuare obiettivi di sviluppo delle attivit, anche in relazione al risultato di rilevazioni sistematiche della qualit percepita da parte dei cittadini, con particolare riferimento alla personalizzazione ed umanizzazione dellassistenza, al diritto allinformazione ed alle prestazioni alberghiere.

    CAPITOLO III Gli organi dellazienda

    Art. 10 Gli organi Gli organi dellunit locale socio sanitaria sono il direttore generale ed il collegio sindacale.

    Art. 11 Il direttore generale Al direttore generale spettano tutti i poteri di gestione, nonch la rappresentanza dellunit locale

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    socio sanitaria. E responsabile del raggiungimento degli obiettivi assegnati dalla giunta regionale del Veneto, nonch della corretta ed economica gestione delle risorse a disposizione dellazienda.

    Al Direttore Generale competono le funzioni di programmazione e controllo e, in definitiva, la leadership dellintera azienda. Si differenzia, cos, allinterno dellazienda la funzione di programmazione, allocazione e committenza, propria della direzione generale, dalla funzione di produzione affidata alle strutture tecnico-funzionali.

    Art. 12 Il collegio sindacale Il collegio sindacale esercita il controllo di regolarit amministrativa e contabile, assicurando un ruolo collaborativo a favore della direzione generale dellazienda, salvo i casi di possibile responsabilit contabile nei quali esso tenuto a riferire alla Corte dei Conti.

    Il collegio sindacale, in particolare:

    a) verifica l'amministrazione dell'azienda sotto il profilo economico; b) vigila sull'osservanza della legge; c) accerta la regolare tenuta della contabilit e la conformit del bilancio alle risultanze dei libri

    e delle scritture contabili, ed effettua periodicamente verifiche di cassa; d) riferisce almeno trimestralmente alla Regione del Veneto, anche su richiesta di quest'ultima,

    sui risultati del riscontro eseguito, denunciando immediatamente i fatti se vi fondato sospetto di gravi irregolarit; trasmette periodicamente, e comunque con cadenza almeno semestrale, una propria relazione sull'andamento dell'attivit dellazienda unit locale socio sanitaria alla conferenza dei sindaci.

    I componenti del collegio sindacale possono procedere ad atti di ispezione e controllo, anche individualmente.

    Le verifiche di regolarit amministrativa e contabile devono rispettare, in quanto applicabili allunit locale socio sanitaria, i principi generali della revisione aziendale asseverati dagli ordini e collegi professionali operanti nel settore.

    Il controllo di regolarit amministrativa e contabile non comprende verifiche da effettuarsi in via preventiva, se non nei casi espressamente previsti dalla legge e fatto salvo, in ogni caso, il principio secondo cui le definitive determinazioni in ordine allefficacia dellatto sono adottate dal direttore generale.

    CAPO IV La direzione aziendale

    Art. 13 Il direttore sanitario Il direttore sanitario nominato dal direttore generale per lespletamento delle funzioni di cui allart. 14 della legge regionale 14 settembre 1994, n. 56, e successive modificazioni. Coadiuva il direttore generale, che ne ha la responsabilit, nella gestione dellazienda e partecipa al processo di pianificazione strategica, fornendo i pareri obbligatori sugli atti relativi alle materie di competenza.

    Dirige e coordina, in riferimento agli aspetti organizzativi igienico sanitari e ai programmi di intervento di area specifica a tutela della salute, i responsabili delle strutture operative Ospedale e Dipartimento di Prevenzione dellazienda. Fornisce le informazioni e realizza le attivit necessarie

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    al controllo di gestione dellazienda ed al controllo di qualit dei servizi e delle prestazioni erogate. Laddove previsto, esprime i pareri per il conferimento degli incarichi di direzione o responsabilit e coordinamento relativi ai servizi stessi.

    Sovrintende, dintesa con il Direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale allattivit dei dipartimenti, delle strutture e dei servizi territoriali ad alta integrazione socio-sanitaria. Esercita nei confronti dei dirigenti il potere di impartire direttive sugli atti di loro competenza compresi quelli da attuare nellambito dellesercizio delle deleghe ricevute.

    Art. 14 Il direttore amministrativo Il direttore amministrativo nominato dal direttore generale per lespletamento delle funzioni di cui allart. 15 della legge regionale 14 settembre 1994, n. 56, e successive modificazioni. Coadiuva il direttore generale, che ne ha la responsabilit, nella gestione dellazienda e partecipa al processo di pianificazione strategica, fornendo i pareri obbligatori sugli atti relativi alle materie di competenza.

    Dirige e coordina i servizi amministrativi dellazienda. Fornisce le informazioni e realizza le attivit necessarie al controllo di gestione dellazienda ed al controllo di qualit dei servizi e delle prestazioni erogate. Risponde al direttore generale del risultato dellattivit svolta dagli uffici cui preposto, della realizzazione dei programmi e dei progetti affidatigli, nonch della gestione del personale e delle risorse finanziarie e strumentali assegnategli. Esercita nei confronti dei dirigenti il potere di impartire direttive sugli atti di loro competenza compresi quelli da attuare nellambito dellesercizio delle deleghe ricevute. Laddove previsto, esprime i pareri per il conferimento degli incarichi di direzione o responsabilit e coordinamento relativi ai servizi stessi.

    Art. 15 Il direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale Il direttore sociale e della funzione territoriale nominato dal direttore generale, sentita la rappresentanza della conferenza dei sindaci, per lespletamento delle funzioni di cui allart. 16 della legge regionale 14 settembre 1994, n. 56, e successive modificazioni. Coadiuva il direttore generale, che ne ha la responsabilit, nella gestione dellazienda e partecipa al processo di pianificazione strategica, fornendo i pareri obbligatori sugli atti relativi alle materie di competenza.

    Dirige e coordina i responsabili delle strutture del Territorio, con riferimento agli aspetti organizzativi dei servizi sociali e socio-sanitari e dei programmi di intervento di area specifica a tutela della salute, avvalendosi dei referenti di cui allart. 17 della L.R. 14 settembre 1994 n. 56 per le aree di propria competenza ed esercita le altre funzioni delegate dal Direttore Generale esprimendo pareri per gli aspetti di competenza e, laddove previsto, per il conferimento degli incarichi di direzione, responsabilit e coordinamento relativi a Strutture Operative dei servizi socio-sanitari e sociali.

    Sovrintende, dintesa con il Direttore Sanitario allattivit dei dipartimenti, delle strutture e dei servizi territoriali ad alta integrazione socio-sanitaria. Esercita nei confronti dei dirigenti il potere di impartire direttive sugli atti di loro competenza compresi quelli da attuare nellambito dellesercizio delle deleghe ricevute.

    Costituisce sotto il profilo istituzionale il tramite del Direttore Generale per la realizzazione del sistema integrato degli interventi dei servizi sociali e ad elevata integrazione socio-sanitaria, fornendo al medesimo il supporto per lelaborazione del Piano di Zona dei servizi alla persona di cui segue lattuazione.

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    Garantisce linterazione sullintera materia sociale tra Azienda e Comuni, nonch col volontariato e con le altre istituzioni pubbliche e private operanti sul territorio, per le funzioni socio-assistenziali delegate ai sensi della L.R. 15 dicembre 1982 n. 55.

    Art. 16 Il collegio di direzione Sino all'individuazione da parte della legge regionale del collegio di direzione quale organo dell'azienda e alla definizione di composizione, criteri di funzionamento nonch relazioni con gli altri organi aziendali si prevede che lo stesso sia composto da:

    il direttore generale; il direttore amministrativo; il direttore sanitario; il direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale; il direttore del distretto unico; il direttore della funzione ospedaliera; il direttore del dipartimento di prevenzione; un direttore di dipartimento strutturale per ciascuna area (medica, chirurgica, materno-infantile e dei servizi di diagnosi e cura); il direttore del dipartimento di emergenza ed urgenza; il direttore del dipartimento di salute mentale; il direttore del dipartimento delle dipendenze; il direttore del dipartimento funzionale di riabilitazione Ospedale-Territorio; un direttore di dipartimento strutturale dellarea dei servizi professionali, tecnici ed amministrativi; il responsabile del servizio farmaceutico; il direttore della direzione professioni sanitarie.

    E, altres, invitato a partecipare un rappresentante dei medici convenzionati con il S.S.N. membro dellufficio di coordinamento delle attivit distrettuali (UCAD), indicato congiuntamente dai componenti della parte medica convenzionati per la Medicina Generale, la Pediatria di Libera Scelta e la Specialistica Ambulatoriale Interna, dei Comitati aziendali e zonali previsti dai rispettivi AA.CC.NN.

    Per quanto compatibili, al collegio di direzione sono attribuite le funzioni indicate dall'art.17 del D.Lgs. n.502/1992 e s.m.i. e svolge, inoltre, le attivit previste dalla L.R. del 29.6.2012 n. 23 nellambito della clinical governance, ivi compreso la gestione del rischio clinico. In particolare per quanto attiene il modello organizzativo per la gestione della sicurezza del paziente si confermano i contenuti della DGR n.1831/2008.

    Possono essere individuati come componenti del collegio di direzione anche i coordinatori dei dipartimenti funzionali cos come possono, altres, essere invitati a partecipare altri professionisti dellazienda, in relazione alla specificit degli argomenti da trattare.

    Il direttore generale, con apposito atto, nomina i componenti del collegio di direzione, provvedendo direttamente alla individuazione dei suoi membri nellipotesi in cui gli stessi debbano essere scelti tra pi soggetti, stabilendo, inoltre, le modalit di funzionamento dellorganismo in questione.

    La partecipazione al collegio di direzione non delegabile.

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    Art. 17 Il consiglio dei sanitari Il consiglio dei sanitari un organismo elettivo dellunit locale socio sanitaria, nel cui seno viene garantita lequilibrata presenza di tutte le componenti professionali dellazienda. Presieduto dal direttore sanitario, fornisce parere obbligatorio non vincolante al direttore generale per quanto riguarda le attivit tecnico sanitarie, anche sotto il profilo organizzativo e per gli investimenti ad esse attinenti, e di assistenza sanitaria.

    CAPO V La direzione strategica ed i fondamentali processi gestionali

    Art. 18 La direzione strategica e la direzione operativa Lorganizzazione dellunit locale socio sanitaria si basa sul principio della separazione delle funzioni di indirizzo e controllo spettanti alla direzione strategica: direttore generale e direttori di area, dalle funzioni di attuazione e gestione spettanti alla direzione operativa, con conseguente adozione diffusa del principio di responsabilizzazione sui risultati esteso a tutti i dirigenti delle strutture aziendali.

    La direzione strategica dellunit locale socio sanitaria, quale governo complessivo dellazienda, compete alla direzione generale e si esplica, in particolare, attraverso i processi di pianificazione e di programmazione operativa, di controllo, garanzia e miglioramento continuo della qualit, di budgeting, di controllo di gestione e di valutazione.

    Art. 19 Il sistema delle deleghe Lattuazione del principio della distinzione tra le funzioni di indirizzo e controllo spettanti alla direzione generale, da un lato, e quelle di attuazione e gestione spettanti alla direzione operativa, dallaltro, richiede un sistema di deleghe, che vede, di norma, permanere in capo alla competenza del direttore generale ladozione di tutti gli atti di programmazione aziendale e di alta amministrazione, mentre lesercizio delle attivit per la realizzazione degli obiettivi aziendali programmati viene delegato ai dirigenti di strutture complesse.

    A tale scopo, il direttore generale, in relazione alle esigenze che, in concreto, egli si propone di soddisfare, nonch allevolversi positivo o negativo dellattivit aziendale, attribuisce:

    ai direttori di area la delega per le funzioni di indirizzo e controllo al singolo dirigente una delega pi o meno ampia per ladozione di atti, provvedimenti e

    spese che impegnano lazienda verso lesterno, nei limiti del budget assegnato.

    La delega conferita con specifico atto.

    Con il conferimento dellincarico di dirigente il direttore generale attribuisce al dirigente stesso lesercizio dei poteri di gestione ordinaria connessi alle funzioni, per la realizzazione degli obiettivi aziendali.

    Con apposito atto del direttore generale sono definite le funzioni assegnate alle singole unit organizzative.

    Art. 20 I processi di pianificazione di medio - lungo periodo e di programmazione operativa, di

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    controllo, garanzia e miglioramento continuo della qualit I processi di pianificazione di medio - lungo periodo e di programmazione operativa, di controllo, garanzia e miglioramento continuo della qualit, di budgeting, di controllo di gestione e di valutazione, debbono essere gestiti in forma:

    - sistematica, collegandoli anche allapplicazione degli istituti previsti per lincentivazione del personale dai contratti collettivi nazionali di lavoro;

    - non burocratica, evitando di considerarli un mero adempimento formale privo di utilit gestionale;

    - partecipata, garantendo la massima diffusione delle relative conoscenze metodologiche a tutti i livelli organizzativi e professionali dellazienda.

    La negoziazione del programma e del budget delle strutture operative e dei relativi centri di responsabilit rappresenta il momento centrale e fondamentale, nel corso dellanno, nelle relazioni tra direzione strategica e direzione operativa.

    I responsabili delle strutture aziendali, dei dipartimenti e delle unit operative collaborano, con modalit che tengano conto dei diversi livelli di responsabilit, con la direzione generale nellapplicazione dei sopraindicati processi, avvalendosi, altres, degli stessi per lesercizio delle funzioni di competenza.

    Art. 21 La programmazione Lunit locale socio sanitaria adotta il metodo della programmazione quale strumento ordinario di gestione.

    Le scelte di programmazione dellazienda si fondano sul piano sanitario nazionale, sul piano socio sanitario regionale e sugli altri atti di programmazione adottati dalla Regione del Veneto e si effettuano attraverso un insieme coordinato e congruente di piani, programmi e progetti.

    I principali strumenti di programmazione aziendale, sulla base delle normative di riferimento, sono:

    Il Piano Attuativo Locale (PAL, ex Piano Generale Triennale art. 6, comma 3, D.Lgs. 30dicembre 1992 n. 502, L.R. 14 settembre 1994 n. 56, art. 114 L.R. 13 aprile 2001 n. 11), il documento base per la programmazione triennale ove sono definite le linee strategiche dellAzienda e gli obiettivi operativi relativi ad ogni anno del triennio. Il PAL adottato entro il 31 dicembre dell'ultimo anno di vigenza del piano precedente;

    Il Piano di Zona dei servizi alla persona (P.d.Z., art. 8 L.R. 14 settembre 1994 n. 56 - artt. 4 e 5 L.R. 3 febbraio 1996 n. 5, art. 19 L. 8 novembre 2000 n. 328, art. 128 L.R. 13aprile 2001 n. 11, D.G.R.V. 30 novembre 2001 n. 3242, D.G.R.V. 28 novembre 2006 n.3702), uno strumento di programmazione triennale per conseguire lintegrazione delle attivit tra servizi sociali e servizi socio-sanitari e tra soggetti pubblici e privati nellambito territoriale dellAzienda. Il Piano di Zona dei servizi alla persona programma gli interventi a favore delle seguenti Aree ad elevata integrazione socio-sanitaria: Infanzia, Minori, Famiglia; Anziani; Disabilit; Dipendenze Patologiche; Salute mentale; Politiche Giovanili; Inclusione Sociale (Immigrazione, Nomadismo, Prostituzione); Integrazione lavorativa;si richiamano gli obiettivi del Piano di zona 2011 2015, per lattuazione delle aree sopra richiamate.

    Il Piano Attuativo Locale delle Cure Primarie (D.G.R.V. 7 Ottobre 2008 n. 2860) un documento

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    di programmazione aziendale di durata triennale per lindividuazione delle strategie aziendali per il conseguimento degli obiettivi relativi alla gestione integrata dei pazienti e alla continuit dellassistenza, introdotti con gli accordi regionali per la Medicina convenzionata.

    Per favorire una maggiore coerenza nella Programmazione il Piano di Zona e il Piano Attuativo Locale possono comporre una sorta di Piano di Comunit.

    Il Bilancio Pluriennale di Previsione (art. 5 D.Lgs. 30 dicembre 1992 n. 502 e art. 10 L.R. 14 settembre 1994 n. 55) elaborato con riferimento al piano generale e agli strumenti della programmazione adottati dallAzienda, ne rappresenta la traduzione in termini economici, finanziari e patrimoniali nellarco temporale considerato. Ha una durata corrispondente a quella del PAL ed annualmente aggiornato. Il Bilancio Pluriennale di Previsione strutturato in modo da consentire la rappresentazione degli equilibri economici, finanziari e patrimoniali in analogia alla struttura e ai contenuti del bilancio economico preventivo e del budget generale.

    Art. 22 Il controllo dellappropriatezza e della congruit delle prestazioni: il sistema di controllo interno. A)- I controlli sanitari si articolano su due livelli:

    1) i controlli interni, sulla produzione delle strutture aziendali; 2) i controlli esterni, organizzati su area vasta garantendo il principio della terziet.

    La responsabilit della effettuazione dei controlli interni in capo al direttore generale dellazienda unit locale socio sanitaria e del legale rappresentante della struttura privata provvisoriamente o definitivamente accreditata e dellerogatore equiparato, che li attua per il tramite del nucleo aziendale di controllo (NAC), istituito con la deliberazione della giunta regionale del Veneto n. 2609 del 7 agosto 2007.

    La responsabilit della effettuazione dei controlli esterni in capo ai direttori generali delle aziende unit locali socio sanitarie, che effettuano i suddetti controlli per il tramite dei nuclei di controllo di area vasta (NAV) del territorio di appartenenza, istituiti secondo la distribuzione delle aree vaste definita dalla deliberazione della giunta regionale del Veneto n. 3456 del 5 novembre 2004.

    B)- Controlli interni

    Il Sistema di controllo interno un sistema (quindi un insieme di elementi collegati fra loro che concorrono congiuntamente al raggiungimento di obiettivi comuni e definiti) che coinvolge tutti i livelli dellorganizzazione aziendale ed finalizzato a fornire una ragionevole sicurezza sul conseguimento degli obiettivi rientranti nelle seguenti categorie:

    efficacia ed efficienza delle attivit operative; adeguata tutela del patrimonio aziendale; attendibilit delle informazioni finanziarie e operative; conformit alle leggi e ai regolamenti in vigore.

    Lo SCI - Sistema di Controllo Interno - a livello aziendale deve: coordinare lo sviluppo del Sistema di Controllo Interno;

    attuare il monitoraggio del Sistema di Controllo Interno; favorire e promuovere il miglioramento del Sistema di Controllo Interno; mettere le varie strutture che compongono lazienda nelle condizioni di assumere le

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    migliori decisioni nel rispetto delle regole interne ed esterne in un contesto di crescente complessit; consentire di prevenire, mitigare ed identificare i rischi di natura amministrativo-contabile per lorganizzazione attraverso una attivit strutturata di risk management.

    Principali compiti La funzione Controllo Interno ha il compito di supportare tutte le funzioni aziendali e i responsabili di processo nelle attivit di quantificazione e gestione del rischio amministrativo-contabile. Pertanto, tale funzione di supporto tecnico/collaborativo rispetto alle funzioni e ai responsabili di processo. Nello specifico:

    una struttura dedicata, che opera in modo completamente autonomo, rapportandosi direttamente con la Direzione Strategica; gestisce i rapporti con la corrispondente Funzione Regionale afferente alla Direzione Controlli e Governo SSR; supporta lo sviluppo, il mantenimento e il miglioramento del Sistema di Controllo Interno; elabora il Piano di sviluppo del Sistema di Controllo Interno e lo rende sinergico con la programmazione aziendale; allinea il piano di sviluppo del Sistema di Controllo Interno aziendale con le azioni, le progettualit e le tempistiche Regionali; attua il monitoraggio e lavanzamento del piano di sviluppo del Sistema di Controllo Interno Aziendale; esegue, in collaborazione con le funzioni aziendali interessate, le fasi di implementazione del Controllo Interno (analisi del processo, identificazione dei rischi definizione dei piani di contenimento, esegue il monitoraggio dellattuazione dei piani di contenimento, esecuzione dei test e rivalutazione del rischio); supporta le articolazioni organizzative aziendali nella valutazione, sviluppo e miglioramento del sistema di Controllo Interno.

    Articolazione della Funzione La Funzione Controllo Interno posta in staff alla Direzione Strategica con afferenza funzionale alla Direzione Amministrativa. Al personale che compone la Funzione, si richiede specifiche competenze quali:

    conoscenza dei processi aziendali amministrativi, sanitari, socio-sanitari e sociali; conoscenza delle tecniche di analisi dei processi; conoscenza delle tecniche del controllo interno.

    Art. 23 La metodica di budget Lunit locale socio sanitaria adotta la metodica di budget allo scopo di pervenire, su arco annuale e con sistematico riferimento alle scelte della programmazione, alla formulazione di articolate e puntuali previsioni relativamente ai risultati da conseguire, alle attivit da realizzare, ai fattori operativi da utilizzare, alle risorse finanziarie da acquisire e da impiegare ed agli investimenti da compiere.

    La metodica di budget si sviluppa secondo una struttura che comprende il documento di direttive, il budget generale, i budget delle strutture operative ed i budget di centro di responsabilit.

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    Art. 24 Il controllo di gestione Lunit locale socio sanitaria applica il controllo di gestione allo scopo di assicurare efficacia ed efficienza ai processi di acquisizione e di impiego delle risorse.

    La struttura organizzativa del controllo di gestione costituita dallinsieme dei centri di responsabilit e dallunit operativa di staff preposta allo svolgimento del processo di controllo di gestione.

    I centri di responsabilit corrispondono a dipartimenti o unit operative alle quali sono assegnate, mediante la metodica di budget, determinate risorse per lo svolgimento di specifiche attivit volte allottenimento di individuati risultati. Un dipartimento o una unit operativa centro di responsabilit quando risponde alle seguenti caratteristiche: a) omogeneit delle attivit svolte, b) significativit delle risorse impiegate, c) esistenza di uno specifico responsabile di gestione e di risultato.

    Linsieme dei centri di responsabilit costituisce il piano dei centri di responsabilit.

    Art. 25 La contabilit ed i bilanci Nellambito delle aziende sanitarie pubbliche, con la riforma bis e lemanazione del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, stata introdotta la contabilit generale o economico patrimoniale, ossia della partita doppia nella tenuta dei libri contabili, configurando, conseguentemente il bilancio come uno strumento di informazione aziendale verso tutti i soggetti interessati, e della contabilit analitica, finalizzata a dare una rappresentazione economica dellazienda per processi produttivi ed erogativi. Nello specifico, lunit locale socio sanitaria tenuta alla redazione dei seguenti strumenti:

    programmazione:

    - il bilancio pluriennale di previsione: rappresenta la traduzione in termini economici, finanziari e patrimoniali nell'arco temporale di riferimento ed annualmente aggiornato per scorrimento;

    - il piano degli investimenti: riepilogativo degli investimenti programmati di beni mobili ed immobili e delle rispettive fonti di finanziamento nellarco temporale triennali di riferimento;

    - Il bilancio preventivo economico annuale: rappresentativo della programmazione economica annuale. Esso corredato dalla nota illustrativa e dalla relazione del direttore generale;

    - il piano dei flussi di cassa: rappresentativo della situazione finanziaria aziendale annuale.

    Consuntivo:

    - il bilancio desercizio lo strumento di rendicontazione rappresentativo della innanzi citata gestione dellazienda. In particolare, il bilancio desercizio il documento che ha lo scopo di rappresentare con chiarezza, in modo veritiero e corretto, il risultato economico, la situazione patrimoniale e finanziaria dell'unit locale socio-sanitaria. Il bilancio di esercizio si compone del conto economico, dello stato patrimoniale, del rendiconto finanziario e della nota integrativa ed corredato dalla relazione del direttore generale.

    Art. 26 La valutazione della dirigenza Lunit locale socio sanitaria attua i processi di valutazione della dirigenza, previsti dalle disposizioni di legge e dai contratti collettivi nazionali di lavoro, con riferimento alle prestazioni

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    ed ai risultati degli stessi, nonch ai comportamenti relativi allo sviluppo delle risorse professionali, umane ed organizzative ad essi assegnate.

    Il procedimento per la valutazione ispirato ai principi della diretta conoscenza dellattivit del valutato da parte del valutatore di prima istanza, della approvazione o verifica della valutazione da parte del valutatore di seconda istanza e della partecipazione al procedimento del valutato.

    Art. 27 La valutazione ed il controllo strategico La valutazione ed il controllo strategico mirano a considerare ladeguatezza delle scelte compiute dallunit locale socio sanitaria in sede di attuazione dei piani, dei programmi e degli altri strumenti di determinazione dellindirizzo politico, in termini di congruenza tra risultati conseguiti ed obiettivi predefiniti. Tale tipologia di controllo, per la sua natura intrinseca, fa capo alla Regione del Veneto.

    Lattivit di valutazione e di controllo strategico si configura come riservata ed , quindi, sottratta al diritto di accesso in quanto correlata alla emanazione di atti di amministrazione generale, di pianificazione e di programmazione.

    Art 28 Organizzazione dellarea amministrativa Afferiscono al direttore amministrativo i dipartimenti:

    Servizi amministrativi generali, della programmazione e delle risorse umane: il Dipartimento, dirige e coordina le attivit amministrative di carattere generale e pertanto trasversali, quali gli affari generali e legali, le attivit amministrative dellOspedale e a carattere territoriale, in particolare dei Distretti e del Dipartimento di Prevenzione, i rapporti giuridici ed economici afferenti la gestione delle risorse umane, nonch le attivit di pianificazione, budget e controllo di gestione. Afferiscono a tale Dipartimento le seguenti UOC: Programmazione e controllo di gestione e budget; Affari generali e legali; Risorse umane.

    Risorse finanziarie, materiali e per i servizi tecnici: il Dipartimento dirige e coordina le attivit amministrative e tecniche legate alla programmazione e acquisizione delle risorse materiali, quali beni e servizi, compresa la gestione dei relativi contratti, dei lavori pubblici, delle tecnologiche informatiche e relativi sviluppi allazienda, raccordandosi con le risorse economiche finanziarie previste nel bilancio di esercizio e pluriennale. Afferiscono a tale Dipartimento le seguenti UOC: Contabilit e bilancio, Provveditorato economato - gestione della logistica, Servizi tecnici, Sistemi informativi

    Art. 29 La risorsa umana La gestione della risorsa umana si ispira al riconoscimento della centralit e della responsabilit del personale rispetto allorganizzazione ed ai suoi prodotti.

    Lazienda riconosce, nellambiente di lavoro, pari dignit ed opportunit tra le persone, costituendo anche appositi comitati rappresentativi.

    Fatti salvi i livelli di responsabilit gestionale e di autonomia professionale propri dei diversi livelli organizzativi dellazienda, lunit locale socio sanitaria valorizza, in un contesto di appropriate relazioni sindacali, lapporto di tutto il personale, indipendentemente dal ruolo e profilo professionale, alla definizione degli obiettivi di sviluppo dei livelli di salute e di garanzia e

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    miglioramento continuo della qualit.

    Il personale deve possedere, con riferimento alle proprie funzioni e responsabilit, un adeguato grado di istruzione, addestramento, abilit ed esperienza. A tale scopo, lazienda, nellambito di adeguate politiche per la formazione continua: - definisce la competenza necessaria per il personale; - fornisce addestramento o intraprende altre azioni per soddisfare queste esigenze, valutando

    lefficacia delle iniziative intraprese; - assicura che il personale sia consapevole della rilevanza e dellimportanza delle proprie

    attivit e di come esse contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi dellorganizzazione.

    L'unit locale socio sanitaria garantisce la salute del proprio personale, assicurando per lambiente di lavoro condizioni di tutela dal rischio legato a possibili fattori ambientali, con riferimento agli aspetti strutturali, tecnologici ed organizzativi nel rispetto della normativa vigente in materia.

    Viene promossa la costante ricerca ed il mantenimento delle condizioni di benessere fisico e psicologico delle persone attraverso lattenzione oltre che agli ambienti alle relazioni di lavoro che contribuiscono al miglioramento della qualit della vita e delle prestazioni nellottica del perseguimento degli obiettivi di efficacia e di produttivit.

    CAPO VI Il livello operativo

    Art. 30 Lorganizzazione del livello operativo Afferisce alla Direzione Generale il Dipartimento funzionale medicina turistica ed assistenza internazionale

    Lorganizzazione dellAzienda si articola nelle seguenti funzioni

    Sanitaria: afferisce al Direttore Sanitario e comprende: o Ospedale. o Dipartimento di Prevenzione. o Dipartimento riabilitazione ospedale territorio.

    Sociale: afferisce al Direttore dei Servizi Sociali e della Funzione Territoriale e comprende: o Distretto socio sanitario/Dipartimento strutturale per la funzione territoriale. o Dipartimento salute mentale. o Dipartimento dipendenze.

    Amministrativa: afferisce al Direttore Amministrativo e comprende: - Dipartimento servizi amministrativi generali, della programmazione e delle risorse umane. - Dipartimento risorse finanziarie, materiali e per i servizi tecnici.

    In una logica di integrazione strategica delle rispettive funzioni.

    Lorganizzazione del livello operativo dellAzienda si articola in - Strutture Operative: Dipartimenti strutturali e funzionali; Unit Operative complesse e semplici.

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    Alle Strutture Operative dellAzienda dotate di autonomia gestionale, articolate in Dipartimenti e U.O. Complesse e Semplici, spetta la gestione dellAzienda.

    Le Strutture Operative, bench autonome agiscono, per il tramite dei Direttori di competenza, in modo coordinato ed integrato tra loro.

    Art. 31 Le strutture operative Le strutture operative dellazienda, deputate alla produzione ed erogazione di tutte le prestazioni previste dai livelli essenziali di assistenza, sono lospedale, il distretto socio sanitario ed il dipartimento di prevenzione.

    Le unit operative incaricate di supportare la direzione aziendale nei processi di pianificazione strategica, programmazione operativa, controllo, garanzia e miglioramento continuo della qualit, budgeting, controllo di gestione e valutazione, e quelle incaricate dellacquisizione, organizzazione e gestione delle risorse umane, informative, finanziarie, patrimoniali e materiali necessarie a garantire la funzionalit dellospedale, dei distretti socio sanitari e del dipartimento di prevenzione, sono collocate in staff alla direzione generale, alla direzione amministrativa, alla direzione sanitaria o alla direzione sociale, ovvero assegnate a specifici dipartimenti strutturali afferenti ad una delle direzioni predette.

    Le strutture operative, bench autonome, attuano procedure per una azione coordinata per assicurare lintegrazione tra le attivit assistenziali ospedaliere e quelle territoriali

    Art. 32 I dipartimenti Lorganizzazione dipartimentale, quale aggregazione di unit operative complesse o semplici, la forma ordinaria di gestione operativa di tutte le attivit sanitarie, socio sanitarie, amministrative, tecniche e professionali dellazienda. Il modello organizzativo dei dipartimenti pu essere funzionale o strutturale.

    Nel modello funzionale, le unit operative concorrono, sulla base di specifici progetti, al perseguimento di obiettivi comuni con il contributo di quella parte delle proprie attivit che inerente alle finalit del dipartimento. In questo caso, il dipartimento pu comprendere anche unit operative di strutture diverse ed una unit operativa pu partecipare a pi dipartimenti funzionali.

    I dipartimenti funzionali, data la loro natura temporanea, non vengono declinati nellatto aziendale, ma vengono istituiti dal direttore generale, in relazione agli obiettivi che nel corso del tempo devono essere realizzati dallazienda, salvo quelli gi previsti dalla vigente normativa.

    Nel modello strutturale, il dipartimento aggrega unit operative omogenee, sotto il profilo delle attivit o delle risorse umane e tecnologiche impiegate o delle procedure operative, per la gestione ed utilizzo in comune delle stesse. In questo caso, il dipartimento pu comprendere solo unit operative della stessa struttura ed una unit operativa non pu partecipare a pi dipartimenti strutturali.

    Al direttore del dipartimento strutturale, gerarchicamente sovraordinato rispetto ai dirigenti delle unit operative afferenti allo stesso, competono, in particolare, le decisioni in merito allimpiego del personale ed alle questioni organizzative, nonch la gestione, entro il budget prefissato, degli istituti economici contrattuali.

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    Art. 33 Le unit operative Le unit operative rappresentano larticolazione organizzativa aziendale elementare di base per lattribuzione di obiettivi e responsabilit di gestione di risorse umane, tecniche e finanziarie. Il livello qualitativo e quantitativo di tale attribuzione determina, nel rispetto dei vincoli della programmazione regionale, il carattere complesso o semplice dellunit operativa. Lunit operativa semplice pu configurarsi quale articolazione interna di una unit operativa complessa, quale unit operativa a valenza dipartimentale o distrettuale, oppure quale unit operativa di staff al direttore generale, amministrativo, sanitario, servizi sociali e della funzione territoriale o alle direzioni delle strutture operative.

    Art. 34 Gli incarichi di direzione di struttura operativa e di dipartimento Gli incarichi di direzione della funzione ospedaliera, della funzione distrettuale, del dipartimento di prevenzione e dei singoli dipartimenti hanno natura fiduciaria e vengono affidati con provvedimento del direttore generale.

    CAPO VII Le strutture operative ed il loro funzionamento

    Art. 35 Lospedale LOspedale la Struttura tecnico-funzionale, dotata di autonomia gestionale, deputata alla cura dellacuzie e dellimmediata post-acuzie attraverso prestazioni di ricovero. Vengono qui collocate anche attivit di riabilitazione nonch attivit specialistiche ambulatoriali di secondo livello, volte ad assicurare il monitoraggio del paziente nella logica della presa in carico o per garantire prestazioni diagnostico/terapeutiche di particolare complessit.

    Lassistenza erogata in ambito ospedaliero viene ad essere inserita in un sistema di offerta strutturato secondo una logica di integrazione orizzontale tra Ospedale e Territorio, cos come di integrazione verticale tra ospedali deputati ad erogare prestazioni a complessit diversificata. LOspedale quindi parte integrante di un unico sistema aziendale, nel quale attiva tutti gli strumenti che gli sono propri per concorrere al miglioramento continuo della qualit e dellappropriatezza dellassistenza cos come dellefficienza organizzativa, partecipando attivamente allo sviluppo dei percorsi di integrazione con le strutture territoriali e con lospedalit privata pre accreditata.

    LOspedale articola le modalit di erogazione dellassistenza per complessit ed intensit di cure ed assistenza, sviluppando nuovi modelli di organizzazione delle degenze, sviluppando i percorsi di degenza breve diurna e settimanale, cos come sviluppa modelli organizzativi specifici per lerogazione di attivit ambulatoriali complesse, quali i moduli di day-service.

    Le modifiche organizzative impegnano i professionisti nello sviluppo continuo delle proprie competenze, in unottica di specializzazione e di integrazione multidisciplinare e multi professionale, coinvolgendo i diversi profili professionali nei processi di miglioramento ed innovazione dellorganizzazione del lavoro, dei servizi erogati e della loro qualit, tutti concorrendo ad assicurare la migliore risposta al bisogno di salute.

    LOspedale, pur articolandosi in diverse sedi, rappresenta una struttura unica, dotato di autonomia economico finanziaria con contabilit propria allinterno del bilancio aziendale, viene diretto da un Direttore Medico, responsabile organizzativo-funzionale dellintera funzione

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    ospedaliera, che opera in staff al Direttore Sanitario dellazienda.

    LOspedale organizzato in dipartimenti strutturali che rappresentano il modello ordinario di gestione operativa delle attivit e garantiscono lomogeneit dellassistenza, la corretta gestione delle risorse assegnate e lattuazione delle politiche di governo clinico definite in collaborazione con il Direttore della Funzione Ospedaliera e con il Direttore Sanitario.

    Di seguito si precisano alcuni elementi alla base dellorganizzazione dipartimentale: - lomogeneit nella assegnazione delle risorse, per favorire unalta integrazione strutturale, tecnologica ed organizzativa; - la condivisione di obiettivi comuni quali economie di scala, crescita e diffusione di conoscenze, competenze e informazioni, sviluppo di ruoli e percorsi professionali e nuovi ruoli, strumenti di valutazione, linee guida e protocolli, audit clinici; - lutilizzo di modelli organizzativi per intensit di cura e di strumenti gestionali dellassistenza per processo di cura e per percorso del paziente, anche in collaborazione con il territorio.

    Oltre ai dipartimenti strutturali si conferma il ruolo dei dipartimenti funzionali per il perseguimento, attraverso un mandato forte della Direzione Generale e di un apposito progetto, di specifici obiettivi per i quali richiesta la partecipazione di pi servizi. La Direzione Aziendale potr attivare ulteriori dipartimenti funzionali in relazione ad esigenze emergenti. Le Unit Operative Complesse e le Unit Operative Semplici Dipartimentali costitutive dei dipartimenti sono quelle definite dalla programmazione regionale in materia ospedaliera.

    Per quanto riguarda lorganizzazione della Struttura ospedale si rimanda allo schema organizzativo allegato allatto.

    Per le attivit diagnostico-terapeutiche non ricomprese tra quelle indicate nelle schede regionali (D.G.R. 2122/2013), lAzienda si avvarr di specifici accordi conclusi con altre realt aziendali, con eventuale sviluppo di dipartimenti interaziendali, a garanzia della continuit e della qualit assistenziale per lutenza, sentito il parere dei competenti organismi regionali e sovra-aziendali.

    Il Direttore Medico di Ospedale/Direttore Unico della Funzione Ospedaliera, in particolare: - garantisce la funzione direzionale di tutte le attivit dellOspedale, anche attraverso il

    coordinamento e lintegrazione tra i dipartimenti ospedalieri, promuovendo lo sviluppo dei nuovi modelli organizzativi;

    - garantisce la migliore funzionalit dei servizi ospedalieri, favorisce lerogazione di unadeguata assistenza ospedaliera nonch la continuit dellassistenza, operando in integrazione con il Direttore del Distretto e con il Direttore del Dipartimento di Prevenzione, nellambito degli indirizzi strategici stabiliti dalla Direzione Generale, delle indicazioni del Direttore Sanitario, e del budget assegnato;

    - sovraintende alle attivit igienico-sanitarie, alla gestione del rischio clinico e della sicurezza del paziente e degli operatori, alla formulazione delle proposte di formazione ed aggiornamento, di promozione della qualit dei servizi sanitari dellOspedale;

    - valuta i risultati e lappropriatezza delle attivit erogate; - rappresenta alla Direzione Generale le necessit di risorse e la loro allocazione, in integrazione

    con il Responsabile della SS Professioni Sanitarie Ospedale e con i Direttori dei Dipartimenti.

    Art. 36 Il dipartimento di prevenzione Il Dipartimento di Prevenzione costituisce la Struttura tecnico funzionale dellAzienda che ha il compito di promuovere azioni volte a individuare e rimuovere le cause di nocivit e malattia di

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    origine ambientale, umana e animale, mediante iniziative coordinate con i Distretti, con i Dipartimenti dellAzienda ULSS e delle Aziende Ospedaliere, prevedendo il coinvolgimento di operatori di diverse discipline. Partecipa inoltre, alla formulazione del programma di attivit della ULSS, formulando proposte dintervento nelle materie di competenza e fornendo indicazioni in ordine alla loro copertura finanziaria.

    Nellattuale modificato scenario demografico ed epidemiologico che vede un progressivo invecchiamento della popolazione ed un costante aumento dei costi socio assistenziali ed economici, per la cura delle malattie cronico degenerative e dei tumori al Dipartimento di Prevenzione assegnato il compito, di riorientare le professionalit e le competenze tecnico-organizzative presenti, verso lo sviluppo di programmi di promozione della salute rivolti alla popolazione che prevedano interventi coordinati per il contrasto ai principali fattori di rischio per la salute, favorendo la partecipazione delle strutture aziendali, delle istituzioni locali e dei cittadini.

    Il Dipartimento di Prevenzione, oltre alle attivit ordinarie di prevenzione e tutela della salute, svolge funzioni specifiche di grande rilevanza nellattuazione di indirizzi nazionali, in rete con altre strutture e/o enti, anche nei casi di emergenze sanitarie territoriali.

    Coerentemente agli indirizzi regionali contenuti nel Piano Socio Sanitario 2012-2016 il Dipartimento di Prevenzione ispirandosi ai principi di equit e trasparenza dei processi e favorendo la partecipazione di istituzioni locali e cittadini, sviluppa azioni multidisciplinari per garantire la: a)profilassi delle malattie infettive e parassitarie ed il consolidamento e sviluppo delle vaccinazioni, con particolare riferimento alla popolazione pediatrica e anziana; b)lattuazione di strategie di prevenzione e controllo della malattie infettive emergenti e la gestione delle emergenze sanitarie infettive; c)tutela della collettivit dai rischi sanitari degli ambienti di vita anche con riferimento agli effetti sanitari degli inquinanti ambientali, in collaborazione con gli uffici dei Comuni, Provincia e ARPAV; d)tutela della collettivit e dei singoli dai rischi infortunistici e sanitari connessi agli ambienti di lavoro; e)sanit pubblica veterinaria e sicurezza alimentare, che comprende sorveglianza epidemiologica delle popolazioni animali e profilassi delle malattie infettive e parassitarie, farmacovigilanza veterinaria, igiene delle produzioni zootecniche, tutela igienico-sanitaria degli alimenti e attuazione del piano integrato della sicurezza alimentare; f)sorveglianza e prevenzione nutrizionale; g)sviluppo di attivit efficaci di promozione della salute e adozione di stili di vita sani, migliorando la qualit di vita della popolazione. h)la medicina legale nei termini contemplati dalla DGR n. 2271/2013, allegato c.

    Organizzazione del Dipartimento di Prevenzione

    Il Dipartimento di Prevenzione, che afferisce allarea di competenza del Direttore Sanitario dellAzienda, organizzato in Unit Operative Complesse, articolate in Unit Operative Semplici ed in Unit Operative Semplici Dipartimentali che, per lo svolgimento delle proprie funzioni, si avvalgono di un supporto amministrativo specifico.

    Il Direttore del Dipartimento di Prevenzione concorre al conseguimento degli obiettivi fissati dal Direttore Generale ed alla determinazione, contrattazione e monitoraggio del budget del Dipartimento di Prevenzione.

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    Nellambito del Dipartimento di Prevenzione istituita lArea della Sanit Pubblica Veterinaria e della Sicurezza Alimentare alla cui costituzione partecipano le strutture organizzative dellarea di Sanit Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare.

    A detta Area funzionale che opera quale centro di responsabilit, dotata di autonomia tecnico-funzionale e organizzativa nellambito della struttura dipartimentale, preposto un Coordinatore che risponde del perseguimento degli obiettivi dipartimentali e aziendali, dellattuazione delle disposizioni normative e regolamentari regionali, nazionali e internazionali, nonch della gestione delle risorse economiche attribuite.

    Lintegrazione con il Distretto e lOspedale

    Il Piano Socio-Sanitario Regionale 2012-2016 individua tra i principali compiti assegnati al Dipartimento di Prevenzione quello della promozione della salute prevedendo un approccio trasversale con le altre strutture aziendali che consenta di armonizzare le iniziative in una logica di rete e di favorire la sinergia intersettoriale tra tutti i professionisti coinvolti. Ai fini preventivi, dunque, strategica una visione integrata, non solo fra servizi del Dipartimento di Prevenzione ma anche in coordinamento con il Distretto e lOspedale, ed in particolare con i medici e pediatri di famiglia e con le strutture a diverso titolo impegnate nella tutela della Salute pubblica.

    Rappresentano obiettivi prioritari del Dipartimento di Prevenzione: a)prevenire le malattie suscettibili di vaccinazione individuando strategie per mantenere o migliorare le coperture raggiunte, perseguendo un coinvolgimento attivo dei medici/pediatri di famiglia anche nellazione di sensibilizzazione ed informazione della popolazione; b)ridurre la mortalit per carcinoma della mammella, della cervice uterina e del carcinoma del colon-retto, attraverso i programmi di screening di massa per una diagnosi precoce delle malattie oncologiche. Lintegrazione funzionale tra Dipartimento, Distretto e Ospedale volta ad incrementare la partecipazione e laccesso agli screening nella popolazione generale e nei sottogruppi specifici; c)promuovere la prevenzione primaria e la promozione degli stili di vita sani per prevenire le patologie cronico-degenerative e le loro complicanze, individuando come obiettivi da realizzare in integrazione con le strutture distrettuali; -la riduzione della percentuale di fumatori abituali, con particolare riguardo alle fumatrici e a soggetti in et giovane-adulta, anche attraverso azioni di educazione, sostegno ed incentivo alla cessazione di fumo; -lincremento dellattivit motoria, con riguardo alla popolazione giovane-adulta e adulta-anziana; -la prevenzione dellobesit, con particolare riguardo a quella infantile, anche attraverso la realizzazione di adeguate campagne informative; -la riduzione del numero di consumatori di alcool a rischio attraverso azioni di prevenzione ed interventi di counselling breve; d)ridurre lincidenza e la mortalit per malattie ischemiche del cuore e cerebrovascolari, attraverso: -la valutazione del rischio con il coinvolgimento dei medici di famiglia; -lindividuazione di percorsi personalizzati per la modifica degli stili di vita.

    Art. 37 Il distretto socio sanitario Il modello che questa Azienda ha definito per il proprio territorio, si distingue per la flessibilit delle strutture che fanno parte della Filiera assistenziale, in grado di raggiungere, secondo i bisogni di cura ed assistenza, la Persona malata e di mantenere una elevata qualit dellofferta sanitaria e socio sanitaria attraverso gli strumenti innovativi introdotti dal nuovo PSSR. (AFT e MdGI).

    deliberazione n. 52 del 30/01/2014 pagina 31 di 85

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    Lerogazione efficace degli interventi presuppone una considerazione globale dei bisogni della persona e della sua famiglia, realizzata di norma attraverso lUnit Valutativa Multidimensionale Distrettuale (UVMD). Il sistema integrato costituisce la condizione essenziale per migliorare il rapporto tra le strutture ed il cittadino e garantire che le risposte e gli interventi forniti siano fondati sul riconoscimento delle persone nella loro globalit bio-psico-sociale, ed in stretto rapporto con i loro specifici contesti di vita.

    La programmazione, gestione, verifica e controllo dellerogazione delle prestazioni sanitarie e socio sanitarie legate alla promozione della salute, prevenzione cura e riabilitazione, non pu prescindere dallassunto che:

    il bisogno di salute complesso, necessita di interventi cu