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Monografia sull’industria grafica, cartotecnica e trasformatrice in Italia Associazione Nazionale Italiana Industrie Grafiche Cartotecniche e Trasformatrici Notizie sulla produzione, il fatturato ed il commercio estero a cura dell’Area Economia e Centro Studi Giugno 2001

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Monografia sull’industriagrafica, cartotecnica

e trasformatrice in Italia

Associazione Nazionale Italiana Industrie GraficheCartotecniche e Trasformatrici

Notizie sulla produzione, il fatturato ed il commercio estero

a curadell’Area Economia e Centro Studi

Giugno 2001

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Monografia

sull’industria grafica,

cartotecnica e trasformatrice

in Italia

Notizie sulla produzione, il fatturato ed il commercio estero

a cura

dell’Area Economia e Centro Studi

di Assografici

Giugno 2001

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INDICE

Presentazione Pag. 1

Caratteristiche generali dei settori grafico e cartotecnico trasformatore “ 2Premessa “ 2Definizione “ 2

L’industria grafica “ 5La struttura dell’industria grafica “ 5Fatturato “ 13Investimenti “ 15Struttura dei costi “ 17

Descrizione delle aziende “ 18

Il mercato dell’industria grafica “ 22I principali segmenti “ 23Giornali quotidiani “ 24Riviste e periodici illustrati “ 24Libri, dizionari ed enciclopedie simili “ 25Stampati commerciali e pubblicitari “ 25Modulistica per l’amministrazione “ 26Etichette “ 27Carte valori e stampati di sicurezza “ 28Legatoria “ 28Stampa digitale “ 29

Internazionalizzazione “ 30Commercio estero “ 32

Struttura dell’occupazione “ 35

Considerazioni conclusive “ 36Elementi per un’analisi Swot “ 38

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L’industria cartotecnica trasformatrice Pag. 40La struttura dell’industria cartotecnica trasformatrice “ 40Fatturato “ 45Investimenti “ 47Struttura dei costi “ 48

L’andamento produttivo “ 49

I principali segmenti “ 51Industrie cartotecnicheBuste per corrispondenza “ 51Astucci e scatole pieghevoli “ 52Imballaggi flessibili “ 53Sacchi carta a grande contenuto “ 54Articoli igienici e sanitari “ 54Tubi in cartone “ 55Industrie della trasformazione della carta e del cartoneCarte da parati “ 57Cartone ondulato “ 57

Internazionalizzazione “ 59Commercio estero “ 59

Struttura dell’occupazione “ 62

Considerazioni conclusive “ 63Elementi per un’analisi Swot “ 65

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Monografia sull’industria grafica, cartotecnica e trasformatrice in Italia 1.

Presentazione

La rilevazione, l’elaborazione e la diffusione di dati statistici sui settorirappresentati costituiscono parte integrante dell’attività associativa che assumerilievo per quanti operano nei mercati e va incontro alle esigenze crescenti diistituzioni, scuole professionali, università e centri di ricerca.

Questa monografia ha quindi lo scopo di fornire informazioni sul settore cheriflettono l’impianto delle statistiche prodotte dall’Istat – invero piuttosto limitate - otraggono origine da una sorta di “fabbrica delle statistiche” creata utilizzando inmodo equilibrato il data-base dell’Associazione Nazionale, le ricerche finalizzate acompiti istituzionali o realizzate in collaborazione con altri soggetti, nonchè talunielementi del cospicuo materiale raccolto dai Gruppi Nazionali di Specializzazione.

Nell’esprimere l’auspicio che la monografia possa contribuire ad estendere laconoscenza dei settori rappresentati, ringraziamo sentitamente gli Enti, leAssociazioni e tutti gli associati che hanno collaborato rispondendo alle nostreinchieste, nell’ottica di un arricchimento reciproco sul quale Assografici èimpegnata a proseguire.

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Monografia sull’industria grafica, cartotecnica e trasformatrice in Italia 2.

Caratteristiche generali dei settori grafico ecartotecnico trasformatore

Premessa

Nel preparare questa monografia non ci siamo limitati ad aggiornare, di volta involta, indici e statistiche ufficiali riconducibili a tendenze note e spesso significativema, attraverso un uso equilibrato della banca dati associativa, abbiamo analizzato laframmentazione, il percorso di crescita ed il mutamento di ruolo delle aziende che sifanno ogni giorno più evidenti e rilevanti nelle loro dimensioni con la naturaleconseguenza di far nascere nuove professioni, di trasformarle o di modificarne ilprofilo, arricchendole di nuove competenze.

La globalizzazione, l’avanzamento tecnologico ed Internet determinano nuovestrategie e metodi di produrre, comunicare e distribuire, trascinano con loro una seriedi trasformazioni nell’organizzazione dei fattori produttivi, portano alla creazione dinuovi soggetti imprenditoriali che si muovono nell’ambito di filiere sempre piùcomplesse.

Definizione

Per quanto riguarda questa nostra monografia si sono definiti due perimetri di analisi:da un lato le industrie grafiche così come vengono definite dall’Istat e dall’altro leindustrie della fabbricazione di articoli e di cartone che nel diverso linguaggioutilizzato dal contratto collettivo nazionale di lavoro sono indicate come industriecartotecniche e della trasformazione della carta e del cartone.

Per industria grafica, l’Istituto Nazionale di Statistica intende, generalmente,l’insieme dei procedimenti tecnologici che concorrono alla realizzazione dellastampato attraverso le fasi di preparazione, stampa e poststampa.

La fase di preparazione, più comunemente denominata prestampa, è il complesso dioperazioni che, partendo dall’originale, porta all’ottenimento della forma di stampa.Questa fase si suddivide a sua volta in una serie di specializzazioni, fra le quali,

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Monografia sull’industria grafica, cartotecnica e trasformatrice in Italia 3.

quelle fondamentali, sono in generale: la progettazione, la scansione ed elaborazionedi immagini, la composizione dei testi e l’impostazione delle pagine.

La fase di stampa rappresenta il momento centrale del procedimento grafico; essa insenso stretto viene definita come “riproduzione iterativa (ripetitiva) dei grafismi dellaforma su un supporto mediante il trasferimento di un elemento di contrasto”. Iprocedimenti di stampa sono molto diversi tra loro, a secondo del volume di tiraturae della tipologia di prodotti da realizzare.

La fase di poststampa è caratterizzata da una serie di operazioni di allestimento finaledello stampato come, ad esempio, la plastificazione, la piegatura, la cucitura ed ilrifilo. Si tratta di operazioni che spesso vengono svolte da legatorie specializzate, lequali si propongono come fornitrici di servizi per le aziende stampatrici.

Con l’accordo del 5 Aprile 2000 sono state incluse nella sfera di validità del CCNLgrafico/editoriale le attività di informazione e assistenza on line per la clientela,nonché di gestione sistemistica degli apparati tecnologici necessari alla trasmissioneo allo scambio di pagine (testo e/o immagine) in forma digitale, sia su linee dedicateche su Internet. Inoltre lo stesso contratto, fin dal luglio 1997, estende la sua efficaciaai comparti cartotecnici degli astucci pieghevoli e degli imballaggi flessibili stampati,limitatamente alle aziende che abbiano una produzione di imballaggi nei qualil’apporto delle lavorazioni grafiche si evidenzia in un risultato qualitativo che èconseguente allo specifico apporto professionale grafico e che è prevalente sullequantità globali di prodotto finito.

Le tradizionali specializzazioni delle aziende grafiche (con l’esclusione della stampadi giornali) sono :

processi di preparazione della forma di stampa stampa di riviste e periodici stampa di lavori editoriali stampa di opuscoli, di cataloghi commerciali e pubblicitari e di etichette stampati amministrativi e moduli continui stampa di carte valori, stampati fiduciari e di sicurezza stampa di lavori cartografici stampa di spartiti musicali stampa di cartoline illustrate e fantasia stampa di carte da giuoco, agende, album legatoria, allestimento e finitura libri.

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Monografia sull’industria grafica, cartotecnica e trasformatrice in Italia 4.

Ma ogni giorno che passa l’integrazione tra industria grafica e servizi e lecontaminazioni fra attività produttive, modalità di servizi, reti, strutture e mercatipropone con insistenza il superamento di questa visione tradizionale che per alcunisegmenti può essere visto come un segnale di spostamento dal baricentro cartario aquello della net-economy.

Ricadono sotto il termine di aziende cartotecniche le lavorazioni che modificano ilsupporto, in genere cartaceo, rendendolo adatto a svariati usi. Il contratto collettivonazionale di lavoro individua le seguenti attività:

fabbricazione di buste, carta da lettere, registri, notes, quaderni, registratori,raccoglitori

fabbricazione di pirottini, piatti e bicchieri di cartone fabbricazione di tovaglioli e articoli in cellulosa e carta per uso domestico e

sanitario fabbricazione di sacchi e sacchetti di carta produzione di astucci pieghevoli e scatole fabbricazione di cartine e tubetti per sigarette fabbricazione di imballaggi vari in carta e cartone produzione di imballaggi flessibili anche accoppiati con altre materie quali

cellophane, politene, plastica.

Si intendono per aziende della trasformazione della carta e del cartone quelle che,in linea generale, producono beni intermedi esercitando la:

fabbricazione della carta da parati fabbricazione delle carte e cartoni ondulati fabbricazione delle carte sensibili, delle carte patinate, gommate e

paraffinate,ecc.

La sfera di applicabilità del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro delle aziendecartotecniche trasformatrici ha valore anche per i lavoratori dipendenti dalle aziendeche, per la fabbricazione dei prodotti cartotecnici e della trasformazione della carta edel cartone, lavorano e trasformano, per effetto di accoppiamento o di estrusioni,anche altre materie quali il politene, il cellophane, ecc. quando queste ultime nonsono prodotte dalle stesse aziende.

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Monografia sull’industria grafica, cartotecnica e trasformatrice in Italia 5.

L’industria grafica

La struttura dell’industria grafica

La serie di tabelle qui di seguito proposte consentono di valutare la strutturadell’industria grafica italiana che Assografici rappresenta (con l’esclusione dellastampa di giornali), al fine di individuarne gli assetti dimensionali e le areecompetitive.

Distribuzione per segmento

Settori N. Imprese % N. Addetti %

Stampa di giornali 55 0,3 3.060 2,5Altre stampe di arti grafiche 12.648 65,0 87.809 70,3Rilegature e finitura di libri 1.912 9,8 10.486 8,4Composizione e fotoincisione 3.057 15,7 16.852 13,5Altri servizi connessi alla stampa 1.777 9,1 6.650 5,3

Totale 19.449 100,0 124.857 100,0

Fonte: Elaborazione Assografici su Censimento Intermedio Istat anno 1996

N.B.: Per addetto si intende la persona indipendente e dipendente occupata presso l’azienda censita.

Rispetto al Censimento del 1991 le aziende aumentano dell’11,4% mentre gli addettidiminuiscono del 4% e la taglia media dell’impresa si riduce da 7 a 6 persone.Limitando l’osservazione alle unità produttive si nota, rispetto al Censimento 1991,una crescita del 4% nel meridione ed una contemporanea riduzione del 3,3% nelCentro-Nord.

Tra il 1996 ed il 2000 Unioncamere segnala un aumento del 7,4% di ditte attive nelsettore grafico/editoriale. Secondo i dati delle Camere di Commercio, nel 2000 hannocessato l’attività circa 1.661 imprese del settore grafico-editoriale. Tuttavia leimprese attive a fine 2000 erano 30.769 con un aumento di 635 unità sul 1999.

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Monografia sull’industria grafica, cartotecnica e trasformatrice in Italia 6.

Sulla base di questi riferimenti si stima che le imprese grafiche abbiano largamentesuperato la soglia delle 20.000 unità. La propagazione delle nuove tecnologie digitalie la diffusione scolastica hanno certamente facilitato l’operazione. Infatti ilcontributo maggiore alla crescita proviene dal segmento dei copy-shop, dove sicontano circa 3.500 imprese rispetto alle 2.700 di tre-quattro anni addietro, edall’evoluzione dei service di pre-press e di fotografia industriale.

Parallelamente l’occupazione del settore è andata diminuendo – in maniera piùconsistente nelle grandi imprese – ed oggigiorno il numero degli addetti dovrebbeattestarsi intorno alle 120.000 unità.

Distribuzione per classi di addetti

Addetti N. Imprese % N. Addetti % Addetti/Impresa

fino a 19 addetti 18.460 94,9 73.438 58,8 4da 20 a 49 addetti 784 4,0 21.940 17,6 28da 50 a 99 addetti 131 0,7 8.812 7,1 67100 e oltre 74 0,4 20.667 16,5 279

Totale 19.449 100,0 124.857 100,0 6

Fonte: Elaborazione Assografici su Censimento Intermedio Istat, anno 1996

Il settore è molto “diffuso”: circa il 95% delle aziende ha meno di 20 dipendenti. Leaziende che occupano più di 500 addetti sono poche e, se si eccettua il Poligraficodello Stato, appartengono in parte agli storici gruppi editoriali integrati a monte e inparte a più recenti concentrazioni di imprese che hanno aggregato rilevanti capacitàdi produzione.

L’Istat evidenzia anche uno stretto legame tra export e dimensioni di impresa: il71,3% delle imprese con meno di 15 addetti produce solo per il mercato interno.

In un confronto con le altre nazioni fatto da Intergraf – Federazione Internazionaledelle Associazioni Grafiche - si può verificare che l’Italia ha:

• in assoluto il maggior numero di imprese di piccole dimensioni, con il 95% diaziende inferiore ai 20 addetti;

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Monografia sull’industria grafica, cartotecnica e trasformatrice in Italia 7.

• la minor dimensione di impresa: 6 addetti per azienda contro i 9/10 di Danimarca,Finlandia, Gran Bretagna ed i 16/17 di Austria, Germania e Olanda;

• in termini percentuali, il minor numero di aziende con oltre 100 addetti (0,4% deltotale)

La struttura dell’industria grafica italiana è molto distante sia dal modellostatunitense fatto di circa 55.000 imprese con oltre un milione di occupati, il cuisviluppo è trainato dalla comunicazione pubblicitaria e da una informazionefinanziaria evoluta, sia dal modello brasiliano - la cui struttura ricorda quelladell’industria grafica tedesca con 189.000 occupati in 14.000 imprese - con cui è incorso una sfida a distanza per il mantenimento del sesto/settimo posto nella classificamondiale dei produttori di stampati ed imballaggi.

Le dimensioni dell’industria grafica in Europa

Classe dimensionale Italia Germania Gran Bretagna Europa(*) (§) (§) (°)

valori assolutifino a 19 addettiimprese 18.460 11.681 17.725 61.875addetti 73.438 57.036 75.300 288.428da 20 a 49 addettiimprese 784 1.314 1.198 4.696addetti 21.940 40.140 35.000 145.364da 50 a 99 addettiimprese 131 422 353 1.276addetti 8.812 29.104 24.300 89.222100 e oltreimprese 74 358 223 895addetti 20.667 93.632 54.800 215.975

Totaleimprese 19.449 13.775 19.499 68.742addetti 124.857 219.912 189.400 738.989

Fonte: Elaborazione Assografici su dati Istat e Intergraf

(*) Dati anno 1996(§) Dati anno 1997(°) Sommatoria10 paesi: Austria, Danimarca, Finlandia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Lussemburgo,

Olanda, Spagna, Svezia

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Monografia sull’industria grafica, cartotecnica e trasformatrice in Italia 8.

Le dimensioni dell’industria grafica in Europa

Classe dimensionale Italia Germania Gran Bretagna Europa(*) (§) (§) (°)

valori in percentualefino a 19 addettiimprese 94,9 84,8 90,9 90,0addetti 58,8 25,9 39,8 39,0da 20 a 49 addettiimprese 4,0 9,5 6,2 6,8addetti 17,6 18,3 18,5 19,7da 50 a 99 addettiimprese 0,7 3,1 1,8 1,9addetti 7,1 13,2 12,8 12,1100 e oltreimprese 0,4 2,6 1,1 1,3addetti 16,5 42,6 28,9 29,2

Totaleimprese 100,0 100,0 100,0 100,0addetti 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Elaborazione Assografici su dati Istat e Intergraf

(*) Dati anno 1996(§) Dati anno 1997(°) Sommatoria10 paesi: Austria, Danimarca, Finlandia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Lussemburgo,

Olanda, Spagna, Svezia

Distribuzione delle imprese per forma giuridica(% delle imprese attive al 31.12.2000)

Società di capitali23%

Altre forme4%

Ditte individuali43%

Società di persone30%

Fonte: Elaborazione Assografici su dati Infocamere

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Monografia sull’industria grafica, cartotecnica e trasformatrice in Italia 9.

Rielaborando i dati editi dalla Società a di Informatica delle Camere di CommercioItaliane, si rileva che le imprese individuali prevalgono su tutte le altre forme diimpresa. Esse infatti rappresentano ben il 43% del totale delle imprese attive; quellegestite sottoforma di società di persone sono il 30%, le società di capitaleammontano al 23% mentre il restante 4% è rappresentato da altre forme giuridiche.

Pur con le dovute cautele nel raffrontare i dati del Censimento Istat del 1991 allecifre di Infocamere, rileviamo una diminuzione di quasi 6 punti percentuali delleaziende individuali ed una crescita di 10 punti percentuali delle imprese costituitesotto forma di società di capitali.

Distribuzione geografica delle imprese

Regioni Imprese % Addetti %

Valle d'Aosta 41 0,2 251 0,2Piemonte 1.616 8,3 12.297 9,8Lombardia 4.770 24,5 37.358 29,9Trentino Alto Adige 274 1,4 2.608 2,1Veneto 1.728 8,9 12.757 10,2Friuli Venezia Giulia 381 2,0 2.692 2,2Liguria 503 2,6 2.160 1,7Emilia Romagna 1.637 8,4 11.909 9,5Toscana 1.195 6,1 6.548 5,2Umbria 359 1,8 1.968 1,6Marche 546 2,8 2.846 2,3Lazio 1.997 10,3 15.975 12,8Abruzzo 343 1,8 1.688 1,4Molise 53 0,3 194 0,2Campania 1.241 6,4 4.414 3,5Puglia 853 4,4 3.200 2,6Basilicata 133 0,7 559 0,4Calabria 369 1,9 1.037 0,8Sicilia 1.070 5,5 3.126 2,5Sardegna 340 1,7 1.270 1,0

Totale 19.449 100,0 124.857 100,0

Nord 10.950 56,3 82.032 65,7Centro 4.493 23,1 29.219 23,4Sud 4.006 20,6 13.606 10,9

Fonte: Elaborazione Assografici su dati Istat

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41

Distribuzione geografica delle imprese

1.616

Monografia sull’indu

4.770

stria grafica, car

1.997

274

totecnica e trasformatric

381

1.728

1.637

503

546

1.195

359

e in

343

Italia

53

853

133

369

1.070

340

1.241

10.

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Monografia sull’industria grafica, cartotecnica e trasformatrice in Italia 11.

Nelle regioni del Nord, al 56,3% di aziende grafiche corrisponde l’aliquota piùelevata del 65,7% degli addetti. Ciò costituisce il primo sintomo della diversaampiezza degli stabilimenti nelle varie aree del paese.

La Lombardia si conferma il principale distretto di aziende grafiche con ¼ delleimprese ed un 30% degli addetti totali, al secondo posto viene il Lazio seguito dalVeneto, dall’Emilia Romagna e dal Piemonte.

Le regioni nelle quali si notano complessi produttivi di taglia mediamente più elevatisono Piemonte, Lombardia e Lazio (8 addetti per azienda). Hanno dimensioni mediepiù piccole, sempre in termini di addetti, gli stabilimenti grafici ubicati in Calabria eSicilia (3 addetti per azienda).

Dall’incrocio dei dati del Censimento 1996 con i dati Infocamere dell’anno 2000, sirileva che lo sviluppo delle aziende grafico-editoriali (+7,4%) si è manifestatoindistintamente in quasi tutte le regioni, sebbene in misura diversa.

Gli incrementi più vistosi si sono registrati in Trentino Alto Adige (+70,2%), nellaValle d’Aosta (+32,1%), in Calabria (+21,3%) ed in genere in tutto il Centro Sud(+12,6%) mentre nelle restanti regioni del Nord che rappresentano il 53% delleaziende, la crescita si è fermata al 2% ma Lombardia e Friuli Venezia Giulia hannoregistrato una flessione dell’1%.

C’è da dire che all’inizio dell’800, nell’allora Regno Lombardo Veneto, esistevanopiù tipografie che in tutta la penisola ed ancora oggi la maggior concentrazione diaziende grafiche la si incontra sull’asse Milano/Bergamo dove vi è anche la più fortepresenza di impianti rotocalcografici.

Distribuzione regionale per segmento

Pur tenendo presente che la classificazione delle Pagine Gialle non ha funzionistatistiche ma pubblicitarie, si ha la conferma che in Lombardia vi è la più forteconcentrazione di industrie grafiche (25% del totale) con una peculiarità: il più altonumero di aziende di pre-press (42% del totale nazionale).

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Monografia sull’industria grafica, cartotecnica e trasformatrice in Italia 12.

Distribuzione delle aziende rilevate dalle Pagine Gialle per regione e segmento

Regioni Pre-press Arti Grafiche Serigrafie Legatorie Totale

Valle d'Aosta 0 24 4 4 32Piemonte 195 947 177 147 1.466Lombardia 850 2.691 414 369 4.324Trentino Alto Adige 24 172 30 23 249Veneto 200 996 224 166 1.586Friuli Venezia Giulia 44 208 32 39 323Liguria 27 341 43 51 462Emilia Romagna 196 990 191 149 1.526Toscana 128 816 84 115 1.143Umbria 35 214 24 35 308Marche 34 300 102 30 466Lazio 120 1.453 101 183 1.857Abruzzo 19 225 40 20 304Molise 1 41 4 2 48Campania 66 952 84 69 1.171Puglia 27 566 119 39 751Basilicata 2 90 11 10 113Calabria 8 250 30 17 305Sicilia 31 713 67 61 872Sardegna 5 236 30 19 290

ITALIA 2.012 12.225 1.811 1.548 17.596

Fonte: Elaborazione Assografici su Annuario Seat – Pagine Gialle 2001

Nord56,6%

Centro 23,4%

Sud20,0%

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Monografia sull’industria grafica, cartotecnica e trasformatrice in Italia 13.

Distribuzione delle aziende grafiche per periodo di costituzione

Periodi N. aziende %

Dal 1750 al 1799 2 0,5Dal 1800 al 1899 20 5,4Dal 1900 al 1949 85 23,0Dal 1950 al 1959 25 6,8Dal 1960 al 1969 51 13,8Dal 1970 al 1979 79 21,4Dal 1980 al 1989 89 24,2Dal 1990 al 1999 17 4,6Dal 2000 al 2001 1 0,3

Totale 369 100

Fonte: Assografici

La ricerca condotta su un campione di aziende, rappresentanti circa il 50% delleaziende aderenti ad Assografici, evidenzia che quasi un terzo delle industrie si ècostituita negli ultimi 20 anni e se risaliamo agli ultimi 40 anni la percentualeaumenta al 63%.

In effetti a cavallo degli anni 80 si è verificata una trasformazione del tessutoindustriale con una perdita di peso delle grandi industrie “universali” nelle qualivenivano eseguite tutte le operazioni grafiche dalla preparazione, alla stampa, allalegatoria a favore delle piccole e medie imprese a conduzione familiare che hannoapprofittato di un contesto di mercato favorevole per specializzarsi su segmenti dimercati e fasi produttive.

Fatturato

Dopo l’eccezionale crescita del fatturato del 1995, dovuta ad una spettacolare efrenetica accelerazione dei prezzi di carte e cartoni, il settore ha fatto registrare degliaumenti contenuti e solo lo scorso anno, in presenza di una nuova tensione dei prezzidelle carte e dei cartoni, l’aumento ha sfiorato l’8%. Complessivamente la variazionedel fatturato negli anni dal 1995 al 2000 è stata del 15,7% risultando superiore

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Monografia sull’industria grafica, cartotecnica e trasformatrice in Italia 14.

all’inflazione di periodo (12,1%) ma nello stesso tempo le retribuzioni contrattualisono aumentate del 15,6% ed i costi delle carte sono cresciuti del 22,3%.

Fatturato dell’industria grafica

Anni Fatturato Var. %(Mld correnti)

1995 19.400 10,21996 19.800 2,11997 19.800 0,01998 20.354 2,81999 20.800 2,22000 22.450 7,9

Fonte: Assografici

La frammentazione del settore si evidenzia anche considerando le classi di fatturato.La tabella riportata di seguito dà la distribuzione per fatturato rilevata dal Ministerodelle Finanze nel 1996 ai fini degli studi di settore.

Distribuzione per fatturato

Settori N. Aziende con meno N. Aziende con piùdi 10 miliardi lire/anno di 10 miliardi lire/anno

Altre stampe di arti grafiche 10.857 125Rilegatura e finitura di libri 1.669 10Composizione e fotoincisione 2.854 6Altri servizi connessi alla stampa 3.877 11

Totale 19.257 152

Fonte: Sogei – Ministero delle Finanze

Nel 1996 solo lo 0,8% delle imprese superava la soglia dei 10 miliardi di lire difatturato. Oggigiorno con la forte dinamica rialzista dei prezzi delle carte e deicartoni ed a seguito delle fusioni che si stanno operando, la situazione dovrebbeessersi modificata in senso più europeo dove esistono dal 5 al 15% di aziende sopra illivello di 10 miliardi di lire.

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Dal data-base Assografici risulta infatti che 38 aziende, su 574 che hanno fornito idati, hanno fatturato oltre 50 miliardi nell’anno 2000 e nello stesso tempo 107aziende hanno superato la cifra di affari di 10 miliardi di lire. Tra il 1997 ed il 2000ben il 61% delle aziende ha aumentato il proprio giro di affari, mentre il 28% lo havisto ridursi e solo l’11% ha realizzato nell’anno 2000 lo stesso fatturato di 3 anniprima.

Investimenti

Le strategie di investimento delle aziende grafiche sono in prevalenza orientate agliinvestimenti nei processi tecnologici, date le rilevanti innovazioni introducibili nelsettore attraverso l’adozione di tecniche digitali e automazioni sofisticate. Sonoinvece poco significativi gli investimenti in innovazioni di prodotto; si tratta infatti diun settore che, per sua natura, è caratterizzato da un basso livello di innovazioni diprodotto. Al riguardo le maggiori spinte derivano da fenomeni sostitutivi dovutiall’ingresso sul mercato di aziende operanti in settori tradizionalmente lontani daquello grafico: basti pensare ad esempio all’avvento dei CD-Rom, al fenomenodell’editoria elettronica e dei nuovi servizi di gestione, stampa e postalizzazione deimessaggi e dati variabili.

Le spese in investimenti vengono effettuate, nella misura di circa il 75%, perl’acquisto di macchinari nuovi o usati. Il resto è costituito da investimenti ininformatizzazione, servizi, ricerca, terreni e fabbricati.

Gli investimenti in macchinari ed attrezzature sono in continua crescita poiché sistanno saldando i grandi trend di rinnovo decennale delle macchine da stampa equadriennale della pre-press. Inoltre si è alla ricerca di investimenti evolutitecnologicamente che consentano maggiori prestazioni, velocità, flessibilità perprodotti a più alto valore aggiunto. Infine si assiste ad un generale allineamento aglistandard europei di durata degli impianti, mediamente più brevi che in Italia.

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Il ciclo degli investimenti(Investimenti in macchinari ed attrezzature in miliardi di lire)

Variabili 1998 1999 2000

Consumo totale di macchine da stampa,di converting, di legatoria e cartotecnica, di macchine e materiali di preparazionedella forma 2.153 2.258 2.506Indice 100 105 116

di cui:- Pre Press 139 156 179 Indice 100 113 130- Settore Press 579 698 930 Indice 100 121 161- Post Press 129 178 180 Indice 100 138 140

Fonte: Acimga e Argi

In particolare nell’anno 2000, l’aumento del 33,2% registrato nell’area della stampa èdovuto, in parte preponderante, all’acquisto di macchine da stampa a bobina per lequali si sono spesi 281 miliardi di Lire, rispetto ai 150 miliardi del 1999 e agliinvestimenti nei vari sistemi di stampa digitale che secondo le stime dei principalifornitori hanno conosciuto uno sviluppo del 36% sul 1999.

A questo proposito si deve sottolineare che il 5% delle aziende aderenti adAssografici ha installato impianti di stampa digitale high volume e che nel mercatocresce la richiesta per le applicazioni IT (Information Technology) caratterizzate dastampati transazionali, bollette e fatturazione, estratti conto, tabulati, listini.

Per quanto riguarda il settore della pre-stampa, aumentato del 14,4%, il dato piùimportante è venuto dalle vendite di computer to plate cresciute del 37,5% inconfronto al 1999.

Il settore della post press, articolato in legatoria, confezione, allestimento espedizione, mostra che il trend positivo del fatturato, rispetto al 1999, è ripartito tra isistemi per il taglio lineare (+4,1%), piegatrici (+9,8%), linee di brossure e cartonato(+3%) e linee punto metallico (+38%).

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Grado di utilizzo degli impianti

Industria grafica 1998 1999 2000

Valori percentuali 75,7 74,9 79,2Variazioni percentuali 0,3 -1,1 5,7

Fonte: Isae

Nel 2000 il tasso di utilizzo degli impianti, rilevato dall’Isae, si colloca al 79,2%, unlivello storicamente elevato con una progressione del 5,7% sull’intero anno 1999.

Struttura dei costi

L’incidenza percentuale delle singole voci di spesa è fortemente variabile in funzionedell’organizzazione dell’azienda e della sua specializzazione produttiva.

Il costo delle materie prime ad esempio incide molto poco per le aziende cheeffettuano soltanto servizi di legatoria o fotolito, mentre per le aziende stampatricisale tra il 30 e il 60% a secondo del tipo di carta utilizzato, del grado di automazione,dei prodotti realizzati e delle tirature.

L’incidenza del costo degli inchiostri non è molto elevato per le aziende da stampa epuò variare da un massimo del 5%, per stampati con forti coprenze, a frazioni esigue.Anche il costo del lavoro varia all’interno di una fascia molto ampia andando da un20% per la stampa a bobina per le grandi tirature ad un 70% per le aziende dilegatoria e fotolito. Inoltre vi è una estrema variabilità anche per quanto riguarda lespese per lavorazioni effettuate all’esterno, per le spese di trasporto e di costiamministrativi.

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Descrizione delle aziende

Nella bibliografia tecnica esistente a livello di analisi pluridimensionale, si sonodefiniti i seguenti raggruppamenti di imprese:

a) AZIENDE GRAFICHE STAMPATRICI, che, al variare delle dimensioni sidistinguono in

◊ grandi aziende editoriali verticalmente integrate: imprese presenti nel settore

dell’informazione che operano a contatto diretto col grande pubblico, orientate arealizzare i loro prodotti in aziende grafiche controllate, mediante l’impiego diimpianti di stampa di elevata capacità produttiva;

◊ grandi aziende di stampa per conto terzi: che non dispongono di una propriaattività editoriale a monte, in grado di saturare la capacità produttiva. Oltre chealle imprese editoriali, si rivolgono anche a primarie società di altri settori conservizi specializzati (cataloghi di vendita per corrispondenza, di viaggi, ecc.);

◊ stampatori di medie dimensioni: imprese dotate di impianti roto-offset dipiccolo e medio formato generalmente pluricolore. Si trovano impresespecializzate nella stampa di libri illustrati, stampatori di periodici e cataloghi amedia tiratura, aziende operanti prevalentemente nel segmento commerciale;

◊ stampatori di dimensioni medio-piccole: aziende capaci di rispondere alleesigenze di piccoli editori specializzati e alla domanda di stampati commercialiprovenienti da agenzie pubblicitarie. A queste aziende si rivolgono, inoltre, legrosse aziende di stampa che vogliono decentralizzare parte delle loro commessedi piccole dimensioni;

◊ stampatori di piccole e piccolissime dimensioni: aziende in prevalenza artigianeconcentrate nella sola fase di stampa, che soddisfano le esigenze espresse da unaclientela locale molto variegata.

b) AZIENDE SPECIALIZZATE IN SINGOLE FASI PRODUTTIVE E SERVIZI

CONNESSI ALLA STAMPA. Fotocomposizione, fotoriproduzione, prestampaintegrata, montaggio ed allestimento sono, salvo alcuni casi, unità produttive didimensioni ridotte che offrono i propri servizi specialistici agli editori ed alleaziende di stampa.

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La classificazione per prodotto, tipo di clientela, volumi di tiratura e procedimenti distampa può essere riassunta nella seguente tabella in cui si rileva una differenza difondo tra le stampe “editoriali o redazionali” e le stampe “commerciali”.

La tiratura, d’altra parte, suddivide gli stessi prodotti a seconda della tecnologia cheviene impiegata per realizzarli.

INDUSTRIA GRAFICA

STAMPA EDITORIALE STAMPA COMMERCIALE

GIORNALI

QUOTIDIANI

ELENCHI TELEFONICI

E PAGINE GIALLETIRATURE

MEDIO ALTEPERIODICI

ROTOCALCOE

ROTOOFFSET

CATALOGHIROTOCALCO

E ROTO-OFFSET

LIBRI DEPLIANT

CALENDARI TIRATURE

MEDIO BASSE

PERIODICI

OFFSET

CARTE

VALORI

ENCICLOPEDIE

DIZIONARI

MODULISTICA

La ricerca condotta da Assografici su un campione di 742 aziende associate cheapplicano il CCNL dell’industria grafico/editoriale pone in evidenza i procedimenti

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utilizzati e la tipologia degli stampati offerti. Come si può rilevare dalle tabelle ilprocedimento di stampa offset è prevalente e le più frequenti tipologie di stampatirealizzati sono quelli pubblicitari e commerciali

Procedimenti grafici Panel Assograficianno 1996 anno 2000

Offset da foglio 60% 60%Web offset 16% 14%Pre-press 38% (*) 28% (*)Legatorie 14% (*) 13% (*)Termografia 2% 1%Flessografia 4% 3%Rotocalcografia 5% 5%Tipografia 33% 28%Serigrafia 5% 5%Stampa digitale .. 5%

Fonte : Assografici (risposte multiple) (*) solo per conto terzi

Rispetto all’indagine condotta quattro anni fa si registra una diminuzione delleaziende specializzate in pre-press per conto terzi e la presenza di sistemi di stampadigitale che passano da una percentuale non significativa al 5% e, parallelamente, sinota una diminuzione di 5 punti della tipografia.

Prodotti offerti Panel Assograficianno 1996 anno 2000

Stampati pubblicitari e promozionali 35% 35%Stampati commerciali 35% 35%Libri 21% 21%Etichette 12% 14%Riviste e Periodici illustrati 24% 23%Inserti e couponnage 7% 6%Direct mail 5% 4%Cataloghi 22% 20%Moduli continui 15% 13%Imballaggi stampati 11% 10%

Fonte : Assografici (risposte multiple)

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Il confronto con l’analoga indagine condotta quattro anni fa evidenzia unadiminuzione dell’offerta di cataloghi e moduli continui che subiscono la concorrenzadi altre attività multimediali.

Per migliorare il mix competitivo e ritagliarsi delle nicchie le aziende graficheaggiungono, sempre più frequentemente, all’offerta del prodotto stampato i servizi diprogettazione grafica, di desktop publishing, gestione di data base e mailing,realizzazione di CD Rom, creazione di pagine e siti web.

In effetti, la familiarizzazione con la Rete da parte delle industrie grafiche ha portatosul mercato nuovi servizi che hanno risvolti in termini di strategie e azioni dimarketing che sono stati analizzati osservando un panel di 35 imprese (è beneribadire che le percentuali rilevate non si possono estendere all’universo delleaziende grafiche):

l’83% delle aziende intervistate accetta di ricevere ed inviare file e proveelettroniche

il 58% accetta di ricevere gli ordini via Internet il 21% pubblicizza le proprie attività ed i propri servizi su Internet l’8% concede ai clienti la possibilità di controllare lo stato di avanzamento

dell’ordine attraverso un sistema elettronico di tracciabilità il 6% ha sperimentato acquisti di carta tramite Internet

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Il mercato dell’industria grafica

Come accennato nei capitoli precedenti il settore è molto “diffuso” nel senso chegran parte del mercato è frazionato tra una miriade di medie e piccole imprese.

Per la quasi totalità dei prodotti le differenze culturali, di gusto, di abitudini sonodifficilmente superabili. Questo mercato è quindi caratterizzato dal coesistere di tanti“trend” quanti sono i prodotti che si stampano e i servizi che si forniscono ai clienti.

Nel settore sono rari i prodotti “globali” cioè utilizzabili ovunque allo stesso modo.

La domanda di prodotti grafici è ormai fortemente sospinta e sostenuta dalla spesapubblicitaria, mentre la domanda delle case editrici rappresenta all’incirca il 43% delmercato globale.

Chiarite queste realtà si deve aggiungere che in campo grafico il mercato ècaratterizzato da una eccezionale libertà di concorrenza poiché le barriere all’entrata(localizzazione, costo degli impianti, disponibilità di infrastrutture) sono moltoattenuate per la parte prevalente della professione. Ciò equivale a dire che il mercatoè tra i più aperti e quindi tra i più favorevoli per i consumatori.

In altre parole in questo mercato emerge la determinante importanza del prezzo,nonché delle condizioni economiche interne ed esterne all’impresa, che concorrono aformarlo. Il prezzo è il principale elemento di regolazione del mercato e non unamera variabile sulla quale poter liberamente agire a seconda degli obiettivi e dellaposizione nel settore dei principali protagonisti. Questo si verifica nonostante la nontrascurabile vastità del mercato grafico e la presenza in esso di imprese di notevoledimensione.

Ogni imprenditore grafico, nel concorrere per l’acquisizione delle forniture che glisono proposte, determina la quotazione del prodotto mediando con una autonomainterpretazione tutte le variabili di mercato e i vincoli della struttura dei costi dellapropria impresa.

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L’imprenditore grafico è però consapevole che il prezzo offerto costituisce ilprincipale parametro discriminatorio che determina, fra tutti i concorrenti, al di làdelle pur considerevoli differenze di dimensione, la scelta del cliente.

Negli ultimi anni tuttavia alcuni importanti clienti hanno incominciato a misurare lostampatore in rapporto al grado di servizio reso, tra cui va elencata la qualità. E neipaesi industrializzati tale esigenza, a parità di prezzo, è destinata ad aumentare.

I principali segmenti

Nella tabella e nelle considerazioni che seguono ci siamo attenuti alla definizione diindustria grafica dell’Istat.

Produzione – Indici Istat (1995=100)

Settori 1998 1999 2000 Var.% mediaannua 1995/2000

Prodotto interno lordo 1,8 1,9 2,9 2,0

Stampa ed attività di servizi connessi alla stampa:numeri indici 107,7 111,5 111,0variazioni percentuali 6,1 3,5 -0,4 2,2Giornali quotidianinumeri indici 107,2 110,9 116,8variazioni percentuali 4,5 3,5 5,3 3,4Riviste e pubblicazioni periodichenumeri indici 108,9 117,7 119,3variazioni percentuali 4,7 8,1 1,4 3,9Libri, dizionari, enciclopedie e similinumeri indici 87,4 83,7 86,6variazioni percentuali -10,7 -4,2 3,5 -2,7Stampati pubblicitari e commercialinumeri indici 122,9 135,7 124,1variazioni percentuali 14,6 10,4 -8,5 4,8Modulistica per l'amministrazionenumeri indici 98,7 93,5 110,1variazioni percentuali 3,6 -5,3 7,1 2,0

Fonte: Elaborazione Assografici su dati Istat

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Le informazioni deducibili dal campione continuativo dell’Osi – OsservatorioStampa e Imballaggio, sulla base di riscontri trimestrali, nonché l’aumento del 6,6%del consumo apparente di carte grafiche sembrano escludere la scivolata registratadall’Istat ed anzi indicano un aumento produttivo del 3,5% identico alla variazioneconseguita nel 1999. In ogni caso il tasso medio annuo di variazione dell’industriagrafica risulta inferiore al 4,3% registrato nel decennio 1981/1990 e solo il segmentodegli stampati pubblicitari progredisce ad un ritmo più elevato beneficiando del trenddi crescita degli investimenti pubblicitari e da un uso sempre più diversificato deglistrumenti di comunicazione.

Dall’elaborazione dei dati Istat, nel quinquennio 95/00, si registra una variazionecomplessiva della produzione dell’11% contro il 9,8% del Prodotto Interno Lordo.

Giornali quotidiani

Il rapporto realizzato da Asig Service mette in evidenza come le imprese editrici diquotidiani basino la propria vita economica su due servizi: la vendita delle copiestampate e la vendita di spazi pubblicitari. Il primo ambito ha fatto registrare un lieveincremento in termini di diffusione media giornaliera di copie, cui ha peraltro fattoriscontro un calo nella tiratura, correlata anche al calo delle rese. Dal punto di vistadelle caratteristiche dei prodotti si rileva un aumento della diffusione dei quotidiani atiratura territoriale, locale e nazionale o solo nazionale, e da una diminuzione diquelli sportivi.

Il mercato pubblicitario ha registrato un andamento positivo nel corso del 2000 dioltre il 12%, dopo il 10% realizzato nel1’anno 1999.

Riviste e periodici illustrati

Nell’anno 2000, il +11,7% conseguito dagli investimenti destinati ai periodici segnauno degli anni più positivi e si è riflesso in un aumento delle foliazioni e del colore.In questa area si sono distinti i periodici specializzati che hanno messo a segno ilmaggiore incremento. Le operazioni di rivitalizzazione delle testate esistenti ed inuovi lanci hanno ottenuto l’interesse dei pubblicitari e dei lettori per cui vi è la

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conferma che il periodico può benissimo convivere e trovare un integrazione anchecon i nuovi media.

La sperimentazione nei supermercati ha dato dei risultati superiori alle attese.Utilizzando nuovi canali di distribuzione c’è una impostazione verso riviste epubblicazioni con caratteristiche diverse nell’obiettivo di allargare il numero deilettori.

Nel settore, accanto alle rotative offset a 16 pagine, hanno preso sempre più piede lerotative a doppio sviluppo da 32 e 48 pagine ma recentemente si è passati alle 64pagine. I grossi investimenti effettuati con l’intento di uscire dalla tenaglia dei prezzicon impianti sempre più performanti, ha portato ad un aumento della capacitàproduttiva notevolmente superiore al pur crescente volume di carta stampata e allaconsapevolezza di dover affrontare delle trasformazioni per cercare le dimensioniottimali, poiché per crescere sui mercati internazionali ci sono problemi finanziari ecommerciali che richiedono risorse non sostenibili da parte di piccole imprese.

Le aziende specializzate nella stampa rotocalco e rotooffset per riviste e periodicioccupano all’incirca 8.000 dipendenti.

Libri, dizionari ed enciclopedie simili

L’elettronica e la print on demand cambieranno il modo di produrre il libro. Leversioni elettroniche sono destinate a ridurre le quote di mercato di determinatecategorie, come i prodotti da consultazione, (enciclopedie, dizionari e quellieducativi). I cataloghi stampati, però, mantengono un loro “appeal” per il prodotto invendita, mentre le versioni elettroniche forniranno dei nuovi servizi.

Stampati commerciali e pubblicitari

Come si è visto dalla tabella e dai tassi di crescita il settore risulta il più importanteper molti stampatori non solo di grandi dimensioni ma anche piccoli e medi. Nellaaccezione di stampato commerciale e pubblicitario si fa riferimento all’insieme disvariati prodotti grafici destinati ad impieghi di tipo amministrativocomunicazionale, pubblicitario, di tipo transazionale (biglietti, ticket restaurant, ecc.)e di tipo commerciale (calendari, cataloghi, listini, etichette, agende, ecc.). Anche in

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questo caso occorre segnalare che ci sono segmenti che sono coinvolti nellarivoluzione mediatica con fenomeni di sostituzione verso carte di plastica conmicrochip sia per l’uso nel settore bancario che per altri impieghi sociali (cartesanitarie, documenti di riconoscimento, ecc.).

Modulistica per l’amministrazione

L’industria della modulistica sta attraversando da parecchi anni un periodo di fortecambiamento e più in particolare il settore dei moduli continui è sconvolto daprocessi sempre più violenti, rapidi ed imprevedibili, che hanno comportatoristrutturazioni organizzative per gestire nuovi servizi e prodotti. Per reagire alla crisiche si è evidenziata a partire dal 1990 alcune aziende hanno incominciato asviluppare prodotti particolari incorporanti codici a lettura automatica o stampe disicurezza, altre aziende si sono diversificate allargando l’area della loro attività alleetichette autoadesive e agli stampati pubblicitari, oppure hanno sviluppato “la stampasu richiesta” di dati variabili sfruttando al meglio le possibilità offerte dalle nuovetecnologie digitali e dalla gestione di archivi relazionali. Altri ancora hanno scelto didiventare fornitori di catene di distribuzione, oppure di alternare alla produzione ilservizio di magazzinaggio e di distribuzione dello stampato.

Tutti questi cambiamenti hanno finito per mutare l’identificazione delle aziendeproduttrici di moduli che meno di un decennio fa potevano essere delineate conprecisione per ciò che riguardava le dimensioni ed i prodotti.

Dalla ricerca effettuata dal Gpm – Industrie Grafiche per la Modulistica dellaComunicazione, su un campione di aziende associate, risulta che in media il fatturatoattribuibile alla produzione di moduli tradizionali rappresenta il 60%, mentre ilrestante 40% deriva da moduli cui sono abbinati servizi di logistica, trattamento didati, gestione di mailing, ecc. e da diversificazioni produttive verso il mercato delleetichette, della pubblicità e di piccoli imballaggi.

1998 1999 2000

Produzione in 000 ton. 184 175 184Numero aziende 360

Fonte: Gpm – Industrie Grafiche per la Modulistica della Comunicazione

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Etichette

In Italia agiscono circa 700 aziende specializzate nella produzione di etichette “acquae colla”, “autoadesive”, “sleeves” (manicotti termoretraibili, generalmente in Pet),“in-mold” (prestampate e inserite nel contenitore contemporaneamente alla suaformazione) e “smart labels” ovvero di sicurezza, ma molte tipografie stampanoetichette a complemento della gamma di prodotti forniti. Si tratta di un settore in cui itassi di crescita sono abbastanza in linea con l’evoluzione dei beni di consumo edegli imballaggi.

Il fatturato del settore è valutato attorno ai 1.300 miliardi di lire (circa il 7%dell’intero fatturato delle arti grafiche in Italia) di cui la metà è realizzato dalsegmento delle etichette autoadesive in cui operano all’incirca 350 aziende che sonoprevalentemente situate nel Centro Nord. Secondo le risultanze del Gipea, GruppoItaliano Produttori di Etichette Autoadesive, nello scorso anno il segmentodell’autoadesivo ha realizzato un aumento del 5% in superficie e del 9% in valore.

L’andamento della produzione di etichette risente degli indirizzi normatividell’Unione Europea, della accresciuta meccanizzazione e dello sviluppo dellalogistica che spingono all’utilizzo di etichette con bar-code e sistemi intelligenti dirilevazione e controllo, nonché della trasformazione della funzionalità di base inelemento del packaging dove l’etichetta, che mediamente incide meno del 5% sulcosto dell’imballo, può giocare un ruolo di garanzia e di comunicazioneparticolarmente importante. Quanto ai materiali usati, la carta copre l’80%, la pellicola il 16% (per i ¾ PE d ilresto PP) e il restante 4% è costituito da alluminio o prodotti sintetici. I sistemi distampa utilizzati per la stampa di etichette prevedono l’uso di macchine offset,tiporotative, flessografiche, rotocalco, serigrafiche, impressione a caldo, stampadigitale, tampografia e tecnologie miste.

I rischi maggiori per il settore provengono dalla concentrazione degli acquirentirappresentati dalle multinazionali della chimica-farmaceutica, dell’agro-alimentare,dei detersivi, della cosmetica che portano verso forme di monopsonio della clientela.Nel breve periodo le aziende dovranno quindi riflettere sulle loro dimensioni e la lorospecializzazione per essere in grado di continuare a intrattenere dei rapporti con glialtri attori del mercato.

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Carte valori e stampati di sicurezza

Tra i segmenti grafici merita una particolare attenzione quello costituito dalla decinadi produttori di carte valori e stampati di sicurezza che oggigiorno sono coinvoltinella rivoluzione mediatica e nell’introduzione dell’Euro. Certificati di deposito,assegni, carte di credito, biglietteria, libretti di risparmio, certificati di autenticità ealtri prodotti di sicurezza assommano caratteristiche di valenza artistica a requisiti disicurezza resi necessari per contrastare le falsificazioni e le contraffazioni che sonoin continua crescita.

In base alle rilevazioni del Gruppo Stampatori Italiani di Carte Valori, la produzionedi carte valori, in particolare di assegni, ha registrato nel corso dell’anno 2000incrementi di un certo rilievo dovuti all’esigenza degli Istituti di Credito di dotarsidei primi quantitativi di assegni in Euro. Si tratta tuttavia di una situazionecontingente, destinata a continuare nell’anno in corso, ma certamente non in grado,nel medio periodo, di mutare il trend in atto negli ultimi anni, che ha visto crescere inuovi sistemi di pagamento a scapito di quelli tradizionali.

Legatoria

Anche per questo segmento si registrano dinamiche di mercato profondamentediverse a secondo delle dimensioni delle unità produttive: la piccola legatoria aconduzione familiare, che dispone di un parco macchine ridotto è rivoltamaggiormente verso un mercato locale, poco esigente o ad una nicchia dispecializzazione ben definita. Di converso, le imprese maggiori che hanno un’offertapiù versatile tendono ad abbracciare un ventaglio più ampio di clienti non solonazionali. Il segmento presenta dei caratteri di forte stagionalità con una maggiorconcentrazione di lavoro nell’estate e nel secondo semestre.

In base alle rilevazioni condotte dal Gruppo di Legatoria e Finitura di Libri ilsegmento tende, a causa di una ridotta richiesta editoriale ed all’elevato costo deilibri, ad avere produzioni di cartonato inferiori sia come titoli che come tirature,mentre migliora la situazione per quel che riguarda la brossura sia fresata che cucita.Inoltre alcune produzioni quali le enciclopedie che costituiscono un prodottoabbastanza ricco non solo per i volumi ma anche per i materiali usati sono avversatedalla transizione dall’analogico al digitale e, contemporaneamente, hanno fatto il loroingresso nel mercato dei nuovi competitori non tradizionali.

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Gli investimenti possibili in questo momento riguardano quasi esclusivamentemacchinari a tecnologia avanzata, che permettono maggior qualità e costi inferiori.La flessibilità è un elemento indispensabile alle legatorie per far fronte ad un mercatoche ha un ciclo di lavorazione sempre più ristretto.

Stampa Digitale

La stampa digitale è in continua crescita e già si contano in Italia circa 350 aziendegrafiche dotate di impianti capaci di stampare oltre 40 copie al minuto in bianco enero e oltre 100 copie a colori. I dati storici relativi alle vendite di macchine di altagamma ci mostrano che, se fino al 1996 i risultati privilegiavano i sistemi a fogliosingolo, nel 1997 si è registrato un ribaltamento con un incremento progressivo dellevendite di sistemi a bobina. Dal punto di vista della tecnologia, il foglio singolo è fortemente presente nellafascia da 45 a 299 ppm, mentre la bobina assume rilevanza nelle installazioni da oltre300 pagine al minuto.

I principali segmenti di sbocco della stampa digitale sono i seguenti:

Fonte: GSD – Gruppo Stampa Digitale (risposte multiple)

Pubblicità36%

Lavori editoriali26%

Bollettazione6%

Stampati commerciali

22%

Stampa di dati variabili

8%

Altro2%

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Internazionalizzazione

La mondializzazione dell’economia si sta sviluppando attraverso

◊ una omogeneizzazione dei modi di vita◊ l’ingresso diretto delle aziende sui mercati esteri

Già oggi si può verificare che 40.000 multinazionali producono l’8% del redditomondiale, impiegano 30 milioni di persone e rappresentano i due terzi del commerciomondiale. Inoltre esiste una tendenza ad accentuare la produzione in paesi diversidalla casa madre sia per servire il mercato locale che per riesportare.

In questo contesto di globalizzazione degli scambi quale può essere il destino deiprodotti stampati in cui sono rari i prodotti globali, cioè utilizzabili ovunque e allostesso modo? In breve la internazionalizzazione e la globalizzazione possonorappresentare delle opportunità o delle minacce per le industrie grafiche?

Nel 1997 gli scambi mondiali dei prodotti stampati si aggiravano sui 25 miliardi didollari con una crescita vicino al 40% nel periodo 90-95. Livello alto ma cherappresenta una variazione inferiore di 10 punti a quella registrata dall’interscambiodi tutte le merci e prodotti. Questo differenziale rileva anche la perdita di pesonell’economia mondiale dell’industria grafica la cui incidenza è passata dallo 0,53%nel 1990 allo 0,50% del 1995.

Il commercio di prodotti grafici è fortemente concentrato e i primi 10 paesiesportatori rappresentano il 78% dell’offerta mondiale, con un calo di 3 punti rispettoal 1991 a seguito dell’ingresso nell’arena mondiale di nuovi paesi. In questaclassifica i primi due paesi esportatori (Stati Uniti e Germania) rappresentano unterzo dell’offerta mondiale e se aggiungiamo Gran Bretagna e Francia la quota sale al50%. L’Italia è al quinto posto avendo conseguito un 6,3% delle esportazionimondiali con una crescita dello 0,6% nel quinquennio 91-95.

Nello stesso tempo la domanda internazionale di prodotti grafici ha conosciuto unacerta deconcentrazione. Alla fine del quinquennio esaminato, i primi 15 paesi

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importatori rappresentano il 72% della domanda mondiale con una perdita di 5 puntirispetto all’anno di inizio del periodo.La classifica degli 80 paesi è guidata dagli Stati Uniti, Canada, Germania e Franciache totalizzano il 35% delle importazioni mentre l’Italia è ferma al tredicesimo conuna incidenza dell’1,9% sul dato totale. Cina, Corea, Indonesia, Giapponerappresentano circa l’80% delle importazione dei paesi emergenti, mentre l’AmericaLatina detiene solo il 15%, delle importazioni totali.

Questo giro d’orizzonte dimostra che la zona asiatica vedrà crescere fortemente ilconsumo di prodotti stampati entro il 2010 cosicché la mondializzazione, percepitacon ansia in Europa, nelle zone a forte sviluppo del Pacifico e dell’America Latinarappresenta un fattore di crescita.

Ma l’accesso alla mondializzazione suppone anche delle strutture forti, capaci dimobilitare risorse finanziare e tecnologiche che difficilmente si ritrovano tra leaziende grafiche frazionate e in lotta con i problemi quotidiani, per cui bisogneràattuare delle strategie di fusione, di partnership, di alleanze strategiche mirate adaffrontare la concorrenza e risolvere i problemi dei clienti.

In questi passaggi, che per taluni sembrano individuare una crisi di ruolo e di pesodell’industria grafica, altri vedono la possibilità di crescere e prosperare in unambiente altamente stimolante, dove con la parola “stampa” non si intendeunicamente carta, inchiostro e offset o più in generale tecniche di stampa, ma,soprattutto, comunicazione, globalizzazione, specializzazione professionale.

Per avere un sia pur breve panorama internazionale è opportuno dare uno sguardoalla situazione del vecchio continente andando a valutare una serie di indicatoriraccolti da Intergraf, l’Associazione Europea di categoria.

Le forze che attivano e danno impulso alla domanda di stampati sono la pubblicità, ilfattore demografico, l’istruzione ed il commercio.

Per quanto riguarda l’andamento demografico le zone più densamente popolate sonoquelle dell’Europa centrale, in cui si nota una certa corrispondenza tra installazioniweb-offset e popolazione con la sola eccezione dei paesi dell’est europeo nei qualiesiste, quindi, un potenziale mercato anche per le aziende grafiche. Tali paesi, vistala contiguità dell’area, dovrebbero diventare un fenomeno rilevante per l’UnioneEuropea, in grado di influire sul processo di internalizzazione delle imprese anche se

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il riposizionamento delle aziende che vendono manufatti o imballaggi sarà più faciledi coloro che vendono servizi.

L’Italia deve ancora fare un percorso di consolidamento verso i paesi dell’esteuropeo in una ottica di cooperazione. Per le industrie grafiche ciò si verificherà,molto probabilmente data la struttura dimensionale, quando si evidenzierannosintomi capaci di generare uno sviluppo reale e duraturo, con il rischio di potersiinserire solo in mercati di nicchia vista l’aggressività dei maggiori sistemiconcorrenti. Tra l’altro Germania, Francia e Gran Bretagna si distinguono per unapiù forte proiezione verso l’estero che si riflette in un all’allargamento, anche inItalia, del numero di imprese partecipate o controllate pur se il fenomeno è limitato.

La produzione di prodotti grafici all’interno degli stati dell’Unione Europea èprincipalmente determinato dalla domanda interna e difficilmente l’incidenzadell’esportazione supera il 10% del fatturato globale. Questi tassi, generalmentebassi, sono da mettere in relazione al fatto che ancora parecchi clienti stimano“molto” o “abbastanza” importante trattare con un fornitore che sappia esprimersinella propria lingua, stante la complessità dei lavori grafici.

Nella classifica europea delle arti grafiche l’Italia, con un’aliquota dell’11% dellaproduzione totale dell’Unione Europea, si situa al quarto posto davanti alla Spagna(10%), superata dalla Francia (14%) e dalla Gran Bretagna (17%). Principaleproduttore rimane la Germania che copre il 26% del mercato dell’Unione.Incrociando i dati parziali di Intergraf per paese e prodotti risulta che l’Italia ha deipunti di eccellenza nella produzione di stampati pubblicitari e di cataloghi.

Commercio estero

Per quanto riguarda il commercio estero i dati Istat relativi al capitolo 49 dellaNomenclatura Doganale rilevano, per l’anno 2000, un aumento delle esportazioni del18,1% che salgono a 2.684 miliardi di lire e parallelamente un aumento del 13,4%delle importazioni che si sono attestate a 1.128 miliardi di lire favorendo il formarsidi un surplus di 1.556 miliardi di lire contro i 1.278 miliardi di lire del 1999. Ilmiglioramento del fatturato export ha coinvolto i principali settori con le unicheeccezioni dei francobolli, cartoline e calendari. L’aumento più consistente (100%)riguarda la musica manoscritta, gli album di immagini, migliorati del 56,3%, gli

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stampati pubblicitari e i cataloghi (+27,5%), i lavori cartografici (+15,6%) e i libri(+15,7%).

Quanto ai flussi per aree di sbocco è evidente il nostro marcato rapporto con Francia,Germania e Regno Unito che rappresentano il 55,7% dei nostri flussi di export ed il56,9% dell’import.

Prodotti grafici ed editoriali

Settori 1998 1999 2000 Var.%00/98

Importazioni in miliardi di lire

Libri, opuscoli 331 321 377 13,9Giornali e pubblicazioni periodiche 290 341 376 29,7Album e libri di immagini 9 9 10 11,1Musica manoscritta o stampata 10 9 12 20,0Lavori cartografici 10 11 10 =Francobolli e carte valori 1 2 1 =Decalcomanie 24 24 27 12,5Cartoline 10 9 12 20,0Calendari 10 12 10 =Stampati pubblicitari, cataloghi 271 257 293 8,1

Totale 966 995 1.128 16,8

Esportazioni in miliardi di lire

Libri, opuscoli 972 890 1.030 6,0Giornali e pubblicazioni periodiche 398 342 355 -10,8Album e libri di immagini 24 32 50 108,3Musica manoscritta o stampata 6 5 10 66,7Lavori cartografici 36 39 49 36,1Francobolli e carte valori 3 2 1 -66,7Decalcomanie 100 101 112 12,0Cartoline 36 35 32 -11,1Calendari 29 28 26 -10,3Stampati pubblicitari, cataloghi 897 799 1.019 13,6

Totale 2.501 2.273 2.684 7,3

Saldo 1.535 1.278 1.556 1,4

Fonte: Istat

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Principali paesi di provenienza e destinazione dei prodotti grafici ed editoriali

1999 2000Paesi Quota % (a) Paesi Quota % (a)

Principali paesi di provenienza

Germania 24,0 Germania 26,4Regno Unito 21,0 Regno Unito 18,9Francia 13,0 Francia 11,6Spagna 11,0 Spagna 9,9Paesi Bassi 9,0 Paesi Bassi 9,9Paesi Ue 90,0 Paesi Ue 84,8

Principali paesi di destinazione

Francia 26,0 Francia 27,1Germania 15,0 Germania 15,4Regno Unito 14,0 Regno Unito 13,2Stati Uniti 12,0 Stati Uniti 10,7Svizzera 7,0 Svizzera 6,4Paesi Ue 66,0 Paesi Ue 70,7

Fonte: Elaborazioni Assografici su dati Istat (a) Quote calcolate su dati in valore

Dall’analisi dell’export italiano riferito a livello regionale, il fenomeno più rilevanteconsiste nella concentrazione di quote molto alte di flussi esportativi da pocheregioni. Così accade che un terzo del totale export trae origine dalla Lombardia e sisommano anche Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna si raggiunge l’83%. A livellodi provincia i sistemi più forti sono rappresentati da Milano, Bergamo, Torino,Novara, Cuneo, Verona, Vicenza e Modena. E’ assai interessante notare chel’esportazione dei prodotto grafici appare inscritta in un triangolo i cui vertici sonorappresentati dalle città di Torino, Verona e Modena con evidente effetto dicontinuità geografica, cui si aggiungono Firenze e Roma, mentre le restanti regioni sicollocano in un quadrante di marginalità.

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Struttura dell’occupazione

In base al Censimento Intermedio del 1996, su un complesso di 124.857 addetti siavevano 93.609 dipendenti pari al 75% del totale degli addetti e 31.248 indipendenti.Le variazioni registrate nel periodo tra il Censimento e l’anno 2000, attraversol’analisi del data-base dell’Associazione e dei risultati dell’Indagine sulla strutturaoccupazionale, indicano una riduzione dei dipendenti dell’4,1%. Restringendo ilcampo di osservazione all’ultimo biennio risulta tuttavia che il 45% delle aziende haaumentato l’occupazione rispetto al 1998, il 42% l’ha diminuita ed il restante 13% haconfermato i livelli occupazionali di due anni prima.

Ripartizione del personale per categoria e sesso

Qualifiche % Maschi % Femmine % TotaleApprendisti 0,3 0,1 0,4Operai 57,7 12,8 70,5Impiegati/Quadri 18,7 10,3 29,1Totale 76,7 23,2 100,0

Fonte: Assografici

Proseguendo la disamina dei dati relativi alla categoria posizionale del personaledipendente derivati da un’indagine effettuata a campione su 24 stabilimenti grafici dimedie e grandi dimensioni, che nel 1998 occupavano 4.478 dipendenti si è potutoverificare che gli operai rappresentavano il 70,5% degli occupati, gli impiegati e iquadri costituivano il 29,1% mentre gli apprendisti solo lo 0,4%. La presenzafemminile aveva una aliquota superiore tra gli operai rispetto agli impiegati enell’insieme totalizzava il 23,2% del complesso delle persone occupate.

Dalla medesima indagine risultava una percentuale ancora molto bassa di occupatipart-time sul totale dei dipendenti (1,3%) con una netta prevalenza delle femmine(5,1%) rispetto ai maschi (0,3%). Inoltre, il ricorso a forme di lavoro parzialerisultava più frequente tra gli impiegati (3,2%) che tra gli operai data la difficoltà, perquesti ultimi, di conciliare l’orario ridotto con l’organizzazione del processoproduttivo.

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Considerazioni conclusive

E’ indubbio che, avvenimenti politici, cadute di barriere doganali e processi diliberalizzazione e di deregolamentazione delle comunicazioni stanno avendo notevolieffetti sui clienti degli stampatori e sui consumatori di prodotti stampati. Ma inparticolare la struttura dei costi della tecnologia, che ha reso intercomunicanti latrasmissione delle immagini, dei suoni e dei dati, si evolve nel senso di una sempreminore sensibilità delle comunicazioni a distanza, il che porta al decadimento delpresupposto di una dimensione nazionale dei settori della comunicazione. Le diverselingue rappresentano ancora una effettiva barriera alla commercializzazione di ununico prodotto nei diversi paesi ma, ciononostante, si verificano significativicambiamenti nei prodotti editoriali poiché le reti danno la possibilità di:

◊ stampare vicino ai mercati dove si intendono distribuire i prodotti◊ realizzare lavori complessi in paesi ad alta tecnologia e lasciare i più semplici nei

paesi a basso costo di manodopera◊ spostare di anno in anno la produzione laddove i costi di distribuzione - cioè le

varie componenti della logistica - sono più efficienti ed economiche.

Un cambiamento impensabile rispetto ad un recente passato allorché le case editriciitaliane attribuivano un forte rilievo alla possibilità di utilizzare uno stabilimentografico locale, cioè situato entro i 100 ed i 250 chilometri, mentre per i quotidiani ilproblema, già allora, non si poneva in maniera evidente poiché, nella maggiore partedei casi, venivano prodotti in imprese integrate.

La strategia è dunque quella di operare a due livelli: oltre frontiera, ovunque siapossibile combinare attività in comune, quando è economicamente vantaggioso, eall’interno del proprio mercato segmentando l’offerta per rispondere ai mutamentidei gusti e delle abitudini dei consumatori. E’ questa una sfida cui deve risponderel’industria grafica ma, poiché nulla accade per caso, saranno le aziende a doverprendere le decisioni circa il grado di integrazione o di alleanza strategica.

In ragione della numerizzazione sempre più estesa - coloro che possiedono imessaggi in forma digitale potranno decidere chi ne sarà l’utilizzatore - le aziendegrafiche stanno cercando di definire con rapidità le strategie necessarie per

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raggiungere la massa critica e tecnologica al fine di gestire economicamente gli affariin un mercato sempre più grande. I cambiamenti in atto hanno un impatto in quelloche può rappresentare il secondo processo della comunicazione: il momentoindustriale produttivo, ovvero la stampa.

Tradizionalmente la struttura organizzativa dei maggiori gruppi europei è integratariunendo nella proprietà la casa editrice, gli stabilimenti di stampa e la distribuzione.Tuttavia le recenti tendenze, le ristrutturazioni in corso, le fusioni e le dismissionifanno presagire uno scenario diverso.

Sembra esserci un disimpegno dei grandi editori dalle attività industriali, nelle qualituttavia tendono a mantenere delle quote minoritarie di partecipazione azionaria. Cisi avvia quindi verso un differenziazione più marcata tra sistema competitivo dinicchia e di volume. Nel primo si ricercano aree di elevata specializzazione, a diversilivelli, capaci di soddisfare i gusti specifici della clientela e di differenziarenotevolmente l’offerta. Nel secondo, indispensabile per certi prodotti editoriali, siassiste alla concentrazione di impianti di grande capacità che portano a rilevantieconomie di scala.

L’altra variabile da considerare è ovviamente connessa con l’evoluzione del prodottografico. Nei prossimi anni un insieme di fattori orienteranno, in un senso o in unaltro, le specifiche dei prodotti e dei servizi delle arti grafiche. Fare previsioni sucome potrà cambiare il prodotto stampato, definirne le caratteristiche merceologicheed i settori di impiego, è praticamente impossibile. Tuttavia talune indagini predittivefatte da Associazioni Internazionali e da Centri di Ricerca indicano che la cartarimarrà ancora per lungo tempo il più importante media per la pubblicità europea emolte aree produttive dell’industria grafica, non solo rimarranno al riparo dainfluenze esterne, ma continueranno a presentare margini di crescita nei prossimianni.

Un indicatore interessante circa la possibilità/probabilità di sviluppo del mercatografico di un paese è costituito dal rapporto tra fatturato dell’industria grafica epopolazione. Scegliendo questo rapporto possiamo dire che un giapponese spendemediamente l’1,4% del suo reddito in acquisto di prodotti grafici, un nord americanol’1,2% come un abitante dell’Unione Europea, mentre un europeo dell’Est o unabitante dell’America Latina spendono lo 0,9%.

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L’impatto imprevedibile è quello derivante dall’espansione del mercato dellamultimedialità, che determinerà una profonda ristrutturazione del settore con ilconseguente consolidamento di tante piccole aziende in grosse unità produttive, alfine di ridurre i costi legati ad inefficienze gestionali e organizzative.

Gli altri fattori da valutare saranno l’impatto derivante dalle nuove tecnologiedigitali, che superata la fase di sperimentazione saranno sempre più integrate nelprocesso produttivo, l’evolvere della pubblicità e la tempistica per la realizzazionedei messaggi.

La questione è di sapere se la soluzione si trova nella diversificazione o nellaconcentrazione. Ma la risposta non può valere per tutti. Tuttavia l’evoluzione vaindubbiamente in direzione della cooperazione.

Elementi per un’analisi SWOT

Nell’analisi che valuta i punti di forza, di debolezza, le opportunità e le minacce perle imprese grafiche si trovano elementi che si intersecano e spesso possono assumereforme contraddittorie all’interno dell’analisi in ragione del servizio, del processo dispecializzazione o del prodotto offerto dall’impresa, nonché dalle sue dimensioni estrategie di mercato.

Punti di forza Esperienza consolidata e varietà di competenze sviluppate dalle imprese Buona posizione nelle relazioni internazionali per i grandi gruppi Parco macchine in continuo aggiornamento, elevata innovazione tecnologica Cultura della qualità del prodotto e accentuazione della componente di servizio

Opportunità Sviluppo di una cultura di relazioni internazionali, specie con i paesi emergenti Tentativo di realizzare la produzione vicino ai mercati di riferimento Concentrazione su modalità di produzione ad alta tecnologia, lasciando quelle

più semplici ai Paesi in cui la manodopera risulti avere un costo basso Flessibilità nelle linee produttive, adattandosi alle richieste dell’utenza, anche a

quelle più “difficili” e “complesse” Realizzazione di alleanze e forme di partenariato

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Riorganizzazione dei flussi produttivi in ragione di una sempre più estesadigitalizzazione

Crescente importanza della formazione e dell’aggiornamento tecnicoprofessionale.

Punti di debolezza Dimensione delle imprese (piccole, specie al confronto con altri Paesi europei e

non) Concorrenza da parte di aziende in precedenza fornitrici di servizi alle stesse

imprese grafiche Diffusione piuttosto capillare della grafica “fai da te”, grazie alle tecnologie

informatiche alla portata di tutti Forte competizione che determina bassa redditività e sottocapitalizzazione delle

aziende rispetto alla media europea.

Minacce Paesi emergenti Parcellizzazione della produzione Non prevedibilità, per i prossimi anni, delle specifiche dei prodotti e dei servizi

delle arti grafiche In particolare, difficile prevedibilità dell’impatto futuro delle nuove tecnologie

digitali, dell’evolvere della pubblicità, della tempistica per la realizzazione deimessaggi

In generale, relazioni, ad oggi ancora ambigue, fra il mondo della carta e quellodell’informatica

Forte concentrazione degli acquirenti di prodotti grafici e modalità di selezionedei fornitori.

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L’industria cartotecnica trasformatrice

La struttura dell’industria cartotecnica trasformatrice

Le seguenti tabelle consentono di valutare la struttura dell’industria cartotecnicatrasformatrice italiana che Assografici rappresenta, delineandone le dimensioni, ladistribuzione sul territorio e la forma giuridica.

Distribuzione per segmento

Settori N. Imprese % N. Addetti %

Carta e cartoni ondulati e imballaggi 1.883 42,2 32.787 50,5Prodotti uso domestico e igienico sanitario 330 7,4 7.920 12,2Prodotti cartotecnici 1.448 32,5 17.368 26,8Carta da parati 17 0,4 614 0,9Altri articoli di carta e di cartone 784 17,6 6.210 9,6

Totale 4.462 100,0 64.899 100,0

Fonte: Elaborazione Assografici su Censimento Intermedio Istat anno 1996

N.B.: Per addetto si intende la persona indipendente e dipendente occupata presso l’azienda censita.

Rispetto al Censimento del 1991 le aziende aumentano dell’5,5%, gli addetti dello0,3%, mentre la taglia media dell’impresa si mantiene attorno ai 15 dipendenti.Limitando l’osservazione alle unità produttive si nota, rispetto al Censimento 1991,una crescita del 28% nel meridione, un contemporaneo aumento del 6% nel Centroed una stasi nel Nord.

Tra il 1996 ed il 2000 Unioncamere segnala una diminuzione dell’1,4% delle ditteattive nel comparto cartario/cartotecnico la cui spiegazione va ricercata in unprocesso di razionalizzazione settoriale determinato da incorporazioni e cessazioni diaziende e parallelamente l’occupazione dovrebbe essersi ridotta dell’1,6%.

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Monografia sull’industria grafica, cartotecnica e trasformatrice in Italia 41.

Distribuzione per classi di addetti

Addetti N. Imprese % N. Addetti % Addetti/Impresa

fino a 19 addetti 3.789 84,9 20.842 32,1 6da 20 a 49 addetti 464 10,4 13.733 21,2 30da 50 a 99 addetti 115 2,6 8.215 12,6 71100 e oltre 94 2,1 22.109 34,1 235

Totale 4.462 100,0 64.899 100,0 15

Fonte: Elaborazione Assografici su Censimento Intermedio Istat, anno 1996

Il settore presenta un elevato grado di frammentazione dato che circa l’85% delleaziende ha meno di 20 dipendenti. Le aziende che occupano più di 100 addetti sono94 ed in parte appartengono a grandi gruppi nazionali o multinazionali, integrati conproduzioni cartarie.

Distribuzione delle imprese per forma giuridica(% delle imprese attive al 31.12.2000)

Società di capitali39%

Altre forme2%

Ditte individuali29%

Società di persone30%

Fonte: Elaborazione Assografici su dati Infocamere

Rielaborando i dati editi dalla Società di Informatica delle Camere di CommercioItaliane si rileva che le società di capitale prevalgono sulle altre forme di impresa.Esse infatti rappresentano ben il 39% del totale delle imprese attive; quelle gestitesotto forma di società di persone sono il 30%, le imprese individuali ammontano al29%, mentre il restante 2% è rappresentato da altre forme giuridiche.

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Pur con le dovute cautele nel raffrontare i dati del Censimento Istat del 1991 allecifre di Infocamere, rileviamo un aumento di 6 punti percentuali del peso delleaziende costituite sotto forma di società di capitali ed una diminuzione di 6 puntipercentuali delle imprese individuali.

Distribuzione geografica delle aziende

Regioni Imprese % Addetti %

Valle d'Aosta 1 0,0 5 0,0Piemonte 347 7,8 6.687 10,3Lombardia 1.235 27,7 19.899 30,7Trentino Alto Adige 31 0,7 685 1,1Veneto 481 10,8 7.818 12,0Friuli Venezia Giulia 58 1,3 1.046 1,6Liguria 70 1,6 949 1,5Emilia Romagna 358 8,0 4.916 7,6Toscana 560 12,6 7.856 12,1Umbria 106 2,4 1.482 2,3Marche 220 4,9 2.447 3,8Lazio 225 5,0 3.601 5,5Abruzzo 98 2,2 2.427 3,7Molise 7 0,2 202 0,3Campania 268 6,0 2.511 3,9Puglia 149 3,3 1.105 1,7Basilicata 18 0,4 55 0,1Calabria 42 0,9 137 0,2Sicilia 160 3,6 770 1,2Sardegna 28 0,6 301 0,5Totale 4.462 100,0 64.899 100,0

Nord 2.581 57,8 42.005 64,7Centro 1.216 27,3 18.015 27,8Sud 665 14,9 4.879 7,5

Fonte: Elaborazione Assografici su dati Istat

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1

Distribuzione geografica delle imprese

347

Monografia sull’industria grafica, cartotecnica e trasformatric

58

481

358

70

220

560

106

225

e in

98

Italia

7

149

18

42

160

28

268

31

1.235

43.

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Nelle regioni del Nord, al 57,8% di aziende corrisponde l’aliquota più elevata del64,7% degli addetti. Ciò costituisce il primo sintomo della diversa ampiezza deglistabilimenti nelle varie aree del paese.

La Lombardia si conferma quale principale regione dove prosperano le aziendecartotecniche/trasformatrici con oltre ¼ delle imprese ed un 30% degli addetti totali,al secondo posto si collocano la Toscana, caratterizzata dai distretti di Lucca eFirenze, ed il Veneto.

Le regioni nelle quali si notano complessi produttivi di taglia mediamente più elevatisono Abruzzo e Molise (25 addetti per azienda). Hanno dimensioni medie piùpiccole, sempre in termini di addetti, gli stabilimenti ubicati in Basilicata e Calabria(3 addetti per azienda).

Dall’incrocio dei dati del Censimento 1996 con i dati Infocamere dell’anno 2000 sirileva una diminuzione delle aziende cartarie e cartotecniche (-1,4%) che si èmanifestata in modo diverso tra le varie regioni.

I decrementi più elevati della media hanno interessato quasi tutte le regioni delCentro Nord (-2,9%) con le uniche eccezioni del Trentino Alto Adige (+40,7%),delle Marche (+6,8%), del Lazio (+2,8%) e dell’Emilia Romagna (+1,8%). In tutto ilSud la crescita degli stabilimenti ha sfiorato il 5% ma Basilicata e Calabria mettono asegno aumenti del 33% e del 17%. In contro corrente si è mossa la Sicilia che haregistrato una diminuzione del 5,8% degli stabilimenti.

Distribuzione delle aziende cartotecniche e trasformatrici per periodo di costituzione

Periodi N. aziende %

Dal 1850 al 1899 6 3,9Dal 1900 al 1949 29 19,0Dal 1950 al 1959 14 9,1Dal 1960 al 1969 29 19,0Dal 1970 al 1979 28 18,3Dal 1980 al 1989 33 21,6Dal 1990 al 1999 14 9,1

Totale 153 100,0

Fonte: Assografici

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La ricerca condotta su un campione di aziende che rappresenta circa il 50% delleaziende aderenti ad Assografici, evidenzia che poco meno di un terzo delle industriesi è costituita negli ultimi 20 anni e se estendiamo l’osservazione gli ultimi 40 anni lapercentuale sale al 68%.

Fatturato

Dall’analisi dei dati espressi in termini reali si può osservare che, in analogia aquanto avvenuto nel 1995, nello scorso anno il fatturato è aumentato in terminirilevanti a seguito del parziale trasferimento sui prezzi di vendita degli aumentiancora più elevati registrati nei prezzi di acquisto delle materie prime cartacee,dell’energia e dei servizi di trasporto.

Fatturato dell’industria cartotecnica trasformatrice

Anni Fatturato Var. %(Mld correnti)

1995 11.200 24,41996 10.380 -7,31997 10.380 0,01998 10.650 2,61999 10.900 2,32000 12.500 14,7

Fonte: Assografici

Nel periodo 1995/2000 il settore registra una crescita nominale del fatturatodell’11,6% contro una inflazione del 12,1% che determina una variazione reale pari a–0,5 punti percentuali. Nello stesso periodo le retribuzioni contrattuali sono cresciutedel 14% ed i prezzi delle carte del 22,3%.

Questo dato conferma il malessere del settore nel quale le imprese cartotecnichetrasformatrici, in forte competizione tra loro, si trovano in posizione di strutturaledebolezza nei confronti delle politiche di acquisto praticate dalle grandi aziendemultinazionali.

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Distribuzione per fatturato

Settori N. Aziende con meno N. Aziende con piùdi 10 miliardi lire/anno di 10 miliardi lire/anno

Fabbricazione di carta e cartoni ondulati e di imballaggi in carta e cartone 1.433 110Fabbricazione di prodotti cartotecnici 1.591 85Fabbricazione di altri articoli di carta e cartoni 915 22

Totale 3.939 217

Fonte: Sogei – Ministero delle Finanze

N.B.: Ai fini degli studi di settore non sono state considerate le aziende che fabbricano prodotti in cartaper uso domestico e igienico sanitario e le aziende produttrici di carte da parati.

Nel 1996 il 5,2% delle imprese superava la soglia dei 10 miliardi di lire di fatturato.Oggigiorno con la forte dinamica rialzista dei prezzi delle carte e dei cartoni ed aseguito delle fusioni operate la situazione dovrebbe essersi modificata in senso piùeuropeo.

Dal data-base Assografici risulta infatti che 29 aziende, su 205 che hanno fornito idati, hanno fatturato oltre 50 miliardi nell’anno 2000 e nello stesso tempo 90 aziendehanno superato la cifra di affari di 10 miliardi di lire. Tra il 1997 ed il 2000 il 59%delle aziende ha aumentato il proprio giro di affari, mentre il 35% lo ha visto ridursie il 6% ha realizzato nell’anno 2000 lo stesso fatturato di 3 anni prima.

Prodotti offerti La ricerca condotta utilizzando il data-base di Assografici su un campione di 275aziende associate che applicano il CCNL dell’industria cartotecnica-trasformatrice,rileva la varietà dei prodotti offerti in cui assume prevalenza la fabbricazione dicartone ondulato e relativi imballaggi e, come si può notare scorrendo la tabellaseguente, gran parte delle aziende si dedicano alla produzione di imballaggi chestanno assumendo sempre maggiore importanza fra le componenti del marketing-mixdi prodotto.

Rispetto all’indagine condotta quattro anni fa si registrano lievi variazioni dovute perlo più a cessazioni di attività e a incorporazioni di aziende.

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Prodotti offerti Panel Assograficianno 1996 anno 2000

Cartone ondulato e relativi imballaggi 38% 37%Astucci e scatole pieghevoli 16% 15%Imballaggi flessibili 10% 12%Scatole in cartone rigido 12% 10%Tubi in cartone 4% 4%Articoli igienico e sanitari 4% 4%Articoli cartotecnici per scuola, ufficio e cartoleria 4% 3%Sacchetti e shopper 3% 3%Sacchi carta 4% 3%Carta decorativa e fantasia 3% 3%Buste per corrispondenza 4% 2%Giochi e giocattoli in carta e cartone 2% 2%Vassoi, piatti, bicchieri ecc. 2% 2% Carta da involgere e da banco 2% 2%Carte da parati 2% 1%Altre lavorazioni 10% 7%

Fonte : Assografici (risposte multiple)

Investimenti

Le strategie di investimento delle aziende cartotecniche trasformatrici sono orientatesia all’innovazione di processo che di prodotto.

Il ciclo degli investimenti(Investimenti in macchinari ed attrezzature in miliardi di lire)

Variabili 1998 1999 2000

Consumo totale di macchine da stampa, di converting, di legatoria e cartotecnica,di macchine e materiali di preparazione della forma 2.153 2.258 2.506Indice 100 105 116di cui:- Macchine per cartotecnica e legatoria 427 503 605 Indice 100 118 142

Fonte: Acimga

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Le rilevazioni di fonte Acimga indicano, per il triennio 1998/2000, un aumento degliinvestimenti in macchinari del 41,6% con un trend di accrescimento medio annuoattorno al 20% ed una incidenza sul fatturato di quasi il 5% per il rinnovo del parcomacchine.

La dinamica degli investimenti ha generato una sovracapacità di produzione di circail 25% superiore alla domanda. Un problema endemico che sta diventando strutturalepoiché rinvia al quesito di fondo della flessibilità, quale elemento essenziale dellastruttura organizzativa delle imprese, per adeguarsi ad un mercato meno definibile eprevedibile rispetto al passato che sempre più spesso chiede di ridurre drasticamentei tempi di consegna e di disporre di campionature in serie limitate da testare epersonalizzare.

Grado di utilizzo degli impianti

Industria cartotecnica trasformatrice 1998 1999 2000

Valori percentuali 77,9 77,1 78,9Variazioni percentuali -0,5 -1,0 2,3

Fonte: Isae

Nel 2000 il tasso di utilizzo degli impianti, rilevato dall’Isae, si colloca al 78,9%, cherappresenta il livello più elevato degli ultimi cinque anni, con una progressione del2,3% sull’intero anno 1999.

Struttura dei costi

L’incidenza percentuale delle singole voci di spesa varia in funzione del valore dellematerie trasformate, dell’organizzazione aziendale e della specializzazioneproduttiva.

Il costo delle materie prime incide ad esempio attorno al 70% nella lavorazione dialcuni tubi in cartone, scende verso il 60% nella produzione del cartone ondulato etocca valori mediamente più bassi per taluni prodotti per ufficio. Anche il costo dellavoro varia tra il 30% ed il 65%. Inoltre vi è una estrema variabilità anche perquanto riguarda le lavorazioni effettuate all’esterno, le spese di trasporto ed i costigenerali.

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L’andamento produttivo

Nella tabella e nelle considerazioni che seguono ci siamo attenuti alla definizione diindustria cartotecnica trasformatrice dell’Istat in cui sono rilevati taluni segmenti cheutilizzano tecnologie di stampa.

Produzione – Indici Istat (1995=100)

Settori 1998 1999 2000 Var.% mediaannua 1995/2000

Prodotto interno lordo 1,8 1,9 2,9 2,0

Totale Fabbricazione articoli di carta e cartone:numeri indici 106,0 111,3 116,4variazioni percentuali 3,0 5,0 4,6 3,3Astucci e scatole pieghevoli numeri indici 103,5 104,6 116,5variazioni percentuali -1,1 1,1 11,4 3,3Sacchi di carta a grande contenutonumeri indici 96,1 99,1 104,1variazioni percentuali -4,9 3,1 5,0 0,8Imballaggi flessibilinumeri indici 104,5 103,9 111,8variazioni percentuali 5,2 -0,6 7,6 2,4Carte e cartoni ondulatinumeri indici 105,9 111,2 112,0variazioni percentuali 0,3 5,0 0,7 2,4Articoli igienici e sanitarinumeri indici 105,3 118,4 117,2variazioni percentuali 6,3 12,5 -1,0 3,4Buste da lettera commerciali a sacchetto numeri indici 102,2 110,1 158,1variazioni percentuali -3,1 7,7 43,6 11,6Carte trattate per usi industrialinumeri indici 111,5 112,8 119,5variazioni percentuali 9,7 1,2 5,9 3,9

Fonte: Elaborazione Assografici su dati Istat

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Una prima considerazione da farsi è che il settore, almeno negli ultimi cinque anni, ècresciuto più velocemente del Pil e per quanto riguarda il futuro la domandadovrebbe mantenersi in discreta crescita, con un ruolo dell’imballaggio che èdestinato a crescere qualitativamente per far fronte alle molte esigenze di sviluppodel paese.

Gli indici della produzione pubblicati dall’Istat indicano un aumento del 4,6% che faseguito al 5% del 1999. Il fatturato cresce del 14,7% mentre i prezzi alla produzionesalgono del 10%.

L’affermarsi di tendenze relativamente più favorevoli ha consentito di chiuderel’anno 2000 con una serie di variazioni positive per i vari comparti, mentre gliarticoli igienici e sanitari arretrano di un 1%. Per astucci pieghevoli, imballaggiflessibili e cartone ondulato gli indici Istat registrano rispettivamente degliincrementi dell’11,4%, del 7,6% e dello 0,8%, ma tali variazioni risultano inaffidabilipoiché quegli stessi segmenti erano stati interessati da effetti distorsivi connessi alcambio di base della rilevazione, come pure per le buste. Per cui, anche in questocaso, torna utile esaminare i consuntivi resi disponibili dai Gruppi Nazionali dispecializzazione, operanti nell’ambito associativo, che rappresentano oltre il 75% delmercato. Il cartone ondulato cresce del 7,4% in quantità e del 5,2% in superficie, gliastucci e le scatole pieghevoli sono progrediti del 4% in tonnellate, gli imballaggiflessibili evidenziano un incremento di quasi il 4% in volume e di poco più del 6% infatturato con una quota di esportazione che supera il 50%.

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I principali segmenti

Per una corretta analisi è opportuno prendere in considerazione separatamente iprincipali comparti. La diversità dei prodotti e dei mercati di sbocco rende infattinecessario effettuare una valutazione delle singole realtà produttive.

Industrie cartotecniche

Buste per corrispondenza

Il settore è formato da una quindicina di aziende, con circa seicento dipendenti, di cuiuna con oltre 120 dipendenti. Secondo le stime del Gruppo Produttori Buste lacrescita è stata in linea con quella dell’industria cartotecnica trasformatrice e si sonotrasformate 45 mila tonnellate di carta fatturando 200 miliardi.

Dopo la grave crisi degli anni passati, che ha causato un forte taglio della produzionecon la conseguente uscita dal mercato di alcuni operatori, il settore sta orariprendendosi a seguito dell’aumento degli invii di stampe pubblicitarie e dellapreferenza accordata da alcuni operatori – ex monopolisti – alle buste per laspedizione di bollette e fatture invece dei moduli autoimbustanti prodotti da aziendedel settore grafico.

L’evoluzione tecnologica degli ultimi anni ha aumentato le prestazioni dellemacchine incrementandone sensibilmente la velocità. Spesso, però, vicino ai nuoviimpianti si sono mantenuti operativi anche i vecchi per cui l’eccedenza produttiva èaumentata.

La tendenza va comunque verso una crescita moderata dei flussi anche in virtù di unmigliorato servizio postale. Tuttavia non si può far a meno di notare che nei paesi incui sono maggiormente diffuse le tecnologie di comunicazione e di informazionemultimediale si assiste ad una perdita di ruolo delle buste in carta sostituite dall’usocrescente di documenti elettronici ed e-mail.

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Astucci e scatole pieghevoli

In sensibile sviluppo fino alla fine degli anni ottanta, sembrano essere entrati in unafase di maturità. Tuttavia, il settore è contraddistinto da una interessante evoluzionetecnologica e costituisce sempre più un aspetto essenziale dei processi didistribuzione, presentazione e vendita dei prodotti.

La produzione di astucci risulta distribuita in un numero elevato di aziende di cuisolo una piccola parte raggiunge dimensioni industriali, mentre la maggioranza sicaratterizza per la natura artigianale del processo di lavorazione. La realizzazione diquesto tipo di imballaggio sembra assestarsi verso una fase di maturità, mentre itradizionali mercati di sbocco mostrano, negli ultimi anni, una scarsa vivacità. Siregistra inoltre una concorrenza sempre più agguerrita di prodotti sostitutivi realizzatiin prevalenza in plastica che viene contrastata valorizzando l’uso del cartoncino nellarealizzazione di nuovi prodotti (come ad esempio i blister ed i cluster) ed innovandole caratteristiche tecniche della materia prima impiegata.

1998 1999 2000

Produzione in 000 ton. 551 570 593Numero addetti 8.100Numero aziende 300Fatturato (miliardi di lire) 2.000

Fonte: Gifasp – Gruppo Italiano Fabbricanti Astucci e Scatole Pieghevoli

Sicuramente nel passato le piccolissime aziende che caratterizzano il nostropanorama industriale sono state un fattore di successo. Tuttavia oggi, ciò apparevalido avendo come unico orizzonte il mercato italiano. Se ci si deve confrontare conil mercato europeo o mondiale, ci si trova di fronte a regole e situazioni differenti cuibisogna adeguarsi per cui, nel settore, si dovrebbero affermare dei processi diaccorpamento e di acquisizione.

Il problema della competitività dipende soprattutto dalla possibilità di eliminare oabbassare tutti quei costi esterni di sistema che pesano sulla produzione.

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Imballaggi flessibili

Miglioramenti nella tecnologica dei materiali e della stampa consentono al settoreuna potenzialità di sviluppo di medio periodo interessante. Analizzando le tendenzein atto nei principali settori di utilizzo finale (prodotti da forno, paste alimentari,confetteria, cioccolato e caffè) le prospettive di impiego degli imballaggi flessibili inaccoppiato si presentano soddisfacenti.

L’incremento produttivo viene assorbito interamente dal mercato estero, mentre iquantitativi venduti sul mercato nazionale tendono a rimanere stabili. Si tratta infattidi un segmento che, rispetto agli altri del settore cartotecnico e trasformatore, èancora più fortemente rivolto verso l’estero, dato che l’export rappresenta oltre il50% del volume di affari complessivo.

Questa peculiarità preserva le aziende produttrici dagli andamenti ciclici del mercatointerno in quanto rimane sempre la possibilità di trasferire l’offerta sui mercati esteri.

La forte propensione all’export rappresenta tuttavia anche un limite poiché ilprocesso di concentrazione mondiale dei settori clienti (in particolare alimentari,caffè, prodotti farmaceutici e cosmetici) rischia di indebolire il potere contrattualedei produttori di imballaggi. Il timore è quindi quello di un allargamento dellacompetizione tra le aziende del segmento a livello mondiale al fine di aggiudicarsi lecommesse dei clienti strategicamente più importanti, fenomeno che potrà causarel’uscita di unità produttive marginali e, di conseguenza, una maggioreconcentrazione interna.

1998 1999 2000

Produzione in 000 ton. 157 157 163Numero addetti 3.500Numero aziende 30Fatturato (miliardi di lire) 1.465

Fonte: Giflex – Gruppo Imballaggio Flessibile

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Sacchi carta a grande contenuto

E’ un comparto formato da una dozzina di aziende di medie e grosse dimensioni.Dopo un periodo di stasi (biennio 1997/1998) ha fatto registrare un discreto sviluppodovuto alla ripresa delle costruzioni ed alla possibilità di accoppiamento con altrimateriali, in particolare la plastica, che per altro verso si presenta almeno in alcuniimpieghi, come possibile materiale sostitutivo.

Nell’anno 2000, il segmento dei sacchi a grande contenuto ha registrato una crescitain numero di sacchi prodotti del 6,5% confermando la ripresa del settore che si eraevidenziata nel 1999. Edilizia, chimica e agricoltura sono i comparti trainanti diquesta ripresa. I maggiori quantitativi prodotti dalle aziende sono stati destinatiall’esportazione. Sul mercato interno, invece, la domanda è rimasta debole,nonostante la prospettiva di condizioni favorevoli, come ad esempio, le facilitazionifiscali per le ristrutturazioni edilizie.

1999 2000

Numero di sacchi prodotti 1.433.449.713 1.526.607.382Numero aziende 12

Fonte: Gipsac - Gruppo Italiano Produttori Sacchi Carta

A questo comparto si deve poi aggiungere quello dei sacchetti di piccole e mediedimensioni e degli shoppers nel quale operano una cinquantina di aziende di cuialcune rappresentano diversificazioni produttive delle aziende produttrici di sacchi agrande contenuto.

Articoli igienici e sanitari

Il comparto del tissue ha attuato una fase di convergenza con l’industria cartariaintegrandosi verticalmente. La tendenza alla concentrazione è anche il risultato di unprocesso di razionalizzazione che, all’interno del comparto, vede la permanenza delleaziende più efficienti e meglio preparate a fronteggiare le sfide competitive. Icambiamenti più significativi che ne sono derivati non solo hanno interessato,ampliandola, la gamma dei prodotti offerti ma anche le iniziative strategicheintraprese (per esempio perseguendo una vera e propria strategia di marca per

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rendersi riconoscibile dai clienti e ritagliarsi una specifica quota di mercato), lacultura aziendale maggiormente orientata alla clientela, la struttura organizzativa incui ha assunto crescente importanza l’area commerciale.

Il mercato internazionale è dominato dalle grandi multinazionali del settore, per lopiù nordamericane. In Italia operano sia cartiere di piccole e medie dimensioni,integrate con l’attività cartotecnica, che sono gestite familiarmente o hanno una basepadronale ben individuabile, sia aziende di più grandi dimensioni, integrate a valle,che dispongono di una larga base azionaria, in genere di provenienza straniera.

La fase attraversata dal comparto si caratterizza per le buone prospettive di crescitadella domanda che, fatta eccezione per il Nord America e alcuni paesi europei,continua ad essere in forte espansione. Nel settore esistono anche delle aziendecartotecniche non integrate che acquistano le bobine madri e le trasformano inprodotti finiti. Di norma producono carte per comunità ed è raro che abbiano unproprio marchio, oppure si sono specializzate nella stampa flessografica a più colorie nelle varie tecniche di goffratura che costituiscono un processo determinante perinnalzare il livello qualitativo del prodotto finale.

Tubi in cartone

La produzione di tutti i tubi in cartone costituisce un settore ben definito nel qualeoperano una sessantina di imprese, di cui l’80% con meno di 20 dipendenti, con circa900 addetti.

Dal punto di vista geografico Lombardia e Toscana sono le regioni in cui siconcentra ben l’80% dei siti produttivi, mentre da un punto di vista strutturale èpossibile segmentare il settore in relazione all’assetto organizzativo in cui figurano leimprese integrate con le cartiere, i gruppi con più unità produttive e lavorazionidiversificate, le imprese indipendenti e le micro imprese artigianali cherappresentano il 60% del totale.

Il tubo in cartone trova gli utilizzi principali nel settore carta (25%), nel tessile(28%), nei film e imballaggi plastici (34%) e nastri adesivi (12%). A tali settoriprincipali, occorre aggiungere la domanda di settori marginali che vanno dai laminatimetallici, tubi per l’edilizia, tubetti per petardi, contenitori di munizioni, barattoli perimballaggi, regali e spedizioni, ecc.

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Il “tubo in cartone” è un prodotto sicuramente maturo che si trova al centro di unintreccio complesso di relazione con altri settori a monte, a valle e collaterali ed incui giocano un ruolo non secondario la variabile del prezzo delle materie prime cheper molte lavorazioni supera il 60%, la delocalizzazione all’estero degli impianti diproduzioni (industria tessile) e la concorrenza di prodotti sostitutivi che si stannoaffermando nel settore farmaceutico e nel campo dei prodotti refrigerati che vengonospediti in versione asettica e sottovuoto. Da qui nascono le forti tensioniconcorrenziali i cui effetti non possono che essere negativi per l’ampia fascia diimprese minori con possibile intervento in Italia di gruppi esteri che, a livelloeuropeo, si presentano fortemente concentrati.

In prospettiva quindi si dovrebbe assistere ad una evoluzione del settore in senso piùmoderno con imprese più grandi e probabilmente integrate con la produzionecartaria.

1998 1999 2000

Produzione in 000 ton. 138 140 143Numero addetti 900Numero aziende 60

Fonte: Gruppo Produttori Tubi in cartone

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Industrie della trasformazione della carta e del cartone

Carte da parati

L’Italia è oggi in coda alla classifica europea del consumo di carte da parati e negliultimi anni il mercato interno ha continuato a contrarsi. In questo contesto si assistead una progressiva riduzione e ristrutturazione degli operatori presenti nel mercato enello stesso tempo ad una innovazione di prodotto a maggior contenuto tecnologicoche ha fortemente accentuato la competitività del parato italiano, esportato per il70%.

Il problema principale è rappresentato dal nodo delle garanzie dei creditiall’esportazione, poiché in questo momento i mercati più interessanti si stannorivelando quelli ad alta instabilità economica o politica, mentre i mercati europei enord americano sono fortemente competitivi e presidiati da produttori locali.

1998 1999 2000

Produzione in 000 ton. (solo carte supporto) 12 11 12Numero addetti 600Numero aziende 13Fatturato (miliardi di lire) 200

Fonte: Assoparati

Cartone ondulato

E’ il materiale a più vasta diffusione settoriale e grazie alla sua funzioneessenzialmente di imballaggio da trasporto ha sempre fatto registrare una fortevitalità con una crescita che perdura ormai da 18 anni consecutivamente, anche sepurtroppo la congiuntura degli ultimi tempi non è altrettanto favorevole dal punto divista della redditività aziendale a causa dei considerevoli aumenti dei costi dellematerie prime e dei combustibili.

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Inoltre la capacità produttiva è cresciuta (nel settore già esisteva una eccedenzavalutabile in un 30%), non solo per l’apertura di nuovi stabilimenti ma anche per ilpotenziamento di quelli esistenti, due fatti che rendono più aspra la competizione.

Negli ultimi anni il settore ha compiuto un rilevante sforzo di ammodernamentotecnologico sia in termini di innovazioni di processo che di miglioramento costantedel prodotto, nell’intento di assicurare agli utilizzatori finali prestazioni adeguate e ditutta tranquillità.

Tra i settori rappresentati da Assografici, il settore della produzione del cartoneondulato è forse il più internazionalizzato con una presenza di partecipazioni estereche raggiunge il 50% della produzione.

Il 63% della produzione trae origine dagli stabilimenti situati in Emilia Romagna,Lombardia e Toscana. Il Triveneto rappresenta il 13%, mentre il Piemonte e laLiguria assieme valgono l’8% cioè poco più di quanto totalizzano Lazio, Umbria eAbruzzo. Le altre regioni del Centro Sud partecipano per il restante 8%. A livelloeuropeo il segmento del cartone ondulato si colloca al secondo posto dopo laGermania.

1998 1999 2000

Produzione in 000 ton. 3.126 3.297 3.540Numero addetti 7.000Numero aziende 66

Fonte: Gifco - Gruppo Italiano Fabbricanti Cartone Ondulato

Nel settore operano anche 800 scatolifici che occupano all’incirca 6.000 addetti erappresentano circa il 48% del venduto.

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Internazionalizzazione

In una indagine promossa dal Cnel nel 1996 concernente l’internazionalizzazioneproduttiva, risultava che 57 imprese industriali italiane del settore “Carta eCartotecnica” erano partecipate da imprese estere. Con i loro quasi circa 15 milaaddetti e poco meno di 7 mila miliardi di lire di fatturato rappresentavano poco menodel 2% delle imprese, il 20% dei dipendenti ed il 30% del fatturato.L’attivismo delle grandi multinazionali europee, alla ricerca di forti economie discala, ha determinato un aumento della presenza estera sul mercato italianodell’imballaggio, pratica resa ancora più evidente dall’adozione della ragione socialeestera.

Nella classifica europea dei produttori di articoli in carta e cartone l’Italia, conun’aliquota del 16% della produzione totale dell’Unione Europea, si situa al quartoposto superata di poco da Francia e Gran Bretagna che totalizzano un 17% ciascunoe dalla Germania che copre il 24% del mercato dell’Unione.

Commercio estero

Per quanto riguarda il commercio estero i dati Istat, dell’anno 2000, indicano che leesportazioni, di cui alla Nomenclatura Doganale compresa tra le voci 48.17 e 48.23con l’aggiunta della voce 48.14, realizzano 3.547 miliardi di lire conseguendo unaumento del 19,2%, mentre le importazioni si portano a 1.255 miliardi di lire(+18,8%) favorendo il formarsi di un surplus di 2.292 miliardi di lire che si traducein una crescita del 19,4%.

Le due principali voci di esportazione sono costituite dai prodotti in carta per usodomestico e sanitario (1.263 miliardi di lire) e dalle scatole, sacchi, imballaggi vari incarta e cartone (1.005 miliardi di lire) che realizzano, rispettivamente aumenti del12,4% e del 23,6%. Prosegue e si accentua la vocazione esportativa degli articoli perscuola, ufficio e cartoleria (+49,7%), dei tubi in cartone (41,2%), dei prodotti vari incarta e cartone (+17,7%), delle carte da parati (+12%) e dei prodotti percorrispondenza (+4,5%).

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Quanto alla destinazione dei beni, oltre i due quinti delle esportazioni si indirizzanoverso Francia e Germania che sono i nostri principali partner economici.

Prodotti della cartotecnica e della trasformazione

Settori 1998 1999 2000 Var. %00/98

Importazioni in miliardi di lire

Carte da parati 19 19 20 5,3Prodotti cartotecnici per corrispondenza 10 13 20 100,0Prodotti in carta per uso domestico e sanitario 278 263 333 19,8Scatole, sacchi e imballaggi vari in carta e cartone 222 241 249 12,2Articoli per scuola, ufficio e cartoleria 78 93 99 26,9Etichette 78 79 87 11,5Tubi, anime e tubetti in cartone 9 8 11 22,2Altri prodotti in carta e cartone 344 340 435 26,5

Totale 1.038 1.056 1.255 20,9

Esportazioni in miliardi di lire

Carte da parati 145 142 159 9,7Prodotti cartotecnici per corrispondenza 42 44 46 9,5Prodotti in carta per uso domestico e sanitario 1.105 1.124 1.263 14,3Scatole, sacchi e imballaggi vari in carta e cartone 814 813 1.005 23,5Articoli per scuola, ufficio e cartoleria 205 197 295 43,9Etichette 119 125 150 26,1Tubi, anime e tubetti in cartone 16 17 24 50,0Altri prodotti in carta e cartone 501 514 605 20,8

Totale 2.947 2.976 3.547 20,4

Saldo 1.909 1.920 2.292 20,1

Fonte: Istat

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Monografia sull’industria grafica, cartotecnica e trasformatrice in Italia 61.

Principali paesi di provenienza e destinazione dei prodotti della cartotecnica e della trasformazione

1999 2000Paesi Quota % (a) Paesi Quota % (a)

Principali paesi di provenienza

Germania 28,0 Germania 27,8Francia 18,0 Francia 21,1Finlandia 8,0 Paesi Bassi 8,6Belgio Lussemburgo 8,0 Austria 3,8Svezia 6,0 Belgio Lussemburgo 3,5Paesi Ue 87,0 Paesi Ue 80,8

Principali paesi di destinazione

Germania 21,1 Germania 23,8Francia 20,2 Francia 20,7Regno Unito 8,0 Regno Unito 5,5Spagna 7,0 Spagna 5,0Belgio Lussemburgo 4,0 Grecia 3,8Paesi Ue 71,0 Paesi Ue 71,8

Fonte: Elaborazioni Assografici su dati Istat (a) Quote calcolate su dati in valore

Diversamente dal settore grafico le esportazioni del settore cartotecnicotrasformatore vantano una maggiore copertura geografica. Lombardia, Toscana ePiemonte rimangono saldamente ai primi posti, concentrando il 52% delleesportazioni che per la Toscana provengono prevalentemente dal distretto dellaLucchesia. L’asse adriatico formato da Friuli Venezia Giulia, Veneto, EmiliaRomagna, Marche e Abruzzo detiene il 25%. Il Trentino Alto Adige rappresentacirca il 6% superato di poco da Lazio e Campania che insieme totalizzano un 7%. Lealtre regioni partecipano all’esportazione per il restante 10%.

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Struttura dell’occupazione

In base al Censimento Intermedio del 1996, su un complesso di 64.899 addetti siavevano 57.686 dipendenti pari all’88,9% del totale degli addetti e 7.313indipendenti. Le variazioni registrate nel periodo tra il Censimento e l’anno 2000,attraverso l’analisi del data-base dell’Associazione e dei risultati dell’Indagine sullastruttura occupazionale, indicano una riduzione dei dipendenti dell’1,6%.Restringendo il campo di osservazione all’ultimo biennio risulta tuttavia che il 50%delle aziende ha aumentato l’occupazione rispetto al 1998, il 35% l’ha diminuita ed ilrestante 15% ha confermato i livelli occupazionali di due anni prima.

Ripartizione del personale per categoria e sesso

Qualifiche % Maschi % Femmine % TotaleApprendisti 0,2 0,0 0,2Operai 65,1 14,3 79,4Impiegati/Quadri 12,4 8,0 20,4Totale 77,7 22,3 100,0

Fonte: Assografici

Sulla base di un’indagine effettuata a campione su 12 stabilimenti cartotecnici dimedie e grandi dimensioni che nel 1998 occupavano 1.387 dipendenti, si è potutoverificare che gli operai rappresentavano il 79,4% degli occupati, gli impiegati e iquadri costituivano il 20,4% mentre gli apprendisti assommavano allo 0,2%. Lapresenza femminile aveva un’aliquota superiore tra gli operai rispetto agli impiegatie nell’insieme totalizzava il 22,3% del complesso delle persone occupate .

Dalla stessa indagine risultava una percentuale ancora molto bassa di occupati part-time sul totale dei dipendenti (2,3%) con una netta prevalenza delle femmine (2,2%)rispetto ai maschi (0,1%). Inoltre, il ricorso a forme di lavoro parziale risultava piùfrequente tra gli operai (1,6%) che tra gli impiegati.

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Considerazioni conclusive

Gli elementi raccolti inducono ad esprimere alcune valutazione di carattere generale.

Come in tutti i settori frammentati le aziende si sono ritagliate degli spazi competitivispecializzandosi su determinati prodotti, concentrandosi su mercati di sbocco, ofornendo un certo ambito geografico.

In termini dimensionali si registra la presenza di numerose aziende a carattereartigianale con pochi miliardi di fatturato e di aziende più strutturate o di gruppiguida che in alcuni comparti possono influenzare la struttura e l’evoluzione delsettore.

Alla situazione di frammentazione ha certamente concorso, per alcuni segmenti, lascarsa consistenza delle barriere di ingresso e da competenze che tendono a diventareselettive solo nel caso in cui ci si propone quali fornitori di multinazionali.

Come per il settore grafico, l’insieme della struttura dell’industria cartotecnicatrasformatrice appare diversa rispetto all’estero per la rilevante presenza di piccoleimprese che alimentano la competizione basata sul prezzo.

Molti prodotti dell’industria cartotecnica trasformatrice sono nello stadio dellamaturità per cui devono essere riprogettati e personalizzati con nuove soluzionirichieste dai clienti altrimenti si prestano a venire sostituiti con altri materiali che aprima vista sembrano incorporare vantaggi, economici o di servizio, in misurasuperiore.

La dinamica di sostituzione non è soltanto con altri materiali o tecnologie (plastica,ferro, alluminio, vetro, internet) ma si connota anche all’interno dei comparticartotecnici/trasformatori con effetti di sostituzione tra astucci, casse in cartoneondulato, imballaggi flessibili, imballaggi neutri con etichette ecc.

Inoltre il settore deve confrontarsi con le concentrazioni in atto in numerosi settori disbocco e la riorganizzazione delle grandi multinazionali (cosmetica, alimentare,chimico-farmaceutico, automobilistico tanto per citare degli esempi) che stanno

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chiudendo gli uffici acquisti nazionali per concentrare e compattare le funzioni in“centri di acquisto” presso la sede della capo gruppo o in portali nei quali presentarele offerte o partecipare ad aste competitive. Per le piccole e medie imprese ilmutamento assume un aspetto tale che scardina i rapporti tradizionali ed abbassa lacapacità competitiva del nostro sistema di imprese poiché sembra verificarsi unagravitazione dell’ordine in aree più vicine ai centri di acquisto, con unagerarchizzazione di accordi tra imprese capo fila che acquisiscono l’ordine esubfornitori locali in competizione tra loro. In questo contesto le piccole e medieimprese italiane sono fortemente esposte alla globalizzazione dei mercati a causa delloro ridotto potenziale di produzione.

Un’ultima considerazione deve essere dedicata ai fornitori delle materie prime chehanno avviato un processo di concentrazione con strategie di integrazione, in talunicomparti, di industrie cartotecniche trasformatrici europee e nazionali che inducono adeterminare uno scenario nel quale le piccole e medie imprese cartotecniche siritroveranno ancora più in condizione di debolezza nei rapporti con i loro fornitori, ilcui potere contrattuale può influenzare il livello dei prezzi.

Per fronteggiare questi cambiamenti le aziende italiane dovranno individuare ladimensione ottimale per competere e sviluppare dei comportamenti strategici chepotrebbero portare ad una crescita dimensionale in senso europeo o al ritagliarsi distrategie di nicchia, in un mercato locale, sviluppando dei prodotti o dei serviziinnovativi.

Il processo comporterà una selezione che sarà tanto più rapida qualora lacompetizione esistente e il dualismo, grande fornitore/grande cliente, determinerannoun progressivo calo della redditività con un conseguente deterioramentodell’equilibrio patrimoniale e finanziario.

Infine non è da sottovalutare l’influenza della variabile ambientale ed ecologicacome fattore condizionante dello sviluppo delle imprese, soprattutto attraverso lanormativa dei vari paesi.

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Elementi per un’analisi SWOT

Strenghts, weaknesses, opportunities, threats: questi quattro elementi alla basedell’analisi Swot si trovano intersecati e spesso in posizioni contraddittorie.

Tra i punti di forza si pongono sicuramente l’esperienza consolidata e la varietà dicompetenze sviluppate dalle imprese che hanno una cultura della qualità, affinata dalgusto e da un parco macchine continuamente aggiornato.

I punti di debolezza sono determinati dalle ridotte dimensioni delle imprese chehanno difficoltà a gestire i costi ambientali, da una forte competizione che causa unabbassamento della redditività e una sottocapitalizzazione delle aziende rispetto allamedia europea. Inoltre i costi energetici sono tra i più alti in Europa.

Le opportunità sono determinate dalla riorganizzazione dei flussi produttivi perrendere più flessibili le linee produttive che si devono adattare alle richiestedell’utenza anche più difficili e complesse. Il rinnovamento porta a nuove possibilitàoccupazionali, soprattutto se ben qualificate, e al superamento di atteggiamentiindividualisti che potranno alimentare dei processi di concentrazione.

Le minacce sono quelle di non riuscire a cogliere le opportunità di rinnovamento equelle derivanti dalla forte concentrazione degli acquirenti che determinano lemodalità di selezione dei fornitori, ma liberano anche spazi per imprese di nicchia.

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ITALIANA

INDUSTRIE GRAFICHE

CARTOTECNICHE E TRASFORMATRICI

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