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ARTEFATTI E SEGNI NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA Alessia Zardi Insegnante scuola dell’infanzia I.C. Castellucchio (MN) Mantova 13 ottobre 2014

Artefatti e Segni

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Artefatti e segni - Fonte web

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  • ARTEFATTI E SEGNINELLA SCUOLA DELLINFANZIA

    Alessia ZardiInsegnante scuola dellinfanzia I.C. Castellucchio (MN)

    Mantova

    13 ottobre 2014

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    ARTEFATTO

    Che cos un artefatto?

    Donald A. Norman, in Things that make us smart (1993), definisce gli artefatti come congegni artificiali

    che espandono le nostre possibilit. In particolare gli artefatti cognitivi

    sono strumenti di pensiero che completano le capacit della mente rafforzandone i poteri.

    Norman D.A. (1993), Le cose che ci fanno intelligenti, trad. it. Milano, Feltrinelli, 1995, p.55.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    ARTEFATTIARTEFATTI DI NATURA FISICA carta e matita/penna lavagna e gesso computer calcolatrice pallottoliere abaco compasso

    ARTEFATTI DI NATURA MENTALE linguaggio scrittura e lettura logica aritmetica e geometria informatica procedure e routines strategie di memorizzazione

    In realt, qualunque cosa inventata dalluomo per potenziare il proprio pensiero o le proprie azioni un artefatto, vuoi che si tratti di una realt fisica materialmente costruita o manufatta,

    vuoi che sia di natura mentale e venga dunque insegnata/appresa.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    DOPPIA NATURA DEGLI ARTEFATTI

    ARTEFATTO

    aspetto pragmatico o esperienziale che permette al soggetto di modificare

    lambiente circostante

    ORIENTAMENTO VERSO LESTERNO

    ORIENTAMENTO VERSO LINTERNO

    aspetto riflessivo che permette al soggetto di sviluppare lintelligenza

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    ARTEFATTO - STRUMENTOPierre Rabardel distingue tra artefatto e strumento.

    ARTEFATTO oggetto materiale o simbolico di per s,

    non dipendente dal suo utilizzatore

    STRUMENTO entit mista che comprende sia

    componenti relative alle caratteristiche dellartefatto sia componenti riconducibili agli schemi duso adottati dal soggetto

    Gli schemi duso impiegati nella risoluzione di un compito dipendono dallartefatto, variano a seconda del compito e, per uno stesso compito, variano da individuo a individuo.

    Rabardel P. (1997), Gli strumenti delluomo, in Ergonomia, 9/1997, p.4; disponibile on line: http://www.ergonomia.info/archivio/rabardel/html.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    GENESI STRUMENTALEOgni artefatto pu divenire strumento attraverso un processo di

    genesi strumentale

    Luso di uno strumento non mai neutrale, in quanto determina una mobilitazione e una conseguente

    riorganizzazione delle strutture cognitive del soggetto chiamato a confrontare, selezionare e combinare schemi sociali e individuali

    nei quali confluiscono, peraltro, componenti di carattere psicologico.

    elaborazione di schemi duso personali da parte del soggetto

    appropriazione di schemi duso sociali pre-esistenti

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    PROSPETTIVA VYGOTSKIANAVygotskij considerando la dimensione evolutiva dei fenomeni cognitivi e linterrelazione di fattori biologici, storici e socio-culturali nel processo dello sviluppo, pone a fondamento dello studio della mente umana la

    legge genetica generale dello sviluppo culturale secondo la quale:

    ogni funzione nel corso dello sviluppo culturale del bambino fa la sua apparizione due volte, su due piani diversi, prima su quello sociale, poi su quello psicologico, dapprima tra le persone, come categoria

    interpsichica, poi allinterno del bambino, come categoria intrapsichica.

    Vygotskij L.S. (1974), Storia dello sviluppo delle funzioni psichiche superiori, trad. it. Firenze, Giunti, 2009, p.211.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    INTERIORIZZAZIONELinteriorizzazione o internalizzazione un processo di carattere

    evolutivo che comporta la ricostruzione interna di unoperazione esterna.

    PASSAGGIO COMPLESSO NON SEMPLICE E IMMEDIATO

    Il processo di interiorizzazione non consiste nel trasferimento di unoperazione esterna su di un preesistente piano mentale interno,

    ma implica una ristrutturazione di questultimo piano che si attua attraverso processi di tipo semiotico. La costruzione della conoscenza individuale

    richiede esperienze sociali condivise che comportano la produzione e linterpretazione di segni.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    INTERIORIZZAZIONEI diversi sistemi di segni che permettono di comunicare sono indispensabili strumenti dellattivit sociale che,

    progressivamente interiorizzati, divengono fondamentali anche per lattivit individuale.

    ESEMPIO VYGOTSKIANO GESTO DELLINDICARE

    (mancata azione di prensione del bambino che la madre interpreta come un gesto dotato di significato

    che il bambino a sua volta comprende e sostituisce allazione originaria)

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE

    Il processo di interiorizzazione determina lo sviluppo cognitivo nei limiti di quella che Vygotskij definisce

    come zona di sviluppo prossimale. In questo spazio metaforico, lapprendimento si attua attraverso

    linterazione sociale tra individui pi e meno esperti. La zona di sviluppo prossimale (o area di sviluppo potenziale) la

    distanza tra il livello effettivo di sviluppo cos come determinato dal problem-solving autonomo e il livello di sviluppo potenziale coscome determinato attraverso il problem-solving sotto la guida di un adulto o in collaborazione con i propri pari pi capaci.

    Vygotskij L.S. (1930-60), Il processo cognitivo, trad. it. Torino, Boringhieri, 1987 p.127.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    RUOLO DELLINSEGNANTENel contesto scolastico linsegnante riveste

    un ruolo centrale di mediazione

    INSEGNANTE come MEDIATORE CULTURALEportavoce delleredit culturale

    di un determinato gruppo e periodo storico in grado di spostare sempre pi avanti

    la zona di sviluppo prossimale dei suoi allievi in modo intenzionale e sistematico.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    MEDIAZIONE SEMIOTICAI comportamentisti individuano in ogni atto comportamentale

    una risposta dellorganismo a uno stimolo fornitogli dallambiente, secondo lo schema stimolo-risposta: S R Per Vygotskij un tale schema pu spiegare

    i processi psichici elementari (istinti e riflessi innati o acquisiti), ma non quelli che presiedono alle funzioni psichiche superiori

    (attenzione volontaria, memoria logica, formazione dei concetti). Per essi bisogna supporre uno stimolo di secondo grado (segno X)

    che instaura un nuovo rapporto tra i due termini della relazione:

    S R

    X

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    MEDIAZIONE SEMIOTICAQuesto legame intermedio tra stimolo e risposta

    non semplicemente un metodo per migliorare i tempi o la qualit della risposta, ma uno stimolo ausiliario che,

    pur essendo estrinseco, permette allindividuo di controllare il suo comportamento.

    Al semplice processo stimolo-risposta si sostituisce unazione complessa e mediata che,

    inibendo il naturale impulso di reazione diretta, trasferisce a un livello qualitativamente nuovo

    loperazione mentale.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    ARTEFATTI E SEGNIPer Vygotskij il segno rappresenta una sorta

    di mediatore tra lindividuo e il suo ambientein grado di favorire quel passaggio tra esterno e interno

    che caratterizza il processo di interiorizzazione.

    I segni prodotti nei processi di interiorizzazione sono mezzi per supportare e sviluppare le attivit mentali,

    cos come lo sono gli artefattiin rapporto alle attivit pratiche.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    ESTERNALIZZAZIONELa funzione strumentale del segno risulta evidente anche

    nellesternalizzazione di processi interni(ex. nodo al fazzoletto per ricordare qualcosa).

    Anche i segni matematici, in quanto rappresentazioni esterne

    di concetti mentali astratti, svolgono la funzione strumentale

    di rendere maggiormente tangibili questi stessi concetti.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    QUADRO TEORICO DI BARTOLINI BUSSI MARIOTTI

    Bartolini Bussi M.G., Mariotti M.A. (2009), Mediazione semiotica nella didattica della matematica: artefatti e segni nella tradizione di Vygotskij, in Linsegnamento della matematica e delle scienze integrate,

    Treviso, CRDM, vol. 32, sez. A-B, pp.270-294.

    ARTEFATTO

    CONSEGNA (compito o problema)

    SEGNI/TESTI SITUATI

    SEGNI/TESTI MATEMATICI

    SAPERE MATEMATICO

    bambino/i

    insegnante/cultura

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Triangolo del potenziale semiotico

    POLISEMIA dellARTEFATTO

    Lartefatto -da un lato-

    si lega a un compitoaccessibile allallievo

    -dallaltro-si lega a un sapere matematico

    accessibile allinsegnante.

    consegna (compito o problema)

    sapere matematico

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Il piano dellallievo

    La consegna predisposta dallinsegnante genera unintensa attivit semiotica

    che produce tracce di vario tipo (gestuali, verbali, grafiche); tali tracce sono segni fortemente legati al contesto,

    ma il loro carattere situato pu evolvere verso segni pi convenzionaliriconducibili al sapere matematico.

    Tracce o segni/testi situati

    consegna

    attivit semiotica

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    La catena semiotica SEGNI ARTEFATTO tracce prodotte dagli allievi durante

    lattivit svolta con lartefatto; hanno un carattere contestualizzato e il soggetto vi attribuisce significati personali.

    SEGNI PIVOT segni intermedi che fanno da perno

    tra gli schemi duso del soggetto e la conoscenza matematica incorporata nellartefatto.

    SEGNI MATEMATICI oggetti dellinsegnamento

    matematico che si caratterizzano per una maggiore generalizzazione e formalit.

    segni artefatto

    segni pivot

    segni matematici

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Il piano dellinsegnanteLinsegnante,

    consapevole della duplice relazione che lartefatto intrattiene con il compito e con il sapere,

    lo adotta come strumento di mediazione semiotica, rivestendo il ruolo di mediatore culturale.

    segni/testi matematici

    sapere matematico

    mediazione culturale

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    TRACCE (gestuali, verbali,

    grafiche)CONSEGNA

    (compito o problema)

    SAPERE MATEMATICO

    SEGNI/TESTI MATEMATICI

    attivit semiotica

    mediazione culturale

    linsegnante progetta la consegna

    linsegnante gestisce la trasformazioneARTEFATTO

    piano dellallievo

    piano dellinsegnante

    an

    alisi a

    prio

    ri

    an

    alisi a

    po

    sterio

    ri

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    CICLO DIDATTICOCICLO DIDATTICO

    PRODUZIONE INDIVIDUALE

    DI SEGNI(disegni, mappe, schemi, testi)

    PRODUZIONE COLLETTIVA

    DI SEGNI(discussione matematica orchestrata

    dallinsegnante)

    ATTIVITA CON LARTEFATTO

    (esecuzione di un compito e/o soluzione

    di un problema)

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    DISCUSSIONE MATEMATICABartolini Bussi, Boni e Ferri affermano che:

    una discussione matematica una polifonia di voci

    articolate su un oggetto matematico (concetto, problema, procedura, ecc.),

    che costituisce un motivodellattivit di insegnamento-apprendimento.

    Bartolini Bussi M.G., Boni M., Ferri F. (2005), Interazione sociale e conoscenza a scuola: la discussione matematica, Modena, CDE, p.7.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    DISCUSSIONE MATEMATICALinsegnante introduce la discussione esplicitandone

    chiaramente loggetto, ovvero il tema/motivo per il quale si discute, e orienta i diversi interventi, le voci degli allievi,

    evitando che il discorso diventi dispersivo.

    Nella discussione matematica: trovano spazio tutte le voci che esprimono una relazione

    col motivo che la anima (non solo quelle in sintonia con la voce dellinsegnante);

    linsegnante si fa portavoce del sapere matematico verso cui tende il processo di insegnamento-apprendimento.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    LABORATORIO DI MATEMATICAAllinterno del quadro teorico della mediazione semiotica,

    il laboratorio di matematica riveste un ruolo di primo piano per limportanza che in esso assumono

    luso di strumenti e le interazioni sociali.

    LABORATORIO DI MATEMATICA: non necessariamente un luogo fisico diverso dalla classe; pu ricordare una bottega rinascimentale (apprendisti che

    imparano dal confronto diretto con soggetti esperti); coinvolge persone (allievi e insegnanti), strutture (aule, strumenti,

    organizzazione di spazi e tempi), idee (progetti, sperimentazioni).

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    QUALI CONSEGNE?Tra le consegne utili che un insegnante pu assegnare ci sono

    quelle che Bartolini Bussi definisce le buone domande, che consentono unesplorazione dellartefatto finalizzata

    alla costruzione di significati matematici:

    Che cos? importanza del pensiero narrativo Come fatto? ergonomia dellartefatto (aspetto fisico) Che cosa fa? funzionalit dellartefatto (aspetto

    pratico-funzionale) Perch lo fa? esplorazione dei significati matematici

    incorporati nellartefattoBartolini Bussi M.G. (2011), Artefatti e segni nellinsegnamento-apprendimento della matematica: i primi anni, in Damore B., Sbaragli S. (2011), Un quarto di secolo al servizio della didattica della matematica, Bologna,

    Pitagora Editrice, Atti del Convegno Incontri con la Matematica n.25 (Castel San Pietro Terme, novembre 2011).

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Bee-bot un gioco programmabile che ricorda unape

    in grado di muoversi nello spazio in base ai comandi

    che gli vengono impartiti digitando una semplice tastiera

    posizionata sul suo dorso.

    BeeBee--botbotChe cosChe cos??

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    La storia di Bee-bot1967: nel Laboratorio di Intelligenza Artificiale del MIT

    Seymour Papert inventa il linguaggio di programmazione LOGO

    GEOMETRIA DELLA TARTARUGA

    TARTARUGA DA PAVIMENTO

    TARTARUGA VIRTUALE MicroMondi

    BEE-BOT FOCUS ON BEE-BOT (software)

    isomorfismo

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Geometria della Tartaruga

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Geometria della TartartugaPropriet essenziali che permettono alla Tartaruga

    e a Bee-bot di veicolare significati matematici: posizione

    orientamento dinamismo.

    Queste tre propriet permettono al bambino di identificarsi con lartefatto sfruttando la conoscenza empirica che possiede del suo corpo e dei suoi movimenti

    per avvicinarsi ai concetti della geometria formale. Papert S. (1980), Mindstorms Bambini computers e creativit, trad. it. Torino, Emme Edizioni, 1984.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Bee-botCome fatto e come funziona?

    Base di forma ellittica con due interruttori: POWER aziona il movimento e il lampeggiamento d'occhi che l'accompagna; SOUND regola la produzione di suoni al termine di una sequenza di movimenti.

    Nella base sono inserite due ruote e una sferetta d'acciaio rotante che impedisce a Bee-bot di oscillare avanti e indietro mantenendolo orizzontale sulle due ruote.

    Sul fondo presente un attacco forato al quale si possono agganciare elementi trainabili e inserire una punta scrivente.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Bee-botCome fatto e come funziona?

    Sul dorso a cupola sono presenti sette tasti funzione:

    due tasti-freccia arancioni avanti e indietrofanno avanzare e indietreggiare Bee-bot in linea retta di 15 centimetri;

    due tasti-freccia arancioni destra e sinistralo fanno ruotare intorno a un asse verticale, rispettivamente in senso orario e antiorario, di 90 gradi;

    due tasti blu con le scritte CLEAR e PAUSE(il primo serve a cancellare una programmazione, il secondo a inserire una pausa nella stessa per fermare momentaneamente l'avanzamento dell'ape);

    il tasto verde di forma rotonda GO attiva le funzioni precedentemente descritte.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Lanalisi a prioridel potenziale semiotico

    di Bee-botpermette di individuare significati

    riconducibili al sapere aritmetico,

    geometrico e informatico.

    BeeBee--botbotChe cosa fa e Che cosa fa e perchperch lo fa?lo fa?

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Sapere aritmeticoLutilizzo di Bee-bot si rivela utile nellacquisizione

    e nel consolidamento del concetto di numero.

    ASPETTO ORDINALE Individuare la sequenza dei comandi utilizzati per realizzare un

    percorso (relazione dordine come fondamentale presupposto della programmazione).

    ASPETTO CARDINALE Osservare la corrispondenza biunivoca tra il numero di istruzioni

    impartite e il numero di movimenti di Bee-bot; distinguere sottoinsiemi nellinsieme delle mosse di Bee-bot (ex.

    passi-rotazioni, passi avanti-indietro, rotazioni a destra-a sinistra).

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Sapere aritmeticoASPETTO RICORSIVO Contare i movimenti di Bee-bot; contare le istruzioni che gli vengono impartite affinch li compia

    (pressione sui tasti-freccia come concreto supporto per contare). ASPETTO DI MISURA Utilizzare il passo dellape come unit di misura per effettuare

    misurazioni; misurare il passo di Bee-bot con strumenti pi o meno

    convenzionali. ASPETTO LINGUISTICO Elaborare strategie di verbalizzazione e trascrizione dei movimenti

    di Bee-bot (aspetto trasversale che agevola le attivit di confronto, ordinamento, conteggio e misurazione).

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Sapere geometrico Visualizzare e rappresentare percorsi nello spazio; Confrontarsi col concetto di sistema di riferimento e col

    problema del coordinamento dei punti di vista; Favorire lacquisizione della lateralizzazione; Fornire indicazioni spaziali; Riconoscere traiettorie aperte e chiuse; Visualizzare e rappresentare forme geometriche; Distinguere poligoni concavi e convessi; Indagare le propriet dei rettangoli;

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Sapere informatico Interagire con un giocattolo programmabile (concetti di

    input, output, feedback, debugging); Imparare a programmare attraverso lutilizzo dei vari

    tasti-funzione (tasti-freccia, PAUSE e CLEAR, tasto GO); Rivedere e correggere le procedure adottate senza

    paura di sbagliare (valenza costruttiva dellerrore); Accostarsi al concetto di memoria (tasto CLEAR); Inventare sistemi di notazione e linguaggi di

    programmazione (ex. listati);

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    TRAGUARDI FORMATIVITRAGUARDI FORMATIVIdellesperimento didattico proposto ai bambini della Scuola dellinfanzia di Campitello (MN)

    a.s. 2009-2010

    Orientamento spaziale e lateralizzazione Identificazione e ordinamento di punti di riferimento Misurazione di spazi con strumenti non convenzionali Comprensione della relativit del punto di vista Costruzione di modi di rappresentare lo spazio condivisi Capacit di fornire indicazioni spaziali

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    PRIMA DI BEE-BOTCONVERSAZIONE MATEMATICA

    Che cos lo spazio? Sapete indicarmi uno spazio che conoscete bene?

    Avete uno spazio preferito? Dov lo spazio? Dove possiamo trovarlo?

    ISTITUZIONALIZZAZIONELa conversazione durata circa mezzora.

    Alla fine tutti concordavano sul fatto che lo spazio ovunque: dentro e fuori tutte le cose e le figure rotonde,

    quadrate, triangolari come il tetto

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Conversazione matematicaInsegnante: Che cos lo spazio?Sebastiano: Una cosa grossa, grossa cos! (mostra con le braccia aperte unampia area davanti a s) Sofia: (forse influenzata dal gesto di Sebastiano) Lo spazio un rotondo. Ingrid: Lo spazio una cosa rotonda e blu che sta sopra di noi. Mitja: Lo spazio non una cosa sola tutto il mondo! Jacopo: Una persona, quando si sposta, lascia dello spazio libero per qualcun altro. [] Insegnante: Dov lo spazio? Dove possiamo trovarlo?Ingrid: Dentro alle cose rotonde c lo spazio. Mitja: S, se io faccio un cerchio dentro c lo spazio. Insegnante: E se io disegno un quadrato? (traccio una figura quadrata su un foglio) Tutti: Anche nel quadrato c lo spazio. Jacopo: Lo spazio c dentro a tutte le cose! Insegnante: E fuori? Sofia: Anche fuori, in giardino! Jacopo: Ma fuori dal cerchio non c nienteIngrid: Anche dentro se c un buco! (mostra ai compagni uno stendino circolare per i panni, presente

    nellangolo della cucina, nel quale infila un braccio per dimostrare la sua tesi) Hoyame: E vero, nei cerchi rotondi c solo un buco. Mitja: Ma nel buco ci puoi mettere delle cose; c posto per qualcosaSebastiano: Lo spazio c da tutte le parti, anche nei posti nascosti!

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    PRIMA DI BEE-BOTDISEGNA IL TUO SPAZIO PREFERITO

    Mitja: Il mio spazio preferito langolo delle costruzioni.

    Sofia: Il mio spazio preferito il giardino.

    Iris: Il mio spazio preferito il letto.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    PRIMA DI BEE-BOTGIOCHI DI ORIENTAMENTO IN SALA MOTORIA

    direzionalit e lateralit (avanti-indietro e sinistra-destra) rotazione (giro completo e mezzo giro) identificazione di punti di riferimento realizzazione della pianta della scuola con costruzioni

    giganti e con materiale psicomotorio

    PROBLEMA Come condurre i bambini alla misurazione e riduzione in

    scala degli spazi considerati?

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    PRIMA DI BEE-BOT

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    LARRIVO DI BEE-BOTLa scimmietta Bea (mediatore didattico) si era nascosta

    con un pacco regalo e un messaggio per i bambini

    Spazi pieni e spazi vuotilinee aperte e linee chiuse

    spazi grandi e piccolinidove sognano i bambini...Per capir come son fattiqui ci voglion gli artefatti

    e l'artefatto idealeviene dritto dall'alveare

    un alveare di fantasiagrande amico di geometria!

    Bee-bot

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Dalle consegne ai segni/testi situati

    ISTITUZIONALIZZAZIONE della conversazione matematica:

    Bee-bot unape che non vola, ma cammina. un robot molto preciso che ha una memoria. Pu andare AVANTI e INDIETRO, a SINISTRA e a DESTRA. Per farlo muovere bisogna premere il tasto verde GO. Se sbagli puoi cancellare col tasto blu CLEAR.

    Esplorazione dellartefatto

    prove di funzionamento ipotesi di utilizzo

    Mitja: Non vola, cammina avanti e indietro con le ruote e suona! Sofia: Sembra una macchinina con il muso dape! Insegnante: Va solo avanti e indietro?Giacomo: No, no, va anche dalle parti, perch pu girare. Vedi?

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    oltre i testi situati

    Il passo di Bee-botha sempre la stessa lunghezza o varia, cio a volte pi lungo

    altre pi corto?

    Il problema posto dallinsegnante, teso a verificare linvarianza del passo di Bee-bot,

    ha innescato il meccanismo di costruzione della griglia blu, un esempio di microspazio utile per esercizi relativi

    al coordinamento dei punti di vista.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    oltre i testi situatiRiuscireste a muovervi

    comodamente nella griglia blu

    di Bee-bot?

    La provocazione dellinsegnante ha indotto i bambini a ricercare ununit di misura per realizzare in sala motoria la griglia gialla dei bambini,

    un mesospazio idoneo a esercizi di orientamento spaziale.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Lettura di testi matematici

    Fornisci le indicazioni a un tuo amico e

    programma Bee-botper effettuare

    il percorso rappresentato.

    Linsegnante fornisce un testo matematico accessibile ai bambini per confermare le loro competenze e

    promuoverne levoluzione verso la verbalizzazione.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Scrittura di testi matematici

    Progetta un percorso per gli amici

    e per Bee-bot.

    I bambini producono testi matematicida somministrare agli amici e a Bee-bot e

    correggono insieme le loro procedure (debugging).

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    RIDESCRIZIONE RAPPRESENTAZIONALE

    La letto-scrittura di testi, favorisce processi di ridescrizione rappresentazionale.

    che implicano la riconfigurazione dei contenuti delle rappresentazioni interne in formati diversi,

    via via pi flessibili e sganciabili dal contesto di riferimento.

    la ridescrizione rappresentazionale un processo mediante il quale le informazioni implicite nella mente divengono in seguito

    conoscenze esplicite per la mente, prima in relazione a un dominio particolare e poi, eventualmente, ad altri.

    Karmiloff-Smith A. (1992), Oltre la mente modulare, trad.it. Bologna, Il Mulino, 1995.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Evoluzione dei testi situati

    Disegna la tua aula e gli spazi individuati

    al suo interno.

    Il passaggio da modalit personali (disegni realistici) a modalit convenzionali di rappresentare lo spazio

    (disegni in pianta) genera nei bambini il bisogno di misurare laula.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Evoluzione dei testi situati

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Misurare: con che cosa?

    Misurazione dellaula e dei suoi spazi interni.

    (Dopo alcune proposte) Iris: Il bastone della griglia gialla! Insegnante: Avete sentito lidea di Iris? Dice che potremmo usare il bastone che ci servito per costruire la griglia gialla, quello lungo quanto il passo di Sofia. Voi cosa ne dite? Tutti: SInsegnante: E come misuriamo col bastone? Facciamo cos? (Metto il bastone a terra in mezzo allaula e lo ribalto pi volte senza grande attenzione muovendomi verso una parete.) Tutti: NoooooIris: Se vai a caso ti viene un numero pi grande di 100Ingrid: Devi metterlo contro al muro (indica uno spigolo tra la parete e il pavimento) e fare tutto il giro Ma devi ricordarti dove parti e ritornare l! Mitja: Devi partire nellangolo e andare fino in fondo, ma servono tanti bastoniInsegnante: Ma noi ne abbiamo uno soloIris: Lo spostiamo e facciamo il segno come in palestra!

    Lattivit semiotica del gruppo sezione ha condotto i bambini,

    durante una conversazione matematica, allindividuazione dellunit di misura adatta.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    Dallaula dei bambini allaula di Bee-bot

    Rappresentazione in scala dellaula

    e degli spazi interni ad essa.

    Insegnante: Vi ricordate quanto misurava la griglia gialla? Bambini: S 6x6! Insegnante: 6x6 salti di canguro? 6x6 lingue di gatto? 6x6 code di topo? 6x6 cosa???Bambini: (ridono) 6x6 passometri!!! Insegnante: E la griglia blu? Bambini: 6x6 passi di Bee-bot. Insegnante: Si pu costruire unaula che misura 14x13 passi di Bee-bot? Bambini: S[] Insegnante: Come possiamo misurare 14x13 passi di Bee-bot? Hoyame: Schiacciamo 14 frecce AVANTI e poi GO.

    Dopo aver misurato laula reale col passometro, i bambini hanno stabilito che,

    per costruire unaula a misura di Bee-bot, era necessario rimpicciolire lunit di misura; cos iniziato il lavoro di riduzione in scala

    che ci ha portati a realizzare il nostro testo matematico.

  • Alessia Zardi (a.s. 2014-2015)

    conclusioniconclusioni

    Per i bambini della Scuola dellinfanzia di Campitello

    Bee-bot divenuto uno strumento

    di mediazione semioticautile al raggiungimento degli obiettivi formativi

    previsti dallinsegnante.