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Spes, l’ultima dea rimasta sulla Terra per evitare la di- sperazione dell’uomo, dice- vano gli antichi. Da credente, per chi scrive, la speranza è una virtù ed un valore insegnatoci dal Cristo Vivente. E sembra proprio che i napoletani debbano ag- grapparsi con tutte le loro forze alla speranza per il fu- turo della loro città la cui vi- vibilità diventa ogni giorno sempre più degradata. Agli atavici problemi di ieri si sono aggiunte tantissime questioni nuove determi- nate, in parte, dalla grave crisi di cui soffre l’intero Paese, ed in altra quota dalla incapacità manifesta di chi la governa. Gli abitanti di questa tanto bella quanto non fortunata metropoli cominciano la lotta col quotidiano già quando al mattino debbono recarsi al lavoro non sapendo se po- tranno raggiungere i rispet- tivi luoghi a causa di un servizio di trasporto pubblico che è solo un ricordo del pas- sato. Pochissimi, sporchi e mal funzionanti mezzi, quando i loro autisti non sono in sciopero, riescono a malapena a rispondere al trenta per cento delle esi- genze dei lavoratori. Se ci si avventura con i mezzi propri bisogna studiare a ta- volino il percorso a causa delle famigerate zone vietate al traffico volute dall’ammi- nistrazione che strozzano la viabilità in punti nevralgici della città, ma la massima attenzione va posta alle strade perché bisogna essere dei veri esperti per evitare le buche e le voragini di cui sono costellate. E non è il caso qui di ricordare che di- soccupazione e miseria sono diventati un’ endemia cro- nica. Resta solo la speranza, appunto. Pietro Funaro DAL MONDO PRIMO PIANO A fine anno ripartirà il Sistri pag.2 "Ambiente locale e archi- tettura": due concetti fon- damentali nell'era del progresso, dell'attenzione e della sensibilità sempre più crescente e diffusa. pag.5 All’Italia il primato mondiale di denominazioni certificate Ben 248 i prodotti di qualità italiani riconosciuti dal- l’Unione Europea. Il nostro Paese è il primo al mondo per numero di denomina- zioni certificate con 154 Dop, 92 Igp, 2 Stg. pag.9 pag.12 Intossicazione da biotossine algali La Regione propone una nuova delimitazione delle zone vulnerabili La Regione Campania ha ela- borato una nuova proposta di delimitazione delle zone vulne- rabili ai nitrati di origine agri- cola. La proposta, formulata anche con la collaborazione di Arpac, è contenuta nella deli- bera di Giunta regionale n. 56 dello scorso 7 marzo, pubbli- cata sul Burc dell’11 marzo. Il provvedimento della Giunta regionale si inserisce nel per- corso intrapreso dalle autorità italiane per applicare la diret- tiva 91/767 della Comunità eu- ropea, la cosiddetta direttiva “nitrati”. Mosca a pag.6 Certificare la salute dei territori: nasce con questo obiettivo in Campania il 'Marchio di qualità salute comunale'. Perché se la terra sta bene, i suoi frutti saranno migliori e po- tranno beneficiare del 'Marchio di qualità sa- lute dei prodotti', nato da un emendamento del presidente del gruppo Pse in Consiglio re- gionale della Campania, Gennaro Oliviero. a pag.11 Borsa Mediterranea del Turismo Lo scorso 7 aprile 2013 si è conclusa presso la Mostra d’Oltremare di Napoli la diciassette- sima edizione della Borsa Mediterranea del Turismo. Questa fiera, leader del mer- cato turistico del Me- diterraneo, rappre- senta un appunta- mento consolidato per tour operator, compa- gnie aeree e di cro- ciere, catene alberghiere, agenzie di viaggi, enti del turismo nazionale ed internazionale e aziende di servizi. Liguori a pag.15 Tafuro a pag.19 Riscoprire il cammino e non l’arrivo Benedetto Croce nel suo volume Sto- ria del Regno di Napoli (ediz. Laterza 1958 ristampa dell’edizione del 1924) fa di quest’ultimo una descrizione fe- lice e si sa che il “filosofo” era notoria- mente molto avaro di giudizi positivi! De Crescenzo-Lanza a pag.14 Storia della Campania Dagli Aragonesi al Vicereame Spagnolo L’“Aeroporto flessibile” di Amman Pannelli solari per uso domestico: il fisco dimezza il costo. Le spese per l’acquisto e la realizzazione di un impianto fotovol- taico per la produzione di energia elettrica, infatti, sono detrai- bili se l’apparecchiatura è al servizio dell’immobile residenziale. D’Auria a pag. 3 Pannelli solari: bonus fino al 50% NAPOLI: UNA CITTÀ CHE SPERA Il “marchio di qualità salute comunale” NATURA & BIODIVERSITÀ AMBIENTE & SALUTE AMBIENTE & TRADIZIONE Negli ultimi decenni il con- sumo di prodotti ittici sta aumentando il rischio di trasmissione di molte ma- lattie all’uomo, alcune delle quali riconducibili ad intossicazioni da biotossine algali. NATUR@MENTE Nitrati di origine agricola: nuova mappa PRIMO PIANO

Arpa Campania Ambiente n.7 del 2013

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magazine istituzionale dell'Arpa Campania

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Page 1: Arpa Campania Ambiente n.7 del 2013

Spes, l’ultima dea rimastasulla Terra per evitare la di-sperazione dell’uomo, dice-vano gli antichi. Dacredente, per chi scrive, lasperanza è una virtù ed unvalore insegnatoci dal CristoVivente. E sembra proprioche i napoletani debbano ag-grapparsi con tutte le loroforze alla speranza per il fu-turo della loro città la cui vi-vibilità diventa ogni giornosempre più degradata.Agli atavici problemi di ierisi sono aggiunte tantissimequestioni nuove determi-nate, in parte, dalla gravecrisi di cui soffre l’interoPaese, ed in altra quota dallaincapacità manifesta di chila governa.Gli abitanti di questa tantobella quanto non fortunatametropoli cominciano la lottacol quotidiano già quando almattino debbono recarsi allavoro non sapendo se po-tranno raggiungere i rispet-tivi luoghi a causa di unservizio di trasporto pubblicoche è solo un ricordo del pas-sato. Pochissimi, sporchi emal funzionanti mezzi,quando i loro autisti nonsono in sciopero, riescono amalapena a rispondere altrenta per cento delle esi-genze dei lavoratori. Se ci si avventura con i mezzipropri bisogna studiare a ta-volino il percorso a causadelle famigerate zone vietateal traffico volute dall’ammi-nistrazione che strozzano laviabilità in punti nevralgicidella città, ma la massimaattenzione va posta allestrade perché bisogna esseredei veri esperti per evitare lebuche e le voragini di cuisono costellate. E non è ilcaso qui di ricordare che di-soccupazione e miseria sonodiventati un’ endemia cro-nica. Resta solo la speranza,appunto.

Pietro Funaro

DAL MONDO

PRIMO PIANOA fine anno

ripartirà il Sistri

pag.2

"Ambiente locale e archi-tettura": due concetti fon-damentali nell'era delprogresso, dell'attenzionee della sensibilità semprepiù crescente e diffusa.

pag.5

All’Italia il primato mondiale di

denominazioni certificate

Ben 248 i prodotti di qualitàitaliani riconosciuti dal-l’Unione Europea. Il nostroPaese è il primo al mondoper numero di denomina-zioni certificate con 154Dop, 92 Igp, 2 Stg.

pag.9

pag.12

Intossicazione da biotossine algali

La Regione propone una nuova delimitazione delle zone vulnerabiliLa Regione Campania ha ela-borato una nuova proposta didelimitazione delle zone vulne-rabili ai nitrati di origine agri-cola. La proposta, formulataanche con la collaborazione diArpac, è contenuta nella deli-bera di Giunta regionale n. 56dello scorso 7 marzo, pubbli-cata sul Burc dell’11 marzo. Ilprovvedimento della Giuntaregionale si inserisce nel per-corso intrapreso dalle autoritàitaliane per applicare la diret-tiva 91/767 della Comunità eu-ropea, la cosiddetta direttiva“nitrati”.

Mosca a pag.6

Certificare la salute dei territori: nasce conquesto obiettivo in Campania il 'Marchio diqualità salute comunale'. Perché se la terrasta bene, i suoi frutti saranno migliori e po-tranno beneficiare del 'Marchio di qualità sa-lute dei prodotti', nato da un emendamentodel presidente del gruppo Pse in Consiglio re-gionale della Campania, Gennaro Oliviero.

a pag.11

Borsa Mediterranea del Turismo

Lo scorso 7 aprile 2013si è conclusa presso laMostra d’Oltremare diNapoli la diciassette-sima edizione dellaBorsa Mediterraneadel Turismo. Questafiera, leader del mer-cato turistico del Me-diterraneo, rappre-senta un appunta-mento consolidato pertour operator, compa-gnie aeree e di cro-ciere, catene alberghiere, agenzie di viaggi, entidel turismo nazionale ed internazionale eaziende di servizi.

Liguori a pag.15

Tafuro a pag.19

Riscoprire il cammino e non l’arrivo

Benedetto Croce nel suo volume Sto-ria del Regno di Napoli (ediz. Laterza1958 ristampa dell’edizione del 1924)fa di quest’ultimo una descrizione fe-lice e si sa che il “filosofo” era notoria-mente molto avaro di giudizi positivi!

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Storia della CampaniaDagli Aragonesi al Vicereame Spagnolo

L’“Aeroporto flessibile” di Amman

Pannelli solari per uso domestico: il fisco dimezza il costo. Lespese per l’acquisto e la realizzazione di un impianto fotovol-taico per la produzione di energia elettrica, infatti, sono detrai-bili se l’apparecchiatura è al servizio dell’immobile residenziale.

D’Auria a pag. 3

Pannelli solari: bonus fino al 50%

NAPOLI: UNA CITTÀCHE SPERA

Il “marchio di qualità salute comunale”

NATURA & BIODIVERSITÀ

AMBIENTE & SALUTE

AMBIENTE & TRADIZIONE

Negli ultimi decenni il con-sumo di prodotti ittici staaumentando il rischio ditrasmissione di molte ma-lattie all’uomo, alcunedelle quali riconducibili adintossicazioni da biotossinealgali.

NATUR@MENTE

Nitrati di origine agricola: nuova mappa

PRIMO PIANO

Page 2: Arpa Campania Ambiente n.7 del 2013

Il riciclo “intelligente” degli pneumaticiNuovo incontro al vertice tra Ministero dell’Ambiente e Ecopneus per “Carbon Footprint”

Anna Paparo

Ridurre l’impronta di carbo-nio dal recupero dei pneuma-tici dismessi? Da oggi si può,grazie all’accordo siglato tra ilMinistero dell’Ambiente edEcopneus, società no profitche si occupa del riciclo e delrecupero dei tanto ingom-branti PFU (pneumatici fuoriuso). Il progetto si inserisce nel piùgenerale piano di collabora-zioni spontanee promosso daldicastero ambientale e rivoltoalle aziende private per la ri-duzione dei gas serra emessi,ma soprattutto occupa unospazio importante nel sistemaspecifico di misurazione, ridu-zione e neutralizzazione del-l'impronta di carbonio dimanufatti realizzati congomma, derivante dal riciclo edal recupero di pneumaticifuori uso. Un’alleanza nataper il bene dell’ambiente, cheavrà la durata di dodici mesie punterà a raggiungerel’obiettivo primario di definireuna metodologia di calcolodell'impronta di carbonio ap-plicabile all'intero settore, in-sieme all'individuazione delle

possibili misure da attuareper ridurre le emissioni nelciclo di vita dei prodotti. Essarappresenta una tra le inizia-tive di eccellenza della colla-borazione pubblico-privatopromosse dal Ministero del-l’Ambiente nell’ambito delprogramma sulla valutazionedell’impronta ambientale, ov-

vero la quantità totale di gasserra emessi per la realizza-zione di un prodotto o di unservizio. C’è, poi, da sottoli-neare che Ecopneus è laprima società consortile adaderire all’iniziativa tra tuttele realtà italiane impegnatenel riciclo delle filiere di ri-fiuti ed è impegnata da sem-

pre in numerose attività di ri-cerca e di sperimentazione,volte alla massima valorizza-zione dei PFU e a creare lecondizioni idonee allo svi-luppo in Italia di un modernocomparto industriale del rici-clo di questi materiali. Allabase di tutto c’è la forte con-vinzione che proprio l’utilizzo

di materie prime seconde re-cuperate dal trattamento deiPFU in prodotti destinati adiversi settori industriali po-trebbe essere il volano per losviluppo di un mercato“green” in Italia che utilizzi almeglio le materie provenientida processi di recupero e rici-clo. Le applicazioni dei mate-riali derivanti dai processi dilavorazione dei PFU spazianoin vari campi: dalle superficiper attività sportive agliasfalti stradali con bitumemodificato, fino ai materialiisolanti impiegati in ediliziaper l’isolamento termico edacustico di pareti, solai e pa-vimenti. Come ha, poi, benspiegato il Ministro Clini:«Questo accordo volontario haun valore particolare, nonsolo perché Ecopneus è laprima società consortile tragli attori del segmento dei ri-fiuti ad aderire al programmaCarbon Footprint, ma ancheperché il recupero di pneuma-tici fuori uso e il loro riutilizzosotto forma di materia e dienergia da’ un contributo im-portante al miglioramentodell'ambiente e alla sua salva-guardia».

A fine anno ripartirà il SistriIl Sistri, il sistema di traccia-bilità dei rifiuti speciali e pe-ricolosi, nato nel 2009 daun’iniziativa del Ministerodall’Ambiente, viene orareso operativo, in manieraparziale, dal Ministrouscente Clini. Dal primo ot-tobre 2013 sarà attivato, in-fatti, per i produttori dirifiuti pericolosi con più didieci dipendenti e per gli entie le imprese che gestisconorifiuti pericolosi, mentre pertutte le altre imprese l’avviodel sistema è fissato per il 3marzo 2014. Lo stabilisce,appunto, un decreto del Mi-nistro dell’Ambiente, che inun comunicato precisa che ilpagamento dei contributi re-sterà sospeso per tutto il2013 e che, fino all’entrata invigore del progetto, si assi-sterà ad una fase prelimi-nare volta ad organizzare econsolidare la collabora-zione tra i soggetti coinvolti,

a snellire la macchina buro-cratica, eliminando le pesan-tezze amministrative chefino ad ora, avvertite come li-miti del progetto, sembranoaver frenato l’iniziativa. Èprevisto, altresì, un calenda-rio per alcune procedure diverifica: dal 30 aprile pros-simo saranno avviate, perconcludersi il 30 settembre,le disamine per l’aggiorna-mento dei dati delle impreseper le quali il sistema partiràad ottobre, dal 30 settembreal 28 febbraio sarà effettuataanaloga verifica per tutte lealtre imprese. Le impreseche trattano rifiuti non peri-colosi potranno, comunque,utilizzare il Sistri, su basevolontaria, dal 1° ottobreprossimo. Nel comunicatoviene altresì ribadito che ilsistema della tracciabilitàdei rifiuti è un adempimentoche deriva dalle leggi nazio-nali e dalle direttive europee

e rappresenta un forte stru-mento di lotta alle ecomafie,che sul traffico dei rifiuti co-struiscono ottimi affari, cau-sando danni enormi alterritorio e all’ambiente: ilnuovo programma mira, su-perando le problematicheemerse in passato, a rappre-sentare proprio un presidiodi legalità e trasparenza pertutta la filiera dei rifiuti.Non sono però mancate,anche in questa fase, criticheal Sistri: si è parlato, adesempio, di un sistema chenon permette di distinguerechi commette errori involon-tariamente da chi invece lofa per dolo. Ovviamente,anche se per il momento l’av-vio del Sistri sembra confer-mato, è prevedibile che ilnuovo governo, quando final-mente ne avremo uno, vorràriesaminare l’intera que-stione.

B.M.

Coinvolte per prime le aziende che producono e gestiscono rifiuti pericolosi

Page 3: Arpa Campania Ambiente n.7 del 2013

Paolo D’Auria

E se fosse possibile trasfor-mare l’inquinamento in unarisorsa positiva? Sicuramenterisolveremmo molti dei nostriproblemi. Quello che sembraessere un sogno molto lontanoha assunto, di recente, conno-tati di concretezza. È statosviluppato, infatti, un micror-ganismo geneticamente modi-ficato in grado di convertire ilCO2 atmosferico in combusti-bile. Autore della sensazio-

nale scoperta, riferisce laUniversity of Georgia, è Mi-chael Adams, professore ri-cercatore di biochimica ebiologia molecolare presso lostesso ateneo statunitense.Attraverso lo studio del modoin cui le foglie convertono l'os-sido di carbonio CO2, il teamdi ricercatori di MichaelAdams ha sviluppato una me-todologia per selezionarel’anidride carbonica presentenell'atmosfera e trasformarlain prodotti industriali, tra cuiil carburante. Il metodo segueil percorso della fotosintesi at-traverso cui le piante utiliz-zano la luce solare, pertrasformare acqua e anidridecarbonica in zuccheri, e se neservono per produrre energia.I ricercatori hanno creato unmicrorganismo, manipolandoil materiale genetico, per imi-tare il processo. Per lo studio

sono partiti dal ''Pyrococcusfuriosus'' un microrganismoche si nutre di carboidratinelle acque surriscaldate del-l'oceano in prossimità deglisfiati geotermici. La squadra di ricercatori hapoi modificato il microrgani-smo in modo che possa ali-mentarsi a temperatureinferiori. Hanno poi usato gasidrogeno per creare una rea-zione chimica nel microrgani-smo e integrato il CO2 conl'acido 3-idrossipropionico, una

sostanza chimica industrialeusata per fare acrilici e altriprodotti. ''La scoperta'', hadetto il capo ricercatore Mi-chael Adams ''significa chesiamo in grado di eliminare lepiante come intermediari, e diestrarre l'anidride carbonicadirettamente dall'atmosferaper trasformarla in prodottiutili, senza dover passare at-traverso elementi ricavati dabiomasse altrimenti utili perl'alimentazione, come la colti-vazione delle piante e l'estra-zione degli zuccheri''. Oltrealla produzione di prodotti in-dustriali, altre manipolazionigenetiche potrebbero consen-tire al microrganismo di pro-durre altri prodotti, compresii combustibili. Tuttavia, ilciclo di conversione dipendeancora dai combustibili fos-sili. Infatti i ricercatori hannoutilizzato l'idrogeno come

fonte di energia, la cui sor-gente più facilmente disponi-bile è al momento il gasnaturale, che è un combusti-bile fossile. ''Nella ricerca alungo termine'' ha dettoAdams ''ci auguriamo di poterutilizzare idrogeno da fontirinnovabili biologiche, comead esempio dalle alghe foto-sintetiche o dai rifiuti dei pro-dotti di fermentazione''.Tuttavia, il combustibile pro-dotto con il Pyrococcus furio-sus è a zero emissioni perché,

quando brucia, rilascia lastessa quantità di CO2 utiliz-zata per crearlo, il che lorende più pulito di benzina,petrolio e carbone. I dettagli dello studio, soste-nuto dal Dipartimento del-l'Energia degli Stati Uniti,sono stati pubblicati il 25marzo nella prima edizioneonline del Proceedings of Na-tional Academies of Sciences.Non è la prima volta che la co-munità scientifica cerca diutilizzare microrganismi perla produzione di energia omaterie prime energetiche,spesso cercando di imitare imeccanismi naturali. E, se dal punto di vista scien-tifico l’esperimento si può direriuscito più volte, non semprequeste esperienze sono poi ri-producibili su vasta scala ren-dendole, di fatto, economi-camente appetibili.

Il batterio furioso che trasformala CO2 in carburante

Pannelli solari per uso domestico: il fisco dimezza ilcosto. Le spese per l’acquisto e la realizzazione di unimpianto fotovoltaico per la produzione di energiaelettrica, infatti, sono detraibili se l’apparecchiaturaè al servizio dell’immobile residenziale. Lo sconto,attualmente, è del 50%, anche se bisogna chiarireche i benefici vanno spalmati in 10 anni.La (buona) notizia è relativa ad un chiarimentodell’Agenzia delle Entrate che con una risoluzionespiega che, per beneficiare della detrazione, l’instal-lazione dell’impianto fotovoltaico deve essere diret-tamente al servizio dell’abitazione del contribuente.L’energia prodotta,quindi, deve essere utilizzataesclusivamente per fini domestici come ad esempioquelli di illuminazione o alimentazione di apparec-chi elettrici.Nessuno sconto per chi produce energia per poi ven-derla. Il documento di prassi precisa che la detra-zione è esclusa quando la cessione dell’energia

prodotta in eccessoha fini commer-ciali. Come, adesempio, nei casi incui l’impianto nonè posto al serviziodell’abitazione op-pure ha una po-tenza superiore ai20 kW. Per fruiredella detrazione ilcontribuente deveconservare la docu-mentazione che at-testa l’acquisto e

l’installazione dell’impianto fotovoltaico. Non è in-vece necessario documentare l’entità del risparmioenergetico relativo. I contribuenti che intendono av-valersi della detrazione di imposta devono comun-que conservare le abilitazioni amministrativerichieste dalla legislazione edilizia. Nel caso in cuila normativa non preveda alcuna abilitazione am-ministrativa, il contribuente deve in ogni caso con-servare un’apposita dichiarazione sostitutivadell’atto di notorietà (DPR n. 445/2000, la cosiddettaLegge Bassanini quater). Per le spese di acquisto e di realizzazione di un im-pianto fotovoltaico per la produzione di energia elet-trica sostenute dal 26 giugno 2012 al 30 giugno 2013(Dl n. 83 del 2012), la detrazione d’imposta del 36%è elevata al 50%. Anche il limite massimo di spesasul quale calcolare la detrazione sale da 48.000 euroad un massimo di 96.000 euro per unità immobi-liare.

P.D’A.

Pannelli solari: bonus fino al 50%

Benefici in 10 anni per energia ad uso domestico

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Agricoltura, territorio e ambiente in CampaniaLe aree protette: volano per la promozione di pratiche agricole ecosostenibili

Brunella Mercadante

I parchi della Regione Campa-nia costituiscono un elementorilevante del territorio per illoro numero, l’estensione e leloro caratteristiche naturali esocio-economiche. Istituiti conl’emanazione della LeggeQuadro sulle aree protette, la394 del 91, recepita dalla Re-gione con la LR n.33 del 1993,con l’obiettivo preservarel’ambiente ed il territorio, pro-teggere le specie animali e ve-getali, di promuovere attivitàdi educazione ambientale e disensibilizzazione ai valori na-turalistici sono oggi ben 10 iparchi in Campania. Oltre aidue parchi nazionali Vesuvioe Cilento- Vallo di Diano, lalegge regionale ha individuatoaltri otto parchi Campi Fle-grei, Matese, Partenio, MontiPicentini, Roccamonfina eFoce del Garigliano, Taburnoe Camposauro, Bacino Idro-grafico Fiume Sarno e MontiLattari. L’istituzione dellearee protette in origine avevagenerato varie perplessità, peralcuni pareva potessero costi-tuire una barriera allo svolgi-mento delle attività agricoleed allo sviluppo imprendito-riale locate, si è rivelata, in-vece, un volano per lapromozione e l’adozione dipratiche ecosostenibili, cre-ando condizioni per favorire lavalorizzazione delle produ-zioni e delle attività economi-che. Come è possibile rilevaredai dati del 6° Censimento

ambiente, territorio e agricol-tura si sono integrati e si è sco-perto che le aree protette nonsono un vincolo per l’attivitàagricola, anzi possono costi-tuire un’importante opportu-nità. Negli ultimi decenni d’al-tronde la funzione sociale delsettore agricolo è si è conte-stualizzata nell’ambito deglieffetti che essa genera nel-l’ambiente e nel territorio, in

un modello di sviluppo localesostenibile. L’agricoltura,quindi, come promozione dellosviluppo economico e della tu-tela ambientale con l’adozionedi processi produttivi respon-sabili, remunerativi e social-mente desiderabili. Il processo d’integrazione traagricoltura, territorio e am-biente, che si può affermaresia stato avviato con l’introdu-zione del concetto di agricol-

tura multifunzionale avve-nuta quasi quindici anni orsono con il documento“Agenda 2000”, che ha postole basi per la politica di svi-luppo sostenibile nota comeSecondo Pilastro della politicaagricola comunitaria. Il passaggio verso un modellodi agricoltura polifunzionale,promosso dalla normativa co-munitaria e nazionale si è ac-compagnato con un analoga

evoluzione della disciplinaistituzionale in relazione aivincoli e alle limitazioni al-l’esercizio dell’attività agricolaall’interno delle aree protette,con un approccio non rivoltoprioritariamente solo alla con-servazione dei valori ambien-tali, ma anche in favore dipolitiche integrate di svilupporurale, con condivisione discelte e interessi degli opera-tori dei sistemi rurali locali.

Grande successo della “Giornata FAI di Primavera”Grande successo per la ven-tunesima edizione della Gior-nata FAI di Primavera, conpiù di mezzo milione di per-sone in coda per visitare i 700luoghi aperti in tutta Italia,la manifestazione del FAI siriconferma come l’unicoevento capace di coinvolgereun così grande numero d per-sone interessate al patrimo-nio artistico e naturalisticoitaliano. Un evento realizzato sottol’alto Patronato del Presi-dente della Repubblica, con ilpatrocinio della Commissioneeuropea, del Ministero per iBeni e le Attività Culturali,del Ministero dell’Istruzione,dell’Università e della Ri-

cerca, di tutte le 20 Regioniitaliane, con il prezioso con-tributo degli sponsor Ferra-relle e Che Banca,con lacollaborazione della Presi-denza del Consiglio dei Mini-stri, della RAI, di Province,Comuni, Sovrintendenze,Enti e Associazioni di ognitipo, ma soprattutto con egrazie al fondamentale sup-porto di oltre 7000 volontari e21000 Apprendisti Ciceroni.Una straordinaria festa, occa-sione per tutti gli italiani discoprirsi appassionati delproprio incredibile Paese edelle sue eccezionali bellezze,molte volte nascoste. I benipiù visitati, nonostante ilmaltempo che ha interessato

particolarmente il Nord, sonostati il Deposito delle locomo-tive e Officine F.S. a Milano,isotterranei del Baluardo diSan Colombiano a Lucca, ilPalazzo Barone Ferrara aBari, aperto per la primavolta, i giardini delle VilleDevoto e Mazzella a Cagliari,Villa La Quiete a Firenze, imosaici di Sant’Aloe a ViboValentia. Numeri eccezionaliper tutti i luoghi aperti perl’occasione.e ottimi risultatianche per iniziative parallelecome quella di Arte: un pontetra le culture che in oltre 80Comuni italiani ha consentitoa migliaia di stranieri di par-tecipare a visite guidate intantissime lingue.

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L’“Aeroporto flessibile” di AmmanValentina Passaro

"Ambiente locale e architettura": dueconcetti fondamentali nell'era del pro-gresso, dell'attenzione e della sensi-bilità sempre più crescente e diffusa,verso la cura e sostenibilità del terri-torio che viviamo. Esempio di inte-grata e armoniosa combinazione deidue concetti, ci viene dal lontanoMedio Oriente. Stiamo parlando del-l'aeroporto internazionale "QueenAlia" in Amman, in Giordania. L'ae-roporto è stato inaugurato ufficial-mente di recente; uno scalo difondamentale importanza nella zonamediorientale, e, che ha speso cinqueanni per la sua realizzazione. L'aero-porto Queen Alia rappresenta uno deipiù lungimiranti progetti effettuatinei tempi moderni, dallo studio Fo-

ster + Partners. Lo studio ha conce-pito il 'disegno' come un aeroportomodulare e flessibile, nell'ottica dellastimata e costante crescita di rile-vanza: si stima infatti, che accresceràla su a capacità del 6% l'anno fino al2030, procedendo dagli attuali 3 a12,8 milioni di passeggeri. Il pecu-liare clima della capitale giordana,dove durante la stagione estiva letemperature sono sottoposte a fortisbalzi tra il giorno e la notte, ha in-fluito sulla scelta di utilizzare inte-ramente il calcestruzzo per lacostruzione: questo, permette diavere una conduzione passiva dellatemperatura, grazie all'elevata massatermica. Il tetto dell'aeroporto inoltre,si profila come un eccellente incastrofatto di moduli che sono formati dacupole concave in calcestruzzo, e, che

si estendono al di là del perimetro pergenerare ombra sulle facciate. I mo-duli impiegati sono pensati per essereamplificati in caso di ampliamentodella superficie dell'aeroporto. Le cu-pole in calcestruzzo invece, si diffon-dono dalle colonne portanti evocandocosì, le foglie di una palma del de-serto: in questi raccordi sono statefatte piccole aperture, che consentonoalla luce di scorrere agevolmente al-l'interno della struttura. Per sottoli-neare la continua ed equilibrataosmosi con l'ambiente locale, ognisoffitto scoperto rivela un patterngeometrico che trae ispirazione dalleforme tradizionali islamiche. Grandivetrate che sono posizionate su tutti ilati dell'aeroporto, consentono al visi-tatore di orientarsi senza alcuna dif-ficoltà e contemporaneamente di

guardare verso l'esterno, da qualsiasipunto di vista. Su ambedue lati dellastruttura centrale, che ospita ancheaeree per negozi, bar, ristoranti e di-versi servizi, si snodano due file digate per le partenze. I volumi si estendono su cortili chehanno una compito fondamentale peril piano ambientale dello scalo: fil-trare l'inquinamento e pre-condizio-nare l'aria, prima che questa arrivinegli impianti. Infine, un ulteriore elemento denotail legame che l'aeroporto vuole isti-tuire non solo con l'ambiente locale,ma anche con le usanze dei suoi citta-dini; infatti per commemorare la con-suetudine delle famiglie di adunarsinegli aeroporti, si è realizzata unagrande piazza alberata, ombreggiatae corredata di panchine.

Material Connexion: la biblioteca dei materiali più grande al mondo

Quando sentiamo il terminebiblioteca, pensiamo subito adegli enormi scaffali pieni dilibri, vecchi e nuovi, classici emoderni. Ma ce n’è un’altra,un po’ particolare, che rac-chiude qualcosa di speciale.Stiamo parlando della Mate-rial Connexion, la bibliotecadei materiali più grande delmondo che conta più di settemila materiali e tecnologie in-novative, naturalmente soste-nibili. Il tutto nasce a NewYork e ha sedi sparse in tuttoil mondo, di cui due in Cina,due nella Corea del Sud e unain Thailandia. Il suo corposoarchivio può essere consultatoin due modalità: o visualiz-

zando la “materioteca” del suosito web, oppure toccando conmano le straordinarie campio-nature dei materiali replicatiin ognuna delle sue sedi espo-sitive. Fondata nel 1997 daGeorge M. Beylerian, la Mate-

rial Connexion oggi ha un po-sizionamento strategico in ben9 città legate al mondo del de-sign. In Europa ha sedi in Sve-zia, Germania, Turchia e dal2002 nella capitale del madein Italy, Milano. Grazie a que-

st’ampia rete, i creativi ditutto il mondo possono aggior-narsi in tempi rapidi sulle ul-time novità tecnologiche,mentre le aziende possonodare ottima visibilità ai proprimateriali più innovativi fruttodelle loro ricerche scientifiche.La Library Material raccogliein otto categorie la più ampiaselezione al mondo di mate-riali sostenibili (in base al cri-terio del ciclo di vita Cradle toCradle) e sono polimeri, cera-mica, vetro, metallo, cemento,materiali naturali, carbonio,processi produttivi. Inoltre, leaziende possono dare visibilitàai propri materiali innovativiattraverso la rete della Mate-

rial Connexion, compilando il“Product Submission Form”scaricabile on-line dal sito edallegandolo alla campiona-tura. Inoltre, le imprese inte-ressate possono essereinserite nella banca dati in-sieme ai propri distributori fa-cilitando la vendita dei loroprodotti con un canale prefe-renziale, quello delle ultimenovità, la sezione “New Mate-rials Wall”. Una bibliotecapreziosa, che si arricchiscesempre più di informazioniutili e che rappresentaun’arma in più per portareavanti la green economy el’eco-sostenibilità.

A.P.

I cortili “filtrano l’inquinamento e pre-condizionanol’aria prima che questa arrivi negli impianti

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Luigi Mosca

La Regione Campania ha ela-borato una nuova proposta didelimitazione delle zone vul-nerabili ai nitrati di origineagricola. La proposta è conte-nuta nella delibera di Giuntaregionale n. 56 dello scorso 7marzo, pubblicata sul Burcdell’11 marzo. La nuovamappa individua le aree sucui concentrare gli sforzi diprotezione dell’ambientedagli effetti nocivi di alcunesostanze utilizzate in agricol-tura. Il provvedimento dellaGiunta regionale si inseriscenel percorso intrapreso dalleautorità italiane per appli-care la direttiva 91/767 dellaComunità europea, la cosid-detta direttiva “nitrati”. Prima della definitiva ado-zione, la proposta dovrà es-sere valutata dal ministerodell’Ambiente e dalla Com-missione europea. L’organi-smo di Bruxelles, infatti, haaperto di recente una proce-dura d’infrazione nei con-fronti dell’Italia perviolazione della direttiva “ni-trati”. Nel mirino della Com-missione, è finito il cosiddettoDecreto crescita 2.0, conver-tito con la legge 221 del 2012.In particolare, Bruxelles con-testa la norma che prevede diapplicare alle zone vulnera-bili ai nitrati le stesse dispo-sizioni per le zone non

vulnerabili, finché le Regioninon aggiorneranno le mappedelle zone vulnerabili. Anchealla luce di questo specificocontenzioso che si è venuto acreare tra l’Italia e le istitu-zioni comunitarie, la RegioneCampania ha approntato unanuova proposta per aggior-nare la mappa delle zone vul-nerabili ai nitrati di origineagricola. I nitrati rappresen-tano un non trascurabile fat-tore di inquinamento per leacque. La loro dispersionenell’ambiente dipende anchedall’utilizzo di concimi chi-mici in agricoltura e dallaconcentrazione sul territoriodi bestiame utilizzato per l’al-levamento. Da questa consa-pevolezza nasce la direttivaeuropea del ’91, che impone,tra l’altro, agli stati europei ilmonitoraggio delle acque su-perficiali e sotterranee con loscopo di misurare la concen-trazione di nitrati in questematrici ambientali. Tra glialtri compiti delle autorità diciascuno stato membro, c’èquello di individuare appuntole “zone vulnerabili”: le zone,cioè, che scaricano nitratinelle acque risultate contami-nate o che potrebbero esserlo.La Regione Campania è per-venuta a una prima delimita-zione delle zone vulnerabili ainitrati di origine agricola nel2003, approvando la Deliberadi giunta regionale n.700 del

18 febbraio di quell’anno, conuna cartografia allegata. Lamappa in vigore può essereconsultata all’indirizzo sit.re-gione.campania.it/portalnella sezione “download”. La nuova proposta è stataelaborata sulla base dei risul-tati della Rete di monitorag-gio Arpac nel quadriennio

2008-2011, e con il contri-buto, tra gli altri, delle Auto-rità di bacino. La nuova cartografia, che nonè considerata al momento de-finitiva, è contenuta negli al-legati alla delibera 56, quindisul Burc dello scorso 11marzo. Anche in questo caso,è stata pubblicata nel Si-

stema informativo territo-riale della Regione (sit.re-gione.campania.it/portal),nella sezione “download”. La delibera chiarisce che leperimetrazioni contenute nelfile hanno valenza solo se so-vrapposte alla Carta tecnicanumerica della Regione Cam-pania.

NNitrati di origine agricola: nuova mappa La Regione propone una nuova delimitazione delle zone vulnerabili

(riproduzione: originale sul B.U.R.C. n.15 dell’11 marzo 2013)

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Gennaro Loffredo

Siamo in montagna. È mattina, ilcielo appare sgombro da nubi. Tuttofarebbe presagire ad una giornatastabile di stampo anticiclonico, madalla tarda mattinata si notano leprime nubi cumuliformi, torreg-gianti con protuberanze marcate esviluppate, sintomo della formazionedi un temporale nella sua fase ini-ziale. Arriva poi il pomeriggio. Ilcielo è cupo, si sentono i primi tuoni,i primi rovesci: è il temporale di ca-lore. Di sera, le nubi si dissolvono etutto torna calmo. Ecco la genesi delclassico temporale di calore.Ma cosa sono i temporali di calore?Sono fenomeni atmosferici che si for-mano nella troposfera ( zona bassadell’atmosfera dove avvengono glieventi meteorologici) e si originanoda una termica, ossia pacchetti diaria calda che si sollevano dal ter-reno trasformandosi in nube. Questi“pacchetti” trovano condizioni idealiper svilupparsi quando la pressioneal suolo diventa livellata, ad esempionel momento in cui un anticiclone siindebolisce. L’atmosfera deve essere,dunque, instabile e l’aria sufficiente-mente umida. L’attività temporalesca risulta parti-colarmente elevata nel pomeriggio,apice del riscaldamento diurno neibassi strati dell’atmosfera. Però,qualora ci fosse molta instabilità, itemporali si potrebbero formare inqualsiasi ora del giorno, in casi rarianche in piena notte.Il temporale di calore dura in media

dai 30 ai 60 minuti e non determinacambiamenti su vasta scala della si-tuazione meteorologica. La nubetende a dissolversi nel corso dellatarda serata e la temperatura subi-sce un calo solo nelle zone interes-sate dalle precipitazioni. Unmaggiore divario termico lungo la co-lonna d’aria corrisponde spesso auna maggiore intensità del feno-meno.Càpita frequentemente, quando lecorrenti in quota sono abbastanza in-cisive, che i temporali possono rag-giungere anche le relative zonecostiere, recando un temporaneo re-frigerio ma anche un aumento del-l’umidità relativa. L’attivitàtemporalesca pomeridiana è pre-

sente da fine marzo a metà settem-bre ed è molto intensa tra giugno eluglio; scarsa o assente nel semestrefreddo.Come mai i cumuli e i temporali pre-feriscono le zone montuose piuttostoche le zone di mare?Laddove si verifica il maggior assor-bimento della radiazione solare, adesempio su suoli brulli, sassosi, ter-reni rocciosi e senza vegetazione,così come in grandi centri urbani odistese di terra arida, l’aria si ri-scalda maggiormente rispetto allezone circostanti. Invece zone confolta vegetazione, specchi di acqua esuperficie marina hanno una capa-cità di assorbimento molto ridotta elenta, e il calore accumulato è mi-

nore rispetto all’ambiente circo-stante. Questo processo inibisce laformazione di nubi convettive, cioèquel tipo di nubi che si formano se-condo il meccanismo illustrato inprecedenza e collegato alla forma-zione di temporali di calore. Così,mentre a pochi chilometri di di-stanza si scatena il putiferio, in rivaal mare i bagnanti godono tranquil-lamente della giornata soleggiata,anche se un temporale sta avve-nendo appena dietro l’angolo.Insomma, la natura è imprevedibile,ci sorprende sempre, ci emoziona conle sue innumerevoli manifestazionitutto l’anno, ma ci offre talvolta ra-pidi cambiamenti anche nel corsodella giornata stessa.

Aprile-settembre, comincia il semestre caldo Al via la stagione dei temporali pomeridiani

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 aprile 2012 - Anno IX, N.7Edizione chiusa dalla redazione il 10 aprile 2013

DIRETTORE EDITORIALEAAntonio EpiscopoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroIN REDAZIONESalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelli, Luigi MoscaHANNO COLLABORATOCristina Abbrunzo, Savino Cuomo, PaoloD’Auria, Eleonora Ferrara, Andrea Tafuro SEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 7- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/426/427 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

Raccontiamo il meteo. Temporale sulle zone interne

Qualità dell’aria: nuovi investimenti«Grazie allo stanziamento, da partedella Giunta regionale, di 4 milioni dieuro, doteremo la Campania di unarete di monitoraggio della qualità del-l'aria moderna e adeguata alle diret-tive europee e alla normativanazionale».Così l'assessore all'Ambiente della Re-gione Campania Giovanni Romano, inuna nota diffusa a marzo.«Con questo finanziamento ─ ha di-chiarato l’assessore ─ si realizza lanuova configurazione della rete, rad-doppiando i punti di monitoraggio esi-stenti e rendendoli tutti in linea con isistemi riconosciuti di valutazionedella concentrazione delle polveri sot-tili (PM10 e PM 2,5) e del biossido diazoto (NO2), che rappresentano gli in-quinanti che, attualmente, destano lemaggiori preoccupazioni sul territorioregionale e, in particolare, nei centripiù urbanizzati».«L'intervento è articolato e prevede, daun lato, l'adeguamento della rete at-

tualmente utilizzata dall'Agenzia re-gionale di protezione ambientale com-posta da 19 centraline e, dall'altro, ilrecupero e/o la rifunzionalizzazione diparte delle 41 centraline acquistatedal Commissariato rifiuti e poi trasfe-rite all'Arpac. Queste ultime ─ ricordaRomano ─ servivano a monitorare laqualità dell'aria nei siti destinati altrattamento dei rifiuti tra cui Acerra,ove sono installate tre centraline che,con questo finanziamento, saranno ri-funzionalizzate».«La delibera ─ prosegue l’assessore ─prevede anche l'aggiornamento del-l'inventario delle emissioni. L'adegua-mento delle centraline e del catastoconsentiranno di avere un esatto qua-dro conoscitivo della qualità dell'ariain Campania e di dotare l'Agenziadegli strumenti necessari a richiedereagli enti competenti di adottare leazioni necessarie a migliorare la salu-brità dell'ambiente e a tutelare il cit-tadino».

Dalla Regione. Si punta al rilancio della rete di monitoraggio campana

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Giulia Martelli

“C'è qualcuno seduto all'om-bra oggi perché qualcun altroha piantato un albero moltotempo fa” - Warren BuffettLa Legge n. 10 del 14 gennaio2013, entrata in vigore loscorso febbraio, ha fornito unimportantissimo contributoalla salvaguardia della biodi-versità, in particolare degli al-beri secolari, maestositestimoni di storia patria chehanno accompagnato interegenerazioni ma che troppospesso cadono sotto i colpidelle avversità naturali maanche dell’incuria, del vanda-lismo o, ancora peggio, di unapolitica del profitto scelleratae volta soltanto al lucro e albusiness. Oltre ad istituire laGiornata mondiale degli al-beri (ogni 21 novembre) e adincentivare nei Comuni laposa di un alberello per ognineonato o bambino adottato,questa vera e propria rivolu-zione green ha previsto anchela creazione del "catasto" deglialberi nelle grandi città: ognisindaco, alla scadenza dell'in-carico, dovrà infatti renderepubblico il bilancio arboreo af-finché i cittadini possano veri-ficare l'impegno "verde" delsuo mandato. Il dato interes-sante è che però il censimentoriguarderà anche gli alberi"monumentali" e storici dellacittà il cui eventuale danneg-giamento o abbattimento saràpunito, salvo che il fatto costi-tuisca reato, con sanzioni dai5.000 ai 100.000 euro. Lalegge definisce monumentalel’albero ad alto fusto isolato ofacente parte di formazioniboschive naturali o artificialiovvero l’albero secolare tipico,“considerati entrambi comerari esempi di maestosità elongevità, per età o dimen-sioni, o di particolare pregionaturalistico per rarità bota-nica e peculiarità della specie,ovvero che recano un precisoriferimento ad eventi o memo-rie rilevanti dal punto di vistastorico, culturale, documenta-rio o delle tradizioni locali”. Il primo censimento di questi“monumenti naturali” risaleal 1982, quando il Corpo Fore-stale dello Stato pubblicòl’elenco degli alberi secolarid’Italia, individuandone inCampania appena 41. Succes-

sivamente, in un nuovo censi-mento effettuato nel 2007dalla Lega Italiana ProtezioniUccelli (LIPU), in collabora-zione col Corpo Forestaledello Stato, Comando Regio-nale della Campania e la Re-gione Campania conl’Assessorato Governo delTerritorio, gli esemplari cen-siti risultarono 166. Tra que-sti, a Napoli – e piùprecisamente al Bosco di Ca-podimonte - si trovano due al-beri ritenuti di eccezionalevalore storico o monumentale:il pino domestico (alto 30 m) eil canforo (alto 17 m). La Legge 10 del 2013 ha inol-tre istituito presso il Mini-stero dell’Ambiente, unComitato per lo sviluppo delverde pubblico con compiti dimonitoraggio, controllo e pro-

mozione. Le Regioni, le Pro-vince e i Comuni – ciascunonell’ambito delle proprie com-petenze e delle risorse dispo-nibili – sono tenuti apromuovere l’incrementodegli spazi verdi urbani e, altempo stesso, a favorire il ri-sparmio e l’efficienza energe-tica e l’assorbimento dellepolveri sottili, con strumenticome il rinverdimento dellepareti degli edifici. La speranza è che la vegeta-zione pubblica divenga unodei primi punti all’ordine delgiorno sulle agende degli am-ministratori locali anche per-ché, a fine mandato, questiultimi dovranno rendereconto ai propri cittadini ditutte le iniziative attuate perincrementare gli spazi verdiurbani e le cinture verdi.

Alberi secolari: testimoni di storia Patria

Da sabato 24 marzo fino a sa-bato 12 ottobre quattro re-gioni, Campania, Basilicata,Molise e Lazio, saranno le pro-tagoniste di un intenso calen-dario di geoescursioni.Un viaggio nei nostri territori;si passerà dal Sentiero degliDei al cono “mitologico” del no-stro Vesuvio.Si guarderanno da vicino icambiamenti morfologici e lemetodologie di prevenzione econservazione del patrimonioambientale, si andrà per esem-pio a Sarno, scenario di queldisastro drammatico, ancoravivo nella nostra mente, si stu-dieranno da vicino, nellastessa area, i calcari a Lithio-tis di Mercato San Severino, si

visiterà il piccolo dinosauroCiro.L’intera comunità avrà l’occa-sione di partecipare a meravi-gliose visite guidate all’apertoe nei musei più importanti.(per informazioni più preciseconsultare: www.geologica-campania.it).A fine settembre il Vesuvio egli Scavi di Ercolano saranno iprotagonisti di queste geoe-scursioni, in cui storia, uomo enatura saranno un’unica cosa.Si andrà sul Matese presso lesorgenti d’acqua di Torano eMaretto e poi si intraprende-ranno stradine sconosciutelungo le due Costiere più belledel mondo, quella Sorrentina equella Amalfitana. La Basili-

cata con i suoi Sassi di Ca-stalda, le acque termali di te-lese e i “segni” della catenaappenninica di Frigento-Plio-cene della Baronia e i gessi diScampitella. Acqua, aria, terra

e fuoco: i quattro elementidelle nostra esistenza, in-sieme, in un viaggio nel temponella storia, nella cultura enella coscienza di ogni uomo ri-spettoso del proprio territorio.

Al via le geoescursioni 2013Fino al 12 ottobre in Campania, Basilicata, Molise e Lazio

Angelo Morlando

Una ricerca di quasi dieci anni condotta sulle coste delMassachuttes potrebbe avere dei risvolti importantianche per l’Italia e in particolar modo per la Campania;infatti, lo studio ha riguardato le zone umide salmastrecostiere che, nel caso campano, sono superprotette, comead esempio, l’Oasi dei Variconi di Castel Volturno, pro-tetta anche dalla Convenzione di Ramsar.Chi ha avuto il piacere e la gioia di poter visitare questezone uniche al mondo, soprattutto nei periodi di migra-zione degli uccelli, e chi si è appassionato di tali habitat,ha ormai acquisito il concetto che tali aree sono ad ele-vata produzione di biodiversità e costituiscono una fonteecosistemica fondamentale, ma, nonostante le semprepiù crescenti misure di protezione, una serie di concausestanno letteralmente cancellando tali paradisi naturali.Sicuramente la regressione delle foci e l’innalzamentodel livello dei mari stanno influendo notevolmente, malo studio americano (pubblicato anche su Nature) di-spone di dati raccolti in oltre nove anni di osservazionecontinua con un monitoraggio su tutte le componentiambientali. Un dato su tutti: l’aumento dei nutrienti al-l’interno delle aree umide è il principale responsabiledella scomparsa dell’acqua salata dalle paludi. Tale ef-fetto è praticamente devastante se l’innalzamento del li-vello dei nutrienti all’interno dell’area è associato ad unaforte eutrofizzazione dell’area costiera. Questi sono glieffetti riscontrati proprio per l’Oasi dei Variconi con lasperanza che tale studio possa essere un ulteriore sup-porto alle attività di monitoraggio e controllo in corso. Per saperne di più: http://www.greenreport.it

Troppi nutrienti distruggono le paludi salmastre costiere

La legge 10/2013 a tutela di questi “monumenti naturali”

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Alessia Esposito

Ben 248 i prodotti di qualitàitaliani riconosciuti dal-l’Unione Europea. Il nostroPaese è il primo al mondo pernumero di denominazioni cer-tificate con 154 Dop, 92 Igp, 2Stg. Questo mentre la concor-renza aumenta sempre di più:

60 i nuovi prodotti europei edextra europei ad aver otte-nuto la certificazione. Il comparto però continua agarantire all’Italia il primatocon quasi 12 miliardi di fattu-rato al consumo e 6,5 alla pro-duzione. Forte la concen-trazione economica su alcuniprodotti: la migliore perfor-mance è del Parmigiano Reg-giano che, con un aumento del15% del consumo rispetto al2011, ha superato l’aceto bal-samico di Modena. L’aceto eraentrato in classifica proprio loscorso anno, piazzandosi di-rettamente al primo posto. Adoggi, con un aumento dell’ex-port, ma un calo nel mercatonazionale, è al secondo postoa pari merito con il Grana Pa-dano Dop (che però supera ilReggiano nel fatturato allaproduzione con 946 milionicontro 922). A seguire il Pro-sciutto di Parma Dop e laMela Alto Adige Igp, il Gor-gonzola Dop, la Mozzarella diBufala Campana Dop, il Pro-sciutto di San Daniele Dop, laMortadella Bologna Igp e laBresaola della Valtellina Igp.Nove, inoltre, i prodotti adaver ottenuto la registrazionenel 2012: la carne frescaCinta Senese Dop, i formaggiSquacquerone di Romagna

Dop e Nostrano ValtrompiaDop, l’olio extravergine dioliva Vulture Dop, gli orto-frutticoli Ciliegia di VignolaIgp, l’uva di Puglia Igp, la su-sina di Dro, il Limone diRocca Imperiale Igp e infine ilSale Marino di Trapani Igp. I dati sono quelli presentatidal 10° rapporto Ismea, Qua-

livita, a commento dei qualiArturo Semerari, presidentedell’istituto, afferma: “Quellodelle DOP e IGP si confermaun segmento trainante per ilmade in Italy agroalimentare,capace di dare impulso a unpiù ampio sistema, costituitodall’insieme dei prodotti agri-coli e alimentari nazionali,fondato su principi di qualità.

Un comparto che, oltre aun’elevata propensione all’ex-port, mostra una dimensioneeconomica ancora in crescita,nonostante le difficoltà delmomento”. C’è da dire che losviluppo del comparto è statonell’ultimo anno più modesto,ma che a prodotti che hannoinvertito la rotta (-1,7% dei

formaggi) corrisponde unacompensazione data dall’au-mento di altri (+7% degli acetibalsamici e +7,6% dell’olio ex-travergine di oliva). La vocedelle produzioni certificate sidimostra ancora, quindi, unfiore all’occhiello su cui pun-tare investendo nella loro tu-tela e in quella della nostraterra che ce le offre.

All’Italia il primato mondialedi denominazioni certificate

Si è conclusa appena qual-che giorno fa anche questaedizione del celebre Vinitaly,il salone internazionale deivini e dei distillati che si ètenuta, come di consueto, aVerona. Migliaia tra esposi-tori e visitatori. Anche laCampania, protagonista delpadiglione B, ha stupito i vi-sitatori presentando le ul-time ricerche sull’ utilizzodell'uva Aglianicone: cono-sciuta da tempo come va-riante della più nota uvaAglianico, è usata per ta-gliare altri vini perché donaprofumi di marasca. In re-altà corrisponde al ciliegioloed è imparentata con il Mon-tepulciano e c'è anche chi

crede che in purezza possadare vini strutturati e com-plessi, magari lavorandosulla selezione clonale esulla resa. I preoccupantidati diffusi dall’ OIV (Orga-nizzazione Internazionaledella Vite e del Vino), se-condo cui nel 2012 c’è statoun calo dei consumi interni a

37,2 litri di vino pro capiteall’anno, hanno però trovatoun riscontro positivo nel sen-sibile aumento dell’exportdella viticoltura campana. Arassicurare i produttori sonoi dati del sesto censimentogenerale dell’Agricolturarealizzato dall’Istat con lacollaborazione della Regione

Campania e dell’Assessoratoregionale all’agricoltura. Dalrapporto è emerso che levendite estere sono raddop-piate di valore in cinqueanni, passando dai 15,6 mi-lioni di euro del 2006 aglioltre 30 milioni del 2011, conun’incidenza sull’export Ita-lia dello 0,7%. Tutto ciò, no-nostante si sia registrata,rispetto al Censimento del2000, una riduzione di circail 52% in termini di aziende(- 44.420 unità) e del 20% intermini di superficie. Le“mete” preferite dei vini no-strani, oltre i Paesi del-l’Unione europea, il nordAmerica e il Sud Est asia-tico.

I viticoltori cilentani De Conciliis hanno annunciato larinuncia alla certificazione Dop per l’aglianico Donna-luna. Il declassamento entra in vigore dalla vendemmia2011 a causa di problemi burocratici legati ai controlliIsmecert e si sta valutando l’ipotesi di estenderlo all’in-tera produzione. Spiega Bruno De Conciliis che un’ot-tima annata è stata bocciata per “gravi difetti biologici”all’esame organolettico. “L’esame chimico del vino – af-ferma - non aveva evidenziato anomalia alcuna. Siamocerti che la causa della prima bocciatura risieda nellamodalità di prelievo, conservazione o trasporto del cam-pione: non possiamo però attendere il tempo per un rie-same della commissione, affidiamo questo vino algiudizio dei consumatori che da tre lustri ormai ci pre-miano eleggendolo a simbolo della rinascita enologica ci-lentana”. Risultati positivi, in effetti, dopo la ripetizionedelle analisi, a imbottigliamento avvenuto. L’Istituto si difende precisando di aver agito in base allanormativa vigente ed essersi avvalso di esperti profes-sionisti. Il settore si stringe intorno ai produttori attra-verso la voce del presidente di Coldiretti Salerno,Vittorio Sangiorgio che denuncia controlli lenti e costosi.Una settantina le attività burocratiche da svolgere dallaproduzione alla vendita. Sicuro è che le certificazioni peressere garanti di qualità non possono prescindere da ungiusto controllo (il meno invasivo possibile per il lavorodei viticoltori). Altrettanto certo è che si tratta di undanno di immagine che avrà ritorno negativo per il set-tore del made in Italy. Da ago della bilancia faranno iconsumatori. Nel frattempo il Wine Advocate ha confe-rito un punteggio di 90 su 100 al Donnaluna Fiano Ci-lento Dop 2011. Si attende la votazione per il prossimoDonnaluna IGP Paestum Fiano 2012. Perché la bontànon conosce burocrazia. Fortunatamente.

A.E.

Vini DOP:troppa burocrazia?

Vinitaly 2013: boom di export per i vini campani

248 i prodotti riconosciuti dall’Unione Europea

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Salvatore Allinoro

Secondo il sociologo polaccoZygmunt Bauman la soprav-vivenza del genere umano di-pende dalla capacità diinterconnettere gli uomini at-traverso la tecnologia percreare reti neurali, altrimentiprosciugheremo le risorse finoall’esaurimento. Abbiamo bi-sogno di comunicare in rete lenostre esigenze per trovare unmodo sostenibile di realizzarei nostri desideri. L’uomo mo-

derno dovrà avere cura dicomputer e cellulari come fos-sero parte integrante del corpoimparando ad usarli il più alungo possibile.La prevenzione degli incidentirimane la chiave di volta pergarantire durata ed efficienzaagli agglomerati metallici,partendo dai fili. Un condut-tore accumula tensione dove èpiegato. L’effetto pelle è lalegge fisica che spiega come lacorrente corra molto lenta insuperficie ed in profondità nelcavo seguendo un percorsopreferenziale lungo lo stratoimmediatamente sottostanteal diametro esterno. Quindi ifili non vanno piegati troppo,devono essere avvolti con at-tenzione assecondando la resi-stenza che il metallo offrequando cerchiamo di compat-tare il disordine in uno spazio

ragionevole. Le parti più sen-sibili alla rottura sono le estre-mità, dove i cavi prendonoenergia dalla presa di correnteda una parte e dove la cedono.È essenziale lasciare che i filisi distendano comodamentesenza resistere al flusso deglielettroni in viaggio alla velo-cità della luce. Per garantireuna maggiore durata ai com-puter si consiglia di collegareil trasformatore alla presa dicorrente prima di inserire iljack nel computer. I cosiddetti

fili volanti sono un feroce ne-mico della tecnologia. Una pic-cola distrazione e l’urto con inostri sottili alleati metalliciche penzolano invisibili nelvuoto diventa inevitabile. Laconseguenza è un effetto do-mino che si conclude con la di-struzione di monitor,stampanti e radio. Chi sausare davvero il computerpigia i tasti con delicatezza,battere sui pulsanti con vio-lenza è una consuetudinedelle vecchie generazioni abi-tuate alla rude tenacia dellemacchine da scrivere. I guscidi plastica proteggono teleco-mandi, cellulari, macchine fo-tografiche. Un acquistoindispensabile se il dispositivodi protezione non era presentenella confezione. Soggetti alleleggi della fisica gli oggetti checi rendono la vita piu’ facile

soffrono per gli sbalzi di tem-peratura, l’umidità eccessiva,la polvere, la sabbia. Di solitole istruzioni per garantire unalunga durata agli acquistisono riportate nelle prime pa-gine del libretto di istruzioni,meglio ripetere le buonenorme consigliate dagliesperti che ricorrere alle co-stose riparazioni dei centri diassistenza. Come un qualsiasiessere vivente non vanno di-menticati sotto il sole. Il con-sumo delle luci dello stand by

è molto alto e possono distur-bare il sonno, vanno spentiogni volta che è possibile. Sololo sforzo congiunto di tuttipuo’ evitare consumi insoste-nibili. I prodotti tecnologicinon vanno smaltiti insieme airifiuti indifferenziati. È attivoun numero verde al quale ri-spondono i tecnici dell’ASIApronti ad inviare un camion aritirare i nostri vecchi conge-gni. Scegliere un tecnico di fi-ducia rimane la strategiavincente. Tecnologie obsoletecome lettori VHS e DVD pos-sono regalare momenti felicialle popolazioni del sud delmondo. Le associazioni che sioccupano di ridurre il digitaldivide forniscono a chi nonpuò permetterseli un’occa-sione di crescita regalandostrumenti destinati alla disca-rica.

Dedicare piccole attenzioniai prodotti tecnologici

Ilaria Buonfanti

Il giro del mondo, ma non in 80 giorni! Ci ha messo 2anni percorrendo 60.000 km alla velocità di 15 nodi (27km/h), però l’ha fatto senza utilizzare una sola gocciadi carburante! Sfruttando i 537 mq di pannelli fotovol-taici che occupano tutto il ponte ha prodotto 260.000KWh di energia. È il Turanor Planet Solar, il catamarano svizzeroco-mandato da Eric Dumont, un’imbarcazione all’avan-guardia lunga 35 metri e larga 15. “Sono contento chesiamo riusciti a dimostrare che si può navigare attornoal mondo per più di due anni, dice il comandante, senzaconsumare un solo litro di carburante, rispettando l’am-biente e utilizzando solo l’energia solare. La nostraunica pecca è la velocità, 15 nodi, 27 km all’ora, ma ilmessaggio è quello che deve arrivare in prospettiva del

2050, quando non cisarà più petrolio.Pensiamoci adesso.”Singapore, San Fran-cisco, Sidney, Mo-naco e Cancun sonoalcune delle localitàfacenti parte del tourdel catamarano. Lapresenza di PlanetSolar in precedenzaaveva interessatoanche l’Italia, la Sar-degna per la preci-sione.

Ora l’imbarcazione è stata sottoposta a rinnovamentoed è stata potenziata in modo tale che quest’anno perla prima volta essa potrà navigare nelle zone più a norddell’Oceano Atlantico.Tra i lavori di manutenzione piùimportante effettuati durante i sei mesi di sosta dell’im-barcazione, ha avuto luogo la sostituzione delle elichedi superficie con un sistema che risulterà completa-mente sommerso. Sono stati inoltre installati motorielettrici più potenti che funzioneranno in simbiosi coni pannelli solari. I pannelli solari fotovoltaici convertonol’energia solare direttamente in energia elettrica tra-mite l’ausilio delle proprietà fisiche di alcuni semicon-duttori quando sono sollecitati dalla luce solare.Il 18 marzo scorso, il viaggio del catamarano è iniziatodalla città di Monaco. Durante il 2013 esso sarà prota-gonista di spedizioni scientifiche, di eventi informativie di campagne di raccolta dei rifiuti presenti in mare.In particolare, da maggio 2013, in collaborazione conl’Università di Ginevra, l’imbarcazione si trasformeràin una piattaforma per la ricerca scientifica, incentratasullo studio del clima e delle correnti oceaniche nel-l’Atlantico. In Europa, il Planet Solar sarà protagonistadi una campagna per la raccolta dei rifiuti che sonocausa di inquinamento marino, in collaborazione con laWaste Free Oceans Foundation.

Un nuovo viaggio per ilcatamarano fotovoltaico

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Certificare la salute dei terri-tori: nasce con questo obiettivoin Campania il 'Marchio diqualità salute comunale'. Per-ché se la terra sta bene, i suoifrutti saranno migliori e po-tranno beneficiare del 'Mar-chio di qualità salute deiprodotti'. Il sistema nasce daun emendamento del presi-dente del gruppo Pse in Consi-glio regionale della Campania,Gennaro Oliviero, e prevedecertificazioni dei territori co-munali e delle aziende che po-tranno scegliere di sottoporsiai controlli. "Dobbiamo soste-nere la produzione agroali-mentare della nostra terra -ha detto Oliviero - In questomodo si danno certezza al-l'utenza e la tracciabilità delprodotto servirà alla tutela deiprodotti stessi, ma anche deicittadini". "Il progetto - ha poispiegato - nasce per sostenerei prodotti campani, anchequelli più di nicchia, e per mi-gliorarne ulteriormente laqualità. Un sistema di salva-guardia e di tutela in contro-

tendenza con le logiche delconsumismo più sfrenato diquesti anni". Il sistema deimarchi partirà in via speri-mentale, in una prima fase,nella Provincia di Caserta,coinvolgendo le Asl, Aziendesanitarie locali, e i Comuni chericadono in quel territorio. Ilsistema prevede la tracciabi-lità del prodotto in un percorso

certificato e gestito insiemecon le organizzazione del terzosettore individuate sulla basedegli elenchi previsti dallanormativa regionale campanasui budget dei salute. Alle Asle ai Dipartimenti di preven-zione competenti e responsa-bili del territorio toccherà ilmonitoraggio ambientale dellaqualità di aria, terra e acqua,

in ogni Comune. Il compito divigilanza anche dei processiproduttivi e dei prodotti. OgniDipartimento di Prevenzione,inoltre, dovrà sviluppare unpresidio di epidemiologia am-bientale, mettendo in rela-zione gli indici di morbilità emortalità della popolazionecon i dati provenienti dal mo-nitoraggio ambientale e dagli

eventi sentinella conosciuti oda ricercare. In questo modo sipotranno individuare i mag-giori danni e rischi per la sa-lute che derivanodall'inquinamento ambien-tale. Il terzo settore, dal cantosuo, soprattutto attraversocooperative legate agli speci-fici ambiti sociosanitari, avràil compito di co-programmaree co-gestire il monitoraggioambientale, dell'aria, dell'ac-qua, della terra e dei processie prodotti agroalimentari, glistudi di correlazione epidemio-logica ambientale, la mappa-tura dei beni pubbliciabbandonati, degradati, e diquelli confiscati, producendoinsieme con le Asl e i Comuni,un profilo di 'Comunità'. ICentri Scientifici di eccellenzadella Regione e le Università,collaboreranno sulla base diappositi protocolli d'intesa pergli aspetti tecnici e scientificiconcernenti il monitoraggio, leanalisi di prodotto e di pro-cesso, l'epidemiologia ambien-tale, l'innovazione. (dal web)

Il “marchio di qualità salute comunale” Tutelare il territorio per tutelare le produzioni regionali

Nel carrello soloprodotti “Made in Sud”

La nuova app per android gratutita

Da fiera sostenitrice delleproduzioni enogastronomi-che meridionali non potevonon installare sul mio smar-tphone l’app “Spesa Sud”. Sitratta di uno strumento utile(e gratuito) per districarsinella giungla dei marchiaziendali, prediligendo quelliche rappresentano aziendedel Sud Italia. Nemmeno adirlo, l’idea è stata “parto-rita” da Francesco De Napoli,un eclettico giovane cala-brese doc, quando si dice: chifa da sé… Così, quando vitroverete al supermercatonon dovrete fare altro che di-

gitare sulla tastiera del vo-stro telefonino il prodotto daacquistare ed ecco che vi ap-pariranno solo i marchi diaziende nostrane. Additrit-tura, inserendo i nomi di pro-dotti di aziende nazionali,potrete conoscere gli equiva-lenti e le alternative “Madein Sud”. L’app, che si pre-senta con il logo simbolodella cultura gastronomicadel meridione: il peperoncino,è molto apprezzata dagliutenti con una media di 5stelle nella sezione giudizioed è reperibile nel Play storedi Google.

G.M.

Creare una rete Dop traCampania e altre Regioniper azioni di sviluppo soste-nibile: agricoltura, agroali-mentare, benessere ed agroenergie. Sono già 26 gli entidel salernitano che hannoaderito all’avviso pubblicoemanato dall’Ente per lo Svi-luppo Sostenibile “I PiccoliCampi srl” di Felitto (Sa), nelParco Nazionale del Cilento,Vallo di Diano e Alburni -presieduto dall’architettoAnna Pina Arcaro - per rea-lizzare una strategia di fi-liera da candidare alMinistero delle PoliticheAgricole e Forestali comeContratto di filiera e di di-stretto “Il Coltivare Rigene-rativo” di cui alla circolareministeriale n. 558 del20.12.2012. Hanno aderito alcomitato promotore per l’isti-tuzione del distretto Rurale,Agroalimentare di Qualità edi Filiera per le aree internedel Parco Nazionale del Ci-lento: la Provincia, 14 Co-muni del Cilento e Alburni,

13 del Vallo di Diano, il GalVallo di Diano e la ComunitàMontana Calore Salernitano.Intanto, il termine per pro-porre la propria adesione,nonché il proprio progettod’investimento completodegli elaborati previsti, ini-zialmente previsto per il 5marzo, è stato prorogato al 1luglio 2013 da una circolaredel Dipartimento delle Politi-che Competitive della Qua-lità agroalimentare e dellaPesca presso il Ministerodelle Politiche Agricole Ali-mentari e Forestali. L’im-porto d’investimento per ogni

singola impresa aderentedeve essere proposto nellamisura minima di 400milaeuro. L’obiettivo è creare un con-tratto di rete (e ATI) di Fi-liera e/o di Distretto trapiccole imprese titolari diframmentate produzioniagricole, agroalimentari, dibenessere ed agro energie fi-nalizzato a realizzare unaproduzione bio e di alta qua-lità che andrà ad integrarsicon il pacchetto turistico ri-generativo. Info Arch. Anna Pina Arcaro:339/5762890.

Contratto di filiera e di distretto, prorogate le adesioni all’1 luglio

Sono già 26 gli enti del salernitano che hanno aderito

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Claudia Esposito

Negli ultimi decenni il con-sumo di prodotti ittici sta au-mentando il rischio ditrasmissione di molte malat-tie all’uomo, alcune dellequali riconducibili ad intossi-cazioni da biotossine algali.Queste sono sostanze tossicheprodotte, in particolari condi-zioni climatico ambientali, daalghe unicellulari di acquadolce e salata. Gli ospiti prin-cipali sono i molluschi bivalviche filtrando l’acqua, si nu-trono di plancton ed indiret-tamente accumulano questesostanze nei tessuti; inoltrepossono accumularsi anchenei crostacei e nei pesci cheingeriscono alghe tossiche omolluschi. I casi clinici di in-tossicazione nell’uomo sonostati associati principalmenteal consumo di molluschi bi-valvi contaminati piuttostoche di pesci , i quali perisconoper gli effetti tossici delle tos-sine. La diffusione delle bio-tossine è da considerarsi unfenomeno in continua evolu-zione sia per l’aumento dialghe tossiche (delle 5000specie isolate, 75 produconotossine) sia per l’intensifica-zione dei fenomeni di fiori-tura legati all’eutrofizzazionedelle zone costiere ed ai cam-biamenti climatici. Le tossineresponsabili di malattia nel-l’uomo sono: la tossine PSP(saxitossina e suoi derivati)che determina sindrome pa-ralitica neurotossica; è dif-fusa in tutto il mondo, marara nelle acque italiane (iso-lata sulle coste dell’ EmiliaRomagna, golfo di Trieste ebaia di Kastela); la tossinaDSP (pectenotossine e yesso-tossina, acido okadaico e suoiderivati) responsabile di unasindrome diarroica, ha diffu-

sione cosmopolita ed alcunicasi sono stati segnalatianche in Italia; la tossinaASP (acido domoico e suoi iso-meri), induce sindrome ga-strointestinale ed è presentenelle coste del Nord Europa.La tossina NSP (brevetos-sine) causa sindrome neuro-tossica ed ha distribuzionelimitata; la tossina VSP (ve-nerupina), associata ad unasindrome tossica ma non pa-ralitica, è diffusa anche inItalia; infine, la tossina AZP(azaspiracido), recentementeisolata,provoca una sindromegastrointestinale. La presenza e la diffusionedelle biotossine hanno resonecessario impostare piani dimonitoraggio presso le aree diraccolta dei molluschi e pianidi sorveglianza sulle navi dacarico. Proprio in RegioneCampania il piano di monito-raggio dei molluschi bivalviprevede il controllo periodiconegli impianti di molluschi-coltura localizzati lungo il li-torale costiero e dal 2007 sono

in corso monitoraggi straordi-nari su biotossine emergenti.Inoltre sono state stabilitenorme sanitarie applicabilialla produzione e commercia-lizzazione e fissati limiti ditolleranza(Reg.853/04), oltre iquali si vieta il commercio deimolluschi. Per il consumatore, il princi-pale problema è rappresen-tato dal fatto che alcunetossine, soprattutto se pre-senti in quantità elevate,sono termostabili e né la cot-tura dei prodotti ittici né altritrattamenti riducono signifi-cativamente i loro effetti tos-sici. Per tutelarsi, quindi èimportante controllare l’eti-chettatura del prodotto peressere certi che provenga daaree controllate.

Roberta Schettini

L’equivalente italiano del burro d’arachidinon presenta lo stesso valore qualitativo intermini nutrizionali poiché la quantità dinocciole contenuta, ri-spetto alle arachidi, ènotevolmente inferiore.Tutte le creme spalma-bili rappresentano unalimento assoluta-mente non necessarioche apporta innumere-voli calorie (in media500-550kcal/100gr)provenienti prevalen-temente da grassi ezuccheri; le differenzetra i vari prodottistanno nella quantità equalità delle nocciole,degli zuccheri e deigrassi aggiunti. A delu-dere più di tutte, è la più famosa e più amatasul mercato nazionale, la Nutella, che pre-senta un contenuto di nocciole pari appenaal 13%. Oltre ad avere scarso valore nutri-zionale (le nocciole contengono anche grassidi buona qualità, vitamine, minerali e al-cune proteine), tale prodotto lascia troppo

spazio, tra gli ingredienti, a zucchero egrassi scadenti. La lista degli ingredienti,tratta da prodotti della stessa tipologia, la-scia identificare due prevalenti categorie dicreme: nella prima, estremamente commer-

ciale (cui appartieneanche la Nutella), lecreme hanno pochis-sime nocciole (di qua-lità e provenienzaquasi mai dichiarate),fino al 70% di zuccheroe grassi scadenti,spesso raffinati (olio dipalma, olio di colza –che è tossico-, olio dicocco, etc.); nella se-conda categoria (vi siannoverano Novi,Lindt, Caffarel, Gobinoe diverse altre) il conte-nuto di nocciole, di ot-tima qualità (Piemonte

IGP), arriva al 50% e come grassi troviamoil costoso burro di cacao o il burro concen-trato (grassi non raffinati!). Le due categorie, naturalmente, si differen-ziano anche per il prezzo: a partire da 5€/kgper la prima fino a 70€/kg (gli ingredienti“buoni” costano!) per la seconda.

Per tutelarsi è importante controllare l’etichettatura del prodotto

Intossicazione da biotossine algali

I casi clinici nell’uomo sono stati associati

principalmente al consumo di molluschi bivalvi contaminati

La più amata tra tutte non vanta grande qualità

Creme spalmabili alla nocciola

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Fabio Schiattarella

Di fronte all’aumento della popolazione mondialee alla scarsità delle risorse idriche, il messaggiodella politica è sempre rivolto all’acqua che escedai rubinetti di casa nostra: annaffiate poco lepiante, oppure annaffiatele con l’acqua dellapasta, comperate lavatrici che non sprecano e cosìvia. Eppure secondo l’ultimo rapporto della Faol’acqua domestica rappresenta soltanto il 7%dell’acqua utilizzata direttamente dagli esseriumani. Il 23% è usata dall’industria, il 70% dal-l’agricoltura. Parliamo dell’acqua “virtuale” cheserve per produrre i cibi: le uova, la carne, la ver-dura, le marmellate. Quando mangiamo una pizza consumiamo 1200litri di acqua che sono serviti per crescere i pomo-dori, produrre la mozzarella e irrigare il campo difrumento. È stato calcolato che ogni giorno man-giamo 3496 litri di acqua virtuale contenuta neglialimenti. La carne risulta essere il cibo più di-spendioso dal punto di vista idrico. Un chilo dimanzo contiene 35mila litri di acqua virtuale, chederiva soprattutto dalla coltivazione di foraggi emangimi destinati esclusivamente agli alleva-

menti. Secondo la Fao il 37% dei cereali prodottinel mondo è per uso animale, e questa porzioneaumenterà di anno in anno. Se una mucca viene allevata al pascolo consumeràvirtualmente pochissima acqua blu (acqua prove-niente dalle falde acquifere) perché mangerà er-betta cresciuta naturalmente grazie all’acquapiovana (o verde). Se invece la stessa mucca vienerinchiusa in un allevamento dove dovrà alimen-tarsi esclusivamente di foraggio, il suo impattoidrico sarà molto alto. Questo significa che un pollo a km0 potrebbe con-tenere molta acqua virtuale – e sprecata – rispettoad un pollo allevato dal contadino a molti chilo-metri di distanza. Europa e Usa mantengono dadecenni il controllo del 70% delle derrate alimen-tari mondiali, da loro dipende la politica sull’ac-qua blu. Gli italiani non sanno che l’Italia è il terzo impor-tatore al mondo di acqua virtuale. Ecco perché sa-rebbe utile introdurre un’ etichettatura deglialimenti che indicherebbe quanta acqua verde eblu è contenuta virtualmente nei cibi,insomma,quella che nella letteratura scientifica viene chia-mata “impronta idrica”.

Fabiana Clemente

L’infertilità, conditio che ri-guarda circa il 16% delle cop-pie in età fertile, trova le suecause in parte nella scelta diposticipare il momento dimettere al mondo un figlio,mediamente dopo i 30 anni -riducendo nella donna la ca-pacità di ovulazione – in partein fattori genetici - che pos-sono interessare entrambi isessi. Ma non bisogna trascu-rare un terzo e determinantefattore, quello ambientale.Ossidi di azoto, monossidi dicarbonio, polveri sottiliemessi da fabbriche e indu-strie sono i principali respon-sabili dell’avvelenamento delnostro pianeta. E con essoanche l’uomo è implicato inun lento processo involutivo,subendo dei veri e propri mu-tamenti genetici. Uno di que-sti si riversa nel prezioso donodi generare la vita. Frequen-tissimi sono i casi di inferti-lità, di aborti spontanei, difeti malati o malformati. Èormai parere condiviso damolti ricercatori quello di con-siderare gli agenti chimici imaggiori imputati del dan-neggiamento del DNA. Da unrecente studio condotto dal-l’Institut Marques di Barcel-lona sulle principali causedell’infertilità femminile è

emerso un dato preoccupante,che indica come fattore domi-nante l’inquinamento del-l’aria. Nello specifico su uncampione di donne sotto i 40anni,recatesi presso il repartodi riproduzione assistita del-l’Istituto, si è evinta unastretta correlazione tra pro-blemi di fecondità e cause am-bientali. Si è riscontrato checirca l’80% del campione og-getto di studio ha difficoltà diprocreazione, causata daagenti inquinanti dannosi

all’organismo, che si manife-sta con una riduzione signifi-cativa della propria riservaovarica. La dott.ssa MarisaLopez Teijon, promotricedella ricerca e direttrice delreparto, ha reso noto che il fe-nomeno può essere addirit-tura prenatale. Entro i primicinque mesi il feto femminagià contiene tutta la sua ri-serva ovarica e se nel grassodella madre si accumulanotroppe tossine questa riservadiminuirà e avrà una qualità

inferiore – ha spiegato la ri-cercatrice. Dati rilevanti -ri-guardanti invece le causedell’infertilità maschile - arri-vano dai brillanti ricercatoripartenopei del Dipartimentodi Endocrinologia dell’Univer-sità Federico II. Da uno stu-dio condotto su un campionedi 85 addetti alle barriere au-tostradali fra i 23 e 62 anni,emerge che un’esposizioneprolungata a gas di scaricohanno compromesso la qua-lità del liquido seminale, ri-

spetto ai parametri indicatidall’ Organizzazione Mon-diale della Sanità. Ergo sem-bra che i fattori ambientalicolpiscano indistintamente lacapacità femminile e maschiledi generare la vita. Un mondodisinfestato è purtroppoun’utopia, ma quantomenopossiamo effettuare unascelta per quanto concerne illuogo di abitazione. Sarebbepreferibile allontanarsi dacittà eccessivamente urbaniz-zate, ove il tasso di inquina-mento estremamente alto e lapresenza di fonti di radia-zione costituiscono un fattoredi rischio non solo per la fe-condità ma anche e soprat-tutto per la salute in sensopiù ampio. Ulteriore avver-tenza da prendere in conside-razione è quella di adottareun’alimentazione sana, po-vera di carne e di tutti gli ali-menti che contengono elevatequantità di ormoni. Infine èconsigliabile effettuare inda-gini preventive per stabilirela capacità riproduttive. Perla donna si suggerisce inda-gare sui livelli di FSH, inibinaB e AMH, ormoni importantiper la maturazione dell’ovo-cita. Per l’uomo si consigliauno spermiogramma, ovverol’analisi del liquido seminale,già durante il periodo adole-scenziale.

Inquinamento e infertilitàMolti ricercatori considerano gli agenti chimici i maggiori imputati del danneggiamento del DNA

L’impatto idrico degli alimentiÈ stato calcolato che ogni giorno ingeriamo 3496 litri di acqua “virtuale”

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Benedetto Croce nel suo vo-lume Storia del Regno di Na-poli (ediz. Laterza 1958ristampa dell’edizione del1924) fa di quest’ultimo unadescrizione felice e si sa che il“filosofo” era notoriamentemolto avaro di giudizi posi-tivi!Infatti il Croce descrive il Sudcome un normale regno incui “abbastanza convivevanodecentemente feudatari evassalli come negli altri statieuropei”, fa solo un appuntoai feudatari che non riuni-vano i parlamenti del popoloe questi si riunivano solo surichiesta dei re per le loro ne-cessità. Inoltre precisa che ivari potentati del regno di-scendenti dai Longobardi, daiNormanni, dagli Svevi, poiinfine dai Francesi, Catalanie Aragonesi miravano solo amantenere i loro feudi senzaalcuna fedeltà al regnante.Pietro Giannone, nella suaIstoria Civile del Regno diNapoli, concorda in pieno conquello detto da BenedettoCroce alcuni secoli dopo, anziil Giannone si richiamaanche ad uno storico coevodegli Angioini e Aragonesi: il

napoletano Angelo Di Co-stanzo che nella sua Istoriadel regno di Napoli in XXlibri fa una dettagliata cro-naca dei “successi di guerra edi pace del Regno di Napolima anco in quello di Sicilia,Ducato di Milano Firenze eStato di Santa Chiesa”. In questi secoli Napoli si ab-bellì di monumenti, castelli,ebbe una fiorente flotta e do-minò anche nella politica delMediterraneo. Il popolo napo-letano per sua indole non fumai bellicoso, sia durante ilperiodo Angioino che durantequello Aragonese, anche per-ché ogni nuova dinastia eraconsiderata estranea alla suaterra. La vita letteraria fumolto intensa ed ebbe il suovero fulcro nell’Accademia, laprima in Italia e nel mondomoderno che, diretta dal Pa-normita, fu poi chiamataPontaniana per il grandeumanista Giovanni Pontano.I vari sovrani, specie gli ara-gonesi, concessero dei privi-legi alla città comel’esenzione del focatico e che icittadini di Napoli non fos-sero giudicati da tribunaliesterni alla città. I re angioinicostruirono Castelnuovo, ilporto e l’arsenale, moltechiese e monasteri; gli Arago-

nesi ampliarono le mura. Fer-rante d’Aragona costruì deiborghi subito fuori la mura(Loreto, S. Antonio Abate) eportandosi verso l’attualepiazza Nazionale costruì ca-samenti che furono chiamateCase Nove (nome che tuttoraconservano). Vi fu un fiorire di arti come laletteratura, la pittura e scul-tura con Giotto, Simone Mar-tini, Tino di Camaino,Boccaccio, Montano d’Arezzo,Donatello. Il popolo si orga-nizzò in corporazioni, chia-mate Sedili che da dueiniziali (Capuano e Nilo) au-mentarono fino a cinque acco-gliendo sia il popolo ricco, siaquello curiale che si era an-dato a costituire. Diomede Carafa consigliavaagli Aragonesi di addestrareil popolo alle armi per po-terlo, in caso di necessità, uti-lizzare come truppe non piùmercenarie. Con l’avvento del vicereame,però, iniziò tutto un altro pe-riodo storico ricco di gran-dezze e di primati (sociali,giuridici, commerciali, arti-stici) che la storiografia con-temporanea (soprattuttoantispagnola e anticattolica)non sempre ha messo in evi-denza nella maniera giusta.

Dagli Aragonesi al Vicereame SpagnoloStoria della Campania

Il Rinascimento nel Sud Italia

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Fabiana Liguori

Lo scorso 7 aprile 2013 si èconclusa presso la Mostra d’Ol-tremare di Napoli la diciasset-tesima edizione della BorsaMediterranea del Turismo.Questa fiera, leader del mer-cato turistico del Mediterra-neo, rappresenta un appun-tamento consolidato per touroperator, compagnie aeree e dicrociere, catene alberghiere,agenzie di viaggi, Enti del tu-rismo nazionale ed internazio-nale e aziende di servizi. Adare il via alla manifestazione:il patron Angelo De Negri, ilPresidente della Regione Cam-pania Stefano Caldoro e il Pre-sidente della Camera diCommercio di Napoli MaurizioMaddaloni. L’evento, nono-stante la crisi socio-economicache attanaglia il Paese, ha ri-scosso un enorme successo.Nei padiglioni della strutturaflegrea, infatti, sono stati dav-vero in tanti ad affluire, a di-mostrazione che c’è chi nellaripresa ci spera, ci crede e la-vora! A parlare sono i numeri:450 espositori, 250 buyersstranieri e circa ventimila pre-senze. La nutrita adesionedelle agenzie di viaggio, l’inte-resse per tutta l’offerta turi-stica presentata negli stands,l’invito a viaggiare da partedalle compagnie aeree con unsempre più ampio programmadi partenze low cost, la compe-tizione ferroviaria dei due vet-tori impegnati sull’AltaVelocità con tariffe e servizi digrande interesse, sono statisolo alcuni dei punti caratte-rizzanti l’edizione di que-st’anno. Grande partecipazione ancheai quattro Workshop (Inco-ming, Terme e Benessere, In-centive e Turismo Sociale)organizzati nel corso delleprime due giornate che hannodato concretamente vita alconfronto fra la domandaestera e l’offerta locale.

Da questi incontri è emerso undato importantissimo: l’inte-resse dei viaggiatori esteri neiconfronti dell’Italia, con tutti isuoi luoghi d’arte, paesaggi etradizioni, è davvero forte. Di particolare rilievo le richie-ste provenienti dai tre mercatiche quest’anno debuttavano:Israele, Emirati Arabi e Bra-sile. I turisti israeliani sono at-tratti dalle coste italiane eprediligono i tour d’arte edenogastronomici, mentre gliEmirati Arabi puntano sul tu-rismo termale e gli hotel dilusso per i viaggi incentive.Altro mercato che diventa in-teressante per gli operatori ita-liani è quello brasiliano che harivolto l’attenzione alle regionidel centro Italia: Toscana, Um-bria e Lazio. Anche la Campa-nia è fra le destinazioni piùdesiderate con Napoli, Capri eSalerno sul podio delle prefe-renze. I sudamericani in arrivonon cercheranno solo hotel dilusso ma anche case vacanza,prediligendo pacchetti con of-ferte riguardanti l’arte, lo sporte il benessere. Le primissimesensazioni di chi ha avuto l’op-portunità di visitare la fiera

sono state davvero incorag-gianti: concretezza, partecipa-zione e condivisione “flut-tuavano” tra gli stands e i gliaddetti ai lavori. Sarebbe bello dare un’opportu-nità a questo Paese lavorandobene e insieme, un po’ comenello spirito dell’BMT. Il turi-smo sembra essere al mo-mento l’unico barlume disperanza per l’Italia. Bene, ri-cominciamo da qui. Le parolechiave, anche per questo set-tore, sono sempre le stesse:onestà, sicurezza, accoglienza,professionalità. Parole che nondevono servire unicamente ariempire bocche o ad accatti-vare platee. Leviamo l'ancorae spieghiamo le vele perché dicerto “davanti a noi stannocose migliori di quelle che cisiamo lasciati alle spalle”.

Dal 4 al 6 settembre 2013

Il Parco del Cilento e Vallo di Dianooospiterà la Conferenza Europea dei Geoparchi

Sarà l’Italia, ed esattamente il Parco Nazio-nale del Cilento, ad ospitare dal 4 al 6 set-tembre 2013, la Conferenza Europea deiGeoparchi. Un evento di notevole impor-tanza per il Paese data la partecipazione didelegati e rappresentati dei Geoparchi ditutto il mondo e di numerosiesperti del settore turistico.Oggi i Geoparchi nel mondosono 90, di questi 52 si tro-vano in Europa. Nel presti-gioso circuito promossodall’UNESCO, l’Italia fa de-cisamente la sua bella fi-gura. Con otto Geoparchisiamo la nazione europeache, insieme alla Spagna, èmaggiormente rappresen-tata: Parco naturale di Ada-mello Brenta (TN), Parco NaturaleRegionale del Beigua (GE), Parco NaturaleRegionale delle Alpi Apuane (LU), ParcoTecnologico e Archeologico delle Colline Me-tallifere Grossettane (GR), Parco Geomine-rario Storico e Ambientale della Sardegna(CI), Parco Naturale Regionale delle Mado-nie (PA), Rocca di Cerere (EN) e dulcis infundo il nostro Parco Nazionale del Cilentoe Vallo Diano (SA). Il Parco, sede della Conferenza, è un’areaprotetta istituita nel 1995 in riferimento alla

Legge 394/91, che, con i suoi 181.048 ettari(comprese le aree marine protette), rappre-senta la prima area protetta italiana perestensione e la prima per popolazione, concirca 280.000 abitanti. È stato inserito nell’elenco degli “European

Geoparks” l’1 ottobre 2010 aLesvos. L’estensione e la geo-diversità caratterizzanti ilterritorio trovano riscontronella varietà di ecosistemi dielevato valore ambientale,naturalistico e paesaggistico.Eccezionale è, inoltre, la pre-senza di testimonianze sto-rico-culturali: basti pensareall’area archeologica di Pae-stum localizzata su di unesteso banco di travertino ed

alla Certosa di Padula, ma anche a quelle diVelia, Roccagloriosa e Moio della Civitella,alla fitta trama di centri storici di indubbiointeresse (quali ad esempio i borghi abban-donati di Roscigno Vecchio e di S. Severino),alle chiese e ai maestosi castelli. Andar perle valli e i sentieri del Parco salernitano si-gnifica tuffarsi in un meraviglioso spetta-colo della natura ma anche ritrovare traantiche mura e piccoli oggetti, i segni di unglorioso passato troppo spesso dimenticato.

F.L.

Navigare verso la rotta dello sviluppo

Borsa Mediterranea del Turismo

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Expo-Edilizia 2013Elvira Tortoriello

L’ Expo-edilizia, fiera professionale perl’edilizia e l’architettura, arrivata alla6a edizione (21 - 24 marzo 2013 ) rap-presenta l’evento di riferimento per ilcomparto delle costruzioni del CentroSud Italia. La manifestazione è unavetrina completa sul mondo dell’edili-zia, la novità è la volontà di indiriz-zarsi ( finalmente!) verso lo svilupposostenibile: infatti pare che sia questala via intrapresa da produttori, opera-tori e istituzioni per un modello di svi-luppo dell’ Italia futura. Per dare unesempio pratico del ‘costruire sosteni-bile’, Expoedilizia ha ospitato Bio-sphera, il prototipo itinerante di casapassiva progettato e realizzato da ZE-PHIR, Zero Energy and PassivhausInstitute for Research; mentre nel-l’ambito dell’area legno, gli esperti delsettore hanno coordinato un ciclo di in-contri per sensibilizzare i professioni-

sti dell’edilizia sulla capacità di im-piego del legno e dei suoi derivati.L’A.R.I. – Associazione Restauratorid’Italia ha organizzato un convegnosull’importanza degli investimenti nelrecupero del patrimonio artistico, vistocome volano per il comparto e per lasocietà civile, dal titolo Beni Culturalie sviluppo: risorse, interventi e territo-rio. Il tema centrale ha mostrato gli in-terventi meglio riusciti coniugandol’uso dei materiali tradizionali con leattrezzature di avanguardia, le dimorestoriche, i progetti locali e i piani di va-lorizzazione culturale. Particolar-mente interessante per il tema dellasostenibilità è stato il focus sull’archi-tettura sostenibile, nel quale gli espo-nenti del network internazionale diGreen Building Council Italia (GBCItalia) hanno raccontato ciò che suc-cede negli altri Paesi del mondo. Af-frontando anche il rapporto traambiente naturale e ambiente co-

struito in “chiave mediterranea”, equello del restauro di edifici storici inun’ottica di maggiore efficienza ener-getica.. Inoltre con incontri workshope tavole rotonde si è parlato di certifi-cazione LEED, del ruolo della bioedili-zia, del rilancio della professione e delfuturo dell’edilizia italiana. In un mo-mento economicamente sfavorevole c’èparadossalmente una maggiore atten-zione verso l’ambiente da cui nasceImpressioni Superficiali, l’iniziativache esplora il concetto del riuso degliscarti di produzione proposta dall’Isti-tuto Italiano design IED : agenzia for-mativa a livello universitario neicampi del design la quale approfittadell’occasione dell’Expo per esaminarele opportunità offerte dal design di ri-ciclo. Un tema attuale analizzatoanche attraverso progetti didattici mi-rati sul cartone e altri materiali diriuso. In questa occasione lo Ied invitale aziende espositrici a Expoedilizia a

fornire campioni di materiale, semila-vorati o qualsiasi tipo di scarto di pro-duzione (legno, alluminio, pvc, ecc.),così che i giovani Industrial Designerpossano esplorarne le capacità espres-sive, intervenendo sulle lavorazioni su-perficiali, sull’aggregazione e suldialogo con altri materiali, per crearenuovi campioni di prodotto. Negli ul-timi anni, con l´introduzione di norma-tive di salvaguardia ambientale edenergetica sempre più severe, il con-cetto di economia del riuso è divenutouna parte imprescindibile dalla pro-gettazione edilizia. Sono sempre di piùi progettisti e i designer che si orien-tano al riciclo e al riuso di scarti indu-striali in modo creativo e funzionale. Ildesigner, infatti, è una figura profes-sionale in grado di rinnovare estetica-mente, socialmente etecnologicamente prodotti per il si-stema industriale, comprendendo eanticipando le esigenze del mercato.

Le linee guida UE sull’edilizia ecosostenibileAntonio Palumbo

L’Istituto Europeo sulle Pre-stazioni Energetiche degliEdifici ha recentemente pub-blicato le “Linee guida per l’at-tuazione della DirettivaEPBD”. Tale strumento di in-dirizzi si propone di fornireagli Stati membri il supportotecnico-operativo per metterein pratica le disposizioni dellanormativa UE sul rendimentoenergetico degli edifici.La Direttiva 2010/31/CE sulleprestazioni energetiche nel-l’edilizia, conosciuta comeEPBD, è entrata in vigore il 9luglio 2010, sostituendo la Di-rettiva 2002/91/CE, abrogatadal 1° febbraio 2012. Nell’ambito della EPBD, lenuove Linee guida definiscono

il quadro comune di una meto-dologia per il calcolo delle pre-stazioni energetiche di tutti inuovi edifici ed unità immobi-liari per cui gli Stati membri,entro il 2021, dovranno obbli-gatoriamente garantire l’elimi-nazione di ogni spreco dienergia.Le Linee guida, in particolare,

mirano a garantire il migliora-mento delle prestazioni ener-getiche delle strutturemediante la definizione di pa-rametri che tengono contodelle condizioni locali e clima-tiche esterne nonché delle pre-scrizioni relative al clima degliambienti interni e dell’efficaciadal punto di vista dei costi.

Inoltre, la metodologia opera-tiva individuata tiene conto siadella tipologia di edificio (abi-tazione, ufficio, ospedale, lo-cale pubblico, ecc.) sia dellecaratteristiche termiche dellacostruzione e delle sue parti-zioni interne, degli impianti diriscaldamento e per la produ-zione di acqua calda, di condi-zionamento e ventilazione, diilluminazione, nonché dellaprogettazione, posizione edorientamento dei sistemi solaripassivi e di protezione solareutilizzati. Nell’ambito della Di-rettiva EPBD e sulla scortadelle Linee guida - che dannoattuazione al relativo Regola-mento (n. 244/2012 del 16 gen-naio 2012) - quanti operano nelcampo dell’edilizia all’internodegli Stati membri dovranno

adottare, nella fase proget-tuale ed esecutiva, tutte le mi-sure necessarie affinché sianoconseguiti i requisiti minimi diprestazione energetica - verifi-cati periodicamente con sca-denze regolari non superiori a5 anni e, ove necessario, ag-giornati in funzione di tutti iprogressi tecnici introdotti nelsettore edile in tema di ecoso-stenibilità - per gli edifici o perle unità immobiliari di nuovarealizzazione, al fine di rag-giungere livelli ottimali anchein funzione dei costi.Per quanto concerne gli edificiesistenti, infine, le Linee guidaprevedono che le prestazionienergetiche dovranno esseremigliorate per garantire tutti irequisiti minimi previsti dallaDirettiva EPBD.

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Cristina Abbrunzo

Si chiama “Jarst”: l’innovativasoluzione ecologica ideata pernutrire i fiori con gli scarti ali-mentari che vengono prodottiin casa. Si tratta di un origi-nale vaso ecologico capace diintegrare in un unico spaziosia una fioriera per le pianteche una piccola compostieraper il nutrimento delle stesse.Si presenta come un elemento

unico, ma è costituito da trecomponenti distinte: un ce-stello in cui depositare i rifiutiorganici, un vaso collegato aduna piccola compostiera, uncoperchio che chiude il conte-nitore in cui sono depositati irifiuti e impedisce che gliodori fuoriescano. Gli scartiorganici andranno inseritiquindi nel cestello interno allacompostiera, dove grazie al-l’azione di compostaggio, di-

venteranno fertilizzante perla pianta che si trova nel vasoadiacente. Il compostaggio,avendo varie fasi di matura-zione, non starà in contattocon il terreno, fino a che non èpronto, questo grazie ad undiaframma che verrà apertosolo al momento di matura-zione completa, che è di circa5/6 mesi. Il compostaggio deirifiuti organici è un argo-mento molto complesso:

spesso non è previsto nel si-stema di gestione dei rifiutiurbani, non si sa come usareil compost, che è una sorta diterriccio fertile che ne deriva(e che spesso viene poi smal-tito con i normali rifiuti), ed è,in genere, semplice da faresolo all’aperto in campagna.Proprio in questo sta la singo-larità di questa “compostieradomestica” ideata da due gio-vani designer italiani, Leo-

nardo Fortino e Andrea Bar-tolucci della Small Nature De-sign è contemporaneamenteun oggetto d’arredo, ma ancheun bidone per la raccolta di ri-fiuti organici, al cui interno sidà vita ad un vero e propriocompostaggio da apparta-mento.Non è stata un’impresa facile.L’idea di Jarst non è nuovis-sima, risale a fine 2008, maoggi sembra finalmentepronto ad essere messo sulmercato. Dopo un’attenta fasedi prova è stato infatti succes-sivamente ingegnerizzato peruna produzione in serie, conalcune modifiche funzionali.Il cestello è stato sostituitocon un semplice diaframmache permette, tramite la suaestrazione, di mettere a con-tatto la terra del vaso con ilcompost.Inoltre per quanto riguardal’areazione è stato predispostoun cilindro forato al centrodella compostiera, con uscitaall’esterno, il quale contieneun filtro a carboni attivi perevitare i cattivi odori.Le dimensioni sono aumen-tate (50×50x50 cm) e garanti-scono lo smaltimento di unaquantità superiore di orga-nico. Il materiale ipotizzatoper la realizzazione è il poli-propilene riciclabile.Un’idea creativa e intelligenteper avvicinare anche i piùpigri alle buone pratiche am-bientali attuabili nella vita ditutti i giorni e tentare di darerisposte concrete al problemadel riciclo dei rifiuti organiciche, specialmente in città,trova spesso difficile attua-zione.

Si chiama Colony Collapse Disorder edè un fenomeno che nel Nord Americasta raggiungendo dimensioni impres-sionanti. È la moria delle api, una re-altà preoccupante che anche in Europae in Italia presenta ormai numeri signi-ficativi. Il fenomeno, noto nel nostropaese come Sindrome da Spopolamentodegli Alveari (SSA), è in costante cre-scita e innesca un pericoloso effetto do-mino per l’ambiente. Si tratta di unasituazione che mette in discussionel’equilibrio naturale globale con rischianche per la salute e l’alimentazione,che dipende per oltre un terzo da colti-vazioni impollinate attraverso il lavorod’insetti, al quale proprio la api concor-rono per l’80%. “Se l’ape scomparissedalla faccia della terra, all’uomo non re-sterebbero che quattro anni di vita“. Adaffermarlo fu Albert Einstein e la so-cietà odierna non ha alcun dubbio sulruolo fondamentale svolto da questi in-credibili insetti sociali nell’intero ecosi-stema. A tale proposito, per cercare inqualche modo di scongiurare il pro-blema, arriva direttamente dall’Ame-

rica un progetto che ha del fantascien-tifico, ma che pare stia facendo enormiprogressi di concretizzazione. Il pro-getto si chiama “Micro Air Vehicles” eprevede la realizzazione di piccolissimiveicoli robotici, delle vere e proprie apiartificiali, in grado di riprodurre il la-voro di impollinazione di questi preziosiinsetti in estinzione.Idea ambiziosa e geniale che vede al-cuni scienziati di Harvard e della Nor-theastern University, esperti nelcampo della ‘micro-robotica’ impe-

gnarsi ogni giorno a risolvere le nonpoche difficoltà che un progetto di taleportata comporta. Il problema mag-giore è che coordinare un’intera coloniadi api robot per fare il lavoro di quellereali non è così semplice: si tratterebbeinfatti, di sviluppare un’intelligenza ar-tificiale molto complessa, visto che noncoinvolgerebbe solo un’entità singola,ma più individualità uniformate ad uncomportamento unico. L’obiettivo daraggiungere sarebbe proprio quello dicreare macchine volanti in grado di re-plicare le evolute capacità olfattive, divolo e di orientamento degli insetti, dausare in missioni di ricerca e soccorsoma anche - in un futuro da scongiurare- per operazioni di impollinazione mec-canica delle colture. Le api robot perimpollinare i fiori restano, per adesso,ancorate ad una fase concept di proget-tazione, ma gli ottimi risultati ottenutifinora fanno ben sperare. Anche se infondo, la speranza vera è che le apireali non scompaiano mai del tutto dalnostro ecosistema.

C.A.

Jarst: la compostiera domestica Made in ItalyUn vaso per le piante che ricicla rifiuti

AApi robot per salvare l’ecosistemaTra scienza e fantascienza

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Eleonora Ferrara

“La Repubblica riconosce atutti i cittadini il diritto al la-voro e promuove le condizioniche rendano effettivo questodiritto.Ogni cittadino ha il dovere disvolgere, secondo le propriepossibilità e la propria scelta,un'attività o una funzione checoncorra al progresso mate-riale o spirituale della so-cietà.”L’impatto con l’articolo 4 dellanostra Costituzione, ci ri-porta, inevitabilmente, alcomma 1 dell’articolo 1 dellastessa che sancisce testual-mente: “L'Italia è una Repub-blica democratica, fondata sullavoro”.Il lavoro visto, quindi, qualefondamento della nostra Re-pubblica, al quale viene asse-gnato il duplice ruolo didiritto e dovere, intesi non insenso astrattamente giuri-dico, ma come finalità preci-pua dello Stato ed impegnomorale di ogni individuo, daassolversi nel pieno rispettosia delle possibilità di cia-scuno, che delle scelte effet-tuate.Emerge, perciò, che la fun-zione del lavoro non puòesaurirsi, semplicemente,nella mera produzione di ric-chezza materiale, bensì devericondursi al concetto dipiena realizzazione dell’indi-viduo, attraverso la qualeconseguire le aspirazioni diordine materiale e moraledella società.È la nostra Costituzione chepermette tutto questo e attra-verso le garanzie riconosciutealla persona, da ricondursisenz’altro ai suoi artt. 2 e 3, fain modo che, realizzando nellavoro la propria personalità,ognuno possa portare avantiil proprio progetto di vitanell’interesse comune. Anchela legislazione lavoristica siesprime nel senso di dare

un’interpretazione ampia alriguardo, investendo sia ilcampo dell’iniziativa econo-mica privata che quello dellavoro subordinato.Lo statuto dei Lavoratori, peresempio, che prende vita du-rante gli anni di piombo dellanostra Repubblica, ribadisceulteriormente i supremi prin-cipi e, basandosi su di essi,regola delicate questioni ri-guardanti il lavoratore su-bordinato, da sempre partesoccombente rispetto alla po-sizione dominante del datoredi lavoro, atte ad evitare lepiù spinose ingiustizie e, soloper menzionarne alcune, com-portamenti discriminatori perrazza o sesso o licenziamentiarbitrari o, infine, l’irroga-zione delle sanzioni discipli-nari.Con il passare del tempo, il di-ritto del lavoro ha cercato direndere flessibili alcune rigi-dità, nell’intento di allinearsialla normativa europea.Si è arrivati al concetto di fle-xicurity o flessicurezza, attra-verso la quale si intendeassicurare che tutti i cittadini

dell'Unione europea possanobeneficiare di un livello ele-vato di sicurezza occupazio-nale.Cambia l’oggetto della tutela.Si è passati, in effetti, da unanormativa che tutelava es-senzialmente la persona dellavoratore, ad una normativache assicura un elevato livellodi sicurezza occupazionale,traghettando la sacralitàdell’attuazione dei principi co-stituzionali, verso la stagionedella precarizzazione del la-voro.Non si è ancora pronti ad ac-cettare un cambiamento cosìrepentino e radicale, dato chenon sempre si rispettano iprincipi costituzionali, la-sciando ancora irrisolte al-cune questioni fondamentali,come l’annoso divario frauomo e donna.

RIFIUTI - CSSMinistero dell'ambiente e della tutela del ter-ritorio e del mare. Decreto 20 marzo 2013 -Combustibile solido secondario (CSS). Pubbli-cato sulla Gazzetta Ufficiale, n. 77 del 2 aprile2013, stabilisce che il combustibile solido se-condario uscito dalla qualifica di rifiuto entratra i combustibili utilizzabili ai sensi delD.Lgs. 152/2006 (Codice Ambientale), alle-gato X, Parte V, negli impianti che produconoemissioni in atmo-sfera soggetti al Ti-tolo I, Parte V, dellostesso, previsto dalDecreto Ministe-riale del 20 marzo2013. Il DecretoMinisteriale del 14febbraio 2013, n. 22aveva stabilito la“fine del rifiuto”(Regolamento UEn. 333/2011 “ENDOF WASTE”), lemodalità di produ-zione del CSS e lecondizioni per l'uti-lizzo, il Dm 20 marzo 2013 in parola modifi-cando l'allegato X del Codice ambientale,include lo stesso nell'elenco dei combustibiliche si possono utilizzare negli impianti di cuial Titolo I, Parte V, dello stesso Codice del-l'ambiente. Infatti l'articolo 293, comma 1, delD. Lgs. 152/2006 stabilisce che negli impiantidisciplinati dal Titolo I della Parte quinta, tu-tela dell'aria dalle emissioni, possono essereutilizzati esclusivamente i combustibili pre-visti per tali categorie di impianti dall'alle-gato X alla Parte quinta del citato decreto. IlCombustibile solido secondario prodotto potràcosì essere utilizzato come combustibile alter-

nativo ai combustibili fossili, per esempionegli impianti termoelettrici e nei cementificiattrezzati allo scopo. RIFIUTI – SACCHETTI DI PLASTICAMinistero dell'ambiente e della tutela del ter-ritorio e del mare. Decreto 18 marzo 2013. In-dividuazione delle caratteristiche tecniche deisacchi per l'asporto delle merci. Gazzetta Uf-ficiale n. 73 del 27-3-2013. Obiettivo del de-creto è far chiarezza sulla normativa che

regola i sacchetti diplastica, incremen-tando l’uso di quelliecofriendly, checontribuiscono allastrategia per la de-carbonizzazionedell’economia. Ilprovvedimento de-finisce le categoriedi sacchi perl’asporto dellemerci, sia di quelledestinate all’usoalimentare sia diquelle non desti-nate all’uso alimen-

tare e la commercializzazione, specificando iltipo di sacchetti che possono essere utilizzati.Tra questi rientrano quelli monouso biode-gradabili e compostabili, conformi alla normaarmonizzata Uni En 13432 del 2002, e quelliriutilizzabili in carta, in tessuti di fibre natu-rali, fibre di poliammide e materiale diversidai polimeri. I consumatori, come stabilitodall'articolo 3 del provvedimento, devono es-sere informati sull’idoneità dei sacchi perl’asporto delle merci attraverso una dicitura,riportata sia nei monouso che nei riutilizza-bili.

A.T.

La tutela del lavoro in quanto diritto

Viaggio nelle leggi ambientali

LLAVORO E PREVIDENZA

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Andrea Tafuro

Nella zona residenziale dellamia città, Nola, stanno co-struendo delle bellissimeville, al centro del giardino diognuna di esse stanno pian-tando un ulivo secolare. E’ digran moda di questi tempi,avere il giardino con pianteadulte e ancor di più, posse-dere le più alla moda, giàfolte e lussureggianti. Doveoggi si costruiscono ville, untempo non c’erano uliveti. E’la globalizzazione dolcezza!Se si piantassero piccolepianticelle di ulivo ci vorreb-bero anni per avere una bellapianta. Allora esistono dittespecializzate che espiantanoulivi secolari e li ripiantanoanche a pochi metri dallaporta della tua bella casa.Nessuno ha più il tempo diattendere! Oggi si vuoletutto velocemente. Mi fregiocon orgoglio del titolo di cat-tivo consumatore esperto,perché, sia per educazioneche per scelta, vivo di essen-zialità. Ma, frequento con in-gordigia le cattedrali delconsumo e osservo che l’epicohomo consumens si trovasempre più spesso di fronte aofferte sostenibili, ad attivitàgreen, a prodotti low carbon.Alla fine, con così tante coseetichettate come sustainable,il termine è diventato essen-zialmente sustainababble,nelmigliore dei casi indica unapratica o un prodotto un po'meno dannoso rispetto all'al-ternativa convenzionale. E'tempo di abbandonare deltutto il concetto sustainableo possiamo trovare un modopreciso per misurare la so-stenibilità? Se è così, come lopossiamo ottenere? E se no,come possiamo prepararci almeglio per il declino ecolo-gico che è alle porte? A que-ste domande il WorldwatchInstitute in: “State of theWorld 2013: Is Sustainabi-lity Still Possible?”, cerca didare delle risposte. Nell' edi-zione 2013 dell’annuale Rap-porto, redatto dal prestigiosoistituto statunitense, scien-ziati e esperti in vari campivogliono rintracciare e ren-dere percorribile un percorsoper ridare un senso alla so-stenibilità, per andare oltreil semplice strumento dimarketing. State of theWorld 2013, taglia la reto-rica che circonda la sosteni-

bilità, offrendo uno sguardoampio e realistico su quantosiamo vicini a realizzare oggie che le pratiche e le politi-che ci permettono di indiriz-zare nella giusta direzione.E’ giunta l’ora di svegliarsidall’immobilismo fisico e cul-turale, in cui siamo caduti eche rischia di favorire il no-stro progressivo liquefarci.Abbiamo bisogno di risco-prire ogni giorno il senso diquesto nostro vivere, abban-donare l’egoismo, gli averiinutili, l’illusione di essere ilcentro del mondo. Dobbiamocamminare, fino a distrug-gere le suole delle nostregriffate scarpe, verso legrandi domande esistenzialiche siamo soliti rinviare. E’vero che il più delle volte inostri progetti, i nostri sognisi fermano e succede che ciò

a cui avevamo lavorato conserietà e dedizione di colposparisca, e non per colpa no-stra. Troppo spesso ci circon-diamo di alibi. Li creiamo, inostri alibi, solo per giustifi-care la nostra inerzia, la no-stra indifferenza, la nostrapigrizia. Non c’è situazionedi vita o contesto sfavorevoleche possa impedire l’adope-rarci per l’altro, per i suoi bi-sogni materiali e morali.Bisogna edificare di nuovo lenostre esistenze attraversola ribellione. Friedrich Höl-derlin, poeta tedesco, hascritto: “ l’atto di ribellionenon come bisogno di sovver-tire l’ordine politico, bensìcome desiderio di una libera-zione spirituale, di un ritornoall’uomo all’armonia con ipropri simili e con la Na-tura”. Basta con le parole di

circostanza, le astuzie tatti-che di chi vuole sopravviveree non vivere. Ci inaridiamo,perché smettiamo di raccon-tarci, di dire l’essenziale dinoi. Siamo sempre più furbi,più abili a nascondere le no-stre idee e i nostri limiti, adissimulare le emozioni e isentimenti. Abbiamo smessodi rivelare le nostre debo-lezze...Ritorno sulla terra…queste sono i tre ormeggi checi prospetta Papa Francesco:camminare, edificare e con-fessare/rivelare. Mi ritornain mente, in questa mia elu-cubrazione, il film: “Una gitascolastica” di Pupi Avati.Nella pellicola si racconta diuna classe di quinta liceoche, per premio, vince unagita scolastica a piedi, di piùgiorni, da Bologna a Firenze,che nel film non appare nem-

meno. Nell’intera bella storiacinematografica, tutto è cen-trato sull’andare, sullamagia del cammino, sugli in-contri imprevisti e sulle rela-zioni tra i camminatori.Quanto è bello questo film,dove è raccontata l’impor-tanza del cammino e non del-l’arrivo. Anni fa sono salito apiedi con altri compagni aMontevergine e assaporo an-cora, nell’anima, le emozionisuscitate dal tempo del cam-mino, che era lento, non soloper accettare il passo di chi èpiù debole, ma perché inse-guendo curiosità e emozioniognuno aveva la possibilitàdi inoltrarsi, scoprire altrepiste, deviare, tornare indie-tro, scambiare pensieri esentimenti, costruire rela-zioni. Infatti, le varie teoriepsicologiche sono concordinel sostenere che la diversitàfra gli adulti e i bambini con-sista nel fatto che i bambinivivono secondo il principio dipiacere, tutto e subito, men-

tre gli adulti vivono secondoil principio di realtà, saperfare sacrifici oggi per goderepoi domani. Oggi, grazie esempre grazie, al consumi-smo vivacchiamo capriccio-samente come i bambini:voglio tutto e subito. Sa-premo piantare una pianti-cella di olivo sapendo chesaranno i nostri pronipoti ascoprirne e custodirne la suagrandiosità secolare? Sa-premo aspettare? Per ora de-sidero soltanto che anche ilmio Matteo e la mia Martinafacessero l’esperienza delcammino, affinché possanoprovar il piacere che ho pro-vato io, che in fondo, mamolto in fondo, non sono uncattivo padre.

RISCOPRIRE IL CAMMINO E NON L’ARRIVO LA SOSTENIBILITÀ È ANCORA POSSIBILE?

Partecipa al dibattito inviandoun commento all’indirizzo:

[email protected]

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Il varo lo scorso 12 aprile presso il Distaccamento della Marina Militare di Napoli

Massimiliano e Refolastorici lanzini napoletani restaurati

dagli “Scugnizzi a Vela”

Dopo due anni di complesso e difficile restauro, realiz-zato nel rispetto dell'originalità di materiali e forme,

Massimiliano e Refola sono tornate all'antico splendore.Il varo Le storiche lance a vela di legno degli anni 70',sono state donate dai soci fondatori Emanuele Vitulli eIvo Rendina per essere inserite nel progetto "Scugnizzia vela", realizzato a favore dell'integrazione dei ragazzidisagiati ed a rischio di emarginazione, attraverso il re-stauro di antiche imbarcazioni a vela di legno apparte-

nute alla Marina Militare. Il progetto di restauro e velaterapia è realizzato nel Can-tiere Scuola ospitato all'interno dell'antico arsenale bor-

bonico, attuale Distaccamento Marina Militare, ed è statoreso possibile anche grazie ai fondi dedicati ai progettiammessi all'iniziativa organizzata dal CSV Napoli "IImosaico della solidarietà 2011", concedendo l'opportu-nità a otto partecipanti di acquisire le conoscenze nel-

l'ambito del restauro e dell'arte marinaresca. Certi che le cose migliorisi realizzino soprattutto grazie allagente comune, amiamo dare spazio a iniziative come questa. La generosità e la bontà che, nonostante le continue vicis-situdini e le tantissimi difficoltà quotidiane, continuano a

impregnare e caratterizzare la città di Napoli, ci fannosentire sempre più fieri delle nostre radici.

Aderiamo e sosteniamo anche noi il viaggio intrapreso daquesti impavidi “Scugnizzi a Vela” verso un futuro migliore.

" ... se Dio avesse voluto barche di vetroresina, sareb-bero cresciuti alberi di plastica”

5 aprile 2013 – La Borsa Mediterranea del Turismo alla Mostra D’Oltremare di Napoli

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