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P PRIMO PIANO In Italia l’ambiente costa (troppo) caro D’Auria a pag.2 Un ponte verde a Copenaghen Siamo alla fine dell’ estate e come ogni anno in Italia i temporali provocano disastri in varie regioni e città ita- liane, eppure il nostro clima è considerato mite! Laddove in- vece ci sono spesso condizioni climatiche estreme si ricer- cano e realizzano soluzioni che ottimizzano più funzioni. Tortoriello a pag.5 Il quinto rapporto dell’ Ipcc, l’Intergovernamental Panel on ClimateChange, parla chiaro affermando che ci re- stano solo dieci anni per evitare una catastrofe cli- matica. Schiattarella a pag.8 Tossine negli alimenti: come riconoscerle Clemente a pag.13 Presentato il Rapporto redatto su settantanove metropoli europee. Napoli maglia nera? Bisogna evitare una catastrofe climatica “Qualità della vita”: l’Unione Europea dà voce ai cittadini A Napoli regnano l’insoddisfa- zione, la rassegnazione e la stanchezza. A rivelarlo è un Rapporto della Commissione Europea realizzato dando voce a 41mila cittadini di 79 metropoli europee. Di qualità della vita si parla. E per il ca- poluogo campano, l’ennesima maglia nera. Ambiente, ser- vizi, trasporti, lavoro, sanità e spazi pubblici e scuola, sono solo alcuni dei temi sui quali è stato fatto il sondaggio. Tutti parametri chiaramente di grande rilevanza affinché la vita quotidiana risulti soddi- sfacente per un comune mor- tale. Ma la domanda è un’altra: possono da soli stabi- lire la qualità di vita di una comunità in una determinata area? Dubbi, tanti. Liguori a pag.4 Autunno: l’Italia alle prese con maltempo e nubifragi Nubifragi e piogge torrenziali si sono abbattute sull’Italia nella prima metà di ottobre, dimo- strando, ancora una volta, la vulnerabilità delle nostre città ad allagamenti e smotta- menti. Gli esperti danno alcuni consigli per di- fendere i nostri centri urbani e noi stessi dai rischi legati agli eventi meteo estremi (nella foto, una “bomba” d’acqua fotografata l’8 otto- bre a Pisa da Stefano degl’Innocenti e pubbli- cata dal quotidiano on-line Pisa Today). Loffredo a pag.7 Anche in occa- sione dei fre- quenti terremoti che colpirono l’antico Regno delle Due Sicilie, i Borbone dimo- strarono buone capacità di go- verno e opera- rono scelte utili che ancora oggi si potrebbero defi- nire all’avan- guardia. Di fatto si trattava della prima legislazione antisismica in Italia. Riportiamo solo qualche esempio. De Crescenzo-Lanza a pag.15 Esposito a pag.16 Dagli USA arrivano i pollai urbani La prima rivelazione divina è la voce della na- tura, il vero libro parlante di Dio. Per il fatto di aver perso la capacità di udire, Dio, per pietà, ci ha dato un secondo libro che è la Bibbia, co- sicché, ascoltando i suoi contenuti, potessimo udire nuovamente quello che la natura ci dice. Tafuro a pag.19 Pacha Mama, la terra è madre In occidente vediamo gli alberi ma non percepiamo il giardino DAL MONDO NATURA & BIODIVERSITÀ Costruzioni antisismiche e New Town? I Borbone già le realizzarono… AMBIENTE & TRADIZIONE LAVORO & PREVIDENZA La manovra “ Salva Italia” ha introdotto il concetto della speranza di vita, ossia l’incre- mento dell’età pensionabile dovuto alla constatazione dell’allungamento della vita. In effetti si tratta di un parti- colare indice, che consiste nell’aggiornamento automa- tico e continuo dei requisiti per il pensionamento. Mediante questo indice si crea una sorta di nesso tra l’ac- cesso ai trattamenti pensioni- stici e la probabilità di vita e di morte, constatando, in modo statistico, che probabi- lità di vita hanno ancora, un uomo ed una donna di sessan- tacinque anni. Ferrara-D’Angelo a pag.18 La pensione, sempre più lontana SICUREZZA ALIMENTARE CURIOSITÀ NATUR@MENTE

Arpa campania ambiente 2013 19

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Arpa Campania Ambiente, giornale quindicinale online di informazione ambientale

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Page 1: Arpa campania ambiente 2013 19

PPRIMO PIANOIn Italia l’ambientecosta (troppo) caro

D’Auria a pag.2

Un ponte verdea Copenaghen

Siamo alla fine dell’ estate ecome ogni anno in Italia itemporali provocano disastriin varie regioni e città ita-liane, eppure il nostro clima èconsiderato mite! Laddove in-vece ci sono spesso condizioniclimatiche estreme si ricer-cano e realizzano soluzioniche ottimizzano più funzioni.

Tortoriello a pag.5

Il quinto rapporto dell’ Ipcc,l’Intergovernamental Panelon ClimateChange, parlachiaro affermando che ci re-stano solo dieci anni perevitare una catastrofe cli-matica.

Schiattarella a pag.8

Tossine negli alimenti:come riconoscerle

Clemente a pag.13

Presentato il Rapporto redatto su settantanove metropoli europee. Napoli maglia nera?

Bisogna evitare una catastrofe climatica

“Qualità della vita”: l’Unione Europea dà voce ai cittadini

A Napoli regnano l’insoddisfa-zione, la rassegnazione e lastanchezza. A rivelarlo è unRapporto della CommissioneEuropea realizzato dandovoce a 41mila cittadini di 79metropoli europee. Di qualitàdella vita si parla. E per il ca-poluogo campano, l’ennesimamaglia nera. Ambiente, ser-vizi, trasporti, lavoro, sanità espazi pubblici e scuola, sonosolo alcuni dei temi sui quali èstato fatto il sondaggio. Tuttiparametri chiaramente digrande rilevanza affinché lavita quotidiana risulti soddi-sfacente per un comune mor-tale. Ma la domanda èun’altra: possono da soli stabi-lire la qualità di vita di unacomunità in una determinataarea? Dubbi, tanti.

Liguori a pag.4

Autunno: l’Italia alle presecon maltempo e nubifragi

Nubifragi e piogge torrenziali si sono abbattutesull’Italia nella prima metà di ottobre, dimo-strando, ancora una volta, la vulnerabilitàdelle nostre città ad allagamenti e smotta-menti. Gli esperti danno alcuni consigli per di-fendere i nostri centri urbani e noi stessi dairischi legati agli eventi meteo estremi (nellafoto, una “bomba” d’acqua fotografata l’8 otto-bre a Pisa da Stefano degl’Innocenti e pubbli-cata dal quotidiano on-line Pisa Today).

Loffredo a pag.7

Anche in occa-sione dei fre-quenti terremotiche colpironol’antico Regnodelle Due Sicilie,i Borbone dimo-strarono buonecapacità di go-verno e opera-rono scelte utiliche ancora oggi sipotrebbero defi-nire all’avan-guardia. Di fatto si trattava della primalegislazione antisismica in Italia. Riportiamosolo qualche esempio.

De Crescenzo-Lanza a pag.15

Esposito a pag.16

Dagli USA arrivano i pollai urbani

La prima rivelazione divina è la voce della na-tura, il vero libro parlante di Dio. Per il fatto diaver perso la capacità di udire, Dio, per pietà,ci ha dato un secondo libro che è la Bibbia, co-sicché, ascoltando i suoi contenuti, potessimoudire nuovamente quello che la natura ci dice.

Tafuro a pag.19

Pacha Mama, la terra è madreIn occidente vediamo gli alberi ma non percepiamo il giardino

DAL MONDO

NATURA & BIODIVERSITÀ

Costruzioni antisismiche e New Town?I Borbone già le realizzarono…

AMBIENTE & TRADIZIONE LAVORO & PREVIDENZA

La manovra “ Salva Italia” haintrodotto il concetto dellasperanza di vita, ossia l’incre-mento dell’età pensionabiledovuto alla constatazionedell’allungamento della vita.In effetti si tratta di un parti-colare indice, che consistenell’aggiornamento automa-tico e continuo dei requisitiper il pensionamento.Mediante questo indice si creauna sorta di nesso tra l’ac-cesso ai trattamenti pensioni-stici e la probabilità di vita edi morte, constatando, inmodo statistico, che probabi-lità di vita hanno ancora, unuomo ed una donna di sessan-tacinque anni.

Ferrara-D’Angelo a pag.18

La pensione, semprepiù lontana

SICUREZZA ALIMENTARE

CURIOSITÀ NATUR@MENTE

Page 2: Arpa campania ambiente 2013 19

È record per il tributo ambientale italiano: oltre dueterzi delle Province hanno adottato l’aliquota nella mi-sura massima del 5% e la media nazionale ha rag-giunto il 4,48%. I dati emergono da un’indaginedell’Ufficio Studi di Confedilizia che evidenzia: “È untributo che tutti pagano senza neppure saperlo”.Intanto la Cgia di Mestre rileva che dal 2000 le bol-

lette per il pagamento delle tasse sui rifiuti sono au-mentate del 67%. Secondo gli artigiani di Mestre com-plessivamente la Tares costerà agli italiani circa 2miliardi in più di quanto pagavano con la Tarsu/Tia.Se tredici anni fa ogni famiglia pagava mediamente270 euro, con il debutto della Tares l’esborso medio perciascun nucleo famigliare dovrebbe attestarsi sui 450euro.Tornando invece alla tassa provinciale che viene pa-gata come addizionale alla Tares, oltre due terzi delleamministrazioni hanno stabilito l’aliquota del tributoambientale al massimo: 5%. E la media nazionale haraggiunto il 4,48%, contro il 4,41% dell’anno prima (idati sono riferiti alle delibere 2012 in quanto per il2013 le amministrazioni hanno tempo fino al 30 no-vembre per fissare le nuove aliquote). “Il tributo pro-vinciale per l’ambiente ha avuto una costante crescita- sottolinea Confedilizia - passando da una aliquotamedia del 3,08% registrata nel 1993 ad una aliquotamedia del 4,48% toccata nel 2012”. L’aumento invent’anni ha dunque superato il 45%.L’area geografica con l’aliquota media del tributo am-bientale più elevata è quella del Nord (4,84%), seguitadal Centro (4,69%) e dal Sud e dalle Isole (4,31%).Nel 2012 le Province di Gorizia e di Matera sono statele uniche amministrazioni che hanno disposto una di-

minuzione dell’aliquota, portandola rispettivamentedal 4,70 al 4,50% e dal 5 al 2% mentre, sempre nellostesso anno, le Province di Brescia e quella di Firenzehanno aumentato l’aliquota portandola al valore mas-simo del 5%.Sono 81 (su 110) le Province che hanno deliberato l’ap-plicazione dell’aliquota massima del 5%, da Alessan-dria a Venezia, da Ancona Viterbo, passando perBologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo,Roma, Torino, per citarne alcune.Mini-aliquote solo in una manciata di Province. La piùbassa è a Prato (1%). Seguono: Chieti (1,01%), Nuoro(1,50%), Matera (2%), Isernia (2,50%) e Ogliastra(2,60%).Le tasse sui rifiuti aumentano mentre parallelamenteè diminuita dell’8% la produzione di rifiuti degli ita-liani, scesa a 504 chili per abitante con una riduzionedi ben 42 chili rispetto al 2007. E’ quanto fa notareColdiretti. “Complessivamente a livello nazionale - sot-tolinea l’organizzazione agricola - sono stati prodottidagli italiani oltre 2 milioni di tonnellate di rifiuti inmeno rispetto all’inizio della crisi con un rilevante ef-fetto dal punto di vista ambientale ed economico cheperò non si è trasferito nei costi che invece per i citta-dini aumentano”.

P.D’A.

Paolo D’Auria

Bruxelles: ancora una volta èrinvio. Sembra non riuscire aconcretizzarsi l’intesa degliStati membri sulla normativache limita le emissioni di CO2delle nuove auto a 95 grammiper km per il 2020. Il dossier,che vede la Germania bloccareun testo già concordato nel giu-gno scorso fra Consiglio Ue eParlamento europeo, è ora pas-sato al vaglio dei ministri del-l’ambiente dell’Ue. “Lamaggioranza qualificata non èottenibile per riuscire ad adot-tare il testo finale del compro-messo” riferisce la presidenzadi turno dell’Ue. Berlino conti-nua quindi a condurre la suabattaglia: l’ultima proposta èquella di rinviare l’attuazionedel tetto di 95 grammi per kmper le nuove autovetture, dal2020 al 2024. “Il governo tede-sco deve smettere di bloccare lalegislazione sulle emissionidelle auto: è inaccettabile che ilpiù grande Stato e la maggioreeconomia dell’Ue abbia ancorarinviato la conferma di un’in-tesa raggiunta mesi fa” accusail socialdemocratico tedescoMatthias Groote, presidentedella Commissione ambiente

dell’Europarlamento, respon-sabile del dossier. “È unagrande delusione il fatto che lemanovre «last minute» dellaGermania per rallentare unanorma cruciale per i consuma-tori e per l’ambiente abbianoavuto successo” afferma Jo-hannes Kleis, capo della comu-nicazione dell’organizzazioneeuropea dei consumatori(BEUC). Con il nuovo limite di95 grammi per km invece “nonsolo i consumatori risparmie-rebbero un sacco di soldi di car-burante, ma possono aiutare aridurre l’impatto delle auto sul-l’ambiente” aggiunge Kleis.Durissima la posizione di GregArcher, dell’associazione Tran-sport & Environment: “È asso-lutamente senza scuse e nondemocratico che la Germaniasia stata in grado di rinviare ilvoto così tante volte da guada-gnare abbastanza sostegno perbloccare l’accordo. Il Consigliodeve decidere presto”.L’Italia rimane ferma nella suaposizione del rispetto dell’ac-cordo di giugno con l’Europar-lamento: “Ne va dellacredibilità delle istituzioni” ri-feriscono fonti diplomatiche,confermando forti pressioni daparte della Germania, che sta

spostando i negoziati al livellodei gabinetti dei primi ministrinelle capitali europee. La Fran-cia poi mantiene una posizioneambigua, quindi c’è ancoraspazio per possibili colpi discena. Se non dovesse essereraggiunta la maggioranza qua-lificata il 14 ottobre “è elevato

il rischio di riaprire tutto il pac-chetto, con un ritardo nell’ado-zione finale delle norme dialmeno un anno” riferiscono lefonti diplomatiche.Una mezza vittoria però è arri-vata con l’ok al regolamentoper i veicoli commerciali leg-geri, che prevede un taglio

delle emissioni a 147 grammiper chilometro nel 2020 e unapossibile definizione entro il2015 di target raggiungibili erealistici per il 2025. A questanorma ora manca solo l’ado-zione formale della plenariadell’Europarlamento e poi delConsiglio Ue.

Nuove auto: continua la battaglia sul tetto di emissioniLa Germania prosegue l’azione di blocco sull’entrata in vigore entro il 2020

In Italia l’ambiente costa (troppo) caro Nel nuovo millennio il tributo sui rifiuti è cresciuto del 67%

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Anna Paparo

Contro lo spreco d’acqua ar-miamoci di mouse. Infatti, suinternet si potrà esprimere lapreferenza tra tre progettiidrici dell’organizzazione noprofit African Medical andResearch Foundation (Amref)da realizzare in Kenya, ingara per la nuova edizione di“Chiudi il rubinetto”. Unacampagna di sensibilizza-zione contro lo spreco diacqua, massa a punto quattroanni fa da Acquafresh, notaazienda produttrice di denti-fricio, che partendo da unostudio sul segno a livelloidrico lasciato sulla terra daisuoi prodotti, ha voluto forte-mente questa iniziativa perinformare i consumatori sucome l’acqua sia sprecata inogni momento della giornata,anche quando laviamo i denti.Questo è un gesto concretoper poter creare opere strut-turali, legate alle risorse idri-che, soprattutto nei paesi delTerzo Mondo, tra cui spicca ilprogetto di quest’anno cheverrà scelto per la prima voltain rete, grazie a un piccoloclick del nostro mouse. Resta,comunque, pesante il bilanciodello spreco di acqua nelleabitudini quotidiane di tuttinoi. Dovendo fare un esempio,si è analizzata l’intera im-pronta idrica di un dentifricio(partendo dalla fabbrica finoad arrivare al lavandino dicasa nostra) ed è venuto fuoriche ben il novantanove percento di duecento ottantunolitri della molecola di H2Oviene usata, o meglio “spre-cata”, mentre ci si lava identi. E ancora, la metà diessa viene impiegata proprionella fase del lavaggio.Quindi, mai lasciare scorrerel’acqua del rubinetto senzautilizzarla. Una cattivissimaabitudine, questa, che, se-condo gli esperti, deve essereevitata. Così facendo si ri-sparmierebbero quattro litridi acqua a ogni lavaggio. Unavera e propria chiamata allearmi contro lo spreco di unbene preziosissimo perl’uomo, per animali e piante,per la Terra stessa. E qui siguadagna il suo spazio“Chiudi il rubinetto 2013”,

che per la prima volta per sti-molare ulteriormente la sen-sibilità verso un problemadolente come quello delle ri-sorse idriche, da’ la possibilitàalle persone di scegliere online il progetto da realizzarein Kenya. Accanto alla descri-zione di ogni progetto, è pos-sibile aggiungere il propriovoto in una maniera moltosimbolica: versando una goc-cia-preferenza all’interno diuna tanica virtuale. E che,alla fine di ottobre, decreteràil vincitore. La scelta è possi-bile tra la costruzione di cin-que pozzi di superficie neivillaggi delle comunità delKitui, la costruzione di cinque

chilometri di canalizzazioniper irrigare i campi e rendereaccessibile l’acqua a più per-sone possibili e la possibilitàdi portare acqua potabilenella scuola di Midodomi.Una vera e propria lotta asuon di click per debellarequesta piaga, cercando di ri-portare la vita e ricordandoche acqua è sinonimo di vita.Per questo, bisogna che ogninostro gesto quotidiano,anche il più piccolo e banalecome lavarsi di denti, può in-cidere sulla vita nostra, deglialtri e del nostro pianeta.Goccia a goccia cerchia modifare uno sforzo e sprecare dimeno.

“Chiudi il rubinetto” è la Terra che te lo chiede

L’importanza della raccoltadifferenziata nella gestionedei rifiuti è cosa ormai bennota a tutti. Un sistema diraccolta dei rifiuti solidi ur-bani che preveda per ogni ti-pologia di rifiuto una primaselezione o differenziazione, inbase al tipo, da parte dei citta-dini, è propedeutico per unacorretta e avanzata gestionedei rifiuti ed invero sta dive-nendo un’abitudine diffusa,rispetto alla raccolta total-mente indifferenziata preva-lente fino a pochi anni fa.Separare i rifiuti in modo taleda indirizzare ciascuna tipolo-gia verso il rispettivo, piùadatto, trattamento di smalti-mento o recupero, che va dallo

stoccaggio in discarica o all’in-cenerimento/termovalorizza-zione per il residuoindifferenziato, al compostag-gio per l’organico e al ricicloper il differenziato, sia essocarta, vetro, plastica o me-tallo, costituisce infatti la basedella raccolta differenziata.E’necessario, però, per unabuona raccolta differenziata eil conseguente miglioramentodei risultati del riciclo, chevenga effettuata sin dall’inizioin maniera corretta, seguendodelle precise indicazioni e os-servando dei piccoli, ma ne-cessari accorgimenti. Per unaraccolta differenziata di qua-lità occorre quindi seguire re-gole semplici ma precise, come

ad esempio separare corretta-mente i rifiuti in base al ma-teriale di cui sono fatti;ridurre il più possibile il vo-lume dei rifiuti stessi; dividerei diversi materiali nei rifiuticomposti; pulire sempre gliimballaggi degli alimenti dairesidui di cibo; non introdurrecarta sporca di cibo, di so-stanze velenose o di solventi, ifazzoletti usati, gli scontrini dicarta termica nei contenitoridella carta; non mettere og-getti di ceramica, porcellana,specchi e lampadine nei conte-nitori del vetro; inserire con ilmetallo gli imballaggi di allu-minio, ma anche quelli che ri-portano i simboli FE e ACC;inserire nei contenitori per la

plastica solo plastica, evitandopiccoli elettrodomestici o arti-coli di cancelleria; per il legno,poi, riferirsi ai centri di rac-colta comunali e alle isole eco-logiche. Poche e sempliciregole, quindi, per una rac-colta differenziata di qualità,punto di partenza essenzialedi un corretto ciclo di smalti-mento dei rifiuti, che nella loroquasi totalità, vale la penarammentarlo, non sono unoscarto ma una risorsa, e conbuone pratiche tecnico-gestio-nali possono consentire nonsolo un risparmio di prezioserisorse, ma apportare impor-tanti benefici contribuendoalla tutela dell’ambiente.

B.M.

Ci son voluti quasi tre milioni di euro (per la precisione2,94) per aggiudicarsi all’asta l’isola Budelli, una dellesplendide isolette dell'Arcipelago di La Maddalena, fa-mosa per la sua spiaggia rosa. Il fortunato e facoltoso com-pratore è il banchiere neozelandese Michael Harte, notoquarantasettenne titolare di società in Svizzera dallafama di un “vero ambientalista”, che si impegnerà, a suodire e dei suoi legali, nell’autentica conservazione dellaflora e della fauna marina e terrestre di questo posto dasogno, meta ambita per i turisti di tutto il mondo. Un pa-radiso incontaminato di ben 1.610.153 metri quadrati,dove non è possibile costruire nulla, visti i pesanti vincolipaesaggistici e ambientali che gravano sull'area.Non ci sipuò neanche mettere piede se non si è accompagnati dalpersonale del Parco. Una perla del patrimonio ambienta-listico italiano non può finire in mando “ad estranei”. Ecosì, la patata bollente passa al ministero dell’Ambiente eall’Ente Parco. Hanno ben 90giorni di tempo per far valereil diritto di prelazione, versando la stessa cifra per l’Isoladi Budelli che era finita all’asta in seguito al fallimentodella vecchia proprietà, una società immobiliare milanese.Nel frattempo, il Presidente dell’Ente Parco di La Madda-lena, Giuseppe Bonanno, è in attesa dell’arrivo del nuovoproprietario per poter sondare le sue reali intenzioni e ca-pire quale sarà il destino di questo paradiso terrestre. Inogni caso, il presidente del Parco ha già rassicurato tutti:infatti, saranno aumentati i limiti sull'Isola di Budelli, conil passaggio al livello di “massima tutela” e di “riserva in-tegrale” che consentirebbe, in caso di eventuali interessispeculativi, non si potrebbe far nulla, neanche il recuperoe il restauro dell'unica costruzione dell'Isola.

A.P.

L’Isola di Budellivenduta all’asta

Differenziata sì, ma di qualità

Campagna contro lo spreco idrico promossa da Acquafresh

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“Qualità della vita”: l’UE dà voce ai cittadini

Fabiana Liguori

A Napoli regnano l’insoddisfazione, larassegnazione e la stanchezza. A rive-larlo è un Rapporto della CommissioneEuropea realizzato dando voce a41mila cittadini di 79 metropoli euro-pee. Di qualità della vita si parla. E peril capoluogo campano, l’ennesima ma-glia nera. Ambiente, servizi, trasporti,lavoro, sanità e spazi pubblici e scuola,sono solo alcuni dei temi sui quali èstato fatto il sondaggio. Tutti parame-tri chiaramente di grande rilevanzaaffinché la vita quotidiana risulti sod-disfacente per un comune mortale. Mala domanda è un’altra: possono da solistabilire la qualità di vita di una comu-nità in una determinata area? Dubbi,tanti. La città di Napoli è una delle 8città su 79 dove meno dell’80% dei cit-tadini si dichiara appagato della qua-lità della propria vita. Nello specifico aNapoli solo il 65% dei partenopei è“contento”, percentuale superiore soload Atene (52%), mentre i palermitanisalgono al 71%. I problemi che attana-gliano il capoluogo campano sono bennoti a tutti. E spesso vengono da “lon-tano”, nel tempo e nello spazio. Afronte di un contesto socio-economicodisastroso, con un tasso di disoccupa-zione da record e le recenti emergenzeambientali, che poi recenti non sono af-fatto, ecco arrivare per Napoli un rico-noscimento negativo a livello

comunitario. Siamo sempre più “di-versi” da città come Aalborg in Dani-marca, Amburgo, Zurigo, Oslo eCopenaghen, dove la “felicità” è di casae la vita è semplice perché facilitata daun’educazione, un’impegno e una par-tecipazione comune per il bene co-mune. Altri mondi…Fa rabbia, faveramente rabbia, l’inerzia generale incui affoga l’ex Capitale del Regno delleDue Sicilie. Ma quali i punti critici evi-denziati anche dal sondaggio? Lestrutture scolastiche, ad esempio, sucui il livello di insoddisfazione coin-volge quasi la metà dei cittadini (48%),sulla stessa scia di Palermo 50%, maanche di Roma con un 43% di opinioninegative. E poi le strade…maledettestrade, lì dove la gente muore con as-surda facilità. Poi, meno del 30% hapiena fiducia in coloro che erogano ser-vizi amministrativi, mentre supera dipoco il 40% la percentuale soddisfattadel livello di sicurezza urbana. Molti, aquesto punto, penserebbero a Napolicome un vero e proprio disastro. Manon è così. La gente, tanta gente, con-tinua a viverci, i visitatori continuanoa “cercarla”. Sarà per il calore e l’acco-glienza delle persone, per la vivacitàdella cultura, per un trascorso storicoancora forte e vivo, per la qualità del-l’insegnamento universitario, per leprelibatezze culinarie, ma, una cosa ècerta: chi “tocca” Napoli, anche solo perun pomeriggio, non la scorda più.

Presentato il Rapporto redatto su settantanove metropoli europee. Napoli maglia nera?

Angelo Morlando

Il termine KET deriva dall'ingleseKey Enabling Technologies e, tra-dotto in italiano, non è proprio bel-lissimo e semplice, infatti, significa"Tecnologie Abilitanti Fondamen-tali". Sicuramente ne sentiremo par-lare sempre più spesso ed entro diecianni entreranno pienamente anchenella nostra vita comune, ma cosasono le KET ? Secondo una tradu-zione esatta, rappresentano le se-guenti tecnologie: nanotecnologie;micro e nanoelettronica; fotonica;materiali avanzati (anche per questotermine la traduzione non è felice,bisogna intendere il termine "avan-zato" non come residuo o scarto, macome materiale di tecnologia supe-riore) biotecnologie industriali; si-stemi manifatturieri avanzati. Lecategorie di appartenenza sono an-cora molto ampie e non definite con

grande precisione, anche perché laricerca sta facendo nel settoreenormi passi avanti e, nel prossimofuturo, forse, più categorie si uni-ranno insieme per fornire prodottiassolutamente innovati e di grandis-sima utilità per l'intero genereumano. Esempi di prodotti basati suKET sono i LED fotonici ad alto ren-dimento; le batterie avanzate, checombinano materiali avanzati e na-notecnologie, finalizzate alla elettro-mobilità; i biochip che combinanomateriali avanzati, nanoelettronicae fotonica, in campo diagnostico; ipneumatici a basso attrito, basatisulle biotecnologie industriali; i na-nocomponenti, di origine nanoelet-tronica, destinati ai telefonicellulari, ecc. Si prevede che il mer-cato globale delle KET passi dai 650miliardi di euro del 2008 agli oltre1.000 miliardi di euro nel 2015.Tutte le industrie di punta a livello

mondiale nel settore automobilistico,chimico, aeronautico, aerospaziale,sanitario e dell’energia utilizzano leKET e, per tale motivo la UE ha isti-tuito un nuovo gruppo che assista laCommissione nell’attuare la strate-gia europea volta a migliorare la fab-bricazione industriale di prodottieuropei. Alla luce di ciò il Ministerodell’Istruzione, dell’Università edella Ricerca italiano, con l’obiettivodi aumentare la competitività del si-stema industriale nazionale, e inlinea con il Programma “Industria2015” del Ministero dello SviluppoEconomico, è impegnato nel finan-ziamento di interventi che puntinoproprio allo sviluppo e all’utilizzo ditali tecnologie. È importante ricor-dare che la sesta edizione della Con-ferenza “KET for responsibleinnovation”, detta anche NANOTE-CHITALY2013, si terrà a Veneziadal 27 al 29 novembre.

FINANZIATI INTERVENTIDALLA COMUNITÀ EUROPEA

Tecnologie Abilitanti Fondamentali

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UN PONTE VERDE A COPENAGHEN

Elvira Tortoriello

Siamo alla fine dell’ estate e come ognianno in Italia i temporali provocanodisastri in varie regioni e città ita-liane, eppure il nostro clima è conside-rato mite!Laddove invece ci sono spesso condi-zioni climatiche estreme si ricercanoe realizzano soluzioni che ottimizzanopiù funzioni, è questo il caso esem-plare del progetto del ponte sull'auto-strada a nord di Copenaghen. Ilprogetto rappresenta la nuova portad'ingresso verde alla città. Svolge lafunzione di collettore delle acque pio-vane e di sistema di evaporazione,oltre a essere un parcoe un ponte che collegail sistema viario tradi-zionale al trasportopubblico; è anche ci-clabile e pedonale,nonché generatore dienergia.Nei periodi di pioggiala struttura funge daserbatoio d'acqua.L'acqua piovana vieneaspirata dal sottopas-saggio in una cisternadi grandi dimensioniadiacente all'auto-strada. Da questo ser-batoio viene poi

canalizzata su una serie di giardini dievaporazione sui tetti terrazzati imi-tando i sistemi di dissipazione che sitrovano in natura. La facciata nord funziona anche comecollettore delle acque piovane stesse,integrando piattaforme piantumatecon essenze arboree che hanno la dop-pia funzione di schermi visivi per nonvedere le auto parcheggiate e di esten-sione delle aree a verde disponibilinella zona. L'edificio nel suo complessosvolge anche un importante ruolonell’arricchire la biodiversità dellazona, con ovvi benefici sulla qualitàdell'aria e sulla rumorosità diffusa.All'interno della struttura leggera del

complesso, in acciaioad alta tecnologia, èposizionato un par-cheggio interamenteautomatizzato. Lamacchina lasciata allivello della stradapuò essere restituitasul lato opposto del-l'autostrada per ilviaggio di ritorno. Unveicolo elettrico può,inoltre, essere resti-tuito completamentecarico al suo proprie-tario. La facciata suddell'edificio inglobaun sistema di biocar-

burante a base di alghe. Durante la fo-tosintesi, le alghe e altri organismi fo-tosintetici catturano anidridecarbonica e luce solare e le convertonoin ossigeno e biomassa. Catturato in

una serie di cilindri trasparenti sullafacciata questo biocarburante è ingrado sia di generare elettricità, sia diessere utilizzato per alimentare leauto del futuro.

SHUTDOWN DEL GOVERNO USA:NIENTE FONDI PER L’AMBIENTE

Alessia Esposito

Il primo ottobre è iniziato il di-ciottesimo Shutdown del go-verno federale americano, ilprimo dopo 17 anni. Senza l’ac-cordo tra democratici e repub-blicani per l’approvazione delbilancio annuale, molti servizipubblici sono rimasti senzafondi a disposizione. John O'Grady, rappresentantesindacale dell'ufficio Epa diChicago, non esclude che loShutdown sia voluto dai re-pubblicani. Si parla di “sospen-sione dei servizi giudicati nonessenziali”. Tra questi quelliche hanno a che fare con la tu-tela dell’ambiente. Chiusi 400parchi nazionali e mandati acasa i dipendenti dell’Epa(l’agenzia per l’ambiente).Delle 16000 persone che nefanno parte, solo mille po-tranno restare sul posto di la-

voro, per far fronte a attivitàessenziali. Le altre agenziecoinvolte sono il Center for Di-sease Control, il Forest Service(rimangono in servizio solo ungruppo di pompieri), il Bureauof Ocean Energy Management(attivo nel settore di ricerca esviluppo dell’energia pulita off-shore), persino la NASA e laNational Science Foundation:ai ricercatori è interdetto l’ac-cesso nei laboratori. Neancheil database biomedico PubMedè disponibile. Non risparmiatidallo Shutdown 2013 anchebuona parte dei dipendentidella National Oceanic and At-mospheric Administration, chesi occupa di monitorare la sa-lute degli oceani e il cambia-mento climatico e quelli delDipartimento dell'Energia(DoE), tranne coloro che si oc-cupano del nucleare. Tra glialtri “risparmiati” il National

Hurricane Center e il serviziometeorologico National Wea-ther Service. Oltre alla que-stione di giudicare “nonessenziali” attività che parteci-pano al programma di con-trollo delle emissioni di Co2,punto fondamentale per lastrategia di controllo del climavoluto da Obama. C’è da porsila solita domanda: chi ci gua-dagna? Perché, si sa, nei mo-menti di crisi chi si approfitta

del “vuoto di potere” c’è sem-pre. Come le compagnie perl’estrazione petrolifera, le cen-trali elettriche e tutti coloroche sono coinvolti in attivitàinquinanti. I ranger, mandatia casa, ad esempio, non pos-sono più sorvegliare sulla tec-nica del fracking (la tecnica di

fatturazione idraulica dellerocce per stimolare l’estrazionedi petrolio e gas). DenunciaJohn O'Grady: "Nessuno stacontrollando gli scarichi idrici,gli impianti di depurazione, iltrattamento dell'acqua pota-bile, le discariche”. Servizi nonessenziali?

Svolge la funzione di collettore delle acque piovane e di sistema di evaporazione

La comunità scientifica e i servizi per la protezione ambientale paralizzati

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Luigi Mosca

Nei Paesi anglosassoni la chia-mano e-democracy. È la demo-crazia elettronica, se preferiteutilizzare l’italiano. Significa,in pratica, utilizzare le nuovetecnologie della comunicazioneper favorire la partecipazionedei cittadini e metterli in gradodi contribuire alle decisionidelle istituzioni. Insomma, ilweb promette di fornire allepersone strumenti sicura-mente più continui delle clas-siche forme di partecipazione,a partire da elezioni e referen-dum. Ma forse (sostengono ifautori dell’e-democracy), sitratta anche di modalità piùincisive rispetto a prassi tradi-zionali come congressi, mani-festazioni, dibattiti. Moltinuovi movimenti e forze politi-che ne fanno una bandiera. Maanche il governo, di recente, siè mosso, con un’iniziativa pub-blicizzata pure da tv e giornali. Parliamo, come è intuibile,della consultazione pubblicaper le riforme costituzionali,lanciata sul sito web www.par-tecipa.gov.it dal ministro delleRiforme costituzionali, Gae-tano Quagliariello. Un questio-nario on-line che il ministrodella Pubblica amministra-zione, Gianpiero D’Alia, haesortato tutti i dipendenti pub-blici a compilare. La consulta-zione, partita l’8 luglio scorso,è terminata pochi giorni fa, l’8ottobre. I dati comunicati almomento dal Formez, che col-

labora all’operazione, indicanoche circa 130mila questionarisono stati compilati dai citta-dini. Le domande del questionarioriguardavano prevalente-mente l’assetto istituzionaledel Paese e le riforme da af-frontare con più urgenza. Unalista di domande semplici, de-stinate a tutti, consentiva discegliere tra risposte predefi-nite, mentre una seconda bat-teria di domande, piùcomplessa, era destinata pre-valentemente a cittadini inuna certa misura qualificati:magari veri e propri “addetti ailavori”, appartenenti alla pub-blica amministrazione o alleprofessioni giuridiche. Se que-ste due consultazioni si sonogià chiuse, è invece ancora at-tivo il forum di discussionepubblica, allestito anch’esso suwww.partecipa.gov.it con lacollaborazione della fonda-zione Ahref. Questo strumentoconsente di misurare, se vo-gliamo, l’opinione pubblica inmodo più qualitativo che quan-titativo: in questo caso, infatti,il metodo non è quello di con-teggiare risposte standard, mapiuttosto si possono acquisireproposte articolate che ven-gono “postate” dagli utenti,vengono incasellate nei varitemi toccati dalla consulta-zione (la forma di governo, lecompetenze dello Stato e delleregioni, eccetera) e eventual-mente sono commentate daaltri utenti. Da tutto ciò do-

vrebbe scaturire un rapporto,di cui si annuncia la pubblica-zione a inizio novembre. I ri-sultati verranno presentati alpresidente del Consiglio deiministri e discussi in Parla-mento. Risultati che andrannoad affiancare il lavoro fatto daicosiddetti “saggi”, cioè i compo-nenti della Commissione per leriforme istituita dal presidentedel Consiglio dei ministri, En-rico Letta. Le proposte deisaggi sono stati presentate asettembre, con una relazione

consultabile su internet. Al-l’esame del Parlamento, al mo-mento, c’è poi un disegno dilegge costituzionale che istitui-rebbe un Comitato di quarantaparlamentari per riformare laCostituzione con un meccani-smo più semplice rispetto aquello previsto dall’articolo138 della Carta. La speranza dei promotori diquesta proposta è di riuscire asbloccare il percorso di riformadell’assetto delle nostre istitu-zioni, un percorso da molti ri-

tenuto necessario ma che si èpiù volte arenato nel corsodegli ultimi decenni. Se questonuovo tentativo si concretiz-zerà, i risultati della consulta-zione pubblica sarannoprobabilmente tenuti presenti.In gioco c’è anche, come è evi-dente, la ripartizione dellecompetenze, in materia di pro-tezione dell’ambiente, traStato ed enti territoriali, equindi il futuro dell’interocomparto ambientale dellapubblica amministrazione.

RRiforme: chiusa la consultazione pubblicaI dipendenti della PA invitati a compilare il questionario on-line

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Gennaro Loffredo

Siccità, alluvioni, ondate di freddo e dicaldo, tempeste, cicloni e tornado sonosolo alcune delle possibili conse-guenze, magari foriere di catastrofiumanitarie, degli eventi meteorologiciestremi con un impatto su grandi in-sediamenti urbani spesso irrispettosidelle valenze idrogeologiche del terri-torio. I fenomeni estremi hanno provo-cato danni crescenti in Europa negliultimi anni e in assenza di misure diadattamento la prospettiva è che que-sti danni continuino ad aumentare. InItalia il rischio idrogeologico è pre-sente quasi ovunque e varia a secondadell’assetto geomorfologico del territo-rio, per cui può concretizzarsi in formadi frane, esondazioni e alluvioni.

A seguito dell’emanazione di recentiprovvedimenti normativi, sono stateindividuate per l’Italia le aree a rischioidrogeologico elevato o molto elevato,attraverso strumenti quali la mappadella densità franosa e le stime rela-tive al rischio alluvioni. Prevedere glieventi meteorologici intensi è fonda-mentale per limitare i danni alle per-sone, alle attività economiche e alterritorio. Gli attuali modelli consen-tono di fare previsioni meteorologichecon una risoluzione spaziale con passodi griglia dell'ordine di 2-3 km, utiliz-zando dati di previsione di modelli ascala più grande e dati di osservazioneforniti da reti e strumenti di telerile-vamento a scala regionale e con un nu-mero di ore di anticipo da 12 a 72. L’arrivo di una forte perturbazione ol’instaurarsi di avverse condizioni at-mosferiche sono previsti in largo anti-cipo dai nostri calcolatori e laprotezione civile spesso agisce dira-mando uno stato di pre-allerta meteo.Può essere utile un esempio, ricor-rendo a una situazione ipotetica. Sonopreviste forti piogge , e noi abitiamovicino a un fiume; l'acqua del fiumesale, il cielo è coperto ma non piove,tira però un forte vento verso la te-stata della valle che spinge tutte lenubi a risalirla. È un brutto segno! Si-gnifica con buona probabilità che nellaparte alta della valle sta piovendomolto per via dell’effetto Stau, cioè perl'umidità accumulata dal vento all'in-terno dell'imbuto geografico.In questi casi è fondamentale control-lare se il livello dell’acqua continua asalire, staccare l’interruttore generaledell’impianto elettrico, chiudere gas esalire ai piani superiori aspettando isoccorsi. In Europa per far fronte al-l’impatto del cambiamento climaticosono state messe in pratica già alcuneeco-soluzioni. I “Giardini della piog-gia”, messi a punto nella città norve-gese di Trondheim, sono efficaci mezzianti-alluvione. Sembrano comuni giar-dini che attirano uccelli e farfalle, main realtà impiegano strati diversi diterreno che drenano e smaltiscono l'ac-qua in eccesso, in caso di forti pioggeIn Francia è invece stato messo apunto un sistema agro-voltaico: i pan-nelli fotovoltaici non solo produconoenergia, ma fanno produrre di più iterreni agricoli sottostanti approfit-tando delle grandi ondate di caldoestivo. A Stoccarda è un'intera città apuntare sulle cinture di aree verdi percombattere lo smog e il fenomeno del-l'isola di calore. Come? Creando deicorridoi di ventilazione, cioè lasciandodelle aree di connessione con l'esternodella città non costruite, per far circo-lare l'aria fresca. Insomma, il territo-rio va salvaguardato dalla violenza deifenomeni meteorologici estremi e ciòimplica un deciso spirito di adatta-mento.

Allagamenti, fiumi straripati, fami-glie evacuate dalle abitazioni o sal-vate in extremis dopo essere rimasteintrappolate in auto. Due dispersi, unuomo e il figlio di sei anni, nel Gros-setano, dove è esondato il torrenteFratello. Tra Puglia e Basilicata, conpicchi di oltre 200 millimetri di piog-gia, si è verificata una situazionedrammatica nel Metaponto, dove duepersone sono morte e altre due sonoattualmente disperse. Questo il dram-matico bilancio delle piogge che sisono abbattute sull’Italia nell’ultimaondata di maltempo, nel primo finesettimana di questo mese. Ad esserecolpite, in modo particolare, sonostate la Toscana, l’Umbria, il Lazio, laPuglia, la Sicilia e non ultima la Cam-pania. Tra il 5e il 6 ottobre 2013 la no-stra regione è stata colpita da unaserie di temporali auto-rigenerantiche hanno scaricato notevoli accumulipluviometrici in particolare sulla fa-scia costiera e sul mare. Infatti suCapri, presso la stazione AM, è statorilevato un picco precipitativo pari a66 millimetri. Notevoli sono statianche i 50-60 millimetri osservati trale province di Caserta e Salerno. Tut-tavia l’area maggiormente interes-sata dalle piogge torrenziali è stataproprio quella del Napoletano. Tra ilsabato e la domenica il capoluogo par-tenopeo è stato raggiunto dalla fu-sione di più celle temporalesche,dando vita a un sistema temporalescoquasi stazionario che ha riversato suNapoli e in particolare sull’area delVomero quasi cento millimetri dipioggia nell’arco di poche ore. L’evolu-zione dei temporali è stata moltolenta in quanto la zona di generazione

delle celle temporalesche, posizionatasul basso Tirreno, ha continuato asfornare temporali grazie agli elevaticontenuti di umidità e di energia rica-vati dal mare ancora caldo. Oltrecento interventi di soccorso sono statieffettuati nella notte tra sabato 5 edomenica 6 dai vigili del fuoco tra Na-poli e provincia a causa della fortepioggia. Numerosi gli allagamenti discantinati. Nella zona orientale dellacittà, i pompieri sono stati chiamati aliberare due ambulanze bloccatenell’acqua, che trasportavano amma-lati in codice rosso. Diversi gli inter-venti per le auto bloccate. Unautomobilista di 53 anni è rimasto in-trappolato a Poggioreale all’internodella propria auto, dopo essere finitoin una pozza d’acqua alta circa unmetro e mezzo, ed è stato messo insalvo dai poliziotti che si sono lanciatiin acqua. I forti temporali che si sonoabbattuti su Napoli hanno causato lacaduta di alcuni pannelli e hannodanneggiato le collezioni esposte nellaMostra d’Oltremare in occasione delladodicesima edizione del Vebo, il sa-lone dedicato alla bomboniera, al re-galo e alla casa.Queste zone sono spesso sottoposte agrandi allagamenti quando forti pre-cipitazioni interessano le zone colli-nari. La morfologia del territorioincide molto sulla presenza di eventipiovosi importanti, esponendo dellearee rispetto ad altre. La conoscenzadel proprio habitat aiuterebbe senz’al-tro a prevenire alcuni disastri am-bientali, attivando delle misure didifesa e salvaguardando la salutedelle persone e della natura stessa.

Ge.Lo.

Come difendersi dai fenomeni meteo estremiRRaccontare il meteo. Le città appaiono sempre più esposte al rischio: lo dimostrano le cronache recenti

Particolare della mappa delle aree a rischio idro-geologico in Italia (fonte: Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare)

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 ottobre 2013 - Anno IX, N.19Edizione chiusa dalla redazione il 10 ottobre 2013

DIRETTORE EDITORIALEAntonio EpiscopoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOS. Allinoro, F. Clemente, R. D’Ambrosio, B.D’Angelo, P. D’Auria, G. De Crescenzo, A.Esposito, E. Ferrara, R.Funaro, A. Giangrasso,G. Loffredo, B. Mercadante, A. Morlando, A. Pa-lumbo, A. Paparo, F. Schiattarella, E. TortorielloSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 7- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/426/427 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

Nubifragi e disagi in Campania

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Fabio Schiattarella

Il quinto rapporto dell’ Ipcc,l’Intergovernamental Panel onClimateChange, parla chiaroaffermando che ci restano solodieci anni per evitare una ca-tastrofe climatica. Eppure po-tremmo dire che gli anni che ciseparano da questa calamitàsono di meno dato che solo nel2020 dovrebbe entrare in vi-gore un accordo globale per ri-durre drasticamente le

emissioni di gas serra. L’ Ipcc,task force scientifica dell’ Onu,che ha vinto il Nobel per lapace, ha reso pubbliche le suericerche. Sono 209 gli scien-ziati che hanno lavorato alprogetto, sei gli anni impie-gati, circa 1.500 gli esperticoinvolti. I dati ricavati hannocome riferimento di paragoneil periodo storico 1986 – 2005.Gli scenari che si sono deli-neati, alla fine di questi seianni di ricerca sono essenzial-mente quattro. Il più dramma-tico, seppur non rievocascenari da film come “The da-yaftertomorrow , prevede chei mari saliranno di 62 cm e latemperatura aumenterà diquasi quattro gradi centigradi.I dati meno catastrofici rac-contano invece uno scenariodel tutto differente dove i mariinnalzeranno la loro portata di

soli 24 cm e la temperaturaaumenterà di appena ungrado ( rispetto il periodo 1986– 2005 ). Secondo i governi illimite di sicurezza da non su-perare è quello dei due gradi.L’ Intergovental Panel on Cli-mateChange cerca di farechiarezza in merito a questedue visioni differenti spie-gando come bisognerebbe te-nere basso l’accumulo dianidride carbonica (CO2) inatmosfera. Se a fine secolo riu-

scissimo a mantenere un tettodi 421 parti per milione diCO2 il mondo non dovrebbesubire grossi mutamenti at-mosferici. C’è da dire chenegli ultimi anni la situazionesi avvia verso il peggiora-mento dato che attualmenteabbiamo già superato le 400parti per milione e si stimache, di questo passo, tra diecianni potremmo superare iltetto limite di sicurezza. Laproduzione di cemento ed icombustibili fossili sono i prin-cipali responsabili dell’ au-mento delle emissioni CO2 edè a questi che bisogna assolu-tamente dar freno attraversoadeguate politiche globali. Unsegnale positivo sarebbequello di bloccare la deforesta-zione, anche se questo soloprovvedimento non baste-rebbe a nulla. Il vertice del

2009, tenutosi a Copenaghen,che ha visto protagoniste in-sieme agli Stati Uniti, il Bra-sile, l’India e la Cina e ladecisione di ridurre le emis-sioni volontarie non ha dato ri-sultati. Al contrario lasituazione appare oggi peggio-rata con un aumento delleemissioni di gas serra cheviaggia oltre il 2 per centoannuo. Fin quando il sistemaenergetico mondiale conti-nuerà a basarsi su gas, petro-

lio e carbone non ci saràscampo ed il tetto delle 421parti per milione di CO2 verràsuperato presto. L’Ipcc parladi un aumento della tempera-tura virtualmente certo. L’ ita-liano Riccardo Valentini, unodei coordinatori dell’ attivitàdell’ Ipcc spiega che per laprima volta è stato chiesto diesaminare in un rapportol’ipotesi di un aumento delletemperature che va dai quat-tro ai sei gradi. Il risultato diinnalzamento così elevatodelle temperature sarebbe le-tale per il pianeta. Concentra-zioni di CO2 superiori alle 400parti per milione comporte-rebbe temperature tali da al-zare il livello del mare anchedi 40 metri. Uno scenario da“The dayaftertomorrow” maquesta volta non lo si vedrà alcinema.

Bisogna evitare una catastrofe climatica

Tribewanted, il social business fondato dall’italianoFilippo Bozotti e dall’inglese Ben Keeneia dopo averfondato comunità sostenibili per eco – turismo nelleisole Fiji, in Sierra Leone ma anche in Italia, esatta-mente nella località di Monestevole, in Umbria; oraha intenzione di espandere la propria presenza cre-ando una piattaforma online per coinvolgere a suavolta 10 progetti di eco-turismo e comunità sostenibiligià esistenti nel mondo, reperendo i fondi necessaricon una campagna di crowdfunding innovativa. Par-tendo dall’idea di “eco-turismo” o di “turismo respon-sabile”. Tutti i progetti di Tribewanted invitano gliaderenti, a venire in vacanza e farsi coinvolgere neiprogetti con la comunità locale per aiutare a costruiree migliorare la zona in cui ci si trova. Allo stessotempo, Tribewanted mira a suggerire ai suoi membri

e ai visitatori di im-pegnarsi anchequando tornano acasa in uno stile divita eco-sostenibile.I primi tre progettisono finanziati, co-struiti e gestiti com-pletamente dallacooperativa di Tribe-wanted, ma con lanuova piattaformaonline si vuol dare lapossibilità a 10 pro-getti già esistenti di

beneficiare dal know-how di Tribewanted, in paesiquali il Mozambico, il Laos, il Nicaragua.Questi nuovi progetti sul territorio hanno bisogno disostegno nel marketing, nelle vendite, di una strate-gia web, di servizi di prenotazione on-line e dei fondiper progetti sociali locali: Tribewanted sosterrà le ini-ziative locali con tutti questi servizi centralizzati. Il30 % delle quote di iscrizione andrà a progetti comu-nitari presso le sedi dei partner locali, impegnati amigliorare significativamente la qualità della vitadelle popolazioni locali: salute, istruzione , conserva-zione dell’ambiente, energia pulita.Attraverso la piattaforma di crowdfunding “crowd-cube.com” Tribewanted vuole raggiungere un inve-stimento di 200.000 sterline in cambio del 20% dellequote di Tribewanted Ltd, oltre a vantaggi quali sog-giorni scontati nei villaggi Tribewanted nel mondo.Il denaro verrà investito nel suo sito e servizi on-line,nelle formazione del personale, rafforzando così lapropria posizione quale operatore leader nel turismoeco-sostenibile nel mondo.

F.S.

Tribewanted:vacanze eco-sostenibili

Preoccupano i risultati del quinto rapporto dell’IPCC

Turismo al servizio delle comunità locali

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Giulia Martelli

Sono anni, ma dalle scorse setti-mane ancor di più, che la Cam-pania ha assunto il mortificanteappellativo di “Terra dei fuochi”.Per le strade bruciano rifiutispesso di dubbia provenienza,bruciano immondizie, brucianopneumatici e continuamente ilcielo si riga di colonne di fumonero dense e maleodoranti cheattentano senza sosta alla sa-lute dei cittadini. Ma la Campa-nia, si sa, è terra di sfide e lapopolazione, oramai stanca, hadeciso di ribellarsi. L’Altra Na-poli, Ecopneus e Geos Environ-ment hanno dato vita, adesempio, ad un progetto per ilriuso dei vecchi copertoni (chealtrimenti sarebbero stati ab-bandonati ed incendiati illegal-mente per assicurare unacombustione lenta e sicura ai ri-fiuti speciali accatastati nei lati)che ha portato alla realizzazionedi un campo sportivo nel cuore

del capoluogo partenopeo. Da ri-fiuti ad opportunità per i giovanidel rione Sanità, dove si trova lastruttura, e più precisamentepresso il complesso monumen-tale di San Nicola a Tolentino.Ecopneus, azienda privatasenza scopo di lucro, nel solo2012 ha raccolto qualcosa comeoltre 240mila tonnellate dipneumatici, di cui oltre venti-mila tonnellate proprio in Cam-pania. La pavimentazionedell'area ospitante il campettopolivalente è stata realizzatacompletamente in gomma rici-clata proveniente dalla granula-zione di pneumatici fuori uso. Inuna prima fase il granulo digomma è stato legato con unaresina poliuretanica e, quindi,steso nell'area del campo graziead una finitrice. Successiva-mente è stato applicato unostrato di resina acrilica rossa esono state disegnate le righe,con vernici atossiche ad acqua.Il campo risultante è uno spazio

polivalente sul quale si possonopraticare diversi sport quali ilcalcio e il basket. La gomma de-rivante dal riciclo dei pneuma-tici fuori uso ha caratteristichetecnico-fisiche elevate: alta ca-pacità di assorbimento degliurti; elasticità e resistenza alledeformazioni e agli agenti atmo-sferici. Queste proprietà sonoparticolarmente apprezzate perla realizzazione di superficisportive antitrauma e per la pa-vimentazione delle aree gioco,poiché limitano la possibilità diurti e traumi accidentali. Aivantaggi tecnici si aggiungonoquelli ambientali: si utilizza unarisorsa che, se non recuperata,sarebbe non biodegradabile edoccuperebbe grandi spazi e c'èrispetto del territorio, grazie alminor prelievo di materie prime,spesso molto costose perché diimportazione.

Pubblicati i Bandi 2013 del Diparti-mento della Gioventù e del Servizio Ci-vile Nazionale, rivolti ai giovani di etàcompresa tra i 18 e i 28 anni, per la ele-zione di 15.466 volontari da impiegarein progetti di Servizio civile in Italia e

all'estero. Le istanze possono esserepresentate fino alle 14.00 del giorno

04/11/2013. in Campania, oltre ai con-sueti progetti di assistenza e educa-

zione e promozione culturale, 17Progetti nel settore ambiente, 115 in

quello del patrimonio artistico e cultu-rale e 12 nella protezione civile.

I genitori degli alunni che frequentano gli istituti casertanipossono dormire sonni tranquilli: i pasti che vengono sommi-nistrati ai propri figli nella mensa scolastica sono di altissimolivello e provengono da un centro cottura totalmente ecolo-gico. A consentire questo connubio tra qualità e sostenibilità,il sindaco del capoluogo di Terra di lavoro Pio Del Gaudio ela Società Sagifi spa, società certificata Iso 9001, 14001 e22000 oltre che Sa 8000 che, vincendo un appalto quinquen-nale, ha realizzato presso l’Istituto Lorenzini una strutturatotalmente autosostenibile, dotata di un impianto fotovoltaicoa guaina di ultima generazione che consente un'autonomiadi 16 kwh e produce energia che viene venduta a Gse. I localidi preparazione dei pasti sono dotati di impianti afonici e nonproducono rifiuti di alcun genere, sono stati abbattuti total-mente i rifiuti della plastica in quanto la mensa è dotata distoviglie in policarbonato, prodotte per Caserta da un'aziendaUsa con sede in California e di un impianto lavastoviglie ditipo industriale che funziona con detergenti ecolabel. Abbat-tuti anche i rifiuti pet, per la presenza di un impianto per ilmicrofiltraggio dell'acqua e antilegionella che produce acquaa temperatura stabilizzata per un totale di 120 litri all'ora,imbottigliata in brocche in policarbonato sigillate. Completail tutto un impianto di illuminazione led. Il personale dellaSagifi, abbracciando le linee di indirizzo della mobilità soste-nibile, è stato dotato di biciclette per coprire il percorsocasa/lavoro e quelli eventuali in città. Tutti i pasti viaggianoverso le scuole cittadine trasportati da automezzi a metano.I pasti sono preparati con alimenti totalmente biologici, igp,dop, stg e kmzero. Tutte le eccedenze alimentari vengono resedisponibili per la Cri e le parrocchie. Un investimento nonsoltanto in termini economici ma in termini di salute dellegenerazioni future.

G.M.

A Salerno via alle “ciclo-consegne”

Preparerà i pasti per tutti i plessi casertani

MENSA SCOLASTICAA IMPATTO ZERO

A NAPOLI IL CAMPO SPORTIVO DI GOMMA RICICLATA

Servizio Civile 2013

Rosa Funaro

Trasformare una passionein lavoro. È questa la mollache ha spinto un gruppo diappassionati bikers salerni-tani ad inventarsi un’atti-vità che sta riscuotendogrande successo. Si trattadella società di ciclo-conse-gne “SBM: Salerno BikeMessengers”, un’impresagiovane fatta di giovani chesalvaguarda l’ambiente maallo stesso tempo garantisceaffidabilità, professionalitàe velocità a costi ridotti. Al-fonso Amaturo, il titolaredella ditta, afferma: “I no-stri corrieri sono ciclisti chesi impegnano a garantire unservizio eccellente, spostan-dosi facilmente nel trafficodelle ore di punta, nelle areepedonali e nelle zone a traf-

fico limitato (ZTL) nel pienorispetto dell’ambiente e conogni condizione meteorolo-gica”. Possono usufruire deiservizi di SBM (SalernoBike Messergers) tutte leaziende, i liberi professioni-sti e i privati che voglianofar spostare merci e docu-menti in città. Ma non solo.Grazie a speciali bici cargo,SBM è infatti in grado diconsegnare anche oggetti emerci pesanti e voluminose:dalle riviste ai vestiti, dairegali natalizi alle casse dibirra o mangimi per ani-mali. E in un periodo di traf-fico intenso, come quellonatalizio, una soluzione delgenere può rivelarsi vin-cente. Infine SBM sta lavo-rando anche ad un serviziodi food delivery che saràpresto disponibile per tutti

coloro che, non potendo al-lontanarsi dal posto di la-voro per la pausa pranzo oche volendo mangiare qual-cosa di diverso, potrannofarsi recapitare il pasto adomicilio.

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Salvatore Allinoro

Pirolisi, una combustioneestremamente efficiente. Av-viene a temperature moltoelevate e può fornire biogasimmediatamente disponibileovunque ci sia sostanza orga-nica secca inutilizzabile.Bruciando polimeri e spazza-tura indifferenziata in questiimpianti non si ottiene dios-sina.Costruire un impianto dome-stico è semplicissimo: si parteda un foglio di stagno, lo sipiega a formare un cilindro.Viene riempito con sostanzeorganiche di scarto a cui si dàfuoco. Se abbiamo bisogno diaccelerare in fase di accen-sione possiamo usare un inne-sco: micce, paraffine, sono leuniche sostanze che emettonofumo grigio, pochi secondi epoi scompaiono.Le fiamme vengono coperteusando un cono forato per mo-dificare le caratteristiche fisi-che dell’incendio spingendoverso un processo che avvienein anaerobiosi.Con meno ossigeno a disposi-zione solo le molecole leggerediventano combustibile, perquesto non c’è produzione difumo (il secondo posto in unatragica graduatoria dellecause di morte in Africa del-

l’Ovest).Le associazioni umanitariehanno iniziato a proporre que-sta innovativa stufa nei sob-borghi delle metropoliafricane. Una fiamma blu con-ferma che non c’è monossidodi carbonio in uscita, intornoa una stufetta pirolitica si re-spira molto meglio.Con questo fornello portiamoil tè a cento gradi in meno didieci secondi e il prodotto di ri-sulta è carbone.Fuliggine compressa in cui lemolecole di gas serra riman-gono rinchiuse, per centinaia,migliaia di anni. Il loro contri-buto nefasto sul clima non sifarà sentire per molto tempo.Il termine tecnico con cui si in-dica questo scuro ammasso disostanze organiche prodotteda una stufa pirolitica è bio-char. Può essere mischiato aiterreni agricoli dove è utilecome ammendante e migliorail raccolto funzionando comeuna coperta termica che as-sorbe gli sbalzi di tempera-tura.Il biochar può rivoluzionare ilprimo settore e aiutare i suoliche dopo decenni di fertiliz-zanti producono sempremeno.Per ora i suoi effetti sono infase di sperimentazione in uncampo del CNR di Pistoia.

Energia pulita fai da teTutto arrosto e niente fumo con le stufe pirolitiche

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Le innovative torri coltivabiliAntonio Palumbo

Le torri d’abitazione offrono spuntisempre più interessanti per lo sviluppodelle nuove tecnologie sostenibili,aprendo orizzonti inaspettati, per gliarchitetti di ogni parte del mondo, perdisegnare nuove strutture efficienti edinnovative, le quali, considerato il lorosviluppo in altezza - riprendendo la le-zione corbusiana - richiedono un mini-male consumo di suolo: in tale ambitosi collocano i cosiddetti “grattacieliverdi”, conosciuti anche come “torri col-tivabili”. Si tratta, in alcuni casi, di in-teri grattacieli costruiti a scopi agricoliecosostenibili, che consentono di ri-sparmiare amplissime porzioni disuolo a terra, sfruttando, nel con-tempo, i loro spazi verticali per la pro-duzione alimentare. Entro il 2050,infatti - con circa due miliardi di indi-vidui in più rispetto ad oggi - oltrel’80% della popolazione mondiale risie-

derà nei centri urbani: una crescitapreoccupante secondo la FAO, la qualeha previsto che, a tutto il 2020, sarà di-sponibile solo la metà dei terreni ara-bili pro capite rispetto a quelli su cui sipoteva contare nel 1960. Tra i Paesi europei che sono più avantiin questa sperimentazione si annoveracertamente la Svezia.Qui, ad esempio, è in corso di realizza-zione il grattacielo-serra di Linköping- città con circa 100.000 abitanti, si-tuata a sud della capitale - che rag-giungerà la considerevole altezza di 60metri ed all’interno del quale si attueràuna coltivazione specializzata per laproduzione di pak choi, una verduraasiatica appartenente alla famigliadelle rape. Il progetto presenta nume-rosi ed interessanti aspetti di ecososte-nibilità: si tratta di una produzione a“chilometri zero”, priva di costi di tra-sporto e del relativo inquinamento; perla coltivazione delle piante non si pre-

vede l’uso di terra o torba ma di unsubstrato inerte (pietra pomice e vul-canica), che potrà essere riutilizzato indiversi cicli per sette anni; le pianti-celle saranno alimentate con la tecnicaidroponica, in cui le sostanze nutritivenecessarie sono presenti direttamentenell’acqua, eliminando così l’uso di fer-tilizzanti, concimi, pesticidi ed altri in-quinanti.Negli Stati Uniti l’idea dello “skyfar-ming”, finora sperimentata solo in pic-coli edifici di comunità ecosostenibilidell’Arizona e della California, ha rice-vuto un improvviso impulso dalla crisiamericana degli ultimi anni: colpitodall’ondata di fallimenti aziendali, ilsettore immobiliare per il commerciosta registrando un’incidenza di edificivuoti per i quali si stanno attuando in-teressantissimi progetti di riconver-sione in “aziende agricole verticali” acarattere urbano. Tali sperimentazioniriguardano principalmente New York,

ma anche città come Seattle, Los An-geles, San Francisco e Las Vegas.A Shangai, in Corea del Sud e ad AbuDhabi, negli Emirati Arabi - dove, pe-raltro, la disponibilità di suoli coltiva-bili è una risorsa scarseggiante perragioni di forza maggiore - si stannoinaugurando progetti particolarmenteavanzati.Tra gli interventi più interessanti edavveniristici degli ultimi anni ricor-diamo l’idea dell’allevamento in verti-cale dei suini, sviluppata in Olanda (ilmaggior esportatore europeo di carnedi maiale) con un progetto ufficiale, de-nominato “City Pig”, redatto dallo Stu-dio MVRDV di Rotterdam.Degni di nota sono anche il “SeawaterVertical Farm” (2009), progettato aDubai dagli architetti italiani Favrettoe Girardi (StudioMobile), ed il “Dra-gonfly” (2010), la fattoria urbana aforma di farfalla ideata da VincentCallebaut per New York.

Singapore: un edificio dal tetto verde per la Scuola DesignMentre in Italia gli edifici uni-versitari spesso non riescono acontenere in maniera adeguatai propri studenti, a Singaporegli studenti della scuola di de-sign potranno usufruire anchedei tetti!Infatti l’edificio del NanyangTechnological University dicinque piani composto da duecorpi di fabbrica curvi e intrec-ciati fra loro, presenta unosplendido tetto verde completa-mente accessibile agli studenti.Costruito in un angolo alberatodel campus, l’edificio, ad altasostenibilità, si integra con lavegetazione in modo organico,divenendo parte del paesaggio,in netto contrasto con unastruttura altamente high-techche simboleggia invece la crea-tività ospitata all’interno. La

facciata in vetro offre un invo-lucro edilizio ad alte presta-zioni che permette di usufruirea lungo della luce naturalenegli atelier interni e di goderedelle viste privilegiate sulparco. Gli spazi sono sciolti, ac-cessibili, convertibili e trasfor-mabili, grazie ancheall’inserimento delle pareti di

vetro che forniscono un conti-nuo scambio visivo tra internoed esterno, permettendo di in-teragire sinergicamente conl’esterno e di stimolare l’imma-ginazione e la creatività. Il fo-gliame circostante inoltrepermette di filtrare e dosarel’ingresso della luce diffusa na-turale. I tetti inoltre non sonosolo coperture ma svolgono lafunzione di ulteriori spazi di in-contro informale, dove gli stu-denti chiacchierano, siconfrontano e danno vita anuove idee. Il verde permettedi isolare l'edificio dagli agentiatmosferici, raffreddandol’aria circostante e garantendola raccolta dell’acqua piovanaper l'irrigazione. Questa speciedi traspirazione epidermica èanche in grado di far rispar-

miare sui costi di riscalda-mento e raffrescamento, oltrea soddisfare le esigenze chehanno ispirato l’iter proget-tuale. Le finiture interne sonostate volutamente lasciategrezze, allo scopo di fare dasfondo per l'arte e i progetti didesign. Muri e colonne di ce-mento, ringhiere in legno e unagamma di colori neutri defini-scono ambienti che variano performa e dimensione e possonoospitare molteplici funzioni.Questa realizzazione evidenzialo stretto rapporto che esistetra location e attività creativa ,nella nostra cultura europea lapromozione della creatività e lacultura tra i giovani dovrebbeessere fondamentale per il so-stegno del loro sviluppo perso-nale e un’attiva inclusione

nella società. La creatività con-tribuisce al benessere socialeed individuale ed alla prospe-rità economica. Sostenerel’energia creativa dei giovani ela loro capacità di innovazionesignifica aiutarli a svilupparele proprie potenzialità e a tro-vare un’occupazione che li tra-sformi in uomini e donnerealizzati ed amanti del propriolavoro. Spesso qui da noi al-l’aspetto della location nonviene data l’importanza anchepsicologica che meriterebbe. A Singapore al contrario vieneutilizzato un design straordina-rio e sostenibile per soddisfareogni esigenza di creatività inuna scuola d’arte dove le paroled’ordine sono e saranno imma-ginazione e fantasia..

E.T.

Si tratta di interi grattacieli costruiti a scopi agricoli ecosostenibili, che consentono di risparmiare porzioni di suolo a terra

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IN CRESCITA LA COSMESI NATURALEL’Italia rappresenta la terza nazione europea per il consumo di cosmetici bio

Brunella Mercadante

Nel corso degli anni il concetto di co-smetico è cambiato, esso, infatti, non èpiù inteso solo come un prodotto per ri-sultare “presentabili” ma più sottil-mente è vissuto come un qualcosa cheserve soprattutto alla “cura” del corpoe a sentirsi meglio, tanto esterna-mente quanto internamente. Oggi si sente da più parti sostenereche il cosmetico “nutre” la pelle, ve-nendo infatti non solo in contatto conil corpo ma, poiché lo penetra, en-trando a far parte di noi stessi; dunquei cosmetici, essendo assimilati dal no-stro corpo, sono percepiti alla streguadi un alimento, pur non avendone lafunzionalità e le stesse caratteristicheedonistiche. Accanto, quindi, alla sod-disfazione per l’attenzione all’am-biente in cui viene ottenuto, intesocome luogo di coltivazione, di fabbrica-zione, di utilizzo e di smaltimento deicontenitori vuoti, il cosmetico vienesempre più considerato un prodottoche contribuisce a farci stare megliosia sul piano delle sensazioni che suquello più strettamente fisico, mag-giormente in sintonia con l’ambienteche ci circonda.La cosmesi naturale e biologica sifonda sulla cosiddetta “chimica verde”,ovvero quella sfera della chimica cheha come obiettivo la trasformazionedelle materie prime naturali con pro-cedimento a basso impatto ambientalee che utilizzano sostanze, reagenti esoluzioni di estrazione pure a bassoimpatto ambientale e biodegradabili.Ma quando un prodotto può definirsinaturale e quando biologico? Secondo lo standard naturale/biologicodi Ccpb (Certificazione e controllo pro-

dotti biologici), un prodotto è naturalequando almeno il 95% degli ingre-dienti totali è “naturale” o “di originenaturale”, includendo in questo calcoloanche l’acqua aggiunta. La rimanentequota, che al massimo può essere del5% può essere costituita da ingre-dienti di origine sintetica, ma sola-mente se presenti nelle liste positivedello standard; si tratta in quest’ul-timo caso di sostanze conservanti nonderivanti dalla petrolchimica. Per in-gredienti “naturali” si intendonoquelli che provengono dall’agricolturao dalla raccolta spontanea tal quali o

che hanno subito solo processi di tra-sformazione fisica quali macinazione,cottura, filtrazione, pastorizzazione,infusione, centrifugazione, ecc., men-tre gli ingredienti “di origine naturale”sono quegli stessi ingredienti di deri-vazione naturale che hanno subitoprocedimenti di trasformazione chi-mica, a condizione che si sia fatto ri-corso solo a determinati processi ditrasformazione, ad esempio amidifica-zione, calcinazione, condensazione,idrogenazione, idrolisi, saponifica-zione, raffinazione, solfatazione e tuttii processi elencati nello standard che

rientrano nel concetto di “chimicaverde”. È interessante notare altresìche cosmesi e agricoltura si stannofondendo sempre più secondo una lo-gica di promozione del territorio, abbi-nando il valore del paesaggio, ilturismo, le filiere della produzioneagricola, la trasformazione dei questiprodotti in sostanze per il benessere ela bellezza con la valorizzazione di la-boratori e officine posti vicini ai luoghidella produzione agricola, con i qualipossono condividere anche gli obiettiviin termini di sviluppo rurale.

(seconda parte)

DAL GOVERNO NUOVE NORME PER LA TUTELA DELLA SALUTEAlessia Giangrasso

È diffuso il vivo apprezza-mento per il disegno di leggesulla sanità varato dal Go-verno su iniziativa del Mini-stro della Salute, BeatriceLorenzin. Il Ddl “Lorenzin” recante “di-sposizioni in materia di spe-rimentazione clinica deimedicinali, di riordino delleprofessioni sanitarie, di tu-tela della salute umana eformazione medico speciali-stica e di benessere animale”approvato dal Consiglio deiministri il 26 luglio scorso, intutto 27 articoli che pren-dono spunto dai precedentiddl Fazio e Balduzzi arenati

entrambi nella scorsa legi-slatura tocca tanti aspettiimportanti, dalle sperimen-tazioni cliniche all’aggiorna-mento dei Lea (Livelli Essen-ziali di Assistenza) dallariforma degli ordini profes-sionali alla lotta all’abusivi-smo professionale e allaformazione del personale. In Parlamento l’iniziativadel Ministro Lorenzin è stataoggetto di un attento esameche porterà finalmente alladefinitiva approvazione dinorme importanti che giànella passata legislaturaerano state esaminate, masenza giungere a conclu-sione. In particolare, il Mini-stro, ha rimesso in pista

quelle norme, riviste corretteed integrate da altre, conqualche novità significativaper la vita di tutti i giornicome quella del divieto difumo in tutte le aree scolasti-che, comprese quelle al-l’aperto e del divieto divendita delle sigarette elet-troniche con nicotina agliunder 18. Nel testo entrato aPalazzo Chigi c’era anche ildivieto di fumare in auto inpresenza di minori e donnein gravidanza ma in confe-renza stampa il Ministro hadeciso di porre tale ipotesiall’attenzione del Parla-mento, annunciando lostralcio della norma daltesto governativo.

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Fabiana Clemente

Sono molti gli alimenti contenenti tossine, capaci diprovocare al nostro organismo effetti dannosi. Inibitorienzimatici, lectine, acido ossalico, sono solo alcunedelle sostanze tossiche dalle quali sarebbe opportunostare alla larga. E per evitarle dobbiamo imparare ariconoscere i cibi “no”. Di seguito riportiamo una brevepanoramica di alimenti di consumo quotidiano. Par-tiamo dai legumi. Questi possono comportare un’iper-trofia pancreatica. Nello specifico contengono dellesostanze inibitorie – quali proteasi, lipasi e amilasi –che assunte in dosi considerevoli possono modificarele dimensioni del pancreas. Per contro, pomodori, pa-tate e melanzane contengono le solanine, un glucoal-caloide tossico, la cui elevata ingestione può provocareirritazione della mucosa gastrica e alterazione emoli-tica. Si consiglia pertanto di asportare le parti piùverdi da questi ortaggi - ove la concentrazione di sola-nina raggiunge livelli elevati – e ovviamente un’at-tenta e duratura cottura per ridurre notevolmentequesta sostanza tossica. Altre insidie si nascondononei pomodori, negli spinaci nel tè e nel cacao. Stiamoparlando dell’acido ossalico, nocivo in quanto trattieneil calcio e ne impedisce il rilascio al nostro organismo.Un eccessivo consumo di legumi, cereali e frutta secca

potrebbe provocare una notevole assimilazione diacido fitico, responsabile di trattenere e quindi di ri-durre l’assorbimento di zinco, rame, ferro e calcio. Pernon dimenticare gli aminoacidi anomali – il DABA e l’ODAP - responsabili del neurolatirismo, un’intossica-zione propriamente attribuita ad un abuso di legumiche provoca disturbi agli arti interiore, nella fattispe-cie debolezza e rigidità muscolare. La presenza di tos-sine negli alimenti interessa purtroppo anche lafrutta, protagonista indiscussa nelle più note diete ali-mentari. Il nocciolo di pesca, albicocca e frutta con-tiene composti ciano genetici, capaci di produrrel’acido cianidrico, la cui eccessiva esposizione comportavertigini, cefalea e problemi respiratori. Altre avver-tenze sono rivolte agli intenditori di formaggi, vino ebirra. Per loro il rischio è quello di assimilare dosi ec-cessive di tiramina, responsabile di vasocostrizione, diun aumento della frequenza cardiaca e di conseguenzacrisi ipertensive. Se avvertiamo disturbi è opportunoiniziare a modificare la nostra alimentazione, depau-perandola temporaneamente di alcuni cibi che potreb-bero arrecare fastidi. Inoltre variare ogni giorno ilnostro menù allontana il rischio di sostanze tossicheoltre che produrre effetti benefici per il nostro organi-smo. Nelle nostre scelte alimentari ricordiamo il se-guente suggerimento: la dose fa il veleno.

Raffaella D’Ambrosio

Il glutammato monosodico è ilsale sodico dell’acido glutam-mico. Il glutammato è un am-minoacido naturale presente inquasi tutti gli alimenti, in par-ticolare in quelli ad alto conte-nuto proteico come i prodotticaseari, la carne, il pesce emolte verdure. Nell’UnioneEuropea, il glutammato mono-sodico viene classificato comeadditivo alimentare (e identifi-cato con il codice E621). A par-tire dagli anni ’50, questoadditivo è stato usato semprepiù dall’industria agroalimen-tare e in quantità sempre mag-giori, per dare più gusto aglialimenti. Da un punto di vistatecnologico è quell’elementoche conferisce particolari carat-teristiche di gusto al prodottoin oggetto, infatti, aggiunto aglialimenti, il glutammato mono-sodico agisce come esaltatore disapidità ed è considerato ilquinto sapore, detto “umami”.Generalmente, il glutammatomonosodico viene utilizzato neipreparati dell’industria ali-mentare, come i surgelati, lemiscele di spezie, le zuppe lio-filizzate e in scatola, i condi-menti per le insalate e nei

prodotti a base di carne opesce. Nel passato, il glutam-mato monosodico venivaestratto da alimenti naturaliricchi di proteine come, adesempio, le alghe marine. Oggi,questo laborioso procedimentonon viene più praticato ed essoviene prodotto tramite un pro-cesso industriale di fermenta-zione. Studi scientifici hannomesso in evidenza che non vi

sarebbe alcun legame direttotra tale sostanza e reazioni al-lergiche o intolleranze. In pas-sato, il glutammatomonosodico era ritenuto il re-sponsabile della “sindrome daristorante cinese”, un disturbocosì definito poiché il primocaso venne riscontato a seguitodel consumo di un pasto pro-prio in un ristorante di questogenere. I sintomi di tale sin-

drome sono: senso di bruciorealla nuca, difficoltà respirato-rie, nausea e sudorazione. Inol-tre quando i livelli diglutammato aumentano nelsangue possono provocare di-spepsia o diarrea esplosiva,perché i glutammati stimolanoi ricettori dell’esofago e dell’in-testino. Altri possono svilup-pare colon irritabile, mentre sesoffrono di reflusso esofageo,

questo peggiora. Quando il fe-nomeno interessa il sistemacardiocircolatorio, potrebbe in-vece spiegare l’aumento di in-farti letali, sempre piùnumerosi. Cosa possiamo fare?Semplice fare attenzione aquello che compriamo, evi-tando anche tutti quei cibi checontengono aromi … d’altrondese un prodotto è buono non ne-cessita di aromi.

I rischi dell’eccesso di glutammato nei cibiViene prodotto tramite un processo industriale di fermentazione

Tossine negli alimenti: come riconoscerle È importante riuscire ad individuare i cibi “no”

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Passata la “tempesta”, la vec-chiaia e la stanchezza di ses-sant’anni di gioie e di dolori,portarono Ferdinando IV atrascorrere gli ultimi annidella sua vita sempre più lon-tano dalla corte e dai problemipolitici e sempre più vicino aisuoi tanti figli e ai suoi tantis-simi nipoti. La mattina del 4gennaio del 1825 il cameriereche era andato ad aprirgli lafinestra lo trovò morto. Di-ventò re, per soli cinque anni,il figlio Francesco I. Nel 1797si era sposato con Maria Cle-mentina, arciduchessa d’Au-stria, figlia di Pietro LeopoldoGranduca di Toscana, promes-sagli in sposa secondo le con-suetudini del tempo già atredici anni.Il pensiero della bella e gio-vane arciduchessa (“delicatama bella, di graziosa tinta e diespressione dolce e spirituale”)distraeva spesso il principenapoletano soprattutto dopoche ne aveva ricevuto una det-tagliata e graziosa miniatura.Le inviò in cambio un suobusto in cera a grandezza na-turale e l’unica sua preoccupa-zione prima del matrimonio silegava al fatto di essere qual-che centimetro più basso della

sua sposa e a niente servironoi suoi esercizi di ginnastica edi equitazione… Si trattava,come si può notare, di un ma-trimonio deciso da altri cosìcome era normale che fosse inquegli anni in tutta l’Europa epresso famiglie così presti-giose: molto frequentemente,però, i “promessi sposi” si affe-zionavano e si innamoravanodavvero tra di loro iniziandostorie matrimoniali felici comenel caso in questione. Dopo larivoluzione, però, a nulla val-sero gli sforzi fatti dai mediciper salvare quella ragazza cheFrancesco aveva imparatopresto ad amare e che era riu-scita, comunque, a regalarglidei figli spegnendosi dopo ap-pena quattro anni di matrimo-nio. Nell’estate del 1802Francesco I sposò in secondenozze Maria Isabella, figlia diMaria Teresa di Borbone-Parma e di Carlo IV Re di Spa-gna. Tra le opere portate atermine in quel periodo si ri-cordano la costruzione dell’Os-servatorio Astronomico el’ampliamento della Reggia diPortici arricchita di uno zoocon animali esotici (leoni, gia-guari, pantere e perfino ele-fanti) e con un progetto checoinvolgeva anche il nuovo ap-prodo del Granatello sempre aPortici e la splendida “Villa

Favorita” a Torre del Greco.Furono ripresi gli scavi di Er-colano (in particolare portandoalla luce le case verso il mare).Sempre con lo stesso spiritovenne rifondata l’AccademiaPontaniana e in essa venne in-corporata un’altra accademiaculturale famosa, l’“Accade-mia Sebezia”. Fu valorizzato anche il RealeIstituto per l’Incoraggiamentoper il sostegno, appunto, alle

attività artistiche e scientifi-che mentre si diffondevanogiornali e riviste specializzatee di varia natura. Numerosifurono i provvedimenti rela-tivi alla navigazione e al com-mercio (fino ai trattati per itraffici per il Mar Nero), alleindustrie e alla gestione diacque e di foreste (in partico-lare contro il disboscamento dimolte zone del Regno con unasensibilità ambientalistica no-

tevole per quei tempi). Si rego-lamentò, tra l’altro, la produ-zione e la commercializzazionedei prodotti locali con degli ap-positi e innovativi marchi “diorigine controllata”. Si diedeun grande impulso allo svi-luppo della navigazione a va-pore con la costituzione dinumerose compagnie che fe-cero approdare le nuove navinapoletane in porti fino ad al-lora sconosciuti.

Da Ferdinando IV a Francesco IGli anni delle riforme e dello sviluppo culturale e scientifico

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Anche in occasione dei fre-quenti terremoti che colpironol’antico Regno delle Due Sici-lie, i Borbone dimostraronobuone capacità di governo eoperarono scelte utili che an-cora oggi si potrebbero definireall’avanguardia. Di fatto sitrattava della prima legisla-zione antisismica in Italia. Ri-portiamo solo qualcheesempio. Il 5 febbraio del 1783una violentissima scossa diterremoto aveva colpito l’interoSud dell’Italia (30.000 le vit-time nella sola Calabria) dopouna crisi sismica durata di-verse settimane e che avevacausato voragini, inabissa-menti di paesi e colline, devia-zioni di fiumi e maremoti.Ferdinando IV avviò un pro-gramma di soccorso, assi-stenza e ricostruzione cherappresenta ancora oggi unmodello di efficienza. Le popo-lazioni furono immediata-mente alloggiate in baracche;partì un’opera ciclopica di pro-sciugamenti, bonifiche, rico-struzioni e costruzioni (case,strade, mulini, forni, magaz-zini). Furono “rilocalizzati”circa trenta centri urbani chesorgevano in aree a rischio econ nuove norme edilizie cheprevedevano un sistema ditravi riempite che rendevanoantisismiche le costruzioni (le“case baraccate”) come antisi-smici erano i principi urbani-stici (edifici di un pianointelaiati in legno e con muriperimetrali compatti, straderegolari e che si incrociavanoad angolo retto, piazze centraliper i mercati, molti spaziaperti). Per la ricostruzione,poi, fu istituita, una CassaSacra che incamerò rendite ebeni ecclesiastici calabresi conpoteri autonomi e con la possi-bilità di governare diretta-mente sul territorio e dieliminare lungaggini e dannidella burocrazia.Un altro esempio: il violentoterremoto che nel 1851 di-

strusse la città di Melfi e ipaesi vicini. Dichiarata l’emer-genza, partirono raccolte pub-bliche e private di fondi: ogniamministrazione dello statofece la sua parte economica euna speciale commissione funominata dal Re per coordi-nare gli interventi. FerdinandoII, seguendo la sua consuetavolontà di governare diretta-mente e in prima persona, perotto giorni si recò a visitare iluoghi del disastro con il figlioFrancesco e il Ministro per iLavori Pubblici, provvedendopersonalmente per i casi piùdisperati. In un anno la rico-struzione era già stata comple-tata. Il 16 dicembre del 1857,poi, un violentissimo terre-

moto colpì una vasta zonacompresa tra il Vallo di Teg-giano e la Basilicata. Duemilai morti solo a Polla. SempreFerdinando II, superata la fasedell’assistenza, predispose lacostruzione di una nuova città(una sorta di avveniristica“new town”) per trasferirvi isopravvissuti. Si trattava dellefamose “comprese” di Battipa-glia: delle vere e proprie colo-nie agricole in territori per iquali già dal 1855 erano statiavviati interventi di bonifica.Si provvide, allora, alla “siste-mazione delle acque e dei ter-reni, dai monti fino ai fondidelle valli e ai litorali e costemarine, ai i rimboschimenti ealle arginature, ai consolida-menti delle frane, allo sviluppodella viabilità e al risanamentoigienico del suolo mercé la cul-tura”. Il luogo prescelto eraquello della piana del Sele: da-vanti al complesso abitativoera prevista una larga piazzacon aiuole e lungo i lati altriedifici; per consentire unaesposizione ottimale ai raggidel sole le misure dei cortilierano proporzionate a quelledegli stessi edifici; furono rea-

lizzati anche una pavimenta-zione con ciottoli, strade e uncanale di irrigazione per il la-vaggio del fondo stradale; fu-rono anche costruite cisterneper la raccolta di acqua pio-vana che, purificata attraversofiltri, veniva resa potabile.Venti, nel complesso, i corpi difabbrica; ogni abitazione eracomposta da quattro stanze,due a piano terra e due alprimo piano, collegate tra diloro da una scala in legno;muri intermedi univano le“comprese” e formavano diecicortili che accoglievano anche iservizi igienici e forni per tutta

la comunità. Per ogni famiglia,infine, fu prevista l’assegna-zione di “5 moggi di terreno diantica misura”. La colonia doveva accogliere120 famiglie vittime del terre-moto: 80 della Basilicata e 40della Provincia del PrincipatoCiteriore. Dopo l’unificazioneitaliana cambiarono anche icriteri per l’assegnazione e,come riportato da molte rivistescientifiche del settore, fu ab-bandonata la legislazioneadottata dai Borbone in mate-ria di prevenzione e di assi-stenza per i terremoti.

G.D.C.

Costruzioni antisismiche e New Town?I Borbone già le realizzarono…

Una parete dell’edificio vescovile di Mileto, in Calabria, co-struita a fine ‘700 secondo dei Regolamenti Borbonici, risultaall’avanguardia nell’ambito della sicurezza delle costruzioni. Sitratta in particolar modo di una muratura rinforzata da un’in-telaiatura lignea, associata alla specie del castagno calabrese.Un primo segnale dell’ottima resistenza della parete si ebbe giànel 1908, quando un grave terremoto distrusse Reggio Calabriae Messina: l’edificio di Mileto restò invece pressoché intatto. Adistanza di più di un secolo dal sisma, ecco la prova definitivadella resistenza e della duttilità del materiale. L’Istituto per lavalorizzazione del legno e delle specie arboree del Cnr di SanMichele all’Adige, in collaborazione con l’Università della Ca-labria e alla presenza di “Cost Action FP 1101 Assessment,Reinforcement and Monitoring of Timber Structures”, compostada circa cinquanta studiosi provenienti da tutto il mondo, hasperimentato in laboratorio la resistenza del materiale, ripro-ducendo la parete dell’edificio vescovile a Mileto, in scala 1:1.Sottoponendo la sezione ad una serie di spostamenti, si è notatal’ottimo comportamento antisismico del materiale. Intorno allaricerca si è sviluppato un forte interesse, in particolar modo daparte dei territori (europei e non) che vantano strutture e co-struzioni simili a quella dell’edificio calabrese. Il 4 e il 5 novem-bre a Cosenza si terrà l’incontro internazionale H.Ea.R.T 2013(Historic Earthquake-Resistant Timber Frames in the Medi-terranean Area) ed in quella sede saranno presentati i risultatidel progetto.

S.L.

Avanguardia borbonica nell’ambito delle costruzioni

“Il CNR ha confermato quanto spesso sostenuto anche dai Neoborbonici: le

prime vere ed efficaci leggi e costruzioniantisismiche furono opera dei Borbone...”

“Un primato, al contrario di quantospesso sostiene la storiografia ufficiale, non è mai un caso

ed è sempre il frutto dell'armonia tra chi governa

e chi è governato”

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In provincia di Grosseto unacomunità di cattolici ha abo-lito il concetto di proprietà.Tutto è di tutti, anche le casein cui abitano, vengono scam-biate ogni tre anni. Nel centrodegli interessi del maxiorga-nismo unitario basato sulleregole date da Cristo ci sonole persone e i loro intenti.Ogni genitore ha il diritto/do-

vere di educare tutti i bam-bini del gruppo come fosserosuoi. I bambini conoscono soloquesto criterio pedagogico,sanno che sono sorvegliati epossono chiedere aiuto. Ancheper questo non ci sono cri-mini. “Amatevi gli uni gli altricome io ho amato voi”: l’undi-cesimo comandamento è siaun’idea che una pratica quoti-diana.Siamo a Nomadelfia, vivereda fratelli qui è legge. Rispet-tano gli ecosistemi e produ-cono biologico come dovrebbefare ogni persona sana dimente, vivono a poche centi-naia di metri da uliveti evigne, non avrebbe senso in-quinare il loro stesso territo-rio. Il degeneramento deiprincipi etici trova un arginein questa cultura che sta fa-cendo storia e non consce fles-sioni nel numero di abitanti:sono più di trecento da qua-rant’anni. Il fondatore era unparroco istruito e lungimi-rante. Don Zeno ha accolto or-fani a migliaia: un’avventurainiziata nel 1931 che ha sa-puto essere più tenace dei te-deschi sterminatori, ha

rischiato di estinguersi per undecreto del Santo ufficio nel1952 ma ha proseguito coc-ciuta fino a essere ricono-sciuta in Vaticano, fino aessere per un giorno resi-denza di Papa Giovanni PaoloII. Oggi è un film. Viaggianopiù sostenibile del resto delmondo: nei furgoncini non c’èun posto libero, sono pieni dei

bambini figli del popolo e diquelli presi in adozione e cre-sciuti da mamme di voca-zione. È una flotta, sbarcanelle piazze e porta in musicae danza i messaggi di pace.Tutti gli anni, da Giugno a

Settembre. Pelli ispessite daofficine e campi sassosi sfo-gliano testi sacri e libri conta-bili in pareggio, grida festoseaccompagnano le scorribandedei carretti fatti a mano. Ognimattina il consiglio degli an-ziani diffonde il programmadel giorno messo a puntonegli uffici comuni.Questo è il periodo delle olive,

le piante vengono spogliatedei frutti da tutti e trecento,grandi e piccoli. Ognuno hauna funzione precisa, nessunoè retribuito, le chiamano atti-vità di massa.

S.A.

NomadelfiaUn Vangelo di persone

Allarme spreco di cibo. A lan-ciarlo è un nuovo rapportodella Fao (rilasciato a metàsettembre), che ha quantiz-zato in 1,4 miliardi di tonnel-late la quantità di rifiutialimentari non consumati,ossia pari a un terzo di quelloche viene prodotto e a unaperdita di 750 milioni di dol-lari in un anno. Prendendospunto da questo monito, ungruppo di volontari a Copena-ghen ha dato vita al“Rub&Stub”, il primo risto-rante impegnato a combatterelo spreco di cibo con un menùfatto da piatti cucinati con in-gredienti non venduti dalleaziende. Badate bene, non siusano gli “scarti”, ma ciò, che

per varie ragioni, non può es-sere venduto, ad esempio perla questione estetica dellamerce, per eccessi di produ-zione o, ancora, per la vici-nanza alla data di scadenza.Nel ristorante lavorano un

cuoco e un manager, mentre ilresto del personale è formatoda volontari e i profitti ven-gono devoluti in beneficienzaa tre associazioni attive inSierra Leone. Un’idea simile èstata realizzata anche in Mas-sachussets da Dough Rauch,ex presidente della TraderJoe’s, con il “Daily Table”, unmisto tra negozio e ristorante,che vende cibi o piatti prepa-rati con alimenti appena sca-duti a prezzi bassissimi.All’appello non può mancarel’Italia, che con la regioneLombardia sta cercando di at-tivarsi su questo fronte. In-fatti, ha visto svolgersi dal 4 al6 ottobre la prima edizione diAgricoltura Milano Festival,

una manifestazione che hacome tema centrale proprio lospreco di cibo. Nel corso dellamanifestazione, i 61 sindacidei Comuni del Parco Sud diMilano hanno sottoscritto laCarta SprecoZero, un docu-mento promosso da Last Mi-nute Market, associazione chesi occupa dello sviluppo di pro-getti territoriali volti al recu-pero dei beni invenduti o noncommercializzabili a favore dienti caritativi, per una possi-bile soluzione al problema disviluppo ineguale e di denutri-zione, del diritto di cibo pertutti, attraverso il consumodelle risorse con comporta-menti intelligenti e responsa-bili.

Dopo l’orto urbano, la nuova tendenza green: il pollaio ur-bano. Giardini e terrazze si riempiono di galline.. e sulla ta-vola arrivano circa sei uova fresche al giorno. La nuovamoda nasce a New York, tanto da essere ribattezzata “chiksand the city”, dal nome del noto telefilm ambientato nellaGrande Mela. Rimedio anti crisi? Anche. Un uovo costacirca 50 centesimi, mentre la gestione di un pollaio urbanocirca un euro a settimana,con una spesa iniziale per il minipollaio di 200 euro circa. Ma la motivazione non è solo il ri-sparmio. Tra i pionieri dell’allevamento urbano alcuni nomicelebri, come Jennifer Aniston e Elizabeth Hurley. Che nonhanno di certo problemi economici. Entrano infatti in gioco,per chi vive tra palazzi (o grattacieli), anche la voglia delcontatto con la natura e il bisogno di prodotti di provenienzasicura. A Londra e Parigi molti hanno già seguito il loroesempio. La catena di giardinaggio francese Truffaut ha in-crementato il business di galline ovaiole del 50%. In Italia,complici gli scandali della Terra dei fuochi, il bisogno di pro-dotti genuini si avverte ancor di più. Per diventare allevatorisi devono fare tuttavia i conti con le leggi delle amministra-zioni locali. Non è possibile, infatti, tenere una gallina incondominio in tutte le città. Responsabili: eventuali cattiviodori o rumori sgraditi. Chi vuole far razzolare tranquilla-mente le amiche pennute deve consultare la propria ASLdi riferimento. Tuttavia, come è accaduto oltreoceano, lanuova tendenza può spingere ad apportare modifiche allenormative più restrittive (sempre facendo i conti con il buonsenso civico). Senza dimenticare che una gallina mangiacirca 200 kili di rifiuti organici all’anno. E, per chi non lo sa-pesse, è un ottimo animale di compagnia. Le testimonianzeassicurano. Non resta che provare per credere.

A.E.

Dagli USA arrivano i pollai urbani

Basta sprechi di cibo, ci pensa il ristorante

La comunità che ha abolito il concetto di proprietà

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Cristina Abbrunzo

L'imitazione della natura èuna delle tante strade per-corse dalla scienza per otte-nere nuove macchine semprepiù performanti. Dalla seta diragno al tentacolo del polpo, ilmondo naturale ci offre conti-nui esempi di "tecnologia" al-tamente specializzata, capacedi ottenere prestazioni non fa-cilmente conquistabili tramiteun prodotto artificiale.L'azienda americana NBDNano, ad esempio, sta svilup-pando una tecnologia cheimita il comportamento di al-cuni coleotteri africani percreare una bottiglia in gradodi riempirsi d'acqua autono-mamente sfruttando l'umiditàdell'aria. Il stenocara gracilipes, meglioconosciuto come il coleotterodel Deserto del Namib è un in-setto dalle caratteristichestraordinarie, ben celate dalsuo aspetto relativamente co-mune. Vive in una regione trale più aride del mondo, conuna media di soli 1,4 centime-tri di pioggia all'anno; per so-pravvivere, anch'esso habisogno di acqua, come tuttigli organismi viventi, e per ot-tenerla ha elaborato una cu-riosa strategia.Il coleottero, infatti, sfruttal'umidità del mattino per di-ventare una sorta di "accumu-latore di rugiada": sullasuperficie di zampe e dorso ac-cumula minuscole gocce d'ac-qua che man mano siraggrupperanno fino a for-mare gocce d'acqua di circa 5

millimetri di diametro che ca-dranno direttamente nellabocca dell'insetto per sempliceforza di gravità. Sulla base diquesto affascinante fenomenonaturale, come il coleottero,che trasforma l’umidità accu-mulata sulla corazza in goccedi acqua per il suo sostenta-mento idrico, così, la bottigliagreen progettata dalla aziendaamericana, costituita di mate-riali idrofili e batterie solariper la ricarica energetica, trar-rebbe il vapor acqueo diretta-mente dall’atmosfera, trasfor-mandolo poi in preziosa acqua

da bere,opportunamente fil-trata. Il tutto ottenuto anchevelocemente, grazie ad unaparticolare ventola collocatasulla parte superiore della bot-tiglia che facilita l’attrazionedell’acqua calda convoglian-dola verso l’interno del reci-piente. Le applicazioni di una tale in-tuizione possono essere, comesi può immaginare, infinite edi portata planetaria: non soloper soddisfare le quotidianeesigenze di chi all’acqua nonha accesso diretto ma ancheper chi è in viaggio o fuori

casa, per deumidificazione dilocali domestici, operazionimilitari in zone aride, coltiva-zioni in serra di particolari ve-getali etc. Per ora il progettoè ancora sulla carta ma gliscienziati sono già a lavoro persviluppare il primo prototipopienamente funzionante del-l’invenzione, al quale dovrebbeseguire la produzione.Al momento la bottiglia smartdovrebbe essere in grado diimmagazzinare da 1,5 a 3 litrid’acqua all’ora. Ma il “lancio” del prodotto sulmercato è previsto per il 2014-

2015 e, fino ad allora, le ambi-zioni non si pongono freni. Ineffetti, se il prototipo dovessefunzionare come da premesse,potrebbe rappresentare unaparziale ma fondamentale so-luzione al problema dellascarso accesso all'acqua pota-bile. Circa tre miliardi di personevivono in condizioni di scarsitàd'acqua (potabile e non), e ladomanda continua a crescerea ritmo costante. Non ci restache essere ottimisti e aspet-tarci più che un bicchiere…una bottiglia mezza piena!

Acqua potabile dalle fogneDa Londra un progetto alquanto bizzarro, ma possibile!

L’acqua è una risorsa preziosa, lo sap-piamo tutti, che non dobbiamo sprecare eche diventerà sempre più scarsa. Cosìcome stiamo cercando alternative al petro-lio, non potendo trovare alternative all’ac-qua in sé, dobbiamo pensare sempre più adalternative per trovare l’acqua affidandocinon solo a sorgenti e falde acquifere.Su un numero recente della rivista Chemi-cal & Engineering News si parla di comeun modo potrebbe essere la purificazionedelle acque di fogna per ricavare acqua dabere.Sì lo so, in effetti l’idea può apparire un po’bizzarra e alquanto sgradevole, ma se siapplicano una serie di sistemi di purifica-zione e filtraggio avanzati, da quella cosadisgustosa lì, si può togliere tutto il bruttoe tenerci solo H2O bella e pura.Ne sono convinti alcuni esperti della ‘Tha-mes Water’, (società che fornisce i servizi

idrici ai cittadini di Londra), che hanno sti-mato, nel lungo periodo, una considerevolediminuzione delle possibilità di approvvi-gionamento idrico necessarie a soddisfareil fabbisogno delle grandi città.A tale proposito, il team di ricercatoriavanza l’ipotesi che saranno proprio leacque reflue degli impianti di scarico fo-gnario a sostenere le necessità di fabbiso-gno idrico.Partendo da questo presupposto, la ‘Tha-mes Water’ ha quindi proposto, oltre all’in-stallazione di nuovi tubi e contatorinell’impianto di scarico di Londra, di puri-ficare la fonte idrica meno invitante cheesista, quella delle fogne appunto, trasfor-mandola in acqua da bere potabilissima.Queste tecnologie non sono del tuttonuove; esistono e sono già anche utilizzate,si chiamano, in inglese Advanced WaterPurification Facility.

Il problema è che sono complesse, costose,e quindi poco diffuse. Si parla di una com-binazione di microflitrazione, osmosi in-versa e raggi ultravioletti con trattamentoa ossidazione avanzata del perossido diidrogeno.Ma il vero problema è che l’acqua da berericavata dalle fogne, potrebbe effettiva-mente essere un progetto realizzabile sol-tanto con l’approvazione della societàcivile, che dovrebbe liberarsi da ogni tipodi tabù e preconcetto riguardo alla possibi-lità di potabilizzare le risorse idriche degliimpianti di scarico. Per questa ragione, la ‘Thames Water’ statestando le idee dell’opinione pubblica at-traverso dei sondaggi a campione, pubbli-cizzando parallelamente, diversi studi eanalisi che comprovano l’evidente fattibi-lità di questa sua proposta, senza alcun ri-schio per la salute umana.

La bottiglia più smart e più green di sempreTrasforma l’umidità dell’aria in acqua potabile

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Eleonora FerraraBruno D’Angelo

La manovra “ Salva Italia” haintrodotto il concetto della spe-ranza di vita, ossia l’incrementodell’età pensionabile dovutoalla constatazione dell’allunga-mento della vita.In effetti si tratta di un partico-lare indice, che consiste nell’ag-giornamento automatico econtinuo dei requisiti per ilpensionamento.Mediante questo indice si creauna sorta di nesso tra l’accessoai trattamenti pensionistici e laprobabilità di vita e di morte,constatando, in modo statistico,che probabilità di vita hannoancora, un uomo ed una donnadi sessantacinque anni.Nel caso in cui aumenti taleprobabilità, cioè aumenti laprevisione degli anni di vita,parallelamente cresca anchel’età pensionabile, in ugual mi-sura. In caso contrario, invece,non diminuisce l’età pensiona-bile, restando, del tutto, stabile.Con la riforma Fornero dellepensioni, a far data dal 1° gen-naio 2012, sono scomparse lepensioni di vecchiaia, di vec-chiaia anticipata e di anzianità,prevedendo due sole presta-zioni: la pensione di vecchiaia ela pensione anticipata.I dipendenti pubblici conse-guono la pensione di vecchiaiaalla data del 1° gennaio 2013,al compimento dei 66 anni e 3mesi, mentre quella di vec-chiaia anticipata all’età di 42anni e cinque mesi se uomini eda 41 anni e cinque mesi sedonne. Bisogna tener conto, inoltre,che in base alla riforma Dinidel 1995, coloro che alla datadel 31/12/95 avevano raggiuntouna certa anzianità contribu-tiva, potevano beneficiare diuna pensione calcolata con il si-stema retributivo, mentre co-loro che a quella data avevanoun numero di anni inferiore, ri-spetto a quello stabilito, benefi-ciavano del sistema misto,andando in pensione, infine,

con il sistema contributivo i la-voratori assunti dal 1° gennaio1996. Attualmente, la legisla-zione vigente prevede che tutti,indistintamente, a far data dal1° gennaio 2012 siano collocatiin quiescenza con il sistemacontributivo.La legge prevede, altresì un li-mite per l’accesso alla pensionedi vecchiaia, considerando ne-cessaria la sussistenza di al-meno 20 anni di anzianitàcontributiva.Anche la Funzione Pubblica,opportunamente interpellata alriguardo, in una propria notaha reso noto, tra l’altro, che laP.A. deve considerare utili alraggiungimento della suddettaanzianità contributiva minimaprevista, anche la possibilità dieventuali ricongiunzioni, tota-lizzazioni e cumuli di contri-buti.Il T.A.R. del Lazio, mediante lasentenza 2446/2013, ha resonulla, in parte, la circolare n.2/2012 del Dipartimento dellaFunzione Pubblica concernentele regole per il pensionamentodel personale.La Presidenza del Consiglio dei

Ministri con la nota n. 41876del 16 settembre 2013, relativaalla predetta sentenza, segnalala pubblicazione, sulla Gaz-zetta Ufficiale Serie generale n.201 del 31 agosto 2013, del de-creto legge n. 101 recante “Di-sposizioni urgenti per ilperseguimento di obiettivi dirazionalizzazione nelle pubbli-che amministrazioni”, che, al-l’articolo 2 commi 4 e 5,contiene l’interpretazione au-tentica dell’articolo 24 commi 3e 4.La Presidenza del Consiglio deiMinistri, in virtù di quanto pre-cede, conferma l’interpreta-zione già espressa nellacircolare n. 2 dell’8 marzo 2012,adottata d’intesa con il Mini-stero dell’economia e delle fi-nanze, con il Ministero dellavoro e delle politiche sociali econ l’INPS, a firma del Mini-stero per la pubblica ammini-strazione e la semplificazione.

SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORORegolamento (UE) N. 944/2013 della Com-missione del 2 ottobre 2013 recante modifica,ai fini dell'adeguamento al progresso tecnicoe scientifico, del regolamento (CE) n.1272/2008 del Parlamento europeo e del Con-siglio relativo alla classificazione, all'etichet-tatura e all'imballaggiodelle sostanze e dellemiscele. Gazzetta Uffi-ciale della ComunitàEuropea n. L.261/5 del3 ottobre 2013ACQUACorte di cassazione pe-nale, sezione III, sen-tenza del 24 maggio2013, n. 22436: è pe-nale lo scarico direttosulla pubblica via delleacque meteoriche.«Come già affermato daquesta Corte (cfr. cass.sez. 3, Sentenza n.36982 del 07/07/2011Ud. dep. 13/10/2011 Rv. 251301; cass. Sez. 3,Sentenza n. 4844 del 2013), la natura del re-fluo scaricato costituisce il criterio di discri-mine tra la tutela punitiva di tipoamministrativo e quella strettamente penale:nel caso in cui lo scarico abusivo abbia ad og-getto acque reflue domestiche, ovvero di retifognarie, potrà configurarsi l’illecito ammini-strativo ex art. 133, co. 2, d. Lvo 156/06: men-tre si avrà la concretizzazione del reato di cui

all’art. 137, co. 1, citato decreto, quando loscarico riguardi acque reflue industriali, de-finite dall’art. 74, lett. h), come qualsiasi tipodi acque reflue provenienti da edifici o instal-lazioni in cui si svolgono attività commercialio di produzione di beni, differenti qualitativa-mente dalle acque reflue domestiche e da

quelle meteoriche di di-lavamento, intenden-dosi per tali anchequelle venute in con-tatto con sostanze o ma-teriali, ancheinquinanti. Pertantonella nozione di acquereflue industriali rien-trano tutti i reflui deri-vanti da attività chenon attengono stretta-mente al prevalentemetabolismo umano edalle attività domestiche,cioè non collegati allapresenza umana, allacoabitazione ed alla

convivenza di persone; conseguentementesono da considerare scarichi industriali, oltreai reflui provenienti da attività di produzioneindustriale vera e propria, anche quelli pro-venienti da insediamenti ove si svolgono at-tività artigianali e di prestazioni di servizi,quando le caratteristiche qualitative deglistessi siano diverse da quelle delle acque do-mestiche».

A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

La pensione, sempre più lontanaLLAVORO E PREVIDENZA

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Andrea Tafuro

La prima rivelazione divina èla voce della natura, il verolibro parlante di Dio. Per ilfatto di aver perso la capacitàdi udire, Dio, per pietà, ci hadato un secondo libro che è laBibbia, cosicché, ascoltando isuoi contenuti, potessimoudire nuovamente quello chela natura ci dice.Quando Francisco Pizarro nel1532 in Cajamarca, con untranello imprigionò il capoinca Atahualpa, ordinò al fratedomenicano Vicente Valverdeche tramite il suo interpreteFelipillo gli leggesse l’ordi-nanza, un testo in latino, perla quale doveva lasciarsi bat-tezzare e sottomettersi ai so-vrani spagnoli, che così il Papaaveva disposto. In caso contra-rio poteva essere schiavizzatoper disobbedienza. L’Incachiese da dove veniva questaautorità. Valverde gli conse-

gnò il libro della Bibbia. Ata-hualpa lo prese e lo avvicinòall’orecchio. Come se nonavesse sentito niente gettò laBibbia per terra. Fu il segnaleche fece sì che Pizarro massa-crasse tutta la guardia reale eimprigionasse il sovrano Inca.L’ascolto era tutto per Ata-hualpa e il libro della Bibbianon diceva nulla.Ho sempre creduto che re-ligosignifica legare la liberazionespirituale dell’uomo a quelladalla povertà e dall’oppres-sione. Se Dio è morto, è spro-fondato anche il paradisoterrestre, l’Eden, in cui ave-vamo la presunzione di vivere.Il nostro mondo, il nostro eco-sistema ha dilapidato la suaonnipotenza. In pochi annistiamo scoprendo, quanto percausa nostra il nostro am-biente è stato reso vulnerabilee ha bisogno ora, qui e adesso,del nostro aiuto per conti-nuare a esistere così come lo

conosciamo. Il capitolo dello sviluppo soste-nibile, dell’edilizia sostenibile,dell’economia sostenibile, dellecittà sostenibile, della mobilitàsostenibile, ecc. ecc. è cresciutoa dismisura, man mano che ilgrande romanzo della fragilitàdel nostro asteroide ha otte-

nuto significanza. Ora chestiamo per entrare nel pienodell’inverno, si avvicinanograndi piogge, inondazioni,temporali, uragani e frane edobbiamo reimparare adascoltare la natura. Tutta lanostra cultura di originegreca, posa sopra il vedere.Non è senza ragione che la ca-tegoria principale, l’idea eidosin greco, significhi visione. Latele-visione è la sua espres-sione maggiore. Siamo ingrado di vedere le galassie piùdistanti, nelle profondità del-l’universo. Abbiamo scopertola particella di Dio, particellaelementare e custode del mi-stero intimo della vita. Guar-dare, guardare e guardare ètutto per noi. Prendiamo adesempio la nostra, amata, Co-stituzione essa si fonda su uncontratto sociale antropocen-trico. Il contratto naturale,cioè l’accordo e la reciprocitàche devono esistere fra gli es-seri umani e la Terra, non èincluso. La Terra tutto ci dà enoi in cambio ne dobbiamoavere cura e preservarla. Èdifficile da capire che sarebbenaturale riconoscere che essae gli esseri che la compongonosono portatori di diritti? Nonconsideriamo per niente cheogni essere possiede valore so-stanziale separato dall’uso ra-zionale che ne fanno gli umanie che è portatore di diritti diesistere all’interno dello stessohabitat comune, il pianetaTerra. Questa sconsiderataidea/visione, ha aperto il cam-mino alla mentalità che la na-tura poteva essere trattatacome un puro oggetto da sfrut-tare, fino all’esaurimento. Miaccorgo, sempre di più, che ve-diamo gli alberi ma non perce-piamo il giardino. Le cose sonoisolate le une dalle altre, sono

mute. Afferriamo le cose fuoridall’insieme delle relazioni, laparola è solo nostra. Abbiamocostruito il nostro linguaggio,sul formalismo e sulla fred-dezza. In questo percorso ma-lato, abbiamo sistematizzatole nostre filosofie, teologie, dot-trine, scienze e dogmi. Eccoqual è la nostra disposizione asentire il mondo, con il nostroarrogante universalismo! Visfido ad ascoltare i messaggiche ci vengono da ogni parte.E se provassimo ad ascoltareciò di cui ci avvertono le nu-vole scure, i fiumi che rom-pono gli argini, le costiere chefranano, le rocce corrose? Ehno! non è nostro costume cul-turale captare gli avverti-menti da quello che vediamo,a causa della nostra sorditàsiamo sempre più vittime didisastri dolorosi. Se vogliamodominare la natura, l’unicomezzo è ascoltare quello che civuole insegnare. Gennaro Lof-fredo, su questa rivista, curala pagina del meteo, mi incu-riosisce perché, accanto all’usodei modelli matematici, dallesue parole risalta che osservala natura e i suoi fenomeni.Voglio diventare come miononno, contadino nolano, chediceva: “Io ascolto la natura, ioso quello che la collina di Ci-cala mi dice“. Voglio parlarecon Pachamama e capirequello che mi comunica. ConSan Francesco ho imparatoche tutto parla: le stelle, ilsole, la luna, le montagne or-gogliose, i laghi luminosi, levalli immense, le nuvole fi-lanti e l’animale/uomo. I librisono muti, la natura è piena divoci!

la Biblioteca dell’anima

"Fra Raf e l’ecologia spirituale. Incammino con San Francesco"

Quali sono le scelte giuste da fare, quelle chepossono condurre alla piena realizzazione efelicità? Per rispondere a questa domanda,Fra Raf ci invita a percorrere un itinerariodi gioia per un nuovo stile di vita: le virtùfrancescane. La figura di Francesco d’Assisi è tornata digrande attualità con la sorprendente sceltadel neo Papa Bergoglio di prendere il nomedel poverello di Assisi. Il saluto alle virtù,uno scritto poco noto del Santo, offre agliuomini di ogni tempo un cammino di cre-scita verso una santa ecologia spirituale, at-traverso la pratica di quelle virtù cheFrancesco ha imparato dal suo grande mae-stro: Gesù di Nazaret. Sapienza, semplicità,povertà, umiltà, carità e obbedienza: sei so-relle capaci di trasformare la nostra vita inun meraviglioso cantico di lode a Dio e diamore verso ogni creatura. Crescere nellevirtù, cioè intraprendere un percorso di cre-scita umana e cristiana, è affascinante mamolto difficile da realizzare. Meglio affi-darci a un maestro - Francesco di Assisi -che nel corso della sua esistenza ha cercatocon tutte le forze di vivere una profondaesperienza di vita virtuosa, seguendo la pa-rola e l'esempio di Gesù Cristo. Il Salutoalle Virtù, viene analizzato e commentatoin queste pagine, come proposta di cam-mino in grado di indicare ad ogni uomo unautentico itinerario verso la gioia. Personal-mente sono sempre stato affascinato dal do-dicesimo versetto: “La santa umiltàconfonde la superbia e tutti gli uomini chesono nel mondo, e similmente tutte le coseche sono nel mondo”. Fra Raf scrive: “ Lapovertà è illuminata dall’umiltà e offre

all’uomo la giusta chiave interpretativa dicome relazionarsi in modo sapiente con sestesso, con gli altri e con i beni – materiali enon – riconoscendo che tutto viene dal Si-gnore. L’uomo con uno sguardo “umile” ri-volto alla propria realtà di creaturabisognosa di tutto, può finalmente realiz-zare la virtù della povertà, perché sma-schera e supera le tentazioni della cupidigiae dell’avarizia, libero dal desiderio del pos-sesso. Allo stesso tempo la povertà stimolal’uomo a vivere la virtù dell’umiltà, mo-strandogli quanto la provvidenza divina sioccupi di lui… La povertà se non è ancheumile, rischia di sfociare nella superbia per-ché chi l’abbraccia, si sente migliore di coluiche povero non è…”Raffaele Ruffo, Le virtù francescane.Un itinerario di gioia per un nuovostile di vita, Edizioni Porziuncola,2013, pag. 96, € 9,00

PACHA MAMA, LA TERRA È MADREIN OCCIDENTE VEDIAMO GLI ALBERI MA NON PERCEPIAMO IL GIARDINO

Partecipa al dibattito inviandoun commento all’indirizzo:

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4 ottobre 2013 – dalla “Terra dei Fuochi”

Più di 20mila alla marcia per la vita: il corteo silenzioso da Orta d’Atella a Caivano

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