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F. Travaglioni FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 27 APPLICAZIONI Si consideri il movimento di una massa d’aria lungo un percorso che presenti un ostacolo orografico. Il processo termodinamico interessato da tale moto, rappresentato nella figura 5, sarà: un’adiabatica secca, in condizioni di cielo sereno a monte ed a valle. Avendo individuato come grandezza conservativa la temperatura potenziale, le linee di flusso coincidono con quelle a const ; un’adiabatica satura, in condizioni nuvolose (condensazione di vapor d’acqua). In tal caso, la temperatura pseudo-potenziale rappresenta la grandezza conservativa della trasformazione e quindi le linee di flusso coincidono con quelle a const p . Attraverso tale metodo sarà pertanto possibile seguire il moto delle masse d’aria. I processi termodinamici caratterizzanti grandi masse d’aria possono essere in genere assimilati a trasformazioni adiabatiche, sia sature che non sature. Si vuole ora sviluppare il caso del movimento di una massa d’aria che incontra una catena montuosa. Per poterla superare è costretta a sollevarsi per poi ridiscendere a valle della sommità. Ipotizzando che le condizioni iniziali siano ( 0 0 0 ; ; q T p ), il processo di sollevamento sarà un’espansione: adiabatica secca fino al livello di condensazione ( C p ), punto in cui iniziano a formarsi le nubi; adiabatica satura dal livello C p fino al superamento dell’ostacolo. La discesa oltre l’ostacolo sarà caratterizzata da una compressione adiabatica. Nel caso in cui non abbiano avuto luogo precipitazioni, il processo è reversibile: inizialmente è di tipo saturo, seguendo la curva della trasformazione satura fino al livello di evaporazione delle nubi, coincidente con il precedente livello di condensazione ( C p ); successivamente è di tipo secco, dal livello C p fino al livello di riferimento 0 p dove verranno ripristinate le condizioni iniziali. Nel caso in cui abbiano invece avuto luogo precipitazioni, il processo è irreversibile: inizialmente è di tipo saturo, seguendo la curva della trasformazione satura fino ad un nuovo livello di evaporazione delle nubi ( S p ), più elevato di C p a causa delle precipitazione che hanno determinato una diminuzione del contenuto di vapore della massa d’aria; successivamente è di tipo secco, dal livello S p fino al livello di riferimento 0 p dove vengono a sussistere le nuove condizioni finali ( f f q T p ; ; 0 ). Epossibile ora determinare i valori di temperatura e di umidità presenti al termine del processo. A causa delle precipitazioni, la nube riduce la propria massa di O H 2 condensato. Il contenuto di vapore relativo al livello di evaporazione sarà dato quindi da: x q q q q m f ) ( 0 0 con: m q = contenuto di vapore alla sommità; x = frazione di acqua liquida precipitata. La temperatura finale al livello di riferimento sarà pertanto: 0 0 0 ) ( 5 , 2 T q q x T T m f E’ ovvio che ciò dipende dalla differenza di calore latente tra i due processi. Qualora a monte si verifichino delle precipitazioni (fenomeno dello “Stau”), a valle (fenomeno del “Föhn”) si avranno: base delle nubi più elevata o, nel caso limite di completa precipitazione di tutto il vapore presente, cielo sereno; temperatura dell’aria più elevata; contenuto di vapore inferiore.

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F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 27

APPLICAZIONI

Si consideri il movimento di una massa d’aria lungo un percorso che presenti un ostacolo orografico. Il

processo termodinamico interessato da tale moto, rappresentato nella figura 5, sarà:

un’adiabatica secca, in condizioni di cielo sereno a monte ed a valle. Avendo individuato come

grandezza conservativa la temperatura potenziale, le linee di flusso coincidono con quelle a const ;

un’adiabatica satura, in condizioni nuvolose (condensazione di vapor d’acqua). In tal caso, la

temperatura pseudo-potenziale rappresenta la grandezza conservativa della trasformazione e quindi le

linee di flusso coincidono con quelle a constp .

Attraverso tale metodo sarà pertanto possibile seguire il moto delle masse d’aria.

I processi termodinamici caratterizzanti grandi masse d’aria possono essere in genere assimilati a

trasformazioni adiabatiche, sia sature che non sature.

Si vuole ora sviluppare il caso del movimento di una massa d’aria che incontra una catena montuosa. Per

poterla superare è costretta a sollevarsi per poi ridiscendere a valle della sommità.

Ipotizzando che le condizioni iniziali siano ( 000 ;; qTp ), il processo di sollevamento sarà un’espansione:

adiabatica secca fino al livello di condensazione ( Cp ), punto in cui iniziano a formarsi le nubi;

adiabatica satura dal livello Cp fino al superamento dell’ostacolo.

La discesa oltre l’ostacolo sarà caratterizzata da una compressione adiabatica.

Nel caso in cui non abbiano avuto luogo precipitazioni, il processo è reversibile:

inizialmente è di tipo saturo, seguendo la curva della trasformazione satura fino al livello di evaporazione

delle nubi, coincidente con il precedente livello di condensazione ( Cp );

successivamente è di tipo secco, dal livello Cp fino al livello di riferimento 0p dove verranno ripristinate

le condizioni iniziali.

Nel caso in cui abbiano invece avuto luogo precipitazioni, il processo è irreversibile:

inizialmente è di tipo saturo, seguendo la curva della trasformazione satura fino ad un nuovo livello di

evaporazione delle nubi ( Sp ), più elevato di Cp a causa delle precipitazione che hanno determinato una

diminuzione del contenuto di vapore della massa d’aria;

successivamente è di tipo secco, dal livello Sp fino al livello di riferimento 0p dove vengono a

sussistere le nuove condizioni finali ( ff qTp ;;0 ).

E’ possibile ora determinare i valori di temperatura e di umidità presenti al termine del processo.

A causa delle precipitazioni, la nube riduce la propria massa di OH 2 condensato. Il contenuto di vapore

relativo al livello di evaporazione sarà dato quindi da:

xqqqq mf )( 00

con:

mq = contenuto di vapore alla sommità;

x = frazione di acqua liquida precipitata.

La temperatura finale al livello di riferimento sarà pertanto:

000 )(5,2 TqqxTT mf

E’ ovvio che ciò dipende dalla differenza di calore latente tra i due processi.

Qualora a monte si verifichino delle precipitazioni (fenomeno dello “Stau”), a valle (fenomeno del “Föhn”)

si avranno:

base delle nubi più elevata o, nel caso limite di completa precipitazione di tutto il vapore presente, cielo

sereno;

temperatura dell’aria più elevata;

contenuto di vapore inferiore.

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 28

Fig. 5. Il fenomeno dello “stau-föhn”. La massa d’aria umida si solleva con un processo adiabatico secco (in verde nel diagramma termodinamico) mantenendo costante la

. Raggiunto il livello di saturazione ( Cp ), il vapor d’acqua condensa; il processo segue l’adiabatica satura (in viola) mantenendo costante la p e si forma la

nube. A monte dell’ostacolo si verificano precipitazioni. L’aria, a valle dell’ostacolo, ridiscende secondo la stessa adiabatica satura (non essendo precipitata tutta

l’acqua disponibile) fino al livello di evaporazione ( CS pp ) oltre il quale seguirà una compressione adiabatica secca (in verde fino). Le temperature a valle sono

maggiori di quelle a monte; il contenuto di vapore a valle è inferiore; la quota delle nubi è superiore.

= cost

p = cost

p = cost

= cost

p = cost

-log p

pS

pC

p0

qm Tc qf q0 T0 Tf p

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 29

Conoscendo pertanto le temperature di due località poste a monte ed a valle, è possibile calcolare la quantità

di precipitazione avvenuta in montagna.

Un altro fenomeno interessante è quello determinato dal movimento di una massa d’aria fredda e secca che,

incontrando un sistema orografico, si accumula lentamente a monte per poi tracimare a valle, in una regione

dove staziona dell’aria più calda. Tale configurazione è molto frequente nelle Alpi Dinariche, con venti

provenienti dai quadranti orientali (noti con il nome di Bora) che interessano il bacino settentrionale

adriatico. In idraulica il fenomeno è definito come “stramazzo”.

Si ipotizzi di conoscere lo stato termodinamico dell’aria sia a monte che a valle dell’ostacolo. Ciascun livello

atmosferico presenta aria a monte è più fredda e densa di quella a valle. Qualora l’aria fredda superi la

sommità, in ragione delle caratteristiche termodinamiche relative, la subsidenza sarà identificabile mediante

una compressione adiabatica secca. Tale movimento, identificabile attraverso una linea di flusso avente

const , potrà arrestarsi solo al momento dell’eventuale raggiungimento del livello di equilibrio termico

tra le due masse d’aria attraverso, in genere, un processo ondulatorio smorzato.

Di seguito saranno esaminati brevemente i seguenti casi che si differenziano in funzione della quota di

equilibrio:

1. l’equilibrio termico tra le due masse d’aria viene raggiunto intorno ad un livello sufficientemente

elevato. Le oscillazioni smorzate possono determinare lo sviluppo di nubi cumuliformi in corrispondenza

dei rotori caratteristici del moto ondulatorio. Qualora esso sia posizionato intorno ai m3000 si avranno

altocumuli, per livelli intorno ai m1500 si avrebbero stratocumuli;

2. l’equilibrio viene raggiunto in prossimità del suolo. In questo caso le oscillazioni intorno al punto di

equilibrio possono determinare la formazione di banchi di nebbia (o strati bassi) alternati a zone di

sereno;

3. il livello di equilibrio è posto al di sotto del suolo. In tal caso, in ragione della differenza termica tra la

massa d’aria subsidente e quella preesistente, l’aria fredda si sostituisce a quella calda manifestando

condizioni tipiche di sviluppo della fenomenologia di un fronte freddo, anche se a scala ridotta.

Le caratteristiche dinamiche possono essere più violente, provocando cioè un repentino cambio delle

condizioni meteorologiche, oppure più lente, associate ad un graduale sollevamento ed allontanamento

dell’aria preesistente.

Fig. 6. Il fenomeno dello “stramazzo”.

L’aria fredda a monte (in blu scuro il diagramma termodinamico)

precipita a valle a livello mp secondo una compressione adiabatica

secca (in verde). Il processo termina quando la temperatura dell’aria

discendente è uguale (livello di equilibrio ep ) a quella dell’aria a

valle (in celeste il diagramma termodinamico).

p0 -p pm

pe

T

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 30

Processi termodinamici nell’atmosfera

Attraverso lo studio di alcuni processi atmosferici sarà possibile definire altre grandezze termodinamiche ed

analizzare ulteriori fenomeni atmosferici di interesse.

Gran parte delle trasformazioni termodinamiche sono adiabatiche in quanto coinvolgono sistemi che

occupano in genere vaste porzioni atmosferiche ed in cui è possibile trascurare:

i fenomeni che avvengono sulla superficie terrestre;

il raffreddamento radiativo;

la conduzione di calore.

Se la massa d’aria è sufficientemente grande da risultare insensibile a ciò che avviene al contorno, possiamo

considerarla un sistema chiuso che non scambia calore con l’ambiente circostante.

Verranno di seguito trattati alcuni importanti processi tra cui:

il raffreddamento isobarico, in cui: qdhdpq ,0,0 ;

le trasformazioni isoentalpiche non reversibili ( 00,0 vdpqdhdpq ), quali:

l’evaporazione (o condensazione) di acqua in aria non satura;

il mescolamento orizzontale di due masse d’aria;

il congelamento di una nube,

trasformazioni più complesse che interessano ad esempio il mescolamento verticale di due masse d’aria.

Raffreddamento isobarico - generalità

In ogni sistema chiuso di aria umida risultano:

costanti:

il contenuto di vapore q ;

il rapporto di mescolamento r ;

variabili:

la pressione parziale di vapor d’acqua e ;

l’umidità relativa U che varia fortemente con T (a causa della rapida variazione della pressione di

vapor saturo we ) ed è p attraverso e :

w

w

w rp

re

e

eU (2.41)

Se una massa d’aria umida si raffredda a constp si contrae diminuendo di volume. Quindi:

rimangono costanti sia q (quindi r ) che e ;

U cresce a causa della diminuzione di we raggiungendo il massimo valore alla saturazione ( 1U per

wee e dTT ).

Allo scopo di determinare una relazione tra dT , r e p , si ipotizzino condizioni tali affinchè si abbia una

variazione di:

pressione, a causa dei moti verticali (sollevamento/subsidenza) presenti nell’aria;

umidità, per incorporamento di vapor d’acqua dovuto a:

diffusione turbolenta da una superficie marina;

interazione tra masse d’aria aventi diversa umidità e pressione.

Applicando all’equazione di Clapeyron l’espressione differenziata della pressione di vapore si ottiene la

relazione cercata:

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 31

)lnln(ln

)lnln(

ln

lnlnln

2

2

pdrdl

TR

T

dTTd

pdrdl

TRdT

edl

TRdT

pdrded

e

dv

d

dd

e

dvd

e

dvd

che, per valori di KTd 270 , risulta essere approssimabile in:

)lnln(105ln 2 pdrdTd d

da cui si deduce che l’incremento relativo di dT è molto piccolo ( %5 ) rispetto alla somma degli

incrementi relativi di r e di p .

Si cerchi ora una relazione tra T , dT ed U . Integrando l’equazione di Clapeyron, si ottiene:

)ln(10845,1

1042,51

lnln

4

3

2

UTTTT

TT

TT

TT

TT

R

ldT

T

l

RU

e

e

dd

T

T d

d

d

d

v

ee

v

w

d

Ipotizzando valori di temperatura tali per cui 22300 KTT d :

)ln(6,16;)(1002,6ln 2 UTTTTU dd (2.42)

Il processo di condensazione inizierà dal punto di rugiada solo in presenza di superfici solide o di nuclei di

condensazione di cui, in genere, l’atmosfera è ben nutrita. Nei limitati casi in cui tali nuclei sono assenti, si

possono raggiungere le condizioni di soprasaturazione del vapor d’acqua con wee .

Fig. 7.

Rappresentazione schematica dei punti di rugiada e di brina.

In blu continuo sono indicate le curve di evaporazione (fino al punto

triplo Pt,) e di sublimazione. L’andamento della curva di equilibrio

dell’acqua soprafusa è in tratteggio verde ed è stata adeguatamente

distanziata per meglio evidenziare il significato delle due temperature.

Nel caso dei processi di congelamento e sublimazione qualora:

siano già presenti superfici ghiacciate, il congelamento avverrà su tali superfici tanto più velocemente

quanto più rapidamente il vapore o l’acqua raggiungono la curva di equilibrio;

non siano già presenti superfici ghiacciate, i nuclei di congelamento diverranno attivi a temperature ben

al di sotto della curva di equilibrio.

Ipotizzando un raffreddamento isobarico di aria umida a partire dalle condizioni termodinamiche

rappresentate dal punto P di figura 7, non si avrà in genere sublimazione al punto F. L’aria sarà quindi

soprasatura rispetto al ghiaccio potendosi solo condensare nel punto D.

Td Tf Tt T

D F

e

e

et Pt

P

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 32

Lo studio della relazione esistente tra dT e fT è utile da un punto di vista operativo sia per le implicazioni

legate al congelamento sulle ali degli aeromobili che per l’individuazione delle nebbie superficiali.

Applicando l’equazione di Clapeyron alle curve di evaporazione e sublimazione tra i punti D, F e Pt si ha:

ft

ft

v

s

dt

dt

v

et

TT

TT

R

l

TT

TT

R

l

e

eln

in cui:

te = pressione di vapore del punto triplo;

constll se ,

KTTt 15,2730

e, tenendo conto che, in C :

tddd TTTTt 0

tfff TTTTt 0

ftdt TTTT

8

9

e

s

f

d

l

l

t

t

dove il rapporto tra calori latenti è stato definito, con buona approssimazione, per CT 10 . Pertanto:

89

fd

fd

tttt

La temperatura di rugiada può essere individuata sul diagramma termodinamico seguendo l’isobara dal punto

P della curva rappresentativa dello stato atmosferico finchè interseca la retta del rapporto di mescolamento

alla saturazione, corrispondente al rapporto di mescolamento dell’aria.

Condensazione per raffreddamento isobarico – La nebbia

Qualora la temperatura atmosferica decresca a causa del raffreddamento radiativo notturno raggiungendo

valori di dTT , la condensazione del vapor d’acqua su superfici solide comporta la produzione di rugiada.

L’eventuale raggiungimento di valori fTT determinerebbe la produzione di brina (brinamento).

In presenza di nuclei igroscopici atmosferici nei bassi strati, il raffreddamento isobarico di una massa d’aria

ad una dTT , permetterebbe la condensazione del vapore secondo due meccanismi principali definiti:

nebbia radiativa, dovuta al raffreddamento del suolo a contatto con l’aria o con gli strati atmosferici ad

esso prossimi;

nebbia avvettiva, dovuta alla traslazione orizzontale verso superfici più fredde di una massa d’aria. Il

raffreddamento e la conseguente condensazione avverranno quindi per conduzione.

Iniziato il processo di condensazione, si possono descrivere i due seguenti effetti:

le goccioline formatesi si comportano come corpi neri irradiando in funzione della loro T nella regione

IR dello spettro; tendendo pertanto ad incrementare il processo di raffreddamento radiativo;

le perdite di calore sono parzialmente compensate dal rilascio di calore latente di condensazione

rallentando il processo di diminuzione termica.

Il risultato dell’azione combinata dei diversi fenomeni di scambio energetico determina in ultima analisi un

limite termico virtuale, prossimo alla dT , molto utile per la previsione del minimo assoluto di temperatura.

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 33

Ricordando che in un processo isobarico il calore assorbito uguaglia il relativo aumento di H :

drldTcdHQ ep

Differenziando l’espressione tra r , e e p ed introducendo l’equazione di Clapeyron:

dTTRp

elde

pdr

v

we

2

di ottengono le due forme (mostrate graficamente in figura 8):

dTTRp

elcQ

v

wep 2

2

(2.43 a)

we

we

vpde

p

l

el

TRcQ

2

(2.43 b)

Ricordando che la variazione di temperatura è legata alla variazione del vapore di saturazione da una

relazione di tipo esponenziale (2.10), we crescerà sempre più velocemente di 2T . Le (2.43) mostrano quindi

che, in un processo in cui varia Q , varierà analogamente wde (con lo stesso segno) e tale variazione sarà

sempre più elevata di quella che subisce la temperatura.

Potendo calcolare Q attraverso altri metodi (per es. analisi della perdita radiativa) è facile determinare la

conseguente variazione di T mediante la (2.43 a) o quella di we tramite la (2.43 b).

Attraverso le equazioni di stato dei gas e di Clapeyron è inoltre possibile ottenere la massa di vapore

condensato per unità di volume:

dTTR

elde

TRdc

v

wew

v

32

1 (2.44)

Nel caso delle nebbie, le linee di ugual contenuto di acqua liquida sono legate alla visibilità.

Da quanto evidenziato a seguito della (2.43 b) ed in ragione della (2.44) dc , proporzionale a wde , cresce

al crescere di T . In tal modo le nebbie più dense sono meno frequenti alle basse temperature piuttosto che a

quelle più miti.

Fig. 8.

Rappresentazione schematica in un diagramma ( eT , ) del

contenuto di acqua liquida costante ( constcd - curva in blu

tratteggiato), rispetto alla curva di saturazione ( constUw -

curva in blu continuo).

In figura 8, utilizzando un diagramma ( eT , ), è rappresentata una linea TRedconstcd dw , e la

curva di vapore saturo wU di riferimento. Al variare di T , i valori si posizionano al di sopra della curva di

saturazione ad una distanza determinata dal termine wde .

T-dT T T

e

ew

ew-dew

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 34

Esercizio:

Calcolare il raffreddamento necessario ad avere una concentrazione di acqua liquida 3

021 ariaH mgc

partendo da aria satura CT 10 :

Si utilizza la (2.44) ottenendo CT 6,1 .

La temperatura di bulbo bagnato - Processo isoentalpico

Un processo adiabatico isobarico che avviene in un sistema chiuso di aria umida ed acqua (e valido anche

per il ghiaccio) è anche isoentalpico.

Come esempio di sviluppa il procedimento per ottenere l’espressione della eT , relazione che lega T ed U .

L’entalpia di un i-esimo stato può essere scritta come:

constmTlTcmcmH i

ve

i

wtdpd

i )()( (2.45)

Pertanto in una trasformazione isoentalpica ( 0''' HHH ), per definizione di potenziale

termodinamico, si ottiene immediatamente che:

''''''''' )()()()(0 vevewtdpd mTlmTlTTcmcm

wtdpd

ve

wtdpd

ve

cmcm

mTlT

cmcm

mTlT

''''''

''' )()(

(2.46)

in cui il denominatore di ogni frazione è una costante in ciascun sistema termodinamico, variando tuttavia

per sistemi diversi in ragione del loro contenuto totale di acqua (nelle sue forme di vapore e liquido).

Sviluppando in funzione del rapporto di mescolamento:

ldp

e

ldp

e

cac

rTlT

cac

rTlT

''''''

''' )()(

(2.47)

E’ possibile semplificare la (2.47):

trascurando il calore specifico dell’acqua e considerando ldp cac ;

trascurando le variazioni termiche di el ;

considerando lppp accccdd

,

constrc

lTr

c

lT

p

e

p

e ''''''

rTTe 5,2 (2.48)

Si consideri ora un processo adiabatico, che segue la (2.47), tra due stati caratterizzati da:

aria umida (non satura) ed acqua liquida, con temperatura 'T e rapporto di mescolamento

'r ;

aria umida priva di acqua liquida, con temperatura ''T e rapporto di mescolamento

''r ,

in cui sono presenti:

kg1 di aria secca;

gr '310 di vapor d’acqua;

grr )(10 '''3 di aria liquida, con

''' rr ,

ed in cui la saturazione non viene mai raggiunta se non al termine del processo (stato finale).

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 35

Durante l’evaporazione, l’aria umida e l’acqua forniscono il calore latente necessario allo sviluppo della

trasformazione, spontanea ed irreversibile, e la temperatura del sistema diminuisce da 'T a

''T . Sebbene

nelle ipotesi di base non sia stata richiesta la reversibilità, è opportuno sottolineare come il processo teorico

inverso non sia realistico.

Estendendo ora il processo al caso in cui, a partire da 'r , si raggiunga il valore di saturazione, il sistema

descritto costituisce la condizione d’impiego dello psicrometro a bulbo bagnato, strumento costituito da:

un termometro con cui effettuare la misura della temperatura dell’aria (bulbo secco);

un termometro avente il bulbo ricoperto da una garza bagnata con una quantità definita di acqua (bulbo

bagnato);

una ventola che permette la ventilazione dell’aria intorno allo strumento con una velocità costante e

definita.

All’atto dell’osservazione, si bagna la garza e si aziona la ventola. Ciò comporta la circolazione dell’aria

intorno al bulbo bagnato e la conseguente evaporazione dell’acqua contenuta nella garza fino alla saturazione

dell’aria stessa.

Qualora si raggiunga uno stato stazionario, l’entalpia necessaria non può provenire dall’acqua (che mantiene

una temperatura costante), ma dall’aria.

L’acqua, sotto forma di vapore, viene pertanto ad accumularsi dall’inizio alla fine del processo, cioè dalla 'T

alla ''T dell’intero sistema.

La differenza tra questa trasformazione ed il processo con cui è stata sviluppata la (2.47) è rappresentata dal

fatto che l’acqua non subisce la stessa variazione di temperatura che avviene per la massa d’aria iniziale, nè

viene inserita e fatta evaporare ad una temperatura variabile.

E’ pertanto possibile riscrivere la (2.47) introducendo la temperatura di bulbo bagnato wT che rappresenta

quindi la temperatura che la massa d’aria assumerebbe quando, seguendo un processo isoentalpico, venisse

portata alla saturazione per evaporazione di acqua a spese del calore ceduto dall’aria stessa:

)( rrc

lTT w

p

ew

d

(2.49)

in cui:

wr rappresenta il rapporto di mescolamento alla saturazione (per wTT ).

Algebricamente risulta immediatamente che TTw dove l’uguaglianza vale alla saturazione.

In via approssimata la wT è la temperatura che assumerebbe una massa d’aria che venisse portata alla

saturazione con un processo isoentalpico, per evaporazione di acqua a spese del calore fornito dall’aria (che

si raffredda). E’ quindi la temperatura più bassa alla quale l’aria può essere raffreddata isobaricamente per

evaporazione della pioggia che vi cade.

wT è osservabile poiché rappresenta la temperatura di equilibrio del termometro a bulbo bagnato di uno

psicrometro ben ventilato, ed è conservativa rispetto alla:

evaporazione da pioggia, purchè il calore latente di evaporazione sia fornito dall’aria;

condensazione isobarica di parte del contenuto del vapor d’acqua, purchè il calore latente serva a

scaldare l’aria.

E’ opportuno ricordare che in questo processo il rapporto di mescolamento r non si conserva a causa

dell’evaporazione di acqua dalla garza bagnata.

Dalla sua misura è quindi possibile ottenere i valori di dT ed e .

Applicazione: calcolare la dT a partire dalla wT .

E’ necessario ricordare che nella trasformazione isoentalpica in cui l’aria ha raggiunto la wT , a causa

dell’incremento del contenuto di vapore, la T diminuisce mentre la dT aumenta fino al punto di equilibrio

in cui wd TTT .

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 36

Dalla (45) si ha che, essendo )( dw Trr :

w

p

ew

p

edwww

p

ew q

c

lTr

c

lTTrTr

c

lTT

ddd

)]()([

Applicando l’equazione di Clapeyron:

)(2 dw

v

ew

p

ew TT

TR

lq

c

lTT

d

in cui wq deve essere inteso come il contenuto di vapore medio dell’intervallo dw TT .

Si ottiene pertanto:

ww

we

vp

wwd

TTT

ql

TRcTTTT

2

2

)(

in cui a temperature ambientali KT 300 è stato definito il termine:

qTRc

ql

vp

we 15,02

2

Un’altra importante trasformazione è costituita del raffreddamento di un determinato strato atmosferico per

evaporazione delle gocce di pioggia. In questo caso il sistema consiste in:

una data massa d’aria;

l’acqua, delle gocce di pioggia che l’attraversano, che vi evapora.

La 'T dell’acqua sarà quella delle gocce di pioggia che attraversano lo strato, mentre l’aria potrà raggiungere

(diminuendo in tal caso la temperatura fino a wT ) o meno la saturazione. eT e wT sono inoltre legate dalla

(2.47), rappresentando rispettivamente il massimo ed il minimo valore dell’aria nel processo isoentalpico

descritto.

Introducendo nella (2.47) il legame tra r , e e p si ottiene:

)( "'"' TTpl

cee

e

dp (2.50)

Nel caso di pressione di vapor saturo a temperatura di rugiada, la (2.50) si riscrive nella forma classica

dell’equazione psicrometrica descritta in figura 9:

)()()( w

e

dp

wwdw TTpl

cTeTe (2.51)

da cui si evince che, p , il processo isoentalpico avviene lungo la retta avente coefficiente angolare, detto

costante psicrometrica (sebbene esso vari debolmente con la wT ):

e

dp

l

c

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 37

Fig. 9.

Rappresentazione schematica di un processo isoentalpico

in un diagramma ( eT , ).

In blu la curva di saturazione. In verde tratteggiato la retta

rappresentativa del processo isoentalpico (equazione

psicrometrica).

Si consideri una massa di aria a temperatura T che si espande adiabaticamente dal punto P fino al livello di

saturazione Pc caratterizzato da una temperatura sT e da un rapporto di mescolamento r .

Per il punto Pc passa l’adiabatica satura che al livello di riferimento (Pw) presenta un valore definito come

temperatura di pseudo bulbo bagnato pwT .

Il processo pseudo adiabatico PcPw rappresenta pertanto una compressione in cui si fa evaporare l’acqua

mantenendo l’aria satura.

Chiaramente in tale processo, le temperature risultano essere crescenti e l’acqua liquida è stata introdotta in

quantità esatte affinché, evaporando, garantisca la saturazione.

Si ricorda che nella trasformazione con cui è stata definita la T di bulbo bagnato tutta l’acqua veniva

introdotta alla stessa temperatura wT . Questo processo avviene invece inizialmente ad una temperatura che

varia tra sT e pwT e che dopo l’evaporazione assume il valore pwT per la cessione di calore dall’aria.

In tal modo wpw TT ( C5,0 ).

Nello studio della termodinamica atmosferica non è conveniente utilizzare la eT e la wT , ma vengono

impiegate la peT e la pwT .

Fig. 10.

Rappresentazione schematica delle temperature

caratteristiche dei processi pseudo-adiabatici.

In verde continuo le adiabatiche secche.

In viola a tratto-punto l’adiabatica satura.

In tratteggio lungo rosso la ricostruzione della sT .

In tratteggio fino marrone l’isoigrometrica r .

Mescolamento orizzontale – Processo isoentalpico

Sebbene finora siano stati ipotizzati processi in cui la particella atmosferica non si mescoli con l’ambiente

circostante, è necessario studiare il caso in cui tale interazione avvenga. In realtà il mescolamento si verifica

sempre ed il contenuto di calore e l’umidità tendono a ridistribuirsi tra le masse d’aria, favorendo in molti

casi la saturazione e quindi la formazione di nubi.

Si ipotizza inizialmente un processo di mescolamento senza condensazione di due masse d’aria umida aventi

stessa pressione, ma temperature ed umidità diverse (schema in figura 11 a).

P(T,e)

Tw T T’ Te T

e

ew

e

e’

p

Pw P

Ts Tpw Tw T Te Tpe

r

Pc

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 38

Fig. 11. Rappresentazione schematica degli effetti del mescolamento sull’umidità relativa (a))

e di condensazione prodotta dal mescolamento (b)).

a) la curva di vapore saturo 1wU è indicata in blu continuo. Le curve di vapore 1wU e

2wU delle masse d’aria

indicate con i punti P1 e P2, sono in blu con tratteggio più lungo e corto. Il mescolamento avviene lungo la

congiungente P1P2 in rosso continuo nel punto P;

b) la curva di vapore saturo 1wU è indicata in blu continuo. Per semplicità non sono riportate le curve di vapore

1wU e 2wU prossime alla saturazione.

Per un processo isoentalpico (le due masse hanno pedici 1 e 2 ):

)(87,0

)(87,0)(

0)()87,01()()87,01(

0)()(

0)()(

)(

2211

2221112211

222111

2211

22112211

212211

21

qmqmm

TqmTqmTmTmT

TTqcmTTqcm

TTcmTTcm

hmhmhhmhhmH

hmmhmhm

dd pp

pp

in cui:

21 mmm = massa totale;

2211 qmqm = massa totale di vapore (costante);

q = umidità specifica finale;

T = temperatura finale.

Essendo la massa di vapore costante, l’umidità specifica finale è la media pesata di 1q e 2q :

m

qmqmq

)( 2211 (2.52)

e quindi la temperatura diviene:

)87,01(

)(87,0)( 2221112211

qm

TqmTqmTmTmT (2.53)

e e1 P1 e P

e2 P2

T2 T T1 T

a)

e e1 P1 P Q e ew’ P’

e2 P2 T2 T T’ T1 T

b)

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 39

In prima approssimazione, trascurando i termini di vapor d’acqua, si ottiene che T , ed e finali sono la

media pesata di quelli iniziali:

m

TmTmT

)( 2211 (2.54 a)

m

mm )( 2211 (2.54 b)

m

ememe

)( 2211 (2.54 c)

E’ necessario sottolineare che:

la (2.52) è valida in assenza di condensazione per ogni mescolamento di masse d’aria ed è indipendente

dalla pressione o da sue variazioni;

la (2.54 c) è valida per un mescolamento isobarico (ipotesi 21 ppp ).

Il processo di mescolamento può essere schematizzato mediante il punto ),,( eTqP posizionato lungo la

retta congiungente i punti ),,( 1111 eTqP e ),,( 2222 eTqP rappresentativi delle due masse d’aria iniziali. Sarà

pertanto individuabile in funzione delle caratteristiche termodinamiche di tali masse attraverso l’espressione

geometrica:

1

2

2

1

m

m

PP

PP

ovvero, fisicamente, dalla:

1

2

2

1

m

m

TT

TT

In ragione della concavità delle curve di umidità relativa, il valore di wU sarà sempre più elevato del valor

medio pesato tra 1wU e

2wU .

Qualora 21 www UUU , qualunque mescolamento darà luogo ad una condizione esprimibile attraverso un

punto P posizionato a sinistra della curva wU e corrispondente ad uno strato di soprasaturazione. Ciò è

possibile anche nel caso in cui le due masse iniziali non siano sature, ma prossime alla saturazione.

E’ bene ricordare che la condizione di soprasaturazione è una caratteristica dell’atmosfera terrestre nella

quale il cambiamento di stato avviene solo in presenza di adeguate concentrazioni di particelle igroscopiche

(nuclei) che favoriscono la condensazione del vapore.

Si ipotizzi ora che l’intera trasformazione sia formata dai due seguenti processi:

un mescolamento iniziale con il quale l’aria diviene soprasatura;

una condensazione di acqua fino al raggiungimento della pressione di vapore saturo.

Il calore latente rilasciato in quest’ultimo processo è responsabile dell’incremento termico da T a 'T . La

quantità di acqua liquida prodotta per unità di massa è quindi data da:

)( '''

www eep

rrqq

in cui: '

wee rappresenta il segmento P’Q della figura 11 b).

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 40

Le nubi che si formano a causa di questo processo sono di lieve entità, di tipo stratiforme eventualmente

prossime al suolo. Come esempio è possibile citare le nebbie da evaporazione, generate da un’avvezione di

aria fredda su superfici marine relativamente più calde (mare fumante). La regione atmosferica a contatto

con la superficie marina si scalda saturandosi alla temperatura dell’acqua. Tale configurazione innesca

relative condizioni di instabilità, associate a processi di sollevamento, che tendono in genere a dissipare il

fenomeno.

Un secondo importante processo isoentalpico, anch’esse descrivibile attraverso la figura 11, è dato dal

mescolamento di una massa d’aria con i gas di scarico degli aeromobili.

In particolare, qualora si verifichino opportune condizioni termodinamiche in atmosfera, si possono

sviluppare le scie di condensazione, spesso denotate in letteratura con il termine contrails, abbreviazione del

termine anglo-sassone condensation trails.

Il diagramma in figura 12 sintetizza le condizioni necessarie allo sviluppo di scie persistenti che si potranno

sviluppare e saranno quindi visibili per temperature inferiori a C40 ed %70U .

Fig. 12. Diagramma di Appleman per la individuazione delle scie di condensazione

In particolare è opportuno citare che nella regione sinistra del diagramma saranno sempre presenti scie di

condensazione, a prescindere dal valore dell’umidità relativa. La formazione sarà invece possibile nella zona

definita “maybe contrails” se il punto ),( TpP si trova a sinistra della linea wU corrispondente all’umidità

relativa reale.

Ciò è descritto dall’espressione che fornisce la pressione critica cp oltre la quale si formano le scie:

)(])1(21[2

2

QUTRc

lep w

dp

ewc

d

in cui la )(Q rappresenta una grandezza legata al processo di combustione (attraverso il calore di

combustione Q ) ed i cui valori possono essere considerati noti in ragione del combustibile impiegato (per

esempio il kerosene).

Il mescolamento orizzontale è un fenomeno rilevante anche nel caso dell’entrainment.

Espansione adiabatica in atmosfera

I processi di espansione (compressione) adiabatica sono importanti in quanto descrivono le trasformazioni

che avvengono quando grandi masse d’aria si muovono verso l’alto (il basso).

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 41

Si consideri pertanto il sollevamento di una massa (detta anche particella) di aria umida che non si mescola

con l’ambiente circostante, trasformazione rappresentabile nei due seguenti passi.

Primo passo:

Espansione adiabatica della sola fase gassosa (umida): processo isentropico, che differisce poco da

un’espansione adiabatica secca, rappresentabile mediante l’uso della temperatura potenziale:

d

pT

1000 (2.55)

constcsdp ln

In tale trasformazione la temperatura diminuisce fino alla saturazione ( wrr ).

Secondo passo:

I prodotti della condensazione (acqua o ghiaccio):

1) rimangono nell’aria. Sarà possibile un processo reversibile legato ad una lenta compressione adiabatica

satura (isentropica);

2) precipitano immediatamente al di fuori del sistema. Si ha quindi un sistema aperto (processo pseudo-

adiabatico);

3) precipitano parzialmente.

Il tipo di fase in atto (liquida/solida) è ovviamente funzione della temperatura ambiente (cioè dell’altezza).

Per CT 40 , si ha solo sublimazione in quanto le goccioline, appena formate, ghiacciano

spontaneamente.

Saturazione dell’aria per sollevamento adiabatico

Per tale processo, differenziando U :

wededUd lnlnln

ed applicando le eq. di Poisson e Clapeyron, si ottiene:

dTTR

lTdUd

v

e

2ln

1ln (2.56)

in cui a secondo membro dell’espressione:

il primo termine rappresenta la variazione dovuta alla diminuzione di pressione (e di pressione di

vapore);

il secondo, avente la forma di un raffreddamento isobarico, rappresenta l’influenza della diminuzione

della temperatura (e quindi della pressione di vapor saturo).

La (2.56) può essere riscritta come:

TR

lTc

T

U

TR

l

T

U

dT

du

d

ep

v

e1.

Cioè in un’espansione adiabatica, U cresce al diminuire di T poiché in atmosfera si verifica sempre la

seguente condizione che rende il termine in parentesi negativo:

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 42

Kc

lT

p

e 1500 .

Fig. 13.

Rappresentazione schematica di una espansione adiabatica non

satura in un diagramma ( eT , ).

Nel processo di sollevamento adiabatico una variazione di T ,

indicata dalla freccia rossa, determina una variazione della

pressione di vapor saturo lungo la curva di Clapeyron.

L’espressione ottenuta integrando la (2.56) permette di ricavare numericamente sT :

00

11ln

1ln

0 TTR

l

T

TU

sv

esw .

Tale temperatura è sempre raggiungibile in atmosfera con un processo di sollevamento.

Esercizi:

In un processo di sollevamento adiabatico:

1. Calcolare la variazione di dT in un sollevamento adiabatico.

Utilizzando Clapeyron:

T

dT

l

Tc

T

dT

l

TRed

l

TRdT

e

dp

e

dv

e

dvd

222

ln

il metodo delle differenze finite e nell’ipotesi in cui:

TTKTT dd6

1273

La dT diminuisce di 1/6 rispetto alla T .

2. Come si rappresenta in un tifigramma la variazione tra T e dT .

Al variare di T , dT si muove sulla retta constr come da figura 14.

3. Stimare l’altezza del livello di condensazione per sollevamento LCL.

Nell’LCL (lifting condensation level) adiabatico, sd TTT .

Ipotizzando che il gradiente adiabatico sia:

kmTTzzTT

zTTkmCz

TT

dd

sds

)(12,06

50

6

1010 1

Td T T

e

ew S

P

e

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 43

la base dei cumuli è stimabile ad una quota in km pari al 12% della differenza tra T e dT .

Fig. 14.

Rappresentazione schematica della variazione di

temperatura e della temperatura di rugiada durante una

espansione adiabatica.

Mescolamento verticale

Si studia ora il mescolamento di masse d’aria lungo la verticale, processo che si verifica principalmente negli

strati inferiori della troposfera a causa dei fenomeni turbolenti di natura convettiva e/o dinamica.

Si considerino inizialmente due diverse masse d’aria isolate, aventi caratteristiche 1p , 1T e 2p , 2T , che si

muovono verso un terzo livello p mescolandosi tra loro.

Si ipotizzi inoltre che il processo avvenga in tre distinte fasi (l’analisi del caso reale di variazione continua di

p , T ed r con la quota è più complessa) descritte di seguito.

Prima fase – espansione adiabatica in cui le umidità specifiche 1q e 2q si conservano:

2

2

'

2

1

1

'

1 ;p

pTT

p

pTT

Seconda fase – mescolamento adiabatico isobarico (isoentalpico). E’ rappresentativa del processo di

mescolamento orizzontale senza condensazione analizzato in precedenza. Per le due masse, dalla (2.54 b), si

avrà pertanto che:

m

mm )( 2211

Terza fase – le due masse d’aria sono ai livelli di pressione iniziali.

Si consideri ora uno strato atmosferico 12 ppp che si mescoli verticalmente, immaginando che il

processo sia:

portare l’intero strato allo stesso livello;

mescolarlo isobaricamente;

ridistribuirlo nell’intervallo originario p .

La , trattandosi di espansioni/compressioni adiabatiche, si conserva (è costante) lungo la verticale ed è la

media pesata delle 1 e 2 .

Dall’espressione della massa di uno strato infinitesimo dz si ha per :

dpg

dzdm1

p

r

Ts

LCL

T

Td

Td T

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 44

21

0

00

2

1

pp

dp

dz

dm

m

dm

p

p

z

zm

(2.57)

Analoghe espressioni si ottengono per q ed r .

Le distribuzioni di T e p si ottengono dall’eq. di Poisson.

In uno strato atmosferico completamente rimescolato e non saturo, la temperatura potenziale ed il contenuto

di vapore sono pertanto costanti.

Ciò significa anche che la curva di stato della T coincide con l’adiabatica secca, mentre quella della dT

coincide con l’isoigrometrica (figura 15).

Di conseguenza, l’umidità relativa aumenta con la quota fino a raggiungere, eventualmente, la saturazione

punto in cui le curve di T e di dT si intersecano.

Qualora il mescolamento si verifichi anche a quote superiori il livello di condensazione, nello strato saturo le

curve di T e di dT tenderanno a coincidere, seguendo l’adiabatica satura.

Nel caso in cui sia presente un’inversione nei bassi strati, ma comunque a livello superiore rispetto alla

regione mescolata, sarà possibile la formazione di stratocumuli.

Volendo ora considerare l’evoluzione di un sondaggio in atmosfera inizialmente stabile, in cui il

rimescolamento sia assente o trascurabile, si può notare che le condizioni iniziali determinano profili

verticali di crescenti e di q decrescenti con la quota.

Fig. 15 Mescolamento verticale.

Esempio di diagramma termodinamico in uno strato

completamente mescolato. Fino al livello di saturazione

(tratteggio nero), il profilo di T (in blu) segue

l’adiabatica secca, quello di dT (tratteggio blu)

l’isoigrometrica, quello della U (verde) cresce con la

quota. Oltre tale livello e fino alla quota in cui il

mescolamento termina, T e dT seguono l’adiabatica

satura, mentre 1constU .

A seguito dell’innesco dei processi di rimescolamento il primo effetto sarà quello di ridurre, fino ad

eliminare, lo strato di stabilità, generando un flusso iniziale di calore verso il basso associato ad uno di

umidità verso l’alto (figura 16). Ciò significa tendere ad adeguare il profilo verticale a quello adiabatico

secco. Chiaramente, il rimescolamento convettivo, prodotto dall’incremento della temperatura del suolo,

determinerà successivamente flussi di calore verso l’alto anche caratterizzati da gradienti superadiabatici.

Fig. 16 Mescolamento verticale.

Evoluzione di un sondaggio. Nelle prime ore del

mattino lo strato vicino al suolo è stabile: il profilo di

T è in blu, quello di dT è in tratteggio blu. Il

riscaldamento diurno del suolo innesca il

rimescolamento verticale. I profili di 'T (blu spesso) e

di '

dT (in tratteggio blu spesso) assumono l’andamento

della figura precedente. Il tratteggio nero indica il

limite del mescolamento verticale.

Nella figura 17 (a sinistra il caso non saturo), la curva continua è la forma iniziale di T , la retta è

l’adiabatica finale , quella tratteggiata è la forma finale di r .

p

Td T Td’ T’ T

p

Td T T 0 1 U

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 45

a) b)

Fig. 17. Rappresentazione schematica del:

a) mescolamento verticale senza condensazione; b) livello di condensazione per mescolamento.

Qualora l’isoigrometrica rappresentativa del contenuto di vapore medio dello strato mescolato r intersechi

l’adiabatica secca media dello strato all’interno dei livelli 1p e 2p che delimitano lo strato stesso, l’aria

mescolata raggiunge il livello di condensazione per mescolamento (MCL - mixing condensation level), oltre

il quale la distribuzione termica segue l’adiabatica satura.

Il livello di condensazione per rimescolamento può calcolato empiricamente qualora siano note T e dT al

livello del suolo, impiegando formule quale quella di Hennig:

0][ zdMCL TTaz

in cui si ipotizza che:

la temperatura media dello strato sia CT 15 ;

1120 Kma .

I valori ottenuti risultano in genere inferiori a quelli reali in quanto nello strato interessato, sebbene la

risulti in genere omogenea con la quota, il contenuto di vapore decresce, mantenendo una stratificazione

verticale.

In Italia un classico esempio di rimescolamento verticale si ha quando, in Valpadana sono presenti:

in superficie, correnti fredde provenienti dai quadranti orientali;

in quota, correnti più calde e subsidenti provenienti dai quadranti nord-occidentali.

Nelle prime ore del mattino (prima del sorgere del Sole) tendono a generarsi su vaste aree formazioni

nuvolose quando:

la sommità dello strato mescolato è molto umida;

l’atmosfera è serena e subsidente, permettendo un irraggiamento dello strato verso lo spazio ed il

conseguente raffreddamento favorisce la condensazione.

Tali formazioni si dissolvono rapidamente, in genere nel corso della mattinata.

r r

p2 T T

MCL

p1

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 46

Fig. 18. Rappresentazione grafica delle temperature definite nei processi atmosferici.

Riassunto delle temperature di interesse

In aria secca: In aria satura:

vT = virtuale; dT = rugiada;

eT = equivalente; fT = brinamento;

peT = pseudo equivalente. wT = bulbo bagnato;

pwT = pseudo bulbo bagnato;

sT = saturazione.

Potenziali:

= potenziale;

v = virtuale;

e = equivalente;

pe = pseudo equivalente;

w = bulbo bagnato

pw = pseudo bulbo bagnato.

Proprietà conservative di alcuni parametri

E’ importante impiegare grandezze invarianti (conservative) rispetto ai processi atmosferici. Tali grandezze

sono pertanto rappresentative delle proprietà termodinamiche della massa d’aria omogenea.

La grandezza che risponde meglio ai requisiti di rappresentatività è la p ( pe ) essendo:

conservativa rispetto a variazioni termiche relative a processi: adiabatici secchi e saturi;

quasi conservativa per variazioni termiche dovute ad evaporazione della pioggia cadente nell’aria (il

calore ceduto dall’aria per permettere l’evaporazione rimane contenuto nell’aria stessa sotto forma di

calore latente del vapore immesso);

non è conservativa rispetto a variazioni non adiabatiche di T e q (ad esempio processi radiativi)

peraltro lente nella libera atmosfera (al di sopra dello strato limite).

p Ts Td Tpw Tw Tv Te Tpe

T

Pc

r

1000 hPa pw w v e p

F. Travaglioni – FDA Appunti Termodinamica dell’atmosfera 47

Per quanto riguarda le altre grandezze:

U non è conservativa;

q è conservativa per variazioni di temperatura adiabatiche secche e non adiabatiche;

dT è conservativa per variazioni di temperatura non adiabatiche;

è conservativa per variazioni di temperatura adiabatiche secche;

Grandezza

Processo Isobarico:

riscaldamento o

raffreddamento,

no condensazione/

evaporazione

Isoentalpico:

si condensazione/

evaporazione

Espansione

adiabatica

non satura

Espansione

adiabatica

satura

wU NC NC NC C

e o dT C NC NC NC

q o r C NC C NC

pwT o peT NC C NC NC

NC NC C NC

pw o p NC C C C