22
ANTEPRIMA Giallo In uscita verso i primi di dicembre 2009 Contatta l'autore su www.isalotti.serviziculturali.org Leggi a schermo intero Condividi

ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

Embed Size (px)

DESCRIPTION

ANTEPRIMA GIALLO

Citation preview

Page 1: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

ANTEPRIMA

Giallo In uscita verso i primi di dicembre 2009

Contatta l'autore su www.isalotti.serviziculturali.org

Leggi a schermo intero Condividi

Page 2: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa
Page 3: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

Scambia i tuoi libri Leggi gratuitamente i nostri libri Pubblica un libro Pubblica un racconto Concorso "Il Club dei Lettori" Guarda TeleNarro Crea il tuo Social Network personale Gioca con la Banda del BookO (che si legge BUCO)

Scopri le nostre iniziative Leggi l' anteprima

DESCRIZIONE:

Un colpo di pistola chiude, in un soffio, la vita di una ragazza sulle colline di Genova. A distanza di anni, alcuni omicidi vanno a sconvolgere il tranquillo scorrere della vita nelle zone periferiche della città. I commissari di polizia Ben Rossi e Oliviero Merotti, con l'aiuto del maresciallo dei carabinieri Edoardo Nenni, tenteranno di sciogliere il bandolo della matassa. Il caso non è tuttavia di facile risoluzione...

L'AUTORE:

Mirco Vaccaro è nato a Genova nel 1982. Da sempre appassionato lettore, dopo il conseguimento del diploma comincia a maturare la sua passione per la scrittura, che lo porta a pubblicare il racconto drammatico “I lunghi giorni della droga” (2007, Studio Editoriale Gordini).

Titolo: La vendetta colpisce a sorpresa Autore: Mirco Vaccaro Editore: 0111edizioni Collana: Selezione Pagine: 114 Prezzo: 12,00 euro 10,20 euro su www.ilclubdeilettori.com

Leggi questo libro e poi...

- Scambialo gratuitamente con un altro [leggi qui]

- Votalo al concorso "Il Club dei Lettori" e partecipa all'estrazione di un PC Netbook [leggi qui]

- Gioca con l'autore e con il membri della Banda del BookO (che si legge BUCO): rapisci un personaggio dal libro e chiedi un riscatto per liberarlo [leggi qui]

Page 4: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

LA BANDA DEL BOOKO (CHE SI LEGGE BUCO)

ANONIMA SEQUESTRI ovvero PERSONAGGI RAPITI

Hai un amico scrittore e vuoi fargli uno scherzo o un dispetto, oppure vuoi "vendicarti" per qualcosa ma non hai ancora trovato il sistema per "fargliela pagare"? RAPISCIGLI un personaggio e fallo rivivere in un tuo racconto, poi chiedi il riscatto all'autore: se paga, il suo personaggio ne uscirà indenne, altrimenti MORIRA'!

Se fra i libri che hai letto c'è un personaggio che ti ha particolarmente colpito e che ti è rimasto impresso per qualche motivo, puoi unirti alla Banda del BookO ( che si legge Buco) per un'IMPRESA A DELINQUERE assolutamente fuori dal comune: RAPISCI IL PERSONAGGIO, TIENILO IN OSTAGGIO E CHIEDI UN RISCATTO. Per rapire un personaggio è necessario renderlo protagonista di un racconto con DUE FINALI, uno a lieto fine e uno tragico (il personaggio MUORE!). Verrà reso pubblico un solo racconto, in base all'esito della richiesta di riscatto: se l'autore paga, il finale sarà "lieto", altrimenti il personaggio farà una tragica fine. Non ti senti abbastanza "scrittore" per buttare giù un racconto? Non fa niente! Rapisci ugualmente un personaggio: se l'autore del libro da cui lo hai rapito non pagherà il riscatto, daremo la notizia dell'uccisione della vittima. Se invece pagherà... bé, a morire sarai tu (ossia il bandito), durante il bliz di liberazione.

TUTTI I RACCONTI VERRANNO PUBBLICATI IN ANTOLOGIA

Page 6: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

Leggili online con EasyReader

Decine di libri in versione integrale da leggere online, liberamente.

EasyReader è una vastissima raccolta di libri da leggere online, in versione integrale oppure in versione "trailer", comunque sempre molto "corposa" (da un minimo di 30 pagine a un massimo di 50). Tutti i libri proposti in versione e-book su questo sito sono coperti da copyright e sono disponibili anche in formato libro, regolarmente pubblicati (e quindi muniti di codice ISBN) e disponibili anche in libreria. Il catalogo viene aggiornato MENSILMENTE.

Novità AvventuraBambini/Ragazzi

Fantasy/Fantascienza

Giallo/Thriller

Horror Narrativa Poesia Sentimentale Altri generi

Page 7: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

Mirco Vaccaro

La vendetta colpisce a sorpresa

www.0111edizioni.com

Page 8: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

www.0111edizioni.com www.ilclubdeilettori.com

LA VENDETTA COLPISCE A SORPRESA 2009 Zerounoundici Edizioni

Copyright © 2009 Zerounoundici Edizioni Copyright © 2009 Mirco Vaccaro

ISBN 978-88-6307-233-4 In copertina: Immagine Shutterstock.com

Finito di stampare nel mese di Novembre 2009 da

Digital Print Segrate - Milano

Page 9: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

La vendetta colpisce a sorpresa

Page 10: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa
Page 11: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

5

Capitolo 1 La macchina nel bosco

La telefonata arrivò alla questura di Genova nel cuore della notte. L’agente Stefano Arnaldi, in turno di guardia, si era appena assopito sulla sua cigolante sedia, ed ebbe un sussulto. Sbuffò, e maledicendo tra se quel dannato apparecchio che continuava a trillare furiosamente, rispose. - Pronto?- disse biascicando. Dall’altra parte, una voce roca disse: - Correte, presto! Dovete andare sulla strada che porta verso il paese di Pino Soprano, sopra il quartiere di Molassana, in periferia. C’è stato un brutto incidente -.Arnaldi aveva capito poco o nulla: la persona dall’altra parte della cornetta aveva pronunciato tutto in maniera molto veloce. - Come? Non ho capito niente. Chi è lei?- chiese , procurandosi carta e penna per prendere appunti. - Non ha importanza- disse la voce misteriosa – correte in quella strada. Un’auto ha sfondato la protezione laterale ed è finita nel bosco sottostante. Fate presto-. La comunicazione si chiuse senza che Arnaldi avesse il tempo di replicare. Rimase per un attimo a indugiare su quelle poche righe che era riuscito a scrivere, poi lasciò la sua postazione per recarsi nell’ufficio dove i suoi diretti superiori, nonostante l’orario inoltrato, erano ancora presenti per cercare di riordinare le idee circa alcuni casi relativi a recenti scippi, che avevano messo in subbuglio i quartieri limitrofi. Bussò educatamente e attese il permesso di entrare, che arrivò istantaneamente. In quel momento nell’ufficio c’erano due persone: il commissario Beniamino Rossi e il suo vice Oliviero Merotti. Entrambi erano talmente indaffarati a frugare tra le scartoffie, ognuno alla propria scrivania, che l’appuntato entrò ma non disse nulla fino a che Rossi non alzò gli occhi dal tavolo. - Chiedo scusa, commissario. E’arrivata una telefonata anonima che segnala un incidente sulla strada che porta verso Pino Soprano-. Anche Merotti, nel mentre, aveva smesso di rovistare tra le carte. Rossi si accese una sigaretta e chiese ad Arnaldi: - Che cosa sappiamo?-

Page 12: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

6

- Molto poco. Pare che la macchina sia finita nel bosco sottostante la strada-. - Sempre meglio di niente, no ?- disse, rivolgendosi a Merotti. Questi annuì, poi entrambi decisero di recarsi subito sul posto. Dopo aver spento le lampade che illuminavano le loro scrivanie uscirono dall’ufficio, giacche alla mano, dando ordine al giovane agente di tornare in guardina per raccogliere eventuali altre segnalazioni. Merotti disse inoltre di chiamare un carro attrezzi, i pompieri e un’ambulanza per mandarli subito sul posto. I due lavoravano insieme in questura da ormai quindici anni. Erano l’uno l’opposto dell’altro: Beniamino Rossi era alto, con capelli neri, folti baffi e un’espressione sempre seria e a volte severa sul volto. Oliviero Merotti era invece più basso, con una calvizie molto accentuata (già da diversi anni) che aveva piano piano preso il posto di una capigliatura rossa. Non aveva né baffi né un’espressione dura, ma a volte tirava fuori un carattere più burrascoso del suo superiore Rossi. Erano entrambi fumatori incalliti: uno di sigarette, l’altro di pipa. Quella sera, mentre salivano in auto per recarsi sul luogo dell’incidente, non mancarono di riempirsi i polmoni con qualche boccata di fumo. Al volante, come quasi tutte le volte, si mise Merotti, che partì a tutta velocità. - Non sarà facile tirare fuori quella macchina dal bosco- disse –la strada non è molto illuminata. Lavoreremo quasi al buio. Spero solo che nel bagagliaio ci siano almeno un paio di torce-. - Intanto cerchiamo il posto, poi decideremo il da farsi. Alla peggio, useremo le torce dei soccorritori. Mi domando solo perché la telefonata sia stata fatta a noi, che siamo più lontani dal posto di molti altri reparti di vigili o carabinieri- rispose Rossi. Merotti scosse il capo, come a dire che nemmeno lui sapeva dare una spiegazione alla cosa. Ci vollero quasi venti minuti prima che i due giungessero sul luogo dell’accaduto. Percorsero quella che sembrava la via più breve: partendo dalla questura, situata quasi alla foce dove il torrente Bisagno si butta nel mare, passarono nel tunnel della stazione di Brignole e davanti allo stadio del quartiere di Marassi. Poi, evitando un inutile giro che solitamente viene imposto al traffico normale, imboccarono la corsia dell’autobus per passare di fronte al grande cimitero di Staglieno. - Stai andando spedito come tuo solito- fece notare Rossi – sai almeno dov’è il posto? Se vuoi ti do qualche indicazione, le conosco bene queste zone- .

Page 13: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

7

- Si. Non che sia un esperto conoscitore della zona, ma so dov’è quella strada-. Passarono esternamente al quartiere di San Gottardo, e dopo pochissimi minuti, imboccarono la salita che porta il nome di Salvador Allende, il politico cileno il cui governo fu rovesciato da un famoso generale. Quella strada conduceva verso il paesino indicato dall’anonima telefonata. Si trattava di un percorso tortuoso, in certi punti stretto e molto poco illuminato che, soprattutto in certi periodi dell’anno, poteva diventare molto pericoloso per via del suo asfalto, non proprio di prima qualità. Chi, senza conoscerla, avesse tentato di percorrerla in discesa a velocità troppo alta, sicuramente avrebbe rischiato grosso. Merotti accostò la macchina non appena i fari illuminarono il guard rail sfondato. - Amico mio, la velocità è una carogna, se non ci sai fare- commentò. Sia lui che Rossi scesero: questi aprì il bagagliaio e fu contento di trovare una torcia. Il vento soffiava in alcuni momenti più debole e in altri più forte, scuotendo le cime degli alberi, mentre il cielo era percorso da nuvole che correvano veloci, ora coprendo ora scoprendo la luna e le stelle. I due si avvicinarono a bordo strada per capire cosa fosse successo e soprattutto come. Rossi accese la torcia e la puntò nella boscaglia, individuando subito la macchina indicata dalla telefonata anonima. Era completamente capovolta. - Ehi, mi sente? – urlò Merotti, poi tese l’orecchio ma non sentì risposta. - Non sbraitare, credo che servirà a ben poco- disse Rossi, facendo un po’ di luce intorno a se, sull’asfalto. - Che vuoi dire?- - Voglio dire che sulla strada non c’è il minimo segno di frenata. Quindi, è ovvio che la macchina ha sfondato la protezione a peso morto, prima di volare di sotto. La botta deve essere stata fortissima: è difficile pensare che il conducente sia ancora vivo-. In quel momento giunsero sul posto il camion dei pompieri e l’ambulanza, entrambi a sirene spiegate, seguiti dal carro attrezzi. Ci volle circa un’ora e mezza prima che i pompieri riuscissero a issare la macchina sulla strada. Era un Wolkswagen Golf nera con il tetto quasi completamente sfondato e con i vetri tutti frantumati. Al volante, c’era un uomo sulla quarantina, il capo reclinato e gli occhi sbarrati. Rossi, che con la sua torcia aveva illuminato il viso dell’uomo, si rivolse agli uomini dell’ambulanza dicendo: - Signori, credo che per questo pover’uomo non ci sia più nulla da fare-. - Come fa a esserne sicuro? Lasci fare a noi- disse uno di loro.

Page 14: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

8

- Mio giovane amico- replicò il commissario con la più assoluta calma – se lei vedesse un uomo che in fronte ha un buco del tutto simile a quello di una pallottola, quali conclusioni trarrebbe?-. Nessuno degli altri soccorritori replicò alla risposta di Rossi. Merotti andò verso la macchina del commissariato e aprì il bagagliaio per recuperare due paia di guanti usa e getta: poi tornò verso il collega, pensando che la faccenda sembrava da subito più complessa del previsto. - Questi lavori di solito li facciamo in due, non è vero?- disse, mentre gli porgeva un paio di guanti. Con l’aiuto dei pompieri i due riuscirono a sbloccare la portiera lato guida di quella macchina fracassata. Merotti vide chiaramente il buco in fronte al quale Rossi aveva fatto riferimento qualche istante prima. Provò a frugare nelle tasche della giacca scura che l’uomo indossava: trovò un portafogli e un foglietto di carta ripiegato. Rossi gli fece un po’ di luce, sperando di trovare qualche indizio: intanto, gli altri uomini stavano in disparte. Si scoprì soltanto che l’uomo si chiamava Ruggero Bensi, aveva 43 anni e risiedeva in certa via Isola del Vescovo, nel sottostante quartiere di Molassana. - Guarda guarda…- osservò Rossi –abitava proprio qua vicino-. - Non ti ricordi?- disse Merotti – è il tizio che è venuto da noi un paio di volte, la settimana scorsa. Aveva detto che si sentiva seguito, spiato…diceva che si fidava solo della polizia-. - A quanto pare, i suoi timori erano più che fondati. Forse è per questo che la telefonata è giunta a noi. Chi ha chiamato sapeva che quest’uomo si era rivolto alla questura – replicò Rossi, poi entrambi osservarono in silenzio il cadavere. Merotti aprì poi il foglietto che aveva trovato ripiegato in una delle tasche: non portava suscritta nessuna parola, ma solamente il numero “1”,calcato più volte e molto grande. Lo mostrò a Rossi chiedendo: - Ma che vuol dire secondo te?- . L’altro scosse la testa, senza parlare.

Page 15: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

9

Capitolo 2 Un uomo ucciso due volte

Un paio d’ore più tardi la macchina fracassata, trasportata dal carro attrezzi, venne lasciata al sicuro nel deposito comunale sotto sequestro. Il cadavere del povero Ruggero Bensi fu invece trasportato all’obitorio dell’ospedale San Martino, in attesa dell’autopsia. Il sole stava sorgendo quando Rossi e Merotti rientrarono in questura. Gli agenti che avrebbero fatto il turno mattutino cominciarono ad arrivare: loro due, rivolgendo un cenno di saluto a qualcuno, si chiusero nel loro ufficio per iniziare a lavorare su quel delitto. - Dimmi un po’- chiese Rossi al collega – cosa mi stavi raccontando su quel Bensi, prima?- - Dicevo che è venuto la scorsa settimana- rispose Merotti – secondo lui, qualcuno lo seguiva e lo spiava -. - Ma aveva una minima prova per ciò che diceva o era solamente una sua impressione?- - L’ultima volta che l’ho visto, circa sei giorni fa, mi ha parlato di un messaggio minatorio che si è ritrovato sulla porta di casa-. - Il messaggio diceva…?- . - “Sarai il primo di una lunga serie” o qualcosa del genere. Mi disse che aveva trovato il foglio conficcato nella porta con un coltello -. - Il primo di una lunga serie, hai detto?- - Esatto, ma cosa…?- Merotti non capiva come mai Rossi si era soffermato sulla frase minatoria. Questi comunque chiarì subito: - Ecco che cosa significava quel numero “1” che abbiamo trovato in tasca. Bensi è stato solo il primo. Questo significa che troveremo altri cadaveri e, scommetto un anno di stipendio, sui prossimi troveremo i numeri due, tre, e cosi via-. Merotti ascoltò tutto il ragionamento e alla fine concordò pienamente. - Non perdiamo tempo – disse Rossi –vai subito all’ospedale per vedere se il dottor Minardi ha già fatto l’autopsia. Poi, vai dove abitava questo Bensi e cerca di sapere dai vicini quante più cose riesci sul suo conto-. - E tu che farai, nel frattempo?- chiese Merotti.

Page 16: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

10

- Io guarderò nei nostri archivi per vedere se, in passato, quel tizio ha avuto qualche precedente-. Rossi guardò l’ora estraendo il suo orologio da taschino poi disse: - Ci vediamo qui in tarda mattinata ok?-. Merotti annuì e uscì dall’ufficio. Prese la macchina e si diresse verso l’ospedale per parlare con un corpulento medico oramai a un passo dalla pensione. Appena varcata la porta d’ingresso dell’ospedale stesso, Merotti chiese a un’infermiera di turno dove avrebbe potuto trovare il dottor Germano Minardi. Fu mandato al piano interrato, dove si trovava la sala destinata alle autopsie. La porta della stanza era aperta: il vice commissario entrò e subito dopo il dottore si voltò per il rumore dei passi, dicendo: -Mi volete tenere impegnato proprio fino all’ultimo, voi due-. Naturalmente si riferiva anche a Rossi. I tre, tra un caso da risolvere e l’altro, si conoscevano da circa dodici anni. - Risparmia le battute, dottore- replicò subito Merotti – avrei preferito dormire, anziché partire dalla questura per andare a tirare fuori da un bosco una macchina con un morto dentro-. - Nervosetto, eh?- - Ah, lascia perdere. Che hai scoperto?- - Una cosa molto strana, mai vista prima nella mia carriera-. - Sarebbe? Non credo sia strano che un uomo sia morto per essersi beccato una pallottola in testa-. - E’ qui che ti sbagli, mio caro- replicò Minardi – Quest’uomo è morto strangolato. Intorno al collo è pieno di lividi. La pallottola è stata sparata dopo-. - Come?- Merotti si sarebbe aspettato tutto, ma non una risposta del genere. Il dottore si diresse verso il tavolo su cui stava steso il cadavere di Ruggero Bensi. Scostò il lenzuolo che lo ricopriva abbassandolo fino a mezzo busto, poi invitò il vice commissario ad avvicinarsi. - Vedi? – gli disse, indicando il collo della vittima – quei lividi sono i classici segni dello strangolamento. Inoltre- continuò, aprendo un occhio del morto –molti capillari degli occhi sono scoppiati. Succede quando non riesci a respirare. Questa è un’ulteriore conferma che quest’uomo è stato strozzato-. - Poi- intervenne Merotti – tanto per essere sicuro, il suo assassino gli ha ficcato una palla in fronte-. - Esatto-. - Quando è morto esattamente?- - Direi tra mezzanotte e mezza e l’una. Il foro della pallottola, invece, risale approssimativamente all’una e mezza-.

Page 17: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

11

- Quindi circa mezzora o un’ora dopo…- commentò l’investigatore- mi domando perché. Di solito il colpo di grazia viene dato subito, giusto dottore?- - E io che ne so? Sei tu che fai le indagini. Io il mio lavoro l’ho fatto, e adesso cercherò di dormire un po’: questa autopsia fuori programma mi ha tolto le poche ore di sonno che ogni tanto mi concedo-. - Certo, certo- disse Merotti, e uscì dalla stanza salutando il medico con un cenno della mano. Guardò l’orologio: erano le sette e mezza. Troppo presto, per andare nel periferico quartiere di Molassana a interrogare i vicini del morto come gli aveva detto di fare Rossi. Per cui, una volta uscito dall’ospedale, decise di concedersi una colazione in un bar che si trovava poco distante dallo stesso. Si sedette a un tavolino fuori dal locale: dieci minuti più tardi aveva quasi terminato un’ottima e sostanziosa brioche, accompagnata da un cappuccino . Si mise a pensare: il delitto di Ruggero Bensi appariva abbastanza strano e preoccupante. Questo perché, almeno fino a quel momento, lui non capiva proprio come mai tra lo strangolamento e lo sparo fosse passato così tanto tempo. Come aveva fatto notare al dottore, restava fermamente convinto del fatto che il colpo di grazia (sempre se inferto) viene inflitto subito, e non a distanza di mezzora o più. Ragionò per qualche minuto su quel particolare, poi gli venne in mente un dettaglio che Rossi gli aveva fatto notare: il fatto che, quando avevano recuperato la macchina, sulla strada non avevano trovato il benché minimo segno di frenata. Provò a mettere insieme un’ipotesi. Ruggero Bensi viene strangolato chissà dove, e poi trascinato dal suo assassino sulla Wolkswagen trovata nel bosco. Il killer conduce la macchina sulla strada che porta verso Pino Soprano, in un punto in pendenza, e poi si accosta a lato. Scende, mette il cadavere al posto di guida e si siede a fianco. Tempo totale per l’operazione dall’omicidio: da mezzora ad un’ora. Solamente in quel momento il killer estrae una pistola e spara in fronte al già morto Bensi. In quel punto non ci sono case e nessuno sente lo sparo. Questo spiegherebbe il perché del lasso di tempo trascorso tra strangolamento e foro della pallottola. Sistema il foglietto con il numero “1” in tasca al cadavere e, fatto questo, l’assassino prepara la macchina in modo che sia pronta per partire: poi, non appena questa accenna a muoversi, salta fuori dall’abitacolo. La strada, essendo dritta, fa procedere la macchina senza problemi e le fa acquistare velocità. Arrivata all’entrata della prima curva, la macchina sfonda il guard rail con tutta la sua forza e finisce nel bosco sottostante. Questo spiega perché sull’asfalto non abbiamo trovato

Page 18: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

12

segni di frenata. Merotti provò a pensare ad altre ipotesi, ma non riuscì ad elaborarne di ulteriori. Con il poco che lui e Rossi avevano messo insieme, non poteva azzardare altro per quel momento. Rimanevano ancora due domande nella sua testa. La prima: perché il colpo di pistola dopo lo strangolamento? Nessuna risposta, per quel momento. La seconda: di chi poteva essere la telefonata anonima che l’agente Arnaldi aveva preso in commissariato quella notte? Dell’assassino, forse. Merotti pensò che la telefonata era stata presa per le tre e mezza, al massimo quattro meno venti circa. Stando all’autopsia il foro della pallottola risaliva circa all’una e mezza. Erano quindi passate circa due ore e mezza, forse poco più o poco meno, dal momento dello sparo in fronte alla telefonata. Giusto il tempo necessario per arrivare a piedi dalla strada in cui la macchina era stata trovata fino al quartiere di Molassana, trovare una cabina telefonica, avvertire la questura e defilarsi. Ma quest’ultima idea forse era un po’ troppo azzardata. Merotti decise che avrebbe comunque riferito tutte le sue idee a Rossi appena rientrato in questura. Erano quasi le otto e mezza: tra colazione e prime idee sul delitto, il vice commissario aveva fatto passare quasi un’ora. Era il momento di andare a interrogare i vicini di Ruggero Bensi.

Page 19: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

13

Capitolo 3 Gli anziani coniugi De Nardis

Il vice commissario impiegò più di mezzora per giungere nel periferico quartiere di Molassana. Questo in parte a causa del traffico e in parte ad un incidente, che lo fece rimanere fermo più di dieci minuti nello stesso punto. Chiese a un’anziana signora dove si trovasse via Isola del Vescovo, e dopo aver percorso uno strettissimo ponte, si ritrovò all’inizio della stessa. Merotti posteggiò e si guardò intorno: non aveva mai visto quei luoghi. Sulla sua destra c’erano alcuni palazzi , mentre sulla sinistra c’era l’argine al di la del quale scorreva il torrente che separava la via dove lui si trovava da un’altra via parallela. Sullo sfondo, una parte di un antichissimo acquedotto, e dietro alcune colline. Merotti decise di cominciare il giro con il primo palazzo: era in quello che Bensi viveva, stando a quello che avevano detto i documenti trovati sul suo cadavere. Subito dopo aver chiuso la macchina Merotti notò, poco distante da lui, un uomo in giacca e cravatta che usciva frettolosamente dal portone in cui di lì a poco sarebbe entrato. Decise di iniziare proprio da lui con le domande. Affrettò il passo e richiamò l’attenzione dell’uomo, il quale si voltò senza tuttavia smettere di camminare. - Mi scusi – disse il vice commissario, mostrando il proprio distintivo – vorrei farle qualche domanda a proposito di Ruggero Bensi, lo conosce?- - Si – rispose l’uomo fermandosi di fronte alla sua macchina – abita esattamente nell’appartamento sopra il mio -. L’espressione di Merotti si fece molto seria: - Mi dispiace di doverla informare che abitava nell’appartamento sopra il suo-. - Che vuole dire, mi scusi?- - Ruggero Bensi è morto. Lo abbiamo trovato poche ore fa sulla sua auto, capovolta nel bosco, sulla strada che conduce a Pino Soprano. Vorrei farle qualche domanda su di lui-. L’uomo era rimasto impietrito per qualche secondo: finalmente, aveva dato un freno a tutta la fretta che pareva avere fino a qualche attimo prima.

Page 20: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

14

- Come è successo?- chiese. - Non sono chiare nemmeno a noi le circostanze. Per questo ho bisogno di farle qualche domanda-. Merotti non rivelò che Bensi era stato assassinato. Si limitò a chiedere cose generiche. L’uomo rispose a tutte le domande senza problemi, rivelando che lui era molto amico del morto e che, nei giorni trascorsi, aveva notato che lui riceveva la visita di un uomo, sempre nel tardo pomeriggio. - Sul momento delle visite di quello sconosciuto sono sicuro, perché rientro dal lavoro sempre a quell’ora. Negli ultimi quattro giorni, Ruggero faceva entrare quell’uomo in casa sua ogni volta alle sei-. - Lei conosceva il visitatore?- chiese Merotti. - Mi pare di averlo visto qualche volta qua intorno, forse in qualche bar. Non so dirle altro, però. Mi dispiace-. - Non si preoccupi. Mi ha già detto tanto. Si tenga comunque a disposizione. Per il momento, può andare-. Il vice commissario vide l’uomo allontanarsi in macchina, poi decise di proseguire per la via. Arrivò davanti al portone del palazzo in cui abitava Bensi. Lo osservò per qualche secondo riflettendo: per quel momento, poteva soltanto fare domande ai vicini. Suonò al citofono dell’appartamento vicino a quello del morto: dopo qualche istante rispose un uomo, che dalla voce doveva essere molto anziano. - Chi è? - . - Mi chiamo Oliviero Merotti, sono un investigatore di polizia. Vorrei farle qualche domanda a proposito di un suo vicino di casa- Il portone si aprì. L’uomo che il vice commissario avrebbe interrogato abitava al quarto piano. Nel palazzo Merotti non trovò ascensore, ma la cosa non lo disturbò affatto, visto che soffriva di claustrofobia. Salendo le scale, notò che l’illuminazione non era molto abbondante: inoltre, udì una serie di rumori di sottofondo provenienti da altri appartamenti, soprattutto passi. Merotti pensò che, alla notte, percorrere le scale di quel palazzo avrebbe potuto provocare un leggero stato d’ansia: con quel rumore di passi che ogni tanto si sentiva, sembrava quasi di essere seguiti da qualcuno. Con questi pensieri giunse al quarto piano, dove, sulla porta, lo stavano attendendo due anziani coniugi. Merotti li salutò con un cenno e mostrò loro il suo distintivo. - Questo signore è della polizia – disse l’uomo rivolgendosi alla moglie -Vuole farci qualche domanda su…- -… Ruggero Bensi, il vostro vicino di casa- finì il vice commissario per lui.

Page 21: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

15

- Prego, si accomodi- disse la signora. L’investigatore attraversò un piccolo corridoio e si sedette su una poltrona che si trovava nel salotto. Non potè fare a meno di notare l’estrema semplicità con cui il salotto era arredato. Il mobilio non era particolarmente lavorato e i soprammobili erano pochissimi. Il tavolo, collocato più o meno in mezzo alla stanza, portava appoggiato un vaso di cristallo con bellissimi gigli al centro. In fondo alla stanza c’era poi un piccolo mobile con alcuni libri e, accanto, una vetrinetta contenente brandy e liquori di vario genere. I due anziani signori che avevano fatto accomodare il vice commissario si chiamavano Rino e Bruna De Nardis ed erano sposati da quasi mezzo secolo. Mentre il signore si accomodò sul divano per ascoltare le domande di Merotti, lei andò in cucina a preparare il the. - Mi dica tutto- disse il signor De Nardis. - Non mi piace dare cattive notizie, ma spesso il mio lavoro mi porta a farlo. Il signor Ruggero Bensi è stato trovato morto questa notte nella sua macchina, sulla strada che porta verso Pino Soprano-. De Nardis sulle prime non parlò: abbassò gli occhi e tirò un profondo sospiro. La signora Bruna, che aveva già messo l’acqua a bollire, tornò subito in salotto appena sentì ciò che Merotti disse. Rino, levandosi i suoi spessi occhiali, guardò Merotti e disse: - Io… non so che dire. Se qui intorno viveva una persona tranquilla quella era proprio Ruggero Bensi -. L’investigatore prese un taccuino di tasca e si preparò ad annotare informazioni, chiedendo una sommaria descrizione del morto e delle sue abitudini. De Nardis rispose: - Nessuno si lamentava mai di lui. Gran lavoratore, non c’è che dire. Non era sposato, non aveva figli. Ha avuto una breve relazione qualche anno fa, ma nulla di che. Ogni tanto veniva a farci visita per fare quattro chiacchiere. Quando ne aveva il tempo, si intende. Il suo lavoro lo impegnava molto-. - Che lavoro faceva?-. - Il rappresentante, o qualcosa del genere-. Mentre l’investigatore annotava tutte le informazioni la signora Bruna andò a controllare i fornelli e dopo pochissimo giunse in salotto con vassoio, teiera e tazze. Appoggiò tutto quanto su un tavolino a fianco al divano e, dopo aver versato il the per tutti, lo servì e si sedette vicino al marito. Merotti smise di scrivere per sorseggiare un the avente un odore che ricordava molto il frutto del bergamotto. - Vada pure avanti – disse a De Nardis.

Page 22: ANTEPRIMA: La vendetta colpisce a sorpresa

16

- Non c’è molto altro da dire. Tuttavia, nell’ultima settimana c’è stato qualcosa di strano -. - E’ vero – continuò la signora – negli ultimi giorni il signor Ruggero riceveva visite da un uomo, più o meno sempre alla solita ora. Ieri sera, mentre rientravo dalla consueta passeggiata con le mie amiche, ho visto quell’uomo e Ruggero discutere animatamente sulla strada, poco lontano dal portone d’ingresso. Mi arrivò all’orecchio una frase del tipo “Non ti rendi conto di quello che rischi e di quello che fai rischiare a noi, che abbiamo avuto la sfortuna di essere con te quella notte…”. Non sono riuscita a capire altro, purtroppo. Sono entrata nel portone : non volevo pensassero che stessi ascoltando-. - Non si preoccupi signora. Le chiedo soltanto un’ultima cosa e tolgo il disturbo. Sa mica chi era l’uomo con cui Bensi discuteva?- chiese Merotti. - Oh, certamente. Si chiama Riccardo Torriani, è il meccanico più capace che io abbia mai conosciuto. Se le interessa, la sua officina si trova a pochi chilometri più in su, nel quartiere di Prato, poco prima della fine del territorio comunale-. Il detective ringraziò i coniugi De Nardis sia per le informazioni che per il the e, una volta uscito dal portone del palazzo tornò verso la sua macchina. Avrebbe dovuto sentire quasi tutto il vicinato in realtà, ma decise che sarebbe tornato in quelle zone il giorno dopo, se necessario. In quel momento, le cose più importanti erano tornare in commissariato per aggiornare Rossi circa le informazioni raccolte e, subito dopo, andare a parlare con tale Riccardo Torriani, per capire a quale notte e a quale evento si era riferito durante l’ultima conversazione con Ruggero Bensi.