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ANNO XXX N° 40 - 24 Novembre 2013 1.00 SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Lo scrittore Giulio Bedeschi quasi ad avvalorare le testimo- nianze che aveva raccolte dai reduci della campagna in Russia aggiunse al titolo del suo libro “c’ero anch’io”; un’espressione che mi viene spontanea nel ri- cordare il 1° convegno eccle- siale della nostra regione indetto venti anni fa e riproposto il 22- 23-24 di questo mese di novem- bre 2013. Fu organizzato dalla CEM (Conferenza Episcopale Marchigiana) dopo la visita ad limina Apostolorum per seguire i suggerimenti rivolti in quel- l’occasione ai nostri Vescovi dal Papa Giovanni Paolo II. Così scrisse il Presidente CEM S.E.Mons.Odo Fusi-Pecci: “Con la intuizione che gli deriva dalla sapienza dello Spinto e dalla esperienza del suo mi- nistero per la chiesa intera, il Papa ha evidenziato con estrema chiarezza, le esigenze e urgenze di fondo affinché le tante forme di apostolato contri- buiscano a costruire comunità su solido fonda- mento, proiettate verso un organico sviluppo. E noi, in grata fedeltà a così prezioso Magistero, ci ritroveremo insieme nel nostro Convegno regionale sul tema: La nuova evangelizzazione nelle Marche”. Infatti il Papa nel suo discorso ebbe a dire: “La nuova situazione socio-cultu- rale ha favorito una tra- sformazione del costume di vita, con forte incidenza sulla pratica cristiana: men- tre nell’entroterra per- mane una sana tradizione religiosa, nella parte costiera si va diffondendo, purtroppo, una preoccu- pante indifferenza in materia di fede, che si mani- festa, in particolare, nella diminuzione delle vocazioni al sacerdozio ed alla vita consacrata, nella crisi dell’istituto familiare e nel calo delle na- scite, in certe forme di malcostume, nella presenza di sette religiose e pseudo-religiose. Tutto questo giustamente vi al- larma, perché lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pa- scere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistata con il suo sangue (At 20, 28). Dobbiamo, infatti, «pascere il gregge», che Dio ci ha affidato, sorvegliandolo non per forza, ma volentieri, se- condo Dio (Cf. 1 Pt 5, 2)”.In concreto Giovanni Paolo II sug- gerì: “ È necessario a)impe- gnarsi attivamente nella nuova evangelizzazione; b) curare la formazione permanente del clero ed anche del laicato cat- tolico più generoso; c) superare il senso dell’individualismo e coltivare il coordina- mento”. Al mattino presto partivamo con le nostre auto alla volta di Loreto con quell’entusiasmo ali- mentato anche dalla bella esperienza che avevamo fatto, l’anno prima, del Congresso Eucaristico Dio- cesano. Sulla piazza antistante il Santuario era ad attenderci il nostro Vescovo S.E.Mons. Chiaretti. Eravamo in 37 della nostra diocesi. Ci entusia- smammo alle prime relazioni e lavorammo sodo nei gruppi di studio cui fummo assegnati. Entrò nei nostri discorsi un’espres- sione, per me nuova, l’in- culturazione della fede; confesso di aver fatto fa- tica ad assimilarla. Sull’onda dell’entusia- smo che si porta dietro ogni grande manifesta- zione, molte cose sono state fatte e tanti suggeri- menti attuati. Ma il la- voro stanca, scriveva Pavese, se dopo ven- t’anni i nostri Vescovi ci lanciano l’invito che l’angelo del Signore fece al- l’apostolo Filippo: “Alzati e va’...” (Atti 8, 26-40). E con l’Etiope visse la sua fede e la trasmise spie- gando il sacrificio dell’Agnello profetizzato da Isaia. Molti dei nostri delegati portano l’esperienza del Sinodo Diocesano, esercizio notevole che sicu- ramente sarà loro di grande aiuto. Pietro Pompei ...Il cammino fatto dalle nostre Chiese locali nei venti anni che ci separano dal 1 ° Conve- gno svoltosi nel 1993 che ebbe come tema La Nuova Evangelizzazione nelle Mar- che non può che spronarci alla fiducia e alla speranza nel fu- turo. Siamo certi che il Si- gnore non ci lascia soli in questo delicato momento della vita del nostro Paese e della nostra amata terra marchi- giana. Conserviamo nel cuore come un segno di benedizione e di incoraggiamento le parole del Santo Padre pro- nunciate ad Ancona in occasione del 25° Congresso Eucaristico Nazionale: «ripartiamo da questa terra marchigiana con la forza dell’Eucaristia». Che cosa ci proponiamo con questo Convegno? Verso dove guardare mentre viviamo insieme agli uomini e alle donne del nostro tempo gli in- terrogativi che la storia ci pone? Gli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 201 0-2020 Educare alla vita buona del Vangelo spingono le nostre Chiese verso un rinnovato slan- cio missionario che trovi nella Nuova Evangelizza- zione la consapevolezza che ogni battezzato non può maturare la propria fede se non donandola. Questo tempo con le sue sfide, an- tiche e nuove, interpella profondamente le nostre comunità ecclesiali, e in particolare le 824 parroc- chie che formano il tessuto spirituale della nostra re- gione. La ricchezza delle tradizioni e la capillare diffusione dell’esperienza cristiana non ci esonerano dalla necessità di rinno- vare lo slancio missionario... Ci sentiamo sollecitati e spinti dalla parola del Si- gnore rivolta a Filippo “Alzati va’... “. Nell’incon- tro e nel dialogo con l’Etiope è sintetizzata l’esperienza missionaria della Chiesa al cui centro c’è sempre l’annuncio di Gesù (cf Atti 8, 26-40). È un mandato sempre nuovo e attuale, che risuona oggi anche per il popolo di Dio che è nelle Marche. È l’invito rivolto alle nostre Chiese affinché sfug- gendo alla tentazione di ripiegarsi su se stesse, met- tendosi in ascolto della Parola di Dio e vivendo con coraggio il dono della fede ricevuta, vadano incontro a tutti coloro che sono in ri- cerca della verità. Il tema del Convegno Regionale Vi- vere e trasmettere oggi la fede nelle Marche, alla luce dell’icona biblica degli Atti degli Apostoli, ci richiama la necessità di radicare e fon- dare la nostra fede in Cristo, il crocifisso risorto, e il co- raggio di potare tutto ciò che ci è di peso e coniugare sem- pre più l’essere credenti con l’essere credibili.... A chi è rivolto l’invito «Alzati e va’...»? Chi sono i soggetti responsabili di questo cammino eccle- siale? La comunità cristiana in tutti i suoi ministeri e carismi con una particolare attenzione alla fami- glia, primo e fondamentale nucleo per la vita eccle- siale e la trasmissione della fede. Intendiamo approfondire e attuare quanto Benedetto XVI ha detto ad Ancona sul comune impegno dei sacerdoti e delle famiglie: «La famiglia è luogo privilegiato di educazione umana e cristiana e rimane, per questa finalità, la migliore alleata del ministero sacerdotale; essa è un dono prezioso per l’edificazione della co- munità. “Alzati e va’... “: Vivere e trasmettere oggi la fede nelle Marche: guardiamo a questa opportunità di crescita comune offerta dal Convegno con umiltà e spirito di servizio, come popolo sacerdotale e pro- fetico. Possiamo cammi- nare insieme, alzando lo sguardo verso l’alto per riconoscere che il Signore, unitamente alla chiamata a seguirlo, ci dà anche la forza per poter attuare ciò che chiede. Queste le ragioni di un rinnovato corag- gio e di una profonda fiducia. Confidiamo sulla pre- ghiera di tutti e in particolare dei monasteri di clausura e dei malati. Affidiamo alla Vergine laure- tana i propositi e le attese delle nostre Chiese alle quali il Signore dona questa preziosa occasione di arricchimento umano e spirituale per essere sempre più testimoni credibili della fede ed educatori alla vita buona del Vangelo. I vescovi delle Diocesi Marchigiane La fede nelle Marche Loreto 1993 - 1° Convegno ecclesiale regionale La nuova evangelizzazione nelle Marche Ancona e Loreto 2013 - 2 ° Convegno ecclesiale regionale “Alzati e va’...”. Vivere e trasmettere oggi la fede nelle Marche (Sintesi della lettera inviata dalla CEM alle Diocesi) Due messaggeri di speranza Dichiarazione del presidente di Azione Cattolica italiana, Franco Miano, sull’incontro tra Papa Francesco e il presidente Napolitano L’incontro tra due messaggeri di speranza. Ecco ciò che è stato l’abbraccio tra papa Francesco e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. È significativo che il Santo Padre, il figlio di italiani “venuto dai confini del mondo”, e il presidente della Repubblica, insieme nella “casa comune di tutti gli italiani”, abbiano innanzitutto parlato e concordato sulla centralità della questione antropo- logica, posta da un’umanità che ha cambiato il modo di guardare e percepire se stessa. Papa Fran- cesco e il presidente Napoli- tano, ciascuno nella propria azione, hanno espresso una forte e prioritaria considera- zione della persona, di cia- scuna persona che si incontra in particolar modo nelle pe- riferie dell’umano. Un amore per il prossimo che è anche denunzia contro ogni forma di egoismo, ogni tentazione al particolarismo. Papa Fran- cesco e il presidente Napoli- tano sono, e noi con loro, con i migranti in cerca di un domani migliore, con i poveri che non hanno da mangiare, con i lavoratori senza lavoro, con le famiglie senza tutele e mai apprezzate abbastanza nel loro ruolo di cellula primaria di ogni società umana degna di dirsi tale. La misericordia di Dio e generose risposte politiche sono ciò che solo apre a un futuro di speranza per l’Italia, per l’Europa e per il mondo intero. Un futuro di speranza è ciò che si augurano i ragazzi, i giovani e gli adulti dell’Azione cattolica italiana che per questo continueranno a impegnarsi quotidianamente accanto ad ogni persona, in ogni spicchio anche il più piccolo e lontano del nostro amato Paese. (Zenit)

Anno xxx n 40 24 novembre 2013

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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Page 1: Anno xxx n 40 24 novembre 2013

ANNO XXX N° 40 - 24 Novembre 2013 € 1.00

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Lo scrittore Giulio Bedeschiquasi ad avvalorare le testimo-nianze che aveva raccolte daireduci della campagna in Russiaaggiunse al titolo del suo libro“c’ero anch’io”; un’espressioneche mi viene spontanea nel ri-cordare il 1° convegno eccle-siale della nostra regione indettoventi anni fa e riproposto il 22-23-24 di questo mese di novem-bre 2013. Fu organizzato dallaCEM (Conferenza EpiscopaleMarchigiana) dopo la visita ad

limina Apostolorum per seguirei suggerimenti rivolti in quel-l’occasione ai nostri Vescovi dalPapa Giovanni Paolo II. Così scrisse il Presidente CEM S.E.Mons.OdoFusi-Pecci: “Con la intuizione che gli deriva dallasapienza dello Spinto e dalla esperienza del suo mi-nistero per la chiesa intera, il Papa ha evidenziatocon estrema chiarezza, le esigenze e urgenze difondo affinché le tante forme di apostolato contri-buiscano a costruire comunità su solido fonda-mento, proiettate verso un organico sviluppo. Enoi, in grata fedeltà a così prezioso Magistero, ciritroveremo insiemenel nostro Convegnoregionale sul tema: La

nuova evangelizzazione

nelle Marche”. Infatti ilPapa nel suo discorsoebbe a dire: “La nuovasituazione socio-cultu-rale ha favorito una tra-sformazione delcostume di vita, conforte incidenza sullapratica cristiana: men-tre nell’entroterra per-mane una sana tradizione religiosa, nella partecostiera si va diffondendo, purtroppo, una preoccu-pante indifferenza in materia di fede, che si mani-festa, in particolare, nella diminuzione dellevocazioni al sacerdozio ed alla vita consacrata,nella crisi dell’istituto familiare e nel calo delle na-scite, in certe forme di malcostume, nella presenzadi sette religiose e pseudo-religiose.

Tutto questo giustamente vi al-larma, perché lo Spirito Santovi ha posti come vescovi a pa-scere la Chiesa di Dio, che eglisi è acquistata con il suo sangue(At 20, 28). Dobbiamo, infatti,«pascere il gregge», che Dio ciha affidato, sorvegliandolo nonper forza, ma volentieri, se-condo Dio (Cf. 1 Pt 5, 2)”.Inconcreto Giovanni Paolo II sug-gerì: “ È necessario a)impe-

gnarsi attivamente nella nuova

evangelizzazione; b) curare la

formazione permanente del

clero ed anche del laicato cat-

tolico più generoso; c) superare

il senso dell’individualismo e coltivare il coordina-

mento”. Al mattino presto partivamo con le nostreauto alla volta di Loreto con quell’entusiasmo ali-mentato anche dalla bella esperienza che avevamofatto, l’anno prima, del Congresso Eucaristico Dio-cesano. Sulla piazza antistante il Santuario era adattenderci il nostro Vescovo S.E.Mons. Chiaretti.Eravamo in 37 della nostra diocesi. Ci entusia-smammo alle prime relazioni e lavorammo sodonei gruppi di studio cui fummo assegnati. Entrò nei

nostri discorsi un’espres-sione, per me nuova, l’in-

culturazione della fede;confesso di aver fatto fa-tica ad assimilarla.Sull’onda dell’entusia-smo che si porta dietroogni grande manifesta-zione, molte cose sonostate fatte e tanti suggeri-menti attuati. Ma il la-voro stanca, scrivevaPavese, se dopo ven-t’anni i nostri Vescovi ci

lanciano l’invito che l’angelo del Signore fece al-l’apostolo Filippo: “Alzati e va’...” (Atti 8, 26-40).E con l’Etiope visse la sua fede e la trasmise spie-gando il sacrificio dell’Agnello profetizzato daIsaia. Molti dei nostri delegati portano l’esperienzadel Sinodo Diocesano, esercizio notevole che sicu-ramente sarà loro di grande aiuto.

Pietro Pompei

...Il cammino fatto dalle nostreChiese locali nei venti anniche ci separano dal 1 ° Conve-gno svoltosi nel 1993 cheebbe come tema La Nuova

Evangelizzazione nelle Mar-

che non può che spronarci allafiducia e alla speranza nel fu-turo. Siamo certi che il Si-gnore non ci lascia soli inquesto delicato momento dellavita del nostro Paese e dellanostra amata terra marchi-giana. Conserviamo nel cuorecome un segno di benedizionee di incoraggiamento le parole del Santo Padre pro-nunciate ad Ancona in occasione del 25° CongressoEucaristico Nazionale: «ripartiamo da questa terramarchigiana con la forza dell’Eucaristia».Che cosa ci proponiamo con questo Convegno?

Verso dove guardare mentre viviamo insieme

agli uomini e alle donne del nostro tempo gli in-

terrogativi che la storia ci pone? Gli Orientamentipastorali dell’Episcopato italiano per il decennio201 0-2020 Educare alla vita buona del Vangelo

spingono le nostre Chiese verso un rinnovato slan-cio missionario che trovinella Nuova Evangelizza-zione la consapevolezzache ogni battezzato non puòmaturare la propria fede senon donandola. Questotempo con le sue sfide, an-tiche e nuove, interpellaprofondamente le nostrecomunità ecclesiali, e inparticolare le 824 parroc-chie che formano il tessutospirituale della nostra re-gione. La ricchezza delletradizioni e la capillare diffusione dell’esperienzacristiana non ci esonerano dalla necessità di rinno-vare lo slancio missionario...Ci sentiamo sollecitati e spinti dalla parola del Si-

gnore rivolta a Filippo “Alzati va’... “. Nell’incon-tro e nel dialogo con l’Etiope è sintetizzatal’esperienza missionaria della Chiesa al cui centroc’è sempre l’annuncio di Gesù (cf Atti 8, 26-40). Èun mandato sempre nuovo e attuale, che risuonaoggi anche per il popolo di Dio che è nelle Marche.È l’invito rivolto alle nostre Chiese affinché sfug-gendo alla tentazione di ripiegarsi su se stesse, met-tendosi in ascolto della Parola di Dio e vivendo con

coraggio il dono della federicevuta, vadano incontro atutti coloro che sono in ri-cerca della verità. Il tema del

Convegno Regionale Vi-

vere e trasmettere oggi la

fede nelle Marche, alla lucedell’icona biblica degli Attidegli Apostoli, ci richiama lanecessità di radicare e fon-dare la nostra fede in Cristo,il crocifisso risorto, e il co-raggio di potare tutto ciò checi è di peso e coniugare sem-pre più l’essere credenti con

l’essere credibili....A chi è rivolto l’invito «Alzati e va’...»? Chi sono

i soggetti responsabili di questo cammino eccle-

siale? La comunità cristiana in tutti i suoi ministerie carismi con una particolare attenzione alla fami-glia, primo e fondamentale nucleo per la vita eccle-siale e la trasmissione della fede. Intendiamoapprofondire e attuare quanto Benedetto XVI hadetto ad Ancona sul comune impegno dei sacerdotie delle famiglie: «La famiglia è luogo privilegiatodi educazione umana e cristiana e rimane, per questa

finalità, la migliore alleatadel ministero sacerdotale;essa è un dono preziosoper l’edificazione della co-munità.“Alzati e va’... “: Vivere

e trasmettere oggi la fede

nelle Marche: guardiamoa questa opportunità dicrescita comune offerta dalConvegno con umiltà espirito di servizio, comepopolo sacerdotale e pro-fetico. Possiamo cammi-

nare insieme, alzando lo sguardo verso l’alto perriconoscere che il Signore, unitamente alla chiamataa seguirlo, ci dà anche la forza per poter attuare ciòche chiede. Queste le ragioni di un rinnovato corag-gio e di una profonda fiducia. Confidiamo sulla pre-ghiera di tutti e in particolare dei monasteri diclausura e dei malati. Affidiamo alla Vergine laure-tana i propositi e le attese delle nostre Chiese allequali il Signore dona questa preziosa occasione diarricchimento umano e spirituale per essere semprepiù testimoni credibili della fede ed educatori allavita buona del Vangelo.

I vescovi delle Diocesi Marchigiane

La fede nelle MarcheLoreto 1993 - 1° Convegno ecclesiale regionale

La nuova evangelizzazione nelle Marche

Ancona e Loreto 2013 - 2 ° Convegno ecclesiale regionale

“Alzati e va’...”. Vivere e trasmettere oggi la fede nelle Marche

(Sintesi della lettera inviata dalla CEM alle Diocesi)

Due messaggeri di speranza

Dichiarazione del presidente di Azione Cattolica italiana, FrancoMiano, sull’incontro tra Papa Francesco e il presidente Napolitano

L’incontro tra due messaggeri di speranza. Eccociò che è stato l’abbraccio tra papa Francesco e ilpresidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Èsignificativo che il Santo Padre, il figlio di italiani“venuto dai confini del mondo”, e il presidentedella Repubblica, insieme nella “casa comune ditutti gli italiani”, abbiano innanzitutto parlato econcordato sulla centralità della questione antropo-logica, posta da un’umanità che ha cambiato ilmodo di guardare e percepire se stessa. Papa Fran-

cesco e il presidente Napoli-tano, ciascuno nella propriaazione, hanno espresso unaforte e prioritaria considera-zione della persona, di cia-scuna persona che si incontrain particolar modo nelle pe-riferie dell’umano. Un amoreper il prossimo che è anchedenunzia contro ogni forma

di egoismo, ogni tentazioneal particolarismo. Papa Fran-cesco e il presidente Napoli-tano sono, e noi con loro,con i migranti in cerca di undomani migliore, con i poveriche non hanno da mangiare,con i lavoratori senza lavoro,con le famiglie senza tutele emai apprezzate abbastanza

nel loro ruolo di cellula primaria di ogni societàumana degna di dirsi tale. La misericordia di Dio egenerose risposte politiche sono ciò che solo apre aun futuro di speranza per l’Italia, per l’Europa e peril mondo intero. Un futuro di speranza è ciò che siaugurano i ragazzi, i giovani e gli adulti dell’Azionecattolica italiana che per questo continueranno aimpegnarsi quotidianamente accanto ad ogni persona,in ogni spicchio anche il più piccolo e lontano delnostro amato Paese. (Zenit)

Page 2: Anno xxx n 40 24 novembre 2013

Anno XXX

24 Novembre 2013

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La Chiesa marchigiana si prepara al Convegno ecclesiale re-gionale in programma il 22-23-24 novembre: tre giornate incui confluiranno contributi e riflessioni di tutte le Chieselocali, elaborati negli ultimi due anni, che serviranno a ridi-segnare il cammino nella regione nel prossimo futuro. «Lanostra – spiega il presidente della Cem (Conferenza episcopalemarchigiana), Luigi Conti, Arcivescovo di Fermo – non èuna stagione qualsiasi: le profonde difficoltà, non solo eco-nomiche, da una parte; i segnali di profondo rinnovamentoche vengono da questo Pontificato fanno intendere che ilnostro non potrà essere un appuntamento già “scritto”».«Nel preparare questo evento – continua – mi sento di indi-viduare due “concetti chiave”: il superamento da una partedella sindrome del campanile, dall’altra del clericalismo.Così, di fronte alla crisi economica che morde la carne viva

delle nostre co-munità occorreuna presenza chetestimoni ascoltoai bisogni, tene-rezza alle vicendeumane e offraun’alternativaalla disperazioneesistenziale se-gnalata anche daisuicidi in conti-nuo aumento».Conti ricorda an-che come l’atteg-giamento di aper-tura della Chiesaabbia portato im-portanti risultatinel rapporto conle istituzioni, adesempio alla leg-ge sugli oratori,che ha rafforzatoquesto panorama,che oggi conta su

circa 330 realtà attive. Uno strumento di lavoro già operativoè il Tavolo regionale di Pastorale integrata, mentre unobiettivo per il prossimo futuro è la realizzazione di un Os-servatorio regionale permanente in grado di produrre analisisulle trasformazioni dell’ambiente sociale in cui la Chiesa èchiamata a operare”. L’arcivescovo di Ancona-Osimo, Edoardo Menichelli, segnalaaltre importanti aperture, come il dialogo ecumenico e ilconfronto con le altre comunità cristiane: «Dialogo per noisignifica crescere nella fraternità e nel Consiglio delle Chiesecristiane; l’itinerario è un cammino convergente verso lafigura di Cristo». Il coordinatore del convegno, il vescovoClaudio Giuliodori, amministratore apostolico di Macerata-Tolentino- Recanati-Cingoli-Treia e assistente ecclesiasticogenerale dell’Università Cattolica, ha indicato le linee-guidadel documento preparatorio sul quale le 824 parrocchiediffuse sul territorio hanno lavorato in questi due anni. Unlavoro svolto nel solco del Sinodo sulla Nuova evangelizzazionee che ora, ha osservato Giuliodori, «va declinato con coraggioproiettando l’icona biblica “Alzati e va’”vivere e trasmettereoggi la fede nelle Marche”, inoltrandoci nelle periferie esi-stenziali indicate da papa Francesco».La giornata inaugurale del convegno si svolgerà al Teatrodelle Muse di Ancona e interverrà il presidente della Cei earcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco. Legiornate successive si svolgeranno invece a Loreto, conplenarie nel Palacongressi, momenti di preghiera in Basilicae riunioni di gruppi sul territorio. Oltre ai 149 membri delComitato preparatorio, ha spiegato il segretario del Comitatostesso, don Francesco Pierpaoli, parteciperanno 430 delegatidiocesani, 40 delle famiglie religiose, 60 dell’associazionismocattolico e dei movimenti, 8 rappresentanti delle Chiese ecu-meniche cristiane europee, oltre a rappresentanti dell’ebraismoe dell’islam. Sui 569 componenti tra comitato e delegati,311 sono laici. Sugli aspetti della difficile situazione economicaè intervenuto anche il professor Francesco Maria Chelli, di-rettore del dipartimento Scienze economiche dell’UniversitàPolitecnica delle Marche, mentre Sauro Savelli e alcunigiovani attori hanno illustrato il recital in programma «Inmemoria di me».

Dal 22 al 24 novembre, ad Ancona e Loreto, si celebrerà il 2°Convegno ecclesiale marchigiano, dal titolo “Alzati e va’...”. Adistanza di venti anni dal primo Convegno, le Chiese marchigianetornano a riflettere sulla propria missione, nel tempo in cui PapaFrancesco invita tutto il popolo di Dio ad andare incontro alle“periferie esistenziali”. Nell’intervista concessa da monsignorLuigi Conti, presidente dellaConferenza episcopale marchi-giana e arcivescovo di Fermo, lavalutazione sul cammino prepa-ratorio e le prospettive d’impe-gno.Dopo due anni di lavoro del

Comitato preparatorio siamo

alla vigilia del 2° Convegno ec-

clesiale marchigiano che invita

a entrare in missione verso

quelle che Papa Francesco chia-

ma “periferie esistenziali”. Una

Chiesa in movimento quindi

guardando alle sfide di una re-

altà in continua evoluzione.

Quali primi frutti si possono

intravedere in questa fase di

assidua e impegnativa

preparazione nella nostra

Chiesa?

“In questo ‘ospedale da campo’ che, secondo l’espressione diPapa Francesco, è la Chiesa (ma anche la società civile) nelnostro tempo il Convegno regionale sta conducendo le nostrediocesi a ‘non chiedere a un ferito se ha il colesterolo e glizuccheri alti... ma a curare le sue ferite’ con tutti i mezzi corretta-mente disponibili, per dirgli: ‘Alzati e va’!’. Innanzitutto, però,le diocesi marchigiane applicano a se stesse questo invito che unangelo del Signore fece a Filippo: ‘Àlzati e va’ verso il mezzogiorno,sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta’(Cfr. At 8,26). Le Chiese marchigiane, quindi, hanno intrapresoun viaggio mediante il lavoro assiduo del Comitato preparatorioverso il 2° Convegno regionale a venti anni dal primo (1993). Sisono messe in ascolto: ascolto della Parola di Dio e dei segni deitempi, nell’intento di rinsaldare la propria identità e di aprirsi alla

missione verso nuove frontiere. Hanno acquisito una nuova con-sapevolezza missionaria percorrendo strade deserte: quartieri,scuole, fabbriche, sanità, emarginazione, vecchie e nuove povertà...Hanno rivisitato i diversi ambiti del vissuto umano: la vitaaffettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizione, lacittadinanza”.

La trasmissione della fede passa

attraverso le relazioni. La società

marchigiana è solidamente costru-

ita su di una trama di relazioni

familiari, sociali, intergenerazion-

ali, ma questo tessuto oggi vive

forti tensioni e rischia la lacer-

azione. Come aiutare la famiglia

a non perdere il suo ruolo centrale,

soprattutto sul fronte dell’edu-

cazione? In modo particolare

come possiamo aiutare le nuove

generazioni e le donne ad essere

protagoniste del rinnovamento

della Chiesa e della società?

“Per trasmettere la fede è necessariodare senso alle relazioni. Ogni re-lazione si nutre della memoria delpassato e della speranza per il futuro.Dentro la trama di relazioni familiari,sociali e tra generazioni si è intro-

dotto il rischio di presupporre la fede. È finito il tempo della tra-smissione per simbiosi. È proprio a questo rischio che il Convegnodelle Chiese delle Marche intende porre rimedio consapevoleche il Vangelo si trasmette da persona a persona e, in una culturasecolarizzata, non è più adeguato il tessuto di tradizioni religioseereditate dal passato. Soprattutto nei rapporti intergenerazionalisi è interrotta la narrazione della fede. Anche l’enciclica Lumenfidei (n. 8) ci rammenta che ‘se vogliamo capire che cosa è lafede, dobbiamo raccontare il suo percorso’. Il ruolo della famigliarimane fondamentale nella educazione alla fede. Bisogna ricucirelo strappo tra generare ed educare, compito quest’ultimo abusi-vamente sottratto alla famiglia dalle moderne agenzie mediaticheche operano nell’anonimato.

CONVEGNO ECCLESIALE

Le Marche in camminoper il Vangelo e per curare le feriteMonsignor Luigi Conti, presidente della Conferenza episcopale marchigiana: “Le Chiese mar-

chigiane hanno acquisito una nuova consapevolezza missionaria percorrendo strade deserte:

quartieri, scuole, fabbriche, sanità, emarginazione, vecchie e nuove povertà... Hanno rivisitato

i diversi ambiti del vissuto umano: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tra-

dizione, la cittadinanza”Carlo Cammoranesi

La fede nelle Marche

Uno sguardo sul futuro

Segreteria Generale 2° CONVEGNO ECCLESIALE MARCHIGIANO 2013 Via Montorso, 3- 60025 Loreto (AN) Tel. 071/7501552 - Fax 071/7504305 www.convegno2013.chiesacattolicamarche.it [email protected] P

RO

GR

AM

MA

Conferenza Episcopale Marchigiana

ANCONA - LORETO 22-24 novembre 2013

VIVERE E TRASMETTERE OGGI LA FEDE NELLE MARCHE

“Alzati e va’...”(Atti 8, 26-40)

PREGHIERA

per il Convegno Ecclesiale Marchigiano 2013

O Dio nostro Padre, in te è la sorgente della vita. Tu ci hai amato per primo spalancando per tutti noi la porta della fede. Rendici custodi del tuo amore.

Cristo Gesù, Signore nostro, senza di te non possiamo far nulla. Rendici tuoi discepoli, credenti e credibili. Tu oggi dici a ciascuno di noi “alzati e va’…” Rendici discepoli del tuo amore.

Spirito Santo, nostro Consolatore, da Te proviene ogni forza e grazia per vivere e trasmettere il dono della fede. Ricolmaci del desiderio di annunciare Gesù Rendici annunciatori del tuo amore.

Signore, Dio nostro, tu ci hai dato Maria, Vergine di Loreto, come Madre e patrona, come educatrice sapiente come luminoso modello di adesione a Te. Raccoglici nella sua e nostra casa, affinché formiamo una sola famiglia, luogo santo in cui la tua Parola si compie e il tuo volto si rivela. Rendici testimoni del tuo amore.

Amen.

VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2013

Ore 13,00-15,00: Arrivo a Loreto dei delegati Segreteria presso il Centro Giovanni Paolo II Iscrizioni e sistemazione negli alloggiOre 16,00 Partenza in pullman per Ancona - Teatro delle Muse

ANCONA «Lungo la strada» In dialogoOre 17,00 ANCONA – TEATRO DELLE MUSE Apertura del Convegno Preghiera Saluto delle Autorità Introduzione al Convegno di S. E. Mons. Luigi Conti Presidente Conferenza Episcopale Marchigiana

«E annunciò a lui Gesù» Prolusione di S. Em. Card. Angelo Bagnasco Presidente della Conferenza Episcopale Italiana

Scrutare i segni dei tempi Interventi di: Sergio Belardinelli Massimiliano e Fabiana Bossio Paola Agnani

Ore 19,45 PORTO DI ANCONA TERMINAL CROCIERE Cena

Ore 21,15 TEATRO DELLE MUSE In memoria di me Recital a cura dei giovani delle diocesi marchigiane Adattamento teatrale di Sauro Savelli

Ore 23,00 Rientro a Loreto per il pernottamento

SABATO 23 NOVEMBRE 2013

LORETO «Salì sul carro accanto a lui» Memoria e condivisioneOre 7,30 Colazione in albergo

Ore 8,00 DIVERSI LUOGHI DI LORETO Celebrazione dell’Eucaristia

Ore 9,30 PALACONGRESSI - LORETO «Va’ avanti e accostati a quel carro»: Dio alla ricerca dell’uomo Meditazione di Suor Patrizia Nocitra

Saluto delle AutoritàOre 10,00 Il Cammino delle Diocesi e introduzione alle aree tematiche dei laboratori Don Giordano Trapasso e Gabriele Garbuglia

Ore 11,30 Inizio dei lavori nei laboratori

Ore 13,15 LOCALI DELLA DELEGAZIONE PranzoOre 15,00 Ripresa dei lavori nei laboratori

Ore 19,00 BASILICA DELLA SANTA CASA Primi vespri della Solennità di Cristo Re presieduti da S. E. Mons. Giovanni Tonucci Arcivescovo Prelato di Loreto

Ore 19,45 LOCALI DELLA DELEGAZIONE Cena

Ore 21,15 BASILICA DELLA SANTA CASA Veglia di preghiera «Ecco qui c’è acqua»: Con Maria pellegrini nella fede

DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013

LORETO «Proseguì pieno di gioia» ProspettiveOre 7,30 Colazione in albergo

Ore 9,15 PALACONGRESSI - LORETO Preghiera Introduzione e sintesi dei laboratori a cura dei responsabili delle aree tematiche Verso il Convegno Ecclesiale di Firenze Intervento di Adriano Fabris membro del Comitato preparatorio

Ore 11,15 Pausa

Ore 11,45 «E, proseguendo, predicava il vangelo a tutte li città»: Per camminare insieme Intervento di S. E. Mons. Luigi Conti Presidente Conferenza Episcopale Marchigiana

Ore 13,00 LOCALI DELLA DELEGAZIONE Pranzo

Ore 16,00 BASILICA DELLA SANTA CASA A conclusione dell’Anno della fede e del 2° Convegno Ecclesiale Regionale solenne Concelebrazione dell’Eucaristia con tutti i vescovi delle Marche presieduta da S. E. Mons. Luigi Conti

Alla celebrazione sono invitati i fedeli della Regione

ANCONA - LORETOP R O G R A M M AVIVERE E TRASMETTERE OGGI LA FEDE NELLE MARCHE

segue a pag. 4

Page 3: Anno xxx n 40 24 novembre 2013

3Anno XXX

24 Novembre 2013 PAG

Parola del SignoreCRISTO RE DELL’UNIVERSO

dal vanGelo secondo luca

Il popolo stava a vedere, i capi invece lo

schernivano dicendo: “Ha salvato gli altri,

salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo

eletto”. [36] Anche i soldati lo schernivano,

e gli si accostavano per porgergli del-

l’aceto, e dicevano: [37]”Se tu sei il re dei

Giudei, salva te stesso”. [38] C’era anche

una scritta, sopra il suo capo: Questi è il

re dei Giudei. [39] Uno dei malfattori ap-

pesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il

Cristo? Salva te stesso e anche noi!”. [40]

Ma l’altro lo rimproverava: “Neanche tu

hai timore di Dio e sei dannato alla stessa

pena? [41] Noi giustamente, perché rice-

viamo il giusto per le nostre azioni, egli in-

vece non ha fatto nulla di male”. [42] E

aggiunse: “Gesù, ricordati di me quando

entrerai nel tuo regno”. [43] Gli rispose:

“In verità ti dico, oggi sarai con me nel pa-

radiso”.

dal vangelo di luca 23,35-43

Con questa domenica si conclude il tempo or-dinario e si conclude anche l’anno liturgicodenominato “AnnoC”, cioè l’anno dedi-cato all’evangelistaLuca.In questa domenicala liturgia ci invita afesteggiare Cristocome Re e a meditaresul significato del Re-gno. Gesù viene con-dannato perché se-condo i suoi accusa-tori si è proclamatoRe, ed essi avevanoragione più di quantocredessero. Ma comesottolinea Gesù difronte a Pilato, il suoregno non è di questomondo, esso appartiene ad una dimensione spi-rituale che gli uomini non hanno capito, nonsono riusciti a penetrare nella sua ampiezza.Solo, dopo la sua resurrezione e con maggiorforza dopo la Pentecoste, essi riusciranno acomprenderlo e a farne parte. Solo allora comprenderanno le scritture di Isaia(42,1) che dicono: “Non griderà, ne alzerà iltono… Non spezzerà una canna incrinata, nonspegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta”.Allora capiranno che il Servo di Dio doveva“sopportare queste sofferenze per entrare nellasua gloria” (Lc 24,26).

Così con il dono dello Spirito essi parteciperannoalla comprensione degli avvenimenti di cuierano stati spettatori e in parte comprimari, dicome il Regno instaurato da Gesù sia un Regnodi amore, di pace, di comprensione e di perdono.Per appartenere al suo Regno non vi è altrastrada che quella percorsa dal buon ladronecon il suo atteggiamento : a) l’umiltà di riconoscersi colpevoli – noi giu-stamente condannati -;b) avere una fede grande – Egli non ha fattonulla di male - ;c) avere una preghiera fervente e piena di spe-ranza – Gesù ricordati di me -.La fede dimostrata dal cosiddetto “buonladrone” è veramente molto grande, egli riescea vedere molto più e molto oltre l’apparenza diquel condannato definito da Pilato “ECCOL’UOMO”. Quell’ uomo rappresenta la massimae più perfetta espressione dell’umanità. Egli, il“buon ladrone”, riesce a vedere in Gesù accusato,fustigato, coronato di spine e infine crocifisso,il suo salvatore.Magari, riuscissimo anche noi ad avere gli

occhi del cuorecosì aperti per ve-dere in quell’uo-mo crocifisso ilRe della storia, ilSignore della glo-ria, e a porci sottola sua protezione,perché sicuramen-te Egli rivolgereb-be a noi le stesseparole: sarai conme in paradiso.Chiediamo al Si-gnore la capacitàdi far germogliareil suo Regno nelnostro cuore, disaperlo testimo-

niare attraverso le Beatitudini, e quindi diviverlo nella sua pienezza. Riccardo

Pillole di saGGeZZa

SONO INFINITAMENTE

MISERABILE, TUTTAVIA,

PER QUANTO CERCHI IN ME

NON TROVO CHE QUESTO

DESIDERIO: “VENGA IL TUO

REGNO! SIA SANTIFICATO

IL TUO NOME !

(charles de Foucauld)

Inserto nel processo civile

135. LA TRISTE FINE DI GIUDA

Leggiamo Mt 27,3-10 che racconta lamorte di Giuda. La sorte di questo sventuratoindividuo viene raccontata anche da At 1,18-19 con notevoli diffe-renze riguardo al testopresente. La leggendasi è impadronita inparte – e presto - diquesto personaggio;Matteo e Luca negliAtti l’hanno ripresa inmomenti diversi delsuo sviluppo.

Matteo ha finito diraccontare il processoreligioso nei riguardidi Gesù e ha detto cheè stato consegnatoall’autorità civile diPilato, la sola che po-teva emettere la sen-tenza capitale; questogli ha suggerito di rac-contare anche la finedel traditore con ilbrano presente. Se-guendo il cambiamento dei soggetti il branosi divide in tre parti: Giuda e la sua fine, neiversetti 3-5; i capi dei sacerdoti prendono ladecisione, nei vv. 6-8; le informazioni sulcampo del sangue e le citazioni bibliche, neivv. 9-10.

1. La morte di Giuda. “Allora Giuda –

colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era

stato condannato, preso dal rimorso, riportò

le trenta monete d’argento ai capi dei sacer-

doti e agli anziani, 4dicendo: ‘Ho peccato,

perché ho tradito sangue innocente’. Ma

quelli dissero: ‘A noi che importa? Pensaci

tu!’. 5Egli allora, gettate le monete d’argento

nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi”

(Mt 27,3-5). Sembra che Giuda non avesse previsto la

condanna a morte di Gesù; per questo cercadi fare passi indietro. Torna dai capi del sa-cerdoti e dagli anziani e chiede che venga an-nullato il contratto che aveva fatto con essi:“’Quanto volete darmi perché io ve lo con-segni?’. E quelli gli fissarono trenta moneted’argento” (26,15). La ragione di quel com-portamento è nel fatto che “ho tradito sangueinnocente”, cioè un individuo innocente.Vuole allontanare da sé la maledizione chelo sta sovrastando: “Maledetto chi accetta unregalo per condannare a morte un inno-cente!” (Dt 27,25). Quindi vorrebbe fermarel’iter che porta alla morte di Gesù. Matteoprende, quindi, il “preso dal rimorso” (meta-

melethéis) di Giuda non come l’equivalentedi conversione, ma come atto di dispera-zione. Con questo stato d’animo Giuda getta“nel tempio” i trenta denari nella speranzache i sommi sacerdoti se li riprendano e cosìrisulti annullata la vendita di Gesù. Non rag-giungendo questo obiettivo, Giuda si impiccò(apénxato, aor. med. da apánchô, si sospese).Un caso celebre dell’Antico Testamento èquello di Achitofel in 2Sam 17,23.

2. La decisione dei capi dei sacerdoti. “I

capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dis-

sero: ‘Non è lecito metterle nel tesoro, per-

ché sono prezzo di

sangue’. 7Tenuto consi-

glio, comprarono con

esse il ‘Campo del va-

saio’ per la sepoltura

degli stranieri. 8Perciò

quel campo fu chiamato

‘Campo di sangue’ fino al

giorno d’oggi’” (Mt 27,8-10). I sommi sacerdotiraccolgono il denaro, mail contratto non viene an-nullato perché Giuda èmorto e quel denaro con-tinua a essere “prezzo disangue”. Seguendo unatradizione, che si riportaall’ambiente di Gerusa-lemme, Matteo dice chequel denaro servì perl’acquisto di una zona ci-miteriale per i forestieriche morivano in città.

3. Il compimento delle Scritture. “Allora

si compì quanto era stato detto per mezzo del

profeta Geremia: ‘E presero trenta monete

d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo

fu valutato’ dai figli d’Israele, 10e le diedero

per il campo del vasaio, ‘come mi aveva or-

dinato il Signore’” (Mt 27,8-10). Libera ci-tazione di Ger 18,2-3; 19,1-2; 32,6-15. I duenomi “campo del vasaio” e “campo di san-gue”, già noti nell’ambiente, danno l’occa-sione a Matteo di citare i vari testi biblici.

4. La redazione secondo gli Atti. “Giuda

dunque comprò un campo con il prezzo del

suo delitto e poi, precipitando , si squarciò e

si sparsero tutte le sue viscere. 19La cosa è

divenuta nota a tutti gli abitanti di Gerusa-

lemme, e così quel campo, nella loro lingua,

è stato chiamato Akeldamà, cioè “Campo del

sangue”… (At 1,18-19). Giuda non muoreper impiccagione, ma per caduta, precipi-

tando (prenès genómenos) come avviene pergli empi (Sap 4,19); si squarciò (elákesen,

da lakáô, scoppiò) si spargono le sue viscerecome in molti racconti popolari di criminali.Inoltre, il Campo del sangue non è il “san-gue” di Gesù, ma il sangue di Giuda. Infine,Atti collega questa morte improvvisa e igno-miniosa a un luogo malfamato di Gerusa-lemme chiamato Akeldamà.

Matteo vuole sottolineare la corresponsa-bilità dei sommi sacerdoti nel delitto com-messo da Giuda.

Conclusione. Ci servano queste parole diEzechiele che parla in nome di Dio: “Libera-tevi da tutte le iniquità commesse e formateviun cuore nuovo e uno spirito nuovo. Perchévolete morire, o casa d’Israele? Io non gododella morte di chi muore. Oracolo del Si-gnore Dio. Convertitevi e vivrete” (Ez 18,31-32).

[email protected]

Domenica 24 novembre

Ancona - LoretoSecondo Convegno delle Chiese Marchigiane

Lunedì 25 novembre

Ore 17.00 ComunanzaS. Messa, in occasione della Festa Patronale

Mercoledì 27 novembre

Roma Partecipazione all’Udienza Generale del Santo Padre

Giovedì 28 novembre

Ore 11.30 MonteprandoneS. Messa al Santuariodi S. Giacomo

Domenica 1 dicembre

Ore 11.00 Porto D’AscoliSacra Famiglia: S. Messa, con la partecipazione dell’Arma dei Carabinieri

Incontri Pastorali del Vescovo

durante la settimana 24 novembre - 1 dicembre 2013

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16 - Tel. 0735 581855 (int. 2-5)

e-mail: [email protected] C.C.P. n. 11886637, intestato a L’ANCORA - Causale abbonamento

Impaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected] Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

[email protected]

Facebook: Ancora On Line

Page 4: Anno xxx n 40 24 novembre 2013

BRESCIA – Il 12 novembre, una delegazione dellanostra Diocesi è stata ricevuta in visita da Mons.Bresciani, il nostro futuro vescovo. Anche noi deL’Ancora e dell’Ancora On Line ne abbiamo fattoparte ed abbiamo improvvisato un’intervista nel-l’affascinante cornice di Piazza Paolo VI, già piazzadel Duomo.Eccellenza, da Brescia a San Benedetto del

Tronto, come è nata la sua vocazione e come è

stato il suo cammino sacerdotale?

“La mia vocazione è nata un pochettino tardi, anchese ci pensavo da quando ero ragazzo, nel senso cheho deciso di entrare in seminario quando avevo di-ciotto anni. A quel tempo era tardi, oggi non è piùcosì. Per tanti motivi, essendo cresciuto in parrocchia,essendo cresciuto nei nostri oratori, mi ero innamoratodella Chiesa, di quello che la Chiesa poteva fare econ l’ardore giovanile hodeciso di fare questa scelta.In quel tempo lavoravo,ero artigiano, ho lasciatoil lavoro e ho cominciatogli studi in seminario edopo gli studi ho preso ladecisione di chiedere diessere ordinato sacerdote”. Come è venuto a cono-

scenza della sua nomina

e come l’ha accolta?

“Ad essere sincero la mianomina l’ho presa con unpo’ di trepidazione e con un emozione forte. One-stamente non me l’aspettavo, anche perché erorettore del Seminario e pensavo di poter portareavanti la missione che il Vescovo mi aveva affidato.Tante cose in cantiere c’erano per il seminario.Però mi sono detto: se il Papa mi vuole mandare eme lo chiede, io ho sempre detto di sì ai superiori ealla fine mi son deciso: “Va bene, mi fido di Dio evado”.Molti bresciani vengono in vacanza nel nostro

territorio diocesano. Prima di essere eletto, co-

nosceva la Diocesi di San Benedetto del Tronto-

Ripatransone-Montalto?

“Sinceramente devo dire di no. So benissimo dov’éSan Benedetto del Tronto per i viaggi che ho fattoverso meridione. Avevo avuto un contatto fugaceall’età di undici anni con Pagliare del Tronto. Permotivi vari ero finito lì per una gita che mi era stataofferta. Onestamente devo dire che di San Benedetto

del Tronto una conoscenza particolare non ce l’ho.Bene, ci conosceremo adesso!Ha già pensato al motto episcopale?

Sì, non ho avuto difficoltà. Già da prete, nel retrodella mia immaginetta, avevo scritto quella frasedei Colossesi 1-24 che ho scelto come mio mottoepiscopale: pro corpore eius, che dal latino significa“a servizio del suo corpo che è la chiesa”. Ecco,penso al mio episcopato come un servizio allaChiesa, naturalmente per amore di Dio. Mi piacemolto e nel mio motto ho scelto questa continuità.Come trascorre Mons. Bresciani il tempo libero?

In pratica quali sono le sue attività culturali e

sportive preferite?

“Io vengo dagli studi, nel senso che sono stato in-caricato dal Vescovo, quando sono diventato prete,di prepararmi sia in psicologia, sia in teologia

morale. Quindi gran-de interesse nel leg-gere e nello studiarecertamente c’è. Ame piace molto lamontagna, io sono diqueste parti, so chea San Benedetto cisono le colline, quin-di salirò sulle collinedi San Benedetto. Ilmio passatempo pre-ferito è incontrare lagente. Mi piace la

musica, classica soprattutto. Mi piace leggere, ancheromanzi, per cercare di non perdere contatti conl’attualità. Quando verrà ordinato Vescovo e quando s’in-

sedierà per la prima volta nella nostra Diocesi?

“L’ordinazione episcopale è stata fissata per sabato11 gennaio alle ore 16 nel Duomo di Brescia. L’in-gresso in Diocesi avverrà il 19 gennaio”.Infine, un breve messaggio alla Sua nuova Dio-

cesi.

“Direi semplicemente così. Io vengo con tanta spe-ranza, mi fido del Signore. Certo non possiamoignorare le difficoltà dei nostri giorni. Non guardiamosoltanto a quello che manca, soffermiamoci suquello che abbiamo. Valorizziamo quello che abbiamoe troviamo lì i segni di speranza che il Signore con-tinua a seminare nel nostro tempo. Mi permetto diriprendere l’esortazione di Papa Francesco “Non

facciamoci rubare la speranza”.

4 Anno XXX

24 Novembre 2013PAG

Intervista al nostro nuovo Vescovo, Mons. Carlo Bresciani di nicolas abbrescia

dalla seconda pagina

Parrocchia “Cristo Re”

La comunità di “Cristo Re”

ha ricordato Don Marino a 30 anni dalla morte lunedì 18 novembre, alle 21, è stata celebrata una messa e commemorata la

figura del sacerdote

A 30 anni dalla morte di Don Marino Ciarrocchi, primoparroco della parrocchia Cristo Re, la comunità cri-stiana di Porto d’Ascoli ha pensato di ricordarne la fi-gura con un momento di preghiera. Lunedì 18novembre, alle ore 21, presso la chiesa di Cristo Re, èstata celebrata la Santa Messa presieduta da Don PioCostanzo, suo successore, e concelebrata dai parrocidella zona. Dopo la celebrazione sono state proiettate fotografiedegli anni in cui Don Marino ha svolto il suo ministeronella nascente comunità portodascolana. Sono seguiteinoltre le testimonianze di alcuni, tra i molti, che l’-hanno conosciuto, amato e con i quali Don Marinodiede vita alla giovane comunità cristiana di Cristo Re. Nato a Cupra Marittima il 14 dicembre 1921, il 29 giugno 1946 divenne presbitero. Dopo unabreve esperienza di vicerettore nel Seminario di Ripatransone, il 30 marzo 1947 iniziò giovanis-simo la sua attività di parroco nella parrocchia SS. Annunziata di Porto d’Ascoli che in queglianni attraversava un incredibile sviluppo edilizio. Proprio per questo boom edilizio ci fu bisogno di una seconda parrocchia, creata dal Vescovo Ra-dicioni e con il titolo di S. Giorgio Martire. Il 20 ottobre 1959 don Marino fu nominato primoparroco della parrocchia di S. Giorgio in Cristo Re a Porto d’Ascoli. Nel 1951 aveva già messomano alla realizzazione della nuova chiesa e del complesso parrocchiale. Prete appassionato e ze-lante, volle fare della sua vita pastorale una continua catechesi: la sua parola e la sua predicazioneerano profonde ma offerte con un linguaggio semplice ed immediato, sia attraverso i normalimezzi pastorali, sia attraverso la televisione: fu il primo ad usare la televisione per una serie dipredicazioni settimanali, molto seguite e apprezzate dagli ascoltatori. Inventò e portò avanti per molti anni anche le “Giornate per coniugi”; domeniche di riflessione edi preghiera riservate alle coppie. In occasione del terremoto dell’Irpinia del 1980, insieme adaltre parrocchie di Porto D’Ascoli, realizzò a S. Angelo dei Lombardi un villaggio per i terremotati,intitolato proprio a “Cristo Re”. Morì improvvisamente il 18 novembre 1983, all’età di 62 anni.

Alle famiglie cristiane delle nostre Chiese il Convegno intendedire: ‘Famiglia, Alzati e va’’: ritrova te stessa, la bellezza e la forzadella grazia del sacramento del matrimonio e racconta. I genitoriraccontino il percorso della loro fede. Le donne, in modo particolarele mamme, ‘raccontino’: sembra oltretutto scientificamente provatoche perfino durante la gestazione il feto assorbe i sentimenti e leemozioni della madre come in un respiro vitale”.Come può aiutare un convegno ecclesiale, come questo, alla

costruzione di un contesto in cui la fede sia veramente incarnata

nella vita, con un forte impegno nei cammini educativi e di

catechesi, proposti in modo trasversale ed integrato attraverso

il contributo di tutti i settori della pastorale?

“Innanzitutto ritrovando lo spirito delle origini e la forza del primoannuncio, oggi ineludibile anche nel contesto di Chiese di anticaevangelizzazione. Quindi recuperando prima ancora che unacatechesi dottrinale una catechesi mistagogica capace di spiegareil mistero che abita in noi per mezzo dello Spirito Santo che ci èstato dato, mistero generatore di speranza. Quindi ancora offrendo,soprattutto alle nuove generazioni, occasioni di incontro con levecchie e nuove povertà mediante l’esercizio della carità. L’impiantopastorale delle nostre diocesi ha preso forma in uno strumentocondiviso: il tavolo regionale di pastorale integrata. Vi partecipanonon solo le diocesi con le loro strutture pastorali diffuse nelterritorio (unità pastorali, parrocchie) ma anche gruppi, movimenti,associazioni e nuove comunità”.

Questo appuntamento marchigiano, con le 13 diocesi protago-

niste, si pone a 20 anni di distanza dal primo Convegno

ecclesiale nelle Marche. Quell’ “Alzati e va’ ” del titolo è

eloquente per capire come la Chiesa vuole camminare nell’ambito

dell’evangelizzazione. Ma concretamente quali progetti stanno

nascendo come lettura dei segni dei tempi?

“Innanzitutto atteggiamenti che palesano un cambio di mentalitàcome il superamento della ‘sindrome del campanile’ per cui ciascunadiocesi abbandona la presunzione di autoreferenzialità per aprirsi emettersi in rete con le altre. In secondo luogo, il superamento della‘sindrome del clericalismo’ per restituire ai presbiteri ciò che èspecifico del loro ministero e sviluppare una diffusa ministerialità.Dal 1° Convegno del 1993 a oggi, le Chiese marchigiane hannopromosso la nascitae lo sviluppo del dia-conato come statopermanente, i mini-steri istituiti e soprat-tutto i ministeri difatto: dai catechistitradizionali, ai cate-chisti accompagnatorinei percorsi di ini-ziazione cristiana,agli animatori dellaliturgia e del canto

liturgico, agli operatori della carità particolarmente maturati inquesti anni di crisi economica. Proprio l’impegno per una ministerialitàdiffusa nel territorio non solo nell’ambito della carità sta generandoun ‘Osservatorio regionale permanente’ che cammina di pari passocon il ‘Tavolo regionale di pastorale integrata’ e che consente allediocesi di leggere i segni dei tempi, pensare e camminare insieme.Di fronte alla disoccupazione giovanile, diverse diocesi hanno datoavvio al ‘Progetto Policoro’ che affronta il problema della disoccu-pazione giovanile puntando a rendere i giovani, spesso vittimedella rassegnazione e dello sfruttamento, autentici protagonisti delrinnovamento della loro terra, ‘nel farsi costruttori di una nuovasocietà’. Il progetto si articola nella proposta di evangelizzazionedei giovani in quanto l’incontro con Gesù cambia la vita ed aiuta le

persone a percorrere sentieri disperanza, nel promuovere unanuova cultura del lavoro e nelvivere insieme un lavoro di-gnitoso promuovendo e soste-nendo l’imprenditorialità gio-vanile. È promosso e coordinatodai seguenti Uffici pastorali:l’Ufficio diocesano per i pro-blemi sociali e del lavoro, ilServizio diocesano per la pa-storale giovanile e la Caritasdiocesana”.

CONVEGNO ECCLESIALE

Le Marche in cammino per il Vangelo e per curare le ferite

F O TO - C R O N A C A12 novembre 2013, a Brescia per incontrare Mons. Carlo Bresciani,

Vescovo eletto della nostra Diocesi

i vescovi delle marche

Page 5: Anno xxx n 40 24 novembre 2013

La terra trema, dal cielo piogge torrenziali e ventia oltre 300 chilometri all’ora travolgono ognicosa con una furia distruttrice paragonabile aquella dello tsunami del 2004. Il super tifoneHayan l’8 novembre scorso si è abbattuto sullaparte centro orientale delle Filippine causandocirca 10mila morti, duemila dispersi, e 700milasfollati. La sua furia ha finito di distruggere quelpoco che si era salvato da una serie di forti scossedi terremoto che, nella stessa area nell’arco di tresettimane, avevano già provocato 200 morti e di-strutto villaggi, edifici, chiese, alcune risalentiagli inizi dell’evangelizzazione nell’arcipelago,in poche ore il tifone di categoria 5 con una po-tenza mai vista negli ultimi 50 anni, ha colpitoun vasto fronte di 600 chilometri, toccando terranella popolosa isola di Leyte, e sulle vicine Cebu,Sanrar e Bohol. L’arrivo di Hayan ha finito di prostrare. una re-gione in difficoltà per il flusso di rifugiati a causadei conflitti con i ribelli musulmani nella provin-cia di Zamboanga e per le forti scosse di terre-moto iniziate il 15 ottobre scorso e proseguite neigiorni successivi, quasi ad annunciare il funestoarrivo di Hayan. L’epicentro del sisma di magni-tudo 7,2 della Scala Richter è stato registrato nel-l’isola di Bohol nelle Central Visayas.Dei terribili effetti causati da giorni e giorni discosse, è stato testimone il nostro Umberto Si-

lenzi, direttore della Caritas diocesana cheracconta la paura degli abitanti e la devastazionedi chiese di grandissimo valore storico e artistico:«Le scosse erano fortissime, se pensiamo che il

terremoto che ha colpito 1 ‘Aquila era di inten-sità 5,9, possiamo subito farci una idea di quelloche è successo a Bohol, dove, in pochi giornisono morte 200 persone. L’epicentro è stato aLoon nella diocesi di Taghilaran, dove il movi-mento della terra, durato lunghi minuti, è statotalmente forte da provocare gravi danni a mol-tissimi edifici in cemento e distruggendo irrepa-rabilmente molte chiese del XVII secolo, ereditàdella presenza spagnola. Bohol infatti è stata laprima isola delle Filippine ad essere stata evan-gelizzata». «Il sisma a cui ho assistito ha cam-biato anche la conformazione morfologicadell’isola - continua Silenzi - Durante la stagionepiù calda, quando il sole batte forte, la vegeta-zione inaridisce ed esce fuori la pietra vulcanicascura e le colline sembravano fatte di cioccolato.Ora le montagne sono spaccate e sulla costa tuttoè stato travolto, nell’interno sono crollati i ponti,tutti i collegamenti sono bloccati. E’ stato im-pressionante vedere lo stato di shock in cui vivela gente dopo tanti giorni di scosse continue. Du-rante un episodio, in un attimo tutti si sono river-sati in strada, bloccando il traffico, le donnepiangevano, tutti urlavano trascinando via ì bam-bini e qualche fagotto da casa. Fino al 2 novem-bre scorso l’istituto di vulcanologia di Manila haregistrato più di 2700 scosse dal 15 ottobre». Orala situazione delle Filippine, un Paese già poveroche ora piange i suoi morti, è sotto gli occhi sba-lorditi del mondo. Aspettando un arcobalenodopo l’orrore seminato da Hayan.

5Anno XXX

24 Novembre 2013 PAG

Filippine - preghiamo per i vivie per i mortiQueste poche righe desiderano esprimeretutta la vicinanza alle migliaia di personecolpite dal tifone Hayian nelle Filippineorientali, un arcipelago tra i più poveri delSud-est asiatico, soggetto frequentementea tifoni e uragani tropicali come quellodell’8 novembre corrente mese. L’ultimobilancio delle vittime accertate si attesta a3.633 morti e gli sfollati arrivano a due mi-lioni. La provincia più colpita è quella diLeyte. Il mondo si è immediatamente mo-bilitato per aiutare le popolazioni colpite eanche le comunità cristiane di tutto ilmondo hanno inviato il loro contributo. Difronte a questa ultima immane tragedianon possiamo che inginocchiarci e pre-gare. Sì, la preghiera come potente armaper i morti e i sopravvissuti, forse anchesolo balbettata, ma di chi confida nel-l’Amore di Dio, che diventa e rimane unsegno di speranza sempre e comunque. Cistringiamo alle vittime, alle loro famigliee, come ha fatto il Papa durante la pre-

ghiera dell’Angelus, invo-chiamo il Signore affinché diasollievo e coraggio alle per-sone provate da così grave ca-lamità. Nel bisogno emergentedi un riparo, di cibo e di altribeni materiali necessari allasopravvivenza emerge il biso-gno costitutivo dell’uomo cioèil bisogno di Dio, della suaLuce, della Sua Presenza.Concludiamo, quindi, conun’esortazione di Papa Fran-cesco alla Madonna che ci fac-cia sempre più vicini albisogno dei fratelli filippini:Maria, donna dell’azione, fa’

che le nostre mani e i nostri

piedi si muovano “in fretta”

verso gli altri, per portare la

carità e l’amore del tuo Figlio Gesù, per

portare, come te, nel mondo la luce del

Vangelo. Moina Maroni

Il racconto del nostro Direttore della Caritas,

testimone del terremoto nelle Filippine, che ha preceduto il super tifone Hayan

Colpite anche le isole dove hanno costruito una missione le nostre suore Teresiane

Si è tenuto martedì 13 novembre presso l’Abbazia S.BenedettoMartire il secondo incontro formativo diocesano, guidato daPadre Giovanni Frigerio, priore del monastero di Fiastra. Dopouna breve introduzione del nostro Vescovo, padre Giovanni ciha spiegato il significato della Lectio Divina, che poco dopoavremmo affrontato. Essa consiste, metaforicamente, nel pic-chiare la dura roccia (battere la Parola) finché da questa roccianon sgorga il miele (Gesù). Ci ha insegnato che ci sono tre mo-menti importanti: la LECTIO, atteggia-mento che picchia la Parola per capire cosaleggiamo. La MEDITATIO, durante laquale ci chiediamo cosa questa parola dicea noi, essa inizia a percuotere la nostraidentità e la “maciniamo dentro”. La LAC-TIO, per mezzo della quale ci interro-ghiamo su cosa abbiamo capito edobbiamo far diventare la Parola azione.Poi siamo passati alla lettura del brano diMatteo (14, 15-17): la moltiplicazione dei5 pani e 2 pesci. Padre Giovanni con sem-plicità e profondità ci ha spiegato il branofermandosi su alcuni particolari. “Sul far della sera”, che ricorrespesso in diversi passi dei Vangeli, che dovrebbe essere il mo-mento di riposo, di deserto per Gesù, mentre per i discepoli eanche per noi è il momento della fatica, della stanchezza, della“fame”…beh questo è il momento in cui Gesù manifesta la suagloria. Ci ha fatto notare, come spesso, anche noi , come i disce-poli siamo spinti al buon senso, alla prudenza, a tenere le situa-zioni sotto controllo, a riportare ciascuno alle proprie

responsabilità, a se stessi ….diciamo al Signore cosa deve fare:“congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da man-giare”. Potremmo leggere questo messaggio per noi nelle no-stre comunità, quando ci preoccupiamo della offrire lacatechesi, di amministrare i sacramenti, ma poi che ognunotorni al proprio posto…torni a provvedere a se stesso. Grandela logica di Gesù, invece! Non solo l’ascolto di tre giorni dellafolla, non solo le guarigioni, la vicinanza…di più: l’UNITA’ e

non il ritorno a se stessi. Stimolai discepoli, e anche noi: “DATEVOI STESSI DA MANGIARE”,siate voi madri e padri di questefolle. Ma gli apostoli non hannoancora capito……Quante volteanche noi non capiamo! L’incre-dulità, l’amarezza di non saperfare e il senso di pochezza mani-festato dai discepoli mostrando aGesù l’unica loro risorsa, 5 pani e2 pesci, rivelano anche la nostrapaura di non farcela, di non essere

capaci e non avere a sufficienza. Ma è proprio quel “poco oniente” che ci viene chiesto di offrire, è proprio quel poco cheGesù vuole che noi mettiamo in condivisione. Egli per primonon disprezza il poco che abbiamo. Nessuno deve tenere nascostii doni ricevuti, ma offrirli al Signore che li riempie e li moltiplica.Questo è il nostro DARE DA MANGIARE NOI STESSI fidan-doci che Lui fa di queste poche cose MOLTO. I versetti si con-cludono con Gesù che invita le folle a sedersi sul prato, come ha

detto padre Giovanni, li invita a fare un pic-nic, a rilassarsi, liinvita a mensa con calma, in ordine, non in fretta. Rende solennii gesti del PRENDERE i pani e i pesci, ALZARE gli occhi alcielo verso il Padre che moltiplicherà, BENEDIRE lodando eringraziando Dio, SPEZZARE i pani per far mangiare tutti, DI-STRIBUIRLI fino alla sazietà (strepitoso intervento di Dio cheè sempre provvidente), come fa il Vescovo durante le messe so-lenni.Ha stimolato, poi, le nostre condivisioni nei gruppi di la-boratorio che si sarebbero formati subito dopo, con delledomande interessanti: a) Abbiamo paura delle nostre responsa-bilità verso la famiglia e la parrocchia? b) Come stiamo quandoci troviamo insieme in comunità? Rimaniamo passivi o siamopartecipativi?c) Ringraziamo il Signore per i doni ricevuti, per italenti? Quali di questi doni possiamo offrire alle nostre comu-nità? d) Ma soprattutto, quanta fiducia abbiamo nel Signore?Come guardiamo il futuro della nostra Chiesa, della nostra par-rocchia, della nostra famiglia? Per un breve tempo, ci siamo di-visi in gruppi e abbiamo condiviso ciò che la Parola ci avevaispirato e abbiamo concluso l’incontro con la preghiera dellacompieta e la benedizione del nostro vescovo Gervasio. M.c.

Presso l’Abbazia di S. Benedetto Martire il 2° incontro formativo diocesano

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A Comunanza: il Centro Accoglienza Anziani

Don Rino Vallorani

Don Rino Vallorani va ricor-dato come il continuatore del-l’opera di don SettimioVallorani che seppe capirel’importanza dei luoghi pede-montani e montani perl’azione pastorale estiva dellaDiocesi.Ferrà, Foce, Montemonaco, laCasa Gioiosa ed altri luoghisono stati interessati alla ri-strutturazione di case da uti-lizzare per i campi-scuola, peraccogliere ragazzi bisognosi oper far trascorrere giornateconfortevoli ai malati assistitidall’Unitalsi. Don Rino da Comunanza, dove era stato nominato parroco, era stato incaricato dioperare per il buon andamento di tutte le strutture che ogni anno avevano bisogno di manutenzione.Arrivava a tutto con grande dedizione. Fin dagli anni ’80 aveva maturato l’idea di una casa di ri-poso per anziani proprio a Comunanza. Domenica 10, il giorno in cui la Diocesi si è riunita a Co-munanza per celebrare la chiusura dell’Anno della fede, Il Vescovo, alla presenza di alcuneAutorità locali e provinciali, ha inaugurato un’ampia ed efficiente struttura come Centro di Ac-coglienza Anziani e disabili con alcuni appartamentini per un ricovero limitato che porta giusta-mente e doverosamente il nome di Don Rino Vallorani; essendo questa un’opera in cui don Rinoha messo tutto se stesso, inclusa la sua pensione. Infatti era solito dire: “Tutto quello che ricevolo destino a quest’impresa, di mio non possiedo nulla”.

Sabato 16 Novembre 2013, nella saladi rappresentanza del municipio, coninizio alle ore 16, si è tenuta la ceri-monia di consegna dell’attestato di“Città del Sollievo” al comune di Ri-patransone, premio che ha il patroci-nio dell’A.N.C.I. (AssociazioneNazionale Comuni Italiani). L’orga-nizzazione dell’evento è stata curatadall’amministrazione comunale e dalProf. Numa Cellini, già primario e do-cente di radioterapia al PoliclinicoUniversitario “Gemelli” di Roma epresidente esecutivo della Fondazione “Gigi Ghirotti”. Il primo a prendere la parola è stato ilsindaco Prof. Remo Bruni, il quale, dopo i saluti ai presenti ed il ringraziamento alla “rete delsollievo” per la loro opera e per il riconoscimento assegnato al comune di Ripatransone, haannunciato che il prossimo 8 Dicembre, gli amministratori comunali ed i dirigenti dell’asso-ciazione di pubblica assistenza “Croce Azzurra”, saranno nelle piazze antistanti il Duomo e lachiesa Madonna di Fatima in Valtesino, per sensibilizzare la popolazione sul problema dellacarenza di volontari e sollecitare nuove adesioni. Poi, il Prof. Cellini, dopo aver richiesto uncaloroso applauso per il Prof. Antonio Giannetti per la “dedizione a 360°” alla Città, ha trattatoil tema, ricordando che i malati hanno bisogno del sollievo, anche psicologico, per superare lasofferenza. Il Dott.Giuseppe Guerrera, segretario della “Gigi Ghirotti” ha ricordato la figuradel giornalista scomparso nel 1974, di cui la Fondazione porta il nome, la quale attua una seriedi iniziative volte a creare la cultura del sollievo coinvolgendo, tra l’altro, le scuole di ogni or-dine e grado con vari progetti. E’ seguita la testimonianza dell’artista cileno Sergio Tapia Radicche ha raccontato la sua esperienza, nella malattia, sottolineando l’efficacia del sollievo rice-vuto. Poi, la responsabile del volontariato della Fondazione “Ghirotti”, signora Marinella Cel-lai, ha riferito della sua attività con i malati e del valore del contatto fisico con essi (attraversoun massaggio, una stretta di mano, un abbraccio) che può dare sollievo e coadiuvare i farmaci.Il vescovo Mons. Gervasio Gestori, ha ricordato che la vita umana è un dono gratuito di cui

siamo solo amministratori e che occorre essere solidali gli uni con gli altri, rifuggendo la so-litudine. Quindi c’è stata la consegna, da parte del direttore generale della Fondazione “Ghi-rotti” , Dott.ssa Nicasia Teresi, dell’attestato “Città del Sollievo” al sindaco di Ripatransone acui ha fatto seguito la lettura di alcune frasi riguardanti il tema, da parte dei bambini ripani,che lo scorso anno, avevano ottenuto il primo premio per aver realizzato un plastico che ripro-duceva simbolicamente la “rete del sollievo”. Dopo la consegna degli omaggi ai relatori dellaserata da parte del primo cittadino Prof. Remo Bruni, è seguito un ricco buffet offerto dalla fa-miglia Ascani in ricordo di un loro congiunto, scomparso alcuni anni fa. Presenti, tra il nume-roso pubblico, varie autorità tra cui: assessori e consiglieri dell’amministrazione comunale diRipatransone; la dirigente scolastica, Prof.ssa Laura D’Ignazi, il presidente della Fondazione“Luigi Mercantini”, Prof. Marco Bagalini ed autorità dell’hinterland.

Quelli della Valtesino ... Infine sono inter-venuti i protagonisti della serata, quei ra-gazzi, ormai ex alunni della Scuoladell’Infanzia di Valtesino, figli, molti di loro,della nostra Comunità Parrocchiale Madonnadi Fatima e membri del Gruppo di Catechesi“I Magnifici”, che con il loro plastico hannovinto il concorso “Un ospedale con più sol-lievo”, organizzato annualmente dalla Fon-dazione Ghirotti in occasione della GiornataNazionale del Sollievo, che ha dato inizio al

rapporto tra la Fondazione stessae la Città di Ripatransone. Anchegrazie a Valtesino, alla sua Scuoladell’Infanzia, ai figli ed alle fami-glie della nostra Comunità Parroc-chiale ora la nostra Città diRipatransone è “Città del Sol-lievo”.

da ripatransone a cura di a.g. - i.a.

Ripatransone è la prima “Città del Sollievo”14 novembre 2013 - Abbazia di Fiastra

Ritiro dei sacerdoti nel ricordo dei cari defunti

Monteprandone: Ricco programma di iniziative culturali in onore di San Giacomo della Marca.

I 60 sindaci de ”La rete delle Città di San Giacomo dellaMarca” in udienza dal Santo Padre, Papa Francesco.L’edizione 2014 dei festeggiamenti in onore del Santo Patrono San Giacomo della Marcaoltre a confermare quanto svolto con successo negli anni precedenti ha una novità di no-tevole rilievo e di particolare valore religioso e culturale: il 27 novembre i 59 sindaci della“Rete delle città di San Giacomo” guidati dal sindaco del comune di Monteprandone, Ste-fano Stracci, in qualità di comune capofila delprogetto, saranno ricevuti in udienza dal SantoPadre, Papa Francesco. Tale appuntamento co-stituisce l’imprimatur a questo progetto culturale-religioso sviluppato dall’Amministrazione comu-nale di Monteprandone, che al termine di un’at-tenta ricerca storica, ha constato che il SantoMonteprandonese, durante la sua longeva esi-stenza terrena, è stato in ciascuna delle munici-palità che per mano dei rispettivi rappresentantihanno sottoscritto il protocollo di intesa che li hauniti nel nome e nell’opera di San Giacomo dellaMarca. Non poteva esserci circostanza miglioredi questa; un Papa dallo stile di vita francescanonon poteva non ricevere in udienza la delega-zione dei 60 sindaci che condividono l’espe-rienza storica di rappresentare i territori, in cuiSan Giacomo della Marca da Monteprandone,francescano minore, cofondatore con San Ber-nardino da Siena e San Giovanni da cape-strano dell’Osservanza Francescana, ha svoltola sua intensa e luminosa azione pastorale.

FC.

Al Paese Alto di S.Benedetto festa nella festaDopo i risultati ottenuti proprio ci voleva“Cantate inni al Signore con la cetra, con la cetra e al suono di strumenti a corde;

con le trombe e al suono del corno acclamate davanti al re, il Signore” (dal Salmo 97).

Questo è il salmo con cui abbiamo pregato domenica 17 novembre e contiene le parole adatte per descriverela gioia, la gratitudine, la lode con cui l’Associazione Amici del Paese Alto, il Comitato di Quartiere PaeseAlto e tutta la comunità ha voluto ringraziare il Signore, innanzitutto, e poi tutti gli operatori che hannocontribuito alla buona riuscita della Festa del Patrono S.Benedetto Martire 2013. Ci è sembrato doverosofesteggiare partecipando insieme alla santa messa, perché ciò che ha reso speciale la nostra Festa è donodi Dio: amicizia, collaborazione, condivisione delle fatiche e delle gioie, gratuità e servizio. La santa messa,celebrata dal nostro don Romualdo, è stata animata dai ragazzi e dagli adulti, che nonostante le differenzedi età, hanno saputo trovare un feeling durante la Festa. I festeggiamenti sono continuati nel salone par-rocchiale dove abbiamo pranzato insieme e visto un cd con le foto ricordo dei bei momenti vissuti durantei giorni della festa. Certi che questo spirito di collaborazione e di amicizia continui a portare buoni fruttianche in futuro, mi va di concludere con una frase semplice, ma vera che un collaboratore ha detto: “Conquesta GRINTA ragazzi.....non ci ferma nessuno!”

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DOMANDE E RISPOSTESULLE OFFERTE INSIEME AI SACERDOTI

Ognuno di noi è parte della Chiesa. La Chiesa ècosa mia, io le appartengo e lei mi appartiene. Secredo in Gesù Cristo, se ho questa speranza den-tro il cuore, e non la disperazione, è merito suo,è della Chiesa che mi ha accolto. Perciò mi sentoresponsabile: tocca anche a me contribuireperché questa Chiesa possa accogliere tantialtri come me.

Al cuore di tutto l’Eucarestia. E con Essa i sacer-doti. Vicini. E lontani, lontanissimi, che mai vedròma che esistono e hanno bisogno di me, perchéio appartengo a loro e loro a me.

Don Donato, a Roma è parroco di una delle26.000 parrocchie italiane, e fa parte dellaChiesa. Così come anche don Luigi a Rimini, donGiancarlo a Lamezia Terme, don Antonio a Napoli

e via via, insieme a tutti i 37.000 sacerdoti dioce-sani, compresi quelli anziani e malati. Tutti sononel cuore della nostra Chiesa.

La responsabilità di provvedere economicamen-te al loro sostentamento torna su ogni fedele,proprio come un tempo, alle origini, quandotutto cominciò. Questione di “dovere” penseràqualcuno. Giusto. Prima ancora è questione di“fede” e di “affetto”, che danno senso al dovere.Innanzitutto c’è questo pensiero. Allora l’offerta,destinata esclusivamente al loro sostentamento,smette di essere un semplice esborso di denaroe diventa un gesto di comunione. Questo ilsenso della Giornata Nazionale che si celebra il24 novembre.

Comunione e libertà di donare. Il tempo donatoè un gesto d’amore importante, verso il prossimoe verso Dio. E il Signore ama chi dona e chi “si”dona con gioia. Siamo liberi di donare tempo,sorrisi, confortare e aiutare. E liberi di sostenereeconomicamente la Chiesa anche tramite unapiccola offerta destinata non solo al nostroparroco, ma a ogni “don” che si è offerto di ser-vire Gesù e la Chiesa attraverso un “sì” alla Suachiamata.

Maria Grazia Bambino

ESISTONO REALTÀ IN CUI I SACERDOTI SONO L'UNICA LUCE. AIUTALI A TENERLA ACCESAA difesa delle creature, di terra e acqua, dono diDio. Don Maurizio Patriciello, parroco di SanPaolo apostolo a Caivano, è oggi voce di tantisenza voce nella Terra dei fuochi. Un’area di duemilioni di abitanti tra le province di Napoli eCaserta, dove da anni bruciano senza sosta roghitossici, controllati dalla camorra. Un businesssenza fine, alimentato dallo smaltimento illegaledi rifiuti tossici da parte di imprese di tutta Italia,nel silenzio di amministratori e politici corrotti ocollusi con i clan. “L’anticamera dell’inferno” l’hadefinita un comandante del Corpo Forestale.Oggi la mortalità sul territorio è doppia rispettoal resto del Paese. Non c’è ormai una famigliache non conti uno o due vittime. Hanno dai 9 ai55 anni i nomi di quelli che don Maurizio ricor-da nelle celebrazioni. “La terra avvelenata e tradita avvelena e tradiscel’uomo - dice il sacerdote - oggi i rifiuti vengonosia interrati, sia bruciati per non lasciare tracce”.

In Italia, tra diffuse violazioni ambientali e cam-biamenti climatici, sono sempre più numerosi ipreti diocesani che si dedicano a questa nuovaevangelizzazione, attraverso la custodia del crea-to. Perché dalla salvaguardia del patrimonionaturale dipendiamo per la salute e la vita. DonPatriciello non è solo. L’intera Chiesa è con lui.Dai vescovi e parroci campani a tutti i fedeli ita-liani che sostengono la sua missione, ancheattraverso le Offerte per il sostentamento. Segnodi vicinanza e corresponsabilità verso i nostripreti diocesani, che si fanno pane spezzato nel-l’annuncio del Vangelo e nel servizio ai più deboli.

VICINO AI SACERDOTI, VICINO AL CUORE DELLA CHIESA

I SACERDOTI FANNO TANTO PER TUTTI NOICon un’Offerta possiamo ringraziarli tutti

CHI PUÒ DONARE L’OFFERTA PER I SACERDOTI?Ognuno di noi. Per se stesso, ma anche a nome della famiglia o diun gruppo parrocchiale. Importante è che il nome del donatorecorrisponda ad una persona fisica.

COME POSSO DONARE?� Con conto corrente postale n. 57803009 intestato a “Istituto

centrale sostentamento clero – Erogazioni liberali, via Aurelia 79600165 Roma”

� Con uno dei conti correnti bancari dedicati alle Offerte, indicatisul sito www.insiemeaisacerdoti.it

� Con un contributo diretto all’Istituto sostentamento clerodella tua diocesi.La lista degli IDSC è su www.insiemeaisacerdoti.it

� Con carta di credito CartaSì, chiamandoil numero verde CartaSì 800-825 000 o donando on line suwww.insiemeaisacerdoti.it

DOVE VANNO LE OFFERTE DONATE?All’Istituto Centrale Sostentamento Clero, a Roma. Che le distribuisce equamente tra i circa 37 mila preti diocesani.Assicura così una remunerazione mensile tra 883 euro netti almese per un sacerdote appena ordinato, e 1.380 euro per unvescovo ai limiti della pensione. Le Offerte sostengono anche circa3 mila preti ormai anziani o malati, dopo una vita intera a serviziodel Vangelo e del prossimo. E 600 missionari nel Terzo mondo.

PERCHÉ OGNI PARROCCHIA NON PUÒ PROVVEDERE DA SOLAAL SUO PRETE?L’Offerta è nata come strumento di comunione tra sacerdoti efedeli, e delle parrocchie tra loro. Per dare alle comunità più pic-cole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della“Chiesa-comunione” delineata dal Concilio Vaticano II.

CHE DIFFERENZA C’È TRA OFFERTE PER I SACERDOTI E L’OBOLO RACCOLTO DURANTE LA MESSA?È diversa la destinazione. Ogni parrocchia infatti dà il suo contri-buto al parroco. Che può trattenere dalla cassa parrocchiale unapiccola cifra (quota capitaria) per il suo sostentamento. È pari a0,0723 euro al mese per abitante. E nella maggior parte delle par-rocchie italiane, che contano meno di 5 mila abitanti, ai parrocimancherebbe il necessario. Le Offerte e l’8xmille vengono allora inaiuto alla quota capitaria.

PERCHÉ DONARE L’OFFERTA SE C’È GIÀ L’8XMILLE?Offerte e 8xmille sono nati insieme. Nel 1984, con l’applicazionedegli accordi di revisione del Concordato. L’8xmille oggi è unostrumento ben noto, e non costa nulla in più ai fedeli.Le Offerte invece sono un passo ulteriore nella partecipazione:comportano un piccolo esborso in più ma indicano una scelta divita ecclesiale. Tuttora l’Offerta copre circa il 3% del fabbisogno, edunque per remunerare i nostri sacerdoti bisogna ancora far rife-rimento all'8xmille. Ma vale la pena far conoscere le Offerte per-ché questo dono indica una scelta consapevole di vita ecclesiale.E raggiunge anche i sacerdoti di parrocchie piccole e lontane.

PERCHÉ SI CHIAMANO ANCHE “OFFERTE DEDUCIBILI”?Perché si possono dedurre dal reddito imponibile nella dichiara-zione dei redditi fino a un massimo di 1.032,91 euro l’anno.

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Adozione, una sfida contro correntecollaborazione tra il centro Famiglia e l’a.Mo. di Fano

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Centro Famiglia di San Benedetto del Tronto e l’as-sociazione A.Mo. di Fano stringono un’intesa volta a promuovere la pratica dell’adozionenelle famiglie. Il consultorio familiare sambenedettese rappresenterà il punto di riferimentonel sud delle Marche per coloro che intendono ricevere informazioni sull’Adozione e laCooperazione per la tutela dei minori; la collaborazione del Centro con l’ente autorizzato(secondo la legge 476/98 e accreditato nei paesi: Bulgaria, Romania, Sri Lanka e Ucraina)permetterà di fornire tutta l’assistenza, la preparazione e la formazione necessaria affinchél’incontro tra la famiglia aspirante all’adozione e il bambino in situazione di abbandono siafrutto di un percorso nel quale le risorse degli adulti emergano in relazione ai bisogni deibambini. L’Associazione A.Mo., attualmente guidata dal presidente Stefano Seri, con sedia Fano, a Guardamiglio in provincia di Lodi e a Ploaghe in provincia di Sassari, si ponecome obiettivo prioritario quello di garantire ai bambini, in stato di abbandono dichiarato,la possibilità di essere accolti all’interno di una famiglia. Inoltre A.Mo finanzia progetti dicooperazione internazionale finalizzati alla prevenzione e al contrasto del fenomeno del-l’abbandono dei minori e promuove il sostegno a distanza dei minori che vivono in realtà didegrado e in condizioni igienico-sanitarie inadeguate. La preziosa collaborazione avviata,che a partire da gennaio del prossimo anno si concretizzerà con specifici eventi di sensibi-lizzazione, coordinati da Catia Cichetti, vuole essere innanzitutto un’occasione di conoscenzae di riflessione sul tema dell’adozione, per poi divenire un’attività di supporto per i futurigenitori adottivi. Oggi, purtroppo, sono sempre meno le coppie che si avvicinano al percorsodell’adozione preferendo a questo cammino il ricorso a tecniche di fecondazione assistita.Altre cause della flessione sono il rallentamento delle attività di collaborazione in alcuniPaesi e, non ultimo il timore di incorrere in truffe. Per avere un ordine di grandezza del fe-nomeno, basti pensare che nel corso del 2012, la Commissione per le Adozioni Internazionaliha rilasciato l’autorizzazione all’ingresso in Italia per 3.106 bambini provenienti da 55 Paesi,adottati da 2.469 famiglie residenti in Italia. Tali dati fotografano una realtà diversa rispettoal 2011, evidenziando un calo piuttosto consistente, pari al 22,8% per quanto riguarda il nu-mero di minori adottati, al 21,7% per quanto riguardail numero delle coppie adottive. Ebbene, l’associazionedi volontariato Centro Famiglia vuole far conoscerequesto percorso attraverso testimonianze, esperienze efacilitatori per diffondere nelle nostre coscienze la con-sapevolezza che ci sono tantissimi bambini già nati cheaffollano gli istituti e che stanno aspettando una fami-glia. Centro Famiglia e A.Mo., insomma, vogliono of-frire un’opportunità a questi bambini di incontrarequelli che, anche se ancora non lo sanno, potrebberoaccoglierli nella loro vita, diventando i loro genitori.centro Famiglia-dina Maria laurenzi

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Una partenza particolare, caratterizza l’inizio del nuovo annopastorale: essere in missione!Mi sono interrogato molto se usare la parola missione o cer-care altri termini più adeguati al linguaggio del tempo e piùvicini alla sensibilità dei giovani e alle attese degli adulti.Alla fine, ho deciso di lasciare questo termine nella densitàe nella bellezza con cui risuona nel vangelo! Missione ri-

manda a Gesù che chiama ed invia. Missione implica de-stinatari amati e attesi dall’amore di Dio.Mettiamoci “in gioco” e osiamo la missione!

Usciamo dal “tempo usato” della vita di ogni giorno, perraccoglierci in un “tempo straordinario”, per vivere meglioil quotidiano. Papa Francesco non si stanca mai di ripetere:“Non fatevi rubare la speranza”. Cari parrocchiani, vorrei dirlo anch’io, conla stessa intensità e premura del Papa. La speranza non è l’ultima a morire… ma è “la piccola sorellache tiene in una mano la fede e dall’altra la carità come sorelle maggiori”. La speranza non ci fa starea guardare, ma muove i nostri passi e ci fa rischiare ancora!Con questa certezza, viviamo dal 27 novembre al 3 dicembre un tempo di missione.

Saranno con noi le Suore Apostoline, che, facendo eco alla Parola di Gesù: “Chiamateli”, ci raggiun-geranno fino “ai crocicchi delle strade”, per portarci il vangelo della gioia e invitarci nella “sala dellavita”, per gustare con Gesù il banchetto della festa. A Maria, Madre dell’Amore urgente, chiediamodi renderci tutti missionari. In cammino con voi

don Lanfranco, parroco

Parrocchia San Savino - Anno Pastorale 2013-2014

In gioco con Cristo.

Tutti missionari!Lettera alla famiglia parrocchiale.

Associazione Italiana Amici del Presepio

Sezioni di: San Benedetto del Tronto, Fermo, ascoli Piceno.

Domenica 1 Dicembre 2013Caro Amico,come ogni anno si terrà la prima domenica di avvento. lo scorso anno ci siamo ritrovati a

Fermo mentre quest’anno si terrà ad acquaviva Picena. dopo la S. Messa potremo ammirare

nel chiostro del convento di San lorenzo Martire la mostra di 14 diorami realizzati da padre

giuliano del Medico in occasione dei festeggiamenti dei 400 anni dell’insediamento dei frati

agostiniani Scalzi in acquaviva Picena.

Programma:

ore 9,40 ritrovo presso il Belvedere Rosa Piattelli.

ore 10,00 la celebrazione eucaristica verrà ufficiata nel convento San lorenzo Martire

da Padre luigi durante la quale saranno benedetti i Bambinelli (a tutti i bambini sarà donato

un piccolo gesù Bambino)

ore 12.30 pranzo presso un ristorante locale. Seguirà la visita della mostra presepistica

allestita in collaborazione dell’associazione “le due colline”.

ore 18.00 foto di gruppo saluti e partenza per il rientro

Gloria et Pax. i dirigenti delle sezioni

Fermo - San Benedetto del T - ascoli Piceno

Il/la sottoscritto/a ..…………………………… recapito …………………………...Partecipa alla festa e prenoto il pranzo per n°……. persone (circa 23.00€ cad.)N.B. Si prega confermare la presenza al pranzo entro e non oltre 24/11/2013 ai seguentirecapiti telefonici:angelini Roberto 339 3990624 (per S Benedetto T.)

chiaromonte aldo 0735 594529 (per S.Benedetto T.) ore pasti

ortolano Stefano 335 282206 (per Fermo)

Spadea alessandro 328 6129831 (per ascoli Piceno).