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www.enpam.it ENPAM Fondato da Eolo Parodi Anno XVII - n° 4-2012 Copia singola euro 0,38 IL GIORNALE DELLA dei Medici e degli Odontoiatri Previdenza Poste Italiane SpA Spedizione in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1, comma 1 CNS/AC-Roma periodico Omologato 3 LONGEVITÀ Nuove sfide per l’Ente 4 5 X MILLE ALL’ENPAM Aiutare i colleghi che soffrono 14 FONDAZIONE Passaggio di consegne all’Enpam Longevità: secondo i calcoli del Fondo monetario internazionale l’allungamento della vita media sta diventando un problema non solo da un punto di vista previdenziale, ma anche da quello assistenziale, sanitario e del vivere civile

Anno XVII - n° 4-2012 IL GIORNALE DELLAFondato da Eolo Parodi ENPAM Anno XVII - n 4-2012 Copia singola euro 0,38 IL GIORNALE DELLA dei Medici e degli Odontoiatri Previdenza Poste

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14FONDAZIONEPassaggiodi consegneall’Enpam

Longevità: secondo i calcoli del Fondo monetario internazionale l’allungamento della vita media sta diventando un problema non solo da un punto di vista previdenziale, ma anche da quello assistenziale, sanitario e del vivere civile

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SOMMARIO

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LANumero 4/2012

4 - 2012

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3 Passaggio di consegne all’Enpam

4 Quota A e patto tra generazioni

7 La fuga dalla Quota A

8-9 Cassa pensioni sanitari, tesoro perso

10-11 Longevità, paziente anziano fragile

12 Terza età, vita post lavorativa

14 Assistenza, 5 per mille all’Enpam

15-16 I vantaggi di FondoSanità

17-18 Governo-Casse, si discute di previdenza

19 Libera professione,Enpam e Inps fanno chiarezza

20 Dipendenti Asl e trattenuta per il Tfr

21 Donne, uscita possibile a 57 anni

22-23 Specializzandi, un obiettivo è raggiunto

24 Congresso Federspev

26-27 Sifilide, saperla riconoscere e curare

28-29 Trapianti, come donare gli organi

30-31 Allergie di stagione

32-33 Quando il camice ha le “stellette”

34-35 Affermare diritti e dignità sul lavoro

36-39 Congressi, convegni, corsi

40 Poliomielite, tenere alta la guardia

42-43 Come comunicare con il paziente

44-45 Sport, sì ma con le dovute cautele

47 Giornata del malato oncologico

48-49 Somalia, cambiano le regole antipirateria

50 “Linfa”, rete di Pronto soccorso oncologico

52 Luciano Onder, la sanità in TV

53 Cento anni fa il Nobel di Alexis Carrel

54-55 Vita degli Ordini

56-59 Recensioni libri

60 “L’Aziendalino”, dizionario aziendale

62-63 Parliamo di… madri bambine

64-65 Società, se l’umanità è in default

66-67 Storia della medicina, donne del Risorgimento

68-69 Viaggi, Mosca capitale rinnovata

70 Cinema, gli effetti speciali

71 Musica, la Giornata del jazz

72 Mostre, Dalì e Mirò

73 Mostre ed esposizioni

74 Filatelia

76 L’avvocato

77 Crisalli saluta con una stretta di mano

78-79 Notizie flash Enpam

80 Parliamo di noi

in questo numero

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34 - 2012

L’EDITORIALEre a dare mutui agli iscritti ein particolare ai giovani me-dici e odontoiatri che cercanodi acquistare la loro prima ca-sa o un locale da adibire a stu-dio professionale. Già dalloscorso febbraio una commis-sione è al lavoro per studiarecome fare: tra le ipotesi allostudio, per esempio, c’è quel-la di concederli tramite ban-che, cui l’Enpam potrebbe af-fidare propri capitali da uti-lizzare a questo scopo.

Mentre questo Consiglio diamministrazione lavora com-patto per concretizzare ilcambiamento che è stato al-la base del suo programmaelettorale, all’interno del-l’Enpam stiamo realizzandoanche un’analisi attenta di ciòche è stato fatto finora.

Il mio primo atto da Presi-dente facente funzioni è statoquello di chiedere al Comita-to di controllo interno, pre-sieduto da un magistrato del-la Corte dei Conti, di esten-dere le sue verifiche anche alpatrimonio immobiliare. Que-st’organo indipendente verifi-cherà le procedure di investi-mento, l’attività di gestioneamministrativa e tecnica e fa-rà valutazioni anche sulla nuo-va sede costruita per ospitaregli uffici della Fondazione.

In parallelo abbiamo an-nunciato il rafforzamento del pool legale a servizio dell’En-pam per tutelare l’immaginedella Fondazione e per attiva-re, ovunque questa strada siapercorribile, azioni di rivalsae di risarcimento. Perché - loripeterò all’infinito - le pen-sioni dei medici e degli odon-toiatri sono sacre. •

(*) Presidente facente funzionidella Fondazione Enpam

di Alberto Oliveti (*)

Dal 27 aprile, su deliberadel Consiglio di ammi-nistrazione, ho assunto

la responsabilità gestionale ela legale rappresentanza del-la Fondazione Enpam. Il Pre-sidente Eolo Parodi, infatti,si è autosospeso per metterela Fondazione nelle miglioricondizioni di ripristinare laverità, nell’interesse di tutti imedici e gli odontoiatri e a di-fesa dei principi di onestà edi correttezza a cui Parodi siè sempre ispirato.

La migliore risposta che po-tremo dare ora alla sua deci-sione è di difendere la serie-tà dell’Enpam e di dimostra-re che è un Ente solido.

In questa nuova legislatura ab-biamo fatto fin da subito scel-te importanti e coerenti con ilprogramma presentato in fa-se elettorale. Abbiamo lavo-rato per il cambiamento: cisiamo dotati di un modello digaranzia procedurale su tut-to il patrimonio della Fonda-zione; siamo intervenuti suimodelli e sugli strumenti di la-voro, dei sistemi informatici edella comunicazione; è statoavviato un percorso di con-fronto sulla riforma dello Sta-tuto, con una commissioneparitetica Enpam-Fnomceo

che ha prodotto un questio-nario valutativo alle organiz-zazioni professionali; a finemarzo abbiamo approvato lariforma delle pensioni, sot-toposta ufficialmente ai mi-nisteri vigilanti, dai quali ciattendiamo ora la risposta de-finitiva.

E infatti i ministeri hanno 30giorni di tempo per approva-re la riforma, o chiederne mo-difiche, a decorrere dalla da-ta di consegna del testo nor-mativo accompagnato dai do-cumenti tecnici redatti dallostudio attuariale indipenden-te (Orrù&Associati). La do-cumentazione ci è stata con-segnata dallo studio incarica-to nella seconda metà di mag-gio. Si tratta di valutazioni at-tuariali molto complesse cherichiedono un tempo di ela-borazione piuttosto lungo.

Le valutazioni dell’attuario in-caricato hanno confermatoche la nostra riforma rispettai requisiti fissati dal ministroFornero. In particolare il sal-do corrente della Fondazionerisulta sempre positivo in unarco temporale di 50 anni, conun saldo previdenziale chenon tocca mai la riserva lega-le e che a termine è positivo.Non solo, una nota del Lavo-ro definisce il tasso di redditi-vità del patrimonio in una mi-sura non maggiore all’1% intermini reali. Noi abbiamousato il tasso di inflazionesemplice, per cui, ancora una

Passaggio di consegne all’Enpam

volta prudenti, passata la ve-rifica straordinaria avremomargini positivi di adatta-mento.

In attesa di conoscere il pare-re definitivo del Ministro, ab-biamo proseguito nel nostrolavoro seguendo la linea di fer-mezza e trasparenza che ci sia-mo dati a inizio legislatura.

Come presidente facente fun-zioni ho voluto fin da subitocompletare il percorso di cam-biamento nella gestione degliinvestimenti, dettando i crite-ri per i futuri investimenti. Lalogica delle scelte finanziarieva rovesciata: d’ora in poil’Enpam applicherà quella cheho chiamato regola dello “ze-ro virgola”. Difficilmente,cioè, prenderemo in conside-razione investimenti che inpartenza prevedono commis-sioni superiori all’uno per cen-to. Questo perché il nostromodello, che mette al centrola previdenza, richiede inve-stimenti finalizzati alla prote-zione del capitale nel tempo.Per questa finalità la garanziadi maggior guadagno sta in-nanzitutto nello spendere po-co. Ben diversi, invece, sonogli investimenti fatti a fini spe-culativi che, mirando al mas-simo rendimento e preveden-do l’uso di strumenti finanziarisofisticati, possono anche giu-stificare commissioni fisiolo-gicamente elevate. Ma noi nonvogliamo fare speculazioni.

È nostra volontà ricomincia-

Alberto Oliveti Presidente f. f. della Fondazione

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PREVIDENZA

44 - 2012

Quota A e longevità crescente, un dibattito che si apre

Quota A, come nasce il patto intergenerazionale

Perché esiste la Quota A? Ha ancora un senso e una con-venienza mantenere il contributo minimo in questa for-ma? Ci rendiamo conto di tutti vantaggi collegati all’esi-stenza di un Fondo generale a cui tutti aderiamo? Men-tre aspettiamo il responso dei ministeri vigilanti sulla ri-forma complessiva delle pensioni Enpam, la Fondazioneguarda già avanti lanciando un dibattito che potrà conti-nuare nei prossimi numeri del giornale. Partiamo riper-correndo le origini del Fondo generale, istituto fondativodell’Enpam, e analizziamo il patto di solidarietà su cui siregge il nostro sistema di previdenza e di assistenza.

Nelle prossime pagine ci interrogheremo anche sulle nuovesfide che l’Ente previdenziale dei medici e degli odontoiatridovrà prepararsi ad affrontare nel futuro. Prenderemo spun-to da uno studio del Fondo Monetario Internazionale sullalongevità crescente. Il fenomeno è ben noto, tanto che gli at-tuari ne hanno già tenuto conto per valutare la sostenibilitàdel sistema previdenziale Enpam alla luce della riforma incorso. Ma oltre ad incidere sull’equilibrio dei conti previden-ziali, l’allungamento dell’età comporta anche nuovi bisognisanitari, sociali ed economici. Ne cominciamo a parlare pertempo, per essere pronti al momento della necessità.

no versato nulla all’Ente pre-videnziale appena costituito.L’iscrizione obbligatoria al-l’Enpam, dunque, vale di persé come garanzia di una cer-tezza. L’evoluzione del Fondo diprevidenza generale (QuotaA), il Fondo di tutti i medi-ci, si scrive con la storia diun patto intergenerazionaleche nel tempo si fa semprepiù saldo. Alla fine degli an-ni ’80 (precisamente il 1989)viene introdotta, tra le pre-stazioni della Quota A, l’in-tegrazione al minimo nei ca-si di invalidità totale e per-manente e di morte prema-tura, anche in assenza dicontributi versati (oggi circaquindicimila euro all’anno).Unico requisito necessario esufficiente è l’iscrizione al-l’Ordine, diversamente daquanto prevede l’Inps (ed exInpdap) nel quale si richiedeun’anzianità contributiva mi-nima. In questo modo la (segue a pag. 6)

di Arcangelo Lacagnina (*)

L’Enpam viene istituitocon un decreto regiodel 1937 come Cassa

di assistenza del sindacatonazionale fascista dei medi-ci (CASNFM). Inizialmen-te possono iscriversi solo imedici rappresentati dai sin-dacati fascisti, poi la possi-bilità di iscrizione si esten-de a tutti i medici indipen-dentemente dalla loro ade-sione sindacale.La Cassa concede assegniassistenziali temporanei agliiscritti, borse di studio ai fi-gli dei medici e, solo in qual-che caso, quando le risorselo permettono, paga ancheprestazioni previdenziali.

Con la caduta del fascismovengono ricostituiti gli Or-dini delle professioni sani-tarie (medici-chirurghi, ve-terinari, farmacisti) e si sta-bilisce contestualmente l’ob-bligo di iscrizione e di con-tribuzione all’Ente previ-denziale di riferimento perciascuna categoria.

La Cassa nazionale di assi-stenza dei medici assume ilnome di Enpam. È il 1950:nasce ufficialmente l’Ente diprevidenza e di assistenza ditutti i medici italiani iscrittiall’albo.

Il passaggio dall’assistenzaalla previdenza viene segna-to da un atto di grande soli-darietà: nel momento dellasua istituzione come Entepensionistico pubblico, l’En-pam paga la pensione a tut-ti i medici iscritti all’Ordine,anche agli ultrasessantacin-quenni che di fatto non han-

Quota A tutela i giovaniiscritti, assicurando loro unagaranzia che consente diguardare al futuro con sere-nità quando la carriera pro-fessionale è una strada an-cora tutta da percorrere.

La riforma Monti-Fornero:cumulare le pensioni con-viene

Mai come oggi la contribu-zione alla Quota A è un van-taggio previdenziale e assi-stenziale che va difeso comevalore e forza di una catego-ria. Oggi infatti sappiamocon certezza che, nel pub-blico impiego, chi ha inizia-to a lavorare di recente rice-verà una pensione non mol-to superiore al 50% dell’ul-timo stipendio. Per questaragione – si dice spesso - ènecessario essere previdentie decidere di integrare per

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PREVIDENZA

64 - 2012

• 1937, Decreto Regio: nasce la CASNFM (Cassa di As-sistenza del Sindacato Nazionale Fascista dei Medici).

• 1946, Decreto del Capo Provvisorio dello Stato(DLCPS) n. 233 del 13 settembre, vengono ricostitui-ti gli Ordini delle professioni sanitarie e si stabiliscel’obbligo di iscrizione e di contribuzione al proprio En-te di previdenza per tutti gli iscritti agli Albi provin-ciali e l’obbligo del pagamento dei contributi dovuti al-le rispettive Casse. I Consigli Nazionali e le Federazioninazionali degli Ordini dei medici-chirurghi e odonto-iatri hanno il potere di determinare e imporre il con-tributo di iscrizione.

• 1950, DPR 27 ottobre, la Cassa nazionale di assi-stenza dei medici (CNAM) diventa Enpam. Viene adot-tato il regolamento esecutivo di applicazione delDLCPS.

• 1958, DPR n.931 del 2 settembre, viene approvatoil primo Statuto delll’Enpam.

• 1995, Dlgs n. 509, l’Enpam assume personalità giu-ridica privata e si trasforma da Ente pubblico a Fon-dazione. L’obbligatorietà di iscrizione e di contribu-zione viene estesa agli Odontoiatri.

• Aprile del 2000, viene approvato il nuovo Statutodella Fondazione.

UN PO’ DI CRONISTORIA

(continua da pag. 4)

tempo il montante contribu-tivo scegliendo di investire ipropri risparmi in Fondi pen-sione complementari.

Ma i giovani medici e denti-sti, che lavorano come di-pendenti, hanno di fatto unagaranzia istituzionale in più,la Quota A Enpam, un’assi-curazione obbligatoria di ti-po assistenziale e previden-ziale che, oltre all’assistenza,dà diritto a:• una pensione di base, cu-mulabile con l’assegno ero-gato dall’Inps (ed ex Inpdap);• una pensione di quasi quin-dicimila euro nei casi di in-

validità assoluta e perma-nente, e nei casi di decessodell’iscritto in attività;• un’indennità di maternitàalle giovani professioniste an-che in assenza di redditi pro-dotti.

Insomma in questo momen-to di riforma strutturale delsistema previdenziale pub-blico, che si fonda sul meto-do di calcolo contributivo,pensare a come ridurre i con-tributi sembra un’intenzionepiuttosto anacronistica. •

(*) Consigliere di amministrazione Enpam

e Presidente dell’Ordine di Caltanissetta

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74 - 2012

PREVIDENZA

La poco solidale fuga dalla Quota A

di Alessandro Innocenti (*)

Negli ultimi mesi di-versi colleghi si sonocancellati dall’Ordi-

ne di Sondrio. La motiva-zione, per tutti, è stata quel-la di evitare il pagamentodel contributo minimo del-l’Enpam. Sei o sette medicicancellati possono sembra-re pochi in assoluto ma, serapportati agli 880 iscrittitotali della nostra piccolaprovincia, è facile conclu-dere che il fenomeno - al-meno da noi - ha assuntouna proporzione piuttostosignificativa. Nella maggiorparte dei casi ad abbando-nare il camice bianco sonostati ex ospedalieri fra i 58e i 60 anni che hanno uti-lizzato l’ultima finestra uti-le per andare in pensioneprima della stretta governa-tiva che ha interessato la pre-videnza dei dipendenti pub-blici. Fra loro c’erano ane-stesisti, un radiologo, un or-topedico: specialisti cheavrebbero potuto continua-re a lavorare ma che, can-cellandosi dall’albo, si sonopreclusi la possibilità di eser-citare la professione. Proprioper questo la loro scelta, mo-tivata da una spinta econo-

mica, può apparire contrad-dittoria se si pensa alle pos-sibilità di guadagno cui han-no rinunciato. Per di più, ilcontributo intero di QuotaA (1.304 euro interamentededucibili dalle imposte)esonera da ogni altro ver-samento previdenziale suiprimi 10 mila euro di com-pensi libero professionali.E anche la tassazione,quando si diventa pensio-nati, è in genere più van-taggiosa rispetto a chi è di-pendente a stipendio pieno. Ma allora perché questi ab-

bandoni? Il problema è cheuna spinta poderosa è ve-nuta dagli aspetti mediaticiche hanno interessato la no-stra Fondazione negli ulti-mi tempi. Si sono dette tan-te cose inesatte: “l’Enpam èin fallimento”, “c’è un bu-co da un miliardo”, “la Cas-sa è in default”. La conse-guenza è che ora molti te-mono, irragionevolmente,che i soldi versati vadano afinire nel nulla. La domanda che molti col-leghi si fanno è: “Perché de-vo pagare questi denari?”.La risposta è che la Quota Aserve ad aumentare il pro-prio assegno pensionistico.Al compimento del 65° an-

no di età l’Enpam darà unapensione che alcuni defini-scono “da fame” ma che, sela matematica non è un’opi-nione, a conti fatti restitui-sce tutto quanto si è versatonel corso della vita lavorati-va, con l’aggiunta di interessialtissimi. Il danno del man-cato versamento, quindi, èprima di tutto personale. A questo si aggiunge il vul-nus al nostro sistema soli-daristico, che guarda agli an-ziani come ai giovani. Infat-ti la Quota A serve a finan-ziare anche l’assistenza, l’in-

dennità di maternità e lepensioni minime in caso diinvalidità permanente o dimorte prematura. Quantigiovani oggi sono precari?Quanti si arrabattano tra di-versi lavori in attesa di su-perare l’esame per entrarein convenzionamento con ilSSN? La Quota A del Fon-do generale è disegnata pervenire incontro alle loro ne-cessità: da un lato, forti diun vincolo di solidarietà in-tergenerazionale, i giovanipossono pagare un contri-buto molto ridotto, dall’al-tro è come se fossero copertida un’assicurazione controle sventure della vita. Infat-ti, se a un medico o a un

odontoiatra capitasse qual-che guaio che gli impedissedi continuare a lavorare, po-trebbe contare su una pen-sione minima di circa 15 mi-la euro all’anno. Una cifrache viene riconosciuta an-che ai giovani che hannoversato poco o niente. Tut-to ciò rende l’Enpam unico.Ma non basta: consideria-mo anche i sussidi che laFondazione eroga ai colle-ghi colpiti da calamità na-turale o in gravi difficoltà.Nel nostro piccolo Ordine,per esempio, negli anni l’En-pam ha versato contributi amedici che si sono trovati incondizioni d’indigenza. Og-gi la Fondazione aiuta uncollega a pagare la retta del-la residenza per anziani do-ve è ricoverato. Adesso ab-biamo in carico delle fami-glie con bambini e ragazziche devono crescere. E perquesti ultimi non è statopossibile ottenere il suppor-to dell’Onaosi perché i ge-nitori non erano iscritti.Esempi che ispirano un pa-rallelismo tra il dibattito sul-la Quota A e quello, avve-nuto tempo fa, sull’obbliga-torietà dell’Onaosi: quandoci si sgancia dai meccanismidi solidarietà della catego-ria, alla fine a pagare le con-seguenze sono sempre i piùdeboli. •

(*) Presidente dell’Ordine di Sondrio

e Consigliere di ammini-strazione Enpam

La Quota A serve anche a finanziarel’assistenza, l’indennità di maternità

e le pensioni minime in caso di invaliditàpermanente o di morte prematura

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84 - 2012

PREVIDENZA

di Claudio Testuzza (*)

I medici dipendenti dalServizio sanitario na-zionale risultano, oggi,

iscritti all’Inpdap, un Isti-tuto previdenziale costi-tuitosi negli anni ’90 rag-gruppando gli Enti dei di-pendenti pubblici (Enpas,Inadel, Enpdep) e le quat-tro Casse di previdenza ge-stite dal ministero del Te-soro, tra le quali la Cassaper le pensioni ai sanitari(CPS). La Cassa per lepensioni ai sanitari fu isti-tuita nel lontano 1898, conla legge n. 335 ed assunsel’attuale denominazionecon la legge n. 379 dell’11aprile 1959. Originariamente l’iscrizio-ne alla Cassa era stata re-sa obbligatoria, dal 1° gen-naio 1938 (legge 6 luglio1939 n. 1035 e sue suc-cessive modifiche), per iprimari ospedalieri essen-do, questa figura, l’unica apoter vantare un effettivoe continuativo rapporto dilavoro. Bisognerà attende-re il 1963 (legge 24 otto-bre 1962 n. 1593) per ve-dere estesa questa obbli-gatorietà anche agli Aiutied Assistenti ospedalieri.La Legge n.132 del 12 feb-braio 1968 ha reso obbli-gatoria l’iscrizione alla CPSanche nei confronti dei me-dici dipendenti dagli Isti-tuti di Cura appartenentiall’INPS, all’INAIL (CTO)

ed alla CRI o dipendentidall’Istituto “G. Eastman”,divenuti Enti ospedalieri.In base all’art.74 del DPR20 dicembre 1079, n.761,sono stati poi iscritti allaCPS anche i sanitari dipen-denti dagli ex Enti mutuali-stici, dagli Enti Locali e dal-le Regioni, comunque tra-sferiti alle USL per effettodella Legge 833/1978 di ri-forma del Servizio Sanita-rio Nazionale.Fin dall’inizio della obbli-gatorietà dell’iscrizione al-la CPS ai medici fu chiestauna contribuzione più ele-vata di tutti gli altri dipen-denti, sia che fossero iscrit-ti ad altri istituti previden-ziali o all’Inps. Questa ele-

vata contribuzione e, so-prattutto, la particolarecondizione di favore rap-presentata da un alto nu-mero di personale in atti-vità a fronte di un mode-sto numero di pensionatiha comportato, nel tempo,un marcato accumulo di ri-serve finanziarie che al mo-mento della sua confluen-za nell’Inpdap consisteva-no in circa 12 mila miliar-di di lire ed in una vastaproprietà immobiliare. Neiprimi anni della gestioneInpdap le disposizioni le-gislative avevano consen-tito di mantenere una di-stinzione dei bilanci dei va-ri Enti e Casse confluite ela Cassa pensioni dei sani-

tari ha continuato a regi-strare la titolarietà del suoparticolare attivo che sa-rebbe stato utile a suppli-re alle eventuali necessitàdella categoria per gli an-ni futuri. Ma successiva-mente questa condizione èstata annullata con la de-terminazione di un bilan-cio unitario di tutto l’Enteprevidenziale. Da quel mo-mento l’accumulo prece-dente e lo stesso attivo cheper tutti gli anni successi-vi è stato ancora realizza-to (dell’ordine di più di unmiliardo di euro ogni an-no!) è servito a ripianare ilpassivo prodotto dalle al-tre Casse previdenziali edin particolare dalla Cassadei dipendenti degli Entilocali (Cpdel). Il risultatofinale di questo situazioneè rappresentato dal de-pauperamento della previ-denza dei medici dipen-denti che avrebbero potu-

CPS, quel tesorodella categoria andato perso

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94 - 2012

to avere una tranquillitàprevidenziale per il loro fu-turo se avessero mantenu-to un’autonomia della lo-ro Cassa. Ma la situazioneè ancora più aggravata dalfatto che l’Inpdap, nel suocomplesso, presenta un bi-lancio negativo dell’ordinedi svariati miliardi di euro.Fino alla metà degli anniNovanta il ministero del Te-soro, gestore della CPS, at-traverso uno specifico con-siglio di amministrazione acui partecipavano anche al-cuni medici ospedalieri,aveva assicurato un tratta-mento pensionistico più chediscreto agli iscritti e gesti-to con oculatezza la grandemassa di denaro prove-niente dai contributi deimedici. Successivamentefurono evidenziate, nellagestione, ruberie da partedi alcuni amministratori el’istituzione dell’istituto pre-videnziale unico per tutti idipendenti pubblici (In-pdap) sembrò poter essereuna condizione salvifica. In effetti alcune sigle sin-dacali del mondo della di-pendenza rappresentatedall’Anpo, dalla Cimo, dal-l’Anaao, - personalmenteme ne feci propugnatore(ndr ) - credettero oppor-tuno sospendere la loroparticolare conflittualitàsindacale di allora e cerca-rono, unitariamente, di pro-porsi come interlocutori delGoverno per poter vederedi gestire al meglio questoimportante settore. Si trat-tava di dare una risposta digaranzia ai medici non sol-tanto per l’immediato maanche e soprattutto per il lo-ro futuro. I numeri parlava-

no chiaro: i medici ospeda-lieri, entrati in gran massanegli anni Settanta grazie al-la riforma ospedaliera, poigli stessi dipendenti dal ser-vizio sanitario nazionaleerano tutti abbastanza gio-vani e la loro carriera nonsi sarebbe conclusa se nondopo almeno 15/20 anni. Ipiù anziani, alla soglia del-la pensione, erano pochi. Ipensionamenti erano del-l’ordine di 1500/2000uscite l’anno a fronte dipiù di centomila attivi. Ilproblema non era, dunque,pensare all’immediato, magarantire il futuro di quel-la massa di medici che sa-rebbero andati in pensio-ne fra il 2020 e il 2030.Una “gobba” pensionisticadi non poco conto di cuioggi vediamo, con grandepreoccupazione, le primerealtà. Il confronto con ilGoverno si realizzò in tem-pi brevissimi, grazie allacortesia istituzionale del-l’allora ministro Treu. Lanostra primitiva propostafu quella di rendere auto-noma la Cassa pensioni sa-nitari e con la sua autono-mia mantenere l’imponen-te attivo finanziario e pa-trimoniale che dai calcolifatti sarebbe stato baste-vole ad assicurare un futu-ro di tranquillità. Ma quan-do sulla questione si aprì ildibattito in sede della ba-se sindacale sorsero diver-se perplessità. La prima furappresentata dalla so-spetta possibile confluen-za nell’Enpam, visto daimedici dipendenti come unEnte a loro “estraneo”, an-che se obbligati a contri-buirvi e che, proprio in

Cassa Pensioni Dipendenti Enti Locali

Entrate Uscite Differenza

2000 9.935,88 11.812,17 -1.876,29

2001 11.483,87 12.256,58 - 773,72

2002 11.693,28 12.861,50 -1.168,22

2003 11.712,01 13.520,96 - 1.80820

2004 12.454,89 14.014,61 -1.559,72

2005 12.179,65 14.439,07 -2.259,42

2006 13.535,51 15.110,53 -1.575,02

2007 13.249,76 15.836,43 -2.586,67

2008 14.323,11 16.686,33 -2.363,22

2009 14.449,21 17.589,11 -3.140,10

Cassa Pensioni Sanitari

2000 2.423,82 1.368,24 +1.055,58

2001 2.758,71 1.467,35 +1.291,36

2002 2.755,81 1.599,75 +1.156,06

2003 2.803,71 1.731,20 +1.072,51

2004 2.824,98 1.849,62 + 975,36

2005 2.949,30 1.926,18 +1.023,12

2006 3.641,96 2.140,78 +1.501,18

2007 3.310,86 2.284,20 +1.026,66

2008 3.521,21 2.486,90 +1.034,31

2009 3.472,34 2.726,11 + 746,23

tenimento dei parametripensionistici, in primo luo-go. Sappiamo come questecondizioni non siano, poi,state rispettate. La gravecrisi economica che si è ve-nuta a creare in questoparticolare difficile perio-do pone i sanitari di fron-te ad inquietanti interro-gativi circa il futuro previ-denziale. Non si può chie-dere loro che di restareuniti e di lavorare a salva-guardia del loro futuro. •

(*) Ex membro del Consiglio di indirizzoe vigilanza dell’Inpdap

quello stesso periodo, eracoinvolto in vicissitudiniamministrative che lo por-tarono al commissaria-mento. Una seconda obie-zione riguardava la sicu-rezza del pagamento dellepensioni in essere e futurein caso di dissesto finan-ziario. “Lo Stato ci garan-tirà, comunque, la pensio-ne”, fu la conclusione dimolte assemblee organiz-zate dalle sigle sindacali. Sioptò, allora, di accettare ilpassaggio della CPS all’In-pdap a fronte di precisenorme di garanzia: auto-nomia finanziaria e man-

PREVIDENZA

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104 - 2012

TERZA ETÀ

Scopriamo che la tan-to agognata longevi-tà rappresenta un

ostacolo: in base ai calcolidel Fondo Monetario In-ternazionale (FMI) se la vi-ta media si allungherà dialmeno tre anni, il costodell’invecchiamento dellapopolazione aumenterà del50 per cento. Entro il 2050,infatti, l’aspettativa di vitadopo i 60 anni nei paesioccidentali raggiungerà i

26 anni, con un migliora-mento stimato in un meseall’anno. Le conseguenzesono maggiori costi per lepensioni e per le prestazio-ni assistenziali. La prima risposta al gridodi allarme lanciato dal FMIsi è avuta nel corso del G20 svoltosi a Washington loscorso mese di aprile, quan-do i paesi membri hannostanziato 430 milioni di dol-lari.

Per compensare questo an-damento, secondo il Fon-do, è necessario dunque al-lungare l'età pensionabile,aumentare i contributi e ri-durre i benefit. Non solo. Igoverni dovrebbero mette-re in atto metodi per con-dividere il rischio anchecon il settore privato, pro-muovere la crescita deimercati e offrire una mi-gliore informazione sullalongevità insieme a una mi-

gliore educazione finan-ziaria. “I paesi – ha affermatoChristine Lagarde, diretto-re generale del FMI – quan-do necessario dovrebberoaumentare l’età pensiona-bile in linea con la cre-scente speranza di vita, ilconsiglio è di impostare re-gole automatiche che faci-litano questo processo. Ilprocesso è dinamico: sel’aspettativa di vita au-menta di un anno, a suavolta l’età di pensionamen-to dovrebbe essere ritarda-ta di un anno. È importan-te che le istituzioni che of-frono le pensioni siano fles-sibili: se non è possibile au-mentare le tasse o aumen-tare l’età pensionabile, po-trebbe essere necessario re-vocare i benefici”. •

Longevità, il Fondo Monetariolancia l’allarme

Approccio multidisciplinare per il paziente anziano fragile

di Mario Barbagallo (*)

Nonostante non esistauna definizione univo-ca (né criteri diagno-

stici accettati universalmen-te) della “sindrome di fragili-tà”, per essa si intende unacondizione clinica complessacaratterizzata da una preca-rietà degli equilibri biologici,con riduzione della riservafunzionale, che facilita l’in-

sorgenza di più patologie, adeterminare la quale concor-rono fattori di ordine biolo-gico (il progredire dell’età),di ordine patologico (maspesso senza una patologiaspecifica inquadrabile noso-logicamente che si possa re-sponsabilizzare), ma anchedi ordine psicologico, di or-dine economico, di ordine so-ciale, di ordine residenziale. Da un punto di vista clinicola definizione “anziano fragi-le” viene utilizzata per indi-care quei soggetti di età avan-zata o molto avanzata, spes-so cronicamente affetti da pa-tologie multiple, con stato di

salute instabile, frequente-mente disabili o a rischio didiventarlo, in cui gli effettidell’invecchiamento e dellemalattie sono spesso com-plicati da problematiche ditipo socio-economico. Sullabase di questa definizione, lafragilità comporta un rischioelevato di rapido deteriora-mento della salute e dello sta-to funzionale ed un elevatoconsumo di risorse.L’anziano “fragile” necessitadi una particolare attenzionesotto il profilo clinico perchépuò presentare, per identichemalattie, alcune specifiche pe-culiarità rispetto alle espres-

sioni cliniche abituali nelle al-tre età della vita, quali la ele-vata frequenza di più patolo-gie presenti contemporanea-mente (pluripatologia), la di-versità nella sintomatologia diesordio e nel decorso dellemalattie, la particolare fre-quenza e gravità delle com-plicanze, l’elevato rischio dipatologia iatrogenica (da far-maci, ma anche danni daomissioni ed errori nella me-todologia assistenziale), la ten-denza all’invalidità perma-nente e alla perdita dell’auto-sufficienza, la commistionenel singolo paziente di pro-blemi sanitari, psicologici e

L’allungamento della vita media sembra diventare un problema.Le nuove sfide anche sul piano sociale legate all’aumento dell’aspettativa

di vita. Necessaria una maggiore flessibilità delle istituzioni

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TERZA ETÀ

114 - 2012

sociali. L’associazione di di-verse patologie peggiora lasituazione clinica complessi-va del singolo malato fragilecon omeostasi precaria, in-dipendentemente dall’im-portanza della malattia at-tuale e dalla sua intrinsecagravità. Le ricadute prati-che di questo aspetto sonodi diverso ordine: 1) clini-co-diagnostico, per la ne-cessità di discernere tra pa-tologie croniche quiescen-ti e patologie acute o ria-cutizzate e di identificaretra queste la patologia re-sponsabile del quadro cli-nico emergente e la suaeventuale tendenza evolu-tiva; 2) terapeutico, per lanecessità di selezionare trai vari trattamenti proponi-bili quelli più indicati per lasituazione clinica attuale; 3)assistenziale, per prendere ledecisioni più opportune eadottare i provvedimentioperativi più idonei al fine diportare beneficio attuale alpaziente, ma anche di nonpeggiorarne la qualità di vi-ta in prospettiva.Le complicanze (il cui rischioè estremamente elevato nelpaziente fragile) possonoschematicamente esserecomprese in una triade: 1)facilità agli scompensi d’or-gano e metabolici; 2) fre-quente comparsa di emer-genze cliniche a carico di or-gani non primitivamente in-teressati dalla malattia at-tuale (scompensi a cascata);3) facilità alla insorgenza dicircoli viziosi. Per scompen-si a cascata (un esempio nel-lo schema di lato) si inten-dono situazioni cliniche ca-ratterizzate dall’emergenza,spesso in successione, di una

sofferenza funzionale di unoo più organi o apparati (dif-ferenti da quelli primaria-mente interessati dalla noxapatogena attuale), comeconseguenza della precarie-tà della omeostasi e della ri-duzione del margine di ri-serva funzionale dei singoliorgani, caratteristiche del-l’organismo senile, e che co-stituisce l’essenza stessa del-la “estrema vulnerabilità”del paziente fragile. L’im-portanza pratica della co-noscenza e della identifica-zione della “cascata” sta nelfatto che non di rado il qua-dro clinico dominante èquello relativo alle compli-canze emergenti piuttostoche quello legato alla pa-tologia iniziale, con il ri-schio, da un lato di una er-rata interpretazione deglieventi clinici e dall’altro ditrattamenti inadeguati edella omissione della tera-pia più utile, che è quelladiretta alla patologia cheha scatenato la sindrome.Infine la formazione di cir-coli viziosi fa sì che unevento di per sé poco rile-vante possa acquistare ca-rattere di gravità crescen-te, per cui in definitiva sirealizzano conseguenze sfa-vorevoli, e spesso irrime-diabili, sull’autosufficienzae anche sulla sopravviven-za che scaturiscono dallasuccessione perversa dieventi autopotenziati, piut-tosto che dalla importanzae dalla qualità dell’eventopatologico primario. Il meccanismo fisiopatolo-gico di questi particolariaspetti clinici del pazientefragile è da riportare al de-terioramento senile dei di-

Insonnia

Depressione dei centri

respiratori

Confusione mentale

Ipotensione ortostatica

Caduta (fratture)

Posizioni viziate

irreversibili

Ipoventilazione alveolare +

riduzione riflessi tosse e deglutizione

Incontinenza urinaria

(cateterismo)

Allettamento prolungato

Piaghe da decubito

Infezione vie urinarie

Ipostasi polmonare

Broncopolmonite

Ipnoinducente in dose serale

ripetuta

e sanitario in senso stretto,ma altresì quello psicologicoe sociale. Queste peculiarità sono allabase della necessità di uti-lizzare metodiche diagnosti-che ed assistenziali specifi-che per il paziente geriatri-co, che implicano il coin-volgimento di un team didifferenti figure professio-nali, e di una continuità del-le cure nei vari setting assi-stenziali (ospedale, struttu-re residenziali e il territorio)con percorsi assistenziali ap-propriati per la persona an-ziana fragile. •

(*) Professore Ordinario di Geriatria - Direttore

U.O.C. di Geriatria e Lungodegenza

AOUP Paolo GiacconePalermo

(Bibliografia disponibile in redazione)

versi organi ed alla preca-rietà omeostatica dell’or-ganismo senile, in relazio-ne alla riduzione del mar-gine di riserva funzionale(omeostenosi), che si esau-risce facilmente in conse-guenza di fattori scatenan-ti di vario ordine (metabo-lico, tossinfettivo, emodi-namico o da farmaci). Laconseguenza è l’elevato ri-schio dell’emergenza di de-ficit funzionali globali, an-che in relazione a processimorbosi di entità modesta,che spiega il rischio eleva-to di perdita dell’autosuffi-cienza e la tendenza all’in-validità. Tenendo presentetale rischio va sottolineatala necessità di realizzaresempre nel paziente anzia-no un’attenta valutazionemultidimensionale geria-trica ed un approccio dia-gnostico-terapeutico glo-bale che riguardi, quindi,non solo l’aspetto biologico

Esempi di possibili scompensi a cascata e “circoli viziosi” avviati da un abuso di ipnoinducenti

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TERZA ETÀ

124 - 2012

di don Vinicio Albanesi (*)

T utti gli indicatori stati-stici, sanitari, sociali,a proposito della mag-

giore età (dai 50 anni in su,n.d.r.), stanno lanciando l’al-larme per “i rischi” che daqui al 2050 si abbattereb-bero sull’Italia per l’aumen-to “eccessivo” di persone aldi là dell’età lavorativa, perl’abbandono del lavoro, peril pagamento delle pensioni,per la spesa sanitaria e perquella sociale.In realtà – a ben osservare –si tratta solo di grida di al-larme. Le società evolvono ela nostra ha la caratteristicadi un buon numero di per-sone con una vita lunga e inbuona salute. Ed è un otti-mo risultato.Il problema vero è che lastruttura sociale è ancoraorganizzata come se il “fe-nomeno” non esistesse: lariforma pensionistica è sta-ta attivata solo per proble-mi economici, senza altraattenzione; la struttura sa-nitaria, sostanzialmente, èla stessa di trent’anni fa, ifarmaci non sono tarati sul-l’età matura, non è stato in-ventato nulla per “recupe-rare” risorse che la maggio-re età possiede. Forse è ur-gente una riflessione com-plessiva sui cambiamenti

demografici dell’Italia, contutte le conseguenze sullacollettività. L’INRCA, Istituto a caratte-re scientifico - con sede adAncona e presidi in Lom-bardia, Lazio, Calabria eSardegna, oltre le Marche -dedito alle persone di mag-giore età, ha attivato ricer-che scientifiche (biomedica,clinica, socio-economica, disanità pubblica, domotica)mirate ai problemi inerentila maggiore età e, grazie al-l’impegno del ministero del-

la Salute e della RegioneMarche, ha fondato il net-work “Italia Longeva”: un’oc-casione per mettere a fuocoriflessioni e proposte utili amantenere livelli di benesse-re nei cambiamenti in atto.La prima attenzione è certa-mente quella della salute, neiclassici termini della pre-venzione, della cura e dellariabilitazione. Una delle no-vità introdotte dalla Geria-tria è stata quella di dimo-strare che la condizione difragilità è il fattore di rischiopiù importante per il deca-dimento funzionale sia fisi-co che cognitivo, indipen-dentemente dalla diagnosi dimalattia.Se si vuole pertanto limitarela disabilità bisogna investi-

re sull’identificazione dei sog-getti a rischio e sulla preven-zione della fragilità, obietti-vo tutt’altro che semplice escontato, dal momento chenon ne sono completamentechiariti i meccanismi.Per quanto riguarda l’aspet-to più strettamente clinico-assistenziale, a partire daglianni Ottanta, numerose espe-rienze e solide evidenze scien-tifiche hanno dimostrato cheun modello di cura dell’an-ziano fragile ospedalizzato ingeriatria produce esiti di sa-

lute significativamente mi-gliori rispetto a quelli ottenu-ti da servizi non geriatrici.Di non minore importanza èla riconsiderazione delle di-namiche degli accessi, sianoessi in Pronto Soccorso, ne-gli Ospedali di Rete o in Ca-se della salute. Non è possi-bile seguire ogni volta i pro-tocolli di accesso, quasi cheil soggetto fosse estraneo al-la struttura. Solamente unabanca dati personale, acces-sibile in ogni momento –sempre nel rispetto della pri-vacy – accelererà tempi emodi di intervento, così dacreare una continuità dellastoria dell’anziano.Infine, tutta la filosofia geria-trica è intrinsecamente lega-ta alla riabilitazione in quan-

to il suo obiettivo fondamen-tale è il recupero di funzioniperdute e il mantenimento delpiù alto livello funzionale pos-sibile. La riabilitazione e lariattivazione sono intrinsecheal processo di cura e pratica-mente tutte le patologie di in-teresse geriatrico contempla-no una fase riabilitativa, siain fase acuta che post-acuta.Anche in questo settore bi-sogna avere il coraggio diaprire nuovi orizzonti e ag-giungere ai tradizionali cam-pi di interesse neurologico eortopedico specialità qualiquella cardiologica e pneu-mologica. Da non dimenticare che il be-nessere di ogni persona – néla maggiore età fa eccezione– è il frutto di una serie di cir-costanze inerenti salute fisi-ca, psicologica, relazionale,economica e sociale. Inter-venti di sostegno che rimuo-vino il rischio dell’isolamen-to e dell’insignificanza o peg-gio ancora della povertà,creano effetti di salute da af-fiancare al farmaco. Una sfi-da, quella della maggiore età,da giocare con solarità ed en-tusiasmo, allontanando le di-mensioni di peso sociale: for-se il peggiore stigma per chiha contribuito alla propria eall’altrui storia. •

(*) Presidente Consiglio di Indirizzo e Verifica

dell’Istituto Nazionale di Ricovero e Cura

per Anziani (INRCA)

Vita post lavorativa,garantire il benessere

Il benessere è il frutto di una serie di circostanze inerenti salute fisica,

psicologica, relazionale, economica e sociale

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le (le due scelte non sonoalternative tra loro). Purtroppo, nel 2008, il po-co tempo a disposizioneper informare gli iscrittidella possibilità di desti-nare il 5 per mille alla Fon-dazione ha portato a mo-desti risultati: circa 113mila euro da parte di mil-le tra medici e odontoiatri. Nel 2009 le scelte a favo-re dell’Ente sono state tre-

mila per un importo di cir-ca 295 mila euro. Le somme raccolte nel2008 e nel 2009 sono sta-te quindi destinate ai sus-sidi per i non autosuffi-cienti come contributo al-le spese per l’assistenzadomiciliare. La prestazio-ne è riservata – come spe-cifica il Regolamento del-le prestazioni assistenzia-li del Fondo di Previden-za Generale – ai pensio-nati, coniugi conviventi osuperstiti che presentanocondizioni psichiche o fi-

siche tali danon poter au-tonomamenteprovvedere alleproprie esigen-

ASSISTENZA

F ra gli scopi istituziona-li della Fondazione En-pam rientra l’assisten-

za ai medici e agli odonto-iatri meno fortunati. Unruolo importante, ma spes-so sottovalutato. Le prestazioni assistenzialiche l’Ente eroga compren-dono spese per interventichirurgici, cure sanitarie ofisioterapiche non a caricodel Servizio sanitario na-zionale, ospitalità in case diriposo, contributi per l’as-sistenza domiciliare, cala-mità naturali. E ancora: spe-se per l’assistenza agli an-ziani, ai malati non auto-sufficienti e ai portatori dihandicap; borse di studioagli orfani di medici e odon-toiatri che appartengono anuclei familiari in precariecondizioni economiche (permaggiori informazioni suilimiti di reddito per acce-dere alle prestazioni e perscaricare i regolamenti, con-sultare il sito Internet dellaFondazione all’indirizzo:www.enpam.it/assistenza). Solo nel 2011 gli interven-ti assistenziali agli iscritti,ai pensionati e ai loro su-perstiti sono stati 1892,

per un totale di oltre ottomilioni di euro. Il trend èperò in crescita, come di-mostrato dal forte incre-mento delle domande chesi è registrato negli ultimianni, e l’obiettivo è quellodi riuscire a soddisfare lesempre più numerose esi-genze di tutela dell’età post-lavorativa. È per questa ragione chel’Enpam, per aumentare il

numero dei beneficiari emigliorare le prestazioni of-ferte, a partire dal 2008,dopo essere stato inseritonella lista degli Enti chesvolgono un’attività social-mente rilevante, ha dato ilvia alla campagna “5 permille”. Come noto, tutti icontribuenti possono deci-dere, in fase di dichiarazio-ne dei redditi, di destinareuna quota pari al 5 per mil-le dell’Irpef a finalità di in-teresse sociale, senza chequesto incida sulla scelta didestinazione dell’8 per mil-

ze in modo permanente.L’importo, pari a 500 euromensili indicizzati, serveper fornire assistenza allefasce più deboli, a coloroche vivono in condizioni so-cio-economiche precarie e,quindi, tra i destinatari del-le prestazioni assistenzialidell’Ente, a quelli che me-ritano particolare conside-razione e sostegno. Anche quest’anno è giuntoil momento della dichiara-zione dei redditi; l’aiuto chetutti gli iscritti possono for-nire destinando il loro 5 permille all’Enpam consentiràdi soddisfare le crescenti ne-cessità dei medici e degliodontoiatri più bisognosi eservirà a migliorare le pre-stazioni assistenziali per tut-ti gli iscritti, per questo è es-senziale, nella prossima di-chiarazione dei redditi, fir-mare nel riquadro “Soste-gno del volontariato e dellealtre organizzazioni non lu-crative di utilità sociale…”del proprio CUD, modello730 o Unico, e riportarenell’apposito spazio il codi-ce fiscale della FondazioneEnpam: 80015110580. •

5 per mille all’Enpam,aiuto ai colleghi in difficoltàLe somme raccolte nel 2008 e nel 2009 sono state impiegate

per l’erogazione di sussidi ai non autosufficienti come contributo alle spese per l’assistenza domiciliare

Codice fiscale della Fondazione Enpam80015110580

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FONDOSANITÀ

154 - 2012

traguardo dei sessantacin-que anni un maschio siaspetta di vivere altri 18 epiù anni, ed una femmina22. Secondo gli studiosi daqui al 2050 l’aspet-tativa di vita dell’ita-liano sessantacin-quenne aumenterà dialtri quattro anni emezzo.La prospettiva nonpuò non farci piace-re, sia come sperabi-li protagonisti, siaperché come mediciabbiamo in gran par-te contribuito col no-stro impegno profes-sionale a questo ma-gnifico risultato.Di contro queste otti-me prospettive contri-buiscono a creare al-cuni problemi previ-denziali basilari che fi-nora non sono statiaffrontati con la do-vuta coscienza e cherischiano di creare ge-nerazioni di futuri po-veri.Ci può aiutare a com- prendere la gravitàdella condizione de-mografica osservarel’immagine della co-siddetta piramide pre-videnziale italiana nel2000 ed in prospetti-va nel 2035 (vedi im-magini qui a fianco),che prendiamo da la-vori del professorMassimo Angrisani,

cinque anni: confrontandoi due grafici osserviamo co-me le fasce più importantisi spostano gradualmenteverso l’alto, con una base

Ordinario di matematica at-tuariale presso l’Università“Sapienza” di Roma.Ogni striscia colorata rap-presenta una fascia di età di

di Luigi Mario Daleffe (*)

Una delle capacità uni-versalmente ricono-sciute all’italiano è

quella di risolvere alla gior-nata, con fantastica inven-tiva, gran parte dei pro-blemi; di contro se il pro-blema è procrastinabile,non è immediato, allora cisi penserà!Ma quando il problema nonimmediato diventa imme-diato? Speriamo nella Prov-videnza!Il problema della previden-za in Italia è stato lasciatoper troppo tempo affidatoalla Provvidenza: ormai cistiamo avvicinando perico-losamente al momento incui molti aspetti non af-frontati si presenterannonella loro gravità, con l’ag-gravante che in ambito pre-videnziale trent’anni hannoil valore di un giorno.Le nascite, in Italia, daglianni Sessanta agli anni No-vanta si sono dimezzate, daun milione a cinquecento-mila, e non sembra abbia-no intenzione di tornare acrescere. Nel frattempol’aspettativa di vita dagli an-ni Cinquanta ad oggi è au-mentata in media di circatre mesi all’anno: arrivati al

Futuro previdenziale miglioreanche per i figli

Italy: 2000MALE FEMALE

Source: U.S. Census Bureau, International Data Base.

Source: U.S. Census Bureau, International Data Base.

100+95-9990-9485-8980-8475-7970-7465-6960-6455-5950-5445-4940-4435-3930-3425-2920-2415-1910-145-90-4

100+95-9990-9485-8980-8475-7970-7465-6960-6455-5950-5445-4940-4435-3930-3425-2920-2415-1910-145-90-4

LA PIRAMIDE PREVIDENZIALE ITALIANA 2000-2035

Ogni striscia colorata rappresenta una fascia di età di 5 anni; nel 2035, come è possibile vedere dal grafico, saranno sempre meno i lavoratori

che versano i contributi e sempre più i pensionati

Italy: 2035MALE FEMALE

3.0 2.5 2.0 1.5 1.0 0.5 0.0 0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0

3.0 2.5 2.0 1.5 1.0 0.5 0.0 0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0

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164 - 2012

FONDOSANITÀ

sempre più ridotta, dando-ci anche visivamente l’im-pressione di instabilità.Tradotto in previdenza,questo significa che, in pro-porzione, sono sempre me-no i lavoratori che versanoi contributi all’Ente previ-denziale, e sempre più ipensionati che godono del-la rendita vitalizia.Una condizione simile, con-testualizzata all’Enpam, è inrelazione all’introduzionedel numero programmatouniversitario, con una di-minuzione delle iscrizioniannuali all’Ordine dei Me-dici Chirurghi ed Odonto-iatri superiore al 60 per cen-to. Questo aspetto impattaanche con la cosiddettagobba previdenziale chel’Ente ha la necessità di rias-sorbire senza grossi danni.Quali sono le conseguenzedi questi squilibri demogra-fici? Che, molto crudamen-te, non basteranno i soldi perle pensioni e, quindi, do-vranno essere ridotte comeentità; contestualmente, do-vrà essere elevata l’età di ac-cesso al pensionamento.Invecchiare, checché se nedica, è un desiderio di tut-ti, ed in Italia, lo dicono inumeri, si vive a lungo, benoltre gli ottant’anni; moltis-simi superano questo tra-guardo in ottima salute, go-dendosi giustamente unavecchiaia serena. Circa il 15per cento degli ultra ottan-tenni in Italia, però, non so-no autosufficienti, e questocomporta necessità di assi-stenza e conseguentementeun maggior impegno eco-nomico.I concetti appena esposti so-no valutazioni basate sui

numeri, fredde ed imperso-nali, ma poiché sono i nu-meri quelli che meglio spie-gano le situazioni, questo èil percorso necessario percomprendere al meglio eprogrammare le opportunecontromisure.Possiamo fare una valuta-zione generale sia per colo-ro che come riferimentoprevidenziale hanno solol’Enpam (medici liberi pro-fessionisti o convenzionati)sia per coloro che invece af-feriscono anche alla cosid-detta SuperInps. Moltosemplicemente il quadroche si prospetta indica chel’età in cui si potrà andarein pensione sarà necessa-riamente più elevata; gli as-segni pensionistici sarannonecessariamente, a parità dicontribuzione, meno eleva-ti; aumentando l’aspettati-va di vita, sarà più facileavere bisogno di maggiorassistenza e, quindi, di unapiù elevata disponibilitàeconomica.Assumono perciò un altrosignificato ed un valore an-cora maggiore i riscatti deiperiodi di laurea e specia-lizzazione e i riscatti di alli-neamento. Ma sicuramentenon bastano.La previdenza complemen-tare, che le istituzioni ita-liane hanno iniziato a con-siderare una necessità neglianni Novanta, ha come fi-ne quello di integrare le ren-dite pensionistiche, utiliz-zando una parte del rispar-mio previdenziale che segueun percorso diverso rispet-to a quello della previden-za obbligatoria.La possibilità di scegliere latipologia di investimento del

proprio capitale permette allavoratore giovane di sce-gliere un comparto più ag-gressivo con una composi-zione azionaria significati-va potendo diluire il rischiodi questo tipo di investi-mento con il lungo tempo adisposizione; il meno gio-vane può, invece, propen-dere per una scelta più tran-quilla, che a fronte di rendi-menti potenzialmente infe-riori, gli garantisce la salva-guardia del capitale. L’op-zione di scelta consente, pereffetto della capitalizzazio-ne, al più giovane di avere adisposizione, a fine carrieralavorativa, un montante pre-videnziale maggiore (la re-gola finanziaria del 3 percento ci dice che in quaran-t’anni una differenza di ren-dimento del 3 per cento por-ta al raddoppio del patri-monio finale); al meno gio-vane, vicino all’età del pen-sionamento, di rischiare dimeno preservando il patri-monio.Purtroppo la previdenzacomplementare non è riu-scita a decollare in Italia, perdiverse motivazioni: la man-canza di consapevolezza del-la questione previdenziale,la erronea incosciente “ric-chezza” della previdenza ob-bligatoria, le crisi ripetute epesanti dei mercati finanziarinegli ultimi 15 anni.Eppure i vantaggi che la pre-videnza complementare dàsono notevoli: la deducibili-tà fiscale fino a 5.164,57 eu-ro, la tassazione del rendi-mento all’11 per cento in-vece che al 20 per cento, lapossibilità di ottenere anti-cipazioni, la tassazione del-la rendita vitalizia fra il 9 ed

il 15 per cento senza cumu-lo con altre pensioni o ren-dite. Ciononostante ancoratroppi sono i lavoratori chenon hanno preso in consi-derazione la possibilità diaderire ad un fondo pensio-ne complementare.L’Enpam è stata, già nel2005, dopo che la normati-va sulla previdenza com-plementare lo ha permesso,la prima Cassa previdenzia-le obbligatoria a pensare al-la previdenza complemen-tare. Nel 2007 è quindi ini-ziata l’operatività di Fondo-Sanità, derivato dalla tra-sformazione di FondoDen-tisti.La Fondazione ha quindi di-mostrato ancora una voltadi essere all’avanguardia, of-frendo ai propri iscrittiun’opportunità che, anchein confronto ad altre possi-bilità similari, offre notevo-li vantaggi.FondoSanità infatti, oltre cheavere dei costi particolar-mente limitati, offre rendi-menti fra i migliori, anche inconfronto ai fondi aperti; dàla possibilità di scegliere an-che la rendita vitalizia conl’opzione Long Term Care(la possibilità, cioè, che larendita vitalizia sia raddop-piata nel caso di perdita diautosufficienza), permetteinfine di iscrivere anche i fa-miliari a carico (e questa puòessere un’ottima possibilitàper iniziare a costruire un fu-turo previdenziale miglioreai figli, che come tutti i gio-vani avranno i maggiori “bu-chi” previdenziali). •

(*) Presidente FondoSanità

www.fondosanita.it

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174 - 2012

ADEPP

di Andrea Le Pera

L’allarme per una rifor-ma imposta senza con-fronto. L’analisi di una

crisi del mercato del lavo-ro che lascia i professioni-sti senza difese né ammor-tizzatori. La proposta alGoverno per liberare risor-se da investire nelle tutelee nella rivitalizzazione delsistema Italia. Tentativi didialogo e piccoli passi di av-vicinamento tra Enti di pre-videnza privati e ministerodell’Economia andati insce na dal 10 al 12 maggioscorso durante la Giornatanazionale della Previdenza,evento milanese che ha riu-nito rappresentanti ed esper-ti del mondo previdenzialeitaliano.Una tre giorni di interventie dibattiti condizionata dal-la prossima scadenza del 30settembre, data indicata co-me limite dal Governo per-ché le Casse presentino bi-lanci in equilibrio dal pun-to di vista finanziario per iprossimi 50 anni. Un ob-bligo che sta impegnandotutti gli Enti, come l’Enpamha già fatto, a studiare ri-forme che dal prossimo an-no potrebbero ridurre il li-vello delle prestazioni masalvare la propria autono-mia, e quindi continuare agarantire agli iscritti un trat-tamento più favorevole ri-spetto all’Inps.“Se non viene riempito di

contenuti il termine del 30settembre diventa inapplica-bile” è il pensiero di AndreaCamporese, presidente del-l’Associazione degli enti pre-videnziali privati (Adepp),che sottolinea un problemacon i dati della Ragioneriadello Stato indispensabili percostruire le proiezioni fino al2060. “Alcuni parametrimancano, altri sono ovvia-mente flebili su orizzonti co-sì lontani. Non è possibile im-porre una norma così fortesenza prima aprire un con-fronto”. Per le Casse, che in un de-cennio hanno visto crescerele richieste di equilibrio fi-nanziario da 15 a 30 e infinea 50 anni, il problema è ag-

gravato da un mercato del la-voro che mantiene i giovaniper troppo tempo ai marginie le cui crisi coinvolgonosempre più spesso anche iprofessionisti. Una situazio-ne che per gli Enti previ-denziali si traduce in mino-ri contributi in entrata e l’im-possibilità di sostenere gliiscritti nei periodi di diffi-coltà. “Una società con pen-sioni più basse, assistenzadecrescente ed erosione in-flattiva, ma con una soste-nibilità economica eccezio-nale, forse non è il miglioredei mondi possibili” prose-gue Camporese.Dall’altro lato del tavolo ilGoverno continua a perse-guire l’obiettivo di mettere in

sicurezza i conti e reperire al-lo stesso tempo risorse in gra-do di dare respiro all’econo-mia. In questo senso gli Entiprevidenziali rappresentanoun’opportunità, soprattuttoalla luce di un patrimoniocomplessivo di 50 miliardi dieuro e di investimenti in ti-toli di Stato che attualmentesuperano gli otto miliardi dieuro. “L’ipotesi è quella dicoinvolgere le Casse nel fi-nanziamento di operazioniche abbiano un impatto im-portante nell’economia, co-me per esempio garantirel’accesso al credito delle pic-cole e medie imprese”, rilan-cia Gianfranco Polillo, sotto-segretario dell’Economia. Neiprogetti dell’esecutivo i fon-di che gli Enti vorranno in-vestire permetterebbero il co-siddetto effetto leva: un mi-liardo di euro, per esempio,garantirebbe presso le ban-che un credito fino a 50 vol-te più grande, da distribuire

Governo-Casse, si discute di previdenza

Da sinistra: Gianfranco Polillo (sottosegretario all’Economia), Marco Lo Conte (Il Sole 24 Ore), Andrea Camporese (presidente Adepp),

Sandro Gronchi (docente Economia politica all’Università di Roma “Sapienza”)

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presso le piccole e medie im-prese per rilanciare gli inve-stimenti e i cui utili torne-rebbero in parte alle Casse.Una prospettiva che l’Adeppconsidera interessante, a pat-to di rivedere il trattamentoche lo Stato riserva agli Enti:“I nostri soldi possono esse-re una leva, e gli investimen-ti in titoli di Stato dimostra-no che non ci siamo mai ti-rati indietro”, premette Cam-porese. “Tuttavia veniamotassati al 20% come un qual-siasi fondo speculativo, men-tre la previdenza comple-mentare viene favorita conuna tassazione all’11,5%: sefossimo messi nelle stessecondizioni potremmo usarequei punti percentuale per tu-telare i nostri professionisti”.L’ipotesi di coinvolgere mag-giormente gli Enti previden-ziali nella crescita dell’eco-nomia trova favorevole an-che Giovanna Nicodano,professoressa di Economiafinanziaria dell’Università diTorino, che insiste però sualcune necessarie accortez-ze. “Investire nell’economiaè giusto se chi deve decide-re ne è convinto, non peruna moral suasion che inquesti casi non deve essercida parte delle istituzioni”chiarisce Nicodano. “C’è dif-ferenza rispetto ai comunifondi di investimento perchéci sono responsabilità di lun-go periodo legate alla vitadelle persone che affidano ipropri risparmi: per questoanche la valutazione e il giu-dizio dei rendimenti vannofatti sul lungo periodo, noncerto prendendo un singoloanno di riferimento”.Proprio la gestione del pa-trimonio è un aspetto criti-

co nei rapporti tra Governoed Enti. Diversi esperti pre-videnziali tra cui SandroGronchi, docente di Eco-nomia Politica alla Sapien-za di Roma, ritengono cheil patrimonio debba essereper le Casse un cuscinetto“che diminuisca quandoserve e venga ricostituito neimomenti in cui non è ne-cessario”, mentre il ministroElsa Fornero ha esclusoquesto parametro dal cal-colo per portare i bilanci inequilibrio a 50 anni, pena-lizzando le Casse che neltempo hanno accumulato dipiù. “Sia chiaro, in nessuncaso i contributi dei lavora-tori dovranno essere rivalu-tati in base alla redditivitàdel patrimonio” ammonisceGronchi, ricordando comeil provvedimento Monti-Fornero sia il 19° dal 1992,e come queste tappe abbia-no rappresentato più che unpercorso organico, piutto-sto una serie di ripensa-menti.

“Per investire il nostro pa-trimonio abbiamo bisognodi garanzie” è la posizionedi Camporese, che indica treaspetti da approfondire: lascelta del tipo di investi-mento, in cui non possonoesserci imposizioni dall’altoma per la quale serve unventaglio di opportunità; leremunerazioni, che devonoalmeno coprire le richiesteimposte proprio dalla legge;e soprattutto la protezionedel capitale, che non può es-sere messo a rischio.Un terreno forse troppoampio per essere affronta-to da un governo tecnico,ribatte il sottosegretario Po-lillo: “A livello personale so-no d’accordo, ma non pos-so impegnare il governoperché questo esecutivo haun orizzonte limitato”. Ementre dalla platea qualcu-no fa notare come questoaspetto non abbia impeditoal governo di chiedere, su-bito, una riforma per i pros-simi 50 anni, sul palco le

due diplomazie cercano diindividuare posizioni co-muni su temi legati alla pre-videnza in maniera menodiretta. Aumentare la pro-duttività in quei settori chemostrano vitalità agendosui contratti di secondo li-vello, intervenire su creditie mancati pagamenti delloStato, richiami al modellogiapponese capace di farecoincidere debito pubblicoe credibilità internazionalegrazie al fatto che il 90%dei titoli di Stato di Tokyoè in mano a creditori nip-ponici.Un momento ben presto in-terrotto dal ritorno al temapiù attuale: “Ragionate sul-le nostre proposte sottose-gretario, e non limitatevisolo a dirci di mettere i con-ti in ordine per i prossimi50 anni”, conclude Cam-porese. “Se ci guardate so-lo come soggetti finanziariil nostro tono cambierà: ainostri iscritti dobbiamo del-le risposte”. •

184 - 2012

ADEPP

I rappresentanti delle varie Casse che compongono l’Adepp riuniti per la celebrazione della Giornata Nazionale della Previdenza

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diata applicabilità agli uffici che gestiscono il personaledelle Aziende Sanitarie, delle Aziende Ospedaliere, dei Po-liclinici Universitari e degli Istituti di Ricerca e Cura a Ca-rattere Scientifico, ma ha anche assicurato ai dirigenti me-dici la massima chiarezza e trasparenza amministrativanella gestione del regime previdenziale previsto dalle di-sposizioni vigenti.

194 - 2012

PREVIDENZA

Libera professione, Enpam e Inps fanno chiarezza

I contributi vanno pagati

all’Enpam per:

• attività libero professionale intramuraria o assi-milata (es: intramoenia allargata; attività svolta al-l’interno della struttura per consentire la riduzionedelle liste d’attesa; prestazioni aggiuntive eccezio-nali e temporanee richieste dall’Azienda per tam-ponare carenze d’organico; guardia notturna oltregli obiettivi prestazionali dell’Azienda);

• attività non istituzionali, che non rientrano nellalibera professione intramoenia, svolte per soggettidiversi dallo Stato (es. partecipazione in qualità didocente ai corsi di formazione, diplomi universita-ri e scuole di specializzazione; collaborazione a ri-viste scientifiche e professionali; relazioni a conve-gni; partecipazioni a comitati scientifici).

all’Inps per:

• attività non istituzionali, che non rientrano nellalibera professione intramoenia, pagate da un’Am-ministrazione dello Stato anche diversa da quella diappartenenza;

• indennità destinate alla perequazione.

Sostazialmente, quindi, sui redditi indicati nel punto 2del Cud i contributi vanno pagati all’Enpam mentrequelli indicati nel punto 1 del Cud sono soggetti a con-tribuzione Inps.Il testo completo della circolare è disponibile su:www.enpam.it/circolare-enpam-inps. •

(*) Dirigente Servizio Contributi e Attività Ispettiva dell’Enpam

di Vittorio Pulci (*)

La Fondazione Enpam e l’Inps hanno di recente fornitocongiuntamente indicazioni operative condivise, perchiarire definitivamente alcuni particolari aspetti della

contribuzione previdenziale dei Dirigenti medici dipen-denti pubblici (iscritti all’ex Gestione Inpdap).Per la prima volta, infatti, i due Enti previdenziali, con unacircolare congiunta (Enpam prot. 35081/2012, Inps n.57/2012), hanno comunicato le stesse istruzioni a tutti isoggetti coinvolti a diverso titolo nell’applicazione dellecomplesse disposizioni che regolano il prelievo contribu-tivo dei Dirigenti medici dipendenti.In particolare, è stato chiarito che:• per l’attività libero professionale intramuraria – anche

svolta nelle particolari forme delle prestazioni aggiunti-ve, delle attività volte a ridurre le liste d’attesa e delle al-tre fattispecie previste dal CCNL di categoria – i contri-buti vanno pagati all’Enpam;

• per le altre attività che non rientrano nella libera pro-fessione intramuraria, svolte per ragioni non istituzio-nali, i contributi devono essere versati all’Inps (ex ge-stione Inpdap), se i compensi per queste attività sonostati pagati da un’Amministrazione dello Stato anche di-versa da quella di appartenenza; negli altri casi, invece,i contributi vanno versati all’Enpam;

• le indennità destinate alla perequazione per le discipli-ne del ruolo sanitario che hanno una limitata possibili-tà di esercizio della libera professione intramuraria so-no soggette alla contribuzione Inps (Fondo di perequa-zione).

La collaborazione fra i due Enti previdenziali non solo haconsentito di dare istruzioni operative condivise di imme-

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204 - 2012

PREVIDENZA

Dal 1° gennaio 2011sono state cambiate leregole di calcolo e di

erogazione dei trattamentidi fine servizio per i dipen-denti pubblici. Il cambia-mento è stato introdottodalla legge n. 122 del 2010e consiste in una diversamodalità di computo deltrattamento (IPS per i me-dici dipendenti dalle Asl),con riferimento alle anzia-nità maturate successiva-mente al 2010. Il cambia-mento, è opportuno sotto-linearlo, agisce quindi sola-mente dagli anni dal 2011,mantenendosi le preceden-ti condizioni per quantomaturato sino a quella da-ta, e riguarda non un pas-saggio al sistema del tratta-mento di fine rapporto dal-la liquidazione, ma una mo-difica delle regole di calco-lo del trattamento stesso. Nulla è, quindi, cambiatoin merito alla natura diquesta prestazione ma laloro misura sarà calcolatadalla somma di due quote.La prima quota, relativa al-le anzianità utili maturatesino al 31 dicembre 2010,calcolata con le vecchie re-gole che indicavano un ri-ferimento economico rela-tivo all’80 percento delleretribuzioni degli ultimi 12

mesi diviso 15 (12 per i di-pendenti dello Stato) perogni anno di servizio utileo periodi superiori ai seimesi. Una seconda quotacalcolata attraverso l’ap-plicazione dell’aliquota del6,91 per cento della retri-buzione contributiva utileal Tfs per ciascuno anno diservizio e il cui importoviene rivalutato con un1,5% fisso più tre quartidell’incremento del costo

della vita. Per quanto at-tiene i riscatti e gli incre-menti di anzianità, inoltre,continuano a trovare ap-plicazione le regole in ma-terie di riscatti già esisten-ti sia sulla prima ma anchesulla seconda quota. Ov-viamente i periodi riscat-tati che si collocano primadel 1° gennaio 2011 pro-ducono sulla prima quotaeffetti identici al passato,mentre i periodi che si col-locano successivamente al31 dicembre 2010 produ-cono effetti adatti alle ca-

ratteristiche del computodel Tfr. La tassazione ditutta la prestazione, com-posta dalla prima e secon-da quota, è prodotta comegià avviene per il tratta-mento di fine servizio conl’abbattimento di circa il40 per cento dell’importocomplessivo che viene eso-nerato dalle aliquota Irpef.Per quanto attiene la con-tribuzione, l’Inpdap, in unasua circolare dell’ottobre

2010 (n. 17) aveva ribadi-to che restano inalterate leformule previste per l’IPS:3,6% della retribuzioneutile per il calcolo dellaprestazione a carico del da-tore di lavoro (Asl) e il2,5% a carico del dipen-dente. Su questa questio-ne si era avuta un’alzata discudi da parte di alcune si-gle sindacali che afferma-vano che il regime del Tfrdebba essere applicato intoto, e quindi non rispon-de alla previsione norma-tiva il “perseverare” nella

trattenuta a carico del di-pendente. Fra le motiva-zioni indicate vi era quelladi un danno economico an-che in considerazione checon la metodologia adot-tata non è possibile acce-dere all’anticipo sul Tfr, co-me invece spetterebbe incaso di integrale applica-zione della relativa nor-mativa.Alcuni magistrati ammini-strativi, coinvolti in questaparticolare condizione, han-no deciso di scegliere la viagiudiziaria e hanno fatto ri-corso al tribunale ammini-strativo della Calabria. Nelloro ricorso hanno messoin discussione la costitu-zionalità del nuovo asset-to, anche per la disparitàdi trattamento fra dipen-denti pubblici e privati. Ehanno, pertanto, richiestoche fosse riconosciuta l’il-legittimità, dal 1° gennaio2011, della trattenuta e diconseguenza l’obbligo, perle amministrazioni, di re-stituire gli importi versatinel periodo contestato.Il tribunale calabrese haemesso una sentenza (n.564/2011) non definitiva,riservandosi di rimetterealla Corte le questioni diincostituzionalità. Ma, nelcontempo, ha riconosciu-to la fondatezza delle spe-cifiche richieste conside-rando che, per quanto at-tiene il riferimento al Tfr,l’articolo 2120 del codicecivile nulla dispone in me-rito alla compartecipazio-ne contributiva da partedel dipendente a quella deldatore di lavoro. •

C.T.

Dipendenti Asl, il Tar dice no alla trattenuta per il Tfr

Il Tar della Calabria ha negato la possibilità, da parte dell’Inpdap, di richiedere il contributo del dipendente delle amministrazioni

pubbliche per la liquidazione trasformata in Tfr

Messa in discussione la costituzionalità

del nuovo assetto anche per la disparità di trattamento

fra dipendenti pubblici e privati

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PREVIDENZA

In base alla legge 243/ 2004art.1 comma 9 le lavoratricicon almeno 57 anni di età e

35 anni di contributi, optandoper il metodo contributivo nelcalcolo della pensione, possonochiedere di andare in pensionematurando i suddetti requisiti en-tro il 31 dicembre 2015. La riforma Monti-Fornero noncancella né modifica la norma. Ora l’Inps con una propria in-terpretazione (circolare 37 del 14marzo 2012 contenente disposi-zioni in materia di trattamentipensionistici e di trattamenti difine servizio e fine rapporto pergli iscritti alle casse gestite dall’exInpdap), precisa che anche inquesti casi il requisito anagraficodovrà essere adeguato alle spe-ranze di vita a partire dal 2013 e

che il trattamento (non lo statogiuridico di pensionato!) devedecorrere entro il 31 dicembre2015, ovvero con l’applicazio-ne delle finestre mobili il dirit-to deve essere raggiunto e fattovalere per le lavoratrici dipen-denti 12 mesi prima, ovvero en-tro il novembre 2014. Va fatto presente che la legge243, derogatoria dalla legge pre-videnziale, non prevede né ag-gancio alle speranze di vita, né lefinestre mobili, e soprattutto re-cita che fino al 31 dicembre 2015le lavoratrici dipendenti possonoconseguire il diritto all’accesso altrattamento pensionistico di an-zianità in presenza di un’anzia-nità contributiva pari o superio-re a trentacinque anni e di un’etàpari o superiore a 57 anni, op-

tando per una liquidazione del-la pensione secondo le regole dicalcolo del sistema contributivoe non parla quindi di “tratta-mento” in atto al 31 dicembre2015. Ed ecco la logica domanda: lacosì detta finestra mobile non èsolo un differimento tempora-le economico? E come tale puòalterare lo stato giuridico di“pensionato” che si conseguefacendo la domanda avendomaturati i requisiti di età e con-tribuzione e cessando l’attivitàlavorativa? Infatti era possibile, maturati irequisiti, cessare l’attività lavora-tiva e iniziare a percepire il trat-tamento economico decorsi i 12mesi della finestra mobile, poi-ché la permanenza al lavoro del

Donne, uscita possibile a 57 anni periodo della finestra veniva con-cesso (tra l’altro continuando aversare la contribuzione previ-denziale) solo per non lasciare illavoratore per 12 mesi senza sti-pendio e senza pensione. Fino a che punto, dunque, unanorma derogatoria può soggia-cere a nuove disposizioni gene-rali se non è specificatamente ri-chiamata? Da ultimo un’ulteriore precisa-zione sulla decorrenza dei ter-mini: per gli iscritti all’Inps lapensione decorre dal primogiorno del mese successivo aquello della domanda matura-ti i requisiti, mentre per gli iscrit-ti ex Inpdap la decorrenza è ilgiorno successivo a quello del-l’accoglimento della domandaperfezionati i requisiti. In particolare, allora, le leggi do-vrebbero essere solo lette e noninterpretate. •

M.P.E.

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224 - 2012

PROGETTO GIOVANI

di Gian Piero Ventura Mazzuca

Èincredibile quello chesi è letto nei giornalisu quanto accaduto

nella Capitale nel mese diaprile. Si è iniziato con lo svolgi-mento del concorso per ac-cedere alle Facoltà di Me-dicina e di Odontoiatria del-l’Università Cattolica delSacro Cuore. Per trecentoposti ci sono state più di ot-tomila iscrizioni, il numeropiù alto di candidature mairegistrato nella lunga storiadella Facoltà che, tra l’altro,in questo anno celebra i 50anni di esistenza.

La prova si è svolta in unnoto hotel sulla via Aure-lia e tutto l’asse nord-ovestdi Roma è andato in tilt,registrando sulla stessaConsolare oltre 22 kilo-metri di coda.Una specie di apocalisse perambire legittimamente aquesta eccezionale “profes-sione”, almeno il primo pas-so di quello che sarà infattiun lungo percorso di cre-scita ed approfondimento.Infatti la laurea è solo il pri-mo step mentre, già subitodopo, bisogna scegliere qua-le strada seguire. Per questigiovani colleghi è arrivatarecentemente una buona

notizia dal Decreto Mini-steriale del 10 aprile, l’isti-tuzione di un bando per5mila posti da ammetterenelle scuole con assegna-zione di contratti di forma-zione specialistica. A dire ilvero il numero che necessi-ta alle Regioni si aggira in-torno alle 8mila unità, èquindi auspicabile che que-sti Enti provvedano al fi-nanziamento per colmare ildivario tra i contratti dispo-nibili ed il fabbisogno reale.Ma lo Stato non si è limita-to questa volta a stabilirenumeri e criteri per la for-mazione, bensì si è lode-volmente impegnato anchea promuovere l’informazio-ne, in particolar modo ci fapiacere segnalare quella sul-la previdenza.Infatti il Decreto Legge201/2011 detto “Salva Ita-lia”, esattamente all’art. 24comma 9, così si esprime:“il Ministero del Lavoro edelle Politiche Sociali ela-bora annualmente, unita-mente agli enti gestori diforme di previdenza obbli-gatoria, un programma co-ordinato di iniziative di in-formazione e di educazioneprevidenziale”.Davvero una importantepromessa che naturalmen-

te si traduce nello sviluppodi una maggiore attenzioneed informazione sulle varieposizioni individuali e rela-tive proiezioni pensionisti-che. Un approfondimentoculturale che però non puònon riguardare anche i fon-damentali secondi pilastriprevidenziali, cioè i Fondidi previdenza complemen-tare tipo Fondo Sanità(www.fondosanita.it), chefu costituito inizialmentedai dentisti. Da queste scel-te possono derivare oppor-tunità determinanti permantenere e tutelare la qua-lità della vita nel futuro postlavorativo.Il compito di Progetto Gio-vani è proprio questo, sti-molare ad essere maggior-mente informate le nuovegenerazioni, perché non bi-sogna mai dimenticare cheil futuro si costruisce dasubito.Ma oltre alle scelte, a volte,sono necessarie anche lebattaglie, così come hannofatto i giovani camici bian-chi il 17 aprile davanti aMontecitorio.Grazie infatti all’organiz-zazione delle due principa-li associazioni, la Feder-Specializzandi (Confede-razione nazionale delle As-sociazioni locali di MediciSpecializzandi) ed il SIGM(Segretariato Italiano Gio-vani Medici), molte centi-naia di giovani colleghi sisono ritrovate in piazza perprotestare contro la tassa-

Specializzandi in campo, primo obiettivo raggiunto

Non bisogna mai dimenticare che il futuro si costruisce

da giovani Da sinistra: Walter Mazzucco presidente del SIGM e Daniele Indiani presidente della FederSpecializzandi

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zione applicata alle borsedi studio. La protesta, già iniziata pre-cedentemente attraverso gliorgani di stampa, è andataa buon fine ed è quindi sta-to abolito quanto prece-dentemente approvato daun emendamento del Sena-to alla “conversione in leg-ge, con modificazioni, delDecreto Legge del 2 marzo2012, numero 16 sulle di-sposizioni urgenti in mate-ria di semplificazioni tribu-tarie, di efficientemente epotenziamento delle proce-dure di accertamento”. Questo prevedeva infattiuna maggior tassazione perle borse di studio il cui im-porto fosse stato superiorea 11.500 euro, comportan-do così un ulteriore prelie-vo di quasi 300 euro che ag-giunto alle altre tassazioniuniversitarie, all’iscrizione

all’Ordine, all’assicurazioneed alla contribuzione previ-denziale, avrebbe lasciatoben poco nelle tasche deigiovani medici.Davvero inconcepibile, so-prattutto guardando al re-sto d’Europa, invece in Ita-lia il legislatore ancora nonriesce a fare chiarezza sul-la posizione degli specia-lizzandi, ancora studenti,come riconosce anche laCorte dei Conti, ma tassa-ti come impiegati se nonaddirittura come dirigenti.Eppure il loro contributonegli ospedali è sempre piùfondamentale, nei reparticosì come nelle sale opera-torie e negli ambulatori. Ineffetti nella loro giornatavengono trattatati propriocome lavoratori, ma paga-ti di meno, come studentiappunto, e tassati di più. Una contraddizione che

per il momento sembra ar-ginata grazie alla battagliavinta ed al passo indietrofatto dal Parlamento, can-cellando l’improbo emen-damento. Ma il problema dei giovanimedici non è solo quello de-gli specializzandi. “Resta comunque sul tap-peto una questione insolu-ta che riguarda i giovani col-leghi che svolgono la for-mazione in medicina gene-rale, i cui emolumenti, lar-gamente inferiori a quelliprevisti per gli specializzan-di, sono invece gravati dal-le tassazioni fiscali – affer-ma il presidente AmedeoBianco – la Fnomceo ha giàpresentato al Ministero del-la Salute questa problema-tica che apre una questionedi equità di trattamento esi sta operando affinchévengano almeno perequa-

PROGETTO GIOVANI

ti i trattamenti fiscali.” A tal proposito desideriamoquindi segnalare un impor-tante cambio dirigenziale inuna associazione giovanile,ovvero la Fimmg Forma-zione dove la nuova coor-dinatrice Daria Di Saverio,coadiuvata dai due viceGiulia Zonno e Luigi Tra-monte, subentra dopo quat-tro anni di ottimo lavoro alprecedente esecutivo com-posto dalla ex coordinatri-ce Celeste Russo e dai viceAlessandro Dabbene e Giu-seppe Ferrara. Sappiamogià che si stanno organiz-zando per alcune iniziativedi impatto immediato, pro-prio in merito al problemadi cui abbiamo accennatotramite le parole del Presi-dente Bianco. Allora invia-mo un grazie ai precedentidirigenti ed un augurio ainuovi di buon lavoro, ov-viamente in piena collabo-razione! •

[email protected]

Un momento della manifestazione degli specializzandi davanti a Montecitorio

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FEDERSPEV

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di Marco Perelli Ercolini (*)

Montesilvano. Il 49esi-mo Congresso dellaFeder.S.P.eV. (Fede-

razione Sanitari Pensionati eVedove) anche quest’anno,nonostante la crisi, ha vistooltre 300 iscritti presenti ailavori, momento di rifles-sioni e proposte per i pro-blemi della categoria deipensionati, quanto mai im-pellenti per questo eserci-to di cittadini che dopouna vita di lavoro, stenta-no e stenteranno semprepiù a condurre una vita di-gnitosa nel postlavorativoa causa del continuo stilli-cidio delle loro risorse, co-stretti spesso a lavori ag-giuntivi per arrotondarel’esiguità dell’assegno dipensione. Categoria chenon solo ha già dato, mache ancora dà come am-mortizzatore familiare, co-me contribuente, come vo-lontariato, vera risorsa oc-culta nel nostro Pil.Da alcuni anni fulcro del-le discussioni congressualisono il continuo martella-mento sulla categoria el’eterno problema previ-denziale: la continua perdi-ta negli anni del potere diacquisto della pensione el’iniquo taglio alle pensionidi reversibilità con una in-differenza politica al pro-blema veramente sconcer-tante nei riguardi di questacategoria che in attività la-

vorativa ha dato molto peril suo Paese.Ma accanto a questo eter-no problema un altro cam-panello di allarme è statoportato in sede di dibattito:di fronte agli aumenti del-la spesa sanitaria dovuti al-le nuove tecnologie, all’au-mento delle possibilità dia-gnostico-terapeutiche an-che nei riguardi di patolo-gie emergenti, all’aumentodell’età media di vita conmaggiori disabilità, si staaccendendo una luce rossaperché anziché razionaliz-zare le spese (evitando so-prattutto gli sprechi e l’isti-tuto di parassitologia cheruota attorno e dentro la sa-

nità), si vogliono razionarele risorse. Speriamo peròche questi risparmi di spe-sa non vadano a incideretogliendo prestazioni in ba-se al censo o più ancora inbase all’età come avvenivain certi Paesi europei e co-me si sta nuovamente ab-bozzando.Il grido in congresso è sta-to: “estote parati!”, “occhiaperti”, e subito denunciaaperta dei timori con un ap-pello alla nostra classe poli-tica, di cui peraltro fannoparte un discreto numero dipersone anziane, primo intesta il presidente Napolita-no! Con la speranza che il“siamo tutti uguali”, non si

traduca in un “siamo tuttiuguali, ma con differenze”.Non ultimo, è stato solleva-to il grido contro il fisco chenon solo opprime il cittadi-no sotto il peso dei balzelli,ma vantando illusorie sem-plificazioni lo vessa con lac-cioli burocratici, complica-zione delle cose semplici,danza delle scadenze, im-possibilità di avere aiuti nel-le interpretazioni e proce-dure se non sborsando fiordi quattrini in Caf o daicommercialisti: il 730 el’Unico sono un incubo perl’onesto contribuente, l’IMUuna vera complicazione dinorme incerte e in conden-do….e così via…Perché come in molti Paesicivili non è il fisco a compi-lare la modulistica in baseai dati in suo possesso o susegnalazione del contri-buente? Si studi come av-viene negli Stati Unitid’America o in Danimarcae Svizzera; copiamo e pren-diamo esempio. Una voltaera così, ora il fisco si limi-ta a dare norme farraginosein pessimo burocratese e acensurare e multare per as-surde e presunte manche-volezze il povero contri-buente! Dica lui la cifra chedeve pagare il contribuente!Anche su questa denunciaaperta la Feder.S.P.eV. apri-rà una battaglia. Venite connoi nella lotta rivendicativadei diritti dei pensionati. •

(*) Vice presidente vicario Feder.S.P.eV.

Federspevtel. 06-3221087 fax 06-3224383 [email protected] www.federspev.it

Federazione a congresso tra problemi e proposte

La continua perdita negli anni del potere di acquisto e l’iniquo taglio

alle pensioni di reversibilità

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L’INTERVISTA/1

di Carlo Ciocci

Professor Pala, parlia-mo di malattie ses-sualmente trasmesse?

Da tempo abbiamo apertoun ambulatorio ubicatopresso la Clinica delle Ma-lattie Infettive del Policli-nico Umberto I: qui, pervenire incontro alle esi-genze dei pazienti, visitia-mo senza bisogno di pre-notazione. Nel nostro am-bulatorio eseguiamo auto-nomamente strisci uretralie vaginali con risposte e te-rapia in giornata, piccoli in-terventi e biopsie cutanee;inoltre è stato recentemen-te aperto presso la ClinicaUrologica dello stesso Poli-clinico un ambulatorio di la-serterapia per migliorare leprestazioni terapeutichenelle patologie anogenita-li. Purtroppo essendo iol’unico strutturato devo av-valermi, in entrambi gliambulatori, di personalemedico volontario ed a ti-tolo gratuito.

Tra le patologie che osser-viamo c’è principalmentela sifilide ma anche malat-tie meno diffuse: ricordoun caso di lebbra e di tu-bercolosi cutanea. Per quanto riguarda la sifi-lide, non c’è giorno che nonne osserviamo più di un ca-so, soprattutto in soggettiche giungono nel nostropaese dall’Est Europa. Peraffrontare questa patologiaci vuole un centro specifi-co perché non tutti sannoimmediatamente ricono-scere un caso di sifilide chepuò essere scambiato peraltre patologie con simila-re aspetto clinico. Sempre a proposito di sifi-lide, va anche detto che nelnostro Paese è difficilmen-te reperibile la penicillina,farmaco d’elezione per ta-le patologia infettiva. Perovviare al problema, i pa-zienti sono costretti a re-carsi alla farmacia del Va-ticano dove è ancora repe-ribile tale farmaco.

Perché la penicillina nonsi trova? L’uso della penicillina è ve-nuto sempre meno: untempo era particolarmen-te impiegata per curare lapolmonite e la broncopol-monite, ma oggi esistonoantibiotici di nuova gene-razione che l’hanno sosti-

tuita. La produzione si è ri-dotta e per i malati di sifi-lide è sorto un problemanel problema, tenendo pre-sente che solo pochi annifa è stato registrato un au-mento dell’infezione pari acirca il 70%. Basti pensa-re che da noi su circa 3000pazienti visitati annual-mente almeno un terzo èaffetto da sifilide: dati pre-occupanti. Un’altra grave problemati-ca è relativa alla sifilide ingravidanza; personale me-dico incompetente potreb-be indurre un’interruzionedi gravidanza assolutamen-te non necessaria. Tantibambini sono stati salvaticurando adeguatamente lemamme.

Nell’ambito delle malattiesessualmente trasmesse co-me si può fare prevenzione? Purtroppo in Italia non sifa educazione sessuale ascuola, che sarebbe impor-

Sifilide, saperla riconoscere saperla curare

264 - 2012

Il professor Salvatore Pala, laureato in Medicina eChirurgia con lode presso l’Università “La Sapienza” diRoma, dopo un trascorso ematologico è diventatoAssistente di Dermatologia nel 1979, Aiuto nel 1981 eProfessore associato nel 1985. Da diversi anni si occupadi melanoma e chirurgia dermatologica e si reca inmissioni all’estero in Somalia ed Etiopia nell’ottica di unprogetto di aiuto sanitario ai Paesi in via di sviluppo. Daalcuni anni dirige il Centro di malattie a trasmissionesessuale presso il Policlinico Umberto I di Roma,Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali

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tantissima, e si fanno pochimeeting per i medici.

Cambiamo argomento epassiamo alla dermatolo-gia: esiste davvero un sole“buono” ed uno “cattivo”? No, non esiste questa di-stinzione come alcuni as-seriscono. Argomenti co-me il buco dell’ozono, o ilsole che non è più quello diuna volta non sono argo-menti reali. È invece acca-duto che la popolazione haassunto stili di vita diversidal passato e mentre, soloper fare un esempio, i piùun tempo andavano in va-canza, quanti potevano, perpochi giorni l’anno, oggicon le migliorate condizio-

ni economiche si usufruiscedelle ferie più a lungo espesso anche durante il pe-riodo invernale. Una delleconseguenze è che la cute,in particolare per coloroche prediligono le spiagge,è maggiormente esposta airaggi solari. E i raggi sola-ri procurano dei danni senon ci si espone con mode-razione. Esporsi per ore edore ai raggi del sole, maga-ri negli orari di maggiore in-cidenza, vale a dire nelleore centrali della giornata,è senz’altro nocivo.

I rischi sono uguali per tut-ti o alcuni soggetti risulta-no essere più vulnerabili? La pelle può essere più o

meno sensibile e, di con-seguenza, il rischio di an-dare incontro a problemivaria da soggetto a sogget-to. In Australia, ad esem-pio, nella popolazione siregistra un’incidenza dimelanoma superiore dicento volte a quella del-l’Europa: tale allarmantedato è il risultato del fattoche la popolazione austra-liana è di origine irlande-se, occhi e pelle chiara, el’esposizione al sole in unluogo noto anche per ave-re il cielo sempre azzurrodetermina conseguenze. Molti pazienti chiedono aldermatologo se prima di an-dare al mare sia utile sotto-porsi alla lampada abbron-zante: un conto è fare lalampada abbronzante perestetica ed un altro conto èse la si fa per seguire unaterapia. Tra l’altro va se-gnalato che molti centrinon risultano particolar-

mente professionali; le lam-pade, infatti, se non ade-guate possono essere peri-colose. Innanzitutto vannoprotetti gli occhi e poi la cu-te con creme protettive edoposole. Quanti, poi, so-no di pelle chiara e soffro-no di eritema solare do-vranno assumere comples-si multivitaminici ed an-tiossidanti con lo scopo dimigliorare la melanogenesied aumentare la fotoprote-zione. Per quanti hannotanti nei la visita speciali-stica preventiva è più checonsigliata per valutarnel’origine e se, nel tempo,hanno cambiato forma o di-mensione. A proposito di prevenzio-ne sino a poco tempo fa sisvolgeva ogni anno nel me-se di maggio lo Skin Can-cer Day, un’iniziativa te-nuta in tutta Italia dai cen-tri dermatologici con visi-te gratuite. L’iniziativa fun-zionava ed infatti tanti tu-mori sono stati individua-ti proprio grazie a quel-l’appuntamento. Oggi loSkin Cancer Day viene or-ganizzato con maggiori dif-ficoltà a causa della caren-za di fondi.

C’è differenza in derma-tologia tra bambino eadulto? Sicuramente sì. La pelledel bambino piccolo è piùdelicata, sottile e non haformato le difese necessa-rie. Prima di sei-dodici me-si i bambini non vannoesposti al sole; successiva-mente con precauzione,evitando il sole nella fasciaoraria che va dalle undicialle sedici. •

274 - 2012

L’INTERVISTA/1

Per quanti hanno tanti nei la visita specialistica preventiva

è più che consigliata per valutarne l’origine

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L’INTERVISTA/2

di Claudia Furlanetto

Dottor Nanni Costa, co-me nasce il progetto“Una scelta in Comu-

ne”?Dalla volontà di dare attua-zione ad una norma. Infatti,come dispone la legge Mille-proroghe (L. n. 25 del 26febbraio 2010) la Cartad’identità può contenere l’in-dicazione del consenso op-pure del diniego della perso-na a donare i propri organiin caso di morte. Il progettopilota, partito in Umbria nelmese di marzo, ha visto lacollaborazione della Regio-ne Umbria, Federsanità An-ci (Associazione NazionaleComuni Italiani) nazionale eregionale, del Centro Nazio-nale Trapianti e del Ministe-ro della Salute.

In che cosa consiste?Il progetto parte dal presup-

posto che in una Regione incui è stata già fatta una ade-guata campagna di informa-zione sulla donazione degliorgani, l’ufficiale dell’ana-grafe al momento del rilascioo del rinnovo della Cartad’identità possa informare ilcittadino maggiorenne dellapossibilità di inserire, tra idati conservati dall’anagrafecomunale, la propria dichia-razione di volontà a donaregli organi, sia questa positi-va o negativa. Nel caso in cuiil cittadino sia favorevole adesprimere la sua volontà, l’in-formazione sarà raccolta ne-gli archivi dell’anagrafe e ac-quisita telematicamente dalSistema Informativo Tra-pianti (SIT). In questo mo-do la dichiarazione non com-parirà sul documento, ma lasua registrazione avrà pienovalore legale e potrà essereconsultata 24 ore su 24 daimedici del coordinamento

Una scelta in ComunePartito nella Regione Umbria un progetto pilota

che permette a chi richiede il rilascio o il rinnovo della Carta d’identitàdi esprimere il proprio consenso o diniego alla donazione.

Presto l’estensione al territorio nazionale

284 - 2012

Alessandro Nanni Costa, dal 2000 direttore generaledel Centro Nazionale per i Trapianti, è Rappresentan-te nazionale e segretario generale dell’European Tran-splant Network (ETN), organizzazione intergovernati-va per la cooperazione nel settore dei trapianti che coin-volge oltre 15 paesi europei. Specializzato in Nefrolo-gia e Immunologia, dal 1980 al 1996 ha prestato la pro-pria attività presso l’Ospedale Sant’Orsola di Bologna.Dal 1997 al 1999 ha ricoperto l’incarico di Coordina-tore Regionale delle donazioni per l’Emilia Romagna.Autore di più di 300 lavori tra pubblicazioni e testi scien-tifici, nell’aprile 2003 è stato insignito della Medagliad’Oro al Merito della Sanità Pubblica

trapianti in caso di possibiledonazione.

Quali sono le criticità?Sicuramente quella di rivol-gere la domanda a chi in re-altà della questione conoscepoco: è ovvio che in questocaso il cittadino sarà porta-to a dire che non si sente ingrado di rispondere. Per que-sta ragione le campagne d’in-formazione sono essenziali edevono avvenire sul territo-rio, con il supporto di tuttele amministrazioni locali, pri-ma che il cittadino si trovi arispondere alla domanda del-l’ufficiale dell’anagrafe. Essenziale, allo stesso modo,è anche la formazione delpersonale che si occupadel rilascio delle Carted’identità, che deve ave-re a disposizione un pac-chetto di informazioni baseche gli permetta di interagi-re su questo tema.

Che tipo di corso pensate diutilizzare per i funzionaricomunali?Un corso di una giornata,molto concreto e pratico chespecificherà la normativa inmateria e approfondirà gliaspetti essenziali, come adesempio l’accertamento dimorte tramite criteri neuro-logici che è presupposto del-la donazione nel nostro Pae-se. La legge stabilisce che lamorte si identifica con la ces-sazione irreversibile di tuttele funzioni del cervello. Talecondizione si presenta in se-guito ad un arresto prolun-gato della circolazione san-guigna (non meno di 20 mi-nuti) o ad una grave lesioneche ha danneggiato irrepa-rabilmente il cervello. In que-st’ultimo caso i medici ese-guono accertamenti clinici estrumentali per stabilire lacontemporanea presenzadello stato di incoscienza, as-senza di riflessi del tronco edi respiro spontaneo e silen-zio elettrico cerebrale.Quando la morte avviene perarresto cardiaco, il dannoagli organi impedirà di pro-cedere al prelievo, ma saràcomunque possibile donarei tessuti. Quando invece lamorte avviene in un indivi-duo che è a cuore battente,come nel caso di un pazien-te in terapia intensiva, si po-trà procedere al prelievo.

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della donazione degli organinella vita quotidiana dei cit-tadini.

Come è andata la speri-mentazione nella RegioneUmbria?Ad oggi possiamo dire che idati sono incoraggianti, an-che se è ancora presto perpoter considerare il reale im-patto del progetto, visto cheè iniziato soltanto a marzo.La percentuale dei cittadiniche esprime un dato negati-vo è molto bassa, mentrepersiste una certa percen-tuale che preferisce nonesprimersi.

Quanto tempo ci vorrà perpassare all’estensione a tut-to il territorio nazionale?Nel progetto è stato anchecoinvolto il Ministero degliInterni, in quanto responsa-bile del rilascio dei documentid’identità. Il Ministero si èespresso favorevolmente al-l’estensione ad altre realtà del-la sperimentazione iniziata aTerni e Perugia. In questomomento si sta elaborandouna norma che consentiràl’estensione a tutto il Paese,che dovrebbe essere prontanel giro di qualche mese.

Quanti sono i cittadini chehanno registrato la propriavolontà nel registro SIT?Ci sono circa 180mila cit-tadini e più di un milionedi dichiarazioni dell’AIDO(Associazione italiana per ladonazione di organi e tes-suti). Con il progetto “Unascelta in Comune” si riusci-ranno a raccogliere in unmese lo stesso numero di di-chiarazioni che raccogliamoin due anni. •

L’INTERVISTA/2

294 - 2012

IIl protocollo di ricerca “Tra-pianto… e adesso sport”,promosso dal Centro Na-

zionale Trapianti (CNT), è ilprimo studio prospettico almondo che prevede, in unaprima fase, la selezione e l’identificazione di trapianta-ti di organo solido in grado di partecipare ad un pro-gramma di attività fisica. In una seconda fase i parte-cipanti sono sottoposti ad un trattamento non farma-cologico che prevede la “somministrazione” di attivitàfisica. L’obiettivo è quindi quello di considerare lo sportcome un “farmaco” utile alla ripresa psico-fisica del pa-ziente trapiantato e quindi che l’attività fisica prescrit-ta ai trapiantati d’organo, da parte dei medici speciali-sti in Medicina dello Sport operanti sul territorio (SSN)e somministrata da personale specializzato, sia in gra-do di migliorare sia i parametri biologici sia la condi-zione fisica, con effetti positivi sulla sopravvivenza del-l’organo e del paziente. Osservazioni preliminari, con-dotte sugli sportivi trapiantati, hanno infatti dimostra-to come l’attività fisica svolga un ruolo sulla riduzionedei principali fattori di rischio (diabete, ipercolestero-lemia e obesità) e degli effetti aterogeni dei farmaci im-munosoppressori cortisonici. I dati preliminari, presentati durante la Conferenzastampa che si è tenuta lo scorso 17 maggio, “si riferi-scono al 21 per cento dei pazienti (tutti trapiantati direne) che hanno concluso i primi sei mesi di speri-mentazione, e sono estremamente incoraggianti”, haaffermato il direttore del CNT Alessandro Nanni Co-sta. Nel corso del primo anno - il protocollo è iniziatonel 2011 in Emilia Romagna e Veneto - sono stati ar-ruolati in totale 60 pazienti di cui 38 hanno frequen-tato regolarmente le palestre selezionate e sono statiseguiti da medici dello sport e laureati in scienze mo-torie opportunamente formati. L’età media dei parte-cipanti allo studio è di 48±12 anni. Nei primi sei mesi di attività si è registrata una diminu-zione del 4 per cento del grasso corporeo; il livello diforza generale dell’individuo è aumentato e anche i testda sforzo cardiopolmonare a carichi crescenti hannodato dei risultati positivi. “È ferma intenzione del CNTe di tutti i partner di progetto estendere il protocollo diricerca a tutte le regioni italiane: avere una coorte rap-presentativa di trapiantati a cui è stata somministrataattività fisica darà ancora maggiore significatività ai ri-sultati ottenuti”, ha concluso Alessandro Nanni Costa.

Quanti casi di questo tipo cisono all’anno in Italia?Circa 2300. Ma per il prelie-vo è necessario un secondopresupposto: il paziente de-ve aver espresso in vita la vo-lontà di donare gli organi op-pure, nel caso in cui non loabbia fatto, lascia ai familia-ri – la legge stabilisce quali –il diritto di opporsi. La per-centuale delle persone chehanno espresso la volontà,sia essa negativa, sia essa po-sitiva, è molto bassa e si at-testa intorno al 5 per cento.

In quali modi il cittadinopuò esprimere la volontà al-la donazione?Portando con sé un fogliosemplice, con i dati anagra-fici, la data e la firma, in cuidichiara la volontà di dona-re gli organi; recandosi al-l’ASL di appartenenza dovepotrà richiedere il moduloper inserire la dichiarazionedi volontà all’interno del SIT,oppure possedendo un tes-serino di un’associazione disettore. Il progetto “Una scel-ta in Comune” introducequindi una nuova modalitàche si aggiunge alle prece-denti e, prendendo in consi-derazione il fatto che riguar-da tutti gli italiani, diventauna opportunità essenzialeper registrare la volontà deicittadini. L’aspetto interes-

sante è la progressivi-tà: lavoriamo suCarte d’identitàche vengono con-

segnate quotidia-namente. Non è un

processo che prevedela risposta contempora-

nea di tutti i cittadini, anziproprio per la sua progressi-vità aiuterà a portare il tema

Attività fisica dopo trapianto: il protocollo di ricerca del Centro nazionale trapianti

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IL PUNTO SU…

di Andrea Sermonti

Q uelli delle allergie so-no numeri “impres-sionanti”, come con-

ferma il professo RenatoGaini, direttore della Clini-ca Otorinolaringoiatria del-l’Università Bicocca di Mi-lano: “Si stima che interes-sino dal 15% al 45% dellapopolazione mondiale. InItalia, l’allergia colpisce piùdel 15% della popolazio-ne. Si è stimato, infatti, chenell’ultimo decennio la po-polazione allergica abbiasubito un incremento mas-sivo passando dal 5% al20% in alcuni territori,quasi un italiano per fami-glia”. Perché l’allergia distagione è un vero e pro-prio “tormento” per alme-no il 45% degli italiani: aconfermarlo è un’indaginepromossa dall’Associazio-ne Nazionale dell’IndustriaFarmaceutica dell’Autome-dicazione (ANIFA) e con-dotta su un campione diItaliani fra i 25 e i 65 anni,secondo la quale la com-parsa dei primi pollini è digran lunga il primo eventoche scatena i fastidiosi sin-tomi delle allergie stagio-nali. L’elevata incidenza diquesta patologia e dei sin-

tomi ad essa correlati fa sìche l’allergia non sia soloun problema di salute permolti ma anche un vero eproprio costo sociale: asten-sionismo dal lavoro e as-senze scolastiche di dimen-sioni anche maggiori ri-spetto all’influenza inver-nale. Come noto l’allergiaha cause multifattoriali: inprima istanza vi è sicura-mente una predisposizionegenetica dell’individuo, insecondo luogo vi sono i fat-tori ambientali primo tra iquali lo smog. Il processodi industrializzazione gio-ca un ruolo importante, in-fatti la maggior parte deisoggetti allergici si riscon-tra nei Paesi più industria-lizzati e nei grossi centri ur-bani. Gli inquinanti, infat-ti, si attaccano alla superfi-cie dei pollini che si di-sperdono nell’aria in pri-mavera, alterando il loropotenziale antigenico e in-ducendo un’infiammazionedelle vie aeree che aumen-ta la permeabilità delle mu-cose. “Allergia infatti è unvocabolo di derivazionegreca e significa reagire inmodo diverso – aggiungeRenato Gaini – si parla diallergia quando si verificauna risposta anomala del-

l’organismo al contatto consostanze estranee, i cosid-detti allergeni, normal-mente innocue. Con l’avvi-cinarsi della bella stagioneparticolarmente diffusa è,a carico dell’apparato re-spiratorio, la rinite allergi-ca, volgarmente anche det-ta raffreddore da fieno”. Latanto temuta fioritura del-le piante, a seconda dellespecie, inizia già dal mesedi marzo e per il popolo de-gli allergici la primavera sifa subito sentire: starnutiper l’80% degli italiani epoi gocciolamento nasale(58%), lacrimazione (55%)prurito nasale e oculare (ri-spettivamente nel 54% e52% dei casi), congestionenasale e occhi lucidi (48%e 42%) e talvolta anche tos-se (38%). E come se nonbastasse anche l’umore vagiù: stanchezza eccessivaper le donne (46%) e irri-tabilità per gli uomini(45%). Quando i sintomidell’allergia si palesano,quasi una donna su due sirivolge al medico mentreaddirittura il 23% degli uo-mini aspetta che passino dasoli. In questo scenario ben7 italiani su 10 si affidanoai farmaci di automedica-zione, ritenendoli il rime-

dio più indicato per fron-teggiare il malanno, seguitipoi dai farmaci da prescri-zione (64%), dai prodottiomeopatici/erboristici(40%) e infine dai vaccini(38%). Questi ultimi, sem-pre secondo l’indagine ANI-FA, vengono preferiti so-prattutto dagli uomini over55, ma l’idea più comune èche non siano utili per tuttima abbiano efficacia solo sualcune persone e molti dub-bi sussistono se ricorrervi siaeffettivamente la scelta giu-sta. In ogni caso è bene te-nere presente che per i far-maci da prescrizione e i vac-cini è indispensabile il con-trollo e l’intervento del me-dico. “Ad oggi – continua ilprofessor Gaini – le terapiedisponibili per contrastarel’allergia consentono più chealtro di gestirne gli effetti,infatti i farmaci che vengo-no utilizzati hanno preva-lentemente lo scopo di ri-

Allergie di stagione per metà della popolazione italiana

304 - 2012

I risultati di un’indagine dell’ANFA sui “danni” da comparsa dei pollini: dai problemi di salute alle assenze a scuola e sul lavoro.

I farmaci più utilizzati dagli italiani sono quelli senza obbligo di prescrizione - ossia di automedicazione – in primis gli antistaminici

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durre la risposta infiamma-toria. Come detto i farmaciai quali più frequentementegli italiani fanno ricorso peril controllo della sintomato-logia allergica sono quellisenza obbligo di prescrizio-ne, ossia di automedicazio-ne, tra i quali i più comune-mente utilizzati sono gli an-tistaminici ad uso topico(spray nasali e colliri) e aduso sistemico per via orale(ad esempio prometazina,difenidramina, oxatomide,cetirizina, loratadina). Sonoinoltre di comune impiegofarmaci vasocostrittori (efe-drina, nafazolina nitrato, os-simetazolina cloridrato, etc.)che si associano ai più co-muni prodotti per l’igienenasale (soluzioni saline iso-toniche ed ipertoniche)”.Tutti i farmaci di autome-dicazione sono riconoscibi-li grazie al bollino rosso chesorride apposto sulla con-fezione e sono vendibili sen-

za ricetta medica perché,nel loro impiego diffuso edi lungo corso, si sono di-mostrati sicuri, efficaci edhanno ricevuto un’apposi-ta autorizzazione da partedell’Autorità sanitaria. In-fine è sempre bene tenerea mente alcuni semplici mapreziosi consigli praticicontro le allergie: durantele giornate secche e vento-se è più alta la concentra-zione di pollini e quindi èmeglio rimanere in casa aleggere un buon libro piut-tosto che trascorrere tem-po all’aperto. Per chi nonresiste invece al sole pri-maverile, è possibile tene-re sempre sott'occhio il ca-lendario dei pollini. Esi-stono infatti veri e propricentri informativi regiona-li sulla “fioritura delle pian-te” che trasmettono bol-lettini settimanali delle zo-ne a maggiori rischio al-lergico. •

IL PUNTO SU…

314 - 2012

L’ETIMOLOGIA… DELL’ALLERGIA “Allergia” è un vocabolo di derivazione greca e si-gnifica “reagire in modo diverso”. Si parla di allergiaquando si verifica una risposta “anomala” dell’orga-nismo al contatto con sostanze estranee, i cosiddettiallergeni, normalmente innocue. L’allergia è una rea-zione mediata dalle IgE (immunoglobuline di tipo E),una particolare classe di anticorpi prodotta in rispo-sta al contatto con l’allergene, le quali portano l’or-ganismo a reagire rilasciando alcune sostanze, tra cuil’istamina, responsabili della manifestazione dei sin-tomi.

I “NUMERI” NEL NOSTRO PAESELe malattie allergiche respiratorie, come la rinite el’asma, sono considerate patologie emergenti in-fiammatorie croniche dei bambini e dei giovani adul-ti. Si stima che interessino dal 15% al 45% della po-polazione mondiale. In Italia, l’allergia colpisce piùdel 15% della popolazione. Si è stimato, infatti, chenell’ultimo decennio la popolazione allergica abbiasubito un incremento massivo passando dal 5% al20% in alcuni territori, quasi un italiano per fami-glia.

COME PUÒ ESSERE DIAGNOSTICATACon riferimento ai test diagnostici da effettuare, il I°livello di approfondimento è rappresentato dai c.d.PRICK test o intradermoreazione - test semplici, eco-nomici che identificano in vivo gli allergeni sensibi-lizzanti; iI II° livello di approfondimento è costituitodal dosaggio delle IgE sieriche totali (PRIST) o spe-cifiche (RAST) e dalla conta degli eosinofili e dal testdi degranulazione mastocitaria; infine il III° livello èrappresentato dal test di provocazione nasale speci-fico.

LE “STAGIONI” DEGLI ALLERGENII principali allergeni che si presentano nel periodoprimaverile sono i pollini della Graminacee, che pre-sentano una fioritura da aprile a giugno, della Parie-taria con fioritura da marzo a ottobre. Le Composi-te, tra cui l’ambrosia, hanno una fioritura nei mesisuccessivi, da luglio a settembre; mentre le specie ar-boree come le Betullacee hanno una pollinazione pre-coce, nei mesi tra gennaio e maggio. Esistono veri epropri centri informativi sulla “fioritura”; sul terri-torio regionale si trovano, infatti, centraline Capta-Spore che trasmettono bollettini settimanali delle zo-ne a maggiori rischio allergico.

IN BREVE

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324 - 2012

SANITÀ MILITARE

di Federico Marmo (*) e Corrado Maria Durante (**)

La caduta del Muro diBerlino ha realizzato ipresupposti per l’esau-

rimento della teoria politi-co-militare dei blocchi sta-tici contrapposti, caratte-rizzata da irremovibilità deiconfini geografici, stabilitàdei paesi confinanti e con-temporaneamente dalla pre-valente attività di spionag-gio industriale e di intelli-gence militare esercitata daentrambi gli schieramenti.Salvo che nelle aree geopo-litiche interessate da conflit-ti etnico-religiosi radicati neltessuto sociale e connatura-ti con lo spirito della nazio-ne (Israele-Palestina, Irlan-da del Nord, Libano etc.),nel periodo della guerrafredda le missioni umanita-rie hanno avuto un ruolomolto marginale nell’operadi stabilizzazione democra-tica mondiale.Le maggiori organizzazioniinternazionali (ONU, NA-TO UE, OSCE) hanno sem-pre più spesso impiegato gliapparati militari dei paesiaderenti in operazioni fina-lizzate all’attivazione di pro-cessi di pace e stabilizzazio-ne all’interno di quelle re-gioni in cui focolai di rivol-ta sociale a sfondo econo-mico, religioso ed etnico, ta-lora con uccisioni di massao genocidi erano potenzial-mente in grado di minaccia-

re la stabilità mondiale; taleazione ha coinvolto anche ilnostro Paese, come nazionefacente parte di organismiinternazionali e soprattuttoda sempre attenta e sensibi-le nei confronti dei dirittidelle popolazioni oppresse esofferenti. Questa formad’intervento organizzato econdiviso è genericamentedefinita Peace Support Ope-rations (P.S.Os.) ed è inseri-ta nel contesto più ampiodelle Crisis Response Ope-rations (C.R.Os.) che dot-trinalmente offrono un piùampio respiro di azione mi-litare, civile e diplomatica.La Sanità Militare italiana,da sempre impegnata a so-stegno delle missioni di pa-ce delle Forze Armate in tut-to il globo, ha sviluppato,grazie alle esperienze acqui-site sul campo, un notevolebagaglio tecnico in materiadi pianificazione, organiz-zazione e gestione di unitàsanitarie campali in gradodi soddisfare tutte le esi-genze sanitarie, in urgenzae in elezione, del Contin-gente italiano e di fornireassistenza sanitaria anche aicontingenti delle altre na-zioni cooperanti e alla po-polazione civile.Nelle missioni di peace-sup-port purtroppo si riscontrauna significativa incidenzadi lesioni traumatiche pene-tranti da blast injuries o daarma da fuoco quali-quanti-tativamente molto variabili

e spesso polidistrettuali; que-sti complessi quadri clinicidi politrauma costituisconouna parte importante delladomanda su cui oggi glieserciti impegnati nelle mis-sioni di pace misurano leproprie capacità tecnico-sa-nitarie in termini di profes-sionalità, mezzi e materiali. La consistenza della com-ponente sanitaria in soste-gno delle Forze impegnatesul campo è predeterminatain fase di pianificazione at-traverso l’opera di “MissionTayloring”, ovvero una azio-ne di misurata quantifica-zione delle risorse umane emateriali da impiegare in re-lazione a: 1) Dati di intelligence sani-taria (situazione climatica eambientale, dati epidemio-logici, presenza di “vettori”).2) Caratteristiche operative(entità delle Forze sul cam-po, contesto sociale e reli-gioso, tipologia e durata pre-vista della missione, allog-giamento etc). 3) Situazione logistica (di-stanza dalla madrepatria,presenza in loco di struttu-re sanitarie, approvvigio-namento idrico ed alimen-tare, tempi e politica disgombero). L’analisi delle criticità emer-genti fornirà gli elementi de-cisionali per tarare l’impe-gno sanitario in zona di ope-razioni. L’attività sanitaria campale,in relazione alla realtà am-

bientale in cui opera e allespecifiche esigenze, si pre-figge in generale lo scopo diassicurare il soccorso più ef-ficace e tempestivo ai feritisul campo. E’ nozione co-mune che quanto più il soc-corso è immediato e ade-guato tanto più sono alte lepossibilità di sopravviven-za e ripresa funzionale deicolpiti; quanto più il tratta-mento è mirato e standar-dizzato tanto più i “plati-num minutes” risultano de-terminanti per la sopravvi-venza di un ferito.Questi preziosi istanti dellavita di un ferito si consu-mano solitamente in condi-zioni critiche: “underfire”talora a temperature criti-che o nell’oscurità, su di unterreno inospitale e sottostress psico-fisico; in queste

Assistenza sanitaria nelle “peace support operations”

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334 - 2012

situazioni estreme la “gol-den hour” ossia il lasso ditempo di un’ora che vieneaccettato come “tempo cri-tico” per un efficace soc-corso in condizioni “nor-mali” appare troppo ampioin relazione all’entità delleferite che impone un inter-vento quanto più precocepossibile, appunto nei pri-mi minuti (platinum minu-tes). L’impossibilità di ap-plicare procedure terapeu-tiche standard (ATLS) nel-la fase del “pre-hospital ca-re” ha imposto la necessitàdi una profonda revisionedella dottrina logistica e sa-nitaria in attività campale: iplatinum minutes sono dun-que essenziali perché il90% dei decessi per feritein combattimento avvieneprima che i feriti possano

raggiungere una strutturasanitaria e dunque avvaler-si dell’opera di un medico;il fattore tempo però non èl’unico elemento discrimi-nante per modulare il tipodi assistenza immediata: es-sa infatti va regolata anchein base alle esigenze opera-tive, al tipo di evento e allecaratteristiche del trauma;i traumi chiusi occorsi inscenari a bassa intensità(contraddistinti da limitatipericoli per i soccorritori),possono consentire un soc-corso del tipo “stay andplay”; mentre in caso ditrauma penetrante il soc-corso dei feriti deve segui-re la logica dello “scoop andrun” ovvero di raccogliereil ferito dopo essersi sot-tratto nel tempo più brevepossibile al fuoco ostile. Il

primo soccorso può esseredunque prestato ai feriti so-lo dopo che è stata conse-guita la neutralizzazionedelle minacce; in “combatarea”rimane quindi semprevalido l’aforisma america-no “The best medicine ofany battlefield is fire supe-riority”.L’organizzazione sanitariamilitare americana ha trac-ciato delle linee guida per ilsoccorso ai colpiti “underfire” attenendosi ai principimorali dell’istinto di so-pravvivenza e della fratel-lanza: nel primo caso il “selfaid” è il risultato di una pre-parazione teorico-praticacapillare che ha interessatotutti i combattenti per ren-derli abili, in circostanze fa-vorevoli, all’auto-soccorsoessenziale; nel secondo ca-so si parla di “buddy aid”ovvero di mutuo soccorsoprimario tra i combattentiispirato dagli stessi principiteorici e pratici. Si stima chela corretta e immediata ap-plicazione di procedure diauto e mutuo primo soc-corso sulla linea del fuocopossa ridurre il tasso dimortalità di circa il 15%.Il modello italiano dell’au-to-mutuo soccorso è statoformalizzato nelle “lineeguida per la programma-zione dell’educazione sani-taria in ambito E.I.” ap-prontate dal Dipartimentodi Sanità del Comando Lo-gistico dell’Esercito ed ap-provate dallo Stato Mag-giore dell’Esercito, con at-to del 10.12.2007; secondotali linee guida tutto il per-sonale non sanitario dellaForza Armata (ufficiali, sot-tufficiali e volontari) deve

essere formato nell’auto-mutuo soccorso attraversola frequenza di corsi di for-mazione specifici. In talesenso il ministero della Di-fesa ha fatto un ulteriorepasso in avanti con l’intro-duzione del “SoccorritoreMilitare”. Con Decreto leg-ge del dicembre del 2008 ilministero della Difesa con iministeri del Lavoro, Salu-te e Politiche Sociali ha ra-tificato la possibilità che ge-nerici militari, senza alcunaqualifica sanitaria, previoun opportuno corso di for-mazione, pratichino all’oc-correnza manovre salvavi-ta (manovre BLSD, emo-stasi compressiva loco-re-gionale, somministrazionedi fluidi e.v., stabilizzazionefratture ossee, sommini-strazione sub-linguale difarmaci antidolorifici, anti-biotici e antinfiammatorii.m.) normalmente svolte dapersonale sanitario, e ciò alfine di rendere più efficaceed immediato procedere alsoccorso in combat area(hot zone) in mancanza delmedico e dell’infermiere.Nelle operazioni di pace laSanità Militare ha dapper-tutto prestato assistenza al-le popolazioni locali svol-gendo così un’azione alta-mente umanitaria che, nonsolo ha incrementato la cre-dibilità dei nostri contin-genti ma anche contribuitoad aumentare il prestigiodel nostro paese di fronteall’opinione pubblica mon-diale. •(*) Capo Ufficio Generale

della Sanità Militare(**) Direttore DipartimentoMilitare di Medicina Legale

di Roma

SANITÀ MILITARE

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LAVORO

di Ludovica Mariani

Sindacalista da 29 an-ni, esponente di spic-co dell’Organizzazio-

ne Internazionale del La-voro (OIL) ha contribuitoall’approvazione di sanzio-ni contro la giunta birma-na e sostiene il movimentodemocratico e il sindacatoclandestino birmano. Sibatte per l’affermazione deidiritti e la dignità del lavo-ro in Corea, Pakistan, Ne-pal, Cina, Afghanistan eVietnam. Cecilia Brighi èanche autrice di libri sullaCina e la Birmania utilizza-ti nelle scuole per spiegarele disfunzioni del sistemaeconomico e le ingiustiziesociali causate dalla globa-

lizzazione. E solo pochi me-si fa si è trovata faccia a fac-cia con la Storia incontran-do Aung San Suu Kyi, pre-mio Nobel per la Pace evincitrice delle prime ele-zioni democratiche in Bir-mania dopo la presa di po-tere dei militari.

“È finito un lungo incubo.Ora inizia un lungo cam-mino” sono state le primeparole di Aung San SuuKyi dopo la vittoria nelleelezioni in Birmania. Lei è un’eroina dei nostritempi, una donna che ha sa-puto unire forza e rigoremorale in quasi vent’anni diarresti domiciliari senza po-ter parlare con la propriagente. L’idea del regime era

che lei potesse capitolare manon l’ha fatto. È rimastapresente per il suo popolo eprotagonista nel mondo. Lasua forza che non è mai vio-lenza, il suo incrollabile co-raggio sono d’esempio perquelle donne che ovunquecombattono per i diritti ditutti e per la democrazia. Hoavuto la fortuna e l’oppor-tunità di incontrarla perchéda anni mi occupo di Bir-mania individuata comePaese che mostra tutta la de-bolezza del modello di glo-balizzazione.

Che può dirci di quell’in-contro? Sento ancora l’emozione diquel colloquio durato piùdi un’ora e dopo anni che

chiedevo inutilmente il vi-sto. Aung San Suu Kyi èuna donna minuta, appa-rentemente fragile, ma do-tata di un carisma straordi-nario e di una determina-zione incrollabile. Molti deiproblemi che abbiamo af-frontato nel nostro incon-tro privato e, successiva-mente, anche con le altredelegazioni sindacali, sonopoi entrati nel discorso cheha fatto in televisione per lacampagna elettorale e di-ventati progetti cardine del-la sua futura azione politi-ca. Lotta al lavoro forzato,diritto dei lavoratori ad or-ganizzarsi liberamente, di-ritto ad un sindacato indi-pendente, lotta alla povertàe alla disoccupazione e tu-tela dei diritti delle donneche sono in Birmania il 50per cento della popolazione.Si è discusso anche di unanuova legge sugli investi-menti esteri e di come rego-lamentarli dal punto di vi-sta dei diritti dei lavoratorima anche della tutela del-l’ambiente. E, naturalmen-te, la difesa dei diritti uma-ni che in un Paese così com-plicato sono una priorità siaper Aung San Suu Kyi, cheha vissuto si può dire “fisi-camente” la loro violazione,sia per la Lega Nazionaleper la Democrazia, il suopartito.

Qual è il peso politico del-le donne all’interno delleorganizzazioni sindacali?Sicuramente insufficiente.In primo luogo manca quel-la che si definisce “visionedi genere” sia nelle azionisindacali che in quelle poli-tiche. Non c’è un’analisi del-

A colloquio con Cecilia Brighi, esponente dell’OrganizzazioneInternazionale del Lavoro, che da anni si batte

per l’affermazione dei diritti e la dignità dei lavoratori. L’incontro con Aung San Suu Kyi

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Il lungo cammino dei diritti

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le scelte sia per quanto ri-guarda i negoziati e la con-trattazione che tenga contofin dall’origine dell’impattosulle donne ma anche del-l’impatto sulla parità di ge-nere e sulla responsabilitàdegli uomini e delle donnenell’ambito della famiglia.Ci sono ancora molte coseche vanno fatte soprattuttoper la condivisione di un ap-proccio culturale di tipo di-verso e poi credo che ledonne debbano essere an-cora più rappresentate intutti gli organismi. È un sal-to di qualità che il sindaca-to tutto deve fare.

Le donne sono più dellametà della società italianama scarsamente rappre-sentate. Cosa ne impediscel’inserimento nella vitapubblica?L’assenza di regole vinco-lanti. Le quote rosa adesempio potrebbero essereuno strumento importante,anche se non l’unico, percostruire una diversa pre-senza femminile nelle isti-tuzioni. Il fatto che la poli-tica e il sindacato siano co-stituiti prevalentemente da

uomini io lo vedo come uninquinamento. Abbiamo inItalia giuriste, economiste,sociologhe, sindacaliste chepotrebbero dare veramen-te un contributo importan-te alla crescita del Paese.Non a caso l’Organizzazio-ne Internazionale del La-voro ha sentito la necessitàdi insistere per diffondereil concetto di bilancio di ge-nere che serve a individua-re i punti nodali utili alcambiamento e a valutaretrasversalmente tutto ciòche le Organizzazioni nelmondo fanno con partico-lare attenzione alle sceltepolitiche e sindacali. Il bi-lancio di genere andrebbeperciò aggiunto alle quoterosa e proceduralizzato co-me accade nei sindacatinordici dove tutte le deci-sioni prese hanno costan-temente una valutazione diimpatto di genere.

Com’è la condizione del la-voro femminile nel mondo?La donna nel mercato dellavoro anche a livello in-ternazionale vive una con-dizione di estrema discri-minazione. Ci sono interi

settori del lavoro, soprat-tutto nei paesi in via di svi-luppo come in quelli emer-genti, che non sono protet-ti dal sindacato e sono set-tori con forte presenza fem-minile: l’educazione, l’ospe-daliero e l’agricoltura. Par-liamo di Paesi come Cina,Thailandia, Vietnam, Bir-mania dove è presente lapiaga del lavoro minorileche è a sua volta in grandepercentuale femminile. Inquesti paesi, come in quel-li dell’immigrazione clan-destina, le famiglie povere oculturalmente arretrate scel-gono di mandare a scuolasolo i maschi mentre le bam-bine sono costrette a lavoridurissimi, nelle fabbriche dimattoni, cave di pietra ecantieri edili. Questa di-scriminazione a partire dal-l’educazione scolastica nonfa che produrre un impattoche si accresce nel corsodegli anni mentre si ampli-ficano notevolmente le dif-ferenze. L’analfabetismofemminile è chiaramentepiù diffuso di quello ma-schile, del resto in alcunipaesi le donne non posso-no neppure frequentare lescuole, in Birmania peresempio ancora oggi, pro-prio nel momento esatto incui parliamo, migliaia di la-voratori vengono usati perlavori forzati, molti di lorosono donne anche anzianee molte bambine che ven-gono anche stuprate daimilitari. Ma senza andaretroppo lontano prendiamol’esempio delle lavoratricidomestiche che nella mag-gior parte dei paesi non so-no tutelate da una legge. Loscorso anno è stata appro-

vata a Ginevra una con-venzione internazionale perla tutela delle lavoratrici edei lavoratori domestici chenon è ancora stata ratifica-ta dall’Italia. Questo tipo di lavoratorisono spesso donne immi-grate e maggiormente sog-gette alla violenza e ai ri-catti sessuali da parte deidatori di lavoro.

Con l’OIL avete indivi-duato aree di discrimina-zione anche dove non ci siaspetterebbe di trovarle? Certo, penso al settore agri-colo negli Stati Uniti dovemolta mano d’opera è rap-presentata da immigraticlandestini, in gran partedonne. Il sindacato ameri-cano sta facendo molto e aluglio proprio negli Usa cisarà un grande confrontointernazionale che parten-do dal lavoro minorile af-fronterà anche il problemadelle donne che in questomomento di crisi sono l’anel-lo debole del mercato del la-voro, le prime a pagare ilprezzo della precarizzazio-ne. Anche in Italia questo èevidente. Molti diritti comequello alla maternità sonomessi in discussione, bastipensare al fenomeno dellelettere di licenziamento inbianco che molte lavora-trici sono costrette a fir-mare al momento dell’as-sunzione.

La vittoria di una donna inun paese come la Birmaniacambierà qualcosa? Lo spero ma Aung San SuuKyi, che è una donna estre-mamente intelligente, l’hadetto, il cammino è lungo. •

LAVORO

354 - 2012

L’incontro tra Aung San Suu Kyi e Cecilia Brighi

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364 - 2012

TEMPI E MODI PER LA PUBBLICAZIONELe notizie inerenti congressi, convegni, corsi e manifestazioni scientifiche devono essere rese note alla redazione

del giornale dell’Enpam - oltre tre mesi prima dell’evento - tramite posta all’indirizzo Via Torino, 3800184 Roma; via e-mail all’indirizzo [email protected]; via fax ai numeri 06/48294260 - 06/48294793.

Le notizie dovranno riguardare eventi accreditati ECM o organizzati in ambito universitario e non comportare costi di partecipazione per i medici (o comunque costi molto ridotti).

Per esigenze tipografiche e di spazio si invita a trasmettere testi sintetizzati in circa dieci righe. La pubblicazione degli avvisi avverrà, come sempre, gratuitamente.

Il linguaggio come strumento di guarigioneCaserta, 16-17-23-24 giugnoObiettivi: offrire agli operatori della salute le nozioni teoriche ed i modelli di intervento più attuali ed efficacinel campo della comunicazione medico-paziente, individuando e chiarendo i principi che determinano le basi di una relazione positiva nel rapporto medico-paziente e facendo conoscere quelle tecniche (pnl-ipnosi) fondamentalinel facilitare il percorso di guarigione. Il corso parte dal primo colloquio col paziente per renderlo da semplice incontro diagnostico ad effettivo intervento conoscitivo calibrato sull’unicità di ogni persona. Si trattano poi le tecnichedi ristrutturazione degli stati disfunzionali ed infine gli elementi utili a favorire la compliance delle prescrizioniInformazioni: dott. A. Federico, cell. 338 3093940, sito web: www.ipnosi-psicosomatica.netEcm: richiesti crediti ecm

Rome Rehabilitation 2012: corso teorico pratico di terapia del doloreRoma, 25-26-27 giugno, Centro Congressi Hotel Ergife, Via Aurelia 617/619Presidenti: V. Santilli, S. Mameli, F. Amato Argomenti: sindromi algiche del distretto cervico-brachiale e dell’arto superiore,sinergie tra medicina del dolore e medicina riabilitativa Informazioni: Segreteria Organizzativa Management srl, tel. 06 7020590, 06 70309842, fax 06 23328293, e-mail: [email protected]: riconosciuti 18 crediti ecm per medico chirurgo, fisioterapista, infermiere, tecnico ortopedico, terapista occupazionale

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Sbiancamento dentale: materiali e metodi per il successoFiumana di Predappio (FC), Dental Trey, 15 giugno, in replica il 19 ottobreRelatori: dott. Enrico Cogo, dott. Pietro Sibilla, dott. Roberto TurriniObiettivi: Corso teorico-pratico con dimostrazione su paziente. I partecipanti impareranno a proporre adeguata-mente trattamenti sbiancanti, fare una diagnosi corretta dei vari tipi di discromie, rilevare il colore dei denti, eseguire fotografie prima e dopo il trattamento, scegliere i prodotti più performanti, eseguire i trattamenti sbiancanti alla poltrona, realizzare le mascherine e consegnare i trattamenti sbiancanti domiciliari, gestire i casi clinici che prevedono sia sbiancamento che terapie conservative o protesiche, affrontare possibili complicanze e gestire gli effetti collateraliInformazioni ed iscrizioni: MCR Service Events & Communication, e-mail: [email protected], tel. 055 4364475Ecm: ottenuti 10,7 crediti

Giornate mediche ospedaliereRoma, 21-22 giugno Presidente: dott. Vincenzo BruzzeseDestinatari: medici internisti, reumatogi, immunologi, gastroenterologi, fisiatri, medici di medicina generale Argomenti: terapie con farmaci biologici nelle malattie reumatiche e gastroenterolgiche, artrite psoriasica, fisiopatologia e terapia del dolore, urgenze in medicina interna, malattie endocrinologiche e dismetaboliche rare,sindromi da hcv, tubercolosiInformazioni: Segreteria Organizzativa TWT srl, Via Cagliari 13, 00198 Roma, tel. 06 44249321, fax 06 44249327, e-mail: [email protected]

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Convegno nazionale dell’Associazione italiana di medicina aeronautica e spazialeBari Palese, 14-16 giugno, Sala Polifunzionale del Quartier Generale Comando Scuole AeronauticaObiettivi: il convegno ha lo scopo di aggiornare gli esaminatori medici autorizzati e tutti gli altri professionisti impegnati nel settore medico aeronautico e spaziale, nonché di favorire gli scambi di esperienze tra specialisti delle varie brancheArgomenti: microgravità, fisiologia degli ambienti estremi, medicina clinica aeronautica, human factor, medicina operativa, medicina legale aeronauticaInformazioni ed iscrizioni: sito web: www.aimas.it, e-mail: [email protected], fax 06 99331577Ecm: riconosciuti crediti ecm per medici, psicologi e infermieri

Istituto Nazionale Tumori Fondazione “G.Pascale”Scuola Specialistica “Ecocolor-Doppler e Mezzi di contrasto ecografici”

Ecocolor-doppler internistico e perifericoNapoli, 21– 23 giugno, Auletta Scientifica, SC di Radiodiagnostica I, Istituto Pascale, Via M. SemmolaCoordinatore scuola: Adolfo Gallipoli D’ErricoResponsabile corsi: Orlando CatalanoStruttura: 3 lezioni e 2 esercitazioni pratiche con pazientiInformazioni: tel. 081 5903664, e-mail: [email protected], sito: www.ceus.it, facebook: Scuola EcocolorDoppler Ceus PascaleEcm: richiesto accreditamento ecm

Associazione Italiana di Medicina SistemicaScuola superiore di formazione in medicina sistemica

Strategie sistemiche nella terapia nutrizionale, metabolica e di regolazione delle patologie cronicheMilano, 22-23 settembre, 13-14 ottobre, 10-11 novembre, 1-2 dicembreRoma, 27-28 ottobre, 24-25 novembre, 19-20 gennaio 2013, 9-10 febbraio 2013Responsabile didattico e docente: Dott. Giampiero Di TullioObiettivo del corso: ispirato alla moderna visione del pensiero sistemico, è riservato a medici e biologi. Fornisce innovativi modelli diagnostico-terapeutici di strategia nutrizionale e di medicina integrata per il trattamento delle patologie croniche e la promozione della longevità in saluteInformazioni: Segreteria Organizzativa Akesios Group, tel. 0521 647705, e-mail: [email protected]

International course endovascular procedures Roma, 27-28 e 29 settembre Obiettivi: il Corso di tipo pratico con ampio spazio ai “live cases” si propone di affrontare le diverse problematiche dei singoli casi dal punto di vista della preparazione, del materiale da utilizzare e dell’approccio professionale da mantenere, finalizzando tutto all’ottenimento del miglior risultato anche in relazione al costo-efficacia ed al costo-beneficioDestinatari: radiologi interventisti, cardiologi, chirurghi vascolari, medici di base, tecnici di radiologia, infermieri professionaliInformazioni: Segreteria Scientifica tel. 06 20902314, e-mail: [email protected], [email protected] Organizzativa: tel. 06 20902400-2401, e-mail: [email protected]: in fase di accreditamento

Congresso regionale siciliano della Società italiana di allergologia e immunologia pediatricaPalermo, 22-24 settembrePresidenti: prof. Giovanni Corsello, prof. Giovanni PajnoRelatori: prof. Fernando Martinez, prof.ssa Luciana Indinnimeo, prof. Alberto G. Ugazio, prof.ssa M. DuseArgomenti: il congresso è un’occasione di confronto tra pediatri sulle patologie allergologiche nell’ambito della bronco pneumologia, della dermatologia e dell’infettivologia nell’età dello svilluppoInformazioni: Segreteria Organizzativa Servizitalia, Via S. Puglisi 15, 90143 Palermo, tel. 091 6250453, fax 091 303150, e-mail: [email protected], sito web: www.siaipsicilia.itEcm: richiesti crediti ecm per il congresso e per il corso precongressuale

384 - 2012

CONGRESSI, CONVEGNI, CORSI

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CONGRESSI, CONVEGNI, CORSI

Nutrizione clinica e cure palliativeRoma, 14-15 giugno, Auditorium Via Veneto, Via Veneto 89Direttori: Gianni Biolo, Maurizio Muscaritoli, Adriana TurrizianiAlcuni argomenti: malato in fase avanzata, presa in carico del malato in cure palliative, aspetti di fisiopatologia metabolica nelle cure palliative, ridefinire gli end-points, indicazioni alla nutrizione artificiale nel paziente in cure palliativeInformazioni e iscrizioni: tel. 010 83794262, fax 010 83794260, e-mail: [email protected],sito web: www.accmed.orgSegreteria Organizzativa: Forum Service, Via Martin Piaggio 17/6, 16122 Genova

Società italiana di medicina e chirurgia esteticaRimodellamento corporeo con liposcultura e lipofillingBologna, 10 giugno, Divisione Didattica Valet srl Docenti: dott. Salvatore Fundarò Programma: fornire le conoscenze necessarie per approfondire le tematiche inerenti le tecniche chirurgiche di rimodellamento corporeo. Saranno analizzate le indicazioni e le tecniche di liposuzione e lipofilling, oltre alla gestione post operatoria dei pazienti e delle eventuali complicanzeInformazioni: Segreteria Organizzativa VALET S.r.l., Via dei Fornaciai 29/b, 40129 Bologna, tel. 051 6388334, fax 051 326840, e-mail: [email protected], web site: www.valet.itEcm: ottenuti 8 crediti ecm

Cure Primarie: tra chronic care model e medicina di iniziativaEmpoli, 14, 15 e 16 giugno, Palazzo delle EsposizioniComitato Scientifico: Benvenuti F., Leto A., Maciocco G., Massai D., Salvadori P.Argomenti: chronic care model, sarà presente Ed Wagner, ideatore del ccm, Kate Lorig, esperta Usa di self-management ed esperti europei italiani e regionali sulle cure primarie. Traduzione simultanea italiano – inglese e inglese – italianoSegreteria Organizzativa: Agenzia per la Formazione AUSL 11 Empoli, tel. 0571 704320, fax 0571 704339, e-mail: [email protected]: richiesti crediti formativi alla Regione Toscana

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VACCINI

404 - 2012

di Walter Pasini

Contrariamente a quan-to realizzato per il va-iolo, eradicato nel 1980

attraverso un programmaintensivo di vaccinazione dimassa, l’OrganizzazioneMondiale della Sanità nonriesce a realizzare l’obiet-tivo, enunciato dal 1988, dieradicare la poliomielite,malattia del sistema nervo-so centrale causata da treenterovirus strettamentecorrelati: i poliovirus di ti-po 1, 2, 3. Nonostante glisforzi dell’OMS e gli obiet-tivi enunciati dall’Assembleadella sanità, virus selvag-gi continuano a circola-re in quattro paesi: Ni-geria, Afghanistan, Pa-kistan ed India ed epi-demie importate vengo-no registrate in conti-nuazione non solo inpaesi limitrofi, maanche distanti daiquattro paesi ci-tati, come l’In-donesia. Eppu-re, le campagnedi vaccinazionedi massa, nei pae-si un tempo ende-mici per la polio,avevano raggiuntorisultati significativise si pensa che nel1988 i casi riportati alivello mondiale era-no ben 350.000. Su richiesta dell’As-semblea Mondiale del-

go. Nel marzo 2011, la pre-senza del poliovirus selvag-gio di tipo 1 era stato con-fermato virologicamente neicampioni raccolti in 70 dei560 soggetti presentanti unaparalisi flaccida. Altro pae-se vulnerabile è l'Angola,che ha avuto in questi anninumerosi casi di polio. La frequenza dell’occorren-za di nuove epidemie ci ri-corda che molti paesi nelmondo sono minacciati dal-la possibilità di un ritornodella polio sul loro territo-rio vista la facilità dell’in-gresso della malattia attra-

verso le frontiere. Ad eccezione dell’In-dia nessun paese en-demico ha compiu-to progressi signifi-cativi. In Afghanistan il

programma divaccinazionenon è statocapace di rag-giungere al-meno un ter-zo dei bambi-ni nei 13 di-stretti ad altorischio di tra-

smissione; in Ni-geria il programmadi lotta alla poliodeve ancora trova-re l’impegno dei lea-der politici e religio-si, purtroppo moltoscettici sul vaccino; inPakistan sono staticompiuti pochi risul-

tati concreti negli ultimi 18mesi. Epidemie inaspettate mi-nano ancor più la fiduciadel raggiungimento degliobiettivi che l’OMS si è da-ta. In Cina, libera per tantianni dalla polio, è in corsoun’epidemia. La scoperta di un caso inKenya preoccupa in quantodimostra l’incapacità di pro-teggere i confini con l’Ugan-da. Il Corno d’Africa rap-presenta una regione a ri-schio di ulteriori epidemie. L’Italia, così come gli altripaesi europei, potrebbe inteoria rivedere nuovi casi,anche in considerazione del-l’elevata presenza di immi-grati provenienti dall’Afri-ca e dal sub-continente in-diano. È estremamente im-portante pertanto che lavaccinazione contro la po-lio non subisca flessioni esia mantenuta sempre altala guardia. Le principali misure atte ascongiurare la possibilità diun ritorno della polio neipaesi occidentali come l’Ita-lia sono: 1) mantenere elevata la co-pertura vaccinale nei paesiliberi da polio con il vacci-no ucciso IPV; 2) fare una dose di richiamoanti-polio con vaccino IPVinattivato ai viaggiatori chesi rechino nei paesi endemi-ci ed in quelli in cui si è ri-verificata la trasmissione dipolio virus; 3) pretendere un certificatodi vaccinazione antipolio o,meglio ancora, vaccinarenuovamente con vaccinoorale OPV ogni immigratoche provenga dalle zone en-demiche. •

Poliomielite, tenere alta la guardia

la Sanità, nel novembre2010 è stato creato L’Indi-pendent Monitoring Board(IMB) per monitorare e gui-dare il progresso del pianostrategico 2010-2012 dellaGlobal Polio EradicationInitiative (GPEI).Nel 2010, un’estesa epide-mia con centinaia di vittimeera stata segnalata nel Tagi-kistan, paese appartenentealla Regione Europea del-l’OMS, che prima di quel-l’evento era stata dichiaratapolio-free. Dal settembre2010, un’importante epide-mia sta colpendo la Repub-blica Democratica del Con-

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424 - 2012

COLLABORARE

di Maurizio Zomparelli (*)

La comunicazione non èsolo parlare, gesticolare,esprimere, dialogare,

raccontare, spiegare, ri-spondere eccetera, una seriedi verbi che esprimono o in-dicano vari modi di comu-nicare tra di noi. Per la nostra professione me-dica è fondamentale ed uti-le saper comunicare non so-lo con queste possibilità maanche e soprattutto attra-verso altri modi a noi appa-rentemente sconosciuti odutilizzati senza la nostra con-sapevolezza. Quante volte ci siamo avvi-cinati ai nostri pazienti ma-gari sorridendo o raccon-tando ironicamente fatti o si-

tuazioni paradossali ed ab-biamo ottenuto scarsi risul-tati o brutte risposte e quan-te altre volte lo abbiamo fat-to seriamente e con unaespressione preoccupata edabbiamo ottenuto lo stessorisultato negativo. Cosa nonha funzionato o meglio do-ve abbiamo fallito nello sco-po di creare un rapporto difiducia condivisa nell’inten-to comunicativo? Magari al-tre volte siamo risultati su-bito simpatici e convincentioltre a presentarci con unaveste professionale convin-cente e rassicurante? Certo in altri tempi bastavaavere uno studio sontuosocon tanto di segretarie e dicollaboratori per infonderestima e sicurezza nei nostri

pazienti, ma oggi dove i tem-pi nell’esercizio professiona-le, soprattutto negli ospeda-li, nelle corsie ed anche ne-gli studi si sono ridotti ed ot-timizzati, tale stima e sicu-rezza viene a vacillare e com-paiono dubbi ed incom-prensioni nella valutazionedella nostra professionalitàda parte dei nostri assistiti. Risulta, quindi, fondamen-tale comunicare con i nostripazienti in modo sempliceed efficace, un modo tra-sparente e personalizzato tranoi e chi ci sta di fronte. Già ho detto personalizzato,perché la chiave di letturadella comunicazione effica-ce è quella di rendere esclu-siva la comunicazione inter-personale, uniformandola

singolarmente caso per casoe non generalizzandola. Ogni essere umano rappre-senta un universo comuni-cativo a sé e la chiave di let-tura per entrare nella sua co-municazione è quella di sa-pervi entrare senza crearesquilibri, insomma in asso-nanza e non in dissonanzacomunicativa per arrivare al-l’empatia ultimo e massimostato vincente della comu-nicazione. Empatizzare significa saperascoltare, comprendere, con-dividere le necessità ed ildramma del nostro pazien-te e successivamente saperindicare la via d’uscita o l’ac-cettazione dello stesso dram-ma attraverso la nostra in-terpretazione e comprensio-ne dello stesso. Il pazientereagirà sicuramente in mo-do positivo ai nostri sugge-rimenti e collaborerà attiva-mente al progetto terapeuti-co proposto. Questo è il vero obiettivo daconseguire tra medico e pa-ziente, creare un rapporto distima e di fiducia necessarioa raggiungere risultati vin-centi, quando questi sianorealizzabili. Dire ad un paziente: “Tu haiil cancro ma oggi la medici-na ti permetterà di vincerlo”può non essere sufficienteper ottenerne la collabora-zione. Dire allo stesso paziente:“Comprendo quanto sei pre-occupato del tuo futuro e diquello che ti attende, ma sap-pi che ti starò vicino e ti sug-gerirò come affrontare l’in-tervento o la terapia perchéti assicuro che ne trarrai tan-ti benefici e tu dovrai lottareinsieme con me per vincere

Medico-paziente, come comunicare con efficacia

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COLLABORARE

il male che ti fa soffrire”,questo sì potrebbe essere piùconvincente come modo dicomunicare per ottenerequella determinazione e col-laborazione attiva necessariaal nostro paziente per vince-re la malattia insieme al no-stro apporto professionale. Questo ci deve far riflettereper capire come migliorareil nostro apporto professio-nale e per comprendere chenon è fondamentale quelloche diciamo ma più impor-tante come lo diciamo. Altra considerazione da te-nere in mente è come ci po-niamo ovvero la nostra po-stura o meglio ciò che co-munichiamo con il corpo.Mi riferisco alla comunica-zione analogica o meglioquella del corpo, quella del-

lo sguardo, quella della no-stra postura. Noi vediamogli altri, ma loro ancor piùvedono noi e la nostra im-magine nel suo complesso enella sua totalità, questo vuoldire che se non ci poniamoin modo convincente al no-stro interlocutore potremmofallire nell’intento di comu-nicare un concetto od unatesi in modo significativo epenetrante o meglio effica-ce. Vi immaginate parlare,come ho detto in preceden-za, tenendo i piedi incrocia-ti su una scrivania o peggiotenendo un cellulare in ma-no mentre qualcun altro è inlinea con noi o peggio anco-ra farlo in un corridoio o difronte ad altri? Se vogliamo far compren-dere in modo personale

quello che diciamo e rende-re la nostra comunicazionecondivisa dobbiamo tenereconto anche di come e dovecomunichiamo ed in qualemodo ci poniamo. Infine, consiglio di utilizza-re la Pnl (Programmazioneneuro linguistica), tecnicaassolutamente indispensa-bile per individuare la chia-ve di accesso comunicativocon il nostro interlocutore,tenendo conto del suo e no-stro modo di esprimersi eriflettere come quello delcampo visivo, di quello udi-tivo e di quello cenestesico.Se ci muniamo di queste co-noscenze tutto ci sembreràpiù semplice e più possibi-le per realizzare un ottimolivello comunicativo e pro-fessionale.

Ci sono scuole mediche ri-conosciute che program-mano corsi accreditati pro-prio per ottenere queste co-noscenze anche a livellopratico, consiglio di segui-re almeno uno dei corsi chevengono programmati a to-tale beneficio della nostraprofessionalità. Abbiamotutti compreso che non ba-sta conseguire la laurea inuna materia per farsi consi-derare dei professionisticompleti. È necessario met-tersi in gioco per vincere lenostre preclusioni ed allar-gare il nostro campo diazione riducendo i nostri li-miti. La tentazione di mi-gliorarci non dovrebbe maiabbandonarci. •(*) Primario Reparto Medicina

Clinica Addominale Eur

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MEDICINA DELLO SPORT

di Andrea Meconcelli

Claudio Pietroletti si èspecializzato in Me-dicina dello sport nel

1980, presso l’UniversitàLa Sapienza di Roma. Exufficiale medico, nel 1982diviene titolare dell’incari-co di Medicina dello sportpresso l’azienda ospeda-liera RMH. Medico fede-rale delle nazionali olimpi-che della Federazione ita-

liana lotta-judo-pesi, hapartecipato a cinque Olim-piadi come medico degliAzzurri. È stato medico per-sonale di vari campioniolimpionici come DanielaCeccarelli, oro del Super Ga Salt Lake City. Autore dilibri di medicina sportiva etraumatologia adottati invarie università italiane, èdocente del Master di spe-cializzazione in Manage-ment Sportivo presso l’Uni-versità La Sapienza di Ro-ma. È stato atleta e medicodella nazionale di judo. Giàcampione italiano junioresdi judo, maestro nazionaledi judo, tra i primi in Italiaa praticare agopuntura ci-

nese e training autogeno al-le nazionali olimpiche. IlConi lo ha anche insignitodella prestigiosa Stella almerito sportivo.

I bambini che vengono av-viati ai vari sport devonosottoporsi a visite specia-listiche, oltreché doverfornire il certificato di sa-na e robusta costituzione?L’Italia è stata una delleprime nazioni del mondoa istituire una visita d’ido-neità per praticare agoni-smo. In altri paesi comel’America, infatti, bastaun’autocertificazione perarrivare ad altissimi livelliagonistici. Un adeguato av-

444 - 2012

viamento allo sport, aiutaa prevenire molte patolo-gie cardiache e osteoarti-colari, quali dimorfismi,paramorfismi, la sindromeipocinetica giovanile cioèl’obesità giovanile deter-minata da cattiva alimen-tazione e scarsa attivitàginnica. Bisognerebbe sen-sibilizzare i giovani fin dal-la scuola. Già ai nostritempi c’era purtroppo unlassismo notevole all’ora diginnastica, durante la qua-le si fumava, si chiacchie-rava, si mangiava il pani-no ma non certo si prati-cava sport. Solo in questiultimi anni c’è stata unacampagna di sensibilizza-zione a favore dell’utilitàdell’attività sportiva. An-che a livello preventivo neiconfronti delle malattiecardiovascolari, che comesappiamo possono causa-re problemi molto seri.

Può esprimere un giudiziosulle morti improvvise chehanno colpito tanti atletinel mondo ? Secondo me fin da piccoli

Se praticare sportdiventa pericoloso

Il prof. Claudio Pietroletti

Un adeguato avviamento

allo sport aiuta a prevenire

molte patologiecardiache

e osteoarticolari

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questo; però noi dobbiamosempre ragionare in termi-ni di prevenzione, con laformula della prevenzione,che non è un’attività ma-tematica ma ci permette diabbassare drasticamente ilrischio di incorrere in pro-blemi.

Cambiamo argomento: iljudo è uno sport per tutti? Il judo è il classico sportche si può praticare a tut-te le età. In particolar mo-do si avvicinano a questotipo di disciplina i bambi-ni che passano dalla lottasul materasso di casa aquella sul “tatami”. Il bam-bino in questo modo trovauna risposta quasi natura-le al gesto sportivo, nondovendo prendere palle,

rivo dall’Oriente e da HongKong dei film di kung fucon Bruce Lee. Se un tem-po gli sport maschili eranoil calcio, la boxe, il rugby,la lotta libera greco-roma-na, successivamente si ag-giunsero judo e karate. Econ l’esplosione del benes-sere e la diffusione dei massmedia siamo arrivati ad unnotevole ampliamento delnovero di tali sport. Si so-no aggiunti taekwondo,kick boxing, boxe thailan-dese.

Rispetto ad altri paesi eu-ropei lo sport in Italia èpiù o meno sviluppato ?Lo sport in Italia è moltosviluppato. Dall’età pio-nieristica si imposero il cal-cio, il ciclismo e la boxe.Con il cambiamento dellasocietà dovuto al miglio-ramento delle condizionieconomiche, iniziarono adaffermarsi vari nuovi sportcome il tennis, il nuoto, ilbasket, la pallavolo, l’atle-tica leggera. Il boom eco-nomico degli anni ’60 hasignificato l’avvicinarsi aglisport che prima erano con-siderati da ricchi o d’elitedalla maggioranza dellepersone. Parallelamente, sisono affermati luminaricome il prof. Antonio Ve-nerando che hanno fonda-to l’Istituto di Medicinadello sport, primo e unicoin Europa. E quindi la pri-ma Scuola di specializza-zione di medicina dellosport, dalla quale io e tan-ti altri colleghi siamo usci-ti. Si tratta di una Scuola,fiore all’occhiello, che mol-ti paesi europei ci hannocopiato. •

454 - 2012

attrezzi od altro, ma sololottare con altri bambini.L’elemento significativoconsiste nell’educazioneche si dà ai bambini, di-retta a canalizzare la loronaturale aggressività, ma

anche a inculcare lorole regole del ri-spetto dell’av-versario e del

maestro. La di-sciplina del judo

nasce tra la fine del’800 e i primi del ’900, eprende origine dalle anti-che arti marziali come il jujitsu, già praticate in Giap-pone da secoli. Fu poi Ji-goro Kano, grande peda-gogo, a strutturare questadisciplina al fine di inse-gnare alle nuove genera-zioni giapponesi la tradi-zione ed il comportamen-to da tenere nella società.Quindi un alto spirito di-dattico, morale, etico. Sitratta di un dato aggiunti-vo rispetto ad altre disci-pline sportive, che comun-que hanno sempre una va-lenza educativa; vinceresenza macchia, nella lealtàsportiva, con le proprie for-ze. La differenza con le al-tre discipline sportive va ri-cercata nell’origine, costi-tuita da un giusto equilibriotra tradizione secolare emodernità.

Come nasce in Italia lapassione per le arti mar-ziali? Pratico le arti marziali da-gli anni ’60. In quegli annierano una novità, ma già sicontavano oltre 50milapraticanti in tutta Italia. Lasvolta si ebbe successiva-mente anche grazie all’ar-

i bambini dovrebbero es-sere sottoposti, perlomenonella prima fase di avvia-mento allo sport, ad un’ac-curata visita tanto pedia-trica quanto medico spor-tiva, con accertamenti car-diologici corredati da ecga riposo, associato a provada sforzo, e valutazione re-spiratoria. Stiamo cercan-do anche di introdurre co-me obbligatorio un eco-co-lor-doppler all’atto dellaprima visita medica spor-tiva agonistica, in modo dacautelare giovani e famiglieda quelle patologie misco-nosciute che, nonostante levisite preventive, possonoemergere solo da una piùapprofondita indagine. Tal-volta, purtroppo, non èsufficiente nemmeno tutto

MEDICINA DELLO SPORT

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L’indagine: 1.055 pa-zienti e 713 caregiverhanno partecipato al-

l’indagine sui pazienti on-cologici realizzata dallaFondazione Censis. Il me-rito della rilevazione vaascritto alla FederazioneItaliana delle Associazionidel Volontariato (FAVO),ai Punti Informativi AIMaC

e alle altre Associazioni chehanno concretamente ese-guito la somministrazionedei questionari. Tra le domande proposte:quali costi devono affron-tare le circa 960 mila per-sone che hanno avuto unadiagnosi di tumore negli ul-timi cinque anni e i 776 mi-la caregiver che se ne pren-

dono cura? Il costo socialetotale annuale ascrivibile ai960 mila pazienti circa chehanno avuto una diagnosidi tumore negli ultimi cin-que anni e ai 776 mila ca-regiver è pari a 36,4 miliar-di di euro annui: di cui ol-tre 5,8 miliardi di spese di-rette, soldi che escono di-rettamente dalle tasche dei

cittadini e relativi caregiver,e oltre 30 miliardi di costiindiretti, tra i quali vale ol-tre 12 miliardi l’attività diassistenza e/o sorveglian-za che i caregiver garanti-scono ai pazienti. I sussidivari garantiscono ai mala-ti di tumore entrate com-plessive annue per 1,1 mi-liardi di euro, che sono pa-ri a poco più del 3% delcosto sociale totale. C’èuno squilibrio enorme trai costi sociali in capo a pa-zienti e caregiver (che inotto casi su dieci sono fa-miliari) e gli strumenti mo-netari di cui beneficiano,che testimonia in modoeclatante l’impatto econo-mico che il tumore ha suchi ne è colpito. •

Giornata nazionale del malato oncologico

In occasione della Giornata del malato oncologico è stato stilato il IVRapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici. La FAVO

ed il Censis hanno svolto un’indagine sui costi sociali del cancro

ATTUALITÀ

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DAL MONDO

di Ezio Pasero

La vicenda dei due ma-rò italiani incarceratiin India con l’accusa di

avere ucciso due pescatoriscambiati per pirati ha ri-proposto in modo dram-matico il problema dellenavi mercantili scortate eprotette da unità militari.Un problema particolar-mente grave lungo la costasomala e nelle acque delCorno d’Africa, dove or-mai da anni i pirati assal-tano e sequestrano le naviche transitano in quel-l’area. La missione antipi-rateria Atalanta, lanciatanel 2008 dall’Unione Eu-ropea per tentare di con-trastare un fenomeno cheha provocato numerosi vit-time e danni ingentissimi,tali da mettere seriamentein crisi il settore del tra-sporto merci marittimo, haprodotto finora risultatibuoni ma non sufficienti,forse non tali da giustifi-carne i costi molto alti. Èvero che negli ultimi mesiil numero delle imbarca-zioni sequestrate dai pira-ti è diminuito, ma gli at-tacchi sono continuati, no-nostante l’Ue mantenga al

largo delle coste del Cornod’Africa da cinque a diecinavi da guerra e anche laNato disponga nella stessaarea di una flotta di di-mensioni simili, nota comeOcean Shield.Il fatto è che finora gli in-terventi delle navi dellamissione Atalanta eranomirati essenzialmente afermare i pirati nel mare,in occasione delle loro in-cursioni, e non a combat-terli anche nei loro rifugi.È proprio per questo mo-tivo che, rinnovando lamissione ed estendendolafino alla fine del 2014, iministri degli Esteri del-l’Unione Europea hannodeciso di cambiarne le re-gole d’ingaggio, autoriz-zando “misure più energi-che sul litorale somalo”.D’ora innanzi, dunque, lenavi da guerra e gli elicot-teri potranno sparare, percombattere la pirateria,contro bersagli sospetti siain mare aperto che lungo“il territorio del litorale ele acque interne”, mentrefinora gli interventi eranolimitati al Golfo di Aden,al Corno d’Africa e al-l’Oceano Indiano fino alleisole Seychelles, ma senza

poter penetrare nelle acqueterritoriali della Somalia.Con un documento che ilprimo ministro somalo Ab-diweli Mohamed Ali ha in-viato al Segretario genera-le delle Nazioni Unite, ilgoverno federale di transi-zione ha autorizzato le for-ze militari della missioneAtalanta a “operare nelleacque territoriali, nelle ac-que interne, sul territoriocostiero della Somalia e nelsuo spazio aereo”. In pra-tica, hanno spiegato alcu-ni funzionari europei, lenuove tattiche comprende-ranno l’uso di navi da guer-ra o elicotteri per prenderedi mira le barche di piratiormeggiate lungo la costa,i depositi di carburante e iveicoli usati dai bucanieriper i loro rifornimenti, eper individuarli verrannoutilizzati anche aerei da ri-cognizione. Grazie a que-sto accordo, la forza mili-tare dell’Ue è responsabi-le della protezione delle na-vi del Programma alimen-tare mondiale che traspor-tano aiuti alimentari in So-malia e delle imbarcazionidi sostegno logistico delletruppe dell’Unione africa-na, e monitora inoltre le at-

Somalia, cambiano le regoledella missione antipirateria

I ministri degli Esteri dell’Unione Europea mutano le regole di ingaggio della missione Atalanta, che dal 2008 combatte il fenomeno dei sequestri: le navi da guerra e gli elicotteri

potranno sparare contro bersagli sospetti sia in mare aperto sia lungo “il territorio del litorale e le acque interne”

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tività di pesca al largo del-le coste somale.La decisione di prolungarela missione Atalanta e diinasprirne le regole d’in-gaggio non è stata sempli-ce né priva di contrasti al-l’interno dell’Europa dei27. Dissensi, in particola-re, erano stati espressi da-gli eurodeputati Verdi te-deschi, che avevano sotto-lineato il pericolo di “unanuova tappa verso la mili-tarizzazione” della lotta aipirati e i rischi elevati dicolpire civili innocenti du-rante le operazioni sul ter-

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reno. Al termine delle di-scussioni, però, l’Alto rap-presentante della politicaestera della Ue, CatherineAshton, ha potuto dichia-rare che “il prolungamen-to del mandato e della du-rata della missione ci per-mette un’azione più ener-gica sul litorale somalo”,ribadendo che “la lottacontro la pirateria e le suecause profonde è una prio-rità della nostra azione nel

Corno d’Africa”. I respon-sabili operativi della mis-sione Atalanta, hanno sta-bilito i ministri europei,dovranno comunque “la-vorare direttamente con ilgoverno federale di transi-zione e le altre entità so-male, per aiutarle nella lot-ta contro gli atti di pirate-ria che conducono a parti-re dalle coste”. Inoltre, hachiarito il ministro spa-gnolo José Manuel Garcia-

Margallo, “gli attacchi alleinstallazioni a terra saran-no autorizzati solo quandodelle navi saranno assalitein mare”. Parole diploma-tiche doverose, beninteso,e rispettose dell’autoritàdel debole governo di tran-sizione somalo. Ma tant’è:pur con tutte le precauzio-ni per evitare danni colla-terali tra la popolazione ci-vile, le navi da guerra del-la missione Atalanta sono

ormai autorizzate ad at-taccare i depositi e i rifugidei pirati lungo le coste esulle spiagge. Già lo scor-so anno, del resto, la mis-sione aveva consentito l’ar-resto di 117 pirati e losmantellamento di 27 di-verse organizzazioni dibanditi del mare, anche se,secondo l’Ufficio maritti-mo internazionale, gli attidi pirateria nel mondo nelcorso del 2011 erano statiben 439.Le nuove regole di ingag-gio della missione Atalan-ta e la disponibilità dimo-strata dal governo di tran-sizione somalo per com-battere il fenomeno dellapirateria vanno nel sensodelle posizioni italiane, icui rapporti con l’India so-no ai ferri corti in seguitoall’arresto dei nostri duemarò detenuti nel carceredi Trivandrum con l’accu-sa di omicidio. Nel quadrodella disputa sorta con lamagistratura indiana delKerala in merito alle com-petenze giurisdizionali delprocesso ai due fucilieri del-la Marina Militare, infatti,il ministro degli Esteri Giu-lio Terzi ha fatto ripetuta-mente appello al tema del-la sicurezza nelle acque in-ternazionali. “La pirateriaè un nemico comune”, hascritto in un editoriale pub-blicato sul quotidiano TheHindu, sollecitando unastretta cooperazione percombatterla.“Se avessimodei Paesi rivieraschi che siarrogano la giurisdizionesulle operazioni sviluppatenel quadro della missioneAtalanta, nulla funzione-rebbe più”. •

DAL MONDO

494 - 2012

9 novembre 2008. L’equipaggio del cargo mercantile MV Faina in piedi sul ponte insieme ai sequestratori. La foto è stata scattata dalla marina statunitense

dopo aver chiesto di poter controllare lo stato di salute dei membri dell’equipaggio (foto: U.S. Navy, Mass communication Specialist 2nd Class Jason R. Zalasky)

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NOTIZIE

L’associazione LinfaContro il Cancro On-lus, fondata a Vicen-

za nel 1999, ha realizzatouna rete di Pronto Soccor-so Oncologico operativa sututto il territorio naziona-le. Il progetto dell'associa-zione, quindi, di creare unpronto soccorso oncologi-co è finalmente realtà.I volontari dell’organizza-zione, dal lunedì al sabatoin orario d’ufficio, sono adisposizione per assisterechi chiama preoccupatoper chi teme di avere unalesione cancerosa. Lo spe-cialista più idoneo contat-ta entro 24-48 ore il pa-

ziente per rassicurarlo eper concordare un’even-tuale prima visita gratuita.Il Pronto Soccorso Onco-logico consente all’utentedi evitare ansie inutili, atte-se snervanti, liste d’attesalunghissime e soprattutto dinon perdere tempo prezio-so nel caso ci fosse bisognodi un intervento chirurgico.Uno specialista accompa-gna il paziente durante tut-to il percorso diagnostico,terapeutico, riabilitativo efollow-up divenendo unpunto di sostegno per chideve curarsi. Il dottor Luca Rotunno -presidente della Linfa e

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Rotunno - abbiamo assoltooltre 2623 richieste riscon-trando 226 casi di tumori.Le consulenze più frequen-ti sono state quelle senolo-giche, dermatologiche, uro-logiche, ginecologiche edintestinali. Le richieste sono arrivateda tutta Italia, soprattutodal Veneto, Lombardia, Si-cilia, Campania, Piemonte,Lazio e Toscana. Le richie-ste d’aiuto sono giunte so-pratutto dal sesso femmi-nile ed in un quarto dei ca-si da quello maschile. Perquanto riguarda l’età: dueterzi dell’utenza che ha con-tattato il Pronto SoccorsoOncologico aveva un età in-feriore ai 40 anni”. Il numero telefonico dellaLinfa è:numero verde 800713270,oppure 0444 23 53 21 fax: 0444 52 89 60. e-mail:[email protected].

Lavoratrice madre medico

Dato il notevole interesse che ha suscitatoil cd sulla normativa di tutela della ma-ternità, anche quest'anno facciamo usci-

re la sesta edizione aggiornata alle più recentileggi riguardanti in particolare la maternità configli disabili. Vengono riportate le varie circolari interpreta-tive dell'Inps, dell'Inpdap e del ministero delLavoro.I medici possono richiederne gratuitamenteuna copia alla direzione generale dell’Enpamal numero telefonico 06 48294226 e all’indi-rizzo e-mail [email protected].

“Linfa”, al via una retedi Pronto soccorso

oncologicoideatore del Pronto Soc-corso Oncologico - ricordache in caso d’urgenza si èin grado di operare in tuttele specializzazioni; dalla se-nologia alla dermatologia,dalla ginecologia all'urolo-gia, dalla chirurgia genera-le alla patologia del cavoorale, dalla chirurgia pla-stica alla neurochirurgia,dalle patologie intestinalialle malattie dell’apparatorespiratorio. Il Pronto Soc-corso, inoltre, mette a di-sposizione un gruppo dipsicologi per dare sostegnoal paziente e ai suoi fami-gliari. Grazie al Pronto Soc-corso Oncologico - spiega

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INFORMAZIONE

di Paola Stefanucci

Inossidabile: Luciano On- der è al timone di “Medi-cina 33”, la prima rubri-

ca (catodica) da lui ideatadedicata alla salute, da tren-t’anni e più. Da allora la ri-cerca del benessere, l’atten-zione all’ambiente e allaqualità della vita è presso-ché lievitata in tutti gli stra-ti sociali. Merito anche delgranitico conduttore che,attraverso il quotidiano dimedicina del Tg2 insiemeai migliori specialisti diogni branca della discipli-na d’Ippocrate, dispensa amilioni di telespettatori,con puntigliosa semplicità,consigli utili per star bene.Perché, ovvio, le malattiesi sconfiggono e prevengo-no altresì con una buona ecorretta informazione che,da sempre, assolve un com-pito importante nell’artemedica.Per la cronaca, il dottorOnder è laureato in lette-re… ma è capace, comepochi, di rendere intelligi-bile ai profani il linguag-gio (criptico) della medi-cina. Mi accoglie nella suastanza a Saxa Rubra allaRai. Interrompe la letturadi uno, guarda caso, diquei pesanti tomi di medi-cina che hanno inquietato,e inquietano, generazioni

di futuri medici sui banchidell’università.

È difficile raccontare laSanità in tv?Assolutamente no. Bisognaperò porsi dalla parte deltelespettatore, usare il lin-guaggio adatto, presentaregli argomenti, anche i piùcomplessi, in modo assi-milabile. Chiunque dia perscontato che l’ascoltatoresappia tutto, sbaglia digrosso. L’informazione me-dica deve essere corretta,

non arbitraria e discrezio-nale, obiettiva, veritiera ecorredata da dati oggettivi,controllabili e verificati. Ildivulgatore deve conosce-re l’argomento al pari dicolui che intervista in mo-do da poter formulare ledomande e carpire rispostecomplete, ben espresse e,soprattutto, comprensibilida chi ascolta.

Qualità che lei natural-mente possiede…Spero di averle.

Ritiene che l’indiscutibilesuccesso di Medicina 33 edi Tg2 Salute possa esse-re valutato anche in ter-mini di utilità sociale? I miei servizi vogliono es-sere utili al telespettatore.Sono “servizi di servizio”,per intenderci. L’informa-zione medico-scientificanon è soltanto una specia-lizzazione del giornalismo,ma molto di più: è un set-tore vero e proprio dellamedicina, perché da essa di-pendono i comportamenti,lo stile di vita, le scelte diciascuno di noi.Buona informazione con-tribuisce a fare buona me-dicina ed è utile al cittadi-no; cattiva informazione ag-grava i problemi e danneg-gia il cittadino. Le ricadutesono enormi e riguardanoaspetti sociali ed etici. Tut-to questo i medici e i gior-nalisti che si occupano dimedicina lo sanno bene.

Medici illustrissimi suoiospiti. In trent’anni, credo, tutti.Mi càpita molto spessod’incontrarne.“Sa, io sonvenuto da lei…”.

Faccia qualche nome.Nel mio nuovo program-ma “In buona salute” sonogià intervenuti Silvio Ga-rattini, Umberto Veronesie Franco Mandelli.

Infine, Luciano Onderquante volte nella sua vi-ta ha detto trentatré?Faccia il calcolo… se nonaltro a tutte le presentazio-ni di ogni puntata. Trecen-to giorni all’anno per oltretrent’anni. Quanto fa? •

Sanità in TvLuciano Onder, con più di trenta anni di esperienza

come divulgatore medico-scientifico, ci parla del ruolo fondamentale che la comunicazione

ha sulla salute dei cittadini

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Luciano Onder

L’informazione medico-scientifica è un settore vero e proprio

della medicina

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di Fabrizio Federici

N el 1912, il premioNobel per la Medi-cina e la Fisiologia

veniva assegnato a un gio-vane studioso, il chirurgoe biologo francese AlexisCarrel, distintosi per glistudi sulle suture vascola-ri, il trapianto degli organie la coltivazione a lungascadenza di tessuti in vitro.In particolare per aver in-ventato un nuovo metododi sutura delle ferite pro-fonde, e aver contrastatoemorragie postoperatorie,trombosi e altre compli-canze.Nato nel 1873 a Sainte-Foy, presso Lione, da fa-miglia benestante e catto-lica e educato in una scuo-la privata cattolica, Alexissi laurea in Medicina a Lio-ne. Nel 1903, un eventoinatteso cambia profonda-mente la sua vita: dovendosostituire un collega per ac-compagnare a Lourdes untreno di malati, è testimo-ne, al santuario, dell’im-provvisa, inspiegabile gua-rigione di Marie Bailly, gio-vane donna in gravissimecondizioni per peritonite tu-bercolare. Carrel, come tan-ti altri scienziati del suotempo, è imbevuto di cul-tura positivista, e sino ad al-lora, come l’Emile Zola delpolemico romanzo “Lour-des”, ha ritenuto le guari-gioni miracolose semplici

casi di autosuggestione. Maora, di fronte a casi comequello di Marie, riscopre lafede trasmessagli da ragaz-zo, inizialmente disprezza-ta (anche per non aver po-tuto usufruire di insegnan-ti davvero validi): e i valoriculturali e sociali del Cri-stianesimo, d’ora in poi cen-trali nel suo orizzonte.Nel 1904, Carrel si trasferi-sce in America: negli USAè invitato da Simon Flexner,direttore del neonato Rock-feller Institute di New York,a collaborare al nuovissimodipartimento di chirurgiasperimentale, di cui diverràdirettore. Nel 1913, a Pari-gi, sposa Anne La Motte,infermiera molto religiosa,

vedova da qualche anno; inseguito, nella “Grande guer-ra”, Alexis, al fronte con lamoglie (un po’ come l’ He-mingway di “Addio alle ar-mi”), organizza presso Lio-ne un efficiente ospedalemobile. Intanto prosegue isuoi esperimenti sul sangue,tesi a mettere a punto un li-quido di supplenza, sullachirurgia addominale e sul-lo shock.Il Carrel degli anni succes-sivi, tornato in USA e socioormai dei più autorevoliconsessi scientifici interna-zionali, è, però, un uomoinquieto e tormentato, avolte contraddittorio. Gra-vemente segnato dall’espe-rienza della guerra, nel

1930 aderisce al filofascistaPartito Popolare francese diJacques Doriot. Tuttavia,nel 1935 pubblica “L’uomo,questo sconosciuto”, saggioin bilico tra medicina, filo-sofia e religione in cui Car-rel espone le basi d’un mo-derno umanesimo. Fonda-to sull’amore come forza ri-costruttiva dell’uomo e del-l’ambiente, con una visioneda un lato cristiana e dal-l’altro vicina sia al Socratedel “Conosci te stesso” cheal buddhismo e all’antro-posofia di Rudolf Steiner.Ciò peraltro non impediràa questo scienziato di pro-nunciarsi, negli stessi an-ni, a favore delle nuove te-si di eugenetica, con ac-centi, a volte, sconfinantinel razzismo: ma era, que-sto, un destino comune amolti intellettuali degli an-ni ’30, formatisi nel posi-tivismo della “Belle epo-que” e catapultati poi nelcaos (spirituale, oltre chepolitico e economico) del“secolo degli orrori”. Tor-nato nel 1941 in Franciadagli USA (dove ha svoltouna campagna a favore del-l’entrata in guerra degli Sta-ti Uniti), Carrel accetta an-che diversi incarichi da par-te del governo di Vichy: fat-to, questo, che poi gli co-sterà l’accusa di collabora-zionismo coi nazisti.Morirà, a Francia ormai li-berata, nel novembre del1944: ma la generazione dimedici, e intellettuali in ge-nere, formatasi dopo la guer-ra dovrà molto a “L’uomo,questo sconosciuto”, che intante biblioteche pubblichee private occuperà a lungoun posto d’onore. •

534 - 2012

Alexis Carrel, “l’uomo, questo sconosciuto”

STORIA DELLA MEDICINA

Alexis Carrel

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VITA DEGLI ORDINI

Catania Svolta sui titoli rumeni diodontoiatriaGiro di boa per la risolu-zione del problema dei fal-si titoli di odontoiatra con-seguiti da cittadini italianipresso alcune università ru-mene (ad esempio, l’Uni-versità di Titu Maiorescu).Molti di questi titoli, in-fatti, ottenuti prevalente-mente da cittadini italianisenza avere mai seguito unregolare corso di studi, e

rimanendo di fatto sul territorio italiano, sono stati fi-nalmente disconosciuti dalle autorità rumene compe-tenti. È risultato che organizzazioni senza scrupolo,anche attraverso internet, hanno venduto ai cittadiniitaliani programmi di studio “facilitati” presso alcuneuniversità rumene. Quello ottenuto è il risultato – co-me sottolinea Giuseppe Renzo, Presidente NazionaleCAO – del lavoro sinergico della FNOMCeO con iNAS, il ministero della Salute e il Miur. Ne deriva chel’impegno delle CAO dovrà essere quello di vigilaresempre sulla regolarità dei titoli accademici prima di iscrivere studenti “stranieri” agli albi degli odon-toiatri.

GenovaLecito diffondere musicanegli studi professionali: vittoria dell’Andi alla Cor-te di Giustizia Europea La Corte di Giustizia euro-pea ha pubblicato la sen-tenza con la quale si affer-ma che la diffusione gra-tuita di musica in uno stu-dio odontoiatrico – ma ilprincipio vale per ogni at-tività economica di tipo li-bero professionale – a be-neficio della relativa clien-

tela, non dà diritto alla percezione di un compenso afavore dei produttori fonografici. I giudici europei, la

cui sentenza ha un’efficacia normativa vincolante, han-no stabilito che negli studi medici e odontoiatrici nonvi è alcun “pubblico” ma una cerchia ben ristretta dipersone che si recano negli studi non per ascoltare mu-sica, ma per ricevere delle visite e delle cure e che quin-di usufruiscono della musica in maniera fortuita e in-dipendente dalla loro volontà.

Messina Condanna della Corte deiContiAlla Corte dei Conti è sta-to sottoposto il caso di unmedico autorizzato a svol-gere attività libero profes-sionale allargata, cioè pres-so uno studio medico pri-vato diverso dagli ambien-ti ospedalieri.Al sanitario è stato chiestodi risarcire il danno peraver violato gli obblighi as-sunti nei confronti del-

l’azienda sanitaria. L’autorizzazione, nel caso specifi-co, riguardava la branca medica della chirurgia vasco-lare ed era limitata a tre giorni specifici e ad un orarioben circoscritto. A seguito di indagini svolte dai NASè stato accertato che il medico aveva reso prestazioniin svariati settori, differenti dalla disciplina specialisti-ca di chirurgia vascolare, in giorni ed orari diversi daquelli autorizzati e non aveva provveduto a riversareall’azienda parte del fatturato, così come contrattual-mente previsto. Non vi è alcuna discrezionalità da par-te del medico né di scegliere la specializzazione in cuispiegare la propria opera, né di cambiare i giorni e gliorari concordati ed autorizzati da parte dell’ammini-strazione. Nessuna buona fede può ritenersi sussisten-te nel comportamento del sanitario che, al momentodella stipula del rapporto contrattuale con l’azienda,ha optato per il regime di esclusività, divenendo desti-natario non solo degli obblighi di servizio relativi maanche dei benefici, economici e di carriera, che ciò com-porta. La Corte dei Conti, sezione giurisdizionale d’ap-pello, pur accogliendo in parte il ricorso proposto dalcamice bianco per ulteriori specifici profili, lo ha con-dannato a risarcire l’azienda nella misura di oltre 40mi-la euro.

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VITA DEGLI ORDINI

Brescia L’accesso all’Università perle donne italianeNel 1875 con r.d. del 3 otto-bre il ministro Bonghi sta-tuisce la libertà di accessoper le donne all’Universitàpoiché l’art. 8 dichiara che“esse possono essere iscrittenel registro degli studenti edegli uditori, ove presentinoi documenti richiesti”, in-tendendosi sia l’attestato dibuona condotta rilasciato dalcapo dell’istituto superiore

frequentato, sia il diploma originale di licenza liceale ov-vero gli altri titoli ammessi.

Reggio CalabriaPer una gestione efficacedegli infortuni sul lavoroIl Contact center multicana-le Inail contatta direttamen-te il lavoratore infortunatoper offrirgli un’assistenza per-sonalizzata e le prime infor-mazioni di natura ammini-strativa.Si chiama “Inail in linea” ilnuovo servizio gestito dalContact center multicanaleInail-Inps, operativo dal 1

marzo dopo una sperimentazione che ha interessato cir-ca 400 lavoratori infortunati, riscuotendo largo consen-so. Questo servizio, di alto valore sociale, si realizza at-traverso la gestione proattiva della relazione con il clien-te, che viene contattato a domicilio per essere aiutato agestire al meglio i delicati momenti del dopo infortunio.Come si svolge il servizio “Inail in linea”: ogni giorno aglioperatori del Contact center Inail-Inps vengono comuni-cati i riferimenti delle persone da contattare, e alle qualifornire un primo supporto di tipo amministrativo, even-tuale materiale illustrativo delle prestazioni erogate dal-l’Istituto e, nei casi più complessi, avviare il contatto conla sede competente. Per garantire al servizio celerità edefficacia e per evitare ritardi nella gestione dei singoli ca-

si da parte delle sedi territoriali è stata apportata una so-stanziale modifica nella compilazione e nella trasmissio-ne del certificato per via telematica, rendendo obbligato-ria l’annotazione del numero telefonico del lavoratore alfine di consentire un contatto immediato per la gestionedella pratica. Si richiede pertanto la massima e solerte col-laborazione da parte dei medici e delle strutture sanita-rie, sia per quanto concerne gli adempimenti già noti quan-to per l’annotazione del numero telefonico del pazienteinfortunato.

LivornoLa Corte dei Conti e l’iper-prescrizioneIn merito alla iper-prescrizio-ne di farmaci o esami a caricodel Servizio Sanitario Nazio-nale, è ben noto che la Cortedei Conti può imputare al me-dico iper-prescrittore il dannoerariale, con conseguente ob-bligo di risarcimento. In pro-posito, la giurisprudenza dellaCorte dei Conti afferma il prin-cipio che quando lo scosta-

mento tra le scelte prescrittive del singolo medico e le scel-te della generalità degli altri medici presentino i caratteridella ripetizione e della abnormità nella misura, ciò co-stituisce un comportamento illecito fonte di danno per lafinanza pubblica. Vero è che non si deve tener conto del-la pura media aritmetica, ma si deve tener conto della “de-viazione standard”, avendo riguardo alle variabili che di-pendono dall’età dei pazienti, dalle condizioni di salute,ecc., ma tutto ciò premesso, qualora il medico iper-pre-scrittore si situi al di sopra di tale valore di “media mag-giorata”, si è certamente di fronte a comportamenti pre-scrittivi “patologici” e quindi sanzionabili. La Corte deiConti, infatti, ricorda spesso che l’uso appropriato dellerisorse pubbliche non è soltanto un obbligo deontologi-co, ma soprattutto un obbligo di legge, previsto da nu-merose norme che negli ultimi anni hanno cercato di con-tenere la spesa farmaceutica. In conclusione, i medici cheprescrivono farmaci o esami a carico del SSN sono sem-pre più sollecitati a tener conto dell’impatto economicodelle loro prescrizioni e a seguire con sempre maggior at-tenzione i principi dell’appropriatezza e del buon uso del-le risorse. Perchè in caso contrario si rischia l’interventodella magistratura contabile.

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RECENSIONI

Mi facete vedere? Una bambinaalla scoperta del mondoRoberto Cappuccio, psicoterapeuta pisano, os-serva Claudia, la sua bambina, con occhio pa-terno ed attenzione scientifica.Gli studi psicoanalitici sullo sviluppo mentaledei bambini sono stati giudicati spesso comefatti pseudoclinici per la poca chiarezza e l’in-sufficienza di valide evidenze.Con questo lavoro, seguendo lo sviluppo delpensiero e del linguaggio della bambina, l’au-tore contribuisce con utili dati ed osservazioni ad arricchire ilcampo di studi di questo settore e offre chiari esempi di comele domande fatte ai genitori nelle varie età sugli argomenti cheincuriosiscono o preoccupano le piccole menti come, ad esem-pio, il rapporto con i compagnucci, il sesso, i cambiamenti cau-sati dal tempo che passa, le malattie, l’aspetto fisico e così via,confermino la precocità dell’universo affettivo e dell’attivitàmentale dei fanciulli insistendo sull’importanza di mostrarsisempre disponibili all’ascolto e al dialogo senza dimenticare ilproprio ruolo genitoriale ed educativo.

Roberto Cappuccio“Mi facete vedere? Una bambina alla scoperta del mondo”

www.ilmiolibro.itpp.126, € 15,00

Pole pole. Dentisti volontari in AfricaIl libro che Andrea Moiraghi ha voluto scri-vere, affidando alcune pagine anche ai suoi piùvicini collaboratori, porta alla conoscenza delpubblico italiano l’impegno dell’A.P.A., l’As-sociazione Amici Per l’Africa, da lui fondatanel 1992, con l’intento di svolgere un’attivitàdi volontariato odontoiatrico in Kenya, unadelle regioni più belle del continente africano,ma afflitta da una povertà estrema, che pena-lizza milioni di persone costrette a vivere nel-l’analfabetismo, con la fame, le malattie e l’as-senza di qualsiasi assistenza medica. L’attività di questi volon-tari, svolta gratuitamente e nelle condizioni più disagiate è en-comiabile. Conoscere quello che fanno emoziona, perché ciòche trapela da queste pagine e che maggiormente colpisce illettore è l’amore che essi nutrono per la popolazione kenyotaabbandonata a se stessa, ma dignitosamente fiera nella sua in-digenza e meritevole di ogni sforzo per essere aiutata.

Andrea Moiraghi“Pole pole. Dentisti volontari in Africa”

Edizioni Camilliane, Torinopp.173, € 14,30

Viaggio nel cuoreL’interessante e scorrevole storia della car-diochirurgia di Ugo Filippo Tesler intro-duce il lettore in un campo della medici-na caratterizzato da innumerevoli inno-vazioni, dal superamento di antichi pre-concetti e da uno sviluppo veloce, chesembra non avere ancora il minimo arre-sto. Tutti i personaggi che hanno fatto cre-scere la cardiochirurgia sono ricordati as-sieme alle loro ardite innovazioni. Par-tendo dalle prime esperienze fatte alla fi-ne del XIX secolo e dal primo cateteri-

smo cardiaco che Werner Forssmann praticò su se stesso nel1929, sono trattati tutti i passaggi di questa evoluzione, tra cuil’adozione della circolazione extra-corporea e di quella cro-ciata, il perfezionamento degli ossigenatori, l’introduzione deipacemaker e dei defibrillatori, la nascita della chirurgia valvo-lare e delle relative tecniche conservative, gli interventi nellecardiopatie ischemiche e nelle lesioni delle arterie, il trapiantocardiaco e il cuore artificiale. Un glossario finale faciliterà lalettura anche ai non professionisti.

Ugo Filippo Tesler“Viaggio nel cuore”

UTET, Torinopp.485, € 28,00

Camici invisibiliLa psicologa Barbara Buralli e l’oncolo-go Domenico Amoroso hanno riunito levoci più autorevoli del mondo dell’As-sociazionismo e hanno composto un pra-tico manuale per i volontari in oncolo-gia.Viene così colmata una lacuna nella let-teratura attinente al volontariato, per icui addetti è sempre più sentita la ne-cessità di una formazione permanente ecaratterizzante.

I vari capitoli del volume forniscono un quadro dettagliato del-le nozioni e delle informazioni che deve avere oggi il volonta-rio sanitario, considerato ormai una risorsa fondamentale inparecchi contesti per la sua dedizione e affidabilità, nonché peri suoi ideali di partecipazione, dai quali ha avuto origine unavera rete di solidarietà a cui gli ammalati e i loro familiari pos-sono fare ricorso per un valido aiuto sanitario e psicologico.

B. Buralli, D. Amoroso“Camici invisibili”

Franco Angeli, Milanopp. 265, € 32,00

Libri ricevutidi G. F. Barbalace

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57574 - 2012

In breveTutto quello che devi sapereper partorire senza dolore

Il manuale di M. Paola Cammardella ePatrizio Gastaldo, anestesisti geno-vesi, è stato preparato per dare allefuture mamme tutte le informazioninecessarie a fugare i loro dubbi suun’esperienza che è da tutte forte-mente desiderata, ma che è anche te-muta per la parte di sofferenza chenaturalmente comporta.Il testo, conciso e chiaro, affrontal’argomento con una esauriente im-postazione scientifica, ma utilizzan-

do un linguaggio scorrevole e comprensibile, che lo rendealla portata di tutte le donne e dei loro compagni.I molteplici argomenti riguardanti il dolore da parto e i di-versi trattamenti che oggi permettono di evitarlo, sono trat-tati con dovizia di particolari scientifici e storici.Il capitolo finale risponde alle domande più frequenti chele future mamme pongono alle ostetriche e agli anestesisti.

M.P.Cammardella, P.Gastaldo“Tutto quello che devi sapere per partorire senza dolore”

MJM Editore, Meda (MI)pp. 87, € 12,00

Storie cliniche. Riflessioni di un medico

Il volume scritto da Francesco Flo-rio, Primario di Medicina Generalenell’Ospedale di Cariati e di Acri, inprovincia di Cosenza, contiene unlungo elenco di casi clinici da lui trat-tati.L’intenzione dell’autore non è stataquella di redigere un compendio diPatologia o di Clinica Medica e nem-meno un manuale di Farmacotera-pia, come potrebbe apparire a primavista. I numerosi casi presentati, che

per essere stati trattati in forma discorsiva e chiara inte-resseranno anche i comuni lettori, sono una testimonian-za dell’esperienza professionale e umana del clinico chene parla per meditare e riflettere sulle condizioni degli am-malati, sulle loro diverse reazioni nei confronti della ma-lattia e sull’utilità di un più umano rapporto fra il medicoe il paziente.Traccia così un panorama ampio e variegato della soffe-renza umana e del difficile e delicato compito che ha il me-dico di curare e confortare gli infermi.

Francesco Florio“Storie cliniche. Riflessioni di un medico”

Comet Editor Press, Marzi (CS)pp.542, €25,00

Eligio ImarisioCOME UCCIDERE UN’IDEAUn libro coinvolgente che arricchisce di un nuovo capitolo lastoria del neorealismo e della cinematografia italiana del dopo-guerra. L’autore, con un ricco apparato documentario e con gliinterventi di alcuni specialisti del settore, tra i quali i registi Car-lo Lizzani e Giuliano Montaldo, ricostruisce la storia della Coo-perativa Spettatori Produttori Cinematografici che, con l’inten-to di far conoscere attraverso il cinema il paese reale, anchenelle sue contraddizioni sociopolitiche per contribuire alla cre-scita della collettività, fu fondata a Genova nel ’50, accrebbe lasua attività a Firenze e la terminò a Roma nel 1961.Le Mani, Recco (GE) – pp.350, € 23,00

Moustafa KilzieALEPPO IMMIGRATI SIRIANI IN ITALIAUn medico siriano narra le vicende che lui e altri giovani conna-zionali hanno vissuto per venire a studiare in Italia. Sono paginevelate di nostalgia per la Siria lontana che né il ricordo dei sirianilaureatisi tra il ’71 e l’’80, né le frequenti note sulla situazione geo-politica del Medio Oriente sembrano poter attenuare.Pubblicato in proprioVia Brunico, 4 – 35142 Padova

Lelio Romano ZorzinALLA MANIERA DI ARCIMBOLDO: ESPERIENZE, DIVAGAZIONIE CONSIDERAZIONI DI UNO SCRITTORE MEDICOIn una miscellanea di argomenti, come i celebri quadri del pittorerinascimentale, l’autore con stile scabro ed immediato, non privodi salacia e ironia, racconta storielle curiose, esperienze fatte coni pazienti, considerazioni su fatti di cronaca e di costume, sull’in-vasività mediatica. La lettura è rilassante e piacevole.Edizioni Kappa, Roma – pp. 77, € 8,00

Mario De SantisGROVIGLIO SANITÀIndagine sulla situazione della Sanità in Italia condotta con mi-nuziosa attenzione e chiarezza espressiva che grazie anche aduna originale impostazione grafica si legge con curiosità ed in-teresse. I vari argomenti sono trattati con dovizia di particolari,con precisi riferimenti storici e legislativi e acute e spesso iro-niche osservazioni.www.ilmiolibro.it – pp. 182, € 12,00

Elvio MarovelloLEZIONI DI GINECOLOGIA E OSTETRICIATutto lo scibile della moderna Ostetricia e Ginecologia è conden-sato in questo pratico manuale. La chiarezza e la sinteticità dellatrattazione, gli importanti approfondimenti di rilevanza scientificae storica e l’utile corredo di illustrazioni lo renderanno preziosoper gli studenti di medicina e gli operatori sanitari del settore.EdiSES, Napoli – pp. 125, € 11,00

RECENSIONI

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584 - 2012

IN EDITORIAdello psichismo e della sensibilità, e gli è riconosciuta la me-ravigliosa dote di quella “innocenza genetica” che l’uomo,forse proprio perché autopromosso sapiens, ha perduto. Il volume si chiude con la Dichiarazione universale dei di-ritti degli animali proclamata a Bruxelles, su iniziativa del-l’Unesco, il 27 gennaio 1978.

Piero Bottali “Animalismo e antropocentrismo”

Marte editrice, Colonnella (TE) – pp. 143, euro 13,00

La Psicantria“L’idea di realizzare un Manuale di psicopa-tologia cantata è nata dall’intenzione di tra-sformare la nostra professionalità e le nostreconoscenze in canzoni, nel tentativo d’inte-grare il mondo musicale con la complessitàdel sistema psichiatria/sofferenza mentale, acui diamo il nome di “psicomondo” […]. Lacanzone, attraverso il testo, la musica e l’in-terpretazione, ha il pregio dell’immediatezza,della sintesi estrema, e del forte potere comu-nicativo. Difficilmente in quattro minuti si riesce a spiegare lacomplessità di certe situazioni esistenziali, ma riteniamo che lacanzone possa rappresentare una piccola provocazione, sti-molare discussioni sull’argomento, soprattutto infrangere quelmuro d’indifferenza e talvolta di ostilità che si erge intorno al-la malattia mentale”. (Gli autori)

Gaspare Palmieri, Cristian Grassilli“La Psicantria”

Edizioni La meridiana, Molfetta (BA) – pp.192 + CD, euro 28,00

Zingari della galassiaFantascienza “politica”con stile barocco. Attra-verso un linguaggio lirico-visionario, Luigi Gal-lo ci trasporta nel futuro lontano in cui un di-spotico Governo Galattico Centrale controllala comunità umana, dispersa in vari pianeti,usando il Programma Nostalgia (basato sul re-cupero di oggetti terrestri). Ma la nostalgia ali-menta anche la ribellione su uno sfondo di ri-fiuti, carrette e straccivendoli dello spazio, cherinvia a Philip K. Dick e nel cinema a Waterworld e MadMax.Se l’incontro con la bellezza ha un effetto destabilizzante, il puereternus Peter potrà però riedificare la comunità umana sulla ba-se di una idea diversa di cultura, non più finalizzata al mero cal-colo. La rivolta nasce così dal contatto con il passato e non daproiezioni utopiche. In questo romanzo carico di idee e sugge-stioni visive la fantascienza incontra la filosofia, con felice divul-gazione ed entro una storia raccontata con insolito espressivi-smo. (Filippo La Porta)

Luigi Gallo“Zingari della galassia”

Edilazio Letteraria, Roma – pp. 308, euro 13,00

Fantasmi e veleniLa cantante lirica Mathilde Orlandi è mortaper cause poco chiare. Il giorno stesso, alprofessor Luigi Galvani, suo amico del cuo-re, viene proposto un finanziamento perstudiare l’inquinamento nella valle di Fi-renze. Con riluttanza, Galvani accetta e daquel momento il fantasma di Mathilde tur-ba i suoi sogni spronandolo a cercare la ve-rità. I livelli di diossine intorno al vecchioinceneritore, i progetti per un nuovo im-

pianto, le pressioni dei politici, la morte sospetta dell’amica:tutto risulta intrecciato in modo complesso e rievoca oscurevicende sepolte da secoli nella storia della città, fin da quan-do Bianca Cappello, l’amante e moglie del granduca Fran-cesco I dei Medici morì misteriosamente il giorno dopo lamorte del marito. Veleni? È quello che si dice.

Piero Dolara“Fantasmi e Veleni”

Edarc edizioni, Bagno a Ripoli – pp. 278, euro 18,00

Alpiniana. Studi e testiIn questo volume, il Centro Studi ProsperoAlpini ha raccolto dieci studi dedicati al-la figura e all’opera del famoso medico ebotanico di Marostica. Alcuni sono lavo-ri comparsi in precedenza, in qualche ca-so riveduti e aggiornati, ma che è sem-brato opportuno ripubblicare per render-li facilmente disponibili a chi vorrà ri-prendere e approfondire lo studio sul-l’Alpini. Gli altri cinque contributi, inve-ce, sono completamente inediti e sono la

dimostrazione pratica di quanto ancora ci sia da lavorarenell’approfondimento dell’opera alpiniana.

AA.VV.“Alpiniana. Studi e testi”

Edizioni Antilia, Treviso – pp. 360, euro 25,00

Animalismo e antropocentrismo Questo volume vuole essere un manifesto peruna moderna etica verso gli animali, alla lu-ce delle recenti conoscenze di etologia cir-ca le loro capacità di esseri senzienti in gra-do di avvertire il dolore e di soffrire e so-prattutto sulla rivalutazione delle loro po-tenzialità psichiche. In questo lavoro, glianimali, cessate le antropocentriche quali-fiche di utili-inutili-dannosi-feroci-buoni-cattivi, riacquistano il loro antico posto nel-

la scala naturale dei viventi, gli vengono riattribuiti i doni

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594 - 2012

IN EDITORIA

ne permanente di un nucleo forte e coeso di volontari (medi-ci, infermieri, marinai). Gentilini è un eccellente chirurgo, mainsieme un medico “umanista” che dalla professione ricava, at-traverso un sentimento in lui innato di solidarietà umana e at-traverso la frequentazione senza risparmio del dolore degli uo-mini, la conoscenza del valore unico e meraviglioso della vita.

Luigi Gentilini “Hur, un ospedale sul Lago Vittoria”Editoriale Il Ponte, Milano - pp. 349

Il fiore di pietraIl romanzo, ambientato in Abruzzo, è la storia diRenzo e delle sue difficoltà esistenziali; una storiache parte dall’infanzia e arriva all’età adulta cer-cando di trovare un filo conduttore, tra presente epassato, attraverso la descrizione del rapporto conMarta e Paola, le due donne che hanno segnatol’esistenza del protagonista. L’amore, l’insoddisfa-zione, i fugaci e spesso apparenti momenti di feli-cità, la solitudine, i sogni, le fughe e l’ineluttabilitàdella vita scandiscono il racconto dolorosamente introspettivoche Raffaele Morelli fa della vita del suo protagonista. L’intrec-cio di queste vite coinvolge il lettore sin dalle prime pagine por-tandolo alla scoperta dei moti dolorosi dell’anima e ad un fina-le, in un certo senso, imprevedibile.

Raffaele Morelli“Il fiore di pietra”

De Siena editore, Pescara – pp. 288, euro 18,00

Autobiografia del prof. Umberto NuvoliUn testo di facile lettura, a volte commovente avolte divertente, che descrive l’entusiasmo e le ama-rezze della vita del professor Umberto Nuvoli, pio-niere della Radiologia, a 33 anni già primario delnuovo e modernissimo Istituto radiologico del-l’Ospedale del Littorio, ora San Camillo, e poi delReparto ospedaliero del Policlinico Umberto I nel-l’istituto di Radiologia fondato da Aristide Busi. Èqui che comincia a raccogliere il materiale per lapubblicazione del famoso trattato “Anatomia Ra-diologica normale e patologica dell’apparato di-gerente”, uno dei più formidabili studi di Radiologia realizzati efino a qualche anno fa insuperabile, per cui ebbe riconoscimen-ti da scienziati di tutto il mondo. Il manoscritto della sua autobiografia, redatto tra il 1943 -1946,e pubblicato dal nipote Stefano Gasbarri, narra la sua storiasoffermandosi anche sulle grandi difficoltà che ha incontratonello svolgimento delle sue ricerche, in quel mondo spesso sco-raggiante che può essere l’ambiente accademico.

Umberto Nuvoli, Stefano Gasbarri (a cura di)“Autobiografia del prof. Umberto Nuvoli”

Edizioni mediche scientifiche internazionali, Roma – pp. 188

La dieta magicaOggi troppe persone sono alla ricerca di un die-tologo magico o di un centro di dimagrimentomagico o di un cibo magico o di una dieta ma-gica o di una pillola magica o di un’erba magicao di un bisturi magico o di una ginnastica magi-ca o di una psicoterapia magica… che consentadi perdere peso copiosamente e senza grossi sa-crifici, accettando consciamente o inconsciamenteil danno alla salute pur di raggiungere rapida-mente il risultato sperato. Il dott. Quaglia con-

trappone, alle millantate pozioni magiche di incerta prove-nienza, una visione medico-biologica, psicologica e sociale, fat-ta di innumerevoli sfaccettature concettuali, integrate in unamirabile sintesi della complessità dei fenomeni. La vera magiaè quella della scoperta della verità scientifica, che rappresentala vostra più fidata alleata nell’affrontare il cambiamento del-lo stile di vita, una alleata che non vi tradisce e che offre le mi-gliori garanzie di benessere. Un occhio particolare ai più de-boli: agli anziani, che oggi avrebbero la possibilità di aprire unaseria sfida alla maggiore longevità, ai più piccoli, consideran-do che l’obesità infantile rappresenta la vera sfida sanitaria delsecolo, e a tutti gli obesi vittime di discriminazione sociale.

Claudio Giuseppe Quaglia“La dieta magica”

Editrice Uni Service, Trento – pp. 176, euro 15,50

La storia di Gino e altri raccontiLa storia, terminata in modo drammatico, di unvaloroso capitano durante la Seconda guerramondiale; le istantanee del percorso di vita di ungiovane medico, che si distingue per la sua pro-fessionalità e per le sue virtù morali; le avventu-re di un ragazzino cresciuto nella Bassa mode-nese. Una raccolta di racconti ispirati ad eventiveramente accaduti, descritti in modo scarno,essenziale, che susciterà ricordi comuni a tanti.Ognuno di essi testimonia la varietà e spesso

l’imprevedibilità dei comportamenti e dei percorsi umani.Sergio Greco

“La storia di Gino e altri racconti”Edizioni Fortepiano, Bologna – pp. 104, euro 11,00

Hur, un ospedale sul Lago Vittoria Il libro è il racconto della vita del professorLuigi Gentilini e della sua più grande scom-messa: realizzare una nave ospedale per assi-stere le popolazioni africane che vivono trastenti e malattie. Tale nobile aspirazione si rea-lizza nel progetto Floating Mobile Hospital,un’attività che richiede non solo uno sforzo fi-nanziario e organizzativo, ma la collaborazio-

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ENPAM

604 - 2012

di Lorena Melli (*)

Di recente è stato pub-blicato sulla CollanaUniversalia Enpam,

scaricabile gratuitamentedal sito www.enpam.it, unvolume dal titolo “L’Azien-dalino, saggio di un dizio-nario aziendale”. Il testo nasce allo scopo dioffrire un panorama delleparole più utilizzate nelleaziende e che spesso, anchese hanno un significato am-piamente noto, nell’ambitolavorativo assumono sfu-mature del tutto particola-ri (Il significato di una pa-rola è il suo uso nel lin-guaggio. L. Wittgenstein). In sostanza, la proposta è divenire incontro all’esigenzadi un’informazione lingui-stica specifica, pronta ed ef-ficace, attraverso un rapidostrumento di consultazionea disposizione non solo de-gli studiosi della materia,ma anche di tutti coloro chesemplicemente sono incu-riositi dall’uso specialisticodelle parole.Si è infatti documentata,prediligendola, la più re-cente fase di sviluppo dellinguaggio di settore, pre-sentando in buon numeroquei vocaboli e quelle locu-zioni che esso è venuto ul-

timamente acquisendo perproduzione italiana o perderivazione dalle linguestraniere, in particolare dal-l’inglese. L’idea, che si inserisce nel

percorso teso a migliorarela comunicazione in seno al-l’Enpam attraverso la for-mazione del personale, risa-le a qualche anno fa quan-do, alle prese con cambia-

menti organizzativi il cuiobiettivo era quello di valo-rizzare il capitale umano, siavvertì il bisogno di racco-gliere in un unico testo tut-te le parole che maggior-mente s’incontrano nel-l’ambito lavorativo, alcuneper la prima volta ed altreda sempre usate ma dai si-gnificati versatili. All’inizio l’intenzione era dicircoscrivere l’obiettivo re-stringendolo ad espressioninella nostra lingua. Ma nonci si era del tutto resi contoche nelle aziende del nostroPaese si parla sempre più ininglese, se non addiritturauna lingua mista fatta nonsolo di forestierismi, di ter-mini e acronimi anglosasso-ni, ma anche di neologismipsico-tecnico-scientifici e digerghi professionali. Qualcuno afferma che nel-le aziende del Belpaese siparla “l’itanglese”, ossia “lalingua italiana usata in certicontesti e ambienti, caratte-rizzata da un ricorso fre-quente e arbitrario a termi-ni e locuzioni inglesi”. Ed ec-co così la pioggia degli As-sessment, Brainstorming,Coping, Default, E-learning,Feed-back, Governance, Hu-man Resources, Insight,Loyalty, Mission, Network-ing, Oriented business, Per-formance, Question time,Skill, Task-force, Utility, Vi-sion, Zip. Italiani si nasce, itanglesi si(può) diventa(re). •

(*) Direttore DipartimentoRisorse umane

“L’aziendalino”, saggio di un dizionario aziendale

“L’italiano è una lingua parlata dai doppiatori” (Ennio Flaiano)

Raccolte in un unico testo le parole normalmente usate

ma dai significati versatili

“Il vocabolario è un ricco pascolo di parole” (Omero)

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IN ATTENZIONE

di Lina Vita Losacco

Secondo il rapporto Uni-cef 2011 “La condizio-ne dell’infanzia nel

mondo”, le complicanze le-gate alla gravidanza e al par-to sono tra le cause di morteper le adolescenti tra i 15 e i19 anni, dunque più una ra-gazza è giovane quando re-sta incinta maggiori sono i ri-schi per la sua salute. Anchein Italia, secondo il rapporto“Piccole mamme” più di 10mila bambini ogni anno na-scono da mamme teen(1).Mentre al Nord il fenomenoè maggiormente ad appan-naggio delle ragazze stranie-re, nell’Italia del sud l’inci-denza di madri giovanissimeriguarda le italiane che spes-so con la gravidanza acquisi-scono visibilità e riconosci-mento sociale attraversol’affermazione del ruolo ma-terno. È frequente comun-que che una gravidanza inetà precoce sia collegata alruolo subalterno della don-na, oltre che alla difficoltàdi accesso all’istruzione e aiservizi sanitari, alla pover-tà, alla dilagante e persi-stente disinformazione suimetodi contraccettivi. I con-testi di marginalità e degra-do sono inoltre un ulterio-re fattore di vulnerabilità

per il verificarsi delle gravi-danze precoci nelle piccoleadolescenti che, non di ra-do, versano in condizioni disfruttamento sessuale sia al-l’interno che all’esterno del-le mura domestiche, condi-zioni tra l’altro scoperte

proprio a seguito della gra-vidanza. È certo che un’adolescenteprematuramente incinta ri-schia di veder ridotte le sueopportunità di sviluppo e direalizzazione personale a me-dio e lungo termine, soprat-

tutto a causa dell’abban-dono scolastico. Non solo,l’adolescente spesso è co-stretta ad interrompere an-che le relazioni amicali, ri-trovandosi isolata e frequen-temente intrappolata in rela-zioni non paritarie, dipen-denti o violente. B. ad esem-pio aveva 15 anni quando èscappata via di casa con unuomo più grande di lei di cir-ca 20 anni. Voleva ribellarsia una madre che le rendeva“la vita impossibile”; nem-meno suo padre era un pun-to di riferimento per lei. Intale condizione di estrema so-litudine affettiva non si è re-sa conto che una figura ma-schile adulta stava abusandodi lei e della sua fanciullezza.Quando B. è rimasta incintail suo percorso di crescita edi costruzione dell’autono-mia si è interrotto, ritrovan-dosi sottomessa ad un dupli-ce controllo, da parte di suamadre e di un marito-papàche nel corso degli anni hainiziato a maltrattarla anchefisicamente oltre che psico-logicamente e sessualmente,ritenendola una sua proprie-tà. Oggi B. ha una figlia di 18anni con cui non è riuscita adessere un genitore-guida ef-ficace e non ha un lavoro.Dopo circa 20 anni la storiadi B. si ripete con le stessemodalità nelle vite di altregiovani donne. La mancan-za che maggiormente avver-tono, oggi come allora, è so-prattutto quella di un’indi-pendenza economica dal mo-mento che per le giovanissi-me mamme l’inserimento so-ciale e lavorativo diventa an-cora più complicato. Ancheperché l’Italia ha un primatonegativo in Europa per il tas-

Madri bambineIn Italia, ogni anno, più di diecimila bambini nascono da mammeadolescenti. Un fenomeno in crescita che presenta molti rischi,

soprattutto quello di un arresto del processo di sviluppodell’autonomia psico-sociale e relazionale delle ragazze

624 - 2012

(1) Piccole Mamme, Rapporto di Save the Children sulle mamme adolescenti in Italia, 2011

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so di occupazione femmini-le e, come Save the childrenha sottolineato nel prece-dente Rapporto 2010 sulla“Condizione delle madri inItalia”, più di un milione dimamme vive in condizioni dipovertà.Il rischio delle gravidanzeprecoci in epoca adolescen-ziale per molti versi potreb-be ricollegarsi ad un proble-ma generazionale. Forse, co-me sostengono molti ricer-catori, nel nostro Paese si as-siste ad una sempre più fre-quente tendenza a bruciarele tappe della crescita così che“nel corso degli ultimi de-cenni la cultura generazio-nale è in continua trasfor-mazione e crea stili di vita evalori di riferimento caratte-rizzati dall’incertezza”(2) . So-no sempre più numerosi gliadolescenti incentivati all’af-fermazione personale ad ognicosto, all’assunzione di un

abbigliamento da grande, indefinitiva ad anticipare alcu-ni comportamenti tipici del-l’adulto. Una sfida non faci-le dal momento che richie-de una maggiore capacitàdecisionale e l’assunzione dimolte responsabilità. Se poil’adolescente possiede menorisorse o è carente dei pun-ti di riferimento adeguatiavrà un’ulteriore confusio-ne sugli obiettivi da porsi esui mezzi più adeguati perraggiungerli. G. è al quarto mese di gravi-danza e nel raccontare la suastoria si mostra molto con-sapevole rispetto al suo futu-ro e ai suoi valori, soprattut-to sembra aver pianificatoadeguatamente la sua vita invista del piccolo che nasceràtra qualche mese. In realtà G.ha solo quattordici anni. Fi-glia di genitori separati vivecon sua madre e mentre par-la di lei esprime molta rabbiae rancore. Durante l’intervi-sta, come è tipico di tutte ledonne in gravidanza, G. de-scrive il suo bambino, per co-me lo immagina, per comepotrà essere il rapporto conlui e soprattutto che tipo dimadre vorrebbe essere. G.appare molto rigida nel-l’esprimere i suoi valori e lesue certezze, quasi a voler ras-sicurare se stessa rispetto aduna stabilità sempre agogna-ta; poi con coinvolgimentoemotivo, con un misto di for-za e di rabbia, più volte sot-tolinea: “Il bambino rappre-senta il mio unico obiettivo divita e per lui sarei pronta aqualsiasi sacrificio, sennò cherazza di madre sarei?” e, ri-

ferendosi al suo ragazzo, ag-giunge “io lo amo tanto, per-ché lui ha molto sofferto, maora ho un figlio a cui pensa-re e se lui non si trova un la-voro non glielo faccio rico-noscere!”.È evidente come la gravidan-za dia a G. quasi un senso dionnipotenza che oltre ad aiu-tarla a dimenticare la sua fra-gilità e i suoi bisogni di amo-re e accudimento disattesi, leconferisce un illusorio “sen-so di sicurezza” anche rispet-to ad un potere decisionalesulla sua vita e su quella disuo figlio; forse un modo perriscattare se stessa ma ancheper esprimere il ruolo salvifi-co attraverso cui amare in-condizionatamente qualcunoche potrebbe amarla altret-tanto incondizionatamente.Per G. è fondamentale pen-sare di riempire il suo futurodi contenuti e di valori.Come in questo caso la gra-vidanza in giovane età po-trebbe essere la risposta aldesiderio di compensare unvuoto di identità, esserequalcuno o avere qualcosadi proprio, il possesso del fi-glio potrebbe rappresenta-re l’opportunità di avere unarelazione sicura. Potrebberacchiudere la ribellione diuna figlia nei confronti del-la figura materna e allo stes-so tempo la ricerca del-l’amore non ricevuto. “È molto frequente che legiovani mamme manifesti-no un sentimento ambiva-lente per cui se da una par-te tentano di ribellarsi e ri-nunciare alla dipendenzadalla madre, dall’altra con-

tinuano a ricercarne la pro-tezione, la cura e il sostegno,anche in virtù della condi-zione di assoluta necessità”,dice la dottoressa M. Ligas,psicologa e psicoterapeuta,esperta in problematicheadolescenziali(3). Il rischioche ne consegue è un arre-sto del processo di sviluppodell’autonomia psico-socia-le e relazionale, fondamen-tale per acquisire una iden-tità femminile e materna chenon può prescindere dallecompetenze cognitive, af-fettive e sociali. Per conver-so è proprio quando talicompetenze vengono a man-care che la sessualità po-trebbe esprimersi in condi-zioni relazionali scadenti conil rischio di contrarre malat-tie a trasmissione sessuale odi intraprendere gravidanzeprecoci prive delle compe-tenze adeguate nell’allevareun bambino e sentendosi co-strette a dover chiedere aiu-to alla famiglia d’origine chenon sempre si rivela di rea-le sostegno. Anzi, in molticasi assume un ruolo domi-nante contrastando il giàprecario percorso di auto-nomia della giovane mam-ma. In questi casi una fami-glia supportiva è auspicabi-le non solo per coadiuvarela neo giovane mamma nel-l’accudire il piccolo ma so-prattutto per aiutarla a far-le vivere la gravidanza comeelaborazione di un’identitànuova e separata. Si potrebbe concludere l’en-nesimo racconto di questetristi storie auspicando, percoloro che devono studiar-le e affrontarle, un “lungo”e profondo esame di co-scienza. •

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IN ATTENZIONE

(2) Pietropolli Charmet G. Cosa farò da grande? Il futuro come lo vedono i nostri figli. Laterza, 2012(3) Istituto di Psicologia e Psicoterapia Funzionale di Roma

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SOCIETÀ

portiere di caseggiato di cinquantacinque annidi Napoli. E l’elenco può continuare. Nel 2010 – quel-le che avvedutamente Marco Revelli ha definito “Stra-gi di mercato” – si sono contati 362 suicidi tra i disoc-cupati, 192 tra i lavoratori in proprio e 144 tra i picco-li imprenditori.Già nel secondo numero di quest’anno, la nostra rivi-sta si è misurata con le problematiche connesse al mon-do del lavoro e, specificatamente, con le dinamiche uma-ne e sociali di cui possono rimanere vittime coloro chene rimangono esclusi. La gravità degli eventi ci impo-ne di tornare a misurarci con i problemi che si possonolegare a questo momento di difficoltà che, da un lato,produce uno smarrimento profondo in chi ne rimanevittima al punto di togliersi la vita; dall’altro, lascia ungrave senso di colpa in coloro che gli sono vissuti ac-canto. Proprio per questo ci sembra importante ribadi-re che “il lavoro non è solo una questione privata tra ildatore di lavoro e il proprio dipendente quanto una que-stione che riguarda tutta la società”, ognuno di noi, intermini morali, culturali, sociali e anche economici. Eche – come da anni sostiene il sociologo Luciano Gal-lino – non è possibile trattare il lavoro come “merce”. Non si può non essere d’accordo che il suicidio, comeafferma del resto l’Organizzazione Mondiale della Sa-nità, è un evento che difficilmente si può ascrivere aduna sola causa o ad un motivo preciso e che è il pro-dotto di un’interazione tra fattori genetici, psicologici,sociali, culturali e ambientali, ma quando si presentacon precise caratteristiche e in determinati momenti del-la vita sociale è difficile andarne a ricercare le cause inambiti genetici o psicologici. Come molta letteratura ac-creditata sull’argomento evidenzia, quando non ci tro-viamo di fronte ad eventi suicidari che possono ricade-re in problematiche di natura psichiatrica, ciò che emer-ge è che il suicidio non rappresenta un desiderio di mor-te ma la ricerca di una soluzione che metta fine a un do-lore insopportabile, a forme di angoscia intollerabili oal susseguirsi di emozioni negative che rendono la vitanon più sostenibile. Quindi tale evento più che com-prensibile come movimento verso la morte deve essereletto come un movimento verso qualcosa che fa recu-

perare dignità alla vita. La drammaticità dell’argo-mento ci induce alla scelta di non approfondire speci-fici fatti di cronaca perché risulterebbero inevitabil-mente parziali e, quindi, approfonditi, potrebbero smi-nuire il doloroso fenomeno che ha carattere generalealla singola azione di un solo individuo. Chiunque con-sultando internet o leggendo i quotidiani – come ho fat-to io – può trovare nomi e cognomi, conoscere le spe-cifiche situazioni e le distinte condizioni che hanno fat-to maturare le scelte tragiche. Imprenditori, artigiani,operai, commercianti, impiegati. Esodati. Disoccupa-ti. Per la maggior parte sposati, maschi, di età compresatra i 45 e i 65 anni (Fonte: Eures), attraversati tutti dasentimenti come la perdita di sicurezza, la solitudine,la disperazione e ribellione o, peggio ancora, la vergo-gna. Quindi non giovani, ma over 40. Ovvero quelliche la Atdal Over 40 (associazione che si occupa a li-vello nazionale della tutela dei diritti dei lavoratori so-pra i 40 anni) definisce, rispetto al mercato del lavoro,“poco appetibili” e che sono circa un milione e mezzo;cui si aggiungono i 200.000 cosiddetti “incollocabili”(i disoccupati over 50). Quelli che Massimo Gramelli-ni, nel suo editoriale del 19 maggio su La Stampa, de-finì “esseri umani azzoppati al culmine della loro ma-turità esistenziale, quando l’esperienza si aggiunge al-l’energia e produce una miscela irripetibile di forza eaffidabilità”.Ci informa l’ufficio studi della CGIA di Mestre, su da-ti Istat, che dal 2008 al 2010 i suicidi sono aumenta-ti del 24,6 per cento mentre quelli tentati hanno avu-to un incremento del 20 per cento. La lunga e dolo-rosa lista di coloro che “non ce l’hanno fatta” si pre-senta ad ogni appuntamento in cui il sistema econo-

Pil, spread, rating e umanità in default

E ra un piccolo imprenditore quarantacinquenne di Altivoli, in provincia di Treviso.Era un pensionato di Bari. Era un operaio ventisettenne di Verona. Era un corniciaioromano di cinquantasette anni. Era un elettricista quarantasettenne di Sanremo. Era

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di Antonio Gulli

Il suicidio non rappresenta un desiderio di morte

ma la ricerca di una soluzione che metta fine a un dolore insopportabile

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mico e sociale ha subito un periodo didepressione. Così è stato nel ’29; cosìsi è verificato alla fine degli anni ’90.Così sta avvenendo oggi con l’inizio del-la crisi che si può datare a partire dal-l’estate del 2007 con il crollo dell’eco-nomia finanziaria che si legava al debitodei subprime. Tutta la storia documentache uno dei più importanti effetti colla-terali delle crisi è stato, ed è, l’innalza-mento del tasso dei suicidi, legato allaperdita del posto di lavoro e all’angosciadi aver perso qualsiasi prospettiva futu-ra. Ed ecco l’aspetto inquietante: perchéin presenza di periodi così gravi per l’eco-nomia lo Stato non ha pensato di istitui-re dei fondi di solidarietà? Perché soloin alcune occasioni si istituiscono le co-siddette “unità di crisi”? Perché si conti-nua a non affrontare le catastrofi socialicome quando si verificano quelle naturali? I dati storici e le informazioni sul malessere dovuto afattori extraindividuali, quali le crisi economiche, esi-stono e sono a disposizione di tutti. Ci informa il Rap-porto Osservasalute 2011 che negli ultimi dieci annil’uso degli antidepressivi è più che quadruplicato. Eche “oltre al maggior consumo di antidepressivi toutcourt – spiega nel Rapporto Roberta Siliquini, ordi-nario di Igiene all’Università di Torino – sia in Italiasia negli altri Paesi europei si assiste a una notevolecrescita della percentuale di soggetti che hanno rite-nuto nell’anno di avere necessità di aiuto psichiatricoe/o psicologico”. E, inoltre, che le morti correlate al-l’uso ed abuso di bevande alcoliche e droghe sono au-mentate. Allora, che senso ha insistere ad acceleraremisure correttive già in essere che sono spesso incen-trate solo sulla logica di ulteriori tagli più che sulla ri-duzione degli sprechi? L’amara conclusione è che an-cora una volta la storia non sembra insegnare nulla.E l’impressione che si guadagna è di trovarci di fron-te a una società che si legittima attraverso gli indicidi borsa, percentuali di PIL, rating e spread. In so-stanza una società che è sempre attiva nel riprodursiattraverso i suoi meccanismi più crudeli e nel non tu-telare chi rimane indietro. Un’avveduta strategia di

welfare e di cambio di prospettiva economica potevamolto probabilmente evitare che questi suicidi avve-nissero. O che comunque fossero qualcuno in meno.A noi non rimane altra convinzione che il modo mi-gliore per evitare che questi drammi accadano ancoraè parlarne, scriverne e denunciare il loro ripetersi inogni occasione. Prosciugare le acque su cui galleggia-no quelle forme di “rammarico d’occasione” che tro-vano pace affidandosi al principio consolatorio checonfigura tali eventi come ineluttabili. Quello che ognu-no di noi può fare è togliere agio a quelle idee che col-locano tali eventi nell’ambito di quelle filosofie che af-fermano che la lotta per la sopravvivenza non può cheessere dura al fine di far emergere i più forti. I più adat-ti. E se i più “forti e adatti” sono quelli che affermanoche alla base della società non può che esserci la com-petizione e il solo mercato invece che la cooperazio-ne, l’interazione e la dipendenza mutuale tra le perso-ne, prepariamoci a leggere in cronaca l’ennesimo sui-cidato dalla disperazione. Finché farà ancora notizia.Scrive Wislawa Szymborska: “L’eternità dei morti du-ra / finché con la memoria vien pagata. / Valuta in-stabile. Non passa ora / che qualcuno non l’abbia per-duta” (da Riabilitazione, in La gioia di scrivere, GliAdelphi, 2009). •

654 - 2012

Perché si continuaa non affrontare

le catastrofi sociali come quelle naturali?

SOCIETÀ

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STORIE DI MEDICI

di Luciano Sterpellone

Se per i patrioti chehanno combattuto perl’Unità d’Italia la do-

cumentazione è quantomaivasta, molto meno copiosaè quella relativa al ruolo –spesso determinante – svol-to dalle donne sin dai primiMoti rivoluzionari. Solo po-chi nomi sono quindi rima-sti – nella storia e nella me-moria collettiva – delle tan-te donne che pagarono consofferenze, torture e taloracon la vita la partecipazio-ne alla causa comune, o chepur non partecipando allecospirazioni o agli scontrisulle barricate, rischiaronougualmente il carcere o la

vita improvvisando Centridi soccorso, aprendo le pro-prie case a congiurati, esu-li o fuggiaschi, prodigando-si come infermiere per gliinsorti feriti o malati, o fi-nanziando congiure e spe-dizioni. Per non parlare delsostegno morale dato dalledonne ai patrioti rinchiusiin carcere o in attesa del pa-tibolo, ulteriore prova di ec-cezionale forza d’animo eabnegazione, come nel ca-so di Teresa Confalonieri edi numerose altre.Al tempo, mentre per sot-trarsi alla condanna a mor-te alcuni patrioti si fingonopazzi, molte eroine – perevitare la forca – dichiara-no di essere incinte: sanno

infatti che in quasi ogni Sta-to è proibito dare la mortealla donna che attende unbambino e che, in attesa diaccertamenti o in caso diconferma, l’esecuzione vie-ne rimandata a quarantagiorni dopo il parto, per cuinel frattempo si può sem-pre sperare in qualche con-dono o riduzione della pe-na. Tra i tanti casi si ricor-da quello della nobildonnanapoletana Luisa Sanfeliceche, nel brevissimo periododella Repubblica Napoleta-na (gennaio–giugno 1799),pur non avendo partecipa-to direttamente alla rivolu-zione del 1798, ha mante-nuto rapporti con i repub-blicani: per questo, con la

caduta della fragile Repub-blica e la restaurazione mo-narchica, viene arrestata in-sieme con gran parte deicongiurati (precipitosamen-te passati per le armi). A leiil re (bontà sua) riserva in-vece la pena della forca. Persottrarsi alla decapitazione,Luisa si dichiara allora in-cinta. Complici il medicodottor Villari, un suo colle-ga e alcune levatrici, vieneconfermato lo stato di gra-vidanza; ma per nulla con-vinto, il re invia la condan-nata a Palermo per farlaesaminare da alcuni medicie un’ostetrica di propria fi-ducia, i quali dichiaranosenza mezzi termini trattarsidi simulazione.Luisa Sanfelice viene quin-di portata al patibolo. Men-tre il boia si appresta al-l’esecuzione, nella piazzaecheggia uno sparo partitoaccidentalmente dalla cara-bina di un soldato (o dal pe-tardo di uno scugnizzo): neltimore che sia il preludio diuna sommossa, il boia ac-celera i tempi e mozza ma-lamente con l’ascia la spal-la e la testa della condanna-ta. Per “rifinire l’opera” ri-corre poi a un enorme col-tellaccio (cose che capita-vano di frequente nelle ese-cuzioni prima che la piùsbrigativa ed efficiente ghi-gliottina – da poco inventa-ta dal medico francese Igna-ce Guillotin – fosse istitu-zionalizzata).L’esecuzione della trentase-ienne patriota avviene qua-si simultaneamente all’im-piccagione di un’altra na-poletana, la scrittrice Eleo-nora Pimentel, che sul gior-nale Monitore Napoletano

Gioacchino Toma, “Luisa Sanfelice in carcere”, olio su tela, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli, 1874

Donne rivoluzionarie del Risorgimento

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da lei diretto ha tessutol’elogio della Sanfelice.Nel Nord le cose non vannodiversamente. Alle CinqueGiornate di Milano, tra lemolte giovani patriote ap-partenenti alle più disparateclassi sociali figura LuisaBattistotti Sassi, che – com-battendo con l’abito dellaguardia nazionale e una fa-scia tricolore al petto – rie-sce a salvare un gruppo dirivoltosi rimasti accerchiati.Non meno incisivo è il con-tributo dato alla causa co-mune da alcune donne del-l’aristocrazia, che si avval-gono della propria condi-zione socio-economica persostenere i movimenti in-surrezionali. Tra di esse, lamilanese Cristina Trivulzio,coraggiosa, vulcanica oltreche bellissima, ricchissimae corteggiatissima: a soli se-dici anni ha sposato il con-te Emilio Barbiano di Bel-giojoso-Este, portandogliuna dote di 400 mila lireaustriache (oltre 4 milionidi euro). Anche lui è giova-ne, bello e ricco, ma è an-

che libertino, donnaiolo e...sifilitico, per cui il matri-monio non dura molto alungo. Intraprendente e anticon-formista, Cristina frequen-ta sin da giovane gli am-bienti della “cospirazione”attirando immancabilmen-te su di sé le attenzioni del-la polizia austriaca. Dopo ilfallimento dei moti del ’31,si stabilisce in una cittadinadella Provenza facendo del-la sua casa il punto di ag-gregazione di esuli e intel-lettuali: Cavour, Balbo, Tom-maseo, Gioberti, Poerio,Maroncelli... Finanzia conl’allora non indifferente som-ma di 60 mila lire alcune in-surrezioni in Piemonte e, no-nostante il controllo delle au-torità austriache, per una de-cina di anni contribuirà fat-tivamente alla causa italianaelargendo ai patrioti fortisomme di denaro, editandoaddirittura giornali patriot-tici. Stanzia inoltre 30 milalire per finanziare un tenta-tivo di colpo di Stato maz-ziniano nel Regno di Sarde-gna. Rientrata in Italia, a Lo-cate (Milano) nel ’40, tra-sforma parte dei propri ter-reni (feudo dei Trivulzio) incolonia agricola e crea il pri-mo asilo infantile e unascuola per infermiere; nelfrattempo continua a soste-nere i movimenti che pro-pugnano l’Unità d’Italia, sta-bilendo rapporti con i mag-giori esponenti del Risorgi-mento.Il 2 gennaio ’48 si verifica-no a Milano i primi disor-dini in occasione dello sto-rico “sciopero del tabacco”e quando due mesi dopo imilanesi danno inizio alle

gloriose Cinque Giornate,Cristina Trivulzio di Belgio-ioso – che in quel momentosi trova a Napoli – raccoglieun gruppo di duecento vo-lontari napoletani (ironica-mente chiamato “l’esercitobelgioioso”), che vengonotrasportati a sue spese in pi-roscafo a Genova e da quitrasferiti a Milano. È ormaiapertamente un’accesa ri-voluzionaria (“la Principes-sa Rossa”), sempre impe-gnata in ogni impresa in-surrezionale. L’anno dopocorre a Roma per unirsi aipatrioti che combattono adifesa della Repubblica Ro-mana: terminati i combatti-menti, si prodiga giorno enotte nell’assistenza e nellacura dei feriti. In quella oc-

casione, sull’eco delle “da-me milanesi della Crocieradella Ca’ Granda”, pensa diistituire un Corpo di infer-miere volontarie adibite asoccorrere, assistere e con-fortare i malati e i feriti, as-soldando allo scopo unostuolo di dame aristocrati-che, donne comuni e persi-no prostitute, anticipandodi vari anni le idee del me-dico Ferdinando Palascia-no, dell’inglesina FlorenceNightingale e del magnatesvizzero Henry Dunant, cheporteranno alla creazionedella Croce Rossa. •

Estratto da: Luciano Sterpellone,

“Camici bianchi in camicia rossa”,

Ed. Red@zione , Genova; 2011

STORIE DI MEDICI

Teresa Casati Confalonieri

Francesco Hayez, “Ritratto di Cristina Trivulzio Belgiojoso”, olio su tela, collezione privata, 1832

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VIAGGI

testo e foto di Mauro Subrizi

L a metropoli russa si ètrasformata drastica-mente negli ultimi an-

ni. La Mosca di oggi nonsembra più la grigia capita-le dei Soviet, il sindaco haspeso cifre da capogiro perriverniciare i bei palazzi delcentro, sistemare le cupoledi centinaia di chiese, sosti-tuire le stelle rosse con leaquile bicipiti, ma soprat-tutto ripristinare uno deisimboli della rinata gran-dezza moscovita, l’enormecattedrale del Cristo Salva-tore, distrutta da Stalin erimpiazzata da una piscinaall’aperto. La ricostruzionedella chiesa, l’enorme statuadi Pietro I sulla Moscova ela storica piazza del Ma-neggio, abbellita con statue,pilastri di marmo e ruscelli,sembrano inaugurare unasorta di nuovo kitsch.Ma in questa Mosca frene-tica e spendacciona la vitaculturale ferve quanto quel-la economica.Il teatro, per esempio, è an-cora un luogo adorato daimoscoviti. Il numero dei teatri negli ul-timi anni si è moltiplicato:molti sono sovvenzionatidallo stato o dal comune, al-tri sono sponsorizzati daprivati. Continuano ad esi-stere teatri d’élite come ilBolshoi o il Palazzo deiCongressi interno al Crem-lino, dove viene organizza-ta la stagione del balletto.Molto originale è il famosoTeatro delle Marionette in

via Sadovaja Samotechna-ya. Il Piccolo Teatro è iltempio della classicità: Go-gol, Griboedov, Fonvizin, lastoria del teatro russo. Frai teatri musicali, oltre al Bol-shoi, c’è il Teatro dell’Ope-retta, nel quale, sempre piùspesso, accanto agli spetta-coli tradizionali, vengonomessi in scena musical rus-si di stile americano.Il circo di Mosca offre an-cora oggi uno spettacolo

fuori dal comune: il genereè un misto di numeri di va-rietà e acrobazia, solita-mente più originali di quel-li che vediamo in Italia. Lecompagnie in Russia sonostabili, così come gli edificiche le ospitano.La vita artistica ha visto ilmoltiplicarsi delle gallerie.I momenti di aggregazionedell’“Intelligencija” sono orasoprattutto vernissage, pre-sentazione di libri, dove

compaiono pittori e scritto-ri. Il più importante luogo diaggregazione culturale è ilCentro d’Arte Contempora-nea, che comprende tuttauna serie di gallerie. Anchemolte librerie partecipano al-l’organizzazione di incontricon artisti e letterati.

La Piazza Rossa e il CremlinoConsiderata il simbolo del-la Russia, la Piazza Rossa èil luogo dove storicamenteil potere comunica al mon-do messaggi e parole d’or-dine. Assieme al Cremlinoè stata iscritta nel 1990 nel-la lista mondiale del Patri-monio dell’Umanità del-l’Unesco. È una delle piazze più vastee famose del mondo. Fuaperta alla fine del XV se-colo dallo zar Ivan III. Lapiazza ha tale nome da mol-ti secoli, ben prima di di-ventare il faro del comuni-smo internazionale. È chiu-sa a ovest dalla muragliamerlata del Cremlino, da-vanti al quale si erge il mau-soleo di Lenin, a nord dalMuseo storico, a est dai ma-gazzini Gum, a sud la piaz-za è chiusa dallo splendidoprofilo della cattedrale di S.Basilio. Gum, Magazzinogenerale statale, fu costrui-to tra il 1888 e il 1893 e og-gi è un centro commercialedegno di quelli di Londra eNew York, emblema del ca-pitalismo consumistico chein pochi anni ha ridisegna-to il volto del paese. Il Pa-lazzo del Museo Storico diStato, il grande edificio de-limita la Piazza Rossa anord est e fu costruito nel1878. Sul lato opposto del-

Mosca, capitale rinnovata

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Cattedrale dell’Annunciazione

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la piazza l’edificio della Cat-tedrale di S. Basilio è l’im-magine simbolo dell’arterussa e si compone di novechiese fra loro collegate. Fufatta costruire da Ivan il Ter-ribile nel 1552 per festeg-giare la vittoria contro itartari a Kazan.Il Cremlino. Celebre com-plesso architettonico dal-l’inestimabile valore stori-co, è una cittadella fortifi-cata posta su una scarpatarocciosa alta 40 metri sullaMoscova, e chiusa da untriangolo perfetto di muramerlate lunghe più di 2 Km,e munite di 20 torri. È ilsantuario del potere politi-co russo e luogo di grandeinteresse artistico. Le muraalte da 8 a 17 m e spesse 4-5 m furono erette in matto-

ni, per ordine dello zar IvanIII il Grande tra il 1485 e il1508. L’aspetto generale ela merlatura ghibellina de-

nunciano chiaramente lamano di due architetti sfor-zeschi: Pietro Antonio So-lari e Marco Ruffo.

Nel 1937 sulle cinque torripiù alte furono poste altret-tante stelle di rubino sinte-tico su montature dorate. •

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Le mura e le torri del Cremlino viste dalla Moscova

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CINEMA

caso. Eppure gli effetti speciali più intriganti so-no quelli che passano inosservati: stadi pieni di gente, fir-mamenti stellati, foreste rigogliose. Specialista del genereè Amedeo Califano, 15 anni di carriera cominciata comecompositor in “La leggenda del pianista sull’Oceano”, uncurriculum di oltre 40 film, in cui figurano titoli che nonci si aspetterebbero, come “Una questione di cuore” dellaArchibugi o “Ex” di Brizzi o “Malèna” di Tornatore o “Chie-dimi se sono felice” di Aldo Giovanni e Giacomo, ma an-che l’americano “Troy”. È stato anche responsabile del re-stauro di preziosi film. Insieme ai soci della sua Tulip VFX,Califano orchestra computer e crea miracoli.A che serve il suo lavoro?A rendere possibile tutto quello che non si può creare ma-terialmente. Come dico ai miei clienti: il limite è solo nellafantasia. In realtà, in Italia, il limite è nei budget risicati.Anche se sono comunque costosi e laboriosi, gli effetti spe-ciali visivi consentono cose che altrimenti non ti potrestipermettere: migliaia di comparse, riprese all’estero, pae-saggi esotici, come quelli che ho realizzato di recente per“100 mt dal Paradiso”, un piccolo film dell’esordiente Raf-faele Verzillo.

Cos’ha fatto per lui?Ho portato una pista di atletica in Vaticano, ho riempitouno stadio olimpionico, ho fatto viaggiare una littorina gi-rata in Puglia attraverso gli alberi della foresta brasilianacreandola di sana pianta in CGI, ho aggiunto paesaggi diAfrica e Colombia.Cosa manca in Italia?Delle vere e proprie scuole dedicate. Generalmente si in-segna a usare le varie tecniche e i vari programmi infor-matici per le infinite specializzazioni: 3D, rendering, mo-duling, morphing, eccetera. Ma non insegnano ciò che ser-ve prima di arrivare al computer. E cosa c’è prima del computer?Si parte dallo storyboarding, cioè fin dalla visualizzazionedella sceneggiatura, dove il regista dà la sua idea visiva del-la scena e noi suggeriamo come intervenire. Poi si studia-no le tecniche da usare, perché non c’è una regola fissa. Poisi fanno i conti della serva per vedere quello che davveroci si può permettere. Finalmente si arriva al set: un super-visore agli effetti speciali affianca il regista, anzi è un regi-sta tecnico a tutti gli effetti, che controlla luci e inquadra-ture per ottenere un materiale girato “lavorabile” in post-produzione. Infine si compongono i vari elementi. E natu-ralmente serve una competenza artistica a tutto tondo. Nonper caso ci teniamo a farci chiamare digital artist. Come li riconosce uno spettatore medio?Be’ se li riconosce, vuol dire che sono fatti male! Per esem-pio nel comporre una folla, devi stare attento a renderla di-sordinata, randomizzare gli elementi reali da cui parti, crea-re dei vuoti. Poi bisogna curare molto la luce e le ombre:se una foglia in 3D mi ondeggia in primo piano, si devemuovere anche l’ombra e non posso avere lo sfondo im-mobile. Sono piccole cose che l’occhio percepisce senzavolere e che se non funzionano infastidiscono la visione.Oggi che tutti più o meno giocano col computer, l’occhioè molto più allenato.La cosa più curiosa che le è capitata di fare?Ho tolto la cellulite alla controfigura di una bellissima at-trice, della quale non farò mai il nome. Ma il “ritocco” èuna delle cose più comuni: molti attori hanno per contrat-to la correzione di rughe, borse sotto gli occhi, muscoli flac-cidi e imperfezioni varie. •

Effetti speciali, il limite è la fantasiadi Maricla Tagliaferri

Esistono da quando esiste il cinema. Li faceva già Georges Méliès nel 1896, inter-venendo direttamente sulla pellicola. Ci siamo così abituati che, ormai, se vedia-mo un’auto esplodere o un’astronave solcare l’infinito, non ci facciamo più

Una scena di “100 mt dal Paradiso”: la littorina - la ripresa originale è stata realizzata in Puglia - è stata“spostata” in una foresta brasiliana

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dove nacquero, sorsero quasi di colpo orchestrine che im-provvisavano su arie note e popolari con strumenti bandi-stici come trombe, basso-tube, cornette, flicorni e clarinetti.Ecco, l’improvvisazione. Questa è stata fin dagli inizi la ca-ratteristica più importante della musica jazz: nei primi tem-pi ciò accadeva soprattutto perché i musicisti non sapeva-no leggere la musica, quindi suonavano “ad orecchio”. Èindicativo che Louis Armstrong di fronte ad uno spartitocon note di quarti, ottave e sedicesimi, dicesse: “Cosa so-no tutte quelle formiche che corrono?” o qualcosa di si-mile. Il solista, uscendo dal tema, si sbizzarriva come vo-leva improvvisando libero come più gli piaceva. La bandlo seguiva, poi attaccava un altro, e così gli altri musicistiesprimendosi uno alla volta, batterista compreso, tutti ugua-li: il jazz è la musica più democratica dell’umanità. Il jazzinvase il mondo e si diversificò in tante facce e tanti nomi:il già citato Satchmo con la sua tromba, il pianista Jelly RollMorton virtuoso del ragtime, Duke Ellington con suo jazzorchestrale e, più avanti, il sassofonista Charlie Parker, il

trombettista Dizzy Gil-lespie, il pianista Thelo-nius Monk, il contrab-bassista Charlie Min-gus. Non desta sorpre-sa che l’Unesco abbiadeciso di celebrare que-sta musica planetariaistituendo una manife-stazione particolare, laGiornata internaziona-le del Jazz, che si ripe-terà ogni 30 aprile. Inquesta prima edizione,nell’Auditorium di Ro-ma hanno suonato tregrandi del jazz interna-zionale: Danilo Rea alpianoforte, Enzo Pie-tropaoli al contrabbas-so e Jeff Ballard alla bat-teria. Dunque, lunga vi-ta al jazz! •

Paradossalmente, non esiste nemmeno una de-finizione precisa di cosa sia il jazz tanto che Louis Ar-mstrong una volta disse: “Se devi chiedere che cos’è il jazz,non lo saprai mai”. A noi invece questa sembra un’ottimadefinizione, per nulla cerebrale e del tutto passionale di que-sto ritmo libero che ha conquistato il mondo. Quali sono lesue origini? Occorre risalire al secolo precedente, quelloschiavile nell’America del Nord, nel quale esistevano varierealtà etnomusicali come i canti di richiamo o di lavoro nel-le piantagioni: spesso questi canti avevano una struttura re-sponsoriale, con un solista che recitava un versetto e il grup-po dei lavoranti che rispondeva. Poi c’erano i canti religio-si (Negro Spirituals) ed infine il blues, nel quale il protago-nista-cantante raccontava le sue pene, cercava la sua iden-tità, sfogava la sua tristezza della quale non conosceva lacausa, si vantava delle sue prestazioni sessuali, si lamenta-va dell’abbandono da parte della sua donna. Il blues, natu-ralmente, è molto di più, ma conviene non divagare. Tuttoquesto vastissimo repertorio di canti conservava alcune ca-ratteristiche della mu-sica africana come ap-punto la responsoriali-tà, la poliritmia spessosincopata, e una parti-colare scala musicalepentatonica o sempli-cemente alterata per unabbassamento del ter-zo e del settimo grado,che dava un sapore ri-conoscibile ad ogni bra-no. A questo immensopatrimonio musicale,verso la prima decadedel ’900 si aggiunse l’in-fluenza europea, in par-ticolare la musica per lebande. Il crogiuolo ditutto fu New Orleans,la città americana conpiù alta concentrazionedi popolazione nera,

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MUSICA

Nessuno sa cosa voglia dire la parola “jazz” e nemmeno si sa bene quando questotermine venne applicato alla musica ed entrò nell’uso comune: forse nel 1916 per-ché in quella data a New Orleans si esibiva già la Original Dixieland Jazz Band.

Il jazz ha la sua “Giornata”di Piero Bottali

Louis Armstrong negli anni Cinquanta (fonte: Library of Congress Prints and Photographs Division,

New York World-Telegram and the Sun Newspaper Photograph Collection)

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724 - 2012

MOSTRE

Joan Mirò, “Sketch for the Terrace Plaza Hotel”, 1947 circa, Cincinnati

di Riccardo Cenci

Si incontrano nel segnodel surrealismo le per-sonalità diversissime di

Dalì e Mirò, genio egocentri-co e barocco il primo, dallacreatività onnivora e magni-loquente, animato da uno spi-rito ludico il secondo, rap-presentante di un inconsciochiaro e luminoso. A questiinterpreti della modernità laCapitale dedica due mostre,“Dalì. Un artista, un genio”negli spazi espositivi del com-plesso del Vittoriano (fino al1 luglio – catalogo Skira), e“Mirò! Poesia e luce” al Chio-stro del Bramante (fino al 10giugno – catalogo 24 Ore cul-tura). Arduo compito quellodi racchiudere in uno spaziochiuso il mondo immaginifi-co e metamorfico di Dalì, pervocazione refrattario a qual-siasi limitazione; i curatoriMontse Aguer e Lea Matta-rella tentano l’impresa me-diante un percorso espositi-vo arricchito da schermi cherimandano interviste e branifilmici entrati ormai nella sto-ria (le esplosioni oniriche pen-sate insieme a Buñuel, o lascena del sogno creata perHitchcock), pieno di allusio-

ni alla sua volontà di teatra-lizzare la propria esistenza (icostumi disegnati per le festein maschera veneziane insie-me a quelli utilizzati per spet-tacoli memorabili, quali il“Come vi piace” shakespea-riano diretto da Visconti),aperto da una carrellata di ri-tratti fotografici che ne con-sacrano l’immagine ad iconadel Novecento. Un universomisterioso dove nulla è comesembra e tutto cela un segre-to, come nell’atelier di un il-lusionista, pieno di forme na-scoste ed insospettate. Si pen-si ad “Impressioni d’Africa”,un luogo dove l’artista non èmai stato eppure del quale rie-mergono prepotenti i ricordi,

un paesaggio immaginario co-stellato di miraggi imperscru-tabili. La smisurata ambizio-ne ed il desiderio di legittimarela propria genialità portanoDalì ad emulare i maestri delRinascimento italiano, e nonè un caso che la mostra si apracon l’“Autoritratto con il col-lo di Raffaello”, esempio diuna volontà mimetica che lospinge ad una identificazionetotale con l’urbinate. Scopodell’esposizione è proprioquello di indagare a fondo irapporti con l’Italia, dei qua-li la “Madonna di Port Lligat”è un esempio magnifico ed il-luminante, vista l’alchimia disimboli in essa racchiusa. Sce-nari completamente diversi in

Dalì e Mirò: teatri dell’oniricoL’esposizione dei due maestri nella Capitale, “Dalì. Un artista, un genio” alcomplesso del Vittoriano e “Mirò! Poesia e luce” al Chiostro del Bramante

Salvador Dalì, “Autoritratto con il collo di Raffaello”, 1921, Collezione Fundació Gala-Salvador Dalí

Mirò, il quale mira ad affran-care l’inconscio da qualsiasicensura dell’io, realizzandolocome pura immagine, libe-randolo nello spazio per eli-minarne le potenzialità mor-bose e distruttive. Siamo in unmondo imparentato con quel-lo della fiaba, una sorta diEden naturale nel quale l’ar-tista agisce come un giardi-niere, sradicando le erbacceinutili e facendo crescere so-lo le piante più pure (l’atelierricostruito in mostra è il luo-go del silenzio e della pace,fonte di vita e di creatività).Mirò, al contrario di Dalì,sembra quasi voler perdere lapropria identità in progettianonimi, dalle ambizioni uni-versali e collettive, come ve-diamo nello schizzo per il Ter-race Plaza Hotel di Cincinna-ti ed in quello per il Palazzodell’ONU a New York.L’esposizione allestita al Chio-stro del Bramante si concen-tra sulle opere della maturità,nelle quali l’iconografia sur-realista cede il posto ad unasorta di astrattismo simboli-co, con opere dai contorni mi-nimali il cui sperimentalismoattinge chiaramente alla ge-stualità americana, sovente in-fluenzate dall’essenzialità del-la calligrafia orientale. L’ulti-mo Mirò è forse il più radica-le, animato da un fervore ico-noclasta, da un’idea della pit-tura come azione impulsiva edirompente. •

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ARTE

GIORGIO DE CHIRICO. IL LABIRINTO DEI SOGNI E DELLE IDEEAOSTAfino al 30 settembre 2012Importante selezione di opere rara-mente esposte e provenienti da pre-stigiose collezioni private italiane, daraccolte pubbliche, dal MART di Ro-vereto e dal Museo Casa Rodolfo Si-viero.

Centro Saint Benintelefono: 0165 272687

L’ODORE DELLA LUCE. IL MONDO FEMMINILE NELLA PITTURA DELL’OTTOCENTO E DEL PRIMO NOVECENTOBarletta (BA)fino al 19 agosto 2012Mentre nuovi movimenti intellettua-li, mutamenti politici e culturali in-vestono l’Italia portando le donne,nobili o popolane, ad assumere ruo-li di primo piano, la pittura raccon-ta gli aspetti emozionali ed intimidella piccola borghesia della pro-vincia italiana e del mon-do contadino.

Palazzo della Marra Pinacoteca G. De Nittistelefono: 0883 538372-

538373-

AMERICANI A FIRENZE. SARGENTE GLI IMPRESSIONISTI DEL NUOVO MONDOFIRENZEfino al 15 luglio 2012Mostra dedicata al rap-porto dei pittori impres-sionisti americani conl’Italia e in particolare

con Firenze a partire dagli ultimi de-cenni del XIX secolo fino ai primidel XX secolo.

Palazzo Strozzitelefono: 055 2776461

BAGLIORI DORATI. IL GOTICO INTERNAZIONALE A FIRENZEFIRENZEfino al 4 novembre 2012Importante esposizione che vuole ri-costruire il panorama dell’arte fioren-tina nel periodo cruciale che approssi-mativamente va dal 1375 al 1440.

Galleria degli Uffizitelefono: 055 2388651

LUX IN ARCANA – L’ARCHIVIO SEGRETO VATICANO SI RIVELAROMAfino al 9 settembre 2012Esposti per la prima volta fuori daiconfini della città del Vaticano do-cumenti di straordinaria valenza sto-rica che coprono il periodo dall’VIIIsecolo d.C. al XX secolo.

Musei Capitolinitelefono: 06 0608

REMBRANDT. INCIDERE LA LUCE. I CAPOLAVORI DELLA GRAFICAPAVIAfino al primo luglio 2012In mostra quaranta incisioni, tra au-tografe dell’artista e alcuni fogli dibottega, provenienti dalla Collezio-ne Malaspina, prestigiosa raccoltagrafica a livello nazionale.

Scuderie del Castello Visconteotelefono: 0382 538932

CANOVA E LA DANZA. LA DANZA NELLA SCULTURA E NELLA PITTURA DI ANTONIO CANOVAPOSSAGO (TV)fino al 30 settembre 2012Il tema della danza era molto caro alCanova che ritrasse più volte dan-zatrici classiche e moderne traendo-ne vitalità e forza quando sentiva av-vicinarsi quello stato di prostrazio-ne fisica e morale che lui stesso at-tribuiva al “male di qualche amico oalle vicende del mondo”.

telefono: 0423 544323www.museocanova.it

KLIMT NEL SEGNO DI HOFFMANNE DELLA SECESSIONEVENEZIAfino all’8 luglio 2012La rassegna venezianapresenta la genesi e l’evo-luzione, in ambito archi-tettonico e pittorico, del-l’opera di Klimt e diquanti con lui diedero vi-ta alla Secessione vien-nese.

Museo Corrertelefono: 041 9636808

www.mostraklimt.it

Mostre ed esposizioni in Italia a cura di Anna Leyda Cavalli

Maurizio Diretti, “La vita e l’energia”, acrilico su tela, cm 70 x 90L’opera è stata esposta alla recente Mostra internazionale di arti visive

“IncontrinArte” che si è svolta a Roma a Palazzo Barberini

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FILATELIA

di Gian Piero Ventura Mazzuca (*)

Nell’ambito delle am-ministrazioni postaliche emettono nel ter-

ritorio italiano, quella più par-ticolare è di certo il SovranoMilitare Ordine Ospedalierodi San Giovanni di Gerusa-lemme di Rodi e di Malta, co-munemente conosciuto colsuo acronimo SMOM.Mentre nella numismaticacontinua il conio in scudi,seppur riservato ad un uti-lizzo principalmente “di ri-cordo”, nella filatelia dal2005 emette in euro ed ifrancobolli possono essereusati per spedire lettere ecartoline, riservando alcu-ni aspetti interessanti. Infatti tale operazione puòessere effettuata solo dallecassette presenti nei palazzimelitensi, ovvero a Roma: invia Condotti, dove risiede ilPalazzo Magistrale o in piaz-za Cavalieri di Malta sul col-le Aventino, dove si trova laVilla del Priorato, sede del-le rappresentanze diploma-tiche e già appartenuta ai ca-

valieri Templari prima cheagli Ospedalieri.In quest’ultima l’ufficio fila-telico viene aperto solo ilgiorno di emissione e per idue giorni successivi, a viaCondotti invece tutte le mat-tine dei giorni feriali. Tuttociò che invece viene acqui-stato, ma non imbucato, ri-porterà obbligatoriamente latimbratura aggiuntiva “fila-telica non viaggiata”.Lo SMOM si è sempre ca-ratterizzato per emissionimolto belle, riservate adopere d’arte (spesso su fo-glietti), operazioni umani-tarie e, ogni anno, propo-nendo inoltre un’emissionededicata al patrono dell’Or-dine, San Giovanni Battista

ed alla celebrazione delNatale. Mai però era stata effettuatala stampa di un libretto, even-to avvenuto per la prima vol-ta proprio ad aprile 2012, tra-mite l’effige di S.A. Fra’ Mat-thew Festing, principe e granmaestro dell’Ordine. I libret-ti in realtà sono due, uno consei valori da 0,60 e uno consei valori da 0,75.A maggio invece lo SMOMha voluto commemorare ilgiubileo dei Chierici Rego-lari Somaschi e il cinque-centenario della liberazionedel suo fondatore, San Gi-rolamo Miani.Nato nel 1486 a Venezia, glifu affidata la difesa della for-tezza di Quero (Belluno) du-

rante la guerra contro la le-ga di Cambrai e quandoquesta cadde fu fatto pri-gioniero. Durante tale periodo si av-vicinò alla preghiera e allameditazione ed il 27 set-tembre 1511 si trovò in-spiegabilmente libero, attri-buendo tale miracolosoevento all’intervento dellaVergine Maria.Decise quindi di dedicare lasua vita agli emarginati, agliorfani, ai giovani e agli am-malati. Morì a Somasca(Lecco) nel 1537 dopo averfondato numerose opere dicarità, la sua missione fu ri-conosciuta da Papa Pio XI,che nel 1928 lo elevò a San-to Patrono Universale degliOrfani e della Gioventù Ab-bandonata.Per l’occasione anche lo Sta-to della Città del Vaticano ela Repubblica Italiana hannovoluto ricordare il Santo e lasua liberazione dando luogoad un’emissione congiunta,la prima in assoluto riguar-dante degli interi postali. In-fatti sia l’aerogramma vati-cano che la busta postale ita-liana raffigurano un olio sutela di Francesco Zuccarellidel 1748, conservato pressola Pinacoteca Civica Repos-si di Chiari (Brescia). •

(*) [email protected]

Smom… sugli scudiPer la prima volta nella storia propone un libretto,

poi commemora il Giubileo dei Somaschi come Italia e Vaticano

Trittico Smom per San Girolamo Miani

Libretto con l’effige di S.A.Em.ma il Principe e Gran MaestroAerogramma Vaticano

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L’AVVOCATO

a cura dell’avv. Pasquale Dui (*)

Con la sentenza n.28287 del 22 dicem-bre 2011, la Suprema

Corte di Cassazione tornaa pronunciarsi in materia diresponsabilità medica e,specificamente, sulla sussi-stenza del requisito dellacolpa necessario ai fini delrisarcimento del danno. Il caso posto all’attenzionedel giudice di legittimità ri-guarda la morte di una si-gnora causata da un ictusinsorto successivamente al

ricovero e alle dimissionidella paziente da parte del-la struttura ospedaliera.Se il giudice di merito inprimo grado rigettava la do-manda di risarcimento deldanno proposta dagli eredidella signora defunta, laCorte d’Appello di Napoliriformava la sentenza emes-sa dallo stesso, nel senso diritenere sussistente la re-sponsabilità dell’aziendaospedaliera convenuta pri-ma e appellata poi. Tale decisione era giustifi-cata, a detta della Corted’Appello, dal fatto che imedici, i quali avevano di-sposto le dimissioni dellapaziente, non avevano pre-viamente provveduto ad ef-fettuare tutti gli esami cli-nici ritenuti opportuni e, inparticolare, non avevanoprovveduto a sottoporre lasignora a TAC, approfon-dimento diagnostico idoneoa rilevare il rischio di ictuse dunque a scongiurarel’evento.L’ospedale adiva, dunque,la Suprema Corte di legit-timità, deducendo la omes-sa e/o insufficiente e/o con-traddittoria motivazionedella sentenza di secondogrado.La Corte di Cassazione ri-teneva fondate le censuredella struttura sanitaria ri-corrente, rilevando che ilragionamento svolto dalgiudice di merito accertavauna colpa in capo ai medi-

ci coinvolti, poiché essi nonavevano svolto l’esame –TAC – necessario al fine dievitare l’evento morte. Ebbene, la Suprema Corteosservava che, a prescinde-re dall’idoneità dell’esamede quo a scongiurare lamorte della paziente, que-stione certamente rilevan-te, ma attinente al requisi-to del nesso causale, il giu-dice di merito avrebbe do-vuto pronunciarsi in meri-to all’effettivo dovere pro-fessionale del medico, stan-do così le cose, di prescri-vere tale accertamento. Il giudice di legittimità haescluso che i medici avreb-bero dovuto procedere adulteriori analisi poiché, vi-sti gli esiti degli esami svol-ti in occasione del ricoverodella paziente, i quali nonevidenziavano nulla di “si-gnificativo”, i protocolli me-dici in vigore non impone-vano indagini più appro-fondite.Ciò argomentato, la Cortedi Cassazione ha conclusoper la fondatezza dei moti-vi di appello, rinviando algiudice di merito.In buona sostanza le due do-mande che il giudice avreb-be dovuto porsi erano: 1) sele condizioni concrete ac-certate a seguito del primoricovero della paziente fos-sero tali da esigere l'effet-tuazione - come protocollomedico - di una TAC; 2) sel'indagine strumentale me-

diante TAC, ove compiuta,sarebbe stata in grado, conelevate probabilità, di scon-giurare l'evento, o, comun-que, di circoscriverne gli ef-fetti dannosi.Nella specie, il percorso lo-gico che il giudice di meri-to avrebbe dovuto seguiredoveva articolarsi in duemomenti: il primo teso adaffermare la doverosità del-l'esame diagnostico-stru-mentale mediante TAC, alfine di accertare l'esistenzadi una colpa medica; il se-condo - subordinato alla ri-sposta positiva al primoquesito - finalizzato all'ac-certamento del nesso dicausalità, ovvero se il tem-pestivo accertamento dia-gnostico mediante TACavrebbe potuto - con ele-vato grado di credibilità ra-zionale - impedire l'evento.In definitiva, soltanto dopoaver dato risposta ai quesi-ti che precedono (colpa ecausalità, senza sovrappo-sizione dei reciproci piani),la Corte di merito avrebbepotuto ritenere la sussi-stenza o meno della re-sponsabilità riconosciuta aimedici ed alla struttura sa-nitaria per l'opera negli-gentemente fornita alla pa-ziente. •

(*) Avvocato del Foro di Milano,

professore all’Universitàdi Milano – Bicocca

tel. 02 4816385

La struttura ospedaliera è responsabile?

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Sincera stretta di mano. A tutti

Sembra ieri. Sono in-vece diciotto anni checonduco in porto “Il

Giornale della previdenzadei medici e degli odonto-iatri” che, dopo questo nu-mero, non porterà più lamia firma. Eolo Parodi – una vita damedico - mi chiamò alla di-rezione responsabile di que-sta sua nuova pubblicazio-ne. Avevo fatto esperienza,chiamiamola scuola, primaalla direzione del giornaledel Cup (Comitato unitariodelle professioni) poi allaguida del Medico d’Italia,il trisettimanale della Fe-derazione nazionale degliOrdini dei medici (Fnom-ceo) sotto la guida di AldoPagni e Mario Boni, che miinsegnarono come comu-nicare con i camici bianchi.Accettai. Il lungo percorsocon Eolo Parodi fu sem-plice e ricco di soddisfa-zioni. Dovevamo, dopo unlungo periodo di “ombre”,

mondo le Scuole italiane.Non dimentico i “semplici”camici bianchi, le loro mo-gli attente lettrici del gior-nale, i “giovani” pensiona-ti, le vedove che con vocerotta dall’emozione hannorivissuto e rivivono con noiil passato felice accanto aimariti. Un doveroso pen-siero anche a chi vive nel-l’indigenza e non ha il co-raggio, per signorile ritro-sia, di denunciarne i tristilimiti. Quanti amici abbia-mo tra queste degne per-sone che ci hanno aperto illoro cuore. Un illustre collega che ne-gli ultimi giorni di maggioha voluto “intervistarmi”a proposito della pubbli-cazione di un mio nuovolibro sulla sanità italianain crisi, mi ha chiesto qua-si a bruciapelo: “È veroche vuoi allargare ulte-riormente la tua esperien-za nel variegato e non fa-cile mondo medico?”. Horisposto: “A volte capita diandare a passeggiare in al-tri giardini…”. Un abbraccio a tutti gliamici, soprattutto a quelli,sono tanti, cresciuti accan-to a me nell’Ente di Previ-denza e Assistenza dei me-dici e degli odontoiatri.

Giuliano Crisalli

[email protected]

dare spazio, spiegare, aiu-tare i medici ad avere fi-ducia nell’Enpam. Il pro-blema principale era quel-lo della Previdenza: le pen-sioni, per capirci, che si-gnificava e significa l’avve-nire per i giovani medici ela sicurezza per quelli chesi avviavano al termine del-l’attività professionale. Giorno dopo giorno, gra-zie al lavoro della mia re-dazione, sotto la lente ami-ca ma attenta della Presi-denza, dei Consigli di am-ministrazione, delle dire-zioni generali che si sonosuccedute nel tempo, è sta-ta confezionata una pub-blicazione che ha ottenuto(dati forniti da qualificatiistituti di statistica) un no-tevole successo di lettorinon solo medici. Oltre alle pagine dedicateall’Enpam e, naturalmen-te, ai periodici Consigli na-zionali composti da tutti ipresidenti degli Ordini, èstato concesso ampio spa-zio agli annunci di conve-gni e corsi promossi dalledecine e decine di Scuoledi medicina e odontoiatriae alle recensioni dei libriscritti dai medici: centina-ia e centinaia di volumiscientifici, ma anche ro-manzi e raccolte di poesie.Non si possono dimentica-re le rubriche dedicate aiviaggi nei vari paesi delmondo, all’arte, al cinema,alla musica, ai consigli le-

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Il nostro giornaletira oltre 450milacopie a numero

Non si devono dimenticare

i colleghi indigenti

PARLIAMO DI NOI

gali, alla filatelia, metten-do spesso in risalto le af-fascinanti storie della me-dicina antica e moderna.Ci siamo avvalsi della col-laborazione di illustri gior-nalisti, scrittori e docentiuniversitari di varie Facol-tà. Non posso dimenticaregli articoli sui problemi so-ciali e la porta sempre aper-ta ai nostri medici in giroper il mondo per aiutare, arischio della vita, le perso-ne che soffrono la fame e lemalattie. Ma soprattuttovoglio sottolineare, in que-sta mia breve ricostruzio-ne, le centinaia di intervistea medici celebri ed anche aquelli meno noti, che han-no avuto riconoscimentiprofessionali dopo le nostrepubblicazioni. Un lavoroche non è stato faticosograzie alle mie ultraven-tennali esperienze, comeinviato speciale in Italia edin varie parti del mondo ealla direzione di giornaliquotidiani. Concludo ricordando constima e affetto i medici in-contrati, dai Premi Nobelper la medicina RenatoDulbecco e Rita Levi Mon- talcini ai clinici illustri chehanno reso celebre nel

Giuliano Crisalli

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NOTIZIE FLASH

Cosa dichiarare

Il reddito soggetto a contri-buzione presso la “Quota B”del Fondo Generale, da in-dicare nel Modello D 2012,è quello derivante dall’eser-cizio, anche in forma asso-ciata, della professione me-dica e odontoiatrica, al net-to delle spese sostenute perprodurlo. Concorrono a formare talereddito i compensi, anche seequiparati ai fini fiscali ai red-diti di lavoro dipendente, chederivano dallo svolgimentodi attività attribuite all’iscrit-to in ragione della sua parti-colare competenza profes-sionale.L’iscritto non deve fare cal-coli particolari (per esempio:non devono detrarre la par-te di reddito coperta dal con-tributo di “Quota A”). Sa-ranno infatti gli uffici a cal-colare il contributo dovutotenendo conto di quanto giàpagato.

Come dichiarare

La dichiarazione può essereeffettuata utilizzando il Mo-dello D 2012 personaliz-zato spedito a domicilionel mese di giugno. Può es-sere restituito con racco-mandata semplice (senza

ricevuta di ritorno) utiliz-zando il nuovo indirizzo:Fondazione Enpam, Ca-sella postale n. 7216,00162 Roma.I medici e gli odontoiatri re-gistrata nell’Area riservatadel sito Internet della Fon-dazione www.enpam.it han-no l’opportunità di fare ladichiarazione online, sem-pre entro il 31 luglio.

Perché dichiarare online

Lo scorso anno sono statiquasi 50mila gli iscritti, ol-tre un terzo dei dichiaran-ti, che hanno optato perquesta soluzione. Oltre a ri-sparmiare il costo del fran-cobollo e a evitare le file al-la Posta, la dichiarazione te-lematica consente di averecertezza immediata del-l’avvenuta consegna e del-la correttezza formale deidati inseriti.Per facilitare la dichiara-zione online, insieme aiModelli D 2012 persona-lizzati, agli utenti non regi-strati viene spedita una par-te della password necessa-ria per la registrazione age-volata all’Area Riservatadel sito www.enpam.it.Per informazioni, contattareil Servizio Accoglienza Tele-fonica della Fondazione al

numero 06.48.29.48.29 o al-l’indirizzo email [email protected].

Opzione di contribuzione ridotta

La richiesta di contribuzio-ne ridotta alla “Quota B” delFondo Generale, può esserepresentata entro il 31 luglio2012 dagli iscritti che han-no altra copertura previ-denziale obbligatoria, dai ti-tolari di una pensione deri-vante da contribuzione pre-videnziale obbligatoria e daipartecipanti ai corsi di for-mazione in Medicina gene-rale.Chi ha già prodotto negli an-ni scorsi la domanda non de-ve ripeterla, mentre chi haperso il diritto alla contribu-zione ridotta deve indicare ladata in cui è venuto meno ildiritto. L’iscritto decaduto dal dirit-to alla contribuzione ridottapuò, comunque, presentareuna nuova domanda qualo-ra torni in possesso dei re-quisiti.Gli iscritti già ammessi al-la contribuzione ridottapossono optare per il ver-samento del contributonella misura intera del12,50%, ma tale opzionenon è più revocabile.

Libera professione, entro luglio le dichiarazioni

Pensionati del Fondo

Generale Enpam

I pensionati del Fondo Ge-nerale, per i redditi prodottinell’anno 2011, sono anco-ra esonerati d’ufficio dalversamento dei contributi“Quota B” e, di conse-guenza, non sono tenuti ainviare il Modello D. Per evitare di esporsi apossibili contenziosi con laGestione Separata Inps, ipensionati che hanno avu-to redditi professionali nel-l’anno 2011 possono chie-dere di continuare a con-tribuire alla “Quota B”.Nel Modello D è previstoun apposito spazio per sce-gliere l’aliquota contribu-tiva del 12,50% o del 2%.Dal prossimo anno, per ef-fetto di una legge dello Sta-to, il contributo diventerà co-munque obbligatorio e nonpotrà essere inferiore al6,25%.

Obbligatorietà della dichiarazione

Ricordiamo che il mancatoricevimento del modello D,che può essere reperito sulsito della Fondazione, pres-so la sede dell’Enpam o del-l’Ordine dei Medici di ap-partenenza, non esoneral’iscritto dall’obbligo di pre-sentazione della dichiara-zione entro il 31 luglio.

Sanzioni

In caso di invio del ModelloD oltre il termine del 31 lu-glio, è prevista una sanzio-ne di € 120,00.

Il 31 luglio 2012 scadono i termini per comunicare il reddito derivante dall’esercizio della professione medica

e odontoiatrica prodotto nel corso dell’anno 2011

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Registrazione Tribunale di Roma n. 348/99 del 23 luglio1999

IL GIORNALE DELLA PREVIDENZADEI MEDICI E DEGLI ODONTOIATRI

PERIODICO INFORMATIVO DELLA FONDAZIONE ENPAM

DIREZIONE E REDAZIONEVia Torino, 38 - 00184 Roma

[email protected]

Direttore: EOLO PARODI

Direttore responsabile: GIULIANO CRISALLI

Comitato di indirizzo:Eolo Parodi, Alberto Oliveti, Giampiero Malagnino,

Alberto Volponi, Anna Maria Calcagni, Stefano Falcinelli,

Luigi Galvano, Alessandro Innocenti, Giuseppe Renzo

PROGRAMMAZIONE E COORDINAMENTO REDAZIONALE

Carlo Ciocciemail: [email protected]

CULTURA

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Andrea Meconcelli:Tel. 06 48294513Fax 06 48294260/793

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Editore: COPTIP Industrie Grafiche

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MENSILE - ANNO XVII - N. 4DEL 25/05/2012

Di questo numero sono state tirate 451.941 copie

L’autore è a disposizione degli aventi diritto con i qualinon è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni

o inesattezze delle fonti delle immagini riprodotte nel presente numero

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CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Prof. Eolo G. PARODI (Presidente)Dott. Alberto OLIVETI (Vice Presidente Vicario)Dott. Giovanni P. MALAGNINO (Vice Presidente)CONSIGLIERI: Dott. Eliano MARIOTTI • Dott. Alessandro INNOCENTIDott. Arcangelo LACAGNINA • Dott. Antonio D’AVANZO • Dott. Luigi GALVANO • Dott. Giacomo MILILLO • Dott. Francesco LOSURDODott. Salvatore Giuseppe ALTOMARE • Dott.ssa Anna Maria CALCAGNIDott. Malek MEDIATI • Dott. Stefano FALCINELLI • Dott. Roberto LALADott. Angelo CASTALDO • Dott. Giuseppe RENZO • Dott.ssa Francesca BASILICO • Dott. Giovanni DE SIMONE • Dott. Giuseppe FIGLINIDott. Francesco BUONINCONTI • Prof. Salvatore SCIACCHITANODott. Emmanuele MASSAGLI • Dott. Pasquale PRACELLA

COMITATO ESECUTIVO Prof. Eolo G. PARODI (Presidente)Dott. Alberto OLIVETI (Vice Presidente Vicario)Dott. Giovanni P. MALAGNINO (Vice Presidente)CONSIGLIERI: Dott. Eliano MARIOTTI • Dott. Alessandro INNOCENTIDott. Arcangelo LACAGNINA • Dott. Giacomo MILILLODott. Roberto LALA

COLLEGIO SINDACALE Dott. Ugo Venanzio GASPARI (Presidente)Dott.ssa Adriana BONANNI (Presidente supplente)Sindaci: Dott.ssa Laura BELMONTE • Dott. Francesco NOCE • Dott. LuigiPEPE • Dott. Mario ALFANI • Dott.ssa Anna Maria PAGLIONEDott. Marco GIONCADA • Dott. Giovanni SCARRONE • Dott. GiuseppeVARRINA

Organi Collegiali

Una strada di Iserniaintitolata al dottor Trivellini

Al dottor Orazio Trivellini il Comune di Isernia ha recentemen-te intitolato una strada.

Orazio Trivellini si laureò nel 1940 in Medicina e Chirurgia con ilmassimo dei voti e la lode presso l’Università di Napoli; si specia-lizzò successivamente in Chirurgia e fu chirurgo presso l’ospedaledi Isernia conseguendo lusinghieri risultati dovuti alla sua culturadi base del periodo universitario e all’internato presso l’Istituto diPatologia medica e chirurgica dell’Università di Napoli. Successi-vamente svolse anche l’attività di medico di famiglia. Un intuitoclinico particolare lo aiutava; la Medicina degli anni ’40 e ’50 nonaveva molti sussidi diagnostici a disposizione, ma anche negli an-ni a venire le nuove tecniche sperimentali della Medicina quasinon lo scalfirono. Con tenacia e abnegazione continuò il suo mo-do di fare Medicina. Una proficua, indicibile capacità professio-nale lo metteva instancabilmente al servizio della gente che ave-va bisogno perché il Trivellini aveva una delle qualità essenziali

del medico: l’interesse per l’uo-mo. Egli sapeva ascoltare e co-municare: dotato di generosità edi una grande empatia, sapeva ca-pire il paziente e comprendere co-sa si agitasse in lui. Divenne Consigliere provinciale, lesue candidature nella Provincia diCampobasso per il collegio di Iser-nia ricevettero sempre elevati con-sensi perché il dottor Trivellini re-cava con sé passione ed amore perla sua gente di cui condivideva pro-blemi, bisogni, speranze. Ferventesostenitore della seconda provin-cia molisana, si batté affinché Iser-nia diventasse provincia.

La signora Tonina Trivellini ed al suo fianco l’ex sindaco di Isernia Gabriele Melogli

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