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36a Conferenza Nazionale Animatori Martinez: “L’evangelizzazione ha bisogno di uomini nuovi, divinizzati e umanizzati dallo Spirito” Da giovedì 1 novembre a domenica 4 novembre si terrà la 36a Conferenza Nazionale Animatori del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS) sul tema: “La porta della fede” (cf At 14,27). “Spalanchiamo i cuori a Gesù Signore per annunciare il Vangelo!” (cf I Cor 9,16). L’evento si svolge in contemporanea con l’apertura dell’Anno della Fede indetto dal Santo Padre Benedetto XVI, all’indomani della celebrazione del Sinodo sulla “Nuova Evangelizzazione”. Questa espressione coniata dal Beato Giovanni Paolo II è sempre stata baluardo della diffusione nel mondo del RnS; acquista ora un nuovo slancio a conclusione di un Anno giubilare intensamente vissuto dal Rinnovamento nello Spirito nel 40esimo anniversario della sua nascita in Italia. A ritrovarsi presso il Palacongressi di Rimini saranno circa tremilacinquecento animatori e responsabili

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  • 36a Conferenza Nazionale Animatori Martinez: Levangelizzazione ha bisogno di uomini nuovi, divinizzati e umanizzati dallo Spirito

    Da gioved 1 novembre a domenica 4 novembre si terr la 36a Conferenza Nazionale Animatori del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS) sul tema: La porta della fede (cf At 14,27). Spalanchiamo i cuori a Ges Signore per annunciare il Vangelo! (cf I Cor 9,16).

    Levento si svolge in contemporanea con lapertura dellAnno della Fede indetto dal Santo Padre Benedetto XVI, allindomani della celebrazione del Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione. Questa espressione coniata dal Beato Giovanni Paolo II sempre stata baluardo della diffusione nel mondo del RnS; acquista ora un nuovo slancio a conclusione di un Anno giubilare intensamente vissuto dal Rinnovamento nello Spirito nel 40esimo anniversario della sua nascita in Italia. A ritrovarsi presso il Palacongressi di Rimini saranno circa tremilacinquecento animatori e responsabili

  • con il fine di approfondire e di rivisitare la forza testimoniale della fede carismatica, gli ambiti e le modalit del cammino nelle sue diverse dimensioni: personale, comunitario, ecclesiale, sociale.

    Tanti gli ospiti che interverranno: il card. Ivan Dias, prefetto emerito della Congregazione per lEvangelizzazione dei Popoli; mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini; mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino Montefeltro; mons. Antonio Staglian, vescovo di Noto; il biblista don Patrizio Rota Scalabrini; don Sante Babolin, filosofo ed esorcista; il biblista Gregorio Vivaldelli; la teologa Ina Siviglia; lo storico Flavio Felice. Come di consueto, il coordinatore nazionale Mario Landi terr lintroduzione al tema della Conferenza; al direttore nazionale Marcella Reni spetteranno le comunicazioni sulla vita del Movimento; il consigliere nazionale spirituale don Guido Pietrogrande celebrer lEucaristia conclusiva; il presidente nazionale Salvatore Martinez terr la relazione conclusiva sul tema della Conferenza. Venerd 2 novembre, alle h. 21.30, previsto uno speciale incontro di Cultura della Pentecoste sul tema: La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione del Sinodo Primizie spirituali allindomani del Sinodo. Sar la prima rilettura del Sinodo attraverso le suggestioni proposte da tre partecipanti: il card. Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi; mons. Mathieu Madega Lebouakehan, Vescovo di Port-Gentil; Salvatore Martinez, presidente nazionale RnS. A moderare lincontro sar il direttore di Zenit, Antonio Gaspari.

    Il programma delle quattro giornate, scaricabile sul sito www.rns-italia.it, prevede: momenti di preghiera comunitaria, relazioni, simposi, condivisioni, Celebrazioni liturgiche giornaliere, Adorazione Eucaristica Roveto Ardente che, in maniera incessante dalle h. 23.30 alle 7.00, proseguir lungo tre notti presso la Chiesa del Cuore Immacolato di Maria (Bellaria - Rimini). Nello specifico, nei pomeriggi del 2 e del 3 novembre sono in programma, in concomitanza, sei simposi di approfondimento sul tema dei carismi, del discernimento, della liberazione dal maligno, dei mezzi e delle modalit di evangelizzazione. Esporranno anziani e membri di Consiglio Nazionale del RnS.

    La 36a Conferenza Nazionale Animatori - ha

  • commentato Martinez - chiude le celebrazioni legate al 40 anniversario della nascita del Rinnovamento in Italia. Abbiamo vissuto un anno di eventi davvero straordinario; ogni nostra attesa di partecipazione stata superata, le grazie registrate sono state abbondantissime. La gratitudine a Dio si fa ora voto di un impegno comunitario ancora pi marcato a servizio della nuova evangelizzazione. Non sar vero Anno della Fede se non riusciremo a manifestare il dinamismo carismatico della nostra fede. La fede un dono, ma anche lesperienza di un incontro con una Persona viva, Ges, che cambia la vita e la riordina radicalmente. quanto accade e di pi ancora dovr accadere nei nostri Gruppi e Comunit. Vogliamo ribadire che la nuova evangelizzazione sar possibile nello Spirito Santo, con la sua fantasia, con le sue soluzioni creative, con la sua potenza. La storia ha bisogno di uomini nuovi, al contempo divinizzati e umanizzati dallo Spirito. A Rimini, allindomani del Sinodo, il RnS riproporr con convinzione questa grande sfida alla Chiesa e al mondo.

    (30.10.2012)

  • 31 ottobre 2012 La porta giusta Santa Messa per i volontari della 36 Conferenza nazionale animatori

    Un benvenuto a tutti: a chi fa servizio per la prima volta, a chi viene qui da tanto tempo, agli affezionati a questo lavoro. Il desiderio vivo che qualcosa della generosit di Ges entri in ciascuno di noi e plasmi il nostro operato, affinch il volto di Ges sia visibile attraverso il nostro servizio.

    don Guido Pietrogrande a celebrare la Messa per i volontari del servizio, che da sempre precede l'apertura dei lavori a Rimini. Alla presenza del coordinatore nazionale Mario Landi, dei membri di

  • CNS Amabile Guzzo e Dino De Dominicis, del presidente della Cooperativa Odos Servizi Paolo Zunino, del responsabile nazionale del ministero del Volontariato Carlo Vaccarini e dei responsabili di tutti gli ambiti del servizio, il Consigliere spirituale nazionale RnS rilegge il brano del vangelo di Luca (cf 13, 22-31), indicando la necessit di "passare per la porta stretta".

    "Sforzatevi di entrare per la porta stretta": questa la risposta che Ges d a una domanda retorica, inutile, ma che rivela la speranza di avere una risposta secondo il pensiero di chi gliela pone.

    "Sono pochi quelli che si salvano?" chiede un uomo a Ges che

  • passa: la paura che muove a fare questa domanda perch c' sconcerto dinanzi alla buona Novella annunciata da Ges. Cosa vuole sapere, oggi, il battezzato che si pone questo interrogativo? Il bisogno di salvezza dell'uomo, indipendentemente dalla fede, e Ges risponde a tutti allo stesso modo: per entrare bisogna lasciare tutto ci che non serve per la salvezza, che pesa, che ostacola il "passaggio".

    Il diritto alla salvezza non qualcosa di acquisibile mediante una vita "normativamente ineccepibile": C' una certa presunzione di essere buoni - ha proseguito don Guido.

  • Non lo ammettiamo apertamente, ma dentro di noi c' la convinzione di essere salvati per il fatto di aver vissuto secondo alcune norme. Ma religione e fede non sono la stessa cosa: la religione fatta di norme, la fede l'incontro con Uno che salva e che l'unica norma: il comandamento dell'Amore.

    Raggiungere la salvezza un passaggio che don Guido paragona a quello attraverso la porta del lago a Gerusalemme, un passaggio noto per le sue dimensioni molto ridotte. Per passarvi bisognava farsi piccoli piccoli. Il nostro passaggio per la porta stretta non sminuire ci che si , ma una vittoria: Ges il primo a esservi passato e ci concede la grazia di assomigliargli e fare la stessa strada. La porta stretta di Ges si chiama incarnazione: egli entrato nella strettezza dell'umanit, sperimentando cosa significa essere abbandonato da tutti, essere frainteso, equivocato.

    Un esempio eccellente, una cartina di tornasole che riporta tutto nelle giuste proporzioni. Questo ridimensiona il nostro fare: avete ricevuto lo Spirito per le opere della legge o per le opere della fede? Mi salvo perch faccio del volontariato? L'impegno un gesto d'amore solo dopo aver ascoltato la parola della fede, che il Signore Ges suscita nel cuore di ciascuno per farci aprire alla rivelazione. La fede non una nostra performance ma un dono di Dio che attende una nostra risposta. Quando si risponde a Dio che si rivela, in quel momento se ci abbandoniamo nelle mani del Padre scopriamo ci che essenziale: farsi piccoli e passare per la porta

  • stretta, che la porta giusta per entrare nel regno di Dio.

    Elsa De Simone

    Voi siete il primo segno Il Coordinatore Mario Landi accoglie i volontari del servizio

    A conclusione della Messa del servizio, Mario Landi guida un momento di preghiera. Nell'intimit dell'incontro con il Signore, il Coordinatore nazionale, insieme ai volontari, ringrazia Ges che si appena donato nell'Eucaristia ed esorta poi tutti a un servizio

  • generoso in queste intense giornate che si preparano: Il Signore ci invita a passare per la porta stretta, ma con il cuore largo, generoso.

    Come consuetudine s'invoca lo Spirito e si prega per i responsabili dei diversi servizi e settori, e la parola del Signore giunge puntuale e consolatoria: Tu dunque, figlio mio, attingi sempre forza nella grazia che in Cristo Ges (2 Tm 2, 1).

    Prima di lasciare spazio alla consueta benedizione di tutti i locali della Fiera, Mario Landi porta il saluto di Salvatore Martinez, di Marcella Reni, impossibilitati quest'anno a essere presenti, e di tutto il Comitato nazionale di servizio: Grazie per il vostro

  • impegno - dice, poi, riferendosi al nuovo Palacongressi, aggiunge -; quest'anno la Conferenza si svolge in questi locali nuovi, che noi renderemo migliori con il nostro servizio, mantenendo la pace, il sorriso, anche di fronte alle inevitabili contrariet. Oltre tremila sono gli animatori e i responsabili attesi per la Conferenza per tutti loro - conclude Mario Landi - voi siete il primo segno di accoglienza, di ordine, di fermezza e di autorevolezza.

    Elena Dreoni

    (01.11.2012)

  • 1 novembre 2012 Intervista a Salvatore Martinez su Famiglia Cristiana

    In edicola da oggi, gioved 1 novembre, il settimanale Famiglia Cristiana contenente un'intervista del presidente nazionale Salvatore Martinez a proposito della XIII Assemblea Ordinaria Generale del Sinodo

    dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione, alla quale il Presidente ha dato il suo contributo come Uditore.

    All'interno del settimanale anche un articolo di presentazione della Conferenza Nazionale Animatori, che si svolge al Palacongressi di Rimini dal 1 al 4 novembre.

    Con estrema gratitudine il Movimento accoglie i messaggi augurali del card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici; di mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione; di mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei.

    Con fede tra le braccia del Padre Sintesi del segno comunitario e della preghiera comunitaria carismatica

  • E' nel nuovo Palacongressi di Rimini che gli animatori del Rinnovamento nello Spirito Santo, accorsi da tutte le regioni d'Italia, si ritrovano per varcare con gioia la "porta della fede" (cf At 14,27).

    La 36 Conferenza Nazionale Animatori ha inizio con il rito dell'intronizzazione della Parola in un devoto clima di accoglienza del Dio che viene.

  • Subito dopo un segno che introduce il tema di quest'anno. Dal fondo della sala avanzano sette giovani donne in bianche vesti, ognuna ha in mano una lampada accesa, a ricordare le vergini sagge (cf Mt 25), che danzando vanno "incontro allo Sposo". Si dispongono intorno ad una grande porta, sistemata al centro del palco e sulla quale scritto "Porta fidei"; poi ciascuna depone la propria lampada davanti ad essa, mentre viene letta la "preghiera per la fede" composta da Paolo VI.

    ... O Signore, fa' che la mia fede sia piena... libera... certa... forte... gioiosa... operosa... umile... sono le sette invocazioni di

  • cui si compone la preghiera, al termine della quale altre due giovani donne, anch'esse in veste bianca, aprono i battenti della Porta fidei lasciando apparire l'immagine di Ges Buon Pastore.

    Dopo aver proclamato il Vangelo di Giovanni: Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sar salvato; entrer e uscir e trover pascolo (Gv 10,9 ss), mentre l'assemblea, in segno di unit e comunione si tiene per mano, il Comitato nazionale ed i Coordinatori regionali, in rappresentanza di tutto il Rinnovamento, attraversano la Porta della fede. Il segno comunitario termina con la professione di fede attraverso la recita del Credo.

    Guidata dal Comitato nazionale ha poi inizio un momento di preghiera comunitaria carismatica. E' Mario Landi, coordinatore

  • nazionale, a proclamare la parola del Vangelo di Luca: Beati gli occhi che vedono ci che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ci che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ci che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono (Lc 10, 23), ad essa l'assemblea risponde innalzando una preghiera di lode e di ringraziamento, in particolare per quanto Dio ha fatto in questi 40 anni di storia sacra del Rinnovamento in Italia.

    Guidati dolcemente dallo Spirito Santo ed esortati dalla proclamazione del Padre nostro, la preghiera che Ges ci ha insegnato, i presenti si abbandonano infine con fiducia nelle mani di Dio.

  • Anna Pugliese e Sandro Gallo

    Accogliere la Parola per la Nuova evangelizzazione Relazione introduttiva del Coordinatore nazionale

    Una memoria grata del Quarantennale, una rilettura sapienziale di quanto il Signore ha donato al Rinnovamento nello Spirito Santo in questo Anno giubilare: la relazione introduttiva del coordinatore nazionale Mario Landi ha chiamato tutti gli animatori a una nuova responsabilit, per vivere una svolta in questo Anno della fede.

    Un grande ralenti su un lungo anno di eventi, ma anche il richiamo al magistero della Chiesa, attraverso i messaggi dei Pontefici che si sono succeduti in questa lunga storia di grazia che da quarant'anni accompagna il Rinnovamento in Italia, segno tangibile di una ecclesialit forte.

  • "La porta della fede' (cf At 14, 27): si apre un anno di grazia del Signore! Proseguiamo il giubileo del Quarantesimo anniversario del Rinnovamento, chiamati a una nuova responsabilit" il tema dell'intervento del Coordinatore nazionale, affrontato attraverso cinque parole chiave: fede ed evangelizzazione, declinate nelle dimensioni della profezia, del discernimento, della liberazione.

    Nella Lettera apostolica di Benedetto XVI in apertura dell'Anno della fede, il Santo Padre pone l'attenzione su due aspetti: annuncio della Parola e cuore libero di accoglierla. "La porta della fede che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l'ingresso nella sua Chiesa sempre aperta per noi - dice il Pontefice.

    possibile oltrepassare quella soglia quando la parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che trasforma". Dovremmo esultare e avvertire un senso di profonda gioia e responsabilit per queste parole: in esse si scorge la natura, l'identit, la missione, la profezia di tutto il Rinnovamento, assieme

  • al grande privilegio che la testimonianza e la profezia che lo Spirito ci ha chiamato a donare alla Chiesa di questo tempo passi, in questo momento storico, attraverso di noi.

    L'Assemblea nazionale, la Verifica pastorale da essa scaturita, la 35 Convocazione nazionale, l'Udienza speciale in Piazza San Pietro con Benedetto XVI, la Giornata mondiale delle famiglie e il Meeting del RnS a Milano, le Scuole estive di formazione, Dieci Piazze per Dieci Comandamenti, il Convegno sullo Spirito Santo sono alcuni dei "luoghi" in cui lo Spirito si fatto promessa compiuta, incarnata, vissuta. Durante l'Assemblea il Signore ha sottolineato come il RnS sia opera dello Spirito, un'opera da servire e non da asservire, che precede e supera ogni nostra capacit. Siamo chiamati a operare e agire nell'orizzonte della fede e non della razionalit, della carnalit. Dall'Assemblea siamo passati alla verifica pastorale a tutti i livelli, facendo memoria delle origini e della nostra missione ecclesiale, guardando al futuro senza rimpianti nostalgici. La Convocazione, poi, stata una straordinaria esperienza di effusione dello Spirito Santo, registrando una partecipazione numerica come non accadeva da un po' di anni. Il centro dell'intero anno stato indubbiamente l'Udienza in Piazza San Pietro con Benedetto XVI, giorno pi forte del giubilo della comunione ecclesiale, della speranza rinnovata, della carit operosa.

    La Giornata mondiale delle famiglie e la presenza del RnS a Milano sono stati segno di quel corpo che, a partire da Pentecoste, sempre si genera: in questa ottica sono da leggere tutte le attivit della Casa Famiglia di Nazareth a Loreto e la costruzione del Centro internazionale della famiglia a Nazareth, in Terra Santa, per servire la famiglia e sostenerla nel suo impegno sociale e nella sua vocazione ecclesiale. Le Scuole estive di formazione sono state il

  • momento in cui abbiamo formato le coscienze alla luce delle ragioni di Dio. La vocazione all'evangelizzazione si realizzata attraverso il progetto Dieci Piazze per Dieci Comandamenti, che ha fatto da preludio all'apertura dell'Anno della fede e lo accompagner attraverso la declinazione dei Comandamenti in altre otto piazze d'Italia. Abbiamo portato il RnS nelle piazze, dando voce, spazio, alla parola di Dio e a testimoni ed evangelizzatori che hanno onorato la Parola e lo Spirito Santo. La fede o si manifesta, si vede, interroga e cambia il cuore dell'uomo e la convivenza civile, o non fede. La nuova evangelizzazione ha bisogno anche di nuove modalit espressive della fede. Ultimo in ordine temporale il Convegno sullo Spirito Santo, tenutosi lo scorso 25 ottobre all'Universit gregoriana in occasione del 25 dell'enciclica Dominum et vivificantem, un evento da rileggere in chiave sapienziale ben oltre l'Anno giubilare, e che colloca l'intera storia del RnS, sin dalle sue origini, nel binomio dell'esperienza e della formazione teologica. In questa profonda esegesi del vissuto del RnS, il Coordinatore nazionale ha posto in evidenza anche i punti critici del Movimento, come emersi dal discernimento comunitario, ricordando per di mantenere alta la misura della vita di fede per la chiamata comune all'evangelizzazione affinch, assieme a san Paolo, tutti possano dire che annunciare il vangelo per me non un vanto, perch una necessit che mi si impone: guai a me se non annuncio il vangelo (1 Cor 9, 16).

  • Elsa De Simone

  • La felicit di essere figli Sintesi dell'omelia di mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini

    un padre fedele ai suoi figli il Vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi che, anche questanno, accoglie il popolo del Rinnovamento e, nel giorno di Tutti i Santi, presiede la Messa in apertura della 36 Conferenza nazionale animatori.Dalle Beatitudini (cf Mt 5, 1-12), lo straordinario discorso di Ges dalla montagna, il Vescovo attinge il senso pi alto: Dio ci vuole felici!.

    E la parola che in italiano noi traduciamo con beati, in altre lingue

  • spesso viene tradotta proprio con il sinonimo felici. Ges vuole la felicit di tutti, ma in modo speciale di coloro che sono provati dalla sofferenza, che vivono nella povert e nellapparente convinzione di non poter essere mai pi felici. Dio titolare di un infinito capitale di felicit da condividere proprio con i pi sfortunati.

    Molti i passi della Sacra Bibbia dove Ges ci parla di questo dono immenso e del bisogno di vedere felici i suoi figli: Vi ho detto queste cose perch la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena (cf Mt 11, 28; Gv 15, 11; 17, 13).Le Beatitudini continua mons. Lambiasi, ricordando le parole di un grande esegeta del secolo scorso, Jacques Dupont - sono prima di tutto una proclamazione di felicit, e non soltanto una promessa di felicit. Con le Beatitudini aggiunge il Vescovo -, Ges constata un fatto pi che dettare un dovere o esigere uno sforzo. I poveri, gli oppressi, gli amanti della giustizia possono gi vivere nella gioia.La felicit di ogni uomo legata al dono ricevuto del battesimo che ha reso tutti figli di Dio. E proprio nella filialit sta il segreto della felicit e della santit; essa la misura pi alta della vita filiale. Dunque, filialit e santit sono le vie che conducono alla felicit.Come cristiani, siamo invitati a percorrere le orme di Dio e a pronunciare, come Maria, il nostro s. Ella, per prima, mettendo la sua vita nelle mani di Dio, ha ricevuto una felicit senza fine. Il suo s incondizionato felicit di fede e felicit di maternit.

    Nella societ occidentale - conclude il Vescovo - la fede dei cristiani viene messa ogni giorno a dura prova. Molti filosofi del secolo precedente e dei nostri giorni vorrebbero convincerci dellinfelicit di essere cristiani, ma a questi attacchi infondati possiamo

  • rispondere con una prova inconfutabile: il test di unumanit felice, nel duplice senso di umanit feconda e di umanit gioiosa. Benedetto XVI ce lo ricorda: La gioia di credere la responsabilit del cristiano: in questa ora della nostra storia dovremmo farla nostra con animo nuovo (La Gioia della Fede).

    Daniela di Domenico

    Quando il Roveto guarisce il cuore Il Comitato nazionale di servizio e il Consiglio nazionale aprono il tempo del Roveto ardente

    A conclusione della prima giornata di Conferenza, ha avuto inizio il tempo prezioso del Roveto ardente, cuore e sostegno degli appuntamenti nazionali di Rimini. Di giorno nella cappella allestita nel Palacongressi e di notte presso la parrocchia Cuore Immacolato di Maria, i gruppi del Rinnovamento si alterneranno ininterrottamente in turni di adorazione davanti a Ges Eucaristia per tutta la durata della Conferenza. Il Roveto ardente l'incontro di due sguardi, quello di Ges e quello dell'altro. A vivere il primo di questi incontri i membri del Comitato nazionale di servizio e del Consiglio nazionale nella Cappella del Palacongressi, sulla parola "Tutti insieme innalzarono la loro voce a Dio dicendo: concedi ai tuoi servi di proclamare con tutta franchezza la tua parola" (cf At 4, 24-29).

  • I presenti hanno innalzato la voce per lodare il Signore della vita che porta tutti i popoli alla salvezza. A ciascuno stato chiesto di annunciare la Parola con franchezza. Subito dopo un tempo di intercessione forte affinch la Parola potesse giungere ad ognuno, e la proclamazione che Ges l'unico Signore della vita di tutti.

    Don Guido Pietrogrande, Consigliere spirituale nazionale ha invitato ciascuno dei presenti ad aprire il cuore a Dio, e a invocare una nuova effusione dello Spirito Santo. "Vieni, Signore Ges - questo il grido forte - vieni a trasformare i cuori, a incoraggiarli, vieni perch

  • Tu possa essere in noi. Nella parole del profeta Geremia la conferma di questo grido del cuore. Parole che, come confermato nella preghiera, attendono una risposta personale.

    Il Roveto si concluso con una parola profetica: Io dar ai popoli un labbro puro perch invochino tutti il nome del Signore e lo servano tutti sotto lo stesso giogo (Sof 3, 9).

    Carla Osella

  • 2 novembre 2012 ora che anche gli alberi camminino Preghiera comunitaria carismatica

    La preghiera comunitaria carismatica che apre la seconda giornata della 36ma Conferenza Nazionale Animatori si apre con un richiamo alla commemorazione di tutti i fedeli defunti, celebrata nella odierna liturgia della Chiesa. Noi abbiamo un germe di immortalit che dice "risurrezione", afferma Don Guido Pietrogrande dal palco riferendosi al dono dell'Eucaristia.

    La preghiera continua con la proclamazione da parte dell'quipe di animazione di una prima Parola profetica: Voi dunque partirete con gioia, sarete condotti in pace. I monti e i colli davanti a voi eromperanno in grida di gioia e tutti gli alberi dei campi batteranno le mani (Is 55,12). Si fa subito chiaro che Il Signore chiama il suo popolo a partire per un gioioso viaggio, la stessa Conferenza Nazionale Animatori si configura come una salita verso il monte del Signore. Gli animatori della preghiera invitano il popolo del Rinnovamento ad essere pronto e a prepararsi ad affrontare

  • il viaggio iniziando a lodare Dio. Lasciamo che il nostro cuore canti e il nostro Spirito vibri, questa l'esortazione forte di don Guido Pietrogrande. E il Signore non si fa attendere donando la seconda Parola profetica: Pietro, apostolo di Ges Cristo, ai fedeli dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadcia, nell'Asia e nella Bitinia, eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, per obbedire a Ges Cristo e per essere aspersi del suo sangue: grazia e pace a voi in abbondanza. Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Ges Cristo; nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Ges Cristo dai morti, per una speranza viva, per una eredit che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa conservata nei cieli per voi (1 Pt 1,1-4).

    La preghiera prosegue con l'invito a ringraziare il Signore che addita una meta al suo popolo e apre continuamente strade nuove per vivere la vita nello Spirito, come si afferma dal palco: Anche noi siamo pellegrini e stranieri e la nostra patria non qui sulla terra ma in cielo.

    Segue l'invocazione allo Spirito Santo, il solo che pu dare la forza di camminare nella storia. Noi siamo speranza viva in questo mondo frustrato, viene ancora proclamato dall'quipe di animazione. La preghiera di ringraziamento che segue si trasforma in preghiera di lode per le innumerevoli vie che Dio prepara ogni giorno per i suoi eletti. Il Signore fa nuove tutte le cose: il cuore, il coraggio, l'evangelizzazione e la terza Parola profetica che Egli dona ne diventa una conferma: Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te (Is 60, 3-4).

    Anche gli animatori chiamati a Rimini si mettono in cammino verso Gerusalemme che attende con le porte spalancate.

    Francesco Storino

    (02.11.2012)

  • Il Rinnovamento sia fucina di testimoni Relazione di don Patrizio Rota Scalabrini

    I gruppi e le comunit del RnS come luoghi di discernimento dei segni della presenza di Dio; luoghi in cui mirare a forgiare testimoni che anche nei giorni bui adorino Dio in Spirito e verit e proclamino con fede la sua signoria. Muove dal passo della Prima lettera ai Corinzi - Prostrandosi a terra, adorano Dio e proclamano: "Veramente Dio fra noi" (cf 14, 25) - la catechesi del biblista, anziano del Rinnovamento, don Patrizio Rota Scalabrini. Riconoscere i segni della presenza di Dio - spiega - non significa concentrarsi solo sul momento cultuale, ma cogliere il suo passaggio in tutti gli aspetti della propria vita, nell'ambito pubblico e nell'ambito privato, in quello civile e in quello ecclesiale, nelle dimensioni affettive e in quelle economico-lavorative. Dio non confinabile nei limiti del rito e del culto, anche se da questi non si pu prescindere. Il Biblista cita il testo del Libro dei Numeri (cf 11, 25-29) in cui un giovane si scandalizza perch due uomini stavano profetizzando non nella Tenda, ma nell'accampamento. Mos gli rispose: "Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il

  • Signore porre su di loro il suo Spirito!" (v. 29). Siamo chiamati - continua don Patrizio Rota - a riconoscere la presenza del Signore nella Tenda, ma anche fuori della Tenda, nella vita ordinaria. Quali i segni di questa presenza? Dal frutto si riconosce la qualit dell'albero: Quando c' amore, c' Dio; quando c' gioia vera, c' Dio. Quando il cuore conosce quella pace che lo custodisce anche nelle prove, c' Dio. Quando l'animo capace di desiderare in grande, di non rinunciare a un orizzonte pi ampio del proprio particolare, allora c' Dio!. Il Biblista accenna alla crisi attuale, economica, ma soprattutto di valori. E invita a ricordare la parola del profeta: "Io ho fiducia nel Signore, che ha nascosto il volto alla casa di Giacobbe, e spero in lui" (Is 8, 17). Isaia ci indica la disciplina della fede: saper restare in attesa, con la fiducia certa che Dio continua ad abitare tra noi e non abbandona il suo popolo. Noi oggi abbiamo bisogno di testimoni. la presenza dei testimoni che segnala la presenza di Dio. Nei nostri gruppi e nelle nostre comunit dobbiamo preoccuparci di formarci e formare a essere testimoni. E a fondamento della testimonianza, ci sono la prostrazione, l'adorazione e la proclamazione: Prostrarsi non annichilirsi, ma consegnarsi, darsi totalmente a Dio. Coltivare un senso profondo di umilt e di abbandono a Dio - aggiunge - uno dei compiti pi importanti per i nostri gruppi di preghiera, altrimenti ci si sentirebbe degli arrivati. Prostrazione come atteggiamento corporeo preliminare all'adorazione, la quale non si limita al momento rituale, ma uno sguardo di fede sulla vita: adorare significa mettere Dio al di sopra di tutti i nostri progetti. Infine, non c' vera fede adorante che non diventi anche fede confessante, proclamante. Ma perch la comunicazione della fede sia convincente, necessario un tempo di approfondimento, di preparazione, di fortificazione della propria vita spirituale. Non solo, necessario assumere quell'amabilit che rende facile all'altra persona amare. Al termine, il Biblista invita a ricordare che la fraternit lo stile pi profondo di ogni proclamazione. Se impariamo a volerci bene come fratelli, sapranno che siamo Suoi discepoli. Lucia Romiti (02.11.2012) RIMINI, venerd, 2 novembre 2012 - Non si pu far dire a Dio ci vogliamo noi, come ad esempio che il periodo buio che stiamo

  • vivendo duri poco e venga subito lalba. La fede, invece, sa rispettare il silenzio e il mistero di Dio e sa attendere. Essa attesa della luce che solo Lui pu dare, nei modi e nei tempi che vorr. Cos il biblista don Patrizio Rota Scalabrini intervenuto venerd 2 novembre alla Conferenza Nazionale degli animatori del Rinnovamento nello Spirito che si sta svolgendo al Palacongressi di Rimini. Dio - ha spiegato il docente della Facolt Teologia di Milano - non smette mai di affidarci segni della sua presenza, anche quando sembrerebbe chiudersi nel silenzio, e tenere nascosto il proprio volto. Ma quali sono allora i segni di questa presenza? si chiesto don Rota Scalabrini - La risposta chiara: I segni pi grandi che il Signore d alla storia sono dati dalla presenza di testimoni. Costoro sono lattestazione visibile della fedelt di Dio. E - ha aggiunto la nostra esperienza nel Rinnovamento, nei suoi incontri di preghiera, di formazione, in vista proprio di un radicamento pi saldo della nostra testimonianza di fede, di speranza, di carit. Per rinnovare e rafforzare la fede don Rota Scalabrini ha indicato la pratica della adorazione, la sottomissione e il servizio ai disegni di Dio. A questo proposito il biblista ha spiegato la prostrazione come atto di consapevolezza, il cui significato che non ci potr essere alcun servizio profetico autentico che prescinda da un senso profondo di umilt e di abbandono a Dio. Coltivare un senso profondo di umilt e di abbandono a Dio ha sottolineato il biblista - uno dei compiti pi importanti per i nostri gruppi di preghiera, altrimenti ci si sentirebbe degli arrivati. E proprio cos, svanirebbe ogni fecondit dei carismi che il Signore ci ha affidato. Prostrarsi ha precisato - non significa abbattersi, disprezzare se stessi in modo depressivo, ma consegnarsi al Signore nella totalit delle proprie risorse e aquesto i gruppi di preghiera devono mirare: a che i fratelli e le sorelle diventino sempre disponibili, aperti, alla volont di Dio e a fare gioiosamente ci che Lui dona di

  • poter fare. Parlando dei gruppi di preghiera, don Rota Scalabrini ha invitato ad ampliare e approfondire, ladorazione perch rappresenta latteggiamento con cui la persona chiamata a porsi alla presenza dellEterno. Prostrarsi davanti al Signore ha sostenuto - sottomettersi a lui sinceramente, cio chiede che sia fatta in noi la sua volont, e non la nostra. Secondo il biblista Ladorazione di Dio non si risolve nel puro momento cultuale, ma uno sguardo di fede sulla vita, un decidersi secondo ci che il suo Spirito detta al nostro cuore. Per don Rota Scalabrini confessare e proclamare la fede in Ges oggi significa riconoscere che Dio ci si fatto vicino e pone segni efficaci della sua presenza nella nostra vita. Nellultima parte del suo intervento il biblista ha spiegato che elemento qualificante della proclamazione deve essere certamente quello della gioia, anche se unita a trepidazione, perch il destinatario non si chiuda ad un annuncio che ha gi cambiato la vita dellannunciatore, rendendolo pi vero, pi dignitoso, pi libero, pi felice. Lo stile dellannuncio ha concluso don Rota Scalabrini - deve sempre essere anche quello della fraternit e va ribadito che la fraternit, secondo il Vangelo, missionaria. A. Gaspari Fonte: Avvenire

  • Un incontro non convenzionale Testimonianza

    Sono fermamente convinto che la preghiera comunitaria carismatica mi abbia persuaso, e continua a dimostrare l'evidenza del fatto, che tutto possibile a Dio e che tutto appartiene a Lui.

    Queste le parole di fede di Alessandro. Come tanti altri ragazzi, Alessandro ha frequentato la Chiesa e ricevuto i sacramenti della comunione e della cresima. Ma come tanti altri, anche in lui il desiderio di accostarsi ai doni di Dio era nascosto, sopito, non compreso appieno. L'occasione di svelarlo arriv nel 2007, durante un seminario di vita nuova organizzato nella sua parrocchia. Non ricordo molto di ci che ho ascoltato in quei giorni - dice Alessandro -, ma ci che mi ha permesso di ricominciare a vivere una vita immersa nei sacramenti stato l'aver incontrato Cristo in un luogo non convenzionale, in un giorno non convenzionale, e in modo non convenzionale. In effetti, Alessandro non cap molto di ci che fu detto la prima volta che assistette a una preghiera carismatica, ma comprese che quel posto era per lui, che l si trovava a suo agio e che Qualcuno si aspettava che anche lui facesse la sua parte. Da quel momento, Alessandro stato rievangelizzato: dalle persone del suo gruppo di appartenenza, dai pastori e gli animatori che il Signore gli ha permesso di ascoltare nel Rinnovamento. Ha compreso che la preghiera non solo libera e converte, ma invia anche in missione. Da essa unicamente prende il via ogni forma di

  • diffusione del Vangelo. In lui si fatta sempre pi chiara la chiamata all'evangelizzazione. E racconta la sua ultima esperienza a riguardo: Credicipuretu.

    Il 14 settembre scorso - testimonia ancora - ha realizzato, nell'ambito del RnS, un Flash mob in tre luoghi della movida romana, tre piazze frequentatissime dai giovani, improvvisando dei concerti-lampo, grazie a un open-bus adattato per l'occasione a palco viaggiante, sul quale si esibita la band musicale 70V7. Attraverso questi brevi concerti e il social network facebook, Credicipuretu ha offerto un "flash di luce positiva" per proporre un modo sano, positivo, di vivere la notte e soprattutto per aprire una porta di dialogo con i giovani, sfruttando i mezzi a loro pi vicini e comuni.

    Damiano Mattana Da rifiutati a fratelli Testimonianza

    Un cambiamento profondo, radicale e non cercato ha segnato la vita di Paola, che oggi ha 58 anni, viene da Sassari, sposata ed ha due figli. Cresciuta in una famiglia di sani principi, ma anche un po' oppressiva, racconta: Cercavo la mia libert a tutti i costi, costruivo la mia vita cercando a muso duro di ottenere tutto ci che

  • volevo. Inoltre, essendo cresciuta in un ambiente molto borghese, sentiva una certa repulsione per coloro che vivevano ai margini della societ.

    Nel 1997 inizi a frequentare un gruppo del Rinnovamento, cedendo all'insistenza di alcuni amici, e l - continua - piansi per due anni; incontrai Colui che mi disse "coraggio donna" e mi insegn ad ascoltare la sua voce e a obbedirgli.

    In quello stesso periodo era stata assegnata per lavoro al reparto "malattie infettive" dell'ospedale di Sassari, proprio vicino a quegli uomini e quelle donne che prima non avrebbe mai avvicinato. Ora iniziava a considerarli fratelli e nelle pause del suo lavoro si intratteneva in conversazioni con loro, disponibile ad aiutarli anche nelle loro necessit materiali. Era un'esigenza che le nasceva dentro.

    Racconta in particolare del "terrore" di uno di essi, il quale sentiva la vita che lo stava abbandonando. Paola inizi a parlargli di Ges testimoniandogli la sua misericordia e lui, inizialmente molto diffidente, accett di pregare con lei. Il terrore spar dai suoi occhi. Per la prima volta cap che avrebbe potuto ricevere in cielo quella accoglienza che non aveva mai sperimentato sulla terra.

    Ricevette il battesimo, al quale lei fece da madrina, e poi la comunione. Poco dopo mor, portando al collo il crocifisso che lei gli aveva regalato.

    Sandro Gallo e Anna Pugliese

    (02.11.2012)

  • Tutto avviene nello Spirito Omelia di mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro

    Un rendimento di grazie per l'opera del Rinnovamento, per la sua presenza viva e fedele all'interno della Chiesa. Un rendimento di grazie reso con profonda sincerit, tanta umilt e gratitudine verso ciascuno di voi, i vostri responsabili, perch le cose grandi di Dio sono le cose dello Spirito: con queste parole vibranti, sinceramente partecipi, il vescovo di San Marino-Montefeltro, mons. Luigi Negri, ha esordito nella sua omelia durante la Celebrazione della commemorazione dei defunti. Rivolgendosi agli animatori, il Vescovo ha sottolineato l'importanza dell'evento di salvezza del cristianesimo, dinanzi al quale il Rinnovamento si pone con una presenza numerosa, attenta, che sfida positiva per la Chiesa. Voi avete testimoniato e testimoniate davanti alla Chiesa e al mondo che l'evento del cristianesimo non a disposizione dell'uomo, della sua intelligenza, della sua volont, di capacit tecnologiche o scientifiche, e neanche della sua capacit spirituale - ha evidenziato mons. Negri. Dentro una cristianit che rischiava di accettare una tremenda riduzione dell'avvenimento cristiano a spiritualit individuale, silenziosamente vissuto fuori dal contesto della vita

  • sociale... voi testimoniate che l'evento cristiano opera dello Spirito Santo di Dio, che ha operato l'incarnazione del Verbo in Ges ed intervenuto, attraverso la Pentecoste, alla creazione di quella Chiesa in cui Cristo crocifisso e risorto presente come guida unica, fino alla consumazione dei secoli.

    La quotidianit della vita pone continue sfide sulle modalit di appartenenza a Cristo: la presenza e la testimonianza nelle comunit parrocchiali, lavorative, abitative, nella socialit intesa ad ampio raggio, a parlare di una cristianit che non frutto di pura razionalit ma di una libera scelta. Il cristianesimo un evento di grazia nello Spirito Santo di Dio e investe l'uomo, che si trova di fronte all'unica grande responsabilit della vita: accogliere di consegnarsi allo Spirito oppure rifiutarlo. Voi ci testimoniate che quello che viviamo non ha come protagonista noi stessi ma lo Spirito, e dobbiamo immedesimarci in questa presenza, consegnarci a essa con la totalit della nostra intelligenza e del nostro cuore per diventare corresponsabili con lui, per lui, della grande missione della Chiesa. Nella sintesi e nella coniugazione dello Spirito Santo e della libert dell'uomo, nasce un'identit nuova, definita nello Spirito e chiamata non a una condizione di fideismo e di inerzia ma a una mobilit che missionariet - attraverso l'opera personale e unica di ciascuno -, alla corresponsabilit, al permanente e quotidiano cambiamento della vita e della storia. Dinanzi alla fame di giustizia, di Parola, di un senso definitivo della vita, siamo chiamati a rendere testimonianza alla Verit attraverso la carit, unico strumento in grado di incontrare il cuore degli uomini e di rivelargli Dio. Solo in questo modo, sull'esempio di Giovanni Paolo II, che ha salutato il sommovimento spirituale della Chiesa, ovvero i movimenti e le nuove comunit, e di Benedetto XVI, possiamo essere testimoni forti, limpidi, sicuri, di fronte al mondo.

    Ringraziando mons. Negri a nome dell'assemblea e del Rinnovamento tutto, Salvatore Martinez ha posto l'attenzione sul ruolo che i Movimenti sono chiamati ad avere all'interno della Chiesa, nel profondo quotidiano cambiamento nel cammino della storia, attraverso una corresponsabilit ecclesiale che, come diceva Giovanni Paolo II, parte esperimentabile e visibile della costituzione dogmatica della Chiesa.

    Elsa De Simone

  • Un anno di grazia del Signore Raccontiamo il Quarantesimo anniversario del Rinnovamento

    Un momento di festa, di gioia particolare per ripercorrere insieme gli eventi importanti che hanno segnato la prima met di questo anno giubilare nel 40 Anniversario del Rinnovamento in Italia. Cos Marcella Reni, direttore del RnS ha introdotto questo escursus di grazie e benedizioni, a iniziare dagli incontri di Fraternit dei Comitati regionali di servizio che si sono tenuti tra febbraio e marzo, a Roma presso la Sede nazionale del Movimento. A darne testimonianza Luigi Leoni, coordinatore regionale RnS Lombardia, il quale ha voluto sottolineare come quest'anno gli incontri si siano aperti con un solenne momento spirituale: la visita alla tomba di S. Pietro, nella Necropoli vaticana sottostante la Basilica rinascimentale. Quale luogo pi solenne di questo per fondare la nostra testimonianza e il nostro servizio pastorale, ha affermato prima di lasciare la parola alla testimonianza che Silvia Storgato, coordinatrice diocesana RnS per la diocesi Sabina-Poggio Mirteto, ha letto prestando la voce a Stefania Magini, membro del Comitato regionale RnS Lazio, che non ha potuto essere presente. Con questi incontri di fraternit si aperto un tempo di lavoro, di verifica pastorale annuale, scandita dall'accoglienza fraterna, dal dialogo,

  • dalla condivisione e dall'ascolto, ha testimoniato la Magini. Ma soprattutto stato un tempo di grazia - ha continuato Giuliana Sessa, membro del Comitato regionale RnS Calabria - di ispirazione e di incoraggiamento a proseguire nell'opera che lo Spirito Santo continua a realizzare da oltre 40 anni attraverso il Rinnovamento nello Spirito... per sottolineare con forza la nostra identit carismatica, la nostra vocazione ecclesiale e la nostra missione nella storia.

    Ad Aprile - ha detto Marcella Reni riprendendo il filo degli eventi - abbiamo celebrato la 35 Convocazione nazionale sul tema "Ges il Signore", un evento giubilare tra memoria e profezia. Il ricordo di quelle giornate benedette stato affidato in questo caso a un video che ne ha reso pi vivi che mai i momenti forti. I volti che ci hanno accompagnato nella storia sacra di questi 40 anno, volti di padri e di amici del Rinnovamento. Il saluto dei Pastori che ci guidano. I momenti di festa per il Quarantennale, ma anche di profezia, come lo sono state le parole forti, illuminate dallo Spirito del Presidente Salvatore Martinez: Ci candidiamo, umilmente e con profonda convinzione, a rifare il tessuto cristiano delle nostre comunit locali, provando a superare la frattura esistente tra "Vangelo e vita", certi che non esiste "riserva d'umanit" pi alta e incisiva della spiritualit cristiana.

    A conclusione di questa prima parte del racconto del Quarantesimo, Marcella Reni, ha richiamato il ricordo ancora vivo dell'Udienza speciale concessa al popolo del Rinnovamento, alla Vigilia di Pentecoste, dal Papa Benedetto XVI proprio in occasione del Quarantennale del Rinnovamento. Ancora una volta le immagini di un video hanno reso presenti quei momenti. Nel volto e nelle parole del Presidente Martinez: giorno di giubilo. Giubilo di fede rinnovata dal dono della comunione ecclesiale che migliaia di fratelli e di sorelle qui presenti sottolineano con questa peregrinatio ad sedem Petri. Nelle parole del card. Angelo Bagnasco, presidente della CEI che ha presieduto la Celebrazione eucaristica: Diffondete la cultura della Pentecoste, che cultura di unit e comunione. Essa non frutto della presunzione umana - come nel caso della torre di Babele - ma dono dello Spirito che scende dall'Alto.. Ma soprattutto nel messaggio del Santo Padre, nelle sue parole attese per essere custodite e meditate: Cari amici, continuate a testimoniare la gioia della fede in Cristo, la bellezza di essere

  • discepoli di Cristo, la potenza d'amore che il suo Vangelo sprigiona nella storia, come pure l'incomparabile grazia che ogni credente pu sperimentare nella Chiesa con la pratica santificante dei Sacramenti e l'esercizio umile e disinteressato dei carismi, che, come dice san Paolo, vanno sempre utilizzati per il bene comune. Non cedete alla tentazione della mediocrit e dell'abitudine! Coltivate nell'animo desideri alti e generosi! Fate vostri i pensieri, i sentimenti, le azioni di Ges! S, il Signore chiama ciascuno di voi ad essere collaboratore infaticabile del suo disegno di salvezza, che cambia i cuori; ha bisogno anche di voi per fare delle vostre famiglie, delle vostre comunit e delle vostre citt, luoghi di amore e di speranza.

    Elena Dreoni

    (02.11.2012) Simposi di approfondimento 1) Carismi profetici in unassemblea riunita in preghiera Luciana Leone, direttore editoriale delle edizioni RnS, in sostituzione di Sebastiano Fascetta, gi Coordinatore regionale della Sicilia Sottoponiamoci all'azione dello Spirito

    Parlare in lingue; interpretazione; insegnamento; conoscenza e guarigione; profezia vocale, numerica e visiva. Molti sono i carismi

  • profetici elargiti dallo Spirito Santo a coloro che hanno ricevuto il battesimo, ma ancora di pi sono i dubbi e l'inadeguata conoscenza dell'argomento che ne determinano, a volte, un utilizzo sbagliato nel proprio gruppo di preghiera.

    A guidare il Simposio il direttore editoriale delle Edizioni RnS Luciana Leone. E affronta il delicato argomento ricordando le parole di san Paolo: A ciascuno data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilit comune: a uno viene concesso il linguaggio della sapienza; a un altro il linguaggio di scienza...; a un altro il dono di fare guarigioni; a uno il potere dei miracoli...; a un altro le variet delle lingue; a un altro infine l'interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose l'unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole (cf 1 Cor 12, 7-11).

    I carismi sono elargiti per l'edificazione della Chiesa; destinati ai credenti; dati in alcuni casi in maniera permanente e, in altri, solo temporaneamente; sono una risposta alle necessit della Chiesa. Le parole di Luciana Leone riprendono quelle di molti Padri della Chiesa e della Costituzione dogmatica Lumen gentium che afferma: Lo Spirito Santo non si limita a santificare e a guidare il popolo di Dio per mezzo dei sacramenti e dei ministeri... ma "distribuendo a ciascuno i propri doni come piace a lui" (cf 1 Cor 12, 11) (n. 12).

    Il modo in cui lo Spirito elargisce i suoi carismi imperscrutabile ma chiaro il fine. Essi hanno la funzione di edificare, esortare, consolare, convincere, giudicare (nel senso di distinguere il bene dal male). I carismi aiutano quindi a realizzare l'opera di santificazione personale; a metterci a disposizione della comunit; a renderci adatti a compiere opere e ministeri dentro la Chiesa nel mondo.

    I carismi non sono statici ma dinamici perch generano azioni; non sono residenziali; non sono gli stessi in tutte le epoche; sono sempre in potenza ma non sempre sono in atto: Lo Spirito Santo - cio - sempre presente in coloro che ne sono degni, ma non agisce se non secondo il bisogno (san Basilio di Cesarea). Attraverso la realt dei carismi siamo completamente inseriti nel magistero della Chiesa. Essi sono inoltre "missionari", dati per l'evangelizzazione.

    Da una riflessione sui carismi, Luciana Leone passa poi a

  • riassumere, sotto tre aspetti, il concetto di profezia: essa pu essere considerata come la partecipazione all'ufficio profetico di Cristo; come vocazione profetica; come carisma esercitato nei gruppi. La profezia come lo scioglimento di un velo su una realt che fino a quel momento era nascosta ai nostri occhi; per questo, dobbiamo stare attenti a come la utilizziamo nei gruppi. Troppe profezie, errate interpretazioni, finiscono solo per confondere e allontanarci dalla reale volont di Dio.

    necessario saper fare un discernimento e saper valutare la "genuinit" dei carismi, sottoponendoli al giudizio dei pastori. Tutto si faccia per l'edificazione, questo un criterio fondamentale di valutazione.

    Oltre i carismi "tecnicamente" profetici di cui parla san Paolo, anche l'intero incontro di preghiera profetico, il disvelamento di una verit: dall'accoglienza, all'invocazione dello Spirito Santo, dalla preghiera di lode al canto.

    Viviamo un tempo difficile, a tratti spaventoso - conclude la Leone. Ma necessario che i nostri gruppi liberino Cristo nel mondo affinch ogni timore e ogni paura vengano cacciati.

    Daniela Di Domenico

  • 2) Carismi di annuncio nella storia Ina Siviglia, Teologa Lo Spirito Santo nella storia

    Un'assemblea numerosa ha partecipato al Simposio tenuto dalla teologa Ina Siviglia, docente in Antropologia Teologica presso la LUMSA, che ha aperto la sua relazione testimoniando con gratitudine la ricchezza ricevuta in questi due primi giorni di Conferenza.

    Ina Siviglia ha subito sollecitato l'assemblea a credere che lo Spirito Santo opera nella storia e provvede alle necessit degli uomini di buona volont in ogni tempo: Come credenti non possiamo non leggere la storia come una storia di salvezza, come il luogo teologico dove Dio ci d l'appuntamento perch noi viviamo con fede, speranza e carit.

    Ina Siviglia presenta quindi gli strumenti che abbiamo per agire nella storia: innanzi tutto la familiarit con la Parola di Dio, che opera la conversione nostra, della nostra comunit e della Chiesa. La Parola di Dio ci conferma che Dio regge i cardini del mondo e ci dona occhi di fede che bucano la realt, per vedere in Ges il Signore, Capo della storia, in cui tutto si ricapitola. Nel viaggio della fede dobbiamo camminare in carovana, insieme a tutta

  • l'esperienza della Chiesa, verso la novit di Dio che ci chiede di lasciare la nostra terra. Per operare in consonanza con lo Spirito Santo necessario anche avere uno spirito di discernimento e la capacit di chiedersi tra le pieghe della storia cosa Dio vuole da noi. Dobbiamo fare appello al "sensus fidei", di cui parla il Concilio Vaticano II, che come una bussola tra le mani.

    Ina Siviglia ricorda con forza il ruolo del laico, che chiamato a una fede pensata, studiata, amata, testimoniata e annunziata. In questo senso raccomanda a tutti di aiutare i contemporanei a farsi domande di senso. Lei stessa pone domande: Perch molti giovani vivono come se Dio non esistesse? Forse ai nostri figli abbiamo dato tutto ma non l'unica cosa che serve: aprirli al dinamismo della fede indirizzandoli verso i sentieri del Signore. Chi sono gli evangelizzatori nella storia? Ina Siviglia nomina la profezia quotidiana di genitori, educatori, catechisti, docenti di religione e di teologia, ma anche di operatori di mass media, operatori di giustizia, testimoni di carit e politici che lavorano con onest e competenza. Tutti dobbiamo lasciarci muovere dal vero protagonista della nuova evangelizzazione: lo Spirito Santo, che illumina chi annunzia, corrobora chi ascolta e manda fino ai confini della terra. A noi spetta di testimoniare "ci che noi abbiamo udito, ci che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ci che noi abbiamo contemplato e ci che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita" (1Gv 1, 1).

    Un ricco tempo di domande, coordinato da Carla Osella, ha testimoniato l'efficacia della relazione di Ina Siviglia, che fino all'ultimo ha esortato l'assemblea a fondare l'annuncio sulla Parola di Dio e ha incoraggiato tutti a cogliere l'opportunit di evangelizzazione di questi tempi di crisi, che si possono trasformare in un'occasione favorevole perch lo Spirito Santo di Dio trovi spazio di accoglienza nell'umanit sofferente.

    Donatella Magri

  • 3) Il discernimento applicato alla vita comunitaria Dino De Dominicis, membro di CNS Una bussola per il cammino

    Il simposio dedicato al discernimento nella vita comunitaria tenuto da Dino De Dominicis, membro di CNS. Si tratta della capacit di distinguere ci che buono da ci che non lo , quello che vero da quello che falso, per fare una scelta e prendere la decisione pi giusta - ha iniziato il Relatore. Scegliere senza un discernimento come navigare senza una bussola.

    I due verbi che nell'Antico e nel Nuovo Testamento indicano il discernimento si traducono in "soppesare, valutare" e "distinguere per chiarire". Discernere necessario per riconoscere la zizzania mischiata al buon grano, per conoscere la volont di Dio quando questa non cos evidente.

    necessario formarsi sul discernimento e non solo in vista di una scelta da fare. Ritengo indispensabile - sottolinea De Dominicis - che nei gruppi si trovi sempre uno spazio adeguato per fare formazione su questo carisma, perch la capacit di discernimento misura di maturit. La riflessione continua richiamando alcuni degli ambiti in cui si applica il discernimento. Il primo riguarda la

  • sfera personale in cui l'uomo s'interroga per conoscere la volont di Dio, per comprendere qual il suo disegno e poter agire di conseguenza. Ci sono poi altri ambiti: quello spirituale, quello apostolico e quello comunitario. Quest'ultimo riguarda il disegno di Dio sulla comunit, che deve saper leggere il proprio cammino per meglio orientarsi, in un clima di dialogo e di ascolto che coinvolga tutti i membri e non solo gli anziani.

    Gli strumenti del discernimento sono: l'intelletto, i carismi e la fede; questa che ci permette di guardare oltre, con la certezza che Dio parler. Il discernimento tuttavia presenta anche molti rischi, alcuni di quelli citati dal relatore riguardano: l'applicazione troppo rigida dei criteri, l'ambizione personale di chi discerne, le false profezie, l'immaturit.

    da Dio che proviene il discernimento come carisma, pertanto per esercitarlo necessario un clima di preghiera che permetta di entrare in comunione profonda con lui: Quando la nube s'innalzava e lasciava la Dimora, gli Israeliti levavano le tende. Se la nube non si innalzava, essi non partivano (Es 40,36-37).

    De Dominicis si sofferma poi sulla preghiera comunitaria carismatica, evento straordinario nella ordinariet, e sul discernimento da applicare ai carismi di animazione.

    Il discernimento pastorale, infine, richiede sottomissione reciproca. E il relatore conclude con una considerazione: A volte un bagno di umilt ci aiuterebbe a vedere ci non vediamo, a prestare pi attenzione al fratello. in questo modo che le nostre comunit potranno diventare luoghi di esperienza dell'amore e della grazia.

    Anna Pugliese e Sandro Gallo

    (03.11.2012)

  • 4) Il discernimento applicato alla storia, lettura dei segni dei tempi Flavio Felice, Storico Una sfida per la storia

    tempo di non rimanere nella tenda, ma di andare al centro del villaggio: con una citazione di don Patrizio Rota Scalabrini tratta dal Libro dei Numeri (cf 11, 25-29), il direttore Marcella Reni ha introdotto il simposio sul discernimento applicato alla storia quale lettura del segno dei tempi. Relatore Flavio Felice, storico, professore ordinario di Dottrine economiche e politiche alla Pontificia universit lateranense, che si inserito nel pomeriggio simposiale come "uomo spirituale" impegnato a leggere i segni dei tempi. Nella prospettiva dell'Anno della fede e della Nuova evangelizzazione, l'intervento di Felice si pone quale interessante momento di discussione e confronto per quanti, tra gli animatori, si proiettano nella responsabilit: formare attraverso il discernimento, la profezia, la liberazione fondamentale per una evangelizzazione che sia nella Chiesa per andare nel mondo, ha concluso il Direttore RnS presentando il simposio. Questo tema una sfida - l'esordio del Relatore - ed una sfida che ci interpella.

  • Per questo importante che la questione del discernimento sia posta sotto quattro profili: teologico, sociologico, antropologico, storico-politico.

    Pu l'uomo spirituale leggere i segni dei tempi? E pu il discernimento essere una guida per comprendere a fondo e dal di dentro temi profondi di carattere non prettamente religioso e coniugarli in nome del cristianesimo? Cos' in effetti il discernimento? Null'altro che rendersi sensibili all'azione dello Spirito nella comunit di oggi ed essere consapevoli della capacit di "comprendere agendo e agire comprendendo". In che modo l'uomo arriva a concepire il discernimento attraverso la lunga storia della civilt?

    Il discernimento come azione teologale non esercizio della mera arte del "buon consiglio": un atto teologale a tutti gli effetti, che investe la nostra conoscenza di Dio Padre, nonch la capacit di rendere ragione della nostra fede. La capacit di discernimento implica il saper leggere il segno per eccellenza dei cristiani: riconoscere nel simbolo della Croce la figura del Figlio di Dio e asserire in questo modo a una dovuta preparazione nella Sapienza della Croce, senza la quale ogni speranza di discernimento vana. E assumerla a fondo non significa altro che condividerla: accedere alla Sapienza della Croce compito di ogni individuo di una comunit e, dovere ancora pi importante nella vita cristiana, il saper accettare la condivisione della Sapienza per il bene comune. Amarci come Dio ci ha amato significa arrivare a un annullamento di s, essere pronti a morire per il fratello e a salire con lui sulla croce.

    In secondo luogo, Flavio Felice parla del discernimento come assunzione di responsabilit: un atto teologale compiuto da un soggetto creato a immagine e somiglianza di Dio, dunque per vocazione chiamato a partecipare all'opera creatrice del Padre e a rispondere di tale mandato al Padre e al prossimo. Questo significa essere responsabili: saper dare una risposta a questo alto mandato.

    Terzo aspetto il discernimento come massima espressione della libert di coscienza. Si tratta di una questione molto delicata: la coscienza educata e orientata dalla fede risponde alla chiamata del Padre con un'"eccomi" che non ammette intromissioni da parte di

  • nessuno che non sia in sintonia con il Padre, ossia che non sia disposto a salire sulla croce insieme al prossimo. La persona educata alla fede esprime il suo fiat anche se imprigionata: in tal senso, non esiste una comunit e un'autorit all'interno della comunit che possa intorbidire la cristallina freschezza di un s pronunciato da chi esprime l'immagine e la somiglianza del Padre Celeste. Le radici, i fondamenti del cammino cristiano, pure se calpestati e danneggiati nel corso della storia, non hanno mai ceduto: ragione critica, pluralismo, tolleranza, presa di coscienza e altruismo sociale, costituiscono la base della comunit. In quanto composta da individui pensanti e agenti, Dio ci invita ad amare il prossimo singolarmente preso, non la comunit.

    Quarto aspetto il discernimento come fondamento dell'azione politica dei cristiani. In un momento di cos grave crisi spirituale, i cristiani sono chiamati a esprimere con la propria vita e le proprie scelte la rilevanza della loro presenza nei particolari mondi vitali. Le considerazioni sul discernimento come atto teologale approdano sulle sponde della riflessione, della rilevanza politica e sociale del vivere cristiano, della sua capacit di essere sorgente di istituzioni politiche, economiche, sociali, ecclesiali, nelle quali il cristiano possa praticare la virt delle virt, la caritas, che il nome pi intimo di Dio Padre: con esso si manifesta la verit sull'uomo in quanto creato a somiglianza e immagine di Dio Amore.

    Nel dibattito scaturito dal simposio, spazio a una interessante discussione su questioni pratiche e di vita quotidiana inerenti bene comune, impegno politico, crisi economica, reciprocit e libert di culto.

    Damiano Mattana Elsa De Simone

  • 5) La liberazione dal male nellesperienza di vita comunitaria S.E.R. card. Ivan Diaz, Prefetto emerito della Congregazione per lEvangelizzazione dei Popoli Siate sobri, vegliate

    Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli, saldi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze sono imposte ai vostri fratelli sparsi per il mondo (1 Pt 5, 8-9). Questo il "filo conduttore" del simposio tenuto dal card. Ivan Dias, prefetto emerito della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli. La prima esortazione del card. Dias, stata quella di prendere esempio dalle prime comunit cristiane, sorte subito dopo la risurrezione di Ges, ricordando san Luca: Vivevano con un cuor solo e un'anima sola (At 4, 32). Mettere, dunque, in pratica il comandamento di Ges, tanto importante per i cristiani, quello dell'Amore. Se oggi non viviamo questo nuovo comandamento, siamo soltanto pagani verniciati di cristianesimo, perch il nuovo comandamento che ci distingue come cristiani, producendo abbondantemente i frutti dello Spirito. Queste prime comunit vivevano nel contesto del combattimento spirituale tra le forze del bene e del male. Anche se facciamo fatica a vivere la nostra vita da veri cristiani, dobbiamo prenderle come modello per i nostri gruppi del Rinnovamento nello

  • Spirito. Chiarissima e interessante, poi, la descrizione dell'opera di lucifero e soprattutto i "consigli" di crescita rivolti agli animatori dei gruppi. Il diavolo ha quattro modi di operare: possessione, ossessione, vessazione, tentazione - ha relazionato il Cardinale -; quest'ultima, la pi comune, egli la utilizza per attirare gli uomini nella sua rete usando delle strategie, tre ami. Le tre "P": prosperit, popolarit e potere, come le tre tentazioni vissute da Ges nel deserto. Anche nel Rinnovamento questo avviene, per bloccare i progressi spirituali, per far "scemare" anzich crescere nello Spirito. Applicando al Rinnovamento il nostro discorso - ha continuato - potremmo affermare che anch'esso non sia esente dall'influsso del maligno. Come possibile, dunque, ostacolare e combattere la sua opera a partire dagli incontri di preghiera? Primo: ricordare che Dio ci ha mandato a proclamare che "Ges il Signore" e a gridare "Abb Padre". Quel che spesso accade all'interno della preghiera comunitaria, s il primo aspetto: proclamare "Ges il Signore", ma di rado o a stento si giunge al passo successivo. Anche Ges ha passato le ultime ore della sua vita pregando il Padre. Sia lui che lo Spirito ci rimandano al Padre, la nostra meta finale. Se non arriviamo ad adorare il Padre, il diavolo ha compiuto la sua opera. Secondo: bisogna dare la doverosa importanza alla Madonna. Non possiamo ignorare Maria quale madre di Ges e sposa dello Spirito. Sin dall'inizio della preghiera dobbiamo chiedere a Maria che ci indichi il suo Figlio e il suo Sposo. Terzo: C' uno "scemare" dei carismi. Bisogna, dunque, chiedere allo Spirito, di suscitare sempre nuovi carismi e non limitarsi, per esempio, alla sola profezia biblica. Infine, molto spesso la preghiera ricca di lodi e canti. Non lasciamo quasi mai posto al silenzio. Il silenzio il luogo in cui il Signore parla, la forma pi alta di preghiera. Sono tre le forme di preghiera: vocale, mentale, contemplativa. Non limitiamoci alla prima, ma arriviamo a interiorizzarla, al dialogo diretto con Dio.

    Antonella Di Coste

  • 6) La liberazione dal maligno nella vita del mondo contemporaneo Don Sante Babolin, Filosofo ed Esorcista L'uomo sacerdote per natura

    Filosofo ed esorcista della diocesi di Padova, antesignano dell'esperienza del Rinnovamento in Italia, don Sante Babolin sviluppa il simposio di cui relatore argomentando alcune affermazioni fondamentali. Esordisce citando una traduzione francese del Salmo 8: "Che cosa mai l'uomo perch te ne curi? Davvero l'hai fatto poco meno di un Dio". All'uomo - spiega - manca poco per essere Dio. Egli la sintesi delle creature spirituali e di quelle corporee. Perci l'unica creatura che ha titolo per lodare Dio a motivo di ogni altra creatura. L'uomo - continua ricordando una splendida espressione del filosofo Blondel - sacerdote per natura. Ma tanto grande quanto fragile; a causa del peccato originale egli ha una natura ferita, incline al male, che - continua richiamando il Catechismo della Chiesa cattolica - non pu essere ignorata. Il nuovo Adamo, Cristo, con il suo sangue ha pagato il prezzo per la nostra liberazione. Chi aderisce a lui contribuisce a ricostruire un'umanit nuova, redenta. La venuta di Cristo segna la sconfitta del regno di satana. La vittoria di Cristo totale e definitiva, e deve divenire anche la nostra vittoria. A noi spetta la scelta di campo della fede, che a volte, come recita la Gaudium et

  • Spes, esige una lotta drammatica. Don Sante Babolin parla del malessere come del male oggi pi frequente; malessere che disagio profondo, il non sentirsi bene nella propria pelle. Di esso l'Esorcista elenca alcune cause: l'instabilit crescente delle unioni coniugali, che ha una ricaduta sui figli; l'incertezza sul futuro, soprattutto da parte dei giovani; la velocit con cui le tecniche dei mezzi di comunicazione si rinnova, rischiando di gettare in particolare gli adolescenti in uno stato di frustrazione permanente perch l'evoluzione dei tempi biologici sar sempre in ritardo su quella dei tempi tecnologici.

    Proseguendo nelle sue affermazioni fondamentali, don Sante Babolin sottolinea l'insidia della secolarizzazione nella vita dei cristiani. A me pare - aggiunge - che il Rinnovamento sia una forte reazione all'autosecolarizzazione del mondo cristiano. Infine, si sofferma brevemente sulla filosofia New age, definendola sottilissima insidia, e mettendo fortemente in guardia dai rischi che si corrono aderendo a pratiche orientali. Perch - si chiede citando gli esempi di san Bernardo e sant'Ignazio di Loyola - ricorrere a meditazioni orientali, quando abbiamo una ricchezza enorme di metodi di meditazione cristiana? Stiamo attenti alla mentalit pagana che ci allontana lentamente da Cristo! Nel mio ministero tocco con mano la potenza della Croce: Ges risorto, vivo!. Al termine del simposio, che ha suscitato molte domande, don Guido Pietrogrande ricorda che i membri del Rinnovamento sono umili lottatori, e invita a leggere sul tema del maligno il Catechismo della Chiesa cattolica.

    Lucia Romiti

  • Il canto dei salvati Preghiera in sessione plenaria a conclusione dei simposi

    il Presidente Salvatore Martinez a guidare la preghiera in sessione plenaria a conclusione dei simposi. I Coordinatori regionali, i membri del Comitato Nazionale di Servizio, del Consiglio Nazionale e i relatori dei simposi vengono chiamati sul palco. Insieme all'assemblea, come un'unica famiglia ci si rivolge al Padre e si chiede prima di ogni cosa che rivolga il suo sguardo sui desideri di bene di tutta la famiglia del Rinnovamento nello Spirito Santo e sui bisogni della Chiesa intera. S'invoca lo Spirito Santo. Chiedi la preghiera di Ges, chiedi di ricevere il potere dato ai figli, chiedi di essere innestato nella vita divina. Questa l'esortazione del Presidente Martinez che continua invitando i cuori a non avere timore di aprirsi al Signore e a chiedere al Padre una nuova misura di amore da donare a lui e ai fratelli. Lo Spirito Santo inonda i cuori dei presenti e dall'assemblea si alza un lungo e gioioso canto in lingue. Questi gemiti chiedono discernimento, chiedono liberazione, chiedono profezia. Lascia che sia lo Spirito a pregare, continua Martinez, sollecitando ciascuno a chiedere nella preghiera: voglio essere profeta per il mio Dio, e a profetizzare sulle ossa aride delle comunit, del matrimonio, della Chiesa, su ogni spirito di morte e di disperazione. Viene proclamata una parola profetica: Una voce dice: "Grida", e io rispondo: "Che cosa dovr gridare? (Is 40, 6). Il Signore presente in mezzo al suo popolo orante. Ecco che Dio

  • viene con carismi di annuncio, di rivelazione, di discernimento. Ecco che Dio viene con potenza - continua Salvatore Martinez - questo il canto dei salvati, dei liberati. Prorompi in canti di gioia Gerusalemme. Ed esorta l'assemblea a continuare a cantare e gioire in modo nuovo, come comunit nuove, con ministeri nuovi. Ancora una parola viene proclamata: Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che ogni popolo seguisse la sua strada; ma non ha cessato di dar prova di s beneficando, concedendovi dal cielo piogge e stagioni ricche di frutti, fornendovi il cibo e riempiendo di letizia i vostri cuori. mons. Mathieu Madega Lebouakehan, vescovo di Port-Gentil, a chiedere ora per tutti al Signore il bene della sapienza e del discernimento, il suo amore in abbondanza, occhi, orecchi e parole nuove che possano annunciare la buona Novella in tutto il mondo. Dopo l'invocazione del Sangue di Cristo e dello Spirito di Dio, mons. Madega chiede all'assemblea di pregare con le stesse parole di Ges recitando la preghiera del Padre nostro. La preghiera si conclude con la benedizione finale da parte del Vescovo. Francesco Storino

  • Le Primizie spirituali all'indomani del Sinodo La serata di Cultura di Pentecoste sul tema "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana"

    All'indomani della chiusura del Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione, la ormai consueta serata dedicata alla Cultura di Pentecoste stata un'occasione importante per ascoltare dalla viva voce di alcuni protagonisti le impressioni e il significato di questo Sinodo, da molti definito storico nella Chiesa, e che segner una tappa significativa per un rinnovamento, parola usata moltissime volte durante i lavori. Il card. Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi ha illustrato la struttura del Sinodo: 262 Vescovi provenienti da tutto il mondo per esaminare insieme una questione e dare consigli al Papa, che peraltro stato molto presente durante le sessioni. Oltre ai Vescovi, anche 49 uditori che hanno preso la parola e quarantacinque esperti.

    Il Vescovo del Gabon, Mathieu Madega Lebouakehan, che pur essendo giovane ha partecipato ad altri Sinodi, ha messo in rilievo la giovane et di molti Vescovi sinodali che hanno portato il loro contributo di idee sulla Nuova Evangelizzazione, e ha richiamato l'importanza delle questioni economiche nella vita delle persone, che hanno bisogno di pane, sia materiale che spirituale.

  • Salvatore Martinez, presidente del RnS e per la prima volta uditore al Sinodo, ha sottolineato il richiamo allo Spirito Santo, che il vero protagonista della Nuova Evangelizzazione. Ha ricordato l'intervento del Santo Padre, che ha ringraziato gli uditori, per la maggior parte responsabili di Movimenti e Comunit, del loro apporto al Sinodo, frutto della esperienza sul campo.

    Come laici ci siamo sentiti accolti, ha ribadito Salvatore e ha messo in luce come dal Sinodo siano venute due indicazioni per un impegno di evangelizzazione: nelle parrocchie e nelle famiglie.

    La serata, coordinata da Antonio Gaspari, direttore di Zenit, si conclusa con un momento di preghiera dedicato a Maria, Stella della nuova evangelizzazione.

    Donato Sciannameo

    Un Sinodo che far storia

    Alla Conferenza Nazionale del Rinnovamento dello Spirito un primo bilancio sul Sinodo per la Nuova Evangelizzazione

    di Antonio Padovano

    RIMINI - Un Sinodo che far storia, con una nuova generazione di Vescovi e con gli auspici di una evangelizzazione come una Nuova Pentecoste.

    Queste le considerazioni sollevate nel corso della tavola rotonda che si svolta il due novembre al Palacongressi di Rimini, nellambito della Conferenza Nazionale degli Animatori del Rinnovamento dello Spirito (RnS).

    Moderato da Antonio Gaspari, coordinatore editoriale di ZENIT, alla tavola rotonda sono intervenuti il cardinale Francesco Coccopalmerio, Presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, monsignor Mathieu Madera Lebouakehan, Vescovo di Port-Gentil (Gabon) e Salvatore Martinez, Presidente Nazionale del Rinnovamento nello Spirito.

    Quello che si appena concluso il dodicesimo Sinodo che seguo, - ha esordito Gaspari - e devo dire dal mio umile punto di vista di

  • osservatore esterno che stato il migliore, il pi entusiasmante, il pi innovativo, quello che pi ha dato il segno del rinnovamento della Chiesa.

    Il Cardinale Coccopalmerio ha raccontato dei suoi interventi al Sinodo, in articolare quello dedicato alla evangelizzazione del Diritto.

    Prendendo spunto dallintervento al Bundestag del pontefice Benedetto XVI, il Presidente del Pontificio Consiglio ha rilevato che la situazione del concetto di diritto drammatica.

    Il diritto che viene esplicato nelle leggi ha spiegato - qualcosa che attiene alla persona umana e la persona umana ha dei beni fondamentali che il legislatore deve conoscere e rispettare per cui le leggi devono essere in sintonia con i beni della persona umana.

    Se il legislatore non riconosce questi beni della persona e nelle sue leggi fa quello che vuole stravolge lordine delle cose, ha precisato il porporato.

    Per questo motivo ha affermato il cardinale - uno degli ambiti che deve essere evangelizzato, proprio quello del diritto, perch la persona umana con i suoi beni fondamentali deve essere conosciuta, rispettata e promossa e il legislatore deve adeguarsi alla realt.

    Il cardinale Coccopalmerio ha anche ribadito linvito alle altre confessioni cristiane per una azione comune nella Nuova Evangelizzazione.

    Monsignor Mathieu Madera Lebouakehan ha precisato che la conversione e la Nuova Evangelizzazione non solo un questione per lEuropa e per i Paesi di vecchia evangelizzazione, ma anche per lAfrica e i paesi di prima evangelizzazione.

    A proposito della crisi economica, il Vescovo di Port-Gentil ha sostenuto che per la Chiesa un kairos della nuova evangelizzazione.

    A questo proposito ha proposto una struttura che ha chiamato tenda economia o finanza basata su esperienze ecclesiali: il monachesimo, le comunit religiose, le prelature, i movimenti

  • ecclesiali, i Focolarini con leconomia di comunione, Les Plerins de Saint Michel e lIstituto Louis Even con il Credito Sociale, per un sistema finanziario immune di debiti al servizio delluomo.

    Questa Struttura ispirata dallo Spirito Santo ha concluso - aiuter la Chiesa e tutta quanta lumanit ed ha aggiunto il passo della Bibbia Non darmi n povert n ricchezza, ma fammi avere il mio pezzo di pane, perch, una volta sazio, io non ti rinneghi e dica: Chi il Signore?, oppure, ridotto allindigenza, non rubi e abusi del nome del mio Dio.

    Salvatore Martinez ha ricordato i tanti interventi al Sinodo in merito allimportanza del laicato, dei carismi, delle nuove comunit.

    Si affermato ed anche nel messaggio finale la dimensione spirituale, cio sottoporre la Nuova Evangelizzazione al primato dello Spirito Santo.

    Si avvertita una grande apertura a questi temi, - ha detto Martinez- mi sembrava che questo Sinodo segnasse linizio del nuovo millennio

    Secondo il Presidente del RnS questo Sinodo ci introduce realmente e pienamente nelle attese del nuovo millennio, non dimentichiamo che siamo la prima generazione del primo secolo del terzo millennio e solo tre generazioni nella storia hanno avuto questo privilegio,

    Questo Sinodo mi ha dato la percezione che davvero la chiesa sta entrando entrava nel Novo Millennio Ineunte ha concluso Martinez, rilevando che lespressione Rinnovamento stata una delle pi usate in assoluto dallAssemblea.

    Pubblicato su Zenit domenica, 4 novembre 2012 (ZENIT.org).

  • 3 novembre 2012 Il Rinnovamento che cambia i cuori

    Si arriva a Rimini per tante strade. Spesso uninquietudine o uninsoddisfazione che spinge a mettersi in viaggio. sempre un cercare qualcosa, dopo aver girato a vuoto. Quando dal palco chiedono: Quanti di voi sono qui per la prima volta?, si alzano tante mani. Sono persone che un amico o un parente ha portato con s, e ora qui, alla prima fermata del loro viaggio in Rinnovamento nello Spirito Santo. Forse non tutti proseguiranno, perch ci dir qualcuno il cammino della fede, il viaggio verso il Signore, impegnativo. Una fatica che concede poche soste. Altri, e sono i pi in questa assemblea, si sono messi in viaggio tanti anni fa e Rinnovamento entrato nella loro vita. Va precisato e lo fa Emma Agrelli: Non sono entrata io nel movimento. successo il contrario. Adesso nonna, ma era ragazzina quando ader a Rinnovamento con Antonio che sarebbe diventato suo marito. Antonio non c pi. La fede comune li aiut nellattimo in cui Antonio si affid al Signore. Emma, nel cuore, rimasta come il giorno che inizi il viaggio: Il movimento dice continua a essere unoccasione di risveglio nellinteriorit. Sorprende che anche i giovani, pi portati a scegliere la cosa pi semplice, lesteriorit, siano qui perch delusi di una fede domenicale. Maria Chiara Pasqualone e Isabel

  • Alvarez, entrambe diciottenni, frequentano la stessa scuola a Tagliacozzo. La loro inquietudine, che quella degli adolescenti, lha colta la loro professoressa di religione. E sono qui, accogliendo il suo invito. Sarebbe stato un bellissimo ponte questo di Ognissanti: la discoteca, una gita di certo non a Rimini... dice una delle due Ma abbiamo voluto fare testimonianza qui, perch abbiamo sentito pi forte il desiderio di assecondare una fede. E laltra: Mi professavo atea. Adesso ho capito che chi non crede non sa nemmeno in cosa sperare. Il movimento lo scopro giorno dopo giorno. Un punto fisso in cui sperare me lo ha gi dato: incontrare il Signore. I giovani alla Conferenza nazionale degli animatori di Rinnovamento nello Spirito Santo sono tanti. Molti vengono da una fede insoddisfacente, per quanto praticata. A Padova Giuseppe Capuzzo, 28 anni, cura un vivaio. Fu un cliente a parlargli di Rinnovamento facendo cadere un seme nella sua terra: Vivevo dice la fede soltanto la domenica, adesso la vivo sette giorni su sette. Insomma, la pianta cresciuta. Poco pi grande Andrews Edward. Viene dal Ghana e vive da sette anni in Italia. Il lavoro di muratore saltuario. Tocca fare ogni giorno i salti mortali: Rinnovamento spiega mi serve a cambiare il mio piccolo mondo, che non giusto, come non giusto il mondo. La fede mi d la forza di resistere. In fondo, alla fine degli sforzi, mi aiuta a vedere un futuro. Questo il suo primo incontro a Rimini. Tanti, invece, sono veterani. Viene qui almeno da venti anni Cinzia Torre, sposata, due figli adottivi. Anche il marito fa parte del movimento: un viaggio iniziato insieme tanto tempo fa. Cosa li spinse a fare il biglietto? Probabilmente dice il punto di partenza fu una insoddisfazione che tipica a una certa et. Il perch, poi, uno non se lo chiede pi. Qui ho trovato una casa, sono stata riconosciuta come persona. Ho scoperto cos che questa la mia vocazione e, dunque, la mia vita. In questa casa, illuminata da questa fede, anche la preghiera diversa. La preghiera condivisione prima con Dio e poi con i fratelli. La rivelazione che tutti cercano e lei lha avuta estremamente intima e segreta. Pubblica soltanto la gioia per averla vissuta. La rivelazione dice Cinzia Torre capire che Ges una persona che ci ama, che vivo nella Chiesa. Ges che si rivela nel proprio cuore: come dice Dario Sacchini, medico di Roma, impegnato nellIstituto di Bioetica del Gemelli. Ges spiega per me era solo unidea culturale. Oggi la ragione della mia vita. amore.

  • Lho conosciuto da ragazzo quando non sapevo ancora quale sarebbe stata la mia vita. Credere non facile. Richiede fatica, perch sempre un combattimento. ogni giorno una scelta. Ed questa scelta dice il medico Sacchini che fa la differenza, in ogni ora nel quotidiano. G. Ruggiero Fonte: Avvenire 03 novembre 2012 Tu sei il nostro Dio e noi siamo il tuo popolo Preghiera comunitaria carismatica

    Questa mattina vogliamo pregare da figli e non pi da schiavi. Questa l'esortazione iniziale dell'quipe di animazione della preghiera comunitaria carismatica che d il via alla terza giornata di Conferenza. L'assemblea si prepara subito ad accogliere il Signore come Re della gloria. Gli animatori aprono le porte delle loro vite per far entrare il Santo glorioso ripetendo a gran voce: Sono qui per te, Signore, tu sei il mio Dio. Il Signore dona al suo popolo una prima parola profetica: Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell'afflizione,rivstiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre. Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio, metti sul capo il diadema di gloria dell'Eterno, perch Dio mostrer il tuo splendore ad ogni creatura sotto il cielo ( Ba 5, 1-3). E' tempo di

  • indossare la veste candida di Ges, di "indossare" Ges stesso. Con una seconda Parola profetica il Signore sollecita i presenti a entrare nel suo regno, nel luogo della gioia piena: Il regno dei cieli simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo (Mt 13, 44). S'invoca lo Spirito Santo, a lui si spalancano le porte del cuore, di ogni cuore: Chi si sente oppresso dica: vieni! Chi si sente angosciato dica: vieni! Chi si sente non libero dica: vieni! si sollecita dal palco. A questo punto viene proclamata una terza Parola che invita a ridestarsi, a svegliarsi e a gioire per la presenza operante di Ges: Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore:Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio,giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salter come un cervo, grider di gioia la lingua del muto, perch scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa (Is 35, 3-6). La preghiera si fa ora adorazione silenziosa, Dio entrato nella sua dimora. Ancora una Parola viene proclamata dal palco: In quel tempo chiameranno Gerusalemme trono del Signore; tutti i popoli vi si raduneranno nel nome del Signore e non seguiranno pi la caparbiet del loro cuore malvagio. In quei giorni la casa di Giuda andr verso la casa di Israele e tutte e due torneranno insieme dalla regione settentrionale nel paese che io avevo dato in eredit ai loro padri (Ge 3, 17-18). Il trono di Dio in mezzo al suo popolo e gli animatori si rallegrano per le opere che Ges compie e compir nelle loro vite e un'ultima, corale e appassionata acclamazione chiude la preghiera: Tu sei il nostro Dio e noi siamo il tuo popolo.

    Francesco Storino

    (03.11.2012)

  • Non il "mio", ma il "nostro" Vangelo! Sintesi dell'intervento di Gregorio Vivaldelli

    Il Vangelo cibo per lottatori, cibo per chi ha scelto ogni giorno di lottare con l'uomo vecchio per conformarsi completamente a Ges di Nazaret. Esordisce cos Gregorio Vivaldelli nella sua esegesi del passo paolino tratto dalla Prima lettera ai Tessalonicesi: "Il nostro Vangelo... si diffuso con la potenza dello Spirito e con profonda convinzione" (1, 5a). "Abbiate gli stessi sentimenti che furono di Cristo Ges" (cf Rm 15, 5), esorta l'Apostolo. Il Vangelo ci che evangelizza lo stile di vita del cristiano, un'educazione a guardarci con gli occhi di Ges. Nella predicazione, continua il Biblista, Paolo invita a porsi la domanda di sempre, la stessa che il Maestro rivolge ai suoi discepoli: "Ma voi chi dite che io sia?" (cf Mt 16, 15): la domanda eterna, che deve attraversare la vita di ogni discepolo, in ogni tempo. Se infatti non entriamo in una relazione viva, trasformante con Cristo, se Egli non ci penetra l'esistenza, se non cambia la nostra mente, rischiamo di vedere in lui quello che vede la maggioranza delle persone: solo un grande personaggio del passato. Per questo il Maestro chiede con forza: "Ma voi... voi che vivete con me, voi che avete fatto esperienza di me... voi, chi dite che io sia?". In quel "voi" c', insieme a quella personale, tutta la relazione comunitaria con Ges: all'interno di una comunit credente che si conosce a pieno il suo mistero. Quando parliamo del Vangelo, parliamo di un Dio che si fatto uomo, di un Ges

  • che ha fatto l'esperienza del dolore, della morte e della risurrezione. La sua incarnazione penetra tutta la nostra esistenza; se Cristo risorto, anche questo tempo redento e va letto con le lenti del Vangelo, non certo con quelle sfuocate che vogliono proporci i Media.

    Gregorio Vivaldelli, ricostruendo con grande efficacia la figura dell'Apostolo delle genti, spiega come Paolo voglia anche mettere in guardia dal rischio di accettare Cristo e non la Sposa per cui Egli morto. Mentre ci che raggiunge i secoli quel Vangelo che la Sposa di Cristo ci ha trasmesso: non il "mio" Vangelo, ma il "nostro" Vangelo. Un Vangelo da vivere in concreta comunione con il Santo Padre e con i vescovi. Non esitiamo dunque - esorta - ad approfondire la Tradizione viva della Chiesa: pi noi saremo in comunione con la Chiesa, pi la nostra testimonianza diventer la testimonianza dell'amore trinitario.

    Vivaldelli si sofferma poi sulla seconda parte del versetto della Lettera ai Tessalonicesi che d il tema alla sua relazione: "...si diffuso con la potenza dello Spirito". Per l'Antico Testamento - spiega - la potenza un attributo talmente vicino a Dio che in molti casi sostituisce il nome di Dio. Quando dunque Paolo parla di potenza, vuole evocare la presenza stessa di Dio, la cui potenza consiste nella sua capacit ineguagliabile di perdonare: Dio si manifesta con potenza quando trasmettiamo la sua misericordia incontenibile. L'Apostolo riconosce inoltre come lo Spirito Santo sia quella forza che ti impedisce di non parlare di Dio, che ti spinge continuamente a darti agli altri, a rinnovarti. il fuoco ardente che continua ad agire sotto la cenere delle nostre difficolt. Concludendo, il Biblista ricorda solo due degli atteggiamenti che devono caratterizzare lo stile del cristiano, dai quali si comprende che non siamo noi ad agire, ma lo Spirito che agisce in noi: Gareggiate nello stimarvi a vicenda... Rallegratevi con quelli che sono nella gioia! (Rm 10b.15a).

    Lucia Romiti

    (03.11.2012)

  • Incendiati d'amore Sintesi dell'omelia di S.E.R. mons. Antonio Staglian, vescovo di Noto

    Non stato possibile distogliere, neanche un attimo, n gli orecchi n il cuore dall'omelia dettata da mons. Antonio Staglian. Che esperienza gioiosa venire a sapere che Dio "cos", amore dall'eterno. E non solo ci d il comandamento "assoluto" dell'amore (Ama il prossimo tuo come te stesso, Mt 19, 19b), ma entra nella nostra vita per permetterci di obbedire al suo comandamento come lui stesso vuole. Il nostro corpo allora, se disposto ad accoglierlo, diviene tempio di Dio e la realt viene "filtrata" con gli occhi della fede. Questi stessi occhi della fede - dice il Vescovo -, trasformano questo Dio come in uno specchio in cui alla fine io posso vedere la verit di me, la verit di me in te, Dio. E quando Dio viene ad abitare dentro di noi, ognuno diventa immenso, ricco, in bellezza, creativit, immaginazione, perch nella sua vita si riflette l'immagine stessa di Dio.

    Da questa scoperta straordinaria pu nascere un'evangelizzazione nuova, un'evangelizzazione che va gridata, cantata perch ognuno diviene capace di opere pi grandi, pi immense di quelle di cui si ritiene capace. Dio amore e il suo amore vive dentro di noi. Come

  • scrive san Paolo: non sono pi io che vivo ma Dio che vive in me (cf Gal 2, 20).

    E questo amore traboccante, infinito, deve essere gridato al mondo intero. La crisi del cattolicesimo oggi - ha sottolineato il Vescovo - non deriva dal fatto che le chiese sono vuote, ma dal fatto che non si vedono pi cattolici per le strade. Nessuno grida pi che Dio, con la potenza del suo amore, perdona i nostri peccati e cambia il cuore e la vita. Come cristiani, Ges pretende da noi di essere continua epifania di una figliolanza di Dio. Non basta proclamarci cristiani se non accettiamo di realizzare pienamente il progetto che Dio ha disegnato per ognuno di noi.

    Ges ha portato un fuoco d'amore nel mondo ma in questi tempi, che sembrano ostacolare in tutti i modi la fede cristiana, non assistiamo a "incendi d'amore", non vediamo fedeli infervorati che infiammano la vita del mondo. C' un Vangelo che dalla Palestina, per migliaia di anni, ha attraversato le strade del mondo. E oggi, pi che mai, necessario che questo Vangelo torni ad essere annunciato.

    Allora, mons. Staglian esorta tutti a una preghiera autentica, capace di elevarci a Dio e dal cuore di Dio, che nostro Padre, mostrarci l'enorme sofferenza del mondo. E se per un attimo pensassimo di non poter far