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1 Andrea Zanchi: ATTACCO ALLA UOMO “CORNER OFFENSE” Premessa L’argomento che s’intitola “Corner offense”, pur scaturendo un’impressione eclatante, non è altro che, in chiave di lettura della pallacanestro moderna, la ricerca di un insieme di situazioni di gioco che ci offrano soprattutto la possibilità di allenare efficacemente i giocatori. La pallacanestro di questi nostri tempi, a prescindere dal pick and roll, che riveste ormai il ruolo di arma capitale, produce essenzialmente un gioco, da parte di quasi tutte le squadre, caratterizzato da situazioni predeterminate. Anche gli Istruttori del Settore Giovanile, nell’ambito della mia società, devono proporre un insieme di situazioni di gioco che siano anche allenanti per i giocatori. Cosa significa? Non è indicato iniziare la stagione con dei giochi prestabiliti, com’è ormai uso comune, come situazioni di blocchi, di uscita dai blocchi e quant’altro, ma è più intelligente sviluppare l’abitudine a situazioni dove i giocatori devono pensare e devono giocare con i fondamentali. Un tipo di questo gioco in passato s’identificava nel Passing Game” e poi nel “Triangolo”. Personalmente mi sono sempre orientato, con lo scopo aggiornarmi, nel cercare di “rubare con l’occhio” e di studiare nuove proposte di gioco. In riferimento alla pallacanestro sia professionistica che a tutti i livelli, l’idea del proprio sistema di gioco deve svilupparsi in un ventaglio di situazioni che consentano di poter allenare la difesa, di poter correggere gli errori sulle spaziature, sul tempo e sull’esecuzione del gioco ma soprattutto che consentano di leggere la difesa schierata con molta più precisione. Se nel contesto degli allenamenti settimanali, che sono alla base di tutto, i giocatori sono consapevoli che ad ogni chiamatadel coach corrisponde una determinata situazione, risulta ovvio che in questo senso prevalgono le situazioni già prestabilite. Ho sempre preferito che il mio gioco si configuri come fonte di soluzioni facilmente strutturabili sia contro la difesa schierata, sia da varie posizioni ma soprattutto si attagli alla pallacanestro odierna, dove sono pochi i giocatori interni che fanno la differenza. Proprio in occasione della finale scudetto di ieri tra Reggio Emilia e Sassari non sono emersi giocatori di questo tipo. Si sono visti t-roll, tagli, ma non si vedono più giocatori a cui appoggiare la palla dentro, non si vedono più giochi che condizionano l’attacco a passare la palla dentro e questo fenomeno si ripete dappertutto. Poter schierare un giocatore perfettamente consapevole che quando la palla arriva in post consente all’attacco di sfruttare già un vantaggio costituisce una grandissima fortuna ma ormai molto difficile da godere. Nella pallacanestro odierna, infatti, proliferano esterni che vanno a giocare spalle a canestro. Occorre avere, pertanto, una situazione in cui (e si è evidenziato nella finale NBA, nella finale di EuroLega e nella finale italiana dove le squadre ormai giocano con 4 piccoli, a volte con 5 piccoli) poter sistemare i giocatori per creare un vantaggio di spaziature e di tempo e uno svantaggio alla difesa che, in questi casi, stenta ad adeguarsi. La pallacanestro dei nostri giorni, rispetto alla pallacanestro di 20 anni fa, è soprattutto scouting. Questa nostra epoca offre dei mezzi e degli strumenti tecnologici che permettono di studiare nei minimi dettagli le squadre avversarie e di preparare tutti i possibili antidoti. Agli inizi degli anni ’90 ero assistente in prima squadra e con i colleghi si era instaurata una reciproca collaborazione di scambio delle videocassette attraverso la posta. A volte arrivavano in ritardo o quelle non richieste, oggi già la domenica sera sul sito della Lega si possono scrutinare tutte le partite, a dimostrazione di quanti sussidi sono a disposizione della tattica e quanto questi strumenti tecnologici incidano sul gioco. Oggi abbiamo soltanto degli specialisti, è una pallacanestro di specialisti. Il gioco del

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Andrea Zanchi:

ATTACCO ALLA UOMO “CORNER OFFENSE”

Premessa

L’argomento che s’intitola “Corner offense”, pur scaturendo un’impressione eclatante, non è

altro che, in chiave di lettura della pallacanestro moderna, la ricerca di un insieme di situazioni

di gioco che ci offrano soprattutto la possibilità di allenare efficacemente i giocatori. La

pallacanestro di questi nostri tempi, a prescindere dal pick and roll, che riveste ormai il ruolo di

arma capitale, produce essenzialmente un gioco, da parte di quasi tutte le squadre,

caratterizzato da situazioni predeterminate. Anche gli Istruttori del Settore Giovanile, nell’ambito

della mia società, devono proporre un insieme di situazioni di gioco che siano anche allenanti

per i giocatori. Cosa significa? Non è indicato iniziare la stagione con dei giochi prestabiliti,

com’è ormai uso comune, come situazioni di blocchi, di uscita dai blocchi e quant’altro, ma è più

intelligente sviluppare l’abitudine a situazioni dove i giocatori devono pensare e devono giocare

con i fondamentali. Un tipo di questo gioco in passato s’identificava nel “Passing Game” e poi

nel “Triangolo”. Personalmente mi sono sempre orientato, con lo scopo aggiornarmi, nel

cercare di “rubare con l’occhio” e di studiare nuove proposte di gioco. In riferimento alla

pallacanestro sia professionistica che a tutti i livelli, l’idea del proprio sistema di gioco deve

svilupparsi in un ventaglio di situazioni che consentano di poter allenare la difesa, di poter

correggere gli errori sulle spaziature, sul tempo e sull’esecuzione del gioco ma soprattutto che

consentano di leggere la difesa schierata con molta più precisione. Se nel contesto degli

allenamenti settimanali, che sono alla base di tutto, i giocatori sono consapevoli che ad ogni

“chiamata” del coach corrisponde una determinata situazione, risulta ovvio che in questo senso

prevalgono le situazioni già prestabilite. Ho sempre preferito che il mio gioco si configuri come

fonte di soluzioni facilmente strutturabili sia contro la difesa schierata, sia da varie posizioni ma

soprattutto si attagli alla pallacanestro odierna, dove sono pochi i giocatori interni che fanno la

differenza. Proprio in occasione della finale scudetto di ieri tra Reggio Emilia e Sassari non

sono emersi giocatori di questo tipo. Si sono visti t-roll, tagli, ma non si vedono più giocatori a

cui appoggiare la palla dentro, non si vedono più giochi che condizionano l’attacco a passare la

palla dentro e questo fenomeno si ripete dappertutto. Poter schierare un giocatore

perfettamente consapevole che quando la palla arriva in post consente all’attacco di sfruttare

già un vantaggio costituisce una grandissima fortuna ma ormai molto difficile da godere. Nella

pallacanestro odierna, infatti, proliferano esterni che vanno a giocare spalle a canestro. Occorre

avere, pertanto, una situazione in cui (e si è evidenziato nella finale NBA, nella finale di

EuroLega e nella finale italiana dove le squadre ormai giocano con 4 piccoli, a volte con 5

piccoli) poter sistemare i giocatori per creare un vantaggio di spaziature e di tempo e uno

svantaggio alla difesa che, in questi casi, stenta ad adeguarsi. La pallacanestro dei nostri giorni,

rispetto alla pallacanestro di 20 anni fa, è soprattutto scouting. Questa nostra epoca offre dei

mezzi e degli strumenti tecnologici che permettono di studiare nei minimi dettagli le squadre

avversarie e di preparare tutti i possibili antidoti. Agli inizi degli anni ’90 ero assistente in prima

squadra e con i colleghi si era instaurata una reciproca collaborazione di scambio delle

videocassette attraverso la posta. A volte arrivavano in ritardo o quelle non richieste, oggi già la

domenica sera sul sito della Lega si possono scrutinare tutte le partite, a dimostrazione di

quanti sussidi sono a disposizione della tattica e quanto questi strumenti tecnologici incidano

sul gioco. Oggi abbiamo soltanto degli specialisti, è una pallacanestro di specialisti. Il gioco del

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Banco di Sardegna Sassari, ad esempio, può anche riscuotere sia dissensi che consensi, però

ci ha insegnato che, anche senza un sistema, che poi è un sistema organizzato, con quel

talento ha vinto tutto.

L’ideatore della Corner Offense: Pete Carril

Un allenatore che ha allenato i Sacramento Kings, che ha allenato gli Houston Rockets ad un

certo punto della sua carriera ha avuto la fortuna di avere come assistente un santone della

pallacanestro. In Italia non si ripete questa situazione di espertissimi vip come ad esempio

Sandro Gamba, Alberto Bucci che rivestono il ruolo di “coach senior”. Questo allenatore,

invece, aveva come assistente Pete Carril, che ha insegnato a Princepton per lunghi anni.

Quella squadra schierava dei giocatori che avevano la predisposizione a giocare esterni

anzichè giocare interni e grandi capacità di passaggio. Oggi avere in squadra giocatori molto

capaci di passare la palla è una fortuna incredibile.

Caratteristiche della Corner Offense

Attualmente viene usato da quasi tutte le squadre NBA:

a. come transizione

b. come Wolf court offense

c. come motion

E’ necessario poter annoverare, tra le proprie file, guardie dotate di un buon tiro e lunghi

abili nel passaggio.

Deve instaurarsi un perfetto equilibrio tra gioco strutturato e libero.

Al giorno d’oggi sono pochi i lunghi che giocano spalle a canestro.

L’intercambiabilità dei ruoli deve risultare elevata.

Esige un’intensa ricerca dello spacing.

Non necessita di ruoli classici per essere impostato (si può proporre anche senza play di

ruolo o centro).

Abitua i giocatori a leggere la difesa e a passarsi la palla.

E’ un sistemo di gioco quasi perfetto per assemblare le squadre in pre-season e lavorare

su timing-spacing-lettura gioco.

Risulta difficile da scrutinare.

Risulta ideale in allenamento per esercitare la difesa, che deve leggere i tagli e i blocchi

non riconoscibili da chiamata.

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Di fatto si parte dividendo il campo in due situazioni, una di 3>3 e una di 2>2.

Già molte squadre ne usano stralci all’interno dei loro attacchi, soprattutto partendo con

due post alti.

Esemplificazioni pratiche.

Personalmente amo iniziare con degli spunti che offrano la possibilità di pensare a giocare, a

capire lo spazio operativo, a capire il ritmo del gioco, a capire come muoversi sul campo e cosa

poter costruire con i compagni. Questa è la base su cui fondare questo tipo di gioco.

Corner Offense non è altro che questa situazione, una conduzione laterale della palla.

Da transizione

Conduzione laterale della palla

Diagramma 1

Il 1° rimorchio, il numero (5), corre al ferro,

Il 2° rimorchio, il numero (4), al gomito

opposto alla palla

Le due guardie corrono ad occupare il

prima possibile gli angoli (Diagramma 1).

La foto 1 raffigura una situazione normale di sviluppo del contropiede. Molto tempo fa la

conduzione della palla, per lo sviluppo del contropiede, si snodava sulla fascia centrale, oggi è

molto difficile poter gestire la palla centralmente perché, sembrerebbe un controsenso ma in

effetti non lo è, questa scelta comprime determinati spazi e non permette ai lunghi di giocare

nelle posizioni di esterni. Per questi motivi è preferibile manovrare la palla nell’ambito degli

spazi laterali.

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Foto 1

Da questo sviluppo (vedi sempre Foto 1) si possono a creare situazioni del tipo: (1) passa a (5),

ossia di contropiede primario; oppure situazioni di tipo palla su un angolo, ovvero passaggio di

(1) a (3) con quest’ultimo che attacca il ferro sul corridoio di fondo campo e quindi giochiamo

sulle penetrazioni; oppure passaggio di (1) a (4) con quest’ultimo che passa dentro a (5) e

quindi si gioca alto-basso (vedi anche Diagramma 1);

Foto 2

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oppure una situazione di pick and roll sulla palla [blocco di (4) per (1), con (3) che taglia sotto,

vedi Foto 2 e Diagramma 2].

Diagramma 2

Se non viene concluso il contropiede

primario con penetrazioni a canestro o

drag su palleggiatore

O passaggio interno.

Foto 3

La palla è laterale, in possesso di (1), vedi posizioni Foto 3. Pick and roll laterale di (5) per (1)

mentre (4) sale in post alto sul gomito opposto e queste sono tutte le situazioni di cui tutte le

squadre dispongono.

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Entriamo nel gioco

Diagramma 3

Da questo sviluppo, (5) ha preso il ferro ed

esegue un movimento a “L” (vedi anche

sequenza foto 4 dove coach Zanchi simula

il movimento di ricevere dentro e poi in post

basso). (1) passa a (3) che può servire (5)

in post basso (Diagramma3).

Foto 4

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Diagramma 4

O in palleggio

Il lungo (5) esegue una “L rovescia”

muovendosi da ferro a post basso per poi

salire sul gomito.

Lato debole

Diagramma 5

Diagramma 6

Sul lato debole invece avviene uno scambio tra (4), che taglia stretto sulla prima tacca, e (2) che

si muove largo a salire verso il gomito opposto, fuori da 3 punti per lasciare spazio (vedi anche

Foto 5).

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Foto 5: coach Zanchi indica le posizioni di (4) e (2) a seguito dello scambio (vedi anche

Diagrammi 5 e 6).

Svariate possibilità di entrata nel gioco.

Diagramma 7

(1) passa a (5), che fronteggia il canestro e

guarda il ferro in modo da avere sotto il suo

campo visivo tutti i suoi compagni

(Diagramma 7; Vedi anche Foto 6).

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Foto 6. Passaggio a (5) in post alto (vedi anche Diagramma 7). (5) apre il perno e fronteggia il

canestro guardando il ferro.

Diagramma 8

Se il gomito è anticipato, avremo back

door più scambio tra i lunghi

(Diagramma 8; vedi anche foto 7).

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Foto 7. Se X5 anticipa forte su (5), quest’ultimo esegue giro dorsale e rolla a canestro per

ricevere. (4) sale per rimpiazzare (5), il quale, se sul taglio a canestro non riceve da (1), va ad

occupare la posizione lasciata libera da(4).

Foto 8. I lunghi hanno la tendenza, quando ricevono la palla sul gomito di lunetta, a

posizionarsi come indicato da coach Zanchi, ossia guardando soltanto su un lato e questa non

è una posizione efficace. Il campo visivo, da questa posizione, deve spaziare a 180°.

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Foto 9. La posizione più efficace è invece questa indicata da coach Zanchi, ossia a guardare il

ferro allargando il campo visivo.

Questo attacco permette di giocare 3>3 su un lato e 2>2 sul lato opposto. Mai avere il lato

debole che permette ai difensori di occupare l’area!

Foto 10. Gioco sul lato debole: (2) sfrutta il blocco di (4). Se avviene cambio difensivo, (4) rolla

a canestro e può ricevere da (5), il quale può servire anche (2) che si è nel frattempo allargato

in fuori.

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Foto 11. (1) deve giocare contro il suo avversario. Su questa situazione di blocco prepariamo i

nostri giocatori a leggere la difesa e quindi ad essere pronti a qualsiasi soluzione. (1) finta di

portare un blocco per (3), il quale si prepara per il cambio difensivo. (1) invece taglia verso

canestro e può ricevere da (5).

Foto 12. X1 e X3 rimangono sul blocco, passaggio di (5) in angolo per (3).

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Foto 13. Su cambio difensivo sul blocco, (1) rolla a canestro e può ricevere da (5).

Foto 14. (3) taglia a canestro essendo riuscito a passare sopra il blocco portato da (1), il quale

risale.

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Diagramma 9

Se X3 rimane sul blocco, (3) sale e riceve

consegnato da (5).

Nel momento in cui (3) sta palleggiando, se

sul lato debole non è successo niente, (3)

attacca l’area mentre (4) porta un blocco

largo per (2). Soluzioni in base alle letture:

(2) passa sopra il blocco oppure passa

sotto; (4) rolla a canestro dopo il blocco

(Diagramma 9).

Diagramma 10

Altra soluzione: (1) esce dal blocco

portatogli da (5) che è sceso in post basso

e va in angolo e può ricevere sempre da

(3), che può tirare oppure servire lo stesso

(5) che scivola a canestro (Diagramma 10).

In questo sistema di gioco si può attaccare con un giocatore interno ma si può giocare anche

senza un giocatore interno.

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Diagramma 11

Come “aprire il campo”.

(1) scende in palleggio e passa consegnato

a (2), il quale serve (5) in post alto; (1) si

allarga in angolo.

Sul lato debole: gioco a due fra (3) e (4).

(4) porta un blocco per (3), se il difensore

X3 si allarga e avviene cambio difensivo sul

blocco, (4) rolla a canestro. Se invece X3

va sotto (ossia dietro al blocco), (3) risale

sopra (Diagramma 11).

Diagramma 12

(1) si muove in palleggio, passa a (3) e

taglia dentro. (3) passa a (5) salito in post

alto a seguito del movimento “L” rovesciata.

(5) fronteggia il canestro (Diagramma 12).

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Diagramma 13

(3) blocca per (1) e va a ricevere

consegnato da (5) per un pick and roll. Se

(3) decide di giocare con il lato debole, può

sparare la palla o a (3) o a (2).

(Diagramma 13)

Foto 15. Lettura sul comportamento del difensore di (2): se anticipa, come indicato da questa

foto, (4) rolla a canestro; se invece passa in mezzo (2) si allarga in fuori; se invece lo segue

cercando di passare sopra al blocco, (2) “ricciola” sopra il blocco.

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Diagramma 14

Diagramma 15

Se noi giochiamo con la palla sotto la linea del tiro libero, la difesa si stacca e si riempie l’area.

La qualità della difesa è data dalla pressione sulla palla e dai giocatori che non marcano la

palla. Più la difesa riempie l’area e più la difesa è forte. Meno giocatori riempiono l’area, minore

è la qualità della difesa. Questo sistema di gioco presenta un vantaggio non indifferente che si

configura nello sviluppare contemporaneamente sul lato forte un gioco a tre e sul lato debole un

gioco a due (Vedi anche Diagrammi 16 e 17).

Foto 16. Posizione di blocco di (5) per (2).

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Diagramma 16

Diagramma 17

Diagramma 18

Altra soluzione: (2) “ricciola” sul blocco di (5)

(Diagramma 18).

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Diagramma 19

Diagramma 20

Nel momento in cui la palla arriva a (2), si crea questa situazione: (2) esegue un dai e segui con

(4), che consegna la palla a (2) eseguendo un giro dorsale a protezione della palla (vedi

sequenza nei Diagramma 19 e 20 e dimostrazione visiva nella Foto 17).

Foto 17

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Diagramma 21

(1) blocca per (3) che va a ricevere da (2).

(1), dopo il blocco, “ricciola” sul blocco di

(5), che va ad eseguire un pick and roll con

(3).

Sul lato debole, blocco di (4) per (2), dopo il

blocco (4) sale.

(Diagramma 21)

Importante: ogni volta che si porta un

blocco sul lato debole, il bloccante sul lato

forte deve guardare con la coda dell’occhio

i movimenti che si susseguono sul lato

debole!

Foto 18 triangolazione (2) – (5) – (4): passaggio dal post alto al post basso.

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Diagramma 22

L’inizio più cercato è quello con palla al

gomito da cui poi si sviluppa il gioco.

(Diagramma 22).

Diagramma 23

Se sul primo lato riceve un’ala, spesso

abbiamo una situazione di “duck in” del

n. (5).

(Diagramma 23).

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Diagramma 24

Diagramma 25

A questo punto ci si addentra nel vivo del gioco di squadra. Palla dentro, (1) “ricciola” su (5)

[vedi Diagramma 25] e può ricevere da (4), se non è possibile questo passaggio, palla a (5) in

post alto.

Queste sono le nostre soluzioni con la palla “dentro”.

Diagramma 26

Se (5) è anticipato e non riceve, blocca per

(3) che “ricciola” e può ricevere sempre da

(4).

(Diagramma 26)

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Diagramma 27

Diagramma 28

Un’altra situazione che può essere devastante è la seguente: situazione di passaggio in angolo,

(1) taglia; se X1 è un buon difensore e anticipa, (1) può fintare verso la palla, fiondarsi dentro

con taglio back door ed uscire nell’angolo opposto (Diagramma 27).

(3) esegue pick and roll con (5), passaggio sponda a (4) salito in post alto, il quale serve (5) che

nel frattempo ha rollato a canestro. (Diagramma 28).

L’efficacia di questo attacco si realizza nell’aprire gli spazi.

Apro un inciso: credo moltissimo nel lavoro difensivo. E’ mia convinzione che l’ottenere

determinati risultati non può prescindere dall’avere una difesa arcigna e tosta. Una squadra che

non ha una difesa di qualità non può rivelarsi vincente anche perché difesa è sinonimo di

comunicazione, di capacità di lavorare assieme e possibilità di concedere, a chi ha talento, lo

spazio per giocare. Per allenare la difesa occorrono una catena di ottimi fondamentali di

attacco: palleggio, passaggio, tiro, taglio e quindi, di riflesso, anche l’attacco ritrova i giusti

stimoli per crescere.

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Diagramma 29

Diagramma 30

Inizio della settimana di allenamento, al martedì proviamo di movimenti di attacco senza la

difesa, 3>0 lato forte (Diagramma 29). Nel successivo diagramma 30, (1), sul blocco portatogli

da (3), deve con piccoli passi condizionare la difesa.

Foto 19.

Step successivo: l’assistente è in difesa su (5). L’assistente ha via libera di aggredire con le

mani il pallone, (5) deve usare il perno a proteggere e quindi ad aprire per poi attaccare.

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Diagramma 31

Se X2 rimane sul blocco.

Step successivo: un difensore

sull’attaccante in angolo, se il difensore

rimane sul blocco, (1) sale e va a ricevere

consegnato da (5).

(Diagramma 31).

Diagramma 32

Situazione sull’altro lato del campo:

2>0 più appoggio del coach, “dai e segui”,

(2) attacca il ferro, (4), susseguentemente a

quando ha passato consegnato a (2),

esegue perno ad aprire e fronteggia il ferro;

altra soluzione: (2) appena ricevuto dal

coach () esegue pick and roll con (4) con

(2) che attacca il ferro, oppure pick and roll

“ad uscire” con (4) che rolla (vedi Foto 20).

In quest’ultimo caso noi insistiamo molto

con quello che è il passaggio della “task”

(Diagramma 32).

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Foto 20. In questi due fotogrammi coach Zanchi dimostra la sequenza del pick and roll “ad

uscire” tra (2) e (4). Coach Zanchi simula i movimenti di (2).

Nel nostro allenamento, finito il riscaldamento, si gioca 3>3 su un lato e 2>2 sull’altro lato.

Foto 21. Disposizione iniziale. Passaggio di (1) a (3)

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Foto 22. 3>3 sul lato della palla, con (3) il quale, passata la palla a (5), va a bloccare in angolo

per (1) che risale. Sul lato debole, vedi movimenti di (2) e di (4).

Foto 23. Cambio lato alla palla: coach Zanchi simula di passaggio a (2).

Foto 24. (4) taglia e riceve da (2)

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Foto 25. (5) blocca per (1), che “ricciola”. Palla sempre in possesso di (4).

Foto 26. (5) porta un blocco anche per (3) che sale.

Foto 27. Coach Zanchi simula il posizionamento del difensore di (2): in questo caso (2) sale.

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Foto 28. Con difensore nella posizione simulata da coach Zanchi, (2) scende.

Ultima opzione

Foto 29. Blocco di (4) per (2).

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Foto 30. Passaggio di (1) a (2), appena uscito dal blocco portatogli da (4).

Foto 31. (1) “ricciola”, passa sopra il blocco di (5).

Foto 32. Pick and roll di (5) per (2).

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Foto 33. Oppure: (2) passa a (4) e passa sopra il blocco di (5).

Foto 34. Oppure: passaggio di (4) a (1) che si era posizionato in post basso spalle a canestro.

Foto 35. Se il difensore di (5) è staccato, (1) scarica a (4) che sponda con (5). Coach Zanchi

simula (5) che ha ricevuto palla e può o passare sotto a (1) o cambiare lato alla palla

scaricando a (3).

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Rimessa laterale

Diagramma 33

SLOB

(5) finta di portare un blocco su (1) e poi

risale a ricevere da (3). Subito dopo il

passaggio, (3) entra in campo e sfrutta il

blocco portatogli da (1).

(Diagramma 33).

Diagramma 34

Variante:

(5) finta di portare un blocco su (1) e

poi risale a ricevere da (3).

Appena passata la palla, (3) entra e

porta un blocco per (1) che sale.

(Diagramma 34).

E da questo momento si ricomincia a

giocare.

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Foto 36. Posizioni sulla rimessa laterale.

Foto 37. (5) ha ricevuto la palla su rimessa da (3) che va a bloccare per (1), sul lato debole

blocco di (4) per (2).

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Foto 38. (5) ribalta la palla per (2) che passa a (4) in post alto per un back door; (5) va poi a

bloccare per (1): (4) passa a (2) in angolo e taglia verso canestro.

Estensore: Guido De Alexandris