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L’ÀGORÀ Bollettino, stampato in proprio, della LISTA CIVICA - LEGALITA’ e TRASPARENZA info. 3208597261 - [email protected] LOTTIZZAZIONI E LOTTIZZATI DI MAURIZIO SPEZZANO 1° aprile 2012 Che cos’è una lottizzazione? Ne abbiamo parlato parecchio in questi cinque anni... La lottizzazione è un intervento mediante il quale un'area edificabile viene suddivisa in lotti e aree comuni e attrezzate con strade, parcheggi, reti idriche, etc. Si tratta fondamentalmente di un accordo tra i proprietari dei terreni e il comune, con cui i pro- prietari ottengono l'autorizzazione a costruire impegnandosi in cambio a realizzare le opere al servizio delle costruzioni. A ga- ranzia che le opere di urbanizzazione siano effettivamente ese- guite la pubblica amministrazione, cioè il comune, chiede una fidejussione, cioè “l’assicurazione” che copre i costi delle opere qualora il costruttore faccia il furbetto. Questa, per sommi capi, la definizione: tu vuoi costruire insieme ad altri? Te lo faccio fare a patto che alcune cose sia tu a realizzarle. Non fa una pie- ga. Purtroppo, non sempre è stato così a Labico. Da noi le lot- tizzazioni sono quasi tutte scadute e quelle concluse si contano sulle dita di una mano. E’ successo, infatti, che gran parte dei costruttori, con la responsabilità dei progettisti - il più delle volte anche direttori dei lavori o soci in affari con chi costruiva - terminata la parte “speculativa”, legata alla vendita degli im- mobili, se la siano data a gambe. Oppure non abbiano rispetta- to i termini previsti dalle convenzioni, sciogliendo le società e gabbando sia gli ignari acquirenti sia la pubblica amministrazio- ne, cioè noi cittadini. Qualcuno potrà dire: “Problema di chi ha comprato”. Non è esattamente così. Se le opere di urbanizza- zione non vengono portate a termine, dovrà essere la pubblica amministrazione a provvedere alla realizzazione della parte mancante, utilizzando soldi che potrebbero essere spesi per i servizi ai cittadini, per le scuole, per una biblioteca, per dare conforto a chi ha bisogno... a meno che, ed è la seconda ipote- si, si decida di chiedere ai lottizzanti di farsi carico delle opere mancanti. Sia nel primo che nel secondo caso ci troviamo da- vanti ad una anomalia. Nel primo caso, come già accennato, si tolgono soldi alla collettività per coprire inadempienze di altri; nel secondo caso, ci rimettono gli ignari acquirenti, astutamen- te rassicurati da parte dei costruttori, dei progettisti o dei diret- tori dei lavori, sull’effettivo completamento delle opere di urba- nizzazione. Di chi è la responsabilità se questo avviene? Di chi dovrebbe controllare e non lo ha mai fatto. E chi dovrebbe controllare? Gli uffici preposti. E qual è l’ufficio preposto? L’uf- ficio urbanistica che non ha mai applicato il regolamento edili- zio, seppur esistente. Qualcuno più scaltro potrebbe dire: “Ma non c’era la fidejussione”? C’era, ma non c’è più, perché pas- sato un po’ di tempo il costruttore, insieme ai progettisti e ai direttori dei lavori, fa risultare come parzialmente realizzate le opere di urbanizzazione e si fa ridurre la quota assicurata, fino a che la parte residua non sparisce in men che non si dica, malgrado le stesse non siano state portate a termine. Chi deve controllare non controlla, la politica fa finta di non vedere per non inimicarsi gli amici costruttori, la cui presenza aleggia quasi sempre nelle liste, anche in quelle attuali, e il gioco è presto fatto. Menzogne? Provate a farvi un giro tra i quartieri di nuova urbanizzazione e vi renderete conto da soli del truc- chetto. Provate a chiedere quanti sono coloro che possiedono il certificato di agibilità, documento senza il quale ogni atto di compravendita o di richiesta di servizi “di regola”, non potreb- be avvenire. Questo certificato dovrebbe accompagnare l’im- mobile prima di ogni transazione o richiesta di allaccio alle utenze; in sua assenza non sarebbe possibile comprare o ri- chiedere servizi. Allora perché si vendono? Semplice, perché i notai per non perdere tempo scrivono sui rogiti che non han- no verificato e che si fidano delle dichiarazioni del venditore e dell’acquirente. Facile, no? Da noi le lottizzazioni da ultimare sono 16, come risulta dalla delibera di Giunta n°6/2012, votata in gran fretta a seguito della pressione della Commissione di Controllo da me presieduta e di cui fa parte anche Tullio Ber- lenghi. La gran parte di queste lottizzazioni è scaduta, le case quasi tutte vendute e le opere di urbanizzazioni mai consegna- te alla pubblica amministrazione. Distrazioni? Dimenticanze? No, semplicemente paraculismo e una certa “sintonia” tra co- struttori, progettisti, direttori dei lavori, amministratori e uffici competenti. Magari qualche politico è anche progettista, op- pure è già stato politico ed ambisce a lanciare qualche ram- pollo di famiglia per mascherare la realtà. Avere le mani in pasta e controllare dal di dentro è molto più facile che parlare nelle piazze come facciamo noi da anni. Le parole, anche urla- te, se necessario, svegliano le coscienze; stare dentro, rivol- gendosi solo a se stessi, come vogliono fare loro, addormenta le persone. Per fortuna c’è chi non vuole rinunciare a parlare liberamente e manifestare a tutti il disgusto per la politica mercantile che caratterizza alcuni comportamenti, anche da chi non te lo saresti mai aspettato. C’è ancora qualcuno che vuole chiedermi di andare a braccetto con queste belle perso- ne? Io ho un’unica dignità, non sono in vendita e voglio conti- nuare ad essere un uomo libero.

Agora n. 3

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Il terzo numero di Agorà. Articoli di Spezzano, Berlenghi, Simone, Di Cocco, Adriani, Vitro. Buona lettura.

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Page 1: Agora n. 3

L’ÀGORÀ Bollettino, stampato in proprio, della LISTA CIVICA - LEGALITA’ e TRASPARENZA

info. 3208597261 - [email protected]

LOTTIZZAZIONI E LOTTIZZATI DI MAURIZIO SPEZZANO

1° aprile 2012

Che cos’è una lottizzazione? Ne abbiamo

parlato parecchio in questi cinque anni... La

lottizzazione è un intervento mediante il

quale un'area edificabile viene suddivisa in

lotti e aree comuni e attrezzate con strade,

parcheggi, reti idriche, etc. Si tratta fondamentalmente di un

accordo tra i proprietari dei terreni e il comune, con cui i pro-

prietari ottengono l'autorizzazione a costruire impegnandosi in

cambio a realizzare le opere al servizio delle costruzioni. A ga-

ranzia che le opere di urbanizzazione siano effettivamente ese-

guite la pubblica amministrazione, cioè il comune, chiede una

fidejussione, cioè “l’assicurazione” che copre i costi delle opere

qualora il costruttore faccia il furbetto. Questa, per sommi capi,

la definizione: tu vuoi costruire insieme ad altri? Te lo faccio

fare a patto che alcune cose sia tu a realizzarle. Non fa una pie-

ga. Purtroppo, non sempre è stato così a Labico. Da noi le lot-

tizzazioni sono quasi tutte scadute e quelle concluse si contano

sulle dita di una mano. E’ successo, infatti, che gran parte dei

costruttori, con la responsabilità dei progettisti - il più delle

volte anche direttori dei lavori o soci in affari con chi costruiva

- terminata la parte “speculativa”, legata alla vendita degli im-

mobili, se la siano data a gambe. Oppure non abbiano rispetta-

to i termini previsti dalle convenzioni, sciogliendo le società e

gabbando sia gli ignari acquirenti sia la pubblica amministrazio-

ne, cioè noi cittadini. Qualcuno potrà dire: “Problema di chi ha

comprato”. Non è esattamente così. Se le opere di urbanizza-

zione non vengono portate a termine, dovrà essere la pubblica

amministrazione a provvedere alla realizzazione della parte

mancante, utilizzando soldi che potrebbero essere spesi per i

servizi ai cittadini, per le scuole, per una biblioteca, per dare

conforto a chi ha bisogno... a meno che, ed è la seconda ipote-

si, si decida di chiedere ai lottizzanti di farsi carico delle opere

mancanti. Sia nel primo che nel secondo caso ci troviamo da-

vanti ad una anomalia. Nel primo caso, come già accennato, si

tolgono soldi alla collettività per coprire inadempienze di altri;

nel secondo caso, ci rimettono gli ignari acquirenti, astutamen-

te rassicurati da parte dei costruttori, dei progettisti o dei diret-

tori dei lavori, sull’effettivo completamento delle opere di urba-

nizzazione. Di chi è la responsabilità se questo avviene? Di chi

dovrebbe controllare e non lo ha mai fatto. E chi dovrebbe

controllare? Gli uffici preposti. E qual è l’ufficio preposto? L’uf-

ficio urbanistica che non ha mai applicato il regolamento edili-

zio, seppur esistente. Qualcuno più scaltro potrebbe dire: “Ma

non c’era la fidejussione”? C’era, ma non c’è più, perché pas-

sato un po’ di tempo il costruttore, insieme ai progettisti e ai

direttori dei lavori, fa risultare come parzialmente realizzate le

opere di urbanizzazione e si fa ridurre la quota assicurata, fino

a che la parte residua non sparisce in men che non si dica,

malgrado le stesse non siano state portate a termine. Chi deve

controllare non controlla, la politica fa finta di non vedere per

non inimicarsi gli amici costruttori, la cui presenza aleggia

quasi sempre nelle liste, anche in quelle attuali, e il gioco è

presto fatto. Menzogne? Provate a farvi un giro tra i quartieri

di nuova urbanizzazione e vi renderete conto da soli del truc-

chetto. Provate a chiedere quanti sono coloro che possiedono

il certificato di agibilità, documento senza il quale ogni atto di

compravendita o di richiesta di servizi “di regola”, non potreb-

be avvenire. Questo certificato dovrebbe accompagnare l’im-

mobile prima di ogni transazione o richiesta di allaccio alle

utenze; in sua assenza non sarebbe possibile comprare o ri-

chiedere servizi. Allora perché si vendono? Semplice, perché i

notai per non perdere tempo scrivono sui rogiti che non han-

no verificato e che si fidano delle dichiarazioni del venditore e

dell’acquirente. Facile, no? Da noi le lottizzazioni da ultimare

sono 16, come risulta dalla delibera di Giunta n°6/2012, votata

in gran fretta a seguito della pressione della Commissione di

Controllo da me presieduta e di cui fa parte anche Tullio Ber-

lenghi. La gran parte di queste lottizzazioni è scaduta, le case

quasi tutte vendute e le opere di urbanizzazioni mai consegna-

te alla pubblica amministrazione. Distrazioni? Dimenticanze?

No, semplicemente paraculismo e una certa “sintonia” tra co-

struttori, progettisti, direttori dei lavori, amministratori e uffici

competenti. Magari qualche politico è anche progettista, op-

pure è già stato politico ed ambisce a lanciare qualche ram-

pollo di famiglia per mascherare la realtà. Avere le mani in

pasta e controllare dal di dentro è molto più facile che parlare

nelle piazze come facciamo noi da anni. Le parole, anche urla-

te, se necessario, svegliano le coscienze; stare dentro, rivol-

gendosi solo a se stessi, come vogliono fare loro, addormenta

le persone. Per fortuna c’è chi non vuole rinunciare a parlare

liberamente e manifestare a tutti il disgusto per la politica

mercantile che caratterizza alcuni comportamenti, anche da

chi non te lo saresti mai aspettato. C’è ancora qualcuno che

vuole chiedermi di andare a braccetto con queste belle perso-

ne? Io ho un’unica dignità, non sono in vendita e voglio conti-

nuare ad essere un uomo libero.

Page 2: Agora n. 3

Le pari opportunità sono un diritto

sancito dalla Costituzione, esercitar-

lo è un dovere non solo per lo svi-

luppo della nostra vita economica

ma, soprattutto, per rendere più

civile la nostra società. Promuovere

ed istituire la Cittadinanza di Genere è il passaggio neces-

sario per far crescere una cultura che valorizzi le differenze

tra le ragazze ed i ragazzi nella scuola, tra le donne e gli uo-

mini nella società, per favorire la conciliazione dei tempi di

vita e di lavoro nelle famiglie e nelle imprese, per incentivare

l’occupazione femminile, per diffondere i saperi delle donne

nella cultura e nel lavoro. Il Comune deve perseguire obietti-

vi specifici per il raggiungimento della piena parità di gene-

re, evidenziando il carattere trasversale delle politiche di

genere rispetto all'insieme delle politiche pubbliche comu-

nali con particolare riferimento all'istruzione, alla sanità, alle

politiche economiche e sociali, alla comunicazione ed alla

formazione. Si dovrà impegnare, pertanto, ad agire nel ri-

spetto dell’universalità dell’esercizio dei diritti di donne e

uomini; ad eliminare gli stereotipi associati al genere; a pro-

muovere e difendere la libertà e autodeterminazione della

donna; a sostenere l’imprenditorialità, le professionalità

femminili ed a valorizzarne i talenti; a favorire lo sviluppo

della qualità della vita attraverso politiche di conciliazione

dei tempi di lavoro, di relazione, di cura parentale e di for-

mazione; a promuovere interventi anche culturali per la sen-

sibilizzazione ad un’equa distribuzione delle responsabilità

familiari e della maternità e paternità responsabili; a garanti-

re un più facile accesso agli asili nido per le donne che lavo-

rano; a prevedere un intervento ad hoc per il potenziamento

del consultorio ed azioni a favore delle donne immigrate; a

garantire la partecipazione delle donne alla vita politica, so-

ciale ed istituzionale nell’ottica del raggiungimento della de-

mocrazia paritaria: il primo passo in questa direzione dovrà

essere la modifica dello Statuto Comunale che preveda l’ob-

bligo della rappresentanza paritaria dei due sessi nella giun-

ta; a prevedere l’elaborazione di progetti da presentare nelle

scuole per una formazione alla cittadinanza di genere rivolta

sia agli insegnanti che agli studenti; ad inserire le politiche

per la cittadinanza di genere nella programmazione e nella

attività normativa. Gli strumenti necessari per la realizzazione

di tali obiettivi sono: l’analisi di genere nella programma-

zione comunale, i parametri di genere nei programmi che

redistribuiscono le risorse economiche ed assegnano i con-

tributi, l’adeguamento delle statistiche differenziate per

genere, la predisposizione di un rapporto sulla condizione

economica, sociale e lavorativa delle cittadine e l’introduzio-

ne del Bilancio di Genere. E’ questo lo strumento di go-

verno che consente di evidenziare il diverso impatto delle

politiche locali sulle reali condizioni di vita delle cittadine e

dei cittadini e l’occasione per il raggiungimento della piena

cittadinanza delle donne oggi negata dall’impari accesso e

impiego delle risorse anche nella programmazione economi-

co-finanziaria dell’Ente comune. Esso, infatti, valuta il diverso

impatto prodotto sulle donne e sugli uomini dalle politiche

di bilancio e dalla redistribuzione delle risorse in termini di

servizi, tempo e lavoro domestico e ridefinisce le priorità

nell’assegnazione della spesa pubblica. Al fine di rendere

stabili la partecipazione ed il confronto, il Comune istituisce

il Tavolo permanente per le politiche di genere ed an-

nualmente una giornata dedicata alle tematiche di pari op-

portunità attraverso il Forum della Cittadinanza di Gene-

re come momento di confronto aperto a tutti i soggetti che

abbiano tra i propri obiettivi il raggiungimento reale delle

pari opportunità tra donne e uomini.

ISTITUIRE LA CITTADINANZA DI GENERE

DI ARGIA SIMONE

L’ÀGORÀ pagina 2

Lo chiamano “Randomize all”, un azzeccato pseudonimo an-

tonomastico. (“Er caciara”, per i meno british). E’ uno dei più

longevi e appassionati politici di Tramezzate. Colto, prepara-

to, competente. Un uomo di indiscusse capacità e apprezzato

sia dai suoi alleati sia dai suoi avversari. Dai secondi in modo

particolare. Infatti, vuoi per un destino cinico e baro, vuoi

perché qualche cazzata capita a tutti di farla, la sua caratteri-

stica principale è sempre stata quella di ritrovarsi con chi

perde. E, se proprio, inopinatamente, gli capita di vincere, è

pronto a far crollare tutto in men che non si dica. La sua for-

za distruttrice è tale da riuscire a sfaldare qualunque struttu-

ra di tipo collegiale: giunte, coalizioni, maggioranze, minoran-

ze, assemblee di condominio. E’ noto per votare contro le

sue stesse proposte. Se crea un’alleanza, il giorno dopo ne

esce in aperta polemica. Se entra a far parte di un gruppo di

100 persone, il gruppo si scinderà in due gruppi da 50. E

quello in cui c’è lui (e solo quello), si dimezzerà di nuovo, e

poi ancora, fino a quando non rimarranno lui e un altro. Infi-

ne resterà lui da solo come Higlander, ma cercherà di scin-

dersi ancora. Adesso pare lo abbiano chiamato al CERN per

una consulenza sulla scissione dell’atomo. Ne sono rimasti

affascinati, non solo al CERN, anche al CERN2, al CERN3, al

CERN4, al CERN5…

CRONACHE DA TRAMEZZATE DI LEO VITRO

La politica al servizio del cittadino L’autobus Labico - Palestrina partirà alle 14.50. Maurizio

Spezzano, da anni impegnato per garantire un trasporto pub-

blico efficiente nei comuni della zona, ringrazia: “Il Cotral, i

genitori e la scuola, con il contributo di noi amministratori

locali, hanno fatto sì che i ragazzi possano godere finalmente

di questo importante servizio. Un ringraziamento particolare

va al Presidente del Cotral Adriano Palozzi, al Responsabile

della Direttrice del Cotral Roma Frosinone, Riccardo Capo-

bianchi, a Marco Torrelli, rappresentante dei genitori, e

ad Alessandro Pellegrini, dirigente scolastico di IISPT “Via

Pedemontana” e Elena Venditti, vicepreside

Page 3: Agora n. 3

pagina 3 L’ÀGORÀ

Non perdete il TG LOV… una voce di

opposizione! http://vimeo.com/Labico

Quante volte si sente dire che oc-

corre mettere al centro dell’obietti-

vo la Politica, quella con la P maiu-

scola, dove il governo sia al servizio

del cittadino e non il cittadino al

servizio del potere e degli interessi

personali. La mala politica, quella

dell’interesse comprato attraverso

clientele e favori, quella immobile ed immobilizzata dalla

corruzione strisciante ci inquina la vita giorno dopo gior-

no mettendo a dura prova la nostra fiducia nelle istitu-

zioni a partire da quelle locali salendo, livello dopo livel-

lo, a quelle nazionali. Basta aprire i giornali per rimanere

storditi da tutto questo. Io credo che a questo modo di

far politica ci si debba ribellare e pretendere che la poli-

tica sia al nostro servizio, quello dei cittadini, che l’obiet-

tivo primario degli amministratori sia il bene della comu-

nità e non il loro più o meno velato interesse personale.

E perché questo succeda dobbiamo essere noi, ognuno

di noi nel nostro piccolo, a dare una svolta importante

accompagnando con il nostro voto una scelta giusta e

responsabile. Dobbiamo cominciare questo processo di

pulizia dalle amministrazioni locali dove, conoscendo le

persone, possiamo scegliere e quindi dare fiducia a colo-

ro che hanno le potenzialità per garantirci una svolta in

questa direzione. La lista civica Legalità e Trasparenza

può garantire questo. Formata da gente priva di interessi

particolari, è piuttosto interessata a lavorare per la co-

munità con l’idea che in una società sana il benessere

mentale e fisico vada distribuito tra molti e non tra po-

chi. Non avrei fatto parte di questa lista se avessi avuto

dei dubbi. Il programma di lavoro che si vuole portare

avanti pone al centro il rapporto tra popolazione e terri-

torio, tra necessità della comunità e quelle dei singoli

cittadini. Credo fermamente che la qualità della vita in

una comunità passi prima di tutto attraverso questo tipo

di rapporti. Ho riconosciuto in questo gruppo di persone

un sano entusiasmo, la voglia di fare, di perseguire l’o-

biettivo con determinazione e coraggio. Con la voglia di

essere giusti ed equanimi. Ascoltare i problemi della gen-

te e tentare di risolvere i problemi seguendo il faro del

benessere dei cittadini. Il nostro candidato sindaco con-

cludeva il suo articolo sul numero 2 di Agorà con le pa-

role: ”c’è bisogno di governo e non di potere”. Il noccio-

lo della questione è proprio in queste parole. Quella che

dà Governo ma non esercita potere - se non quello ne-

cessario per amministrare - è la Politica che voglio vede-

re io e, sono certo, la maggior parte di noi.

POLITICA. CON LA P MAIUSCOLA! DI ALBERTO ADRIANI

LAVORO A LABICO,QUESTO SCONOSCIUTO

DI MATTEO DI COCCO

Parliamo di lavoro a Labico!

Quale? Infatti, pur sforzando-

mi non mi viene in mente nes-

suna possibilità di lavoro qui.

A dire il vero, forse un posto

dove lavorare c'è. In questo

posto come in molti posti del genere, spesso c'è biso-

gno di qualche tappa buchi in varie mansioni e se sei

pronto a lavorare tanto tanto, prendendo poco e subi-

to (di solito in taglio piccolo e non numerato) quello è

il posto per voi! Ma io ho sempre avuto il dubbio che

fosse un’iniziativa del nostro comune per la salute del

cittadino. Sì perché tanta fatica vuol dire tanto eserci-

zio fisico e pochi soldi vuol dire poco cibo e pochi vizi,

perché dei cittadini più sani sono più felici e se sono

più felici ci guadagnano tutti. Forse per questo lì c'è

spesso il sindaco(?), per controllare la riuscita del pro-

getto. Certo che alla fine è proprio un’iniziativa inte-

ressante ma a me fare il cameriere non è mai piaciuto.

Sono sicuro che vi starete chiedendo: «Ok a te non

piace fare il cameriere, ma chi se ne frega? Che c'entra

con i programmi della lista?» Beh, di sicuro se avessi

avuto un lavoro avrei avuto di meglio da fare che scri-

vere questo articolo e di sicuro non sarei stato facil-

mente reperibile - il giorno che nacque il Tg LOV dor-

mivo beatamente. Il giorno delle riprese dei Cavalieri

dei Templari Labicani a Palazzo Giuliani, ancora una

volta dormivo - ed una volta sceso in piazza ero con-

vinto di aver dormito per mesi e mesi, almeno fino a

martedì grasso, visti i costumi che trovai in giro - e

sarebbe stato meglio per molta gente se avessi conti-

nuato a farlo no? «Ma sei tu che non hai cercato ab-

bastanza! Hai chiesto al CTS?» Come no! Anzi, non ho

chiesto, ho fatto tutto in modo regolare. Annuncio su

internet, invio del curriculum, colloquio a Velletri e

colloquio direttamente al supermercato. Poi niente

più, forse non conoscevo le persone giuste o forse

conosco quelle sbagliate, si sa le brutte amicizie rovi-

nano tutti …

Page 4: Agora n. 3

UN’OTTIMA COMPAGNIA DI TULLIO BERLENGHI

L’ÀGORÀ pagina 4

sua composizione si intuisce che la voglia di rinnovamen-

to è reale. Non c’è molto spazio per le cariatidi della poli-

tica. I più “anziani” hanno alle spalle una sola esperienza

in consiglio comunale, mentre per quanto riguarda l’età

anagrafica c’è una sola persona con più di cinquant’anni:

Alberto Adriani, un affermato ricercatore che avrebbe

ben altre cose di cui occuparsi, il quale non solo guida da

anni un’associazione culturale molto attenta ai problemi

dell’infanzia, ma ha anche accettato la nostra proposta di

mettersi a disposizione per il paese in cui abita da circa

dieci anni. Poi c’è Alberto Garbo Giovannoli, un imprendi-

tore che è già molto attivo per promuovere la crescita

dello sport a Labico e che è stato ben felice di impegnarsi

anche a livello amministrativo. Poi ci sono le donne, mol-

te donne. La nostra è l’unica lista ad avere più donne che

uomini. C’è Luciana Del Monte, che in questi anni ha lavo-

rato moltissimo al fianco di genitori, alunni e insegnanti

per cercare di migliorare la qualità delle nostre scuole.

Abbiamo Luana Sarcu, una giovane infermiera, che ha

deciso di sottrarre tempo al suo lavoro e alla sua famiglia

per rafforzare il legame tra Labico e la comunità rumena.

C’è Chiara Saracini, una ragazza straordinaria, che riesce a

conciliare studio, lavoro ed impegno sociale senza rinun-

ciare al sorriso e alla voglia di dare un po’ di vivacità alle

letargiche serate labicane. Infine, last but not least, non

poteva mancare Giulia, che con i suoi soli 20 anni ha già

fatto per Labico molto di più di tanti dinosauri della poli-

tica locale: si è impegnata con passione per la vittoria ai

referendum su acqua e nucleare, è la forza trainante di

molte iniziative organizzate dalle associazioni culturali

labicane. Senza dimenticare che, insieme all’impagabile

Eleonora, dà voce e volto alle scomode inchieste del TG

LOV. Con il coraggio e la determinazione che in pochi

possono vantare. Mi sento decisamente in ottima compa-

gnia.

Perché occuparsi di politica? Poli-

tica è un termine che – un po’

ingiustamente, se vogliamo – ha

assunto una connotazione esage-

ratamente negativa. Nel sentire

comune si associa a qualcosa di

sporco, di immorale, di furbo, di

arrogante. Spesso queste sensazioni sono ampiamente

giustificate dal comportamento di molti politici. Il diffuso

approccio superficiale fa il resto: si chiama generalizza-

zione. “Molti politici sono sporchi” diventa “tutti i politici

sono sporchi”, ergo “la politica è sporca”. Il paradosso di

questa semplificazione è che a trarne vantaggio sono

proprio quelli che fanno una brutta politica, perché il

consenso delle persone che vorrebbero qualcosa di più

corretto e pulito si disperde in mille rivoli tra annulla-

mento della scheda, astensione, voto di protesta e altro,

mentre gli altri, quelli che tengono in piedi il sistema sba-

gliato, vanno a votare il politico che dispensa piaceri,

clientele, favori. Fare politica diventa quindi complicatis-

simo, perché, a meno che non ci si voglia inserire nel

“sistema”, c’è bisogno di spiegare che – in qualche raro

caso – c’è la volontà davvero di mettersi al servizio della

collettività, senza voler sfruttare una posizione di potere

per agevolare gli affari propri o di qualche conoscente

(che diventerà sicuramente ri-conoscente…). E’ il caso

della nostra lista ed è di questo che voglio parlare. Voglio

uscire dal linguaggio tipico di chi fa politica e che di soli-

to consiste nell’ossessiva ripetizione del pronome “io”

seguito da mirabili gesta, in gran parte coniugate al futu-

ro: io farò, io costruirò, io spenderò, io garantirò. Cambio

pronome, uso la prima persona plurale, il “noi”, anzi vo-

glio parlare solo di chi mi sta vicino nella lista che trovate

su questo notiziario: userò la terza persona, singolare per

la lista e plurale per i candidati. Una bella lista. Già dalla

Il coraggio di essere coerenti

Il 6 e 7 maggio scegli

Maurizio SPEZZANO Candidato Sindaco

Tullio Berlenghi

Luciana Del Monte

Alberto Adriani

Giulia Lorenzon

Alberto Garbo Giovannoli

Chiara Saracini

Luana Sarcu