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ACLI VERONESI IL GIORNALE DELLEACLI DIVERONA -ASSOCIAZIONI CRISTIANE LAVORATORI ITALIANI N. 2 2015 Acli Veronesi n. 2/ 2015 - Poste Italiane s.p.a. - sped. In abb. Postale - D.L. 353/2003 (coinv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB PAG. 2 LE NOSTRE NOVITA’ PAG. 10 GRECIA, UNA COMUNITA’ DISPERSA PAG. 14 E 24 LE RUBRICHE “IL PENSIERO DI DON MAURIZIO” E “UN BUON TEMPO LIBERO” ANNI DI ACLI 7 0 leggi l’editoriale 1945

ACLI Veronesi - agosto 2015

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Il giornalino informativo delle Acli Provinciali di Verona

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ACLI VERONESIVERONESIIL GIORNALE DELLE ACLI DI VERONA - ASSOCIAZIONI CRISTIANE LAVORATORI ITALIANIN. 2 2015

Acli Veronesi n. 2/ 2015 - Poste Italiane s.p.a. - sped. In abb. Postale - D.L. 353/2003 (coinv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB

PAG. 2 LE NOSTRE NOVITA’

PAG. 10 GRECIA, UNA COMUNITA’ DISPERSA

PAG. 14 E 24 LE RUBRICHE “IL PENSIERO DI DON MAURIZIO” E “UN BUON TEMPO LIBERO”

ANNI DI ACLI70leggi l’editoriale1945

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ANNO VIII

NUMERO 2/2015

www.acliverona.it

SEDE ACLI VERONA:

via Interrato dell’Acqua Morta 22

37129 Verona

tel: 0458065512

Aut. Trib. di Verona n. 1188 del 12.12.1995

DIREZIONE E REDAZIONE:

via Scrimiari 24/A37129 Verona

tel: 0459275000

DIRETTORE RESPONSABILE:

Don Renzo Beghini

CONCEPT AND LAYOUT:

Francesca Oppici

[email protected]

STAMPA TIPOGRAFICA:

Cierre Grafi ca s.c.a.r.l. - Caselle di Somma-

campagna (Vr)

EDITORIALE

SOMMARIO

NEWS ACLI Uffi cio Progetti, p. 2Acli arte e Spettacolo, p. 4Acli Soc. Coop. A.r.l., p. 5Unione Sportiva, p. 6Enaip Verona p. 8

ATTUALITA’ Grecia, una comunità dispersa, p. 10Finalmente è estate, ma attenzione al caldo, p. 12

RUBRICHE Il pensiero di Don Maurizio, p. 14Parlano i circoli, p. 16Un buon tempo libero, p. 24

UN ESTRATTO DEL DISCORSO DI BOT-TALICO AL SANTO PADRE IN OCCA-SIONE DELL’UDIENZA PER I 70 ANNI:“(...) Le Acli sono presenti nelle grandi aree urbane così come nella provincia italiana fi n nei piccoli centri. In questi territori spesso incontrano quelle pe-riferie sociali verso cui è rivolta in par-ticolare la sollecitudine pastorale della Chiesa. (...) “Cristiani” e “lavoratori”: sono i tratti distintivi delle Acli. Inten-diamo continuare ad essere una pre-senza evangelizzatrice nel mondo del lavoro e nella società, pronti ad affron-tare le nuove sfi de che i cambiamenti impongono. Nei nostri settant’anni di storia abbiamo condiviso il cammino per il riscatto sociale e l’acquisizione dei diritti di cittadinanza dei lavoratori. Oggi siamo impegnati a promuovere una nuova cultura del lavoro, impron-tata ai principi della Dottrina sociale della Chiesa, in un’epoca in cui, come Lei ha ricordato nel discorso al Parla-mento europeo, «è necessario ridare dignità al lavoro». Un lavoro dignitoso garantisce un futuro per la propria fa-miglia e per i propri fi gli: non credia-mo che sia una richiesta assurda. E non possiamo nemmeno tollerare che oggi, soprattutto ai più giovani, sia offerto un “lavoro povero”, precario, mal remu-nerato, illegale: puro sfruttamento che nemmeno garantisce una esistenza de-corosa. Per questo l’impegno delle Acli per il lavoro si incrocia, in questi tempi di crisi profonda, con quello del con-trasto al progressivo impoverimento dei ceti medi lavoratori, delle famiglie e, insieme, alla lotta alla povertà. Un italiano su dieci, sei milioni di cittadini, sono al di sotto della soglia di povertà assoluta. La diminuzione dei redditi da lavoro, per chi li ha ancora, i tagli allo stato sociale, alle pensioni, alla sanità, prospettano una società che nei prossi-mi anni vedrà i pochi ricchi accrescere le loro ricchezze ed una maggioranza,

BOTTALICO PARLA DEI 70 ANNI DI ACLI

un intero popolo, di poveri. Abbiamo promosso, insieme a molte altre asso-ciazioni laiche e cattoliche, l’”Alleanza contro la povertà” per mettere un ar-gine a questo inaudito aumento delle disuguaglianze, per proporre uno stru-mento di inclusione sociale che sosten-ga chi è in diffi coltà, per non lasciare nessuno escluso. (...) Tuttavia guardia-mo al futuro con fi ducia e speranza, con la gioia del Vangelo, determinati ad andare controcorrente di fronte alle diffi coltà e alla delicatezza dell’attuale momento storico; determinati a dialo-gare con tutti gli uomini e le donne di buona volontà nel servizio ad una vita dignitosa per tutti. Ci proponiamo di essere sempre più una Associazione di laici cristiani con le porte aperte, parte di «una Chiesa “in uscita”» che annun-cia a tutti il Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo. Un’Associazione che co-struisce legami di comunità sui territo-ri; che forma laici cristiani e li prepara ad assumersi delle responsabilità nella società e nella politica, che guarda fuo-ri da se stessa per farsi capire e formu-lare proposte concrete, a servizio della comunità civile e della Chiesa. Molte cose sono mutate in questi settant’an-ni. Le Acli si rinnovano e cambiano per rispondere al meglio ai nuovi bisogni sociali, anche attraverso la nostra rete dei Servizi al cittadino. Ma rimane im-mutata la nostra anima associativa che ci fa essere fedeli al lavoratori, alla de-mocrazia, alla Chiesa. E che in questo tempo ci fa individuare nella attenzio-ne alle disuguaglianze la chiave di una lettura popolare della storia, illuminata dall’esperienza di fede, vissuta nella comunità cristiana, e fortifi cata dall’e-sempio di coloro che, come monsignor Oscar Romero, hanno dato la vita per i poveri e per il Vangelo.”

Gianni Bottalico, Presidente Acli Nazionale

I prossimi appuntamenti, p. 25

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Garanzia di tutela dei dati personali - I dati personali degli abbonati e lettori saranno trattati nel pieno rispetto delDlsg. 196/2003. Tali dati, elaborati elettronicamente, potranno essere utilizzati a scopo promozionale.

Come previsto dall’art. 7 del Dlsg. 196/2003 in qualsiasi momento l’interessato potrà richiedere la rettifi ca e la cancellazione dei propri dati scrivendo a: Acli Verona, via Interrato dell’Acqua Morta 22, 37129 Verona

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NUOVI BISOGNI E INSOSTENIBILITA’ DELL’ATTUALE MODELLO DI CRESCITA E SVILUPPO.

UFFICIO PROGETTI

La congiuntura economica e sociale degli ultimi anni non può che mettere in profon-da discussione l’attuale modello di crescita e sviluppo dove l’individualismo e la ricerca del massimo profi tto “la fanno da padrone” e pervadono non solo la sfera economica ma anche quella sociale, a scapito dell’etica, del capitale umano e relazionale. La logica dell’homo oeconomicus ha investi-to l’intero vivere in società, diventando sem-pre più spesso elemento centrale del siste-ma relazionale e valoriale e facendo perdere di vista l’importanza della reciprocità e del principio di equità. La straordinaria crescita materiale e la pos-sibilità di avere quasi tutto ciò che si vuole, infatti, si sono pagati in realtà con un inde-bolimento dei legami sociali e delle reti di appartenenza e il denaro e la ricchezza sono diventati il segno del valore non solo econo-mico ma anche sociale.Un sistema caratterizzato da tali meccanismi non può che essere traballante perché mina le radici stesse del vivere in comunità e, gli ultimi dati su povertà, disoccupazione e an-damento delle variabili economiche, rendo-no sempre più evidente la diffi coltà di prose-guire in questa direzione.A questo si aggiungono e si contrappongo-no poi i dati sullo spreco, che rifl ettono un altro tipo di crisi in atto: quella ecologica. Il pianeta, infatti, è sottoposto ad una forte pressione e non riesce a tenere il ritmo con il bisogno antropico di beni naturali che ormai ha superato il livello massimo che ne per-mette una rigenerazione sostenibile. Come esplicitato da Papa Francesco nel suo discorso all’apertura di Expo “il paradosso dell’abbondanza persiste ancora…si obbe-disce alla cultura dello spreco e non si con-

tribuisce ad un modello di sviluppo equo e sostenibile” ed è ora “necessario smettere di abusare del giardino che Dio ci ha affi dato perché ognuno possa godere dei sui frutti”.Tutto questo è ripreso anche nell’Enciclica, appena presentata al mondo, “Laudato Si’”, dove è sottolineata la necessità di “unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale” perché ”l’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme, e non potremo affronta-re adeguatamente il degrado ambientale, se non prestiamo attenzione alle cause che hanno atti nenza con il degrado umano e so-ciale”. In questo senso il Papa chiede all’umanità di “cercare solu zioni non solo nella tecnica, ma anche in un cam biamento dell’essere uma-no, perché altrimenti affronteremmo soltan-to i sintomi” e di impegnarsi per sviluppare “un modello circolare di produzione che as-sicuri risorse per tutti e per le generazioni future, e che richiede di limitare al massimo l’uso delle risorse non rinnovabili, modera-re il consu mo, massimizzare l’effi cienza dello sfruttamento, riutilizzare e riciclare”.Oggi più che mai questo tema è quindi mo-tivo di confronto e al centro di priorità d’azio-ne e diventa perciò importante lavorare nei territori per rispondere in modo concreto alle sollecitazioni che derivano dal particola-re momento storico e culturale in atto.In questa prospettiva operano anche le ACLI Provinciali di Verona che gestiscono e coor-dinano dal 2008 il progetto “R.e.b.u.s. – Re-cupero delle Eccedenze di Beni Utilizzabili Solidalmente”, che propone un modello soli-dale di gestione integrata dei rifi uti e si basa sulla compartecipazione di tutti i macro-set-tori all’implementazione di nuovi meccani-

IL PROGETTO R.E.B.U.S. COME BUONA PRATICA DA REPLICARE NEI TERRITORI.

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UFFICIO PROGETTI

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R.E.B.U.S. INFORMA SI PRESENTA A PADOVA

UFFICIO PROGETTI ACLI VERONA

Via Scrimiari, 24/A37129 Verona045 9275000uffi [email protected]

Il progetto R.e.b.u.s. InForma coordinato dall’Uffi cio Progetti delle Acli di Verona, è stato presentato al X Convegno Nazionale “La prevenzione nella scuola e nella comu-nità: rigenerare la qualità della vita”, organiz-zato dal Laboratorio Link del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializ-zazione dell’Università degli Studi di Padova, che si è tenuto dal 25 al 27 giugno 2015.Per l’occasione è stato preparato un poster dal team di lavoro composto da Martina Tommasi, Francesca Oppici e Maddalena Marcanti, in cui è stato spiegato il progetto informativo-formativo destinato ad alunni delle scuole primarie e secondarie e l’impat-to che ha avuto sulle classi coinvolte, riscon-trando molto successo tra i partecipanti.

smi di crescita e risposta al bisogno, orien-tati al Bene Comune e ad una sussidiarietà circolare.Con il coinvolgimento delle istituzioni pub-bliche, sulla base di procedure igienico-sa-nitarie concordate con l’Ulss 20 e attraverso una rete locale di solidarietà, che coinvolge circa 100 enti caritativi nei territori di Vero-na, Vicenza, Mantova, Padova, Bergamo e Brescia, è così possibile recuperare da pro-duttori agricoli, mercati ortofrutticoli, mense scolastiche, aziendali e supermercati, oltre 1.500.000 kg annui di eccedenze alimenta-ri (per un valore di oltre 1.800.000 euro) da destinare a soggetti in condizione di biso-gno e diffi coltà. Grazie al recupero le associazioni (mense per i poveri, case accoglienza, gruppi ca-ritativi…) arrivano a coprire, in alcuni casi, fi no al 70% del loro fabbisogno di alimenti, riducendo così i costi di approvvigionamen-to e potendo investire le risorse risparmiate nell’implementazione dei servizi di accom-pagnamento e supporto alle persone in diffi coltà seguite. Ma il vantaggio è anche per le aziende che, grazie alla partecipazio-ne al progetto, oltre a realizzare un’azione

di responsabilità sociale, possono ottenere vantaggi fi scali, una riduzione sulla tassa di igiene ambientale (se operative nel Comune di Verona) ed ottimizzare gli approvvigiona-menti grazie all’elaborazione dei dati sul re-cupero.Per prevenire lo spreco e stimolare la comu-nità ad adottare di stili di vita sostenibili e so-lidali, le Acli hanno inoltre attivato da tre anni il progetto “R.e.b.u.s. InForma”, un progetto formativo-informativo proposto nelle scuole e in eventi pubblici che ha visto coinvolti fi no ad oggi oltre 1300 alunni.

di Martina TommasiResponsabile Uffi cio Progetti

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Giovedì 18 giugno alle ore 16.30 si è con-cluso con la messa in scena “Spleen 3rd section” di Charles Baudelaire il laboratorio teatrale “Bagliori ai margini”, tenuto da Rena-to Perina e realizzato nella Casa Circondaria-le di Montorio nel periodo novembre 2014 – giugno 2015.

Il progetto teatrale, gestito e fi nanziato attra-verso il 5x1000 dalle Acli Provinciali di Vero-na con il prezioso supporto della “Garante dei diritti delle persone private della liber-tà personale” Margherita Forestan, ha visto coinvolti, in questo secondo anno di repli-ca, attori/detenuti della terza sezione che, in quest’occasione, all’interno della struttura penitenziaria, hanno messo in scena la rap-presentazione alla quale hanno potuto assi-stere trenta altri detenuti della loro sezione e dieci persone esterne che la struttura ha per-messo di far entrare come pubblico, dopo aver ricevuto le generalitá di ciascuno.

L’esperienza, che si traduce in un percorso che intende intrecciare la particolare dimen-sione umana della detenzione con la pratica teatrale promuovendo l’ispirazione creativa e drammaturgica dei detenuti, ha rappre-sentato un ulteriore strumento per la riedu-cazione al fi ne di evitare la recidiva.

Diretti da Renato Perina, con immagini a cura di Lara Perbellini, Stefano Zampini e lo stesso

regista, sono andati in scena sette detenuti, che si sono occupati anche dell’allestimento dell ‘altare della cappella carceraria trasfor-mata per l’occasione in un palcoscenico di teatro, con quinte nere come fondo, fari, telo di proiezione video, mixer luci, tulle etc.

Ad aprire lo spettacolo, la proiezione di un piccolo documentario che riassume gli otto mesi di laboratorio, con il quale il pubblico ed i ragazzi hanno potuto comprendere il percorso, gli scontri, le diffi coltá, la fatica, le risate e la loro crescita espressiva: in voce, mimica e interpretazione. Al termine della rappresentazione teatrale scoppiano gli applausi, tra commozione e risa loro e del pubblico: lo spettacolo è pia-ciuto, ha colpito nel segno. Per la prima volta i ragazzi si sono sentiti capaci e si sono vi-sti sotto una nuova luce; chi ha assistito allo spettacolo ha riconosciuto dei bravi inter-preti e non dei pezzi di cronaca. La settimana successiva allo spettacolo, Ro-berto Perina e Lara Perbellini hanno avuto modo di partecipare, assieme ai detenuti ed alla garante dei diritti delle persone private della libertà personale, ad un piccolo rinfre-sco, per sentire i pensieri e le emozioni sedi-mentate ed è stato consegnato a ciascuno di loro una poesia e delle foto del laboratorio teatrale. Sono stati raggiunti poi dalla Diret-trice del carcere, la quale ha stretto le mani a tutti, si è complimentata ed ha proposto di riproporre lo spettacolo a settembre per un pubblico di esterni: “la città potrà entrare a vedervi”, lasciando il gruppo senza parole per la felicità.

ACLI ARTE E SPETTACOLO

ACLI ARTE E SPETTACOLO

Via Scrimiari, 24/A37129 Verona045 [email protected]

“SPLEEN 3RD SECTION” CONCLUDE CON SUCCESSO

IL LABORATORIO TEATRALE IN CARCERE

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La questione della sicurezza sul lavoro è mol-to spesso sottovalutata anche in settori nei quali il pericolo è, comunque, sotto gli oc-chi di tutti (edilizia, industria chimica ecc..). Nell’ambito del lavoro domestico rischia di passare ancor più sotto silenzio ma così non deve essere. Sono molti gli incidenti che possono capitare in casa sia quando si lavo-ra come colf, occupandosi della pulizia della casa o di altri lavori domestici (es stiratura, preparazione dei pasti) sia quando si forni-sce assistenza alle persone, soprattutto se queste ultime non sono autosuffi cienti (il la-voro delle assistenti familiari “badanti”). Per questo motivo, il contratto nazionale di la-voro, cui le Acli si riferiscono, parla esplicita-mente, all’art 27, della tutela delle condizioni di lavoro e dice che il datore di lavoro deve “-garantire la presenza sull’impianto elettrico di un adeguato interruttore differenziale (il «salvavita»);-informare la colf circa eventuali rischi esistenti nell’ambiente di lavoro, rela-tivi anche all’uso delle attrezzature ed all’e-sposizione a particolari agenti chimici, fi sici e biologici”. Pertanto, quando si assume una persona, è necessario verifi care insieme a lei se ci sono situazioni che potrebbero costitu-ire un pericolo, informarla dei principali di-spositivi di sicurezza esistenti, assicurarsi che siano disponibili in casa semplici dispositivi di protezione (guanti, mascherine ecc..).E’ importante, inoltre, sottolineare che il datore di lavoro domestico ha l’obbligo di effettuare tutto ciò che è in suo potere per evitare l’insorgere di possibili incidenti, fa-cendo in modo che l’ambiente di lavoro (la casa) sia il più possibile scevro da pericoli. E’ bene verifi care, ad esempio, che la scala comunemente usata per determinate pulizie sia solida e provvista dei piedini antisdruc-ciolo, che gli elettrodomestici da utilizzare siano in buone condizioni e non presentino anomalie (ad esempio fi li o spine danneg-

ACLI VERONA SOC. COOP. A.R.L.

LA TUTELA DELLE CONDIZIONI DI LAVORO

ACLI VERONA SOC. COOP. A.R.L.

Via Interrato dell’Acqua Morta, 2237129 Verona045 8065553

giate), che determinati prodotti chimici siano contenuti in appositi contenitori ben ricono-scibili in modo da evitarne un uso improprio. Laddove ci sono persone da assistere, ma-gari in condizioni di salute precarie, i rischi per la sicurezza sia dei lavoratori sia degli assistiti sono maggiori e sono spesso colle-gati alla necessità di aiutare persone malate o disabili negli atti della vita quotidiana (al-zarsi e coricarsi, vestirsi, lavarsi ecc.). Anche in questo caso, semplici accorgimenti sono particolarmente effi caci a scopo preventivo. Ad esempio, è importante eliminare i tappe-ti (o fare in modo che siano fi ssati in modo da impedire lo scivolamento), curare una buona illuminazione di tutti gli ambienti e facilitare il raggiungimento degli interruttori, evidenziare la presenza dei gradini, instal-lare alcuni ausili (es il maniglione in bagno) che facilitano la stabilità della persona. Se ci si avvale di alcune strumentazioni partico-lari, quali ad esempio il sollevatore (per le persone allettate) è necessario che venga-no impartite al lavoratore le istruzioni per un corretto utilizzo. Da ultimo, è bene ricordare che tutte le azioni effettuate per garantire la tutela dei lavoratori si traducono nell’oppor-tunità di rendere più sicuro l’ambiente di vita della famiglia con particolare attenzione alle persone più deboli.

di Paola Dal DossoDirettrice Cooperativa

Acli di Verona Soc. Coop.

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APRE A VERONA IL FOOTGOLFPARK, IL PARADISO DEL FOOTGOLF.

UNIONE SPORTIVA

È nato a Verona il Footgolfpark, il primo campo ad hoc su cui praticare il fo-otgolf, il gioco che sta spopo-

lando in Italia, ovvero un mix di golf e calcio: si gioca calciando un normale pallone, cer-cando di andare in buca nel minor numero di colpi possibili. Il Footgolfpark è il primo luogo in Italia costruito per la sua pratica ed è stato aperto a metà giugno a cavallo dei comuni di San Martino Buon Albergo e Lava-gno, località Busolo, in via Santa Croce 2 (per informazioni e prenotazioni 345-1616317).

Fino ad oggi chi voleva giocare a footgolf poteva farlo sui percorsi ricavati all’interno di alcuni campi da golf, nei giorni e negli ora-ri concessi dai golf club. Ora, invece, grazie all’investimento di Ugo Vigliani, imprendi-tore nel campo dei pellami, esiste un luogo sempre aperto studiato appositamente per il footgolf. Vigliani, che sta lavorando a que-sto progetto dal 2011, ha visitato oltre 30 strutture simili in tutta Europa, innovando la formula secondo il “gusto” italiano.

Il Footgolfpark ha anche una felicissima po-sizione, sorgendo sulla statale che collega la strada Porcilana a Zevio, a quattro minuti dal casello di Verona Est, quindi facilmen-te raggiungibile. Si tratta di oltre 15 ettari di erba verdissima su cui sono stati ricavati due percorsi da 18 buche: il “Fun”, dedicato ai più piccoli ma divertente anche per i più grandi, e il “Master”, un percorso più lungo e impegnativo con avvincenti sfi de di abilità che non si trovano nei percorsi dei campi da golf. Quest’ultimo è attualmente in fase di al-lestimento.

Buche volanti, tiri dalla collinetta, tubi in cui far passare i palloni e incroci dei pali da cen-trare: c’è davvero di tutto il possibile per sti-molare la voglia di divertirsi delle famiglie e di tutti quelli che non hanno mai perso l’in-nata voglia di calciare un pallone.

Entusiasta per il risultato è proprio l’ideato-re, Ugo Vigliani: “Il Footgolfpark non sarà mai qualcosa di statico, ci interessano tutte innovazioni legate allo sport e al tempo libe-ro. Già operativo il campo Fun, a breve par-tirà il Master e non fi nisce qui: con il tempo i nostri visitatori troveranno tantissimi giochi. Posso anticipare che ci sarà, per esempio, un campo da “bubble football”, gli enormi pal-loni gonfi abili in cui i giocatori si infi lano per una esilarante partita a calcetto ed altri gio-chi che vi sorprenderanno, come il fantastico Green Volley. Stiamo ancora lavorando per terminare la ristrutturazione di una corte del 1300 che ospiterà la club house, il ristorante e il bar, ma siamo già in grado di offrire una ristorazione leggera e “originale”.

Vigliani insiste molto sul concetto di “diver-timento” troppo spesso trascurato nel serio-so mondo adulto: “Ho creato una vera start up innovativa a 360 gradi che farà di tutto per rendere il gioco ed il tempo libero delle persone più gustoso e bello. Ce ne sarà per tutti, sportivi e non, grandi e piccoli perché la nostra fi losofi a è: “l’uomo non smette di giocare perché invecchia ma invecchia per-ché smette di giocare”.

Vigliani, già pronto a realizzare il parco in altre parti d’Italia e del mondo, ha voluto affi dare la gestione della sua creatura alla società sportiva dilettantistica Footgolfpark, affi liata ad UsAcli e presieduta da Piercarlo Roi, fi gura di riferimento nel mondo Acli.

Per informazioni: www.footgolfpark.it

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UNIONE SPORTIVA ACLI VERONA

Via Scrimiari, 24/A37129 Verona045 [email protected]

UNIONE SPORTIVA

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ENAIP

Padova, martedì 16 giugno 2015. Proclama-ti oggi i vincitori del concorso “I makers dei CFP: intelleggiamo con le mani”, promosso dall’Ente Bilaterale regionale per la Forma-zione professionale (Ebirfop). L’iniziativa, ri-volta agli enti di formazione professionale del coordinamento di Forma Veneto, ha visto gli studenti di 32 centri in sfi da nella proget-tazione di un prodotto originale, innovativo e realizzabile... E perché no, in un prossimo futuro, anche da lanciare sul mercato.Primi classifi cati gli allievi del centro di for-mazione Enaip Veneto di Verona che si ag-giudicano l’ambito premio di 30 mila euro con il progetto “Remind baby safe”, un siste-ma innovativo per la sicurezza e l’incolumità dei bambini trasportati in auto.Al secondo posto un altro centro Enaip, quello di Bassano (Vicenza), che vince 20 mila euro grazie all’ideazione di una “app” per la promozione del territorio dell’alto-piano di Asiago che valorizza il legame tra storia e gastronomia, anche in occasione del centenario della Grande Guerra. Terzo posto e premio da 10 mila euro per il centro di for-

CONCORSO REGIONALE EBIRFOP: VINCE IL CENTRO DI VERONA!

mazione “Lepido Rocco” di Motta di Livenza (Treviso) grazie a “Sally Project”, un prototi-po di veicolo a propulsione esclusivamente elettrica che potrà prestarsi in futuro anche alla sperimentazione di una propulsione ibrida.Le tre idee vincitrici sono state selezionate tra le 35 presentate e provenienti da tutta la regione, per un totale di 99 classi parteci-panti e oltre 1.800 studenti coinvolti.Oggetto del bando del concorso per l’anno scolastico 2014-2015, la realizzazione di pro-getti particolarmente originali che fossero il risultato e la sintesi dei percorsi di “apprendi-mento per competenze” e che prevedesse-ro la collaborazione tra almeno due classi di diversi indirizzi professionali. A tutte queste caratteristiche meglio ha saputo rispondere il centro Enaip di Verona. Alla realizzazione del progetto “Remind baby safe” hanno la-vorato ben 93 studenti di 5 classi di 4 dif-ferenti indirizzi: amministrativo segretariale, elettronico, elettrico e servizi di vendita. Un vero e proprio lavoro in team, che ha porta-to alla messa a punto del “sistema RBS”: un

PRIMO PREMIO CON IL PROGETTO “REMIND BABY SAFE”

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ENAIP VENETO sede di Verona

Via Bencivenga Biondani, 137133 Verona045 [email protected]

SPETTACOLO TEATRALE “LA CLASSE - TEATRO MUSICA DANZA”

dispositivo “salva bimbi” delle dimensioni di un comune telecomando apri cancello, che, attraverso un ricevitore e un trasmettitore, ricorda grazie a un segnale acustico la pre-senza di un bambino seduto sul seggiolino dell’auto. Un’esperienza che ben si colloca nella didattica per “compiti e problemi rea-li”, che da anni è il punto di forza della for-mazione, strettamente fi nalizzata al lavoro, di Enaip Veneto. Ad affi ancare gli studenti nell’ideazione del progetto e a sostenere la realizzazione del prodotto l’azienda verone-

se ALS (Advanced logic system) di Gio-vanni Parenzan.Ebirfop è l’Ente Bilaterale senza fi ni di lu-cro per la Formazione professionale che ha lo scopo di promuovere e sostenere ini-ziative in materia di formazione continua e permanente, sono soci fondatori: Forma Veneto, Cenfop Veneto e le organizzazioni regionali del Veneto dei sindacati dei la-voratori Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals-Confsal.

Far rappresentare a degli studenti uno spet-tacolo sulla scuola, oggi, signifi ca mettere in scena delle inquietudini. Perché mai come in questi tempi la scuola si fa carico, forse ingiustamente, di questioni che non la do-vrebbero riguardare. Uno studente, scriveva Pennac, non va mai a scuola da solo, ma dentro il suo zaino porta sempre la vergogna, la rabbia, la frustazione, i magoni, i problemi familiari, la solitudine. E la scuola deve riuscire a mettere ordine in questo magma di emotività e tensioni. Partendo da una domanda apparentemen-te semplice “perché io vengo a scuola”, la Compagnia d’Arte dell’Enaip ha dato corpo a questa complessità, toccando temi scabro-si come il bullismo, i diritti di uno studente, le delusioni degli insegnanti, ma anche le go-liardate, la vitalità e soprattutto le speranze di chi crede ancora che la scuola possa esse-re un luogo di bellezza e di “salvezza”.Teatro, danza, musica e video sono stati i linguaggi che anche quest’anno si sono in-trecciati per divertire il pubblico e al tempo stesso offrire spunti di rifl essione.

 “La classe”, 5 giugno 2015 - Teatro Santa Te-resa di Verona  laboratorio teatrale e regia di Mirco Cittadini (Cooperativa Sociale Aribandus); laborato-rio musicale di Mauro Falsarolo (Associazio-ne Tuntuncià); coreografi e e coordinamento didattico di Federica Stefanoni.

Foto tratte dallo spettacolo

ENAIP

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Caso Grecia, dov’è fi nito il progetto europeo di solidarietà?

Fra i tanti Paesi colpiti dalla crisi, la Grecia risulta forse quello maggiormente destabi-lizzato. Gli equilibri politici e sociali sono or-mai fortemente incrinati e se il piano di aiuti della Troika (organismo di controllo infor-male composto da Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Inter-nazionale nato per occuparsi dei piani di sal-vataggio per far fronte alla crisi economica europea) si è dimostrato un’arma a doppio taglio, con ripercussioni negative molto forti sul piano sociale, questo terzo nuovo piano di aiuti, varato a seguito del referendum del 5 luglio scorso, non sembra migliorare le cose.

Forse per alcuni mesi si permetterà alla Gre-cia di rimanere a galla ma, le pesanti condi-zioni che sono state poste in cambio, molto probabilmente si tradurranno, in un futuro molto vicino, in ulteriore aumento della po-vertà e dell’insicurezza sociale.

Il problema è che questa è una crisi così complessa, che fonda le sue radici in scel-te politiche errate, mancato controllo e di-

sattenzione che, riprendendo le parole del Presidente Nazionale delle Acli Gianni Bota-nico, “hanno reso irriconoscibile il progetto europeo delle origini, dando una priorità as-soluta e insensata agli interessi della fi nanza internazionale, a scapito della dignità del la-voro e della democrazia”. Quindi non si può pensare di individuare una soluzione solo attraverso piani di austerità e controllo che attivano circoli viziosi senza uscita e come ri-sultato provocano un impoverimento gene-rale diffuso.

Una crisi essenzialmente radicata nel mondo della fi nanza trova infatti piena ripercussione nell’economia reale e quindi nella vita delle fasce più povere e vulnerabili della popola-zione. Lo scenario ellenico, dove il disagio emerge in tutta la sua forza attraverso disoccupazio-ne record (triplicata nell’arco di quattro anni), fame (il 63,7% delle famiglie dichiara di aver ridotto le spese per l’alimentazione), malnu-trizione (il 36,5% delle famiglie ammette che ormai acquista solo prodotti di qualità infe-riore), sviluppo di malattie croniche (il 27%

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GRECIA,

Foto tratte da ilfattoquotidiano.it e www.investireoggi.it

UNA COMUNITA’DISPERSA

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della popolazione non può accedere ai ser-vizi sanitari) e mortalità infantile (aumentata del 43% dall’inizio della crisi), mostra chiara-mente come ci si trovi di fronte ad una crisi integralmente umana dove ad essere forte-mente compromesso non è solo il sistema economico ma il benessere della comunità nel suo complesso.

Non si tratta allora semplicemente di trovare soluzioni in risposta al malfunzionamento di questo sistema politico ed economico ma è necessario un vero e proprio cambio di rotta che, come detto da Papa Francesco, ponga “la dignità umana al centro di tutte le scelte” perché “senza la ferma decisione di rivede-re e riformare l’intero sistema si riafferma un dominio assoluto della fi nanza che non ha futuro e che potrà solo generare nuove crisi dopo una lunga, costosa e apparente cura”.

Riprendendo sempre le parole del Papa nella sua esortazione apostolica Evangelii gaudium è allora fondamentale “dire no a un’economia dell’esclusione e della iniquità. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assi-derato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in Bor-sa. Questo è esclusione. Non si può più tol-lerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre la fame. Questo è iniquità. Oggi tutto entra nel gioco della competitivi-tà e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole. Come conseguenza di questa situazione, grandi masse di popo-lazione si vedono escluse ed emarginate: senza lavoro, senza prospettive, senza vie di uscita”.

Per chi dovesse recarsi in Grecia, di seguito sono riportati alcuni consigli, tratti dal ser-vizio della Farnesina “Viaggiare Sicuri” e da alcuni quotidiani:1) Partire con i contanti.Il Corriere della Sera consiglia agli italiani in partenza per Atene o le isole dell’Egeo di “fare come una volta”: portarsi dietro i con-tanti, tutti quelli necessari a coprire l’intero soggiorno. Il limite massimo è di 10mila euro

a persona. I turisti (titolari di carte emesse al di fuori della Grecia) potranno prelevare e pagare normalmente, ma è probabile che al-bergatori e negozianti preferiscano il paga-mento in contanti per non correre il rischio di incrementare il proprio conto corrente con il pagamento virtuale.2) Verifi care la regolarità di navi, scali e ser-vizi.Sul sito “Viaggiare Sicuri” la Farnesina ha pubblicato un aggiornamento sulla situazio-ne greca, in cui si invitano i turisti italiani a verifi care la regolarità di alcuni servizi (porti, aeroporti, ferrovie, banche, ospedali, ecc.).3) Fare attenzione a eventuali manifestazio-ni.Prestare attenzione a eventuali avvertenze delle autorità greche ed evitare luoghi di possibili assembramenti nelle maggiori città del Paese. Ad Atene le manifestazioni si svol-gono tradizionalmente in piazza Syntagma (davanti al Parlamento), in piazza Omonia e dintorni, nel quartiere di Exarchia e vicino al Politecnico, in prossimità del Museo archeo-logico.

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Temperature record, caldo eccessivo: ecco come proteggere i nostri cariIl caldo ci coglie alla sprovvista tutti gli anni. All’improvviso la temperatura sale, il disagio aumen-ta, soprattutto per i soggetti più delicati come bambini, anziani e animali domestici, sempre più parti integranti delle famiglie, e il caldo può diventare pericoloso per la salute. Difenderli dal cal-do eccessivo è la prima forma di prevenzione per evitare disturbi fastidiosi e pericolosi.

Cosa fare?1. Farli bere in abbondanza. Acqua ed even-tualmente succhi di frutta, evitando le bibite gassate e quelle ghiacciate.2. Vestire i bambini con abiti leggeri, lascian-do la pelle scoperta.3. Aumentare il consumo di frutta e verdura, che aiutano a reintegrare anche i sali minera-li e preparare cibi leggeri.4. Proteggere la pelle dei bambini con cre-me solari, anche in città (in caso di arrossa-

FINALMENTE E’ ESTATE MA ATTENZIONE AL CALDO!

Foto tratta da urbanpost.it

menti e macchioline rosse, fare dei bagnetti con l’amido).5. Proteggere la testa dei bambini dal sole diretto con cappellini e gli occhi con occhiali da sole.6. Coprirli con un giacchino o una maglia quando si entra in un locale climatizzato.7. Mangiare gelati alla frutta, preferibilmente lontani dai pasti.8. Evitare di stare al sole nelle ore più calde della giornata, cioè dalle 12 alle 18.00. 9. Evitare di tenere i bambini troppo tempo in macchina e di esporli direttamente all’aria condizionata, con pericolosi sbalzi improvvi-si di temperatura.10. Non tenere accesa l’aria condizionata per molte ore e con il fl usso di aria fredda diret-tamente sul corpo (non mettere in funzione il condizionatore senza aver pulito i fi ltri).

BAMBINI

Tratto da www.deabyday.tv

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BAMBINI

ANZIANI

Cosa fare?1. Evitare di uscire nelle ore più calde della giornata, ovvero dalle 12 alle 18.00.2. Arieggiare l’ambiente dove si vive, anche utilizzando un ventilatore, facendo attenzio-ne a non esporsi alla ventilazione diretta. 3. Bere molti liquidi, almeno un litro e mezzo al giorno, per reintegrare le perdite quotidia-ne di sali minerali. Evitare bevande alcoliche, gassate, troppo zuccherate e troppo fredde e non eccedere con caffè o the.4. Consumare pasti leggeri preferendo pa-sta, frutta, verdura, gelati alla frutta ed evitate cibi grassi e piccanti.5. Tenere il capo riparato dal sole. Attenzio-

ne a non esporsi al sole in modo prolungato. Se, in seguito ad un’eccessiva esposizione, dovesse insorgere mal di testa, è importante fare impacchi con acqua fresca per abbassa-re la temperatura corporea. 7. È opportuno indossare abiti leggeri, non aderenti, di colore chiaro e tessuti naturali perché le fi bre sintetiche ostacolano il pas-saggio dell’aria. 8. Non interrompere le terapie mediche, né sostituire i farmaci che si assumono abitual-mente, di propria iniziativa. Per ogni even-tuale modifi ca delle cure che si stanno se-guendo, consultare sempre il medico. 9. Non restare all’interno di automobili par-cheggiate al sole.10. Se possibile, è consigliabile andare in va-canza in località collinari o termali. 11. Per familiari, amici e vicini di casa dei nostri insostituibili ‘nonni’: non lasciateli soli! Aiutateli per le necessità quotidiane: vale sempre, ma ancora di più in questi momenti critici, in cui questi ‘nonni’ non possono usci-re di casa per gran parte della giornata.

CANI

Cosa fare?1. Mettere sempre a disposizione del nostro cane tanta acqua fresca.2. Non lasciarlo mai incostudito in auto, an-che se parcheggiata all’ombra, o legato in-luoghi caldi o al sole. 3. Evitare passeggiate nelle ore più calde. Se manifesta i sintomi del colpo di calore, bagnargli subito la testa, il collo, le ascelle, i cuscinetti con acqua fresca. Consultare un veterinario il prima possibile.4. Non tosarlo! Il pelo funge da isolante e gli consente di mantenere una temperatura co-stante, rendendolo meno soggetto a colpi di calore e all’attacco di parassiti.

5. Ispezionagli spesso il pelo per individuare la presenza di eventuali parassiti o delle spi-ghe delle graminacee.6. Mantieni inalterata la sua alimentazione. Fai attenzione a non lasciare residui di cibo nelle ciotole perchè il caldo favorisce la pro-liferazione di batteri negli alimenti e può causare gravi problemi di salute all’animale.7. Durante le passeggiate, presta attenzione affi nchè non ingerisca nulla (purtroppo ci sono molti bocconi avvelenati) e in monta-gna ricordati che un pericolo sono le vipere: in caso di morso recati immediatamente da un veterinario.8. Per viaggiare in Europa il cane ha bisogno del passaporto europeo, richiedibile presso il Servizio Veterinario della propria ASL. Pri-ma di partire porta il cane dal veterinario per controllare la sua salute ed effettuare le vac-cinazioni necessarie.9. Per lunghi viaggi in auto, nave e areo som-ministragli dei tranquillanti (con dosaggio e modalità ordinati dal veterinario) affi nchè non subisca traumi.

Tratto da www.panorama.it

Tratto da portale.comune.verona.it

Foto tratta da www.romacapitalenews.it

Foto tratta da www.noinonni.it

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Rubrica: Il pensiero di Don Maurizio

Sabato 23 maggio in udienza privata in sala Nervi sua santità Papa Francesco ha incon-trato le ACLI nel 70° dalla sua fondazione. E’ stato un incontro che ha coinvolto più di settemila aclisti da tutta Italia ed è stato per tutti una sosta importante per una ricarica spirituale notevole grazie proprio al pen-siero di Papa Bergoglio che ha posto la sua rifl essione su temi sociali, in particolare sul valore del lavoro. Il santo Padre parte dalla considerazione “dell’estendersi della precarietà, del lavoro nero e del ricatto malavitoso che fa speri-mentare, soprattutto tra le giovani generazio-ni, che la mancanza del lavoro toglie dignità, impedisce la pienezza della vita umana e re-clama una risposta sollecita e vigorosa. Oc-corre una risposta sollecita e vigorosa contro questo sistema economico mondiale dove al centro non ci sono l’uomo e la donna ma c’è un idolo, il dio-denaro. E’ questo che co-manda! E questo dio-denaro che distrugge, e provoca la cultura dello scarto: si scartano i bambini, perché non si fanno: si sfruttano o si uccidono prima di nascere; si scartano gli anziani, perché non hanno la cura dignitosa,

non hanno le medicine, hanno pensioni mi-serabili… E adesso, si scartano i giovani. Pen-sate, in questa terra tanto generosa, pensate a quel 40%, o un po’ di più, di giovani dai 25 anni in giù che non hanno lavoro: sono ma-teriale di scarto, ma sono anche il sacrifi cio che questa società, mondana e egoista, offre al dio-denaro, che è al centro del nostro si-stema economico mondiale.”Davanti a questa cultura dello scarto,il Papa ci ha invitato a realizzare un sogno che vola più in alto. “ Dobbiamo far sì che, attraverso il lavoro – il «lavoro libero, creativo, parte-cipativo e solidale» (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 192) – l’essere umano esprima ed accresca la dignità della propria vita. E ana-lizza questi quattro passaggi : “Il lavoro libero. La vera libertà del lavoro si-gnifi ca che l’uomo, proseguendo l’opera del Creatore, fa sì che il mondo ritrovi il suo fi ne: essere opera di Dio che, nel lavoro com-piuto, incarna e prolunga l’immagine della sua presenza nella creazione e nella storia dell’uomo. Troppo spesso, invece, il lavo-ro è succube di oppressioni a diversi livelli:

Le Acli da Papa Francesco

14 Le tre ragazze in servizio civile

Papa Francesco parla della crisi economica e spirituale del Paese ed esorta le Acli ad essere fedeli ai poveri

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dell’uomo sull’altro uomo; di nuove orga-nizzazioni schiavistiche che opprimono i più poveri; in particolare, molti bambini e molte donne subiscono un’economia che obbliga a un lavoro indegno che contraddice la crea-zione nella sua bellezza e nella sua armonia. Il lavoro creativo. Ogni uomo porta in sé una originale e unica capacità di trarre da sé e dalle persone che lavorano con lui il bene che Dio gli ha posto nel cuore. Ogni uomo e donna è “poeta”, capace di fare creatività. Poeta vuol dire questo. Ma questo può av-venire quando si permette all’uomo di espri-mere in libertà e creatività alcune forme di impresa, di lavoro collaborativo svolto in co-munità che consentano a lui e ad altre perso-ne un pieno sviluppo economico e sociale. Non possiamo tarpare le ali a quanti, in par-ticolare giovani, hanno tanto da dare con la loro intelligenza e capacità; essi vanno libe-rati dai pesi che li opprimono e impediscono loro di entrare a pieno diritto e quanto prima nel mondo del lavoro. Il lavoro partecipativo. Per poter incidere nella realtà, l’uomo è chiamato ad esprime-re il lavoro secondo la logica che più gli è propria, quella relazionale. La logica relazio-nale, cioè vedere sempre nel fi ne del lavoro il volto dell’altro e la collaborazione respon-sabile con altre persone. Lì dove, a causa di una visione economicistica, come quella che ho detto prima, si pensa all’uomo in chiave egoistica e agli altri come mezzi e non come fi ni, il lavoro perde il suo senso primario di continuazione dell’opera di Dio, e per que-sto è opera di un idolo; l’opera di Dio, inve-ce, è destinata a tutta l’umanità, perché tutti possano benefi ciarne.Il lavoro solidale. Ogni giorno voi incontrate persone che hanno perso il lavoro, o in cer-ca di occupazione. E prendono quello che capita. Quante persone in cerca di occupa-zione, persone che vogliono portare a casa il pane: non solo mangiare, ma portare da mangiare, questa è la dignità. Il pane per la loro famiglia. A queste persone bisogna dare una risposta.” Infi ne Papa Francesco ha toccato brevemen-te tre aspetti.

“1. Oggi molti giovani si spostano per cer-care un lavoro adeguato ai propri studi o per vivere un’esperienza diversa di professiona-lità: vi incoraggio a sostenerli nel loro per-corso, ad offrire il vostro supporto per il loro inserimento. Nei loro occhi potete trovare un rifl esso dello sguardo dei vostri padri o dei vostri nonni che andarono lontano per lavorare. 2. Il tema della lotta alla povertà e quello dell’impoverimento dei ceti medi.. Basta un niente oggi per diventare poveri: la perdita del lavoro, un anziano non più autosuffi cien-te, una malattia in famiglia, persino – pensate il terribile paradosso – la nascita di un fi glio: ti può portare tanti problemi, se sei senza la-voro. 3. E infi ne, ma non per importanza, il vostro impegno abbia sempre il suo principio e il suo collante in quella che voi chiamate ispi-razione cristiana, e che rimanda alla costante fedeltà a Gesù Cristo e alla Parola di Dio, a studiare e applicare la Dottrina sociale della Chiesa nel confronto con le nuove sfi de del mondo contemporaneo.” Facciamo nostro il pensiero del Papa: ha esortato ACLI ad essere luogo di incontro e di servizio ad ogni persona che porta in se la bellezza del progetto di Dio, e che gra-zie al lavoro vive ed esercita la sua genuina dignità.

Don Maurizio Guarise,Accompagnatore spirituale Acli Provinciali

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Rubrica: Parlano i circoli..

“Oggi sono stato in una stazione ferroviaria e ho scoperto che la distanza che separa i due binari è di 143,5 centimetri, o di 4 piedi e 8,5 pollici. Perché una misura tanto assurda? Per-ché all’inizio, allorché costruirono i primi va-goni ferroviari, usarono gli strumenti utilizzati per la costruzione delle carrozze. Ma perché tra le ruote delle carrozze c’era questa distan-za? Perché le vecchie strade erano state co-struite per questa misura, e solo così le vetture potevano percorrerle. Chi aveva deciso che le vie dovevano essere realizzate sulla base di questa misura? Qui dobbiamo andare ad un passato molto remoto: lo decisero i Ro-mani, i primi grandi costruttori di strade. Per quale ragione? I carri da guerra erano trainati da due cavalli e mettendo accanto uno all’al-tro gli animali di razza impiegati a quell’epo-ca, essi occupavano 143,5 centimetri. Perciò la distanza fra binari che ho visto oggi, utiliz-zati per il nostro modernissimo treno ad alta velocità, è stata stabilita dai romani.” (Coelho P., Lo Zahir, Bompiani, Milano, 2005, p. 135)

Ho individuato in questo scritto di Coe-lho un punto di partenza, originale ma ap-propriato, per provare a sviluppare una breve rifl essione sul percorso di progetta-zione sociale che le Acli nazionali hanno proposto a Verona nella tarda primavera di quest’anno (aprile-maggio), rivolto ad un ristretto gruppo di Responsabili di Circo-lo e della struttura associativa provinciale.

A questo punto sicuramente qualcuno avrà iniziato a chiedersi cosa centrino la lar-ghezza di un binario di una ferrovia con la progettazione sociale. Probabilmente nul-la da un punto di vista tecnico, molto inve-ce da un punto di vista ideale, perché sot-tendono concetti diametralmente opposti, che proverò a spiegare in quattro punti.

Primo punto: il passaggio letterario mette in luce come l’agire in base ad idee preco-

stituite, risalenti addirittura agli antichi Ro-mani, il non aprirsi al nuovo, possa creare situazioni paradossali che impattano sulla nostra realtà, non propriamente la stessa dei Romani. Il progettare nel sociale ha in-vece l’esigenza di produrre un cambiamen-to, il passaggio da una situazione iniziale ad una nuova, maggiormente desiderabile.

Secondo punto: progettare nel sociale signi-fi ca che qualsiasi idea si voglia realizzare non si concretizza nel vuoto, ma in un contesto fat-to di persone che hanno convinzioni, rappre-sentazioni della realtà, mappe mentali, senti-menti, desideri e sogni. Persone che operano in un territorio in cui si stanno sviluppando situazioni e contesti che producono effetti ovvero si sono svolti altri progetti che hanno prodotto effetti. Il fare nel sociale deve esse-re frutto di un incontro/confronto con altri, di un pensare comunitario che sappia pro-durre nuove “mappe” condivise e non riper-correre schemi datati e sentieri già battuti.

Terzo punto: un progetto sociale produce scarsi risultati se viene ideato e costruito a prescindere dalle persone che sono toc-cate dal problema e che operano su quel problema. Proprio per questo è stato im-portante rilevare che il progettare non coin-cide con il prodotto ma con un processo che consta di fasi e strumenti, utilizzati in-sieme alle persone che sono coinvolte nel progetto. Il progettare nel sociale è pertan-to un’esperienza che viene intrapresa in-sieme ad altri, cercando di immaginare un futuro possibile, pensabile e realizzabile.

Quarto punto: progettare signifi ca allora pensare che quello che sto facendo oggi ha legami con il passato, con ciò che è av-venuto e produrrà effetti che dureranno nel tempo, al di là delle nostre capacità di percepirlo; signifi ca anche cercare di ca-pire la natura di queste relazioni e pensare

La larghezza di un binario e la progettazione sociale

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Claudio Bolcato,Responsabile formazione

e vita cristiana Acli

che le idee e i progetti nascono all’interno di un’appartenenza ad un contesto, a dei bisogni, ad una cultura, ad un sistema di relazioni. Per questo il progetto si realizza tra la gente e non al di sopra della gente.

Credo che questi quattro punti possano rap-presentare una possibile sintesi di quanto emerso nel citato percorso formativo tenu-to dalla brava e coinvolgente Silva Nejrotti, formatrice esperta di consulenza alle orga-nizzazioni, collaboratrice del Dipartimento Formazione delle Acli Nazionali che ci ha guidati per quattro incontri, lavorando mol-to sulle nostre percezioni della realtà che ci circonda e sulle nostre convinzioni di poterla cambiare attraverso la progettazione sociale.

Concludo con un pensiero personale: ci sono opportunità che molte volte sotto-valutiamo pensando erroneamente che ci costino tempo e fatica non commisurati al reale valore dell’offerta. Altre volte ti chie-di se ne valga la pena e fi no a che punto ti puoi mettere in gioco. Poi, una volta vinta la pigrizia impari ad assaporarle, ci prendi gusto e ne esci arricchito culturalmente e umanamente, rendendoti conto che “rap-presentarsi nel presente per progettare il domani” non è solo l’accattivante titolo di un corso, ma può diventare uno stile e un atteggiamento del tuo essere aclista…

Circolo Acli di Corrubbio

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Lo scorso 5 luglio si è tenuta, presso il Circo-lo Acli di Corrubbio, la Festa Sociale del cir-colo, durante la quale è stato eletto il nuovo direttivo.

La giornata ha previsto il seguente program-ma:- 9:30 Santa Messa- 10:30 Ritrovo al Circolo Acli Corrubio e al-lestimento- 11:00 Apertura seggio per elezioni nuovo direttivo- 13:00 Pranzo- 14:30 Giochi acquatici per bambini- 17:00 Saluti e chiusura della giornata

Il nuovo direttivo è costituito da cinque per-sone:BERTAGNOLI LUCA BONAVOTA DOMENICO GRISOTTO FEDERICO MISCHI STEFANIA SCREMIN MARA

Con l’occasione, il nuovo Consiglio ha espresso un particolare ringraziamento al Presidente e a tutti i consiglieri uscenti, che in questi anni hanno svolto con impegno l’in-carico volontariamente e senza scopo di lu-

cro a benefi cio della comunità di Corrubbio.

Il nuovo direttivo si è successivamente riuni-to per eleggere il Presidente ed è stato quin-di nominato all’unanimità Luca Bertagnoli.

Le Acli Provinciali di Verona augurano al Cir-colo buon lavoro.

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Circolo Acli di Bussolengo

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Il 29 aprile 2015, si è tenuta presso il Centro Sociale Parrocchiale di Bussolengo, l’assem-blea dei soci del Circolo Acli di Bussolengo.Grande e signifi cativa è stata l’affl uenza degli oltre 250 convenuti, che hanno seguito con interesse e attenzione la relazione del Pre-sidente del Circolo Acli di Bussolengo, Pa-squale Polimeni, che esponeva ampiamente i vari aspetti socio-economici che investono la nostra società, specialmente in questo pe-riodo di profonda crisi. Un costante impegno per le Acli di Busso-lengo è stato sui temi del lavoro; le Acli na-scono infatti come patto associativo tra lavo-ratori cristiani che vogliono testimoniare la loro fede nel mondo del lavoro e dare con-cretezza alla solidarietà, mettendo la perso-na al centro delle priorità.I cambiamenti in questi anni sono stati pro-fondi, la globalizzazione, l’innovazione tec-nologica, l’immigrazione, la delocalizza-zione, tanto per citarne i principali, hanno ridisegnato il lavoro.

Di fronte alla sfi ducia e alla stanchezza dell’oggi diventa essenziale lottare, essere associazione “dalla parte della gente”, e con-trastare queste “povertà” con progetti di for-mazione, con nuovi servizi e attività impor-tanti. per la tutela dei più deboli. E’ intervenuto all’assemblea anche il nostro Presidente Provinciale delle ACLI, Avv. Italo Sandrini, appena di ritorno da Roma, dopo una lunga giornata di gratuito lavoro, che ha voluto essere presente per dare il proprio contributo, congratulandosi principalmente per la numerosissima presenza di associati e manifestare la vicinanza a questo circolo condotto, in modo propositivo ed effi cien-te. Il Presidente Provinciale Avvocato Italo Sandrini ha aggiunto: “In un’epoca come la nostra, contrassegnata da una pesante crisi economica e sociale all’interno della quale la società italiana rischia di perdere un’idea partecipata e condivisa di futuro, le Acli pos-sono svolgere un ruolo di primo piano. Dico questo non tanto per ribadire un atteggia-mento autoreferenziale rivolto a noi stessi, bensì per un sentimento di altruismo che

sempre pone il cristiano nella dimensione di colui che nel buio delle tenebre intravvede sempre un raggio di luce e di speranza”.Un ulteriore intervento ha visto protagonista l’Avv. Nancy Centra, responsabile del consul-torio giuridico della famiglia, che ha voluto trasmettere il sostegno concreto alla fami-glia, illustrando il compito che le ACLI hanno di offrire tempo per l’ascolto e favorire la co-municazione familiare, garantendo la strut-tura della famiglia dalla crisi che si manifesta ancora di più in questa nostra società. Il Presidente Pasquale Polimeni ha voluto rin-graziare la Sig.ra Paola Galvani, responsabile del CAF Acli e Il Sig. Roberto Adami respon-sabile del Patronato Acli, che ormai da di-versi anni lavorano in sinergia con il Circolo mettendo a disposizione dei soci le proprie competenze con professionalità e precisio-ne, favorendo in modo signifi cativo lo svilup-po associativo.

Pasquale PolimeniPresidente Circolo Acli Bussolengo

Foto tratte dall’assemblea

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Il 5 marzo scorso a Verona, presso la sala civica “Elisabetta Lodi”, si è svolta la tavola rotonda organizzata dalle ACLI Colf su “Il benessere degli anziani: aspetti psicologici ed educativi”, a metà del percorso formati-vo più generale per badanti, durante il quale alcuni medici geriatri, con modalità interat-tiva, portano alcune importanti informazio-ni riguardo la nutrizione, l’attività fi sica e la gestione dei medicinali. E data la vicinanza con la festa della donna è stata l’occasione anche per ricordare il contributo silenzioso e invisibile che molte donne straniere portano nelle nostre case.

All’evento ha partecipato un folto gruppo di lavoratrici che hanno portato la loro espe-rienza di lavoro a fi anco di persone anziane malate, che talvolta accompagnano fi no alla morte, e la fatica di gestire le relazioni con i familiari.

Italo Sandrini, Presidente delle Acli, porta il saluto dell’Associazione che è una realtà che rappresenta un po’ tutte le generazioni, le varie associazioni specifi che, i servizi come il Caf e il Patronato. Le Acli Colf abbracciano una moltitudine di persone con provenienze diverse e questo affascina una realtà come le Acli di ispirazione cristiana. Di fondo riman-ga per tutti l’aspetto di libertà e di accoglien-za.

Giuseppe Platino, Segretario provinciale della FAP, porta il saluto della Federazione Anziani Acli.Tema centrale dell’incontro è la questione di come la badante possa contribuire a mante-nere il benessere della persona anziana che incontra e accudisce nel proprio ambiente di vita.

L’analisi della problematica e delle possibi-li risposte sono stati affrontati da un grup-po di esperti formato dall’avv. Luigi Ugoli, Consigliere Comunale PD, già presidente Acli di Verona; Claudia Alemani, supervi-sore pedagogico dell’Università Milano-Bi-cocca; Davide Martani, Responsabile area educativa–riabilitativa Fond. Moroni – GREG;

Circolo Acli ColfCristina Martini, psicologa di indirizzo clinico; Daniela Sambenati, Responsabile di strutture residenziali IIA; Clorinda Turri, Segretaria Pro-vinciale Acli Colf. Per le Acli erano presenti: il Presidente avv. Italo Sandrini; Paola Dal Dosso, Presidente della Cooperativa Acli; Giuseppe Platino, Segretario Provinciale FAP Acli.

Claudia Alemani, moderatrice della tavola ro-tonda, ricorda che si può parlare di “pianeta” o di “universo anziani”. Non si invecchia tutti allo stesso modo: ognuno ha una propria storia di vita, lavorativa e proprie abitudini. Gli stereoti-pi televisivi tratteggiano la diversità di genere: donne dedicate alla manutenzione del proprio corpo (dentiere, pannoloni); uomini che cura-no piccoli problemi, tipo la sordità, per poter rientrare a pieno diritto ad occupare il posto che a loro spetta nella società. La rappresenta-zione sociale della donna anziana è quella del-la nonna carina, che fa le torte e che si occupa dei nipotini, è la visione funzionale alle esigen-ze odierne. Quanto più avanza l’età, tanto più sembra che gli anziani, uomini o donne, sia-no soggetti a una specie di invisibilità sociale. Tuttavia si scopre che molte persone anziane, contrariamente a quanto avveniva preceden-temente, mantengono o aiutano i fi gli, e non solo. C’è una fascia di età che si trova schiac-ciata come un sandwich tra l’accudire i propri genitori oltre che i nipoti. Si prevede che nel 2050 gli anziani saranno 1 su 3. Le prestazio-ni monetarie (pensioni, indennità di cura, ecc.) erogate dallo Stato non basteranno per tutti gli anziani. Oggi alla carenza dei servizi supplisco-no le badanti. Ma quanto potrà durare il baci-no da cui pescare queste badanti?Daniela Sambenati, pensando a questo incon-tro, porta la propria esperienza iniziata molti

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anni fa seguendo gli anziani in casa. Anche senza essere stranieri, quando si entra nella casa di una persona anziana si possono ave-re diffi coltà nella comprensione del linguag-gio. Nel veronese gli anziani generalmen-te si esprimono con il dialetto locale. Non sempre i vocaboli usati sono comprensibili da tutti. Nei primi approcci si può trovare diffi coltà a capire la persona che abbiamo davanti, che cosa sta chiedendo e cosa vuol trasmettere. Dalle statistiche sappiamo che le donne vivono di più e quindi rimangono sole. La solitudine può portare alla depres-sione e questa va a impattare su tutte le atti-vità quotidiane.

Per Cristina Martini, psicologa che da 20 anni si occupa di Alzheimer, l’accoglienza della persona anziana deve essere totale, senza pregiudizi. Il fatto di essere una persona an-ziana comporta la perdita del proprio ruolo, della propria autostima, della percezione di sé. E’ una persona che deve essere accolta con i suoi limiti, ma anche con le sue capa-cità. Anche loro possono dare. Accogliere persone non autosuffi cienti e con disturbi cognitivi è diffi cilissimo perché sono perso-ne che hanno scarso contatto con la realtà. Chiedono della mamma, del papà, vogliono andare a casa, vogliono uscire perché devo-no andare a casa loro. L’aggressività che si può manifestare nelle persone con defi cit cognitivi è sempre una forma di difesa nei confronti di qualcosa che limita la loro auto-nomia. Col progredire della malattia diminu-iscono le capacità razionali e aumenta l’uso della comunicazione non verbale (carezze, posture, ecc.). La badante deve saper ascol-tare e adattarsi ai diversi e nuovi bisogni, con estrema attenzione alla persona, senza limi-tarsi alla mera esecuzione di azioni di cura.

Davide Martani, nella esperienza di educato-re nelle RSA e nei servizi domiciliari, si trova a dover aiutare non solo i famigliari ma an-che la badante. Spesso alcuni problemi che si rilevano sono proprio quelli di una diffi col-tà di assistenza da parte della badante con la persona anziana. Nell’ambito sociale c’è un invecchiamento della popolazione, le strut-ture residenziali sono insuffi cienti e talvolta

costose. I carichi di lavoro e gli stili di vita della famiglia sono cambiati e c’è una mag-gior ricerca del ruolo della badante. Oggi si muore anche oltre i cento anni, ma si muore con una serie di patologie che si cronicizza-no. E la questione va ad infl uire direttamente sul ruolo della badante che deve occuparsi della persona, ma anche del disagio clinico, sociale e cognitivo. Si parla di anziano fragi-le perché in qualsiasi momento si può rom-pere l’equilibrio globale della persona che può perdere la capacità di adattarsi. Mentre in ambito residenziale i pazienti fragili sono accuditi da una équipe di professionisti con un approccio multidimensionale, le badanti a domicilio trattano da sole situazioni estre-mamente delicate. C’è bisogno di defi nire il ruolo della badante, oltre il quale serve l’a-iuto di un altro professionista. L’educatore è chiamato ad intervenire per trovare tratta-menti non farmacologici che riducano i di-sturbi comportamentali delle persone con demenza. E’ un lavoro complesso che le badanti stesse devono affrontare sapendo che c’è uno stato di bisogno della persona e che ogni persona è un mondo a sé, con una propria vita, storia ed abitudini. Quando una persona ha bisogno di qualcun altro, badan-te o struttura, è importante lasciarla esprime-re, dandole spazio, permettendole di vivere ancora le capacità presenti e di limitare le in-capacità. La persona va aiutata rispettando il suo contesto di vita. La casa è fatta di oggetti e di ricordi: possiamo migliorare l’ambiente, renderlo più consono alla nuova situazione della persona, mantenendo però i legami con la casa.

Luigi Ugoli, attualmente consigliere del Co-mune di Verona, come impegno proviene dalle Acli, con le quali collabora ancora, e

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nelle quali ha maturato il valore della perso-na e della sua dignità in qualsiasi situazione della vita, insieme all’importanza della par-tecipazione attiva. Perché il welfare possa far star bene le persone a livello sociale e sanitario deve essere partecipato da tutti. Il pianeta anziani ci interessa in modo parti-colare: ci sono più anziani, più anziani soli, ci sono più anziani “benestanti”. Gestire l’in-vecchiamento attivo in casa è una soluzione alla quale dobbiamo guardare e per la qua-le dobbiamo operare. Se fi no a dieci anni fa la risposta all’anziano che rimaneva solo in casa era quella di istituzionalizzarlo, oggi ci sono servizi come l’assistenza domiciliare che l’ente locale progetta e gestisce in con-venzione e collaborazione con il terzo setto-re. È una risposta importante che anche la nostra realtà municipale ha attuato. Gli stessi dirigenti dei Servizi Sociali sostengono che si è lavorato di più su aspetti specifi ci come il disagio sociale o l’Alzheimer, mentre su questa tematica si è fermi a dieci anni fa. Il Comune di Verona ha approvato un bando che va dal 2013 al 2018 nel quale sono pre-viste 750.000 ore di assistenza domiciliare. Questo servizio viene erogato gratuitamen-te agli indigenti e, per coloro che possiedo-no redditi inferiori a 1000 euro, è richiesto il pagamento di un ticket. L’amministrazione comunale sta valutando di allargare la platea dell’utenza ai cittadini con redditi superiori ai 1000 euro, alzando il ticket. Un servizio di questo tipo erogato dal Comune potrebbe garantire una maggiore qualità, con un co-sto inferiore rispetto al medesimo servizio erogato da un privato, e potrebbe far dimi-nuire il “sommerso”. Rispetto a queste scelte il Comune dovrebbe promuovere maggio-ri relazioni con il terzo settore, attuando un patto che contribuisca ad innovare il servizio

a 360°, a creare situazioni di coordinamento e di approccio più sistemico dei servizi do-miciliari stessi, nonché a portare più sicurez-za alle famiglie e alle badanti. Il terzo settore a sua volta dovrebbe sollecitare le istituzioni locali, oltre che alla realizzazione di progetti innovativi, anche all’attuazione di norme già esistenti, come il Registro Regionale delle Badanti.

Segue un animato dibattito nel quale le la-voratrici rilevano come, oltre al peso di ac-cudire persone anziane affette da patologie gravi come demenze, Alzheimer, Parkinson ecc., la fatica maggiore riguardi i rapporti con i famigliari con i quali, a volte, si genera-no delle confl ittualità.

I relatori evidenziano come queste proble-matiche si riscontrino anche quando l’anzia-no è in una struttura. Non si può prescindere dalle relazioni con i famigliari, bisogna sem-pre interagire con loro, anche se è un rappor-to diffi cilissimo perché spesso già loro sono disorientati da quello che sta succedendo.

Chiudendo il dibattito Clorinda Turri fa emer-gere la necessità di proseguire la strada in-trapresa e sollecitare maggior attenzione da parte delle istituzioni locali e nazionali alla questione dell’“universo anziano”, con pro-blematiche che incidono sulla famiglia, sulle generazioni, sulle persone che nella famiglia lavorano, come le badanti, ecc. Progettare servizi territoriali polifunzionali che rispon-dano alla complessità dei bisogni. La varietà e complessità di mansioni che è chiamata a svolgere la badante richiede che vengano defi nite le competenze e si metta questa fi gura in relazione con gli altri operatori so-ciali. Non è più rinviabile l’istituzione di uno specifi co profi lo professionale riconosciuto a livello nazionale, prevedendo risorse eco-nomiche da investire in questo campo. Una adeguata formazione signifi ca migliorare la cura dell’anziano e, forse, anche limitare il lavoro nero e grigio molto presente nel set-tore.

Clorinda TurriPresidente Circolo Acli Colf

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Circolo Acli Affi Ca del Rì

Il Circolo Acli Affi Cà del Rì ha promosso da maggio 2015 un’iniziativa chiamata: “Percor-so dell’arte nel periodo Medievale”, che ha previsto degli incontri - laboratori sul tema fi nalizzati allo studio e alla creazione di ricet-te, abiti, gioielli tipici del periodo medievale:

• GLI SCALIGERI A VERONA (giovedì 21/05)Breve storia della Signoria Scaligera, con particolare riferimento alla sua fi gura di spic-co, ovvero Cangrande I della Scala. Al termine dell’incontro, laboratorio creativo fi nalizzato alla riproduzione di gioielli scali-geri con la lamina di rame

• LA MODA AL TEMPO DEGLI SCALIGERI (venerdì 29/05)Studio della moda del XIV secolo come stru-mento per approfondire gli aspetti della so-cietà dell’epoca, seguito da un laboratorio per la realizzazione della trama di una delle vesti di Cangrande I della Scala.

• IL BANCHETTO MEDIEVALE (giovedì 04/06)Viaggio nell’alimentazione medievale, attra-verso le ricette tipiche dell’epoca, con realiz-zazione di alcuni cibi tipici.

• FESTA MEDIEVALE (domenica 07/06) E’ stato organizzato a pranzo, presso il Cir-colo Affi Ca del Ri, un banchetto medioevale con le ricette tipiche del periodo.Durante la manifestazione è stato allestito un banchetto con l’esposizione di sale aroma-tizzato (alle spezie: rosmarino, timo, alloro, salvia e maggiorana) ed è stato possibile vi-sionare i lavori realizzati dai ragazzi del Cen-tro Sociale durante il laboratorio artistico te-nutosi durante l’anno associativo.

La manifestazione si è rivelata un successo vista la numerosa partecipazione da parte dei cittadini sia durante il percorso laborato-riale, che al banchetto medievale, il quale è stato molto apprezzato.

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Circolo Acli Cadidavid - Circolo Acli di Colà di LaziseLA FESTA DEI POPOLI

“UNA SOLA MADRE TERRA”

La Festa dei Popoli è nata dalla collaborazio-ne di organismi della chiesa, di associazioni locali e dei popoli immigrati nel nostro terri-torio per creare un momento di incontro, di festa e di sensibilizzazione all’accoglienza e alla solidarietà.

La Festa dei Popoli è il momento in cui tutti i popoli e le associazioni che promuovono i valori umani, sociali e cristiani si ritrovano per esprimere e promuovere l’attenzione alle minoranze, il rispetto di altre razze, cul-ture e religioni.

Anche quest’anno le Acli hanno aderito a questa manifestazione in diversi luoghi:

• 9 maggio: il Circolo Acli Cadidavid ha partecipato all’11^edizione della festa presso il parco di Via Turazza;

• 24 maggio le Acli Provinciali di Verona e Enaip Veneto di Verona hanno partecipa-to alla 24^ edizione della Festa dei Popo-li a Villaburi;

• 21 giugno: il Circolo Acli Colà di Lazise ha partecipato alla 14^ edizione della Festa dei Popoli presso la Piazza di Don Vantini.

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Rubrica: Un buon tempo libero

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L’estate è la stagione del caldo, del diverti-mento, delle vacanze e dà la possibilità alle famiglie di stare più insieme sperimentando attività varie..

Giornate nella natura:

- La Lessinia, passeggiando tra boschi e … assaggiando i prodotti tipici come formag-gio, gnocchi sbatui, dolci e molto altro anco-ra nei rifugi o nei prati, vi darà la possibilità di vedere paesaggi affascinanti e respirare un po’ di aria fresca.

- Non dimentichiamoci poi di “Bosco Park”, a Boscochiesanuova, un percorso tra gli alberi per bambini ed adulti a partire dai 3 anni di età. Si tratta di un modo nuovo, divertente ed emozionante di vivere la montagna, adat-to anche a coloro che non hanno particolari esperienze con imbragatura e moschettoni, perfetto per mettere alla prova il proprio co-raggio e vincere le proprie paure. E’ infatti una struttura di 6.000 metri quadrati con ol-tre 70 passaggi attrezzati ad altezze che va-riano da 1 a 15 metri, una vasta area pic-nic con tavole, una reception con servizio ristoro e molto altro ancora.

- Una meta scoperta da poco è il Lido di Venezia, una gita un po’ costosa forse per i prezzi di vaporetto e altri mezzi di trasporto, ma che vi darà la possibilità di conoscere un mare diverso: molto verde, spiagge grandi, conchiglie bellissime e la possibilità di ve-dere la laguna da un punto di vista nuovo.

Un po’ di cultura:

- “Teatro nei Cortili” presso l’Arsenale, Chio-stro Santa Maria in Organo, Chiostro Santa Eufemia, da giugno ad agosto 2015 (pro-gramma completo sul sito del Comune di Verona)

- Il “Teatro è Servito sotto le Stelle” – Cortile Montanari, luglio e agosto 2015 (calendario completo sul sito www.ilteatroservito.it)

- E perché non provare a visitare i luoghi meno conosciuti dai turisti della nostra bella città, il Duomo, il Chiostro di Sant’Elena, San Zeno, la Chiesa di San Procolo...

Foto tratta da www. lesster.it

Foto tratta da www.weekenda.it

Foto tratta da www.operasancamillo.net

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16-17/10/2015

Weekend di chiusura evento

“EXPOniamoci a Verona!”

c/o Arsenale di Verona

17-19/09/2015

48° Incontro nazionale di Studi

“GIUSTIZIA E PACE SI BACERANNO Ridurre le

diseguaglianze per animare la democrazia”

Arezzo

28/09/2015

Riparte il doposcuola “Nessuno Escluso”

nei quartieri di Borgo Nuovo e Borgo Roma

agosto - sett 2015

Circolo ACLI Cà del Rì e USAcli

“SUMMER CAMP 2015” Centro estivo per ragazzi

(6-14 anni)

c/o Centro Sociale Cà del Rì - Affi (Vr)

per info:[email protected]

I prossimi appuntamenti

Si comunica agli utenti che tutti gli uffi ci saranno chiusi dal 10/08/15 al 23/08/15. Sarà comunque possibile scrivere a [email protected] per informazioni e/o appuntamenti.

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ACLI VERONESIProssimo numero: Dicembre 2015