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A volte i no A volte i no non bastano! non bastano! Quando comprendere e mediare, quando invece intervenire con fermezza nel dirimere le controversie tra figli Relatrici: Dott.ssa Bibiana Bellotti Dott.ssa Chiara Torciani Bibiana Bellotti - Chiara Torciani

A volte i no non bastano! - Chiara Torciani volte i no.ppt... · accettazione incondizionata non significa permissivismo ma è utile stabilire i limiti . ... con i fratelli per occupare

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A volte i noA volte i no

non bastano!non bastano!Quando comprendere e mediare, quando invece intervenire con fermezza nel dirimere le controversie tra figli

Relatrici:Dott.ssa Bibiana BellottiDott.ssa Chiara Torciani

Relatrici:Dott.ssa Bibiana BellottiDott.ssa Chiara Torciani

Bibian

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Chiara

Torcian

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“Un genitore è un padre o una madre; una persona che genera o dà la nascita ad un figlio, oppure lo nutre e lo fa crescere, oppure è un parente che esercita il ruolo di custode”

Il ruolo genitoriale trasmissione di regole e affettività al fine di rendere i figli persone indipendenti con un adeguato livello di autostima, in grado di affrontare le varie fasi della vita, in particolare gli eventi critici.

Cosa s’intende per ruolo genitoriale?Cosa s’intende per ruolo genitoriale?

Dott.ssa Bibiana BellottiBibi

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iani

Ogni cultura ha dei modelli di riferimento propri e all’interno della stessa cultura i modelli sono in continua evoluzione. Le cause principali di questa evoluzione sono i cambiamenti sociali che determinano ritmi di vita sempre più rapidi: non è possibile ripetere esattamente le modalità educative che sono state trasmesse dai nostri genitori.

I bisogni dei bambini ma anche dei genitori di oggi sono

enormemente diversi da quelli delle generazioni precedenti

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Il potere del linguaggio dell’accettazione

“..l’accettazione è come il terreno fertile che permette a un seme minuscolo di trasformarsi nel bel fiore che può diventare. Il terreno si limita a facilitare lo sviluppo del seme…tale capacità è interamente all’interno del seme… L’accettazione è il terreno fertile, che semplicemente permette al figlio di realizzare

il proprio potenziale” ( Genitori efficaci- Gordon p.29)

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o una persona si sente accettata per quello che è si sente libera di crescere e si sente libera di esprimersi: la non accettazione inibisce e chiude il dialogo

o accettazione incondizionata non significapermissivismo ma è utile stabilire i limiti oltre ai quali il bambino non può andare

o se il bambino percepisce che qualsiasi cosa accada i genitori ci saranno sempre svilupperà un modello di attaccamento che gli permetterà di affrontare le difficoltà in modo costruttivo e fiducioso.

ACCETTAZIONE IN-CONDIZIONATA ASPETTATIVE DEI GENITORI

Es. Maria è così timida …. probabilmente “diventerà” timidaEs. aspettarsi 100 quando Luca può arrivare solo fino a 16….

GORDON “ AVETE CREATO UNA VITA, ADESSO PERMETTETE A VOSTRO FIGLIO DI VIVERLA. LASCIATEGLI DECIDERE COSA VUOLE FARE DELLA VITA CHE GLI AVETE DATO”I figli non sono estensioni di sé ma persone a sé stanti e uniche

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“fare il genitore non è niente affatto difficile….il difficile è volerlo fare”…. la reale difficoltà è abbracciare il ruolo e quindi agirlo.

L’educazione si basa su una relazione interattiva e si equilibra in modo omeostatico: è impossibile sbagliare almeno che non vi sia l’intenzione di farlo, l’unico vero danno è il non agire per timore di sbagliare!

Non agire=

non esserci

genitore figlio

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Ansia genitoriale = senso di colpa nascono dallatendenza dei genitori a confrontarsi con modelli

educativi stereotipati, rigidi che puntano il dito su“cosa fare e cosa non fare”Tale confronto può, in determinati momenti di stress, far sentire il genitore inadeguato…

NON ESISTONO MODELLI PRECONFEZIONATI CHE FUNGONO DA RICETTARI EDUCATIVI!Ogni genitore ha in sé le potenzialitàper essere un buon genitore partendo dal presupposto che il percorso educativo è dissseminato da insuccessi ma da altrettanti successi!

E’ importante star bene e riconoscere le causedelle situazione che provocano stress e che “allertano”in modo eccessivo agli stimoli esterni

“avrò fatto la cosa giusta?”

“ mi sento in colpa perché passo poco tempo con i miei figli..”

“Ho punito Luca….e se ho sbagliato cosa succederà?”

Es. reagire in modo sproporzionato ad un comportamento problematico del figlio, può essere un campanello di allarme

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Chiara

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Questi interrogativi sono di tipo Questi interrogativi sono di tipo esistenzialeesistenziale

eesono accompagnati da un fortesono accompagnati da un forte

senso dsenso d’’angosciaangoscia

e e

inquietudineinquietudine,,sentimenti che ogni bambino sentimenti che ogni bambino

cerca di tenere a badacerca di tenere a badaa modo suo.a modo suo.

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I FRATELLI I FRATELLI sono sono degli degli

AVVERSARI NATURALI!AVVERSARI NATURALI!

I bambini attirano su di sI bambini attirano su di sééll’’attenzione dei genitori e competonoattenzione dei genitori e competonocon i fratelli per occupare il postocon i fratelli per occupare il postomigliore nel migliore nel di mamma e papdi mamma e papàà..

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I primogeniti.

Il figlio intermedio.

Il figlio più piccolo.

Il posto che viene occupato nellacostellazione dei fratelli e delle sorelle

apre diverse possibilità di sviluppo.

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si vede assegnato un posto particolare, ricco sia di onori che di oneri.

Ha reso per la prima volta mamma e papàgenitori

rendendo possibili una lunga seriedi esperienze indimenticabili:il primodentino, i primi passi, il primo giornoall’asilo.

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si sentono spesso dire “Sei il più grande cerca di capire!” ; “Sei il fratello maggiore da te ci aspettiamo di più”; “lui è piccolo non può capire ma tu…”

cercano spesso di guadagnarsi le dei

genitori prendendosi cura dei fratelli più piccoli.

hanno dentro di loro il

di avere un fratello più grande che li protegga e li accudisca.

desiderio

lodi

I fratelli e le sorelle maggiori:I fratelli e le sorelle maggiori:

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Inoltre tutti i figli primogeniti hanno untrauma comune quello di essere stati“detronizzati” alla nascita del figlioseguente.

Questo evento è vissuto con gelosia e con la paura di perdere i genitori.

All’improvviso arriva un esserino checoncentra su di sé tutte le attenzioni nonsolo di mamma e papà, ma anche deiparenti e degli amici.

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Quando arriva un fratellino, per il primogenito la realtàsembra confermare le sue paure e fantasie: questo intrusoentra nei pensieri di mamma e papà.

La mamma ha un bel dire che nel suo cuore c’è spazio pertutti ....

Le cose in realtà cambiano. Le richieste cambiano.

Winnicott ( psicoanalista) “la gelosia è normale e salutare, nasce dal fatto che i bambini si amano, se non sono capaci di amore, non dimostranonemmeno gelosia”.

Winnicott ( psicoanalista) “la gelosia è normale e salutare, nasce dal fatto che i bambini si amano, se nonsono capaci di amore, non dimostranonemmeno gelosia”.

Le aspettative verso chi c’è già sono che questi possa “capire” e “accogliere con gioia” questo nuovo arrivo. Il fratello maggiore deve quindi diventare velocemente e incomprensibilmente più grande.

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Il piccolo geloso vive una fase dura della sua vita, ma è una prova necessaria alla sua crescita.

Spesso i suoi sentimenti non vengono compresi ci si prende gioco di lui si deridono le sue manifestazioni di gelosialo si punisce pretendendo un comportamento di responsabilità

La GELOSIA è definibile come il timore di perdere il possesso esclusivo della disponibilità affettiva della persona da cui ci si sente amati.

Il geloso non teme di perdere l’amore,ma si rifiuta di perdere l’esclusività del rapporto amoroso.

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La prima manifestazione è la rabbia, il bimbo urla, scalcia, colpisce, provoca una grande confusione Le aggressioni dirette sono le manifestazioni più esplicite (insulti,morsi…)

Anche i capricci possono aumentare: il bimbo diventa esigente, pretende sempre qualcosa senza essere mai soddisfattoIl bambino inoltre può

manifestare mutamenti d’azione

Come si manifestaCome si manifesta

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Il figlio intermedioIl figlio intermediochiamato a volte “figlio sandwich” occupa il ruolo più difficile nel sistema familiare.

Doppio ruolo: fratello minore per quello prima

fratello maggiore per quello dopo

Questa condizione favorisce le doti di diplomazia e mediazione che sono attribuite proprio a chi è in questa posizione.

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Il figlio intermedio si trova spesso tra due fuochi:

poco considerato dal primo (di cui spesso è geloso per il suo ruolo)

in competizione con l’ultimo, il più piccolo, che viene maggiormente considerato dai genitori.

I figli intermedi spesso sono troppo piccoli per imitare il “fratellone”, ma abbastanza grandi perché non ci si aspettino da loro i capricci dell’ultimo arrivato. Vivono forte tensione che nasce dal rapido avvicendarsi dei ruoli. Dott.ssa Chiara Torciani

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Chiara

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I vantaggiI vantaggi

può disporre di punti di riferimento in grado di aiutarlo e consigliarlo, sia di qualcuno che gli dia il modo di sentirsi superiore

Chi è in mezzo vive delle esperienze del fratello maggiore, ma non è oppresso poiché i genitori riservano più attenzioni all’ultimo nato quindi hanno la possibilità di fare subito le loro esperienze, vivendo meno l’ansia toccata agli altri due.

I genitori si fidano maggiormente perché certi scogli li hanno superati con chi è venuto prima.

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Affinché la ricerca di autonomia non si trasformi in una crescita solitaria, ecco a cosa bisogna stare attenti nell’educazione del figlio intermedio.

non bisogna responsabilizzarlo troppo

non fare paragoni, ma valorizzare le attitudini,

le sue potenzialità e il carattere sicuramente diverse dal fratello maggiore.

Gli errori da evitare

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Se il secondogenito è stato ultimo, coccolato e vezzeggiato da tutti, ma ad un certo punto è arrivato un nuovo fratellino, è naturale che si verifichi smarrimento o atteggiamenti di capricci eccessivi.

In questi casi va ascoltato e rassicurato, cercando di non dare troppo peso alle sue marachelle.

All’inizio potrebbe rivelarsi utile affidare di tanto in tanto, l’ultimogenito ai nonni, così che il figlio di mezzo non si senta del tutto usurpato del suo ruolo.

Gli errori da evitare

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Anche per i fratelli più piccoli la strada non è tutta in discesa.

Spesso vengono coccolati da tutta lafamiglia e si godono il calore e l’affettogenerale, ma è vero anche che devonolottare con i fratelli maggiori per evitare di essere esclusi in alcune situazioni familiari(pasti; andare a nanna prima degli altri).

Il figlio più piccoloIl figlio più piccolo

I più piccoli prestano una grande attenzione al ruolo che i fratelli ricoprono nel sistema familiare e agli spazi che rimangono liberi.

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Essere il più piccolo ha i suoi vantaggi !! Essere il piEssere il piùù piccolo ha i suoi vantaggi piccolo ha i suoi vantaggi !!!!In molti casi i fratelli maggiori aprono lastrada ai più piccoli, per i quali è più faciledistaccarsi dal focolare domestico.

Da buoni “mammoni”continuano a considerare i fratelli maggiori come degli oggetti di transizione sempre disposti a dar loro calore e sicurezza.

Dai fratelli maggiori apprendono alcune abilità quasi senza far fatica (usare il computer, a giocare a calcio…) Dott.ssa Chiara Torciani

Bibian

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I gemelli sono uniti da un legame di affettofortissimo fin dalla nascita, condividono una quasi costante vicinanza fisica, che poi si trasforma,con il passare degli anni, in intimità psicologica.

In alcuni casi questa intimità può diventare motivo di conflitto: i due bambini,sono entrambi nello stesso stadio di sviluppo e, avendo le stesse abilitàe desiderando le stesse cose, si trovano dicontinuo a dover competere.

Motivo di conflitto può esserci nell’adolescenza, l’idea che il gemello possa essere un ostacolo per losviluppo della propria individualità.

Dott.ssa Chiara Torciani

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Altre volte, può capitare che i due bambini siano così legati da formare un’unità autosufficiente. Essere in due li fa sentire forti, ma se diventano troppo dipendenti l’uno dall’altro rischiano di non avvertire più la necessità di interagire con gli altri.

Per evitare che la coppia di gemelli si chiuda in séstessa è consigliabile:

spronare i due fratellini a svolgere delle attività autonome e ad avere degli amici al di fuori della famiglia favorire le differenze (abiti ecc…) importante che i genitori instaurino una relazione individuale con ognuno dei bambini

Dott.ssa Chiara Torciani

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Rivalità tra fratelli dello stesso sesso

Rivalità tra sorelle dello stesso sesso

Tra fratelli

i conflittisfociano spesso in confronti fisici.E’ difficile che i fratelli arrivino a confidarsi i loro sentimentisoprattutto quelli che li rendono più vulnerabili.Per ogni fratello c’è un tentativo di primeggiare in un ambito (es:studio)

Le sorelle sviluppanospesso una vicinanza affettiva.

La vicinanzapuò tradursiin attrito e rivalità.Durante la pubertà sono in competizione per affermare il proprio ruolo di essere donna.In tutti i confronti c’èlegame,sostegno,conforto.

Bibian

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“I fratelli, si sa, non li possiamo scegliere; sono una sorpresa che la sorte ci riserva. Eppure quella che abbiamo con loro è la relazione più lunga che gli esseri umani possano conoscere nel corso della loro vita … I fratelli condividono i nostri ricordi e i nostri sogni. Nessuno meglio di loro conosce le persone, le esperienze, i luoghi, i colori e gli odori tra cui siamo nati e cresciuti. Fratelli e sorelle sono i nostri primi “pari” e rappresentano per noi importanti oggetti d’odio e d’amore; spesso litighiamo con loro ma al tempo stesso sono le prime figure con cui ci identifichiamo …”

Kaniak-Urban e Andrea Lex-KachelDott.ssa Chiara Torciani

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Chiara

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……..un figlio si comporta in un modo che contrasta con i bisogni del genitore......i conflitti tra bisogni del genitore e bisogni del figlio sono inevitabili e destinati a ripetersi frequentemente proprio perché

la relazione è

in continua evoluzione

I conflitti fanno parte della vita e non sono sempre dannosi anzi spesso sono costruttivi

Spesso si pensa che i conflitti tra figli e genitori ma anche tra figli siano da evitare

“per favore niente litigi stasera a tavola”

“basta litigare!!!”Fondamentale per la crescita della relazione è

affrontare il conflitto

in modo costruttivo:

dare la possibilità

ai protagonisti di esprimere il proprio bisogno e trovare una soluzione soddisfacente per entrambi

Non è

detto che dove non c’è

conflittoregni la serenità!

Es. padre padrone e figlio terrorizzato che non esprime mai unsuo bisogno o dissenso = assenza di conflitto= relazione sana?

IL CONFLITTO

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Conflitto opportunità di confronto

Il conflitto è salutare per i figli molto più di quanto i genitori pensino se è accettato come fenomeno naturale

Dove il conflitto è accettato il figlio ha la possibilità di viverlo, gestirlo e superarlo così da essere allenato ad affrontarlo in futuro aumentando così il senso di autoefficacia e autostima

E’ importante far parlare le emozioni connesse al conflitto anche se spesso sono spiacevoli: se il genitore si permette di esprimerle anche il figlio si sentirà autorizzato a farlo

“EDUCAZIONE EMOTIVA”sta ad indicare che possiamo educareil bambino (ma anche noi stessi)ad ascoltare le emozioni ed a riconoscerne la valenza positiva o negativa

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SI propone:“dimmi tre cose belle e tre cose brutte che ti sono successe oggi” (si può di volta in volta variare il luogo dove si sono svolte ed il momento della giornata)

Questo gioco consente la condivisione delle emozioni e abitua il bambino a discriminare ciò che lo rende felice ed infelice

Esperienza dell’oasi o ascolto pulitoEsperienza dell’oasi o ascolto pulitocameretta o luogo dove non si è disturbati da telefono o tv

10- 15 minuti da fare tutti i giornicon il bambino

Le tre cose belle hanno la funzione di insegnare che anche nelle peggiori giornate qualcosa di bello succede;

le tre cose brutte hanno la funzione di far comprendere che anche le emozioni dolorose possono essere superate e condivise con i genitori,

è utile riformulare il pensiero con le nostre parole e dare il nome all’emozione “ capisco…in quel momento ti sei sentito triste”

Sono banditi i consigli ed i giudiziSono banditi i consigli ed i giudizi

Es. se Luca riceve un dispetto e generalmente reagisce dando un calcio ….ma se Luca viene educato a riconoscere la sua emozione si esprimerà verbalmente dicendo “cavolo mi hai fatto arrabbiare!”

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I conflitti tra figli…………… è importante non negare i sentimenti negativi

sottostanti al conflitto….Es. desiderio di essere unici= gelosiaEs. Sensazione di essere inferiori= invidia

ed entrare nell’ottica che i sentimenti devono essere vissuti e condivisi, non è scontato che i figli si amino di conseguenza il genitore dovrebbe favorire la crescita dell’ affettività tra fratelli diventandopiù che un giudice un negoziatore e faremergere le ragioni dell’uno e dell’altro

I litigi tra figli sono sempre costruttivi se servono a confrontarsi e trovare una mediazione tra diversi punti di vista, sono distruttivi quando non conducono a nulla e ciascuno rimane della propria idea

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La gelosia non passa da sola!

L’interiorizzazione di esperienze soddisfacenti ( (Il continuare a vivere momenti felici di soddisfazione dei

propri bisogni e di conforto fornisce al bambino una sicurezza e positività che lo aiuta a superare la gelosia)l’immaginazione (il bambino scoprirà che potrà avere fantasie distruttive sul fratello, cariche di odio e rabbia, ma che non sortiranno nessun effetto perché non modificano la realtà: il fratello continua ad esistere e i genitori continuano ad amarlo)la capacità di identificazione (i comportamenti e i vissuti) la scoperta del piacere di condividere

Come il bambino può superare la gelosia? Come il bambino può superare la gelosia?

L’azione dei genitori può dunque, facilitare la risoluzione olasciare delle ferite aperte che possono caratterizzare tutti irapporti affettivi seguenti. La gelosia , se ben gestita, può essere superata!

L’azione dei genitori può dunque, facilitare la risoluzione olasciare delle ferite aperte che possono caratterizzare tutti irapporti affettivi seguenti. La gelosia , se ben gestita, può essere superata!

4PROCESSI

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Le regole servono?Le regole servono? Quando Quando èè bene utilizzarle? bene utilizzarle? In che misura?In che misura?

Genitore padrone Genitore permissivo

??

Genitore disorientato e incerto

Le regole permettono di avere delle guide orientativeSono un aiuto sia per il genitore che per il bambino

NON C’E’ UNA REGOLA CHE VADA BENE PER TUTTE LE RELAZIONIGENITORI/FIGLI

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Ogni etOgni etàà

ha una sequenza evolutiva che evidenzia la ha una sequenza evolutiva che evidenzia la risposta comportamentale alle regolerisposta comportamentale alle regole

Ogni età

ha una sequenza evolutiva che evidenzia la risposta comportamentale alle regole…

…non lo faccio per non essere sgridato

…non lo faccio per essere ricompensato

…non lo faccio per essere al centro dell’attenzione

…non lo faccio perche’

non va fatto

…non lo faccio perché

è

contrario ai miei principi

…non lo faccio perché indipendentemente dalle sanzioni è

riprovevole

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Le regole

….“te l’ho già

detto diecimila volte di rimettere in

ordine la tua stanza quando hai terminato di giocare!... Tu e tuo fratello non mi ascoltatemai…alla vostra età

bastava che la nonna me

lo dicesse una volta e andavo subito a sistemare…”

Acquisire le regole è

importante in molti contesti di vita quotidiana per vivere in armonia con gli altri e permettono anche di acquisire sicurezza: avere delle regole indica la strada da seguire.

Le regole disciplinari sono strumenti che servono per la crescita come le vitamine, sarà

poi la realtà

sulla quale si va ad agire

che invierà

al genitore un segnale per aggiustare il tiro (feedback)

Farle assimilare le regole ai bambini non è

così

semplice e automatico.La difficoltà

è

legata alla regola stessa: costrizione significa fatica e

molto spesso il linguaggio

che si utilizza racchiude

concettualmente un fallimento…”te l’ho già

detto cento volte…”

include una

propensione al non ascolto in quanto è

già

stato detto tante volte, mi viene detto ora e sicuramente me lo ripeterà

ancora…

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Alcune indicazioni sulle regoleAlcune indicazioni sulle regole

“non disobbedire alla nonna”“non picchiare tua sorella”

Generalmente le regole vengono espresse al negativo

e ciò non fa altro che focalizzare l’attenzione sul comportamento che andrebbe evitato

I divieti al negativo innescano la reazione della “tentazione”

e di conseguenza viene incentivato ciò che vorremmo che non si verificasse

Esprimere le regole al positivo

aiuta a pensare positivamente e aiuta ad aumentare il senso di fiducia

Al posto di “non disobbedire alla nonna”

si potrebbe dire “quando arriva la nonna offrile qualcosa di buono da mangiare oppure falle vedere il tuo bellissimo disegno”

Dott.ssa Bibiana BellottiBibi

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Si pensa che si memorizzino meglio le cose che si ripetono spesso….dal punto di vista cognitivo è

così

ma non funziona

quando vogliamo far apprendere una regola ai bambini!

Esiste un meccanismo psicologico chiamato assuefazione in base al quale la ripetizione continua e uniforme di un istruzione fa si che l’atto stesso non venga più

appreso,

è come se

virtualmente il bambino chiudesse le orecchie

es. “sono sicura che metterai in ordine la tua camera, inizia a ritirare i giochi nel cesto”focalizzando l’attenzione sulla riuscita e consigliando un’

azione

concreta dalla quale partire.Perché

la regola funzioni deve essere chiara

e contenere le

azioni operative

e le aspettative

(ritirare i giochi nel cesto indica cosa la mamma intende per ordine)

Dott.ssa Bibiana BellottiBibi

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Quando proporre le regole?

la regola assume la valenza positiva o negativa a seconda del contesto

in cui viene emessa: se le regole

vengono emesse in contesti di rimprovero la stessa verrà

associata a sgradevolezza

parlare delle regole non in concomitanza a momenti spiacevoli ma nei momenti in cui si sta bene insieme.

Es. “

il fratello morde la sorellina e nel riprenderlo gli diamo una sculacciata dicendogli che deve voler bene alla sorella”

il bambino associerà

la

regola alla spiacevole sculacciata; se invece mentre si sta giocando a palla si ribadisce come sia bello voler bene alla sorella, questa regola assumerà

una valenza

positiva.Dott.ssa Bibiana Bellotti

Bibian

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Chiara

Torcian

i

Poche regoleSarebbe più

efficace dare al massimo 4 o 5 regole in

particolare con i bambini che hanno difficoltà

a focalizzare l’attenzione: poche regole aiuta i bambini a focalizzarsi meglio su ognuna e a interiorizzarla più

facilmente

Un aiuto potrebbe essere quello di elencarle in ordine cronologico rispetto le attività

quotidiane, “stipulando”

una

specie di contratto

23 aprile1- mi sveglio e mi alzo2- vado in bagno e mi tolgo il pigiama3- mi lavo4- mi vesto da solo5- vado a fare colazione

Coerenza e costanza

Esempio di contratto

Dott.ssa Bibiana Bellotti

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Chiara

Torcian

i

Punizioni?Molto spesso i figli provocano mettendo in atto

comportamenti problematici..

Es. Andrea va al supermercato con la mamma, non hanno molto tempo in quanto è

tardi e la mamma deve preparare

la cena. Andrea prende da uno scaffale una macchinina di una collezione che ha già

e la mette nel carrello. La mamma

dice al bambino che ha già

tante macchinine e non è possibile comprarla. Andrea comincia a mugugnare e

insistere e la mamma ribadisce che non comprerà

il gioco. Il lamento di Andrea si trasforma in urla e una Sig. chiede cosa abbia il bambino da urlare e piangere, peggiorando la crisi di Andrea….

Generalmente dietro la provocazione si cela una richiesta di attenzione

e spesso i genitori rinforzano questi

comportamenti problematici:Es. comprando il gioco o non comprando il gioco e

rimproverandolo dandogli quindi le attenzioni che voleva

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......sia concedere il gioco che rimproverarlo fungono da rinforzo del comportamento problematico….

Ma allora come comportarsi?

Qual è

il messaggio che sta alla base del

comportamento?rinforzare i comportamenti positivi

eliminare o ridurre gli stimoli

L’ascolto e le attenzioni per capire qual è

la causa del comportamento non

vanno date in concomitanza dell’evento

ma a

distanza o meglio la sera con tranquillità.

Es. se il bambino urla tutte le volte che prestiamo attenzione al fratello è

controproducente in quel momento dedicargli attenzioni

per avere spiegazioni in quanto rinforzeremmo la sua modalità scorretta per richiederle

Quando il bambino provoca è

meglio usare l’estinzione, quando mette in atto comportamenti che possono arrecare danno a sé

o

agli altri si può utilizzare la punizione, rinforzando sempre gli aspetti positivi

Dott.ssa Bibiana BellottiBibi

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Estinzione= sottrazione dell’attenzione (Foxx,1986)

Si basa sull’evidenza che un comportamento costantemente ignorato diminuisce gradualmente la sua frequenza e uno rinforzato positivamente aumenta di frequenza

Es. parolaccia, se diamo attenzioni al bambino che la emette significa che quella è

la parolina che provoca una reazione immediata!

Attenzione: inizialmente l’estinzione può intensificare i comportamenti problematici e questa reazione è

chiamata picco

precedente l’estinzione

È

come se il bambino si impegnasse più

intensamente per ottenere la risposta del genitore (cambiando magari modalità

provocatoria)

Da un punto di vista concettuale l’estinzione è

semplice ma applicarla nel momento di provocazione in cui il genitore è

coinvolto emotivamente

richiede un buon autocontrollo….a volte è

utile di fronte a una provocazione eccessiva cambiare stanza

Dott.ssa Bibiana BellottiBibi

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iani

....dalla parte del bambino l’estinzione può essere intesa come mancanza di attenzione o interesse….

spiegare cosa si sta facendo: non in concomitanza con il

comportamento provocatorio ma in anticipo, per es. gli si dirà

in un momento d’interazione piacevole che quando

dirà

una parolaccia la mamma e il papà

si gireranno dall’altra parte in quanto desideriamo che diventi un bambino forte che non ha bisogno di dirle; quando invece parlerà

in modo corretto la mamma e il papà

saranno

contenti di parlare con lui.

dopo l’avvertimento non si andrà

più

sull’argomento

iniziando a cercare di estinguere quel comportamento

L’estinzione non è

un ostacolo alla conoscenza dei figli ma è

una modalità

educativa che invia il messaggio: “non

è

necessario che mi chiedi attenzioni comportandoti male, i tuoi genitori ti prestano le attenzioni che richiedi quando ti comporti bene”

Dott.ssa Bibiana BellottiBibi

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è

consigliabile quando il bambino ha un comportamento

che può essere dannoso per sé

o gli altri

e in

quel caso l’estinzione non può essere applicataLa punizione dovrebbe seguire il comportamento problematico,

ridurne quindi la frequenza ed essere spiacevole

per il soggetto che la subisce:

Bisogna tener presente che se non utilizzate correttamente le punizioni possono avere degli effetti collaterali:

Frustrazione

no categorico più

aggressività

Ambiguità

Assimilabile Es. se un genitore utilizza lo schiaffo per punire generalmente il bambino lo riprodurrà

fuori o dentro il contesto familiare

Il valore intrinseco della punizione è

fortemente soggettivo: ciò che spiacevole per un bambino non è

detto che lo sia per

un altro bambino

Es. mentre sta mangiando il gelato tira un calcio al fratello: elimino la ricompensa positiva togliendoli il gelato

Es. mentre sta mangiando il gelato tira un calcio al fratello: elimino la ricompensa positiva togliendoli il gelato

Es. il bambino fa volare lo zaino del compagno: lo stimolo spiacevole è

rimettere in ordine il contenuto dello zaino

Es. il bambino fa volare lo zaino del compagno: lo stimolo spiacevole è

rimettere in ordine il contenuto dello zaino

Dott.ssa Bibiana Bellotti

Bibian

a Bell

otti -

Chiara

Torcian

i

Spesso con il tentativo di ridurre un comportamento problematico si utilizza la minaccia e la delega:

Es. “quando torna il papà

gli racconto cosa hai combinato oggi…così

vedi cosa ti fa!”

si amplifica ciò che si vorrebbe estinguere

si mette in cattiva luce il padre che è

costretto a punire

il figlio

il messaggio che si invia è: “non sono riuscita a gestire la situazione ci penserà

tuo padre”

la minaccia aumenta l’ansia e la tensione creando un clima controproducente al dialogo

contenzione fisica: in casi estremi quando il bambino mette in atto comportamenti gravi e pericolosi

time-out: allontanamento da una situazione gradevole dove si è

inserito il comportamento

problematico es. durante un’

attività

piacevole i due fratelli si picchiano: si sospende il gioco e si separano

Dott.ssa Bibiana Bellotti

Bibian

a Bell

otti -

Chiara

Torcian

i

ci sono alcune variabili che intervengono sull’efficacia della punizione come la tempestività, l’intensità, lo schema punitivo

e l’alternativa al comportamento problematico

Chiarezza

e assenza di ambiguità

Le spiegazioni non

vanno date nell’immediato

in quanto il bambino associerebbe il comportamento disadattivo con la situazione positiva della spiegazione (attenzione ottenuta!)

Non

dare punizioni eccessivamente prolungate: “niente tv per 15 giorni!”

il bambino è

disincentivato al cambiamento

Se si decide di dare una punizione è

bene assumere un atteggiamento sereno

e senza sensi di colpa o ripensamenti

IMPORTANTE:IMPORTANTE:

CONCLUDENDOCONCLUDENDO

Dott.ssa Bibiana BellottiBibi

ana B

ellott

i - Chia

ra Torc

iani

IL CAMBIAMENTO E’ POSSIBILE!

Qualunque sia il punto del percorso educativo in cui ci si trova, c’è sempre la possibilità di recuperare la relazione con i figli e ristabilire un’ educazione serena

Ogni genitore ne ha le potenzialità ma a volte deve raggiungerne la consapevolezza!Buon percorso!

Dott.ssa Bibiana BellottiBibi

ana B

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i - Chia

ra Torc

iani

•Bruno Bettelheim,”Il mondo incantato”Feltrinelli•Guido Petter,”Il mestiere del genitore”Rizzoli •Kaniak-Urban ;Lex-Kachel,"Quanto rompe mio fratello!" Erikson•Raffaella Scalisi,"La gelosia tra fratelli"Franco Angeli Roberta Giudetti,"Perchè lui sì e io no" Erikson•Rosa Angela Fabio, "Genitori positivi, figli forti! Erickson•Thomas Gordon, "Genitori efficaci" La Meridiana

Bibian

a Bell

otti -

Chiara

Torcian

i

Dott.ssa Bibiana BellottiPsicologa-Specializzata in Neuropsicologia

3386021704

[email protected]

GRAZIE PER L’ATTENZIONE. GRAZIE PER L’ATTENZIONE.

Dott.ssa Chiara TorcianiPsicoterapeuta-Specializzata in Età Evolutiva

3383424929

[email protected]

[email protected]

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