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6 - La Valutazione di Impatto Ambientale

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6 - La Valutazione di Impatto Ambientale

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A – Inquadramento storico legislativo

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Cenni storici sulla VIA

• Negli ultimi anni il nostro paese ha avuto un’accelerazione per quanto riguarda il recepimento di alcune direttive europee ma anche un allargamento della struttura organizzativa e amministrativa decisionale; infatti le competenze nazionali sono state demandate alle Regioni.

• Oltre alla complessità della struttura della VIA bisogna fare una riflessione in merito al rapporto che c’è tra valutazione ambientale e la struttura urbanistica:– questa è una relazione legata non solo agli strumenti di pianificazione ma anche alla

valutazione dei progetti!

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Cenni storici sulla VIA

• La direttiva europea 85/337/CE del giugno 1985 ha dato l’avvio a quella che èla sensibilità ambientale da inserire nella fase di progettazione e valutazione dei progetti stessi.

• Infatti fino al 1985, la sensibilità ambientale verso le trasformazioni che avvenivano sul territorio era considerata marginale:ovvero non era un passaggio amministrativo legato all’approvazione del progetto ma era solo legato alla sensibilità e alla completezza delle progettazioni degli interventi previsti sul territorio.

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Cenni storici sulla VIA

• Dobbiamo inquadrare la nascita della VIA come la codifica della direttiva della Comunità Europea.

• La Direttiva obbligava gli stati membri della comunità europea a dotarsi di un quadro normativo legato alla Valutazione d’Impatto Ambientale.

• In Italia il recepimento avveniva con molto ritardo rispetto a quello chesuccedeva nei paesi anglosassoni e negli Stati Uniti, i quali avevano gia predisposto un quadro normativo opportuno.

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Cenni storici sulla VIA

• Bisogna considerare le tradizioni storiche non solo dell’Inghilterra ma anche della Francia e degli Stati Uniti che nella VIA avevano investito gia da molti anni.

• Infatti, questi paesi considerano questa valutazione come:– elemento portante per la condivisione dei progetti di trasformazione territoriale da

parte delle collettività;– elemento di controllo sugli effetti futuri da parte degli organi amministrativi.

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Cenni storici sulla VIA

• Grazie alla direttiva della comunità europea il nostro Paese ha acquisito questa sensibilità.

• La norma sancisce un argomento semplice ma complesso nello stesso tempo.

• La direttiva europea invitava i paesi membri a recepire nel proprio ordinamento legislativo, statale o regionale, le norme per la valutazione di impatto ambientale per i progetti:– ciò significa che in qualsiasi modo, con l’autonoma impostazione sia culturale che

scientifica, ogni stato membro doveva legiferare nell’ambito della valutazione dell’impatto ambientale.

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Il quadro legislativo italiano e i principi generali della VIA

• Dal 1985 ogni Stato Membro ha dovuto legiferare nell’ambito della valutazione di impatto ambientale, o adeguando le norme vigenti o formulando delle leggi ex-novo.

• L’Italia, quindi in quegli anni, ha dovuto introdurre nella struttura legislativa le normativa che riguardava la VIA.

• Inizialmente erano leggi istituite dal Ministero dell’Ambiente e solo verso la fine degli anni ’80, con decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, venne introdotta e ufficializzata la procedura della Valutazione di Impatto Ambientale.

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Il quadro legislativo italiano e i principi generali della VIA

• Alla fine degli anni 80 il concetto base della Valutazione d’impatto Ambientale èmolto semplice .

• La Comunità Europea sanciva questo principio: “.. tutti i progetti che hanno dei riflessi sul territorio e quindi comportano una trasformazione del territorio devono essere giudicati anche al fine della valutazione dei possibili impatti che il progetto una volta realizzato determina sul territorio”.

• Questo principio è stato facilmente recepito da parte della legislazione italiana,ma è stato complesso adeguarsi a tutte le sfaccettature che esso comporta.

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Il quadro legislativo italiano e i principi generali della VIA

• In sede di approvazioni del progetto bisogna considerare tutti i possibili impatti che potrebbero essere generati dall’opera sul territorio e quindi concludere con un giudizio di compatibilità ambientale.

• Anche se gli impatti possono essere mitigati o se non comportano delle situazioni negative sul territorio il progetto deve essere compatibile con il territorio.

• Non dobbiamo pensare che il termine impatto generi delle azioni solamente negative sul territorio.

• Letteralmente il termine inglese “impact” significa “effetti” che può avere sia valenza positiva che negativa.

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Il quadro legislativo italiano e i principi generali della VIA

• Se usiamo invece il termine impatto gli diamo un significato di negativitàrispetto al territorio.

• Ogni progetto che si realizza sul territorio genera degli impatti, perché vi è una trasformazione del territorio!

• Bisogna saper quindi sia individuare che stabilire una metodologia per determinare gli impatti.

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Il quadro legislativo italiano e i principi generali della VIA

• Una volta individuati gli impatti bisogna vedere se questi generano delle situazioni negative o possono essere reversibili sul territorio.

• L’impatto è negativo se genera delle situazioni irreversibili che non si possono ricostituire.

• Ci possono essere, invece, degli accorgimenti e delle modificazioni a livello progettuale che fanno rientrare questi impatti nella sfera di accettabilità, questa serie di interventi vengono chiamati mitigazione.

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Il quadro legislativo italiano e i principi generali della VIA

• Non è necessario stabilire se l’impatto è positivo o negativo, bisogna stabilire se gli impatti prodotti sul territorio, fanno ritenere l’opera compatibile con l’ambiente o meno.

• Al termine della Valutazione di Impatto Ambientale, dobbiamo esprimere un giudizio di compatibilità ambientale che in alcuni casi è subordinato alla realizzazione di alcune opere connesse collaterali che abbiamo chiamato “mitigazione”.

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Il quadro legislativo italiano e i principi generali della VIA

• La direttiva europea impone di effettuare queste valutazioni, e quindi l’Italia ha emanato degli atti amministrativi.

• Questi atti amministrativi dovevano dare certezze al progettista di un percorso autorizzativo ben chiaro, proprio perché il proponente chiede che la propria opera venga valutata come compatibile o meno con l’ambiente.

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Il percorso amministrativo della Valutazione di Impatto Ambientale

È necessario individuare i soggetti che entrano in gioco nella valutazione di impatto ambientale.

• 1. Chi emette il giudizio di compatibilità ambientale?In italia è l’ente pubblico, infatti la VIA è demandata alle strutture pubbliche delegate per l’approvazione dei progetti. In America questo giudizio viene demandato alle agenzie che possono essere o private o pubbliche, che hanno il compito di esaminare i progetti al fine di valutare la loro compatibilità ambientale. In Italia la VIA dei progetti è delegata:– al Ministero dell’Ambiente in accordo con il Ministero dei beni culturali e ambientali a

livello centrale;– alle regioni competenti per i progetti di competenza regionale.

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Il percorso amministrativo della Valutazione di Impatto Ambientale

• 2. Chi propone la realizzazione dell’opera?il proponente, che potrebbe non coincidere con il realizzatore materiale dell’opera. Per esempio immaginate le strade o le autostrade, il proponente è l’ANAS che gestisce tutta la rete infrastrutturale, ma il realizzatore sono o le società concessionarie o le imprese o consorzi di imprese.

Il proponente è l’Ente Amministrativo a cui fa capo l’opera che può demandare la realizzazione a soggetti terzi.

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Il percorso amministrativo della Valutazione di Impatto Ambientale

• 3. Chi valuta l’opera?La commissione VIA esprime un giudizio in merito alla compatibilità che viene ufficializzata attraverso un decreto o attraverso un provvedimentoregionale.

• La Commissione tecnica di valutazione d’impatto ambientale risiede presso le strutture del Ministero dell’Ambiente o presso le Regioni.

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Il percorso approvativo della Valutazione di Impatto Ambientale

Gli altri elementi che entrano in gioco in una valutazione ambientale sono:

• 1. la tempistica:La direttiva dell’85 stabilisce che si deve prevedere un tempo

determinato nel quale le procedure di VIA vengano concluse.

– Nella prassi reale non c’è mai il rispetto dei tempi fissati dal legislatore per la conclusione della procedura di impatto ambientale.

2. la modalità di come il proponente sottopone alla Commissione Tecnica la richiesta di valutazione di impatto ambientale:– bisogna produrre una serie di elaborati così da mettere il decisore nelle

condizioni di esprimere il giudizio di compatibilità ambientale.

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Il percorso approvativo della Valutazione di Impatto Ambientale

Questa serie di elaborati vengono definiti Studio di Impatto Ambientale.• Lo Studio di Impatto Ambientale:

– è la Struttura Tecnica da affiancare alla parte progettuale;– deve contenere tutti gli elementi affinché l’ente pubblico possa esprimere il suo

giudizio.

• La normativa sancisce che: “il decisore acquisito il progetto e acquisito lo studio di impatto ambientale può rispedirlo al mittente se lo studio non èesauriente e non da giustificazione delle scelte fatte “ .

• Vediamo, quindi, che in questo caso il progetto non viene bocciato ma rinviato al proponente per essere completato al fine di far diventare lo studio di impatto ambientale esaustivo per il giudizio finale.

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Il percorso approvativo della Valutazione di Impatto Ambientale

• Lo studio di impatto ambientale deve essere completo in tutti gli aspetti e deve essere firmato.

• La firma è una dichiarazione giurata da parte del progettista, il quale sottoscrive che tutti i dati utilizzati per la documentazione e le elaborazioni facciano riferimento alla realtà considerata.

• Quindi vediamo che non vi è solo la responsabilità civile ma anche penaledel progettista dell’opera.

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Il percorso approvativo della Valutazione di Impatto Ambientale

La richiesta del giudizio di compatibilità ambientale è una vera e propria domanda redatta dal proponente ed allegata allo studio di impatto ambientale e agli atti progettuali.

Nella prima impostazione dei decreti attuativi sulla valutazione di impatto ambientale si definiva il livello progettuale come progetto definitivo.

Prima della Legge Merloni si parlava di:

- progetto di massima,

- progetto esecutivo;

- progetto definitivo.

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Il percorso approvativo della Valutazione di Impatto Ambientale

Ai giorni nostri la valutazione di impatto ambientale si attesta sul progetto definitivo dell’opera.

La legge n°443 del 2001 detta Legge Obiettivo, prevede che:- per i progetti di grande rilevanza nazionale, la procedura si applica sul progetto

preliminare;- per i progetti in generale, la procedura si applica sul progetto definitivo.

In entrambi i casi lo Studio di Impatto Ambientale è lo stesso.

• Da quanto visto emerge che è di fondamentale importanza il livello di progettazione delle opere da sottoporre a VIA.

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La procedura di valutazione di impatto ambientale

• Prima di addentrarci nella struttura dello studio di impatto ambientale c’è da chiarire due aspetti.

• In Italia il DPCM 27/12/88 sanciva una netta divisione tra:– le opere da sottoporre obbligatoriamente a Valutazione di Impatto Ambientale;– le opere che non erano soggette a valutazione di Impatto Ambientale.

• Successivamente l’Unione Europea dichiara che tutti i progetti generano impatti ambientali e quindi bisogna valutare queste ricadute ambientali.

• In funzione di queste ricadute si deve decidere se il progetto è da sottoporre a VIA o meno, quindi la comunità europea non era d’accordo sull’esclusione dalla VIA per la tipologia di progetto.

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La procedura di valutazione di impatto ambientale

• Per esempio: secondo la prima emanazione del decreto le autostrade erano obbligatoriamente sottoposte a VIA mentre le strade inferiori, le superstrade e le circonvallazioni non erano soggette a VIA;successivamente la comunità europea introduce che tutte le opere stradali producono degli impatti e quindi le autostrade sono soggette obbligatoriamente alla valutazione di impatto ambientale mentre per le altre strade bisogna valutarle caso per caso se producono trasformazioni negativi sul territorio e quindi se sottoporle a via o meno.

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La procedura di valutazione di impatto ambientale

• È prevista l’obbligatorietà per alcuni progetti di carattere nazionale che hanno delle incidenze dirette sul territorio a livello nazionale.

• Per tutto gli altri c’è un obbligo per alcune situazioni che comportano una procedura di impatto ambientale a livello regionale.

• La valutazione è sempre la stessa in alcuni casi la fa il Ministero dell’Ambiente in altri casi la fa la Regione.

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La procedura di valutazione di impatto ambientale

• Bisogna valutare caso per caso se le opere sono da sottoporre a via o meno: per alcuni di essi è sicuramente obbligatoria la VIA regionale.

• Per esempio se una strada di livello inferiore alle autostrade attraversa una area protetta o un parco o una riserva naturale deve essere sottoposta a VIA regionale.

• Si riducono i casi da non ricondurre a VIA!

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La procedura di valutazione di impatto ambientale

• Si dichiara che un progetto NON è da sottoporre a VIA solo a valle di un processo di verifica, chiamato fase di screening.

• La fase di screening è effettuata dalle Regioni, ed ha lo scopo di accertare che NON vi siano ricadute ambientali negative.

• Una volta che la Regione si sia accertata di ciò, può approvare il progetto.

• La Legge Merloni, sancisce che ogni fase progettuale, di qualsiasi opera pubblica o privata, deve essere completata da uno studio che riguarda le questioni ambientali.

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La procedura di valutazione di impatto ambientale

• Questo elaborato a seconda delle fasi assume un nome diverso:– nel progetto preliminare l’elaborato è chiamato studio di

prefattibilità ambientale;– nel progetto definitivo l’elaborato è chiamato studio fattibilità

ambientale.

• A prescindere se l’opera deve essere sottoposta o meno ad una valutazione di impatto ambientale, il Legislatore prevede che il progetto deve contenere tra i suoi elaborati lo studio che si chiama di prefattibilità ambientale nel caso del progetto preliminare e di fattibilità ambientale nel caso di un progetto definitivo.

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La procedura di valutazione di impatto ambientale

• Se il progetto deve essere sottoposto a procedura di impatto ambientale, lo studio di fattibilità ambientale previsto dalla legge Merloni viene sostituito dallo studio di Impatto Ambientale.

• Se il progetto non deve essere sottoposto a valutazione di impatto ambientale all’interno degli elaborati del progetto c’è uno studio di fattibilità ambientale che è allegato alla fase progettuale e quindi segue la fase progettuale.

• Se invece c’è da fare la VIA c’è questo studio di impatto ambientale e il progetto segue la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.

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La procedura di valutazione di impatto ambientale

• La valutazione di impatto ambientale è la prima verifica che si fa sul progetto, infatti se il progetto non ha i requisiti per ottenere la compatibilità ambientale il progetto non va avanti nella fase approvativa.

• Se la valutazione di impatto ambientale è negativa il progetto non viene nemmeno considerato ai fini della sua approvazione progettuale, quindi non solo è al primo livello di valutazione ma è una valutazione che non si può scavalcare con il sistema del “silenzio assenso” .

• La pianificazione della materia urbanistica entra nel processo decisionale dello studio di impatto ambientale ai fini dell’approvazione dei progetti.

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B - Lo studio di impatto ambientale

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La struttura dello Studio di Impatto Ambientale

• Lo studio d’impatto ambientale è strutturato in 3 quadri di riferimento che sono:– 1. quadro di riferimento programmatico ;– 2. quadro di riferimento progettuale;– 3. quadro di riferimento ambientale,

• Oltre allo Studio d’Impatto Ambientale bisogna allegare il progetto definitivo.

• C’è un altro importante documento che viene allegato che si chiamo sintesi non tecnica, che è una sintesi dello studio dell’impatto ambientale trattata con un linguaggio non tecnico.

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La struttura dello Studio di Impatto Ambientale

• La Sintesi non Tecnica, non deve essere un riassunto dello studio di impatto ambientale, ma una sintesi che comprende soltanto i risultati dello studio.

• Inoltre la valutazione del SIA comporta l’approvazione da parte dei cittadini, i quali possono esprimere:– delle proposte di modifica;– dei suggerimenti;– delle osservazioni sia positivi che negative.

• Per dare la possibilità a tutti i cittadini di comprendere la sintesi NON tecnica ènecessario elaborarla con un linguaggio di facile comprensione.

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La struttura dello Studio di Impatto Ambientale

• Vengono individuati quelli che sono i punti fondamentali del SIA ai fini dell’emissione del giudizio di compatibilità ambientale.

• L’insieme di tutti questi elementi vanno o al Ministero dell’Ambiente o alle regioni che iniziano la procedura di valutazione.

• Se la commissione tecnica ritiene che lo Studio di impatto ambientale non sia esaustivo viene rispedito al mittente.

• I contenuti del SIA, quindi, devono essere più approfonditi possibili.

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La struttura dello Studio di Impatto Ambientale

• Più la documentazione è completa, più la valutazione dell’impatto ambientale ècoerente al progetto stesso.

• La struttura del SIA è articolato in 3 quadri di riferimento: – 1. quadro di riferimento programmatico ;– 2. quadro di riferimento progettuale;– 3. quadro di riferimento ambientale

Domanda di VIA

Osservazioni dei cittadini

Pareri dei comuni

Commissione tecnica

Parere di compatibilità

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La struttura dello Studio di Impatto Ambientale

– 1. Il Quadro di Riferimento Programmatico: analizza la coerenza e la conformità che c’è tra l’opera progettata e tutti gli atti di pianificazione e programmazione territoriale settoriale. Gli elementi che emergono dal Quadro di Riferimento Programmatico costituiscono i parametri per il giudizio finale di compatibilità ambientale.

– 2. Il Quadro di Riferimento Progettuale: analizza il progetto nelle varie componenti ambientali, ovvero suddivide il progetto in funzione delle probabili ricadute ambientali.

– 3. il Quadro di Riferimento Ambientale: analizza la relazione tra progetto e le componenti ambientali; l’ambiente viene articolato in componenti e fattori ambientali.

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Quadro di riferimento programmatico

• Il Quadro di Riferimento Programmatico individua le relazioni tra l’opera progettata e gli atti di pianificazione sia vigenti che nella loro evoluzione successiva.

• Per esempio se devo realizzare una nuova autostrada, una ferrovia o un diga di grande impatto sul territorio;la prima cosa da vedere è se questa opera è prevista e contenuta nell’ambito dell’atto di pianificazioni vigente e bisogna determinarne la conformità con i piani urbanistici o la coerenza con i piani urbanistici.

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Quadro di riferimento programmatico

• Questi concetti sono importanti e giocano un ruolo diverso nella valutazione di compatibilità ambientale, perché la stessa opera potrebbe non essere conforme al piano, potrebbe non essere prevista dal piano territoriale, però potrebbe essere coerente con gli obiettivi che si vorrebbe perseguire.

• Come esempio prendiamo la strada che collega il punto A con il punto B: quindi se non trovo le planimetrie della strada nel piano regolatore, vuol dire che i piani non la prevedono;

• successivamente vado a leggere la documentazione del piano stesso e verifico che tra gli obiettivi primari c’è quello di favorire le relazioni esistenti tra il punto A e il punto B.

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Quadro di riferimento programmatico

• In questo caso anche se la strada non è segnata o indicata negli atti di pianificazione è indicata negli obiettivi da perseguire con gli atti di pianificazione e quindi la nostra strada anche se NON conforme al piano ècoerente con gli obiettivi che il piano deve perseguire.

• Questa differenza importante tra conformità e coerenza determina un atteggiamento diverso indirizzato alla compatibilità ambientale.

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Quadro di riferimento programmatico

• Per evitare che questa differenza possa influenzare il giudizio di compatibilità ambientale il legislatore ha sancito in maniera chiara che:“il giudizio di compatibilità ambientale non ha ad oggetto i contenuti

degli atti di pianificazione e programmazione, né la conformità del progetto ai medesimi atti“cioè se una strada non è conforme al piano questo fatto non deve compromettere la compatibilità ambientale dell’opera.

• Un piano che non prevede l’opera non significa che non sia compatibile con l’ambiente, poiché potrebbe essere coerente agli obiettivi che il piano deve perseguire.

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Quadro di riferimento programmatico

• Se il piano, invece, prevede fisicamente l’opera questo è un elemento positivo, ma se non è conforme non deve andare a compromettere il giudizio di compatibilità ambientale.

• Il giudizio di compatibilità è più legato alle componenti progettuali che non alla coerenza ai contenuti degli atti di pianificazione.

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Quadro di riferimento programmatico

•Come deve essere strutturato il piano programmatico?

In maniera tale da realizzare una serie di valutazioni con il fine di dare un giudizio di compatibilità ambientale e di individuare le possibili ricadute ambientali sul territorio considerato.

•Quindi un atto di pianificazione legato alla realizzazione di una opera lineare introduce un serie di elementi negativi sul territorio.

Ad esempio pensate ad una ferrovia che attraversa più comuni: sarà difficile che l’opera sia conforme ed individuata dai piani di tutti i comuni interessati.

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Quadro di riferimento programmatico

• Vediamo come deve essere strutturato il piano di riferimento programmatico rispetto ad un’opera o puntuale (un porto) o lineare (ferrovia).

• Il piano programmatico deve quindi prevedere:– 1. individuazione dell’inquadramento dell’intervento;– 2. collocazione dell’opera nell’ambito complessivo degli interventi di trasformazione del

territorio.– 3. definizione del contributo dell’opera (porto o ferrovia) al perseguimento degli obiettivi

prefissati dalla pianificazione.– 4. analisi delle conformità e/o delle disarmonie dell’intervento rispetto agli altri interventi.– 5. segnalazioni degli elementi di pianificazione che hanno condizionato le scelte

localizzative e progettuali.

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Quadro di riferimento programmatico

• 1° aspetto: inquadramento dell’intervento dell’opera nel quadro di pianificazione di area vasta e di settore.

Per esempio: se vogliamo realizzare un porto turistico o commerciale ex-novo in una zona del litorale laziale comporta:

- per prima cosa, bisogna verificare l’inquadramento dell’intervento nella pianificazione di area vasta, quindi bisogna accertarsi che il porto sia inserito in un piano di coordinamento di area vasta o di settore, come per esempio nel piano della portualità regionale.

- Se l’opera è prevista nel piano territoriale di coordinamento, regionale e provinciale o nel piano di settore è ovvio che la relazione con gli altri piani di pianificazione è abbastanza semplice.

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Quadro di riferimento programmatico

L’essere inserito nell’atto di pianificazione vuol dire che il giudizio saràsicuramente positivo; può essere negativo il giudizio per come questa opera impatta sul territorio; in questo caso sono gli effetti negativi che determinano il giudizio finale.

- Viceversa se questo porto non è previsto né dai piani territoriali di area vasta né dalla pianificazione di settore non significa che il giudizio sia negativo.

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Quadro di riferimento programmatico

• 2°aspetto: collocazione dell’opera nell’ambito complessivo degli interventi di trasformazione del territorio. Analizziamo adesso il rapporto che c’è tra l’opera con i processi di trasformazione del territorio.

• Per esempio una ferrovia metropolitana che colleghi tutti i comuni di una regione;

• Il progetto è un progetto complesso!• Un processo di pianificazione di attrezzatura del territorio (P.R.U.S.S.T.)

prevede la realizzazione di una ferrovia e quindi dobbiamo mettere in risalto le realizzazione dell’opera con questi elementi complessi che hanno come obiettivo la ristrutturazione di interventi strutturali sul territorio considerato.

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Quadro di riferimento programmatico

•3°elemento: definizione del contributo dell’opera (porto o ferrovia) al perseguimento degli obiettivi prefissati dalla pianificazione;Anche qui ci troviamo in un caso in cui il piano di per se non prevede l’opera ma prevede un obiettivo generale, che può essere ad esempio quello di migliorare l’attrezzatura del territorio dal punto A al punto B; dobbiamo quindi precisare e sviluppare questo concetto nel nostro studio di impatto ambientale e nel nostro quadro di riferimento programmatico.

Il contributo dell’opera può essere o positiva o negativa per il raggiungimento degli obiettivi generali.

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Quadro di riferimento programmatico

• 4°elemento: analisi delle conformità e/o delle disarmonie dell’intervento rispetto agli altri interventi; Nel caso in cui un porto è previsto in un P.R.U.S.S.T. vi è perfetta armoniatra il progetto e gli interventi previsti sul territorio.

• Nel caso in cui, invece, il porto non è previsto in un P.R.U.S.S.T., il progetto potrebbe essere dichiarato coerente con gli obiettivi per il miglioramento delle infrastrutture del territorio.

• È importante dichiarare la realtà della situazione che si crea o che si potrebbe creare successivamente alla realizzazione dell’opera.

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Quadro di riferimento programmatico

• 5° elemento: segnalazione degli elementi di pianificazione che hanno condizionato le scelte localizzative e progettuali;dobbiamo stabilire quali sono le scelte che hanno condizionato la localizzazione:

• nel caso avessimo progettato un’opera prevista in maniera precisa dal piano territoriale di area vasta possiamo dire che è conforme: la scelta della localizzazione rispetta quella prevista dal piano;

• se invece il piano prevede, ad esempio una ferrovia lungo la costa mentre il nostro progetto la colloca a mezza costa, dovremmo giustificare la nostra scelta. Trovare la collocazione migliore dell’opera significa che noi abbiamo dato un apporto positivo alla definizione dell’opera in rapporto agli strumenti di pianificazione.

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Quadro di riferimento programmatico

• Tutte queste valutazioni fanno parte di quelle informazioni che devono essere sottoposte alla Commissione ed hanno il fine di agevolare la formulazionedel giudizio finale.

• L’ente terzo, a cui è delegato il compito di formulare il giudizio di compatibilitàdi un opera, non conosce né la zona né le caratteristiche del progetto, quindi deve essere aiutato nel formulare un giudizio parziale e il più rigorosopossibile.

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Quadro di riferimento progettuale

• C’è la necessità che il proponente chiarisca le motivazioni che hanno condizionato l’elaborazione progettuale.

• Bisogna tener conto di tutte le modifiche che hanno condizionato l’elaborazione del progetto sotto tre profili:– 1. il profilo economico; – 2. profilo funzionale; – 3. profilo ambientale in generale.

Dobbiamo raccontare la storia del progetto, ovvero come si è arrivati alla scelta definitiva.

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Quadro di riferimento progettuale

• Bisogna considerare le alternative programmatiche che sono state elaborate e successivamente scartate al fine di arrivare alla soluzione progettuale scelta, quindi si deve giustificare:– come si è arrivati a definire il progetto in quanto tale; – la disamina delle varie alternative che sono state studiate per arrivare alla scelta

tipologica sottoposta all’esame della commissione.• Vengono quindi considerate:

– le alternative di tracciato, – alternative tipologiche: se a parità di tracciato è possibile realizzare una metropolitana

o meno.• Tutto ciò fa capire che il progetto finale non è l’idea che è nata subito ma che

ha subito un’elaborazione, valutando tutta una serie di alternative e fra le tante abbiamo fatto la scelta migliore.

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Quadro di riferimento progettuale

• Questo processo di progettazione delle opere e di analisi delle alternative dell’opera è l’ossatura del quadro progettuale che è fondamentale per comprendere le caratteristiche dell’opera.

• All’interno di questo quadro progettuale bisogna dare risalto alle fasi di realizzazione dell’opera: realizzazioni che comportano degli impatti differenziati cioè impatti in costruzione e impatti in esercizio.

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Quadro di riferimento progettuale

• Immaginate un parcheggio interrato:

– nella fase di costruzione noi abbiamo una serie di impatti: polveri, rumori, ecc;

– nella fase di esercizio tutti questi impatti diminuiscono perché non abbiamo più né rumore né polveri di lavorazioni.La stessa opera determina impatti diversi in funzioni delle fasi di realizzazione.Il quadro di riferimento progettuale deve tener conto di queste fasi di realizzazione e degli impatti relativi a queste fasi e delle opere di mitigazione relative a queste fasi esaminate.

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Quadro di riferimento ambientale

• Nel quadro di riferimento ambientale uno degli aspetti importanti è il rapporto tra opera e ambiente circostante.

• L’ambiente è inteso come fattori e componenti ambientali.

• Lo studio si deve riferire all’ambiente in generale, considerandolo nelle sue componenti essenziali che sono state sancite dal decreto del consiglio dei ministri del 1988.

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Quadro di riferimento ambientale

Le componenti ed i fattori ambientali previsti dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del27/12/1988 sono:

– atmosfera: qualità dell'aria e caratterizzazione meteoclimatica;– ambiente idrico: acque sotterranee e acque superficiali (dolci, salmastre e marine):

considerate come componenti, come ambienti e come risorse;– suolo e sottosuolo: intesi sotto il profilo geologico, geomorfologico e pedologico,

nel quadro dell'ambiente in esame, ed anche come risorse non rinnovabili; – vegetazione, flora, fauna: formazioni vegetali ed associazioni animali, emergenze

più significative, specie protette ed equilibri naturali;– ecosistemi: complessi di componenti e fattori fisici, chimici e biologici tra loro

interagenti ed interdipendenti, che formano un sistema unitario e identificabile per propria struttura, funzionamento ed evoluzione temporale

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Quadro di riferimento ambientale

– salute pubblica: come individui e comunità;– rumore e vibrazioni: considerati in rapporto all'ambiente sia naturale che umano;– radiazioni ionizzanti e non ionizzanti: considerati in rapporto all'ambiente sia naturale,

che umano;– paesaggio: un elemento che deve essere valutato facendo riferimento a criteri oggettivi

e/o soggettivi;– beni culturali.

• La parte territoriale urbanistica gioca un ruolo importante nella struttura del quadro di riferimento ambientale.

• È difficile stabilire i criteri che possono portare ad un giudizio finale.

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Quadro di riferimento ambientale

• Prendiamo ad esempio una ferrovia e vediamo come la valutazione fa riferimento a criteri oggettivi o soggettivi di giudizio.

• La ferrovia produce un impatto fonico, questo impatto è giudicabile secondo una tabella quantitativa nella quale vengono riportati i decibel che non si devono superare.

• Se il treno, la strada produce un rumore superiore ad una soglia di decibel allora è impossibile approvare il giudizio di compatibilità.

• In questo caso ci riferiamo a dei criteri oggettivi, numerici, quantitativi.• Spostiamo la stessa strada nell’attraversamento di un paesaggio; il termine di

valutazione, se l’opera è in contrasto o si inserisce bene nel paesaggio, sono criteri di valutazione soggettivi.

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Quadro di riferimento ambientale

• Alla luce di questi esempi possiamo affermare che è difficile stabilire i criteri che possono portare al giudizio finale.

• L’ultimo elemento importante del quadro di riferimento ambientale è un sistema di monitoraggio che da l’idea continua nel tempo degli impatti che l’opera può determinare sul territorio.

• L’ attività di monitoraggio deve essere condotta nel tempo.

• Si demanda ad un ente, per esempio la regione, la sospensione dell’esercizio qualora si superino o si verifichino delle situazioni allarmanti.

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Quadro di riferimento ambientale

• Nel caso in cui da una attività di monitoraggio si rilevano degli elementi, difficili da individuare a livello progettuale, ma che possono essere determinati al momento dell’approvazione del progetto: devono essere ricondotti nella fase di valutazione durante l’attuazione e l’esercizio dell’opera.

• Per la determinazione di questi elementi si adoperano dei modelli di simulazione; però nel momento in cui l’opera è realizzata, la devo monitorare di volta in volta.