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Da piazza della Repubblica, inoltran- doci nella breve via degli Speziali (topo- nimo derivato dalle diverse spezierie al- l’ingrosso, che qui avevano sede spe- cialmente nel Rina- scimento), si procede a diritto e, attraver- sata via dei Calzaiuo- li, ci immettiamo di- rettamente nel fre- quentato Corso dalle Si percorre via degli Spe- ziali (in zona pedonale) al centro della strada. Il manto stradale, di re- cente realizzazione, è co- stituito da lastre in pietra con finitura superficiale a rilievi molto pronunciati che producono forti vibra- zioni. La rampetta di raccordo tra il marciapiede di via degli Speziali e via dei Cal- zaiuoli è ben realizzata. Dall’inizio di via degli Spe- ziali a piazza San Firenze il percorso assume la forma di due ‘L’ con il giro di 90° in senso orario: la prima ar- riva fino all’incrocio tra via dei Cerchi e via Dante Ali- ghieri (piazza dei Cimato- ri); la seconda inizia in via Dante Alighieri e termina in piazza San Firenze. Per arrivare al punto d’i- 1 4.I DA PIAZZA REPUBBLICA A PIAZZA SAN FIRENZE min 00 m 0 Musicisti di strada in piazza della Repubblica.

4.I DA PIAZZA REPUBBLICA A PIAZZA SAN FIRENZE · Dante Alighieri e termina in ... 1 4.I DA PIAZZA REPUBBLICA A PIAZZA SAN FIRENZE min 00 m 0 Musicisti di strada ... ta di ‘fumetti’

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Da piazza della Repubblica, inoltran-doci nella breve via degli Speziali (topo-nimo derivato dallediverse spezierie al-l’ingrosso, che quiavevano sede spe-cialmente nel Rina-scimento), si procedea diritto e, attraver-sata via dei Calzaiuo-li, ci immettiamo di-rettamente nel fre-quentato Corso dalle

Si percorre via degli Spe-ziali (in zona pedonale)al centro della strada.Il manto stradale, di re-cente realizzazione, è co-stituito da lastre in pietracon finitura superficiale arilievi molto pronunciatiche producono forti vibra-zioni. La rampetta di raccordotra il marciapiede di viadegli Speziali e via dei Cal-zaiuoli è ben realizzata.

Dall’inizio di via degli Spe-ziali a piazza San Firenze ilpercorso assume la formadi due ‘L’ con il giro di 90°in senso orario: la prima ar-riva fino all’incrocio tra viadei Cerchi e via Dante Ali-ghieri (piazza dei Cimato-ri); la seconda inizia in viaDante Alighieri e termina inpiazza San Firenze.Per arrivare al punto d’i-

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4.I DA PIAZZA REPUBBLICA A PIAZZA SAN FIRENZE

min00m0

Musicisti di strada in piazza della Repubblica.

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tante luccicanti botteghe le cui giovanicommesse hanno dolci volti pieni di pa-zienza sui quali si può intuire la gioia del-la vita. Difatti la giovinez-za, si sa, è la stagione del-l’attesa e dei sogni.

In questo tratto princi-pale dell’antica strada sisviluppava, fino all’Otto-cento, la corsa dei bàrberi,la quale prendeva “le mos-se” cioè il via, dal ponte chesi disse appunto alle Mosseper arrivare a Porta allaCroce dove avveniva la “ri-

nizio si consiglia di rag-giungere il lato Nord e poil’angolo Sud/Est di piazzadella Repubblica.Sull’intero lato Nord dellapiazza, lo spazio riserva-to ai tavolini dei caffè èdelimitato da una fila difioriere; per trovare l’an-golo Sud/Est è più agevo-le seguire la linea guidarappresentata dalle fio-riere stesse, anziché lefacciate dei palazzi.

Dall’angolo Sud/Est dipiazza della Repubblica si

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Il Corsopoco dopo l’incrociocon via dei Calzaiuoli.

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parata” dei focosi destrieri.Il Palio, che si svolgeva du-rante i festeggiamenti inonore del patrono San Gio-vanni Battista, rappresenta-va una grande attrattiva nonsolo per i fiorentini, ma an-che per la gente del contadoche, numerosissima, si ri-versava in città. L’ambìtopremio destinato al vincitoredell’avvincente corsa “in lungo”, consiste-va in un drappo di notevole valore (il “pa-lio”), decorato col giglio fiorentino e lacroce rossa del popolo. L’importante gara

attraversa via Roma in di-rezione Est e ci si porta sullato Est della piazza. Si ri-corda che lungo questo la-to scorre una carreggiatastradale, con solo trafficodi servizio, che a Nord siimmette in via Roma e aSud in via Calimala.

Camminando sul lato Estin direzione Sud per unatrentina di metri, si per-corre circa la metà del la-to fino ad incrociare viadegli Speziali.Via degli Speziali è una

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Jacques Callot,Corsa dei Barberi, incisione,Gabinetto delle Stampe,Uffizi.

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ippica è ricordata anche da Dante quandofa dire al suo trisavolo Cacciaguida:

Li antichi miei e io nacqui nel locodove si truova pria l’ultimo sesto

da quel che corre il nostro annual gioco.

Percorsi pochi metri ci troviamo sullacantonata di via de’ Cerchi, al Canto diCroce Rossa, cosiddetto per le due mar-moree croci rosse in campo bianco che sitrovano ai lati dell’angolo, con al centroun piccolo tabernacolo in marmo con ilbusto del Redentore. L’edicola, sporgen-te dallo spigolo del palazzo, è chiusa da

breve strada pedonalelunga circa 70 metri. Sipercorre in direzione Estfino all’incrocio regolaread ‘X’ con via dei Cal-zaiuoli, l’importante stra-da pedonale che congiun-ge piazza del Duomo conpiazza della Signoria chescorre da Nord a Sud per-pendicolarmente alla no-stra direzione di marcia.

L’ a t t raversamento di via deiCalzaiuoli è impegnativoper la conformazione dellas t rada a dorso di mulo.

Il Palio di San Giovanni(Priorista Chiari).

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inferriata decorata a motivo geometrico;sotto un cartiglio con la scritta:

AMO CHI MI AMA.

Nel trecentesco loggiato del-l’edificio, del quale si notano an-cora le tracce, ebbe sede la piùantica “farmacia” fiorentina cheaveva gli sporti sul Corso e in viade’ Cerchi, denominata appunto“Spezieria della Croce Rossa”.

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Il Canto di Croce Rossa.Nel loggiato dell’edificio, tra

il Corso e via de’ Cerchi,ebbe sede la prima

“Spezieria” di Firenze.

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Se, a questo punto, si proseguisse adiritto nel Corso, allontanandoci un pocodal nostro percorso, al numero civico 46rosso troveremmo, sotto a piccolo taber-nacolo con bassorilievo in stucco policro-mo raffigurante la Madonna in adorazionedel Bambino, un anomalo cancello il qua-le, se pure accostato, non impedisce discorgere e di percorrere l’antico vicolodel Panìco che unisce il Corso a via Dan-te Alighieri, definito dai fiorentini il “Vi-colo dello Scandalo”. Infatti, al terminedella lotta fratricida insorta fra Guelfi eGhibellini, dopo la vittoria dei primi, nel1300 avvenne una scissione all’interno

Mantenendo la direzioneEst, si attraversa via deiCalzaiuoli e si proseguein questa direzione im-mettendoci in una stradadenominata il Corso, si-tuata proprio di fronte avia degli Speziali. Si per-corre, quindi, il Corso percirca 60 metri.

Si prosegue lungo il Cor-so sulla sede stradale.

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Vicolo del Panìco,l’ingresso.

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del partito di Parte Guelfa (che rimasepadrone assoluto della politica cittadi-na), in due nuove fazioni: i Guelfi Nericapeggiati dalla famiglia di Corso Dona-ti, ed i Guelfi Bianchi guidati da Vieri de’Cerchi. Entrambe le famiglie vivevanoporta a porta nella stessa zona tanto chei loro palazzi, torri e case sovente confi-navano. Le strade attorno a tali dimoredivennero spesso veri e propri campi dibattaglia, teatro di ripetuti scontri singo-li e collettivi con inevitabili spargimentidi sangue. Tanta era l’acredine e la te-merarietà delle due fazioni che addirittu-ra si ricorse allo sfondamento delle mu-

La pavimentazione è con-sunta e sconnessa, i giun-ti tra le lastre sono dia-gonali al senso di marciae presentano delle irrego-larità.La marcia è piuttosto di-sagevole.

Nel Corso ci sono molti ne-gozi, bar e una gelateriamolto frequentata.

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Dante, qui in un ritrattodella bottega di Giotto,fu parte attiva nelle lotte fraGuelfi e Ghibellini.

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ra perimetrali delle proprie abitazioni perentrare direttamente all’interno di quelledegli avversari. Ad evitare il ripetersi diciò, pose rimedio l’indignata autoritàpubblica facendo realizzare uno spaziovuoto di demarcazione fra queste co-struzioni a “rischio” dividendole, tramitel’abbattimento di fette di muro confinan-ti. Si creò pertanto un piccolo vicolo cheandava ad unire le varie corti interne giàesistenti, realizzando così una “stradapubblica” sebbene strettissima tanto daessere appunto denominata “vicolo delPanìco”, ma che, per i noti motivi, si dis-se abitualmente “dello scandalo”.

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Stemma della famigliaDonati che capeggiavai Guelfi Neri.(disegni di Ugo Nardi).

Stemma della famigliade’ Cerchi che capeggiò

i Guelfi Bianchi.

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Quasi di fronte al cancello del vi-colo, si può osservare il secentescoportico, opera dell’architetto Ghe-rardo Silvani, della chiesa di SantaMaria dei Ricci. La costruzione diquesto tempio, risalente al 1508 ededicato alla Vergine Maria, fu ori-ginata quale atto di rimedio ad ungrave oltraggio sacrilego fatto adun’immagine dell’A n n u n c i a z i o n eesposta in un tabernacolo al Cantode’ Ricci vicino al Corso: era la se-ra del 21 luglio 1501 quando Anto-nio di Giovanni Rinaldeschi, un po’alticcio per aver trascorso molto

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Chiesa diSanta Maria de’ Ricci,

dettaglio e vista di scorciodella facciata seicentesca.

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tempo all’osteria del Fico agiocare a dadi, dopo averperso “denari e panni” nel farritorno a casa, passò di fron-te al tabernacolo ed acceca-to dall’ira, bestemmiando,raccolse una manciata disterco di cavallo e la gettòsulla faccia della Vergine Ma-ria Annunziata, fra lo stupo-re dei presenti. Giunta subi-to notizia dell’accaduto ai Si-gnori Otto, il sacrilego vennecatturato dai famigli e con-dotto al Bargello dove, dopo

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Sopra:chiesa diSanta Maria de’ Ricci,dettaglio del chiostro.A sinistra:Storia di Antonio diGiuseppe Rinaldeschi.Tempera su tavola,Museo Stibbert.

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un sommario processo fudefenestrato. Tutta la storiacompare dipinta a temperain una tavola, suddivisa innove riquadri, con una sor-ta di ‘fumetti’ che mostra-vano la fedele sequenza deifatti. La tavola si trova oranel Museo Stibbert, mentrenella chiesa di Santa Mariade’ Ricci è visibile una copiafedele, nonché l’originale

della quattrocentesca Annunciazio-ne oltraggiata dal Rinaldeschi, giànel tabernacolo.

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Sopra: l’impiccagione delRinaldeschi al Bargello.A destra: S.M.de’ Ricci:l’antica Annunciazione.

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Tornando sui nostri passi, al Canto diCroce Rossa, si gira a sinistra in via de’Cerchi (nome derivato dal palazzo, loggia

Sul lato Sud del Corso siincrocia via de’ Cerchiche va percorsa in dire-zione Sud per circa 60metri, fino all’incrocio convia Dante Alighieri.

Si inizia a percorrere viaDante Alighieri verso Est.Lungo questa strada,molto stretta, occorreprestare attenzione altransito di piccoli e silen-ziosi autobus elettrici.

Si imbocca via de’ Cerchiche, nel senso della no-stra percorrenza, è leg-germente in salita. Lastrada presenta un leg-gero compluvio centralecon presenza di caditoieper la raccolta dell’acquapiovana. Le lastre, congiunte dia-gonalmente al senso dimarcia, sono in buonostato; il tipo di lavo ra z i o-ne superficiale generav i b razioni sulla sedia ar u o t e .Tipico banco del trippaio in

piazza dei Cimatori.12

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e case che qui possedeva questa anticafamiglia originaria della Val di Sieve), equindi ci troviamo nella contigua piazzadei Cimatori, dove erano raggruppate nu-merose botteghe di questi artigiani che ri-finivano i panni di lana mentreadesso si può fare un gustosospuntino, che costa poco, conun panino alla trippa preparatoall’istante presso un tipico ban-co. Dirigendosi ora a sinistra, siaccede in via Dante Alighieri,già via Ricciarda in quanto la fa-miglia Ricciardi aveva qui leproprie case.

Lo stesso discorso puòestendersi per la pavi-mentazione di piazza deiCimatori.

Nei primi 20 metri di que-sto tratto il piccolo spazioche viene percepito sullato Sud è piazza dei Ci-matori.

In piazza dei Cimatori visono due ristoranti carat-teristici.

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Turisti in carrozza.

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Proseguiamo per poco spazio, fino adentrare in piazza San Martino dove inangolo troviamo la Torre della Castagna,

Continuando a cammina-re per via Dante Alighieriin direzione Est, dopouna trentina di metri, illato Sud della stradascorre accanto a piazzaSan Martino.Sul lato Est di questa pic-cola piazza di forma ret-tangolare, proprio all’an-golo con via Dante Ali-ghieri, si erge la Torredella Castagna.

Si procede lungo via Dan-te Alighieri su un lastrica-to simile al precedente;anche qui la strada pre-senta leggere pendenzelaterali che convergonoverso la mezzeria.

P r o s e g u e n d o, le condi-zioni di marcia peggio-rano nettamente. La pa-vimentazione è moltosconnessa con mancanzadi elementi costituenti,inoltre la strada presentaun dorso di mulo pronun-ciato ed è in leggera di-

La solida Torre dellaCastagna.

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singolare monumento distoria patria, per esserestata all’epoca di Dante,la prima sede del Gover-no libero di Firenze, sullato della quale è postauna lapide con la seguen-te epigrafe:

Questa torre detta della Castagnaunica resta delle sedi

onde i priori delle arti ressero Firenzeprima che la forza e la gloria

del fiorente comune facessero sorgereil Palazzo della Signoria

scesa rispetto al nostrosenso di marcia. Si rende indispensabile lapresenza di un accompa-gnatore.

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A fronte della torre vi è l’oratorio del-la Compagnia dei Buonomini di San Marti-no, fondata nel 1442 da Sant’Antoninocon lo scopo di alleviare le sofferenze deicosiddetti “poveri vergognosi”, cioè diquei poveri divenuti tali all’improvviso,dall’oggi al domani, in seguito a scon-volgimenti politici e relative impietoseconfische di beni.

Essi, provenendo da famiglie bene-stanti ed essendo sempre vissuti nell’a-gio, si vergognavano a chiedere la caritàal prossimo, carità che però accettava-no di buon grado se restavano nell’ano-nimato.

Sul lato Ovest della piaz-za, a poco più di un me-tro da via Dante Alighie-ri, si trova il piccolo porto-ne d’ingresso dell’Orato-rio dei Buonomini di SanMartino.Tra la porta dell’Oratorio el’angolo che la facciata for-ma con via Alighieri, a me-no di un metro e mezzo daterra, c’è ancora la bucaper la raccolta delle ele-mosine. La feritoia è rica-vata al centro di una crocein ferro incastonata in unalastra di pietra serena.

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Oratorio diSan Martino, ingresso.

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Sul lato destro della porta d’ingresso,sormontata da una pregevole lunettacon l’immagine di Sant’Antonino fonda-tore della Compagnia, è ancora presen-te la buca delle elemosine con la lapidesottostante che reca la scritta:

LIMOSINE PER LI POVERIVERGHOGNOSI DI S. MARTINO.

Per la generosità dei fiorentini, i Buo-nomini hanno potuto proseguire la loroutile attività caritativa fino ai nostrigiorni; se talvolta avveniva che la lorocassa rimanesse vuota, senza un quat-

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Uno degli affreschi chedecorano l’Oratorio.

Oratorio dellaCongregazione dei

Buonomini di San Martino: ilbusto di Sant’Antonino, di

Andrea del Verrocchio.

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trino, tanto da avere estremo bisognodi aiuto, i fratelli accendevano una can-delina accanto alla porta d’ingresso delloro oratorio, in maniera che i passanti,vedendola, esclamassero: “i Buonominisono al lumicino” ed offrissero l’elemo-sina.

Pure oggi il modo di dire “essere al lu-micino” è sinonimo di aver finito tutti gliaveri, o essere allo stremo delle forze.La Compagnia, dopo quasi seicento an-ni di vita, conserva ancora il suo spiritooriginario offrendo agli indigenti unconforto materiale e spirituale, sulle or-me del suo fondatore, e c’è chi usa tut-

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Sopra: dettagliodell’epigrafe.A sinistra: la buca delleelemosinetutt’oggi adoperatadai fiorentini.

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tora offrire elemosine intro-ducendo monete nell’apposi-ta fessura sotto il bel taber-nacolo affrescato dal pennel-lo di Cosimo Ulivelli, dove sivede San Martino attorniatodai poveri ai quali elargiscel’elemosina.

Il tabernacolodi Cosimo UlivelliriproducenteSan Martino con i poveri.

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Lunetta con l’immagine diSant’Antonino sopra laporta d’ingresso.

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Continuando a camminare a diritto pervia Dante Alighieri, troviamo la casa incui nacque, nel maggio del 1265, il som-mo progenitore dell’idioma italiano, esulla facciata del numero civico 2, unalapide con i seguenti versi ripresi dallaDivina Commedia nei quali Dante palesala propria origine:

“… io fui nato e cresciutosovra ‘l bel fiume d’Arno,

alla gran villa.”Adiacente all’abitazione si erge

Proseguendo per viaDante Alighieri in direzio-ne Est, dopo 10 metri, sullato opposto, si incrociavia Santa Margherita.All’inizio di questa strada,sul lato Ovest, si trova lacosiddetta Casa di Dante.

Lo slargo prospiciente laCasa di Dante (che ospitail Museo Dantesco) hauna pavimentazione mol-to sconnessa e il pianostradale presenta dellefastidiose pendenze late-rali.

Il Museo Dantesco non èaccessibile ma sono incorso lavori di adegua-mento.

Una breve deviazione sul-la sinistra ci porta in via S.Margherita sulla destra

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Luoghi danteschi a Firenze.

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la Torre Alighieri, dove su una mensola èstato apposto il busto in bronzo del divi-no poeta, opera dello scultore AugustoRivalta; accanto (al numero 1 di via San-ta Margherita), ha sede il Museo Dante-sco che custodisce una raccolta di operee documentazioni sulla vita dell’illustrepersonaggio definito “il poeta più grandedi tutti i tempi e di tutti i popoli”.

Si ricorda che in via Santa Margheritasi trova pure la cosiddetta “Chiesa diDante”, intitolata alla vergine e martireSanta Margherita di Antiochia, a cui è af-fidata la protezione delle partorienti.L’antica, rettangolare chiesetta con fac-

della quale, a poche deci-ne di metri di distanza, siaffaccia l’ingresso allaChiesa di Dante, inacces-sibile per la presenza diun gradino di soglia alto22 cm.La pavimentazione del-

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La Torre Alighieri.A destra, busto di Dante.

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ciata in filaretto di pietra, tettino spio-vente sull’ingresso, campanile a vela econ soffitto a capriate, risale all’anno1032; in essa si sposarono Dante Ali-ghieri con Gemma Donati e Beatrice Por-tinari con il ricco e potente Simone diGeri de’ Bardi. In questa chiesa ha sedela Venerabile Compagnia dei Quochi dedi-cata a San Pasquale Baylon, patronouniversale dei cuochi dove, davanti al-l’altar maggiore è tuttora visibile lo sto-rico sepolcro della compagnia. A San Pa-squale è attribuita l’invenzione del corro-borante “zabaione”, in quanto lo stessoreligioso nella chiesa torinese di San

la via presenta le caratte-ristiche negative prece-dentemente descritte.

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Via Santa Margheritacon l’ingresso alla“Chiesa di Dante”.

Lo storico sepolcro dellaCompagnia dei Quochi.

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Tommaso, lo consigliava in confes-sionale alle donne insoddisfatte del-le prestazioni amorose del propriouomo. Questa la ricetta: 1+2+2+1 ecioè 1 tuorlo d’uovo, 2 cucchiai dizucchero, 2 bicchierini di marsala ed1 d’acqua; mettere a bagnomaria,mescolando fino a bollore. Pasqualeasseriva che l’effetto ricostituentesarebbe stato immediato, ed imme-diato fu davvero il successo dellosquisito zabaione che si divulgò rapi-

damente tanto da arrivare fino a noi.

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Stemma dellaVenerabile Compagnia

dei Quochi.

San Pasquale Baylon,Patrono universaledei Cuochi.

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Ritornando in via Dante Alighieri, quasial termine della strada, sulla destra, siapre l’accesso della benedettina Badia Fio-rentina (che fu il centro mistico della pri-mitiva città), fondata nel X secolo dallacontessa Willa, madre del marchese Ugodi Toscana il quale volle Firenze sede peril governo della Toscana. Per la sua sag-gezza e la buona reggenza politica ed am-ministrativa, i fiorentini lo amarono mol-to e la sua memoria si dilatò ai posteri co-sì tanto che Dante lo collocò nel suo Para-diso con l’appellativo di “Gran Barone”.Annesso alla badia, svetta leggiadro con-tro il cielo, il campanile esagonale a cu-

Ancora avanti, quasi allaconfluenza di via del Pro-consolo, si affaccia sul la-to Sud della strada la Ba-dia Fiorentina.

La Badia Fiorentina non èaccessibile.

Lo snello campanile dellaBadia Fiorentina, e sopra, un

dettaglio di una bifora.24

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spide su cui si aprono quattro or-dini di eleganti bifore, mentre al-l’interno della chiesa si può am-mirare il bel monumento funebrededicato a Ugo di Toscana scolpi-to nel 1481 da Mino da Fiesole. Suquesto austero sepolcro, il 21 di-cembre di ogni anno, giorno del-la commemorazione del marche-se, viene tuttora posto un cusci-no di fiori bianchi e rossi e cele-brata all’altar maggiore una mes-sa solenne di suffragio con la partecipa-zione di popolo e autorità; un’ombra delpassato che si proietta nel presente.

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Il campanile della Badiafronteggia la Torredel Bargello.Sepolcro di Ugo di Toscana.

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Fatti ancora pochi passi si entra in viadel Proconsolo e, proprio di fronte all’an-golo con via Pandolfini si nota, al numero6, la casa dove aveva sede fino dal XIV se-colo l’Arte Maggiore dei Giudici e Notaidella quale il Proconsolo (da cui deriva ilnome della strada) era ilmassimo esponente. L’im-portante, saggia, figuragiuridica, che durava incarica quattro mesi, eradegna della massima sti-ma ed aveva primato an-che su tutte le altre ventu-no Arti.

Per finire di percorrerevia Dante Alighieri è ne-cessario camminare in di-rezione Est per altri 50metri circa. Giunti, così, in via delProconsolo si svolta in di-rezione Sud e si procedeper circa 40 metri; oltre-passata la scalinata dellaBadia Fiorentina si rag-giunge uno scivolo cheimmette in un attraver-samento pedonale rego-

Raggiunto l’incrocio convia del Proconsolo si la-scia la zona pedonale perpercorrere un tratto inzona a traffico limitato.

Stemmi sul palazzo dell’ArteMaggiore dei Giudici e Notai.

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Alla confluenza con viadel Proconsolo si imboccail marciapiede di destra,ben raccordato con il pia-no stradale medianterampetta. La pavimenta-zione del marciapiede èdi recente realizzazione.La posa delle lastre agiunti ortogonali al sen-so di marcia e la loro la-vorazione superficiale aspina di pesce sono causadi forti e fastidiose vibra-zioni.

larmente segnalato. Que-sto attraversamento ciconduce sul lato Est di viadel Proconsolo, sul mar-ciapiede attiguo al palaz-zo del Bargello.

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Scorcio di viadel Proconsolo:

a sinistra, l’austeropalazzo del Bargello.

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Girando adesso verso destra si proce-de in via del Proconsolo, che segue l’an-tichissimo tracciato delle mura romane.Memoria di questo tracciato è data da unnastro circolare d’ottone intarsiato nellastrico della sede stradale, di rimpetto

Il palazzo del Bargello oc-cupa lo spazio di un isola-to di circa 4500 metriquadrati. Via del Procon-solo scorre lungo la fac-ciata Ovest del palazzo.L’ingresso è situato suquesto lato, in prossimitàdel punto in cui si è ter-minato l’attraversamen-to; si trova, dunque, vici-no all’angolo che via delProconsolo forma con viaGhibellina, la strada chescorre lungo la facciataNord del palazzo. Ad Est ilBargello è costeggiato da

L’accesso al Museo delBargello è situato sul latoopposto della strada; l’at-traversamento pedonalerisulta essere molto diffi-coltoso per la presenzac o n t e m p o ranea, al ra c-cordo con la strada, diforti pendenze, contro-pendenze e gradini su en-trambi i lati. È indispensabile un ac-compagnatore.

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Il nastro d’ottoneche ricorda un’antica torreromana scomparsa.

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al palazzo del Bargello, che delimita il pe-rimetro di un’antichissima torre rotonda.Nell’austero, medievale palazzo (primoedificio pubblico fiorentino, oraMuseo Nazionale, così chiamatoperché sede del Capitano di Giu-stizia, detto Bargello, capo dellapolizia), si erge connessa all’edi-ficio stesso che occupa l’interoisolato, sul Canto del Bargello al-l’angolo con via Ghibellina, la tor-re denominata “Volognana”. Latorre, nei cui sotterranei ebbe per

Il Museo presenta all’in-gresso un gradino alto 10cm.

via dell’Acqua, mentrevia della Vigna Vecchiascorre lungo la facciataSud. Quest’ultima strada si in-contra, perpendicolarealla nostra direzione dimarcia, percorsi ancorauna trentina di metri ver-so Sud. Per raggiungere piazzaSan Firenze occorre at-traversarla. L’attraversa-mento è brevissimo, madisagevole: il modo piùsicuro è quello di percor-rere via della Vigna Vec-

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L’imponente mole del Bargello.

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secoli angusto spazio la prigione, vennecosì appellata dal nome di Geri da Volo-gnano, uno dei primi carcerati che vi fu-rono rinchiusi. Alla sommità è posta lacampana chiamata dai fiorentini “laMontanina” che suonava sempre in fune-ste occasioni come per richiamare i gio-vani alle armi, o per annunciare esecu-zioni capitali, o in caso di sollevazioni etafferugli che generavano sempre feriti emorti. I tristi rintocchi originarono unmodo di dire che veniva affibbiato aduna persona che parlava male di tutti:“Ha la lingua lunga come la campana delBargello; quando suona, suona sempre

chia per circa venti metriverso Est, seguendo unadelimitazione costituitada catene blande, poi at-traversare la strada versoSud e tornare indietro fi-no all’angolo che la stra-da forma con piazza SanFirenze.

Per raggiungere piazzaSan Firenze in modo piùsemplice, alla fine di viadel Proconsolo, si attra-versa con precauzione viadella Vigna Vecchia, man-tenendo la direzione Sud.

All’interno del Museo èpossibile accedere al por-ticato, posto davanti al-l’entrata, tramite una se-rie di rampe. Per raggiun-gere l’ascensore che per-

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La campana detta “Montanina”.

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a vituperio”. Nel XIV secolo il palazzo furialzato di un piano ed alcune parti ter-rene vennero adibite a prigioni e luoghidi esecuzione dei condannati.

mette di collegare i varipiani, fruibili in autono-mia, occorre attraversareil porticato posto davantialla biglietteria. La pavi-mentazione è realizzatain elementi in cotto orditia spina pesce e presentaforti sconnessioni.

Il servizio igienico per disa-bili è ubicato al terzo piano.Per accedervi è necessariosuperare, mediante un ser-voscala, quattro gradini euna soglia alta qualche cen-timetro.

Finito l’attraversamento,lungo 3 metri e mezzo, cisi trova davanti un cordo-lo semisferico in calce-struzzo che delimita unparcheggio di motocicli.Si gira verso Est e si per-corrono altri 7 metri te-nendo il cordolo come li-nea guida. Anche in que-sto modo si raggiungel’angolo che via della Vi-gna Vecchia forma conpiazza San Firenze.In entrambi i casi è consi-gliato chiedere aiuto adun passante.

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Un’elegante bifora sulla facciata del Bargello.

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Non appena superato il palazzo delBargello, si accede alla piazza San Firen-ze dove a sinistra, su una vasta scalina-ta troneggia l’omonima chiesa con il

Giunti in piazza San Fi-renze, una piazza dallaforma bislunga molto ir-regolare, si procede in di-rezione Sud fino a giun-gere all’incrocio con viadell’Anguillara.In particolare, superato ilpalazzo del Bargello, oc-corre girare verso Est edopo 3 metri circa si tro-va il passaggio tra unadelimitazione in cateneblande; si attraversa viadella Vigna Vecchia in di-rezione Sud e si raggiun-ge il marciapiede sul lato

Riattraversando la stradae riprendendo a percorre-re via del Proconsolo, ilmarciapiede in prossimi-tà di piazza San Firenze,si restringe sensibilmentee presenta un’evidentependenza laterale. Nell’ultimo tratto la pavi-mentazione del marcia-piede peggiora.Si attraversa piazza SanFirenze lungo l’attraversa-mento pedonale che portaverso via dell’Anguillara.

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Piazza S. Firenze, il Tribunale.

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grande convento di stile barocco dei pa-dri Filippini, oggi sede del Tribunale. Difronte l’elegante Palazzo Gondi, dall’anti-ca famiglia che lo fece costruire. La mae-

stosa opera fu realizzata,su progetto di Giuliano daSangallo, alla fine del XVsecolo con tre portali adarco dalle eleganti corniciincastonate nel rustico bu-gnato.

Il lastricato di piazza SanFirenze è molto sconnes-so e con lastre consunte.Occorre fare attenzionepoiché tra le lastre spor-gono in rilievo i giunti dimalta che possono gene-rare impuntamenti dellasedia a ruote.

Opportunità di sosta inpiazza San Firenze per vei-coli muniti di contrassegnoper disabili.

opposto: la prima stradache si incontra è via del-l’Anguillara.

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min15m

600

Un dettagliodella rigorosa facciatadi Palazzo Gondi.

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