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13/03/2009
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DISALERNO
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Lezione 6
Rischio alimentare,
conservazione degli alimenti
Prof. P. CavalloProf. P. CavalloProf. P. CavalloProf. P. Cavallo
Corso di Igiene
Curriculum Biologia Sanitaria
IGIENE DEGLI ALIMENTI
Si occupa di:� sorveglianza igienico sanitaria di
produzione, distribuzione e vendita di alimenti e bevande
� sorveglianza dei focolai epidemici di origine alimentare
� sorveglianza nutrizionale�promozione di comportamenti corretti del
personale addetto� interventi che riducano l’incidenza di
malattie correlate al consumo di alimenti2
UN ALIMENTO PUÒ ESSERE GIUDICATO
NON ALTERATO E QUINDI EDIBILE QUANDO
�Si presenta in ottimo stato di maturazione
�Risulta libero da polluzioni nella catena di produzione e di conservazione
�Non presenta modificazioni dei caratteri organolettici (colore sapore odore consistenza) conseguenti all’azione nociva delle varie cause di alterazione
�E’ esente da microrganismi, loro tossine e parassiti responsabili di provocare malattie nell’uomo
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PER MANTENERE UN BUON LIVELLO
IGIENICO OCCORRE
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• proteggere gli alimenti da contaminazioni
batteriche, fisiche, chimiche
• rallentare la moltiplicazione batterica (attraverso
l’applicazione dei comuni metodi di
conservazione degli alimenti)
• distruggere i batteri nocivi (con adeguata
cottura)
COSA SONO I MICRORGANISMI?
In natura gli alimenti,come latte, carne, verdure, sono ricchi di microrganismi…..
Ma cosa sono i microrganismi, detti anche batteri o microbi o germi?
Sono organismi viventi dalle dimensioni piccolissime, visibili solo per mezzo di un microscopio, costituiti da una sola cellula, che sono in grado di nutrirsi, crescere, moltiplicarsi e morire.
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CLASSIFICAZIONE DEI BATTERI SULLA
BASE DELLA LORO FUNZIONE
� Buoni-utili (“commensali”): sono utilizzati per produzioni alimentari, come il Lactobacillus bulgaricus (fermenti lattici, yogurt) o il Saccaromices Cerevisiae (lievito, birra)
� Dannosi (“patogeni”): se ingeriti causano un danno alla salute (Salmonella typhi, Vibrio cholerae);
� Indifferenti (“saprofiti”): sono presenti normalmente quasi ovunque, ma non causano nessuna reazione (E. coli). Possono causare una infezione se il soggetto è privo di difese immunitarie (“infezioni opportunistiche”). 6
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DOVE VIVONO I MICRORGANISMI?
�Nel terreno�Nell’aria�All’interno e all’esterno di organismi
costituiti da più cellule
Si trasmettono per vie diverse, possono colonizzare qualsiasi superficie, oggetto, animale, persona o cibo, ma per svilupparsi hanno bisogno di determinati fattori.
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LE CAUSE RESPONSABILI DELLA COMPARSA DI
FATTORI ALTERATIVI POSSONO ESSERE
� Fisiche: si verificano durante i processi di conservazione.
� Chimiche: modificazioni chimiche dei costituenti dell’alimento.
� Biologiche: possono essere di natura
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Enzimatica Microbiologica Parassitaria
MICROBIOLOGICA
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Nessuna superficie e tanto meno gli alimenti, chenon abbiano subito processi di sterilizzazione,sono immuni da contaminazionemicrobica
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FATTORI CHE INFLUENZANO LO SVILUPPO
MICROBICO
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Presenza
Di acqua
( Umidità)
Temperatura
Concentrazione
Idrogenionica
( Ph )
Potenziale di
Ossido
Riduzione
Nutrienti
Disponibili
Struttura
Biologica
PRESENZA DI ACQUA ( UMIDITA’ )
� Ogni essere vivente necessita di una certa quantità di acqua per vivere e senza la quale non può espletare alcuna attività biologica.
� Non tutta l’acqua presente in un alimento può essere utilizzata a tale scopo, ma solo la porzione di acqua libera ( aw ).
� Lo sviluppo microbico si verifica entro valori di aw tra 0,62 e 1,00.
� La maggior parte degli alimenti freschi ha valori di aw intorno a 0,99.
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PRESENZA DI ACQUA ( UMIDITA’ )
� Per migliorare la conservazione di un prodotto alimentare si può quindi agire :
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Sottraendo direttamente
l’acqua
( ESSICCAMENTO )
Addizionando
Soluti
( SALAGIONE )
Trasformando l’acqua libera
in ghiaccio
( CONGELAMENTO o SURGELAMENTO )
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TEMPERATURA
� In base alla temperatura ottimale di sviluppo i microrganismi si suddividono in :
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PSICROFILI : con temperatura ottimale compresa tra
15° e 20° ma in grado di riprodursi tra – 5° e 30°
MESOFILI : con temperatura ottimale compresa tra
30° e 37° ma con limiti da 10° a 45°
TERMOFILI : con optimum a 55°
ma con limiti tra 45° e 80°.
CONCENTRAZIONE IDROGENIONICA (PH)
La maggior parte dei microrganismi si sviluppa meglio in ambiente prossimo alla neutralità ( pH nell’ambito 6,6 – 7 ).
Poche specie sono in grado di moltiplicarsi in condizioni di acidità ( ph 4 ) e cioè lieviti e muffe.
Gli alimenti vegetali hanno una reazione acida, quelli animali sono più vicini alla neutralità.
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POTENZIALE DI OSSIDO RIDUZIONE
Rispetto al loro comportamento verso l’OSSIGENO, i microrganismi si suddividono in :
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AEROBI ANAEROBI FACOLTATIVI
I prodotti vegetali vanno incontro a modificazioni da parte degli AEROBI, quelli di origine animale sono spesso soggetti a trasformazione da parte degli ANAEROBI.
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NUTRIENTI DISPONIBILI
Sono relativi al substrato su cui i microrganismi interagiscono e sono :
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ACQUA
Fonti Energetiche
(CARBOIDRATI
E GRASSI)
Fonti Plastiche
( PROTEINE )
Fattori di Crescita
( VITAMINE )SALI MINERALI
STRUTTURA BIOLOGICA
E’ costituita da :
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GUSCIO DELLEUOVA
PELLE DEI PESCIFasce Fibrose e
Tessuto Connettivodelle CARNI
ALTERAZIONI ENZIMATICHE
Un enzima è una proteina altamente specializzata che interviene in qualità di catalizzatore nelle reazioni chimiche del metabolismo cellulare.
I batteri sono dotati di un corredo enzimatico notevolmente sviluppato tanto che non esiste composto presente in natura che non venga attaccato e degradato almeno da una specie microbica.
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TIPI DI ENZIMI
Nelle cellule microbiche, cosi come in ogni altra cellula vivente, possiamo distinguere due tipi di enzimi.
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Endoenzimitrasformano l’alimento assorbito
dalla cellula utilizzandolo
per il proprio metabolismo.
Esoenzimiprodotti dalla cellula ed escreti,
scindono le sostanze organiche complesse
in prodotti più semplici.
FATTORI CHE INFLUENZANO L’ATTIVITA’ DEGLI
ENZIMI
Come per lo sviluppo microbico, anche gli enzimi sono sensibili a parametri visti prima (pH, Potenziale redox, Acqua, Temperatura ). Anche gli enzimi hanno temperature ottimali differenti per lo sviluppo.
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Enzimi di tessuti animali:
temperatura ottimale circa 37 C.
Enzimi di tessuti vegetali:
temperatura ottimale leggermente inferiore.
Per ottenere la distruzione degli enzimi è necessario un trattamento con calore umido alla temperatura di 95°C per pochi minuti, o di 100°C per un minuto.
FONTI DI CONTAMINAZIONE BATTERICA
Persone: il nostro corpo ospita normalmente batteri, quelli nocivi possono essere trasmessi con mani sporche, starnuti, colpi di tosse.
Altre fonti sono:� alimenti crudi � insetti� roditori� polvere� scarti rifiuti� animali
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PRINCIPALI FATTORI RESPONSABILI DI
CONTAMINAZIONE
� Errori nella preparazione (es. lasciare cibi a temperatura ambiente)
� Eccessivo intervallo di tempo tra preparazione e consumo
� Cottura insufficiente� Presenza di portatori di malattie infettive (es.
tifo, epatite A) fra il personale addetto� Insufficiente pulizia di attrezzature e utensili
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DISTURBI DI ORIGINE ALIMENTARE
� Spesso non sono attribuiti all’alimento� I casi all’anno sono 150-200 ogni 100.000 abitanti
(ma il dato è sottostimato)� Spesso sono causati dall’inadeguata preparazione
degli operatori dal punto di vista dell’igiene alimentare.
� Sintomi: diarrea, vomito, crampi addominali, febbre.
� Il loro decorso è solitamente benigno ma in persone con più debole condizione fisica (malati, persone anziane, bambini) possono avere esito più grave e talvolta letale.
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parassiti veicolati con gli alimenti
Candide ed
altri miceti
batteri
miceti
virus
protozoi
elminti
Brucelle
Listeria
monocytogenes
Micobatteri
Criptosporidium spp
Tenie
Amebe
Trichinella spiralis
Giardia intestinalisEchinococchi
HEV
HAV
Virus di
Norwolk
Virus
Coxackie A e B Poliovirus
Rotavirus
C. perfrigens
C. jejuni
Aeromonas
Hydrophila
Altri elminti
ECHO virus
S. aureus
enetrotossico
C. difficile
Vibrioni
non colerici
Y. enterocolitica
E. coliPlesiomonas
shigeloides
Salmonelle
C. botulinum
S. typhi
Toxoplasma gondii
B. cereus
Shigelle
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MALATTIE DA AGENTI INFETTIVI NEGLI
ALIMENTI
Intossicazioni, più rare, dovute alla presenza di tossine già preformate indipendentemente dalla presenza o meno, al momento dell'ingestione, dei germi produttori della tossina (sono solo quella da S. aureus, C. botulinum).
Tossinfezioni, propriamente dette, molto più frequenti, dovute alla presenza di microrganismi vivi, non uccisi da cotture o da trattamenti di conservazione che, moltiplicandosi nel corpo umano, producono tossine (es. B. cereus, E. coli 0157:H7, etc). 28
SINTOMI DELL’INTOSSICAZIONE
Nel caso di ingestione di alimenti contaminati, viene solitamente colpita la prima parte dell’apparato gastroenterico e i sintomi (nausea e vomito più che diarrea e molto più raramente febbre e brividi) si manifestano in tempi più brevi.
Ciò è dovuto al fatto che l’alimento contiene già la tossina preformata, che si è prodotta PRIMA della ingestione da parte del soggetto colpito.
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SINTOMI DELLA TOSSINFEZIONE
Si hanno manifestazione di nausea, vomito, crampi addominali e diarrea, e con una insorgenza dei sintomi in un arco di tempo relativamente breve (da ore a giorni) dopo l’ingestione, ma in genere più lungo di quello dell’intossicazione.
Nel caso invece di tossinfezioni causate da microrganismi che tendono a diffondersi anche nel sistema sanguigno, i tempi di manifestazione possono essere più lunghi, e il sintomo più frequente è la diarrea, accompagnata da febbre e brividi.
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QUADRO DELLE TOSSINFEZIONI - 1
Tempo d’incubazione
Sintomi Germe Matrice Alimentare
1 – 6 ore Attacco acuto di vomito
Bacillus Cereus( Tossina Emetica)
Riso bollito –Alimenti ricchi d’amido non raffreddati dopo cottura
6 – 12 ore Diarrea –Febbre –Dolori addominali
Listeria monocytogenes
( infezione diarroica )
Formaggi –Verdure – Carni
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QUADRO DELLE TOSSINFEZIONI - 2Tempo
d’incubazioneSintomi Germe Matrice
Alimentare
6 – 24 ore Diarrea –dolori addominaliTalvolta vomito e febbre
Bacillus cereus (Tossina diarroica)
Alimenti ricchi d’amido – cereali – verdure –pasticceria – salse – zuppe – spezie –carni cotte non refrigerate e poi riscaldate
6 – 24 ore Diarrea A volte febbre Dolori addominaliRaramente vomito
Vibrioparahemolyticus
Prodotti ittici consumati crudi o alimenti manipolati dopo cottura
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QUADRO DELLE TOSSINFEZIONI - 3
Tempo d’incubazione
Sintomi Germe Matrice Alimentare
6 – 48 ore Diarrea –Dolori addominali – Talvolta vomito
E.Coli
ETEC enteroemorragica
EPEC enteropatogenica
EIEC enteroinvasiva
Carni crude o poco cotte –Verdure crude –Latte crudo o inadeguatamente pastorizzato –Acqua contaminata
6 – 48 ore Diarrea –Febbre –Dolori addominali – Talvolta vomito
Salmonella non tifoide
Molluschi –Prodotti carnei –Uova – Latticini –Vegetali –Insalate, ecc.
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QUADRO DELLE TOSSINFEZIONI - 4
Tempo d’incubazione
Sintomi Germe Matrice Alimentare
12 – 24 ore
Diarrea –Dolori addominali (crampi)
Clostridium perfrigens
Carni ( roastbeef, arrosti, arrotolati di tacchino ) – Verdure –Spezie – Salse –Preparazioni gastronomiche – Cibi cotti e poi conservati al di sopra dei 4°C
1 – 4 giorni
Diarrea acquosa –Vomito –Disidratazione
Vibriocholerae
Alimenti contaminati da acqua infetta –Prodotti ittici crudi
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QUADRO DELLE TOSSINFEZIONI - 5
Tempo d’incubazione
Sintomi Germe Matrice Alimentare
1 – 3 giorni
Diarrea- Feci con sangue –Febbre –Vomito –Dolori addominali
Shigella spp
Insalate – Verdure –Carni – Pesce –Molluschi – Crostacei – Tutti gli alimenti crudi o poco cotti non refrigerati e manipolati
2 – 4 giorni
Dolori addominali –Febbre –Cefalee –Diarrea -Vomito
YersiniaEntero-colitica
Carni crude o poco cotte – Latte –Prodotti lattiero caseari – uova –vegetali – prodotti ittici
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QUADRO DELLE TOSSINFEZIONI - 6
Tempo d’incubazione
Sintomi Germe Matrice Alimentare
2 – 5 giorni Febbre –Diarrea persistente
Campylobacter Jejunii
Pollame poco cotto –Carni in genere poco crude o poco cotte – Latte non pastorizzato -Ostriche
1 – 10 giorni( in media 3–5
giorni )
Febbre –Diarrea persistente-Feci maleodoranti con sangue
E.ColiO157:H7
Carni crude o poco cotte – Latte non pastorizzato –Verdure crude contaminate
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LE TOSSINFEZIONI ALIMENTARI
Malattie che si manifestano in seguito all’ingestione di alimenti contaminati da microrganismi o dalle loro tossine
Sintomidurata di qualche ora
durata di più giorni
solitamente solitamente gastroentericigastroenterici
• Vomito• nausea
• diarrea
Le malattie alimentari si manifestano con maggiore gravità
nelle popolazioni più sensibili
bambini
anziani
lievi
gravi
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LA SICUREZZA MICROBIOLOGICA DI
UN ALIMENTO DIPENDE DA
la tossinfezione si verifica se l’alimento è contaminato da
un microrganismo patogeno
i batteri, o le loro tossine, devono essere presenti in
quantità sufficienti
nell’alimento ingerito
Se il numero di batteri è insufficiente, Se il numero di batteri è insufficiente, l’individuo che ha ingerito l’alimento
può diventare portatore
numero di microrganismi
tipo di microrganismo1
2
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FATTORI CHE DETERMINANO UNA TOSSINFEZIONE
dell’alimento mediante
• utensili e superfici sporchi
• alimenti crudi
• personale addetto
che permettano al microrganismo di moltiplicarsi
Un microrganismo1
la contaminazione2
un alimento adatto3
l’ingestione5 dell’alimento contaminato
carnelatte pesce
tempo e temperatura412
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6
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MAGGIORI CAUSE
DI
TOSSINFEZIONE
• locali
• utensili
• attrezzature
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3
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scarsa igiene
personale
Manipolazione di alimenti ad opera di personale infetto
inadeguata pulizia
uso di ingredienti
contaminati
Contaminazione crociata
carenze nell’approvvigionamento
cibi preparati troppo in anticipo
inadeguata cottura o riscaldamento
di cibi cotti
inadeguato raffreddamento di cibi cotti
conservazione di alimenti caldi in modo inadeguato
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SALMONELLA
Alimenti a rischio
maionese
tiramisu
Cause
scarsa igiene
personale e della
lavorazione
Materie prime
Cottura insufficiente
Addetti portatori sani
Alcuni molluschi
Piatti a base di uova crude
Carni suine crude
Uova e derivati
Contaminazione crociata crudo-cotto
Carni di pollame
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SALMONELLA
Prevenzione
Sensibilità
Sintomi
Cottura sopra i 60°C
Conservazione sotto 10°C
Distrutte dal calore (anche solo pastorizzazione)
Distrutte dai comuni disinfettanti
Dopo 12-36 ore
Diarrea, dolori addominali, nausea, vomito, febbre
Habitat Intestino di molti animali e di portatori sani
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STAFILOCOCCO AUREO
Alimenti a rischio
Habitat
Come avviene la contaminazione?
Latticini e gelati
Alimenti molto manipolati
Naso e gola dei portatori sani
Ferite, anche piccole, a livello cutaneo
Toccando gli alimenti
Tossendo o starnutendo sul cibo
Usando attrezzature non sanificate
se le mani hanno abrasioni o feritedopo aver tossito o starnutito
Creme, carni trite
incubazione: 2-3 h
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STAFILOCOCCO
AUREO
Prevenzione
Sensibilità
Sintomi
Lavaggio frequente delle mani
Rispetto norme igieniche nella lavorazione
Rispetto delle temperature
Uso di mascherina e guanti per lavorare alimenti che non subiranno cottura
Bendaggi impermeabili per ferite alle mani
tossina resistente
Microrganismo sensibile al calore
Vomito, diarrea, dolori addominali
A 1-6 ore dall’ingestione
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CLOSTRIDIUM PERFRINGENS
E’ necessario un elevato numero di microrganismi
Alimenti a rischio
raffreddati
lentamente
Habitat
CauseCibi preparati con largo anticipo
Cibi conservati a temperatura ambiente
Terreno, polvere
Intestino dell’uomo e degli animali
Salse
Carni cotte (arrosti)
Sughi di carne
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3
6
9
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CLOSTRIDIUM PERFRINGENS
Sensibilità
Sintomi
PrevenzioneMantenimento alimenti
caldi a temperatura
superiore a 60°C
Rapido raffreddamento carni cotte
Spore termoresistenti
Dopo 8-24 ore
Dolori addominali, diarrea
attenzione alla pezzaturaPericolo!
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BACILLUS CEREUS
Alimenti a rischio
Habitat
Cause
Prevenzione
Sensibilità
Sintomi
Riso bollito
Purè di patate, creme
Cibi preparati con largo anticipo
Refrigerazione o riscaldamento inadeguati
Conservazione a temperatura ambiente
Suolo e molti alimenti (es. cerali)
Dopo 1-6 ore, diarrea, vomito
Spore resistono al calore
Limitare il tempo tra preparazione e consumo
Raffreddare rapidamente i cibi
12
3
6
9
tossina termostabile - 1/5 ore
tossina termolabile - 8/16 ore
CLOSTRIDIUM BOTULINUM
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Alimenti a rischio
Habitat
Cause
Prevenzione
Rispetto igiene della lavorazione
sterilizzazione conserve
Carenze igieniche nella lavorazione
Trattamento termico inadeguato delle conserve
Conserve preparate in casa (vegetali e sott’olio)
Largamente diffuso nell’ambiente
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CLOSTRIDIUM BOTULINUM
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Sensibilità
Sintomi
Tossina termolabile, spore termostabili
morte per paralisi respiratoria
di tipo nervoso, assenza di sintomi gastrointesinali
dopo 12-48 ore
LISTERIA MONOCYTOGENES
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Alimenti a rischio
Habitat
Prevenzione
Sensibilità
Sintomi
Prodotti della pesca
Formaggi
Febbre, meningite, sintomi parainfluenzali
Colpisce soprattutto gli immunodepressi
Si moltiplica a 0°-4°C
Rispetto igiene della lavorazione
Ubiquitario
Cottura, pastorizzazione
Carni e prodotti carnei, soprattutto crudi
VIBRIO PARAHAEMOLITICUS
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Alimenti a rischio
Habitat
Prevenzione
Sensibilità
Sintomi
Molluschi
Pesce crudo
Sensibile al calore
Cottura
Non consumare pesce crudo
Diarrea profusa, nausea, vomito, febbre
Dopo 12-24 ore
Acque costiere
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L’Escherichia Coli é un batterio che può moltiplicarsi anche in assenza di ossigeno. Ế’ un germe che vive normalmente nell’intestino dell’uomo e degli animali e può trovarsi anche nell’ambiente esterno. Appartiene alla famiglia degli enterobatteri e viene considerato “enteropatogeno” in quanto, se presente nell’alimento in numero elevatissimo, può provocare un’infezione gastroenterica, la “colibacillosi alimentare”. 52
Altri tipi di Escherichia coli sono detti “enterotossigeni” e producono una tossina molto aggressiva che può provocare disturbi di una certa gravità anche negli adulti. Questo germe si trova nell’intestino degli animali e dell’uomo. Fonte di infezione per l’uomo possono essere verdure crude, latte non sterilizzato o carni crude o poco cotte. La carne di bovino, ad esempio, può portare l’infezione all’uomo se al momento della macellazione le carcasse degli animali vengono imbrattate da materiale fecale fuoriuscito durante le operazioni di macellazione. 53
Per provocare la malattia il batterio deve essere in numero elevato, per cui oltre ad una buona cottura, è importante conservare gli alimenti sempre a basse temperature per arrestare la crescita del batterio. Il periodo d’incubazione varia da 7 a 24 ore dopo il pasto, con sintomatologia gastroenterica, cefalea e febbre e si risolve generalmente senza alcuna conseguenza. 54
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capelli
ferite
mucoseUOMO ferite
Stafilococcus
aureus
Salmonella typhi
Shigella
Clostridium perfrigens
Vibrio cholerae
Escherichia coli
Virus
ALIMENTI
ACQUASalmonella
Campylobacter
Brucella
Virus
altri parassiti
Clostridium botulinum
Clostridium perfrigens
Bacillus cereus
miceti
terrenoanimalefeci
in vitamacellazione
ALIMENTI AD ALTO RISCHIO
Sono quelli che favoriscono lo sviluppo di batteri nocivi e non vengono sottoposti ad adeguata cottura:
� carne e pollame “al sangue”� sughi e brodi a base di carne� latte, panna, creme, uova� frutti di mare e prodotti ittici� riso cottoI cibi cotti infatti possono avere ancora una carica
batterica che se pur bassa in alcune ore a temperatura ambiente può aumentare fino a livelli critici. 56
RISCHIO CHIMICO E RISCHIO ALLERGICO
Esistono malattie causate da intolleranze alimentari.
Sono manifestazioni allergiche a uno più alimenti o a sostanze chimiche, aggiunte all’alimento per conservarlo o per renderlo più appetibile e presentabile (additivi), o, involontariamente presenti.
Si tratta di una situazione abbastanza comune nell'infanzia, la cui frequenza tende a ridursi nell'età adulta.
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CONTAMINAZIONE DA SOSTANZE CHIMICHE
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Contaminazione primaria
Contaminazione secondaria
Assenza di precauzioni nello
stoccaggio di
• Pesticidi
• additivi
• sostanze chimiche • detergenti/disinfettanti
residui involontari
residui volontari
pesticidi
metalli pesanti
residui di farmaci
anabolizzanti
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CONTAMINAZIONE DEGLI
ALIMENTI CON PRODOTTI
PER LA PULIZIA CHE SONO,
IN GENERE, TOSSICI SE
INGERITI
Non travasare detergenti e disinfettanti in contenitori anonimi
• in armadi
• in appositi locali
Precauzioni
Etichettare i contenitori di sostanze chimiche
Tenere i contenitori al chiuso e comunque separati e distanti
dagli alimenti
Pericolo!
AGENTI CHIMICI TOSSICIAGENTI CHIMICI TOSSICI
possono esserepossono essereFATTORI NATURALIFATTORI NATURALI
deputati ad assolvere speciali funzioni in deputati ad assolvere speciali funzioni in tessuti vegetali e/o in microrganismi in cui tessuti vegetali e/o in microrganismi in cui
sono prodottisono prodottiOO
essere introdottiessere introdottiIN CATENE ALIMENTARIIN CATENE ALIMENTARI
attraverso attivitàattraverso attivitàagricole agricole –– zootecniche zootecniche -- industrialiindustriali
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PRINCIPALI TOSSICI ALIMENTARI
� Pesticidi� Organoclorurati – organofosforati carbammati –
triazine� Metalli� Nitrati - nitriti – nitrosammine� Idrocarburi policiclici aromatici� Prodotti della pirolisi� Medicinali ad uso veterinario, antibiotici,
anabolizzanti� Additivi volontari� Micotossine (unico di origine naturale) 61
FATTORI TOSSICI NATURALI
� Intrinseci o biogeni se presenti in derrate appena raccolte
� Originati da processi trasformazione derrata grezza in alimento finito
62
MICOTOSSINE
� Metaboliti di muffe alimentari, di foraggi o di materie prime usate nella produzione, tossici per uomo e animali
� Micotossine ad effetto acuto o cronico� Epatotossiche,nefrotossiche, neurotossiche,
immunotossiche, dermatotossiche� Mutagene,cancerogene,teratogene� Diversità effetti biologici riflette varietà struttura
chimica, in grado di reagire con DNA, RNA, proteine funzionali, cofattori enzimatici e costituenti di membrana
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ANALISI DELLE MICOTOSSINE
Attualmente sono disponibili metodi ufficiali per la ricerca di aflatossine B e G, ocratossina A, deossivalenolo (DON), tricoteceni e zearalenone in una vasta gamma di alimenti.
Per le aflatossine M in latte e derivati, e per la patulina nei succhi e nettari di mela.
Per la ricerca ed il dosaggio di alcune micotossine (fumonisine B1, B2, B3)esistono metodi indicati come “raccomandati” ma non ancora metodi ufficiali (quindi con possibili problemi in caso di contestazione in sede legale).
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LE ALTERAZIONI E LA DEPERIBILITÀ DEGLI
ALIMENTI
Gli alimenti possono essere raggruppati in tre categorie:
� Relativamente stabili� Poco deperibili� Molto deperibili
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ALIMENTI RELATIVAMENTE STABILI
Sono gli alimenti con basso contenuto d’acqua.
Essi possono raggiungere anche la conservabilità di un anno a temperatura ambiente e senza particolari precauzioni di conservazione.
Appartengono a questa categoria: la farina, il riso, lo zucchero e il cioccolato.
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ALIMENTI MOLTO DEPERIBILI
Questi alimenti contengono molta acqua e molti nutrienti come i grassi, gli zuccheri e le proteine.
Per questo motivo possono essere conservati tal quali solo per qualche giorno in quanto decadono rapidamente per cause chimiche, fisiche e biologiche.
Le alterazioni più temute sono senz’altro quelle dovute ai microrganismi .
Tipicamente essi sono rappresentati da carne, pesce e latte.
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ALIMENTI POCO DEPERIBILI
Formano questa categoria frutta ed ortaggi. Essi sono dotati di un rivestimento naturale grazie
al quale possono essere conservati per 7-15 giorni senza prendere particolari precauzioni.
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ADDITIVI E CONSERVANTI
I conservanti sono una famiglia di molecole, definite e classificate su base di normativa internazionale con uno specifico codice.
I codici vanno da E 200 a E 299.Queste molecole servono per rallentare il processo di deterioramento dei cibi.
I più utilizzati sono l’acido ascorbico, l’anidride solforosa, etc.
Oltre ai conservanti esistono altre famiglie di molecole usate nell’industria alimentare, chiamate ADDITIVI ALIMENTARI.
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ADDITIVI: LE ALTRE FAMIGLIE
� EMULSIONANTI e STABILIZZANTI (ce ne sono da E 400 a E 495), appartengono alla categoria degli antischiumogeni; gli emulsionanti tendono a legare i componenti tra loro, gli stabilizzanti rendono più stabile l’emulsione.
� ANTIOSSIDANTI (ce ne sono da E 300 a E 322), appartengono alla categoria degli agenti lievitanti; servono ad evitare le alterazioni di gusto o l’imbrunimento del prodotto quando viene a contatto con l’ossigeno.
� ESALTATORI DI SAPORE ( E 620), sono additivi privi di sapore proprio, ma a contatto con altre sostanze ne esaltano il sapore.
� EDULCORANTI sono sostanze dolcificanti che sostituiscono lo zucchero. Il loro utilizzo è destinato alla gamma di prodotti dietetici destinati ad un’ alimentazione particolare.
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CONSERVAZIONE DEGLI ALIMENTI
La conservazione degli alimenti mira ad impedire che i microrganismi e gli enzimi propri del prodotto alimentare operino le trasformazioni della materia modificando i caratteri organolettici del prodotto stesso.
Le tecniche di conservazione degli alimenti possono essere:
� Fisiche� Chimiche� Biologiche
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CONSERVAZIONE CON MEZZI FISICI
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RISCALDAMENTO
RADIAZIONI
RAFFREDAMENTO
ESSICCAMENTO
Li classifichiamo in:
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RISCALDAMENTO
I microrganismi hanno temperature ottimali differenti per il loro sviluppo:
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PSICROFILIminore di 20°C
MESOFILItra 20 e 45°C
TERMOFILImaggiore di 45°C
La maggior parte dei batteri , lieviti e muffe vengono inattivati dal calore umido tra 60 e 90 C ma molte spore resistono a lungo anche a 100 C.
TRATTAMENTO TERMICO
La combinazione temperatura-tempo di trattamento varia secondo alcuni parametri.
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Entità della carica batterica iniziale
Termoresistenza deimicrorganismi
Natura fisica e composizione chimica dell’alimento
(zuccheri e grassi ostacolano la distruzione dei germi)
Fattori che inibiscono la penetrazione del calore
(dimensione del contenitore, presenza di liquido,
temperatura iniziale dell’alimento)
A parità di efficacia microbicida, l’esposizione a temperature più elevate per tempi più brevi è meno dannosa per le caratteristiche organolettiche delle esposizioni a temperature più basse per tempi più lunghi.
STERILIZZAZIONE
� Con la sterilizzazione si ottiene la distruzione di tutti i microrganismi contenuti negli alimenti.
� Si effettua mediante un trattamento in autoclave alla temperatura di 121°C per 15-20 minuti ad una pressione di 1 atmosfera.
� La temperatura ed il tempo di trattamento rappresentano un compromesso tra gli alti valori necessari per assicurare la sterilità degli alimenti e i valori più bassi richiesti per non alterare eccessivamente le caratteristiche organolettiche ed il valore nutritivo degli alimenti.
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PASTORIZZAZIONE
Consiste nel riscaldamento degli alimenti:�Per un determinato periodo di tempo�Ad una temperatura inferiore a quella di
ebollizione dell’acqua.La temperatura e il tempo di esposizione
possono variare notevolmenteLa pastorizzazione viene utilizzata per :� Il risanamento del latte�La conservazione dei succhi di frutta
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PASTORIZZAZIONE: SUOI LIMITI
Questa metodica è inefficace per due categorie di microrganismi
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TERMOFILI:
capaci di sopportare
o di svilupparsi
alla temperatura
di pastorizzazione. TERMODURICI:
capaci di resistere
alla temperatura
di pastorizzazione.
REFRIGERAZIONE
� La temperatura degli alimenti deve essere abbassata intorno a 0° oppure a pochi gradi al di sopra evitando il congelamento che per la maggior parte degli alimenti si verifica tra – 0.5°C e – 5°C.
� La conservazione con la refrigerazione ha una durata limitata variabile a seconda degli alimenti da pochi giorni a qualche mese perché:
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I termofili ed i mesofilicessano di svilupparsi
I psicrofili e gli enzimi
rallentano la loro attività
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REFRIGERAZIONE
Gli alimenti refrigerati subiscono scarse alterazioni strutturali.
La maturazione della frutta e la frollatura della carne si verificano molto più lentamente che a temperatura ambiente.
Gli alimenti refrigerati conservano molto bene il potere nutritivo ad eccezione di una certa perdita della vitamina C.
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CONGELAMENTO
La temperatura degli alimenti deve essere abbassata al di sotto di 0°C; ne abbiamo due tipi.
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CONGELAMENTO
LENTO
Gli alimenti vengono posti
in locali mantenuti tra -15
e -25 C dove subiscono un
progressivo abbassamento
della temperatura fino alla
congelazione entro diverse
ore.
CONGELAMENTO
RAPIDOOggi si preferisce questo metodo in cui ogni parte dell’alimento attraversa la zona di massima formazione del ghiaccio (da 0 a - 5 C) rapidamente ed in un intervallo di tempo stabilito.
SVANTAGGI DEL CONGELAMENTO LENTO
Forti perdite del valore biologico e nutrizionale, modificazione dei caratteri chimico-fisici e istologici.
L’arresto della moltiplicazione microbica avviene lentamente dopo che i germi possono aver provocato modificazioni dei caratteri organolettici.
Nel congelamento lento si formano cristalli di ghiaccio grossi e poco numerosi, e nello scongelamento si rompono le pareti cellulari con conseguenti alterazioni tissutali (sgocciolamento) dall’alimento con perdita di sostanze nutritive.
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VANTAGGI DEL CONGELAMENTO RAPIDO
Nel congelamento rapido si formano cristalli di ghiaccio piccoli e più numerosi.
Minore modificazione dei caratteri chimico-fisici ed istologici, quindi minore o nulla perdita di sostanze nutritive.
Minor rottura di membrane cellulari in fase di scongelamento, alimento più gradevole e più valido dal punto di vista nutrizionistico.
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SURGELAZIONE
La surgelazione è un processo che consente di portare il prodotto nella sua interezza da + 20 a –18°C in un periodo di tempo definito , non superiore a 4 ore con una velocità media di avanzamento del fronte del ghiaccio non superiore a 2 cm2 /h. Lo spessore del prodotto da surgelare non può superare 16 cm.
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SPESSORE MAX 16 cm
I° ora
II°
III°
IV°
Velocità
2cm2/h
Velocità
2cm2/h
SURGELAZIONE
Le confezioni dei prodotti surgelati devono:�Proteggere le proprietà organolettiche e le
caratteristiche qualitative del prodotto surgelato;
�Proteggere il prodotto dalle contaminazioni batteriche o di altro genere;
�Essere impermeabili ai liquidi ed ai gas;�Non cedere al prodotto sostanze ad esso
estranee. 84
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LIOFILIZZAZIONE
1a fase: si congela l’alimento per trasformare l’acqua in ghiaccio;
2a fase: si elimina il ghiaccio mediante sublimazione (applicazione di vuoto spinto all’alimento surgelato)
Caratteristiche:� mantiene inalterate le caratteristiche
nutrizionali dell’alimento� con l’aggiunta di acqua l’alimento riacquistale
caratteristiche iniziali
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SICUREZZA ALIMENTAREQualche richiamo, anche di buon senso, e raccomandazioni degli Enti di controllo
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CONSERVAZIONE DEGLI ALIMENTI:LE TEMPERATURE
�Carne 2-6°C (max 8°C durante il trasporto breve)
�Formaggi freschi 26°C (max 14°C durante il trasporto breve)
�Latte 2-6°C (max 9°C durante il trasporto breve)
�Frutta, verdure, uova 4-8°C�Prodotti surgelati -18°C (margine di 3°C
per il trasporto)87
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DISPOSIZIONE DEI CIBI NEL FRIGORIFERO
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Cottura:
la temperatura al cuore deve raggiungere gli 80°C.
E’bene riscaldare i cibi già cotti una sola volta.
Raffreddamento dopo cottura:
deve essere rapido.
DATI DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ
Ogni anno nei Paesi industrializzati circa il 30% della popolazione va incontro a patologie determinate dalla contaminazione microbica degli alimenti, con elevati costi sanitari.
La maggior parte del numero di tossinfezioni alimentari si verifica in ambiente domestico.
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SCONGELAMENTO
Non deve superare le 12 ore e deve avvenire a bassa temperatura, meglio in frigorifero.
Può essere condotto anche sotto acqua fredda per non più di 20 minuti, lasciando il prodotto nel suo involucro e cucinandolo subito dopo.
Il liquido di scongelamento può avere carica batterica. Non deve essere a contatto con l’alimento che deve essere posto su una griglia in fondo al frigorifero in modo da non colare su altri alimenti.
Non si può ricongelare. 91
LAVORAZIONE DI ALIMENTI CRUDI
Per questi prodotti riveste un ruolo fondamentale oltre che l’accurata conservazione in frigorifero anche l’accurato lavaggio.
E’ estremamente importante non fare entrare questi alimenti in contatto con quelli ad alto rischio.
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CONSERVAZIONE DEGLI ALIMENTI NEI
PUNTI VENDITA: COSA CONTROLLARE?
I prodotti sfusi disposti su banchi di vendita devono essere dotati di protezione verso insudiciamenti
I prodotti di gastronomia venduti sfusi devono recare sul banco la denominazione di vendita, la data di scadenza, indicazione ingredienti
I piatti precotti vanno conservati a temperatura di refrigerazione ,non superiore a 4 °C oppure superiore a 60-65°C se consumati caldi
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ESPOSIZIONE DEGLI ALIMENTI
E’ proibita l’esposizione della merce all’esterno dei locali priva di adeguata protezione
Attrezzature, scaffali ed utensili devono essere di materiali lavabili ed inalterabili,vetrine ed armadi refrigerati devono essere muniti di termometro
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ETICHETTATURA
L’etichetta ci deve dire:� provenienza dell’alimento
(nazione, stabilimento di produzione)
� data di scadenza� numero di lotto� eventuali altre caratteristiche
richiesteNel caso della carne l’etichetta deve
indicare dove l’animale è nato, dove è stato allevato, dove è stato macellato.
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CONSERVAZIONE PER TIPO DI PRODOTTO
Ogni tipo di prodotto va conservato separatamente dagli altri. Si avrà quindi una cella o uno scomparto per:carni rosse, uno per carni bianche, uno per latticini, uno per verdure e frutta.
Ogni alimento infatti veicola batteri diversi.In questo modo si evitano contaminazioni crociate
fra alimenti.
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MANIPOLAZIONE DEGLI ALIMENTI NELLA
RISTORAZIONE PROFESSIONALE
Avere mani pulite (è importante l’accurato lavaggio dopo aver usato i servizi igienici, dopo essersi soffiati il naso, dopo aver toccato alimenti non lavati o ad alto rischio) o usare guanti monouso.
Avere un abbigliamento adeguato: divisa ordinata e pulita cuffia di protezione per i capelli.
Usare i guanti soprattutto in caso di tagli o escoriazioni alle mani.
In caso si sia affetti da tosse, raffreddore, influenza, è bene usare le mascherine.
Non bisogna portare anelli, bracciali, orecchini, in quanto potrebbero cadere nelle pietanze.
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GERMI
LA MANO PRENDEdal viso, dal corpo,dalle mani, dai vestiti,dalla cute, dalle ferite,dal pus, dalle secrezioni, ecc.
LA MANO TRASFERISCEdalla biancheria e dal vestiariodai lavabi, dai bagni, dall’acqua e dagli alimenti contaminati
LA MANO INFETTAle attrezzature la biancheria pulitale stoviglie i bagni, ecc.
LA MANO CONTAMINAaltri soggettioggetti e superficiacqua \ alimenti
LAVAGGIO MANI (E NON SOLO PER GLI
OPERATORI DELLA RISTORAZIONE…)
Circa il 16% del personale addetto non lo fa di abitudine.
Bagnare mani e avambracci con acqua calda, applicare il sapone, sfregare, usare lo spazzolino per le unghie
Risciacquare con acqua caldaRipetere l’operazione di lavaggio e risciacquoAsciugare con asciugamani monouso o getto di aria
calda
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IGIENE DELL’AMBIENTE DI LAVORO
L’igiene della persona deve essere accompagnata dalla presenza di ambienti di lavoro tenuti in ottime condizioni di: illuminazione, aerazione e pulizia.
Gli ambienti di lavoro possono essere mantenuti in perfetto stato di pulizia mediante le operazioni di:
� Completa disinfezione� Periodico controllo degli infestanti� Accurato smaltimento dei rifiuti
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SANIFICAZIONE = DETERGENZA + DISINFEZIONE
Si compone di:� risciacquo preliminare per eliminare i residui
più grossolani.� detersione: in questa fase si asportano gran
parte dei microorganismi; si asporta lo sporco tramite detergenti; la superficie deve risultare otticamente pulita (non unta al tatto, senza residui, senza cattivi odori).
� disinfezione: si attua con prodotti battericidi che distruggono i batteri patogeni; è importante rispettare un adeguato tempo di contatto tra disinfettante e superficie (da 10 min a 1 h). 101