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2° INCONTRO
[email protected]@professionalcounselingschool.it
1. Definizionediburnout2. Comesimanifesta3. Burnour estress4. Coping eresilienza
1)ILBURNOUT,LOSTRESSEILCOPING
2)COMPETENZAEMOTIVA
1. Gestionedellostresseregolazionedelleemozioni2. Leemozionidibase3. Competenzaemotiva4. Locusofcontrol
3)INTERVENTIPREVENTIVIEDISUPPORTOCONTROILBORNOUTDELVOLONTARIO
1. Analisidellemotivazioni2. L’importanzadellavorodigruppo3. Giustadistanzaemotiva4. Momentidiriflessione/autoosservazionedelleproprieemozioni
4)L’IMPORTANZADELLAVORODIGRUPPO
1. Condivisione2. Esplicitarebisognienonsentirsisoli3. Relazionecomeantidotoalburnout4. Reciprocità5. Sentirsipartedelgruppo
2° incontro
Tutteleemozionisono,sostanzialmente,impulsiadagire,ovveropianidiazionedeiqualicihadotatol’evoluzionepergestireintemporealeleemergenzedellavita.
Laradicestessadellaparolaemozioneèilverbolatinomoveo-muovere-conl’aggiuntadelprefisso-e- (movimentoda)perindicarecheinogniemozioneèimplicitaunatendenzaadagire”
(Intelligenzaemotiva,Goleman)
Le emozioni sono ineliminabili, funzionali all’adattamento e alla sopravvivenza e influenzano i nostri comportamenti anche se non lo vogliamo ammettere
Un primo passo per gestire efficacemente lo stress consiste nell’imparare a monitorare se stessi e le proprie emozioni nel quotidiano
TUTTINOIPROVIAMOEMOZIONI!
La funzione delle emozioniLe nostre emozioni ci aiutano a dare un senso agli eventi e alle situazioni e mediano la nostra risposta
LEEMOZIONI
Componentepsicologica,attivitàmentalefinalizzataallavalutazionedellostimoloeallasceltadelcomportamentodaadottare
Attivazionefisiologica:modificazionifisiologicheesomatiche(battitocardiaco,rossore,tremoreecc…)
Lecomponentidelleemozioni
Qualisonoleemozionicheproviamopiùspesso?
BRAINSTORMING
Leseiemozionidibase
gioia sorpresa tristezza
rabbia disgusto paura
Gestire le proprie emozioni in modo efficace non è facile poiché tutti noi siamo culturalmente portati a:
� contrapporre erroneamente le emozioni alla ragione
La gestione delle emozioni
� considerare erroneamente le emozioni delle “perturbazioni” da reprimere.
Non possiamo far nulla per impedire ad un’emozione d’insorgere
ma possiamo fare qualcosa per la sua intensità e la sua durata.
La gestione delle emozioni
La gestione delle emozioni
Strategie diffusissime ma inefficaci:
La soppressione: regolazione focalizzata sulla risposta. Inibizione del comportamento espressivo delle emozioni. A lungo termine può condurre a disturbi psicosomatici
La ruminazione mentale: i ricordi dell’evento emozionale tornano alla mente in forma ripetitiva e intrusiva. Può causare ansia, disturbi del sonno ecc..
La gestione delle emozioni
Gestire le emozioni non significa sopprimerle o soffocarle!!!!!!
Modificazione: attraverso la consapevolezza utilizzo di tecniche che permettono di ridurre l’impatto emotivo (rilassamento, respirazione, etc.)
Il modo migliore e più “salutare” per relazionarsi col nostro mondo emotivo non è quello di sopprimerlo bensì quello di esplorarlo:
Monitoraggio (“Che emozione sto provando?”)
Valutazione (“Perché sto provando questa emozione?”)
LARABBIA
SOTTOLARABBIA
ØQualcosacheciriguarda
ØUnnostrotemairrisolto
ØLenostrepartinegate
ØQualcosacheinvidiamoaglialtri
ØQualcosacheglialtricitolgono
LARABBIAVUOLEESSEREVISSUTA
Rabbiarepressa
Rabbiaagita
Rabbiasfogata
Modalitàpericolose
Rabbiaelaborata
Rabbiacomunicata
Rabbiacanalizzata
Modalitàfunzionali
LARABBIACOMUNICATA
üAssumersilaresponsabilitàdelpropriostatoemotivo
“quandotu… iomisento…”
üDareunfeedbackemotivo
LATRISTEZZA
Dobbiamo imparare ad accettare, a dire sì al dolore per poterlo attraversare e per
poter tornare ad attaccarci agli oggetti d’amore
George A. Kohlrieser
Glistatidellutto
Negazione
Rabbia
Paura
Tristezza-mancanza
Razionalizzazione
Accettazione
Nuovoattaccamento
Perdono
Gratitudine
LAPAURA
Lapauraeisuoidintorni
Preoccupazione
Paura
Ansia
Panico
C’èunoggetto
Nonc’èoggetto
Perditadelcontrollo
LavoraresullapauraFunzionidi
consapevolezza
• Checosasento?• Come?• Chepensierifaccio?
Funzionidielaborazione
• Perchépensociòchepenso?• C’èunpericoloreale?• Èqualcosachemiègiàsuccesso?• Possosepararmidavecchieesperienze?
Funzionidiascoltoeazione
• Lapauraèunsegnalediallarme:cosamistadicendo?
• Qualipericolisegnala?
Lanoia ècollegataall’ansia eallabassaautostima
(Kohut,1992)
La noia è uno stato d'animo che prova un individuo che tendenzialmente vorrebbe essere attivo, ma che invece si sente in una condizione di "stallo emotivo".
La psicologia classifica definisce la noia come un'emozione che è frutto di interpretazione soggettiva degli eventi.
Quando si prova noia è come se ci si ritrovasse una sorta di sospensione psicologica che ci chiude al mondo e che ci consente solo una visione negativa
Cosaaccadealivelloneurofisiologico?
Glistudihannodimostratocheesisteunacorrelazionetranoiaeattenzione
Lanoiaèunostatochesiverificaquandononsiriescaaconcentrarsisulcompito,attribuendolacausaall’ambienteesterno(Eastwoodetal.;2012).
Apparecosìsemprepiùimportantepoterriconoscereedaccettareleproprieemozioni(comeproprie)accoglierleedintegrarlenelcontestodovequestesimanifestano.
NONGESTIONEDELLEEMOZIONI
FUGA,EVITAMENTOBLOCCO
“PERDERSIFUORI”IDENTIFICAZIONE
“PERDERSIDENTRO”
FREDDEZZADISTACCO IPERCOINVOLGIMENTO
STRATEGIEDIFENSIVE
LADISTANZAEMOTIVA:tecnico-specialistica,evitamento deldialogo,rifugionelfare.
LADISPONIBILITA’SENZALIMITI:impossibilitàdidireNO,dimettereunlimite,impotenzaesconforto.
Cos'è l’intelligenza Emotiva? (Emotional Intelligence)
Il concetto di Intelligenza Emotiva nacque nel 1990 ad opera di due Psicologi, Peter Salovey e John Mayer, che la definirono – per la prima volta in termini ufficiali – come:
“la capacità di monitorare e dominare le emozioni proprie e altrui
e di usarle per guidare il pensiero e l'azione”.
Quindil’intelligenzaemotivaècompostada:
1) Intelligenzaintrapersonale:ovveroquellarelativaainostrisentimenti,valorieobiettivi;
2)Intelligenzainterpersonale:ovverolaconsapevolezzadeisentimentideglialtri,delleloroemozioniemotivazioni.
COMECOLTIVAREL’INTELLIGENZAEMOTIVA
1)ConsapevolezzadiSé:ovverolacapacitàdiconoscereilnostrostatointeriore,inostrigusti,lenostrerisorseeintuizioni;
2)Autoregolamentazione:cioèl’abilitàdicontrollareinostriimpulsi,lenostrerisorseinostristatimentali;
3)Motivazione:intesacomelacapacitàdimantenerelenostreazioniallineateainostriobiettivi;
4)Empatia:ossialaconsapevolezzadeisentimenti,deibisogniedellepreoccupazionidell’altro.
La versione di GolemanL'intelligenza emotiva è la capacità di servirsi di meta-abilità nella gestione dell’esperienza emotiva, ovvero, la capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi, di persistere nel
perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di gestire positivamente le nostre emozioni, tanto
interiormente, quanto nelle relazioni sociali.
Daniel Goleman, 1995
COSAIMPLICALAVISIONEDIGOLEMAN?
L’intelligenzaemotivaèsottoilcontrollodell’individuo
NOTABENE
L’INTELLIGENZALOGICOFORMALETENDEASTABILIZZARSIVERSOI16ANNI
SECONDOGOLEMANL’INTELLIGENZAEMOTIVAPUÒESSEREMIGLIORATANELCORSODITUTTALAVITA.
Come si sviluppa?
1)Sviluppare un alto grado di autoconsapevolezza
2)Gestire le proprie emozioni
3)Motivare sé stessi
4)Sviluppare capacità di comunicazione efficaci
5)Sviluppare competenza nei rapporti interpersonali
1. Sviluppare un alto grado di consapevolezza
L'Intelligenza Emotiva ha inizio solo quando l'informazione affettiva entra nel sistema percettivo
Essere consapevoli significaessere onesti con se stessi
Vedere le cose per come sono e comprendere come i sentimenti e le emozioni influiscano sulla nostra percezione del mondo e delle nostre azioni.
2. AutoregolamentazioneSaggio è colui che non risponde né agisce mai prima di aver riflettuto
Importante spendere del tempo per riflettere su ciò che ci capita,
evitando di reagire e attivando invece azioni ragionate.
Piccolo test sulla “consapevolezza delle emozioni”
A B C D
Mi accorgo di quando cambio d'umore
Sempre Talvolta Raramente Mai
Mi accorgo di quando mi metto sulla difensiva
Sempre Talvolta Raramente Mai
Mi accorgo di quando le mie emozioni interferiscono con il mio rendimento
Sempre Talvolta Raramente Mai
Mi accorgo presto che sto per perdere le staffe
Molto presto
Non molto presto
Tardi Molto tardi
Mi accordo subito che i miei pensieri stanno prendendo una piega negativa
Subito Quasi subito
Dopo un po Troppo tardi
Scoring e Risultati
Assegnatevi :4 punti per ogni risposta A
3 punti per ogni risposta B
2 punti per ogni risposta C
1 punto perogni risposta D
Sommate i valori ottenuti tra le domande
Risultati:Da 17 in poi: ve la cavate beneDa 13 a 16: forse ci vuole un po' di lavoroDa 9 a 12: c'è da lavorarci seriamenteMeno di 8: siete un disastro!
3.MotivazioneLamotivazioneèlaspintapiùforteversoilsuccesso.
Sevu
4.Empatia
Lacapacitàdicomprendereilmondodell’altro“comese”fosseilnostrosenzamaiperderedivistail“comese”.
Mostraregentilezzaversoglialtri(séstessi)efarlisentirecompresi
5.Competenzesociali
Essereingradodigestirealmeglioilrapportoconglialtri
Lacompetenzasibasasull’attitudinealla
cooperazione,l’assertivitàelealtà.
LOCUSOFCONTROL
Secondola teoriadelLocusofControl (Rotter,1966),lepersonedifferisconoriguardounaspettospecifico:comesispieganoglieventi.
locus of control interno: la persona attribuisce le cause degli eventi a se stesso. Quindi se la persona ha un successo tenderà a motivare questo successo affermando che è merito delle proprie capacità, se la persona ha un insuccesso tenderà ad affermare che è causa dei propri difetti, e non del contesto o del caso. Lo stesso accadrà, tendenzialmente, per le altre persone: se un’altra persona ad esempio vende molto, è merito delle proprie capacità di vendita (skillinterna) e non del prodotto, dell’azienda o del contesto socio-economico.
locus of control esterno: la persona attribuisce le cause degli eventi al caso, alla fortuna, o a fenomeni esterni a se stesso. Così se si ha successo o insuccesso “non è merito della persona”, “è fortuna”, “l’ha deciso il destino”. Se una persona ha successo “è fortunata”, “è merito del supporto che ha avuto”, oppure “è raccomandata”, “è figlia di qualcuno di importante”, “è intelligente per natura”, “ha i geni giusti”, “è un fatto genetico”, “la natura gli ha donato la sua capacità di vendere”.
Bibliografia
Goleman,Daniel,Intelligenzaemotiva,Milano,Rizzoli,1996
LeDoux,Joseph,Ilcervelloemotivo,Milano,Baldini&Castoldi,1998
Oliverio,Alberto,Lamente.Istruzioniperl’uso,Milano,Rizzoli,2001
Rizzolatti,G.eSinigaglia,C.,Soquelchefai,Milano,RaffaelloCortina,2006