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G E O S I T O R O M A N T E R R A P Sito geologico ROMANTERRA Lago d’Idro Maniva Fiume Caffaro Ponte di Romanterra Gaver Fermata SIA S. Gervasio 500 m Bagolino Breno Bagolino Lago di Garda BRESCIA V a l S a b b i a V a l l e d el C affaro Riva del Garda V a l T r o m p i a Salò L a g o d I s e o L a g o d I d r o Val Camonica TRENTINO L O M B A R D I A VENETO Sito GSSP (”chiodo d’oro”) ca. 242.5 milioni di anni ca. 240.5 milioni di anni ANISICO LADINICO PROVINCIA DI BRESCIA Sito geologico Romanterra U n a v i s i t a s u l f o n d o m a r i n o d e l T r i a s s i c o Nella moderna scala geologica internazionale ogni limite tra le suddi- visioni dei diversi periodi deve essere definito con un singolo punto di riferimento mondiale. Tale punto viene denominato GSSP (Global Stra- tigraphic Section and Point) oppure brevemente “golden spike” (chiodo d’oro) che simbolicamente indica la posizione esatta del limite. Nel 2005 il sito di Romanterra è stato scelto come punto di riferimento per il limite tra i piani ANISICO e LADINICO per la rappresentatività dell’affio- ramento, per i suoi fossili e per la precisione della datazione degli strati. Per il periodo Triassico i nomi Anisico e Ladinico in realtà erano già stati introdotti nella seconda metà del 1800 da geologi austriaci. L’espressione Anisico proviene dal nome del fiume austriaco Enns (lat. Anisius) a sud- est di Salisburgo, mentre il Ladinico ha preso il nome dalla popolazione di lingua Ladina nelle Dolomiti, zone in cui le rocce del Triassico sono molto diffuse. Il sito è raggiungibile dall’autostrada A4 (uscita Brescia Est) proseguendo per la Val Sabbia. Con mezzi pubblici: Linea Brescia - Vestone - Bagolino. Dal paese di Bagolino circa 15 minuti a piedi. Romanterra: strati di calcari nodulari fos- siliferi intercalati da strati verdastri con materiale di origine vulcanica. Questi ultimi grazie al con- tenuto di minuscoli cristalli di zircone hanno reso possibile la determinazione precisa dell’età. Lungo l’alveo del fiume Caffaro, nei pressi del ponte di Romanterra, è visibile in modo esemplare un intervallo di strati del Triassico medio comprendente il Calcare di Prezzo, la Formazione di Buchenstein e la Formazione di Wengen, in cui sono presenti alcuni fossili e tracce di animali tipici di un mare relativamente profondo. I fossili marini di Romanterra comprendono resti di ammonoidi e gusci di bivalvi utili a stabilire l’età dei vari strati. Inoltre si possono trovare resti di verte- brati, come ossa sparse di ittiosauri (rettili acquatici) e di pesci. Altri fossili ma- rini, ad esempio minuscoli resti di scheletri di radiolari (organismi unicellulari) e conodonti (apparati masti- catori di piccoli invertebra- ti), sono visibili soltanto al microscopio. Gli ammonoidi, le daonelle, ma anche le tracce lasciate dagli organismi sul fonda- le marino sono tipici di un ambiente marino la cui profondità poteva aggirar- si intorno a 100-200 metri. Resti di piante sono pre- senti come frammenti car- boniosi e documentano l’esistenza di vicine zone emerse (isole o terraferma) coperte da vegetazione. ROMANTERRA - Strati e fossili marini “Il chiodo d’oro” per il piano LADINICO Ammonoide (Proarcestes) Daonella (D. lommeli) Kellnerites bagolinensis Ammonoide degli strati triassici di Bagolino Realizzato da: Collaborazione scientifica: Con il contributo di: Ideazione, testi e figure: Peter Brack - ETH Zurigo Stampa: Tipografia Tecnoprint - Villanuova s/Clisi - 2009 Comune di Bagolino Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia Edison Spa Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella Banca Valsabbina COMUNE DI BAGOLINO COMUNE DI BRESCIA

242.5 Sito GSSP 24 0.5 vulcanica. Questi Romanterrasgi.isprambiente.it/geositiweb/gssp/GSSP/BAGOLINO/... · Sito geologico ROMANTERRA o a o Ponte di Romanterra r Fermata SIA S. Gervasio

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Page 1: 242.5 Sito GSSP 24 0.5 vulcanica. Questi Romanterrasgi.isprambiente.it/geositiweb/gssp/GSSP/BAGOLINO/... · Sito geologico ROMANTERRA o a o Ponte di Romanterra r Fermata SIA S. Gervasio

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Sito geologico ROMANTERRA

Lago d’Idro

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Fiume Caffaro

Ponte di Romanterra

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S. Gervasio500 m

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Una visita sul fondo marino d

el Triassico

Nella moderna scala geologica internazionale ogni limite tra le suddi-visioni dei diversi periodi deve essere definito con un singolo punto di riferimento mondiale. Tale punto viene denominato GSSP (Global Stra-tigraphic Section and Point) oppure brevemente “golden spike” (chiodo d’oro) che simbolicamente indica la posizione esatta del limite. Nel 2005 il sito di Romanterra è stato scelto come punto di riferimento per il limite tra i piani ANISICO e LADINICO per la rappresentatività dell’affio-ramento, per i suoi fossili e per la precisione della datazione degli strati. Per il periodo Triassico i nomi Anisico e Ladinico in realtà erano già stati introdotti nella seconda metà del 1800 da geologi austriaci. L’espressione Anisico proviene dal nome del fiume austriaco Enns (lat. Anisius) a sud-est di Salisburgo, mentre il Ladinico ha preso il nome dalla popolazione di lingua Ladina nelle Dolomiti, zone in cui le rocce del Triassico sono molto diffuse.

Il sito è raggiungibile dall’autostrada A4 (uscita Brescia Est) proseguendo per la Val Sabbia. Con mezzi pubblici: Linea Brescia - Vestone - Bagolino. Dal paese di Bagolino circa 15 minuti a piedi.

Romanterra: strati di calcari nodulari fos-siliferi intercalati da strati verdastri con materiale di origine vulcanica. Questi ultimi grazie al con-tenuto di minuscoli cristalli di zircone hanno reso possibile la determinazione precisa dell’età.

Lungo l’alveo del fiume Caffaro, nei pressi del ponte di Romanterra, è visibile in modo esemplare un intervallo di strati del Triassico medio comprendente il Calcare di Prezzo, la Formazione di Buchenstein e la Formazione di Wengen, in cui sono presenti alcuni fossili e tracce di animali tipici di un mare relativamente profondo. I fossili marini di Romanterra comprendono resti di ammonoidi e gusci di bivalvi utili a stabilire l’età dei vari strati. Inoltre si possono trovare resti di verte-brati, come ossa sparse di ittiosauri (rettili acquatici) e di pesci. Altri fossili ma-rini, ad esempio minuscoli resti di scheletri di radiolari (organismi unicellulari) e conodonti (apparati masti-catori di piccoli invertebra-ti), sono visibili soltanto al microscopio.Gli ammonoidi, le daonelle, ma anche le tracce lasciate dagli organismi sul fonda-le marino sono tipici di un ambiente marino la cui profondità poteva aggirar-si intorno a 100-200 metri. Resti di piante sono pre-senti come frammenti car-boniosi e documentano l’esistenza di vicine zone emerse (isole o terraferma) coperte da vegetazione.

ROMANTERRA - Strati e fossili marini “Il chiodo d’oro” per il piano LADINICO

Ammonoide (Proarcestes)

Daonella (D. lommeli)

Kellnerites bagolinensis Ammonoide degli strati triassici di Bagolino

Realizzato da:

Collaborazione scientifica:

Con il contributo di:

Ideazione, testi e figure: Peter Brack - ETH ZurigoStampa: Tipografia Tecnoprint - Villanuova s/Clisi - 2009

Comune di Bagolino

Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia

Edison Spa Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia PaganellaBanca Valsabbina

COMUNE DI BAGOLINO COMUNE DI BRESCIA

Page 2: 242.5 Sito GSSP 24 0.5 vulcanica. Questi Romanterrasgi.isprambiente.it/geositiweb/gssp/GSSP/BAGOLINO/... · Sito geologico ROMANTERRA o a o Ponte di Romanterra r Fermata SIA S. Gervasio

superiore

medio

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superiore

inferiore

Pre-Permiano

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252

283

ca.235

Intervallo di sedimenti fossiliferi di mare profondo

Dolomia Principale

Arenaria di Valsabbia, Fm. di S. Giov. Bianco

Calcare di Esino

Formazione di Wengen

Formazione di Buchenstein

Calcare di Prezzo

Calcare di Angolo

Carniola di Bovegno

Servino

Verrucano Lombardo

Vulcaniti di Auccia (porfidi)

Conglomerato del Dosso dei Galli

Formazione di Collio

Basamento cristallino

1000

m

milionidi anni

Vulcaniti basali (porfidi)

280

239-243

C.ne di Blumone

M. Bruffione

M. Misa

M. Frerone

M. Matto

P.ta dell’Auccia

Dosso dei Galli

M. Dasdana

M. Maniva

Dosso Alto

M. Macaone

M. TonoloM. Carena

Costone delle Cornelle

L. di Bruffione

L. dellaVacca

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PassoCroce Domini

L. di Mignolo

L. di Dasdana

L. di Vaia

Lago d’Idro

Rio Ricomassim

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M. Telegrafo

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B A G O L I N O P O N T EC A F F A R O

F. Caffaro

L. Nero

L. di Casinei

M.Bagoligolo

Sito geologico ROMANTERRA

VAL DORIZZO

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PassoBruffione

M. Breda

V A L D I S C A I E

Sedimenti calcarei del Triassico medioCarniola di Bovegno, Calcare di Angolo, Calc. di Prezzo, Formazione di Buchenstein, Formazione di Wengen, Calcare di Esinorocce termometamorfiche lungo i contatti con le rocce magmatiche

Rocce magmatiche dell’intrusione dell’Adamello Gruppo Re di Castello (Terziario; 43-40 millioni di anni)

rosa: tonaliti (L. della Vacca ecc.) granodioriti (M. Bruffione)

verde: gabbri/dioriti (Cornone di Blumone)

Arenarie rosse del Permiano superiore Verrucano Lombardo

Rocce vulcaniche (porfidi) Vulcaniti di Auccia

Conglomerati e arenarieConglomerato del Dosso dei Galli

Sedimenti lacustri (argilliti, siltiti, arenarie) Formazione di Collio

Rocce vulcaniche (porfidi)

Vulcaniti basali

Rocce metamorfiche del “basamento cristallino” Micascisti di Maniva

Calcari ecc. del Triassico medioCarniola di Bovegno, Calcare di Angolo, Calcare di Prezzo, Formazione di Buchenstein, Fm. di Wengen, Calcare di Esino

Dolomie del Triassico superioreArenaria di Valsabbia, Fm. di S. Giovanni Bianco, Dolomia Principale

LINEA DELL A VALTROMPIA

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Calcari e siltitidel Triassico inferiore Servino

Marmi (rocce termometamorfiche)

del Triassico superiore

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Geologia della VALLE DEL CAFFARO

La Valle del Caffaro presenta caratteristiche geologiche quasi uniche nell’ambito del settore alpino italiano. Il particolare assetto tettonico di questo territorio permette infatti di osservare una grande varietà di rocce, con genesi ed età diverse, capaci di raccontare la storia di questa regione e dei paesaggi che vi si susseguirono dall’era paleozoica ai nostri giorni.Una grande faglia nota come Linea della Val Trompia si estende tra Lo-drone e il Passo Maniva dividendo la Valle del Caffaro in due settori molto diversi. A sud della faglia si trovano strati, ora quasi verticali, che si deposi-tarono in un mare tropicale durante il periodo Triassico (250-200 milioni di anni fa). A nord di questa faglia sono visibili rocce più antiche, che com-prendono scisti metamorfici (pendici del M. Maniva) ricoperti da una suc-cessione di sedimenti argillosi, arenarie e conglomerati con intercalazioni di rocce vulcaniche (porfidi) che si formarono in un ambiente continen-tale durante il periodo Permiano, intorno a 280 milioni di anni fa. Nell’alta Valle del Caffaro affiorano invece le formazioni più recenti della zona: rocce magmatiche terziarie. Da magmi intrusi durante la forma-zione delle Alpi (40 milioni di anni fa) ad una profondità di circa 10km si sono cristallizzati i gabbri e le dioriti scure del Cornone di Blumone, le tonaliti del Lago della Vacca e le granodioriti (rocce granitiche) del Monte Bruffione. A causa del calore proveniente dalla messa in posto di questi magmi, i sedimenti triassici adiacenti si sono trasformati in marmi bian-chi, cornubianiti varicolori e altre rocce metamorfiche. Durante la deposizione gli strati sedimentari dei dintorni di Bagolino erano orizzontali e la successione attualmente visibile raggiungeva uno spessore di circa 4 chilometri. Alla base di questa successione si trovano le rocce del “basamento cristallino”, che sono le più antiche della zona.

Queste rocce furono deformate, meta-morfosate ed erose durante un antico processo di formazione di montagne avvenuto circa 330 milioni di anni fa. Più tardi, a partire dal periodo Permia-no, la superficie del basamento venne ricoperta da una successione eteroge-nea di rocce vulcaniche e sedimenti. In quel periodo le rocce dei dintorni di Bagolino appartenevano ad un con-tinente che si trovava poco distante dall’equatore, migliaia di chilometri più a sud della posizione odierna. Con la deriva dei continenti esse si sposta-rono lentamente per poi arrivare alla latitudine attuale. La successione eterogenea del Permia-no inferiore comprende rocce vulcani-che (porfidi) e sedimenti clastici di vario tipo: siltiti scure, arenarie e conglome-rati della Formazione di Collio, che si depositarono in un ambiente caldo, forse desertico, in una larga valle con laghi temporanei. Le arenarie rosse del Verrucano Lombardo (Permiano supe-riore) invece sono depositi di una vasta piana alluvionale. A partire dal perio-do Triassico si trovano i primi depositi marini, i cui strati si formarono in un mare tropicale poco profondo. Soltan-to l’intervallo comprendente il Calcare di Angolo, il Calcare di Prezzo, la Forma-zione di Buchenstein e la Formazione di Wengen rappresenta i sedimenti di un mare relativamente profondo.All’ambiente di piattaforma carbonati-ca sono ricondotti i calcari (carbonato di calcio) e le dolomie chiare (carbona-to di calcio e magnesio) del Calcare di Esino e della Dolomia Principale, che ricordano almeno in parte le scogliere delle attuali barriere coralline e le adia-centi lagune.Le rocce attualmente visibili originaria-mente erano ricoperte da strati più re-centi. Durante la formazione delle Alpi le rocce della Valle del Caffaro vennero deformate, dislocate ed innalzate e ne-gli ultimi 25 milioni di anni l’ erosione ha rimosso diversi chilometri di strati che giacevano al di sopra di quelli oggi affioranti.

Successione originale degli strati visibili nella Valle del Caffaro prima della defor-mazione causata dal corrugamento alpino.

Monte Frerone: Marmi chiari del Triassico e rocce magmatiche scure.

Vendolaro di Bruffione: Arenarie ros-se del Permiano superiore.

Gaver: Marmi e cornubianiti triassici piegati.