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24/05/11 1
Epidemiologia dei disturbi mentali.
Università degli Studi di Trieste
Facoltà di Psicologia
Corso di Psichiatria Sociale a.a. 2010/2011
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Alcune definizioni
Epidemiologia: Studio della frequenza e della distribuzione delle malattie in una popolazione, in rapporto all'ambiente e al tipo di vita, allo scopo di individuare le cause determinanti l'insorgenza, il ritmo e l'intensità con cui queste si manifestano, le condizioni che le favoriscono o le prevengono.
Epidemiologia: il termine epidemiologia ha come significato originario quello di strumento, metodo per narrare la storia delle persone e delle popolazioni quando incontrano le “violazioni” al loro diritto, capacità di fruire delle autonomie della vita. Le malattie sono solo una di queste violazioni.
In ambito psichiatrico la ricerca epidemiologica non raggiunge il grado di oggettività raggiunto dalla ricerca sulle malattie somatiche
Confine tra salute e malattia
Formazione/cutura esaminatore
Tolleranza sociale
Capacità dei soggetti a tollerare o
evidenziare la malattia.
“studio sulla gente”
“studio dell’aspetto di massa delle malattie”
“studio nel tempo e nello spazio della distribuzione delle malattie nella popolazione”
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Unità di studio: popolazione o gruppo
Obiettivi: stabilire se esistono differenze nella frequenza di comparsa di un disturbo o di una malattia tra due o più popolazioni
saggiare ipotesi relative a fattori che sono ritenuti importanti per l’insorgenza o il decorso di un disturbo o di una malattia
possono esservi diversi approcci di studio (descrittivo, analitico, sperimentale, teoretico)
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Primi studi epidemiologici in psichiatria
Ospedale di “Bethlem” a LondraTabelle di ricoveri in ospedale psichiatrico e dimissioni dal 1684 al 1787
3.403 pazienti trattati di cui curati 924 (1:3)
1850 Edward Jarvis USA: “Legge di Jarvis” correlazione negativa tra distanza geografica dall’ospedale psichiatrico ed uso dell’ospedale da parte della popolazione residente
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Alcune definizioni
Morbilità psichiatrica: somma dei disturbi e del disagio mentale grave di una popolazione
Si misura in percentuale
Prevalenza: percentuale di persone con un certo disturbo in un dato momento
Incidenza: numero di nuovi casi diagnosticati in un periodo in una popolazione
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Tasso: numero di persone affette da un disturbo o che presentano una determinata caratteristica, per unità di popolazione, per unità di tempo (es. anno o mese o giorno)
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Fattori di rischio fattori associati con le variazioni dei tassi nel tempo, nello stesso luogo o in luoghi diversi
caratteristiche condizioni che sembrano aumentare la probabilità di comparsa, presente o futura, di un disturbo psichiatrico
Il fattore di rischio può essere:causalecorrelato con la presenza di un altro fattore di rischio
sequela del disturbo
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l’esistenza di una associazione statisticamente significativa tra disturbo e fattore di rischio non ha necessariamente un valore eziologico
Es. schizofrenia e bassa classe sociale, relazioni disturbate nella famiglia e malattia mentale
Occorre chiarire la direzione dell’associazione
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5 criteri per decidere se una relazione statistica possa avere significato causale 1) Il criterio della sequenza temporale degli
eventi. Per essere causale la variabile indipendente deve precedere quella dipendente, per cui nella ricerca eziologica in psichiatria è essenziale identificare con una certa precisione il momento della prima comparsa dei sintomi e della malattia.
2) Il criterio della costanza e della replicabilità delle associazioni in tempi ed in luoghi diversi. La mancanza di questo criterio è decisamente un elemento a sfavore del nesso causale, anche se la sua presenza non è sufficiente a stabilire in modo chiaro e definitivo tale nesso.
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5 criteri per decidere se una relazione statistica possa avere significato causale
3) Il criterio della intensità dell’associazione, da non confondere con il livello di significatività statistica. Esempio esistenza di una relazione tipo dose-risposta tra esposizione (dose) e disturbo o malattia (risposta).
4) Il criterio della specificità dell’associazione; esso è importante, ma la mancanza di specificità non esclude la caratteristica causale dell’associazione, anche perché in psichiatria i fattori causali veramente specifici, cioè quelli unici, necessari e sufficienti a determinare la malattia sono veramente rari.
5) Il criterio della plausibilità e della coerenza.
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I sistemi di classificazione dei disturbi mentali
ICD – 10DSM – IV
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ICD - 10
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F00 -F09 Sindromi e disturbi psichici di natura organica, compresi quelli sintomatici
F10 - F19 Sindromi e disturbi psichici e comportamentali dovuti all’uso di sostanze psicoattive
F20 - F29 Schizofrenia, sindrome schizotipica e sindromi deliranti
F30 - F39 Sindromi affettive (distrurbi dell’umore)
F50 - F59 Sindromi e disturbi comportamentali associati ad alterazioni delle funzioni fisiologiche e a fattori somatici
F60 - F69 Disturbi della personalità e del comportamento
F70 - F79 Ritardo mentale
F80 - F89 Sindromi e disturbi da alterato sviluppo psicologico
F90 - F98 Sindromi e disturbi comportamentali ed emozionali con esordio abituale nell’infanzia e nell’adolescenza
F99 - Disturbo mentale non specificato
ICD-10 SETTORE V DISTRURBI PSICHICI E COMPORTAMENTALI
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F20-F29 SCHIZOFRENIA, SINDROME SCHIZOTIPICA E SINDROMI DELIRANTI
F20 Schizofrenia
F21 Sindrome schizotipica
F22 Sindromi deliranti persistenti
F24 Sindrome delirante indotta
F25 Sindromi schizoaffettive
F29 Psicosi non organica non specificata
ICD-10 SETTORE V DISTRURBI PSICHICI E COMPORTAMENTALI
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F30-F39 SINDROMI AFFETTIVE (DISTRURBI DELL’UMORE)
F30 Episodio maniacale
F31 Sindrome affettiva bipolare
F32 Episodio depressivo
F33 Sindrome depressiva ricorrente
F34 Sindromi affettive persistenti
F38 Altre sindromi affettive
F39 Sindrome affettiva non specificata
ICD-10 SETTORE V DISTRURBI PSICHICI E COMPORTAMENTALI
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F40-F48 SINDROMI FOBICHE, LEGATE A STRESS E SOMATOFORMI
F40 Sindromi fobicheF41 Altre sindromi ansioseF42 Sindrome ossessivo-compulsiva
F43 Reazioni a gravi stress e sindromi da disadattamento
F44 Sindromi dissociative (da conversione)
F45 Sindromi somatoformiF48 Altre sindromi nevrotiche
ICD-10 SETTORE V DISTRURBI PSICHICI E COMPORTAMENTALI
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F60-F69 DISTURBI DELLA PERSONALITÀ E DEL COMPORTAMENTO NELL’ADULTO
F60 Disturbi di personalità specificiF61 Altri disturbi di personalità e forme misteF62 Modificazioni durature della personalità non
attribuibili a danno o malattia cerebraleF63 Disturbi delle abitudini e degli impulsiF64 Disturbi dell’identità sessualeF65 Disturbi della preferenza sessualeF66 Disturbi psicologici e comportamentali associali
con lo sviluppo e l’orientamento sessualeF68 Altri disturbi della personalità e del
comportamento nell’adultoF69 Disturbo non specificato della personalità e del
comportamento nell’adulto
ICD-10 SETTORE V DISTRURBI PSICHICI E COMPORTAMENTALI
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DSM - IV
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DSM-IV classi diagnosticheprincipali
1. Disturbi diagnosticati per nell’Infanzia, nella fanciullezza,adolescenza
2. Delirium, Demenza e Disturbi Amnestici e altri Disturbi Cognitivi
3. Disturbi Mentali Dovuti a una Condizione Medica Generale;
4. Disturbi Correlati a Sostanze
5. Schizofrenia e altri Disturbi Psicotici
6. Disturbi dell’Umore 7. Disturbi d’Ansia
8. Disturbi Somatoformi 9. Disturbi Fittizi 10. Disturbi Dissociativi 11. Disturbi Sessuali e
dell’Identità di Genere 12. Disturbi
dell’Alimentazione 13. Disturbi del Sonno 14. Disturbi del Controllo
degli impulsi non classificati altrove
15. Disturbi dell’Adattamento
16. Disturbi di Personalità 17. Altre condizioni che
possono essere oggetto di attenzione clinica
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Dati O.M.S. Popolazione mondiale circa 6,2 miliardi di persone 1.550 milioni di persone soffrono di disturbi
neuropsichiatrici (includendo in essi: disturbi mentali, comportamentali e abuso di sostanze) = 25% popolazione mondiale
Tra i disturbi mentali: 400 milioni di persone di disturbi ansiosi
( attacchi di panico, fobie, disturbi ossessivi, compulsivi, disturbi da stress) = 6,67%
340 milioni di persone soffrono di depressione (disturbi dell’umore) = 5,67%
45 milioni di persone sono affette da schizofrenia
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Epidemiologia della schizofrenia
Prevalenza: 0,75% (45 milioni di persone nel mondo)
Incidenza annuale: 0,2- 0,7 x 1000 (+ 2 milioni)
Italia (57 mil di abitanti) Prevalenza: 500.000 casi Incidenza annuale: + 15.000 casi
Trieste ( 240.000 abitanti) Prevalenza: 2000 casi Incidenza annuale: + 75 casi
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Risultati degli studi epidemiologici degli ultimi 300 anni
– la prevalenza delle malattie mentali trattate è andata gradualmente aumentando
– tale aumento appare associato al miglioramento dei servizi
– la povertà risulta un fattore correlato ad una
maggiore prevalenza – i disturbi mentali sono più comuni tra coloro che
vivono nelle aree urbane rispetto agli abitanti delle aree rurali
– il trattamento e le cure ricevuti dai meno abbienti (quando essi ricevono cure) sono di gran lunga inferiori a quelli ricevuti da coloro che hanno più mezzi
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Situazione attuale ed attese per il futuro
– i disturbi psichici, senza alcun dubbio, a più
cause: sono cioè multifattoriali;
– gli studi epidemiologici hanno dimostrato, nella maggior parte dei disturbi psichici, l’importanza di variabili come il sesso, l’età, la classe sociale, ecc., ma non hanno chiarito il meccanismo attraverso il quale esse esercitano la loro influenza;
– è essenziale integrare le ricerche sui fattori di
rischio, tra i quali bisogna includere la storia familiare, fattore finora ampiamente trascurato, così come è necessaria una maggior integrazione tra ricerca epidemiologica e pratica clinica.
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Sottostima del fenomeno suicidario
Atteggiamento generale di riprovazione verso il suicidio
Spesso circostanze poco chiare (es. overdose, incidenti stradali, ecc.)
Problemi di ordine legale-assicurativo
Clarke-Finnigan e Fahy (1983): Galway (Irlanda).
Esame di referti relativi a 430 accertamenti di morte.
Tasso 13,1 vs tasso ufficiale di 5,8
•Il monitoraggio del suicidio
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Stima del fenomeno
Stima O.M.S.: 1 milione di suicidi/anno nel mondo
Entro 2020: 1,5 milioni di suicidi/anno
1 suicidio ogni 21 secondi
10 milioni di tentati suicidi1 tentativo ogni 3 secondi
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Stima del fenomeno
Paesi Occidentali:suicidio: 1% di tutti i decessi
adolescenti: 2° - 3° causa di morte anziani: 9° - 10° causa di morte
In molti paesi le morti per suicidio pari o superiori a decessi per incidenti stradali
Per ogni suicidio almeno 10 parasuicidi che implicano:
- cure mediche- disabilità
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Europa
Tasso variabile da 11 a 36 per 100.000
L’Ungheria è stato, negli ultimi anni, il paese con il più alto tasso suicidario.
Attualmente i tassi ungheresi sono stati superati da quelli delle repubbliche della ex Unione Sovietica (Federazione Russa, Lituania, Estonia, ecc.)
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Tassi dei paesi dell’ex U.R.S.S. Lituania 44 x 100.000 abitanti
Russia 39 x 100.000 abitanti
Estonia 33 x 100.000 abitanti
Lettonia 34 x 100.000 abitanti
Ungheria 32 x 100.000 abitanti
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Italia
Tasso nazionale: 7,1 x 100.000 Nord Centro: 8,4 Mezzogiorno: 4,7
Valle d’Aosta 14,1FVG 11,7Trentino Alto Adige 11,5Calabria 4,6Puglia 4,2Campania 4,0
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Italia
5,6 Tasso italiano :per 100.000
tendenza all’aumento tra 15-24 anni (dato ISTAT relativo al 2004)
Suicidio più frequente tra gli anziani oltre i 65 anni (fattori di rischio:solitudine e malattie che limitano l’autonomia personale).
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Tassi di suicidio maggiori al Nord rispetto che al Sud, in particolare nel Friuli Venezia Giulia.
REGIONIN.
Per 100.000abitanti
(a)
Friuli-Venezia Giulia 118 9,8
Liguria 146 9,3
Valle d'Aosta 11 9,0
Sardegna 147 8,9
Trentino-Alto Adige 84 8,7
Piemonte 336 7,9
Emilia-Romagna 321 7,9
Veneto 352 7,6
Umbria 61 7,2
Molise 21 6,5
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Numero di suicidi accertati dalla Polizia di Stato e dai carabinieri per provincia nell'anno 2004
92
57 5634 29 29 28 25 23 23
020406080
100
1 Genova 2 Cuneo 3 Udine 4 Savona 5 Trieste 6 Sondrio 7 Nuoro 8 Biella 9Verbano-
Cusio-Ossola
10Belluno
Tassi di suicidio accertati dalla Polizia di Stato e dai carabinieri per provincia nell'anno 2004
16,314,3 13,3 12,2 12,1 10,9 10,7 10,6 10,6 10,1
0
5
10
15
20
1 Sondrio 2Verbano-
Cusio-Ossola
3 Biella 4 Savona 5 Trieste 6 Belluno 7 Udine 8 Nuoro 9 Genova 10 Cuneo
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Variazioni del fenomeno
Non è un fenomeno statico Incidenza subisce notevoli fluttuazioni nel tempo
A volte si possono individuare fattori legati all’incidenza del fenomenoEs. riduzione suicidi in Gran Bretagna nel periodo 1962-1970 in concomitanza con la detossificazione del gas domestico.
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Cambiamento nella distribuzione dell’età tra il 1950 ed il 1998
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Elevati tassi dei suicidi a Trieste
Nel decennio 1985 - 1995 600 casi di suicidio (tasso del 21,6 per 100.000 abitanti)
tasso nazionale italiano 8 per 100.000 gli elevati tassi di suicidio di Trieste sono
sovrapponibili a quelli dei paesi dell’Impero Austro-Ungarico
Austria 1997 - 20/100.000 Ungheria 1997 - 32/100.000 Slovenia 1996 - 30/100.000
WHO - Ginevra
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La situazione a Trieste
6 comuni 240.332 abitanti (209.310 in città) Forte presenza anziani (26.7% > 65 anni) Calo demografico
(- 40.000 abitanti negli ultimi 20 anni)
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Il monitoraggio dei suicidi
Enti coinvolti:Dipartimento di Salute Mentale
Clinica Psichiatrica Universitaria
Unità Clinica Operativa di Medicina Legale e delle Assicurazioni
Uffici Anagrafici dei 6 comuni della provincia,
Polizia di StatoProcura della Repubblica
Caratteristiche:TerritorialitàMancanza di limiti temporali
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Attività medico-legale a Trieste
In 10 anni (1/1/1995-31/1/2005) in provincia si sono registrati 471 suicidi (332 maschi e 139 femmine), con età media di 57 anni.
40 autopsie pari all’8,5% 388 sopralluoghi pari all’82,4%. Nella maggior parte dei casi il sopralluogo ha
permesso di chiarire la dinamica dei fatti risolvendo le problematiche giudiziarie.
Ha permesso di raccogliere informazioni che, valutate da esperti psichiatri, ha poi consentito di cercare di valutare i rischi e di iniziare un programma di prevenzione con ottimi risultati.
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Rapporto suicidio-omicidio
1. Suicidio.
2. Suicidio in comune.
3. Omicidio del consenziente-suicidio.
4. Omicidio-suicidio.
5. Suicidio dopo omicidio.
6. Partecipazione all’altrui suicidio.
7. Omicidio del consenziente (suicidio indiretto).
8. Omicidio
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Da rammentare
Non esiste una spiegazione comune né una causa specifica per tutti i suicidi per cui NON è possibile fare una ipotesi di prevenzione assoluta.
A Trieste:non suicidi di minorenni rari i suicidi “allargati” (uccisione delle persone più care)
rari i suicidi in carcere ed in ospedale (anziani)
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Il monitoraggio dei suicidi a Trieste
Tassi di suicidio nella provincia di Trieste negli ultimi 19 anni
0
10
20
30
40
50
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
MASCHI
FEMMINE
TOTALE
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Momento della giornata: ore del mattino
Modalità Impiccagione (30%) Precipitazione (20%) Armi da fuoco (quasi esclusivamente uomini)AvvelenamentoGasInvestimento
USA (vendita libera armi da fuoco): 60% suicidi con questo metodo
Corrado Crusiz:
Uomini usano modalità + violente. Ridimensionare l’opinione comune sui barbiturici.
Corrado Crusiz:
Uomini usano modalità + violente. Ridimensionare l’opinione comune sui barbiturici.
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Indice di Contatto con il DSM
Indice di Contatto 2000: 21/47= 0.45
Indice di Contatto 2006: 10/26= 0.38
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È possibile prevedere la condotta suicidaria?
Allo stato attuale delle ricerche non esiste nessun sistema che, in un singolo caso, possa predire con certezza un suicidio
È difficile prevedere anche per persone che hanno molti fattori di rischio se alla fine compiranno questo gesto
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POPOLAZIONE Sensibilizzazione/
informazione•Conoscenza
•Consapevolezza•Attivazione mass
media AREE SOCIALI A
RISCHIO•Scuole•Caserme
•Ospedali/case di
riposo AREE ISTITUZIONALI SOCIO SANITARIE
•Medici ospedalieri/di famiglia•Psicologi consultori
•Servizi sociali di base
AREE ISTITUZIONALI SANITARIE
•Psichiatria•Pronto soccorso
•118
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Enti coinvolti nel progetto
Comune di Trieste, Azienda per i Servizi Sanitari n. 1 Triestina,
Televita S.p.A.
Un Progetto di prevenzione unico, con due servizi distinti ma integrati:
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Aspetti operativi che accomunano i due servizi:
- Due numeri verdi attivi 24 ore su 24, gratuiti, gestiti da due Centrali Operative messe a disposizione da Televita S.p.A.
Amalia 800 – 846079
Telefono Speciale 800 – 510510
- Struttura Organizzativa in gruppi di lavoro
- Gruppo di lavoro trasversale
dedicato alla comunicazione sociale
- Formazione permanente degli operatori
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Sintesi dei risultati conseguiti da Amalia – Telefono Speciale
Azione di monitoraggio sistematica sul fenomeno dei suicidi Mappatura degli anziani soli, a rischio di isolamento, solitudine e quindi morte solitaria
Significativi segnali di riduzione del numero di suicidi e di morti solitarie
Minor rassegnazione, più collaborazione tra i cittadini e i Servizi su temi così difficili e delicati
Maggior coesione di operatori, volontari e servizi diversi
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Punti di forza di Amalia e Telefono Speciale: Integrazione pubblico - privato Avere come scopo un cambiamento culturale, ridare “senso della speranza e della possibilità”
Promuovere azioni di prevenzione, educazione sanitaria e comunicazione sociale ad ampio raggio
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Tassi di suicidio nella provincia di Trieste negli anni1990-1996
1997-2005
Tassi di suicidio innove anni di attivitàdel Progetto di prevenzione
ANNO TASSO MEDIA
1990 30,541991 24,081992 33,531993 23,43 25,491994 20,191995 22,521996 24,141997 18,131998 22,891999 17,272000 19,032001 17,92 16,952002 17,222003 17,712004 11,612005 10,77
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La stampa “Trieste, un triste record nei suicidi” (Piccolo
11/1/1993) “La nostra città …detiene il triste record europeo
dei suicidi” (Piccolo 22/1/1994) “Il rifiuto della vita, triste primato di Trieste”
(Piccolo 27/11/1994) “Suicidi quotidiani: record nazionale” (Piccolo
4/11/1999)
“Suicidi in calo, il 2002 cancella il record negativo” (Piccolo 25 febbraio 2003)
“Trieste ha perso il triste primato dei suicidi … in 7 anni salvate 120 vite …” (Piccolo 29/1/2004)
“Straordinario calo dei suicidi” (comunicato stampa gennaio 2005).
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“Un battito d’ali di una farfalla a Pechino oggi, può scatenare, tra un mese un temporale a New York.”
“Accanto a ognuno di noi vive una persona anziana.
Non lasciamola sola.”