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1 Mastery Learning 2010

1Mastery Learning 2010. 2 Bloom insiste sul successo nell'apprendimento. In rapporto con questa teoria, Carrol scrisse che l'attitudine non è qualcosa

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Bloom insiste sul successo nell'apprendimento. In rapporto con questa teoria, Carrol scrisse

che l'attitudine non è qualcosa di innato, ma si acquisisce nel tempo. Per Carrol c'è un

rapporto tra il tempo reale necessario per l'apprendimento e il tempo realmente speso

per raggiungere quel contenuto.

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C'è il problema infatti di sveltire i tempi di apprendimento. Per questo motivo, vedendo il successo dell'organizzazione aziendale, di tipo

tayloristico, si pensò di applicare il modello tayloristico anche alla scuola.

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Venne enfatizzata l'azione del docente, con una visione di tipo comportamentista, per cui valeva la pena di porre l'attenzione sul tempo necessario per far apprendere un contenuto.

Quindi la teoria del mastery learning si basa su una visione comportamentista della didattica.

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Per trasmettere sapere basta dedicare il tempo necessario, magari anche con ripetizioni, alla

trasmissione di contenuti. Per questo il docente deve essere responsabilizzato,

preparato, formato, ecc...

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In questa visione, sono trascurati altri elementi, come l'allievo, e l'attenzione è tutta

posta sul docente. L'importante è che si raggiunga lo scopo, senza tener conto delle variabili, o senza tener conto delle reazioni

dello studente.

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Se lo studente non apprende, per la teoria del mastery learning, basta solo ripetere la

spiegazione. Si tratta di una visione molto deterministica.

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Il mastery learning traducibile come "apprendimento per la maestria o della

padronanza" è un modello di azione didattica che mira ad un apprendimento efficace per il

più alto numero di allievi.

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La procedura prevede il frazionamento e l'ottimizzazione del lavoro educativo, per una

democratizzazione dell'educazione, è connesso all’apprendimento di abilità con lo sviluppo

sistematico di processi metacognitivi, decisionali e creativi.

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E’ una modalità di organizzazione didattica molto attenta alle diversità individuali nei ritmi e nei tempi di

apprendimento degli allievi. Block (1972) ne fissò i seguenti procedimenti:

definizione operativa degli obiettivi: l’insegnante definisce le abilità concettuali e operative che gli studenti dovrebbero raggiungere al termine dell’intervento didattico;

frazionamento del contenuto in unità significative: si stabiliscono i livelli intermedi definendo gli obiettivi particolari in una successione di unità didattiche in grado di promuovere progressivamente le abilità finali;

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elaborazione di prove in grado di verificare il raggiungimento o meno degli obiettivi delle unità didattiche individuate;

predisposizione delle unità didattiche tenendo conto il più possibile dello stato di preparazione iniziale dei suoi allievi;

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strutturazione di attività integrative e di recupero da proporre a quegli allievi che non avessero raggiunto ancora livelli intermedi di abilità nelle singole unità didattiche;

controllo che gli allievi non affrontino l'unità successiva se non hanno conquistato il minimo indispensabile di dominio delle conoscenze e competenze previste dalle unità precedenti.

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Relativamente a quest’ultimo stadio, lo schema del mastery learning ricorda la tecnica dell'istruzione programmata, poiché ogni fase dell'insegnamento viene prevista in anticipo e quindi dettagliatamente programmata e standardizzata e scomposta in brevi passaggi, detti frames, o anche items che contengono una o due informazioni fondamentali che richiedono al soggetto la formulazione di una risposta, sulla base delle informazioni precedentemente date.

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Tra le caratteristiche principali dell’IP si sottolineano:

standard di risultati realistici e ben specificati rispetto alle condizioni di ingresso degli allievi;

gradualità e sequenzialità dell'apprendimento;

verifica come strumento di correzione e di guida invece che di selezione.

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Considerazioni teoriche:

Un’azione educativa più efficace ed efficiente presuppone che il docente agisca sul processo insegnamento-apprendimento, sistematizzando

rigorosamente il cammino da percorrere nel quotidiano lavoro che egli svolge all’interno della classe.

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Sistematizzare non vuol dire altro che seguire uno specifico “iter” lavorativo al cui interno è necessario:

chiarire la direzione generale del corso, quali risultati gli insegnanti intendono perseguire (scopi);

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specificare operativamente quali sono le capacità che gli allievi debbono dimostare (obiettivi);

essere informati in merito alle abilità, generali e specifiche, che i soggetti possiedono prima di entrare in una nuova situazione di apprendimento (prerequisiti);

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scegliere i contenuti che si intendono trasmettere alla popolazione scolastica (contenuti);

pianificare le procedure didattiche e i mezzi da utilizzare (procedure-strumenti);

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controllare sistematicamente e iterativamente le prestazioni degli allievi (verifica intermedia);

Constatare la corrispondenza tra gli obiettivi preventivi e i risultati finali ottenuti per verificare, correggere e riformulare il progetto educativo (verifica finale).

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Il momento del controllo dei risultati è un punto nodale del Mastery Learning dove si richiedono due

tipi di accertamento delle prestazioni:

La valutazione formativa

FORNISCE INFORMAZIONI

UTILI PER OTTIMIZZARE

L’IMPEGNO DELL'ALLIEVO

E L'AZIONE DELL'INSEGNANTE

La valutazione formativa

FORNISCE INFORMAZIONI

UTILI PER OTTIMIZZARE

L’IMPEGNO DELL'ALLIEVO

E L'AZIONE DELL'INSEGNANTE

La valutazione sommativa

CONSENTE DI QUANTIFICARE

IL LIVELLO DI PADRONANZA

RAGGIUNTA DA OGNI STUDENTE

RISPETTO A DEI LIVELLI

PRESTABILITI

La valutazione sommativa

CONSENTE DI QUANTIFICARE

IL LIVELLO DI PADRONANZA

RAGGIUNTA DA OGNI STUDENTE

RISPETTO A DEI LIVELLI

PRESTABILITI

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I materiali I materiali di studiodi studioAlternativiAlternativi

MOLTE VOLTE IL LIBRO USATO IN CLASSE NON MOLTE VOLTE IL LIBRO USATO IN CLASSE NON TRATTA IN MODO IDONEO L'ARGOMENTO CHE SI TRATTA IN MODO IDONEO L'ARGOMENTO CHE SI

STA AFFRONTANDO. IN QUESTO CASO SI POSSONO STA AFFRONTANDO. IN QUESTO CASO SI POSSONO SCEGLIERE SEZIONI DI ALTRI TESTI DOVE SCEGLIERE SEZIONI DI ALTRI TESTI DOVE

L'ARGOMENTO E' SPIEGATO IN MODO DIFFERENTE. L'ARGOMENTO E' SPIEGATO IN MODO DIFFERENTE. MAGGIORE E' LA QUANTITA' DI LIBRI A MAGGIORE E' LA QUANTITA' DI LIBRI A

DISPOSIZIONE, PIU' ALTA E' LA PROBABILITA' DI DISPOSIZIONE, PIU' ALTA E' LA PROBABILITA' DI TROVARE IL MATERIALE CHE MEGLIO CORRISPONDE TROVARE IL MATERIALE CHE MEGLIO CORRISPONDE ALLE CARATTERISTICHE E ALLE NECESSITA' DEGLI ALLE CARATTERISTICHE E ALLE NECESSITA' DEGLI

ALLIEVI.ALLIEVI.

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MetodiAudiovisivi

PER GLI STUDENTI CHE HANNO DIFFICOLTA' CON LA LEZIONE CONVENZIONALE, SI

POSSONO ADOPERARE FILM DIDATTICI, DIMOSTRAZIONI IN CLASSE, ILLUSTRAZIONI, VIGNETTE; QUESTI MATERIALI FORNISCONO

DELUCIDAZIONI AGGIUNTIVE DI TIPO CONCRETO.

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RipetizioneDell’insegnamento

NEL MOMENTO IN CUI ALL'OPERATORE RISULTA, DOPO IL TEST FORMATIVO, CHE LA MAGGIOR PARTE

DELLA CLASSE NON E' RIUSCITA NELLA PROVA, CONVIENE RIPETERE L'INSEGNAMENTO. E' UTILE

RICORDARE CHE LA NUOVA LEZIONE DEVE ESSERE PRESENTATA IN MODO DIVERSO, ANCHE

L'INSEGNAMENTO DEVE SUBIRE LE OPPORTUNE MODIFICHE. EVENTUALMENTE, UTILIZZANDO MATERIALI DI “ISTRUZIONE PROGRAMMATA”.

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Istruzione Programmata

E' UN MATERIALE DI AUTOAPPRENDIMENTO CHE FACILITA AL MASSIMO IL LAVORO. IL SOGGETTO

UTILIZZA FASCICOLI OPPORTUNAMENTE REDATTI, MOLTO UTILI PER COLORO CHE INCONTRANO

OSTACOLI NELL'AFFERRARE CONCETTI PARTICOLARMENTE COMPLESSI. L'ISTRUZIONE

PROGRAMMATA PERMETTE UN APPRENDIMENTO A PICCOLI PASSI, LA PARTECIPAZIONE ATTIVA DELL'UTENTE E IL RINFORZO IMMEDIATO.