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1 Una storia esemplare... Solare in Campania: una legge nata dal basso... e affossata dall’alto www.laciviltadelsole.org © 2013 – RETE CAMPANA PER LA CIVILTA’ DEL SOLE E DELLA BIODIVERSITA’ (a cura di Ermete Ferraro)

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Una storia esemplare...

Solare in Campania: una legge nata dal basso...

e affossata dall’alto

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Come nasce una legge popolare 1

Il C2N2 (Coordinamento Campano per il No al Nucleare) è nato a Napoli nel 2009. Esso era formato dalla aggregazione di gruppi e soggetti singoli contrari alla scelta nuclearista del governo. Scopo del primo Coordinamento è stato promuovere e coordinare iniziative di contro-informazione sui dati - scientifici, economici, ambientali e politici - del rilancio del nucleare civile in Italia. L'altro obiettivo era denunciare ciò che si profilava come un vero e proprio "imbroglio nucleare". Dopo varie assemblee, il C2N2 svolse due manifestazioni (2009 e 2010) in occasione del "Chernobyl Day" e molte altre iniziative di confronto coi cittadini, per sensibilizzarli sia all'opposizione dal basso al nucleare, sia alla valorizzazione delle fonti energetiche alternative.

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Come nasce una legge popolare 2

Il Coordinamento - in occasione dei Referendum su Nucleare ed Acqua Bene Comune – ha aderito al Comitato Referendario Antinucleare. In quell’occasione, oltre ad organizzare varie iniziative per la campagna referendaria, ha proposto ai cittadini di sottoscrivere la Proposta di Legge regionale di iniziativa popolare sulla cultura e la diffusione dell'energia solare in Campania.

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Come nasce una legge popolare 3 Il testo della proposta, discusso ed emendato in varie

assemblee pubbliche, è così diventato un vero articolato di legge popolare, sottoscritto dall’estensore e relatore – Antonio D’Acunto – e dagli altri 6 primi firmatari (Anna Maria Cicellyn Comneno, Ermete Ferraro, Nicola Lamonica. Bruno Miccio e Rosario Stornaiuolo). Presto il Comitato Promotore della Legge si allargò notevolmente, comprendendo esponenti di Legambiente, VAS, WWF, ARCI Campania, Federconsumatori e tanti altri gruppi e Comitati.

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Come nasce una legge popolare 4 Per sottoscrivere la proposta di legge regionale erano

necessarie 10.000 firme. Il Comitato promotore ha quindi organizzato decine di banchetti referendari, assemblee ed altri incontri in varie parti della Campania. L’obiettivo - una volta spazzata via l'opzione nucleare dal Referendum - è stato così raggiunto e superato. Circa 15.000 cittadini di 50 Comuni hanno sottoscritto la Proposta di legge, in favore della diffusione dell'energia solare e d’una più complessiva alternativa energetica e di sviluppo: la Civiltà del Sole.

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Come nasce una legge popolare 6 Il risultato esaltante dei Referendum, la nuova amministrazione

comunale a Napoli e la raccolta di quasi 20.000 firme in tutta la Campania per un’innovativa proposta energetica sono stati una vittoria eccezionale. L’affermazione del movimento referendario ed antinucleare - ma anche dei concetti di “bene comune” e “democrazia dal basso” – hanno rappresentato il delinearsi di un’alternativa possibile...

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Come nasce una legge popolare 7 Il 1° luglio 2011 le firme raccolte sono state depositate

al Consiglio Regionale della Campania. Il risultato è stato poi pubblicizzato con comunicati stampa e vari incontri pubblici, per allargare la base del Comitato Promotore e renderne sempre più efficace l’azione di sostegno alla Legge.

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Come nasce una legge popolare 8 Una settimana dopo, infatti, è stata presentata pubblicamente a Napoli la

“Costituente per la Civiltà del Sole in Campania”. All’assemblea è intervenuto il Sindaco de Magistris, garantendo il sostegno della sua Amministrazione alla proposta di Legge.

C’è stato poi (17.03.2012) un importante Convegno all'Università Parthenope di Napoli, con la partecipazione dello stesso de Magistris e, in seguito, il Comitato ha incontrato l'Amministrazione altre due volte.

Una tappa fondamentale due mesi dopo - il 14.05.2012 - l'unanime approvazione, da parte del Consiglio Comunale di Napoli, di una delibera di "adesione e sostegno" alla legge Popolare sul Solare.

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Come nasce una legge popolare 10 Le tappe successive per l’approvazione della Legge popolare

prevedevano il passaggio del testo nelle competenti Commissioni del Consiglio Regionale. Dopo l’approvazione all’unanimità (il 14.07.2011) da parte della I Commissione – che ha dichiarato legittima la proposta – dopo 10 mesi la VII Commissione Ambiente, ha approvato anche il merito della Legge (24.05.2012).

L’ultimo scoglio da superare era quello dell’aspetto finanziario, per cui il testo è stato discusso ed approvato a dicembre 2012 anche dalla II Commissione competente.

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Come nasce una legge popolare 11 La tappa conclusiva del travagliato iter legislativo – dai

banchetti di raccolta delle firme all’aula del Consiglio Regionale Campania – ha avuto luogo quasi un anno e mezzo dopo.

Il 10.01.2013 – dopo la relazione dell’on. Luca Colasanto del PdL e gli interventi degli esponenti del PD (Marciano) e del Centro Democratico (Sala) – l’Assemblea ha finalmente approvato all’unanimità, con voto bipartisan, la proposta di legge popolare, pur con alcuni emendamenti, fra cui quello che non assegnava finanziamenti certi, in attesa del Bilancio.

Grande soddisfazione è stata ovviamente espressa dal Comitato promotore, ma anche dalle forze politiche. Il relatore, Colasanto (PdL), ha poi inviato un messaggio, in occasione della Conferenza Stampa del 24.01.2013, apprezzando “la tenacia che ha sorretto questo ambizioso progetto”.

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Come cresce una legge popolare 1 La proposta partorita più di 2 anni prima da assemblee di cittadini

è diventata finalmente una Legge della Regione Campania! Con la pubblicazione sul BURC è infatti nata la L.R. n° 1 del 18.02.2013: CULTURA E DIFFUSIONE DELL’ENERGIA SOLARE IN CAMPANIA

E’ una grande vittoria, sia sul piano della democrazia partecipata sia dell’affermazione di un modello energetico alternativo: ecologico, democratico e legato al territorio.

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Come cresce una legge popolare 2 Il 24.01.2013 si è svolto il secondo atto del processo che dovrà

portare alla nascita di una grande Rete regionale per affermare la Civiltà del Sole e della Biodiversità. All’affollato incontro presso la II Municipalità napoletana, il Comitato Promotore ha ribadito che la legge approvata all’unanimità il 10 gennaio scorso dal Consiglio Regionale, è stato un evento epocale per la Campania, sul piano sia legislativo, sia della diretta partecipazione dei cittadini e della società civile alle scelte istituzionali. “Ma perché la legge non resti pura elencazione di principi ed articoli – si dichiarava - occorre attivare subito il percorso per attuarne i contenuti, estendendo ulteriormente il grandissimo consenso e la forte partecipazione già registrata [...] per una effettiva crescita della sensibilità e della cultura del Solare...”

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CHE COSA PREVEDE LA LEGGE? Art. 1 (Principi generali)1. La Regione Campania:a) sceglie il sole come sua primaria fonte di

energia per ogni sua attività, civile e produttiva;b) promuove la diffusione dell’energia solare nelle sue diverse

forme e tecnologie su tutto il territorio, in armonia con la migliore fruizione e conservazione di esso in rapporto ai bisogni complessivi della popolazione e della piena tutela della biodiversità naturalistica, storica e culturale e della piena compatibilità con l’agricoltura ed il verde nella sua complessiva accezione;

c) attua piani ed iniziative per la progressiva sostituzione degli impieghi di energia fossile con l’energia solare, anche al fine di ridurre l’inquinamento atmosferico, delle acque e del suolo e delle conseguenze sull’effetto serra e i cambiamenti climatici;

d) attua piani ed iniziative per l’uso razionale dell’energia e per il risparmio energetico, considerati utilizzazione passiva dell’energia solare;

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Come cresce una legge popolare 4e) incentiva particolarmente la produzione di energia solare su aree

già cementificate o comunque non più verdi con un loro uso plurimo, individuando in tali aree il primo percorso fondamentale per i piani solari;

f) individua nella diffusione, nella ricerca e nella produzione tecnologica dell’energia solare uno dei campi centrali per il suo sviluppo e per il lavoro;

g) attiva iniziative politiche ed istituzionali con le altre regioni italiane, con altri Paesi europei e del Mediterraneo, per la cooperazione nella ricerca e nello scambio di tecnologie

e produzioni solari;h) promuove lo sviluppo del solare, nel pieno rispetto di ogni vincolo

ambientale e storico culturale e secondo procedure che coinvolgono pienamente le comunità locali e la partecipazione popolare;

i) promuove una nuova cultura sulla preziosità delle risorse e della tutela della biodiversità.

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Art. 3 - Obiettivi1. La Regione Campania si propone i seguenti obiettivi biennali,

quinquennali e decennali: a) per il 2013, la copertura del dieci per cento dell’attuale consumo

energetico con fonte solare; b) per il 2016, la copertura del trenta per cento dell’attuale

consumo energetico con fonte solare; c) per il 2021, la copertura del sessanta per cento dell’attuale

consumo energetico con fonte solare.

2. Per consumo energetico si intende l’energia consumata in Campania da qualsiasi fonte.

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Art. 4 - Nuovi impianti termoelettrici da fonte fossile e nucleari nel Piano energetico regionale

1. Nel rispetto delle competenze Stato-Regioni in materia di produzione, trasporto e distribuzione dell’energia, previste dalla Costituzione e dalle leggi statali, la Regione, a partire dal 2013, sceglie di coprire i propri fabbisogni energetici del Piano energetico regionale con energia solare, rispetto agli impianti termoelettrici e da fonte fossile; fanno eccezione gli impianti di origine geo-termoelettrica o da maree, per i quali occorre adeguata valutazione d’impatto ambientale.

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Art. 7 - Edifici di pubblico servizio1. Tutti gli edifici adibiti a pubblico servizio devono avere

autosufficienza energetica da fonte solare entro il 2015. Particolari deroghe sono concesse esclusivamente agli edifici impossibilitati a realizzarla per motivi tecnici o per valori ambientali storico-culturali, che costituiscono vincoli superabili soltanto con il parere obbligatorio delle rispettive soprintendenze.

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Art. 8 - Incentivazioni1. La Regione Campania, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore

della presente legge, effettua un censimento delle aree demaniali di sua pertinenza, idonee sia alla realizzazione d’impianti solari di produzione elettrica o combustibile, quale idrogeno di piccola, media e grande potenza (fino a 50 MW), sia d'impianti di produzione di singoli componenti o parti o intera filiera delle centrali solari o impianti fotovoltaici o termici solari. La Regione dà in concessione, fissandone le indennità in base al valore prevalente della tutela ambientale, tali aree a Comuni o ad operatori pubblici o privati che utilizzano le stesse per gli usi di cui al presente comma.

2. La Regione Campania, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, definisce piani integrati impianti di depurazione, impianti solari di produzione di energia elettrica con centrali termoelettriche anche con il riuso dell’acqua depurata per il tele-riscaldamento e per servizi igienico-sanitari. Per l’attuazione dei piani, la Regione Campania dà in concessione, con le modalità di cui al comma 1, ad enti pubblici e a privati l’intera area disponibile dei depuratori e l’acqua depurata.

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Come cresce una legge popolare 83. La Regione Campania, entro sei mesi dalla data di entrata in

vigore della presente legge, definisce piani integrati impianti solari di produzione di energia elettrica e filiera riciclo rifiuti solidi urbani al fine del recupero integrale della materia dei rifiuti a mezzo energia solare. Per l’attuazione dei piani, la Regione Campania dà in concessione, con le modalità di cui al comma 1, le aree necessarie, incentiva la realizzazione degli impianti ed attiva piani per il riuso dei prodotti ottenuti.

4. La Regione Campania, entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, elabora un piano complessivo delle attività produttive e della occupazione legato alla produzione della tecnologia ed alla diffusione della energia solare, definendo le agevolazioni di ogni natura, compresi gli incentivi fiscali ed economici legati alla realizzazione di piccole, medie e grandi industrie, attività commerciali, studi professionali e quanto altro legato alla creazione del lavoro collegato all’energia solare.

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Come cresce una legge popolare 95. La Regione Campania, in attuazione di quanto disposto dal

comma 4, promuove corsi professionali sulla energia solare per i diversi livelli di competenza, sia per l’attività produttiva che di installazione, esercizio e gestione degli impianti

6. Si applicano, in ogni caso, i decreti ministeriali che disciplinano i criteri per l’incentivazione della produzione di energia elettrica dalla fonte solare, ai sensi dell’articolo 24 del decreto legislativo 28/2011.

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Art. 9 - Mobilità ad energia solare1. La Regione Campania promuove intese con le industrie

automobilistiche e di trasporto per la riconversione ad elettrico della loro produzione, con un corrispondente piano di produzione di energia elettrica o idrogeno da energia solare.

2. La Regione Campania, entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, predispone un piano di realizzazione di stazioni elettriche di servizio per auto elettriche, per le città, per le autostrade e le strade di grande percorrenza, mediante apposite convenzioni con l’Azienda nazionale autonoma delle strade (Anas SpA) e Società autostradali, con definizione delle caratteristiche tecniche delle suddette stazioni da realizzare.

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Art. 11 - Piani energetici solari comunali1. Tutti i comuni della Campania si dotano, entro centoventi giorni dalla

data di entrata in vigore della presente legge, dei Piani energetici solari, di seguito denominati Pesc. I Pesc definiscono gli obiettivi di copertura di fabbisogno energetico da fonte solare che sono fissati dai singoli comuni e che non devono essere inferiori agli obiettivi di cui all’articolo 2. Nei Pesc sono definiti i possibili diversi tipi di solarizzazione delle singole aree del proprio territorio in armonia con la piena tutela dei valori architettonici, archeologici, storici e culturali a mezzo del parere vincolante delle Soprintendenze.

2. Nei Pesc, anche con variante ai vigenti piani regolatori, sono individuate le aree necessarie per gli impianti solari di potenza necessaria e sufficiente all’intera copertura del fabbisogno energetico del territorio del singolo comune. I comuni, in forma singola o associata, curano secondo le modalità delle leggi nazionali vigenti, la distribuzione dell’energia elettrica prodotta da fonte solare e dell’eventuale acqua calda del teleriscaldamento e dei servizi igienico sanitari. Il costo all’utente del kwh e dell’acqua calda è ottenuto esclusivamente sulla base del costo di ammortamento degli impianti (per anni non inferiori a 25), del costo di gestione e del costo di manutenzione.

3. E’ vietato correlare tale costo ad altre fonti se è presente il costo combustibile, che è nullo per gli impianti ad energia solare.

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Art. 12 - Rete elettrica solare1. Entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente

legge, la Regione Campania detta le norme tecniche e gestionali della Rete elettrica solare (Res) a media e bassa tensione (non superiore a 60 kw) di collegamento e scambio tra i diversi comuni adiacenti, necessaria per garantire la perfetta continuità della disponibilità dell’energia.

Art. 14 - Cultura del solare e della biodiversità1. La Regione Campania, di concerto con tutti gli enti locali

disponibili, sottoscrive protocolli d’intesa con la direzione scolastica regionale e con le associazioni ambientaliste, per la promozione della cultura del solare e della tutela della biodiversità nelle scuole di ogni livello e grado della Campania.

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Come cresce una legge popolare 13 Il testo della L.R. 1/2013 – di cui si sono riportati qui i principali

articoli – rispondeva a dei principi generali, enunciati nella relazione di Antonio D’Acunto alla proposta di legge regionale d’iniziativa popolare.

La premessa era che l’energia solare – in senso lato – non è solo ‘pulita’ in quanto non inquinante, ma anche ‘libera’ da vincoli mercantili e sempre disponibile. Esattamente il contrario delle fonti energetiche fossili, che sono inquinanti, condizionate dal mercato ed esauribili.

L’energia solare, inoltre, non richiede trasporto né processamento e, soprattutto, non produce scorie. E’ poi diffusa ovunque e quindi gestibile a livello territoriale, sulle basi delle effettive esigenze locali.

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Come si uccide una legge popolare 1

La legge approvata all’unanimità è ancora una neonata quando la Commissione Bilancio – su proposta dell’on. Fulvio Martusciello, approva a maggioranza un emendamento alla legge finanziaria regionale, che propone di abrogare quasi metà della legge, ovvero gli articoli 3, 4, 5, 7, 8 e 9.

Che cosa è successo perché in un mese la stessa Commissione e gli stessi Consiglieri che avevano votato a favore della legge e che avevano fatto anche eclatanti dichiarazioni alla stampa esaltando e facendo proprio, l’eccezionale valore della legge, abbiano cambiato idea e si mobilitino per la cancellazione indiretta della legge?

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Come si uccide una legge popolare 2 Solo pochi giorni prima, il 14 marzo, il Comitato aveva

concordato con ANCI Campania una linea di pubblicizzazione nei Comuni della Legge ed un’ipotesi di conferenza pubblica per la redazione dei Piani Solari Comunali.

"E' una grande responsabilità quella che la legge regionale di recente approvazione affida ai sindaci e più in generale alle amministrazioni comunali campane – spiegava il direttore di Anci Campania, Pasquale Granata . In base alle nuove disposizioni legislative, infatti, entro 120 giorni dall'entrata in vigore i Comuni dovranno dotarsi dei Pesc e questo, ovviamente, comporterà per gli uffici preposti notevoli difficoltà tecnico-pratiche. Ecco perché, oltre ad aderire alla Rete e a instaurare un confronto con la Regione per lo stanziamento delle risorse, aiuteremo in questa fase concretamente i Comuni, predisponendo delle Linee Guida utili alla corretta compilazione dei Piani".

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Come si uccide una legge popolare 2 Dopo lo smarrimento dei primi momenti, in cui né Martusciello né

Caldoro sembrano dare spiegazioni plausibili agli interrogativi sollevati da IL MATTINO in due articoli e dalla reazione indignata del Comitato, la risposta ufficiale è che la Legge è troppo ambiziosa, solleva problemi di costituzionalità in alcuni articoli ed è di fatto inapplicabile, mentre blocca le altre decisioni in materia.

Anche il Governo impugna alcuni articoli della L.R. 1/2013 davanti alla Corte Costituzionale, ma sono meno di quelli che la stessa Regione vorrebbe cancellare!

Il Comitato replica che la Legge, oltre che per l‘immensità degli ideali e dei valori e del consenso e della partecipazione democratica, è profondamente salda e strutturata, inattaccabile sul piano tecnico, istituzionale e scientifico ed organizza una petizione pubblica ed iniziative di protesta.

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Come si uccide una legge popolare 3 Il Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, dichiara: <<Il Comune di Napoli sostiene la legge regionale 'Cultura e

diffusione della energia solare in Campania'. Per questo, chiediamo sia soppresso l'emendamento, approvato all'interno della Commissione regionale bilancio nell'ambito della finanziaria, con cui di fatto la legge sul solare e' stata svuotata di senso, abrogandone alcuni articoli determinanti...>>

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Come si uccide una legge popolare 3

Il Comitato denuncia gli interessi che si agitano dietro questa vergognosa operazione: «IL TENTATIVO DI CANCELLARE LA LEGGE REGIONALE N. 1 DEL 18.02.2013, CHE MENO DI DUE MESI FA HA RICONOSCIUTO ALL’UNANIMITÀ COME NORMA DELLA REGIONE CAMPANIA QUANTO PREVISTO DALLA PROPOSTA D’INIZIATIVA POPOLARE CHE AVEVA RACCOLTO QUASI 20.000 FIRME DEI CITTADINI, È UN GRAVISSIMO ATTACCO AD UNA VERA ALTERNATIVA ENERGETICA, MA ESPRIME SOPRATTUTTO IL RIFIUTO DI OGNI REGOLA E LIMITAZIONE».

«Non sembra affatto casuale – fa sapere il comitato promotore – che il bando denominato ‘Smart Power System’, che finanzia con 60 milioni di euro ‘nuove attività di ricerca, innovazione e sviluppo nel settore dell’energia’, aggregando una sessantina d’imprese che vanno dall’Ansaldo Energia all’Enel Green Power, dalla Getra a Terna,sia stato lanciato proprio nel momento in cui l’emendamento di Martusciello tenta di affossare la Legge che promuove il Solare e che impone, peraltro, l’obbligo d’una pianificazione decentrata e che potrebbe contrastare operazioni speculative o tutt’altro che innovative». «Evidentemente – conclude il comitato – spendere denaro pubblico a pioggia e senza programmazione e limitazioni era proprio ciò che la L.R. 1/2013 non consentiva di fare e, per questo motivo, la stessa regione Campania, a meno di due mesi dal suo trionfale varo, sta cercando indecorosamente di farla fuori».

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Come si uccide una legge popolare 4 Quando il 16 aprile il Consiglio Regionale approva a

maggioranza il maxiemendamento sulla legge finanziaria, - grazie al voto di fiducia, il Comitato così commenta:

“Con gli immani interessi in gioco, per la Giunta Caldoro e per la maggioranza di Centro Destra della Regione quanto impugnato dal Governo Centrale non era sufficiente e perciò pur costrette a fare marcia indietro rispetto al primo emendamento, proposto dal consigliere Fulvio Martusciello del PdL, che prevedeva l’abrogazione degli articoli 3, 4, 5, 7, 8, 9, hanno soppresso, oltre a quanto impugnato dal Governo, anche l’articolo 8 sulle incentivazioni.

“Nella sua estrema gravità per il contenuto dell’Articolo soppresso, l’aggiunta dell’abrogazione dell’Art 8 conferma talmente la verità che stiamo evidenziando sin dall’inizio della vergognosa vicenda e che cioè l’abrogazione di fondamentali articoli della legge non ha nulla a che vedere con la Costituzionalità di essa, saldissima ed inattaccabile, ma è dettata da interessi ed affari di tutt’altra natura: stiamo parlando già oggi di centinaia di milioni di Euro...”

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Come si uccide una legge popolare 5

La Regione Campania del Governatore Caldoro ha così tentato di suicidare la propria Legge... Dopo un’ipocrita approvazione bipartisan, gli enormi interessi di chi vuole rilanciare le fonti fossili – con perforazioni petrolifere anche in Campania – e di chi vuole mano libera anche nel campo delle energie alternative, a scopi speculativi, sembrano aver vinto la partita...

Ma la storia non finisce qui. Resiste la vittoria di una proposta nata dal basso e diventata legge regionale. Resiste soprattutto il senso della Legge stessa ed il suo valore fondamentale d’indirizzo.

Continua la lotta di chi ha avuto la perseveranza di perseguire questo eccezionale risultato e che non ha nessuna intenzione di demordere...

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Una Rete associativa per proseguire la battaglia per la Civiltà del Sole - 1

Tutt’altro che sconfitto, il Comitato Promotore ha proseguito le sue iniziative di pubblicizzazione della enormi potenzialità della Legge e dello scandaloso boicottaggio da parte delle lobbies e dei poteri forti, a livello regionale e nazionale.

Ha partecipato infatti ad una manifestazione di protesta davanti alla sede della Giunta Regionale e ad un Seminario organizzato da ANCI Campania per giovani amministratori locali.

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Una Rete associativa per proseguire la battaglia per la Civiltà del Sole - 2

Inoltre, in data 14 maggio 2013 il Gruppo Parlamentare di SEL ha presentato alla Camera dei Deputati una interrogazione a risposta orale n.3/00049 alla Presidenza del Consiglio ed al Ministro dello Sviluppo Economico – sulla grave vicenda di una legge popolare prima approvata all’unanimità dalla Regione Campania e poi bersagliata da impugnative del Governo ed emendamenti soppressivi della stessa Regione.

Nell’interrogazione – a firma di Arturo Scotto ed altri tre deputati di SEL – si afferma, fra l’altro, che: “...la impugnativa degli articoli 4, 5, e comma 2 dell'articolo 11 della legge da parte del Governo e l'emendamento regionale abrogativo degli articoli 3, 4, 5, 7, 8 e 9 costituiscono, ad avviso degli interroganti, atti gravissimi verso la democrazia e la partecipazione popolare e verso la necessaria e corretta scelta del solare nelle sue molteplici espressioni di rinnovabilità, un danno abnorme all'ambiente, alla Campania e all'intero Paese, un forte favore ai clan malavitosi..”

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Infine, il 17 maggio 2013, si è tenuta presso la II Municipalità di Napoli (p.za Dante) l’ASSEMBLEA COSTITUTIVA del nuovo soggetto associativo.

La RETE CAMPANA PER LA CIVILTA’ DEL SOLE E DELLA BIODIVERSITA’ – il cui Statuto è stato approvato in quella sede – prosegue ed allarga l’azione del vecchio Comitato, aprendo le porte a nuovi soci, individuali e collettivi.

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LA STORIA CONTINUA...ALLA LUCE DEL SOLE

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