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1. GRANDE PASSO PER L’UMANITÀ…Alla «Giornata di Assisi» del 1986 c'erano 160 invitati divisi in 60 delegazioni, presenti per conto di 32 organizzazioni cristiane e
28 non cristiane. L'ebraismo era rappresentato dall'Anti-Defamation League e dalla Comunità israelitica di Roma con il rabbino
capo Elio Toaff. C'erano i buddisti dell'India, della Thailandia, della Corea e del Giappone, con il Dalai Lama esule in India. Gli
indù, gli zoroastriani, i giainisti, i sikh. I musulmani del Marocco, del Pakistan, della Turchia, dell'India, del Bangladesh, della
Costa d'Avorio, del Kenya, dell'Arabia Saudita, del Mozambico. C'erano le religioni tradizionali africane del Kenya, del Ghana e
del Togo; la religione amerinda; gli shintoisti giapponesi. I segni centrali della giornata furono la preghiera, il pellegrinaggio e il
digiuno. Per la prima volta nella storia del mondo le parole e i gesti di tutte le tradizioni religiose espressero un'unica
invocazione di pace, formulata nelle lingue più diverse. «I servitori di Dio misericordioso sono coloro che camminano sulla
terra in umiltà e, quando l'ignorante si rivolge a loro, essi dicono: pace»: così pregarono i musulmani. Gli indù: «Imploriamo la
pace nei cieli, pace in cielo e sulla terra, pace nei mari, pace nelle erbe e nelle piante, pace in tutte le divinità, pace a tutto il
creato». I buddisti: «Possano tutti gli animali essere liberi dalla paura di essere divorati gli uni dagli altri». Acceso il calumet
della pace, l'indiano d'America disse: «Questo calumet è stato donato al mio popolo dal Creatore della pace e dell'amicizia.
Per questo io lo offro a voi, fratelli e sorelle di tutto il mondo».
Per ultimo parlò Giovanni Paolo II: «Ripeto umilmente qui la mia convinzione: la pace porta il nome di Gesù Cristo. Ma, nello
stesso tempo e nello stesso spirito, sono pronto a riconoscere che i cattolici non sono sempre stati fedeli a questa
affermazione di fede. Non siamo sempre stati dei costruttori di pace. Per noi stessi quindi, ma anche - forse - per tutti, questo
incontro di Assisi è un atto di penitenza».
[L. Accattoli, Corriere della sera 29/04/2011]
MA… NON MANCANO LE CRITICHE!
«ASSISI» SIGNIFICA «RELIGIONE UNIVERSALE»? È REALMENTE POSSIBILE?
«Ci sono proprio tutti: da Gesù ad Allah, passando per la spiritualità Sikh, l’eresia luterana, i capisaldidell’ebraismo e persino il gianismo. In occasione della Quaresima 2018 a Bergamo non si sono accontentatidella pur vasta tradizione cattolica fatta di santi, via crucis e giaculatorie, ma hanno pensato di allargare il giroanche ad altre divinità, forse per essere sicuri di prenderci. […] Prima di leggere le preghiere di altrereligioni proposte, è bene chiarire che l’iniziativa è voluta scientificamente. Le preghiere vengono infattidefinite così: preghiera dalla tradizione religiosa universale. Non semplicemente: preghiera di altre religioni.Troviamo infatti qui il concetto di religione universale tanto caro a molti oggi nella Chiesa cattolica: un'unicagrande Chiesa che passa da Che Guevara e arriva a Madre Teresa. Insomma: un concetto simile». *
*[http://www.lanuovabq.it/it/padre-nostro-che-seiallah-e-la-quaresima-bergamasca]:
Prove di equilibrio tra relativismo sincretista & assolutismo integralista
2. LA SOLUZIONE POSTMODERNA:
Imagine there's no heaven / It's easy if you try.
No hell below us / Above us only sky.
Imagine all the people living for today.
Imagine there's no countries / It isn't hard to do
Nothing to kill or die for / And no religion too.
Imagine all the people living life in peace.
Il fascino illusorio della neutralità: Imagine (1971)
3. «NEUTRALITÀ»: LE MATRICI
•3.1. LIVELLO SOCIO-POLITICO:
Scollatura tra pubblico e privato. Teorema di Böckenförde. Identità è violenza?
Crisi delle appartenenze.
•3.3. LIVELLO ANTROPOLOGICO:
Equivoco concetto di libertà.
Non crediate che io sia
venuto a portare pace sulla
terra; non sono venuto a
portare pace, ma una spada.
– Gesù. (Mc 10,34)
Non è tutto uguale!!
Se vale tutto, niente vale.
4. APOLOGIA DELLA DIFFERENZA•4.1. DISCUSSIONE DI UNA LIBERTÀ AUTARCHICA E AUTOSUFFICIENTE:
Rivedere la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino 1789.
•4.2. IMPEGNO PER UNA CITTADINANZA CONDIVISA
CHE VALORIZZI LE DIFFERENZE
5. C’È ANCORA DA LAVORARE
• LA DOMINUS JESUS…
…e Il problema di fides e credulitas.
Deve essere, quindi, fermamente
ritenuta la distinzione tra la fede
teologale e la credenza nelle altre
religioni*. Se la fede è l’accoglienza
nella grazia ella verità rivelata, […]
la credenza nelle altre religioni è
quell’insieme di esperienza e di
pensiero, che costituiscono i tesori
umani di saggezza e di religiosità,
che l’uomo nella sua ricerca della
verità ha ideato e messo in atto nel
suo riferimento al Divino e
all’Assoluto.
*
Firmiter ergo tenenda
est distinctio inter
fidem theologalem et
credulitatem quae
invenitur in aliis
religionibus.