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1° Corso di Formazione perMaestro Nazionale 2011
“
Tesi
L’evoluzione del rovescio a una manonel tennis giovanile
1
”
Autore: Susanna Bascheri
Roma, 22 agosto 2011
Istituto Superiore di Formazione“Roberto Lombardi”
anno accademico 2011
INDICE
2
Abstract pag. 3
Nicolò Inserra – Lo sviluppo del rovescio a una mano pag. 4
La biomeccanica del rovescio a una mano pag.7
L’evoluzione del rovescio a una mano nel tennis giovanile pag.13
Conclusioni pag.22
Bibliografia pag.24
3
ABSTRACT
In un’epoca in cui si è orientati all'insegnamento del rovescio a due mani rispetto a
quello ad una mano per motivi legati alla semplicità del gesto, all'evoluzione tecnico-
tattica del tennis, delle superfici e delle velocità di gioco, ho voluto sottolineare come
sia possibile insegnare questo colpo in età giovanile attraverso una attenta e accurata
analisi del rovescio di Nicolò Inserra nato 1999 e atleta osservato dal Settore Tecnico
Nazionale.
Le caratteristiche antropometriche del ragazzo, l'accentuata lateralità (destrorso
omogeneo) e l'ottima gestione del colpo favorita dall'utilizzo di palle a rimbalzo
controllato nei primi anni di attività ( Minitennis ) , ci hanno spinto e convinto sulla
scelta del rovescio a una mano.
Nel corso degli anni abbiamo valutato l’evoluzione del gesto nel tempo cercando di
operare e intervenire nella direzione corretta attraverso la comparazione dei video
dell'atleta e l'analisi biomeccanica del colpo rispetto al modello di prestazione di
riferimento.
In conclusione siamo consapevoli di dover lavorare su obiettivi tecnici, tattici e fisici
importanti per limitare e ovviare a quelli che sono i rischi o gli svantaggi dell’esecuzione
del rovescio ad una mano rispetto a un rovescio bimane :
Risposta al servizio
Gestione delle palle alte al di sopra della spalla
Interpretazione della difesa di rovescio se rappresenta il colpo non dominante
Velocità di esecuzione del colpo
NICOLO’ INSERRA – LO SVILUPPO DEL ROVESCIO A UNAMANO
4
Lo sviluppo tecnico e didattico del tennis maschile nell'ultimo decennio ha
evidenziato come il rovescio a due mani rappresenti il colpo più usato dai
giocatori professionisti e più insegnato dai maestri e coach di ogni nazione e
grado.
La scelta di sviluppare il rovescio ad una mano in Nicolò Inserra nasce da una
attenta analisi dei seguenti parametri :
• Le caratteristiche antropometriche del ragazzo : normotipo con genitori di
media statura, quindi un futuro giocatore di non esagerata prestanza fisica, che
non avrebbe potuto puntare sulla forza ma sulla velocità e rapidità di gioco ;
• Marcata lateralità : destrorso, omogeneo con spiccatissime capacità di gestire,
con l'arto dominante, qualsiasi tipo di esercitazione coordinativa e propedeutica;
• Il Minitennis : l'uso delle palle dep e in seguito mid nei primi anni di
apprendimento hanno facilitato lo sviluppo del gesto tecnico del rovescio in
Nicolò ; in questa fase, il rimbalzo controllato della palla ha aiutato l’allievo a
non dover gestire impatti al di sopra del livello della spalla e a mostrare un
ottimo controllo del colpo nonostante una iniziale e fisiologica mancanza di
forza dovuta alla tenera età.
ASPETTI POSITIVI E NEGATIVI DEL ROVESCIO A UNA MANO
Vantaggi del rovescio a una mano:
5
-‐ recuperi laterali e frontali più efficaci
-‐ facilità di variazione delle rotazioni: con il rovescio a una mano è più
semplice giocare il rovescio in back-spin, in quanto si è più abituati
all’utilizzo della mano non dominante come componente di equilibrio e a
ruotare meno il tronco rimanendo più affiancati rispetto alla rete. L’utilizzo
del rovescio a una mano permette una maggiore variazione delle rotazioni e
quindi un adattamento continuo a situazioni di gioco che si creano.
-‐ Miglior allungo nella ricerca di palla: lo slice assume grande importanza in
quanto nel tennis sono molte le situazioni che ti costringono a giocare
lontano dal punto d’impatto ottimale, e in condizioni di squilibrio.
-‐ Miglior efficacia nel gioco al volo.
-‐
-‐
Svantaggi del rovescio a una mano:
6
-‐ Risposta al servizio: i giocatori bimani vantano di una maggior potenza, e di
un gesto più breve;
-‐ Gestione delle palle alte al di sopra della spalla: l’utilizzo dell’arto non
dominante gli permette di gestire al meglio l’impatto a qualsiasi altezza esso
sia;
-‐ Interpretazione della difesa di rovescio se colpo non dominante
-‐ Velocità di piazzamento e di spostamento ( closed stance): l’utilizzo
dell’open stance permette ai giocatori bimani di eseguire un passo in meno
per raggiungere un buon piazzamento.
In fase di avviamento non è sicuramente semplice l’insegnamento del rovescio
a una mano, ma se un bambino/ragazzino è dotato di un rovescio naturale va
assecondato nelle sue attitudini .
7
LA BIOMECCANICA DEL ROVESCIO A UNA MANO
La biomeccanica è alla base di ogni colpo. In generale da diversi studi si può
affermare che la biomeccanica tra i giocatori di vertice è molto simile e in
determinate fasi del colpo vengono rispettati gli stessi parametri e tempi.
Nel rovescio a una mano, come negli altri colpi dobbiamo analizzare diversi
aspetti. Primo tra tutti il grip, che può essere di due differenti tipologie,eastern o
semi-western.
Ovviamente l’utilizzo di un grip rispetto a un altro porta delle importanti
differenze nella meccanica esecutiva del colpo,varia infatti il punto d’impatto
nella semi-western è più avanzato, infatti con l’utilizzo di questo grip avremo da
10°a 20° in più di rotazione del tronco.
Anche la traiettoria dell’assetto braccio-racchetta varia al variare del grip, con
un’impugnatura semi-western avremo una caduta verticale del polso che porta
a un maggiore spin nel movimento a colpire e un conseguente finale più elevato
e più perpendicolare rispetto al terreno in confronto a un’impugnatura eastern,
dove il polso è in linea con la mano e abbiamo solo una leggera deformazione
del polso verso il basso.
Andando ad analizzare le fasi del colpo, possiamo suddividerlo in quattro fasi:
1_PREPARAZIONE
2_FASE DI ACCELERAZIONE
3_IMPATTO
4_FINALE
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1_PREPARAZIONE
In questa fase del colpo partendo dai piedi troviamo una mancanza di simmetria
nell’atterraggio dei piedi nello split-step, infatti il piede destro atterra
leggermente prima del piede sinistro. Segue il cambio di impugnatura, eseguito
con la mano sinistra che sostiene l’attrezzo.
In ordine sequenziale troviamo la rotazione del piede sinistro che attiva la
rotazione del tronco e quindi l’azione unita.
Nella fase di preparazione si creano due angoli di circa 90° tra braccio e polso e
tra braccio e avambraccio. Le modalità di arretramento possono però essere in
realtà due differenti, a gomito flesso, nel quale utilizzo meno tempo e il
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movimento è più compatto, o a gomito teso, nel quale impiego più tempo
perché il gomito dovrà comunque essere flesso in seguito.
L’arto non dominante in questa fase si mantiene in posizione molto elevata,
circa l’altezza della spalla sinistra per aiutare la circolarità del movimento,
anche il gomito sinistro è alto, azione indotta dalla mano sinistra.
Al termine della preparazione avremo quindi una stance closed, il peso
prevalentemente sulla gamba anteriore, il piede sinistro in parte sollevato.
Prendo equilibrio con il piegamento delle gambe e con la rotazione del tronco,
riportando la linea di gravità al centro della base d’appoggio. Il tronco deve
essere perpendicolare al terreno, circa 85°.
2_FASE DI ACCELERAZIONE
Questa fase ha inizio con la spinta del piede sinistro che attiva il momentum
lineare, segue la caduta verticale della racchetta, che cade fino all’altezza dei
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fianchi, al termine di questa abbiamo il rilascio dell’attrezzo da parte della mano
sinistra che fino a questo momento ha svolto una funzione di sostegno sul
cuore della racchetta.
Non ho ancora iniziato il momentum angolare; la mano destra diminuisce
l’inerzia tenendosi vicina all’asse di rotazione, determino la posizione di leva,
ossia la grande L tra braccio disteso e racchetta, quindi il sequencing è già
attivato perché il gomito è disteso e produce velocità.
Le gambe si distendono per il principio azione-reazione, salendo il tronco ruota
fino ad annullare gli angoli di separazione prodotti al termine della preparazione
quindi 30°, le spalle si allineano alle anche e si portano perpendicolarmente
rispetto alla rete.
Per ridurre la rotazione del tronco porto l’arto sinistro dietro e verso l’alto, la
gamba anteriore svolge un’azione di stabilizzazione, la punta del piede è rivolta
verso il lato del campo così non posso ruotare il tronco e l’anca;il piede
anteriore si porta parallelamente alla rete.
L’assetto braccio-racchetta svolge invece l’hammer-action portando il tappo
della racchetta in avanti, il tappo rimane rivolto verso la rete fino a pochi mms
prima dell’impatto.
Il momentum angolare prodotto crea energia unitamente al momentum lineare,
si tratta infatti di una rototranslazione.
Il movimento si sviluppa in avanti e in fuori.
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3_IMPATTO
Arrivati a questa fase del colpo la prima cosa da considerare è il punto
d’impatto, situato in avanti e lateralmente, il braccio è disteso ma non è teso, la
linea della mano deve essere a livello della gamba anteriore. In secondo luogo
osservo l ’angolazione del la racchet ta, che è s i tuata p iut tosto
perpendicolarmente rispetto al terreno, questo è necessario che avvenga per
produrre estensione orizzontale.
La testa è ferma, l’arto sinistro è situato lungo il fianco per mantenere
l’equilibrio. Per quanto riguarda le gambe anche in questa fase la gamba
sinistra spinge mentre la gamba destra stabilizza; il peso del corpo è però sulla
palla e sulla gamba destra.
12
Un elemento che potrebbe anche non essere presente è la rotazione esterna
del braccio, se è presente questa rotazione avviene pochi mms prima
dell’impatto, produce più energia e maggiore spinta verticale e maggiore
supinazione, ovviamente la presenza della rotazione esterna ad occhio nudo la
possiamo notare solo nel finale, se c’è questa rotazione nel finale il gomito è
rivolto verso l’alto.
4_FINALE
L’assetto braccio racchetta continua a muoversi in avanti producendo angoli di
abduzione, il tronco compie una rotazione aggiuntiva che ha funzione di
decelerazione e torno in posizione di partenza per eseguire il colo successivo.
Nel finale la racchetta guarda verso l’alto, mentre il tappo della racchetta va a
finire verso il basso perché abbiamo una rotazione esterna del braccio attorno
alla spalla.
Il braccio ruota verso destra come decelerazione. Il piede sinistro ruota dadietro verso avanti per il recupero della posizione di partenza e recupero delcentro del campo.
Quello analizzato fino ad ora è eseguito in condizioni ottimali, in altre condizionipossiamo avere variabilità della tecnica.
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L’EVOLUZIONE DEL ROVESCIO A UNA MANO NEL TENNISGIOVANILE
Nicolò ha mostrato fin da piccolo la forza per poter giocare con un solo braccio
e una marcata solidità nel polso da potergli permettere di gestire il rovescio
senza l’ausilio dell’arto non dominante.
L’insegnamento del rovescio nelle fasi sensibili di avviamento è un rovescio
assolutamente scolastico:
-‐ L’impugnatura è una eastern, con particolare attenzione sull’acquisizione
del cambio d’impugnatura;
-‐ La stance è una neutral di modo che il bambino non perda di vista la
palla e non ruoti troppo il tronco;
-‐ L’arto non dominante viene utilizzato fin da subito in modo differente
nelle diverse fasi del colpo; per il cambio d’impugnatura e come
sostegno dell’attrezzo nella fase di preparazione e come componente di
equilibrio nella fase a colpire;
-‐ La traiettoria dell’assetto braccio-racchetta, data la mancata capacità di
muovere l’attrezzo,sarà lineare;
-‐ L’impatto avanzato e all’altezza dei fianchi;
-‐ Finale avanti e alto.
Dopo una prima fase “scolastica” siamo passati ad una fase più evoluta:
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-‐ Presa una semi-western;
-‐ La stance è una semi-closed che porta a una leggera rotazione del
tronco, puntando però l’attenzione che questo cambiamento non porti a
delle problematiche in termini temporali;
-‐ Assetto braccio-racchetta: traiettoria semicircolare con una leggera
caduta verticale della testa della racchetta, e utilizzo del gomito come
componente di spinta.
La fase successiva pretende:
-‐ Presa: semi-western;
-‐ Stance: semi-closed o closed, più ci si avvicina alla fase di
specializzazione più diventa necessario l’utilizzo del tronco come
componente di spinta;
-‐ Preparazione circolare: il gomito che diventa a tutti gli effetti una
componente di spinta;
-‐ Assetto braccio-racchetta: traiettoria orizzontale/verticale;
-‐ Finale del colpo: decelerazione del braccio avanti e poi verso destra.
La progressione didattica del rovescio di Nicolo' ha subito nel corso degli anni
importanti variazioni e la sua evoluzione non è sempre stata ordinata e lineare.
Attraverso l’analisi di due video eseguiti a qualche anno di distanza tra loro, vi
illustro la crescita del nostro allievo.
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PRIMO VIDEO
-‐ PREPARAZIONE
Nella fase di preparazione possiamo notare come l’arretramento della testa
della racchetta avvenga con il gomito teso. La preparazione può avvenire così
anche in età evoluta, a patto però che il gomito venga poi flesso in una seconda
fase della preparazione.
Nel rovescio originario di Nicolò questo non avviene e il gomito non viene
utilizzato come componente di spinta, perché in questa fase il ragazzo deve
ancora eseguire una preparazione
piuttosto lineare, per ovviare al problema della precisione temporale ancora
instabile in questa fascia d’età. Se osserviamo infatti la traiettoria della testa
della racchetta, quest’ultima non esegue una traiettoria ampia, nella prima fase
di preparazione possiamo notare che la testa della racchetta rimane quasi in
linea con il polso e con la mano, così da non creare una distanza minima
necessaria per esprimere potenza.
La forza del bambino, con molta probabilità, non era sufficente a sostenere il
peso della racchetta nell’esecuzione di questa fase.
Possiamo notare con stupore che invece la stance è già molto chiusa, non
abbiamo una neutral stance ma una semi-closed, che per essere in fase di
apprendimento è molto difficile da trovare.
Questo potrebbe comportare una perdita di visualizzazione della palla in arrivo,
ma come vedremo in seguito, continuando ad analizzare il rovescio nelle fasi
successive, l’atleta utilizza in modo adeguato lo sguardo e la fissazione oculare.
Al termine della preparazione il peso si trova però sul piede sinistro, quando al
contrario il peso dovrebbe essere sul piede destro, e il piede sinistro dovrebbe
addirittura essere leggermente sollevato, probabilmente si tratta di una leggera
perdita di stabilità e di equilibrio, che va assolutamente rimediata.
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-‐ FASE DI ACCELERAZIONE
Vorrei evidenziare come in questa fase l’arto sinistro rimane affianco al corpo,
quando dovrebbe estendersi verso dietro alto.
Come accennato nell’analisi del modello di riferimento, in questa fase la mano
non dominante ha una funzione stabilizzante del gesto e una funzione di
sostegno dell’attrezzo.
-‐ IMPATTO
Il braccio destro, o dominante in questa fase dovrebbe essere teso e la poca
forza in questa fascia d’età, porta l’allievo al momento dell’impatto ad avere il
braccio dominante troppo rigido e disteso per contrastare la velocità della palla
in arrivo. Questo indica che vi è una grande pressione sul manico della
racchetta e quindi energia “ sprecata” nella pressione digitale e nella eccessiva
tensione del braccio, che non viene quindi utilizzata per esser trasformata in
velocità di palla e in potenza.
Al contrario riscontriamo un’ottima posizione della testa, ferma, con lo sguardo
sulla palla, anche a seguito dell’impatto.
La fermezza della testa oltre ad assicurarci una buona visualizzazione della
palla prima, durante e dopo l’impatto; è anche elemento di maggiore stabilità.
-‐ FINALE
Siamo giunti così al finale del colpo, che ricopre comunque una fondamentale
importanza nonostante la palla sia già stata colpita.
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Troviamo qui un’eccessiva rotazione del tronco, probabilmente dovuta ad un
eccessiva rotazione di esso anche nella fase di preparazione, sicuramente non
aiutata dal piede destro , che dovrebbe agevolare il blocco dell’anca destra e di
conseguenza della rotazione del tronco posizionandosi quasi parallelamente
alla rete.
Nicolò avendo la punta ruotata verso il campo non trova sostegno nel blocco
dell’anca e della rotazione del tronco.
Per quando riguarda la traiettoria dell’assetto braccio racchetta, il finale si
prolunga un po’ troppo in verticale e si nota un eccessiva elevazione della testa
della racchetta conseguenza di una verticalizzazione del movimento a colpire.
Il finale deve essere molto più controllato rispetto a come riscontriamo qui. È
anche vero che non è ancora facile in questa fascia di età mantenere il controllo
della testa della racchetta in ogni fase del colpo.
Molti giocatori infatti, anche nelle fasi successive di crescita non hanno ancora
la dominanza completa del muovere la racchetta.
VIDEO SUCCESSIVO
-‐ PREPARAZIONE
È già evidente come attualmente Nicolò svolga una preparazione più circolare,
la testa della racchetta, partendo dall’inizio dell’azione unita, arretra
mantenendo gli angoli tra polso e avambraccio e tra avambraccio e braccio.
Magari questi non sono ancora ottimali, ma sono sicuramente più accentuati
della fase iniziale.
Cosi come possiamo notare una lieve flessione del gomito sempre
nell’arretramento, l’arto sinistro si porta in alto, quasi a livello della spalla, per
accompagnare l’arretramento della testa della racchetta; svolge quindi in pieno
la sua funzione di sostegno nella fase di preparazione.
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-‐ IMPATTO
Il braccio rispetto all’evoluzione precedente è teso ma non disteso, si è quindi
raggiunto l’effetto desiderato, non è troppo rigido.
-‐ FINALE
Non troviamo più un’eccessiva rotazione del tronco, il finale è più controllato
anche se non ancora del tutto.
-‐ CONFRONTO CON IL MODELLO DI PRESTAZIONE
Quello che abbiamo appena analizzato era il rovescio “nuovo” rispetto al
“rovescio vecchio”, dello stesso soggetto.
Per valutare realmente questo colpo e per capire l’efficacia del lavoro fin qui
svolto lo abbiamo comparato con il modello di riferimento.
Dopo una lunga ed attenta analisi, cercando di comparare più video di Nicolò
con il video in slow motion del modello di prestazione( in questo caso Roger
Federer), mi sono resa conto di alcuni aspetti tecnici su cui lavorare.
-‐ Nella fase della caduta verticale della racchetta il peso del corpo non è
ancora distribuito in maniera ottimale, mentre osservando il modello, il
piede sinistro è leggermente sollevato e il peso è distribuito sulla gamba
destra.
-‐ Il baricentro e la linea di gravità non sono al centro della base
d’appoggio, ma situati posteriormente ad essa.
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-‐ Le gambe inoltre sono già troppo distese durante questa fase del colpo,
e un eccessivo arretramento della testa della racchetta a termine della
sua caduta verticale.
-‐ Nella fase d’impatto il peso è ancora mal distribuito è leggermente
arretrato.
-‐ La base d’appoggio è troppo poco ampia e il piede posteriore dovrebbe
posizionarsi più verso fuori.
-‐ Ottima il controllo della testa, che rimane in una posizione di fissazione
della zona d’impatto anche successivamente ad esso.
-‐ Nel finale del colpo la testa della racchetta sembra quasi incontrollata e a
mio parere va troppo posteriormente alle spalle con il peso è ancora mal
distribuito troppo sul piede posteriore e con poca stabilità.
Questa mancanza di stabilità e di capacità di distribuzione del peso, porta a
una minor efficacia e una minore espressione di potenza del colpo.
Da questa comparazione tra il nostro ultimo video e il video del modello di
riferimento possiamo cogliere gli aspetti su cui dobbiamo ancora lavorare.
-‐ INTERVENTI ATTUALI TECNICI E FISICI
Gli interventi tecnici e fisici che abbiamo considerato prioritari riguardano
l’equilibrio, e la ricerca della stance dalla posizione atletica passando per lo
split-step.
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L’atleta infatti ha ancora una stabilità non definitiva, e una base d’appoggio
ristretta, inoltre la distribuzione del peso nelle varie fasi del colpo non è ancora
ottimale.
La percezione del proprio equilibrio riveste un ruolo di fondamentale
importanza, è un adattamento del proprio corpo alle sollecitazioni esterne del
gioco.
Per porre rimedio a questi problemi , stiamo svolgendo delle esercitazioni con
l’ausilio dell’elastico in campo.
Attraverso un’imbragatura leghiamo l’atleta, che gioca normalmente andando
alla ricerca della palla; una volta determinata la stance, nella fase a colpire, il
nostro preparatore atletico esercita una forza contraria tirando gli elastici. Cosi
facendo aumentiamo il suo squilibrio e lo portiamo ad una ricerca più accurata
della propria stabilità posturale.
Costretto alla ricerca della stabilità rimanendo in un punto fisso è obbligato ad
utilizzare una base d’appoggio più ampia. Le condizioni così indotte generano
una risposta limite che porta l’atleta ad essere più preparato e pronto alle
condizioni di gioco. Così facendo il giocatore si è sentito “trattenuto” nel suo
equilibrio naturale e condizionato nella ricerca di una differente stabilità in
arretramento ed avanzamento.
L’allenamento mirato allo sviluppo dell’equilibrio sviluppa nel giocatore la
sensibilizzazione del proprio corpo e dei suoi movimenti.
Tutto questo è ovviamente affiancato da interventi fisici specifici sull’equilibrio.
Quali l’utilizzo della balance ball, sia in semplici esercitazioni a vuoto, sia con
l’utilizzo del materiale tecnico durante una fase di palleggio al muro.
Il lavoro sulla base d’appoggio ampia e il primo passo dalla posizione atletica
sono stati anch’essi sviluppati in due blocchi paralleli sotto il punto di vista
tecnico e fisico.
21
Sul campo da tennis abbiamo svolto delle esercitazioni in palleggio, quindi
cercando di introdurre e di far lavorare l’allievo il più possibile in un contesto
target, con l’ausilio di un ostacolo creato attraverso una riga di coppelle
disposte consecutivamente una all’altra.
L’atleta è in tal modo costretto ad eseguire un primo passo ampio per superare
l’ostacolo, l’obiettivo è cercare di crearne un atteggiamento, di modo che in
futuro, anche in assenza delle coppelle, lo svolga ugualmente.
Sul campo con il preparatore atletico l’allievo svolge invece delle navette, con
spostamenti a breve raggio, puntando l’attenzione sul primo passo e lavorando
sull’equilibrio e sulla base d’appoggio al termine dello scatto. Infatti dopo ogni
scatto il ragazzo si ferma e svolge un movimento a vuoto, inserendo la
determinazione della stance.
Questo esercizio viene svolto sia in presenza sia in assenza della racchetta,
perché riferendoci sempre all’aspetto di far esercitare il più possibile i ragazzi in
un contesto target, anche dei semplici spostamenti se eseguiti con l’attrezzo in
mano sono sicuramente più efficaci al fine che si vuole raggiungere.
Interventi tecnici sono stati inseriti anche sulla tecnica dello split-step, che non
viene sempre eseguito dall’allievo o eseguito in maniera non ottimale.
-‐ DIFFICOLTA’ RISCONTRATE
Con la premessa che l’insegnamento del rovescio a una mano ad un ragazzo in
età giovanile non è comunque semplice, in una fase iniziale bisognerà scendere
ad alcuni compromessi e cercare di non limitare l’allievo in quello che poi sarà il
suo tennis.
Proprio per questo motivo, fino a poco tempo fa, abbiamo optato per non
inserire all’interno delle lezioni tecniche l’insegnamento dello slice poiché
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poteva indurre il ragazzo ad eseguire, per comodità e per pigrizia, solo il colpo
in slice.
L’atleta, nonostante ciò, utilizzava lo slice in casi di emergenza, ma non si è
voluto focalizzare l’attenzione su quella variante del rovescio a una mano per
evitare che in seguito diminuisse l’utilizzo degli arti inferiori o comunque il
ragazzo non si abituasse a cercare bene la palla e a determinare la stance ad
una distanza adeguata.
Da circa gli undici, dodici anni si è iniziato ad inserire delle vere e proprie
lezioni improntate sulle rotazioni, cosi che l’allievo avesse già automatizzato il
colpo in top spin, e di conseguenza il back spin fosse solo un colpo di
emergenza, o di variazione di gioco come scelta tattica.
Anche l’aspetto psicologico non è da sottovalutare, l’allievo infatti deve
comprendere che nella fase di crescita molti match li perderà per l’incapacità
nel gestire gli impatti alti, cosa che i giocatori bimani riescono a fare fino dalle
prime armi.
A questo proposito bisogna tener presente che in età giovanile gli scambi
hanno una traiettoria mediamente più elevata rispetto all’alto livello. Invece
crescendo si impara anche a gestire gli impatti a qualsiasi livello essi siano.
Comparando vantaggi e svantaggi e essendo consapevoli di qualche difficoltà
il rovescio a una mano rimane comunque un colpo efficace a qualsiasi livello.
CONCLUSIONI
Tra tutti i colpi del tennis il rovescio a una mano se ben fatto, rappresenta senza
dubbio il più elegante ma nello stesso tempo il più complesso.
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Nell'ultimo decennio il tennis è diventato uno sport improntato sulla prestanza
fisica,sulla potenza e sulla velocità e il colpo del diritto ed il servizio dominano
gran parte degli scambi lasciando al rovescio una semplice parte da comparsa.
Il rovescio a una mano , nel corso degli anni è stato sostituito da quello bimane,
più adatto al tennis moderno e meno complicato da gestire e insegnare
sopratutto in età giovanile.
Con Nicolò Inserra l'intento è quello di sviluppare un solido rovescio capace di
gestire e sostenere la base del suo gioco (servizio e diritto) e di creare i
presupposti per una crescita tecnica e fisica corretta.
Oltre ad interventi a breve termine e a modifiche riguardanti lo sviluppo tecnico
tattico per ovviare agli svantaggi che il nostro allievo potrà riscontrare in futuro
rispetto ad un giocatore che addotta il rovescio bimane ,gli obiettivi a lungo
termine riguarderanno i seguenti aspetti tecnici :
- Risposta al servizio: le soluzioni che stiamo sviluppando riguardano l’utilizzo
di un movimento breve verso la palla per la risposta alla prima palla di
servizio ,mentre per quanto riguarda la seconda palla di servizio l’abitudine ad
aggirare la palla per utilizzare prevalentemente il dritto.
- Gestione delle palle alte: il nostro obiettivo è di portare il gioco di Nicolò a
un’evoluzione tale da permettergli di gestire al meglio il rovescio offensivo ,ma
sopratutto difensivo, partendo dalla risposta al servizio, aiutata da una sua
crescita fisica.
- Padronanza e alternanza delle rotazioni : gestione della difesa
- Consolidamento fisico : sviluppo del gioco di gambe e della forza fisica
La naturalezza con cui Nicolo' gioca il rovescio ad una mano ci fa ben sperare
per un futuro importante , ma tutto dipendera' dalla determinazione , dalla
24
volontà e dal cuore che il giovane giocatore genovese metterà in ogni match,
allenamento, scambio o punto.
25