Una \"fistula aquaria\" della \"res publica cumanorum\" a San Marino

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AcmeAnnali della Facoltà di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Milano

1/2015

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La rivista è semestrale ed accoglie articoli e studi su tutti gli argomenti che costituiscono materia d’insegnamento della Facoltà. Gli originali debbono essere presentati via email, attraverso la responsabile del Coordinamento, Virna Brigatti, al Comitato di Direzione, e inoltrati in forma cartacea al Direttore presso il Dipartimento di Studi Letterari,

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ACME – Annali della Facoltà di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Milano

Indice

Editoriale

The Russian Historiography on Modern History between 20th

and 21st centuries

Giulia lami, Introduzione

michail V. DmitrieV, Tolleranza religiosa a Mosca? la cultura ortodossa dello stato zarista moscovita e i “musulmani russi”

Konstantin Ju. erusalimsKiJ, Ivan the Terrible and the Other in current history-writing

olGa e. KošeleVa, La storiografia russa moderna sull’epoca pre-petrina (secolo XVII): problemi, metodi, orientamenti

Saggi

annarosa Gallo, Una «fistula aquaria» della «res publica cumanorum» a San Marino

ioannis m. KonstantaKos, Alexander and Darius in a contest of wit («Alexander romance» 1.36-38): sources, formation, and storytelling traditions

Giacomo scaVello, Elementi epico-omerici nella dizione sofoclea: analisi del secondo stasimo dell’«Edipo re»

elena castelnuoVo, Il «pulvis et umbra» oraziano in alcuni poeti latini tardoantichi

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arianna GiarDini, Tommaseo e la narrativa storica: dalla riflessione sull’«Antologia» ai racconti

stefano apostolo, Novalis e Pascal. L’influsso degli “antichi maestri” nelle opere di Thomas Bernhard

Virna BriGatti, Inediti dalle «due tensioni» di Elio Vittorini. Nota al testo in dialogo con Dante Isella

Postille

José DomínGuez caparrós, Métrica española (Maria Rosso)

GioVan Battista casti, Poema Tartaro, edizione critica e commento di Alessandro Metlica (Arnaldo Di Benedetto)

carla riccarDi, Montale dietro le quinte (Alberto Cadioli)

luiGi russo-Walter Binni, Carteggio 1934 – 1961 (Carlo Di Alesio)

françois Jullien, Contro la comparazione. Lo “scarto” e il “tra”: un altro accesso all’alterità (Tiziano Moresi)

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Saggi


UNA «),678/$ AQUARIA» DELLA «RES PUBLICA CUMANORUM» A SAN MARINO1

ABSTRACTUna ¿VWXOD�DTXDULD della UHV�SXEOLFD�&XPDQRUXP è conservata nel Museo di Sta-

to della Repubblica di San Marino, alla quale fu donata. A &XPDH, la ¿VWXOD era par-te delle condotte che distribuivano l’acqua proveniente dall’acquedotto del Serino costruito da Augusto prima del 10 d.C. ed alimentavano, tra l’altro, terme e fonta-ne pubbliche, espressione dell’evergetismo di notabili locali, connesso al rinnova-PHQWR�XUEDQLVWLFR�GHOOD�FLWWj�LQ�HWj�DXJXVWHD��,O�WHVWR�HSLJUD¿FR�DWWHVWD�FKH�O¶DFTXD�apparteneva al patrimonio dei &XPDQL, una volta immessa dall’acquedotto nella de-rivazione di loro pertinenza, essendo stata verosimilmente loro donata dal principe. A ¿VWXOD�DTXDULD�of the UHV�SXEOLFD�&XPDQRUXP is preserved – after an endowment – in the National Museum of the Republic of San Marino. This ¿VWXOD was part of the Cuman pipelines that distributed the water coming from Serino’s aqueduct (built by the emperor Augustus before 10 AD). The pipelines fed also thermae and public foun-tains, built up by local euergetes in connection to the renewal of the city in the Augu-stan age. The inscription attests that the water – once entered from the aqueduct in the city pipelines – belonged to the heritage of the Cumans, since it was probably donated to the community by the Emperor.

1 La «¿VWXOD» e il contesto dell’approvvigionamento idrico di «Cumae»

Il Museo di Stato della Repubblica di San Marino espone, nella Sala XIV dedi-cata all’archeologia di donazione, sotto il numero d’inventario B/529, una ¿VWXOD�DTXDULD con la formula UHL�SXE(OLFDH)�&XPDQR(UXP), esemplare appartenente ad una serie già nota al &,/2.Il frammento conserva pochi centimetri della lunghezza originaria della condut-tura plumbea, in corrispondenza dell’iscrizione, in rilievo, posta su un rigo e se-

1 Lo studio del reperto è stato autorizzato dalla Direzione dei Musei di Stato del-la Repubblica di San Marino con protocollo n. 02168 del 27/10/2011. Si ringraziano il Direttore dei Musei di Stato, Dott.ssa Francesca Michelotti, il responsabile della sezione archeologica , Dott.ssa Paola Bigi, il Direttore dell’Archivio Pubblico di Stato, Dott. Mi-chele Conti, il Direttore della Biblioteca di Stato e dei Beni Librari, Prof.ssa Laura Rossi, e Claudia Malpeli. Inoltre i Professori Paolo Butti de Lima, Luciano Canfora e Manfred Schmidt per i suggerimenti, i Professori Marcella Chelotti, Andrea Favuzzi, Francesco Grelle e Marina Silvestrini per aver letto stesure provvisorie di questo studio, e il Profes-sore Giuseppe Camodeca per aver seguito l’evolversi dell’indagine e averne discusso ogni singolo aspetto. Il Dr. Giuseppe Ferraro per quella visita al Museo. A Nello, con affetto.2 &,/ 10.3712. Vd. nt. 70.

Acme 1/2015 p. 97-128 - DOI http://dx.doi.org/10.13130/2282-0035/5138

parata da punti di separazione di forma circolare3. Impresso per mezzo di una PDWULFH��LO�WHVWR�HSLJUD¿FR�ULVXOWD�FRPSRVWR�GD�FDUDWWHUL�PRELOL�H�GD�DOWUL�JLj�FRQ-giunti originariamente tra di loro4, all’interno di un cartiglio rettangolare di cui appare ancora evidente il segno della forma in alcuni tratti. Il diametro della se-zione ovoidale delimitato dalla barra di saldatura – del valore medio di 5,35 cm5 – sembra attribuibile ad una conduttura secondaria, diramata da una cassetta di distribuzione per l’erogazione di acqua corrente6. La formula UHL�SXE(OLFDH)�&X-PDQR(UXP��LGHQWL¿FD�XQD�VHULH�GL�FRQGRWWH�SXEEOLFKH�GLVWLQJXHQGROD�GD�DOWUH�GXH�recanti l’una [UHL] SXEOLF(DH)�PXQLF(LSXP)�&XPDQRU(XP), l’altra [UHL] SXEOLF(DH)�PXQLFLS(XP)�&XP(DQRUXP)7.Le condotte riconducibili a tali serie distribuivano l’acqua proveniente dall’ac-quedotto del Serino, fatto costruire da Augusto anteriormente al 10 d.C.8 per ap-provvigionare diverse città campane, tra le quali &XPDH9. Qui l’acqua fornita dalle condotte avrà alimentato, tra l’altro, terme e fontane pubbliche. Un’eco delle terme sembra rintracciabile in un’epigrafe mutila relativa al loro rifacimento e abbelli-mento realizzato, nel primo principato, da un liberto della nota famiglia cumana

3 )LVWXOD��¿J��OXQJ��PD[��FP��GLDP��PD[��FP��LQFOXVD�OD�VDOGDWXUD�GL��FP��GLDP��PLQ��FP��VSHVVRUH�GHOOD�ODPLQD��FP��,VFUL]LRQH��OXQJ��FP��K��OHWW��PD[��FP��K��OHWW��PLQ��FP��ULOLHYR�OHWW��PD[��PP��8Q¶DFFXUDWD�LQGDJLQH�VXOOH�tecniche di fabbricazione delle ¿VWXODH è stata condotta da Parma 1997, pp. 115-125, in particolare pp. 116-117. Sul punto pure Pace 1983, pp. 74-78. 4 Nella parola «&XPDQR», le lettere «&XP» sono in legatura. D’altra parte, l’unione delle prime tre lettere appare dal confronto delle due «V», presenti nel testo, palesemente GLYHUVH��YG��¿J�� 1HOOD�FODVVL¿FD]LRQH�GHOOH�¿VWXODH redatta da Sesto Giulio Frontino in base al loro diametro, l’esemplare sanmarinese sarebbe una duodenaria, sebbene il diametro di TXHVW¶XOWLPD�VLD�OHJJHUPHQWH�VXSHULRUH��FP��ULVSHWWR�DL��FP�GHOOD�VDQPDULQHVH��YG��¿J��8Q�WDOH�GLDPHWUR�DYHYD�XQD�SRUWDWD�GL��OLWUL�DO�VHFRQGR��3HU�TXHVWL�DVSHWWL�WHF-nici e la loro analisi si rimanda a Pace 1983, pp. 79-90. 6 Per alimentare una fontana, ad esempio. Quella realizzata dai &Q��/XFFHLL�SDWHU�HW�¿OLXV (su cui vd. nt. 13) presenta sulla faccia posteriore un foro circolare, «predisposto per il passaggio della ¿VWXOD da cui doveva sgorgare l’acqua sversata dalla bocca spalanca-ta di una Medusa riprodotta a rilievo sulla fonte» (Capaldi 2007a, p. 168 e Capaldi 2008, S��H�VV��'L�HVVR�q�SXUWURSSR�LJQRWD�OD�PLVXUD�GHO�GLDPHWUR��VL�SRVVRQR�WXWWDYLD�FRQ-frontare i dati inerenti alle fontane pubbliche di $OOLIDH accuratamente indicati in Stanco 2009, pp. 121-129.7 Rispettivamente &,/ 10.3711 e l’inedita conservata nel deposito scavi della So-printendenza Archeologica di Napoli, della quale dà notizia Camodeca 2001, p. 151 nt. 11, dove, peraltro, sono così sciolte le abbreviazioni. Un differente scioglimento è propo-sto infra e ntt. 43-45. Una ricognizione generale delle ¿VWXODH iscritte campane è in Bruun 2010, pp. 145-183.8 Camodeca 1997, pp. 191-199.9 Come risulta dall’elenco riportato nell’iscrizione del restauro costantiniano edita da Sgobbo 1938, pp. 75-97.

102 Annarosa Gallo

Fig. 1. La ¿VWXOD conservata nel Museo di Stato di San M

arino (inv. B/529).

103UNA «FISTULA AQUARIA» DELLA «RES PUBLICA CUMANORUM»

Fig. 2. La barra di saldatura.

104 Annarosa Gallo

dei 3RQWLL�0HODH, attestata sin da età augustea10��)RQWDQH�HUDQR�QHO�IRUR��XQD�VXO�lato orientale, della quale è stato rinvenuto l’LPSOXYLXP11��XQ¶DOWUD��LQ�PDUPR�GL�Luni, era stata posta sul lato meridionale all’interno di un ninfeo, alloggiato lad-GRYH�HUD�SUHFHGHQWHPHQWH�XQD�WDYHUQD�DSSRVLWDPHQWH�PRGL¿FDWD��SHU�LQL]LDWLYD�dei &Q.�/XFFHLL�SDWHU�HW�¿OLXV12, come ricorda l’iscrizione apposta sulla sommità del manufatto13. Gli stessi promossero inoltre la costruzione di un’altra fontana, QRWD�HSLJUD¿FDPHQWH��QHO�IRUR�R�QHL�VXRL�SUHVVL14. Più tardo, della prima età impe-riale, è il ODEUXP, rinvenuto in frammenti, che sarebbe stato collocato a lato della gradinata del cd. Tempio dei Giganti (o Masseria dei Giganti), o davanti alla sua faccia, oppure innanzi al monumento ad archi sul lato orientale del foro15.Tali opere sono espressione del fenomeno, peculiare dell’età augustea, dell’ever-getismo inerente all’acqua16��6RVWHQXWR�¿QDQ]LDULDPHQWH�GDL�QRWDELOL�ORFDOL��HVVR�fu favorito dall’approvvigionamento idrico garantito dall’acquedotto del Serino, che introdusse un nuovo sistema di distribuzione delle acque fondato su FDVWHOOD DTXDUXP, condotte e condutture ad alcune delle quali sono riconducibili le serie GL�¿VWXOH�PHQ]LRQDQWL�O¶DFTXD�TXDOH�EHQH�SXEEOLFR�GHL�&XPDQL17.

10 L.�3RQWLXV�(URV�$[---] | EDOLQHD�UHIH[---] | DGRUQDYLW�HW [---]. Edita da Coraggio 2009, p. 171 e ss. Notizia dell’iscrizione e della sua datazione era già stata comunicata da Camodeca 2010a, p. 66 nt. 70. 11 Capaldi 2009, p. 181 e ss. Cfr. pure Gasparri 2010, p. 27 e ss.12 Sui quali, si rinvia a Camodeca 2010a, pp. 61 e ss. e 68.13 &Q(DHXV)�&Q(DHXV)�/XFFHLHL�SDWHU�HW�¿OLXV�|�DTXDP�DGGXFHQGDP�|�VDOLHQGDPTXH�|�GH�VXD�SHFXQLD�|�FXUDYHUXQW. L’iscrizione e la fontana sono state analizzate da Capaldi 2007a, pp. 167-176. Sul foro per alloggiare una ¿VWXOD, vd. nt. 6. La fontana sarebbe sta-ta collocata nell’area del foro già servita dal sistema di distribuzione idrica, le cui tracce sono state individuate in una cisterna presso Masseria Turrà ove sarebbe stato il FDVWHO-OXP�DTXDH (Caputo 2004, pp. 324-327), e in serbatoi e vasche a oriente di Masseria dei Giganti. Sul punto, Capaldi 2007b, p. 161 e ss. Dalla parte opposta, l’area settentrionale e quella dell’acropoli erano servite da un diverso sistema con un proprio FDVWHOOXP�DTXDH, su cui Guardascione 2009, pp. 313-318.14 &,/��FRQ�OD�ULOHWWXUD�GL�*��&DPRGHFD�LQ�('5��GHO��>&Q.�&Q.�/XFFHL]HL�SDWHU�HW�¿OL[XV�DTXDP]�|�[DGGXFHQGD]P�VDOLHQGDPTXH�G(H)�[V(XD)�S(HFXQLD)�FXUDYHUXQW]�|�[/XFFHLD�&Q(DHL)�I(LOLD)]�7HUWXOOD�UHVWLW[XLW]. L’iscrizione databile al primo trentennio del I secolo d.C. attesta il restauro della fontana da parte di una loro discenden-te, su cui vd. nt. 25. Per l’ubicazione della fontana, si veda Capaldi 2007a, p. 171, e Ga-sparri 2010, p. 27. Per il programma decorativo del ninfeo in cui era alloggiata la fontana, invece Capaldi 2009, pp. 205-209.15 Un frammento del ODEUXP, utilizzato nel riempimento di una costruzione bizan-tina fuori della Crypta romana, presenta l’iscrizione EDR115651 del 19/11/2011 (G. Ca-modeca) [--- DTX]DP�GLYL�$XJ[XVWL ---], databile tra il 14 ed il 40 d.C. L’altro frammento recuperato nell’area antistante al portico meridionale del foro è anepigrafe, Brun – Ga-sparri 2009, pp. 259-270.16 Per il quale si rimanda a Corbier 1984, pp. 236-264.17� �3HU�LO�QXRYR�DVVHWWR�GHO�IRUR��&DSDOGL��E��SS��&DSDOGL��SS��


Naturalmente da &XPDH provengono ¿VWXODH pertinenti anche a privati di epoca e ranghi diversi18��LQ�SDUWLFRODUH��VL�VHJQDOD�TXHOOD�ULQYHQXWD�LQ�DUHD�IRUHQVH�SUHVVR�LO�FG��7HPSLR�GHL�*LJDQWL�±�GXUDQWH�JOL�VFDYL�FRQGRWWL�DOOD�¿QH�GHO��GD�*LXVHSSH�Fiorelli per conto del principe Leopoldo di Borbone, conte di Siracusa19 – con il nome di 0.�%HQQLXV�5XIXV20, procuratore di Augusto in Africa21, la quale è più o meno coeva alle serie con la menzione della UHV�SXEOLFD�&XPDQRUXP. In età augustea, il municipio di &XPDH visse una fase di rinnovamento urbanistico degli spazi pubblici, foro ed acropoli, veicolato dal culto apollineo fondamentale all’ideologia augustea22. Gli interventi privati di natura evergetica interessarono le forme della monumentalizzazione nelle loro più diverse realizzazioni, non solo quelle riconducibili all’ambito idrico23. Nel foro, ancora una volta i &Q.�/XFFHLL�SDWHU�HW�¿OLXV, tra i maggiori benefattori GHOO¶pOLWH�FXPDQD��¿QDQ]LDURQR�OD�FRVWUX]LRQH�IRUVH�GL�XQ�DUFR�GL�DFFHVVR�DO�IRUR24 e il restauro del tempio di Demetra. Quest’ultimo fu oggetto peraltro di un succes-sivo analogo intervento insieme al portico, che fu pure ornato, su iniziativa delle discendenti /XFFHLDH�&Q.�I.�3ROOD�e�7HUWXOOD25. In età medio-augustea, un’altra espo-

��&RUDJJLR��SS��*DVSDUUL��SS��18 Escludendo quelle da Baiae, la ¿VWXOD di L.�$FLOLXV�6WUDER (NSA 1893, p. 211 a-b �('5��GHO��>*��&DPRGHFD@��GHO��G�&��SURYLHQH�GDO�WHUULWRULR��VL�ignora invece il luogo di ritrovamento di quella di P.�0DQOLXV�0RGHVWXV (Dennison 1898, p. 398 n. 65 = Tuck 2005, p. 166 e ss. n. 276 = EDR100073 del 28/04/2009 [G. Corazza]) GL�,,�VHFROR�G�&��TXHOOD�GL�8OSLD�0DUFLDQD (Dennison 1898, p. 398 n. 67 = Tuck 2005, p. ��H�VV��Q�� ('5��GHO��>*��&RUD]]D@��GHO��G�&��TXHOOD�GL�3RQWLD�+HS\UH (Dennison 1898, p. 368 n. 66 = Tuck 2005, 168 n. 280 = EDR100072 del ��>*��&RUD]]D@��GHO��G�&��TXHOOD�GL�>�@�6DELQXV (NSA 1893, p. 211). La ORUR�ULHGL]LRQH�LQ�('5�FRQVHQWH�GL�UHWWL¿FDUH�H�LQWHJUDUH�LQ�SDUWH�O¶HOHQFR�UHGDWWR�LQ�%UXXQ�2010, pp. 149-152.19� �)LRUHOOL��SS��ULSXEEOLFDWR�SHU�OD�SDUWH�FRQFHUQHQWH�OD�¿VWXOD di %HQQLXV�5XIXV (vd. nota seguente) da Minervini 1853, pp. 105-107. Su tali scavi vd. Di Re – Pollio 2009, pp. 271-282. 20 �&,/��0.�%HQQL�5X¿.21 &,/ 10.1684 = ILS 1375 = EDR122185 del 18/07/2012 (G. Camodeca), tra il 20 D�&��H�LO��G�&��/¶LGHQWL¿FD]LRQH�GHO�SHUVRQDJJLR�q�VRVWHQXWD�GD�&DPRGHFD��E��SS��226-227.22 Sul culto apollineo, Camodeca 1990, pp. 279-281.23 Per l’assetto monumentale della città in quest’epoca, Gasparri 2010, pp. 25-33.24� �6XO�TXDOH�HUD�DI¿VVR�LO�JUDQGH�DUFKLWUDYH�FKH�OL�PHQ]LRQDYD��('5��GHO��*��&DPRGHFD��>&Q.�&Q.] /XFFHLHL [SDWHU�HW�¿OLXV --- G(H) V(XD) S(HFXQLD)]. Camodeca 2010a, pp. 61-62.25 &,/ 10.3685 = ILS�� ('5��GHOO¶��*��&DPRGHFD��&Q.�&Q. /XFFHL[HL�SDWH]U�HW�¿OLXV,�SU(DHWRU(HV)�|�VDFUD�'HPH[WURV�UHV]WLWXHUXQW�|�/XFFHLD�&Q(D-HL)�I(LOLD)�3ROOD�4XL[��HW�/XF]FHLD�&Q(DHL)�I(LOLD)�7HUWXOOD�3LD�*DOOL�|�DHGHP�'HPHWURV�HW�TXDH�FLUFD�[HDP�DHGHP�VX]QW�HW�SRUWLFXV�S(HFXQLD)�V(XD)�UHVWLWXHUXQW, primo trentennio GHO�,�VHFROR�G�&��&,/��;�� ('5��GHO��*��&DPRGHFD��/XFFHLDCL��

106 Annarosa Gallo

nente della famiglia, /XFFHLD�&Q.�I.�0D[LPD26, dispose l’erezione di un FKDOFLGLXP�detto /XFFHLDQXP27. Tra l’età augustea e la primissima età imperiale, &.�,XOLXV�3UL-PLJHQLXV, liberto di liberti imperiali, in attuazione delle volontà testamentarie del ¿JOLR�&.�,XOLXV [3ULV o )ODF?]FXV, magistrato municipale28, promosse l’erezione di un piccolo sacello – destinato probabilmente al culto del *HQLXV�PXQLFLSLL�– lun-go il portico meridionale, e dinnanzi ad esso la sistemazione di un’ara circolare ai PXQLFLSHV�&XPDQL29��ROWUH�FKH�GL�XQD�VWDWXD�GHO�¿JOLR30. Nell’area dell’acropoli, invece, L.�3RQWLXV�0HOD�SRQWLIH[��LGHQWL¿FDWR�FRQ�LO�VHQDWRUH�HUHGH�HG�HVHFXWRUH�testamentario del pretore &.�&HVWLXV�(SXOR31, poneva tre dediche sacre a ,XSSLWHU�)XOJXUDWRU32 sulla terrazza inferiore del tempio di Apollo.

2 «Res publica Cumanorum»

1HOOD�WULSOLFH�GH¿QL]LRQH�IRUPXODWD�GD�9HUULR�)ODFFR�H�WUDPDQGDWD�GD�$XOR�*HOOLR��FLYLWDV è l’RSSLGXP, lo statuto giuridico collettivo dei cittadini, e l’insieme della

&Q(DHL)�I(LOLDH)�3ROOD�HW�7HUWXOOD�V(XD)�S(HFXQLD��WUD�LO��D�&��H�LO��G�&��/XFFHLD�7HU-WXOOD�UHVWDXUz�DOWUHVu�OD�IRQWDQD�IDWWD�HULJHUH�GDL�/XFFHL�SDGUH�H�¿JOLR��FRPH�ULFRUGDWR�VX-pra alla nt. 13.26 Alla quale potrebbe riferirsi l’architrave (&,/ 10.3689+AE 2005, 369 = ('5��GHO��>*��&DPRGHFD@��/XFFHLD�&Q(DHL)�I(LOLD)�0D[LPD�VDFHWLV�V(XD)�S(HFXQLD��D�&��G�&��LQ�FXL�VL�ULFRUGD�OD�VXD�IXQ]LRQH�GL�VDFHWLV��XQ�KDSD[�IRUVH�UL-FRQGXFLELOH�DO�FXOWR�PLVWHULFR�GL�'HPHWUD��FIU��&DPRGHFD��SS��LQROWUH��VXOOD�base di nuovi dati, Camodeca 2008, p. 18.27 Il quale potrebbe essere menzionato in &,/ 10.3697.28� �$(�� ('5��GHOO¶��*��&DPRGHFD��&(DLXV)�,XOLXV�&(DL)�I(LOLXV)�[3ULV"]FXV�SU(DHWRU)�T[XDHVW(RU)]�|�&XP[LV�WHVWDPHQWR]�¿HUL�[LXVVLW]�|�[&(D-LXV)�,]XOLXV�3ULPLJ[HQLXV]�SDWHU�IHFL[W]. L’iscrizione del primo trentennio del I secolo d.C. HUD�¿VVDWD�DOO¶LQJUHVVR�GHO�VDFHOOR��/D�VXD�ULHGL]LRQH�q�LQ�&DPRGHFD��SS��29 La dedica sull’ara circolare è del primo trentennio del I secolo d.C., AE, 2001, �� ('5��GHO��$��'H�&DUOR��0XQLF(LSLEXV)�&XPDQuV�VDFU(XP)�&.�,XOLXV�3UuPLJ(HQLXV)�|�G(RQXP)�G(HGLW), su cui, Camodeca 2001, pp. 149-151. Inoltre, vd. nota successiva.30 Sulla cui base era posta l’iscrizione AE, 1912, 257 = AE, 2001, 852 = EDR072554 GHO��*��&DPRGHFD��>&(DLR)�,XOLR�&(DL)�I(LOLR)�3ULV?FR]�|�[SU(DHWRUL)]�T[XDH-VW(RUL)]�|�&~PuV�|�[&(DLXV)�,X]OLXV�3ULPLJ[HQLXV]�|�SDWHU�|�[L(RFXV)]�G(DWXV)�G(HFUHWR)�G(H-FXULRQXP��GHO�SULPR�WUHQWHQQLR�GHO�,�VHFROR�G�&��SHU�OD�ULHGL]LRQH�GHOO¶HSLJUDIH�VL�ULQYLD�nuovamente a Camodeca 2001, pp. 154-155.31 Münzer 1899, col. 2005.32� �('5��GHO��*��&DPRGHFD��'yQX[P�GHG(LW)]�|�ÎRYL�)XOJ[XUD-WRUL]�|�/(XFLXV)�3RQWLX[V��@�_��('5��GHO��*��&DPRGHFD��L(XFLXV)�3RQWLXV�3(XEOL)�I(LOLXV)�0HOD�SRQW[LIH[��@��('5��GHO��*��&DPRGHFD��,RYL�[)XOJXUDWRUL]�|�GR[QXP�GHG(LW)]�|�/(XFLXV)�3RQ[WLXV ---] | -----?. Sulle quali Camodeca 2010a, p. 65 e ss., e Camodeca 2012, pp. 68-71.


SRSROD]LRQH��QRQ�DQFKH�LO�SDWULPRQLR33. Tuttavia, nonostante l’assenza di una teorizzazione a riguardo (almeno per l’età tardo-repubblicana ed augustea), la formulazione UHL�SXE(OLFDH)�&XPDQR(UXP) apposta sulla ¿VWXOD��QHOOD�VXD�HVVHQ]LDOLWj�SUHJQDQWH�GL�VLJQL¿FDWL��ULFRQGXFH�DOOD�sfera patrimoniale della FLYLWDV�stessa, nella misura in cui afferma che patrimonio dei Cumani è, con ogni verosimiglianza, l’acqua.Si ritiene, infatti, che sulle ¿VWXODH il termine DTXD sia sottinteso34, dacché esso, analogamente ad altri termini35, svolgerebbe funzione di sostantivo reggente del genitivo di possesso con cui si segnala l’etnico della collettività, ovvero l’onoma-stica del principe e di privati a vario titolo lì menzionati36. D’altra parte, appariva implicito che anche il contenitore (la ¿VWXOD) appartenesse ai Cumani, dacché es-VL�HUDQR�WLWRODUL�HVFOXVLYL�GHOOH�IRUPXOH�XI¿FLDOL�VX�GRFXPHQWL�FKH�ULJXDUGDVVHUR�la FLYLWDV37. Ad ogni modo, il diritto reale vantato dalla loro FLYLWDV – come del resto da cia-scun’altra approvvigionata dall’acquedotto – si sarebbe esercitato unicamente nel momento in cui l’acqua si fosse immessa nella derivazione di loro pertinenza dira-mantesi dall’acquedotto, e una volta che l’acqua fosse stata loro concessa, a titolo oneroso (vendita) o più probabilmente gratuito (donazione), da parte del principe, FKp�O¶DFTXHGRWWR�GHO�6HULQR�HUD�VXD�SHUWLQHQ]D�±�HVVHQGRQH�LO�¿QDQ]LDWRUH�±�H�OR�era altrettanto l’acqua da esso trasportata38.È il sintagma UHV�SXEOLFD ad individuare, invece, il patrimonio di una collettività municipale (o coloniaria), così come d’altra parte documentato già in età cesariana. Nell’epistola scritta nel 46 a.C. a 0.�,XQLXV�%UXWXV, propretore in Gallia, Cicerone VL�ULYROJHYD�DO�JRYHUQDWRUH�SHUFKp�DI¿DQFDVVH�OD�OHJD]LRQH�LQYLDWD�GDJOL�$USLQDWL�per la riscossione dei YHFWLJDOLD�VXL�ORUR�DJUL�LQ�SURYLQFLD��LQGLVSHQVDELOL�DOOH�¿QDQ-ze cittadine39. I beni pubblici e le utilità da essi ricavate costituivano il complesso

33� �*HOO��0LVLW�DXWHP�SDXOR�SRVW�)DYRULQR�OLEUXP,�TXHP�SURPLVHUDW�±�9HUUL,�RSLQRU,�)ODFFL�HUDW�±,�LQ�TXR�VFULSWD�DG�KRF�JHQXV�TXDHVWLRQLV�SHUWLQHQWLD�KDHF�IXHUXQW��µVHQDWXP¶�GLFL�HW�SUR�ORFR�HW�SUR�KRPLQLEXV,�µFLYLWDWHP¶�HW�SUR�ORFR�HW�RSSLGR�HW�SUR�LXUH�TXRTXH�RPQLXP�HW�SUR�KRPLQXP�PXOWLWXGLQH. 34� �&IU��'UHVVHO��SS��'H�5XJJLHUR��SS��H��35 Una casistica in Leumann – Hofmann – Szantyr 1965, pp. 59-62.36 Per l’analisi dei nomi si rinvia a De Ruggiero 1895, pp. 581-586.37 Ad esempio i decreti decurionali. In quello del 7 d.C. (&,/ 10.3697) si conserva la formula RUGLQLV�HW�PXQLFLSX[P] che originariamente potrebbe forse essere stata seguita dall’etnico della collettività.38 Come pure il FDSXW�DTXDH.39� �&LF��IDP��&LFHUR�%UXWR V� 1 4XLD�VHPSHU�DQLPDGYHUWL�VWXGLRVH�WH�RSH-UDP�GDUH�XW�QH�TXLG�PHRUXP�WLEL�HVVHW�LJQRWXP,�SURSWHUHD�QRQ�GXELWR�TXLQ�VFLDV�QRQ�VR-OXP�FXLXV�PXQLFLSL�VLP�VHG�HWLDP�TXDP�GLOLJHQWHU�VROHDP�PHRV�PXQLFLSHV�$USLQDWLV�WXHUL.�4XRUXP�TXLGHP�RPQLD�FRPPRGD�RPQLVTXH�IDFXOWDWHV,�TXLEXV�HW�VDFUD�FRQ¿FHUH�HW�VDUWD�WHFWD�DHGLXP�VDFUDUXP�ORFRUXPTXH�FRPPXQLXP�WXHUL�SRVVL½Q¾W,�FRQVLVWXQW�LQ�LLV�YHFWLJDOL-

108 Annarosa Gallo

patrimoniale della collettività municipale, espresso dalla formulazione UHV�SXEOLFD�PXQLFLSL posta in chiusura della missiva, nei confronti del quale si auspicava una retta gestione ed amministrazione40. Tuttavia il sintagma UHV�SXEOLFD non riveste TXHVW¶XQLFD�DFFH]LRQH��LQ�TXDQWR�OD�GRFXPHQWD]LRQH�HSLJUD¿FD�FRPSURYD�FKH��GD�età imperiale, esso�può indicare l’intera comunità nell’atto di dedicare o anche di restaurare un bene pubblico41.Sinonimo di UHV�SXEOLFD nell’accezione di patrimonio42 è altresì il termine SXEOL-

EXV�TXDH�D�FRORQLV�GHEHQWXU�H[LJHQGDV�WRWDPTXH�UHP�HW�FRJQRVFHQGDP�HW�DGPLQLVWUDQGDP�OHJDWRV�HTXLWHV�5RPDQRV�PLVLPXV,�4.�)X¿GLXP�4.�I.,�0.�)DXFLXP�0.�I.,�4.�0DPHUFLXP�4.�I.�2�3HWR�D�WH�LQ�PDLRUHP�PRGXP�SUR�QRVWUD�QHFHVVLWXGLQH�XW�WLEL�HD�UHV�FXUDH�VLW�RSHUDP-TXH�GHV�XW�SHU�WH�TXDP�FRPPRGLVVLPH�QHJRWLXP�PXQLFLSL�DGPLQLVWUDWXU�TXDP�SULPXPTXH�FRQ¿FLDWXU,�LSVRVTXH�TXRUXP�QRPLQD�VFULSVL�XW�TXDP�KRQRUL¿FHQWLVVLPH�SUR�WXD�QDWXUD�HW�TXDP�OLEHUDOLVVLPH�WUDFWHV.�3�%RQRV�YLURV�DG�WXDP�QHFHVVLWXGLQHP�DGLXQ[HULV�PXQLFLSLX-PTXH�JUDWLVVLPXP�EHQH¿FLR�WXR�GHYLQ[HULV,�PLKL�YHUR�HR�HWLDP�JUDWLXV�IHFHULV�TXRG�FXP�VHPSHU�WXHUL�PXQLFLSHV�PHRV�FRQVXHYL�WXP�KLF�DQQXV�SUDHFLSXH�DG�PHDP�FXUDP�RI¿FLXP-TXH�SHUWLQHW.�1DP�FRQVWLWXHQGL�PXQLFLSL�FDXVD�KRF�DQQR�DHGLOHP�¿OLXP�PHXP�¿HUL�YROXL�HW�IUDWLV�¿OLXP�HW�0.�&DHVLXP,�KRPLQHP�PLKL�PD[LPH�QHFHVVDULXP.�,V�HQLP�PDJLVWUDWXV�LQ�QRVWUR�PXQLFLSLR�QHF�DOLXV�XOOXV�FUHDUL�VROHW.�4XRV�FRKRQHVWDULV�LQ�SULPLVTXH�PH�VL�UHV�SXEOLFD�PXQLFLSL�WXR�VWXGLR�GLOLJHQWLD�EHQH�DGPLQLVWUDWD�HULW.�4XRG�XW�IDFLDV�WH�YHKHPHQ-WHU�HWLDP�DWTXH�HWLDP�URJR. Sugli DJUL�YHFWLJDOHV�GHJOL�$USLQDWL��'HQLDX[��S��H�VV�40 Del sintagma «UHV�SXEOLFDª�q�SURSRVWR�LO�VLJQL¿FDWR�©3HUKDSV�³SXEOLF�SURSHUW\´�UDWKHU�WKDQ�³SXEOLF�DIIDLUHV´��FIU��$WW��,;��>«@ª�QHO�FRPPHQWR�GL�6KDFNOHWRQ�%DL-OH\��S��1RQ�DSSDUH�FRQGLYLVLELOH��LQYHFH��LO�VLJQL¿FDWR�GL�³FROOHWWLYLWj´�VRVWHQX-to da Lyasse 2010, p. 13, che cita a sostegno una presunta interpretazione nel medesimo senso da parte di C. Nicolet (articolo citato alle ntt. 50-51). Inoltre ThLL vol. I, 1900, s.v. administro, col. 732.41� �3HU�OH�FRPXQLWj�GHOO¶,WDOLD��FIU��6LOYHVWULQL��SS��6LOYHVWULQL��add. 16, 4-6. La disamina condotta da Gascou 1979, pp. 383-398, per l’Africa aveva appu-rato la pertinenza del termine parimenti ad una confederazione di comunità, a una comu-nità peregrina, a un YLFXV e a un SDJXV. Più recentemente, tale quadro è stato confermato da Lyasse 2008, pp. 187-202, analizzando un FRUSXV di circa cinquecento iscrizioni. 42� �7DOH�VLJQL¿FDWR�VL�ULVFRQWUD�QHOOD�IRUPXOD�UHL�SXE(OLFDH) 7XVFXODQRUXP su una ¿-VWXOD�SOXPEHD (&,/ 14.2658 = 15.7813) rinvenuta a 7XVFXOXP nello scavo della cd. villa di 3UDVWLQD�3DFDWXV, sul quale Pettinelli 2013, pp. 177-182. La fase più antica della villa è databile al I sec. d.C. e pertanto costituisce un termine cronologico per collocare la ¿-VWXOD�DWWUDYHUVR�OD�TXDOH�VL�DOLPHQWz�O¶HGL¿FLR�SXEEOLFR��QHOOR�VWHVVR�VHQVR�JLj�$QGHUPDKU��S��,QYHFH��O¶DSSURYYLJLRQDPHQWR�LGULFR�GL�SURSULHWj�SULYDWH��HGL¿FL�H�IRQGL��avveniva dietro pagamento di un YHFWLJDO, come testimoniato da Cicerone poco dopo la metà del I sec. a.C., utilizzando l’DTXD�&UDEUD appartenente agli stessi 7XVFXODQL (su cui infra e nt. 62). La medesima formulazione, nella variante UHL�SXEOLFDH 7XVFXODQRU(XP), si riscontra su tegole (&,/ 14.4090 1.a-c) e laterizi (&,/��D��E��5LYHVWH�OR�VWHVVR�VLJQL¿FDWR��OD�IRUPXOD�3XEO(LFXP) 'HFLPLHQVLXP impressa su ¿VWXODH rinvenute, al di sotto di una strada lastricata, presso il decimo miglio della via Latina (&,/�� cfr. (SK(S�,;��S��H�'H�5RVVL��Q��OD�VWRULD�GHL�ULQYHQLPHQWL�SUHVVR�OD�SULPD�stazione dalla via Latina è ricostruita in Pancotti 2011, pp. 159-163) nei pressi del quale erano le sorgenti dell’DTXD 7HSXOD��)URQW��DT��«�DTXDP�TXDH�YRFDWXU�7HSXOD�H[�DJUR�/XFXOODQR,�TXHP�TXLGDP�7XVFXODQXP�FUHGXQW,�5RPDP�HW�LQ�&DSLWROLXP�DGGXFHQGDP�FX-


FXP nello statuto municipale di Taranto, databile non molto dopo la guerra socia-le, probabilmente in età cesariana43. Tale uso non sarebbe forse sconosciuto alle ¿VWXODH��QRQ�VL�SXz��LQIDWWL��HVFOXGHUH�FKH�WDOYROWD�OH�DEEUHYLD]LRQL�SXEOLF44,�SXE45

UDYHUXQW.�2�7HSXOD�FRQFLSLWXU�YLD�ODWLQD�DG�XQGHFLPXP�PLOLDULXP,�GHYHUWLFXOR�HXQWLEXV�DE�5RPD�GH[RUVXV�PLOLXP�SDVVXXP�GXXP). Inoltre, su un esemplare compare l’indicazio-ne anche del numerale X��LO�FXL�VLJQL¿FDWR�WXWWDYLD�VIXJJH��FIU��%UXXQ��S��H�VV��H�Parma 1997, p. 116 e ss. I 'HFLPLHQVHV non sono altrimenti conosciuti (cfr. DE II, s.v. 'H-FLPLHQVHV, p. 1479). 43 ),5$�Q�� 56�Q��9,,,,��&RO��,��OO��«�SXEOLFXP�SHLXV�IDFLWR�G(ROR) P(D-OR��6XO�VLJQL¿FDWR�GL�SXEOLFXP, si vd. il commento di Crawford 1996, p. 309, e quello di /DI¿��S��RUD�LQ�/DI¿��SS��,QROWUH��7K// X.2 1995-2009, s.v. SX-EOLFXV, -DP, -XP�FRO��OLQQ��1HO�VLJQL¿FDWR�GL�HUDULR�GHOOD�FRPXQLWj��LO�WHUPLQH�è nel quinto FDSXW della /H[�0DPLOLD�5RVFLD�3HGXFDHD�$OOLHQD�)DELD ritenuto un escerto della OH[�,XOLD�DJUDULD del 59 a.C. ),5$ n. 12 = RS. n. 54. K(DSXW) O(HJLV) V. 4XL�KDF�OH-JH�FRORQLDP�GHGX[HULW,�PXQLFLSLXP�SUDHIHFWXUDP�IRUXP�FRQFLOLDEXOXP�FRQVWLWXHULW,�LQ�HR�DJUR,�TXL�DJHU�LQWUD�¿QHV�HLXV�FRORQLDH�PXQLFLSLL�IRUL�FRQFLOLDEXOL�SUDHIHFWXUDH�HULW,�OLPL-WHV�GHFXPDQLTXH�XW�¿DQW�WHUPLQLTXH�VWDWXDQWXU�FXUDWR��TXRVTXH�¿QHV�LWD�VWDWXHULW,�LL�¿QHV�HRUXP�VXQWR,�GXP�QH�H[WUD�DJUXP�FRORQLFXP�WHUULWRULXP�¿QHV�GXFDW��TXLTXH�WHUPLQL�KDF�OHJH�VWDWXWL�HUXQW,�QH�TXLV�HRUXP�TXHP�HLFLWR�QHYH�ORFR�PRYHWR�VFLHQV�GROR�PDOR.�VL�TXLV�DGYHUVXV�HD�IHFHULW,�LV�LQ�WHUPLQRV�VLQJXORV,�TXRV�HLHFHULW�ORFRYH�PRYHULW�VFLHQV�GROR�PD-OR,�+6�9�P(LOLD)�Q(XPPXP)�LQ�SXEOLFXP�HRUXP,�TXRUXP�LQWUD�¿QHV�LV�DJHU�HULW,��G(DUH)!�G(DPQDV)�HVWR��«�HLXVTXH�SHFXQLDH�TXRG�UHFHSWXP�HULW�SDUWHP�GLPLGLDP�HL�FXLXV�XQLXV�RSHUD�PD[LPH�LV�FRQGHPQDWXV�HULW��GDWR!,�SDUWHP�GLPLGLDP�LQ�SXEOLFXP�UHGLJLWR. Nei WHVWL�JUHFL��ULFRUUH�LO�WHUPLQH�Ĳઁ�įȘȝȩıȚȠȞ��0DJLH��SS��H��)UH\EXUJHU�*DOODQG�1997, pp. 89 e 216.44 &,/ 10.3711 e nell’inedita da Cuma su cui supra e nt. 7. L’abbreviazione SXEOLF compare altresì sul cippo antecedente alla morte di Cesare relativo a )LGHQDH, &,/ 12.1502 = 14.4063 = ILS 5943 = ,//53 481 = EDR146051 del 14/01/2015 (V. Pettirossi) 70-31 D�&��3XEOLF(XP)�)LG(HQDWLXP)�|�/.�0DQLOL(XV)�4.�I.�|�/.�0DUFL(XV)�/.�I.�|�GXRYLUHL�,,,�|�WHU-PLQDYHUH.45 &,/ 10.4799 da THDQXP�6LGLFLQXP��3XE(OLFXP)�&RO(RQLDH)�&O(DVVLFDH)�)LU(PDH)�7HD(QHQVLXP)��[UHL]�SXE(OLFDH)�FRO(RQLDH)�&O(DVVLFDH)�)LUP(DH)�7HD(QHQVLXP) è lo sciogli-mento avanzato da Camodeca 2007, p. 171 nt. 14, ora in Camodeca 2008, p. 329 nt. 14. Più recentemente nella scheda redatta per EDR142556 del 07/09/2014 (G. Camodeca) LO�WHVWR�q�FRVu�HPHQGDWR��>UHL"]�SXEO(LFDH")�FRO(RQLDH)�&O(DVVLFDH)�)[L]U(PDH)�7HD(QHQ-VLXP) (I-II sec. d.C.). L’abbreviazione 3XE ricorre pure su un cippo datato tra il 59 ed il 30 a.C. dal territorio di Sessa Aurunca e pertinente alla colonia di Capua, AE, 1986, 147 = ('5��GHO��*��&DPRGHFD��3XE(OLFXP)�FRO(RQLDH)�&kPS(DQRUXP��H�VX�un VLJQDFXOXP del municipio di Neapolis, 3XE(OLFXP)Â1HD|SROLW(DQRUXP), già nella colle-zione Bourguignon, VHQWH�GX��DX��0DUV��&ROOHFWLRQ�'¶$QWLTXLWHV�*UHFTXHV��5RPDLQHV�SURYHQDQW�GH�1DSOHV��3UL[�GX�FDWDORJXH�LOOXVWUH��SODQFKHV�HW��YLJQHWWHV�, Paris 1901, n. 15, p. 74.

110 Annarosa Gallo

o ancora SXEOL46, presenti su alcune serie, vadano sciolte in SXEOLFXP47. 1HOOD�FRGL¿FD]LRQH�GHOO¶LQIRUPD]LRQH�GD�WUDVPHWWHUH�VXOOD�¿VWXOD, il ricorso all’u-na (UHV SXEOLFD) piuttosto che all’altra variante (SXEOLFXP), entrambe dal mede-VLPR�VLJQL¿FDWR��VL�VDUHEEH�IRUVH�LPSRVWR�SHU�YDOXWD]LRQL�H�VFHOWH�GHL�PDJLVWUDWL�locali (o su indicazione dell’RUGR�GHFXULRQXP), analogamente a quanto avveniva per altri documenti.L’iscrizione è completata dal riferimento ai Cumani, in qualità di titolari del pa-trimonio comune e dunque dei suoi beni, nella fattispecie dell’acqua. L’etnico se-gnala la FLYLWDV come l’universalità dei PXQLFLSHV, a ciascuno dei quali appartiene SUR�SDUWH il patrimonio comune48.I PXQLFLSHV, in quanto titolari di un bene o contraenti un negozio giuridico, sono menzionati già nei due editti – di poco successivi alla guerra sociale49 – TXLEXV�PXQLFLSXP�QRPHQ�DJHUH�OLFHDW e TXRG�DGYHUVXV�PXQLFLSHV�DJDWXU50 con i quali il pretore ammetteva i PXQLFLSHV a stare collettivamente in giudizio in modo attivo e passivo51. In tali editti si fa infatti riferimento all’insieme dei soggetti costituenti il PXQLFLSLXP��QRQ�LQYHFH�DOOD�VXD�HQWLWj�DVWUDWWD��LQ�TXDQWR�OD�ULÀHVVLRQH�JLXULGL-ca, in quest’epoca, non aveva ancora elaborato la nozione di persona giuridica)52. D’altra parte, il termine PXQLFLSLXP presuppone comunque la FLYLWDV come insie-me dei suoi singoli membri, quando utilizzato come nome collettivo53.

46� �16$��G�I�GD�3RPSHL��&&&&/;;�3XEOL(FXP)�3RPSH(LRUXP), sciolta in &&&&/;;�[XVLEXV]�38%/,(FLV)�3203((LRUXP) da Maiuri 1931, p. 561. Lo scioglimento XVLEXV�SXEOLFLV implica che l’acqua erogata dalle ¿VWXODH così segnate fosse destinata ad DOLPHQWDUH�VWUXWWXUH�HG�HGL¿FL�SXEEOLFL��QRQ�DQFKH�SULYDWL�QDWXUDOPHQWH�GLHWUR�SDJDPHQWR�GL�XQ�FDQRQH�GL�DI¿WWR��6X�FRVH�VXQW�SRSXOL e quelle XVLEXV�SXEOLFLV, si vd. Orestano 1968, pp. 295-304. Sul pagamento del YHFWLJDO, si vd. infra.47 In tal senso già De Ruggiero 1895, p. 586, secondo il quale però SXEOLFXP rive-VWLUHEEH�VLJQL¿FDWR�GL�©GLULWWR�XWLOH�GHO�PXQLFLSLR�VXOO¶DFTXDª�48 Orestano 1959, pp. 64-81, in particolare pp. 72-74.49 Tale datazione dei due editti sostenuta da Ramadier 1913, p. 261 e ss., è condi-visa da Eliachevitch 1942, p. 107 nt. 15, e Orestano 1959, p. 69.50 Su queste due clausole dell’editto, cfr. Lenel 19273, tit. VIII par. 31 e 33. 51 In tal senso Eliachevitch 1942, pp. 103-108. Le posizioni dello studioso furono riprese e sviluppate da Orestano 1959, pp. 64-81. 52 Secondo Ramadier 1913, p. 259 e ss., gli editti sarebbero alla base della succes-VLYD�ULÀHVVLRQH�JLXULVSUXGHQ]LDOH��53 Nella OH[�PXQLFLSLL�7DUHQWLQL,�PXQLFLSLXP�sarebbe così da intendere ogni qual volta appare��OO��TXRG�HLXV�PXQLFLSL�SHTXQLDH�SXEOLFDH�VDFUDH�UHOLJLRVVDH�HVW�HULW��OO.�5-6��HDPTXH�SHTXQLDP�PX[Q]LFLSLR�GDUH�GDPQDV�HVWR�HLXVTXH�SHTXQLDH�PDJLVWUDWXV,�TXHL-TXRPTXH�LQ�PXQLFLSLR�HULW,�SHWLWLR�H[DFWLRTXH�HVWR��OO��TXDH�SHTXQLD�SXEOLF[D�VD]FUD�UHOLJLRVD�HLXV�PXQLFLSL�DG�VH�LQ�VXR�PDJLVWUDWX�SHUYHQHULW,�HDP�SHTXQL[D]P�PXQLFLSLR�7DUHQWLQR�VDOYD�UHFWH�HVVH�IXWXU<D>P��OO��>T]XDH�SHTXQLD�SXEOLFD�VDFUD�UHOLJLRVD�HLXV�PXQLFLSL�[DG]�TXHPTXH�HRUXP�LQ�HR�PDJLVWUDWX�SHUYHQHULW,�HDP�SHTXQLDP�PXQLFLSLR�7HUHQWLQR�VDOYDP�UHF[WH]�HVV[H�IXWX]UD[P�HL]XVTXH�UHL�UDWLRQ[H]P�UHGGLWXUXP��O��TXRGYH�


5LWRUQDQGR�DOO¶RUL]]RQWH�HSLJUD¿FR�FXPDQR��VRQR�QXPHURVH�OH�HSLJUD¿�FKH�GR-cumentano l’uso del vocabolo PXQLFLSHV�FRQJLXQWDPHQWH�DOO¶HWQLFR��IUD�HVVH54, le

[TXRL]TXH�QHJ[RWL�SXE]OLFH�LQ�P[XQLFLSL]R�GH�V(HQDWXV)�V(HQWHQWLD)�GDWXP�HULW�QHJRWLYH��OO��TXLEXV�VHQDWXV�HLXV�PXQLFLSL�FHQVXHU[L]W�VLQH�G(ROR)�P(DOR).�TXHL�GHFXULR�PXQLFLSL�7DUHQWLQHL�HVW�HULW�TXHLYH�LQ�PXQLFLSLR�7DUHQWL[QR�LQ]�VHQDWX�VHQWHQWLDP�GHL[HULW��OO��LV�LQ�DQQRV�VLQJXORV�(VHVWHUWLXP)�Q(XPPXP)�(TXLQTXH�PLOLD)�PXQLFLSLR�7DUHQWLQR�GDUH�GDPQDV�HVWR.�QHL�TXLV�LQ�RSSLGR�TXRG�HLXV�PXQLFLSL�H[U]LW�DHGL¿FLXP�GHWHJLWR�QHLYH�GHP[R-OLWR]�QHLYH�GLVWXUEDWR�«��OO��WDQWDP�SHTXQL[D]P�PXQLFLSLR�GDUH�GDPQDV�HVWR�HLXVTXH�SHTXQLDH�[TX]HL�YROHW�SHWLWL[R]�HVWR��OO��VHL�TXDV�YLDV�IRVVDV�FORYDFDV�,,,,[Y]YLU�,,YLU�DHGLOLVYH�HLXV�PXQLFLSL�FDXVVD�SXEOLFH�IDFHUH�LPPLWWHUH�FRPPXWDUH�DHGL¿FDUH�PXQLUH�YR-OHW��O��TXHL�SHTXQLDP�PXQLFLSLR�7DUHQWLQ[R]�QRQ�GHEHELW), con l’eccezione rappresen-WDWD�GDO�VXR�XVR�LQ�ULIHULPHQWR�DO�ORFXV��RVVLD�DO�WHUULWRULR�PXQLFLSDOH��O��LV�LQ�RSSLGR�7DUHQWHL�DXW�LQWUD�HLXV�PXQL[FLSL]�¿QHLV��O��HRV�¿QHLV�TXHL�HLXV�PXQLFLSL�HUXQ[W],�TXRG�HLXV�VLQH�LQLXULD�¿DW,�LG�HL�IDFHUH�OLFHWR). Inoltre nell’epistola ciceroniana (fam. 13.11.1-3, supra nt. 39) e nelle iscrizioni &,/ 12.2150 = 11.4213 = ILS 6629 = ,//53 364 = 6XSSO,W 19, p. 68 = EDR130908 del 12/09/2013 (G. Cenerini) 40-27 a.C. (A.�3RPSHLR�$.�I.�|�&OX(-VWXPLQD),�T(XDHVWRUL),�SDWURQR�|�PXQLFLSL�,QWHUDPQDW(LV)�|�1DKDUWLV,�TXRG�HLXV�|�RSHUD�XQL-YHUVXP�|�PXQLFLSLXP�H[�VXPPLV�SHUHLFXOHLV�HW�GLI¿=FXOWDWLEXV�H[SHGLWXP�|�HW�FRQVHUYDWXP�HVW,�H[�|�WHVWDPHQWR�/.�/LFLQL�7.�I.�|�VWDWXD�VWDWXWD�HVW)��&,/ 12.2202 = 5.968 = ,//53 541 = EDR118686 del 15/03/2012 (M. Chiabà) prima metà del I sec. a.C. (&.�$QQLXV�7.�I.�|�,QWH-UDPQD�|�H[�VXD�SHFXQLD�|�PXQLFLSLR�$T(XLOHLHQVL)�|�GDW)��&,/ 12.1903a = 9.5074 = ILS 5671 = ,//53 617 =EDR113985 del 20/01/2014 (F. Branchesi) 83-31 a.C. (4.�&.�3RSSDHHL�4.�I.�SDWURQ(L)�|�PXQLFLSL�HW�FRORQLDL�|�PXQLFLSLEXV,�FRORQHLV,�LQFROHLV�|�KRVSLWLEXV,�DGYHQWRULEXV�|�ODYDWLRQHP�LQ�SHUSHWXRP�GH�|�VXD�SHFXQLD�GDQW). Cfr. &,/ 12.1903b = 9.5075 = ,//53 �� ('5��GHO��)��%UDQFKHVL��D�&��,//53 666 (&.�9ROXPQLXV�&.�I.�)ODFFXV�|�4.�9ROXPQLXV�4.�I.�0DUVXV�|�,,,,YLU(L)�L(XUH)�G(LFXQGR)�|�FUXSWDP�HW�ORFXP�XEL�FUXSWD�HVW�HW�DUHDP�|�XEL�YLULGLD�VXQW�PXQLFLSLR�6LJQLQR�GH�VXD�SHT(XQLD)�GHGHU(XQW)). Inol-WUH�QHOOH�IRQWL�JLXULVSUXGHQ]LDOL��'��$OI��GLJ��D�3DXO��HSLW��$HGLOLV�LQ�PXQLFLSLR�EDOQHDV�FRQGX[HUDW,�XW�HR�DQQR�PXQLFLSHV�JUDWLDV�ODYDUHQWXU��SRVW�WUHV�PHQVHV�LQFHQGLR�IDFWR�UHVSRQGLW�SRVVH�DJL�FXP�EDOQHDWRUH�H[�FRQGXFWR,�XW�SUR�SRUWLRQH�WHPSRULV,�TXR�OD-YDWLRQHP�QRQ�SUDHVWLWLVVHW,�SHFXQLDH�FRQWULEXWLR�¿HUHW. D. 19.2.58.2 (Lab. 4 post. a Iav. HSLW��4XLGDP�LQ�PXQLFLSLR�EDOLQHXP�SUDHVWDQGXP�DQQXLV�YLJLQWL�QXPPLV�FRQGX[HUDW�HW�DG�UHIHFWLRQHP�IRUQDFLV�¿VWXODUXP�VLPLOLXPTXH�UHUXP�FHQWXP�QXPPL�XW�SUDHVWDUHQWXU�HL,�FRQYHQHUDW��FRQGXFWRU�FHQWXP�QXPPRV�SHWHEDW.�,WD�HL�GHEHUL�GLFR,�VL�LQ�HDUXP�UHUXP�UH-IHFWLRQHP�HDP�SHFXQLDP�LPSHQGL�VDWLVGDUHW��'��/DE��SRVW�D�,DY��HSLW��©8[RUL�PHDH,�GXP�FXP�¿OLR�PHR�&DSXDH�HULW,�KHUHV�PHXV�GXFHQWD�GDWRª��¿OLXV�D�PDWUH�PLJUDYLW.�6L�DPER�&DSXDH�KDELWDVVHQW,�OHJDWXP�PDWUL�GHELWX�LUL�SXWDYL,�TXDPYLV�XQD�QRQ�KDELWDV-VHQW��VLQ�DXWHP�LQ�DOLXG�PXQLFLSLXP�WUDQVLVVHQW,�XQLXV�DQQL�WDQWXPPRGR�GHELWX�LUL,�TXR�XQD�KDELWDVVHQW�TXDQWROLEHW�WHPSRUH��7UHEDWLXV�DLW. Diversamente, il termine potrebbe as-VXPHUH�IRUVH�VLJQL¿FDWR�GL�HQWH�QHOO¶LVFUL]LRQH�IXQHUDULD�FXPDQD�GL�&.�*DYLXV�*DUUD�&D-YRQLXV��('5��GHO��*��&DPRGHFD��&(DLXV)�*iYLXV�&(DL)�I(LOLXV)�|�*DUUD�&DYRQLXV,�|�DQQRUXP�;9,�SUDHW(XUDP)�|�JHVVLW,�pUHSWXV�HVW�DQQRU(XP)�|�;;,,�I~QHUH�HW�ORFR�SXEOLFH�|�H[�VHQDWX�FRQVXOWX�|�P~QLFLSuT(XH)�LXVV~�GDWXP) datato tra età augustea e quella giulio-claudia, la cui edizione è stata curata da Camodeca – Cébeillac-Gervasoni 2011, pp. 392-401. I due editori rilevano l’uso inconsueto del termine astratto preferito a municipes �VXOO¶XVR�GL�TXHVW¶XOWLPR�VXOOH�HSLJUD¿�FXPDQH��YG��QRWD�VXFFHVVLYD��3HU�OH�DWWHVWD]LRQL�negli statuti cittadini d’età imperiale, si rimanda a Orestano 1959, p. 73.54 Nel decreto decurionale del 7 d.C. (&,/ 10.3697), sull’ara di &.�,XOLXV�3ULPLJH-

112 Annarosa Gallo

altre due serie di ¿VWXODH precedentemente menzionate55.In ultima analisi, l’appartenenza dell’acqua ai Cumani espressa dalla formula UHL�SXE(OLFDH)�&XPDQR(UXP) è, seppur sottintesa, ben evidente. Il concetto di acqua come bene collettivo si riscontra, d’altra parte, con un’esplicita formulazione, nella OH[�&RORQLDH�*HQHWLYDH�,XOLDH, dove ricorre l’espressione DTXDH�SXEOLFDH56��OD�PH-desima formulazione, al singolare, segnala invece l’acqua del popolo Romano57.

QLXV d’età augustea (AE 2001, 850 = EDR100107, supra nt. 29) e sul frammento inerente ad un LQWHUUH[ del primo principato. Quest’ultimo pubblicato da Camodeca 2010b, pp. 232-234, presenta un’altra proposta d’integrazione possibile in EDR105898 dell’11/11/2010 (G. Camodeca) ([---] I(LOLR)�,X+[---]�|�[��LQWHU]UHJL�|�[H[�VHQDWXV�FRQVXOWR�PXQL]FLSXPTX[H]�|�[LXVVX]�|�[��FRQVH]QVX�RPQLX[P] | ------?), sull’esempio dell’iscrizione di *DYLXV�*DUUD�&DYRQLXV, menzionata alla nota precedente.55 Supra e nt. 7. 0XQLFLSHV è lo scioglimento per il titolo abbreviato PXQLF. e PXQLFLS., come pure ipotizzato da Camodeca 2001, p. 151. Tuttavia lo studioso in una ricerca successiva (Camodeca 2010b, p. 225) non esclude l’altro possibile scioglimento in PXQLFLSLXP, peraltro adottato da Th. Mommsen nell’indice di &,/ 10 (p. 1144).56 /H[�FRORQLDH�*HQHWLYDH�),5$�Q�� 56�Q��FDS��4XDH�DTXDH�SXEOLFDH�LQ�RSSLGR�FRORQ(LDH)�*HQ(HWLYDH)�||�DGGXFHQWXU,�,,YLU,�TXL�WXP�HUXQW,�DG�GHFXULRQHV,�|�FXP�GXDH�SDUWHV�DGHUXQW,�UHIHUWR,�SHU�TXRV�DJURV�|�DTXDP�GXFHUH�OLFHDW.�4XD�SDUV�PDLRU�GHFX-ULRQ(XP),�|�TXL�WXP�DGHUXQW,�GXFL�GHFUHYHULQW,�GXP�QH�|�SHU�LW�DHGL¿FLXP,�TXRW�QRQ�HLXV�UHL�FDXVD�IDFWXP�|�VLW,�DTXD�GXFDWXU,�SHU�HRV�DJURV�DTXDP�GXFHUH�|�L(XV)�S(RWHVWDV)TXH�HVWR,�QHYH�TXLV�IDFLWR,�TXR�PLQXV�LWD�|�DTXD�GXFDWXU. 57� �/LY��$TXDP�SXEOLFDP�RPQHP�LQ�SULYDWXP�DHGL¿FLXP�DXW�DJUXP�ÀXHQ-WHP�DGHPHUXQW�HW,�TXDH�ORFD�SXEOLFD�LQDHGL¿FDWD�LQPROLWDYH�SULYDWL�KDEHEDQW,�LQWUD�GLHV�WULJLQWD�GHPROLWL�VXQW��9DO��0D[��&.�6HUJLXV�2UDWD�SHQVLOLD�EDOLQHD�SULPXV�IDFHUH�LQVWLWXLW.�4XDH�LQSHQVD�D�OHYLEXV�LQLWLLV�FRHSWD�DG�VXVSHQVD�FDOGDH�DTXDH�WDQWXP�QRQ�DH-TXRUD�SHQHWUDYLW.�,GHP,�YLGHOLFHW�QH�JXODP�1HSWXQL�DUELWULR�VXELHFWDP�KDEHUHW,�SHFXOLDULD�VLEL�PDULD�H[FRJLWDYLW,�DHVWXDULLV�LQWHUFLSLHQGR�ÀXFWXV�SLVFLXPTXH�GLYHUVRV�JUHJHV�VHSD-UDWLP�PROLEXV�LQFOXGHQGR,�XW�QXOOD�WDP�VDHYD�WHPSHVWDV�LQFLGHULW,�TXD�QRQ�2UDWDH�PHQ-VDH�YDULHWDWH�IHUFXORUXP�DEXQGDUHQW.�$HGL¿FLLV�HWLDP�VSDWLRVLV�HW�H[FHOVLV�GHVHUWD�DG�LG�WHPSXV�RUD�/XFULQL�ODFXV�SUHVVLW,�TXR�UHFHQWLRUH�XVX�FRQFK\OLRUXP�IUXHUHWXU��XEL�GXP�VH�SXEOLFDH�DTXDH�FXSLGLXV�LPPHUJLW,�FXP�&RQVLGLR�SXEOLFDQR�LXGLFLXP�QDQFWXV�HVW.�,Q�TXR�L.�&UDVVXV�DGYHUVXV�LOOXP�FDXVDP�DJHQV�HUUDUH�DPLFXP�VXXP�&RQVLGLXP�GL[LW,�TXRG�SX-WDUHW�2UDWDP�UHPRWXP�D�ODFX�FDULWXUXP�RVWUHLV��QDPTXH�HD,�VL�LQGH�SHWHUH�QRQ�OLFXLVVHW,�LQ�WHJXOLV�UHSHUWXUXP��)URQW��DT��4XDQWR�RSHUH�DXWHP�FXUDH�IXHULW�QH�TXLV�YLRODUH�GXFWXV�DTXDPTXH�QRQ�FRQFHVVDP�GHULYDUH�DXGHUHW,�FXP�H[�PXOWLV�DGSDUHUH�SRVVHW,�WXP�HW�H[�KRF�TXRG�&LUFXV�0D[LPXV�QH�GLHEXV�TXLGHP�OXGRUXP�FLUFHQVLXP�QLVL�DHGLOLXP�DXW�FHQVRUXP�SHUPLVVX�LUULJDEDQWXU. 2 4XRG�GXUDVVH�HWLDP�SRVWTXDP�UHV�DG�FXUDWRUHV�WUDQ-VLLW�VXE�$XJXVWR�DSXG�$WHLXP�&DSLWRQHP�OHJLPXV. 3 $JUL�YHUR�TXL�DTXD�SXEOLFD�FRQWUD�OHJHP�HVVHQW�LQULJDWL�SXEOLFDEDQWXU��DT��©4XRG�4.�$HOLXV�7XEHUR�3DXOXV�)DELXV�0D[LPXV�FRQVXOHV�YHUED�IHFHUXQW�TXRVGDP�SULYDWRV�H[�ULYLV�SXEOLFLV�DTXDP�GXFHUH�TXLG�GH�DH�UH�IDFHUH�SODFHUHW,�GH�HD�UH�LWD�FHQVXHUXQW��QH�FXL�SULYDWR�DTXDH�GXFHUH�H[�ULYLV�SX-EOLFLV�OLFHUHW,�XWLTXH�RPQHV�LL�TXLEXV�DTXDH�GXFHQGDH�LXV�HVW�GDWXP�H[�FDVWHOOLV�GXFHUHQW,�DQLPDGYHUWHUHQWTXH�FXUDWRUHV�DTXDUXP�TXLEXV�ORFLV�LQWUD�H[WUD�XUEHP�DSWH�FDVWHOOD�SUL-YDWL�IDFHUH�SRVVHQW�H[�TXLEXV�DTXDP�GXFHUHQW�TXDP�H[�FDVWHOOR�FRPPXQHP�DFFHSLVVHQW�D�FXUDWRULEXV�DTXDUXP. 2 1H�FXL�HRUXP�TXLEXV�DTXD�GDUHWXU�SXEOLFD�LXV�HVW�LQWUD�TXLQ-TXDJLQWD�SHGHV�HLXV�FDVWHOOL�H[�TXR�DTXDP�GXFHUHQW�OD[LRUHP�¿VWXODP�VXELFHUH�TXDP +


L’impiego dell’acqua, in particolare, dell’DTXD�FDGXFD, ossia quella sgorgante dal-le ¿VWXODH58, costituiva una delle entrate nel bilancio cittadino, dacché le derivazio-QL�GHOOH�DFTXH�SXEEOLFKH�LQ�HGL¿FL�R�FDPSL�SULYDWL59 erano sottoposte al pagamento di un YHFWLJDO, analogamente ad altri beni della comunità60, come mostra l’editto GL�$XJXVWR�VXOO¶DFTXHGRWWR�GL�9HQDIUR�

4XDHTXH�DTXD�LQ�RSSLGXP�9HQDIUDQRUXP�LW�ÀXLW�GXFLWXU,�HDP�DTXDP�| GLVWULEXHUH�GLVFULEHUH�YHQGHQGL�FDXVD,�DXW�HL�UHL�YHFWLJDO�LQSRQHUH�FRQVWL|WXHUH,�,,YLUR�,,YLULV�SUDHIHFW(R)�SUDHIHFWLV�HLXV�FRORQLDH�H[�PDLRULV�SDUWLV�GHFXUL|RQXP�GHFUHWR,�TXRG�GHFUHWXP�LWD�IDFWXP�HULW,�FXP�LQ�GHFXULRQLEXV�QRQ�| PLQXV�TXDP�GXDH�SDUWHV�GH-FXULRQXP�DGIXHULQW,�OHJHPTXH�HL�GLFHUH�H[�| GHFUHWR�GHFXULRQXP,�TXRG�LWD�XW�VXSUD�VFULSWXP�HVW�GHFUHWXP�HULW,�LXV�SR|WHVWDWHPYH�HVVH�SODFHW.61

TXLQDULXP�+». 3 ,Q�KRF�VHQDWXV�FRQVXOWR�GLJQXP�DGQRWDWLRQH�HVW�TXRG�DTXDP�QRQ�QLVL�H[�FDVWHOOR�GXFL�SHUPLWWL,�QH�DXW�ULYL�DXW�¿VWXODH�SXEOLFDH�IUHTXHQWHU�ODFHUHQWXU. Nella tarda iscrizione &,/�� ,/6�� ,*��'HFLP(LXV)�6HFXQGLQXV�|�Y(LU)�F(ODULVVLPXV)�SURFRQV(XO)�FXUDW(RUL)�|�HW�GHIHQV(RUL)�$P¿VVHQVLXP�|�VDOXWHP.�8W�PHPLQL,�QRQ�|�UHSXUJD-UL�PRGR�DTXDH�G|XFWXP,�YHUXP�HWLDP�LQGX|FL�DTXDP�LXVVHUDP.�&RQIHV|WLP�LJLWXU�LQ�YHWH-UHV�FLVWHU|QDV�DTXD�XW�VHPSHU�FXFXU|UHUDW�LQGXFDWXU,�JUDWLD|V�DJHQWH�EHDWLWXGLQL�WHP|SRULV�HW�PRGHUDWLRQL�PH|H�+HVSHULR,�TXRG�IXQGXV,�|�TXL�DTXDP�SXEOLFDP�RFF|XSDYLW,�SXEOLFXV�QRQ�¿W.�6D|QH�[QH]�VLPLOLV�LQWHUFHSWLR�LWH|UXP�¿HUL�SRVVLW,�LQ�FLVWHUQLV�|�LSVLV�ODSLGHR�WLWXOR�SRVLWR�XQ|GH�DTXD�YHQLDW�DGVFULELWH,�X|W�QXOOD�LQYDGHQGL�SXEOLFXP�|�UHOLQTXDWXU�RFFDVLR.�0HPR|UHV�HULWLV�SHUIHFWD�KDHF�|�RPQLD�DQWH�GLHP�GHFLPX|P�NDOHQGDUXP�,DQXDULD|UXP�YRV�DG�RI¿FLXP�QXQ|WLDUH�GHEHUH.�2SWR�EHQH�|�YDOHDWLV). Cfr. 7K//�,,, Lipsiae 1900-1906, s.v. DTXD, coll. 358.58� �)URQW��DT��$SXG�DQWLTXRV�RPQLV�DTXD�LQ�XVXV�SXEOLFRV�HURJDEDWXU�HW�LWD�FDX-WXP�IXLW��«1H�TXLV�SULYDWXV�DOLDP�GXFDW�DTXDP�TXDP�TXDH�H[�ODFX�KXPXP�DFFLGLW,»�(KDHF�HQLP�VXQW�YHUED�HLXV�OHJLV),�LG�HVW�TXDH�H[�ODFX�DEXQGDYLW��HDP�QRV�FDGXFDP�YRFDPXV.��,PSHWUDQWXU�DXWHP�HW�HDH�DTXDH�TXDH�FDGXFDH�YRFDQWXU,�LG�HVW�TXDH�DXW�H[�FDVWHOOLV�DXW�H[�PDQDWLRQLEXV�¿VWXODUXP�HIÀXXQW,�TXRG�EHQH¿FLXP�D�SULQFLSLEXV�SDUFLVVLPH�WULEXL�VROLWXP. Per il commento ai due passi, v. l’edizione delle Belles Lettres curata da Grimal 1961, e quella di Del Chicca 2004, pp. 371 e ss. e 451. 59 /H[�FRORQLDH�*HQHWLYDH�),5$�Q�� 56�Q��FDS��6L�TXLV�FRORQ(XV)�DTXDP�LQ�SULYDWXP�FDGXFDP�GXFHUH�|�YROHW�LVTXH�DW�,,YLU(XP)�DGLHULW�SRVWXODELW|TXH,�XWL�DG�GHFX-ULRQ(HV)�UHIHUDW,�WXP�LV�,,YLU,�D�TXR�|�LWD�SRVWXODWXP�HULW,�DG�GHFXULRQHV,�FXP�QRQ�PLQ|QXV�;;;;�DGHUXQW,�UHIHUWR.�6L�GHFXULRQHV�P(DLRU)�S(DUV)�TXL�|�WXP�DWIXHULQW,�DTXDP�FDGXFDP�LQ�SULYDWXP�GXFL�|�FHQVXHULQW,�LWD�HD�DTXD�XWDWXU,�TXRW�VLQH�SULYD|WL�LQLXULD�¿DW,�L(XV)�SRWH-VW(DV)TXH�H(VWR)|.60 Per l’età imperiale, la gestione dell’acqua pubblica da parte delle comunità è stata analizzata da Biundo 2008, pp. 365-374. Una rassegna delle attestazioni inerenti ai YHFWL-JDOLD gravanti su beni delle comunità è in Nonnis – Ricci 1999, pp. 54-59, in particolare 57 e ss. per la documentazione sull’acqua.61 &,/ 10.4842 = ILS 5743 = ),5$ n. 67, ll. 37-45 = EDR131361 dell’11/02/2014 �*��&DPRGHFD��D�&��6XO�SXQWR�VL�YG��&XUVL��SS��)URQW��DT��(W�KDHF�LSVD�QRQ�LQ�DOLXP�XVXP�TXDP�LQ�EDOQHDUXP�DXW�IXOORQLFDUXP�GDEDWXU,�HUDWTXH�YHFWL-JDOLV�VWDWXWD�PHUFHGH�TXDH�LQ�SXEOLFXP�SHQGHUHWXU.

114 Annarosa Gallo

A riguardo, la GH�OHJH�DJUDULD ciceroniana fornisce una preziosa testimonianza menzionando il pagamento del YHFWLJDO da parte dell’oratore ai Tuscolani per l’u-so dell’DTXD�&UDEUD62. In ambito municipale, la FXUD�DTXDUXP era competenza dei magistrati locali63, e VXFFHVVLYDPHQWH�LQ�DOFXQH�FRPXQLWj�DI¿GDWD�D�XQ�FXUDWRU�DTXDH�nominato dall’RU-GR�GHFXULRQXP64. A &XPDH, la gestione dell’acqua derivata dall’acquedotto del Serino rientrava probabilmente nei compiti dei SUDHWRUHV�e dei GHFXULRQHV loca-li, sebbene l’immensa opera idraulica fosse amministrata da uno speciale FXUDWRU�DTXDH $XJXVWDH, la cui precisa sfera di competenza purtroppo ci sfugge65.

62� �&LF��OHJ��DJU��«�,PPXQLD�FRPPRGLRUH�FRQGLFLRQH�VXQW�TXDP�LOOD,�TXDH�SHQ-VLWDQW��HJR�7XVFXODQLV�SUR�DTXD�&UDEUD�YHFWLJDO�SHQGDP,�TXLD�PDQFLSLR�IXQGXP�DFFHSL��VL�D�6XOOD�PLKL�GDWXV�HVVHW,�5XOOL�OHJH�QRQ�SHQGHUHP. Cfr. Cic. fam. 16.18.3 successiva all’ottobre del 47 a.C. (GH�&UDEUD�TXLG�DJDWXU,�HWVL�QXQF�TXLGHP�HWLDP�QLPLXP�HVW�DTXDH,�WDPHQ�YHOLP�VFLUH) e Balb. 45 (VL�QRV�GH�DTXD�QRVWUD�7XVFXODQD�0.�7XJLRQHP�SRWLXV�TXDP�&.�$TXLOLXP�FRQVXOHEDPXV). L’DTXD�&UDEUD apparteneva ai 7XVFXODQL��)URQW��DT��3UD-HWHU�FDSXW�,XOLDH�WUDQVÀXLW�DTXD�TXDH�YRFDWXU�&UDEUD. 5 +DQF�$JULSSD�RPLVLW,�VHX�TXLD�LPSUREDYHUDW,�VLYH�TXLD�7XVFXODQLV�SRVVHVVRULEXV�UHOLQTXHQGDP�FUHGHEDW��KDHF�QDPTXH�HVW�TXDP�RPQHV�YLOODH�WUDFWXV�HLXV�SHU�YLFHP�LQ�GLHV�PRGXORVTXH�FHUWRV�GLVSHQVDWDP�DF-FLSLXQW. 6. 6HG,�QRQ�HDGHP�PRGHUDWLRQH,�DTXDULL�QRVWUL�SDUWHP�HLXV�VHPSHU�LQ�VXSSOHPHQ-WXP�,XOLDH�YLQGLFDYHUXQW,�QHF�XW�,XOLDP�DXJHUHQW,�TXDP�KDXULHEDQW�ODUJLHQGR�FRPSHQGL�VXL�JUDWLD. 7 ([FOXVL�HUJR�&UDEUDP�HW�WRWDP�LXVVX�LPSHUDWRULV�UHGGLGL�7XVFXODQLV,�TXL�QXQF�IRUVLWDQ�QRQ�VLQH�DGPLUDWLRQH�HDP�VXPXQW,�LJQDUL�FXL�FDXVDH�LQVROLWDP�DEXQGDQWLDP�GH-EHDQW. 63 &,/ I2.1921 = 9.5369 = ,//53 594 = 6XSSO,W. 23, p. 95 = EDR015592 del ��)��6TXDGURQL��D�&��4.(?) $WWLXV�&.�I. | [��6H]SWXPLXV�&.�I.�|�DLG(LOHV),�|�[��&D]HVRQLXV�3.�I.�|�T(XDHVWRU)�DTXDP�|�G(HFXULRQXP)�G(HFUHWR)�|�FXUDYHUXQW.�,//53��[-] 9DOHU[LXV - -, - - ]LXV�6H[.�).�,,,,YLU(L) | [O]DFXV,�DTX[DH�GXFWXP�"]�IDF(LHQGXP)�FRHU(DYH-UXQW).�&,/ I2.1473 = 14.3013 = ,//53 659 = EDR110711 del 04/05/2011 (D. Nonnis) 80-��D�&��4.�9LEXOHLXV�/.�I. | L.�6WDWLXV�6DO(YL) f., | GXRYLU(L), | EDOQHDV�UH¿FLXQG(DV)�|�DTXDP�SHU�SXEOLFXP�GXFHQGDP�G(H)�G(HFXULRQXP)�V(HQWHQWLD)�|�FRHUDYHUH.�&,/ I2.1797 = 9.3312 = ILS 5599 = ,//53 671 = EDR146985 del 27/01/2015 (M. Mannino) seconda metà del ,�VHF��D�&��T.�6WDWLXV�3.�I.�0DUU(---),�|�7.�$PPDXV�3.�I.�1HUYD,�|�&.�&DHGLXV�7.�I.�3DQVD,�|�DHG(LOHV)�H[�S(DJLV)�G(HFUHWR)�DTXDP�|�VDOLHQGDP�F(XUDYHUXQW��6XOO¶DPSLD�ELEOLRJUD¿D�GD�XOWLPR�5RGUtJXH]�1HLOD��%UXXQ��1DVWL�±�5HGX]]L��RYH�DOWUD�ELELOLRJUD¿D�64 /H[�FRORQLDH�*HQHWLYDH�),5$�n. 21 = RS n. 25 capp. 99-100. Il cap. 99 è riporta-WR�VXSUD�DOOD�QW��LO�FDS��LQYHFH��DOOD�QW��(GLFWXP�$XJXVWL�),5$ n. 67, ll. 37-45, supra nel testo (con riferimento anche ai prefetti quali sostituti dei duoviri). Le testimo-QLDQ]H�HSLJUD¿FKH�LQHUHQWL�DL�FXUDWRUHV�DTXDH municipali sono in Corbier 1983, pp. 719-756, in particolare pp. 728-733. 65 A Cuma è attestato il più antico FXUDWRU�DTXDH�$XJXVWDH��$(�� ('5��GHOO¶��*��&DPRGHFD��+DXVWXV�DGDSHUW(XV)�|�SHUP[L]V(VX)�DF�[FX]U(D?) '(HFLPL)�6DW[UL]�5D[J]R=QLDQL�FXUDWRULV�DTXDH�|�$XJXVWDH�,,,�.(DOHQGDV)�,DQXDULDV�|�,XQLR�%ODHVLR�6HU(YLR)�/HQ[WXOR�FRQ(Q)V(XOLEXV)] del 31 dicembre del 10 d.C., su cui Ca-modeca 1997, p. 197. Cfr. pure Corbier 1983, p. 731 e ss.


3 La conservazione della «¿VWXOD» a San Marino

,O�SRVVHVVR�GHO�UHSHUWR�SHUWLQHQWH�D�XQ�FRQWHVWR�JHRJUD¿FR�H�VWRULFR�HVWUDQHR�DOO¶DW-tuale luogo di conservazione si spiega con le vicende di acquisizione dell’oggetto in seno al patrimonio pubblico sanmarinese.La ¿VWXOD è parte di una donazione eterogenea offerta in più lotti dal dottor Carlo de Bruc alla Repubblica di San Marino nell’arco di cinque anni, dal 1865 al 187166. In particolare l’LQVWUXPHQWXP, insieme ad altri pezzi di antichità, costituì il secondo di questi lotti donato tra il 1 aprile ed il 30 settembre 1866, secondo la datazione – fondata sui semestri di reggenza dei magistrati – riportata nel Registro dei Doni67. È tuttavia possibile circoscrivere ulteriormente il segmento cronologico all’agosto del 1866 e più precisamente tra il 2 ed il 30 del mese, periodo in cui la ¿VWXOD giun-se a San Marino. Il WHUPLQXV�SRVW�TXHP è fornito dalla lettera inviata dal de Bruc,

66 Per la composizione della donazione, vd. Simoncini 2000, p. 174. Sembra che de Bruc non fosse un collezionista di antichità, data la composizione e l’eterogeneità de-JOL�RJJHWWL�GRQDWL��DOO¶HVLJXLWj�GHL�SH]]L�DQWLFKL��VL�FRQWUDSSRQH�OD�FRQVLVWHQ]D�GL�TXHOOL�D�carattere sacro (dipinti, oggetti votivi, icone). Si ha l’impressione che egli avesse raccol-WR�L�PDWHULDOL�LQ�IXQ]LRQH�GHOOD�ORUR�GRQD]LRQH�DL�6DQPDULQHVL��DO�¿QH�GL�SRWHU�RWWHQHUH�LQ�WHPSL�UDSLGL�RQRUL¿FHQ]H�HG�LQFDULFKL��VHFRQGR�XQD�SUDWLFD�GLVFLSOLQDWD�GDOOR�6WDWXWR�FLW-WDGLQR��VXO�SXQWR�&DVDOL��SS��H��'H�%UXF�GLYHQQH��LQIDWWL��&DYDOLHUH�8I¿FLDOH�GHOO¶2UGLQH�(TXHVWUH�LO��GLFHPEUH��D�VHJXLWR�GHOOD�SULPD�GRQD]LRQH��$WWL�GHO�&RQVLJOLR�3ULQFLSH��YRO��S��FRQ�OD�VHFRQGD��LQFOXGHQWH�OD�¿VWXOD, &DYDOLHUH�8I¿FLDOH�0DJJLRUH�GHOO¶2UGLQH�LO��DJRVWR��$WWL�GHO�&RQVLJOLR�3ULQFLSH�1862-1866, vol. 7, p. 432). Fu nominato qualche mese dopo, il 27 ottobre 1866 console della Repubblica a Napoli ed ottenne il Patriziato Ereditario Sanmarinese (Atti del Consi-glio Principe 1862-1866, vol. 7, p. 438). Il 21 febbraio 1867 divenne Ispettore dei Monu-menti di Antichità della Repubblica (Carteggio della Reggenza, n. 251, 21 febbraio 1867, B. 238 De Bruc Carlo Ispettore dei Monumenti). Il 19 dicembre 1867 ottenne il grado di *UDQG¶8I¿FLDOH��$WWL�GHO�&RQVLJOLR�3ULQFLSH��YRO��S��,O��JHQQDLR��fu nominato console a Lione (Carteggio della Reggenza, n. 223, 30 gennaio 1869, B. 238 De Bruc Carlo Console Generale a Lione = Atti del Consiglio Principe 1867-1871, vol. 8, p. 200) e poi il 9 ottobre 1875 fu riconosciuto Incaricato d’affari presso il Governo della 5HSXEEOLFD�)UDQFHVH��$WWL�GHO�&RQVLJOLR�3ULQFLSH��YRO��S��¿QR�DOO¶D-prile del 1884 (Atti del Consiglio Principe 1884-1888, vol. 12, p. 38 e ss.). Nel frattempo gli era stato concesso il titolo di Conte di Busignano il 13 agosto 1868 (Atti del Consiglio Principe 1867-1871, vol. 8, p. 149), e quello di Duca di Busignano il 9 ottobre 1875 (Atti del Consiglio Principe 1872-1875, vol. 9, p. 385).67 L’«Elenco delle Opere donato alla Pubblica libreria e di qualunque altra prove-QLHQ]Dª��SL��QRWR�FRPH�³5HJLVWUR�GHL�'RQL´��FRPSLODWR�GDO��UHJLVWUD�VRWWR�OD�UXEULFD�«Omaggio di libri e altri oggetti fatto alla Pubblica Biblioteca sotto la Reggenza dei Sigg.ri Nob. Innocenzo Bonelli e Michele Vita dal 1° Aprile al 31 settembre 1866» (foglio n. 70) la donazione del Cav. Carlo De Bruch (sic!) costituita da «N. 13 pezzi in terra cotta URPDQL�WUD�FXL�XQ�EHO�VDWLUR�HG�XQD�PDVFKHUD��1��YHWUL�URPDQL�GL�GLYHUVD�IRUPD�H�JUDQ-GH]]D�GXH�GHL�TXDOL�LQ�DVWXFFL��1��)UDPPHQWR�GL�WXER�LQ�IHUUR��SRL�FRUUHWWR�LQ�SLRPER��con sopra iscrizione» (foglio n. 73). Il sistema di datazione sanmarinese eponimo si fonda sui semestri di reggenza della coppia dei Capitani Reggenti. La correttezza della forma de Bruc si evince dalla lettera autografa riferita alla nota seguente.

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da Napoli, il 30 luglio e recapitata il 2 agosto alle autorità sanmarinesi in risposta alla loro richiesta di delucidazioni sul ritardato recapito di tre casse contenenti og-getti per la Repubblica68. Il WHUPLQXV�DQWH�TXHP è invece costituito dalla delibera con la quale il Generale Consiglio Principe e Sovrano Sanmarinese aveva sancito OD�FRQFHVVLRQH�GHOOD�&URFH�GL�&DYDOLHUH�8I¿FLDOH�0DJJLRUH�GHOO¶2UGLQH�(TXHVWUH�al de Bruc in virtù del suo continuo invio di oggetti di antichità alla Repubblica69. La puntualizzazione cronologica sull’acquisizione della ¿VWXOD sembrerebbe esclu-GHUQH�LQ�SDUWH�O¶LGHQWL¿FD]LRQH�FRQ�XQR�GHL�WUH�HVHPSODUL�FHQVLWL�QHO�GHFLPR�YR-lume del &RUSXV�,QVFULSWLRQXP�/DWLQDUXP sotto il numero 371270��/H�GXH�¿VWXOH�appartenenti al canonico puteolano Giuseppe De Criscio71, e quella in possesso del collezionista Alfred Bourguignon72, furono viste e descritte rispettivamente GD�+HLQULFK�1LVVHQ�H�)ULHGULFK�YRQ�'XKQ�GXUDQWH�LO�ORUR�VRJJLRUQR�QDSROHWDQR��VH�il secondo giunse in Italia nel 1874, ben dopo la acquisizione della ¿VWXOD a San Marino nel 1866, il primo, invece, visitò la penisola tra il 1863 ed il 1867, rag-giungendo la Campania nel 1865. In questo caso non si può del tutto escludere che XQD�GHOOH�GXH�¿VWXOH�GHO�'H�&ULVFLR�IRVVH�SHUYHQXWD�DO�GH�%UXF�LQ�VHJXLWR�DO�ORUR�censimento da parte del Nissen73.Meno precisabili sono, invece, le vicende attraverso le quali il de Bruc era entrato in possesso della ¿VWXOD a Napoli. Questo medico, formatosi nelle Università di Genova e Modena, dottore in Medi-cina ed in Chirurgia dell’Università di Londra74, risiedeva a Napoli nei primi anni

68 La lettera di de Bruc è conservata presso l’Archivio di Stato, B.179 n. 230, 2 Ago-sto 1866. Sulla richiesta sanmarinese avanzata dal Segretario degli Affari Esteri, si veda il Protocollo Generale, sotto la data 25 luglio 1866. De Bruc aveva inviato a San Marino le WUH�FDVVH�GHOOH�TXDOL�VROR�GXH�JLXQVHUR�D�GHVWLQD]LRQH��XQD�FRQWHQHYD�UHSHUWL�DUFKHRORJLFL��l’altra macchine elettromagnetiche per l’Ospedale. Incerto il contenuto della terza andata smarrita.69 Seduta del 30 agosto 1866, Atti del Consiglio Principe 1862-1866, vol. 7, p. 432.70 &,/ 10.3712 D� ¿VWXODH plumblae duae. Puteolis apud can. Criscio. E� ¿VWXOD plum-bea. Neapoli in museo Bourguignon.REI • PVB • CVMANOD.�Recognovi descriptas a Nisseno.E.�Duhn descripsit.71� ��8Q�VXR�SUR¿OR�ELRJUD¿FR�q�LQ�'¶$PEURVLR�±�*LDPPLQHOOL��SS��7-13.72� �,O�EDQFKLHUH�WHGHVFR�H�OD�VXD�FROOH]LRQH�HSLJUD¿FD�VDUDQQR�WUDWWDWL�LQ�XQ�ODYRUR�GL�SURVVLPD�SXEEOLFD]LRQH�D�¿UPD�FRQJLXQWD�GHO�3URI��*��&DPRGHFD�H�GL�FKL�VFULYH��73 La scheda redatta per il CIL sotto il numero 3712 non presenta alcuna data di compilazione. Un terminus ante quem è il 1882 data di redazione della SUDHIDWLR al de-cimo volume, che induce a datare con probabilità la compilazione della scheda agli anni settanta. 74 Come indicato nel frontespizio della settima edizione del suo )RUPRODULR�HFOHW-WLFR�LWDOLDQR. Il soggiorno di studi all’estero produsse, tra l’altro, la sua partecipazione al


7UDLWp�GH�OD�3KWLVLH, insieme a Bouillaud, Chomel e Lonis, London 1860, citata nel suo volume, )RUPROH�SUHGLOHWWH�GHL�SL��GLVWLQWL�PHGLFL�DPHULFDQL�FRPSLODWH�GDO�'RWW��'H�%UXF, Napoli 1864, p. 164. Incerta la sua cittadinanza francese (sostenuta da Simoncini 2000, p. 174), poiché il ricorso al francese nella lettera citata alla nt. 67 non è dirimente a riguar-do. Diversamente la pubblicazione delle sue opere in italiano sembra postulare la sua sfe-ra di attività nella penisola, mentre quella in lingua francese sembra coincidere con il suo trasferimento in Francia per svolgere attività diplomatica per conto della Repubblica. Di seguito, l’elenco delle sue opere in ordine di pubblicazione.1) )RUPRODULR�(FOHWWLFR�,WDOLDQR�LQ�FXL�VL�ULDVVXPRQR�WXWWH�OH�IDUPDFRSHH�LWDOLDQH�HG�L�IRUPXODUL�H�FRGLFL�IUDQFHVL,�LQJOHVL,�WHGHVFKL,�DPHULFDQL,�EHOJL,�VSDJQROL,�UXVVL,�SRUWRJKH-VL,�VYHGHVL,�SUHFHGXWR�GD�QRWL]LDUL�GL�PDWHULD�PHGLFD��VHJXLWR�GD�DOFXQH�FRQVLGHUD]LRQL�VXOO¶DUWH�GHL�IRUPXODUL,�ULYHGXWR,�FRUUHWWR�HG�DPSOLDWR,�UDFFROWR�GDO�'RWWRU�'H�%UXF�&DU-OR, V HG��0LODQR��7LSRJUD¿D�%RQLRWWL�GLUHWWD�GD�)��*DUHI¿��2) *XDULJLRQH�GHOOH�XOFHUL�GHOOH�JDPEH.�3HO�'RWW.�&DY.�'H�%UXF.�(WUDGX]LRQH�GDO�IUDQFH-VH��1DSROL��6WDELOLPHQWR�7LSRJUD¿FR�GHO�6HUYLR�7XOOLR��3) *XDULJLRQH�GHOOH�8OFHUL�9DULFRVH�GHOOH�JDPEH.�3HO�'RWW.�GH�%UXF�&DY.�&DUOR, Napoli, 6WDELOLPHQWR�7LSRJUD¿FR�GHO�6HUYLR�7XOOLR��4) 7UDWWDWR�3UDWLFR�GHOOH�PDODWWLH�GHJOL�RUJDQL�JHQHUDWRUL�GHOO¶XRPR�H�GHOOD�GRQQD�FRUUH-GDWR�G¶XQ�DOER�GL�¿JXUH�HVSOLFDWLYH�SHU�'RWW.�'H�%UXF��1DSROL��6WDELOLPHQWR�7LSRJUD¿FR�del Servio Tullio, 1864.5) )RUPRODULR�PHGLFR�LWDOLDQR.6) )RUPROH�SUHGLOHWWH�GHL�SL��GLVWLQWL�PHGLFL�DPHULFDQL�FRPSLODWH�GDO�'RWW.�&DY.�'H�%UXF, 1DSROL��6WDELOLPHQWR�7LSRJUD¿FR�GHO�6HUYLR�7XOOLR��7) $OORSDWLD�RPHRSDWLD�HG�HFOHWWLVPR�R�SHUFKp�LR�VRQR�HFOHWWLFR�LQ�PHGLFLQD.�3HO�'RWW.�'H�%UXF�&DY.�&DUOR��1DSROL��6WDELOLPHQWR�7LSRJUD¿FR�GHO�6HUYLR�7XOOLR��8) 1XRYL�VWXGLL�VXOOD�YLVLRQH.�3HO�'RWWRU�&DY.�'H�%UXF��1DSROL��6WDELOLPHQWR�7LSRJUD¿FR�del Servio Tullio, 1864.9) &RQVLGHUD]LRQL�¿VLFR�FKLPLFKH�VXOO¶DVVRUELPHQWR�GHL�PHGLFDPHQWL�PLQHUDOL, Napoli, 6WDELOLPHQWR�7LSRJUD¿FR�GHO�6HUYLR�7XOOLR��10) 6DJJLR�VXOOD�LGURIRELD�H�VXD�LQIDOOLELOH�JXDULJLRQH��1DSROL��6WDELOLPHQWR�7LSRJUD¿FR�del Servio Tullio, 1864.11) 6DSHU�PDQJLDUH.�/H]LRQH�GL�LJLHQH.�3HO�'RWWRU�&DY.�'H�%UXF, Napoli, Stabilimento Ti-SRJUD¿FR�GHO�6HUYLR�7XOOLR��12) 7UDWWDWR�GHOO¶HOHWWUR�JDOYDQLVPR�DSSOLFDWR�DOOD�PHGLFLQD��VHJXLWR�GD�XQ�FHQQR�VXOO¶DS-SOLFD]LRQH�GHL�PHWRGL�JDOYDQR�FKLPLFR�H�JDOYDQR�FDXVWLFR��H�GD�XQD�PHPRULD�VXOOD�FXUD�GHOO¶LGURIRELD��1DSROL��6WDELOLPHQWR�7LSRJUD¿FR�GHO�6HUYLR�7XOOLR��13) )RUPXODLUH�PpGLFDO�GHV�IDPLOOHV,�SDU�&.�GH�%UXF,�FRPWH�GH�%XVLJQDQR, Paris, A. De-lahaye, 1869.14) eWXGHV�QRXYHOOHV�VXU�OH�PRGH�G¶DFWLRQ�GHV�HDX[�PLQpUDOHV�HW�QRWDPPHQW�GHV�HDX[�GH�%DJQqUHV�GH�/XFKRQ,�DYHF�REVHUYDWLRQV�GH�JXpULVRQ,�SDU�OH�'U.�FRPPDQGHXU�GH�%UXF,�FRPWH�GH�%XVLJQDQR, Paris, A. Delahaye, 1870.15) )RUPXODLUH�PpGLFDO�GHV�IDPLOOHV�SDU�&.�GH�%UXF, II éd., Paris, A. Delahaye, 1872.16) *XpULVRQ�GX�FDQFHU�VDQV�RSpUDWLRQ�FKLUXUJLFDOH��GpFRXYHUWH�G¶XQ�WUDLWHPHQW�VSpFL¿TXH, Toulouse, Imprimerie Pradel, 1874.17) 5HFXHLO�GH�EURFKXUHV�UHODWLYHV�j�OD�JXpULVRQ�GX�FDQFHU�HW�GHV�PDODGLHV�GLWHV�LQFXUDEOHV�SDU�OD�PHWKRG�GX�FRPWH�GH�%UXF, s.l., 1874-1892.18) 6LPSOH�5pSRQVH�GX�'U�&WH�GH�%UXF�j�0.�%ODQF,�GRFWHXU�j�2UWKH], Angers, impr. de P. Lachèse, Belleuvre et Dolbeau 1874.

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sessanta dell’80075, dove aveva una propria clinica medica specializzata nelle cure con l’elettrogalvanismo per le quali era piuttosto noto, grazie anche alla proget-tazione di un apposito apparecchio76. All’esercizio dell’attività medica potrebbe ricondursi il possesso della ¿VWXOD, se fosse stato omaggio di un qualche suo assi-stito. D’altra parte, egli avrebbe potuto acquistarla presso un antiquario napoleta-no, in vista dell’invio di un nuovo lotto di oggetti per San Marino. La ¿VWXOD sanmarinese parrebbe dunque rappresentare un’ulteriore testimonianza della serie UHL�SXE(OLFDH)�&XPDQR(UXP) rispetto agli esemplari noti al Mommsen ed ai suoi collaboratori, ed è, ad oggi, l’unico pezzo non disperso77.

Annarosa Gallo [email protected]

19) 'HX[LqPH�5pSRQVH�GX�'U�&WH�GH�%UXF�DX�OLEHOOH�GLIIDPDWRLUH�GH�0.�%ODQF,�PpGHFLQ�j�2UWKH],��H�pGLWLRQ, Lyon, impr. de Schneider frères, 1874.20) 6DLQW�0DULQ,�VHV�LQVWLWXWLRQV,�VRQ�KLVWRLUH,�SDU�OH�FRPWH�&.�GH�%UXF, Paris, Dentu, 1876.21) /D�)UDQFH�HW�VD�SROLWLTXH�pWUDQJqUH�(��),�SDU�OH�&WH�&KDUOHV�GH�%UXF,�GXF�GH�%XVLJQDQR, Paris, Dentu, 1879.75 Il )RUPRODULR�HFOHWWLFR�LWDOLDQR del 1863 era vendibile presso l’Autore, Strada di Chiaja 171, mentre il 7UDWWDWR�SUDWLFR�GHOOH�PDODWWLH�GHJOL�RUJDQL�JHQHUDWRUL del 1864 sempre presso l’Autore, ma all’indirizzo di Largo Spirito Santo a Toledo 16. Da stabili-re se il differente indirizzo attesti un cambiamento di residenza oppure se indichi l’uno il domicilio privato, l’altro quello della clinica.76 Almeno da quanto si ricava dalle informazioni contenute nei suoi trattati.77 Le ¿VWXODH�'H�&ULVFLR�QRQ�IDQQR�SDUWH�GHOOD�FROOH]LRQH�HSLJUD¿FD�GHO�FDQRQLFR�acquistata nel 1901, per il tramite W. Dennison, dal Kelsey Museum di Ann Arbor, dove q�WXWWRUD�FRQVHUYDWD��HYLGHQWHPHQWH�HUDQR�VWDWH�JLj�YHQGXWH�GDO�UHOLJLRVR�SXWHRODQR��6XOOH�vicende dell’acquisto vd. ora Tuck 2005, p. 4 e ss. Quella Bourguignon non era stata in-clusa nel lotto in vendita presso la casa d’asta Drouot tra il 18 ed il 20 marzo 1901, né in quello in vendita sempre presso Drouot tra l’11 ed il 14 maggio 1903, forse in considera-zione dello scarso valore economico, a meno di ritenere che fosse stata alienata preceden-WHPHQWH�DOOD�SULPD�YHQGLWD��FIU��9HQWH�GX��DX��0DUV�� cit., III-87 e Pl. X., e VHQWH�GX��DX��PDL��&ROOHFWLRQ�G¶DQWLTXLWpV�JUHFTXHV��URPDLQHV��3UL[�GX�FDWDORJXH�LO-OXVWUp��SODQFKHV�HW��YLJQHWWHV��DYDQW�OD�YHQWH, Paris 1903, pp. 1-93, pl. XII. Dal con-fronto dei due cataloghi, si evince che i pezzi invenduti nel 1901 non furono nuovamente messi all’asta nel 1903.

5LIHULPHQWL�ELEOLRJUDÀFL

Andermahr 1998 A. Andermahr, Totius in praediis. 6HQDWRULVFKHU�*UXQGEHVLW]�LQ�,WDOLHQ�LQ�GHU�)U�KHQ�XQG�+RKHQ�.DLVHU]HLW, Bonn 1998.


Biundo 2008 R. Biundo, $TXD�SXEOLFD��SURSULHWp HW�JHVWLRQ�GH�O¶HDX�GDQV�O¶HFRQRPLH�GHOOH�FLWHV�GH�O¶HPSLUH, in C. Berrendonner - M. Cébeillac-Gervasoni - L. Lamoine (éds.), /H�TXRWL-GLHQ�PXQLFLSDO�GDQV�O¶2FFLGHQW�URPDLQ, Clermont-Ferrand 2008, pp. 365-377.

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