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Conservatorio Santa Cecilia
Esame di Elettroacustica I
STEREO PAIRS
Author:Giuseppe Silvi
Supervisor:Pietro Schiavoni
Stereo Pairs
Giuseppe Silvi
27 luglio 2009
... esse possono, e molto spesso devono,essere considerate come il punto di par-tenza per l’installazione di un set-up diregistrazione1.
1 inRelazione
Scegliere quale configurazione e tecnica mi-crofonica utilizzare per uno specifico mo-mento è un pò immaginare cosa ascoltare,prefigurarsi lo scenario, il “campo visivo”.Una fusione di intuito, vista e consapevo-lezza di ciò che l’apparato uditivo, e il luo-go che lo accoglie, fanno durante l’eventosonoro. La conoscenza, quindi, di come leinformazioni direzionali sono percepite dalsistema uditivo umano è alla base delle tec-niche stereofoniche di microfonazione. L’an-golazione e la potenza di un suono in arri-vo all’orecchio, danno all’ascoltatore le in-formazioni necessarie per capirne la prove-nienza. Ma non è importante solo capirese un suono proviene da destra o sinistra,ma anche la sua distribuzione all’interno delpanorama sonoro è di notevole importanza.
Poter confrontare più coppie stereofo-niche sullo stesso materiale è stata unaoccasione preziosissima, sul palco duran-te l’istallazione quanto in regia durante laregistrazione e i successivi ascolti.
Le configurazioni a disposizione sono sta-te divise in due gruppi. L’ascolto compara-
1Pietro Schiavoni
tivo permette di passare da un materialeall’altro per apprezzarne le di$erenze, marichiede un sistema in grado di riprodur-re più tracce stereofoniche contemporanea-mente, per esempio un sequencer, ma ancheun semplice e versatile DVD (come dice luistesso! e come vedremo in conclusione).
2 Configurazioni Analizzate
AB – Appartenente alla categoria dellecoppie spaziate, consiste in due micro-foni omni-direzionali montati paralle-li tra loro in direzione dell’oggetto so-noro. Questa configurazione restituisceun ottimo rapporto tra suono direttoe riverberato, è quindi particolarmen-te adatta in ambienti in cui la river-berazione naturale è equilibrata. Inol-tre garantisce un’ottima risposta allebasse frequenze. Data la distanza tra idue microfoni la stereofonia è in fun-zione delle di$erenze di tempo con cuiil suono colpisce le capsule. Ciò signifi-ca che i segnali dei due microfoni pos-sono avere incongruenze di fase che sitraducono in una scarsa compatibilitàmono.
La distanza tra i due microfoni dipen-de dall’apertura angolare del fronte daregistrare e dalla distanza dall’oggetto.
Nella nostra situazione, con capsulespaziate di 50 cm, si è rivelata un’ot-
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Stereo Pairs Giuseppe Silvi
tima configurazione, sia in relazione alcomplesso timbrico (orchestra) sia allabuona acustica o$erta dalla sala.
Blumlein – È la più prestigiosa configura-zione appartenente alla categoria del-le coppie coincidenti. I due microfo-ni hanno polarità a figura-8 angola-ta di 90�. La resa, come per tutte lecoppie coincidenti, è molto buona perquanto riguarda la compatibilità mo-no e la stabilità angolare. La figura-8permette inoltre di riprendere il suo-no proveniente dal fronte (oggetto so-noro) e dal retro (ambiente) in unequilibrio molto naturale delle compo-nenti. È una delle configurazioni piùprecise ed equilibrate, con un’ottimalocalizzazione.
Head – È un sistema particolare, non ap-partenente a nessuna delle altre fami-glie elencate. La registrazione ottenu-ta è binaurale, adatta ad un ascoltoin cu%a, dove i segnali registrati dal-le singole capsule restano separati fino
alle rispettive orecchie. Un ascolto at-traverso altoparlanti di questo tipo diregistrazione può essere e$ettuato eli-minando l’e$etto cross-talk, ma non èuna situazione ottimale di lavoro.
90� Coincident – Appartenente anch’es-sa alla categoria delle coppie coinciden-ti (conosciute anche come XY ) la con-figurazione a 90� utilizza due microfonia diagramma polare cardioide. La coin-cidenza delle capsule dà molti vantaggiin termini di mono-compatibilità, as-senza di comb filtering e stabilità an-golare, a discapito di una scarsa aper-tura, uno scarso rendimento alle bassefrequenze e una rappresentazione me-no e%cace dello spazio e del riverberoambientale, soprattutto se paragonatoal sistema AB.
Decca Tree – Questa configurazione purdisponendo di tre microfoni si può con-siderare un’elaborazione proveniente,delle coppie spaziate. Il risultato dei tre
Figura 1: Prima sessione
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Stereo Pairs Giuseppe Silvi
Figura 2: Diagramma fornito da DPA per de-terminare la distanza tra i due microfoni om-ni in configurazione AB. Esempio: l’angolo diripresa è di ±70�. La riproduzione avverrà a±30� (ovvero di�erenza di tempo approssima-tiva 1.1 ms). Il punto di intersezione è eviden-ziato (•): quindi lo spazio tra i due microfonideve essere di 40 cm.
microfoni è comunque un segnale ste-reo, quindi può essere confrontato congli altri. Di complicata installazione,una volta messo a punto è in assolutoil più incredibile sistema di ripresa ste-reofonica provato. Può essere utilizzatocon tre microfoni omni (come nel no-stro caso) o cardioide. I microfoni omnigarantiscono una resa più omogenea efedele alla basse frequenze.
ORTF – Della categoria delle coppiequasi-coincidenti, l’ORTF combinauna buona rappresentazione dell’am-biente e una buona ricostruzione del-l’immagine sonora. Le capsule (di tipocardioide) sono angolate di 110� e spa-ziate tra loro di 17cm (a simulare la di-stanza delle orecchie). Anche in questaconfigurazione, a causa del diagrammapolare direzionale, si avverte un calo
di prestazioni sulle basse frequenze alunghe distanze, ma la configurazionenel complesso è tra le più e%caci edequilibrate.
MS – Configurazione particolare che som-ma due microfoni con diagrammi pola-ri diversi tra loro: uno cardioide o iper-cardioide sovrapposto ad uno figura-8.Il microfono cardioide (o iper. . . ) vadiretto verso la sorgente sonora men-tre il figura-8 perpendicolare ad essa,con il punto di totale annullamento indirezione della sorgente. È un sistemamodulabile che permette di interveniresul panorama sonoro anche a registra-zione e$ettuata, ma obbliga ad avereuna matrice di codifica in ascolto.
3 Metodologia
La registrazione è avvenuta Mercoledì 15Aprile presso la Sala Accademica del Con-servatorio S. Cecilia di Roma, durante leprove dell’Orchestra del Conservatorio.
Nella prima sessione di registrazione sonostate installate le configurazioni: AB, Blum-lein, Head e 90� Coincident. Nella seconda:Decca tree, ORTF e MS.
Le comparazioni sono state e$ettuatenell’aula di Musica Elettronica dove è avve-nuta anche la registrazione. Gli ascolti sonostati e$ettuati con monitor Genelec 1030Ain configurazione Stereo ±30� e cu%a Sony.
4 Parametri di valutazione dellaripresa stereofonica
Una ripresa stereofonica può essere valutatasotto diversi aspetti, ognuno dei quali costi-tuisce un parametro d’ascolto. Esaminiamopiù in dettaglio questi parametri.
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Stereo Pairs Giuseppe Silvi
4.1 Localizzazione
È la capacità della ripresa di riprodurre laposizione degli strumenti nello spazio oriz-zontale (da sinistra a destra) che si avviciniil più possibile a quella originaria.
4.1.1 Session One
AB – Localizzazione molto buona, con unaleggera distorsione angolare nelle zoneintermedie, tra gli estremi ed il centro.
Blumlein – Ottima Localizzazione, linea-re in tutte le angolazioni estreme eintermedie.
Head – Localizzazione con fenomeni di di-storsione angolare molto pronunciati egrande carenza al centro a causa dellaforte tendenza a separare l’immaginesonora nei due canali.
90� Coincident – Localizzazione ristret-ta verso il centro in una riproduzionemeno ampia della realtà.
4.1.2 Session Two
Decca Tree – Ottima localizzazione, sen-za zone dubbie o distorsioni angolari2.
ORTF – Buona localizzazione. Si avverteun leggero restringimento agli estremidel campo sonoro.
MS – Localizzazione buona ma con dei pic-coli vuoti nelle zone centro-intermediecon tendenza a separare il “campo visi-vo”. La modulabilità dell’apertura ste-reofonica, agendo sul bilanciamento traMid e Side, può però attenuare questodifetto.
4.2 Definizione timbrica
È dovuta in gran parte alla capacità di ri-produrre la gamma originaria di frequenzesenza coloriture e senza perdite.
2Per convenzione, nella fase di mix delle tre sor-genti microfoniche, è stato abbassato di 3dB il solocanale centrale
Figura 3: Seconda sessione
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4.2.1 Session One
AB – Ottima la definizione timbrica, pre-sente e lineare (questa è una caratte-ristica molto importante dei microfoniomni).
Blumlein – Buona. Abbastanza fedele esenza coloriture. Meno presente suibassi della configurazione AB.
Head – Disastrosa. Timbro aspro e congravi carenze nei bassi e negli acuti.Sembra quasi che i microfoni siano nelnaso piuttosto che nelle orecchie.
90� Coincident – Timbrica accettabile,anche se non completa e uniforme.
4.2.2 Session Two
Decca Tree – Incredibile. Timbrica com-pleta e assolutamente piena per tuttol’organico orchestrale.
ORTF – Molto buona, quasi al livello dellaconfigurazione AB.
MS – Compromesso accettabile dato dal-l’insieme dei due diagrammi polaridi$erenti.
4.3 Profondità
È la possibilità di distinguere, all’inter-no del gruppo orchestrale, di$erenti pianisonori, come nell’ascolto dal vivo.
4.3.1 Session One
AB – Molto buona. Si percepiscono tut-ti gli strumenti al loro posto e si haun buon rapporto spaziale tra soggettivicini e lontani.
Figura 4: Seconda sessione (vista laterale)
Blumlein – Buona anche se alla completaprecisione angolare non vi è una perfet-ta corrispondenza perpendicolare deipiani orchestrali.
Head – Non pervenuta. la percezione“separata” del segnale appiattisce ilpanorama ad un unico livello diprofondità.
90� Coincident – Su%ciente. Se sommataalla non perfetta apertura angolare siha una registrazione piuttosto piatta.
4.3.2 Session Two
Decca Tree – La ra%natezza della con-figurazione arriva a coprire tutte lesfumature di profondità.
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ORTF – Accettabile. Il problema tipi-co delle capsule a diagramma cardioi-de è la perdita di informazioni sullefrequenze gravi alle lunghe distanze.
MS – Buona, sempre se si cerca di otti-mizzare il risultato “a mano”, trovandoil setting migliore in fase di codifica.
4.4 Spaziosità
La capacità di riproduzione equilibratadell’ambiente in cui si e$ettua la ripresa.
4.4.1 Session One
AB – Seconda solo alla sua evoluzione(Decca Tree), questa configurazione èquella che meglio descrive l’ambiente.
Blumlein – Molto buona. Le due metàdi figura-8 che non guardano la sor-gente sonora accolgono molto bene leinformazioni ambientali.
Head – Non ben identificabile all’internodel complesso sonoro.
90� Coincident – Non è la configu-razione migliore per accogliere an-che l’ambiente attorno alla sorgentesonora.
4.4.2 Session Two
Decca Tree – Eccellente. I tre microfoniomni-direzionali fanno un lavoro per-fetto nei confronti della sala quantodella sorgente sonora.
ORTF – Buona. In linea con le altre ca-ratteristiche, tutte ben bilanciate, traloro e nei confronti del suono.
MS – Accettabile. Per localizzazione, pro-fondità e spaziosità, è discriminante la
scelta per la capsula Mid tra cardioidee ipercardioide.
4.5 Mono-compatibilità
I due canali componenti il segnale stereofo-nico vengono sommati in un segnale mono-fonico. Questa somma può portare ad e$et-ti di cancellazione dovuti alle di$erenze difase dei due canali.
4.5.1 Session One
AB – È l’unico neo nella configurazionepiù bella tra quelle che impiegano duemicrofoni. Poca mono-compatibilità sesi sommano i segnali, ma data la re-lativa distanza tra i due microfoni,può risultare comodo utilizzare un solomicrofono/canale con buoni risultati.
Blumlein – Molto buona, come tipico del-le coppie coincidenti, ha qualche pro-blema in più rispetto alla coppia a90� con diagramma cardioide per viadell’apertura posteriore alle riflessionidella sala.
Head – Non Buona. La separazione tra icanali non favorisce nemmeno questafase.
90� Coincident – Molto buona, la piùalta mono-compatibilità tra tutte lecoppie coincidenti.
4.5.2 Session Two
Decca Tree – La teoria vorrebbe vede-re in questa configurazione problemidi mono-compatibilità per e$etto del-la distanza tra i microfoni ma, standoalla registrazione da noi e$ettuata, ilrisultato è molto buono, pieno e pulito.
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Stereo Pairs Giuseppe Silvi
Figura 5: Masters @ Work
ORTF – Buona, senza particolari proble-mi. La posizione delle capsule nondiscrimina la mono-compatibilità.
MS – Accettabile. Una buona alternati-va alla somma dei canali stereo, èl’utilizzo del solo canale Mid.
5 inConclusione
Dal basso: Head. Testa artificiale, come lasensazione di suono che propone. Non sa-prei dire se i difetti rilevati sono il fruttodi un posizionamento poco congeniale allasua struttura (in alto sul palco piuttosto chetra le poltrone) o perché ampiamente sur-classata da sistemi più precisi e fedeli. Iosono abbastanza sicuro di quello che sen-to, e sento di non sentire come lei. È statauna grande delusione. Credevo più compe-titiva anche la coppia XY a 90�. È in as-soluto quella che conoscevo meglio, per viadegli innumerevoli applicativi commerciali,ma al termine della prova comparativa glirimane il solo punto a favore della mono-
compatibilità. Certo, nell’epoca del 5.1, deiSACD, a mio avviso è un requisito poco in-dispensabile. Poi l’MS. Si ha bisogno di unsistema di codifica per ascoltarla e questone complica l’utilizzo. La possibilità di uti-lizzare il canale Mid per il mono a prescin-dere dalla configurazione stereofonica l’haresa ottima per utilizzi cinematografici, maa mio avviso poco comoda per un impiegomusicale.
Ora trattiamo le configurazioni che se-condo me cambiano veramente l’approccioalla registrazione stereofonica. L’ORTF èstata molto convincente. Buona in tutte leprospettive. Non raggiunge la bella pastasonora della coppia AB, che è la mia preferi-ta tra quelle a due microfoni. L’AB, seppurtecnicamente inferiore alla Blumlein per lo-calizzazione, ha un risultato sonoro impres-sionante. La Blumlein è precisa. Ma la regi-na indiscussa delle configurazioni provate èla Decca Tree. Suono perfetto, immerso nelluogo, che ti immerge nel suono.
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Stereo Pairs Giuseppe Silvi
Figura 6: Applicazione realizzata con Max5
6 DVD
Per avere modo di ascoltare le sessioni regi-strate al di fuori di workstation audio dedi-cate è stato creato un DVD (video). L’ascol-to comparativo è una fase importantissima,sia tra diversi materiali sullo stesso impian-
to d’ascoto che su diversi impianti. Si svela-no così problemi e segreti delle registrazioniche altrimenti sarebbero rimaste nascoste.Per permettere di selezionare le tracce de-siderate durante la visione del DVD è statautilizzata la possibilità di cambiare lingua.In fase di authoring è stata assegnata unalingua a ogni traccia registrata e, passandoda una lingua all’altra non si fa altro chepassare da una coppia all’altra.
7 Max5 – StereoPairs.app
Sono state create anche due piccole applica-zioni3 con Max5 per permettere, in manie-ra interattiva, di confrontare e capire le ca-ratteristiche delle coppie stereofoniche. So-no semplici player delle registrazioni coni dovuti controlli per saltare da una cop-pia ad un’altra o farle scorrere in manieraautomatica.
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3Disponibili solo per MacOS X.
Figura 7: Tabella comparativa
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