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&ù, ^À. NOTIZIARIO ll { I orr-coNSIGLro LJ I I DELL'ORDINE |l_I, l. ' DEGLI AWOCATI n Lf- -Z nr RoMA - ---r- GINNAIO 7 FTBBRAIO ANNO 2005 E".N TO: P O STA L E A RT.2 662/96 ' rtLtALt DÌ ROt A

L. AMBROSINI, “Fulvio Maroi e l’archeologia”, in Foro Romano, gennaio-febbraio 2005, pp. 139-145

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&ù, ^À. NOTIZIARIOl l { I orr-coNSIGLroLJ I I DELL'ORDINE|l_I, l. ' DEGLI AWOCATIn Lf- -Z nr RoMA- ---r-

GINNAIO7 FTBBRAIO

ANNO 2005

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Na" abbílttuo sesretíAPPUNT,{MENIO SEMMINATE COI LETIORÌ DEL qUONDIANO

CoMMrssror{rReldzia"e i, tuateia di pabÒtìkia 4 'P6e ll,lla SturaFrìne applìazùni situns]tuddzidli d2l D.l8t. 5/2403

srlP/oeva Sa.ierdào

IL No$Ro MoNDoU"d ledlìzazione che sntffia iftPasibík:

itca a dei dlfersoi di lffi'ìaPíro Sahdt í la {ìflIa ld uttedra di diriîto pta1seah

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GENNAIO

FEBBRAIO

A.ùN0 20{}i

FORO ROMANOANNO Ll'I

Dir€ttore R€sponsabile

Sesretario di Redazione

Vía Arylo Olíaíeîì, 8200122 Rond

RedazioneCùnistio dzU'OtdhedNslì Awocati dì Roru

Palazzo di Giustizìa

00193 Rona

R€gistruione plessoil Tribunal€ di Roman. 1866 del l '11.12. i950

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nL NósTteO MOIdDO

lasciato in eredità da Maroi di cui tratta Francesco Santoro ?assarelli. nel comme-morarne la figura al momeÍto della scomparsa. Il contrasto tra le mentalità diquesti due giuristi non poteva essere piir netto: tanto ricco di umanità e immersonell'inviiuppo dei valori, delie idealità, delle istanze socìali il prìmo, quantogeometrico, astratto e neutro il secondo. Eppurel' ùunanitas dìMaroi tocca anche5,mroro. rhe parla del Collega con accent commo.si.

A qÌresto viatico, cheabbiamo raccolto, e di cui facciamo tesoro, vorreiapporeun serto. Dicevo prima che il mondo del diritto edificato da Maroi è un mondopieno di colori. Proprio nel saggio giovanile di cuiho pa{lato sì trova una splendidacitazione di Goethe. ?otrebbe, forse, aver accompagnato la sua vita di stùdioso,di awocato, di cittadino. Essa rccita: "Ogni teoria è grigia, solo la vita è verde".

FTJLI'IO MAROI E L'ARCIIEOLOGIA'

In questa celebrazione mi è stato afhdato il gradito compito dì parlare diFulvioMaroiìe l'archeologia. Qranto fosse perlui importante lo studio delle antichità èriassunto inunasua frase "anche la scienza delpiùremoto passato... dàmano, comefattore vivo e fecondo, all'opera del presente". Io appartengo ad una generazioIrechenonha avuto l'opportunìtà dì conoscere direttamente Fulvio Maroi, ma che daisuoi scrittiha conosciuto lapassione di questo grafide studioso perl'antico. La suapassione spazia dallo contatto diretto con il teffitorio etrusco alla raccolta di repertiarcheologìci, dalla muniflcenzanel sostenere opere di esplorazione archeologica aldesiderio di approfondire la conoscenza personale di grandi archeologi del tempocome Ludwig Cutius, che conobbe in casa di Betti il 17 novembre 1952r; ma piirdi ogni altracosa, mi sembra, che Fulvio Maroi abbia cercato nell'antico la culla dìquel diritto privato che è stato il suo campo prediletto di indagine.

ln apertura mipìace ricordare ciò che alcuni insigni studìosihanno giàesprcssoriguardo l'amore di Fulvio Maroi per l'antico. Come già Biagio Pace ebbe modo didire, l'amore di Fulvio Maroi per I'antico non è un diversìvo o un dil€tto, ma uneìemento della sua concretezza umana di scienziatoa. Nel ricordare Fulvio Maroinon sì può non pone 1'accento sulla sue qualità di profondo umanista, nel sensopiir ampio del termine. La tendenza ad allargare ed ad ambientare le sue ricerchein panorami piìr vasti lo ha condotto a cercarvi contdbuti dalla archeologia e dallapapirologia. Fulvio Maroi era, come disse Rosario Nicolò "continuamente cÌuiosodel nuovo, ed attento indagatore delle sue radici nell'antico"5 . Secondo ilBetti, inFulvio Maroi "L'umanesimo si palesa anzitutto nella vastità de' suoi interessi

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NL NÌOSIRE] }"{ONDL)

intellettuali, che spaziano dai papiri alle epigrafi, dalla interpretazione archeologicaa quella tecnicogiuridica di fonti letterarie..."6. Nella commemorazione tenutacinquant'anni fa il Prol Eugenio Morelli ebbe modo di dire: "Per Maroì la PatriaItaliana e la sua civiltàiniziavada Roma daigrandi Maestrigrecie ancorpìir lontanodagli etruschi che egli tanto amò da diventare taccoglitore di numetosi pezzi, finoa crearne un museo di notevole valore"7,

Se ripercorriamo le tappe della vita di Fulvio Maroi, ci accorgiamo che questoamore per 1'antico si manifesta in lui molto presto: a soli diciassette anni, nel 1908,scrive l'articolo "Il vino e la vite nei classici greci elatiri", r'el Giomale di Viticohurae di Enokgiì, della sna città natale, Avellino, nelquale analizza le fonti antiche daOmero, ad Esiodo in poi prendendo in esame anche le forme del vasellamedestinato alconsumo delvino epassando poi in rassegna tuttì ivinìnoti dalle fonti(Plinio, Orazio, Varone, Marziale ecc..).

Nell'articolo "II diritto agrario romano nell'arte figurativa"'del 1943 e nell'ar_tìcolo "Origini e svìluppo del diritto agrario italiano"ro del 1953 F. Maroi spaziadalle incisioni rupestri della Valcarnonica alle urne cinerarie viilanovìane a formadi capanna, interpretate come simbolo dellaproprietàindivìduale terriera, alle urnecinerarìe di età ellenistica con l'ero€ con l'aratro alla situla della Certosa, all'aratrovotivo diTelamone, all'antore diArezzo, simbolo del libero agricoltorc che coltivail suo campoll, alla navicella sarda dalla Tomba del Duce di Vetulonia con buoi,capre, pecore e spighe, definita il quadro piir plastico e vivo delle scorte diun'azienda rurale. La conclusione cui giunge è che i Romani ereditarono dagliEtruschi "l'idea della per€nnità del podere". Prova del concetto di una proprietàindividuaie del fondo con carattere di assoluta indipendenza e sovranitàL nel suochìuso ed intangibile recinto, già sviluppato dagli Etruschi sarebbe per Maroì laprofezia della NinfaVegoiar'?. Come è noto alla ninfa Vegoia, si assegn avano t LibriFalgurali e gli scritti di agrimensùra contenuti nei Libri Ritudli etruschi. Latradizione etrusco-romana tende ad attribuire a qùeste opere ún'orì8ine antichis-sima eveneranda.ln sostanza si cÍedeva in una loro ispirazione divina, facendonerisalire l'origine ad una specie di primordiale "rivelazione" che si identificava conle origini stesse della civiltà etrusca. ll frammento ditesto tramandato dai Gromaticilatinirr con l'insegnarnetto della lasa Veca (latinizzata ìn ntnfa Vegoia o Begoe)all'aruspice Anrnte Veltimno (Amth Veltínfi4 un etrusco presumibilmente diChiusi o di Perugia)haun carattere del tutto padicolare, profeticoed insieme etico-giuridico. Si parla di punizionì per appropriazioni di terre altrui mediante lospostamento dei segnali di confine, da parte di servio anche con l'acqui€scenza deiloro padroni: punizioni consistenti nell'insorter€ di morbi e in catastrofr naturali,mìnacciate verso la fìne dell'Vlll s€colo (natufalmente etrusco, che secondoattendibili computi di altre fonti sarebbe da collocare nell'anno 88 a.C.). Il passo

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lLll- NOSll(Cl fvtOSJDel

tetnìna con" Disciplinam pone in coràe t o" (mettinel tuo cuore ladisciplina).I librideìla ninfa Vegoia sarebbero stati conservati, per ordine di Augusto, nel tempio diApollo Palatìno insieme ai Libri dei Marcì e ai Liúi Siúillini, con i quali furonoaccomunati quando Siliconebruciò i testi pagani. Si sùppone che lo scritto sia statoispirato in età sillana da ambienti conseÍatori €truschì di fronte al pericolo diriforme agrarie e di sor,wertimenti socialira. Dellaprofezia della ninfa Vegoia FulvioMaroi tratta in numerosi articoli: ne "Il diritto agrario neli€ epigrafi romane" del193815, ne "Il diritto agrario nelle fonti letterarie"rÉ del 1943, ne "ll vincolocontrattuale nella tradizione e nel costume ooDolare" del 194917 e nel "ll dirittocome base delL \onvivenza- del lq52rs. La que'r ione del dir irro agrario venneindagata da Fulvio Maroi anche per quanto riguarda l'aspetto militare, non solo sulsuolo italico ma anche nelle prcvince: nell'articolo "Fattorie agricolo-militari aiconfini dell'impero romano"le egli esamina infatti l'attività dei soldati-coloniromani sulla iineadel izrr dell'Impero e l'organizzazione delle terre loro concesse,menhe nell'articolo "Il diritto agrario nell'Egitto romano"'zo del 1943, parla dellatba rrborgiana,lnpapiro conservato al Museo di Napoli, databile al 192-193 d..C.che contiene una lista di lavoratori adibiti ad opere di agricoltura e ail'escavazionedei canali di irrigazione in un vìllaggio dell'Arsinoiie.

Da appassionato di archeologia, Maroi riconosceva anche nelle rafiguÌazionipresenti sui vasi dei riflessì di diritto: nell'articolo "Rif'lessi di dirìtto nelle articlassiche figurative"'zL affermava che i vasi greci "sono anche documenti giuridicidelpiù altovalore, di unvalore umano profondo, poiché ci rendonopalese e quasitangibile l'af6nità che, nella vita del diritto, per quanto ha attinenza a simboli,istituzioni, costumanze, strìnge fra di loro ie generazioni che pur si succedonosenza conoscersi. . . oppure la condizione della donna nel matrimonio". Fa poil'esempio del noto sarcofago degli Sposi conservato al Museo di Villa Giulia chesecondo Maroi "ci attesta che la moglie godeva, nella famìglia etrusca, condiziorripari a quelle del marito, ìndipendenza che doveva riuscire urtante agli antichiscrittori se tanta maldicenza espressero a riguardo delle dorne eí!sche".

?er quanto riguarda glì scritti giuridici del Maroi occore ricordare anche unoscrìtto giovanile su "L'iscrizione arcaica di Mantinea",?, nel quale tratta dell'iscri-zione del V sec. a.C. incisa sulle mura deltempio di Athena Alea inerente un grayedelitto commesso nel recìnto sacro del tempio, unazuffanella quale imasero uccisidegli uomini ed una fanciulla.

L'ultimo aspetto dell'attività di Fulvio Maroi che mi piace rìcordare è quello perii quale noi archeologi ci sentiamo ancora oggi prcfondemente riconoscenti versodi lui, vale a dire la sua attività di munifico mecenate. Come è noto. per onorarela memona della consorte,la rontessa Ofel ia Duranti, fulvio Mrroidonó alh al loraSoprittendenza alle AntichitàL dell'Etruria Meridionale tra il 1950 ed il 1951

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]LLNOS'JIRO IVTOIÙDO

trecentomila lire per finanziare lo scavo ed il restauro di ÌÌn tumulo nella necropolidi Cerveteri, scoperto nel 1948']3. Gli scavi, dìretti da M. Moretti, stando alladocumentazione fomitami?a furono condotti dalla ditté di Mario Di Seraflno nelluglio 1950 e dalla dittadiAngelo Mecozzi nel dicembre 1950 e nei mesi di gennaioe febbraio 1951. Essi interessarono un tumulo da allora chiamato Ofelia DurantiMaroi, o semplicenente Maroi, deldiametro di 25 m, situato neila necropoli dellaBanditaccia, nella zona del Nuovo Recinto. Dello scavo e del restauro del tumulosono conservate delle fotografie presso l'Archivio Fotografico della Soprintenden-za ai Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale. I materiali rinvenuti nelle tretombe del tumulo sono inediti e tuttora in corso di studio da parte della Dott.ssaA.M. Moretti, Soprintendente ai Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale. Iltumulo25, contìene tre tombe a camera: la I, la più antica (metà VII sec. a.C.), è apianta cruciforme, con atrio circolare. Orientata a Ovest Nord Ovest, cofi dromosa gradini, sul quale si aprcno due caÌnere làterali, consta diunvestibolo pressochécircolare con somtto a travicelli longitudinali, tra i quali è raffigurato nel tufoI'ordito di canne, a spina di pesce. Sul vestibolo si affacciano lateralmente gliingressi arcuati di due camere e frontalmente quello retto di una grande sal4suddivisà da úna coppia di pilastri'?ó, con banchina pedmetrale inte:rotta sullasemiparete destra d'in$esso da un letto sepolcrale con bordo e pìedi rìlevati. Ilvestibolo, la sala a pilastri e la camera latenle destra hanno restituito tracce didecorazione dipinta in rosso e neroz7.

Le tombe II e IIIZ3, hanno lo schema coassiale, che conosce la massimapopolarità tralafine del Vll e la primametàdelVI sec. a.C. Nel seminterrato, - conaccesso dalla rampa centrale -, della Sala 5 del Museo Nazìonale Etrusco di VillaGiulia è stata ricostruita al vero negli anni '50 del secolo scorso, grazie al progettodi Franco Minissi" la tomba II del tumulo Maloi3o. La dcostruzione, - esempiomolto suggestivo di musealizzazione nel quale un complesso funerario venivariproposto nelle stesse condizioni in cui si presentava al momento della scoperta-, visitabile fino a pochi mesi fa, è ora in fase di ristrutturazioner'. La tomba ècomposta da due camere coassialì, la prima rettaÍgolare con so€ntto displuviato ecllumen ceÍtrele, he I due letti funebri su alti gradini, ai piedi di ciascun letto è unsedile a spalliera ricurva. Dall'esame delle fotografie presenti nell'Archivio Fotogra-6co del Museo di Villa Giulia3'? e dalle descrizioni noters. si desume che sul sedileposto ai piedi del letto di sinistra, destinato ad una deposizione maschile, era unbraciere d'impasto rosso decorato a cilindretto, sul gradino lungo il letto di sinistraerano una f7ú* ed un cratere (cor la lotta tra Eracle € Gerione) attici a 6gure nere;a destrq sul letto destinato alla deposizione femminile, erano uno specchio dibronzo, óue alabastra, due unguentari corinzt (l) ed, ut fuathos di, bucchero; sulgradino lungo il letto didestraerano dùe anfore nicosteniche dibucchero con anse

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Ix l.ic)sfRo Mof'll]o

a traforo on']ljdri,z miÍiaturistica ed un unguentario (?). Sul letto di sinistra dellaseconda camera, pir) piccola della precedente e ta.n Al athos dìbucci'ero, sul lettodi destra un'anforetta dibuccherc ed rn ampltoriskos ed tn aryballos corìnzira. Sulpavimento tra i due letti erano un'anfora ed un lyathos di buccheror5.

Nelia Saia 10 del Museo sono inoltre esposti alcuni oggetti rinvenuti nellatomba III del tumulo Maroiró, tra i quali si s€8nala ùn braciere d'impasto rossoceretano decorato a cilindretto con teoria di animali verso destra, che contenevavasellame di bucchero ( dw kantharoi del ipoRasmussen 3i ed un'ollett a), una pllixattica a figure nere, uÍo spiedo ed ìnoltre carboni e resti organicì tra ì quali treuovatT, óue grandi pithoi d'impasto rosso ceretano decorati a cilindrettoss, un'anfo_retta corinzìare, un craterc laconicoao, un'arfora attica a figure nere con Bracle inlotta con Tritone delThree Line GroupaÌ, un cratere a colonnette attico afigurenerecon Eracle e Cerberoa'z , nî arybdllas etirsco-corinzio configurato a scimmiaar, dueanfore nicosteniche con anse a traforo, calici, hantharoi, foatúoi e d:ue Pateraeombelicate, tutti di buccheroaa, vaghi di collana di ambra, un pendente figurato infaiencea5. Sappiamo inoltre che la tomba contene-ra atche ur.a lehltùos samia46 edun /1/raz etrusco dì imitazione greco-orientaleaT, anfore dipinte di fabbica etfilscaase due fibulea'.

Datt. Lauro AmbnsiniIsriîuro dì Stltdi sulle Civílrà ltuliche e del Mediteftaneo Antico (LS.C.LMA)

Co'1síslio Neíonale de e Rícerche (C N R ) - Rona

(NOTtr)' Abbreviazioni bibliosrafi che:Fiihret | \N . Helbl+, Fùhrct dur.h díe òJleirlì.hen Saúùlúhgea kldsischer Aheftíiùer in RÒn III,Tùbirgen I 969!.In nenotia I Ir neùoria dì Fubia Mdroi, Resporsabllità .lel sdpete, aaf,a lX.î,.41, Roma 1955.Martellj 1978 : M. Manelli. "La cermica greco-orientale ia EÍùri^", iD Les cérunirtues cle ld Gtèt.de I Esr eî leù dijlusion et O..ide"t (Atti Napoli 1976). Pùis 1978. pp. li0-212.MÒrefì I 962: M. Moretti, 1/ lluseo Nazionale .1i Irilla Giulia, Rona 1962.Moretti 197?:M. Morctti (a curadi), Cel,e;e/i, Novda 1977-Morettl Sgubini 1999:,\.M. Moretri Sgubini (a cu.a di),1/ Museo Ndziorale Errusca.lì Viua Gitlia.Guirla hrcv.Ror,s,1999.Ndo 19961 A. Naso. ,4/c}il eîîurc dipinîe. Decora.io|i pd/ietdli konlSuruîe nelle bùb. a.dh.ta.telt Etruria neri.lionale (yILIlre.. a.C),RoÌna 1996.Sorertino s.d.: G. Sorenîina, Gli Etuschi reinusei di,Roaa. Ronas.d.Torelli2000iM. Torelli (a cva di,J, GIi Eîruschì, (Caratoso Mostra Venezia 2000), Verezia 2000.Vighi Minissl1955:R. Vighi F. Mirissi. 1/ ',,v, Mrseo.litrilld Giulia,Róú^ 1955.Ringrúio l'Aw. L. De Carolis c l'amica Dott. A. Cùavale per la documenîazlone fomitmÌ, ilSoprifiendeni€ Dol. A.M. Moreîti per avermi consentìto 1'accesso alla documentazìone forografica

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It t{Osx'R0 tv{oNDO

conseNata presso Archivio Fotosrafico della Soprintend€nza per i Beni Arheolosici deìl'EtruriaMeridiolale reìativa allo scavo del tunulo Ma.oi ed alla sua ÌicosLazione ncl Mnseo Nazionale EhIscodì Viila Giùlia. Il festo rbrodlce quello lctto in occasione della comemorzione di Fulvio Maroi.orsanizzata dalla ̂ ccadenia Tiberina e dall'OrdiDe desli ̂ wocatj di Roma (Cento Studi) per ilcinqùùtenario della sùa scoúrpùsa. e svoitasi a Roma presso I'Anditoriùn della Cassa NazionaìeForense l'8 febbraio 2005.'Fulvio Maroj (Avelìjno, l89l - Rona, 1954). Snlla figùra di Fùìvo Maroi segnalo, oitre ai tesri citatin s€guito: V- Anngio Rniz,"In nenotian",ìn Afthìr|o giuridico, vol. CXLyll, fasc. 1,2,1954;G.G. Bolla, Fulvio Maroi I 891-1954', it Rìyistd di Dititto Agrd/iÒ, fàsc.IV , otrobte-dicembre 1954;U. Brúiello, 'lùhio Mùoi" , it Stut:tia eî dÒ.ùnenta Historiae eî luris,X]{, 1954:M. Longo, ..Fulvio

Mtoi", it II dirirb de ecoronu, anDo I, n. l; W. D'AvaMo, "Fùlvio Maroi l89l-1954",itr,RtrirrdIntendzioMle di Filasolìd rlel Dnfto, anÍo XXXI, fasc. II, 195 5.F. della Rocca, "Ricordo di tùlvioMaro|",1t Riristd giuridicatnbtu abtuzz^e,úaoxxln n.s., fasc. 2-3, 195 5 i W. D i.vanzo, "FulvioMaroi 1 8911 954", in ,4iris ta Irteúùio ole .li Filosofra del rtino, amo XXXI, fasc. II, I 955.'?R. NicoÌò,'Tulvio Maroi giùri sta'' ,in Ri@rdo di Fxlvio Mdlól,Istituto Intemazjorìale perl'Unificu ionedel Dirilto Prìvato "Unidroit" Villa Aldobrandjni Roma 1 965, p. 1 1.' E. Betti, "Fulvio Marci giurj sta e maesno" , ]n In henoria, p. 42-" Se lalresúza di Fulvio Maroi in teriiorio etusco. nei ?rimi ami della sùa labo.iosa cúiera, g1i offt€occasione dicontatto con I anlichita. quosta gclta nel sùo anino singolarl femènti- Lo jnduce ad omar€la sua casadi oggelti d arte dì qnellaciviltà a concepire Lma onoranza familide anraverso ùr'oÈera diesllorazione della necropoli di Ceneteri, alla qùale il caso. che p.eside ài1e dcerche ùcleoÌogiche,dovevariservùe ììrinvenimento dì sùppelletiiìefieziosaperlaconoscffzadell'arteedel costùme. Mapìù intjmamcnte ancora lo porta a losizioni intellettuaìi, che dotano di un origiral€ aptorlo il campodiretto deìla suaoperascientjfica... L'amoredeÌl antico, non è, dunque, per hlrio Maroi un diveBivoo!n diletto; una stlaneza. qualepossono aver detti gli opcrai diùn soloamese, o, se negljo piace.ilerori diun sol lib.o, che abbondùo nel cÒsì deno mondo della cultura. Mau elemento detla acolcretezza umùa di scjenzlato": B. Pace, in In henotid, p.245 R Nicoìò, "Fulvio Mtroi giuf.rta'',lnRi@ldo .li llulvio Mdrol, Istitùto Intemazionaleper ì'UnificúionedelDiribo Privaio 'Unidrcir" Villa Aldobràúdini Roúà 1965, p.7.6 E. Beri. Fùlvio Maroi giutista e mesrro" , it Ik tuenolìa, p. 41 .7E. Morelli, "Fxlvio Maroi: l'mico e l ùmùista", inft henolia,p.15.I anno XVI, nùmeri 2l'24, AvelliDo 1908.'F.Maroi, it Ossenatario irdlidko .li ditiuo dgratio (collana di conferenze), Rona 1943.'t F . Mùoì, in Lezioai di diriuo agral,ó, Unlvenità degll Studi. Roma. Libreria delle licercbe.1953, pp. 7-19.I'Suciò vedi già B. Pac€, in Ih tuetuúia,p.25.ltr F. Maroi, "Originj e sviluppo del diritio agîario itaìiù o", in Leioni di ditifia agaio,Uii\eîsitàdegli Studi, Rona, Libreda delle ricerche, 1953, pt. 20-21.t1 Glohdticì yeteta, p. 350 La('hmann.'' M. Pallottino. Àtlrr.o1ogu, Mjlano 1984?. t. 350; A. Maggiani, 'Yegoja", ir M. Cristofani (a cùad1). Dìziana/ia.lella cùiltà erúr.a, Firenze 1985, p!. 316-317;4. Valvo, "lermini rnoti, dominie serv i in Etrur ia nel I secolo a,C. Alcune considerazioni in torno a l la cosiddet ta<profezia di Vegola>", in Athenaeum 65, 79A7, pp. 427-4511 F.H. I\4assa Pa;rault,'' Lasa Vecu, Lasa Vecuvia" I iî, Díaloghi d'Archeolog,ia 6, 1988, Nr. 1, pp. 133-143;A.Valvo, La <Profezia diVegoÌa>. Prop età fondiaría e aruspicina in Etruria nelIsecolo a.C. , Studi pubbl icat i dal l ' ls t i tu to i ta l iano per la s tor ia ant ica, 43, Roma198 8 j M. Tore i, "La religione", in Torelli 2000, pp- 286-287.\' iî, OssetvatÒtio ifaliano di di/iuo Òg/a/ìa (collana dl conferenze), n. I, Rona, 1938.

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]IN, NÙS'IRO &{O]N{DO

t6 F . Mafoi, Il dìliúo asrùio nette fokti teîteraie,Irona., tg43 .\1 ht R5po$abìIità det sapere, úno tII, m. 17- ì8, Roma 1949.tB IL Respo$obilità del sapetu, ùno VI, n. 28, Roúa Ì952.'" F - Marc| in Ahi del Cotgrcsso inteftEiandle di dnìîto rcmako e .ti storid det rjíritîa (y ùor1948). Mi lano 1951.2t 1\ Osserúlaio itdl iaao .ti diriîro dAtulìa (co]it^M dj conferelze), Roma, I 9432t F . Marcl in Archiyìo giun.!i.o, qùafa serie. vol. XIV, Modeia i 927, pp. t 3 3_ I 66.11 in Riristd di Rohd 1915lrl:8hi Minrssi 19s5. p 63; So(enrino s.d., !. 43. per là bìbtiosmfia sut tùmulo sirinvia a Naso 1996,

! Daìl'Aw. L De Carolis, figlio delìa seconda moglie di F. Maroi, CleÌia, sposara it 5 úaúo 1g4j .Ladocrmenturone relativaallo scavo dellumlto inpos!€sso della Soprinterdenza è in co6o dì sù1io daparre della Dott. A.M. MorèttìrJ Pùticolari del tamburo i! Morctri 19,77 , p. 33, figg. 28-29." Beì la foro del l r ! remo in \ .4orenr tqr- . p . t4 . f rÈ. 10.I S u l l a b m b a t : \ a s o 9 0 ó . p p . 1 ! - l 5 . l 0 2 r o r a 4 5 ' 2 . 1 0 t - 1 t 0 . 3 4 J - 1 5 ì . 1 5 4 ! o l a 1 5 5 . l s 4 _ 3 q 5 , 4 t : _4 1 3 .r r Suì la tomba l l t Naso 1996, pp. I12,314 nora 484,4 l j_416.' P l . n , o e L r i a i n \ , B h r \ , 4 r n i s s r t s 5 < . p M . D d u t , r m d A . \ r . S g l b i n i N 4 o F | l i , . l t M u . e o \ a T r o n c t eLtruro d 'v j ìh Ciuha", in for tLr 2000. D 52ór0In vùie occasioni latonba è dera ÌII: inT. Dohm, in arÀle/. p.5t2j jn Naso 1996.1. l l2.I La risÍuttuúiÒre ùa già lrevista ftl lrogeno delnùovo Museo dl villa Cixlìa pres;ùtato nells99 Morerh Sgub,n i t999, lav. IT a ! 7 .

Si I rara d i lorogrdf e cu pet l icota l5 mm. a coton. srampalc soho fou!d d i brccot i ! ro, . r .L Dorhn. In f r l , fp f . pp 5t2- J :Sorenr ino, .d. .p 4J.

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,el húrda ohri@. Gli Eîrus.,i, (Catalogo Mostra Virerbo l9S7). Roma I9S7, p;. t65-166, n. 5l;Sorentho s.d., p. 21.'" Morehi 1962,!.93; Sorenrino s.d.,p.43.} Morclti 1962. p. 93; Sonentno s.d.. D.43.r0 T. Dohm, i! -frrle/, !. 569; Sorenrino s.d.. p.43_" v ighi Mm \s i - laJ5. f ig .J ì :J .D.Bea/ tev. . { / t . B!a\ r - t igùtcvJ,ppahp, . .O{toro ta5Ò.pp.o-2.n . E . 6 - 1 . _ 2 - ó a ì . \ 4 o r e , n t s ó 2 . p . o , . g . - q . ^ . C r e , f e n h o g c n . r . f , r f e l . p . 5 ' 0 . , r o O Z , à a u b t r erntomo aì540-530 a C'_Mo,eI I ' ló) . p . q l . A cre, renhr ten. In Frrp l . p 5-0. n. 2ó0h. ùrdbr te rnrordoat . ì0s c.

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a . c . . . I n / a p a l o t u!:t-e?

ia 3r. I o. 7. p. ra4 | "u sesnarrzio-e di tL,l. TÒre i r: \dso I ooo. p. | 2'" P. G,rzzo, Le Jìbule ia Eturìa.tdt tt at I secotú, Firclze t9?2,22. A Vi,l e 36. D I,4; Naso i99ó,p . l i 2 .

FORO ROMANO 1/200s 145

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