14
Laboratorio di autobiografia 1 Un po’ di storia e molto esercizio Non uscire fuori di te, rientra in te stesso; la verità sta nell'intimo dell'anima umana. Sant'Agostino Nicoletta Salvatori - anno accademico 2015-2016

Corso di scrittura creativa - autobiografia concetti base

  • Upload
    unipi

  • View
    0

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Laboratorio di autobiografia 1

Un po’ di storia e molto esercizio

Non uscire fuori di te, rientra in te stesso; la verità sta

nell'intimo dell'anima umana.Sant'Agostino

Nicoletta Salvatori - anno accademico 2015-2016

Le origini La biografia è il genere più antico. La bios (vita) grafia (scrittura) ha origine greca ed è il racconto della vita di un individuo scritta da un’altra persona. Nasce come laudatio funebris e come genere epidittico/retorico per tessere le lodi di qualcuno.

Anche la scrittura di sé fu praticata prima dai greci e poi dai latini attraverso le memorie, le lettere, i commentari e le orazioni, ma questi testi sono lontani dall’autobiografia come la intendiamo oggi.

S. Agostino fu il primo a utilizzare l’autobiografia in senso introspettivo, “Le confessioni” (XIII libri, 400 d.C.) costituiscono l’inizio del genere basato sulle meditazioni sul passato e sulle proprie azioni.

Il suo narratario/ascoltatore è Dio

I capisaldiUn altro autore importante per il pensiero autobiografico fu Michel de Montaigne (filosofo, scrittore e politico francese 1533-1592), i suoi “Saggi” sono un diario intimo che si dipana fra pensieri estemporanei e organizzati sotto forma di monologo interiore, non esiste trama. Lui parla a se stesso.

Jean-Jacques. Rousseau (1712-1778) nelle “Confessioni” ha realizzato uno dei ritratti più significativi della letteratura autobiografica. Esplora la propria interiorità come origine del senso di diversità verso suoi contemporanei, è da questa diversità che nasce la sua necessità di raccontarsi. Il suo interlocutore: la società.

Un genere con molte declinazioniAnche se è presente, non come genere, nella storia della letteratura fin dal Quattrocento con Dante e Petrarca fino ad arrivare a Goldoni, Alfieri, Leopardi ma anche Goethe e Stendhal, l’autobiografia come genere letterario compare nel 1798 in un testo di Friedrich Schlengel (1772-1829) “Lettera sul romanzo”, dove il filosofo tedesco pose le basi della concezione romantica del romanzo, fondata sul concetto di ironia e avversa al realismo.

L’autobiografia, nel Novecento, si confonde spesso con il romanzo e non sempre si mantiene fedele ai tratti originari che descrivono vicende di apprendimento, cambiamento e riflessioni.

Viene “riscoperta” negli anni Ottanta da studiosi francesi, canadesi, svizzeri ed italiani appartenenti a campi del sapere diversi: psicologici, sociologici e pedagogici La scrittura di sé e le storie di vita diventano, per questi autori, occasioni di meditazione e rigenerazione intellettuale.

L’ironia è un dovere - Friedrich Schlegel

Il bello della memoria❖ Oggi oltre è diventata evidente anche l’importanza culturale della raccolta delle storie di

vita, come patrimoni sociali.

❖ In Europa esistono ormai diversi Archivi Nazionali delle Memorie. Sono simili a biblioteche, ma anziché libri pubblicati e venduti, contengono storie personali, scritte e spedite da gente semplice, non autori famosi o letterati. Spesso sono scritte in dialetto, o sono piene di errori di grammatica. Ma anche questa è proprio la loro bellezza e ricchezza.

❖ In Italia, il primo Archivio dei Diari è nato nel 1987 ad opera di un giornalista che amava proprio raccogliere storie di vita. Questo archivio oggi raccoglie circa 5000 testimonianze (sempre in crescita, perché ne arrivano centinaia ogni anno), che costituiscono un patrimonio culturale e storico importantissimo per un Paese. www.archiviodiari.org

❖ Dopo gli archivi nazionali, via via si diffondono sempre più anche gli archivi territoriali, che sono davvero piccoli gioielli per la conservazione della cultura e dell’identità di una comunità locale. Perdere la memoria di ciò che siamo, è come perdere un bel pezzo delle nostre radici.

“Ogni anziano che muore, è una biblioteca che brucia” - Hampate Ba

Perché raccontarsiProviamo a fare una lista insieme:

❖ È un atto liberatorio, catartico. Può essere un modo per “isolare un problema”. Vederlo fuori da sé. Questo è uno dei motivi più profondi (e per questo curativi) dell’autobiografia. Scrivere di sé è qualcosa che aiuta a stare meglio.

❖ Vuol dire prendersi del tempo per sé, prendersi cura del nostro io, volerci bene

❖ Capire o trovare il motivo di scelte fatte.

❖ Conoscerci di più. Cercare di “dare forma” agli eventi, dare risposte a vecchie domande. L’autobiografia è una forma di auto-formazione permanente, per qualunque età.

❖ È una forma di auto-analisi, che aiuta – laddove se ne senta il bisogno - a trovare risposte personali

❖ Pone fuori da noi quello che può essere un problema per vedere le cose in maniera completamente diversa. Con ironia, con meno pesantezza. Ci dà una nuova capacità di prenderci in giro da soli, o almeno, di prenderci meno sul serio.

Perché raccontarsi 2❖ Ricercare la bellezza. I tanti ricordi belli che abbiamo dimenticato ci aiutano a sorridere di più.

❖ Narrare e scrivere significa anche CONDIVIDERE, significa offrire ad altri la possibilità di conoscerci così come noi ci percepiamo.Conoscerci di più.

❖ Offrire ad altri delle ipotesi di soluzioni. Leggere di esperienze avvenute, scritte in prima persona, è infatti una grande fonte di insegnamento/ispirazione

❖ Raccontare le propri memorie, serve per lasciare ai posteri la conoscenza delle radici. Di mondi che via via stanno scomparendo. Un patrimonio meraviglioso di conoscenza, e di affetti.

❖ Narrare di sé, aiuta ad acquisire sicurezza. Ad operare delle scelte superando la paura del giudizio degli altri.

❖ Esercitare la memoria, comporta anche l’esercizio dell’ascolto. L’ascolto di noi stessi. In tal modo, ci aiuta anche ad aumentare la nostra capacità di ascolto anche degli altri, e delle loro storie. Dunque, crea comunicazione.

Tutta la vita?❖ Non solo ai nonni

spetta il diritto di raccontarsi!

❖ l’autobiografia viene sempre più utilizzata anche come attività scolastica. In particolare per gli adolescenti.

Metodi e modelliLiberi di esprimersi in tutte le forme! E di essere creativi e combinarle insieme

❖ Alcune autobiografie sono ricche di immagini, altre di disegni, se il narratore è anche un bravo disegnatore! Alcune hanno anche collage di oggetti-ricordo.

❖ C’è chi scrive in maniera molto didascalica, …quasi come scrivesse un libro di ricette. Chi è più passionale, o più cerebrale. Chi riesce di più a fare ironia e letteralmente a ridere di quanto scrive. Esiste certamente uno stile femminile ed uno maschile. Uno poetico, uno filosofico, indiretto o con i dialoghi…

❖ Classica è l’autobiografia che segue l’ordine cronologico degli eventi che l’autore ricorda. Ma vi sono racconti di periodi particolari, di eventi particolari.

❖ Si può tessere una autobiografia sotto forma di lettere come un romanzo epistolare o di diario (att. non è un diario ma lo “imita”), o di intervista con un interlocutore reale o fittizio o in terza persona prendendo le distanze da se stessi.

❖ Esistono biografie verticali e orizzontali, lunghe o corte

Scrivere ma anche raccogliere

❖ Dall’ascoltare e narrare se stessi si può passare all’ascoltare e narrare gli altri.

❖ Aiutare gli altri a scrivere la propria storia, oppure aiutarli ad esprimerla oppure inserire le storie degli altri nella propria aiuta a crescere in conoscenza, in saperi di vita, in saggezza.

❖ Non volete scrivere la vostra storia? Scrivete quella degli altri. Scavate nella vostra famiglia. Cercate le radici…

Giochi di memoriaFacciamo la lista e poi raccontiamo uno degli elementi o più elementi in una lettera/racconto/pagina di diario…

❖ Emozioni provate attraverso i cinque sensi.

❖ Eventi da ricordare. I fondamenti.

❖ Oggetti come icone della vita

❖ Parole e frasi che sono rimaste in mente

❖ Film, libri, incontri che hanno lasciato il segno

❖ Regali materiali e immateriali ricevuti o fatti (carattere, vizi e virtù…)

Un tema per ogni tema!

Cominciamo a lavorare ❖ Momenti cruciali/topici - per età

❖ Cambiamenti/snodi della vita - per età

❖ Senso del destino/ ricerca di senso/ riflessione

❖ L’albero di famiglia

❖ Il cerchio degli amici/conoscenti/incontri

❖ Arcipelaghi: il lavoro, la famiglia, le vacanze, lo sport, gli amici, i parenti, le feste, la classe sociale….

❖ L’autoritratto

❖ Cronologia/cronistoria con le varie fasi e sottofasi della vita

❖ Metafore e messaggi in bottiglia

Appuntiamo sul quaderno - rielaboriamo a volontà:

Esercizi tratti da Duccio

Demetrio “Il gioco della vita”

Milano, 1997

Il gioco dell’oca autobiografico

Esempio di schema di un gioco dell’oca

❖ Si tratta di un vero e proprio gioco dell’oca: i partecipanti tirano i dadi e, a seconda del numero estratto, finiscono in una casella e sono obbligati a raccontare un loro ricordo.