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CARMELO CALCI La medaglia commemorativa per la Spedizione dei Mille La Spedizione dei Mille fu ricordata nel 1860 con l’emissione di una medaglia commemorativa che fissò nella memoria collettiva uno dei momenti storici più importanti per la storia nazionale. Alla fine dello stesso anno, il Luogotenente Generale del Re nelle Province Siciliane fe- ce coniare una nuova medaglia da assegnare anche agli altri volontari che avevano contribuito alla liberazione della Sicilia 1 . Soltanto nel luglio 1861, però, Vittorio Emanuele II autorizzò i Mille a fregiarsi della deco- razione e nel dicembre dello stesso anno fu istituita a Palermo una commissione 2 che compilò un primo ruolo nominativo, in data 19 apri- le 1862, dei Mille che sbarcarono a Marsala con Garibaldi. Un Giurì d’onore riesaminò i titoli dei componenti la Spedizione e il Ministero della Guerra pubblicò un nuovo elenco, nel Bollettino n. 21 del 1864 del- le nomine e promozioni, in base al quale furono concesse le pensioni con la legge 22 gennaio 1865, n. 2119 che assegnava a ciascuno dei Mille una pensione vitalizia di lire 1000 annue. 3 Per i 64 volontari che rimasero di- 1 1 C. CALCI, «La medaglia dei Mille ed altre medaglie risorgimentali», in A. Tantari (a cura di), Omaggio di Roè Volciano all’Unità d’Italia: personaggi del Risorgimento Volcia- nesi, Brescia 2011, pp. 78-89. 2 La Commissione era composta dai maggiori generali Vincenzo Orsini e Francesco Stocco, dall’intendente generale Giovanni Acerbi, dai colonnelli Giuseppe Dezza, Gu- glielmo Cenni e Benedetto Cairoli, dal tenente colonnello Giorgio Manin, dai maggiori Luigi Miceli ed Antonio Dalla Palù, dai capitani Francesco Curzio e Davide Uziel, dai deputati al parlamento Salvatore Colvino e Achille Argentino, e dal maggiore Giulio Emanuele De Cretsckmann. 3 L’art. 2 di questa legge, però, escludeva dal conseguimento della pensione coloro che avrebbero percepito da un pubblico erario una somma superiore a lire 1.200. Successi- vamente, tra il 1877 e il 1878 si procedette ad una nuova generale inchiesta informativa che portò alla compilazione dell’elenco definitivo e alla legge n. 4908 del 26 gennaio 1879 che peraltro cancellò l’art. 2 della legge sopra ricordata.

CARMELO CALCI, «La medaglia commemorativa per la Spedizione dei Mille», in Quaderni Storiografici 35, 2012, Istituto Internazionale di Studi Giuseppe Garibaldi, pp. 1-14

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CARMELO CALCI

La medaglia commemorativa per la Spedizione dei Mille

La Spedizione dei Mille fu ricordata nel 1860 con l’emissione diuna medaglia commemorativa che fissò nella memoria collettiva uno deimomenti storici più importanti per la storia nazionale. Alla fine dellostesso anno, il Luogotenente Generale del Re nelle Province Siciliane fe-ce coniare una nuova medaglia da assegnare anche agli altri volontari cheavevano contribuito alla liberazione della Sicilia1. Soltanto nel luglio1861, però, Vittorio Emanuele II autorizzò i Mille a fregiarsi della deco-razione e nel dicembre dello stesso anno fu istituita a Palermo unacommissione2 che compilò un primo ruolo nominativo, in data 19 apri-le 1862, dei Mille che sbarcarono a Marsala con Garibaldi. Un Giurìd’onore riesaminò i titoli dei componenti la Spedizione e il Ministerodella Guerra pubblicò un nuovo elenco, nel Bollettino n. 21 del 1864 del-le nomine e promozioni, in base al quale furono concesse le pensioni conla legge 22 gennaio 1865, n. 2119 che assegnava a ciascuno dei Mille unapensione vitalizia di lire 1000 annue.3 Per i 64 volontari che rimasero di-

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1 C. CALCI, «La medaglia dei Mille ed altre medaglie risorgimentali», in A. Tantari (acura di), Omaggio di Roè Volciano all’Unità d’Italia: personaggi del Risorgimento Volcia-nesi, Brescia 2011, pp. 78-89.2 La Commissione era composta dai maggiori generali Vincenzo Orsini e FrancescoStocco, dall’intendente generale Giovanni Acerbi, dai colonnelli Giuseppe Dezza, Gu-glielmo Cenni e Benedetto Cairoli, dal tenente colonnello Giorgio Manin, dai maggioriLuigi Miceli ed Antonio Dalla Palù, dai capitani Francesco Curzio e Davide Uziel, daideputati al parlamento Salvatore Colvino e Achille Argentino, e dal maggiore GiulioEmanuele De Cretsckmann. 3 L’art. 2 di questa legge, però, escludeva dal conseguimento della pensione coloro cheavrebbero percepito da un pubblico erario una somma superiore a lire 1.200. Successi-vamente, tra il 1877 e il 1878 si procedette ad una nuova generale inchiesta informativache portò alla compilazione dell’elenco definitivo e alla legge n. 4908 del 26 gennaio1879 che peraltro cancellò l’art. 2 della legge sopra ricordata.

staccati a Talamone, il Consiglio Comunale di Palermo, con atto 14marzo 1883, concesse il solo diploma. Dopo l’istituzione, nel 1865,della medaglia commemorativa delle guerre per l’indipendenza e l’u-nità d’Italia, pensata come unica insegna ufficiale nazionale delleguerre risorgimentali, nella quale dovevano essere assorbite e commu-tate tutte le precedenti medaglie commemorative concesse tanto dalgoverno piemontese quanto dai governi provvisori, luogotenenziali omunicipali, le due decorazioni siciliane ebbero sorte differente: men-tre la seconda rientrò tra quelle da commutarsi nella nuovadecorazione nazionale, quella dei Mille fu esentata dal principio del-

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Fig. 1 - La medaglia dei Mille dell’incisore Giuseppe Barone coniata a Paler-mo nel 1860 (coll. Marco Ghedini).

la commutazione, a riconoscimento dell’alto valore politico-militaredell’impresa.4 Con la legge elettorale politica 22 gennaio 1882, n. 593,che prevedeva principalmente l’allargamento dell’elettorato attivo,venne deciso che godessero dei diritti politici, tra gli altri decorati, an-che gli insigniti della medaglia dei Mille e di quella delle guerre perl’indipendenza e l’unità d’Italia.5

Il Municipio di Palermo il 21 giugno 1860 deliberò di decorare queiprodi che concorsero col Generale Garibaldi alla liberazione della Sicilia,

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Fig. 2 - Il prodittatore Antonio Mordini distribuisce il 24 ottobre 1860 a Palermo la meda-glia dei Mille. Litografia (mm. 270x370), Fratelli Terzaghi, Milano 1860, da Album storicoartistico. Garibaldi nelle Due Sicilie, ossia Guerra d’Italia nel 1860 (coll. Carmelo Calci).

4 Oltre a quella dei Mille, le sole medaglie che potevano portarsi, furono quelle di Cri-mea, le francesi di Sant’Elena e de la Campagne d’Italie del 1859. 5 M. MUNZI, «Il Risorgimento nelle medaglie militari», in C. Calci (a cura di), Garibal-di e i suoi tempi. Immagini dei protagonisti, cat. della mostra, Bardi Editore, Roma 2008,pp. 41-51; A. LEARDI, D. MOCCIA, Le medaglie commemorative delle guerre per l’in-dipendenza e l’unità d’Italia, Roma 2011.

assegnando la medaglia dei Mille a coloro che sbarcarono a Marsala l’11maggio 1860. La medaglia dell’incisore Giuseppe Barone (Palermo 1810-1885) fu coniata dalla Zecca di Palermo, in argento (diam. mm. 31), conappiccagnolo e sospensione ad anello per il nastro rosso con bordi ingiallo sul quale sarà cucita una trinacria d’argento, simbolo della Sicilia.Al dritto presenta nel campo un’aquila ad ali spiegate volta a destra (sim-bolo del Municipio di Palermo) che tiene negli artigli un nastro con lelettere S. P. Q. P. (Senatus Populus Que Panormitanus), intorno: AI PRO-DI CUI FU DUCE GARIBALDI e in esergo tre rosette; al rovescioentro una corona d’alloro chiusa, legata in basso da un nodo a x, IL MU-NICIPIO / PALERMITANO / RIVENDICATO / MDCCCLX eattorno, divisi tra due fregi a rosetta, MARSALA, CALATAFIMI, PA-LERMO, in esergo una stella a sei punte.6 La legenda sulla medaglia fudettata dal professore Gaetano Daita (Trapani 12 maggio 1806 - Paler-mo 21 luglio 1887), scrittore e patriota. Il 24 ottobre 18607 alle ore11,30, dal palazzo municipale si avviarono per via Toledo (ora VittorioEmanuele) in mezzo al 4° battaglione della terza categoria che scortavatutti coloro che dovevano ricevere la medaglia, i garibaldini della primaspedizione rimasti in città per ragioni di servizio e i feriti non gravi. Era-no accompagnati dal pretore di Palermo duca della Verdura8 e da altreautorità e dovevano raggiungere il grande spiazzo della Vittoria, già gre-mito di popolo, dove li attendevano vari battaglioni della Milizianazionale di seconda e terza categoria e altri corpi tra cui i CarabinieriReali, i soldati del Genio, i Veterani, un battaglione dei Cacciatori dell’Etna

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6 In seguito lo Stabilimento Stefano Johnson di Milano produsse una nuova medaglia condifferenze, però, ben riconoscibili. Inoltre si è riscontrato che, in successive realizzazioni del-la trinacria in argento, sono incise su ciascuna gamba le seguenti parole: uno // dei // Mille.7 Giornale Officiale di Sicilia, mercoledì 24 Ottobre 1860, n. 116, pp. 2-3, col. 4 segg.;G. LA CECILIA, Storia dell’insurrezione siciliana, II, Libreria di Francesco Sanvito, Mi-lano 1861, pp. 115-127. 8 Giulio Benso Sammartino duca della Verdura (Palermo 15 luglio 1816 - 21 giugno1904) fu l’ultimo pretore di Palermo (27 maggio 1860-11 luglio 1861), nominato da Ga-ribaldi, prima che il ruolo fosse sostituito da quello di sindaco che ricoprì altre due volte(16 novembre 1885-31 ottobre 1886), (11 novembre 1887-30 aprile 1890). Nel 1862 di-venne senatore del Regno e successivamente commissario del Re a Verona. A Palermoricoprì, dal 1863 al 1867, anche la carica di presidente del Consiglio provinciale e di di-rettore generale del Banco di Sicilia. Dal 1899 fino alla morte fu presidente della Societàsiciliana per la Storia Patria.

e gli allievi dello stabilimento militare di Garibaldi9 disposti a quadratointorno al palco d’onore. A mezzogiorno, la consegna della decorazionefu preceduta da un discorso molto toccante, letto dal prodittatore Anto-nio Mordini10 che, dopo aver riassunto le fasi della rivoluzione iniziatain Sicilia nel 1848 e i fatti salienti della prima spedizione dei Mille finoalla liberazione di Palermo, e l’avvio all’unificazione nazionale con il ple-

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Fig. 3 - Il prodittatore Antonio Mordini. Carte de visite, fotografo non indicato (coll.Gianluigi Parpani).

9 Giornale Officiale di Sicilia, mercoledì 24 Ottobre 1860, n. 116, p. 2, col. 4.10 Antonio Mordini (Barga 30 maggio 1819 - Montecatini Val di Nievole 14 luglio 1902).Prodittatore in sostituzione di Agostino Depretis nel Governo dittatoriale di Garibaldiin Sicilia (17 settembre-2 dicembre 1860).

biscito del 21 ottobre a Napoli, concluse dicendo: «…Cinque mesi nonsono ancora trascorsi dopo il 27 maggio, e già la Storia assume nellementi popolari le proporzioni della favola, tanto fu la grandezza dell’im-presa. Volontari della prima spedizione! Il municipio di questa illustreCittà, facendosi interprete del voto universale, decretò una medaglia de-stinata a fregiare il vostro petto glorioso. – Oggi ha desiderato che lapompa maestosa d’una pubblica solennità, aggiungendo pregio all’offer-ta sia d’esempio e di sprone alla forte gioventù Siciliana. Chiamato comeRappresentate di Garibaldi ad appuntare sul vostro petto il nobile di-stintivo, ho volentieri aderito al desiderio dell’inclito Municipio. Maperché la fortissima legione non è qui tutta raccolta? La patria non si ac-quista che a prezzo di sangue generoso; e voi troppo vedeste diradatodal piombo nemico l’invitto vostro drappello – Onore immortale ai for-ti che non sono più. Altri qui mancano trattenuti da gloriose ferite, altripiù numerosi e più fortunati stanno cingendo sulle rive del Volturno dinuovi allori la fronte. Voi soli restaste, rappresentanti dell’intera legione;

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Fig. 4 - Giulio Benso Sammartino duca della Verdura, pretore di Palermo, in una fotoformato carte de visite de la Photographie Parisienne, Turin (coll. Carmelo Calci)

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Fig. 5 - Attestato della medaglia dei Mille del Municipio di Palermo al colonnello Vin-cenzo Fuxa (Società Siciliana di Storia Patria, Fondo Manoscritti Sala G. Lodi, Busta 58,Camicia 2).

poiché il lento rimarginare delle ferite o l’ubbidienza tanto meritoriadel soldato non vi permise di prendere ancora parte alle invidiate fati-che del campo. Or venite o prodi della prima spedizione, venite figlidiletti d’Italia, a ricevere, in mezzo alle acclamazioni di un popolo rico-noscente, la più splendida riconoscenza del soldato cittadino. Venite, maprima udite ciò che mi resta a dirvi, ciò che deve essere per tutta la vo-stra vita il più bel titolo d’onore. In nome di Garibaldi, io vi proclamobenemeriti della patria».11 I “Mille” ad essere insigniti della medagliad’argento presenti a Palermo furono: Acri Vincenzo, Ajello Giuseppe,Barbieri Alessandro, Barbieri Girolamo, Bensaja Giovanni, Bottone Vin-cenzo, Bozzetti Romeo, Bracco Amari Giuseppe, Bruzzesi Pietro, BuscemiVincenzo, Calvino Salvatore, Campo Achille, Campo Giuseppe, Campanel-la Antonio, Canini Cesare, Capuzzi Giuseppe, Carini Giacinto, CassioValentino, Castiglia Salvatore, Castion Gaetano, Cenni Guglielmo, Ciac-cio Alessandro, Colli Gaetano, Casini Paolo, Curzio Francesco, DeAmezaca Luigi, Di Francesco Vincenzo, Di Giuseppe Giambattista, Di Cri-stina Giuseppe, Danetti Andrea, Ferreri Domenico, Francesci Antonio,Forni Antonio, Fuxa Vincenzo, Gaffini Antonio, Galimberti Giuseppe,Galuppini Pietro, Garifo Giuseppe, Giacomelli Pietro, Ligazzolo Giovan-ni, Maneschi Augusto, Marigliano Giacomo, Milona Angelo, MinutilliFilippo, Morgante Rocco, Mustica Giuseppe, Nievo Ippolito, Oddo Giu-seppe, Orlando Giuseppe, Plona Giovanni, Paris Cesare Andrea, ParodiTommaso, Pasini Giovanni, Pasquale Pietro, Pellegrino Antonio, PigazziGiovanni, Pistoja Luigi, Raccuglia Antonio, Raimondi Luigi, Rodi Carlo,Rossi Andrea, Di Francesco Vincenzo, Gambini Giuseppe, Torchiano Pom-peo, Torri Torelli Carlo, Traverso Andrea, Tincato Giovanni, TarolaPasquale, Vian Antonino, Viccioni Filippo, Vitale Bartolomeo, Vittori Gia-como Fabio Eugenio, Miotti Giacomo, Campi Giovanni, Scotto Achille,Cairoli Benedetto, Fauchè Giambattista12. Ai superstiti dei Mille, invece,

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11 Giornale Officiale di Sicilia, mercoledì 24 Ottobre 1860, n. 116, p. 3, col. 1-2.12 Giornale Officiale di Sicilia, domenica 28 Ottobre 1860, n. 120, p. 3, col. 3. Il volon-tario Di Francesco Vincenzo è presente per errore due volte. E' interessante poi notareche nell'elenco dei 76 volontari che ricevettero la decorazione vi sia incluso anche Gio-van Battista Fauchè (Venezia 1815-1884). Il Fauchè, che dal 1858 aveva assunto ladirezione e la gestione della Società Rubattino, mise segretamente a disposizione i duevapori che consentirono a Garibaldi con i suoi Mille di raggiungere la Sicilia. Per que-sto motivo il 18 giugno 1860, invitato a lasciare l'incarico della direzione della Società,si apprestò a unirsi a Garibaldi a Palermo. Quando il 17 settembre 1860 Garibaldi no-

che proseguirono la campagna meridionale con Garibaldi combattendofino al Volturno, la medaglia fu consegnata il 4 novembre 1860 a Napo-li, alla presenza dello stesso Garibaldi, del suo Stato Maggiore e delladeputazione palermitana,13 presieduta dal duca della Verdura, nellapiazza S. Francesco da Paola (piazza del Plebiscito). Garibaldi, infatti,inviò a Giuseppe Sirtori, Capo dello Stato Maggiore Generale, alle ore 8 pmdel 3 novembre da Caserta e ricevuto a S. Maria alle 8,20 il seguente te-legramma: Domani alle 8,30 si farà a Napoli la ripartizione delle medagliedella prima spedizione. Fatemi sapere se volete assistervi.14 Dal diario di

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Fig. 6 - La distribuzione della medaglia dei Mille a Napoli il 4 novembre 1860 in pre-senza di Giuseppe Garibaldi. Xilografia, dal The Illustrated London News del 24novembre 1860, p. 491 (coll. Carmelo Calci).

mina Antonio Mordini prodittatore nel governo della Sicilia, al Fauchè è affidata la Ma-rina (Raccolta degli Atti del Governo Dittatoriale e Prodittatoriale in Sicilia (1860),Stabilimento Tipografico di Francesco Lao, Palermo 1861, Atto n. 202, p. 379). 13 J. WHITE MARIO, Garibaldi e i suoi tempi, Fratelli Treves Editori, Milano 1907, p. 307.La deputazione, che aveva portato le medaglie, era composta oltre che dal duca della Ver-dura con la sua famiglia, dal principe e dalla principessa di Torremuzza, dal dottor GaetanoLa Loggia, dall’avvocato Filippo Santo Canale, dalla principessa Niscemi e da altre autorità.14 M. DE LEONARDIS (a cura di), Epistolario di Giuseppe Garibaldi, V, (1860), Istitu-to per la Storia del Risorgimento italiano, Roma 1988, p. 277, n. 1873.

Ferdinand Eber,15 sappiamo anche che il 4 novembre furono presentigli ungheresi, gli usseri e il I Reggimento per far spalla a quelli che dove-vano ricevere la medaglia commemorativa della prima spedizione. Dopoaver onorato i 75 caduti, sarà proprio la duchessa della Verdura ad ap-puntare la medaglia sui petti degli oltre quattrocentoventisei uominidella prima spedizione presenti.16 Particolarmente interessante e det-tagliata la descrizione della cerimonia da parte di AlessandroDumas,17 direttore del giornale L’Indipendente di Napoli: «Oggi, quattro

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Fig. 7 - Giuseppe Dezza in divisa di Colonnello Comandante il 29° Reggimento Fan-teria, 1863 ca. Foto formato carte de visite di Alessandro Duroni, Milano (coll.Gianluigi Parpani).

15 AUSSME, Campagna 1860-61, Esercito Meridionale. Garibaldi (Brigata Eber),Volume 69.16 Alcuni volontari gravemente feriti nella battaglia del Volturno la ricevettero in seguito.17 A. DUMAS, «La distribuzione delle medaglie» in L’Indipendente, Anno I, n. 21, 5novembre 1860, p. 4, col. 4.

novembre, ha avuto luogo sulla stessa piazza in cui ebbe luogo l’altro dì labenedizione delle bandiere ungheresi la distribuzione delle medaglie dellaprima spedizione di Sicilia. Due tavoli erano posti nel mezzo della piazza.L’uno su cui era posto il bacino pieno di medaglie, l’altro intorno al qualedoveva assidersi la Deputazione Palermitana presieduta dal Duca della Ver-dura. A otto ore e mezzo il generale Garibaldi è entrato nella Sala ov’eraatteso dal generale Türr, dal generale Eber e dal suo stato maggiore. Egliandò a sedersi ad un bureau e si pose a firmare alcune carte. Era vestito delsuo costume ordinario con di sopra un puncho. Appena egli ebbe firmatole carte, il sig. Pallavicino gli si venne a sedere d’accanto e discorrere conlui. Un istante dopo entrò madama Crispi18. Il generale si alzò, le andò in-contro, le prese la mano e disse: – Io vi presento madama Crispi, la qualeha meritato al pari di ciascuno di noi la Medaglia di Marsala. Ella era la so-la donna che fosse allora nell’armata, e in mezzo al fuoco e sul campo dibattaglia rialzò e fasciò i feriti. In quel punto entrò il duca di Verdura consua moglie e le sue due figlie. La Deputazione di Palermo li accompagna-va. Non si aspettava che essi. Il Generale Garibaldi si pose a capo delcorteo con la signora Duchessa della Verdura, e disceso fra una spalliera disoldati Garibaldini, giunse nel mezzo del gran quadrato formato dalla Ca-valleria e dalla fanteria ungherese. Quivi, ei si sedette ad uno dei due tavolie il colonnello Derra19 cominciò a chiamare i nomi per ordine alfabetico.Forse noi ci siamo ingannati ma ci parve udire enumerati solo 426 ed è tut-to ciò che rimarrebbe dei mille e ottanta prodi sbarcati a Marsala. Le figliedel duca della Verdura, due vaghe donzelle da 15 a 17 anni preparavano lemedaglie che la loro madre attaccava. Madama Crispi venne a sua volta aricevere la sua…». Dopo aver descritto la medaglia, Dumas riferisce che lacerimonia terminò alle 12,30 e che Garibaldi, prima di ritirarsi nel Palazzodella Foresteria, disse: Giovani Veterani. Egli è perché vi conoscevo ch’io hointrapreso con voi una cosa da tutti creduta impossibile. Io sapeva che con uo-mini come voi – sempre pronti a morire in nome dell’Italia – si poteva tentartutto – L’opera impossibile voi l’avete compiuta.

Garibaldi stesso, così restio ad accettare e indossare onorificenze, neavrebbe ricordato l’alto valore simbolico nel romanzo Clelia.20

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18 Rosalia Montmasson (Saint-Jorioz, 12 gennaio 1825 – Roma, 10 novembre 1904), pri-ma moglie di Francesco Crispi.19 Certamente un refuso di stampa: si tratta del colonnello Giuseppe Dezza.20 G. GARIBALDI, Clelia. Il governo del monaco, Fratelli Rechiedei, Milano 1870,pp. 352-353.

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Fig. 8 - Nuovo attestato del Ministero della Guerra che autorizza Francesco Sprovie-ri a fregiarsi della Medaglia dei Mille (MCRR Busta 509-3, 2).

Perfino l’ammiraglio Carlo Pellion di Persano (Vercelli 11 marzo 1806– Torino 28 luglio 1883), responsabile della grave disfatta di Lissa nella ter-za guerra d’indipendenza, ricordò nel suo “diario-politico-militare” lagiornata del 4 novembre: «Il comandante dell’Indipendenza mi narra: chenel mattino di ieri, 4 corrente, in Napoli, nella gran piazza di San France-sco di Paola, gremita di popolo, ed in cui era convenuta gran partedell’eletta cittadinanza, aveva avuto luogo la distribuzione di apposita me-daglia commemorativa ai superstiti dei mille sbarcati a Marsala...». Dopola descrizione della medaglia aggiunge: «…che il dittatore vi si era condot-to seguito da tutto il suo stato maggiore, e che, parlando, aveva commossogli astanti, chiamandoli a notare il vuoto che era nelle file di quei valorosi.E continua dicendomi: che dopo quelle nobili parole, che avevano pene-trato il cuore di tutti i presenti, ognuno di quei superstiti, chiamato a nome,per ordine alfabetico, era stato fregiato di quel prezioso ricordo dalla egre-gia duchessa della VERDURA, la quale lo aveva appeso di propria mano alpetto di quei prodi, quasi tutti giovanetti di primo pelo, fra cui si notavauno appena tredicenne, uscito incolume dai combattimenti di Marsala, Ca-

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Fig. 9 - Medaglia dei Mille, nuovo conio dello Stabilimento Stefano Johnson di Milano(coll. Marco Ghedini).

latafimi, Palermo e Milazzo, contento di sé, come ben si vedeva, ma senzaspavalderia. – Peccato che non sappia dirmene il nome, che lo rammente-rei col massimo piacere!».21 Jessie White Mario, invece, ebbe modo diricordare l’evento come testimone oculare, descrivendo anche la medaglia,nei volumi Vita di Giuseppe Garibaldi22 e Garibaldi e i suoi tempi,23 editidai Fratelli Treves di Milano, rispettivamente nel 1882 e nel 1884.

Nel 1891, anche Giuseppe Cesare Abba, nel suo Da Quarto al Voltur-no: noterelle d’uno dei Mille,24 ricorda la giornata festosa della consegnadella medaglia a Napoli il 3 novembre, per cui qualche studioso indica que-sta data ovviamente errata. «Là in faccia alla reggia, dove tutto dice che iBorboni non torneranno più, la piazza di San Francesco di Paola era para-ta di bandiere. In mezzo un seggio, delle dame, dei generali, dei grandiintorno al Dittatore che ancora aveva il cappello di Marsala. Vidi il Carini,ora generale, col braccio al collo, pareva felice. La Legione ungherese face-va scorta d’onore, e vi erano i Granatieri schierati che facevano scortaanch’essi. Noi davamo le spalle alla Reggia, aspettando. A un certo puntoil Dittatore si alzò, e venne verso noi dicendo con la sua voce limpida edalta: – Soldati dell’indipendenza italiana, Veterani benché giovani dell’eser-cito liberatore, vi consegno le medaglie che il Municipio di Palermo decretòper voi. Cominciamo dai morti, i nostri morti…».

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21 C. PERSANO, Diario privato-politico-militare dell’ammiraglio C. Di Persano nellacampagna navale degli anni 1860 e 1861, II, Tipografia Arnaldi, Torino 1870, pp. 109-110. Il giovane garibaldino era Giuseppe Marchetti (Chioggia 24 agosto 1849 – Napoli16 maggio 1877) imbarcatosi a Quarto con il padre Luigi. 22 J. WHITE MARIO, Vita di Giuseppe Garibaldi, II, Milano 1910, 2 ed., pp. 21-22.«Ritornato a Napoli, egli [Garibaldi] passò in rassegna la divisione di Bixio, assistette al-la presentazione delle bandiere alla legione ungherese, indi distribuì le medaglie, donodel municipio di Palermo ai Mille di Marsala…», segue la descrizione della medaglia. 23 EAD., Garibaldi e i suoi tempi, Fratelli Treves Editori, Milano 1907, p. 307.24 Nel 1880 erano state pubblicate dall'editore Zanichelli di Bologna, Noterelle d’unodei Mille che raccontavano gli episodi accaduti tra il 3 maggio e il 21 giugno 1860. Dueanni più tardi uscì una seconda edizione ampliata, con il titolo Da Quarto al Faro. Note-relle d’uno dei Mille edite dopo vent’anni, che si estendeva sino al 20 agosto, mentrel’edizione definitiva, nel 1891, che si concludeva al 9 novembre 1860 aveva appunto iltitolo Da Quarto al Volturno. Noterelle d’uno dei Mille.