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LA COSTRUZIONE DEL PAESAGGIO

Abitare la gronda lagunare. Prototipi architettonici nel paesaggio della laguna veneziana

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LA COSTRUZIONEDEL PAESAGGIO

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Pubblicazione promossa da C_Plusrealizzata in occasione della III Rassegna ArchitetturaDAmareLaguna Landscape. La costruzione del paesaggio.

a cura di Daniel Tiozzo

Comitato scientificoAnna Boscolo, Daria Casson, Petra Scorzato, Daniel Tiozzo

Progetto grafico:Daria Casson

Produzione dell’eventoAssociazione Culturale Chioggia Plus in collaborazione con ComunicaEventi in compartecipazione con Fondazione Clodiense O.N.L.U.S.

EditoreArt & Print Editrice

© 2014 By Associazione Culturale Chioggia PlusViale Venezia, 730015 Sottomarina (Ve)

Premessa

11 Daniel Tiozzo Per un’ estetica del paesaggio 15 Roberto Rossetto Quale idea del paesaggio per risorsa?

21 Marco Buinhas Geografie vive

25 Massimo Lepore, tamassociati Paesaggi di speranza

29 Patrizia Montini Zimolo Il paradigma africano

35 Elisabetta Mioni, ASF Veneto Onlus Paesaggio, architettura, cooperazione

39 Daniel Tiozzo Osmače L’immagine per rimarginare una ferita

43 Nicola Di Battista Sul progetto di architettura

47 Petra Scorzato Il sussurro di un paesaggio

49 Matteo Massagrande L’altra Venezia

51 Patrizio M. Martinelli Abitare la gronda lagunare Prototipi architettonici nel paesaggio della laguna veneziana

Laguna landscape. La costruzione del paesaggio

59 L’Isola del Buon Castello Tema Progettuale

62 Progetti partecipanti

Indice

L’Associazione Culturale Chioggia Plus con la compartecipazione della Fondazione Clodiense ONLUS e con il patrocinio ed il sostegno di vari enti e imprese, ormai da tre anni organizza la Rassegna di Architettura a Chioggia. La collaborazione e sinergia con istituzioni pubbliche e private rappresenta l’esempio e la volontà di porre le basi di un’idea di futuro concreto per il nostro territorio. L’obiettivo è quello di promuovere la cultura architettonica ed artistica in città, per generare nuove idee e creare un senso critico1.Quest’anno il tema scelto per la Rassegna è quello del Paesaggio: ArchitetturaDAmare. Laguna Landscape. La costruzione del paesaggio è il filo conduttore.Questo libro viene pubblicato in occasione dell’evento e si propone come un’opportunità per riflettere, ed analizzare il tema scelto, vista la sua attualità, in un momento storico in cui l’introduzione del PAT nel nostro comune, le discussioni sul consumo di suolo, la conferma di una ormai prossima città metropolitana, sono i temi che direttamente o indirettamente coinvolgono il nostro territorio e quindi il nostro paesaggio, inteso nel senso più lato del termine.

Il concetto di paesaggio è difficile da delineare ed impossibile da definire in maniera univoca in quanto non si riferisce ad ambiti in qualche modo ristretti e specifici, ma ha confini molto più sfumati che lo inducono ad assumere significati molteplici proprio per la sua pluridisciplinarità. E’ necessario associare conoscenze diverse fino a definire relazioni anche a differenti scale di lavoro.

Il paesaggio rappresenta contemporaneamente la percezione e la visione che l’uomo ha di un luogo nei confronti del passato, del presente e del futuro. La cultura di un territorio è un elemento fondamentale in quanto contribuisce alla costruzione dell’identità collettiva; a seconda che la comunità assuma comportamenti di tipo passivo o attivo, essa esprime la propria posizione di attore contemplativo o dinamico rispetto all’ambiente in cui vive.Tale posizione, però, cambia di continuo e fa sì che il paesaggio possa essere concepito come “un progetto eterno”, in continua trasformazione: prevede in se stesso crescita, mutamento, deterioramento e conservazione. Questi aspetti trasformano i valori culturali di un determinato ambiente in dimensioni paesaggistiche che, configurandole nella forma e nello spazio, contribuiscono ad affermarne l’identità e la bellezza di un territorio.Ecco allora l’importanza di studiare il rapporto tra la storia di un luogo e il suo bisogno di mutazione, facendo attenzione a rispettarne la memoria.

I testi e i saggi, che abbiamo voluto raccogliere nella pubblicazione, sono frutto di ragionamenti e indagini libere su questo tema. Sono riflessioni che scaturiscono da esperienze, dubbi e pensieri che via via imboccano direzioni multidisciplinari in diversi campi della cultura, scritti dagli stessi relatori invitati al ciclo di conferenze.

L’iniziativa contempla anche un Concorso di Architettura con oggetto la riqualificazione dell’isola del Buon Castello

Premessa

Ricordando Rosario Assunto (1915-1994)

a Sottomarina (Venezia), attraverso il quale giovani professionisti e studenti hanno avuto la possibilità concreta di comprendere le potenzialità che il paesaggio lagunare riesce ad offrire. Il concorso non ha lo scopo di decretare un vincitore, ma vuole essere un’attività dall’alto spessore culturale ed educativo. Diviene strumento che svela storia, cultura, relazioni e forme che i nostri occhi non sono abituati a riconoscere e che solo la potenza di un buon progetto è in grado di svelare. Nella seconda parte del libro vengono presentati i migliori progetti selezionati.Il tema proposto per il concorso è difficile e vasto. Perché paesaggio non è solo territorio, ambiente, natura, ma è l’identità estetica dei luoghi.Come associazione, con questa Rassegna, abbiamo lanciato una sfida.Ciò che chiediamo, quindi, oggi, a chi è chiamato a pianificare e a progettare il nostro territorio è, quantomeno, di guardare al paesaggio sì come un territorio da tutelare, ma anche come un’identità viva e in continuo divenire, dove venga anche permesso di apportare trasformazioni sensate ed in linea con la nostra storia, società, e quindi anche con le esigenze economiche di oggi.E se vogliamo mettere assieme il termine economia e il termine architettura, dobbiamo trovare soluzioni efficaci, perché un progetto è sostenibile solo se è efficace e quindi solo se alla base vi è una convergenza e un dialogo tra istituzioni, il mondo economico e progettisti, perché sono chiamati a dare queste risposte tutti insieme.

Rosario Assunto (filosofo, colui che per primo parlò di estetica del paesaggio) diceva:“Quasi tutto il paesaggio da noi conosciuto come naturale è un paesaggio plasmato, per così dire, dall’uomo: è natura cui la cultura ha impresso le proprie forme, senza però distruggerla in quanto natura; e anzi modellandola”.

Associazione Culturale C_Plus

1. Acquisire un senso critico significa possedere un giudizio estetico che si forma sulla possibilità individuale di intendere un’opera. E questo avviene grazie alle conoscenze culturali personali, alle sensibilità, all’intuizione e alla capacità di riconoscere dei valori che sono universalmente validi.

Ortofoto, Area delle bonifiche ottocentesche, Chioggia

Patrizio M. Martinelli

Il progetto presentato in queste pagine nasce da una ricerca svolta all’interno dell’Università Iuav di Venezia e promossa dalla Regione Veneto e dal Fondo Sociale Europeo, incentrata sull’abitare domestico in presenza di dimensioni minime e con l’utilizzo della tecnologia del legno. Oltre che nella costruzione di un apparato teorico/conoscitivo di riferimento, il lavoro si è sviluppato attraverso la sperimentazione progettuale: infatti, in ambito architettonico è anche, e in molti casi soprattutto, con il progetto che la ricerca trova senso e apre nuove prospettive e approfondimenti, in un reciproco fecondarsi fra teoria e prassi, fra momento speculativo e sua applicazione operativa. I presupposti teorici, la conoscenza di una serie di progetti e l’approfondimento delle tecniche costruttive oggetto della ricerca hanno dunque trovato una ricaduta concreta su un progetto di architettura, definito da due scale di intervento. Affrontare il tema degli interni domestici in presenza di dimensioni minime non ha significato infatti chiudersi nel lavoro preciso, dettagliato e raffinato alla piccola scala dell’interior design, ma spingersi verso la costruzione di architetture e pezzi di architetture che possano avere un orizzonte più ampio: quello della ideazione di edifici o sistemi di edifici alla scala del territorio, alla scala del paesaggio.E i luoghi proposti per tale intervento sono quelli della grande laguna veneta, costellata di piccole e grandi isole e percorsa dal disegno dei canali che la rendono navigabile: luogo lontano dalla città storica e dominio delle natura, tuttavia punteggiata di tanto in tanto da piccoli manufatti di legno, di rive appena attrezzate, di segnali che tracciano i

percorsi per le barche.

Abitare la gronda lagunarePrototipi architettonici nel paesaggio della laguna veneziana

Abitare la gronda lagunare, collage

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Patrizio M. Martinelli

percorsi delle barche.Il progetto si confronta con questi luoghi, ambienti di quell’unità lagunare di cui Gianugo Polesello scriveva: “L’unità lagunare è una grande straordinaria costruzione, è un enorme artifact di scala geografica che assume e coordina nel proprio interno diversi, distinti elementi, mediando lungo una scala che ha come estremi la wilderness e l’artificio totale”1 .Anche dentro tale wilderness alcuni studiosi, in particolare Wladimiro Dorigo, riconobbero la possibilità della presenza dei tracciati del disegno centuriato, artifact a scala territoriale che gli antichi romani adoperavano per la gestione economica e politica delle aree di loro dominio.

Assieme alle centuriazioni di Camposampiero (la più riconoscibile a tutt’oggi fra i graticolati romani), di Altino, di Oderzo, egli, nel suo studio Venezia origini. Fondamenti, ipotesi, metodi,2 disegnò altre centuriazioni che si spingono fino a Venezia, fino alla laguna più lontana, sulla base di ritrovamenti archeologici che testimoniano come l’attuale “pianura d’acqua” a quel tempo probabilmente nemmeno esisteva, e si configurava come terraferma da colonizzare attraverso il sistema centuriato.Assumendo questa ipotesi, l’orditura e l’orientamento dei disegni territoriali sono serviti da palinsesto di riferimento per la localizzazione dell’edificio/degli edifici, posti secondo la giacitura nord-est dei cardi e sempre in stretta relazione col

Gli edifici a telaio inseriti nel paesaggio della laguna veneziana, collage di studio

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Abitare la gronda lagunare. Prototipi architettonici nel paesaggio della laguna veneziana

sistema dei canali prossimo alle isole di Burano, Torcello e Santa Cristina, che consente l’approccio ai manufatti di progetto.E lo stesso utilizzo del legno ha significato, per certi versi, ritrovare le ragioni fondative del fare architettura, per le quali esso si configura come materiale primigenio e archetipico della costruzione, in quella serie di limpide figure architettoniche che i trattatisti, da Vitruvio in avanti, ritrovavano nella capanna primitiva, e che anche Mies, che mai usò il legno nelle sue architetture più rappresentative, considerava esemplari: “Dove appare con maggiore chiarezza l’intelaiatura strutturale di un edificio, se non negli edifici di legno dei nostri antenati? E dove si trova un’uguale unità di materiale, costruzione e forma?”3 .

Ma il legno non può che rimandare anche a quelle tracce dell’uomo - antiche e nuove nel contempo - di cui ho più su detto, presenti nel paesaggio lagunare stesso, alle “architetture” delle navi e delle barche (e penso a quella immagine quattrocentesca nella quale l’arca di Noè in costruzione viene rappresentata come una grande casa in telaio ligneo: l’archetipo della nave salvatrice del mondo ricondotta all’archetipo della casa), e, con uno sguardo ancora più ampio, alle origini stesse di Venezia e del suo paesaggio, a quella Venezia-città di legno, emblematicamente rappresentata dal Ponte di Rialto ligneo nella veduta del De Barbari, che ancora oggi possiamo in parte ritrovare e riconoscere nella Venezia-città di pietra moderna e contemporanea.

Nuove e antiche figure nel paesaggio, collage

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Patrizio M. Martinelli

Intervenire in un simile luogo ha significato anche confrontarsi con questo immaginario, nel tentativo di costruire con una nuova architettura un rispettoso brano di paesaggio, nel perpetuarsi del confronto fra nuovo e antico, cercando di ritrovare l’equilibrio fra artificio e natura insito nello stesso atto fondativo dell’unità lagunare da una parte, e dall’altra carattere precipuo dell’arte del costruire architettonico.

La ricerca si è incentrata sulla progettazione di piccole cellule residenziali, ovvero di alloggi minimi (con una larghezza netta di poco più di 3 metri e una lunghezza di circa 15 metri), inseriti in aggregazione orizzontale dentro un grande edificio a telaio in linea lungo 150 metri, alto due piani su palafitte, collocato all’interno della laguna veneziana.Tali alloggi sono ideati per un abitare non necessariamente stanziale: sono residenze temporanee per pescatori, per turisti, attrezzati con atelier utilizzabili da artisti, viaggiatori, amanti della natura e del paesaggio. Si è pensato così a una struttura simile a quella dei rifugi montani, ma collocati in questo caso in laguna, in luoghi lontani dal centro storico, che quindi possono essere considerati come alloggi non necessariamente dotati delle caratteristiche del comfort abitativo permanente, ma sicuramente ricchi di una appropriata dignità e qualità spaziale. Case piccole, dunque, composte in maniera essenziale da stanze intese come luoghi dello stare, completamente aperte sul paesaggio della laguna (“La casa può anche essere un’unica stanza, quello che conta è dove questa stanza si affaccia”4 , scrive Antonio Monestiroli), che diventa dunque presenza costante della vita all’interno dell’abitazione. Il progetto si è sviluppato anche con l’intento di verificare come l’apparente rigidezza del telaio che contiene gli alloggi, i quali vi si inseriscono alla maniera dell’Unité d’Habitation lecorbuseriana, e il limitato ambito dimensionale su cui sono impostati possano portare ad una grande flessibilità e ricchezza spaziale, date dalla calibrata configurazione/combinazione degli elementi e delle parti (pareti attrezzate, scarti altimetrici dei solai, scale integrate alle componenti di servizio, dispositivi architettonici e funzionali...),

dall’aggregazione tipologica (tre tipi di alloggio, più l’elemento eccezionale dell’atelier interpretato come citazione trasfigurata di quello di Le Corbusier in Rue de Sévres a Parigi), dalle modalità distributive e di accesso ai vari “luoghi” dell’edificio di progetto quali gli svuotamenti ai vari livelli, gli approdi delle barche e i pontili sull’acqua, gli ingressi privati a quote differenziate. E anche questi ultimi non sono semplici attrezzature di servizio alla residenza, ma si trasformano in veri e propri luoghi pubblici dove sostare e passeggiare, sempre nel confronto continuo e con la possibilità di fruire esteticamente della piana d’acqua della laguna, delle sue isole vicine e lontane, e di Venezia stessa, fondale di riferimento, intellettuale ed emotivo assieme, apparentemente distante ma sempre presente a confortarci e a sostenerci nel nostro amore per l’architettura, la città e il paesaggio.

Il Veneto romano: ricostruzione del sistema delle centuriazioni venete,secondo l’interpretazione di Wladimiro Dorigo

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Abitare la gronda lagunare. Prototipi architettonici nel paesaggio della laguna veneziana

1. Polesello G., “Progetti veneziani”, in Polesello, G., “Architetture 1960-1992”, a cura di M. Zardini, Electa, Milano 1992.

2. Dorigo W., “Venezia origini: fondamenti, ipotesi, metodi”, Electa, Milano 1983.

3. Mies van der Rohe, L., “Discorso inaugurale all’Armour Institute of Technology”, in Mies van der Rohe, “Gli scritti e le parole”, a cura di V. Pizzigoni, Einaudi, Torino 2010.

4. Monestiroli, A., “Stanze”, in Monestiroli, A.; Semerani, L. (a cura di), “La casa. Le forme dello stare”, Skira, Milano 2011.

Patrizio M. MartinelliPatrizio M. Martinelli si è laureato in architettura presso lo Iuav con relatore il prof. Gianugo Polesello. Dal 1999 svolge attività didattica e di ricerca presso l’Università Iuav di Venezia e dal 2007 è guest teacher and critic presso la Münster School of Architecture. Nel 2010 consegue il titolo di Dottore di Ricerca in Composizione Architettonica presso l’Università

Iuav di Venezia, con una tesi su alcune opere di Le Corbusier. Dal 2007 partecipa alle ricerche ministeriali sul tema dell’abitare, i cui esiti sono pubblicati in “La casa. Forme e ragioni dell’abitare” (Skira 2008), a curadi L. Semerani, in “La casa. Le forme dello stare” (Skira 2011), a cura di L. Semerani e A. Monestiroli e in “La casa. Forme e luoghi dell’abitare Urbano” (Skira 2013), a cura di G. Malacarne. Nel 2011 ha svolto come borsista FSE/Regione Veneto una ricerca sull’abitare in legno in ambito lagunare e dal 2013 è assegnista di ricerca presso lo Iuav sui temi della rigenerazione urbana e architettonica. Ha curato i volumi “Fare centro. Progetti per il centro città di Mestre” (Marsilio 2009), “Architetture di Mart Stam 1924-1933. Disegni modelli interpretazioni” con A. Dal Fabbro (Poligrafo 2010), “Astrazione e memoria. Figure e forme del Comporre” (Clean 2009) di A. Dal Fabbro e “Progetto Porto Marghera.Da prima zona industriale a quartiere urbano della città metropolitana” (Marsilio 2012). Svolge dal 2000 attività professionale con realizzazioni nell’ambito degli spazi pubblici, dell’architettura della residenza, degli allestimenti di mostre (fra cui “Clorindo Testa. L’architettura animata”, 2003 e “Itinerari di architettura contemporanea”, 2004, entrambe nella Basilica Palladiana di Vicenza) e partecipando a concorsi nazionali e internazionali, ottenendo riconoscimenti e pubblicazioni.

I luoghi del progetto: la laguna nord di Venezia. Foto di E. Rutter

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