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Il sistema bancario italiano all’alba del Bail-in: tra
nuove regole e trasformazioni dei modelli di business
Fabrizio Crespi, Università Cattolica e Università di Cagliari
https://twitter.com/fabriziocrespi1
1
Agenda
Il contesto di riferimento: debito pubblico, ricchezza delle
famiglie, status quo del sistema bancario
Una marea di regole: la normativa sul Bail-in e le altre norme
in arrivo
C’è banca e banca: indicatori di solidità e modelli di business
Considerazioni conclusive
2
Il contesto di
riferimento: debito
pubblico, ricchezza
delle famiglie, status
quo del sistema
bancario
3
Il debito pubblico italiano
4
Fonte: Mazziero Research
«E’ un fatto che,
alla lunga, i debiti
non vengano
pagati»
V. Mathieu, Filosofia del denaro
Ovvero … i diversi
modi per ripagare i
debiti pubblici
La ricchezza delle famiglie italiane
5
Ricchezza complessiva
stimata da Banca d’Italia
(fine 2014) ad oltre
9.000 miliardi di euro
3.897 miliardi di euro in attività finanziarie di cui:
Depositi bancari = 714,2
Conti correnti = 521,9
Risparmio postale = 357,4
Obbligazioni bancarie = 235,6
Prestiti dei soci alle cooperative = 15,6
Fondi comuni di investimento = 376,0
Riserve tecniche di assicurazione = 803,8
Status quo del sistema bancario
6
Fonte: Bollettino Statistico Banca d’Italia I 2016, IV 2015, IV 2014
Dicembre 2015 Settembre 2015 Settembre 2014 Delta 2015 -
2014
Numero Banche 644 646 672 -28
di cui SPA 164 166 177 -13
Numero di sportelli 30.091 30.198 31.172 -1081
di cui appartenenti a Banche SPA 19.417 19.341 20.357 -940
Numero affidati 4.581.223 4.542.853 4.473.253 107.970
Impieghi (ml euro) (Banche e CDP) vs Residenti e non residenti 1.859.207 1.856.112 1.848.405 10.802
Sofferenze (ml euro) (Banche) 187.060 185.370 169.758 17.302
Sofferenze (ml euro) (Banche e CDP) 201.941 201.507 177.913 24.028
Sofferenze (% impieghi) (Banche e CDP) 10,86% 10,86% 9,63% 1.23%
Finanziamenti per acquisto immobili
(ml euro) (Banche e CDP) vs Famiglie consumatrici
294.766 293.433 292.088 2.678
Depositi (ml euro) (Banche e CDP) vs Residenti e non residenti 1.406.239 1.402.542 1.340.711 65.528
Raccolta indiretta (ml euro) Fair Value 2.125.078 2.093.957 1.992.106 13.2972
di cui parti di OICR (ml euro) 589.732 569.355 478.647 11.1085
7
Status quo del sistema bancario
Fonte: ABI-CERVED, Outlook sulle sofferenze delle imprese, Dicembre 2015
E allora come si risolve il problema??
8
9
Status quo del sistema bancario
Probabili
nuove
chiusure
di sportelli
10
Status quo del sistema bancario
Probabili
(certe)
nuove
fusioni tra
banche
Il trend tecnologico
11
Sportello: 1-2 volte all’anno
Previsioni di utilizzo dei diversi canali distributivi bancari
Call center: 5-10 volte al mese
Bancomat: 3-5 volte al mese
Tablet: 7-10 volte al mese
Mobile: 20-30 volte al mese
12
Il trend tecnologico
I nuovi competitors
13
Apple??
Google?
Microsoft
?
Una marea di
regole: la
normativa sul
Bail-in e le altre
norme in arrivo
14
Una marea di regole
15
«In via preliminare occorre osservare che negli ultimi
cinque anni si è assistito ad un continuo cambiamento del
quadro delle regole internazionale, europeo e nazionale,
determinando condizioni di incertezza operativa che, in
ultima analisi, si riflette anche sulla capacità di erogazione
del credito. Dal 2009 ad oggi abbiamo contato oltre 250
documenti di consultazione, di cui oltre 120 a livello
nazionale e oltre 130 a livello europeo»
Giovanni Sabatini
Direttore generale dell’ABI
Indagine conoscitiva sul sistema bancario italiano
nella prospettiva della vigilanza europea
Il nuovo framework
16
Unione
Bancaria
Meccanismo di Vigilanza Unico nell’area euro,
affidato alla BCE e alle autorità di Vigilanza
nazionali (SSM – Single Supervisory Mechanism)
Sistema centralizzato di gestione delle crisi
(SRM – Single Resolution Mechanism)
Schema unico di garanzia
dei depositi (da sviluppare)
Single Rulebook
17
I soggetti European Systemic Risk Board
Banca Centrale
Europea
European Supervisory Authorities (ESA)
• EBA (funzione regolamentare)
• ESMA
• EIOPA
Joint Committee
Autorità di Vigilanza Nazionale
Vigilanza diretta su more
significant banks (129) (+ di 30 MLD di total asset)
Vigilanza diretta su less
significant banks
Il nuovo framework
Le significant banks italiane
18
Banca Carige S.p.A.
Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.
Banco Popolare
Banca Popolare dell’Emilia Romagna
Banca Popolare di Milano
Banca Popolare di Sondrio
Banca Popolare di Vicenza
Barclays Bank PLC (Italy)
Credito Emiliano S.p.A.
ICCREA Holding S.p.A.
Intesa Sanpaolo S.p.A.
Mediobanca – Banca di Credito Finanziario S.p.A.
UniCredit S.p.A.
Unione di Banche Italiane (UBI)
Veneto Banca
La Bce aveva avvertito: «Veneto Banca è
a un bivio». La svolta votata oggi
permetterà alla popolare di evitare il
commissariamento e le norme sulla
risoluzione bancaria
La riforma europea delle regole di gestione delle crisi bancarie
19
Perché? • Evitare intervento tramite bilancio
pubblico (cioè contribuenti) per il
salvataggio di una banca*.
• Intervento pubblico solo come ultima
possibilità
• Risoluzione interna in caso di crisi di una
banca
* I dati Eurostat indicano che, alla fine del 2013, gli aiuti ai sistemi finanziari nazionali avevano accresciuto il debito pubblico di quasi 250 miliardi di euro in
Germania, quasi 60 in Spagna, 50 in Irlanda e nei Paesi Bassi, poco più di 40 in Grecia, sui 19 in Belgio e Austria e quasi 18 in Portogallo. In Italia, il sostegno
pubblico è stato di circa 4 miliardi, tutti ormai restituiti.
La riforma europea delle regole di gestione delle crisi bancarie
20
Corpo normativo
• Direttiva n. 2014/59/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 15 maggio 2014 che
istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di
investimento (Bank Recovery and Resolution Directive, di seguito, «BRRD»);
• Documenti EBA
• DLGS 180-181per recepimento in Italia
Avendo particolare riguardo alla Direttiva BRRD, è noto che essa sia sorta dall’esigenza di elaborare per gli enti creditizi e
le imprese di investimento meccanismi in grado di:
• mantenere la continuità delle funzioni finanziarie ed economiche essenziali degli stessi;
• ridurre al minimo l’impatto sul sistema finanziario e sull’economia reale di un eventuale loro dissesto, prevenendo
l’uso di risorse finanziarie pubbliche.
Questi obiettivi risultano esplicitamente enunciati nel Considerando n. 5 della BRRD, ove si esprime l’esigenza di introdurre «un regime che fornisca alle autorità un
insieme credibile di strumenti per un intervento sufficientemente precoce e rapido in un ente in crisi o in dissesto, al fine di garantire la continuità delle
funzioni finanziarie ed economiche essenziali dell’ente, riducendo al minimo l’impatto del dissesto sull’economia e sul sistema finanziario». «Tali strumenti», secondo il
Considerando n. 1, assolverebbero ad una duplice funzione, risultando necessari, in particolare, «per prevenire stati di insolvenza o, in caso di insolvenza, per
ridurre al minimo le ripercussioni negative, preservando le funzioni dell’ente interessato aventi rilevanza sistemica».
Obiettivi
21
La riforma europea delle regole di gestione delle crisi bancarie
Misure preparatorie
(pianificazione)
Early intervention
(intervento precoce) Risoluzione
Le fasi
Pianificazione
22
Piani di risanamento
(recovery plans)
Piani di risoluzione
(resolution plans)
• Sono elaborati dagli intermediari e aggiornati
annualmente (sia a livello individuale che a livello di
gruppo)
• Sono sottoposti alla Autorità di Vigilanza e presentati
ad Autorità di Risoluzione
• Definiscono le misure predisposte dalle banche o
che esse adotterebbero in caso di deterioramento
significativo della propria situazione finanziaria
• Sono elaborati dalla Autorità di Risoluzione (in
cooperazione con l’Autorità di Vigilanza)
• Contengono le azioni da intraprendere
tempestivamente nell’ipotesi che una banca entri
in uno stato di crisi irreversibile
Intervento
precoce
23
Misure volte a rendere possibile il risanamento di un ente in dissesto, per il quale non si
siano ancora verificate le condizioni richieste per l’avvio di una procedura di
risoluzione, evitando che il peggioramento della situazione finanziaria di tale ente sia
tale da non lasciare alternative all’attivazione degli strumenti di risoluzione
Quando? • Violazione o rischio di violazione di requisiti prudenziali
• Rapido deterioramento della situazione finanziaria
• Aumento del leverage o dei crediti in sofferenza ….
Cosa?
• Richiesta agli organi della banca di assumere iniziative per
aumentare il patrimonio, destinare profitti a capitale, richiedere
sostegno della capogruppo, attuare misure previste da piano di
risanamento, convocare assemblea, ristrutturare debito
• Rimozione alta dirigenza e amministratori
• Nomina di un temporary administrator
Risoluzione
24
Obiettivi
• garantire la continuità delle funzioni essenziali;
• evitare effetti negativi significativi sulla stabilità finanziaria, in particolare attraverso la prevenzione del
contagio, anche delle infrastrutture di mercato, e con il mantenimento della disciplina di mercato;
• salvaguardare i fondi pubblici riducendo al minimo il ricorso al sostegno finanziario pubblico straordinario;
• tutelare i depositanti contemplati dalla direttiva e gli investitori contemplati dalla direttiva
• tutelare i fondi e le attività dei clienti
Non è la liquidazione … anzi, la risoluzione mira proprio ad evitare la
liquidazione. Pe risoluzione può quindi intendersi l’insieme degli
strumenti volti alla riorganizzazione e ristrutturazione della banca
Risoluzione
25
Quando
• La banca è in dissesto o a rischio di dissesto (valutazione effettuata dalla Autorità di
Vigilanza)
• Non si può ragionevolmente prospettare che una azione alternativa del settore privato
o di vigilanza consenta di evitare il dissesto in tempi ragionevoli
• L’azione di risoluzione è necessaria nell’interesse pubblico
L’avvio di una procedura di risoluzione richiede una serie di condizioni
necessarie, che devono sussistere congiuntamente, e sono specificate
al fine di restringere la discrezionalità delle autorità di risoluzione
interessate
Risoluzione
26
Principi generali
• gli azionisti dell'ente sottoposto a risoluzione devono sopportare per primi le perdite
• i creditori dell'ente in risoluzione devono sopportare le perdite successivamente agli azionisti, secondo
l'ordine di priorità individuato dalle procedure ordinarie di insolvenza o dalla direttiva stessa
• gli organi di amministrazione e l'alta dirigenza devono essere rimossi, salve particolari circostanze, e
devono fornire tutta l'assistenza necessaria al perseguimento degli obiettivi della risoluzione
• i creditori di una stessa classe devono essere trattati in maniera uguale
• nessun creditore può sostenere perdite più ingenti di quelle che avrebbe sostenuto ove l'ente
fosse stato liquidato secondo una procedura ordinaria di insolvenza
• le autorità di risoluzione devono rispettare le salvaguardie fissate dalla direttiva stessa
Risoluzione
27
Gli strumenti
Sale of business
• Strumento attraverso il quale le Autorità di risoluzione possono imporre la cessione a un privato delle azioni e gli altri titoli di proprietà emessi da un ente soggetto a risoluzione, nonché, in tutto o in parte, le attività, i diritti o le passività dell'ente stesso (senza il consenso degli azionisti)
Bad bank-good bank
• L’Autorità di risoluzione ha il potere di separare gli attivi buoni dagli attivi deteriorati presenti nel bilancio di una banca in crisi (o di una banca-ponte) e di trasferire questi ultimi ad una o più società veicolo (bad bank)
Bridge bank
• Le Autorità di risoluzione hanno il potere di disporre la cessione ad una banca-ponte delle azioni o altri titoli di proprietà o delle attività dei diritti, e delle passività della banca in risoluzione (senza il consenso degli azionisti). La banca-ponte è una banca costituita per un periodo limitato interamente o parzialmente posseduta da una o più autorità pubbliche compresa la Autorità di risoluzione (o il fondo di risoluzione)
Bail-in
• Meccanismo consistente nel potere di svalutare, convertire o cancellare azioni e strumenti di capitale di un
ente in risoluzione (banca), atto a ripristinare la consistenza patrimoniale dello stesso, a fini di riorganizzazione
delle relative attività.
Bail-in
28
L’obiettivo principale del Bail-in è la ricapitalizzazione della banca allo scopo di
consentire a quest’ultima di continuare ad operare. L’operazione può però anche
essere funzionale al trasferimento di una attività di impresa, alla separazione delle
attività o alla cessione ad una banca-ponte delle attività
Attenzione
Le Autorità di risoluzione hanno comunque il potere di disporre la svalutazione
o la conversione degli strumenti di capitale (azioni e obbligazioni
subordinate) indipendentemente da una azione di risoluzione
Bail-in
29
Come funziona
Il Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria di Banca d’Italia, Dott. Barbagallo, nel suo esame
del disegno di Legge di delegazione europea 2014, ha evidenziato come il bail-in «… consiste nella
riduzione forzosa del valore delle azioni e del debito della banca in crisi, e/o nella conversione di
quest’ultimo in capitale
Azzeramento del capitale e delle riserve (con relative perdite per gli azionisti)
Se necessaria, svalutazione o conversione degli strumenti aggiuntivi di capitale e delle altre categorie di debito subordinato
Se necessaria, svalutazione o conversione dei crediti non subordinati e non garantiti
Eventuale utilizzo dei depositi per l’importo eccedente i 100.000 euro
Eventuale utilizzo – come estremo rimedio,
da utilizzarsi solo qualora le procedure
previste non siano sufficienti a risolvere la
crisi e a prevenire effetti dannosi
all’economia – da parte di Banca d’Italia,
anche delle risorse del Fondo nazionale di
risoluzione, tenendo così indenni talune
categorie di creditori, purché sia soddisfatta
la condizione che azionisti e creditori
abbiano assorbito le perdite per un
ammontare pari almeno all’8% del totale
passivo.
Le esclusioni dal Bail-in
30
Esclusioni permanenti Esclusioni facoltative
• i depositi protetti (cioè i depositi ammessi al rimborso da parte di un
sistema di garanzia dei depositi, fino a 100.000 euro)
• le passività garantite (covered bonds e altre passività sotto forma di
strumenti finanziari utilizzati a fini di copertura e garantiti)
• le disponibilità detenute dalla banca per conto del cliente o in virtù di
una relazione fiduciaria (per esempio il contenuto della cassetta di
sicurezza o i titoli depositati in un conto apposito) = Prodotti di
risparmio gestito
• le passività interbancarie (con scadenza inferiore a 7 giorni)
• i crediti da lavoro
• i crediti per la fornitura di beni o servizi
• crediti nei confronti di autorità tributarie e previdenziali, a condizione
che si tratti di passività privilegiate ai sensi del diritto applicabile
In circostanza eccezionali le Autorità di risoluzione possono
escludere, anche parzialmente, altre passività tra quelle
assoggettabili (eligible):
• Se non possono essere assoggettate in tempi rapidi
• Se necessario per assicurare la continuità delle funzioni
essenziali
• Se necessario per evitare contagio, in particolare con
riferimento a depositi eligible (cioè sopra i 100.000 euro)
di persone fisiche e di micro, piccole e medie imprese
• Qualora applicazione del bail-in a tali passività determini
distruzione di valore tale da imporre a carico di altri creditori
perdite maggiori rispetto al caso in cui le passività in oggetto
siano escluse
La priorità attribuita ai depositanti (depositor preference)
31
• Depositi garantiti (fino a 100.000 euro)
• Depositi ammissibili (oltre i 100.000 euro) di persone fisiche, micro piccole e medie imprese
• Creditori chirografari e depositi ammissibili (oltre 100.000 euro) di soggetti diversi da persone fisiche, micro, piccole e medie imprese
Per «piccole e medie imprese» devono intendersi ai sensi dell’art. 2, par. 1, punto 107 della BRRD, le «piccole e medie imprese quali definite in base al criterio del
fatturato annuo di cui all’articolo 2, paragrafo 1, dell’allegato della raccomandazione della Commissione n. 2003/361/CE», ovverosia le «imprese che occupano meno
di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di EUR oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro», tenendo conto che
«nella categoria delle PMI si definisce piccola impresa un'impresa che occupa meno di 50 persone e realizza un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo
non superiori a 10 milioni di euro».
E se tutto ciò non bastasse?
32
• Il ricorso a tali misure deve rappresentare una soluzione di ultima istanza, nella situazione eccezionale di una crisi sistemica, assunta dal
ministero competente o dal governo in consultazione con Autorità di risoluzione, dopo aver utilizzato tutti gli altri strumenti della risoluzione
nella misura massima possibile.
• In ogni caso, il ricorso a strumenti pubblici di stabilizzazione presuppone che vi sia stato il preventivo contributo all’assorbimento delle perdite e
alla ricapitalizzazione della banca in dissesto da parte degli azionisti e dei creditori titolari di altre passività ammissibili per un importo non inferiore
all’8% delle passività totali della banca
Fondo di risoluzione Bail-out privato
Strumenti di stabilizzazione
pubblica
Supporto con capitale
pubblico o acquisizione
temporanea della
proprietà
C’è banca e banca:
indicatori di
solidità e modelli
di business
33
Cosa fa una banca?
34
Attivo Passivo
Depositi Conti correnti
Certificati di deposito
Obbligazioni
Capitale
Prestiti
Portafoglio titoli
Altre attività
Inoltre la banca svolge attività di servizio (pagamenti, consulenza, collocamento ecc….)
Che rischi corre la banca?
35
Rischio di
credito
Rischio di
mercato
Rischio
operativo
Rischio di oscillazioni di
variabili di mercato (tassi
di interesse, tassi di
cambio, andamento dei
mercati). Impattano
prevalentemente su
portafoglio titoli
Tipico rischio collegato
all’intermediazione
tradizionale (raccolta di
denaro, prestito di
denaro)
Malfunzionamenti di
sistemi, frodi, furti, errori
di processo ……
Diversi modelli di business
36
Banche
commerciali
Investment
banks
Private banks e
banche specializzate
nella gestione del
risparmio
Banche operative
prevalentemente in
intermediazione mobiliare
che svolgono attività a
rischio sui mercati
Banche tradizionali che
guadagnano
prevalentemente da
margine di interesse
Operano prevalentemente
con clienti persone
fisiche. Offrono servizi di
consulenza e gestione del
risparmio.
Come si misura la solidità di una banca?
37
Patrimonio di qualità primaria = Common
Equity Tier 1= CET1
Patrimonio di base o Tier 1
(in grado di assorbire le perdite in condizioni di continuità
d’impresa o going concern)
Tier 1aggiuntivo
Patrimonio supplementare o
Tier 2
(in grado di assorbire le perdite in caso di crisi – gone
concern).
Risk weighted assets (attività ponderate per il rischio)
Basilea III: requisito minimo totale = 10,5%
Il concetto di Patrimonio per le banche
38
Come si misura la solidità di una banca?
39
Le domande da porsi
• Fa utili? O produce perdite?
• Gli utili sono in crescita?
• Ha molte sofferenze?
• Le sofferenze stanno aumentando?
• Deve pagare molti più interessi delle altre banche per raccogliere denaro?
• Le attività ponderate per il rischio sono in aumento?
• …………….
Indicatori
40
ROE = Risultato netto / Patrimonio netto
ROA = Risultato netto / Totale attività
Cost/income (oneri operativi/proventi operativi
Sofferenze nette / Totale
attività
Sofferenze nette / Crediti verso
clientela
Rating
Texas ratio (crediti deteriorati/CET1)
Vediamo alcuni esempi
41
Dati in ml di euro (31 dicembre 2015)
Risultato
netto Totale attivo Crediti vs
clientela Crediti vs
clientela/
Tot Attivo
Sofferenze
nette Attività
deteriorate Sofferenze
nette / Crediti
vs clientela
Attività
deteriorate/
Crediti vs
clientela
Cost/inco
me ROE Total
capital
ratio
Intesa (consolidato)
2.739 676.496 350.010 52% 14.973 33.086 4,3% 9,45% 51,4% 5,9% 16,6%
Unicredit (consolidato)
1.694 860.433 473.999 55% 19.924 38.920
4,20% 8,21% 60,8% 4,40% 14,23%
Partiamo dai due principali gruppi
Vediamo alcuni esempi
42
Dati in ml di euro
Risultato
netto Totale
attivo Crediti vs
clientela Crediti vs
clientela/
Tot Attivo
Sofferenze
nette Attività
deteriorate Sofferenze
nette /
Crediti vs
clientela
Attività
deteriorate/
Crediti vs
clientela
Att.
Pond
rischio
Cost/i
ncom
e
ROE Fondi
totali/
AP
Rating
SP/M/F
Monte Paschi (consolidato - 30
settembre 2015)
84,7 170.202 112.513 66,11% 9.473 24.387 8,40% 21,67% 73.976 58,1 ND 16,3% ND
B3
B-
Risultato netto
2014 -5,342.90
2013 -1,434.30
2012 -3,170.33
Giugno 2015
Vediamo alcuni esempi
43
Dati in ml di euro
Risultato
netto Totale
attivo Crediti vs
clientela Crediti
vs
clientela
/ Tot
Attivo
Sofferenze
nette Attività
deteriorat
e
Sofferenze
nette /
Crediti vs
clientela
Attività
deteriorate/
Crediti vs
clientela
Att. Pond
rischio Cost/i
ncom
e
ROE Fondi
totali/
AP
Rating
SP/M/F
UBI
(consolidato - 30
settembre 2015)
161.99 115.689,13 83.834,14 72.5% 4.244,36 9.871,52 5,06% 11.78% 58,129.05 62,5 2,1 15,31% BBB-
Ba1
BBB
UBI Sofferenze
nette/crediti clientela
2015 5.06%
2014 4.70%
2013 3.89%
2012 3.18%
2011 2.49%
2010 1.91%
2009 1.36%
2008 0.88%
Attenzione
al trend
Vediamo alcuni esempi
44
Dati in ml di euro (consolidato - 30
settembre 2015)
Risultato netto Totale attivo Crediti vs
clientela Crediti vs
clientela/
Tot Attivo
Sofferenze
nette Attività
deteriorate Sofferenze
nette / Crediti
vs clientela
Attività
deteriorate/
Crediti vs
clientela
Att. Pond rischio Cost/in
come ROE Fondi totali/
AP Rating SP/M/F
Banco
Popolare 349.8
123,352.60
86,561.90 70.2%
6,422.077
14,244.95 7.42% 16.46%
38,478.00 61.02 5.66 15.77% ND/Ba2/BB
Veneto Banca - 770.06
35,479.93
24,730.00 69.7%
1,608.00
4,705.00 6.50% 19.03%
24,280.97 ND ND 8.13% BB-
Vediamo alcuni esempi
45
Dati in ml di euro
Risultato netto Totale
attivo Crediti vs
clientela Crediti
vs
clientela
/ Tot
Attivo
Sofferenze
nette Attività
deteriorate Sofferenze
nette /
Crediti vs
clientela
Attività
deteriorate/
Crediti vs
clientela
Att. Pond
rischio Cost/i
ncom
e
ROE Fondi
totali/ AP Rating
SP/M/F
BPVicenza
(30 giugno 2015)
-1,052.90 41.139,00 26.779,00 65.1% 1.778,10 4.601,40 6.64% 17.18% 26.173,00 60.8 ND 7.63% ND/ND/BB
Vediamo alcuni esempi
46
Dati in ml euro (30
settembre 2015)
Risultato
netto Totale attivo Crediti vs
clientela Crediti
vs
clientel
a/ Tot
Attivo
Sofferenze
nette Attività
deteriorate Sofferenze
nette /
Crediti vs
clientela
Attività
deteriorate/
Crediti vs
clientela
Att. Pond
rischio Cost/i
ncom
e
ROE Fondi
totali/
AP
Rating
SP/M/F
Bper 82.59 60,658.49 43,449.78 71.6% 2,966.35 6,590.5870 6.83% 15.17% 40,613.44 61 2.24 13.10% BB-/ND/BB
BPM 202.82 49,515.03 33,401.50 67.5% 1,512.16 3,715.34 4.53% 11.12% 34,910.22 59 6.1 14.36% B+/Ba3/BB+
CREDEM 150.30 35,510.97 21,309.80 60.0% 359.60 808.20 1.69% 3.79% 16,809.14 63 6.4 14.92% BBB-
/Baa2/BBB+
Vediamo alcuni esempi
47
Dati in ml euro (31
dicembre 2015)
Risultato
netto Totale attivo Crediti vs
clientela Crediti vs
clientela/ Tot
Attivo
Sofferenze
nette Attività
deteriorate Sofferenze
nette / Crediti
vs clientela
Attività
deteriorate/
Crediti vs
clientela
Cost/inc
ome ROE Total
capital
ration
Fineco 193.4 18.328 922,8 3,35% 3,5 4,88 0,38% 0,53% 42,7% 42,72% 21,55%
L’importanza di un diverso
modello di business
Considerazioni conclusive
48
I punti di attenzione
Le banche possono fallire … ora lo sappiamo.
Le obbligazioni emesse dalle banche non sono più risk free
I depositi sono garantiti fino ad un certo limite
Non dimenticarsi mai del rapporto rischio-rendimento
C’è banca e banca
49
Il risparmio gestito non è soggetto a Bail-in
Grazie per l’attenzione
Fabrizio Crespi, Università Cattolica e Università di Cagliari
https://twitter.com/fabriziocrespi1
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