Master Maspoli 15 Mar 08

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ASSESSORATO TUTELA ALLA SALUTE ASSESSORATO TUTELA ALLA SALUTE E SANITAE SANITA’’

MASTER UNIVERSITARIO DI MASTER UNIVERSITARIO DI 22°° LIVELLO IN MALATTIE LIVELLO IN MALATTIE

RARERARE

Aula Morpurgo Corso Raffaello 30, TorinoAula Morpurgo Corso Raffaello 30, Torino

15 marzo 200815 marzo 2008

LEGISLAZIONE LEGISLAZIONE REGIONALE REGIONALE

Maria MASPOLI

Costituzione italiana (promulgata il27.12.1947 entrata in vigore il

1.1.1948)

Titolo V Le Regioni, le Province, i Comuni

Art. 114 : La Repubblica si riparte in Regioni, Province e Comuni

Art. 115 Le Regioni sono costituite in enti autonomi con propri poteri e

funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione

Art. 117 : La Regione emana per le seguenti materie norme legislative nei limiti dei principi fondamentali stabiliti

dalle leggi dello Stato e nel rispetto dell’interesse nazionale e di quello di altre

Regioni :

Ordinamento degli uffici e degli enti amministrativi dipendenti dalla Regione; polizia locale;fiere e mercati; urbanistica;

istruzione artigiana e professionale e assistenza scolastica, beneficenza pubblica ed assistenza sanitaria ed

ospedaliera;….

Art. 118 : Spettano alla Regione le funzioni amministrative per le materie

elencate nel precedente art., salvo quelle di interesse esclusivamente

locale che possono essere attribuite dalla legge della Repubblica alle

Province, ai Comuni o ad altri enti locali.

Lo Stato può con legge delegare alla Regione l’esercizio di altre funzioni

amministrative.

La Regione esercita le sue funzioni

delegandole a Province, Comuni, etc.

La Costituzione:

Riconosce il decentramento amministrativo (art. 5 e art. 114)

Ha introdotto la novità delle Regioni, che hanno rango costituzionale (mentre la disciplina di Province e Comuni è definita dalla legge).

L’art. 117 fa venir meno il monopolio statale sull’attività legislativa perché riconosce alle

Regioni potestà legislativa concorrente. Emerge un ordinamento bipolare Stato-Regioni.

L’art. 118 stabilisce il parallelismo tra funzioni legislative e funzioni amministrative (delegabili

a loro volta agli enti locali minori).

Fino al 1970, anno delle prime elezioni regionali, però le Regioni non decollano.

Nel 1972 vi è un primo trasferimento di funzioni disorganico e limitato : 1°

stagione di trasferimento di funzioni.

La 2° stagione di trasferimento di funzioni avvenne con il DPR 616/1977: fu un trasferimento organico di funzioni amministrative dallo Stato alle Regioni

ed agli altri enti locali.

Tra queste furono trasferite le funzioni amministrative relative all’assistenza

sanitaria ed ospedaliera

Intanto, veniva realizzandosi la Comunità Economica Europea, primo

passo verso l’Unione Europea, che prevedeva libera circolazione delle merci

e delle persone all’interno dei paesi membri.

Questo elemento è tutt’altro che di poco conto perché la globalizzazione del mercato porta con sé il concetto di

governance.

Perché il mercato globale porta con séaltri valori e principi ?

La libertà di commercio e impresa impone valori propri delle democrazie occidentali per es. se gestisco un’impresa in India e devo ricorrere alla giustizia, se questa non è giusta o non funziona non sono

tutelato.

I valori delle democrazie occidentali diventano le regole secondo le quali può

esistere un mercato mondiale.

In particolare i valori delle democrazie occidentali che interessano sono : sistemi di governo stabili; sistema giudiziario indipendente;contesto sociale legalizzato (no mafia, no

polizia corrotta);libertà di circolazione, lavoro,

commercio,impresa;pubblica amministrazione efficiente e non

corrotta;libertà di stampa e di comunicazione.

Governance : Filosofia di cambiamento delle società per

renderle compatibili fra loro e con valori comuni:

promozione delle libertà, della prevedibilità del diritto,

dell’indipendenza della magistratura, etc.

Cambiare le società attraverso l’adozione di regole compatibili con un

sistema di valori diffuso.

Definizione di Governance :

Libro Bianco Europeo del 2001 : insieme delle norme , dei processi, dei comportamenti che

influiscono sul modo in cui le competenze sono esercitate. Creazione della rete fra soggetti

istituzionali.

La Global Government Commission delle Nazioni Unite sostiene che non bastano la rete

dei decisori e gli organismi centrali di intervento, occorre coinvolgere la società

civile. E’ la somma delle molte vie istituzionali ed individuali, pubbliche e private intraprese per governare. Rete fra stato e società civile.

Alla luce delle garanzie che occorrono per il libero mercato e per entrare nella

Comunità Europea(un sistema di governo stabile; un sistema giudiziario che dia

garanzie; un contesto sociale legalizzato ( es. mafia); libertà dei cittadini;Pubblica

Amministrazione efficiente) l’Italia si trova in difficoltà perché non è

sufficientemente competitiva, non ha stabilità di governo e non ha una Pubblica Amministrazione snella.

Si apre l’epoca delle grandi riforme politiche e amministrative : sono i primi

anni ‘90 ed è l’epoca di mani pulite, delle cosiddette Bassanini ( L. 59/ 1997 e D.L.gs 112/98, che sono definite le piùgrandi riforme a Costituzione invariata perché avvengono con legge ordinaria),

della L.241/90, della separazione tra politica e dirigenza (d.l.vo29/93), delle

riforme elettorali (dal ‘93 elezione diretta del sindaco, dal ‘99 elezione

diretta del Presidente della Regione).

La riforma Bassanini si propone la riorganizzazione generale dello Stato con

l’assegnazione delle funzioni amministrative al giusto livello privilegiando il territorio più vicino

al cittadino. La legge 59/97 apre la terza fase dei trasferimenti.

La riforma ribalta l’assetto tradizionale ed individua nelle Regioni e nelle autonomie locali i

soggetti primari del sistema nazionale, assegnando a questi livelli le funzioni

amministrative in molte materie.

Si conferma il ruolo programmatorio e regolativo della Regione in quanto le spettano le funzioni

legislative e di programmazione ( indirizzo)

Nel frattempo viene costituita una commissione bicamerale con lo scopo

di provvedere ad una revisione costituzionale.

Vengono approvate due leggi costituzionali :

La 1 del 1999 che prevede l’elezione diretta del Presidente della Giunta

Regionale

la 3 del 2001 che prevede la modifica del Titolo V della Costituzione per

garantire una copertura costituzionale alla riforma Bassanini

La legge costituzionale 3 del 18.10.2001.

L.cost. 3/2001 : Art.114 : La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province,

dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.

Cost. : Art. 114 : La Repubblica si riparte in Regioni, Province e Comuni

Gli enti locali non sono più pertanto solo ripartizioni territoriali, ma sono parte

dello Stato a pari dignità; le competenze sono differenziate e allo Stato è

conservata una funzione di indirizzo nazionale.

Cost :Art. 117 : La Regione emana per le seguenti materie norme legislative nei limiti dei principi fondamentali stabiliti

dalle leggi dello Stato e nel rispetto dell’interesse nazionale e di quello di altre

Regioni :elenco materie.

L.3/2001 :Art.117: La potestà legislativa èesercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei

vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi

internazionali.

Si rovescia la logica del precedente 117 per cui sono elencate le materie

che restano alla esclusiva competenza statale, quelle di legislazione

concorrente (tra cui la tutela della salute e la ricerca scientifica), mentre tutte le materie non elencate sono di

competenza regionale.

Nella legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa,

salvo che per la determinazione dei principi fondamentali riservata alla

legislazione dello Stato.

� Fino alla L.3/2001 la legislazione regionale era ripartita in legislazione primaria esclusiva (propria delle regioni a statuto speciale) in legislazione ripartita o concorrente (propria delle materie di cui al 117) e in legislazione attuativa o integrativa.

� I limiti generali erano di legittimità(Costituzione, leggi nazionali, limite delle materie) e di merito(interesse nazionale e di altre regioni).

� Con la legge 3/2001 la gerarchia delle fonti èsempre equi-ordinata (ossia allo stesso livello nel sistema di gerarchia delle fonti), lo Stato e le Regioni incontrano nell’esercizio della loro potestà legislativa gli stessi ed unici limiti : rispetto della Costituzione; vincoli relativi all’ordinamento comunitario e agli obblighi internazionali. Non c’è più il limite del merito.

� Lo Stato non può emanare disposizioni legislative in materie al di fuori di quelle di sua legislazione esclusiva mentre spetta alle Regioni la potestàlegislativa (legislazione concorrente)nelle materie elencate al 3° comma (salvo che per la determinazione dei principi fondamentali riservata alla legislazione dello Stato -tali principi possono essere desunti dalla legislazione vigente) nonché una potestà legislativa esclusiva (4°comma).

� Le materie di legislazione esclusiva sono : agricoltura e foreste, assistenza sociale, turismo, artigianato, formazione professionale,….

� All’entrata in vigore delle normative regionali, quelle nazionali perderanno efficacia.

Le Regioni nelle materie di loro competenza partecipano alle decisioni

dirette alla formazione degli atti normativi comunitari e provvedono all’attuazione e all’esecuzione degli

accordi internazionali e degli atti dell’Unione Europea (Regolamenti e Direttive), nel rispetto delle norme

procedurali stabilite dalle leggi statali.

Art. 118 : le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che per assicurarne l’esercizio

unitario, siano conferite a Province, Cittàmetropolitane, Regioni e Stato sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed

adeguatezza.

Sussidiarietà = deriva dal diritto comunitario sull’ambiente ed è l’esercizio di compiti e funzioni al

livello più vicino al cittadino

Differenziazione = considera le diverse caratteristiche degli enti cui si vogliono conferire

poteri amministrativi per rendere effettivo il decentramento

Adeguatezza = verifica l’idoneità organizzativa delle amministrazioni rispetto al corretto esercizio

delle funzioni attribuite

La riforma del Titolo V ha reso necessario per esempio nel nostro campo la

definizione di nuovi rapporti tra Stato e Regioni con l’apertura di specifici tavoli di

concertazione.

L’epoca delle grandi riforme politiche e amministrative introduce una serie di

parole d’ordine: trasparenza, efficienza, semplificazione e delegificazione,

sussidiarietà, economicità/appropriatezza, qualità,

partecipazione, copertura finanziaria …

Cambia il rapporto con la società civile (da utente a cittadino) e le modalità di

controllo : da amministrazione di potere ad amministrazione di servizio, da

gestione per adempimenti a gestione per obiettivi.

Cambiano i controlli con sviluppo di forme di controllo nuove : il D.L.vo

29/93 aveva introdotto 4 tipi di controllo :

Controllo di regolarità amm.e contabile (= per garantire legittimità, regolarità,

correttezza dell’azione amm.)

Controllo di gestione (ottimizzazione rapporto costo-beneficio)

Valutazione del personale con incarico dirigenziale

Valutazione e controllo strategico(adeguatezza delle scelte fatte in termini di congruenza tra risultati conseguiti ed obiettivi)

L’obbligo del controllo di gestione venne definito dal decreto 286/99 che

contribuì a definirlo come un sistema di governo: i comportamenti vanno

indirizzati verso il raggiungimento degli obiettivi.

Fondamentale risulta allora la creazione di un buon sistema informativo che

consenta la valutazione dei comportamenti in relazione agli obiettivi

(risultati o esiti).

La valutazione dei risultati èindispensabile in un sistema di allocazione di risorse limitate.

La corrispondenza tra risultati ed aspettative misura l’efficacia, mentre il rapporto tra risultati e risorse misura

l’efficienza.

Per un sistema di controllo di gestione ènecessario:

Rilevare le attività in relazione agli obiettivi; analizzare il corretto utilizzo

del personale; verificare l’avanzamento dei progetti; controllare la performance

(confronti); definire le procedure di determinazione degli obiettivi gestionali

e dei soggetti responsabili (centro di costo); individuare ed analizzare gli

indicatori di efficacia, appropriatezza, esito,…

La sanità è il primo settore che ha introdotto il concetto di

aziendalizzazione, di controllo di gestione.

Alla base del concetto di aziendalizzazione c’è il concetto di responsabilità (centro di costo) e di

delega (obiettivi)

Il decreto 286 si applica a tutte le amministrazioni.

Gli enti di governo superiore (Regione) esercitano le funzioni di :

Indirizzo

Coordinamento

Vigilanza o controllo

Riparto delle risorse

Ed hanno potere sostitutivo.

Fasi del complessivo sistema di programmazione e controllo :

Pianificazione strategica

Pianificazione operativa

budget.

FUNZIONI DELLA REGIONE:FUNZIONI DELLA REGIONE:

�� DI INDIRIZZODI INDIRIZZO

�� DI COORDINAMENTODI COORDINAMENTO

�� DI CONTROLLO DI CONTROLLO

�� RIPARTO DELLE RISORSERIPARTO DELLE RISORSE

�� VERIFICA DEI RISULTATIVERIFICA DEI RISULTATI

La Regione opera attraverso le leggi regionali (Piano Sanitario Regionale), le

delibere (atti amministrativi della Giunta) le determine (espressione del

potere dirigenziale) e l’assegnazione del budget e di risorse vincolate e

finalizzate.

Il sistema di governo deve tendere alla :

Definizione degli obiettivi (in relazione alla tutela di salute attesa)

Rilevazione dell’attività

Analisi dei confronti

Definizione degli indicatori.

PER OTTEMPERARE A QUESTI COMPITI LA REGIONE DEVE POTERSI AVVALERE DI UN

SISTEMA DI LETTURA DELLA REALTA’CHE SIA:

•EFFICACE RISPETTO AL DATO CHE SI INTENDE LEGGERE E

•OMOGENEO SUL TERRITORIO

CONOSCERE:

•LO STATO DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE

•LA TIPOLOGIA

•L’ENTITA’ DELA DOMANDA DELL’UTENZA

•L’OFFERTA DA PARTE DEI SERVIZI EROGATORI

SONO ELEMENTI INDISPENSABILI PER OPERARE SCELTE DI PROGRAMMAZONE COERENTI CON L’EPIDEMIOLOGIA SANITARIA DEL TERRITORIO, CON LE RISORSE DISPONIBILI E CON IL PRINCIPIO DI EQUITA’ DELLE CURE

Il sistema di governo deve tendere alla :

definizione degli obiettivi

Rilevazione dell’attività

Analisi dei confronti

Definizione degli indicatori.

Ma essendo in un sistema di allocazione di risorse limitate è indispensabile la

valutazione dei risultati

LO SVILUPPO DI SISTEMI DI MONITORAGGIO DELLE ATTIVITA’ E’

INDISPENSABILE PER L’INTRODUZIONE DI SISTEMI DI

GORVERNO CLINICO CHE INCIDANO E STIMOLINO UN MIGLIORAMENTO EFFETTIVO E CONTINUATIVO DEI

RISULTATI.

Il CONCETTO DI GOVERNO CLINICO CONSENTE DI STABILIRE STANDARD

ASSISTENZIALI CHE POSSONO ESSERE ASSICURATI IN MODO UNIFORME SUL

TERRITORIO

LO SVILUPPO DI SISTEMI DI MISURAZIONE POTRA’ RENDERE

DISPONIBILI LE MISURE DI ESITO CHE CONSENTIRANNO DI RIVEDERE GLI STANDARD ASSISTENZIALI NON SOLO SECONDO UN CONCETTO DI

EQUITA’ MA ANCHE DI APPROPRIATEZZA ED EFFICACIA

Il sistema di governo deve tendere alla :

definizione degli obiettivi, rilevazione dell’attività, analisi dei confronti,

definizione degli indicatori.

Ma essendo in un sistema di allocazione di risorse limitate è indispensabile la

valutazione dei risultati ed un’organizzazione che porti

l’ottimizzazione delle risorse.

Le reti paiono l’organizzazione migliore per rispondere alla domanda di salute che, nella maggioranza dei casi è:

•Una domanda complessa e articolata

•Rivolta ad una pluralità di servizi

Le reti costituiscono il mezzo per rendere più equo sia l’accesso ai servizi che il successivo percorso assistenziale.

Consentono, altresì, il miglior utilizzo dei servizi preposti a livelli di complessitàdifferenti.

La rete diffusa riconosce le competenze presenti e permette una crescita del sistema all’interno di un percorso che sia di garanzia anche per il paziente.

Gli elementi costitutivi di una rete sono:

•La pre-definizione di un’organizzazione dell’attività che renda uniforme ed omogeneo il percorso sanitario

•La successiva definizione di un linguaggio comune ottenibile, per esempio, attraverso corsi di formazione e che consenta di avere dati leggibili

Organizzazione piemontese

8 aziende ospedaliere a

rilievo nazionale

8 aziende sanitarie locali

PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE

Avviene nel punto a lui più

vicino

Ci può essere successivamente un

eventuale invio all’Azienda ospedaliera di

riferimento per l’alta specialità e per le

patologie complesse

In tutte le situazione in cui è possibile il paziente torna presso la sua ASL

Tale organizzazione consente facilmente la strutturazione

dell’attività in reti il cui vantaggio è di ottenere

l’integrazione tra servizi diversi

Le reti regionali piemontesi

Diritto dei pazienti a prestazioni sempre piùappropriate

Organizzazione dei servizi vicina ai cittadini, soprattutto quelli per cui la necessità delle cure non è un fatto episodico

Il principio che regola la rete è quello di sussidiarietà tra pari

La rete definisce ogni attività quale nodo

Ogni nodo ècollegato alla rete attraverso i percorsi

Perché la rete funzioni occorre rafforzare i rapporti tra i nodi, finalizzarli e renderli visibili

Attraverso i percorsi assistenziali che legano i diversi nodi e definiscono la qualità attesa delle cure

IL PERCORSO SI CONFIGURA COME RISPOSTA PROGRAMMATA, CONDIVISA, BASATA SU EVIDENZE SCIENTIFICHE , VALUTABILE ATTRAVERSO INDICATORI DI PROCESSO E DI RISULTATO, IN RELAZIONE AI BISOGNI SPECIFICI.

La forma della rete, le sue modalitàdi funzionamento e di monitoraggio sono definiti

a livello regionale attraverso laformalizzazione delle relazioni tra i nodi della rete

La rete costituisce anche un valore aggiunto per le parti del sistema perché favorisce lo scambio

il confronto ed una crescita comune

Elementi fondamentali della reteElementi fondamentali della rete

�� La comune attivitLa comune attivitàà di sorveglianza di sorveglianza (registri, osservatori);(registri, osservatori);

�� La condivisione dei percorsi La condivisione dei percorsi assistenziali (protocolli, lineeassistenziali (protocolli, linee--guida);guida);

�� La condivisione di informazioni e di La condivisione di informazioni e di formazione;formazione;

�� LL’’individuazione dei punti di individuazione dei punti di riferimento per le diverse attivitriferimento per le diverse attivitàà..

Origini legge 279/2001Origini legge 279/2001

�� Programma dProgramma d’’azione comunitario sulle azione comunitario sulle malattie rare 1999malattie rare 1999--2003:2003:–– prevalenza < 5 per 10000 ab.prevalenza < 5 per 10000 ab.

�� Decreto legislativo 124 /1998 (riordino Decreto legislativo 124 /1998 (riordino della disciplina sulle esenzioni):della disciplina sulle esenzioni):–– gravitgravitàà clinica clinica –– grado di invaliditgrado di invaliditàà associatoassociato–– onerositonerositàà della quota di partecipazione al della quota di partecipazione al

costo del trattamentocosto del trattamento

DM n. 279 /2001DM n. 279 /2001

�� Istituzione della rete nazionale delle Istituzione della rete nazionale delle malattie rare malattie rare

�� Registro nazionale delle malattie rareRegistro nazionale delle malattie rare

�� Esenzione dalla partecipazione al costo Esenzione dalla partecipazione al costo delle relative prestazionidelle relative prestazioni

ModalitModalitàà esenzioneesenzione

�� Partecipazione al costo per le Partecipazione al costo per le prestazioni di assistenza sanitaria, prestazioni di assistenza sanitaria, incluse nei LEA incluse nei LEA

–– DiagnosiDiagnosi

–– TrattamentoTrattamento

–– Monitoraggio Monitoraggio

–– Prevenzione degli ulteriori aggravamentiPrevenzione degli ulteriori aggravamenti

�� Compresi i trattamenti farmaceuticiCompresi i trattamenti farmaceutici

ModalitModalitàà esenzioneesenzione

�� Elenca le malattie ed i gruppi di Elenca le malattie ed i gruppi di malattie rare per i quali malattie rare per i quali èè riconosciuto riconosciuto il diritto allil diritto all’’esenzione dalla esenzione dalla partecipazione al costo delle partecipazione al costo delle prestazioni sanitarieprestazioni sanitarie

Rete nazionale delle Rete nazionale delle malattie raremalattie rare

�� PrevenzionePrevenzione

�� SorveglianzaSorveglianza

�� Diagnosi Diagnosi

�� Terapia Terapia

Presidi appositamente individuati dalle Presidi appositamente individuati dalle Regioni;Regioni;

Registro nazionale delle Registro nazionale delle malattie raremalattie rare

�� Istituito presso lIstituito presso l’’ Istituto Superiore di Istituto Superiore di SanitSanitàà

�� Funzionalmente collegato con i diversi Funzionalmente collegato con i diversi Registri territoriali.Registri territoriali.

Obiettivi generaliObiettivi generali

�� Organizzazione di una Rete diffusa delle Organizzazione di una Rete diffusa delle Malattie Rare con validazione ed Malattie Rare con validazione ed accreditamento delle attivitaccreditamento delle attivitàà dei nodi della dei nodi della ReteRete

DGR DGR 2 marzo 2004, 2 marzo 2004, n. 22 n. 22 -- 1187011870

istituisce la Rete Regionale per la istituisce la Rete Regionale per la prevenzione, sorveglianza, diagnosi e terapia prevenzione, sorveglianza, diagnosi e terapia delle Malattiedelle Malattie

DecentramentoDecentramento

Maggiore assistenzaMaggiore assistenzaterritorialeterritoriale

Il modello piemontese:la Rete Regionale per le Malattie Rare

�� Indagine sistematica tra i presidi regionali Indagine sistematica tra i presidi regionali �� individuare e documentare lindividuare e documentare l’’esperienza esperienza esistente in materia. esistente in materia.

�� 2 rilevazioni successive2 rilevazioni successive

attività di ricovero in regime ordinario e di day hospital (riferita

alle SDO )

prestazioni ambulatoriali

Indagine regionaleIndagine regionale

Coinvolgimento attivo ASL, ASO e PO, Coinvolgimento attivo ASL, ASO e PO, IRCCSIRCCS

Individuazione di un referente per le malattie Individuazione di un referente per le malattie rare rare �� aanalisi critica dei dati emersi in nalisi critica dei dati emersi in seguito allseguito all’’indagineindagine

Indagine regionaleIndagine regionale

Indagine regionale: Indagine regionale: 19981998--20022002

811310431

Adulti

Etàevolutiva

ASO MOLINETTE

37%

ASO MAURIZIANO

9%

ASO S. LUIGI5%

ASO Alessandria

3%

ASO NOVARA14%

ASO CTO2%

ASO OIRM S. ANNA

0%

ASO S. CROCE

7%

Indagine regionale:Indagine regionale:AdultiAdulti

CMID-ASL-4

ASO OIRMASO OIRM--S.ANNAS.ANNA

82%82%

EtEtàà evolutiva: totalievolutiva: totali

Malattie rare

diffusamente distribuite

nel territorio regionale

Malattie rare Malattie rare

diffusamente distribuite diffusamente distribuite

nel territorio regionalenel territorio regionale

ASO MOLINETTE

ASO OIRM-S.ANNA

Malattie a minor

diffusione o a maggior

complessità diagnostica

Malattie a minor Malattie a minor

diffusione o a maggior diffusione o a maggior

complessitcomplessitàà diagnosticadiagnostica

Indagine regionaleIndagine regionale

PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE

Avviene nel punto a lui più

vicino

Ci può essere successivamente un

eventuale invio all’Azienda ospedaliera di

riferimento per l’alta specialità e per le

patologie complesse

In tutte le situazione in cui è possibile il paziente torna presso la sua ASL

�� NecessitNecessitàà di coniugare:di coniugare:–– Diritto dei pazienti a prestazioni sempre Diritto dei pazienti a prestazioni sempre

pipiùù appropriate appropriate

–– Organizzazione dei servizi sanitari Organizzazione dei servizi sanitari comunque vicina ai cittadini, soprattutto a comunque vicina ai cittadini, soprattutto a quelli per cui la necessitquelli per cui la necessitàà delle cure non delle cure non èè un fatto episodicoun fatto episodico

Rete assistenziale diffusaRete assistenziale diffusa

�� Impatto malattie rare:Impatto malattie rare:–– Spesso cronicoSpesso cronico-- invalidantiinvalidanti

�� Importanza dei riferimenti localiImportanza dei riferimenti localiEs. rete per lEs. rete per l’’assistenza respiratoria ai assistenza respiratoria ai

pazienti in etpazienti in etàà evolutiva con insufficienza evolutiva con insufficienza respiratoria acuta e/o cronica in situazione respiratoria acuta e/o cronica in situazione di disabilitdi disabilitàà complessacomplessa

Rete assistenziale diffusaRete assistenziale diffusa

I partecipanti alla rete sono:I partecipanti alla rete sono:

�� tutti coloro che a vario titolo entrano nel tutti coloro che a vario titolo entrano nel percorso assistenziale del paziente percorso assistenziale del paziente

�� sono uniti da:sono uniti da:–– protocolli clinici definiti e condivisi protocolli clinici definiti e condivisi –– condivisione di informazioni e di formazionecondivisione di informazioni e di formazione–– comune attivitcomune attivit àà di sorveglianza (attivazione di sorveglianza (attivazione

del registro) del registro)

Rete assistenziale diffusaRete assistenziale diffusa

�� Chi ha il diritto ad entrare nella reteChi ha il diritto ad entrare nella rete

�� Quali sono le regole per parteciparviQuali sono le regole per parteciparvi

Rete assistenziale diffusaRete assistenziale diffusa

�� Gestione del Registro regionale Gestione del Registro regionale

�� Coordinamento dei presidi territoriali Coordinamento dei presidi territoriali della Retedella Rete

�� Adozione di specifici protocolli Adozione di specifici protocolli

�� Promozione dellPromozione dell’’informazione e informazione e della formazionedella formazione

�� Collaborazione con lCollaborazione con l’’ISS e con le ISS e con le altre Regionialtre Regioni

Funzioni di coordinamento Funzioni di coordinamento Rete Regionale: ASL 4Rete Regionale: ASL 4

Obbligo per tutti di Obbligo per tutti di segnalare la segnalare la malattia raramalattia rara

UO SSN DBase CSIOracle

Coordinamento tecnico(CMID – ASL4)

ISS

Comitato scientifico

Obiettivi generaliObiettivi generali

�� Organizzazione di una Rete diffusa delle Organizzazione di una Rete diffusa delle Malattie Rare con validazione ed Malattie Rare con validazione ed accreditamento delle attivitaccreditamento delle attivitàà dei nodi della dei nodi della Rete Rete

�� Ottimizzazione dei percorsi diagnostici, Ottimizzazione dei percorsi diagnostici, terapeutici ed assistenzialiterapeutici ed assistenziali

DGR DGR 12 aprile 2005, n. 38 12 aprile 2005, n. 38 ––1532615326

�� istituisce un Tavolo tecnico istituisce un Tavolo tecnico –– specialistico di specialistico di supporto al Centro di Coordinamentosupporto al Centro di Coordinamento

Sviluppo di protocolli diagnostico Sviluppo di protocolli diagnostico terapeutici condivisiterapeutici condivisi

�� Uno dei Uno dei compiti del tavolo tecnicocompiti del tavolo tecnicospecialistico specialistico èè favorire lo sviluppo di protocolli favorire lo sviluppo di protocolli diagnosticodiagnostico--terapeutici condivisi medianteterapeutici condivisi mediante::

–– Supporto di specialisti delle diverse ASRSupporto di specialisti delle diverse ASR

–– Analisi dei datiAnalisi dei dati emersi dalle schede di emersi dalle schede di criterio diagnosticocriterio diagnostico

DGR DGR 12 aprile 2005, n. 38 12 aprile 2005, n. 38 ––1532615326

�� istituisce un Tavolo tecnico istituisce un Tavolo tecnico –– specialistico di specialistico di supporto al Centro di Coordinamentosupporto al Centro di Coordinamento

�� Estende i benefici del DM 279/2001 ad una Estende i benefici del DM 279/2001 ad una cinquantina di malattie di cui sono censiti cinquantina di malattie di cui sono censiti casi nella Regione. casi nella Regione.

Diritto allDiritto all’’esenzione esenzione

Circolare prot. 18796/29 del 5.12.2001Circolare prot. 18796/29 del 5.12.2001

�� prestazioni finalizzate alla diagnosi (a prestazioni finalizzate alla diagnosi (a condizione che vi sia un sospetto condizione che vi sia un sospetto diagnostico)diagnostico)

�� indagini genetiche sui familiariindagini genetiche sui familiari

�� altre prestazioni sanitarie di cui altre prestazioni sanitarie di cui allall’’art.6 del D.M. 279art.6 del D.M. 279

Diritto allDiritto all’’esenzione esenzione

Circolare prot. 18796/29 del 5.12.2001 Circolare prot. 18796/29 del 5.12.2001

Specialisti di struttura pubblicaSpecialisti di struttura pubblicaIstituti ed enti di cui all’art. 4, comma 12,

Decreto legislativo 502/92 Istituzioni sanitarie pubbliche di paesi

appartenenti all’UE

Diritto allDiritto all’’esenzione esenzione

Circolare prot. 18796/29 del 5.12.2001Circolare prot. 18796/29 del 5.12.2001

Diritti dei soggetti riconosciuti esenti:Diritti dei soggetti riconosciuti esenti:

�� Erogazione gratuita di tutti i farmaci Erogazione gratuita di tutti i farmaci necessari (compresi quelli in fascia C)necessari (compresi quelli in fascia C)

�� Fornitura diretta da parte dei servizi Fornitura diretta da parte dei servizi farmaceutici pubblici farmaceutici pubblici �� erogazione erogazione diretta da parte delle Aziende diretta da parte delle Aziende Sanitarie Regionali Sanitarie Regionali

Diritto allDiritto all’’esenzione: protocolli esenzione: protocolli diagnostico terapeutici condivisidiagnostico terapeutici condivisi

Circolare Assessorile del 11/10/2005 Prot. Circolare Assessorile del 11/10/2005 Prot. 1577/UC/San1577/UC/San

�� erogazione in regime di esenzione:erogazione in regime di esenzione:–– tutti i farmaci compresi quelli in fascia Ctutti i farmaci compresi quelli in fascia C

dei medicinali innovativi dei medicinali innovativi

–– dei farmaci impiegabili per un' indicazione terapeutica dei farmaci impiegabili per un' indicazione terapeutica diversa da quella autorizzatadiversa da quella autorizzata

–– di farmaci utilizzati a dosaggi non convenzionalidi farmaci utilizzati a dosaggi non convenzionali

–– dei preparati galenici con caratteristiche salvavitadei preparati galenici con caratteristiche salvavita

�� Obbligo di stesura di un piano terapeutico Obbligo di stesura di un piano terapeutico informatizzatoinformatizzato

Obiettivi generaliObiettivi generali

�� Organizzazione di una Rete diffusa delle Organizzazione di una Rete diffusa delle Malattie Rare con validazione ed Malattie Rare con validazione ed accreditamento delle attivitaccreditamento delle attivitàà dei nodi della dei nodi della Rete Rete

�� Ottimizzazione dei percorsi diagnostici, Ottimizzazione dei percorsi diagnostici, terapeutici ed assistenzialiterapeutici ed assistenziali

�� Informazione rivolta ad operatori ed utentiInformazione rivolta ad operatori ed utenti

Obiettivi generaliObiettivi generali

�� Organizzazione di una Rete diffusa delle Organizzazione di una Rete diffusa delle Malattie Rare con validazione ed Malattie Rare con validazione ed accreditamento delle attivitaccreditamento delle attivitàà dei nodi della dei nodi della Rete Rete

�� Ottimizzazione dei percorsi diagnostici, Ottimizzazione dei percorsi diagnostici, terapeutici ed assistenzialiterapeutici ed assistenziali

�� Informazione rivolta ad operatori ed utentiInformazione rivolta ad operatori ed utenti

�� FormazioneFormazione

FormazioneFormazione�� Compilatori della scheda di segnalazione Compilatori della scheda di segnalazione �� CSICSI

�� Corsi per operatori sanitari coinvolti nella Corsi per operatori sanitari coinvolti nella diagnosi e nella gestione del malato diagnosi e nella gestione del malato

�� Diffusione delle problematiche delle malattie Diffusione delle problematiche delle malattie rare nei corsi di laurea ad indirizzo sanitario rare nei corsi di laurea ad indirizzo sanitario ��UniversitUniversitàà di Torinodi Torino

�� Master sulle malattie rare Master sulle malattie rare �� UniversitUniversitàà di Torinodi Torino

�� Corsi di aggiornamento rivolti a medici di base Corsi di aggiornamento rivolti a medici di base ed ai pediatri di libera sceltaed ai pediatri di libera scelta

�� Convegni annualiConvegni annuali

Obiettivi generaliObiettivi generali

�� Organizzazione di una Rete diffusa delle Organizzazione di una Rete diffusa delle Malattie Rare con validazione ed Malattie Rare con validazione ed accreditamento delle attivitaccreditamento delle attivitàà dei nodi della dei nodi della Rete Rete

�� Ottimizzazione dei percorsi diagnostici, Ottimizzazione dei percorsi diagnostici, terapeutici ed assistenzialiterapeutici ed assistenziali

�� Informazione rivolta ad operatori ed utentiInformazione rivolta ad operatori ed utenti

�� Formazione Formazione

�� Ricerca ed innovazione Ricerca ed innovazione

Ricerca e innovazioneRicerca e innovazione

Promozione dello sviluppo di Promozione dello sviluppo di attivitattivitàà consortiliconsortilipluridisciplinaripluridisciplinari::

�� ricerca applicata a problematiche clinico assistenzialiricerca applicata a problematiche clinico assistenziali

�� identificazione e diffusione di identificazione e diffusione di "consensus statement" "consensus statement"

malattie rare indicate dal tavolo tecnicomalattie rare indicate dal tavolo tecnico--scientifico come di scientifico come di interesse prioritario per il Sistema Sanitario Regionaleinteresse prioritario per il Sistema Sanitario Regionale. .

Inserimento nel gruppo regionale di definizione della Inserimento nel gruppo regionale di definizione della medicina rigenerativamedicina rigenerativa

Obiettivi generaliObiettivi generali

�� Organizzazione di una Rete diffusa delle Organizzazione di una Rete diffusa delle Malattie Rare con validazione ed Malattie Rare con validazione ed accreditamento delle attivitaccreditamento delle attivitàà dei nodi della Rete dei nodi della Rete

�� Ottimizzazione dei percorsi diagnostici, Ottimizzazione dei percorsi diagnostici, terapeutici ed assistenzialiterapeutici ed assistenziali

�� Informazione rivolta ad operatori ed utentiInformazione rivolta ad operatori ed utenti

�� Formazione Formazione

�� Ricerca ed innovazioneRicerca ed innovazione

�� Miglioramento della qualitMiglioramento della qualitàà di vita dei pazientidi vita dei pazienti

Miglioramento della Miglioramento della qualitqualitàà di vitadi vita

�� ContattiContatti con le con le associazioni di associazioni di volontariatovolontariato da parte del Centro da parte del Centro Regionale di Coordinamento al fine di Regionale di Coordinamento al fine di recepire le principali recepire le principali domande domande assistenzialiassistenziali e e socialisociali dei pazienti e dei pazienti e delle famiglie;delle famiglie;

Rapporti con le associazioniRapporti con le associazioni

�� Inserimento nel portale Web della Regione dei Inserimento nel portale Web della Regione dei link delle associazioni che rispondono a regole link delle associazioni che rispondono a regole stabilitestabilite

�� Collaborazione con le associazioni per il Collaborazione con le associazioni per il miglioramento delle condizioni di vita dei pazientimiglioramento delle condizioni di vita dei pazienti

�� Collaborazione con le associazioni e le istituzioni Collaborazione con le associazioni e le istituzioni locali per lo sviluppo linee guida assistenzialilocali per lo sviluppo linee guida assistenziali

�� Collaborazione con le associazioni nelle attivitCollaborazione con le associazioni nelle attivitààformativeformative

Le malattie rare sono un esempio di Le malattie rare sono un esempio di regionalizzazione in quanto i modelli regionalizzazione in quanto i modelli proposti sono molto diversi tra loro.proposti sono molto diversi tra loro.

Le nostre scelte sono state :Le nostre scelte sono state :�� Non stravolgere lNon stravolgere l ’’ assetto regionaleassetto regionale�� Riconoscere e valorizzare le Riconoscere e valorizzare le

competenze medicocompetenze medico --scientifiche scientifiche presentipresenti

�� Riordinare questa materiaRiordinare questa materia�� Introdurre elementi utili al governo Introdurre elementi utili al governo

clinicoclinico

ConclusioniConclusioni

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