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presentazione utilizzata nel corso di teoria e tecnica della comunicazione 2014/2015 - corso di laurea in Scienze dell'infanzia
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Essere e comunicare
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Corso: T. e T. della comunicazione generativaCorso di laurea:
Firenze – 17 ottobre 2014
Marco SbardellaMarco.sbardella@unifi.it
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Chi sono io…
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• Laurea in Teorie della comunicazione• Phd in Economia vitivinicola e sviluppo rurale
• Al CSL dal 2011• Progetto San Casciano Smart Place• Progetto Comunicazione del PSR• Progetto ComUnico• Corso in Social Media Strategies
• https://twitter.com/Marcobein
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Il Communication Strategies Lab
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Di cosa parliamo oggi
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Capitolo 2: Essere e comunicarepp. 81 - 128
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La crisi
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«La crisi […] che stiamo vivendo e che vivremo per molti anni ancora, al di là delle vicende monetarie e finanziarie, viene da lontano.»p. 81
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La crisi
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«La crisi […] che stiamo vivendo e che vivremo per molti anni ancora, al di là delle vicende monetarie e finanziarie, viene da lontano.»p. 81
QUALE CRISI?
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La crisi
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«La crisi […] che stiamo vivendo e che vivremo per molti anni ancora, al di là delle vicende monetarie e finanziarie, viene da lontano.»p. 81
QUALE CRISI?
• Una crisi economica• Una crisi finanziaria• Una crisi strutturale• Una crisi di sistema• Una crisi sociale• Una crisi politica• Una crisi della comunicazione• Una crisi….
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La crisi
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«La crisi […] che stiamo vivendo e che vivremo per molti anni ancora, al di là delle vicende monetarie e finanziarie, viene da lontano.»p. 81
QUALE CRISI?
• Una crisi economica• Una crisi finanziaria• Una crisi strutturale• Una crisi di sistema• Una crisi sociale• Una crisi politica• Una crisi della comunicazione• Una crisi…. culturale
COME SI ESCE?
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La deriva comunicativa
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«La natura di questa crisi è di genere radicalmente diverso da quelle precedenti: è culturale, di visione del senso e del significato della condizione di uomini, nel privato e nel pubblico. In altri termini è un’immensa crisi del modello a cui ha fatto riferimento, da sempre, la nostra umanità, il quale si è rivelato inadatto a mantenere la centralità dell’uomo di fronte alle grandi trasformazioni che stanno andando avanti sulla base di input dati da noi, ma i cui effetti adesso subiamo senza le necessarie verifiche e interventi correttivi.»p. 82
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La deriva comunicativa
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Per evitare la deriva comunicativa è necessario:
• Analizzare• Capire• Progettare• Governare
«La natura di questa crisi è di genere radicalmente diverso da quelle precedenti: è culturale, di visione del senso e del significato della condizione di uomini, nel privato e nel pubblico. In altri termini è un’immensa crisi del modello a cui ha fatto riferimento, da sempre, la nostra umanità, il quale si è rivelato inadatto a mantenere la centralità dell’uomo di fronte alle grandi trasformazioni che stanno andando avanti sulla base di input dati da noi, ma i cui effetti adesso subiamo senza le necessarie verifiche e interventi correttivi.»p. 82
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La deriva comunicativa
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Per evitare la deriva comunicativa è necessario:
• Analizzare• Capire• Progettare• Governare
«La natura di questa crisi è di genere radicalmente diverso da quelle precedenti: è culturale, di visione del senso e del significato della condizione di uomini, nel privato e nel pubblico. In altri termini è un’immensa crisi del modello a cui ha fatto riferimento, da sempre, la nostra umanità, il quale si è rivelato inadatto a mantenere la centralità dell’uomo di fronte alle grandi trasformazioni che stanno andando avanti sulla base di input dati da noi, ma i cui effetti adesso subiamo senza le necessarie verifiche e interventi correttivi.»p. 82
Vedi anche:I server dei bot della finanza vicino a Wall Street
Federico Rampini, Rete padrona
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Il ruolo della comunicazione
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Stiamo esplorando nuovi territori con mappe vecchie…
«vogliamo “gubernare” questo immenso movimento epocale che noi abbiamo creato? Vogliamo rafforzare o indebolire la centralità dell’uomo?»p. 83
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Il ruolo della comunicazione
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Stiamo esplorando nuovi territori con mappe vecchie…
• Nanotecnologie• Bioetica • Genetica• Big data • Transumanesimo• Esplorazioni spaziali• Esaurimento delle risorse• Sovrappopolazione • Riscaldamento globale ed eventi
estremi
Infinitamente grande e infinitamente piccolo:
«vogliamo “gubernare” questo immenso movimento epocale che noi abbiamo creato? Vogliamo rafforzare o indebolire la centralità dell’uomo?»p. 83
Decidiamo o decidiamo di non decidere?
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Ideale vs. possibile
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«una realtà che dovrà essere interpretata […] come possibilità di materializzare, di dare vita all’ideale proprio valorizzando i “limiti” del presente, finalmente riscattati al rango di risorse, di fondamentale punto di partenza.Una realtà sentita non più come antitesi all’utopia […] bensì come strumento per vivere l’ideale oggi, subito; e, al tempo stesso, proprio vivendo in quei limiti incancellabili, connaturati alla nostra condizione umana, per cambiarlo davvero, per approfondirlo ulteriormente e continuare a elaborarlo, senza sosta.»p. 84
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Ideale vs. possibile
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«una realtà che dovrà essere interpretata […] come possibilità di materializzare, di dare vita all’ideale proprio valorizzando i “limiti” del presente, finalmente riscattati al rango di risorse, di fondamentale punto di partenza.Una realtà sentita non più come antitesi all’utopia […] bensì come strumento per vivere l’ideale oggi, subito; e, al tempo stesso, proprio vivendo in quei limiti incancellabili, connaturati alla nostra condizione umana, per cambiarlo davvero, per approfondirlo ulteriormente e continuare a elaborarlo, senza sosta.»p. 84
«e questo non per perdersi, per rinunciare alla forza dell’ideale che ci spinge verso una condizione sempre migliore d’umanità, e neppure per lasciarsi corrompere dall’essere possibile, dai compromessi del presente.»p. 84
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Ideale vs. possibile
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«una realtà che dovrà essere interpretata […] come possibilità di materializzare, di dare vita all’ideale proprio valorizzando i “limiti” del presente, finalmente riscattati al rango di risorse, di fondamentale punto di partenza.Una realtà sentita non più come antitesi all’utopia […] bensì come strumento per vivere l’ideale oggi, subito; e, al tempo stesso, proprio vivendo in quei limiti incancellabili, connaturati alla nostra condizione umana, per cambiarlo davvero, per approfondirlo ulteriormente e continuare a elaborarlo, senza sosta.»p. 84
«e questo non per perdersi, per rinunciare alla forza dell’ideale che ci spinge verso una condizione sempre migliore d’umanità, e neppure per lasciarsi corrompere dall’essere possibile, dai compromessi del presente.»p. 84
Si applica ai progetti!
La comunicazione è la relazione, lo strumento di ricerca, di sviluppo, di realizzazione dell’interazione tra i due piani, fra il praticabile e ciò che crediamo di riuscire ad immaginare
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Terra di mezzo
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La comunicazione si colloca quindi nella terra di mezzo tra:
• Ideale e possibile• Teorie e pratiche• Massimo dell’astrattezza e massimo della concretezza• Immateriale e materiale
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Riprendere il controllo
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«la svolta epocale di questi ultimi decenni ha segnato l’affermazione di un processo d’intensità fenomenale, generativo di condizioni, individuali e collettive, storicamente eccezionali, messo in moto non solo dalle azioni degli uomini ma anche dal comportamento delle “cose” che essi hanno creato. Quasi che i “prodotti” umani, materiali e simbolici, avessero preso a vivere in maniera autonoma dai loro artefici, liberandosi di un controllo che con il passare del tempo si è rivelato sempre più formale, debole nella concezione e nell’attuazione.»p. 88
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Riprendere il controllo
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«la svolta epocale di questi ultimi decenni ha segnato l’affermazione di un processo d’intensità fenomenale, generativo di condizioni, individuali e collettive, storicamente eccezionali, messo in moto non solo dalle azioni degli uomini ma anche dal comportamento delle “cose” che essi hanno creato. Quasi che i “prodotti” umani, materiali e simbolici, avessero preso a vivere in maniera autonoma dai loro artefici, liberandosi di un controllo che con il passare del tempo si è rivelato sempre più formale, debole nella concezione e nell’attuazione.»p. 88
«Davanti a questo fenomeno inarrestabile, la nostra è stata e continua ad essere una posizione pericolosamente attendista. Il che rafforza l’urgenza di assumerci la responsabilità di governare questi processi attivati da ingegnerie fisiche e sociali mai sperimentate prima nella nostra storia.» p. 89
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Oltre il Pil
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«in attesa […] che le scritture invisibili della nostra storia, nelle loro tante forme, riescano a trovare il loro modo di emergere, la ricerca ha individuato un’importante e strategica area di riflessione critica su questa problematica, quella a vario titolo afferisce alle problematiche degli indicatori del benessere e della ricchezza, e che ben si riassume nella battaglia in corso contro la dittatura del Prodotto Interno Lordo, assunto ad emblema – per chi sta cercando strade valutative e progettuali diverse da quelle dominanti – per denunciare l’impossibilità egli indicatori espressi dai modelli economici oggi vincenti di giudicare il livello di qualità della vita pubblica e privata.» p. 91
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Oltre il Pil
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«in attesa […] che le scritture invisibili della nostra storia, nelle loro tante forme, riescano a trovare il loro modo di emergere, la ricerca ha individuato un’importante e strategica area di riflessione critica su questa problematica, quella a vario titolo afferisce alle problematiche degli indicatori del benessere e della ricchezza, e che ben si riassume nella battaglia in corso contro la dittatura del Prodotto Interno Lordo, assunto ad emblema – per chi sta cercando strade valutative e progettuali diverse da quelle dominanti – per denunciare l’impossibilità egli indicatori espressi dai modelli economici oggi vincenti di giudicare il livello di qualità della vita pubblica e privata.» p. 91
• Commissione Stiglitz• Human development index• Genuine progress indicator• Impronta ecologica• Index of Sustainable
Economic Welfare• Felicità interna lorda• Progetto BES• Progetto Oltre il Pil
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Invisibili script
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«i valori, le norme, i comportamenti degli esseri umani rispondono a scelte che ormai non sono più percepite come tali, come costruzioni culturali, ma sono sentite come fatti naturali, connaturati alla condizione umana, inevitabili. Le grammatiche sociali, cioè, che indirizzano queste scelte riescono ad imporsi ‘naturalmente’ utilizzando script ormai così introiettati da pratiche che nessuno discute […] da essere diventati invisibili alla coscienza»
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Invisibili script
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«i valori, le norme, i comportamenti degli esseri umani rispondono a scelte che ormai non sono più percepite come tali, come costruzioni culturali, ma sono sentite come fatti naturali, connaturati alla condizione umana, inevitabili. Le grammatiche sociali, cioè, che indirizzano queste scelte riescono ad imporsi ‘naturalmente’ utilizzando script ormai così introiettati da pratiche che nessuno discute […] da essere diventati invisibili alla coscienza.»p. 92
Pratiche di consumoVs.
Fermento del dopoguerra
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Un’occasione persa
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Nel secondo dopoguerra abbiamo avuto un’occasione storica, persa a causa di:
• Una fuga dalla responsabilità e dal piacere di ideare un futuro che fosse capace di dare risposte immediate, pur sulla base di un progetto possibile solo in tempi lunghi;
• Un progressivo indebolimento delle nostre capacità di progettazione rispetto a una realtà le cui matrici socio-culturali si sono rivelate immutabili, resistenti, vecchie;
• Una diffusa rassegnazione segnata da nostalgia e rimpianti, da una parte, e da cinica esaltazione del contingente e della relativa praticità confuse con la progettualità dall’altra;
• Una visione conservativa della vita, espressa in particolare dai media
p. 95
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La memoria
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• Accumulo• Memorie-magazzini• Nuove tecnologie• Procrastinazione• Memorie convergenti
• Memoria per progettare• Memoria al futuro• Memorie divergenti
Vs.
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Quale comunicazione?
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Una comunicazione conservativa ma sempre più rumorosa… che crea un paradosso apparente
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Quale comunicazione?
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Una comunicazione conservativa ma sempre più rumorosa… che crea un paradosso apparente
Tecnologie che potrebbero collegare tutto e tutti e che generano nuove realtà (aerei, tecnologie informatiche, ingegneria genetica)
Una cultura del fare quotidiano comunicazione che pone fortissime resistenze a integrazioni e ibridazioni, soprattutto ai processi generativi (classi sociali, ghetti, specializzazioni)
Vs.
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Quale comunicazione?
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Una comunicazione conservativa ma sempre più rumorosa… che crea un paradosso apparente
Tecnologie che potrebbero collegare tutto e tutti e che generano nuove realtà (aerei, tecnologie informatiche, ingegneria genetica)
Una cultura del fare quotidiano comunicazione che pone fortissime resistenze a integrazioni e ibridazioni, soprattutto ai processi generativi (classi sociali, ghetti, specializzazioni)
Vs.
Potenzialità della comunicazione
Uso effettivo della comunicazione
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Quale comunicazione?
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Una comunicazione conservativa ma sempre più rumorosa… che crea un paradosso apparente
Tecnologie che potrebbero collegare tutto e tutti e che generano nuove realtà (aerei, tecnologie informatiche, ingegneria genetica)
Una cultura del fare quotidiano comunicazione che pone fortissime resistenze a integrazioni e ibridazioni, soprattutto ai processi generativi (classi sociali, ghetti, specializzazioni)
Vs.
Potenzialità della comunicazione
Uso effettivo della comunicazione
La comunicazione, che ne è effetto e causa al tempo stesso, si pone come manifestazione di un’umanità sconosciuta, ma mostra fatica a comprenderla, a esprimerla, a interpretarla perché ancora basata su parametri e modelli inadeguati. Una situazione che porta naturalmente a un uso pericoloso della comunicazione stessa, un’energia sempre più fuori controllo sia per chi la possiede sia per chi ne è posseduto.p. 103
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Il libro eterno della realtà
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C’era una volta l’uomo che poteva soltanto comprendere il libro eterno della realtà. La sua dignità e libertà consistevano nell’intendere il testo immutabile della nostra umanità.p. 106
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Il libro eterno della realtà
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C’era una volta l’uomo che poteva soltanto comprendere il libro eterno della realtà. La sua dignità e libertà consistevano nell’intendere il testo immutabile della nostra umanità.p. 106
Quel libro oggi non appare più eterno perché […] l’umanità è arrivata alla fine di un lungo cammino che l’ha portata a poter usufruire di tutti gli strumenti spirituali e materiali per poter scrivere lei stessa il libro della realtà.p. 106
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Progettualità
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C’è una visione falsamente progettuale, ideale, etica, ideologica, politica, morale della realtà che ci allontana dalla realtà stessa. Essa […] ci spinge a disprezzare l’identità dell’esistente a favore di ciò che vorremmo che fosse; oppure, fatto del tutto complementare, ci sollecita a rinviare qualsiasi verifica e confronto con la realtà stessa, in nome di una nostra preparazione non ancora sufficiente.p. 107
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Progettualità
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C’è una visione falsamente progettuale, ideale, etica, ideologica, politica, morale della realtà che ci allontana dalla realtà stessa. Essa […] ci spinge a disprezzare l’identità dell’esistente a favore di ciò che vorremmo che fosse; oppure, fatto del tutto complementare, ci sollecita a rinviare qualsiasi verifica e confronto con la realtà stessa, in nome di una nostra preparazione non ancora sufficiente.p. 107
C’è, d’altro canto, una visione, questa sì davvero progettuale di altissimo valore, che ci porta dentro la realtà, che ci sollecita a immergerci nell’essere così come è, in cerca proprio della sua distonia più aspra rispetto ai modelli e agli schemi ideali a noi cari, a praticare le fattualità più difformi, discordanti, sgradevoli per la loro mancata corrispondenza con gli equilibri e le proporzioni dei modelli teorici e utopistici, nella precisa convinzione che teoria e utopia vivano nella e della realtà esistente.p. 107
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Il caso coop: una comunicazione divergente
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La divergenza consisteva nel voler studiare una forma di comunicazione da collocarsi soprattutto dentro il prodotto e non soltanto da intendersi come comunicazione del prodotto, interpretando qui come prodotto qualsiasi cosa (servizi compresi), sia materiale che simbolica, risultata da ogni processo di azione-trasformazione sulla realtà sviluppato dalla cooperativa e dai suoi soci e utenti.p. 109
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Il caso coop: una comunicazione divergente
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La divergenza consisteva nel voler studiare una forma di comunicazione da collocarsi soprattutto dentro il prodotto e non soltanto da intendersi come comunicazione del prodotto, interpretando qui come prodotto qualsiasi cosa (servizi compresi), sia materiale che simbolica, risultata da ogni processo di azione-trasformazione sulla realtà sviluppato dalla cooperativa e dai suoi soci e utenti.p. 109
Rafforzamento dei soci
+
Rafforzamento dei dipendenti
+
Rafforzamento dei fornitori
=
Rafforzamento della cooperativa
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Il caso coop: una comunicazione divergente
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La divergenza consisteva nel voler studiare una forma di comunicazione da collocarsi soprattutto dentro il prodotto e non soltanto da intendersi come comunicazione del prodotto, interpretando qui come prodotto qualsiasi cosa (servizi compresi), sia materiale che simbolica, risultata da ogni processo di azione-trasformazione sulla realtà sviluppato dalla cooperativa e dai suoi soci e utenti.p. 109
Rafforzamento dei soci
+
Rafforzamento dei dipendenti
+
Rafforzamento dei fornitori
=
Rafforzamento della cooperativa
Rafforzamento del territorio
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La comunicazione nel ciclo produttivo
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La comunicazione diventa parte integrante del ciclo vitale dei prodotti, dalla loro ideazione alla presa di possesso degli stessi.p. 110
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La comunicazione nel ciclo produttivo
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La comunicazione diventa parte integrante del ciclo vitale dei prodotti, dalla loro ideazione alla presa di possesso degli stessi.p. 110
MA
La comunicazione oggi, come tendenza vincente, resta e continua a essere praticata sulla base di modelli di tipo fortemente gerarchico-trasmissivo-imitativo.p. 110
SI VEDA IL CAP. 4
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Conoscenza e ricerca
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Una ‘guerra’ che si gioca su due fronti:
Quello che vede come posta in gioco la trasformazione delle knowledge society da parco zoologico dei sogni e politiche, economie, società, tecnologie possibili, il che avverrà soltanto quando la conoscenza e la ricerca diventeranno un modo di essere, di vivere la nostra condizione più quotidiana e normale
Quello dove si combatte per innalzare il livello culturale diffuso, abbattendo le forti pressioni economico-politiche che spingono, viceversa, per abbassarlo sempre di più, cancellando le tradizioni e i saperi originari e impedendo al contempo ai saperi nuovi di arricchire la cultura e l’educazione di tutti
p. 111
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Neutralità della comunicazione
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La comunicazione è considerata uno strumento neutro, pre-politico, pre-valoriale […] uno strumento che può essere usato bene o male, ma al di là dei contenuti che trasmette
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Neutralità della comunicazione
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La comunicazione è considerata uno strumento neutro, pre-politico, pre-valoriale […] uno strumento che può essere usato bene o male, ma al di là dei contenuti che trasmette
Si continua così a ignorare il fatto fondamentale che la stessa comunicazione non può essere espressione ed esprimere culture, valori, obiettivi diversi, fra loro conflittuali.
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Neutralità della comunicazione
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La comunicazione è considerata uno strumento neutro, pre-politico, pre-valoriale […] uno strumento che può essere usato bene o male, ma al di là dei contenuti che trasmette
Si continua così a ignorare il fatto fondamentale che la stessa comunicazione non può essere espressione ed esprimere culture, valori, obiettivi diversi, fra loro conflittuali.
Un errore che può essere superato soltanto se si inizia a parlare di comunicazioni, al plurale e non più al singolare, perché esistono tante comunicazioni quante sono le visioni etiche, politiche, economiche dei vivere sociale. E ogni comunicazione, proprio perché diversa da tutte le altre, concorre sostanzialmente, come poche altre funzioni sociali, a sostenere, rafforzare, sviluppare un tipo di società.p. 112
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Il controllo della comunicazione
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Il controllo della comunicazione viene esercitato attraverso il dominio/possesso di:
HARDWARECioè la dimensione fisico-logica di un medium
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Il controllo della comunicazione
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Il controllo della comunicazione viene esercitato attraverso il dominio/possesso di:
HARDWARECioè la dimensione fisico-logica di un medium
SOFTWARECioè l’insieme delle regole, dei comportamenti e delle tecniche necessarie per utilizzare quel medium
potere
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Il controllo della comunicazione
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Il controllo della comunicazione viene esercitato attraverso il dominio/possesso di:
HARDWARECioè la dimensione fisico-logica di un medium
SOFTWARECioè l’insieme delle regole, dei comportamenti e delle tecniche necessarie per utilizzare quel medium
KNOWAREL’area del content e dei relativi linguaggi: la più difficile da individuare, comprendere, riconoscere e combattere
potere potere
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Il linguaggio
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Quando si dice che il medium è il messaggio, si dovrebbe capire che l’asse interpretativa di questa affermazione si è spostata verso il fatto che oggi il cavallo di Troia per il controllo si esercita tramite l’imposizione di un linguaggio. E, infatti, disseminandolo, giorno dopo giorno, nei contesti più vari e apparentemente remoti, che si riesce a tendere generale una tendenza, un atteggiamento, una forma mentis, cognitiva quanto comportamentale, che poi sono le matrici, le cause prime, le griglie strutturali da cui scaturiscono e a cui ritornano tutti i contenuti.p. 115
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Comunicazione cooperativa
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Quindi, una cooperativa che comunica bene non può, salvo rinnegare la propria mission, i propri grandi obiettivi, l’identità della sua impresa sociale, comunicare allo stesso modo di un’azienda che non si basa sui contributi dei soci in capitale e in lavoro, sugli scopi mutualistici che sono alla base di ogni cooperativa.p. 117
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Comunicazione cooperativa
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Quindi, una cooperativa che comunica bene non può, salvo rinnegare la propria mission, i propri grandi obiettivi, l’identità della sua impresa sociale, comunicare allo stesso modo di un’azienda che non si basa sui contributi dei soci in capitale e in lavoro, sugli scopi mutualistici che sono alla base di ogni cooperativa.p. 117
Per una cooperativa può essere assai più efficace cercare di potenziare e migliorare la propria, specifica via alla comunicazione, piuttosto che inseguire una comunicazione, piuttosto che inseguire una comunicazione la cui stessa grammatica è di per sé ostile alla sua cultura perché penalizza tutti quei valori in cui la cooperativa s’immedesima e in cui crede.Tutte le volte che la cooperativa si discosta dall’identità comunicativa che la contraddistingue […] corre il rischio concreto di far degenerare il proprio progetto, di snaturare la propria mission, di perdere la propria personalità sociale.p. 118
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Comunicazione cooperativa
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Quindi, una cooperativa che comunica bene non può, salvo rinnegare la propria mission, i propri grandi obiettivi, l’identità della sua impresa sociale, comunicare allo stesso modo di un’azienda che non si basa sui contributi dei soci in capitale e in lavoro, sugli scopi mutualistici che sono alla base di ogni cooperativa.p. 117
Per una cooperativa può essere assai più efficace cercare di potenziare e migliorare la propria, specifica via alla comunicazione, piuttosto che inseguire una comunicazione, piuttosto che inseguire una comunicazione la cui stessa grammatica è di per sé ostile alla sua cultura perché penalizza tutti quei valori in cui la cooperativa s’immedesima e in cui crede.Tutte le volte che la cooperativa si discosta dall’identità comunicativa che la contraddistingue […] corre il rischio concreto di far degenerare il proprio progetto, di snaturare la propria mission, di perdere la propria personalità sociale.p. 118
Allora la comunicazione della cooperativa non può che emergere dall’ideazione, espressione, interpretazione e valorizzazione della sua inconfondibile origine culturale, dei suoi sviluppi storici e dell’identità futura cui aspira.p. 119
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Comunicazione cooperativa
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Quindi, una cooperativa che comunica bene non può, salvo rinnegare la propria mission, i propri grandi obiettivi, l’identità della sua impresa sociale, comunicare allo stesso modo di un’azienda che non si basa sui contributi dei soci in capitale e in lavoro, sugli scopi mutualistici che sono alla base di ogni cooperativa.p. 117
Per una cooperativa può essere assai più efficace cercare di potenziare e migliorare la propria, specifica via alla comunicazione, piuttosto che inseguire una comunicazione, piuttosto che inseguire una comunicazione la cui stessa grammatica è di per sé ostile alla sua cultura perché penalizza tutti quei valori in cui la cooperativa s’immedesima e in cui crede.Tutte le volte che la cooperativa si discosta dall’identità comunicativa che la contraddistingue […] corre il rischio concreto di far degenerare il proprio progetto, di snaturare la propria mission, di perdere la propria personalità sociale.p. 118
SPUNTO 2: NUOVA CAMPAGNA #CHIEDILOALLACOOP
Allora la comunicazione della cooperativa non può che emergere dall’ideazione, espressione, interpretazione e valorizzazione della sua inconfondibile origine culturale, dei suoi sviluppi storici e dell’identità futura cui aspira.p. 119
SPUNTO 1: MEMORIA, DO YOU REMEMBER?
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Comunicazione interna e esterna
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Non esiste differenza tra comunicazione interna, comunicazione esterna e comunicazione organizzativa
Se non c’è coerenza si indebolisce tutta l’organizzazione!
L’uso dei social media come impatta su questo?
52
La buona comunicazione
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La buona comunicazione sta dentro i prodotti, e cioè prima di tutto dentro il prodotto matrice, che è a monte di tutta la produzione, e cioè dentro l’identità sociale dell’azienda di cui si sta parlando.p. 123
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La buona comunicazione
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La buona comunicazione sta dentro i prodotti, e cioè prima di tutto dentro il prodotto matrice, che è a monte di tutta la produzione, e cioè dentro l’identità sociale dell’azienda di cui si sta parlando.p. 123
La produzione, in questa prospettiva, è espressione del knowledge posseduto da un dato ente e, al tempo stesso, è strumento per generare conoscenza, il che può avvenire solo nel caso in cui l’intero impianto comunicativo sia architettato per questo scopo. Ecco perché è opportuno parlare di comunicazione nel prodotto invece che di sola comunicazione del prodotto.p. 124
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Le narrazioni e il potere
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la Storia ci insegna che da sempre per dominare una società, grande o piccola che sia, prima ancora del controllo sulle forze di polizia, sui tribunali, sugli eserciti, sulle forze lavorative, sulle scuole, sulle banche, ecc., è necessario controllare le sue storie. La mondializzazione, così come sta avvenendo, è prima di tutto l’imposizione di un’unica narrazione della realtà e della conseguente costruzione sociale. Questa è la vera convergenza da cui tutto poi dipende, tecnologie comprese.p. 127
55
Sulla comunicazione cooperativa…
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www.memoriecooperative.it
• Toschi, L. (2009), Quale comunicazione per un’impresa cooperativa?, in S. Costalli, Identità e cambiamento. Marchi distintivi dal mondo Coop, Livorno, Debatte Editore
• Toschi, L. (2012), Diritto alla memoria. La comunicazione cooperativa come strumento per una nuova visione dell’economia, in E. Mannari, A. Ghisaura, M. Gualersi (a cura di), Custodire il futuro. L’Archivio Storico di Unicoop Tirreno, Milano, Mind
• Toschi, L. (2013), Think local, act global? Territori di lotta, in S. Costalli, La città co-operativa, Milano, Bruno Mondadori
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Grazie dell’attenzione
Marco SbardellaMarco.sbardella@unifi.it
www.csl.unifi.itwww.comunicazionegenerativa.org
www.csl.unifi.it
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