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Giornale di istituto del Liceo Bertolucci.
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Pagina 1
IL QUART .
Erasmus + in Bulgaria
LA BUONA SCUOLA ?!
INTERVISTE SULLA RIFORMA
ESPRIMERE SE STESSI
NELLA COLLETTIVITA „
La politica attraverso gli occhi dei giovani
Il Quarto:
trimestrale della redazio-
ne Crossmedial del liceo
Bertolucci di Parma
Coordinamento:
Roberta Campanini
Silvia Fontana
Direttore responsabile
Aluisi Tosolini
Si iscrivono su Facebook, chiedono l‟amicizia
al preside, fanno il gruppo su WhatsApp, si
scambiano migliaia di inutili messaggi, per-
dono tempo sulla bacheca di Spaggiari come
se fosse l‟ultima pagina della Gazzetta… No,
non sono più loro: i nostri genitori, da quan-
do abbiamo messo piede al Bertolucci, sono
decisamente cambiati. Cambiati in peggio,
intendo.
Sono per molti di noi un assillo continuo, ti
guardano quando esci, sezionano ogni voto
come fosse la prova di un delitto. Trattengo-
no spesso i quaderni oltre misura, alla cac-
cia dell‟errore, anche peggio di chi so io. Al-
lora mi sono permesso di fare un piccolo
“panel” pseudo-socio-pedagogico, scegliendo
un gruppo di miei compagni di classe, ai
quali -e alle quali- ho chiesto “se e come fos-
sero „disturbati‟ dai propri genitori”. Continua a pagina 2
LETTO PER VOI:
J. ASHER C. MACKLER
Prima del futuro Il futuro in un click
INFINITAMATEMATICA
VISTO PER VOI:
THE IMITATION GAME
Alan Turing, lotta contro
Enigma e l'omofobia
ARRIVERA‟ LA QUIETE
DOPO LA TEMPESTA ...MAFIOSA?
Don Ciotti incontra gli studenti
Le mani della ma-
fia anche su Expo
AHI, SERVA ITA-
LIA!
I risultati sono stati a dir poco eclatanti: il 100% de-
gli intervistati ha espresso la convinzione di essere
vittima di un disturbo assillante, che potrei definire
come “sindrome da fiato sul collo”. E‟ un processo
che, sinteticamente, ha il suo culmine con una frase
del tipo “ma non penserai di cavartela così!”, oppure
“con questi voti dove pensi di arrivare?”. Come ho
avuto modo di appurare, la frase nasce spesso da un
incipit per lo più innocente, una domanda fatta qua-
si per caso: “cosa dovevi preparare per domani?”
Il panel intervistato è concorde: nel caso non ci fosse
stato proprio niente da preparare per il giorno dopo,
mai abbassare la guardia: c‟è chi si inventa un capi-
tolo sulla rinascita carolingia, chi sui numeri primi
tendenti all‟infinito. L‟importante è non cadere nel-
la trappola, ma dar l‟impressione che la preparazio-
ne sia lacunosa o incompleta, in modo tale da far
percepire al genitore -nel 61% dei casi di sesso fem-
minile- l‟indispensabilità della sua presenza accanto
al figlio.
Tutti concordano sul fatto che consentire al genitore
di sentirsi un “capro espiatorio”, un colpevole del
buono o del cattivo andamento nella resa scolastica
del figlio, possa essere un fattore risolutivo, e possa
psicologicamente funzionare assai bene per poter
raggiungere, in tempi accettabili, un minimo di pace
familiare.
Qualcuno ha inoltre notato che l‟ottenere ogni tanto
un voto pessimo può favorevolmente acuire nel geni-
tore questo positivo senso di colpa nei confronti
dell‟istituzione scolastica.
Tuttavia, molti assicurano che a tavola, soprattutto
verso il termine del pasto, sia più facile assistere ad
una certa recrudescenza della pandemia: “gli sguar-
di si fanno più pressanti”, “ci si sente più inquisiti”.
L‟alunno –allo stremo in alcuni casi, casi che tente-
remo di segnalare al competente sportello di soste-
gno psicologico- fa allora ricorso ad un ultimo modu-
lo difensivo. Qualche volta si tratta di una congrua
distesa di libri davanti al letto, in altri casi della ri-
chiesta di essere svegliati un‟ora e mezza prima del
consueto orario. Soprattutto quest‟ultima ipotesi è
quella che pare - almeno nel 73% dei casi - offrire le
migliori chances di successo: i genitori si allontana-
no soddisfatti -chi verso la TV, chi verso Google- e
l‟alunno si sente quasi un cavaliere, insignito della
responsabilità di amalgamare, nel corso degli
„straordinari‟ mattutini, quell‟utile sapienza e quella
precisa conoscenza in grado di farlo tornare vincitore
dalla giostra delle materie.
Sarà mai vera gloria?
Ai prossimi panel l‟ardua sentenza.
Giovanni Maghenzani 1^E
2
Per un emoticon…
Come faremmo a vivere senza Wha-
tsApp?
Ormai è diventata una nostra abitudine quotidiana;
il “bip” del cellulare ci fa reagire in modo automati-
co e ci stacca da quello che stiamo facendo
É diventato una vera e propria piazza virtuale dove
poter incontrare gli amici con un semplice movi-
mento di mano e pollici.
Attraverso WhatsApp siamo in dialogo continuo con
il mondo che ci circonda; la nostra vita diventa un
vero e proprio parco giochi per le risate e una pale-
stra per i pollici.
Come dimenticarsi inoltre delle infinite emoticon
che possono rispecchiare il nostro stato d‟animo, ri-
sparmiando così i fraintendimenti che si celano die-
tro le inespressive lettere digitate.
L‟umanità con WhatsApp, e in generale con i social
network, è diventata più connessa, più in linea e
anche più „concentrata‟ (vogliamo parlare di quanto
ci si mette per trovare la frase da mettere come
„stato‟?!).
Vi è arrivato il messaggio? Leggetelo! Ancora non
vediamo la doppia spunta azzurra...
Sara Giordani – Anna Nadotti 1^E
3
In data 31/3/2015 è stato presentato alle Camere il Disegno di legge (approvato in questi giorni) riguardante la
riforma della scuola che prevede -tra gli altri- i seguenti provvedimenti:
- un piano straordinario di assunzione dei precari presenti nel contesto scolastico;
- la regolamentazione dell'ingresso alla carriera scolastica esclusivamente attraverso
concorsi;
- un sistema retributivo riguardante i premi annuali basato sulla meritocrazia;
- rinnovamento della figura del dirigente scolastico a cui saranno conferite maggiori
responsabilità, fra le quali quella di poter scegliere l‟organico funzionale;
- incentivazione allo sviluppo del digitale all'interno delle scuole;
- corsi di aggiornamento e altre attività per migliorare l'offerta formativa.
… Il Prof. “Prima di produrre una nuova riforma, bisogna ricordar-
si che negli ultimi 20 anni ci sono state ben tre riforme
(Berlinguer, Moratti e Gelmini). Se ogni 6 anni in media
si ritiene che sia necessario riformare la scuola, significa
creare una gran confusione e un gran pasticcio. Inoltre
le riforme costano: sono necessarie notevoli risorse eco-
nomiche, che oggi non sono disponibili.
Quei miliardi messi a disposizione non sono che una mi-
nima parte di ciò che è stato tagliato alla scuola in que-
sti anni e servono quasi esclusivamente all‟immissione
in ruolo di 100.000 precari: fatto positivo, ma imposto
dalla sentenza della Corte di Giustizia della UE; 2°) ogni
riforma richiede una forte amministrazione che ne go-
verni l'applicazione e che oggi non esiste; 3°) le autenti-
che riforme abbisognano di consenso che si crea anche
attraverso incentivi di varia natura (economici, morali,
di status ecc.), che non si intravedono nemmeno lontana-
mente nel progetto del governo.
Riguardo al digitale penso che non sia decisivo per
l‟educazione dello studente, ma sia uno strumento, an-
che se indispensabile”.
… Il Preside
“Partendo dal presupposto che tutti gli scioperi vanno rispettati fin quando
le modalità restino pacifiche, non ho condiviso né la modalità con cui sono
state deformate le informazioni né molti dei motivi. È stata infatti, con que-
sta riforma, reinvertita la direzione che negli ultimi anni ha solo portato ta-
gli nel mondo della scuola. Saranno assunti centomila precari; il preside, con
l‟aiuto degli organi scolastici, avrà la possibilità di creare una scuola a misu-
ra di studente. Finalmente sia i dirigenti scolastici sia i docenti saranno sot-
toposti a valutazione (con quali criteri? ndr) e, in base a questo, retribuiti
con premi annuali. Riguardo gli investimenti nella scuola paritaria, che han-
no dimensione relativamente piccola, ritengo siano necessari in quanto lo
stato spenderebbe all‟incirca sette miliardi di euro per coprire i servizi messi
a disposizione da asili, materne, elementari, etc… di natura non statale; esi-
ste a riguardo una legge (n. 62) che definisce „pubbliche‟ le scuole sia statali
che paritarie. Riguardo al digitale, cito Paulo Freire “un insegnante che non
si interessa al digitale e non lo vuole usare, non dovrebbe insegnare”, in
quanto l‟universo informatico non è più solo uno strumento ma un ambiente
in cui lavorare”.
Lo sciopero In data 5/5/2015 è stato indetto
da tutti i sindacati uno sciopero
generale riguardante la riforma
della scuola. La manifestazione
ha avuto come cardini la non con-
divisione della nuova posizione
del dirigente scolastico, la convin-
zione che la promessa di assun-
zioni non sarà rispettata e la vo-
lontà di non ridurre a semplici
prove Invalsi le valutazioni del
percorso scolastico.
… Il Tirocinante “Ho avuto la possibilità di informarmi sui punti essenziali della riforma e sui motivi fondamentali
dello sciopero. La riforma contiene in sé molti aspetti da precisare che appaiono ora piuttosto nebu-
losi. Non condivido la visione delle singole scuole come “aziende”, in quanto rischierebbe di creare
contrasti fra i diversi istituti dello stesso territorio, laddove dovrebbe esistere invece una più stretta
collaborazione. Approvo in parte le nuove modalità di assunzione, restando tuttavia perplesso su un
ruolo così preminente del preside. In generale mi sembra prematuro giudicare in modo definitivo
una riforma ancora in itinere, per cui ho qualche perplessità sulla modalità di protesta scelta, pur
sperando che essa possa portare a risultati positivi, contribuendo al miglioramento della legge.
LA BUONA SCUOLA ?! INTERVISTE SULLA RIFORMA
Interviste di Manuel Marsico e Giulia Piccinini 3^D
4
La mafia è come la pioggia: è fredda, subdola e si insidia dap-
pertutto.
La maxi operazione che a fine gennaio ha portato all‟arresto di
centinaia di cellule e boss mafiosi solo nell‟area parmigiana,
testimonia come nell‟oasi che una volta rappresentava la no-
stra città è necessaria un‟importante opera di pulizia, da attua-
re nel presente ma soprattutto nel futuro: questo è lo scopo del
nostro percorso. Ci ha fortemente sensibilizzato l‟incontro con
persone che ogni giorno si impegnano nella lotta alla mafia: i
ragazzi di Radio Siani ci hanno raccontato la realtà di Ercola-
no, dove due clan si contendono l‟egemonia sulla città e la sto-
ria della loro radio, nata in un appartamento confiscato alla
camorra e che tutt‟oggi, oltre a trasmettere musica libera, trat-
ta temi legati alla legalità e alla lotta alle organizzazioni crimi-
nali. Un capitano del Corpo Forestale dello Stato ci ha fatto
capire come la mafia, oltre a ferire e uccidere persone e risorse,
sta violando la natura del nostro Paese.
L‟incontro con Don Luigi Ciotti, fondatore delle associazioni
Abele e Libera, è stato veramente toccante: il racconto delle sue
esperienze ha suscitato in noi profonde riflessioni. Le discrimi-
nazioni e le ingiustizie subite dalla sua maestra in prima ele-
mentare solo perché lui non poteva vestirsi come tutti i suoi
compagni; la sua esperienza a diciassette anni con un dottore
ridotto a senzatetto che lo fece riflettere sulla piaga del fumo
minorile; i colloqui con Falcone e Borsellino poco prima del loro
assassinio; infine, il pianto della madre di un ragazzo della
scorta di Falcone, che voleva sentire il nome di suo figlio fra le
vittime della strage di Capaci, perché non venisse ricordato
soltanto come uno dei “ragazzi della scorta”. Solo ora capisco
appieno il significato del pianto della madre, in quanto io stes-
so, nel tentativo di ricordare il nome del ragazzo ho fallito mise-
ramente, scrivendo solo l‟epiteto “ragazzo della scorta”.
Anche da ragazzi o addirittura da bambini si possono compiere
atti in difesa della legalità, come se ne possono compiere anche
di illegali: la scelta è personalissima.
Ricordo che, da piccolo, ho compiuto piccoli atti che possono
essere definiti illegali, come quando, in quarta elementare, ho
“corrotto” alcuni miei compagni di classe per fare in modo che
scegliessero un libro delle vacanze (rivelatosi poi pessimo) ri-
spetto a un altro: ‹‹Gioco con te, ma scegli questo libro››.
Anche oggi compio quasi quotidianamente azioni che indiretta-
mente mi rendono connivente con la mafia, come comprare pro-
dotti contraffatti o da ambulanti, cover per il cellulare oppure
scaricare musica gratis. Anche alla mia età quindi si può com-
battere la mafia, limitando o evitando questi comportamenti e
restando alla larga da ogni azione anche fisica che possa anche
minimamente offendere la libertà altrui.
In questo modo arriverà la quiete dopo la tempesta.
Samuele Piccinini 1^E
“Il tema di questa conferenza è di continua e costante attualità”
afferma il preside Tosolini in occasione della terza conferenza per
l’Expo di Milano, organizzata per le classi quinte il 7 marzo 2015.
Effettivamente i temi toccati, purtroppo, sono temi di tutti i giorni
che necessitano, però, di una presa di posizione: la corruzione e la
mafia.
Purtroppo anche Expo Milano 2015 ha già dimostrato di avere legami con
le mafie. Parlare di Expo significa parlare di 700 milioni di euro investiti in
numerosissimi appalti e altrettante numerose aziende. I ritardi nelle par-
tenze dei lavori, l‟organizzazione e le indagini hanno comportato, tra
l‟altro, un notevole rallentamento della tabella di marcia .
Come afferma il pubblico magistrato dottor Giuseppe Amara, le indagini
hanno portato alla luce affari illeciti come dimostrano lo scandalo Maltauro
e la cupola degli appalti venutasi a creare in seguito di tangenti e giri di
corruzione. Per l‟Italia è un ritorno agli anni ‟90 che videro numerosissimi
politici invischiati nelle vicende di Tangentopoli e smascherati a seguito
dell‟inchiesta Mani Pulite che svelò proprio la dilagante corruzione degli
ambienti politici italiani. Quindi, nonostante l'aumento dei controlli sulla
corruzione, le tangenti sono sempre state all‟ordine del giorno anche
nell‟Expo. È quasi un prendersi gioco di quella che dovrebbe essere una
esposizione universale ad altissimo livello.
Il dottor Amara conclude dicendo che quello che possiamo fare noi, cittadini
italiani, per ribellarci a questa situazione, è instaurare una responsabilità
civica e seguire le regole. Come afferma il p.m. Gherardo Colombo “le rego-
le si basano sulle leggi giuste che devono garantire un trattamento equo di
tutti i cittadini per creare una società orizzontale e non gerarchica” con
uguali diritti e, soprattutto, con uguali doveri. A tale proposito Rossana
Rossi, volontaria dell‟associazione LIBERA, asserisce che tutto ciò deve
partire da una denuncia di tutto ciò che è illegale. Insomma possiamo e
dobbiamo sperare in un‟Italia libera e con le mani (ma soprattutto con la
coscienza) pulite. Dobbiamo credere in un‟Italia in cui non hanno più sen-
so i versi di Dante: “Ahi serva Italia, di dolore ostello…”
Rocco Melegari 5^E
Le mani della mafia anche su Expo
AHI, SERVA ITALIA!
L‟associazione LIBERA, fondata nel 1995 da don
Ciotti, è “un’associazione di associazioni, di nomi e
di numeri contro le mafie”, opera contro la crimina-
lità organizzata per restituire a tutti i cittadini i
beni confiscati alle mafie. Mantiene sempre il ricor-
do di chi ha dato la vita contro la criminalità e uno
dei suoi obiettivi è quello di diffondere il sentimento
e il desiderio di legalità tra i giovani.
ARRIVERA‟ LA QUIETE
DOPO LA TEMPESTA ...MAFIOSA?
Don Ciotti incontra gli studenti
Don Luigi Ciotti agli studenti di Par-
ma
Abbiamo bisogno di Continuità, Con-
divisione, Corresponsabilità.
Dobbiamo liberarci dalle mafie, dalla
corruzione, dalla povertà.
La cultura dà la sveglia alle coscien-
ze: resistenza è impegno.
Conoscenza è responsabilità.
5
“ […]-In fondo non importa che mi sia andata male,
mi spiego Papadopulaki? Importa che uno ci abbia
provato e che uno dopo ci riprovi e riesca, perché
quando cammini per strada e non dai noia ad anima
viva, e passa il tale e ti prende a schiaffi, tu cosa fai?-
-Gli restituisco lo schiaffo!- -Bravo. E se lui ti piglia a
botte sempre senza ragione, tu cosa fai?- -Lo piglio a
botte anch‟io- -Bravo. E se lui ti proibisce di esprimere
quello che pensi, e ti mette in prigione perché la pensi
in modo diverso, e la legge non ti difende in quanto
non c‟è più legge, sopprimere la libertà significa sop-
primere anche la legge, tu che fai?- -Io, ecco io…- - Tu
l‟ammazzi. Non hai scelta. È una cosa terribile am-
mazzare, lo so, ma nelle tirannie diventa un diritto,
anzi un dovere. La libertà è un dovere prima che un
diritto.[…]”. Un uomo, Oriana Fallaci
Ecco, questo non vuole essere un incita-
mento alla violenza. Il protagonista
stesso arriverà, nel corso del libro, a
maturare la rinnegazione della stessa,
giungendo a definire quelli che sono,
come lui era stato, “rivoluzionari del
ca..o”. Ma non lo abbandonerà mai la
voglia di lottare per la libertà.
Riuscirà a capire che un‟idea è più po-
tente di una pistola e una parola più di
una bomba. Perché le idee, le parole, i
pensieri, rimangono e si trasmettono,
gli attentati si dimenticano e si disprez-
zano. Tuttavia è necessario combattere
quel sistema corrotto, che pare essere una montagna
insormontabile, quella società malata, che sembra di-
stante anni-luce da noi e che sembra funzionare da
sola.
Bisogna entrare nel mondo della politica, perché en-
trare nel gioco è l‟unico modo di cambiarne le regole,
affinché ogni cittadino non si senta schiacciato da
quel pesante libro di leggi, chiamato Costituzione, ma
si ritrovi in ciascuna riga di essa. Occorre essere parte
attiva della società, con il proprio pensiero e le proprie
proposte, senza dover combattere contro partiti, ideo-
logie già scritte, “soluzioni” già trovate, ma, semplice-
mente, esprimendo se stessi nella collettività.
Manuel Marsico 3^D
“Borgo lab” è un progetto ex-
tra-curricolare organizzato da pro-
fessori di diverse scuole superiori
e di diversi atenei universitari che
ha come scopo quello di permette-
re una conoscenza più approfondi-
ta di ciò che riguarda la “cosa pub-
blica”, partendo da semplici nozio-
ni, indispensabili fondamenta per
poter dibattere su qualsiasi tema
di attualità. Si sono svolte nel cor-
so dell‟anno numerose conversa-
zioni” pomeridiane, guidate da
persone autorevoli su argomenti
di vario genere riguardanti la cit-
tadinanza, che, anche attraverso
questo progetto, può diventare
attiva.
ESPRIMERE SE STESSI NELLA COLLETTIVITA’
La politica attraverso gli occhi dei giovani
6
Erasmus + in Bulgaria
Gli studenti Chiara Morini 3^D, Emanuele Becchina 3^D, Lorenzo
Carretta 2^E, Laura Brivio 3^ Mus, Andrea Ricci 2^D e Lara Pie-
montese 2^D hanno partecipato al progetto Erasmus + Youth E-
xchange “Alternatives for leisure time”, accompagnati dalle profes-
soresse Teresa Paciariello e Mariachiara Iemmola; nella settimana
dal 31-03 al 7-04-2015 si sono recati in Bulgaria, nella cittadina di
Bankya, a 15 km dalla capitale Sofia.
Prof Paciariello e Prof Iemmola: E’ stata in generale un’ esperienza
positiva, tuttavia abbiamo incontrato alcune difficoltà nell’ organizza-
zione, non del tutto adeguata: la struttura in cui si svolgevamo le attivi-
tà e in cui alloggiavamo (che era la stessa) era poco adatta ad un Era-
smus, ma soprattutto ci è stato negato qualsiasi contatto con il mondo
culturale della Bulgaria. Purtroppo noi insegnanti abbiamo dovuto fare
molta pressione per cambiare un po’ il programma delle giornate. Ci
siamo tuttavia ritrovati in una realtà molto diversa dalla nostra, cultu-
ralmente segnata dall’ oppressione comunista. A riguardo siamo rimasti colpiti
dalla realtà di Bankia e della capitale, che abbiamo avuto la possibilità di visita-
re, anche se per poco tempo. Non possiamo tacere i numerosi ROM che assediano
il territorio. Gli aspetti positivi della nostra esperienza si riscontrano nel rapporto
che abbiamo instaurato con gli altri gruppi partecipanti, soprattutto con gli Azeri.
Lara Piemontese:
Sebbene le mie aspet-
tative di partenza
siano state deluse,
alla fine ho apprez-
zato davvero molto
questa esperienza.
Credo che nel mo-
mento del “disagio”
comune causato dal-
le varie problematiche, sia
venuto fuori il meglio di
ognuno di noi; ad esem-
pio, a tavola, constatata
l’ incommestibilità del
cibo servitoci (fidatevi se
vi dico che era un dato di
fatto internazionale) sono
nate le conversazioni al-
trettanto internazionali, e
poi, più tardi, le amicizie.
Questo aspetto dell’ espe-
rienza mi ha stupito dav-
vero tanto.
Emanuele Becchina: Il mio primo Erasmus.
Nonostante tutto, un’esperienza positiva: ho
conosciuto nuovi ragazzi e soprattutto nuove
culture e ho parlato più inglese durante que-
sta settimana che in tutto il resto della mia
vita scolastica. Dico “nonostante tutto”, poi-
ché cibo e servizio dell’hotel hanno lasciato
molto a desiderare.
La location mi ha colpito molto: la Bulgaria
è un paese che a una prima impressione ri-
sulta piuttosto arretrato rispetto agli altri
paesi dell’Unione. I segni del passato sovieti-
co sono evidenti nella periferia di Sofia, in
netto contrasto con il centro di Sofia, che è
un esplosione di capitalismo. Ci hanno delu-
so un po’ anche le attività che ci sono state
proposte, inadatte alla nostra età e ai nostri
interessi. Questo, unito al fatto che la visita a
Sofia era organizzata solo per la giornata di
domenica, ci ha portato a discutere a lungo
con gli organizzatori, ottenendo la piccola
“vittoria” di poter visitare liberamente Sofia
due giorni, anziché uno; mentre per quanto
riguarda le attività poco o niente è stato cam-
biato.
Chiara Morini:
Nonostante i di-
sagi che abbiamo
avuto, è stata una
bella esperienza
perché abbiamo
conosciuto diverse
persone e ci siamo
confrontati con
mentalità e cultu-
re diverse dalla
nostra.
Lorenzo Carretta: E’ stata un’ espe-rienza molto divertente che ci ha dato l’ occasione di ampliare i nostri confi-ni, sebbene ci siano stati alcuni pro-blemi nell’ organizzazione.
Interviste di Lara Piemontese 2^D
Probabilità. Lavoro. Calcolo. Gli inglesi hanno dovuto combat-
tere due guerre contemporaneamente: quella contro la Germania
e quella contro Enigma. Alan Turing ha vinto la seconda. Ma
che cos'è Enigma? E chi è Alan Turing? A queste domande ri-
sponde The imitation Game.
Nato nel 1912 a Londra, Alan fu mandato a scuola al St. Micha-
el; bersaglio del bullismo, fin dalla giovinezza veniva deriso,
preso in giro e per questo passava gran parte del suo tempo in
solitudine, leggendo libri di fisica e crittografia. Nel 1940, a 28
anni, era già a capo del gruppo di ricercatori impegnati nella
lotta contro Enigma, la macchina utilizzata dalla marina tedesca
per creare messaggi cifrati. Nel 1942 Alan Turing arrivò a pro-
gettare la macchina "Colossus" che decifrava in modo veloce ed
efficiente i codici nazisti. Grazie a lui, gli inglesi riuscirono,
secondo il calcolo della probabilità, a intercettare le mosse dei
nemici senza farsi scoprire ed impedire che attaccassero le loro
navi.
"The Imitation Game" è la storia di questo affascinante gruppo
di competenti, ci mostra il loro lavoro nascosto a Bletchley Park
durante la Seconda Guerra Mondiale, con tutti i retroscena e i
segreti più intimi. Ma Turing non fu solo il matematico geniale
capace di risolvere i "cruciverba più difficili nell'arco di cinque
minuti" o di realizzare la macchina che oggi porta il suo nome,
senza la quale non esisterebbero i computer; fu anche una vitti-
ma rassegnata dell'emarginazione, che colpisce il più debole; fu
un diverso incolpevole di una persecuzione omofobica che gli
distrusse piano piano la vita e lo condusse alla morte.
Infatti Alan fu condannato a causa della sua omosessualità e
costretto a una terapia ormonale che lo portò al suicidio. Il film
ci restituisce tutti questi momenti della vita di Turing, spezzan-
do la narrazione lineare a favore della rappresentazione di tre
piani temporali differenti che permettono di far emergere la
personalità di questo genio solitario, la cui gloria è stata ricono-
sciuta soltanto cinquant'anni dopo la sua morte. Soltanto nel
2009 Gordon Brown pronunciò le scuse ufficiali da parte di
tutto il Regno Unito. Un film che lascia la sua impronta nella
memoria.
Barbara Maracchini 3^E
7
Alan Turing, lotta contro Enigma e l'omofobia
"Sono proprio le persone che nessuno immagina che possono fare certe cose, quelle che fanno cose
che nessuno può immaginare" (Alan Turing).
J. ASHER C. MACKLER
Prima del futuro
Il futuro in un click
E se il potere di cambiare tutto si trovasse tra le
tue mani a distanza di un click?
È il 1996 e la velocità di connessione fa il suo
ingresso nella vita di molte persone, è uno stru-
mento ancora per pochi, una sorta di nuova e
sconosciuta stregoneria. Il romanzo Prima del
futuro ha come protagonista Josh, un giovanotto
come tanti, con la voglia di scoprire e fare nuove
esperienze. Da sempre innamorato della miglio-
re amica Emma, con la quale condivide esperienze da quando
riescono a raccontare i loro ricordi . Ma quando Josh tenta di
baciare l'amica le cose si complicano: i due cominciano a non
parlarsi più.
La storia potrebbe sembrare la normale storia dei ''fallimenti
amorosi'' di un semplice teenager del ventesimo secolo, abba-
stanza sfortunato in amore... Ma lui non si dà per vinto e,
dopo numerose esperienze fallimentari con altre ragazze, deci-
de di riprovarci, di riconquistare l'Emma con cui giocava alle
elementari, con la quale voleva vivere insieme, con la quale ha
interrotto i rapporti, tutto per un semplice bacio rubato.
Finalmente la porta di Emma si apre, Josh è sudato, appena
la vede si ricorda cosa lo ha portato di fronte a lei e scaccia i
pensieri che cercano di indurlo a fuggire, a nascondere il pas-
sato.
Le mani tremano, il cuore pulsa, i muscoli non rispondono...
Ma Josh non demorde e offre all'amata un regalo...
Un semplice cd rom per connettersi ad internet: ''L'hanno re-
galato a mia madre, ma noi non abbiamo un
computer, per cui pensavo potesse servire più a
te che a me'' sono le uniche parole che escono
dalla bocca del ragazzo.
E aveva ragione, Emma possiede un fiammante
Windows 95 e, appena inserito il cd rom, comin-
cia la sua lunga navigata, poi, forse per un caso,
forse per fortuna, forse per una maledizione si
apre una pagina di internet, dallo sfondo bianco
e dai bordi blu, si chiama Facebook... Entrambi
incuriositi entrano, si iscrivono e si divertono
con il nuovo giocattolo, quando appare un post
contornato da un rettangolo nero, con una foto;
una donna sui trent'anni, dal viso troppo fami-
liare. Si apre così un' indimenticabile settimana
di delirio tra un passato tragico, un presente
instabile ed un futuro deciso: ma i due hanno il potere di mo-
dificare quest'ultimo come più piace loro: che sia la possibilità
di rimediare al passato? O una maledizione che porterà en-
trambi ad abusare di un potere non loro?
In un mondo dove ormai noi ragazzi viviamo a diretto contat-
to con la tecnologia questo racconto potrà sembrare irreale,
tuttavia ci fa comprendere come noi nativi digitali siamo più
concentrati su cosa possiamo avere, i soldi, l'amore, il lavoro...
Ma diamo il valore che merita a quello che realmente abbia-
mo? Ciascuno di noi, baratterebbe il proprio presente per la
possibilità di modificare il futuro? Un‟offerta allettante certo...
ma forse anche lo sbaglio più grande che ci porterà ad essere
ossessionati e governati da tale potere. Emma e Josh hanno
avuto la possibilità di fare questo ''baratto scuro'' e hanno ac-
cettato, senza forse valutare le conseguenze, non solo sulle
loro vite, ma sul futuro di tutti.
Una storia irresistibile che conquisterà chi è nato con Facebo-
ok e prima di Facebook.
Federica Azzi 2^D
INFINITAMATEMATICA
SOLUZIONE LOGITEST (Il Quarto n.2)
Christie versus Poirot: gara di menti e mentitori
Le due affermazioni chiave che forniscono la chiave per
la soluzione sono la (3) e la (4): indipendentemente dal
fatto che Maid Hoover sia colpevole o innocente, di cer-
to Mr Bachelor è colpevole.
Questo ci riconduce alla (1): se Mr Bachelor è colpevole
allora lo è anche Sir Landlord.
A questo punto arriviamo alla (2), che dice “Se Sir Lan-dlord è colpevole, allora o Miss Jones fu suo complice o Mr
Bachelor è innocente”: abbiamo già provato la colpevo-lezza di Mr Bachelor in apertura, dunque per forza Miss Jones deve essere colpevole. Ora, se Miss Jones è colpevole, secondo l’affermazione (3), anche Maid Ho-over lo deve essere. Aria tetra e tea freddo in quel salot-to: tutti sono colpevoli. La risposta al quesito è dunque “Sì, Miss Jones è colpevole”.
Luca Cantoni
8
Un
a s
olu
zio
ne
po
ssib
ile.
..
L'a
uti
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Come trovare posto sul 7 alle trediciezerosette
Nella città di Nonlimittown l‟azienda locale che si occupa di trasporti ha messo in commercio, dopo nu-
merose lamentele, nuovi veicoli. Ogni bus ha infiniti posti! E ad ogni posto è assegnato un numero, co-
sicché i posti a sedere sono numerati in questo modo: 1, 2, 3,...
Un giorno un mezzo, completamente pieno, si arresta a una fermata dove infinite persone attendono di
salire. Già potete immaginarvi il signore di mezz'età seduto accanto all'entrata sbiancare. L‟autista, con
fare rilassato, apre le porte: “Salite pure!”. Quale soluzione adotta l‟autista per garantire a tutti e infi-
niti passeggeri un posto a sedere? Massimo Buzzi e Luca Cantoni 3^A
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