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Il numero di maggio 2015

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Il numero di maggio 2015 del periodico "Santa Teresa di Gesù Bambino e la sua pioggia di rose".

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  • A cura della Provincia Veneta dei Carmelitani ScalziVicolo Scalzi, 13 - 37122 VeronaCon approvazione ecclesiastica.Autorizzazione tribunale di Verona 20/01/1966 n. 191Dir. Responsabile: p. Antonio Maria Sicari ocdRapp. legale: p. Umberto Raineri ocdDirettore: p. Giacomo Gubert ocdN Repertorio ROC.: n. 24593 del 06/06/2014Foto: Foto Soave via L. Manara, 10 - Verona www.flickr.com

    Redazione: Padri Carmelitani Scalzi Santuario di s. Teresa del Bambino Ges Via Volturno, 1 - 37135 Verona tel. 045.500.266 - fax 045.581.214Impaginazione: Grafiche Vilcar - Villa Carcina (Bs)Stampa: Litografia Casagrande via dellArtigianato, 10 Colognola ai Colli (VR)Spedizione: Nuova Zai - via A. Secchi, 7 - Verona

    Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, abside della basilica

    som

    ma

    rioSanta FamigliaPreghiera di affidamento 3

    Dai nostri archiviAnno 1929: Un grande devotodi santa Teresa di Ges Bambino 4-5

    Simboli marianiUna tortora 12-13

    Teresa 1515-2015Maestri spagnoli 14-19

    Inserto per bambiniSulle orme di Giovanni della Croce 53-52

    Voci dalla RomaniaS, lei una dolce fata spirituale 20-22

    La buona letturaSiamo nati e non moriremo mai pi 23-24

    Compendio del catechismoLa tua volont 25-27

    CuriositLorzo 28-29

    Nella pace del SignoreAffidati a santa Teresa 30

    santi genitori

    Ormai manca solo la data: i genitori di santa Teresa di Ges Bambino saranno proclama-ti santi nel prossimo autunno a Roma, nel contesto del sinodo sulla famiglia. Noi ci saremo! Per ogni notizia consultate il nostro sito www.basilicasantateresa.net oppure su www.santateresaverona.it

    I coniugi Martin (dettaglio) foto di Henry Je-sionka, statua di Robert Hautz

    VERSO LA CANONIZZAZIONE

    Ricordiamo che tutti i primi gioved del mesela santa messa sar offertaper tutti i nostri devoti lettorialle ore 8.00 e alle ore 18.30 (ora italiana).

    www.radiosantateresa.it

    Ascolta anche tu

    Radio SantaTeresa

    Santa Teresa Maggio 2015 3

    PREGHIERA DI AFFIDAMENTOai santi coniugi Luigi Martin e Zelia Gurin

    cfr. www.puntofamiglia.netPadre Santo,fonte di Amore, di Vita e di Santit,Tu che hai creato luomo e la donna a Tua immagine,li hai donati luna allaltroe li hai chiamati a diventare una carne solafacendo della loro unione il luogo dove Tu poni la Tua tenda,ti ringraziamo per il dono dei beati coniugi Luigi e Zelia Martinche hai offerto alla Tua Chiesa come testimonidi un amore fedele, fecondo e totale.Hanno costruito la loro casa sulla roccia,come albero piantato lungo corsi dacquahanno posto in Te la loro fiduciae come il monte Sion non hanno vacillato,restando stabili nel Tuo Amore.Hanno fissato i Tuoi comandamenti nel loro cuore,li hanno testimoniato con la vita a chiunque li incontrasse,e trasmesso alle figlie accolte con generosit,coltivando e custodendo germogli di santit.Per loro intercessionela Tua Chiesa risplenda come citt collocata sul montei giovani sappiano rispondere con prontezza alla Tua chiamata,i fidanzati imparino ad amarsi con cuore casto,gli sposi apprendano larte dellunit coniugale,i genitori ricevano la graziaper affrontare con fiducia le preoccupazioni educative,i vergini restino fedeli allofferta di s per il Regno di Dio,i sofferenti ritrovino nuova speranza e missione,i vedovi riscoprano in Te lAmico sempre fedele che fortifica il cuore,tutti rispondano con totalit alla chiamata alla Santit.Ascolta, ancora, o Padreil grido della preghiera di quanti sostano in questa chiesae chiedono una particolare graziaper intercessione dei beati Martin(si pu menzionare la grazia da chiedere).Donaci di scoprire in Te la roccia di rifugio,aiuto sempre vicino nelle angosce,e di imparare a combattere la buona battaglia della vitascoprendo nella Tua volont la gioia piena.Amen

    La statua reliquiario dei santi coniugi

    Martin, opera dellaustriacoRobert Hautz

    (Innsbruck, Tirolo), teologo e scultore

    del legno.Essa stata com-

    missionatadal santuario france-se dellIle-Bouchard,

    sorto sul luogo di unapparizione ma-riana del dicembre

    1947 e intitolato a Nostra Signora della preghiera.

  • A cura della Provincia Veneta dei Carmelitani ScalziVicolo Scalzi, 13 - 37122 VeronaCon approvazione ecclesiastica.Autorizzazione tribunale di Verona 20/01/1966 n. 191Dir. Responsabile: p. Antonio Maria Sicari ocdRapp. legale: p. Umberto Raineri ocdDirettore: p. Giacomo Gubert ocdN Repertorio ROC.: n. 24593 del 06/06/2014Foto: Foto Soave via L. Manara, 10 - Verona www.flickr.com

    Redazione: Padri Carmelitani Scalzi Santuario di s. Teresa del Bambino Ges Via Volturno, 1 - 37135 Verona tel. 045.500.266 - fax 045.581.214Impaginazione: Grafiche Vilcar - Villa Carcina (Bs)Stampa: Litografia Casagrande via dellArtigianato, 10 Colognola ai Colli (VR)Spedizione: Nuova Zai - via A. Secchi, 7 - Verona

    Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, abside della basilica

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    Santa FamigliaPreghiera di affidamento 3

    Dai nostri archiviAnno 1929: Un grande devotodi santa Teresa di Ges Bambino 4-5

    Simboli marianiUna tortora 12-13

    Teresa 1515-2015Maestri spagnoli 14-19

    Inserto per bambiniSulle orme di Giovanni della Croce 53-52

    Voci dalla RomaniaS, lei una dolce fata spirituale 20-22

    La buona letturaSiamo nati e non moriremo mai pi 23-24

    Compendio del catechismoLa tua volont 25-27

    CuriositLorzo 28-29

    Nella pace del SignoreAffidati a santa Teresa 30

    santi genitori

    Ormai manca solo la data: i genitori di santa Teresa di Ges Bambino saranno proclama-ti santi nel prossimo autunno a Roma, nel contesto del sinodo sulla famiglia. Noi ci saremo! Per ogni notizia consultate il nostro sito www.basilicasantateresa.net oppure su www.santateresaverona.it

    I coniugi Martin (dettaglio) foto di Henry Je-sionka, statua di Robert Hautz

    VERSO LA CANONIZZAZIONE

    Ricordiamo che tutti i primi gioved del mesela santa messa sar offertaper tutti i nostri devoti lettorialle ore 8.00 e alle ore 18.30 (ora italiana).

    www.radiosantateresa.it

    Ascolta anche tu

    Radio SantaTeresa

    Santa Teresa Maggio 2015 3

    PREGHIERA DI AFFIDAMENTOai santi coniugi Luigi Martin e Zelia Gurin

    cfr. www.puntofamiglia.netPadre Santo,fonte di Amore, di Vita e di Santit,Tu che hai creato luomo e la donna a Tua immagine,li hai donati luna allaltroe li hai chiamati a diventare una carne solafacendo della loro unione il luogo dove Tu poni la Tua tenda,ti ringraziamo per il dono dei beati coniugi Luigi e Zelia Martinche hai offerto alla Tua Chiesa come testimonidi un amore fedele, fecondo e totale.Hanno costruito la loro casa sulla roccia,come albero piantato lungo corsi dacquahanno posto in Te la loro fiduciae come il monte Sion non hanno vacillato,restando stabili nel Tuo Amore.Hanno fissato i Tuoi comandamenti nel loro cuore,li hanno testimoniato con la vita a chiunque li incontrasse,e trasmesso alle figlie accolte con generosit,coltivando e custodendo germogli di santit.Per loro intercessionela Tua Chiesa risplenda come citt collocata sul montei giovani sappiano rispondere con prontezza alla Tua chiamata,i fidanzati imparino ad amarsi con cuore casto,gli sposi apprendano larte dellunit coniugale,i genitori ricevano la graziaper affrontare con fiducia le preoccupazioni educative,i vergini restino fedeli allofferta di s per il Regno di Dio,i sofferenti ritrovino nuova speranza e missione,i vedovi riscoprano in Te lAmico sempre fedele che fortifica il cuore,tutti rispondano con totalit alla chiamata alla Santit.Ascolta, ancora, o Padreil grido della preghiera di quanti sostano in questa chiesae chiedono una particolare graziaper intercessione dei beati Martin(si pu menzionare la grazia da chiedere).Donaci di scoprire in Te la roccia di rifugio,aiuto sempre vicino nelle angosce,e di imparare a combattere la buona battaglia della vitascoprendo nella Tua volont la gioia piena.Amen

    La statua reliquiario dei santi coniugi

    Martin, opera dellaustriacoRobert Hautz

    (Innsbruck, Tirolo), teologo e scultore

    del legno.Essa stata com-

    missionatadal santuario france-se dellIle-Bouchard,

    sorto sul luogo di unapparizione ma-riana del dicembre

    1947 e intitolato a Nostra Signora della preghiera.

  • 5Santa Teresa Maggio 2015

    4 Santa Teresa Maggio 2015

    Il luned 7 gennaio moriva se-renamente a Milano il Card. Eugenio Tosi, successore im-mediato sulla cattedra dei SS.

    Ambrogio e Carlo allarciv. Achille Ratti, inalzato con il nome di Pio XI alla Sede di Pietro. LEm. Tosi, gi vescovo di Squilla-ce e poscia di Andria, aveva fatto il suo ingresso a Milano il 23 luglio 1922; e cinque mesi dopo riceve-va lonor della Porpora.Trascorso per un anno dal suo ingresso venne colpito da una gravissima malattia alla pleura; la forte fibra, lott a lungo; e lunga fu pure la convalescenza; ma pot finalmente riprendere il suo mini-stero e darsi tutto al bene dellar-

    chidiocesi, la pi grande dItalia, novecento parrocchie, ed oltre due milioni e mezzo di fedeli.Egli non esit di attribuire la sua guarigione insperata alla Santa di Lisieux, e nella Pastorale an-nunciante ai fedeli la riacquistata salute attestava a lei tutta la sua gratitudine. Eco di questa divozio-ne dellEm. Tosi il suo testamen-to spirituale. Ci piace di riferirne i primi periodi: In nomine Domini Amen. questa lespressione di mia volont, che espongo sin-ceramente davanti a Dio al quale, forse presto, dovr presentarmi. Professo di voler morire nella Fede cattolica e nella Chiesa, la cui luce e materna protezione mi fu sem-

    da

    i no

    stri

    arc

    hiv

    iANNO 1929:UN GRANDE DEVOTO DIS. TERESA DEL BAMBIN GESIl card. Eugenio Tosi

    pre di sicurezza, di gaudio e di paradiso anticipato. Specialmente credo nella misericordia infinita di Ges Cristo, nella bont di Maria Immacolata, nella custodia del mio buon Angelo, nella assistenza di S. Giuseppe, Santa Teresa del Bambin Ges, e SS. Patroni Am-brogio e Carlo.La piccola Santa in buona com-pagnia; non si potrebbe doman-dare per lei un miglior posto do-nore. Ella sparse, or sono circa sei anni, la rosa sullEm. Suo devoto; gli ottenne da Dio il rinvigorire del-la sua salute perch lavorasse a bene delle anime nellampia vi-gna; la giornata non fu lunga, ma piena di meriti.E adesso sparse altre rose, quelle dellinvito alla patria dove sicu-rezza eterna. Lesempio del Card. Tosi sia efficace anche per noi; esempio luminoso di fiducia nel patrocinio di questa Santa, che sembra aver in mano sua le chiavi del Cuore di Ges Cristo.Io non cesser mai di inculcare una grande confidenza nel pa-trocinio della Cara piccola San-ta. In alto le mani e pi in alto i cuori! Benpresto Vi accorgerete che Santa Teresa Vi ascolta sia nellesaudire i Vostri desideri sia dandovi unaltra risposta ma sempre consolante.

    da

    i no

    stri

    arc

    hiv

    i

    La sera del 29 gennaio si spegneva improvvisamente mons. M. Grancelli, Canonico onorario della Cattedrale e Cameriere di S. Santit. Magnifica fi-gura di Sacerdote, di oratore sacro, di letterato, di giornalista. Uomo dalla-nima nobilissima e candida, dal vasto intuito, di una attivit sorprendente, infaticabile nel trattare la penna e sulla cattedra. Gli Istituti di Verona perdono in lui un benefattore insigne e il con-sigliere di larghe vedute, il Seminario leducatore ricco di esperienze non comuni, il Clero veronese il maestro, la guida, lesemplare perfetto; lampio Capitolo un venerando Prelato e una gloria invidiata; il collegio dei lettera-ti il prosatore e lepigrafista classico, il poeta di vena fecondissima e di un estro lirico inesauribile. Prova dellal-tissima venerazione che Verona tutta nutriva per il compianto Monsignore fu il commosso e devoto pellegrinag-gio alla salma e pi ancora la parte-cipazione a suoi funerali: una vera apoteosi, un solenne e generale ple-biscito; partecipazione s vasta e cos spontanea da non ricordarsi leguale nella nostra citt. Lillustre scomparso vivr sempre in mezzo a noi perch i grandi lasciano dietro a s orme in-cancellabili La sua memoria pi stabi-le del bronzo e del marmo si eterner ancora lontano a traverso il monu-mento de suoi scritti impareggiabili che, auguriamo, sieno dati in luce, a incitamento degli studiosi, a onore e lustro dei dotti, a conforto e ispirazio-ne dei Confratelli nel Sacerdozio.Lo raccomandiamo ai suffragi di tut-ti i devoti di S. Teresa del B. G. della quale era zelantissimo. Garanzia ne fanno i brillanti, magistrali panegiri-ci tenuti in occasione della dupplice glorificazione della Santina, e gli arti-coli riboccanti di affetto e di praticit che Monsignore pubblicava su questo bollettino a cui ora benedice dal cielo.

    LA SCOMPARASADI UN ILLUSTRECOLLABORATORE

    UN PICCOLO QUIZ:Nella pagina a fianco: due fotola prima il Card. Tosisul letto di mortela seconda ci stata procurata daLuigi Soave, diquale ChiesaCarmelitana Veneta si tratta? E quando fu scattata?

    Sopra:Una copertina delnostro periodicodel 1929e una foto delCardinal Tosi

  • 5Santa Teresa Maggio 2015

    4 Santa Teresa Maggio 2015

    Il luned 7 gennaio moriva se-renamente a Milano il Card. Eugenio Tosi, successore im-mediato sulla cattedra dei SS.

    Ambrogio e Carlo allarciv. Achille Ratti, inalzato con il nome di Pio XI alla Sede di Pietro. LEm. Tosi, gi vescovo di Squilla-ce e poscia di Andria, aveva fatto il suo ingresso a Milano il 23 luglio 1922; e cinque mesi dopo riceve-va lonor della Porpora.Trascorso per un anno dal suo ingresso venne colpito da una gravissima malattia alla pleura; la forte fibra, lott a lungo; e lunga fu pure la convalescenza; ma pot finalmente riprendere il suo mini-stero e darsi tutto al bene dellar-

    chidiocesi, la pi grande dItalia, novecento parrocchie, ed oltre due milioni e mezzo di fedeli.Egli non esit di attribuire la sua guarigione insperata alla Santa di Lisieux, e nella Pastorale an-nunciante ai fedeli la riacquistata salute attestava a lei tutta la sua gratitudine. Eco di questa divozio-ne dellEm. Tosi il suo testamen-to spirituale. Ci piace di riferirne i primi periodi: In nomine Domini Amen. questa lespressione di mia volont, che espongo sin-ceramente davanti a Dio al quale, forse presto, dovr presentarmi. Professo di voler morire nella Fede cattolica e nella Chiesa, la cui luce e materna protezione mi fu sem-

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    ANNO 1929:UN GRANDE DEVOTO DIS. TERESA DEL BAMBIN GESIl card. Eugenio Tosi

    pre di sicurezza, di gaudio e di paradiso anticipato. Specialmente credo nella misericordia infinita di Ges Cristo, nella bont di Maria Immacolata, nella custodia del mio buon Angelo, nella assistenza di S. Giuseppe, Santa Teresa del Bambin Ges, e SS. Patroni Am-brogio e Carlo.La piccola Santa in buona com-pagnia; non si potrebbe doman-dare per lei un miglior posto do-nore. Ella sparse, or sono circa sei anni, la rosa sullEm. Suo devoto; gli ottenne da Dio il rinvigorire del-la sua salute perch lavorasse a bene delle anime nellampia vi-gna; la giornata non fu lunga, ma piena di meriti.E adesso sparse altre rose, quelle dellinvito alla patria dove sicu-rezza eterna. Lesempio del Card. Tosi sia efficace anche per noi; esempio luminoso di fiducia nel patrocinio di questa Santa, che sembra aver in mano sua le chiavi del Cuore di Ges Cristo.Io non cesser mai di inculcare una grande confidenza nel pa-trocinio della Cara piccola San-ta. In alto le mani e pi in alto i cuori! Benpresto Vi accorgerete che Santa Teresa Vi ascolta sia nellesaudire i Vostri desideri sia dandovi unaltra risposta ma sempre consolante.

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    La sera del 29 gennaio si spegneva improvvisamente mons. M. Grancelli, Canonico onorario della Cattedrale e Cameriere di S. Santit. Magnifica fi-gura di Sacerdote, di oratore sacro, di letterato, di giornalista. Uomo dalla-nima nobilissima e candida, dal vasto intuito, di una attivit sorprendente, infaticabile nel trattare la penna e sulla cattedra. Gli Istituti di Verona perdono in lui un benefattore insigne e il con-sigliere di larghe vedute, il Seminario leducatore ricco di esperienze non comuni, il Clero veronese il maestro, la guida, lesemplare perfetto; lampio Capitolo un venerando Prelato e una gloria invidiata; il collegio dei lettera-ti il prosatore e lepigrafista classico, il poeta di vena fecondissima e di un estro lirico inesauribile. Prova dellal-tissima venerazione che Verona tutta nutriva per il compianto Monsignore fu il commosso e devoto pellegrinag-gio alla salma e pi ancora la parte-cipazione a suoi funerali: una vera apoteosi, un solenne e generale ple-biscito; partecipazione s vasta e cos spontanea da non ricordarsi leguale nella nostra citt. Lillustre scomparso vivr sempre in mezzo a noi perch i grandi lasciano dietro a s orme in-cancellabili La sua memoria pi stabi-le del bronzo e del marmo si eterner ancora lontano a traverso il monu-mento de suoi scritti impareggiabili che, auguriamo, sieno dati in luce, a incitamento degli studiosi, a onore e lustro dei dotti, a conforto e ispirazio-ne dei Confratelli nel Sacerdozio.Lo raccomandiamo ai suffragi di tut-ti i devoti di S. Teresa del B. G. della quale era zelantissimo. Garanzia ne fanno i brillanti, magistrali panegiri-ci tenuti in occasione della dupplice glorificazione della Santina, e gli arti-coli riboccanti di affetto e di praticit che Monsignore pubblicava su questo bollettino a cui ora benedice dal cielo.

    LA SCOMPARASADI UN ILLUSTRECOLLABORATORE

    UN PICCOLO QUIZ:Nella pagina a fianco: due fotola prima il Card. Tosisul letto di mortela seconda ci stata procurata daLuigi Soave, diquale ChiesaCarmelitana Veneta si tratta? E quando fu scattata?

    Sopra:Una copertina delnostro periodicodel 1929e una foto delCardinal Tosi

  • Santa Teresa Maggio 2015 7

    6 Santa Teresa Maggio 2015

    Mistero nascostoIl profeta Isaia diceva: Veramente Signore, tu sei un Dio misterioso (Is 49). Ges Dio. E per Teresa Egli un tesoro nascosto come lo scrive a Celina: Ges un teso-ro nascosto, un bene inestimabile che poche anime sanno trova-re perch nascosto e il mondo ama ci che brilla. Ah, se Ges avesse voluto mostrarsi a tutte le anime con i suoi doni ineffabili, senza dubbio non ce ne sarebbe una sola che lavrebbe rifiutato; ma Egli non vuole che lo amiamo per i suoi doni, Lui stesso che deve essere la nostra ricompen-sa... (cfr. Gen 15,1) (LT 145).Questo tesoro nascosto, Teresa lo trova particolarmente nellEu-caristia. Nella sua seconda pia ricreazione Gli Angeli al presepe di Ges meditando sul mistero del triplice abbassamento di Dio in Ges Cristo: la mangiatoia, la croce e leucaristia, la carmelitana afferma:

    Nascosto nellEucaristia.Io vedo lOnnipotente Dioe lAutore della vita vedopi piccolo dun Bimbo!

    (RP 2)

    NellEucaristia, Teresa vede lab-bassamento maggiore del Signo-re. Dice a Ges in una preghiera: Adesso nellOstia che ti vedo portare al colmo il tuo annienta-mento. []O mio Amato, come mi appari dolce ed umile di cuo-re sotto il velo della bianca Ostia! Non puoi abbassarti di pi per in-segnarmi lumilt ... (PR 20).E questo abbassamento del Si-gnore per Teresa una tale follia damore che non pu non provo-care in lei una fiducia totale in Lui:O Verbo Divino, [] sei tu che resti ancora nella valle di lacri-me, nascosto sotto lapparenza di unostia bianca! ... O Ges, lasciami dire che il tuo amore ar-riva fino alla follia! Come vuoi che, davanti a questa Follia, il mio cuore non si slanci verso di te? Come potrebbe avere limiti la mia fiducia?... (Ms B 5v). Grazie alla fede, nel pane di Vita, Teresa contempla la gloria che scaturisce dal Volto adorabile del Verbo Dio: Divin Ges, ecco come esage-rato il tuo amore: dopo aver reso visibile alle deboli creature il Vol-to adorabile di cui i serafini non possono sostenere lo splendore,

    tu vuoi nasconderlo sotto un velo ancora pi fitto di quello della na-tura umana! Ma, Ges, io vedo ir-raggiare nellostia lo splendore del tuo viso (RP 2).

    Il santo sacrificioTeresa non dimentica certo che la Messa il memoriale del Sacrifi-cio della Croce.Da sacrestana, preparava il pane ed il vino del Sacrificio che ci dona il Cielo, cio Ges stesso che ci ha salvato con leffusione del suo sangue sulla croce. La liturgia ci ricorda che ogni volta che viene offerto questo Sacrificio, si com-pie lopera della nostra Redenzio-ne, come recita la preghiera sulle offerte del Gioved Santo e della II domenica del tempo ordinario. Teresa voleva stare ai piedi della Croce per raccogliervi il Sangue di Ges, Rugiada divina che pu-rifica i peccatori dalle loro sporci-zie. Rugiada divina capace, dice,

    di verginizzare le corolle dei fiori, cio le anime. Questo prezioso Sangue, Teresa pu raccoglierlo nella Eucaristia, come dice in una poesia:

    O tinvidio, felice Calice, dove adoro il divino Sangue. Ma io posso ciascun mattino

    nel Sacrificio ben raccoglierlo. Pi dei Vasi preziosi doro

    Ges ama lanima mia. Calvario Nuovo lAltare, l il suo Sangue ancor mi bagna.

    stu

    di t

    ere

    sia

    ni

    TERESA E LEUCARISTIA

    di p. Patrick Lemoineda Thrse de Lisieux

    n958 ottobre 2014

    Il Cielo, mistero supremo, nascosto in un umile pane

    stu

    di t

    ere

    sia

    ni

    Qu

    iz d

    el m

    ese

    Il 18 aprile 1982 (ero gi nato!) moriva a Lisieux, allet di 91 anni, lultima perso-na che aveva incontrato in vita Teresa di Lisieux. Chi era? Come si chiamava?Un suggerimento: era la nipote dellunica carmelitana che partecip ai funerali di suor Teresa di GesBambino.

    A tutti i lettori che entro il 30 giugno 2015 ci faranno avere la risposta corretta a que-sto quiz (per telefono, fax, e-mail, lettera o personalmente), verr inviata una preziosa bottiglietta della nostra melissa moldavica.

    LULTIMA TESTIMONE

  • Santa Teresa Maggio 2015 7

    6 Santa Teresa Maggio 2015

    Mistero nascostoIl profeta Isaia diceva: Veramente Signore, tu sei un Dio misterioso (Is 49). Ges Dio. E per Teresa Egli un tesoro nascosto come lo scrive a Celina: Ges un teso-ro nascosto, un bene inestimabile che poche anime sanno trova-re perch nascosto e il mondo ama ci che brilla. Ah, se Ges avesse voluto mostrarsi a tutte le anime con i suoi doni ineffabili, senza dubbio non ce ne sarebbe una sola che lavrebbe rifiutato; ma Egli non vuole che lo amiamo per i suoi doni, Lui stesso che deve essere la nostra ricompen-sa... (cfr. Gen 15,1) (LT 145).Questo tesoro nascosto, Teresa lo trova particolarmente nellEu-caristia. Nella sua seconda pia ricreazione Gli Angeli al presepe di Ges meditando sul mistero del triplice abbassamento di Dio in Ges Cristo: la mangiatoia, la croce e leucaristia, la carmelitana afferma:

    Nascosto nellEucaristia.Io vedo lOnnipotente Dioe lAutore della vita vedopi piccolo dun Bimbo!

    (RP 2)

    NellEucaristia, Teresa vede lab-bassamento maggiore del Signo-re. Dice a Ges in una preghiera: Adesso nellOstia che ti vedo portare al colmo il tuo annienta-mento. []O mio Amato, come mi appari dolce ed umile di cuo-re sotto il velo della bianca Ostia! Non puoi abbassarti di pi per in-segnarmi lumilt ... (PR 20).E questo abbassamento del Si-gnore per Teresa una tale follia damore che non pu non provo-care in lei una fiducia totale in Lui:O Verbo Divino, [] sei tu che resti ancora nella valle di lacri-me, nascosto sotto lapparenza di unostia bianca! ... O Ges, lasciami dire che il tuo amore ar-riva fino alla follia! Come vuoi che, davanti a questa Follia, il mio cuore non si slanci verso di te? Come potrebbe avere limiti la mia fiducia?... (Ms B 5v). Grazie alla fede, nel pane di Vita, Teresa contempla la gloria che scaturisce dal Volto adorabile del Verbo Dio: Divin Ges, ecco come esage-rato il tuo amore: dopo aver reso visibile alle deboli creature il Vol-to adorabile di cui i serafini non possono sostenere lo splendore,

    tu vuoi nasconderlo sotto un velo ancora pi fitto di quello della na-tura umana! Ma, Ges, io vedo ir-raggiare nellostia lo splendore del tuo viso (RP 2).

    Il santo sacrificioTeresa non dimentica certo che la Messa il memoriale del Sacrifi-cio della Croce.Da sacrestana, preparava il pane ed il vino del Sacrificio che ci dona il Cielo, cio Ges stesso che ci ha salvato con leffusione del suo sangue sulla croce. La liturgia ci ricorda che ogni volta che viene offerto questo Sacrificio, si com-pie lopera della nostra Redenzio-ne, come recita la preghiera sulle offerte del Gioved Santo e della II domenica del tempo ordinario. Teresa voleva stare ai piedi della Croce per raccogliervi il Sangue di Ges, Rugiada divina che pu-rifica i peccatori dalle loro sporci-zie. Rugiada divina capace, dice,

    di verginizzare le corolle dei fiori, cio le anime. Questo prezioso Sangue, Teresa pu raccoglierlo nella Eucaristia, come dice in una poesia:

    O tinvidio, felice Calice, dove adoro il divino Sangue. Ma io posso ciascun mattino

    nel Sacrificio ben raccoglierlo. Pi dei Vasi preziosi doro

    Ges ama lanima mia. Calvario Nuovo lAltare, l il suo Sangue ancor mi bagna.

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    TERESA E LEUCARISTIA

    di p. Patrick Lemoineda Thrse de Lisieux

    n958 ottobre 2014

    Il Cielo, mistero supremo, nascosto in un umile pane

    stu

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    Il 18 aprile 1982 (ero gi nato!) moriva a Lisieux, allet di 91 anni, lultima perso-na che aveva incontrato in vita Teresa di Lisieux. Chi era? Come si chiamava?Un suggerimento: era la nipote dellunica carmelitana che partecip ai funerali di suor Teresa di GesBambino.

    A tutti i lettori che entro il 30 giugno 2015 ci faranno avere la risposta corretta a que-sto quiz (per telefono, fax, e-mail, lettera o personalmente), verr inviata una preziosa bottiglietta della nostra melissa moldavica.

    LULTIMA TESTIMONE

  • 9Santa Teresa Maggio 2015

    8 Santa Teresa Maggio 2015 8

    (P 25)

    Teresa raggiunge il Signore pre-sente nel sacramento dellEucari-stia grazie alla fede. Nellombra della fede ti amo e adoro: Pane Vivo della fede (cfr. P 24). E quando in adorazione davanti al Santo Sacramento, canta:

    Ma posso anchio- dolce miracolo! -

    con un solo atto di mia fedeaprir perfino il Tabernacolo

    e celarmi col Divin Re.(P 25)

    A proposito della sua fede nella Santa Presenza di Cristo nellEu-caristia, una delle compagne di Teresa al Carmelo, suor Marta di Ges, ha testimoniato al processo di canonizzazione di Teresa. Rac-conta: Un giorno, suor Teresa di Ges Bambino, presa da uno

    slancio damore and a inginoc-chiarsi allaltare, bussa alla porta del tabernacolo dicendo: Sei qui, Ges? Rispondimi, te ne prego. Appoggiando allora la sua testa al tabernacolo, vi rest per un po di tempo, poi mi guard. La sua figura era come trasfigurata e tut-ta risplendente di gioia come se qualcosa di misterioso fosse ac-caduto tra lei ed il Divino Prigio-niero (Processo Apostolico)

    Unita a Ges, uniti in GesProseguendo il racconto della sua prima Comunione, Teresa dice che la sua gioia era troppo gran-de, troppo profonda per poterla contenere, e ben presto lacrime deliziose la inondarono con gran-de stupore delle compagne, che pi tardi si dicevano luna allaltra: Perch mai ha pianto? Aveva qualcosa che la turbava?... No,

    era piuttosto perch non aveva la sua Mamma vicino a lei o la sua sorella che lei ama tanto che carmelitana . Non capivano che, poich tutta la gioia del Cielo si riversava in un cuore, quel cuore esiliato non poteva sopportarla senza spargere lacrime.. Oh, no!Lassenza della Mamma non mi faceva soffrire il giorno della mia prima comunione. Non cera forse il Cielo nella mia anima, e la Mam-ma non vi aveva forse preso posto da tanto tempo? Cos, ricevendo la visita di Ges, ricevevo anche quella della mia Mamma diletta che mi benediceva e si rallegrava della mia felicit...Non piangevo per lassenza di Paolina: certo sarei stata felice di vederla accanto a me, ma da molto tempo il mio sacrificio era accettato; in quel giorno, solo la gioia mi riempiva il cuore; mi univo a colei che si donava irrevocabil-mente a Colui che si donava a me con amore!... (Ms A 35r-35v).

    Se quel giorno aveva pianto, lo aveva fatto per la gioia. Di quella gioia indicibile che non pu espri-mere la felicit infinita di sapersi amata da Dio che si dona amo-rosamente a noi nellEucaristia. Teresa ci dice inoltre che ci rice-ve la visita di Ges riceve anche quella di coloro che sono con Lui ed in Lui. cos che Teresa non esita a dire che in quel giorno, ella ricevette anche la visita di sua madre Zelia Martin- deceduta gi da 7 anni. In pi ella suniva anche a Paolina -suor Agnese di Ges- che faceva la sua pro-

    fessione al Carmelo nello stesso giorno. Teresa sperimenta cos la comunione dei santi. Unendoci a Lui nellEucaristia, Ges ci unisce in Lui ai nostri fratelli e sorelle del Cielo e della terra. LEucaristia co-struisce la Chiesa

    Maria e lEucaristiaEd il posto della Vergine Maria? Madre di Dio e Madre della Chie-sa, la santissima Vergine Maria ai piedi dellAltare come fu ai pie-di della Croce. Colui che si offre sullAltare nellEucaristia il Figlio di Dio e Figlio di Maria. Maria conduce allEucaristia scriveva il papa san Giovanni Paolo II (Re-demptoris Mater).Per Teresa, Maria ci dona il pane della vita. Lo dice in maniera sim-bolica, quando ricorda la sua con-sacrazione a Maria, la sera della sua prima Comunione:ll pomeriggio fui io a pronunciare latto di consacrazione alla Ma-donna; era giusto che parlassi io a nome delle mie compagne alla mia Madre del Cielo, io che cos giovane ero rimasta priva della Madre della terra...Ci misi tutto il mio animo a parlar-

    stu

    di t

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    Prima Comunione di Teresa Martin, Absi-

    de della Basilica

    Quattro esperienze eucaristiche di Teresa nelle formelle allingresso della cappella delle reliquie:

    La prima Comunione

    Lamore per la Prensenza realenel tabernacolo

    Partecipazione alla processione del Corpus Domini

    Lultima Comunione

  • 9Santa Teresa Maggio 2015

    8 Santa Teresa Maggio 2015 8

    (P 25)

    Teresa raggiunge il Signore pre-sente nel sacramento dellEucari-stia grazie alla fede. Nellombra della fede ti amo e adoro: Pane Vivo della fede (cfr. P 24). E quando in adorazione davanti al Santo Sacramento, canta:

    Ma posso anchio- dolce miracolo! -

    con un solo atto di mia fedeaprir perfino il Tabernacolo

    e celarmi col Divin Re.(P 25)

    A proposito della sua fede nella Santa Presenza di Cristo nellEu-caristia, una delle compagne di Teresa al Carmelo, suor Marta di Ges, ha testimoniato al processo di canonizzazione di Teresa. Rac-conta: Un giorno, suor Teresa di Ges Bambino, presa da uno

    slancio damore and a inginoc-chiarsi allaltare, bussa alla porta del tabernacolo dicendo: Sei qui, Ges? Rispondimi, te ne prego. Appoggiando allora la sua testa al tabernacolo, vi rest per un po di tempo, poi mi guard. La sua figura era come trasfigurata e tut-ta risplendente di gioia come se qualcosa di misterioso fosse ac-caduto tra lei ed il Divino Prigio-niero (Processo Apostolico)

    Unita a Ges, uniti in GesProseguendo il racconto della sua prima Comunione, Teresa dice che la sua gioia era troppo gran-de, troppo profonda per poterla contenere, e ben presto lacrime deliziose la inondarono con gran-de stupore delle compagne, che pi tardi si dicevano luna allaltra: Perch mai ha pianto? Aveva qualcosa che la turbava?... No,

    era piuttosto perch non aveva la sua Mamma vicino a lei o la sua sorella che lei ama tanto che carmelitana . Non capivano che, poich tutta la gioia del Cielo si riversava in un cuore, quel cuore esiliato non poteva sopportarla senza spargere lacrime.. Oh, no!Lassenza della Mamma non mi faceva soffrire il giorno della mia prima comunione. Non cera forse il Cielo nella mia anima, e la Mam-ma non vi aveva forse preso posto da tanto tempo? Cos, ricevendo la visita di Ges, ricevevo anche quella della mia Mamma diletta che mi benediceva e si rallegrava della mia felicit...Non piangevo per lassenza di Paolina: certo sarei stata felice di vederla accanto a me, ma da molto tempo il mio sacrificio era accettato; in quel giorno, solo la gioia mi riempiva il cuore; mi univo a colei che si donava irrevocabil-mente a Colui che si donava a me con amore!... (Ms A 35r-35v).

    Se quel giorno aveva pianto, lo aveva fatto per la gioia. Di quella gioia indicibile che non pu espri-mere la felicit infinita di sapersi amata da Dio che si dona amo-rosamente a noi nellEucaristia. Teresa ci dice inoltre che ci rice-ve la visita di Ges riceve anche quella di coloro che sono con Lui ed in Lui. cos che Teresa non esita a dire che in quel giorno, ella ricevette anche la visita di sua madre Zelia Martin- deceduta gi da 7 anni. In pi ella suniva anche a Paolina -suor Agnese di Ges- che faceva la sua pro-

    fessione al Carmelo nello stesso giorno. Teresa sperimenta cos la comunione dei santi. Unendoci a Lui nellEucaristia, Ges ci unisce in Lui ai nostri fratelli e sorelle del Cielo e della terra. LEucaristia co-struisce la Chiesa

    Maria e lEucaristiaEd il posto della Vergine Maria? Madre di Dio e Madre della Chie-sa, la santissima Vergine Maria ai piedi dellAltare come fu ai pie-di della Croce. Colui che si offre sullAltare nellEucaristia il Figlio di Dio e Figlio di Maria. Maria conduce allEucaristia scriveva il papa san Giovanni Paolo II (Re-demptoris Mater).Per Teresa, Maria ci dona il pane della vita. Lo dice in maniera sim-bolica, quando ricorda la sua con-sacrazione a Maria, la sera della sua prima Comunione:ll pomeriggio fui io a pronunciare latto di consacrazione alla Ma-donna; era giusto che parlassi io a nome delle mie compagne alla mia Madre del Cielo, io che cos giovane ero rimasta priva della Madre della terra...Ci misi tutto il mio animo a parlar-

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    Prima Comunione di Teresa Martin, Absi-

    de della Basilica

    Quattro esperienze eucaristiche di Teresa nelle formelle allingresso della cappella delle reliquie:

    La prima Comunione

    Lamore per la Prensenza realenel tabernacolo

    Partecipazione alla processione del Corpus Domini

    Lultima Comunione

  • 11Santa Teresa Maggio 2015

    10 Santa Teresa Maggio 2015

    caristia, in cui Ges si dona per amore di ciascuno di noi. Ci ridice ci che in una sua poesia mette sulle labbra di santa Cecilia:

    Il Verbo, Figlio di Dioe Figlio di Maria,

    simmola sullaltarenel suo immenso amore.Al Banchetto della Vita

    dovrai sedereper ricevere Ges Cristo

    il Pan del Cielo (P 3)

    Come lo scriveva a sua cugina Maria Gurin, Teresa ci invita ad avvicinarci sena timore a questo grande Mistero dAmore dellEu-caristia: Pensa dunque che Ges l nel tabernacolo proprio per te, per te sola, e brucia dal deside-rio di entrare nel tuo cuore! Non

    ascoltare il demonio, burlati di lui e va senza paura a ricevere il Ges della pace e dellamore! ...

    le, a consacrarmi a lei; come una bambina che si getta tra le brac-cia di sua Madre e le chiede di ve-gliare su di lei.Mi sembra che la Madonna do-vette guardare il suo fiorellino e sorridergli.Non era forse lei che laveva guarito con un sorriso visibile?... Non era stata forse lei a deporre nel calice del suo fiorellino il suo Ges, il Fiore dei Campi, il Giglio della valle?... (Ms A 35v).Nel 1896, per la professione di Celina al Carmelo, Teresa le scrive due lettere. Nella prima racconta ci che accadr in Cielo nel gior-no in cui Celina pronuncer i suoi voti al Carmelo; nella seconda let-tera, Teresa fa parlare Ges che si rivolge a colei che diverr presto la sua sposa.E Ges dice a Celina:Io, il Fiore dei Campi, il Giglio delle Valli, voglio dare come nutri-mento alla mia Amata il Frumento degli Eletti, il Vino che germina i Vergini. Ella ricever questo nu-trimento dalle mani dellumile e gloriosa Vergine Maria, Madre di entrambi ... (LT 183).Ges giunto a noi per Maria ed per Maria che noi andiamo a Lui.

    O Immacolata Vergine, sei la Dolce Stella che mi dona Ges

    e a Lui mi unisce sempre.(P 5)

    LEucaristia sorgentedelle grazieLa maggior parte delle grazie che Teresa ha ricevuto durante la sua vita terrena sono legate allEucari-stia: la prima Comunione di Celina nel 1880; la guarigione per mezzo del sorriso della Vergine Santa, il 13 maggio 1883, che ha avuto luogo durante una novena di mes-se celebrare per Teresa nel san-tuario parigino di Nostra Signora delle Vittorie; la sua prima Comu-nione e confermazione nel 1884; la grazia della sua conversione a Natale 1886 che accaduta al ri-torno dalla messa di mezzanotte in cui avevo avuto la felicit di ricevere il Dio forte, come scri-ve Teresa. Al termine della mes-sa, una domenica del luglio 1887, nota unimmagine di Cristo in Cro-ce custodita nel suo messalino e decide, allora, di tenersi in spirito ai piedi della Croce per raccoglie-re la rugiada divina, il sangue prezioso del Salvatore, per farlo cadere sui peccatori. Teresa far dire una messa per la salvezza del criminale Pranzini. durante la messa della festa della Santissima Trinit, il 9 giu-gno 1895, che Teresa comprende quando Ges voglia essere ama-to. Ci la spinge ad offrirsi allA-more Misericordioso del Buon Dio Teresa ci invita a seguirla nel suo grande amore per lEu-

    stu

    di t

    ere

    sia

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    Ultima Comunione di Teresa Martin, Absi-

    de della Basilica

    Affidate a s. Teresa

    Alice ed Eleonora Trettene, Buttapietra (VR)

    Evita Olivieri, Mambrotta diSan Martino Buon Albergo (VR)

  • 11Santa Teresa Maggio 2015

    10 Santa Teresa Maggio 2015

    caristia, in cui Ges si dona per amore di ciascuno di noi. Ci ridice ci che in una sua poesia mette sulle labbra di santa Cecilia:

    Il Verbo, Figlio di Dioe Figlio di Maria,

    simmola sullaltarenel suo immenso amore.Al Banchetto della Vita

    dovrai sedereper ricevere Ges Cristo

    il Pan del Cielo (P 3)

    Come lo scriveva a sua cugina Maria Gurin, Teresa ci invita ad avvicinarci sena timore a questo grande Mistero dAmore dellEu-caristia: Pensa dunque che Ges l nel tabernacolo proprio per te, per te sola, e brucia dal deside-rio di entrare nel tuo cuore! Non

    ascoltare il demonio, burlati di lui e va senza paura a ricevere il Ges della pace e dellamore! ...

    le, a consacrarmi a lei; come una bambina che si getta tra le brac-cia di sua Madre e le chiede di ve-gliare su di lei.Mi sembra che la Madonna do-vette guardare il suo fiorellino e sorridergli.Non era forse lei che laveva guarito con un sorriso visibile?... Non era stata forse lei a deporre nel calice del suo fiorellino il suo Ges, il Fiore dei Campi, il Giglio della valle?... (Ms A 35v).Nel 1896, per la professione di Celina al Carmelo, Teresa le scrive due lettere. Nella prima racconta ci che accadr in Cielo nel gior-no in cui Celina pronuncer i suoi voti al Carmelo; nella seconda let-tera, Teresa fa parlare Ges che si rivolge a colei che diverr presto la sua sposa.E Ges dice a Celina:Io, il Fiore dei Campi, il Giglio delle Valli, voglio dare come nutri-mento alla mia Amata il Frumento degli Eletti, il Vino che germina i Vergini. Ella ricever questo nu-trimento dalle mani dellumile e gloriosa Vergine Maria, Madre di entrambi ... (LT 183).Ges giunto a noi per Maria ed per Maria che noi andiamo a Lui.

    O Immacolata Vergine, sei la Dolce Stella che mi dona Ges

    e a Lui mi unisce sempre.(P 5)

    LEucaristia sorgentedelle grazieLa maggior parte delle grazie che Teresa ha ricevuto durante la sua vita terrena sono legate allEucari-stia: la prima Comunione di Celina nel 1880; la guarigione per mezzo del sorriso della Vergine Santa, il 13 maggio 1883, che ha avuto luogo durante una novena di mes-se celebrare per Teresa nel san-tuario parigino di Nostra Signora delle Vittorie; la sua prima Comu-nione e confermazione nel 1884; la grazia della sua conversione a Natale 1886 che accaduta al ri-torno dalla messa di mezzanotte in cui avevo avuto la felicit di ricevere il Dio forte, come scri-ve Teresa. Al termine della mes-sa, una domenica del luglio 1887, nota unimmagine di Cristo in Cro-ce custodita nel suo messalino e decide, allora, di tenersi in spirito ai piedi della Croce per raccoglie-re la rugiada divina, il sangue prezioso del Salvatore, per farlo cadere sui peccatori. Teresa far dire una messa per la salvezza del criminale Pranzini. durante la messa della festa della Santissima Trinit, il 9 giu-gno 1895, che Teresa comprende quando Ges voglia essere ama-to. Ci la spinge ad offrirsi allA-more Misericordioso del Buon Dio Teresa ci invita a seguirla nel suo grande amore per lEu-

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    Ultima Comunione di Teresa Martin, Absi-

    de della Basilica

    Affidate a s. Teresa

    Alice ed Eleonora Trettene, Buttapietra (VR)

    Evita Olivieri, Mambrotta diSan Martino Buon Albergo (VR)

  • 13Santa Teresa Maggio 2015

    12 Santa Teresa Maggio 2015

    sim

    bo

    li ma

    rian

    iUNA TORTORAper la castit

    maggior onore della sconvenien-za delle nozze plurime. Ma soprattutto, grazie alla sua castit, la tortora adatta a raffi-gurare la Vergine tutta santa, la Panaghia dei bizantini, tanto pi che Ambrogio vede in questo uc-cello il simbolo della generazione senza macchia. Nella Bibbia la li-turgia ebraica preferisce la tortora per il sacrificio che accompagna la purificazione della madre dopo la nascita dei figli. E vediamo nel vangelo che Maria si sottomise a questa regola al momento della presentazione di Ges al tempio.Una tortora, per la castit la Vergine Maria, dice Riccardo di s. Vittore presentando una serie di metafore e titoli mariani.Il patriarca di Venezia, Lorenzo Giustiniani, riassume cos que-sta ricca tradizione: Secondo la testimonianza del vangelo, i suoi genitori offrirono per lui un paio di tortore o due piccoli di colombe.

    Non offrirono oro o gemme per il Re dei cieli, ma degli animali puri, viventi e volatili, affinch i lettori comprendessero che si tratta di un mistero. Infatti nella tortora intendi la castit della santa Chiesa, unita a Cristo in un sacrosanto connu-bio damore; invece nellimmagine della colomba vedi raffigurata lu-nione damore dei credenti, i quali formano un cuore solo e unanima sola. Questa unione peraltro non cessa di produrre per il suo Sposo la fecondit della prole spirituale mediante la mutua esortazione e la quotidiana distribuzione dei sa-cramenti. stata la beata Vergine Maria, in quanto tipo della Chiesa, ad offrire questa mistica oblazio-ne a nome del suo Dio Unigeni-to. E tu, o anima fedele, imitala; e, affinch possa purificarti spi-ritualmente ed essere mondata dal contagio dei peccati, entra nel tempio del tuo cuore.

    Un volatile dai molti ruoli simbolici la tortora: ad essa si paragona lo Spi-rito Santo, in quanto ri-

    vela i misteri di Dio a chi si ritira in solitudine. Identifica poi il nostro Salvatore che prega in solitudine, come leggiamo nellinterpretazio-ne del Fisiologo: Il Fisiologo ha detto della tortora che essa mo-nogama e molto solitaria e abita in luoghi deserti; non ama stare in mezzo alla folla. Cos anche il no-stro Salvatore vegliava sul monte degli Ulivi.... La voce della torto-ra secondo s. Gregorio di Nissa anche quella del Battista, la voce di colui che grida nel deser-to, oppure quella di Paolo aposto-lo (Filone di Carpasia).Ma certamente immagine della Chiesa. E se la colomba la im-persona per la semplicit e la pu-rezza delle sue candide penne, il piumaggio screziato della tortora si presta me-glio a rappresen-tare la variet dei popoli e la molte-plicit dei c a r i s m i di cui va fiera lec-clesia ex gentibus (la chiesa che viene dai pagani). Guglielmo di Normandia, nel suo Bestiario divino,

    a proposito della tortora si espri-me cos: La tortora, che ben si riguarda, / Che cos bene la sua castit conserva, / se significa la santa Chiesa! [...] Quando la santa Chiesa vide legare, / battere, far penare, crocifiggere / Ges Cri-sto, suo fedele sposo, / ne ebbe il cuore molto angosciato. / Ogni giorno si tenuta vicina a lui; / sempre adesso attende sua ve-nuta; tutti i giorni lo crede, tutti i giorni lo spera; / non si vuole ma-ritare con altri / per lui tutto il suo desiderio. / Ad altri non vuole accompagnarsi: / tutti i giorni vicina al suo simile, Ges Cristo, suo leale fedele.La tortora, dicevano gli antichi na-turalisti, non si riaccoppia dopo una prima vedovanza. E perci pu simbolizzare la castit. Fra i molti riferimenti, citiamo s. Ba-silio: Dicono che la tortora, una

    volta separata dal coniuge, non accetta pi lu-

    nione con un altro, ma rimane sen-

    za accoppiar-si, rifiutan-do lunione con un se-condo co-niuge in r i c o r d o del primo. Ascoltino le

    donne come la nobilt della

    vedovanza, an-che negli animali

    senza ragione, sia in

    sim

    bo

    li ma

    rian

    i

    di p. Giuseppe Furioni ocd

    Via Crucis del mercoled santo con le famiglie delcatechismo nelgiardino del santuario.

    La tortora si alza in volo, foto di Eros Biagio Ambrosetti,

    da Flickr.

  • 13Santa Teresa Maggio 2015

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    UNA TORTORAper la castit

    maggior onore della sconvenien-za delle nozze plurime. Ma soprattutto, grazie alla sua castit, la tortora adatta a raffi-gurare la Vergine tutta santa, la Panaghia dei bizantini, tanto pi che Ambrogio vede in questo uc-cello il simbolo della generazione senza macchia. Nella Bibbia la li-turgia ebraica preferisce la tortora per il sacrificio che accompagna la purificazione della madre dopo la nascita dei figli. E vediamo nel vangelo che Maria si sottomise a questa regola al momento della presentazione di Ges al tempio.Una tortora, per la castit la Vergine Maria, dice Riccardo di s. Vittore presentando una serie di metafore e titoli mariani.Il patriarca di Venezia, Lorenzo Giustiniani, riassume cos que-sta ricca tradizione: Secondo la testimonianza del vangelo, i suoi genitori offrirono per lui un paio di tortore o due piccoli di colombe.

    Non offrirono oro o gemme per il Re dei cieli, ma degli animali puri, viventi e volatili, affinch i lettori comprendessero che si tratta di un mistero. Infatti nella tortora intendi la castit della santa Chiesa, unita a Cristo in un sacrosanto connu-bio damore; invece nellimmagine della colomba vedi raffigurata lu-nione damore dei credenti, i quali formano un cuore solo e unanima sola. Questa unione peraltro non cessa di produrre per il suo Sposo la fecondit della prole spirituale mediante la mutua esortazione e la quotidiana distribuzione dei sa-cramenti. stata la beata Vergine Maria, in quanto tipo della Chiesa, ad offrire questa mistica oblazio-ne a nome del suo Dio Unigeni-to. E tu, o anima fedele, imitala; e, affinch possa purificarti spi-ritualmente ed essere mondata dal contagio dei peccati, entra nel tempio del tuo cuore.

    Un volatile dai molti ruoli simbolici la tortora: ad essa si paragona lo Spi-rito Santo, in quanto ri-

    vela i misteri di Dio a chi si ritira in solitudine. Identifica poi il nostro Salvatore che prega in solitudine, come leggiamo nellinterpretazio-ne del Fisiologo: Il Fisiologo ha detto della tortora che essa mo-nogama e molto solitaria e abita in luoghi deserti; non ama stare in mezzo alla folla. Cos anche il no-stro Salvatore vegliava sul monte degli Ulivi.... La voce della torto-ra secondo s. Gregorio di Nissa anche quella del Battista, la voce di colui che grida nel deser-to, oppure quella di Paolo aposto-lo (Filone di Carpasia).Ma certamente immagine della Chiesa. E se la colomba la im-persona per la semplicit e la pu-rezza delle sue candide penne, il piumaggio screziato della tortora si presta me-glio a rappresen-tare la variet dei popoli e la molte-plicit dei c a r i s m i di cui va fiera lec-clesia ex gentibus (la chiesa che viene dai pagani). Guglielmo di Normandia, nel suo Bestiario divino,

    a proposito della tortora si espri-me cos: La tortora, che ben si riguarda, / Che cos bene la sua castit conserva, / se significa la santa Chiesa! [...] Quando la santa Chiesa vide legare, / battere, far penare, crocifiggere / Ges Cri-sto, suo fedele sposo, / ne ebbe il cuore molto angosciato. / Ogni giorno si tenuta vicina a lui; / sempre adesso attende sua ve-nuta; tutti i giorni lo crede, tutti i giorni lo spera; / non si vuole ma-ritare con altri / per lui tutto il suo desiderio. / Ad altri non vuole accompagnarsi: / tutti i giorni vicina al suo simile, Ges Cristo, suo leale fedele.La tortora, dicevano gli antichi na-turalisti, non si riaccoppia dopo una prima vedovanza. E perci pu simbolizzare la castit. Fra i molti riferimenti, citiamo s. Ba-silio: Dicono che la tortora, una

    volta separata dal coniuge, non accetta pi lu-

    nione con un altro, ma rimane sen-

    za accoppiar-si, rifiutan-do lunione con un se-condo co-niuge in r i c o r d o del primo. Ascoltino le

    donne come la nobilt della

    vedovanza, an-che negli animali

    senza ragione, sia in

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    di p. Giuseppe Furioni ocd

    Via Crucis del mercoled santo con le famiglie delcatechismo nelgiardino del santuario.

    La tortora si alza in volo, foto di Eros Biagio Ambrosetti,

    da Flickr.

  • 15Santa Teresa Maggio 2015

    14 Santa Teresa Maggio 2015

    tere

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    515

    -20

    15MAESTRI SPAGNOLIhanno alimentato la sua genialit e la sua originalit

    do le chiarisce la questione. Ella sottolinea queste pagine e le pre-senta ai suoi confessori che, in quel momento agiscono pi come giudici che come maestri spiritua-li (Vita 23,12). Laredo la indirizza alla vita mistica.

    Bernab di Palma (1469-1579). Teresa legge la sua opera Via spiri-tus probabilmente quando si trova nella stessa situazione preceden-te. Di lui cita la teoria quadrare la mente per giungere al puro spi-rituale (Vita 22,1). Tuttavia, ella non ammette che, per giungere a questo alto livello, implicante le-sclusione di tutto ci che ha for-ma corporea, si debba lasciar da parte anche lUmanit di Cristo. Cristo non solo la Via che porta al Padre, ma la sua santa Umanit continua ad essere, secondo lei,

    oggetto frequente della pi alta contemplazione mistica (Castello interiore VI,7).Rispetto a questo autore, Tere-sa si muove in maniera critica: Quei libri raccomandavano insi-stentemente di accantonare ogni immagine corporea per lanciarsi a contemplare in modo diretto la Divinit, asserendo che per quanti si sono spinti ormai tanto innanzi, risulta dimbarazzo e di intralcio alla pi perfetta contemplazione, perfino la stessa Umanit di Cri-sto.Dicono che siccome questopera tutta spirito, qualunque cosa corporea la pu disturbare o im-pedire, per cui ci che bisogna procurare di considerarsi in maniera quadrata (en cuadrada manera): Dio sta da ogni parte e ci si vede tuffati in Lui (Vita 22,1).

    tere

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    15

    S. Teresa si colloca nella corrente letteraria degli autori spirituali spagnoli del XVI secolo. La fioritu-

    ra avviene in due tempi: il primo caratterizzato da una produzione libera e abbondante, precedente alla pubblicazione dellIndice dei libri proibiti di Valds (1559), men-tre laltro, nella seconda met del secolo, sar condizionato dagli steccati del menzionato Catha-logus. In linea generale, Teresa lettrice nel primo periodo e scrit-trice nel secondo. maggiormen-te debitrice verso gli scrittori spa-gnoli piuttosto che alle traduzioni di libri stranieri. Le interessano soprattutto i libri di orazione, che costituiscono la linea portante di

    questa fioritura. Quantunque i testi che lei ha letto siano sicuramente molti di pi, risultano per di diffi-cile identificazione. Qui faremo la recensione unicamente dei libri da lei citati o ai quali fa accenno.Si possono distinguere gli autori letti da Teresa dallappartenenza alla famiglia religiosa. Una prima serie attinge alla spiritualit fran-cescana.

    Francesco di Osuna (1492-1541), coetaneo della Santa. Di lui ha letto con particolare attenzione il Terzo Abbecedario (Siviglia 1527), che lha introdotta allorazione di raccoglimento. Risolvetti scri-ve di fare il possibile per segui-re il metodo che mindicava con tutte le mie forze (Vita 4,7, verso il 1538). Mettendosi sulla strada che quel libro le insegnava, ella giunge a vivere alcuni momenti di quiete e persino di unione. Osu-na, pertanto, il primo maestro di orazione.

    Bernardino di Laredo (1482-1540). Teresa legge il migliore dei suoi libri, la Salita del monte Sion (Siviglia 1535 e 1538), agli inizi della sua esperienza mistica. La mette di fronte al problema di non pensare nulla, ossia il suo modo proprio di orazione misti-ca, al di l di ogni meditazione e di ogni discorrere. Il libro di Lare-

    di p. Toms lvarez ocd

    Josefina (1538),libro su san

    Giuseppedi Bernardino

    di Laredo

    Esterno della Cattedrale di Burosin Spagna

  • 15Santa Teresa Maggio 2015

    14 Santa Teresa Maggio 2015

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    MAESTRI SPAGNOLIhanno alimentato la sua genialit e la sua originalit

    do le chiarisce la questione. Ella sottolinea queste pagine e le pre-senta ai suoi confessori che, in quel momento agiscono pi come giudici che come maestri spiritua-li (Vita 23,12). Laredo la indirizza alla vita mistica.

    Bernab di Palma (1469-1579). Teresa legge la sua opera Via spiri-tus probabilmente quando si trova nella stessa situazione preceden-te. Di lui cita la teoria quadrare la mente per giungere al puro spi-rituale (Vita 22,1). Tuttavia, ella non ammette che, per giungere a questo alto livello, implicante le-sclusione di tutto ci che ha for-ma corporea, si debba lasciar da parte anche lUmanit di Cristo. Cristo non solo la Via che porta al Padre, ma la sua santa Umanit continua ad essere, secondo lei,

    oggetto frequente della pi alta contemplazione mistica (Castello interiore VI,7).Rispetto a questo autore, Tere-sa si muove in maniera critica: Quei libri raccomandavano insi-stentemente di accantonare ogni immagine corporea per lanciarsi a contemplare in modo diretto la Divinit, asserendo che per quanti si sono spinti ormai tanto innanzi, risulta dimbarazzo e di intralcio alla pi perfetta contemplazione, perfino la stessa Umanit di Cri-sto.Dicono che siccome questopera tutta spirito, qualunque cosa corporea la pu disturbare o im-pedire, per cui ci che bisogna procurare di considerarsi in maniera quadrata (en cuadrada manera): Dio sta da ogni parte e ci si vede tuffati in Lui (Vita 22,1).

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    S. Teresa si colloca nella corrente letteraria degli autori spirituali spagnoli del XVI secolo. La fioritu-

    ra avviene in due tempi: il primo caratterizzato da una produzione libera e abbondante, precedente alla pubblicazione dellIndice dei libri proibiti di Valds (1559), men-tre laltro, nella seconda met del secolo, sar condizionato dagli steccati del menzionato Catha-logus. In linea generale, Teresa lettrice nel primo periodo e scrit-trice nel secondo. maggiormen-te debitrice verso gli scrittori spa-gnoli piuttosto che alle traduzioni di libri stranieri. Le interessano soprattutto i libri di orazione, che costituiscono la linea portante di

    questa fioritura. Quantunque i testi che lei ha letto siano sicuramente molti di pi, risultano per di diffi-cile identificazione. Qui faremo la recensione unicamente dei libri da lei citati o ai quali fa accenno.Si possono distinguere gli autori letti da Teresa dallappartenenza alla famiglia religiosa. Una prima serie attinge alla spiritualit fran-cescana.

    Francesco di Osuna (1492-1541), coetaneo della Santa. Di lui ha letto con particolare attenzione il Terzo Abbecedario (Siviglia 1527), che lha introdotta allorazione di raccoglimento. Risolvetti scri-ve di fare il possibile per segui-re il metodo che mindicava con tutte le mie forze (Vita 4,7, verso il 1538). Mettendosi sulla strada che quel libro le insegnava, ella giunge a vivere alcuni momenti di quiete e persino di unione. Osu-na, pertanto, il primo maestro di orazione.

    Bernardino di Laredo (1482-1540). Teresa legge il migliore dei suoi libri, la Salita del monte Sion (Siviglia 1535 e 1538), agli inizi della sua esperienza mistica. La mette di fronte al problema di non pensare nulla, ossia il suo modo proprio di orazione misti-ca, al di l di ogni meditazione e di ogni discorrere. Il libro di Lare-

    di p. Toms lvarez ocd

    Josefina (1538),libro su san

    Giuseppedi Bernardino

    di Laredo

    Esterno della Cattedrale di Burosin Spagna

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    Alfonso di Madrid (1485-1532). Nella sua Arte di servire Dio, egli espone in modo originale il dina-mismo della vita spirituale. Teresa lha letto e lo raccomanda a co-loro che incominciano lesperien-za di orazione: Per risvegliare lamore e per aiutarci a crescere nelle virt ... un certo libro intito-lato Arte di servire Iddio molto buono e utile per coloro che si tro-vano in questo stato (Vita 12,2). uno dei pochissimi casi in cui ella consiglia un libro.

    Alfonso di Guevara (1481-1545), vescovo di Guadix (Granada) e successivamente di Mondoedo (Galizia). Con il suo Oratorio dei religiosi (1542) la Santa avrebbe completato la sua formazione reli-giosa, tema che viene lungamen-

    te trattato dallautore. Teresa lo teneva in grande considerazione, al punto che lo incluse nella terna degli autori spagnoli raccoman-dati nelle sue Costituzioni (2,7).

    San Pietro dAlcntara (1499-1562) senza dubbio il france-scano che ha avuto una profonda influenza su di lei, soprattutto a voce, di persona, entrando in pro-fonda sintonia con la sua espe-rienza mistica (Ho visto che mi capiva per esperienza, e questo era tutto ci di cui avevo bisogno) e con le sue idee sulla povert. Teresa pot trattare con questo Santo, probabilmente nel 1559, grazie allospitalit offerta dalla-mica Donna Guiomar de Ulloa. Ebbe cos modo dintrattenersi a lungo tanto a casa della mia ami-

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    San Giovanni dAvila,dottore della Chiesa

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    Alfonso di Madrid (1485-1532). Nella sua Arte di servire Dio, egli espone in modo originale il dina-mismo della vita spirituale. Teresa lha letto e lo raccomanda a co-loro che incominciano lesperien-za di orazione: Per risvegliare lamore e per aiutarci a crescere nelle virt ... un certo libro intito-lato Arte di servire Iddio molto buono e utile per coloro che si tro-vano in questo stato (Vita 12,2). uno dei pochissimi casi in cui ella consiglia un libro.

    Alfonso di Guevara (1481-1545), vescovo di Guadix (Granada) e successivamente di Mondoedo (Galizia). Con il suo Oratorio dei religiosi (1542) la Santa avrebbe completato la sua formazione reli-giosa, tema che viene lungamen-

    te trattato dallautore. Teresa lo teneva in grande considerazione, al punto che lo incluse nella terna degli autori spagnoli raccoman-dati nelle sue Costituzioni (2,7).

    San Pietro dAlcntara (1499-1562) senza dubbio il france-scano che ha avuto una profonda influenza su di lei, soprattutto a voce, di persona, entrando in pro-fonda sintonia con la sua espe-rienza mistica (Ho visto che mi capiva per esperienza, e questo era tutto ci di cui avevo bisogno) e con le sue idee sulla povert. Teresa pot trattare con questo Santo, probabilmente nel 1559, grazie allospitalit offerta dalla-mica Donna Guiomar de Ulloa. Ebbe cos modo dintrattenersi a lungo tanto a casa della mia ami-

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  • ca, come in alcune chiese. Seb-bene non lo citi, indubbio che Teresa abbia letto il suo Trattato sullorazione e la meditazione. Si riferisce in generale a tutti i suoi libri, consigliando-li nelle Costituzioni (2,7) per la biblio-teca selezionata dei suoi Car-meli. Gi nel-la Vita (30,2) aveva fatto riferimento ad alcuni tratta-telli di orazione in volgare che oggi sono molto diffusi.A questa serie di auto-ri francescani si accompagna un certo numero di religiosi domeni-cani.

    S. Vincenzo Ferreri (1350-1419). Sebbene appartenga ad unepo-

    ca precedente, il suo Tractatus de vita spirituali era stato tradotto in spagnolo agli inizi del secolo XVI. La Santa conosce ledizione di

    Len (1528), la cita a propo-sito dei falsi rapimen-

    ti, contro i quali S. Vincenzo pren-

    de posizione (Vita 20,23). Cos scrive il Santo: Se vi dicessero cose contro

    la fede, la Sa-cra Scrittura e i

    buoni costumi, e sostenessero la loro

    dottrina con il prestigio di fatti soprannaturali, disprez-

    zate le loro visioni come effetto di demenza e i loro rapimenti come arrabbiamentiDomenico Bez e Pietro Ibez. Conosciuti per linflusso del loro

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    Nel tondo:San Pietro dAlcantaraSotto:San Francesco Borgia

  • ca, come in alcune chiese. Seb-bene non lo citi, indubbio che Teresa abbia letto il suo Trattato sullorazione e la meditazione. Si riferisce in generale a tutti i suoi libri, consigliando-li nelle Costituzioni (2,7) per la biblio-teca selezionata dei suoi Car-meli. Gi nel-la Vita (30,2) aveva fatto riferimento ad alcuni tratta-telli di orazione in volgare che oggi sono molto diffusi.A questa serie di auto-ri francescani si accompagna un certo numero di religiosi domeni-cani.

    S. Vincenzo Ferreri (1350-1419). Sebbene appartenga ad unepo-

    ca precedente, il suo Tractatus de vita spirituali era stato tradotto in spagnolo agli inizi del secolo XVI. La Santa conosce ledizione di

    Len (1528), la cita a propo-sito dei falsi rapimen-

    ti, contro i quali S. Vincenzo pren-

    de posizione (Vita 20,23). Cos scrive il Santo: Se vi dicessero cose contro

    la fede, la Sa-cra Scrittura e i

    buoni costumi, e sostenessero la loro

    dottrina con il prestigio di fatti soprannaturali, disprez-

    zate le loro visioni come effetto di demenza e i loro rapimenti come arrabbiamentiDomenico Bez e Pietro Ibez. Conosciuti per linflusso del loro

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    magistero orale su Teresa, essi sono anche autori di alcuni scritti importanti che lei ha letto. Dome-nico Bez scriver un bellissimo Parere favorevole alla vita misti-ca della Santa, nelle pagine finali dellautografo della Vita. Pietro

    Ibez, dal canto suo, redige due studi Dictamen e Relazione, mol-to probabilmente letti da Teresa. Costituiscono una conferma della sua esperienza mistica.

    Luigi di Granada (1504-1588). Teresa stata lettrice entusiasta di molte sue opere (Libro di ora-zione e meditazione, Memoria-le..., Guida dei peccatori...). Gli scrive una lettera elogiandolo per i suoi scritti (Lettera 82) e include la sua opera nella lista delle Costi-tuzioni (2,7).Diego de Yanguas (1539-1607). Teresa legge nel 1579 la Vita di santAlberto [di Trapani] da lui scritta e, quando stampa per la prima volta il Cammino di perfe-zione, la manda in Portogallo per-ch venga pubblicata dal signor Teutonio (Evora 1582).Infine non mancano autori gesuiti, che accompagnarono S. Teresa soprattutto con la confessione e la direzione spirituale.

    Baldassarre lvarez (1533-1580) e Giovanni de la Plaza (1527-1602). Di questultimo autore sono quasi tutti gli Avvisi attribuiti alla Santa e pubblicati nelle sue Opere (stampati per la prima volta prima del Cammino, Evora 1583). Erano stati trasmessi a lei da Pa-dre Baldassarre e costituiscono una collana di consigli ascetici.

    Rodrigo lvarez (1523-1587). autore di un breve ma bellissi-mo elogio delle Settime mansioni della Santa. Lo scrive alla fine del manoscritto autografo del Castel-lo interiore. stato letto da Teresa probabilmente durante qualcuno

    dei suoi trasferimenti presso Ma-ria di S. Giuseppe (Salazar).

    S. Francesco Borgia (1510-1572). solo una probabilit il fat-to che la Santa abbia letto il suo libro Opere devote e proficue... Forse uno dei libri sacrificato da lei essendo comparso nellIndi-ce dei libri proibiti del 1559 (Vita 26,5).Infine si deve aggiungere S. Gio-vanni dAvila (1500-1569), pro-clamato Dottore della Chiesa da papa Benedetto XVI. Anche di lui si pu dire quanto affermato di Francesco Borgia: opere lette, ma poi distrutte. Certamente les-se il suo bellapprezzamento del libro della Vita (in una lettera da lui scritta poco prima di morire).

    In seguito Teresa si interesser ai suoi Sermoni (Lettera 390,4).

    In conclusione: questi libri non sono che una piccola porzione dei tanti che la Santa di Avila ha letto. In tutta questa letteratura secondo il giudizio di alcuni stu-diosi predomina la dimensione ascetica rispetto a quella mistica. Ma Teresa li ha utilizzati come strumenti atti a comprendere le-sperienza che andava vivendo e gestendoli in parziale autonomia. Il punto di riferimento per lei non saranno tanto i libri, ma il dialogo intrattenuto con i teologi e gli spi-rituali Teresa tende a distinguerli bene incontrati nel corso della sua vita.

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    San Vincenzo Ferreri

    Le mura e laCattedrale dellacitt di Avila

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    magistero orale su Teresa, essi sono anche autori di alcuni scritti importanti che lei ha letto. Dome-nico Bez scriver un bellissimo Parere favorevole alla vita misti-ca della Santa, nelle pagine finali dellautografo della Vita. Pietro

    Ibez, dal canto suo, redige due studi Dictamen e Relazione, mol-to probabilmente letti da Teresa. Costituiscono una conferma della sua esperienza mistica.

    Luigi di Granada (1504-1588). Teresa stata lettrice entusiasta di molte sue opere (Libro di ora-zione e meditazione, Memoria-le..., Guida dei peccatori...). Gli scrive una lettera elogiandolo per i suoi scritti (Lettera 82) e include la sua opera nella lista delle Costi-tuzioni (2,7).Diego de Yanguas (1539-1607). Teresa legge nel 1579 la Vita di santAlberto [di Trapani] da lui scritta e, quando stampa per la prima volta il Cammino di perfe-zione, la manda in Portogallo per-ch venga pubblicata dal signor Teutonio (Evora 1582).Infine non mancano autori gesuiti, che accompagnarono S. Teresa soprattutto con la confessione e la direzione spirituale.

    Baldassarre lvarez (1533-1580) e Giovanni de la Plaza (1527-1602). Di questultimo autore sono quasi tutti gli Avvisi attribuiti alla Santa e pubblicati nelle sue Opere (stampati per la prima volta prima del Cammino, Evora 1583). Erano stati trasmessi a lei da Pa-dre Baldassarre e costituiscono una collana di consigli ascetici.

    Rodrigo lvarez (1523-1587). autore di un breve ma bellissi-mo elogio delle Settime mansioni della Santa. Lo scrive alla fine del manoscritto autografo del Castel-lo interiore. stato letto da Teresa probabilmente durante qualcuno

    dei suoi trasferimenti presso Ma-ria di S. Giuseppe (Salazar).

    S. Francesco Borgia (1510-1572). solo una probabilit il fat-to che la Santa abbia letto il suo libro Opere devote e proficue... Forse uno dei libri sacrificato da lei essendo comparso nellIndi-ce dei libri proibiti del 1559 (Vita 26,5).Infine si deve aggiungere S. Gio-vanni dAvila (1500-1569), pro-clamato Dottore della Chiesa da papa Benedetto XVI. Anche di lui si pu dire quanto affermato di Francesco Borgia: opere lette, ma poi distrutte. Certamente les-se il suo bellapprezzamento del libro della Vita (in una lettera da lui scritta poco prima di morire).

    In seguito Teresa si interesser ai suoi Sermoni (Lettera 390,4).

    In conclusione: questi libri non sono che una piccola porzione dei tanti che la Santa di Avila ha letto. In tutta questa letteratura secondo il giudizio di alcuni stu-diosi predomina la dimensione ascetica rispetto a quella mistica. Ma Teresa li ha utilizzati come strumenti atti a comprendere le-sperienza che andava vivendo e gestendoli in parziale autonomia. Il punto di riferimento per lei non saranno tanto i libri, ma il dialogo intrattenuto con i teologi e gli spi-rituali Teresa tende a distinguerli bene incontrati nel corso della sua vita.

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    gni persona attraver-sa, nel corso della sua esistenza, certe tap-pe. Guardando dietro,

    riconosco che queste fasi, da me vissute, mi hanno aiutata a staccarmi dalla realt del mon-do esterno e a dirigermi verso il centro. Era un cammino attraverso le lacrime, labbattimento, ma anche attraverso lamore e le espe-rienze pi elevate.

    La prima tappa fu segnata dallallon-tanamento definitivo dal luogo in cui avevo trascorso linfanzia e la giovinezza, luogo pieno di fasci-no e di romanticismo: Cernu. Nel 1944, a causa delloccupazio-ne da parte dellURSS e dellan-nessione della Bucovina Setten-trionale allUcraina, insieme alla famiglia lasciammo la bellissima Bucovina ed iniziammo il dram-

    matico viaggio degli esuli.

    La seconda tappa ini-zi con la fuga su un treno sovraffollato, diretto verso uga-Brsana nella provin-cia di Alba (Transilva-nia) dove mio padre venne nominato di-rettore di una scuo-la. Nelle Transilvania cerano ancora i com-

    battimenti, quindi avevamo paura di uscire da casa poich i solda-ti russi si trovavano dappertutto. Nonostante ci riuscii, per lultima volta, a partecipare ad un campo estivo dove trascorsi le vacanze. Si trattava di un raduno di gio-vani profughi provenienti dalla

    Bessarabia, dalla Bucovina e dalla Transilvania, ra-

    duno organizzato dal Ministero degli Affari Interni in collabora-zione con il comitato degli esuli. I gruppi erano condotti dal-

    le studentesse che appartenevano al Mo-

    vimento dei Legionari. Il regolamento del campo estivo,

    quindi, comprendeva laboratori formativi e di lavoro ed era carat-terizzato dalla disciplina e dallor-dine. Ogni giorno iniziava e termi-nava con la preghiera.

    La terza ed ultima fase del com-pleto abbandono del mondo ebbe luogo nel 1948. Gi a gen-naio Bob Danciu, il nostro capo ed amico, anche lui di Cernu, in quel tempo studente di Legge e Filosofia allUniversit di Buca-rest, dichiar che sarebbe entrato nel Monastero dei Padri Basiliani. Giunse a Cluj per dirci addio. Nel 1944 durante i bombardamenti era morta sua madre. In conse-guenza di quel fatto, egli aveva vissuto una profonda depressione psichica ed aveva perso la Fede.

    Tuttavia, grazie a Monsignor Vla-dimir Ghica (proclamato beato nel 2013 ndr), in tempi record ritorn alla Fede, pass al cattolicesimo e decise di diventare monaco. Monsignor Ghica gli consigli di entrare nel convento dei Padri Ba-siliani, di rito greco-cattolico. Non dimenticher le parole della sua lettera nella quale mi informava che sarebbe partito verso il Mona-stero di Bixad. Queste parole mi accompagnarono durante i miei anni di prigionia: Ringrazio il pa-dre che non mi ha abbandonato nel dolore e che venuto incontro a me consolandomi, mi ha accolto con amore mentre io mi attende-vo soltanto di venire compreso. Canto per la felicit, perch la mia tristezza divenuta il motivo del manifestarsi dellamore. Nel sa-lutarmi, voleva lasciarmi in cambio un protettore. Pens ad un amico comune, ma alla fine disse. La tua protettrice sar Santa Teresa

    di Lisieux. Gli risposi che per me, che ero ortodossa tale protettrice non aveva significato, non la co-noscevo. Per me, protettrice po-teva essere chiunque, anche una fata. Ed egli afferm: S, lei una dolce fata spirituale. Io le chie-der di fare da intermediaria nel-la nostra amicizia spirituale e lei stessa ti verr in aiuto ogni volta che ne avrai bisogno. Allora non davo molto peso alle sue parole, ma durante i molti anni trascorsi nelle prigioni comuniste femmini-li ebbi loccasione di percepire la sua presenza concreta nella mia esistenza.

    Le sessioni estive degli esami nel 1948 trascorrevano gi in un at-mosfera di completo panico e di insicurezza. Ogni giorno si sentiva che erano avvenuti licenziamenti dal lavoro, arresti ed improvvise sparizioni. Gli studenti venivano anche portavi via dai vari luoghi

    S, LEI UNA DOLCE FATA SPIRITUALE

    di Aspazia Oel Petrescuda Testimoniana dalle carceri comuniste,

    Mimep-Docete 2011

    Nel tondo:la giovane Aspazia

    Otel Petrescu

    Sotto:Storia di unanima

    in romeno

    Campo estivo femminile delMovimentolegionario

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    gni persona attraver-sa, nel corso della sua esistenza, certe tap-pe. Guardando dietro,

    riconosco che queste fasi, da me vissute, mi hanno aiutata a staccarmi dalla realt del mon-do esterno e a dirigermi verso il centro. Era un cammino attraverso le lacrime, labbattimento, ma anche attraverso lamore e le espe-rienze pi elevate.

    La prima tappa fu segnata dallallon-tanamento definitivo dal luogo in cui avevo trascorso linfanzia e la giovinezza, luogo pieno di fasci-no e di romanticismo: Cernu. Nel 1944, a causa delloccupazio-ne da parte dellURSS e dellan-nessione della Bucovina Setten-trionale allUcraina, insieme alla famiglia lasciammo la bellissima Bucovina ed iniziammo il dram-

    matico viaggio degli esuli.

    La seconda tappa ini-zi con la fuga su un treno sovraffollato, diretto verso uga-Brsana nella provin-cia di Alba (Transilva-nia) dove mio padre venne nominato di-rettore di una scuo-la. Nelle Transilvania cerano ancora i com-

    battimenti, quindi avevamo paura di uscire da casa poich i solda-ti russi si trovavano dappertutto. Nonostante ci riuscii, per lultima volta, a partecipare ad un campo estivo dove trascorsi le vacanze. Si trattava di un raduno di gio-vani profughi provenienti dalla

    Bessarabia, dalla Bucovina e dalla Transilvania, ra-

    duno organizzato dal Ministero degli Affari Interni in collabora-zione con il comitato degli esuli. I gruppi erano condotti dal-

    le studentesse che appartenevano al Mo-

    vimento dei Legionari. Il regolamento del campo estivo,

    quindi, comprendeva laboratori formativi e di lavoro ed era carat-terizzato dalla disciplina e dallor-dine. Ogni giorno iniziava e termi-nava con la preghiera.

    La terza ed ultima fase del com-pleto abbandono del mondo ebbe luogo nel 1948. Gi a gen-naio Bob Danciu, il nostro capo ed amico, anche lui di Cernu, in quel tempo studente di Legge e Filosofia allUniversit di Buca-rest, dichiar che sarebbe entrato nel Monastero dei Padri Basiliani. Giunse a Cluj per dirci addio. Nel 1944 durante i bombardamenti era morta sua madre. In conse-guenza di quel fatto, egli aveva vissuto una profonda depressione psichica ed aveva perso la Fede.

    Tuttavia, grazie a Monsignor Vla-dimir Ghica (proclamato beato nel 2013 ndr), in tempi record ritorn alla Fede, pass al cattolicesimo e decise di diventare monaco. Monsignor Ghica gli consigli di entrare nel convento dei Padri Ba-siliani, di rito greco-cattolico. Non dimenticher le parole della sua lettera nella quale mi informava che sarebbe partito verso il Mona-stero di Bixad. Queste parole mi accompagnarono durante i miei anni di prigionia: Ringrazio il pa-dre che non mi ha abbandonato nel dolore e che venuto incontro a me consolandomi, mi ha accolto con amore mentre io mi attende-vo soltanto di venire compreso. Canto per la felicit, perch la mia tristezza divenuta il motivo del manifestarsi dellamore. Nel sa-lutarmi, voleva lasciarmi in cambio un protettore. Pens ad un amico comune, ma alla fine disse. La tua protettrice sar Santa Teresa

    di Lisieux. Gli risposi che per me, che ero ortodossa tale protettrice non aveva significato, non la co-noscevo. Per me, protettrice po-teva essere chiunque, anche una fata. Ed egli afferm: S, lei una dolce fata spirituale. Io le chie-der di fare da intermediaria nel-la nostra amicizia spirituale e lei stessa ti verr in aiuto ogni volta che ne avrai bisogno. Allora non davo molto peso alle sue parole, ma durante i molti anni trascorsi nelle prigioni comuniste femmini-li ebbi loccasione di percepire la sua presenza concreta nella mia esistenza.

    Le sessioni estive degli esami nel 1948 trascorrevano gi in un at-mosfera di completo panico e di insicurezza. Ogni giorno si sentiva che erano avvenuti licenziamenti dal lavoro, arresti ed improvvise sparizioni. Gli studenti venivano anche portavi via dai vari luoghi

    S, LEI UNA DOLCE FATA SPIRITUALE

    di Aspazia Oel Petrescuda Testimoniana dalle carceri comuniste,

    Mimep-Docete 2011

    Nel tondo:la giovane Aspazia

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    Sotto:Storia di unanima

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    Campo estivo femminile delMovimentolegionario

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    22 Santa Teresa Maggio 2015

    in cui si trovavano, dalle case dello studente, dalle strade, dal-le abitazioni o direttamente dagli esami. Le notizie delle crudelt compiute durante gli interrogatori iniziavano a giungere in citt. Per gli studenti appartenenti al Mo-vimento dei Legionari era chiaro che stava iniziando una nuova fase di terribili persecuzioni. Dio ci chiede cieca ubbidienza. Allora non ci avevo pensato, ma duran-te i lunghi anni trascorsi in prigio-ne compresi che questa era la nostra vocazione. Si trattava di una grande prova per noi e fum-mo condotti, passo dopo passo, sul Calvario. Questa difficile esperienza era necessaria alla nostra Nazione? Sol-tanto Dio lo sa, tuttavia io ritengo che sia una vil-t perfino pensare che tanta sof-ferenza e tanto dolore non siano serviti a niente. Presso Dio, infatti, nulla casuale. Io mi aspetto che perfino adesso il seme del nostro martirio fruttificher.

    Un giorno mi recai allUniversit per decidere il titolo della Tesi di Laurea. Sulle scale mi attendeva

    Nena B. che desiderava darmi due suoi libri da leggere. Uno era inti-tolato: Colui che voi non conoscete a pro-posito della presenza di Ges nellEucaristia e laltro era la Storia di unanima ossia lau-tobiografia di santa Te-resa di Ges Bambino. Nessun argomento era in grado di convincer-

    mi che si trattava di un semplice caso. Era giunto il momento che io conoscessi la mia protettrice ed elle stessa mi si presentava, come Bob mi aveva detto. Era venuta per prepararmi alla lotta di sopravvivenza nelle carceri co-muniste, per insegnarmi la pic-cola va, leroicit quotidiana per mezzo dellamore e dellumilt, era giunta per mostrarmi come ottenere lamicizia pi preziosa con Ges Bambino.

    Riuscii a leggere quel libro prima dellarresto, ma

    non feci in tempo a re-stituirlo. Mi si stringe-va il cuore pensando che Nena ritenesse perso questo libro. Mi aveva chiesto in

    particolare di custo-dirlo attentamente e di

    ridarglielo. Glielo restituii 14 anni dopo. Mi commosse

    la reazione della sorella di Nena quando riportai il libro: lo prese in mano, lo baci e disse: Benvenu-ta di nuovo a casa, santa Teresa. [] In carcere festeggiavamo gli onomastici, i compleanni e i vari anniversari di tutte. E torte, ese-guite con il pane, le marmellatine e lo sciroppo ottenuto dalle me-dicine, ci introducevano in unat-mosfera solenne. Alla Vigilia della Festa di santAndrea apostolo, il 30 novembre, una di noi propose di estrarre i santi patroni. Quando presi il mio bigliettino, non lo potei leggere per la sorpresa: si tratta-va di santa Teresa di Ges Bam-bino. Un caso? No. La Santa non cessava di proteggermi. Nui mi dipinse un quadretto di santa Te-resa di Ges Bambino che teneva in mano un mazzo di rose [].

    voc

    i da

    lla ro

    ma

    nia

    la b

    uo

    na

    lett

    ura

    Nel tondo: Il beato Vladimir Ghica

    Sotto: Copertina del libro Testimonianze dalle carceri comu-

    niste della serieI martiri cristiani

    del XX secolo

    Da molto tempo deside-ravo scrivere qualcosa su Chiara Corbella, ma non sapevo quale fosse

    il modo migliore per far emergere la sua testimonianza in poche ri-ghe. Ma poi ho pensato che uno dei doni che le appartenevano era proprio la semplicit, e quindi cer-cher di parlarvi di lei raccontan-dovi semplicemente quello che ha suscitato nel mio cuore. Per chi non lha ancora conosciuta pro-ver a delineare in breve i tratti pi salienti della sua vita. Chiara era una ragazza come tante altre, cre-sciuta in una famiglia fede cristia-na, con una sorella che insieme a lei frequenta una comunit del Rinnovamento dello Spirito Santo e un fidanzato, Enrico, che cono-sce allet di 18 anni. Lincontro

    fra Chiara ed Enrico avviene un pellegrinaggio a Medjugorje e il loro fidanzamento procede tra alti e bassi per sei anni fino a quando, dopo aver superato diverse pro-ve, decidono di sposarsi nel set-tembre del 2008.

    Chiara rimane subito incinta ma la bimba, sin dalle prime ecografie, mostra i segni di unanencefalia che lavrebbe inevitabilmente por-tata alla morte. Chiara, senza nes-suna esitazione, decide di portare avanti la gravidanza ed insieme ad Enrico si prepara ad accoglie-re questa figlia speciale che potr tenere fra le sue braccia soltanto per trenta minuti prima della sua nascita in cielo. Dopo qualche mese arriva una nuova gravidan-za, ma lecografia mostra nuova-mente un triste esito: il bambino

    SIAMO NATIdi Annalisa Bonadonna

    e non moriremo mai pi

    Chiara eEnrico

  • Santa Teresa Maggio 2015 23

    22 Santa Teresa Maggio 2015

    in cui si trovavano, dalle case dello studente, dalle strade, dal-le abitazioni o direttamente dagli esami. Le notizie delle crudelt compiute durante gli interrogatori iniziavano a giungere in citt. Per gli studenti appartenenti al Mo-vimento dei Legionari era chiaro che stava iniziando una nuova fase di terribili persecuzioni. Dio ci chiede cieca ubbidienza. Allora non ci avevo pensato, ma duran-te i lunghi anni trascorsi in prigio-ne compresi che questa era la nostra vocazione. Si trattava di una grande prova per noi e fum-mo condotti, passo dopo passo, sul Calvario. Questa difficile esperienza era necessaria alla nostra Nazione? Sol-tanto Dio lo sa, tuttavia io ritengo che sia una vil-t perfino pensare che tanta sof-ferenza e tanto dolore non siano serviti a niente. Presso Dio, infatti, nulla casuale. Io mi aspetto che perfino adesso il seme del nostro martirio fruttificher.

    Un giorno mi recai allUniversit per decidere il titolo della Tesi di Laurea. Sulle scale mi attendeva

    Nena B. che desiderava darmi due suoi libri da leggere. Uno era inti-tolato: Colui che voi non conoscete a pro-posito della presenza di Ges nellEucaristia e laltro era la Storia di unanima ossia lau-tobiografia di santa Te-resa di Ges Bambino. Nessun argomento era in grado di convincer-

    mi che si trattava di un semplice caso. Era giunto il momento che io conoscessi la mia protettrice ed elle stessa mi si presentava, come Bob mi aveva detto. Era venuta per prepararmi alla lotta di sopravvivenza nelle carceri co-muniste, per insegnarmi la pic-cola va, leroicit quotidiana per mezzo dellamore e dellumilt, era giunta per mostrarmi come ottenere lamicizia pi preziosa con Ges Bambino.

    Riuscii a leggere quel libro prima dellarresto, ma

    non feci in tempo a re-stituirlo. Mi si stringe-va il cuore pensando che Nena ritenesse perso questo libro. Mi aveva chiesto in

    particolare di custo-dirlo attentamente e di

    ridarglielo. Glielo restituii 14 anni dopo. Mi commosse

    la reazione della sorella di Nena quando riportai il libro: lo prese in mano, lo baci e disse: Benvenu-ta di nuovo a casa, santa Teresa. [] In carcere festeggiavamo gli onomastici, i compleanni e i vari anniversari di tutte. E torte, ese-guite con il pane, le marmellatine e lo sciroppo ottenuto dalle me-dicine, ci introducevano in unat-mosfera solenne. Alla Vigilia della Festa di santAndrea apostolo, il 30 novembre, una di noi propose di estrarre i santi patroni. Quando presi il mio bigliettino, non lo potei leggere per la sorpresa: si tratta-va di santa Teresa di Ges Bam-bino. Un caso? No. La Santa non cessava di proteggermi. Nui mi dipinse un quadretto di santa Te-resa di Ges Bambino che teneva in mano un mazzo di rose [].

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    Nel tondo: Il beato Vladimir Ghica

    Sotto: Copertina del libro Testimonianze dalle carceri comu-

    niste della serieI martiri cristiani

    del XX secolo

    Da molto tempo deside-ravo scrivere qualcosa su Chiara Corbella, ma non sapevo quale fosse

    il modo migliore per far emergere la sua testimonianza in poche ri-ghe. Ma poi ho pensato che uno dei doni che le appartenevano era proprio la semplicit, e quindi cer-cher di parlarvi di lei raccontan-dovi semplicemente quello che ha suscitato nel mio cuore. Per chi non lha ancora conosciuta pro-ver a delineare in breve i tratti pi salienti della sua vita. Chiara era una ragazza come tante altre, cre-sciuta in una famiglia fede cristia-na, con una sorella che insieme a lei frequenta una comunit del Rinnovamento dello Spirito Santo e un fidanzato, Enrico, che cono-sce allet di 18 anni. Lincontro

    fra Chiara ed Enrico avviene un pellegrinaggio a Medjugorje e il loro fidanzamento procede tra alti e bassi per sei anni fino a quando, dopo aver superato diverse pro-ve, decidono di sposarsi nel set-tembre del 2008.

    Chiara rimane subito incinta ma la bimba, sin dalle prime ecografie, mostra i segni di unanencefalia che lavrebbe inevitabilmente por-tata alla morte. Chiara, senza nes-suna esitazione, decide di portare avanti la gravidanza ed insieme ad Enrico si prepara ad accoglie-re questa figlia speciale che potr tenere fra le sue braccia soltanto per trenta minuti prima della sua nascita in cielo. Dopo qualche mese arriva una nuova gravidan-za, ma lecografia mostra nuova-mente un triste esito: il bambino

    SIAMO NATIdi Annalisa Bonadonna

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    Ripercorrendo la preghie-ra cristiana per eccellen-za, il Padre Nostro, sia-mo giunti alla domanda

    finale della prima parte di questa sublime orazione insegnataci da Ges stesso: Sia fatta la Tua vo-lont come in cielo cos in terra. Ma qual la reale volont di Dio? questa: Che tutti gli uomini sia-no salvi e giungano alla conoscen-za della verit (1Tm 2,4). Soltan-to questa e, nella sua essenzialit pratica, il comandamento nuovo di Ges: che ci amiamo gli uni gli altri, come egli ci ha amato. Il celebre inno liturgico che avvia la lettera di Paolo ai cristiani di Efeso si esprime cos: Il Padre ci ha fat-to conos