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VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA ESPOSIZIONE AVIBRAZIONI MECCANICHE: CONFRONTO TRAMISURAZIONI SUL CAMPO E USO DI BANCHE DATI
Luigi Monica*, Pietro Nataletti**, Giuseppe Vignali***
* Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL), Dipartimento Tecnologie di Sicurezza, Roma** Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL), Dipartimento Igiene del Lavoro,
Laboratorio Agenti Fisici, Monte Porzio Catone (Roma)*** Università degli Studi di Parma, Dipartimento Ingegneria Industriale, Parma
(Parole chiave: vibrazioni, macchine, valutazione del rischio, D.Lgs. 187/05)
Nota: il presente lavoro è stato predisposto prima dell’entrata in vigore del D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81,attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007 n. 123, in materia di tutela della salute e dellasicurezza nei luoghi di lavoro, che ha abrogato il D.Lgs. 187/05. I risultati sono comunque un validoriferimento operativo per chi dovrà effettuare la valutazione del rischio da vibrazioni presso la propriaazienda. Bisognerà però considerare, in base all’art. 201 del Titolo VIII Capo III del D.Lgs. 81/08, che ilvalore limite giornaliero di esposizione A (8) al corpo intero è stato ridotto a 1,0 m/s2.
SINTESI
CONTESTO - Nonostante i continui progressi della tecnologia tesi a garantire sempre piùsicurezza e benessere per i lavoratori, durante l’utilizzo di un’attrezzatura di lavoro sonoancora presenti molteplici “situazioni pericolose” per la salute di chi vi opera. Tra queste puòessere sicuramente annoverata quella relativa all’esposizione alle vibrazioni meccaniche.Molti studi hanno evidenziato che l’ampio utilizzo in campo industriale, agricolo e forestale diutensili vibranti, come ad esempio di veicoli e macchine varie sul posto di lavoro, comportanol’insorgenza di disturbi o l’accentuazione di sintomatologie preesistenti. OBIETTIVI - L’obiettivo del lavoro è quello di presentare un confronto tra le due tipologiedi valutazione di tale rischio previste ad oggi dalla legge: misurazioni dirette e ausilio dibanche dati. METODI - In quest’ottica attraverso i risultati delle misurazioni eseguite direttamente sulcampo per la valutazione del rischio da vibrazioni, realizzata presso un’aziendametalmeccanica tipo, che opera per il settore dell’industria delle acque minerali e dellebevande, si individueranno i vantaggi e i limiti operativi dovuti all’utilizzo delle banche dati.RISULTATI - Il presente lavoro può configurarsi, quindi, come un riferimento operativo per chidovrà effettuare la valutazione del rischio da vibrazioni presso la propria azienda.
BOW PO/base indexing:
EUOSHA - OSH: Valutazione dell'esposizione (OSH: 12841E); Vibrazione dell'intero corpo ( OSH: 41641D); Rischi fisici(OSH: 40281B); Rischi derivanti da impianti, macchinari e attrezzature di lavoro (OSH: 41681B); Misura delle vibrazioni(OSH: 13321E)CIS: Valutazione dell'esposizione (CIS: Qrae); Vibrazioni del corpo intero (CIS: Bazaw); Misurazione delle vibrazioni(CIS: Qanu); Rischi meccanici (CIS: Yac); Rischi fisici (CIS: Yp)NACE - ATECO: Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici (ATECO: 29); Industrie alimentari e dellebevande (ATECO: 15)
Vol. 4, n. 2, 55-81
INTRODUZIONE
Le vibrazioni sono oscillazioni meccaniche rispetto ad un punto di riferimento, determinate daonde di pressione che si trasmettono attraverso corpi solidi; le oscillazioni caratteristiche dellevibrazioni possono essere libere o forzate, ossia influenzate da una forza esterna come nelcaso dell’utilizzo di strumenti da parte di un lavoratore [1]. L’energia di vibrazione viene trasmessa al corpo umano tramite il contatto con un utensile ouna superficie vibrante; il nostro corpo, come molti sistemi meccanici, ha la capacità dismorzare le oscillazioni riducendone così l’ampiezza. Nella posizione eretta gli arti inferiorismorzano le vibrazioni verticali mentre quelle orizzontali, che si trasmettono prevalentementeattraverso le mani, si riducono progressivamente nelle stesse, sui gomiti e sulle spalle. Ogniparte del corpo ha una propria frequenza di oscillazione per cui anche le reazioni alle vibrazionirisultano diverse a seconda delle regioni interessate. Ad esempio la frequenza di risonanzadegli organi addominali è di 4-8 Hz, quella delle spalle è di 4-5 Hz, per la testa si ha unafrequenza di 20-30 Hz, mentre per le gambe, a seconda dell’angolatura, si va dai 2 ai 20 Hz [2].L’insieme che si sviluppa tra il corpo e le strutture che ad esso trasmettono le vibrazioni èquello tipico di un sistema a più gradi di libertà e proprio per questo il numero di coordinateindipendenti richieste per rappresentare la configurazione di un corpo umano durantel’oscillazione è molto variabile. A bassa frequenza il corpo umano risponde come una massaunica ed omogenea e la muscolatura scheletrica compensa facilmente la forza applicata. Trai 2 e gli 80 Hz la muscolatura volontaria non riesce più a controllare i movimenti oscillatoridelle varie parti del corpo che quindi non si comporta più come un’unica struttura, ma comeun insieme di masse suscettibili di movimento relativo [3]. Al di sopra degli 80 Hz le vibrazionivengono efficacemente smorzate e la zona interessata è limitata alle immediate adiacenze delpunto di contatto con il corpo vibrante; in questo caso gli effetti sono diversi a seconda chele vibrazioni siano localizzate o generalizzate [4].Per poter, quindi, valutare l’effetto delle vibrazioni sull’uomo bisogna quindi considerarediversi parametri quali:
• la regione d’ingresso delle vibrazioni e la loro direzione lungo il sistema di coordinate (assix, y, z);
• le caratteristiche fisiche delle vibrazioni (frequenza ed accelerazione, eventuale presenza divibrazioni impulsive);
• le caratteristiche meccaniche del corpo umano (frequenza caratteristica dei singoli organi,smorzamento, trasmissibilità ed impedenza);
• la durata dell’esposizione;
• la modalità di trasmissione.
La valutazione di tutti questi parametri può essere non agevole e l’interpretazione dei datiottenuti può risultare assai complessa, proprio per questo esistono criteri generali da seguire.La prima fase è la determinazione del livello della vibrazione che normalmente si ottienemisurando la sua accelerazione lungo ognuno dei tre assi. Nel presente studio l’accelerazioneè il parametro più importante per la valutazione della risposta corporea alle vibrazioni inquanto l’uomo avverte più la variazione di uno stimolo che il suo perdurare. Le vibrazioni sono classificate in quelle trasmesse al sistema mano-braccio e al corpo intero.Le prime possono essere differenziate a seconda che le stesse siano trasmesse al sistemamano-braccio attraverso:
• le impugnature (macchine utensili portatili),
• il materiale tenuto in mano dall’addetto e sottoposto a lavorazione (macchine utensili fisse),
• le stegole, il manubrio, il volante (macchine semoventi, mezzi di trasporto).
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Le seconde, invece, sono causate principalmente dal sistema di propulsione del mezzo ditrasporto o del macchinario industriale e dagli scuotimenti dovuti alle irregolarità del terreno. Aseconda dell’elemento vibrante e della posizione della persona (seduta o eretta) tali vibrazionisi trasmettono attraverso pavimenti e pedane (piedi) o attraverso sedili (fondoschiena) [5]. Atitolo esemplificativo di seguito si riportano alcuni settori, che espongono i lavoratori avibrazioni trasmesse al corpo intero:
• edilizia e lavorazione di materiali lapidei (ruspe, pale meccaniche, escavatori),
• agricoltura (trattori, mietitrebbiatrici),
• cantieristica e movimentazione industriale (carrelli elevatori, perforatori, gru),
• lavorazioni industriali (presse, compressori, impianti di laminazione).
1. MATERIALI E METODI
1.1 La normativa tecnica di riferimento per la valutazione del rischio davibrazione meccaniche
Per eseguire la valutazione dei rischi connessi all’utilizzazione di macchine vibranti cheinteressano un solo braccio o entrambe le braccia contemporaneamente si fa riferimento alledisposizioni delle norme UNI EN ISO 5349-1:2004 - Vibrazioni meccaniche - Misurazione evalutazione dell’esposizione dell’uomo alle vibrazioni trasmesse alla mano - Parte 1: Requisitigenerali e UNI EN ISO 5349-2:2004 - Vibrazioni meccaniche - Misurazione e valutazionedell’esposizione dell’uomo alle vibrazioni trasmesse alla mano - Parte 2: Guida pratica per lamisurazione al posto di lavoro.La prima stabilisce i criteri attraverso cui procedere alla valutazione e registrazionedell’esposizione alle vibrazioni che interessano la mano su tre assi ortogonali. Per garantirel’uniformità delle misurazioni viene fornita sia la ponderazione della frequenza sia i filtri dilimitazione di banda [6]. L’obiettivo è quello di garantire l’utilizzazione di tali parametri in unintervallo piuttosto ampio: da 8 Hz a 1000 Hz. L’esposizione a vibrazioni mano-braccio vienequantificata mediante la valutazione dell’accelerazione equivalente ponderata in frequenzariferita ad 8 ore di lavoro, convenzionalmente denotata con il simbolo A(8), la cui espressionematematica è data da:
[m/s2]
dove:
Te : Durata complessiva giornaliera di esposizione alla vibrazione A(w)sum [h]
8 : Durata di riferimento [h]
A (w)sum : (a2wx + a2
wy + a2wz)1/2
awi: Valore quadratico medio (r.m.s) dell’accelerazione ponderata in frequenza [m/s2]lungo l’asse i = x, y, z.
La seconda norma descrive sempre per il sistema mano-braccio le procedure per determinarel’esposizione giornaliera per ciascuna operazione al fine di calcolare il valore complessivo di
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A(8) = A(W)sum .Te
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vibrazione riferita a un periodo di 8 ore secondo il principio dell’uguaglianza energetica. Oltrea ciò vengono individuate le misure tecnico-organizzative da adottare per evitare i danni nelcaso di esposizione alle vibrazioni [7].Per effettuare invece la valutazione dei rischi connessi all’utilizzazione di mezzi vibranti cheinteressano il corpo intero si fa riferimento alle disposizioni della norma ISO 2631-1:1997 -Mechanical vibration and shock - Evaluation of human exposure to whole-body vibration -Part 1: General requirements. Questa norma stabilisce i criteri attraverso i quali procedere allavalutazione e registrazione dell’esposizioni alle vibrazioni che interessano il corpo intero. Inparticolare definisce il sistema di assi cartesiani e gli specifici filtri di ponderazione infrequenza per ciascuno dei tre assi di misura x, y, z. In questo caso l’intervallo di frequenze siestende da 1 Hz a 80 Hz [8]. L’espressione matematica per il calcolo di A(8) è simile al casomano braccio, ma con termine Aw differente.
[m/s2]
dove:
Te : Durata complessiva giornaliera di esposizione a vibrazioni [h]
A(w): Valore dell’accelerazione lungo la componente assiale dominante (cioè il massimotra Kx x awx, Ky x awy, Kz x awz)
awi : Valore r.m.s dell’accelerazione ponderata in frequenza [m/s2] lungo l’asse i = x, y, z.
Kx = 1,4: Fattore moltiplicativo del valore di vibrazioni lungo l’asse x
Ky = 1,4: Fattore moltiplicativo del valore di vibrazioni lungo l’asse y
Kz = 1,00:Fattore moltiplicativo del valore di vibrazioni lungo l’asse z
1.2 Il contesto legislativo di riferimento per l’esposizione dei lavoratori airischi derivanti da vibrazioni meccaniche
Data la crescente rilevanza che il rischio da esposizione a vibrazioni sta assumendo in Europae nei paesi industrializzati, sia in termini di danni per la salute dei lavoratori esposti, che sottoil profilo economico e sociale, l’attività legislativa in materia ha avuto in questi ultimi anni uncrescente impulso. Il primo importante contributo è indubbiamente rappresentato dalla Direttiva 98/37/CE(Direttiva Macchine), recepita in Italia dal D.P.R. 24 luglio 1996 n. 459, che, prescrivendospecifici obblighi per i costruttori ai fini della riduzione dei rischi associati all’emissione divibrazioni da parte dei macchinari, ha incentivato le aziende produttrici ad indirizzarel’innovazione tecnologica verso lo sviluppo di macchine con ridotta esposizionedell’operatore a vibrazioni meccaniche [9]. Lo stesso principio è riportato nella revisione allaDirettiva summenzionata, la 2006/42/CE, che gli Stati membri devono applicare entro il 29dicembre 2009.Un fondamentale contributo per l’attuazione di specifiche misure di tutela ai fini dellaprevenzione del rischio da esposizione a vibrazioni nei luoghi di lavoro, è stato realizzato conl’emanazione da parte del Parlamento europeo della Direttiva 2002/44/CE del 25 giugno 2002“sulle prescrizioni minime di sicurezza e salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischiderivanti dagli agenti fisici (vibrazioni)” [10]. In Italia, questa Direttiva è stata recepita nella suainterezza con il D.Lgs. n.187 del 19 agosto 2005 senza apportare sostanziali variazioni [11].
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Il decreto, costituito da 13 articoli, si rivolge a tutte le imprese che espongono i lavoratori alrischio di vibrazioni utilizzando macchine pneumatiche, elettriche, idrauliche o a combustioneinterna. In particolare, l’articolo 4 della D.Lgs. 187/05 prescrive l’obbligo, da parte dei datori di lavorodi valutare il rischio da esposizione a vibrazioni dei lavoratori durante il lavoro. La valutazionedei rischi è previsto che venga eseguita sia sulla base di informazioni reperibili sulle banchedati dell’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL), delle Regionio del Consiglio Nazionale della Ricerca (CNR) o direttamente presso i produttori o fornitori,sia attraverso misurazioni svolte sul campo. La valutazione deve tener conto in particolare deiseguenti elementi:
a) il livello, il tipo e la durata dell’esposizione, incluse le esposizioni a vibrazioni intermittentio ripetute;
b) l’esistenza di attrezzature alternative per ridurre i livelli di esposizione alle vibrazioni;
c) i valori limite e di azione giornalieri (Tabella 1);
d) l’eventuale prolungamento del periodo di esposizione;
e) gli eventuali effetti sulla salute dei lavoratori particolarmente sensibili al rischio;
f) condizioni particolari di lavoro (per esempio a basse temperature);
g) gli eventuali effetti indiretti in relazione all’interazione tra le vibrazioni e altre macchine;
h) le informazioni raccolte dalla letteratura scientifica e/o fornite dal costruttore della macchina.
Tabella 1 - Livelli di azione e valori limite giornalieri per l’esposizione a vibrazioni trasmesseal sistema mano-braccio ed al corpo intero
Il processo di valutazione del rischio vibrazioni può essere riassunto nelle seguenti fasi:
a) valutare il rischio per l’esposizione al sistema mano-braccio o per esposizione dell’interocorpo;
b) identificare le sorgenti/attività/luoghi di lavoro dove è superato il valore limite diesposizione e sui quali attuare misure tecniche e/o organizzative per il controllo del rischioe identificare le modalità ottimali di intervento (metodi di lavoro alternativi, utilizzo diattrezzature accessorie di mitigazione del rischio, programmi di manutenzione, limitazionedella durata e dell’intensità dell’esposizione);
c) prendere misure immediate per riportare l’esposizione al di sotto del valore limite diesposizione, individuare le cause del superamento e adattare di conseguenza le misure diprotezione e prevenzione per evitare un nuovo superamento.
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Vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio
Vibrazioni trasmesse al corpo intero
Livello d'azione giornaliero di esposizione
A(8) = 2,5 m/s2
Livello d'azione giornaliero di esposizione
A(8) = 0,5 m/s2
Valore limite giornaliero di esposizione
A(8) = 5 m/s2
Valore limite giornaliero di esposizione
A(8) = 1,15 m/s2
La valutazione in particolare si attua su 3 livelli di approfondimento:
1. Osservazione delle modalità di lavoro e delle tecnologie utilizzate attraverso l’utilizzo diliste di controllo. Questo primo livello di approfondimento viene utilizzato per accertare la presenza ol’assenza del rischio; qualora tale controllo dia esito negativo (qualora cioè non sianoriscontrati rischi) è giustificata la mancata esecuzione di ulteriori analisi maggiormentedettagliate.
2. Ricostruzione dei livelli di esposizione in base a misure presenti sulle banche dati oreperibili direttamente presso i costruttori o fornitori.Questo secondo livello di approfondimento consente di valutare il rischio vibrazioneutilizzando dati rilevati da altri; a tal proposito si distinguono due tipi di misure, quelle svoltein ambiente di lavoro, in determinate condizioni operative di utilizzo delle attrezzature equelle svolte dai costruttori delle attrezzature, in condizioni standard.
3. Misurazione diretta con attrezzatura specifica. Qualora il ricorso alle banche dati, a letteratura di riferimento o informazioni fornite daicostruttori o fornitori, non risolva i dubbi circa la classificazione della condizione espositiva, cisi deve affidare alla misurazione strumentale, che costituisce il terzo ed ultimo livello diapprofondimento per la valutazione del rischio.
1.3 Valutazione del rischio mediante banca dati: la banca dati ISPESL
In attuazione di ciò che è stabilito nel D.Lgs. 187/05 il 2 dicembre 2005 l’ISPESL ha pubblicatosul proprio sito internet la Banca Dati Nazionale Vibrazioni (BDV), in continuo aggiornamento,contenente dati di vibrazioni trasmesse all’uomo relative a centinaia di macchine (mezzi edutensili), riguardanti sia rilevazioni sul campo che valori di certificazione forniti dai costruttori.L’inserimento e la verifica dei dati immessi nella BDV è curata dal Laboratorio Agenti Fisici delDipartimento Igiene del Lavoro dell’ISPESL e dal Laboratorio Agenti Fisici della Azienda USL7 di Siena. La BDV italiana nasce dall’esperienza della banca dati europea vibrazioni, a cui hapartecipato anche l’ISPESL [12].La banca dati fornisce due tipologie di dati: i valori di emissione dichiarati dal costruttore aisensi della Direttiva 98/37/CE ed i valori di vibrazione misurati in campo secondo specificistandard internazionali di misura. La Direttiva 98/37/CE, infatti, impone ai costruttori di utensiliportatili e di macchine di dichiarare i valori di vibrazioni a cui sono esposti gli operatori. Tuttele macchine conformi alla Direttiva 98/37/CE, che siano in grado di produrre esposizioni avibrazioni superiori ai livelli di azione prescritti dalla Direttiva Vibrazioni 2002/44/CE (2,5 m/s2 e0,5 m/s2, rispettivamente, per le vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio e al corpointero), devono essere corredate della certificazione dei livelli di vibrazione emessi.Generalmente le certificazioni sono eseguite per ciascuna macchina in condizioni di impiegostandardizzate, conformemente a specifiche procedure di misura definite per ciascunmacchinario dagli standard ISO-CEN [13].Al fine di poter avere informazioni complete e il più possibile rispondenti alle condizioni diutilizzo dei macchinari in differenti ambiti produttivi, l’utente della banca dati ha adisposizione, oltre ai dati dichiarati dai produttori, anche una serie di dati rilevati nelle diversecondizioni di impiego del macchinario in accordo con protocolli di misura standardizzati. Per ciascuna macchina è quindi riportata una scheda tecnica contenente le caratteristichecostruttive essenziali quali marca, modello, tipo di alimentazione, potenza, peso, una fotodella stessa e due tipologie di dati di esposizione a vibrazioni: dati dichiarati dal produttoree dati misurati in campo (qualora disponibili).
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Per ogni utensile (caso di vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio), a partire dai valori diaccelerazione globale equivalente, Aw, dichiarati dal costruttore o rilevati sul campo, vengonocalcolati i valori di esposizione giornaliera A(8), nel caso i tempi di esposizione siano da 1 a 8ore; tali valori sono evidenziati con la logica del “semaforo” a seconda del valore assunto dalparametro A(8) rispetto ai valori di azione e limite fissati dalla legge:
verde (A(8) < 2,5 m/s2 ),
giallo (2,5 m/s2≤ A(8) < 5 m/s2 ) e
rosso (A(8) ≥ 5 m/s2 ).
Anche nel caso di mezzi di trasporto (caso di vibrazioni trasmesse al corpo intero), a partiredai valori di accelerazione globale equivalente, Aw, dichiarati dal costruttore o rilevati sulcampo, vengono calcolati i valori di esposizione giornaliera A(8), con tempi di esposizione da1 a 8 ore; anche questi valori sono evidenziati con la logica del “semaforo” summenzionata:
verde = (A(8) < 0,5 m/s2);
giallo (0,5 m/s2 ≤ A(8) < 1,15 m/s2) e
rosso = (A(8) ≥ 1,15 m/s2).
Nella maggior parte dei casi i valori di emissione dichiarati dal costruttore sono relativi acondizioni di impiego standardizzate, non necessariamente corrispondenti a quelle di realeimpiego. È necessario quindi utilizzare coefficienti moltiplicativi, ottenuti in una serie dicondizioni sperimentali, al fine di correggere la stima dei valori di A(8). Nella Tabella 2, siriporta un esempio dei coefficienti moltiplicativi tratti dalla guida all’utilizzo della BDVcongruente con le misurazioni dirette svolte sul campo.
1.4 La valutazione del rischio vibrazioni con misurazione diretta sul campo
A seguito dell’analisi delle procedure di valutazione del rischio vibrazioni, proposte dalD.Lgs.187/05, si è provveduto, presso un’azienda metalmeccanica tipo che opera per ilsettore dell’industria delle acque minerali e delle bevande, alla rilevazione sul campo dellevibrazioni trasmesse all’uomo da parte dei mezzi e degli utensili in dotazione ai lavoratori eutilizzate durante il ciclo produttivo.Nella Tabella 3 sono riportati i valori delle vibrazioni, misurati mediante un accelerometro, chesono stati rilevati direttamente presso vari reparti dell’azienda. Per eseguire le misurazioni nelcaso delle vibrazioni mano-braccio è stato necessario che gli operatori tenessero stretto efermo l’accelerometro tra la propria mano e l’utensile in oggetto, mentre nel caso dellevibrazioni al corpo intero l’accelerometro è posto sul sedile dell’operatore.Nella Tabella sono indicati l’attrezzatura valutata, il numero progressivo dei rilievi eseguiti, ladescrizione dell’operazione, la posizione della misura (esempio: mano destra/sinistra o corpointero, impugnatura con comando, laterale…), gli eventuali accessori utilizzati e il valoredell’accelerazione (il valore dell’A(8) è evidenziato seguendo la logica del “semaforo”descritta in precedenza). Nella Tabella sono inoltre inseriti i valori relativi alla macchinaspecifica reperiti nelle banche dati; per alcuni attrezzi i dati si riferiscono alla banca datidell’ISPESL, per altri a quella europea; alcuni valori sono solamente dichiarati dal costruttore,altri sono misurati sul campo (in questo caso sono indicate le varie condizioni di misura). Peralcuni attrezzi purtroppo non è stato possibile effettuare una comparazione poiché non eranopresenti in nessuna banca dati. È comunque necessario precisare che la banca dati europeanon può essere utilizzata ai fini della valutazione del rischio (ex art. 4 D.Lgs. 187/05), ma puòessere un validissimo supporto in fase di definizione di interventi tecnici.
Tabella 2 - Esempio di coefficienti moltiplicativi (fattore di correzione) per calcolarel’esposizione stimata in campo a partire dai dati di certificazione. Macchine pneumatiche
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Macchina Normativa Condizioni di lavoro Reali condizioni Fattore di Notedi riferimento durante il test di uso correzione
Martelli e EN28662-2 :1992 Assorbitore a Tutte 1,5 - 2,0 1,5 per usoscalpelli sfere di acciaio comea percussione rivettatore e
scrostatore; 2,0 per tutti gli altri usi
Martelli EN28662-3 :1994 Foratura di Perforazione 2,0perforatori cemento lapidei eper lapidei e cementomartelli rotativi cemento
Smerigliatrici EN28662-4 :1995 Disco sbilanciato Tutte le 1,5 Non applicabile(tutte) a vuoto operazioni di per utensili
smerigliatura di taglio e (non lucidatura) spazzole
acciaio
Smerigliatrici EN28662-4 :1995 Disco sbilanciato Taglio 2,0 Applicabile(tutte) a vuoto per spazzole
acciaio
Smerigliatrici EN28662-13 :1997 Disco sbilanciato Tutte 1,5 Nessunaangolari e a vuotofresatrici perstampi diritte(assiali)
Trapani a EN28662-6 :1995 Foratura a Foratura a 1,5percussione percussione in percussione
condizioni standardizzate
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Tabella 3 - Misurazioni dirette effettuate sul campo presso un’azienda metalmeccanicatipo che opera per il settore dell’industria delle acque minerali e delle bevande
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2. RISULTATI
Di seguito si riportano i risultati dell’analisi condotta al fine di confrontare le due tipologie divalutazione del rischio da esposizione a vibrazioni meccaniche ad oggi previste dalla legge.Dalla Figura 1 si evince che circa il 60% degli attrezzi valutati presso l’azienda metalmeccanicatipo, che opera per il settore dell’industria delle acque minerali e delle bevande, non trovariscontro né nella banca dati ISPESL né in quella europea. L’esigua quantità di dati catalogatiè certamente dipendente dalla loro costituzione relativamente recente.
Figura 1 - Percentuale di attrezzi presenti nelle banche dati
La Figura 2, invece, consente di verificare la maggiore numerosità nelle banche dati di valoriderivanti da rilevazione sul campo: solo il 38% dei dati è riportato con il solo valore dichiaratodal costruttore (in questo caso per poter utilizzare tali dati per l’analisi del rischio bisognatener conto dei fattori di correzione summenzionati).La Figura 3 evidenzia che quasi un quarto degli attrezzi riportati nelle banche dati nonconsente un reale confronto con i valori misurati presso l’azienda metalmeccanica presa ariferimento (o quantomeno non consente di realizzare un confronto completo). La nonconfrontabilità dipende dal fatto che in alcuni casi le misure sul campo presenti nella bancadati sono state eseguite in condizioni differenti rispetto a quelle operative aziendali. Adesempio non è possibile rapportare i valori ottenuti dalla stessa smerigliatrice, che esegue lastessa operazione sullo stesso tipo di materiale, ma utilizzante due dischi non perfettamenteidentici (potrebbero variare la dimensione, la grana o più semplicemente il grado di usura).
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Figura 2 - Percentuale di attrezzi presenti in banche dati con valori misurati o dichiarati
Figura 3 - Percentuale degli attrezzi presenti in banca dati che è possibile confrontare coni valori misurati nell’azienda metalmeccanica presa a riferimento
77
Attrezzi presenti nelle banche daticon valori misurati
Attrezzi presenti nelle banche daticon valori dichiarati dal costruttore
38%
62%
Attrezzi completamente confrontabili
Attrezzi non confrontabili
Attrezzi confrontabili solo in parte (per particolari utensili)
Confrontabilità dei valori nelle banche dati
77%
15%
8%
Nelle Figure 4 e 5 si riporta il confronto tra i valori numerici delle vibrazioni assorbitedall’uomo presenti nelle banche dati e quelli misurati nell’azienda presa a riferimento. LaFigura 4 evidenzia che nel 50% dei casi analizzati l’accelerazione dovuta alle vibrazionisegnalata nelle banche dati è superiore a quella ottenuta tramite la rilevazione diretta inazienda. Nella Figura 5, infine, si nota che nel 51% delle situazioni pericolose analizzate vi èuna discrepanza, tra valori in banca dati e valori misurati in ditta, superiore a 1,5 m/s2 e nel30% è risultato uno scostamento superiore ai 2 m/s2.
Figura 4 - Scostamenti percentuali tra valori misurati nell’azienda metalmeccanica e valorinelle banche dati
Figura 5 - Scostamenti tra i valori misurati nell’azienda metalmeccanica e i valori nellebanche dati
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Valore misurato sperimentalmentemaggiore
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3. CONCLUSIONI
La rilevazione sul campo dei valori delle vibrazioni ha permesso di mettere in luce limiti evantaggi operativi, che si possono incontrare nel processo di valutazione del rischioricorrendo all’utilizzo delle banche dati, nel caso specifico di un’azienda metalmeccanica tipo,che opera per il settore dell’industria delle acque minerali e delle bevande. Il ridotto numero di attrezzi/mezzi catalogati può rendere difficoltosa la realizzazione diun’accurata analisi del rischio, non essendo sempre possibile trovare in banca dati la propriaattrezzatura (uguale marca e modello). In Figura 6 si riporta la presenza dei valori dellevibrazioni nelle banche dati in base alla tipologia di attrezzo/mezzo1. Quest’analisi permettedi evidenziare le difficoltà riscontrate nel caso specifico trattato nel presente lavoro.
Figura 6 - Presenza di valori delle vibrazioni nelle banche dati in base alla tipologia diattrezzo/mezzo
Le informazioni contenute nella banca dati, inoltre, sono da ritenersi attendibili solo perquegli utensili e mezzi esaminati nelle stesse condizioni operative, d’uso e di manutenzione.Infatti se una macchina in uso in azienda fosse rispondente al modello e marca di quellariportata nella banca dati potrebbero esistere comunque differenze nelle condizioni diesercizio (il materiale lavorato, stato di efficienza, l’utensile utilizzato, ecc.). I valori misurati sulcampo presenti nelle banche dati rispecchiano specifiche realtà operative, non potendorappresentare la generalità dei casi riscontrabili. La banca dati rimane, tuttavia, un valido strumento, consentito dalla legge, per effettuarel’analisi del rischio da vibrazioni. Permette un agevole reperimento dei valori di vibrazione
79
1 Nella Figura 6 non sono considerate le differenze di mano/braccio e di lavorazione per tipologia di attrezzo/mezzo.
misurati sul campo
banca dati misurati
banca dati dichiarati
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1
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avvitatori trapanicarrellielevatori
mole pneumat.
smerigliatriciangolari
Tipologia di attrezzo/mezzo
emesse dalle macchine, sia in sede di certificazione sia in condizioni operative standard, conrisparmio di tempo e risorse. Va in proposito sottolineato che i valori di certificazione nonsono generalmente contenuti nei cataloghi illustrativi della macchina: il più delle volte essisono reperibili unicamente all’interno della documentazione tecnica di accompagnamentodel macchinario, una volta che questo sia stato acquistato. Essi pertanto risultano di difficilese non impossibile reperimento per i datori di lavoro al fine di individuare le tecnologie aminor rischio disponibili, già in fase di valutazione preventiva. Sotto quest’ottica la banca datiitaliana permette, quindi, di prevedere la pericolosità intrinseca di alcuni macchinari. Èimportante quindi tenere presente che, anche se in taluni casi i dati dichiarati dai costruttoritendono a sottostimare l’esposizione nelle reali condizioni di impiego di alcune macchine,essi consentono comunque di individuare i modelli a basso livello di vibrazioni.Sulla base di tali considerazioni si comprende la rilevanza assunta dalla banca dati italiana aifini dell’attuazione delle fondamentali azioni di tutela prescritte dalla Direttiva, quali lariduzione del rischio alla fonte e l'adozione di “misure immediate per riportare l'esposizioneal di sotto del valore limite di esposizione”.Si ricorda in proposito che la riduzione del rischio alla fonte è, il più delle volte, l'unica misurada adottare al fine di riportare l'esposizione a vibrazioni a valori inferiori ai limiti prescritti dallaDirettiva, non esistendo dispositivi di protezione dalle vibrazioni idonei a garantire ilconseguimento di livelli di esposizione accettabili sotto il profilo igienistico. Inoltre, per poter essere uno strumento informativo efficace, la versione BDV disponibile sulsito www.ispesl.it, viene periodicamente aggiornata dall’ISPESL e dalla ASL7 di Siena, anchein collaborazione con le associazioni dei produttori al momento dell’immissione sul mercatodi nuove macchine. Infatti in base all'ultimo aggiornamento (novembre 2007) sono presentinella BDV i dati relativi a più di mille utensili e circa 400 mezzi, quasi il doppio dei dati presentiall'epoca delle misurazioni dirette sul campo e riportate nel presente lavoro e si prevede unulteriore raddoppio dei dati entro un anno, a testimonianza degli sforzi in atto da partedell'Istituto per renderla sempre più rappresentativa.Di conseguenza, qualora non fossero disponibili i dati relativi alle proprie macchine, il datoredi lavoro e i suoi consulenti sono obbligati dalla legge ad effettuare le misurazioni ai fini dellavalutazione del rischio. È consigliabile comunque effettuare delle misurazioni anche nel casoin cui la banca dati contenesse i dati relativi alle proprie macchine, ma in condizioni operativediverse. Viceversa, qualora nella banca dati non figuri lo stesso attrezzo/mezzo presente inazienda, ma i dati relativi alla stessa tipologia di attrezzo/macchina indichino già un nettosuperamento di una soglia di legge è consigliabile non ricorrere alla misurazione direttaavendo rilevato informazioni che danno evidenza dell’elevata pericolosità intrinseca allatipologia di macchina. Questo è il caso, ad esempio, dei martelli perforatori per lapidei,versione non ammortizzata, dove i valori presenti in banca dati sono sistematicamente dimolto superiori al valore limite. Le potenzialità ed i limiti di utilizzo della BDV sono comunque illustrate in dettaglio all’utente,accedendo alla banca dati on-line, in una Guida all’utilizzo contenente indicazioni, consigliapplicative e avvertenze necessarie per un corretto utilizzo della stessa ai sensi del D.Lgs. 187/05.In conclusione il lavoro proposto vuole sottolineare, nella valutazione del rischio vibrazioni,l’importanza sia dell’analisi sperimentale sia dell’uso delle banche dati. Dai rilievi eseguiti sievince, inoltre, come una maggiore disposizione di dati relativi ad ogni tipologia distrumentazione possa permettere una valutazione molto meno onerosa da parte di qualsiasiazienda, garantendo ugualmente elevati standard di sicurezza.
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9. Pinto I, Stacchini N, Santini F. La Riduzione del rischio da esposizione a vibrazioni mano-braccio nel comparto dei materiali lapidei. DBA 94, Modena, 1994
10.Europa. Direttiva 2002/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 giugno 2002.Prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischiderivanti dagli agenti fisici (vibrazioni) (sedicesima direttiva particolare ai sensi dell’articolo16, paragrafo 1, della direttiva 89/391/CEE). Gazzetta ufficiale delle Comunità europee n.177, 6 luglio 2002
11. Italia. Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 187. Attuazione della direttiva 2002/44/CEsulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all'esposizione dei lavoratori airischi derivanti da vibrazioni meccaniche. Gazzetta Ufficiale n. 220, 21 settembre 2005
12.Pinto I, Stacchini N, Santini F. Utilizzo delle Banche Dati per la riduzione del rischiovibrazioni in: “Le Nuove Direttive Riguardanti l’Esposizione a Vibrazioni e a Rumore”. AIAGAA 2003; 8: 31-45
13.Pinto I, Stacchini N, Santini F. Una Banca Dati Nazionale per la Valutazione del Rischio e lascelta delle attrezzature di lavoro. dBA Incontri. Modena, 2004: 19-32
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