Ritratto di una biblioteca circolante operaia. Il caso della Società Operaia di Iseo, in...

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L’EUROPA DEL LIBRO

Editoria e cultura in età moderna e contemporanea

Comitato editoriale: Edoardo Barbieri, Lodovica Braida, Alberto Cadioli

Volumi pubblicati:

A. Chemello La biblioteca del buon operaio

Romanzi e precetti per il popolo nell’Italia unita

I. Piazza “Buoni libri per tutti”

L’editoria cattolica e l’evoluzione dei generi letterari nel secondo Ottocento

R. Cesana

“Libri necessari” Le edizioni letterarie Feltrinelli (1955-1965)

L’officina dei libri 1/2010

G. Biancardi

Dal primo Mattino al Mezzogiorno Indagini sulle prime edizioni dei poemetti pariniani

E. Violo

Ah, la vecchia BUR! Storie di libri e di editori

L’officina dei libri 1/2011

G.C. Ferretti

Protagonisti nell’ombra Bonchio Brega Ferrata Gallo Garboli

Ginzburg Mauri Pocar Porzio

L. Carnelos «Con libri alla mano»

L’editoria di larga diffusione a Venezia tra Sei e Settecento

L’OFFICINA DEI LIBRI

n. 3 - 2012

A cura di

Edoardo Barbieri, Lodovica Braida e Alberto Cadioli

EDIZIONI UNICOPLI

Cura redazionale di Natale Vacalebre.

Prima edizione: marzo 2013

Copyright 2013 by Edizioni Unicopli via Andreoli, 20 - 20158 Milano - tel. 02/42299666

http://www.edizioniunicopli.it

Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla Siae del compenso previ- sto dall’art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941, n. 633, ovvero dall’accordo stipulato fra Siae, Aie, Sns e Cna, Confartigianato, Casa, Claai, Confcommercio, Confesercenti il 18 dicembre 2000.

INDICE

p. 7 Presentazione

LA TESTIMONIANZA

11

Officina Einaudi, di Carlo Carena

SAGGI

23

Giorgio Monicelli e l’alba della fantascienza in Italia. Vuoti critici nella storia dell’editoria letteraria, di Giulia Iannuzzi

63

Un progetto di collana tra Einaudi e Adelphi. Roberto Bazlen e la «Collezione dell’Io», di Valeria Riboli

81

Ritratto di una biblioteca circolante operaia. Il caso della Società operaia di Iseo, di Francesca Zani

109

Una collana storica nell’Italia fascista. I «Libri verdi» Mondadori tra storia e romanzo (1932-1941), di Marco Bertazzoli

6

p. 147 Dagli esordi in rivista di primo Novecento alla letteratura di consumo degli anni Settanta. La vicenda della Società editrice di «Novissima» a partire dalla sua fase più conosciuta, i «Quaderni», di Chiara Boschetti

IL DOCUMENTO

173 Giulio Pozzoli, il suo «Manuale di tipografia» e l’igiene del tipografo, di Edoardo Barbieri

181 Nota sugli autori

185 Indice dei nomi

RITRATTO DI UNA BIBLIOTECA CIRCOLANTE OPERAIA

Il caso della Società operaia di Iseo

Giulia Francesca Zani

La nascita e lo sviluppo delle biblioteche popolari e circolanti in Italia costituisce parte del processo più vasto di educazione nazio- nale sviluppatosi all’indomani dell’Unità. Il problema della diffu- sione della cultura, in un’Italia unita in cui i tre quarti della popola- zione erano incapaci di leggere e scrivere, era sentito da «categorie socialmente differenziate, che andavano dai ceti borghesi con istru- zione a livello secondario al mondo della piccola impresa artigianale fino a rappresentanti di quei ceti operai […] che incominciavano ad avvertire l’importanza di incrementare, anche mediante la lettura, il livello di istruzione proprio e dei propri figli».1 Con l’intento di rag- giungere il fine sopra citato si iniziarono a costituire scuole serali e biblioteche popolari circolanti, ad opera di società culturali, società di mutuo soccorso, camere di commercio, consorzi agrari, casse di risparmio, amministrazioni comunali e provinciali, parroci, segno dell’avvento di un’attenzione di ambito culturale rivolta a segmenti sociali nuovi, dopo i profondi cambiamenti economici e produttivi avvenuti nella seconda metà dell’Ottocento.2 Il progresso della mec- canizzazione nello sviluppo industriale, con l’uso di macchine che sostituivano il lavoro manuale, richiedeva all’operaio un livello cultu- rale superiore all’istruzione elementare. Da qui molti intellettuali so- stennero che fosse indispensabile all’operaio la cultura, affinché pro- ducesse più rapidamente e meglio. «Gli stessi filantropi e intellettuali propugnatori della elevazione della cultura dell’operaio e, più gene-

1 P. Traniello, Storia delle biblioteche in Italia dall’Unità a oggi, Bologna, Il

Mulino, 2002, p. 61. 2 A. Gentilini, Le biblioteche minori. Evoluzione, tipologia, forme di condu- zione, Roma, La nuova Italia scientifica, 1981, p. 23.

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ralmente, delle masse popolari, erano convinti che un potente stru- mento per raggiungere tale finalità fosse la lettura di libri».3

Il problema dell’offerta di un servizio di lettura ai ceti popolari troverà nel corso del XIX e dell’inizio del XX secolo in Italia tentati- vi di soluzione legati a iniziative di associazioni private, risultando pressoché assenti le iniziative delle amministrazioni pubbliche cen- trali o locali. Tali tentativi, però, «non sortirono risultati significati- vi e duraturi. Mancavano, nella nostra cultura, quei due elementi che sono stati considerati essenziali per spiegare invece il successo delle Public libraries nei paesi anglosassoni: la religiosità evangeli- ca, basata sulla lettura personale della Bibbia, che costituì una mo- tivazione molto forte per imparare a leggere, e la filosofia utilitari- stica, divenuta senso comune, che vedeva nella diffusione delle co- noscenze una condizione necessaria per un ordinato progresso eco- nomico e sociale. Mancando da noi questo humus diffuso, le inizia- tive a favore delle biblioteche popolari non riuscirono a decollare».4

La prima biblioteca popolare italiana fu fondata nel 1861 a Prato da Antonio Bruni:5 «nella sua concezione, la biblioteca poteva na- scere per iniziativa spontanea di un’associazione di promotori- lettori, in seno ad una società operaia o con mezzi di un Comune; in ogni caso, però, la biblioteca sarebbe stata circolante (non erano previste, cioè, sale per la lettura comune) e i libri sarebbero stati prestati solo ai soci, impegnati al pagamento di una piccola quota

3 G. Bologna, Il contributo della Società Umanitaria alla diffusione delle biblioteche popolari, in Ettore Fabietti e le biblioteche popolari, a cura di P. M. Galimberti e W. Manfredini, Milano, Società umanitaria, 1994, p. 33.

4 A. Martinucci, Biblioteche e lettori nell’Italia dell’800, «Biblioteche oggi» 3 (aprile 1995), p. 42.

5 Antonio Bruni nacque a Prato nel 1843 da famiglia operaia; fin da giova- nissimo si avvicinò allo studio, conseguendo la laurea in legge a Pisa. Insieme ad altri otto giovani, nel 1861 fece nascere a Prato la prima biblioteca popolare circolante italiana. Fu ispettore scolastico e provveditore agli studi. Scrisse nu- merosi saggi sulla biblioteca popolare di Prato e sulle biblioteche circolanti in generale. Per altre notizie si veda: G. Signorini, Antonio Bruni fondatore delle biblioteche popolari, «Rassegna Nazionale» (I aprile 1893), pp. 434-446; G. Calò, La fondazione in Prato della prima biblioteca popolare, in Id., Pedagogia del Risorgimento, Firenze, Sansoni, 1965, pp. 712-729; A. Marchi, Antonio Bru- ni e la prima biblioteca popolare italiana, in Ex Iibris. Tipografia e cultura a Prato nell’800, a cura di S. Cavaciocchi, Firenze, Le Monnier. 1985, p. 865-884; R. Vecchiet, Per una storia delle biblioteche popolari in ltalia - 1. Modelli ideo- logici e presupposti culturali nella esperienza di Antonio Bruni, «Bibliotecheoggi» 4 (maggio-giugno 1992), pp. 321-339.

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mensile».6 In altre nazioni iniziative di tale calibro si contavano già più di un secolo prima: nel 1731 Benjamin Franklin aprì la strada alla costituzione della prima biblioteca popolare a Philadelphia e nel corso del secolo successivo gli Stati Uniti seguirono le sue orme fino a contare più di duecentocinquanta biblioteche popolari municipali (Free Town Libraries). In Inghilterra, già a inizio Ottocento erano nate piccole biblioteche di associazioni professionali e di mestiere, dalla volontà di privati o dalla volontà degli operai stessi, chiamate Free entry libraries: nel 1852 a Manchester, l’anno successivo a Li- verpool, nel 1860 a Birmingham, collocate nei quartieri popolari, a- perte a tutti, frequentate soprattutto la sera. Sempre in area anglosas- sone Allan Ramsey, poeta e libraio scozzese «annesse la prima biblio- teca circolante alla sua bottega di libri a Edimburgo nel 1726».7 In Francia, i promotori delle biblioteche popolari furono Eugène Morel e Jean Macé, soprannominato il “Franklin dell’Alsazia”, visto il suo grande impegno proprio in quella regione: nel 1870 anche la Fran- cia poteva contare molte biblioteche popolari e scolastiche, sorte per iniziativa di privati dalla diversa ispirazione ideologica (masso- ni, cattolici, protestanti, socialisti).8 E questo solo per citare alcune delle nazioni pioniere nel campo della cultura popolare, ma iniziati- ve simili si ebbero anche in Spagna, Germania, nei paesi Scandina- vi, in Russia, etc.

Tornando in Italia, il quadro istituzionale delle biblioteche (non solo le biblioteche speciali, ma anche le statali e pubbliche locali) si presentava connotato da una situazione di estrema frammentarietà. Il primo a dare una fisionomia definita alle biblioteche italiane fu Desiderio Chilovi,9 da quelle nazionali alle universitarie, dalle mu-

6 G. Barone – A. Petrucci, Primo: non leggere. Biblioteche e pubblica lettu- ra in Italia dal 1861 ai nostri giorni, Milano, Mazzotta, 1976, p. 39.

7 S. H. Steinberg, Five Hundred Years of Printing, with a foreword by Bea- trice Warde, Harmondsworth, Penguin Books 1955, trad. it. Cinque secoli di stampa, a cura di Luciano Lovera, Torino, Einaudi 1982, p. 200.

8 A. Gentilini, Le biblioteche minori, cit., pp. 16-18. 9 Desiderio Chilovi (Trento, 1835 - Firenze, 1905) fu direttore della Marucel-

liana, poi prefetto della Nazionale Centrale di Firenze, fu favorevole alla diffu- sione delle biblioteche rurali, sostenne la creazione di biblioteche scolastiche anche nelle campagne e nelle zone di montagna, la sua attenzione andò in special modo all’educazione dei giovani; a lui resta il merito di aver per primo intuito con estrema chiarezza i termini del problema della nascita delle bibliote- che pubbliche e di aver tentato per varie vie una possibile soluzione. Per altre notizie su Desiderio Chilovi si veda: A. Serrai, Desiderio Chilovi, in Dizionario

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nicipali alle biblioteche speciali. «Le biblioteche municipali sono e restano nel pensiero di Chilovi biblioteche “popolari”, […] centri di irradiazione della “cultura generale” sul modello delle grandi biblio- teche pubbliche delle metropoli americane, destinate in primo luo- go a svolgere un adeguato servizio di prestito».10 Chilovi propose un modello di biblioteca popolare istituzionalizzata, a uso di tutti i cit- tadini, che trovava esempio nella public library americana. «E tut- tavia sembra abbastanza evidente che vi fosse in Chilovi la consape- volezza che questo modello da lui enunciato non avrebbe potuto essere realizzato, come infatti non lo è stato, nella realtà italiana».11

Infatti in Italia mancavano i presupposti di carattere politico, eco- nomico e culturale necessari allo sviluppo di un sistema di bibliote- che intese come servizio pubblico, nonostante il contesto dell’età giolittiana fosse simile a quello in cui erano nate le public libraries americane, contesto che non si ripresentò più né nel periodo fasci- sta, né durante gli anni del centrismo democristiano.

In questo quadro così frastagliato, fatto di iniziative di enti pub- blici, di privati, di associazioni di vario genere, senza dimenticare l’operato della Chiesa e la costituzione di biblioteche popolari catto- liche,12 si inserisce anche l’azione delle Società operaie di mutuo

Biografico degli Italiani, XXIV, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1993, pp. 768-770; G. Del Bono, Desiderio Chilovi, «Accademie e biblioteche d’Italia» 71 (2003), pp. 5-32; Id., La biblioteca professionale di Desiderio Chi- lovi: bibliografia e biblioteconomia nella seconda metà dell’Ottocento, Man- ziana, Vecchiarelli, 2002.

10 P. Traniello, Tensioni in un pensiero incompiuto: biblioteche popolari, biblioteche universitarie e biblioteche locali nella tarda riflessione di Desiderio Chilovi, in Il sapere della Nazione. Desiderio Chilovi e le biblioteche pubbliche nel XIX secolo, Atti del Convegno (Trento, 10 -11 novembre 2005), a cura di L. Blanco e G. Del Bono, Trento, Provincia autonoma di Trento. Soprintendenza per i beni librari e archivistici, 2007, p. 56.

11 Ibidem. 12 Le biblioteche popolari cattoliche si svilupparono a partire dagli anni ’80

dell’Ottocento, insieme ad altre iniziative nel campo dell’educazione popolare: la nascita di università popolari, di scuole serali e festive nelle campagne, scuole professionali nelle città, la creazione di università popolari, di circoli educativi e sale di lettura, orientati verso i principi della morale cattolica. Anche in questo caso il movimento di creazione di biblioteche popolari partì spontaneamente, diramazione dell’impegno cattolico, organizzandosi nel corso del tempo, fino alla costituzione della Federazione Italiana delle biblioteche popolari cattoliche nel 1904, che sostenne le biblioteche che ne facevano parte, definendo obiettivi comuni, indicando strategie per realizzarli, promuovendo la nascita di nuove realtà e diffondendo la “buona stampa”. Sulle biblioteche popolari cattoliche e

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soccorso. Queste, nate a metà dell’Ottocento e sviluppatesi soprat- tutto all’indomani dell’Unità, furono strettamente legate allo svi- luppo dell’industria. In cambio di una quota mensile, trovavano aiuto in caso di malattia, di invalidità o di altri casi di bisogno, que- gli operai che all’epoca non potevano contare su un servizio sanita- rio nazionale o sulla pensione. Nelle stesure dei vari statuti è chiaro come gli obiettivi delle Società operaie potessero essere riassunti in: assicurazione ai soci di sussidi in denaro in caso di malattia o vec- chiaia; aiuto alle famiglie dei soci; e, ultimo ma non meno impor- tante, cooperazione all’educazione dei soci e dei loro figli. Quasi tut- te le S.O.M.S. hanno nel loro primo statuto un articolo riguardante l’istituzione di scuole serali o di biblioteche popolari; infatti, fra i membri originali che le componevano, vi erano spesso esponenti delle varie correnti liberali, che credevano fermamente nella neces- sità dell’istruzione dei propri iscritti operai.13

Nel 1873 in Italia solo cinquanta società mutualistiche si occu- pavano dell’istruzione dei propri soci, cifra che aumentò rapida- mente, giungendo a 443 società nel 1878: tra queste ben 162 posse- devano biblioteche popolari.14 Una delle prime Società Operaie ita- liane a promuovere una Biblioteca Circolante fu quella di Modena, che aprì la propria biblioteca il 26 giugno 1869; essa è già citata da Antonio Bruni, padre delle biblioteche popolari, nel suo annuario Le biblioteche popolari in Italia dall’anno 1861 al 1869.15 In Lombar- dia le S.O.M.S. di Brescia, Milano, Lodi, Codogno e Casal Pusterlen-

sull’azione della Chiesa nel campo della cultura popolare si veda: E. Preziosi, Educare il popolo. Azione cattolica e cultura popolare tra ‘800 e ‘900, Roma, AVE, 2003, specialmente il capitolo La Chiesa e la cultura popolare, pp. 71-88; E. Zonca, Le biblioteche popolari cattoliche a Milano nell’Ottocento, «Bibliolo- gia» 5 (2010), pp. 179-189. Sul concetto di “buona stampa” si veda: I. Piazza, “Buoni libri” per tutti: l’editoria cattolica e l’evoluzione dei generi letterari nel secondo Ottocento, Milano, Unicopli, 2009.

13 Sull’istruzione popolare si veda: D. Bertoni Jovine, Storia dell’educazione popolare in Italia, Bari, Laterza, 1965; S. Pivato, Movimento operaio e istruzio- ne popolare nell’Italia liberale, Milano, Franco Angeli, 1986.

14 D. Marucco, Mutualismo e sistema politico. Il caso italiano (1862-1904), Milano, Franco Angeli, 1981, p. 173.

15 Per altre notizie sulle biblioteche popolari modenesi e sull’operato della Società Operaia di Modena nel campo dell’educazione popolare si veda: G. Montecchi, Leggere a Modena e in provincia dopo l’Unità d’Italia: la prima fioritura delle biblioteche popolari, in Biblioteche e lettura a Modena e provin- cia dall’Unità d’Italia ad oggi, a cura di G. Montecchi – R. Manelli, Bologna,Editrice Compositori, 2012, pp. 21-45.

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go furono le prime a fornirsi di libri per i loro soci operai. Nel giro di poco meno di vent’anni settecento Società operaie istituirono nella loro sede una biblioteca circolante, e tra queste si può annoverare anche quella di Iseo.16

Iseo, un paese sul lago omonimo al confine con la Franciacorta, vide nascere nella seconda metà dell’Ottocento una prima forma di biblioteca pubblica, la Biblioteca Popolare Circolante della Società di Mutuo Soccorso. Era un’iniziativa quasi straordinaria per il pic- colo paese, conosciuto soprattutto per l’industria serica sebina – seconda solo a quella comasca – e per l’attività di scavo della torba, ottimo combustibile, in quella che oggi è una riserva naturale pro- tetta, proprio vicino al lago. Gli iseani del 1861, circa 2.500 anime, lavoravano nei filatoi e nelle concerie della zona, come scaricatori al porto, o sulla ferrovia Iseo-Rovato-Chiari.17 Erano per la maggior parte artigiani (calzolai, falegnami, fabbri, cestai…), in seguito con- tadini e operai, e proprio per tutelare queste categorie di lavoratori, nel 1863 nacque la locale Società di Mutuo Soccorso.18 In una deci- na d’anni la S.O.M.S. Iseo crebbe notevolmente: vide aumentare i propri iscritti, si apportarono modifiche allo statuto iniziale; pur- troppo però non era ancora in grado di iniziare l’auspicato servizio pensioni. Nonostante le difficoltà economiche e le controversie tra i soci, si avanzarono delle proposte per aumentare il ruolo effettivo

16 G. Vidotto, La biblioteca popolare. Relazione alla Società operaia di mu- tuo soccorso di Iseo, Brescia, Savoldi, 1889, p.7.

17 E. Bino, Iseo cent’anni fa, in Centenario Società Operaia di Mutuo Soc- corso di Iseo 1863 – 1963, S.O.M.S. , Coop. Tip. Bresc., 1963, pp. 10-13.

18 Sulla storia della Società Operaia di Iseo si veda: Centenario Società Ope- raia di Mutuo Soccorso di Iseo 1863-1963, cit.; A. Bendotti – E. Quarenghi, Un archivio per la storia sociale. Le carte della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Iseo, Brescia, S.O.M.S., 1983; E. Torrese, La Società operaia di mutuo soc- corso di Iseo. Appunti per una lettura sociologica, «Studi e ricerche di storia contemporanea», 31 (1989), pp. 29-42; L. Crippa, La Società Operaia di Mutuo Soccorso di Iseo 1863-1900, Tesi di laurea, relatore F. Della Peruta, Università degli Studi di Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, 1989; D. Faletti, La Società Operaia di Mutuo Soccorso di Iseo dalle origini alla grande guerra, Tesi di laurea, relatore L. Trezzi, Università degli Studi di Brescia, Facoltà di Economia e Commercio, 1990. Per una breve sintesi sulle Società operaie bresciane e lom- barde si veda: E. Quarenghi, Le società operaie di mutuo soccorso, in Atlante del Sebino e della Franciacorta, Brescia, Grafo, 1984, p. 114; L. Trezzi, Società di mutuo soccorso in Lombardia tra Ottocento e Novecento: alcuni risultati di una ricerca sulle provincie di Bergamo, Brescia, Como e Milano, Milano, Vita ePensiero, 2002.

Ritratto di una biblioteca circolante operaia 87

svolto dalla Società nel paese: costituire una “cucina economica” (mensa popolare) e una biblioteca. Se la prima proposta venne scar- tata, la seconda ebbe successo, vista anche la ripresa economica del- la Società, che iniziò a effettuare prestiti a enti e privati, si impegnò nell’istituzione di una scuola di disegno applicato alle arti e ai me- stieri, donò contributi per l’espansione dell’ospedale di Iseo, segno che i tempi per la sua esistenza erano notevolmente mutati.

Nel 1875 Silvio Bonardi, presidente allora in carica della Società Operaia di Iseo, propose al Consiglio la costituzione di una bibliote- ca popolare circolante:

La Società Operaia di Iseo dopo 11 anni di vita, trovasi ad aver accumu-

lato un discreto capitale che le può ormai permettere di attendere ad altre cure che non siano quelle esclusive dell’assistenza ai soci ammalati. Perciò il sottoscritto […] sarebbe venuto nella determinazione di sottoporre agli onorevoli componenti la Direzione, il progetto per l’istituzione d’una biblio- teca istruttiva circolante. Scopo precipuo del benessere della classe operaia si è l’istruzione, e il sottoscritto non crede, per ora, vi sia di meglio che il far circolare, tra gli operai, libri istruttivi ed educativi.19

Il progetto avanzato dal presidente venne approvato all’unanimità

dal Consiglio d’Amministrazione il 22 maggio 1875, data di fondazio- ne della biblioteca. Il mese successivo venne nominata una Com- missione per la direzione della biblioteca che si sarebbe occupata della redazione di un regolamento provvisorio e nell’estate dello

19 Archivio S.O.M.S. Iseo [da ora in poi ASOMSI], fald. 25, cart. a, fascicolo

I, Lettera del 13 maggio 1875. L’Archivio storico della S.O.M.S. Iseo raccoglie vari documenti e lettere dall’anno della fondazione della Società stessa, il 1863, al 1963. I documenti posteriori a tale anno sono, invece, conservati nell’archivio corrente. L’ultimo ordinamento effettuato dell’archivio storico ha organizzato il materiale in 34 faldoni, suddivisi per argomento, in cui i documenti sono posti in cartelle e poi in fascicoli in ordine cronologico, più 139 registri divisi per ca- tegorie. Nella fattispecie il faldone 25 contiene gran parte della documentazione relativa alla biblioteca, divisa in 5 cartelle che riportano rispettivamente: il pro- getto di istituzione della biblioteca, fatture ed elenchi per l’acquisto di volumi (cartella a); le pratiche per gli abbonamenti a periodici, il regolamento e i cata- loghi (cartella b); richieste di sussidi e corrispondenze relative alla gestione della biblioteca (cartella c); corrispondenza con l’Ente Nazionale per le bibliote- che popolari e scolastiche, altri abbonamenti, pratiche per l’acquisto dell’Enciclopedia Italiana (cartella d); proposte di acquisto e radiazione di vo- lumi, offerte di contributi di enti pubblici e privati, corrispondenza con enti vari(cartella d).

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stesso anno la Circolante di Iseo iniziò il suo funzionamento, ren- dendo noto ai soci che:

La biblioteca trovasi già fornita di una raccolta di scelti libri stati regala-

ti da benemeriti Cittadini i cui nomi verranno a suo tempo pubblicati, e che la stessa si troverà aperta tutte le domeniche dalle ore 9 alle ore 11 antime- ridiane a partire dal giorno di domenica 11 del corrente mese. La sottoscrit- ta Direzione nel mentre è lieta di dare questa bella notizia ai propri Soci, nutre viva fiducia che gli stessi ne approfitteranno, poiché è solo nell’istruzione che è riposta parte importante del prosperamento della clas- se operaia. I buoni libri fanno il buon Cittadino, e gli operai di Iseo accor- rano volentieri alla loro biblioteca, dalla quale riceveranno incalcolabili benefici.20

Per la nascita della biblioteca iseana si fece appello alla coopera-

zione di soci e di tutti gli abitanti del paese che avessero a cuore lo sviluppo intellettuale degli operai: vennero offerti 336 volumi per un valore di 260 lire, e somme in denaro per un totale di 116,19 lire. Il nome dei primi benefattori compare in un elenco apposito ancora conservato nell’Archivio storico della Società Operaia di Iseo (anche se non venne pubblicato, come, invece, era stato promesso dalla Dire- zione).21 Tra essi era presente anche l'on. Giuseppe Zanardelli,22 che espresse al presidente Bonardi solidarietà per la nobile impresa:

20 ASOMSI, fald. 25, cart. a, fasc. I, Avviso della Direzione in data 8 luglio 1875.

21 ASOMSI, fald. 25, cart. a, fasc. I. 22 Giuseppe Zanardelli (1826-1903) nacque a Cortine di Nave, nel Bresciano,

primo di quindici fratelli. Dopo i primi studi entrò nell'I. R. Convitto S. Anasta- sia di Verona, dove frequentò ginnasio e liceo; a diciotto anni entrò nel Collegio Ghislieri di Pavia come studente di legge. A seguito della chiusura del collegio si arruolò nel Battaglione degli Studenti, istituito dal Governo provvisorio di Lombardia nel 1848. Si laureò a Pisa il 14 marzo del 1849, ma la laurea non era ritenuta valida nel Lombardo-Veneto. Riprese, quindi, gli studi presso l'Univer- sità di Pavia (che era stata riaperta nel frattempo) laureandosi - di nuovo - il 6 settembre dello stesso anno. Insegnò diritto, fu escluso dal libero esercizio del- l'avvocatura e osteggiato dalle autorità austriache, collaborò con «Il Crepusco- lo» di Carlo Tenca. Dopo l'Unità iniziò la sua vera carriera politica: consigliere comunale, poi provinciale, fino a Ministro dei Lavori Pubblici nel 1877, poi degli Interni e infine di Grazia e Giustizia durante il governo della Sinistra Storica. Si impegnò sempre nel campo delle Società Operaie del bresciano, e fu legato a doppio filo con la cittadina di Iseo: amico della famiglia Bonardi, e iscritto alla S.O.M.S. Iseo come socio onorario dal 1865 con matricola 0201. Morì nel 1903

Ritratto di una biblioteca circolante operaia 89

Ho ricevuto la graditissima Sua del 22 maggio c. a. con cui mi annuncia l'istituzione di una Biblioteca Operaia Circolante in codesta intelligente borgata, ove le utili cognizioni nella classe artigiana possono trovare terre- no sì adatto e fecondo. Mentre perciò vivamente applaudo alla istituzione della medesima, volendo in segno di fervida adesione cooperare nella misu- ra delle mie forze affinché sia assecondato il pensiero dei promotori, mi permetto di offrirLe la raccolta dei romanzi del Verne, i quali insegnano delle verità utili nella forma piacevole del racconto. Con distinta stima e affetto devotissimo,

Zanardelli.23

Alle donazioni parteciparono anche la Congregazione di Carità

locale e il Ministero della Pubblica Istruzione che fornirono un sus- sidio di 50 lire ciascuno.

Ma con quali criteri venne formata la prima raccolta? Il presi- dente Bonardi, promotore della biblioteca popolare, in una lettera indirizzata a Gabriele Rosa,24 espose i criteri di scelta dei libri che sarebbero andati a comporre il primo nucleo della Circolante:

Nell’acquisto dei libri ci siamo sempre astenuti da quelli che non aven-

do scopi morali ed educativi, non servono ad altro che a riscaldare la fanta-

nella sua villa di Maderno. Sulla sua vita e sul su operato politico si veda: L. Corniani de Toni, Giuseppe Zanardelli: il potere del nuovo Stato. Società civile e dibattito politico a Brescia nella seconda metà dell'Ottocento, Brescia, Grafo, 1984, pp. 2-14; T. Mazza, Giuseppe Zanardelli: la libertà nella giustizia, Bre- scia, Società Operaia di Mutuo Soccorso Maschile e Femminile di Iseo, 2003; Giuseppe Zanardelli (1826-1903): il coraggio della coerenza, Milano, Skira, 2003; per il rapporto tra Zanardelli e Iseo si veda: E. Quarenghi, Giuseppe Za- nardelli e il collegio elettorale di Iseo, in Atlante del Sebino e della Franciacor- ta, Brescia, Grafo, 1984, pp. 115-117.

23 ASOMSI, fald. 25, cart. a, fasc. I. 24 Gabriele Rosa (1812-1897), iseano, fu storico locale e politico. Fu tra i più

fedeli sostenitori del federalismo risorgimentale di Carlo Cattaneo, di cui diven- ne amico e con cui partecipò a numerose riunioni a Milano. Nel 1835 venne arrestato e rinchiuso per tre anni nel carcere dello Spielberg. Scrisse numerosi libri, collaborò a «Il Crepuscolo». Dopo l'Unità divenne amico e collaboratore di Giuseppe Zanardelli. Sulla sua vita si veda: Gabriele Rosa (convegno di studio): Iseo - Castello degli Oldofredi, Milano, Associazione Mazziniana Italiana, 1976, e G. Rosa, Autobiografia a cura del comitato per l'erezione del monumento in Iseo, Brescia, Tip. Apollonio,1912; E. Quarenghi, Gabriele Rosa patriota e stori- co, in Atlante del Sebino e della Franciacorta, Brescia, Grafo, 1984, pp. 112-113; M. L. Betri, Gabriele Rosa e la Giovine Italia, «Museo & Storia» 3 (2001), [http://bergamoestoria.it/pubblicazioni/rivista/3/3_betri.pdf].

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sia, o specialmente nel caso nostro trattandosi di operai, fanno veder loro un mondo bello, attraente, che però non è il reale. Abbiamo i romanzi ita- liani più rinomati, ma nessuno, né italiano né francese, che per esperienza conosciamo non adatti per intelligenze non dirozzate, e che delle cose stampate si fanno un Vangelo, senza distinzioni.25

La preoccupazione, non solo di Bonardi, era quella che letture

sbagliate, inadatte a un pubblico popolare, potessero scatenare nella classe operaia fenomeni di anarchia, rivolgimento sociale, scioperi. Escludendo tutti quei testi che potevano infiammare gli animi e dando un corredo di buone letture all’operaio si possono evitare questi pericoli poiché, come ricorda qualche anno più tardi il presi- dente della S.O.M.S. Iseo Luigi Capuani: «le attuali idee sovversive nascono e si maturano nell’ozio e, se si leggesse di più, non ci sareb- bero più scioperi o peggio».26 Nel corso degli anni i criteri ispiratori per l’acquisto dei libri non si modificarono sostanzialmente da quel- lo che fu l’intento dei dirigenti della società che per primi promos- sero e organizzarono il servizio.

Il periodo più intenso per la Circolante è rappresentato dai suoi primi anni di vita: in soli quattro anni i libri da 336 passarono a 893 per un valore patrimoniale di 688,15 lire; salirono poi a quota 950 volumi nel 1880 e a 1200 nel 1897.27 Purtroppo però la raccolta vi- veva delle donazioni di altri, ma non degli acquisti della S.O.M.S. stessa: per regolamento statutario il capitale sociale non poteva es- sere speso al di fuori del soccorso mutualistico. Così la biblioteca si trova in difficoltà quando: «la Società Operaia potrebbe con poca spesa arricchirsi di una magnifica raccolta di libri, facente parte di una Biblioteca che va in vendita per la successa morte del proprieta- rio in Iseo».28 I consiglieri decisero, quindi, di rivolgersi al loro pa- trono on. Zanardelli, affinché intercedesse direttamente presso il Ministro Francesco De Sanctis per ricevere in dono un sussidio di 300 lire, riuscendo nell’intento di ottenere fondi solo l'anno succes- sivo.29

25 ASOMSI, fald. 25, cart. a, fasc. I, Lettera del 7 febbraio 1878. 26 ASOMSI, fald. 5, cart. c, fasc. IX, Verbale di convocazione dell’assemblea

societaria, 23 dicembre 1895. 27 ASOMSI, Registri dei bilanci consuntivi, anni 1875-1900. 28 ASOMSI, fald. 25, cart. a, fasc. I, Lettera del 25 agosto 1877. 29 ASOMSI, fald. 25, cart. a, fasc. I, Lettera del 17 ottobre 1878.

Ritratto di una biblioteca circolante operaia 91

L’impegno della S.O.M.S. per il funzionamento della propria bi- blioteca popolare fu grande e continuo, e la risposta dell’utenza non stentò ad arrivare; infatti, dopo soli due anni di funzionamento: «È con grande piacere che si rende noto ai soci della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Iseo che la Biblioteca Circolante sta riscuotendo un buon successo con un discreto afflusso di lettori».30

Negli anni Ottanta del XIX secolo la S.O.M.S. Iseo si interrogò sul suo operato in campo culturale; per questo chiamò Giacomo Vidotto, un maestro elementare e un’autorità nel campo dell’educazione, della scuola e delle biblioteche, per redigere una relazione sulla propria Biblioteca Circolante.31 Nel compilare il suo resoconto Vidotto si accorse che, nonostante la positività degli intenti con cui era nata, la biblioteca popolare non era esente da pecche nel suo funzionamen- to: essa, infatti, veniva mandata avanti dal solo lavoro dei soci ope- rai, non qualificati per questo genere di mansioni. I libri erano di- stribuiti con poco criterio, non sempre venivano registrati i prestiti e di conseguenza i libri venivano spesso prestati dal socio richieden- te ad altri soci, e, ancora più spesso, mai restituiti. In una decina di anni vennero smarriti oltre cinquanta volumi, mentre altri cento furono quelli danneggiati, risultanti mancanti di pagine o fascicoli interi. Dal 1887 si cercò di porre rimedio a tutto ciò creando la cari- ca di bibliotecario remunerato (di lire 50 annue) e nominando un Comitato d’istruzione che sovrintendesse al regolare funzionamento

30 ASOMSI, fald. 25, cart. b, fasc. I, Verbale di convocazione dell’Assemblea Societaria, 25 dicembre 1877.

31 Si hanno poche notizie su Giacomo Vidotto: è attestato come insegnante a Brescia dal 1887 al 1890. Si interessò soprattutto degli asili e delle scuole prima- rie. Pubblicò molteplici volumi su tematiche didattiche, stampati a Brescia, Mi- lano, Roma e Venezia, tra i quali Sull’istituzione degli asili e delle scuole infanti- li in Italia: cenni storici e critici, Roma, Soc. Dante Alighieri, 1892, pp. 86; Una pagina di storia pedagogica: l’istituzione della scuola infantile in Italia, Bre- scia, Tip. Istituto Pavoni, 1887, pp. 22; La provincia di Brescia descritta agli alunni delle scuole primarie, Brescia, Apollonio, 1890, pp. 72, oltre a Gramma- tiche, Vocabolari, corsi di lettura, un’antologia poetica, volumi di geografia, ortografia, per scuole elementari e per scuole medie tecniche. Curò inoltre la Pedagogia elementare di Ferrante Aporti, di cui scrisse anche una notizia bio- grafica e un’apologia con introduzione di Gabriele Rosa. Scrisse La vita di Giu- seppe Garibaldi narrata ai giovani, Roma, Soc. Ed. Dante Alighieri, 1899. Nell’ambito delle biblioteche popolari si ha notizia del solo volume riguardante la Biblioteca popolare circolante della Società Operaia di Iseo. A. Fappani, Vi- dotto Giacomo, in Enciclopedia Bresciana, XXI, Brescia, La Voce del Popolo, 2007, pp. 57-58.

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della biblioteca, occupandosi della nomina dei bibliotecari, della scelta dei testi e dei periodici, della vigilanza ed esecuzione del rego- lamento. La situazione non migliorò di molto, se non nella tenuta del catalogo e dei registri dei prestiti. A dieci anni dalla sua nascita, la biblioteca operaia poteva contare già un migliaio di libri.32

L’opuscolo di Vidotto, ancora oggi conservato nell’archivio pres- so la sede, è un'utile istantanea della situazione della Circolante al 1888, raccogliendo scrupolosamente notizie e il riassunto di tutto quello che la S.O.M.S. aveva speso per il corretto funzionamento della biblioteca. Il maestro annotò per prima cosa le spese sostenute dal 1878 al 1888 che ammontavano a lire 597,50 per l’acquisto di scansie e libri; il numero di lettori che risultarono 1.342, con una media di 130 lettori l’anno; i libri prestati, solo 559, poco più della metà dei libri a catalogo, in buona parte romanzi: «E si capisce! Una giornata di lavoro manuale pesante non è certo una buona prepara- zione al lavoro dello spirito. L’operaio preferisce quei libri che gli procurano qualche ora di ricreazione e di piacere, egli desidera sot- trarsi colle illusioni alla dura realtà della vita».33

Terminato il suo lavoro, il maestro Vidotto lasciò così la Società:

Operai! Oggi la vostra Biblioteca è in perfetto ordine, tocca a voi conser- varla e mantenerla tale: e non vi sarà difficile se del nuovo regolamento voi vi farete diligenti osservatori. La biblioteca rappresenta un capitale che non soffre avarie, un capitale che dà il cento per cento a chi lo sa usufruire. Ri- cordate che i libri sono gli amici di casa più sicuri, più fedeli e più cari, sempre pronti a tenere compagnia nelle riunioni e nelle solitudini, a confor- tare nei dolori, ad elevare la mente, ad educare il cuore, a ricompensare dalle continue delusioni dell'esistenza. La biblioteca è una farmacia morale alla quale noi tutti dobbiamo ricorrere.34

Negli anni successivi la biblioteca venne più volte riordinata,

vennero ricontrollati il catalogo (da cui erano stati radiati da Vidot- to alcuni romanzi ritenuti indegni d’avere un posto in una biblioteca educativa), sistemati i registri e si cercò, inoltre, un nuovo bibliote-

32 G. Vidotto, La biblioteca popolare, cit., pp.7-16. 33 Ivi, p. 15. 34 Ivi, p. 16.

Ritratto di una biblioteca circolante operaia 93

cario.35 Il nuovo regolamento venne approvato in data 28 maggio 1889, grazie al quale erano ammesse alla biblioteca anche persone non appartenenti alla Società operaia.

L’esigenza di un migliore funzionamento della Circolante portò la Società Operaia a stampare e distribuire gratuitamente a tutti i propri soci una copia del regolamento della Biblioteca e una copia del cata- logo.36 Le due edizioni, l’una stampata nel 1889 a Chiari, l’altra stam- pata nel 1899 a Brescia differiscono di poco nell’impostazione, men- tre si riscontra come nel giro di dieci anni il Catalogo si arricchisca di ben 192 nuovi titoli.

Il Regolamento è composto da quattordici articoli, stabilisce che i soci potevano dedicarsi alla lettura dei volumi nella sala sociale la domenica mattina, che il prestito era ammesso per non più di trenta giorni e per i ritardatari era prevista una contravvenzione di trenta centesimi, applicata anche in caso di mancata restituzione o dan- neggiamento dei volumi, pena la perdita dell’accesso al servizio. Potevano usufruire della biblioteca anche i maestri dell’asilo infan- tile e delle scuole elementari locali, e il prestito poteva essere esteso agli esterni dietro pagamento di una tassa mensile pari a cinquanta centesimi, o di una tassa annuale pari a cinque lire.37

Il Catalogo è diviso in due parti: la prima “Letteratura Classica, Storia e Scienze”; la seconda “Letteratura Amena”. Nella prima se- zione si trovavano Dante, Boccaccio, Petrarca, Poliziano, Ariosto, Machiavelli, Alfieri; per quanto riguarda i classici greci e latini erano presenti in traduzione Omero, Aristotele, Esopo, Callimaco, Pindaro, Plutarco, Cicerone e Tacito. “Classici” erano ritenuti anche i libri di storia risorgimentale come La storia d’Italia di Carlo Botta, La storia italiana di Cesare Balbo, varie opere di Massimo D’Azeglio, Cesare Cantù, Silvio Pellico, Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi. Sempre in questa sezione erano presenti anche manuali di fisica e chimica, libri riguardanti la tecnologia, oltre ad alcune guide pratiche. In una

35 ASOMSI, fald. 10, cart. b, fasc. I, Avviso di concorso per la nomina del nuovo bibliotecario e domande di partecipazione, 15 marzo 1889-4 agosto 1889.

36 Regolamento della biblioteca popolare circolante della Società di mutuo soccorso di Iseo e Catalogo generale alfabetico dei libri, Chiari, Tipografia F. Buffoli, 1889; Regolamento della biblioteca popolare circolante della Società operaia di mutuo soccorso di Iseo e Catalogo generale alfabetico dei volumi, Brescia, Mazzardi, 1899.

37 Si veda: Regolamento, cit., 1889, pp. 3-4; e Regolamento, cit., 1899, pp. 3-4.

94 G. F. ZANI

biblioteca operaia non poteva mancare una sotto sezione dedicata alla letteratura del Self Help.38 Nella sezione “Classici” vengono, quindi inseriti, Chi s’aiuta, Dio l’aiuta di Samuel Smile, capostipite del genere, Volere è potere di Michele Lessona, Chi la dura la vince di Paolo Lioy, Portafoglio di un operaio di Cesare Cantù e Catechi- smo dell’operaio di Ernesto Strini, tutti presenti nel catalogo del 1899 della Circolante.

Nella seconda sezione, “Letteratura Amena”, come già accennato la più nutrita, si ritrovano ancora opere appartenenti al canone ri- sorgimentale (Margherita Pusterla di Cesare Cantù, Niccolò de La- pi e Ettore Fieramosca di Massimo D’Azeglio, i Cento anni di Giu- seppe Rovani, Le mie prigioni di Silvio Pellico).39 Gli elenchi dei libri disponibili riflettono i criteri di scelta dei volumi con cui i pro- motori della biblioteca esplicavano le proprie scelte culturali e poli- tiche: grande attenzione, quindi, alla storia, in particolare la storia risorgimentale, di cui sono spia, per esempio, le numerose copie delle opere di Silvio Pellico, presenti in entrambe le sezioni; alla letteratura italiana dell’Ottocento; ai romanzi di intrattenimento e storici, come le opere di Alessandro Manzoni e Walter Scott; da se- gnalare l’assenza di libri che trattano di problematiche politiche e sociali, così come era stato auspicato dal presidente Silvio Bonardi. Per l’utenza della biblioteca ottocentesca non mancò la possibilità di consultare anche delle riviste: infatti, la S.O.M.S. ritenne opportuno sottoscrivere abbonamenti con alcune testate della stampa operaia come «Il popolo italiano» di Torino, «Il patto di fratellanza» di Roma, «L’operaio nazionale» di Bologna.40

Col passare degli anni il fondo della Circolante andò ampliandosi ulteriormente grazie alle donazioni e ai frequenti acquisti di libri: nell’Archivio della società sono ancora presenti numerosi conti e ricevute degli abbonamenti ai periodici, delle opere di rilegatura apportate ai volumi, degli acquisti nelle librerie (come quella di

38 Sulla letteratura del Self-Help si veda: S. Lanaro, Nazione e lavoro. Sag- gio sulla cultura borghese in Italia 1870-1925, Venezia, Marsilio, 1979, spe- cialmente il capitolo Homo Faber, pp. 89-162; S. Lanaro, Il Plutarco italiano: l'istruzione del "popolo" dopo l'Unità, in Storia d'Italia, Annali, IV, Torino, Einaudi, 1981, pp. 553-587; A. Chemello, La biblioteca del buon operaio. Ro- manzi e precetti per il popolo nell'Italia unita, Milano, Unicopli, 20092.

39 Sulle letture dell'utenza operaia si veda: R. Monteleone, Che cosa legge la classe operaia?, «Movimento operaio e socialista» 13 (1977), pp. 370-381.

40ASOMSI, fald. 25, cart. b, fasc. I, Pratiche relative agli abbonamenti.

Ritratto di una biblioteca circolante operaia 95

Francesco Buffoli a Chiari, la Malaguzzi o la Vannini a Brescia).41

Sul finire del secolo la biblioteca restò aperta anche alcuni giorni settimanali, oltre la domenica mattina, dopo la decisione di valoriz- zarla come ritrovo sociale e culturale per i soci, specialmente duran- te i mesi invernali. Fu così che nel 1893 il Consiglio di amministra- zione approvò la decisione di stanziare un fondo di ottanta lire an- nuali per provvedere al riscaldamento dei locali nei mesi di novem- bre, dicembre e gennaio nelle ore serali.42 Nonostante l’impegno profuso dalla S.O.M.S. per il funzionamento della propria biblioteca a livello organizzativo, spesso mancavano i sostegni finanziari: an- cora negli anni ’90 la maggior parte del capitale della Società Ope- raia era destinata ai soci e all’acquisto di titoli, lasciando alla biblio- teca solo degli “avanzi” del capitale sociale. Fortunatamente in soc- corso della Circolante venne il Consiglio Provinciale Scolastico che stanziò cento lire nel 1894 e duecento lire l’anno successivo per un parziale rinnovamento del patrimonio librario.43

Come già accennato precedentemente, l’età d’oro della biblioteca della S.O.M.S. furono i suoi primi decenni di vita, fino alla fine del secolo XIX. È interessante porre a confronto le due edizioni otto- centesche del Catalogo con i libri più antichi che sono sopravvissuti e che ancora oggi sono presenti nella biblioteca della società. La maggior parte delle edizioni presenti oggi nella Circolante sono ot- tocentesche, ma, curiosamente, vi si trovano anche due volumi del settecento e una edizione del Cinquecento in tre volumi – le Ora- zioni di Cicerone – già catalogata da Giacomo Vidotto. Non essen- dosi conservato un registro degli ingressi (così come sono andati perduti i registri dei prestiti), è difficile dire esattamente quando tali volumi siano entrati a fare parte del patrimonio della Circolante, ma ci si può fare un’idea grazie ai documenti d'archivio, alle note di possesso o note di donazione datate. Sempre grazie a questi elemen- ti si possono trarre dati utili riguardo ai possessori precedenti dei libri che furono poi donati alla Circolante: essi furono enti e società, avvocati e ingegneri, anche fabbri e ragazzi delle scuole elementari.

41ASOMSI, fald. 25, cart. a, fasc. II, Fatture e conti vari per l’acquisto dei vo- lumi.

42 ASOMSI, Registro dei verbali del Consiglio di amministrazione e del Con- siglio decurionale (1893-1899), Verbale di adunanza del Consiglio di ammini- strazione, 21 ottobre 1893.

43 ASOMSI, Registro dei verbali, Verbale di adunanza del Consiglio d’Amministrazione, 21 ottobre 1893.

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Per citarne solo alcuni: il Comune di Borgosatollo e il Comune di Ca- salmaggiore, il Comitato di Assistenza pro feriti degli Ospedali milita- ri di Iseo-Pisogne-Casino Boario, il Municipio di Iseo, il giornale «La Valle Camonica», ecc. In non pochi libri è stato trovato il timbro della Società Ginnastica Bresciana Forza e Costanza: fondata a Brescia nel 1866, si dedicò alla ginnastica e alla scherma, all’alpinismo e al cicli- smo, con obiettivo l’educazione fisica; per far fronte all’educazione culturale, si fornì di una biblioteca – in realtà un armadio nella sala della presidenza – formata da libri, alcuni dei quali, finirono nella raccolta della “nostra” Circolante.44 Tra i privati, invece, si possono annoverare alcuni abitanti di Iseo: i signori Bonardi, Consoli, Feret- ti, Franceschetti, Guerini, tutti cognomi tipici del paese e della zona. Le provenienze attestate con maggiore frequenza sono, però, quelle del socio Gabriele Rosa. Egli donò alla Circolante numerosi libri (testi di storia, di geografia, di diritto amministrativo e commercia- le, di filosofia e di linguistica), molti dei quali gli erano stati donati dagli autori degli stessi, con dediche come: «All’esimio patriota Ga- briele Rosa con sincera e riverente stima, l’autore», o «All’illustre Gabriele Rosa in sincero omaggio l’autore».45

Ancora oggi tutti i libri appartenenti alla Circolante sono timbra- ti. I timbri più frequenti attestano, ovviamente, l’appartenenza alla Società Operaia di Iseo; si hanno, quindi, dal più antico al più re- cente, i timbri: “SOCIETÀ OPERAIA DI ISEO” (il timbro più anti- co), “BIBLIOTECA CIRCOLANTE OPERAJA ISEO”, “BIBLIOTECA SOCIETÀ OPERAIA ISEO”. All’interno dei libri è presente anche il timbro della Biblioteca Civica, dove andarono a confluire i libri do- po la metà degli anni Ottanta: “COMUNE DI ISEO (BS) BIBLIOTE- CA”. Sono presenti anche vari altri timbri, quello della “SOCIETÀ GINNASTICA BRESCIANA Forza e Costanza”, uno dei più riscon- trati, o, meno frequentemente, timbri di librerie e legatori: “Libreria Malaguzzi”, “FILIPPI LUIGI LIBRAJO-CARTOLAJO LEGATORE DI LIBRI LOVERE”, “GIUSEPPE VECCHIATI LEGATORE DI LI- BRI ISEO”; oppure di privati: “VIGILIO FERETTI ISEO”, “ZUCCO- LI ANDREA INGEGNERE ISEO”, “AVV. CARLO BONARDI BRE-

44 Per altre notizie sulla Forza e Costanza si veda: O. Castellini – A. Zanetti Lorenzetti, Società Ginnastica Bresciana Forza e Costanza: 1886-1986, Bre- scia, Apollonio, 1986.

45 L’elenco manoscritto dei libri donati da Gabriele Rosa è l’unico disponibi- le nell’archivio della società: ASOMSI, fald. 25, cart. c, fasc. II.

Ritratto di una biblioteca circolante operaia 97

SCIA”. Non è insolito trovare al risguardo interno del piatto ante- riore un cartiglio:

Che cosa dice il libro: Lettore, io vengo a te come un amico, per ricrearti

e per istruirti. Tienmi bene, leggimi sollecitamente e non trattenermi pres- so di te quando ti ho servito, poiché il mio destino è di portar luce e gioia a molte anime. Rispettami, non piegar le mie pagine, non deturparmi con segni. Io son cosa di tutti.46

Tirando le somme, è possibile notare come, degli 800 titoli con-

tenuti nella seconda edizione del catalogo pubblicata a Brescia, ne siano andati perduti più della metà, ben il 70%; solo un quarto del fondo originario ottocentesco è, infatti, sopravvissuto.

Rispetto alla divisione ottocentesca della raccolta in due sole a- ree, oggi la biblioteca risulta essere organizzata differentemente. Dal ’900, infatti, sono presenti segnature di collocazione divise in grandi sezioni: CLASSICI, VARIE, NARRATIVA, STORIA, GEO- GRAFIA, TCI (Touring Club Italiano), DIZ. ENC. (Dizionari e Enci- clopedie), più altre sezioni meno nutrite inserite solo alla metà del secolo scorso, che riflettono il tentativo di dividere la raccolta a se- conda della materia delle pubblicazioni. Anche queste sezioni, così come era stato per quelle ottocentesche di “Letteratura Classica- Scienze-Storia” e “Letteratura Amena”, spesso confondono i piani, ed è quindi possibile trovare oggi delle opere di narrativa tra quelle con segnatura STORIA, dei saggi storici tra i CLASSICI, e così via. La tabella mostra in percentuale come sia oggi ripartito il fondo nel- le varie sezioni caratterizzate dalle apposite segnature.

46 Il Che cosa dice il libro venne apposto nei volumi della Circolante molto probabilmente solo nel secondo decennio del Novecento, prendendo a modello la Federazione Italiana delle Biblioteche Popolari che utilizzava lo stesso monitonei libri da essa pubblicati.

98 G. F. ZANI

Segnatura Descrizione N° Libri % [segnature singole]

Segnature varie, probabilmente erronee

3

0,11%

ARC Archeologia 13 0,47%

ART Arte 52 1,89%

C.L. Pubblicazioni locali 37 1,34%

COL. Pubblicazioni locali 26 0,94%

EIT Enciclopedia Italiana Treccani 81 2,94%

GEOGRAFIA Geografia 34 1,23%

DIZ. ENC. Dizionari e Enciclopedie 29 1,05%

CLASSICI Classici 148 5,37% NARRATIVA

Narrativa e Narrativa moderna e contemporanea

1213

44,00%

S.B. Storia bresciana 26 0,94%

S.L. Storia locale 19 0,69%

S.O. Società operaie 82 2,97%

SALANI Collane Salani 257 9,32%

SCI Scienza 8 0,29%

STORIA Storia 451 16,36%

TCI Touring Club Italiano 96 3,48%

VARIE Volumi vario genere 134 4,86%

- Senza segnatura 48 1,74%

Totale 2757 100%

Si è in parte risposto a come fosse e a come è oggi organizzata la biblioteca operaia, ma quanto e come era usata la Circolante? Cosa leggevano i soci operai? È difficile ricostruire i gusti dei lettori isea- ni, poiché non si sono conservati i registri dei prestiti e non risulta possibile, quindi, compiere una vera e propria analisi sulle letture operaie.47 Sulle stesse questioni si era interrogata la Società Biblio-

47 Fino a pochi anni fa risultano ancora presenti due soli registri dei prestiti,

che coprono un breve arco di tempo: il primo raccoglie i dati dal 1 gennaio 1940 al 22 dicembre 1947, il secondo dal 22 giugno 1947 al 19 dicembre 1948. Dap- prima conservati in archivio, poi confluiti insieme con il fondo nella Biblioteca

Ritratto di una biblioteca circolante operaia 99

grafica Italiana, che nel 1906 promosse un’inchiesta per rispondere a varie domande sulle biblioteche popolari, sui libri che le compo- nevano e sui gusti dei loro lettori:

Poiché in tutti coloro che si preoccupano della coltura popolare si va dif-

fondendo la persuasione che mezzo efficacissimo ad aiutare la coltura me- desima sono le Biblioteche popolari, si presentano naturali le domande: - Di quali libri saranno composte queste Biblioteche? – Quali criteri ne diri- geranno la scelta? – Abbiamo dati certi per sapere quali sono i libri più spontaneamente graditi dal popolo? e quali sono per lui i più divertenti o i più realmente istruttivi? - .48

Se per Milano, città che fece da traino alle iniziative nel campo

della cultura popolare e della nascita delle biblioteche circolanti,49

la “Bibliografica” riuscì a dare un’esauriente risposta riguardo ai gusti del pubblico delle biblioteche popolari, per la cittadina di Iseo si possono solo fare ipotesi e trarre risultati in modo indiretto. Per rispondere alla prima domanda, da quali libri risulta essere compo- sta la biblioteca, ci si può avvalere dei risultati di un precedente ten- tativo di catalogazione, anche se parziale e incompleto: molti titoli sono stati dimenticati, forse anche a causa dell’organizzazione della biblioteca stessa. Oggi, infatti, i libri non sono posizionati in ordine di segnatura, sono dislocati in vari armadi, accanto a raccolte pro- venienti da altri fondi. I criteri della scelta dei libri, invece, risultano essere più volte rimarcati nelle varie lettere dei presidenti, dei vice- presidenti e dei segretari, ma anche nei registri e verbali delle as-

Comunale, sono oggi andati persi, forse durante il trasloco a seguito del trasfe- rimento della Circolante dalla sede sociale al Castello Oldofredi, già sede della comunale, o forse – più probabilmente – durante il successivo lavoro di catalo- gazione effettuato sul fondo; con loro si è persa anche la possibilità di prendere in considerazione, seppur per un breve periodo, gli interessi degli utenti, come si evolse il servizio di prestito, la condizione sociale dell’utenza, eccetera.

48 I libri più letti dal popolo italiano: primi resultati della inchiesta pro- mossa dalla Società Bibliografica italiana, Milano, Società Bibliografica Italia- na, 1906, p. 5. Per una statistica sulle letture degli operai nelle Biblioteche popo- lari del Milanese si vedano nello stesso volume le pp. 24-32. Sui gusti del pub- blico operaio: R. Monteleone, Che cosa legge la classe operaia?, «Movimento operaio e socialista» 13 (1977), pp. 370-381.

49 Si veda: E. Fabietti, Le Biblioteche popolari e l'esperimento di Milano, «Nuova Antologia» 211 (1907), pp. 126-134; A. Martinucci, Il caso di Milano e le biblioteche popolari tra Ottocento e Novecento, in Ettore Fabietti e le bibliote- che popolari, cit., pp. 17-20.

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semblee, ancora oggi conservati nell’archivio. I libri più graditi dai soci della Società Operaia, rimangono per noi un’incognita.

Confrontando i titoli presenti nel catalogo della Circolante con i titoli più gettonati dal pubblico milanese rilevati dalla Società Bi- bliografica italiana è possibile affermare che i dirigenti della S.O.M.S. ritennero opportuno acquistare romanzi di scrittrici italia- ne: sono presenti copie delle opere di Matilde Serao (Il paese di cuccagna, Il ventre di Napoli, La leggenda di Napoli, L’anima dei fiori, Addio amore!, La mano tagliata), della Marchesa Colombi (Prima morire, Piccole cause, La gente per bene, In risaia: raccon- to di Natale, I ragazzi d’una volta e i ragazzi d’adesso), di Neera (Le idee di una donna, Anima sola, Addio, Iride).50 Passando dal genere femminile a quello maschile, concentriamo l’attenzione sulla categoria sociale che maggiormente interessa alla biblioteca della Società Operaia di Iseo, gli operai, appunto:

Buoni lettori sono invece gli operai, guidati per lo più da un senso prati-

co o razionale nella scelta dei libri e degli autori. […] Dei nostri autori ita- liani amano moltissimo il De-Amicis, quindi il Giacosa e il D’Annunzio. Meno il Fogazzaro. Le loro più vive simpatie sono ancora per il Cavallotti. Leggono anche Carducci, Ada Negri e il Rapisardi. Oggi diminuisce tra essi la vendita dello Stecchetti. Degli stranieri conoscono lo Zola, l’Hugo, il Gor- ki, il Tolstoi, e anche Marcel Prevost. Ciascuno poi per quanto riguarda la sua arte e professione studia volentieri le opere tecniche, e non sono rari quelli che cercano delle opere scientifiche e storiche moderne.51

Edmondo De Amicis, identificato come uno degli autori preferiti

dal lettore operaio, è presente in doppia coppia con gli Amici e con Costantinopoli, ma gli altri suoi scritti sono edizioni degli anni Ven- ti, mentre Cuore è addirittura del 1955. Giacosa non è inserito a ca- talogo, lo sono solo tre romanzi di D’Annunzio. Fogazzaro era, di poco, più gettonato tra gli iseani: Piccolo mondo antico, Il santo, Ascensioni umane, Il mistero del poeta. Sono presenti solo Il canti- co dei cantici tra le opere di Cavallotti, un’edizione del 1912 delle Poesie di Carducci, e Gli scarabocchi di Rapisardi. Tra gli autori stranieri la Circolante può contare Verne, le cui opere sono tutte edizioni post-1920, e otto romanzi di Zola, tutti pubblicati negli an-

50 Si veda: I libri più letti dal popolo italiano, cit., p. 11. 51 Ivi, p. 12.

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ni Cinquanta; i Lavoratori del mare e Il re si diverte di Hugo sono le uniche edizioni del primo Novecento, le altre sempre più tarde, così come accade per gli scritti di Tolstoj, il cui capolavoro Guerra e pace è un’edizione del 1908. Si possono trovare, inoltre, I racconti del- la steppa, e, in un unico volume, I caduti, I coniugi Orlov, Gli ex uomi- ni di Massimo Gorki. Tra le opere tecniche e scientifiche che potevano consultare gli operai citiamo solo alcuni dei primi titoli di opere tecni- co-scientifiche inseriti a catalogo: un Manuale dell’agricoltore di Pie- tro Cuppari, Prime nozioni di fisica di Giuseppe Ambrosoli, La cultu- ra dei bachi nell’Europa di Gabriele Rosa.

Tutti questi libri che componevano la Biblioteca Circolante, “cir- colavano” per Iseo, passando di mano in mano tra gli operai e se- guendo i vari spostamenti della sede della S.O.M.S., che non posse- deva un edificio in proprietà, ma si spostava a seconda delle possibi- lità offerte dai contratti di locazione del tempo. Nei primi anni del XX secolo la S.O.M.S. Iseo si ritrovò ad avere un ingente capitale inutilizzato, che aumentò di anno in anno, fino a consentire alla So- cietà l’acquisto di un fabbricato per farne la propria sede sociale. Nel 1906 il presidente Luigi Nulli propose l’acquisto di uno stabile nel centro del paese, per la somma di 34.000 lire. Con questo capi- tale la S.O.M.S. acquistò il palazzo di proprietà di Teresa Buffoli in Piazza Rampinelli (oggi Largo Zanardelli) e l’anno successivo com- prò da Giovanni Prati i locali attigui per 6.500 lire.52 Dopo un lavo- ro di restauro conclusosi nel 1910 fu possibile iniziare a utilizzare la nuova casa sociale, al cui interno trovò per la prima volta un posto fisso la Biblioteca Circolante. Dopo il trasloco, si ritenne opportuno provvedere a un ulteriore riordino della biblioteca che venne effet- tuato da Narciso Bonfadini e dal maestro Antonio Archetti.53

Dì lì a qualche anno il primo conflitto mondiale era destinato a scoppiare. Il bibliotecario Pietro Fiori tenne informata la Società sul funzionamento della Circolante e sulle esigenze dei lettori:

Durante l’anno 1914 furono dati in lettura N° 1600 volumi dei quali per

un centinaio appartenenti alla letteratura classica, ed il rimanente all’amena. I libri furono tutti ben custoditi e nessuna lagnanza ho potuto fare ai lettori.

52 La documentazione relativa all’acquisto della casa sociale, al suo mante- nimento e ai contratti di affitto di alcuni suoi locali è contenuta in: ASOMSI, fald. 24.

53 ASOMSI, fald. 25, cart. b, fasc. I.

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La biblioteca avrebbe bisogno di essere arricchita di nuovi volumi che i let- tori richiedono. I più richiesti sarebbero i seguenti:

1. La contessa di Charny 2. Angelo Pitou 3. La collana della Regina 4. Il cavaliere della Maison Rouge 5. I racconti d’avventura 6. I racconti fantastici 7. I racconti del mare 8. Volume I° dei tre moschettieri.54

Anche in tempo di guerra la Circolante non smise di funzionare,

sebbene il tempo per la lettura fosse drasticamente diminuito. Fu- rono anni di stallo, di immobilismo della raccolta, che però non subì danni di sorta. Nell’immediato primo dopoguerra l’ex presidente Feretti propose l’apertura serale della biblioteca per i giovani, affin- ché la Circolante si facesse iniziatrice di un circolo culturale; la pro- posta venne però respinta, soprattutto per volontà del vicepresiden- te Domenico Gervasoni che era contrario all’istituzione di tali inizia- tive, come la costituzione di scuole serali, nutrendo scarsa stima verso i giovani.

Con l’avvento del regime fascista, l’universo affastellato delle bi- blioteche popolari (chiamate di volta in volta biblioteche popolari, popolari circolanti, scolastiche, operaie, cattoliche circolanti, e così via), fu inserito nel disegno di acquisizione del consenso mediante la lettura e la costruzione della cultura nazionale. «Se nella politica del libro esisteva un nodo che il Fascismo doveva sciogliere, esso si annidiava proprio lì, nel campo delle biblioteche popolari, ove la sua presenza come movimento politico-ideologico era nulla, ove la maggior parte delle istituzioni era orientata in senso socialista o popolare, ove il libro finiva per educare in qualche modo il lavorato- re a una partecipazione più attiva alla vita sociale, anche attraverso la lotta sindacale, lo scontro politico».55 Il regime affrontò tale nodo in tre momenti: l’epurazione e il rinnovamento dei libri contrari

54 ASOMSI, fald. 25, cart. c, fasc. III, Lettera del 27 dicembre 1914. Le opere consigliate dal bibliotecario Pietro Fiori furono acquistate solo molti anni più tardi.

55 G. Barone – A. Petrucci, Primo non leggere, cit., p. 79.

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all’ideologia fascista, una più regolare distribuzione geografica delle biblioteche, un’azione unificatrice tra i vari enti che si occupavano di pubblica lettura. Tuttavia il Fascismo non riuscì né a circoscrive- re, né a controllare totalmente una realtà sfuggente come quella delle biblioteche, popolari e circolanti: a fronte delle biblioteche scolastiche e popolari create ex novo come completamento delle organizzazioni di regime (Opera nazionale balilla, Opera nazionale dopolavoro), molte biblioteche popolari preesistenti vennero chiuse in tutta Italia, altre assorbite nelle nuove realtà culturali, molte al- tre, invece, continuarono ad esistere indisturbate, come avvenne, ad esempio, per la piccola Biblioteca Circolante della Società Operaia di Iseo, quasi intoccata dalle iniziative del regime.56

Durante il Ventennio la raccolta fu più volte riordinata: nel 1929 si ha notizia di una totale revisione della biblioteca sia della sezione “Amena” che della sezione “Classici”. Per quanto riguarda la prima sezione:

Si sono radiati dal catalogo N° 45 volumi, perché in condizioni tali da

non poter essere rimessi in circolazione; alcuni di questi volumi vennero sostituiti con altrettanti nuovi e di donazione di privati trattandosi di opere la cui lettura appassiona i Soci e Abbonati; altri vennero inesorabilmente radiati perché di nessun valore letterario o perché mancanti di pagine, o resi addirittura inservibili dalla deplorevole incuria dei lettori, o perché da molto tempo posti in circolazione e quindi troppo deteriorati. – Altri volu- mi invece, in numero di 79, vennero ritenuti ancora utili di figurare nel catalogo e trattandosi di opere sgualcite o con pagine slegate, vennero in- viati alla relegatura. – Nel nuovo catalogo figurano N° 135 nuovi volumi, ottimamente legati e scelti scrupolosamente (dal catalogo inviatoci dalla Federazione delle Biblioteche Popolari) fra le migliori opere attualmente in vendita; alcuni di questi volumi hanno sostituito quelli radiati, come si è

56 Per la storia delle biblioteche popolari durante il Fascismo si veda: M. L. Betri, Leggere, obbedire, combattere. Le biblioteche popolari durante il Fasci- smo, Milano, Franco Angeli, 1991; A. Gentilini, Le biblioteche minori, cit., pp. 41-52; A. Gallo, Storia delle biblioteche popolari in Italia, «Accademie e biblio- teche d'Italia» 7 (1934), pp. 641-644. Per uno spaccato delle biblioteche popola- ri in epoca fascista si veda: L. Pollini, Come nasce e come vive una biblioteca popolare, Milano, Federazione italiana delle biblioteche popolari, 1927; M. L. Betri, La formazione professionale del bibliotecario nel periodo fascista, «L’Archiginnasio. Bollettino della Biblioteca Comunale di Bologna» 90 (1995), pp. 499-509.

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detto più sopra. Si è poi creduto opportuno per un doveroso omaggio di riconoscenza al grande concittadino e patriotta, Gabriele Rosa, procedere alla rilegatura di tutte le opere di quest’ultimo, assegnando alle stesse uno speciale scomparto nella Biblioteca. Gli scaffali contenenti i volumi della Biblioteca, vennero convenientemente riparati perché potessero proteggere maggiormente dalla polvere i volumi stessi.57

Meno accurato fu il lavoro svolto sulla sezione “Classici”: «Pur-

troppo la totalità dei lettori dà la preferenza al reparto AMENA, tra- scurando completamente la Classica»;58 per questo non fu ritenuto opportuno rilegare una trentina di volumi poco consultati seppure in condizioni precarie. Il giudizio della Commissione riguardo alla Circolante, non poté essere, purtroppo, che negativo:

Riassumendo la presente relazione, non possiamo tacere di aver trovato

la biblioteca “specie quella Amena” in condizioni alquanto deplorevoli; pa- recchie spese eseguite per la rilegatura di molti volumi apparentemente in buono stato di conservazione si dovettero sostenere perché i volumi stessi, da poco tempo rilegati, vennero trovati letteralmente staccati dalla custodia di cartone, evidentemente a scopo vandalico. Buona parte dei volumi reca- no sulla copertina e nell’interno traccie di conteggi e deturpazioni, eseguiti a matita e inchiostro.59

Con l’avvento degli anni Trenta, secondo i documenti d’archivio

e la memoria storica anni burrascosi per la S.O.M.S. Iseo, l’apertura al pubblico della Circolante risulta essere un elemento di continuità e di presenza della Società stessa all’interno della comunità. Si deci- se inoltre di dotare la biblioteca di un’importante opera di consulta- zione, l’Enciclopedia Italiana, per la quale vennero pagate nove rate annuali di 760 lire, una spesa non indifferente per l’epoca.60 In que- sti anni il Partito Fascista decise di sopprimere la Federazione ita- liana delle biblioteche popolari, a cui la Biblioteca circolante di Iseo era regolarmente iscritta, sostituendola con l’Ente nazionale per le

57 ASOMSI, fald. 25, cart. e, fasc. I, Lettera della Commissione del 28 no- vembre 1929.

58 Ibidem. 59 Ibidem. 60 ASOMSI, fald. 25, cart. d, fasc. 3, Corrispondenza e materiali inerenti alla

pratica per l’acquisto dell’Enciclopedia Italiana e dei successivi aggiornamenti, 25 marzo 1932-13 dicembre 1949.

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biblioteche popolari e scolastiche; la biblioteca della S.O.M.S. è dunque chiamata a iscriversi all’Ente previo pagamento di una quo- ta sociale annuale, e il 25 luglio 1933 riceve la tessera d’iscrizione al servizio.61

Durante la II Guerra Mondiale la Circolante non viene dimenti- cata, tanto che, a guerra finita, il 19 maggio 1945 le viene assegnato un premio di 10.000 lire per il suo incremento. Ma la realtà è piut- tosto un’altra: «Nel secondo dopoguerra la biblioteca è in crisi, inca- pace di adeguarsi e aggiornarsi, di svolgere una funzione di stimolo nel nuovo contesto politico-sociale».62 La documentazione conserva- ta in archivio non reca tracce di rapporti tra la Circolante di Iseo e altri enti culturali, al di fuori dei rapporti amministrativi intrattenuti con l’Ente nazionale per le biblioteche popolari e scolastiche.63

Dagli anni ’50 l’Ente Nazionale biblioteche popolari e scolastiche inviava gratuitamente a tutte le scuole popolari, i centri di lettura e le biblioteche circolanti «Il Leonardo – Almanacco di educazione popolare», rivista annuale che trattava argomenti di cultura genera- le, politica, arte, storia, scienza e tecnica. Nella Circolante della S.O.M.S. l’Almanacco è consultabile dal 1964, e, con regolarità di spedizione annuale, dal 1968 al 1976. Nel 1953 si provvede a riordi- nare nuovamente la biblioteca e si spendono 150.000 lire per l’acquisto di nuovi volumi, facendo giungere la raccolta a quota 1.500. A fine anno il presidente Novali richiede un sussidio alla Cas- sa di Risparmio delle Provincie Lombarde con sede a Milano per il funzionamento della biblioteca:

L’Amministazione della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Iseo […]

ha sentito, dagli impiegati di Iseo della succursale di codesta Onorevole Cassa, di cui alcuni sono suoi consoci, che codesta Onorevole Amminista- zione ha destinato un rilevante contributo per venire in aiuto delle bibliote- che circolanti che esistono in diversi Comuni delle Provincie sotto il Suo raggio d’azione, in questo periodo in cui i libri di lettura hanno raggiunto prezzi rilevanti. Siccome questa Società Operaia di Mutuo Soccorso di Iseo gestisce appunto, dalla sua fondazione una biblioteca circolante educativa

61 ASOMSI, fald. 25, cart. d, fasc. I. 62 A. Bendotti – E. Quarenghi, Un archivio per la storia sociale, cit., p. 13. 63 L’archivio storico della Società Operaia di Iseo presenta una macroscopica

lacuna di documentazione per il periodo fascista, e numerose altre lacune per gli anni del secondo dopoguerra, molto probabilmente dovute a un tentativo “poli- tico” di sistemazione della memoria storica della Società stessa.

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ed istruttiva […] ricorre a codesta Spett. Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde perché voglia tenere nel debito conto la sua domanda qui stilata per un contributo tale che l’aiuti, nel miglior modo, a continuare ad espleta- re la propria quasi centenaria attività a vantaggio delle popolazioni locali.64

Dopo cent’anni di vita della S.O.M.S., in Iseo non esiste ancora

una biblioteca di pubblica lettura che possa concorrere col servizio offerto dalla Circolante, e ci si auspica che la Società metta a dispo- sizione la propria biblioteca arricchita e potenziata affinché possa diventare un centro culturale. Ma negli anni ’60 il predominio cul- turale della biblioteca della Società Operaia viene scalzato dalla na- scita della Biblioteca Civica, la quale nel giro di poco meno di vent’anni supera la Circolante (al 1988 si possono contare 9.366 opere “comunali” contro le 2.500 “operaie”).65 Le strade della bi- blioteca comunale e della biblioteca popolare si intrecciano, tanto che oggi le troviamo, letteralmente, nella stessa via: nel 1983 viene trasferita nel Castello Oldofredi di Iseo, già sede della Comunale, quando la S.O.M.S. concede in comodato d’uso la propria raccolta al Comune. L'utente della Biblioteca Civica poteva chiedere in prestito i libri appartenenti alla Circolante, il cui servizio era andato sce- mando negli anni. L’atto di Comodato di beni mobili riporta come la Comunale debba raccogliere i libri appartenenti al fondo della Cir- colante in apposita scaffalatura recante l’indicazione “Comodato Biblioteca Società Operaia Mutuo Soccorso Iseo, fondata nel 1863”; come i volumi debbano essere custoditi e utilizzati secondo le nor- me del regolamento vigente per la Biblioteca Civica di Iseo; come i beni debbano essere conservati con cura e come i volumi fino alla fine dell’Ottocento possano essere consultati solo in loco. Il valore complessivo della raccolta è stimato a venti milioni di lire. Inoltre la Biblioteca Comunale dovrà prendere in carico i volumi che la S.O.M.S. annualmente destinerà a incremento del proprio patrimo- nio librario concesso in comodato d’uso.

Ancora oggi la Circolante, non smette di crescere: gli ultimi ac- quisti della Società Operaia per la sua biblioteca riguardano opere di storia e arte locale, i volumi inerenti al territorio, e tutte le pub- blicazioni riguardanti la S.O.M.S. Iseo e le altre Società Operaie

64 ASOMSI, fald. 25, cart. e, fasc. II, Lettera del 28 dicembre 1953. 65 L. Sacchini – M. Botti, La biblioteca cresce. Decolla un servizio finora po-

co usato, «Nòter de Isé» 8 (1988), p. 12.

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d’Italia. Oggi il fondo della Circolante raggiunge i 2.500 volumi: in parte essi sono conservati nella sede della biblioteca stessa, in parte sono collocati nell’archivio della Società Operaia di Iseo.

La Circolante operaia, dopo lo splendore della sua giovinezza ot- tocentesca, e la dignitosa “mezza età” del secolo scorso, oggi, alla veneranda età di centotrentasei anni, vive un periodo di decadenza, dimenticata a causa della nascita della nuova biblioteca pubblica, una biblioteca non orientata, non la biblioteca di un ceto, di un gruppo, di un ente, di una categoria di professionisti, così come lo era, o per lo meno, lo era stata in origine, la Biblioteca Popolare Cir- colante operaia.66

66 P. Traniello, Storia delle biblioteche, cit., p. 61; per ulteriori approfondi- menti si veda: G. Colombo, Dalle biblioteche popolari alla biblioteca per tutti, e R. Vecchiet, Ettore Fabietti e la biblioteca "per tutti", in Ettore Fabietti e le biblioteche popolari, cit., pp. 43-54; tra gli scritti dello stesso Fabietti, esempli- ficativo Che cos’è una biblioteca popolare moderna, Milano, Federazione Ita- liana delle Biblioteche Popolari, 1916, e, più tardi, La biblioteca popolare mo- derna, Milano, Vallardi, 1933, rimaneggiamento delle edizioni precedenti del suo Manuale per le biblioteche popolari. Sulle biblioteche pubbliche e sulla loro evoluzione si veda: G. Lazzari, Libri e popolo. Politica della biblioteca pubblica in Italia dal 1861 ad oggi, Napoli, Liguori, 1985; P. Traniello, La biblioteca pubblica. Storia di un istituto nell’Europa contemporanea, Bologna, Il Mulino, 1997.

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