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Università degli Studi dell'Insubria
Facoltà di Giurisprudenza
Corso di laurea in Scienze della Mediazione Interlinguistica e Interculturale
Kazan: fra cultura e linguismo.
Tesi di Laurea di Mattia Maria Lecchi
Numero matricola: 711418
Relatore: Professor Paolo Luca Bernardini
Anno accademico 2012 - 2103
Indice
• Пересказ (Sommario)
• Introduzione
• Capitolo 1. Aspetti geografici ed economici
1.1 – Aspetti geografici
1.2 – Economia
• Capitolo 2. Storia
2.1 – Dal Khanato dell'Orda d'Oro alla conquista di Ivan il Terribile
2.2 – Caterina la Grande e la libertà religiosa nel '700
2.3 – Jadidismo ed istruzione
2.4 – La stampa agli inizi del '900
2.5 – Politica Slyanie: processo di russificazione
2.6 – Dalla scuola tatara-russa alla Sovranità del Tatarstan
• Capitolo 3. Linguismo
3.1 – Superiorità della lingua russa
3.2 – Codificazione linguistica
3.3 – Lenin e la teoria iafetica di Marr
3.4 – Teoria di Yakovlev
3.5 – La società Yangalif e la latinizzazione
3.6 – Stalin e il “russocentrismo”
3.7 – Da Krusciov a Gorbaciov e i dibattiti ortografici
3.8 – Dalla reintroduzione Yangalif fino ai giorni nostri
• Capitolo 4. Cultura
4.1 – l'Islam tataro
4.2 – Razzismo
4.3 – Concetti culturali chiave
4.4 – La donna
4.5 – Etnia rurale
4.6 – Mong
4.7 – Lo spazio
4.8 – Sovranità e simboli di una nazione
4.9 – La questione dei passaporti
4.1.1 – Il restauro di Kazan
4.1.2 – Le Universiadi e lo sport
• Capitolo 5. In tour per Kazan
5.1 – Cremlino
5.2 – Moschea Kul Sharif
5.3 – La Cattedrale dell'Annunciazione
5.4 – Duomo di Pietro e Paolo
5.5 – Il Tempio di Tutte le Religioni
5.6 – Le vie
• Risultati
• Bibliografia
• Sitografia
Пересказ
Исследования данной дипломной работы показывают социальные последствия
движения за независимость в Татарстане, разоблачая некоторые аспекты его вклада в
разделение советского народа -в регионе- на разные, все более отличающиеся между
собой лингвистические группы. Перед вами представлено историческое описание -с
самого зарождения вплоть до наших дней-, которое обращает особое внимание на
лингвистические и культурные развитие и изменения. Когда в 1986 году Горбачев
начал осуществлять свою программу реформ, недостаток идеологической
стабильности и источников существовавших ранее материалов вынудил жителей
Казани искать новые способы ориентироваться в мире, который радикально
отличался от того, который они знали ранее и к которому привыкли. Обращение к
этим новым ориентирам вызвало непреднамеренные последствия в виде
субъективных изменений в людях - изменений их собственного видения мира
-распад советского народа-. Обзор социально-исторических условий татар является
первым доказательством краха Советского Союза. Это касается, в том числе, и
двуязычных татар в Казани, которые, будучи полностью интегрированными в
общество, тем не менее, отличаются от одноязычных русских взглядом на мир.
Анализ реформ алфавита, начиная с 1920 года, помогает обнаружить отношение к
национальным идеологиям. Эти идеологии сформировались на базе верований и
культурных обычаев, которые были укоренены среди местного населения. Они
открыто проявляются, например, в постройке татарских культурных и религиозных
памятников или в укоренении родного языка посредством его повсеместного
использования в общественных местах. Использование татарского языка в
Татарстане вызывает другие сложности, так как берет свои истоки из местной
расовой идеологии, которая выявляет основные различия в обычаях, в то время как
расовые различия в России в целом основаны на самобытности каждого отдельного
человека. Очень красноречиво это отображено в печальных, тоскливых песнях Монг,
которые объединяют между собой представителей татарского народа и
воодушевляют их выражать глубокий смысл своих чувств и отличий от одноязычных
русских.
Наконец, данная дипломная работа освещает факторы, которые привели город
Казань к настоящему экономическому и культурному развитию, принимая во
внимание глубокие лингвистические и этнические различия населения города;
объясняет, как внимание строителей нации сместилось от языка к религии, и
рассказывает о рождении нового городского лингвистического направления.
Introduzione
L'analisi di questa tesi di laurea dimostra gli effetti sociali del movimento di sovranità del
Tatarstan, rivelando alcuni degli aspetti in cui essa contribuì alla divisione dei sovietici
-nella regione- in gruppi che abitano mondi linguistici diversi sempre più differenziati. Vi è
presente una descrizione della storia -dagli albori fino ai giorni nostri- facendo particolare
attenzione agli sviluppi e ai cambiamenti linguistici e culturali. Una volta che Gorbaciov
iniziò il suo programma di riforme nel 1986, la mancanza di stabilità ideologica e di risorse
materiali preesistenti, costrinse gli abitanti di Kazan a cercare nuovi modi per orientarsi in
un mondo radicalmente diverso da quello che conoscevano in precedenza. Lo spostamento
verso questi nuovi orientamenti portò delle conseguenze non intenzionali di cambiamento
della soggettività delle persone e delle loro visioni del mondo -disgregazione del popolo
sovietico-. Una panoramica delle condizioni storiche-sociali dei tatari dimostra una prima
prova del collasso dell'Unione Sovietica. Ciò riguarda anche i tatari bilingui a Kazan
perfettamente integrati che sperimentano e percepiscono la vita in un modo diverso rispetto
ai russi monolingui. Gli articoli pubblicati sui giornali dell'Organo del Partito Comunista
Tataro documentano questa divergenza nelle pratiche linguistiche nel Tatarstan.
Esaminando le riforme dell'alfabeto dal 1920, si rilevano atteggiamenti concorrenti verso
ideologie della nazione che la regione comprende. Queste ideologie nazionali emergono
dalle credenze e dalle pratiche culturali profondamente radicate fra la popolazione locale.
Si manifestano nello spazio fisico, come nel recupero della città di Kazan con la
costruzione di monumenti culturali e religiosi tatari, o attraverso un continuo processo di
domesticazione linguistica, popolando domini pubblici della città utilizzando la lingua
nativa. Parlare la lingua tatara in Tatarstan presenta altre implicazioni, in quanto attinge ad
un'ideologia razziale locale che fa emergere una differenza essenziale dalle pratiche,
mentre la differenza razziale in Russia, nel suo complesso, è basata sull'identità nazionale
di una persona. Molto significativo è come queste pratiche vengono riscontrate nella
malinconia delle canzoni Mong, le quali rafforzano le connessioni fra i tatari e li incoraggia
ad esprimere il significato profondo dei loro sentimenti e delle differenze coi russi
monolingui. I processi che differenziano i tatari e i non-tatari rappresentano cambiamenti
in atto nella soggettività delle persone in tutta l'ex Unione Sovietica, come i mondi
linguistici delle persone che vivevano precedentemente nei periodi di Glasnost
-1985/1990- e della Perestroika -1986/2001- sottoposti ad una brusca riconfigurazione
linguistica.
Infine, questa tesi di laurea, presenta i dati che hanno portato la città di Kazan ad uno
sviluppo concreto, sia economico sia culturale, tenendo sempre conto delle profonde
differenze linguistiche ed etniche che popolano questa città; spiega come i costruttori della
nazione spostarono la loro attenzione dalla lingua alla religione e descrive la nascita di un
nuovo movimento linguistico-urbano.
1. Aspetti geografici ed economici
Figure 1.1 Tatarstan location - Позиция Татарстана
1.1 – Aspetti geografici
La Repubblica del Tatarstan “Республика Татарстан” è situata al centro della pianura
dell'Europa orientale in una vasta regione industriale fra le più economicamente sviluppate
della Federazione Russa -fig. 1.1-. Essa giace a circa 800 km ad est di Mosca. Il territorio
è prevalentemente pianeggiante e boscoso con la presenza tipica della foresta-steppa di
quest'area (16%), la quale racchiude diverse specie di alberi: legni robusti e conifere. La
fauna include centinai di specie animali. I confini naturali della regione sono i fiumi Volga
e Kama, mentre quelli politici sono con le regione del: Bashkortostan “Башкортостан”,
Udmurtia “Удмуртия”, Mari El “Марий Эл”, Ciuvascia “Чувашия”, Kirov “Киров”,
Orenburg “Оренбург”, Ul'janovsk “Ульяновск” e Samara “Самара” -fig.1.2-. Il clima è
prevalentemente continentale-temperato con estati calde ed inverni moderatamente freddi.
Vi sono piccole differenze climatiche all'interno della regione. La sua estensione
geografica è di circa 68.000 km ed è situata al centro di importanti vie di comunicazione
fra le quali: linee ferroviarie -Transiberiana-, i fiumi Volga e Kama che permettono
l'accesso al Mar Caspio, ai Monti Urali e alla parte occidentale della Russia. Dispone,
inoltre, di ben 2 aeroporti internazionali. La popolazione conta 3,8 milioni di abitanti con
più di 115 differenti etnie fra cui: Tatari, i quali costituiscono la maggioranza (52,9%),
Russi (39,5%), Ciuvasci (3,4%), oltre ad Ucraini, Udmurti, Ebrei e moltissimi altri.
La capitale della Repubblica del Tatarstan è la città di Kazan (circa 500 km² di superficie),
situata sulla sponda sinistra del fiume Volga, nell'estuario di Kazanka, in una regione
collinosa -fig.1.3-. Il fiume Kazanka attraversa il centro della città dividendola in 2 settori:
la parte sud -storica- e la parte nord -moderna-. Le due parti della città sono collegate
attraverso 5 strade rialzate, da diversi ponti e dalla linea metropolitana. L'area urbana
presenta una percentuale molto elevata di superfici d'acqua -bacini idrici naturali ed
artificiali-. Il clima è di tipo continentale. Non si raggiunge mai un livello di freddo e caldo
estremo sia durante l'inverno (dai - 9 ai 12 °C) sia durante l'estate (dai 17 ai 20 ° C)
-temperature medie-. Il mese più nuvoloso è novembre, mentre quelli più sereni si
concentrano in luglio ed agosto. La maggior parte delle precipitazioni cade fra giugno ed
ottobre. Essa detiene il più alto numero di popolazione (1.110.000 abitanti) e il primato
economico di tutte le città della regione.
Figure 1.2 Tatarstan map - Карта Татарстана
Figure 1.3 Kazan map - Карта Казани
1.2 – Economia.
La più importante risorsa naturale della Repubblica del Tatarstan è rappresentata dal
petrolio greggio (circa 800 milioni di tonnellate di riserva). Insieme ad esso viene anche
prodotto il gas. La regione commercia, inoltre, le riserve idriche -provenienti anche dal
sottosuolo, altamente mineralizzate-, di carbone e di altri minerali fra cui: gesso, sabbia da
costruzione e torba.
Per gli stranieri, il Tatarstan, rappresenta una delle regioni della Federazione Russa nella
quale è molto conveniente l'investimento. Questo fattore è dovuto dall'ottima
combinazione di alto potenziale e di basso rischio. Si posiziona, infatti, al dodicesimo
posto in Russia per quanto concerne il rischio di investimento e rimane una delle regioni
più “sicure” per tale attività. A questo fattore ha sicuramente contribuito una base
normativa di tipo investor-friendly, ovvero una stabilità della situazione politica e della
crescita economica. Viene praticato il meccanismo delle join-venture con la partecipazione
di capitale straniero. Il 49.9% delle imprese sono totalmente possedute da investitori
stranieri mentre altre vedono la cooperazione fra quelle estere e quelle della Repubblica.
Un esempio per quanto riguarda l'Italia è dato dalla forte attività in loco della Banca Intesa
Sanpaolo. Tramite la sua sussidiaria russa ha aperto, nella città di Kazan, ben 5 filiali ed è
coinvolta perfino in importanti progetti connessi all'industria dell'energia e alle sue
infrastrutture.
Kazan, oltre ad essere il più grande centro economico, industriale e finanziario dell'area del
Volga, rappresenta anche la principale attrazione turistica della regione grazie alla vastità di
patrimonio storico-culturale racchiuso in essa. Viene definita, infatti, come la terza capitale
della Federazione -dopo Mosca e San Pietroburgo-.
Nel 2009 è stato inaugurato l'IT Park con lo scopo di accelerare lo sviluppo innovativo nei
settori tecnologici e dell'industria manifatturiera. Esso mira alla creazione di strutture
all'avanguardia ed economicamente redditizie.
Per migliorare anche le potenzialità in campo scientifico nel Tatarstan, è stato elaborato l'
“'Integrated Programme for Nanoindustry Project Development” (dal 2009 fino al 2015). Il
programma include molteplici attività nel campo della Ricerca e dello Sviluppo per la
creazione di tecnologie da applicare nel settore petrolchimico, dell'industria del trasporto
aereo e automobilistico, ma anche nel settore medico e farmacologico.
Nonostante questa crescita così intensa e rapida, il Tatarstan e la città di Kazan non
rientrano nella lista di priorità con i più alti livelli di inquinamento atmosferico. Esso
dipende, principalmente, dalle sostanze inquinanti rilasciate nell'aria come l'azoto, il
monossido di carbonio, zolfo e idrocarburi.. La città di Kazan, per esempio, ha adottato un
sistema per cui è in grado essa stessa di provvedere allo smaltimento totale dei propri
rifiuti.
2. Storia
2.1 – Dal Khanato dell'Orda d'Oro alla conquista di Ivan il Terribile.
Prima della conquista da parte di Ivan il Terribile nel 1552, Kazan era la capitale del regno
turco-mongolo del Khanato dell'Orda d'Oro (XIII secolo) -grande due volte lo stato attuale
del Tatarstan- -fig 2.1.-. Le regole del Khanato vennero stabilite dai musulmani turchi, i
quali governarono un importante centro di commercio e i quali ricevettero un tributo dal
Principato di Mosca. La lingua diplomatica era quella che avrebbe preceduto il tataro
moderno e la religione dominante era l'Islam.
Kazan divenne un importante centro di scambi commerciali per quanto concerne la vendita
di pellicce a Mosca, in Polonia, in Persia e in Finlandia.
L'architettura cittadina, in questo periodo, risultava essere una combinazione fra le
tradizioni native dei Bulgari e gli adattamenti dei turchi.
Nel XV secolo, dopo la dissoluzione dell'impero mongolo, i tatari costruirono uno Stato
autonomo, il Khanato di Kazan -fig. 2.2-.
La successiva conquista da parte di Ivan il Terribile nel 1552 determinò l'inizio di un potere
imperiale il quale, per molti tatari, rappresentò l'inizio di un governo coloniale. Per
commemorare la sua vittoria, egli fece costruire la Cattedrale dell'Annunciazione a Kazan
e la Cattedrale di San Basilio nella Piazza Rossa di Mosca. Ivan, inoltre, propose di
ricostruire il Cremlino della città in pietra con lo scopo di prevenire altri attacchi distruttivi
da parte dei cinesi -come, d'altronde, anch'egli aveva fatto-. I russi investirono parecchie
risorse nel ricostruire la città, tanto che in soli 15 anni essa sorpassò in grandezza la
versione precedente, sebbene la sua composizione era totalmente differente. Circa 5.000
tatari vivevano al di là delle mura cittadine, nel “sobborgo dei tatari” sulle sponde del lago
Kaban; un'area paludosa e sporca inondata ogni primavera dal Volga. I russi proibirono ai
tatari di varcare i confini per entrare nella città di Kazan applicando la pena di morte per
coloro che avessero osato e si preoccuparono loro stessi di amministrare il “sobborgo
tataro”. La maggior parte venne confinata a circa 20/25 km di distanza da Kazan; questo
per privarli di qualsiasi sbocco sul Volga, in quanto le loro attività commerciali
dipendevano essenzialmente dal fiume e dai porti.
Figure 2.1 Khanate of Golden Horde - Золотая Орда
Figure 2.2 Khanate of Kazan - Казанское Ханство
2.2 – Caterina la Grande e la libertà religiosa nel '700.
La conquista russa comunque non fu ancora da considerarsi alquanto pacifica, poiché essi
vollero convertire i tatari musulmani al cristianesimo ortodosso ma, nel frattempo, 4
moschee apparvero nel “sobborgo tataro”. I russi ordinarono l'abbattimento di esse e
investirono nelle attività missionarie nella speranza di convertire gli islamici.
Nonostante i divieti da parte dei russi, i tatari continuarono a costruire moschee
illegalmente o con accordo tacito da parte del governo locale.
Un secolo dopo, la popolazione tatara di Kazan ricevette il riconoscimento dei propri diritti
religiosi, quando nel 1694 Pietro il Grande sentì alcuni tatari lamentarsi riguardo alla
costruzione di case all'interno dei loro cimiteri. Caterina la Grande concesse ai tatari di
erigere moschee in pietra ponendo fine alla più che bi-centenaria discriminazione nei
confronti dei tatari, ma questo solo per far sì che i nobili locali non si allontanassero dalla
società russa e per mantenere il ruolo che avrebbero potuto svolgere nell'intrecciare
relazioni commerciali con l'Asia centrale musulmana, verso cui la Russia aveva mire
espansionistiche.
2.3 – Jadidismo ed istruzione.
Agli inizi della metà del 19° secolo, alcuni tatari di Kazan iniziarono a sostenere la causa
di modernizzazione fra i musulmani dell'Eurasia. Questo movimento riguardava
principalmente un movente che è ancora molto sostenuto all'interno della società tatara:
l'istruzione.
Esso prese il nome di Jadidismo, in quanto i suoi sostenitori furono proprio i Jadid.
Essi aiutarono a creare connessioni linguistiche fra i parlanti turchi in varie parti
dell'impero russo e crearono metodi fonetici per insegnare l'alfabeto arabo, il quale venne
usato come nuovo criterio nelle scuole. La loro fiducia si basava sull'incorporazione della
conoscenza delle materie secolari: matematica, scienze, lingue straniere -con l'obiettivo di
migliorare l'insegnamento per uomini e donne-. Il clero musulmano si oppose alla riforma
del Jadidismo, ma i musulmani partecipanti videro esso come un veicolo per il
rinnovamento religioso.
Nel 1854 Kazan venne totalmente unificata e i tatari ottennero il diritto di vivere in
qualsiasi parte della città. Non molto più tardi i tatari non cristiani poterono entrare a far
parte del parlamento cittadino ed, inoltre, ripresero le loro attività mercantili e furono
coinvolti anche nel settore industriale e bancario.
Nonostante tutti questi benefici concessi a tatari, il Jadidismo portò anche ad una
discriminazione istituzionale; ad essi, infatti, fu vietato di occupare posizioni statali
-incluso l'ufficio postale-. Ciò non poté dar vita a cambiamenti amministrativi per
migliorare le loro condizioni all'interno dell'area del businnes, in quanto avevano un potere
assai limitato. Le aziende tatare non poterono dedicarsi alla produzione del metallo
-incluso oro-, olio, carbone, zucchero e vino. Vennero vietati anche i cantieri edili, le
attività di spedizioni, le attività ferroviarie ed ogni altra azienda che costituisse proprietà
dello stato. Inoltre, i contadini tatari, pagarono tasse più salate rispetto ai non musulmani.
Sebbene anche i lavoratori russi vivevano in condizioni abominevoli, quelli tatari erano in
condizioni alquanto pessime; poca conoscenza della lingua russa – solo una persona su
cento era in grado di parlarla- .
Le scuole erano private ma, comunque, economicamente accessibili.
Nonostante le molteplici richieste da parte degli insegnanti tatari per ottenere un supporto
finanziario dal governo russo da destinare alle scuole musulmane non ne ricevettero mai
nessuno. Le uniche scuole non russe destinate a ricevere finanziamenti furono quelle
missionarie. Inoltre, il governo non ritenne valide le certificazioni di diploma delle scuole
musulmane. Senza il riconoscimento dei titoli di studio e la poca conoscenza della lingua
russa, i giovani tatari erano ufficialmente esclusi dal ricevere un educazione di più alto
livello nelle istituzioni russe. Una cosa era chiara: il governo russo fu sempre propenso, in
certi versi, a voler mantenere i musulmani incolti. Erano terrorizzati dal fatto che la
conoscenza potesse scaturire una ribellione da parte loro.
I migliori sostenitori dell'istruzione secolare furono, di certo, gli imprenditori, gli
industriali e i mercanti. Quei pochi businessmen e, occasionalmente, qualche
businneswoman, contribuirono fortemente alla realizzazione di diversi progetti fra cui:
moschee, centri educativi e studi all'estero per i giovani.
Nonostante il bisogno di educare i musulmani, i quali potevano benissimo competere sul
mercato sia estero sia russo, nel 1908 fu ancora illegale aprire la scuola jadidista così
venne incorporata nelle scuole confessionali, le quali avevano duplici programmi: uno per i
russi e uno per i fedeli musulmani.
La libertà di mischiarsi fra le due razze era severamente limitata; la polizia in borghese
spiava le cerimonie -funebri e matrimoniali- dei tatari, in quanto considerate come raduni
politici.
2.4 – La stampa agli inizi del '900.
I tatari si appellarono alle autorità per ottenere licenze per esercitare attività di stampa
periodica, ma le loro richieste furono negate fino a dopo la rivoluzione del 1905.
Nei primi del '900, infatti, i censori della stampa russa notarono che le pubblicazioni in
lingua tatara avrebbero scaturito un'unione più profonda fra di essi in tutta la Russia, perciò
risposero al divieto iniziando a pubblicare illegalmente. Nel 1901 vi fu la prima
pubblicazione clandestina di un giornale e, di conseguenza, ne seguirono molte altre. Le
autorità russe, inoltre, vietarono la pubblicazione del Corano e limitarono la stampa di
alcuni libri di preghiera ed altri religiosi.
Nel 1905, la perdita da parte della Russia nella guerra col Giappone portò alla nascita di
movimenti nazionalisti in diverse regioni e più tolleranza da parte dei governi nei confronti
delle minoranze etniche. Questo portò i tatari a cambiamenti rivoluzionari. Le scuole del
movimento Jadid divennero, finalmente, concrete e fu più facile per i giovani tatari
accedere alle istituzioni di insegnamento russe non solo a Kazan, ma in tutte le città dello
Stato. I tatari ottennero il permesso di pubblicare giornali nella loro lingua nativa
-1905/1906-. Si aprirono anche teatri, cinema -i quali includevano film sugli eventi politici,
tragedie, drammi e commedie-.
2.5 – Politica Slyanie: processo di russificazione.
Alla vigilia della rivoluzione dell'ottobre del 1917, i tatari costituivano il 22% della
popolazione di Kazan. Essi erano mercanti, produttori di pellame, di sapone, di lana, e
mulini a vapore. Mentre i cristiani occupavano le zone più suggestive della città, i
musulmani, pur avendo ottenuto il permesso di poter circolare liberamente all'interno di
essa, continuavano a raccogliersi nel “sobborgo dei tatari” e in altri quartieri più periferici
rispetto a Kazan. Essi, soprattutto i commercianti di pelle, non restavano mai un anno
intero nelle loro città di residenza; continuavano a viaggiare per i continenti per rendere le
loro attività lavorative sempre più proficue.
Nel 1920, in conformità alla nuova politica nazionale, venne creata la Repubblica
Socialista Sovietica Tatara.
Nel 1930, al 16° Congresso del Partito Comunista dell'URSS, il Segretario Generale
Joseph Stalin creò la politica cosiddetta “Sliyanie” la quale egli ritenne necessaria per
portare la popolazione dell'Unione Sovietica in una singola cultura. Essa diede alle autorità
il potere di fare pressione su una russificazione, sia dal punto di vista linguistico sia etnico,
nei confronti dei non-russi.
Nel 1938 -periodo delle Grandi Purghe- il processo di russificazione aumentò. Il governo
sovietico dichiarò il russo come la lingua ufficiale per le comunicazioni fra le varie
nazionalità all'interno dell'URSS e, contemporaneamente, fu introdotta come materia
obbligatoria in tutte le scuole sovietiche. Il russo divenne così la lingua dominante di tutta
l'Unione Sovietica, usata per ogni interazione pubblica. Il bisogno di imparare il russo per
poter esser considerati integrati appieno nella società sovietica portò le minoranze
linguistiche a dedicarsi allo studio della lingua. Alcuni erano più propensi, altri meno come
per esempio nel caso dei giovani tatari dei villaggi, i quali dimenticarono come parlare la
propria lingua nativa una volta trasferiti a Kazan per iniziare la loro vita adulta. Alcuni
migranti insistettero a parlare il tataro in pubblico come segno di protesta nei confronti dei
russi, ma questo li portò ad essere puniti dalle autorità, in quanto ritenuto un
comportamento politicamente inappropriato.
Inoltre, i tatari perfettamente integrati nella società russa coprivano posizioni lavorative
meno privilegiate rispetto ai russi madrelingua.
Malgrado l'introduzione della politica “Sliyanie” nel 1930 e la decisione nel 1938 che fece
del russo la lingua della comunicazione interna nazionale, fu proprio la Seconda Guerra
Mondiale a trasformare l'URSS in un'unione di cittadini sovietici.
Nel 1930 i Bolscevichi rappresentavano la campagna anti-nazionalista. All'inizio della
Seconda Guerra Mondiale Stalin facilitò la sua repressione delle minoranze non russe nel
tentativo di rafforzare il loro patriottismo e la buona volontà di combattere contro la
Germania. I cambiamenti che la guerra portò all'interno dell'URRS furono alquanto
significativi: il primo consisteva nel dare ai sovietici un nemico comune contro cui
combattere e, di conseguenza, rendere più unita la popolazione, il secondo riguardava
l'arruolamento di massa degli uomini sovietici per entrare nell'esercito che comportò la
loro integrazione nella società russa.
2.6 – Dalla scuola tatara-russa alla Sovranità del Tatarstan.
La Russia offriva un'istruzione scolastica in più di 100 lingue. Questo consisteva in un
mezzo attraverso il quale la gente veniva istruita senza la conoscenza del russo e di come
diventare cittadini socialisti. Nel 1938 il russo divenne la seconda lingua obbligatoria in
tutte le scuole non russe. Tuttavia, l'educazione primaria dei bambini sovietici avveniva
nella loro lingua madre. Successivamente l'uso delle lingue native in classe fu sempre più
scoraggiato e alcune di esse vennero classificate come non praticabili.
Con la Seconda Guerra Mondiale i russi vennero maggiormente a conoscenza e a contatto
con la realtà delle minoranze linguistiche all'interno della loro stessa nazione e videro in
esse un impedimento per l'unione e l'educazione socialista.
Dal 1960 fino alla metà degli anni '80 le lingue utilizzate nelle scuole andarono sempre più
a diminuire. Per quanto concerne il tataro, nel periodo sovietico, alcune scuole rimasero nei
villaggi del Tatarstan, mentre a Kazan scomparivano alla velocità della luce e ne rimasero
solo due.
Il 30 agosto 1990 venne proclamata la sovranità statale della Repubblica del Tatarstan. Nel
1992 si svolse un referendum, in cui il 61,4% dei cittadini appoggiò l’idea della sovranità,
difatti il 6 novembre dello stesso anno il Consiglio Supremo della Repubblica del Tatarstan
approvò la Costituzione facendone così Stato sovrano associato alla Federazione Russa.
Nel 1994 il Tatarstan istituì un sistema di insegnamento bilingue che prevedeva lo studio
del tataro insieme a quello del russo nelle scuole superiori e al college. Gli studenti
venivano divisi in due tipologie di classi: tatara e russa. Nella prima l'insegnamento e le
istruzioni erano date in lingua tatara e il russo rappresentava una materia di studio;
viceversa nelle seconde.
Inoltre le classi tatare contenevano solo studenti tatari, mentre in quelle russe vi erano
studenti di differenti nazionalità. Il loro curriculum consisteva principalmente nello studio
della lingua tatara e tutto ciò che la riguardava: letteratura, storia, cultura. Al contrario, i
russi, ne ricevevano solo una conoscenza minima ed essenziale. Quindi: i tatari venivano
identificati come portavoce della lingua e della cultura nazionale, mentre i russi erano
totalmente identificati con il loro mondo.
Dopo che Putin inasprì i controlli sulla sovranità nel 2000, il governo del Tatarstan iniziò a
chiudere le scuole tatare. Dal 2009 essi devono superare un test di ammissione per poter
accedere alle università russe.
3. Linguismo
3.1 – Superiorità della lingua russa.
Per capire l'importanza della lingua tatara, è necessario conoscere la traiettoria di sviluppo
del linguaggio nell'Unione Sovietica durante il suo percorso storico fino ai nostri giorni.
Mentre il governo centrale sovietico era impregnato in grandi sforzi per promuovere le
varie lingue della nazione nel 1920 come parte di una campagna per sostenere il progresso
di centinaia di gruppi di minoranze non russe, dopo la metà degli anni '30, la tendenza
generale è spostata nel promuovere la lingua russa al di sopra di tutte le altre.
Storicamente, questa traiettoria parallela secondo la quale la cultura nazionale russa
divenne sempre più uno standard rispetto a quella non russa, ovvero, l'adozione
dell'alfabeto cirillico come un modello per gli alfabeti delle altre lingue dell'Unione
Sovietica, illustra un modo in cui lo stato costrinse i non russi a vivere al di sotto di una
egemonia sia linguistica sia culturale.
Dal 1920, i tre cambiamenti linguistici maggiormente significativi furono: il passaggio da
una scrittura araba ad un alfabeto latino -1926-, dal latino al cirillico -1938- e gli sforzi
post-sovietici per ripristinare un alfabeto latino perfezionato. Ogni passaggio da un sistema
ortografico all'altro fu stimolato dalle trasformazioni ideologiche fondamentali
dell'ordinamento politico del Tatarstan. Per i tatari e altri non russi, i cambiamenti
ortografici rappresentarono indicatori significativi di integrazione nella comunità ma anche
una disaggregazione dallo stato russo dominate, mentre gli atteggiamenti dei russi riguardo
i diversi alfabeti indicano fluttuazioni nella forza della xenofobia collettiva.
3.2 – Codificazione linguistica.
Le fasi iniziali di pianificazione linguistica sovietica -1920-, impiegarono brigate di
linguisti ed etnografi per standardizzare le lingue dei diversi popoli che vivono nell'URSS.
Le loro soluzioni e ricerche vennero successivamente integrate nella politica nazionale
sovietica. Più una nazionalità era considerata evoluta, maggiore era il numero di risorse
assegnate ad essa per favorirne il suo sviluppo. Queste portarono alla creazione di scuole
nazionali, alla promozione di riviste, giornali, teatri e opere liriche in lingue nazionali, ma
anche allo sviluppo di costumi specifici, balli e altre caratteristiche appartenenti ad una
cultura. Ciò servì come mezzo nel determinare le nazionalità sovietiche come unità distinte
e delimitate.
Sebbene la maggior parte delle differenti etnie linguistiche non godettero mai di
un'autonomia politica, la quale solitamente precede un movimento nazionale, molte furono
comunque soprannominate nazioni o, per lo meno, nazionalità. La motivazione basilare di
questa situazione riguardò uno sviluppo del popolo sovietico lungo una traiettoria
evolutiva culturale, promuovendo la sua fluorescenza e dando l'illusione di possedere il
diritto di autodeterminazione e di optare volontariamente per unirsi alla rivoluzione
socialista in tutto il mondo.
Uno dei metodi primari di accelerazione dello sviluppo culturale fu quello di codificare le
diverse lingue. Seguendo la tradizione nazionalista europea del 19° secolo, le pratiche di
codificazione linguistica sovietica presumevano che ogni lingua formasse un sistema
autonomo, parlata da un unico popolo nello stesso modo. A livello pratico, ciò significa che
gli individui dovevano parlare la lingua della loro nazione come loro lingua madre e che i
loro figli erano tenuti a studiarla nelle scuole gestite dal governo.
3.3 – Lenin e la teoria iafetica di Marr.
Vladimir Lenin fu propenso a sviluppare le differenti etnie linguistiche all'interno
dell'Unione Sovietica, in quanto egli rifiutò l'idea che il russo dovesse detenere il ruolo di
lingua dominante all'interno dello stato. Per questo suo pensiero, Lenin sostenne una
pianificazione sovietica per creare alfabeti non cirillici per le lingue precedentemente non
scritte e di latinizzare la lingua turca ed altre. Fino al 1920 le lingue turche erano scritte in
vari caratteri arabi, le quali presentavano una radice comune fra tutte.
Tutto questo cambia durante il periodo di costruzione dello stato dell'URRS. A quel tempo
le autorità sovietiche cercarono di analizzare il popolo musulmano visto come in diverse
nazioni separate. Da questo punto emersero due diverse ideologie, le quali spinsero i
cambiamenti nel modo in cui la lingua tatara è scritta: in primo luogo, durante la
costruzione dello stato sovietico nel 1920, prevalse un'ideologia anti-colonialista secondo
la quale ogni nazione identificabile aveva il diritto di un proprio alfabeto non-russo.
All'interno di questa ideologia ci fu la convinzione che un alfabeto debba rappresentare la
fonologia di una lingua e riflettere una cultura associata ad essa. In secondo luogo, alla fine
degli anni '20 e '30, emerse un'altra concezione, ovvero quella in cui il cambiamento
linguistico delle lingue non-russe, per renderle più simile al russo, potrebbe accelerare
l'evoluzione della cultura di una nazione. La creazione di alfabeti differenti frammentò la
conoscenza che una volta era accessibile ai parlanti turchi.
Nel 1926, due anni dopo la morte di Lenin, fu istituito il Comitato Centrale dell'Unione
Sovietica per l'utilizzo del nuovo alfabeto turco. Uno dei suoi membri più importanti fu
Nikolai Marr -direttore dell'istituto linguistico dell'Unione Sovietica nel 1920-. Le teorie
linguistiche di Marr coinvolsero tutti i livelli della linguistica sovietica dalla fine del 1920
fino al 1950. Il principale contributo fu la sua teoria iafetica, la quale affermava che le
lingue mutano a seconda della base economica della società nella quale esse sono parlate.
Egli affermò che le lingue non sono un mezzo di diversificazione, ma piuttosto una lenta
incorporazione fra di esse fino al raggiungimento di un'unica lingua parlata al di sotto del
comunismo. La teoria iafetica comportò l'eliminazione di molte lingue sovietiche.
3.4 – Teoria di Yakovlev.
Dimostrando come l'evoluzione culturale venne tradotta nella politica linguistica, N. F.
Yakovlev -fautore della latinizzazione- divise in quattro categorie i popoli orientali
dell'Unione Sovietica in base alla loro evoluzione culturale e affermò che le risorse
amministrative dovettero essere concesse per il loro continuo sviluppo linguistico. La sua
proposta consisteva nel porre parlanti di lingue diverse in un unico schema evolutivo
culturale delle nazionalità in base, in parte, al loro livello di organizzazione economica e di
alfabetizzazione. Si presumeva, erroneamente, che la maggior parte delle persone erano
monolingui, perciò egli suggerì che una lingua parlata da persone che conducevano una
vita agricola non poteva essere utilizzata da un popolo che possedeva il proprio
proletariato. L'agricoltura, ovviamente, implicava un'abitazione di tipo rurale, mentre il
capitalismo implicava l'esistenza di proletari, delle borghesie nazionali e degli intellettuali
-contesto urbano-.
Yakovlev sottolineò l'imponente distinzione gerarchica basata sulle differenze linguistiche
e culturali percepite dagli individui fra cui: i mezzi di produzione, lo sviluppo di una lingua
letteraria, la diversità nelle classi socio-economiche e il luogo di abitazione.
La nazionalità divenne, quindi, una categoria altamente politicizzata di identità ad ogni
livello della società.
Così, nel 1926, Yakovlev dichiarò che le lingue nazionali meno sviluppate dovessero
conformarsi totalmente all'alfabeto della nazionalità dominate per facilitare così le
transazioni.
La lingua venne identificata come “cultura”, perciò la lingua e la cultura russa, fin da
sempre rappresentate come “progresso” e “civiltà”, ottennero lo status di nazionalità
dominante.
3.5 – La società Yangalif e la latinizzazione.
Prima di arrivare all'adozione di un sistema alfabetico tataro-cirillico -come teorizzava
Yakovlev-, vi furono diversi passaggi. L'alfabeto russo presenta le stesse radici del greco,
mentre i parlanti delle lingue slave erano stati incorporati in strutture politiche occidentali
dove regnava l'alfabeto latino. Secondo questa credenza esso fu essenziale per attuare il
nuovo ordine sovietico modernista.
L'adozione del latino fu considerata tecnicamente più facile da imparare rispetto all'arabo e
vide la sua adozione come un mezzo per promuovere l'alfabetizzazione di massa. Uno dei
motivi principali per voler creare un alfabeto latino e non arabo riguardò anche
l'associazione con la religione islamica. L'Islam, infatti, venne considerato come antitetica
all'apertura e all'uguaglianza. Nel 1926 venne introdotto il primo alfabeto tataro-latino,
successivamente i linguisti del governo pensarono che si differenziasse troppo dal latino
introdotto per la lingua azera nel 1923. Così, nel marzo del 1927, la “Società Yangalif”
(società del Nuovo Alfabeto) tenne una conferenza a Kazan durante la quale i partecipanti
presentarono le loro necessità di un perfetto alfabeto tataro-latino comune. Tutti gli alfabeti
turchi vennero uniti in un unico sistema ortografico latino.
Sebbene la latinizzazione rese una generazione di lettori analfabeti, il “Nuovo Alfabeto”
non impedì le comunicazioni attraverso le varie regioni geografiche. Esso presentava gli
stessi suoni e gli stessi caratteri in tutte le lingue turche dell'Unione Sovietica con
solamente delle piccole modifiche per quanto concerne le pubblicazioni locali regionali.
Diversi linguisti pensarono che la lingua scritta dovesse imitare la voce il più possibile,
mentre altri sostenevano che le differenze fonetiche non erano importanti finché i parlanti
non le percepivano come significative. Questa controversia, la quale ebbe inizio nel 1927,
fece pensare se le forme scritte dovessero imitare il linguaggio parlato oppure essere
considerate importanti solo quando venivano percepite come significative. Fra le due
alternative, alla fine, prevalse la seconda e i linguisti sovietici crearono un terzo sistema
ortografico tataro-latino che il Comitato Centrale dell'Unione Sovietica approvò durante il
Congresso del 1929.
Nel 1933 l'alfabeto tataro-latino fu nuovamente rivisitato. L'ortografia di alcune parole
venne cambiata in modo tale da non seguire più il modello turco di alternanza
“consonante-vocale-consonante”. L'ortografia tatara iniziò ad imitare quella russa. Inoltre,
vennero introdotte nuove regole ortografiche di parole prese in prestito dalla lingua araba
-loan words-.
Considerare le parole di origine islamiche come “straniere” alla lingua tatara significò che
la cultura araba fosse estranea ad essa e ciò comportò immediati movimenti antireligiosi
sovietici. Paradossalmente, dal crollo dell'Unione Sovietica, i tatari utilizzarono spesso
parole di origine araba pronunciandole alla perfezione. Questo espresse una volontà nel
ritornare all'autenticità tatara. Nel 1937 ci fu l'ultima modifica dell'alfabeto. Venne
introdotta la letta “w”.
3.6 – Stalin e il “russocentrismo”.
Nel 1938, Fazlullin -come teorizzò in precedenza Yakovlev- affermò che l'obiettivo di
adozione dell'alfabeto russo poteva portare la popolazione tatara ad ottenere un linguaggio
più autorevole rispetto a quello rurale. Anche se 6 lettere furono aggiunte dopo il 1939, il
primo alfabeto tataro-cirillico non conteneva grafemi aggiuntivi che non fossero già
presenti anche in russo. Fazlullin spiegò che questo avrebbe portato l'aggiunta di nuove
spese economiche per l'acquisto di macchine da scrivere e dei registratori di cassa.
L'anno seguente Stalin decretò che la lingua tatara dovesse essere scritta utilizzando
l'alfabeto cirillico. Storicamente, questo decreto, coincide con la fine delle tendenze
rivoluzionarie della società sovietica. Nel 1941, 60 delle 67 lingue scritte all'interno
dell'Unione vennero cirillicizzate.
Nel 1950 Stalin si distaccò dagli approcci teorici di Marr affermando che le lingue non
erano né parte di una base, né parte di una sovrastruttura, infatti non erano classificabili.
Lo stesso anno il giornale “Pravda” pubblicò una discussione sui problemi linguistici,
intervallati da correzioni di errori da parte di Stalin. In queste correzioni egli respinge il
rifiuto di Marr per le famiglie linguistiche, per la natura classica della lingua e perfino la
famosa analisi dei quattro elementi. Nonostante il rifiuto da parte di Stalin delle teorie di
Marr, le idee che propose all'inizio del 1950 caratterizzarono nuovamente i rapporti fra le
lingue e i loro parlanti. Stalin sostiene che le singole lingue rappresentano singoli popoli
delimitati, popoli monolingua; vale a dire delle persone identificabili che posseggono un
linguaggio unico.
L'unico principio sul quale egli accordava -per quanto concerne le teorie di Marr- è che le
lingue si sviluppano sia tecnologicamente sia economicamente -teoria di ibridazione-.
3.7 – Da Krusciov a Gorbaciov e i dibattiti ortografici.
Non fu fino a che Krusciov salì al potere che il “russocentrismo” di Stalin venne adottato
come politica ufficiale applicata all'educazione nazionale dei popoli di minoranza
all'interno dell'URSS. I non-russi furono incoraggiati ad abbandonare le loro lingue native
in quanto, secondo le leggi di sviluppo naturale, era visto come un processo di progresso e
di maturazione.
Allo stesso tempo gli etnografi sovietici cominciarono a lodare il bilinguismo.
Nel periodo post-sovietico, la frammentazione linguistica portò gli studiosi a pensare che
la loro lingua madre dovesse sottostare ad un processo di russificazione dato che non
ebbero le possibilità di avere un quadro generale della riforma dell'alfabeto e, di
conseguenza, di verificarne i suoi effetti. Questo è parte del retaggio del colonialismo
sovietico.
Zhirkov -1983-, un linguista sovietico, tendeva ad equiparare il sistema ortografico con
quello politico, quindi vedeva nel cirillico uno strumento attraverso il quale si potesse
generare una politica corrotta e di disuguaglianza, mentre le scritture latine come
strumento di promozione e incorporazione dell'illuminismo, ovvero l'assestamento delle
strutture politiche occidentali che garantiscono l'uguaglianza di tutti.
Quando Gorbaciov salì al potere nel 1985, non alterò significativamente le politiche
linguistiche sovietiche. Durante il periodo di “Glasnost” predominò l'egemonia linguistica
russa.
Maksimov loda l'evoluzione della vecchia e letteraria lingua tatara attraverso ciò che egli
chiama “ l'allargamento dei campi semantici”. Nonostante la smentita di Maksimov che la
lingua russa influenzò quella tatara, la sua evoluzione, in realtà, costituisce una
russificazione lessicale e morfologica della lingua. Egli identificò le caratteristiche
linguistiche russe all'interno del tataro, impoverendo la lingua letteraria e cancellando
alcuni aspetti della grammatica e dello scambio linguistico fra i tatari e l'Impero Ottomano.
Questo, inoltre, diminuì il gran numero di parole nel repertorio linguistico collettivo
dell'URSS, sostituendo la terminologia esistente nelle lingue non-russe con parole russe. Vi
è poi un dibattito con un'altra linguista tatara, Sagdeeva, la quale sostenne che le politiche
sovietiche limitarono le funzioni sociali dei tatari e accusò Stalin per questo, in quanto egli
si distaccò dalle norme leniniste. Sagdeeva si lamentò riguardo l'interferenza russa nel
discorso urbano tataro. Le rivendicazioni politiche definiscono i termini del dibattito
ortografico sovietico e post-sovietico.
3.8 – Dalla reintroduzione Yangalif fino ai giorni nostri.
Le modifiche alfabetiche nel periodo sovietico portarono ampi cambiamenti sociali in tre
modi concreti: il primo riguarda un passo importante nella creazione di linguaggi unici, che
Stalin, considerò come uno dei criteri fondamentali per raggiungere una nazionalità, in
secondo luogo, si scoraggiarono i collegamenti turchi attraverso la creazione di nuove
frontiere, e terzo, si negò l'accesso alla propria conoscenza storica ai membri delle
minoranze nazionali dal momento che non potevano leggere i testi pubblicati con sistemi
di scrittura precedentemente esistenti.
Dal crollo dell'Unione Sovietica nel 1991, tuttavia, uno dei progetti fondamentali di
indipendenza nelle varie repubbliche turche, fra cui il Tatarstan, fu la reintroduzione dello
Yangalif.
A tal fine, vennero convocati due congressi internazionali: il primo tenuto ad Ankara nel
1990, il secondo a Kazan nel 1994. Il loro obiettivo fu quello di creare un alfabeto turco
comune in modo tale che i parlanti turchi di diverse nazionalità sarebbero stati tutti in
grado di leggere le rispettive pubblicazioni.
I vantaggi, inoltre, riguardavano una maggiore facilitazione all'accesso alle tecnologie dei
computer e una migliore capacità per i figli nel parlare e studiare il tataro. Nel 1999, il
governo del Tatarstan adottò un alfabeto basato sul latino per la lingua tatara, che fu scritta
in cirillico basilare russo dal 1938. Gli scolari cominciarono ad imparare il nuovo alfabeto
nel 2000.
A proposito dell'istruzione, nel febbraio 2000, si tenne un'altra conferenza sulla sua
formazione -tenuta in uno degli istituti principali della cultura di Kazan-. Fu interamente
condotta in lingua tatara. Vennero discussi argomenti riguardo il mondo discorsivo tataro e
la sua impermeabilità ai monolingui russi.
Nello stesso anno, nel mese di dicembre, la Duma approvò una misura di anti-
latinizzazione. Si precisò che l'adozione di caratteri latini da parte del Tatarstan risultò
essere una minaccia per la sicurezza nazionale russa e, perciò, si vietò l'utilizzo di tali
caratteri per la stampa in lingua tatara e ordinò che tutte le lingue ufficiali della
Federazione Russa siano scritte in cirillico. Sempre nello stesso anno, il Tatarstan smise di
insegnare agli scolari l'alfabeto latino.
Venne bandito anche l'uso della scrittura latina fra i tatari che vivono al di fuori del
Tatarstan.
A partire dalla primavera del 2002, nacque un acceso dibattito all'interno della Duma russa
riguardo un emendamento alla legge federale sulle lingue che “impedirebbero” la loro
scrittura in caratteri diversi da quelli dell'alfabeto russo.
Questo comportò un atteggiamento di tipo imperialista da parte dei russi nei confronti delle
minoranze etniche. La lingua russa, infatti, venne ritenuta essenziale e sufficiente per
qualsiasi tipo di comunicazione.
Il 12 dicembre 2002, Putin approvò una legge che vietò la scrittura in qualsiasi carattere
che non fosse cirillico delle lingue minoritarie. La legge, la quale vide nel Tatarstan
l'abolizione dell'insegnamento della lingua tatara con caratteri latini nel 2003, incitò
indignazioni da alcuni quartieri tatari. Tuttavia, essi adottarono diverse posizioni nei
confronti di queste questioni politiche, infatti non tutti loro supportavano necessariamente
lo Yangalif.
Successivamente, nel 2004, il governo del Tatarstan portò il caso alla Corte Costituzionale
della Russia. A partire dal 2011, l'alfabeto tataro-latino rimane in continuo mutamento.
Molte pubblicazione online in lingua tatara continuano ad utilizzare i caratteri latini invece
di quelli cirillici ma, facendo questo, vanno contro la legge e mettono loro stessi ad un
potenziale rischio di persecuzione.
4. Cultura
4.1 – l'Islam tataro.
La supposizione che i tatari siano più patriarcali di altre nazionalità deriva dall'esistenza di
alcune ipotesi riguardo l'Islam. Tuttavia, come in tutte le religioni del mondo, l'Islam non è
interpretato e praticato ovunque allo stesso modo, nemmeno fra i tatari che vivono a
Kazan. Alcuni di essi abbracciano l'Islam “con tutto il cuore”, altri sono indifferenti
riguardo ad alcuni aspetti ritenuti fondamentali per la religione come, per esempio, l'uso
del velo da parte delle donne. Le pratiche religiose variano assai notevolmente da zona a
zona. Di certo, la più importante influenza storica dell'Islam tataro deriva dal jadidismo.
4.2 – Razzismo.
Fonti sovietiche fanno riferimento alla Grande Orda di Gengis Khan e dell'Orda d'Oro
come l'invasione, l'oppressione e la dipendenza tataro-mongola. Fra le file dell'esercito
invasore di Gengis Khan vi era una tribù conquistata conosciuta come “tatara”, la quale
combatté nell'avanguardia.
Successivamente i russi imposero l'etnia “tatara” a tutti i musulmani e i parlanti turchi
facenti parte dell'Impero Russo -ormai già dal 19° secolo-, in modo efficace equiparando
gli invasori con le popolazioni indigene. Alcuni tatari contemporanei preferiscono essere
identificati come “Turchi di Kazan” o “Bulgari”, rispetto che come “tatari” -dopo la
conquista della città-stato della Grande Orda nel 1236-.
La Russia adottò un processo di oppressione nei confronti dei tatari-mongoli.
Essi agirono in questo modo non solo perché li ritenettero un popolo inferiore ed arretrato,
ma anche per il loro status “non del tutto europeo”, “non del tutto di bianchi”. I russi
vedono il loro status di “non del tutto bianchi” come un impedimento ad un normale
standard di vita e una fonte di diversità nel sangue.
Gli asiatici centrali considerano i Tatari una razza europea, come del resto i russi stessi, in
quanto i Tatari cospiravano nel portare avanti gli obiettivi imperialisti russi in Asia
Centrale. Questo illustra la misura con cui le percezioni razziali si rifanno ad una questione
di potere.
Al fine di comprendere le conseguenze del razzismo in Russia, è necessario capire come le
diverse razze interagiscano fra di loro. In Tatarstan, per esempio, sia a Kazan che nelle
periferie, divenne una pratica comune per i russi insultare quelle persone che essi
identificano come “nere” chiamandoli, in terminologia russa, “chernaya” “чёрная”, o
utilizzando aggettivi più volgari.
Mentre sembrava ci fosse una speranza di creare una nazione integrata, i tatari affermarono
di non essere molestati per avere sembianze tatare, bensì per parlare la lingua tatara.
Anche se “razza” non venne usato come termine nei discorsi locali per descrivere la
differenza sostanziale con i russi, gli ex-sovietici, tuttavia, credettero ci fossero categorie di
persone essenzialmente diverse fra di loro e, mentre la distinzione di razza in paesi come
gli USA ed altri si basava principalmente sul colore della pelle, nell'ex Unione Sovietica,
essa stava nel sangue, il quale è definito come la “base” di ogni nazionalità.
I tassi di violenza razziale in Russia sono in costante aumento. Per esempio, nel 2005, la
Human Rights First ha riferito che 31 persone -compresi bambini- sono stati uccisi e più di
400 aggrediti per forme razziste. I numeri continuano ad aumentare di anno in anno.
L'episodio più esplicito e significativo di violenza nei confronti dell'estremismo islamico
nel Tatarstan riguarda l'attentato avvenuto lo scorso luglio -2012- a Kazan, nel quale due
importanti personalità della comunità musulmana locale sono rimaste uccise. Si trattò di
Valiula Yakupov -ex leader del partito islamico- e di Ildus Faizov -l'autorità giuridica
suprema della regione-. Le indagini in corso condurrebbero ad una rivendicazione dell'ala
conservatrice islamica del “Salafismo”.
Gli ex-sovietici che vivevano nelle diverse regioni dell'URSS, quindi con storie e relazioni
sociali differenti, avevano idee diverse per quanto riguardasse la razza tatara. In Tatarstan
essi sono generalmente considerati come europei -razza bianca-. I russi che vivono nella
regione affermano di percepire i tatari come familiari, dimenticando, in realtà, le loro
origini musulmane.
Mentre le ideologie razziali sovietiche affermano che la differenza nazionale è puramente
biologica, i tatari sostengono che le differenze fra le persone diventano essenziali ed
immutabili attraverso le pratiche e le usanze. Le ideologie tatare riguardo questo
argomento tendono ad essere riferite più agli interscambi fra le persone rispetto a quelle
che, in realtà, risultano dagli indicatori tipici razziali come il fenotipo, il sangue o la
genealogia. I tatari, quindi, non solo ritengono che sia l'essenza di una persona a rivelarsi
attraverso il suo comportamento, ma anche che tale comportamento ripetuto nel tempo
influisce su quell'essenza.
4.3 – Concetti culturali chiave.
Il concetto tataro di “ Iman Nury” -”La Luce della Fede”, emanata dal volto di una
persona, costituisce un indicatore per la sua composizione interna. Per i tatari, infatti,
indica non solo l'essenza, ma anche lo stretto legame fra la gente attraverso le gesta, il
linguaggio e la solidarietà, mentre il russo rappresenta l'autorevolezza e la brutalità.
Parlare la lingua nativa comporta una certa intimità e solidarietà fra i parlanti, i quali
percepiscono il russo come un codice esterno, associato ad un'autorità, al potere e alla
brutalità. Tuttavia, esprimersi totalmente e fluentemente in tataro, o altre lingue non-russe,
può risultare inappropriato, ovvero un mezzo di identificazione e di discriminazione
sociale -”campagnoli, incolti e maleducati”-.
Una caratteristica riguardante le donne tatare è la cosiddetta “Sabyrlyk” “Сабырлык”
-pazienza- , ovvero la capacità di controllare le proprie emozioni. Consiste nella chiave per
mantenere la loro responsabilità nel prendersi cura delle loro famiglie e dei loro parenti. Ad
esempio: se le donne dovessero partecipare ad un funerale, potrebbero cedere ai loro
sentimenti e, di conseguenza, piangere rendendo in tal modo l'evento ancor più doloroso
per tutti.
“Sabyrlyk” “Сабырлык”, inoltre, serve ad esse come modo di dimostrare la propria quiete
durevole e l'eroismo.
Le persone, per quanto concerne le pratiche linguistiche tatare, sono istruite per mantenere
la pace e per convincere gli avversari a rispettare i loro desideri attraverso la persuasione
non-conflittuale. Allo stesso tempo, le persone sono tenute a mantenere la trasparenza
emotiva nelle interazioni quotidiane. Anche se le donne tatare sono soggette al
temperamento delle proprie emozioni, gli uomini tatari non sono esentati dall'obbligo di
mantenere la pace.
4.4 – La donna.
Tuttavia, diversamente dai russi, molti dei quali pensano che una donna per essere
considerata parte della società debba essere sposata, i tatari mettono in primo piano
l'importanza della maternità nel definire il ruolo sociale della donna.
Infatti, non è ritenuto vergognoso nella cultura tatara avere un figlio al di fuori del
matrimonio se non vi è alcuna speranza per le donne di trovare un marito. Al contrario, le
donne senza figli hanno poche opportunità di assicurarsi questa uguaglianza. La maternità
eleva lo status sociale della donna.
La riproduzione è quindi vista come mezzo per rimuovere la “vergogna” delle donne di
non essere capaci di trovare un marito.
Ci fu anche una prima sperimentazione di libertà per quanto concerne il matrimonio, in
quanto si puntava ad una emancipazione della donna. Il risultato finale era però che essa si
sentiva pressata nel sposare un uomo -che magari non amava- con lo scopo di essere
accettata all'interno della società. Le donne credevano che solo costruendo una famiglia
poteva portarle alla piena felicità. Anche semplicemente ottenendo lo status di “sposata”
sul passaporto le faceva sentire complete.
Il divorzio, tuttavia, era molto difficile e gli aborti considerati illegali. Oggigiorno, in
Russia, la maggior parte delle gravidanze termina in aborti rispetto alle nascite.
In Tatarstan la situazione è insolita rispetto al resto del paese, in quanto vi è un alto numero
di matrimoni misti fra le diverse etnie. I bambini, normalmente, si considerano come russi.
Nella Kazan post-sovietica i tatari abbracciano pienamente il loro non essere russi.
4.5 – Etnia rurale.
Prima della rivoluzione bolscevica del 1917, l'Impero Russo consisteva in una società
feudale nella quale, la maggior parte della popolazione, era costituita da contadini. I
Bolscevichi furono i promotori dell'alfabetizzazione, dell'industrializzazione e
dell'urbanizzazione con l'obiettivo di rendere più moderna la società. Ci volle del tempo
prima che i non bolscevichi -che vivevano al di fuori delle grandi città- ottennero
credibilità dei loro progetti ma , alla fine, dopo la Seconda Guerra Mondiale, l'idea di una
modernità sovietica divenne realtà.
Categorizzare la popolazione sovietica come rurale o urbana non solo mette a disagio la
loro interdipendenza passata e presente, ma trascura il gran numero di tempo che essa
trascorre nei luoghi rurali, spesso con parenti stretti. Dopo la Seconda Guerra Mondiale,
sempre più cittadini trascorrevano parecchio tempo durante i mesi più miti dell'anno nelle
loro case di campagna “Dacha” “Дача”. Essa aveva la duplice funzione di garantire una
terreno per coltivare frutta e verdura da assumere durante l'inverno e la primavera e un
luogo dove poter trascorrere le vacanze estive lontano dalla città. La maggior parte dei
tatari emigrati nelle grandi aree urbane possiede una “Dacha” “Дача” nella quale passare
parte delle vacanze. Una volta sul luogo, essi attuano una serie di pratiche linguistiche e
culturali, per esempio: le donne rimuovono i cappelli e indossano i foulard, entrambi
uomini e donne parlano una lingua che risulta essere un mix fra tataro e russo per poi finire
in discorsi pienamente in lingua tatara.
Ci fu, successivamente, un periodo cosiddetto di provincializzazione della lingua tatara,
ovvero la credenza che la cultura nazionale era meno “urbana” rispetto a quella russa e i
tatari non si sentivano a proprio agio ad uniformarsi ad un'etnia con una cultura e delle
tradizioni più evolute dove, oltretutto, si parlava solo la lingua russa. Questa forma di
provincializzazione fu promossa attraverso la musica, specialmente dei giovani -rock band,
concerti underground e musica di strada, la quale attirò una grande audiance fra i tatari.
Gran parte di queste canzoni vennero censurate e/o vietate dalla radio dal governo del
Tatarstan a causa dei loro contenuti nazionalisti. Inoltre, non vi erano case discografiche a
Kazan, per cui i giovani dovettero spostarsi nella capitale -Mosca-, dove la comunità tatara
locale li appoggiò al fine di poter registrare i loro album.
4.6 – Mong.
Molti tatari affermano di sentirsi circondati da una marea indifferenziata di russi, i quali
parlano una lingua che non li mette a proprio agio.
Operano a seconda di regole sociali incomprensibili e spesso offensive nei confronti dei
tatari e che non hanno alcun senso.
Al contrario, per i tatari, rappresenta un significato profondo quello che identificano come:
“Mong” è un sentimento generalizzato di dolore, una canzone malinconica, una melodia
triste che anima questo genere musicale. Coloro che cantano queste canzoni trasmettono
agli ascoltatori emozioni e sentimenti profondi. Mong riproduce delle sensazioni che fanno
sentire i tatari come una nazione unita, una nazione di persone sottomesse.
Vi è una certa flessibilità nell'interpretazione dei significati Mong, la quale permette ai
tatari di sperimentare una sensazione di appartenenza collettiva esprimendo anche la
propria individualità.
Esso crea una connessione emotiva continua, la quale serve a separare ideologicamente i
tatari dai russi. I testi tipici delle canzoni Mong riguardano sentimenti di dolore e di perdita
espressi metaforicamente attraverso una descrizione emotiva di una scena naturale.
I giovani tatari, consapevoli dei parallelismi fra Stati Uniti e la storia sovietica, identificano
Mong come il Blues tataro, anche se le sue qualità musicali differiscono profondamente da
quelle del Blues americano.
Mong è ancor più frequentemente intonato all'interno di gruppi di persone che si siedono in
torno ad un tavolo a bere del tè; questo rappresenta una riproduzione di sentimenti
particolarmente tatari legati alla loro nazionalità.
Rappresenta sia un'intensificazione sia un'espressione emotiva della vita ordinaria partendo
da norme convenzionali. Nonostante la sua centralità per l'unificazione nazionale, esso si
distingue dalle altre varietà di espressioni verbali tatare, comprese canzoni di vario genere
musicale, di non accoglienza dell'innovazione o delle variazioni. Aiuta a mantenere la
calma in un ambiente movimentato come lo è il Tatarstan. Fornisce ai tatari l'opportunità di
sfogare il proprio dolore in maniera accettabile.
Oltre ad essere una pratica, Mong è anche un insieme di ideologie esplicite legate fra di
loro su ciò che significa essere un tataro della Russia post-sovietica. Il governo del
Tatarstan non ha alcuna posizione ufficiale sulla pratica, ma viene considerata una parte
integrante dell'identità tatara. Esso infatti riceve sostegno da parte del governo, in quanto
consiste in un'attività culturale nazionale, per esempio: cantanti impiegati nelle stazione
radio nazionali e la stampa di libri.
I tatari parlano di Mong per descrivere la loro tragedia storica. Si tratta degli orrori portati
da Ivan il Terribile quando conquistò Kazan nel 1552.
La pratica di cantare canzoni Mong risale alla vita quotidiana dei villaggi nelle campagne.
Anche quando esso è riprodotto in altri contesti si percepisce sempre quello originale.
Sebbene continui ad essere una componente della vita dei tatari di mezza età e degli
anziani, cresciuti in un ambiente rurale, i giovani tatari delle città preferiscono musica
moderna rispetto a quella popolare. Gli adulti mantengono le tradizioni, mentre i giovani si
distaccano.
4.7 – Lo spazio.
Lo spazio pubblico/urbano a Kazan durante il periodo sovietico era piuttosto ostile.
In effetti, in contrapposizione a villaggi tatari, continuò ad essere ideologizzato come
“lingua russa” e, di conseguenza, come “il dominio dei russi”.
Il risultato delle politiche nazionali sovietiche si ripercosse negli anni '80 sulla lingua
tatara, la quale portava i segni di una lingua morente, considerata di uso “domestico” o
parlata all'interno di contesti rurali. Il russo è stato accettato in generale come lingua di
comunicazione universale e civile. Tuttavia, a Kazan, se la lingua tatara fu immaginata
come simbolo della comunità per la vita “domestica” -spazio privato-, anche in questo
ambito, non fu necessariamente quella dominante. Nelle case tatare, infatti, si parlava un
mix fra le due lingue. Molti discorsi iniziavano in tataro per poi concludersi in russo, e
viceversa.
4.8 – Sovranità e simboli di una nazione.
Le fondamenta per la costruzione di una nazione derivano solitamente da un processo per
giustificare e dare autorità ad uno stato già esistente. In Tatarstan, la costituzione della
nazione, ebbe luogo nonostante l'assenza di uno stato. Grazie alla sua posizione florida nel
cuore della Russia, il Tatarstan agì secondo la sua dichiarazione di sovranità del 1990,
sviluppando notevoli relazioni con l'estero e altre comunità politiche all'interno della
Russia. Con queste ultime i rapporti erano, per la maggior parte, ideologici più che politici.
Il Tatarstan creò solidi rapporti di “partnership commerciali” con la Germania, la
Finlandia, la Polonia, gli Stati Uniti, la Lituania, la Turchia, il Kuwait, il Giappone e
numerosi altri.
I fondatori della nazione tatara condussero la legittimità politica. Inizialmente essi, come
altri ex sovietici, si concentrarono principalmente sulla rinascita e l'elevazione della lingua
nazionale. Il governo del Tatarstan cercò di attivare questo processo attraverso la
promozione dei mass media in tataro e l'attuazione di un sistema bilingue per quanto
concerne l'insegnamento scolastico.
Per ottenere una maggior riconoscimento come stato, i fondatori del Tatarstan, crearono dei
propri simboli rappresentativi della nazione. Il Tatarstan adottò la sua bandiera nel 1991
-fig.4.1-. Oggigiorno appare su tutti gli edifici del governo, su tutte le istituzioni pubbliche
e private, sulle organizzazioni e le imprese del Tatarstan. Come l'Ak Bars “Ак Барс”
-compagnia aerea russa-, i colori della bandiera sono: verde, bianco e rosso. Il sito del
governo tataro descrive il significato dei vari colori: il verde come simbolo di primavera e
rinascita, il bianco come simbolo di purità ed il rosso come simbolo di maturità, energia,
forza e vita.
Le interpretazioni dei colori, comunque, non sono universali. Per una scuola della città di
Kazan il verde è simbolo dell'Islam, il bianco della purità religiosa e il rosso del
rinnovamento.
C'è anche una terza interpretazione da parte di un nazionalista tataro, ovvero: il verde sta
per il colore islamico del rinnovamento, il bianco indica candide parole di una pace
immaginaria e il rosso rappresenta il comunismo puro.
Nel sigillo della bandiera viene raffigurato un leopardo delle nevi -fig. 4.2-. Esso è un
simbolo antico fra le popolazioni turche dell'Eurasia centrale, il quale porta uno scudo, che
rappresenta il suo dominio sugli elementi e il suo ruolo di protettore. La sua zampa destra è
alzata in un gesto imperiale. Viene raffigurato in contrasto ad un disco di colore rosso, il
quale rappresenta il Khanato dell'Orda d'Oro.
Ak Bars “Ак Барс” divenne il nome della catena bancaria tatara nella Federazione Russa e
perfino il nome della squadra nazionale di hockey del Tatarstan.
In aggiunta di altri simboli nazionali, il Tatarstan proclamò il proprio inno nazionale nel
1991. La città di Kazan presenta anch'essa una sua bandiera e un suo sigillo di
identificazione civica. Adottata il 24 dicembre 2004, riproduce il suo stesso stemma. Vi è
rappresentato un drago nero con ali e lingua rosse, il quale è simbolo delle forze
soprannaturali e di invincibilità e ricorda le antiche bandiere dei tatari. Il drago è coronato
come segno dell'importanza della città e del suo rango di capitale. L'aspetto del drago è
leggermente variabile, nella postura, nella forma delle ali e nella pelle che, nelle prime
versioni, è piumata -fig. 4.3-, e poi è diventata a scaglie -fig. 4.4-.
Figure 4.1 Tatarstan flag - Флаг Татарстана
Figure 4.2 Tatarstan official badge - Герь Татарстана
Figure 4.3 Kazan previous flag - Предыдущий флаг Казани Figure 4.4. Kazan current flag - Современный флаг Казани
4.9 – La questione dei passaporti.
Fino al 2000, il governo tataro fu intenzionato ad emettere passaporti propri.
La protesta principale da parte dei russi stava nel trascrivere i nomi tatari in caratteri
cirillici, in quanto avrebbero portato al cambiamento di significato dei nomi tatari. I nomi
diventarono così “privi di significato”. Con la riforma del 2000 -Putin- i passaporti
nazionali tatari dovettero essere sostituiti con quelli nazionali della nuova Federazione
Russa. Il passaporto nazione è un elemento essenziale di identificazione per lo stato. Esso è
necessario in ogni incontro burocratico, compresi i controlli in loco da parte della polizia,
per il ritiro di un libro in biblioteca, per l'acquisto di un biglietto ferroviario e per pagare le
bollette.
Alcune donne musulmane devote si opposero nel dover togliere il velo per ottenere le loro
fototessere da applicare sul passaporto, perciò portarono tale protesta alla Corte. Nel
maggio 2003, il governo russo consentì alle donne islamiche di indossare il velo per le
foto-tessere. Tale legislazione venne rivisitata subito dopo pochi mesi, ma il rancore che ha
creato fra i musulmani devoti permane tuttora.
Nel 1999, come altro tentativo di creazione di uno stato tataro, circa metà delle auto
esponevano targhe del Tatarstan al posto di quelle della Federazione.
Nel 2000, il governo di Putin, cominciò a costringere i tatari a modificare la loro
costituzione per renderla conforme a quella successiva della Russia.
Egli cercò attivamente di annullarla attuando misure governative che servirono ad
allontanare i musulmani dalla società tradizionale russa. I tre fenomeni che evidenziano
chiaramente questa alienazione consistono in: introduzione del cristianesimo ortodosso
nelle scuole, le condizioni del servizio militare obbligatorio e quelle per l'ottenimento del
passaporto nazionale.
4.1.1. – Il restauro di Kazan.
Nel 1986, i fondatori della nazione, tentarono di rientrare in possesso di Kazan in diversi
modi fra cui: l'insegnamento bilingue nelle scuole, l'aumento della circolazione dei
periodici pubblicati in lingua tatara, l'implemento del numero delle ore di programmazioni
televisive in lingua tatara e lo sviluppo di progetti inerenti la cultura locale. Durante il
periodo di massimo splendore della sovranità questi sforzi vennero ignorati e considerati
come “scontati”, rivelando la fragilità dell'autorità politica del Tatarstan.
I residenti della città di Kazan furono generalmente soddisfatti per quanto riguarda i
miglioramenti dell'aspetto estetico della città. Dopo la sua Celebrazione Millenaria nel
2005, Kazan diede molta importanza all'abbellimento della città. Tutti questi cambiamenti
ebbero l'effetto di trasformare Kazan da una torbida e stagnante provincia ad una attraente
località turistica.
Gli abitanti, molti dei quali promotori di polemiche che illustravano sia come la
distribuzione della ricchezza e del potere era ingiusta nel periodo post-socialista sia la
difficoltà di raggiungere una sovranità propria del Tatarstan, videro nell'abbellimento di
Kazan un argomento centrale della sovranità. Dopo la dichiarazione del 1990, il governo
tagliò drasticamente la quantità di denaro versata a Mosca e cominciò ad investire parte dei
ricavi generati dalle risorse naturali, dall'industria e dalla riscossione delle imposte, nel
settore delle infrastrutture del Tatarstan.
Durante questo periodo, oltre ad organizzazioni dell'istruzione e di etica locale, il governo
finanziò un progetto di gassificazione per portare riscaldamento nelle case dei villaggi, per
il restauro di monumenti storici -inclusi i luoghi di culto- e per la trasformazione di Kazan
in una capitale da renderne i tatari orgogliosi. L'abbellimento di Kazan si divide in due
periodi: il Tatarstan con la propria sovranità (1990-2000) e la Celebrazione Millenaria di
Kazan (2001-2005).
La festa della Repubblica -30 agosto- si convertì con l'Anniversario di Kazan come città e,
per commemorare la lunga presenza politica nazionale, la Celebrazione Millenaria avvenne
lo stesso giorno. Fra i progetti centrali di costruzione vi era: lo sviluppo del parco
all'interno del Cremlino di Kazan, il quale divenne patrimonio mondiale dell'UNESCO nel
2000, la costruzione dell'Università Umanitaria sulla sponda tatara del lago Bulak,
inaugurata nel 2005, la costruzione delle prime cinque stazioni della metropolitana di
Kazan, a partire dal 1997, la ricostruzione della Moschea di Kul Sharif , la più grande di
tutta la Russia, l'apertura della branchia più remota del museo dell'Ermitage nel Cremlino,
la realizzazione del Millennium Bridge sul fiume Kazanka e la completa trasformazione di
una delle vie pedonali oggigiorno più belle di tutta la città: St. Petersburg Street “Улицы
Санкт-Петербурга”.
I costi sostenuti per realizzare tutti questi progetti furono molto elevati: 250 miliardi di
rubli (più di 8 miliardi di euro) vennero spesi in circa quattro anni. 17 miliardi di rubli
vennero invece investiti per realizzare la più costosa linea metropolitana del mondo -8,7
km di percorso- tutta decorata con mosaici di figure del folklore tataro.
Oltre ad istallare le linee di gas nelle case dei villaggi senza riscaldamento, il governo del
Tatarstan si impegnò in un programma per migliorare le condizioni abitative all'interno di
Kazan. Molte persone vennero fatte trasferire dalle campagne alle periferie della città in
appartamenti completi di energia elettrica, acqua e riscaldamento.
4.1.2 – Le Universiadi e lo sport.
La 27° edizione delle Universiadi -Универсиада- si terrà presso il Villaggio dei Giochi
Studenteschi fra il 6 e il 17 luglio 2013 proprio nella città di Kazan -fig 4.5-. Il centro
sportivo venne completato tre anni in anticipo rispetto alla data del 2013 in cui la città
ospiterà l’evento, ed è attualmente utilizzato come campus per gli studenti. Verrà anche
usato come centro federale per la preparazione delle squadre nazionali russe.
Kazan, insieme a Mosca, sono le uniche 2 città russe ad ospitare centri sportivi così
moderni e ben strutturati in tutto il paese, in quanto la città dà molta importanza alle
attività sportive. La capitale tatara vanta, infatti, fra le più prestigiose squadre nazionali fra
cui: la squadra di calcio Rubin, quella di hockey Ak Bars, le squadre di pallavolo Zenit e
Dinamo.
Nel 2009, Kazan ha vinto il premio nazionale “Team d'Oro della Russia” nella categoria
“Sport Capital”. Kazan possiede anche molti luoghi dedicati allo sport, tra cui lo Stadio
Centrale, la Basket Hall, un’arena del pattinaggio su ghiaccio, il Centro di hockey su prato,
un centro di pallavolo, il palazzo del wrestling di Ak Bars, il percorso di canottaggio sul
lago Sredny Kazan, e l'Ippodromo di Kazan, uno dei più grandi d'Europa. Un nuovo stadio
con 45.000 posti a sedere è in fase finale di costruzione -fig 4.7-.
Il nuovo stadio dedicato all’Accademia del Tennis -fig.4.6- è particolarmente degno di
nota, con il suo tetto lungo e semicircolare, sormontato da un’enorme palla gialla. Non c’è
un altro stadio del genere in Russia e forse in Europa. Si estende su una superficie di
85.000 metri quadrati e dispone all’interno di 3.200 posti a sedere. La costruzione è stata
iniziata nel 2007 e il 23 ottobre 2009 l’Accademia è stata visitata da alti funzionari della
Federazione nell’ambito del Forum internazionale dello sport “Russia, il Paese dello
Sport”.
Il nuovo complesso sportivo non solo soddisfa i più alti standard mondiali, ma supera
anche i requisiti internazionali richiesti.
Figure 4.5 Universiade in Kazan - Универсиада в Казане
Figure 4.6 Tennis Academy in Kazan - Академия Тенниса в Казане
Figure 4.7 Kazan Stadium - Стадион Казани
5. – In tour per Kazan
5.1 – Cremlino.
Monumento unico della storia e della cultura del Tatarstan è certamente rappresentato dal
Cremlino di Kazan, il quale conserva tuttora le tracce di tre epoche: tatara, russa ed
europea dove si incrociano le tradizioni di architettura bulgara, dell'Orda d'Oro, tatare
medievali, russe e italiane. Esso sorge sulla collina della città -fig.5.1-. Le mura e le torri
del vecchio Cremlino furono distrutte durante la conquista della città da parte di Ivan il
Terribile -1552-. Al suo interno vi era anche la più famosa delle moschee cittadine -Kul
Sharif- anch'essa demolita e, successivamente, ricostruita. Nonostante il suo abbattimento,
esso venne riedificato interamente in pietra calcarea bianca -estratta lungo le rive del fiume
Volga-, tenendo conto dell'importanza della posizione strategica di Kazan per proteggere i
confini orientali della Russia. Gli architetti che parteciparono alla ricostruzione furono Ivan
Sciriai e Postnik Yakovlev. La lunghezza del Cremlino venne aumentata di circa 120 metri
senza però cambiare la sua pianificazione principale. All'inizio solo una parte fu ricostruita
in pietra -la torre Spasskaya e l'area nord vicino al portone Taynizki-. Per lungo tempo il
resto delle mura restarono interamente in legno di quercia e, solo nel XVII secolo, furono
totalmente sostituite con la pietra calcarea locale. Esso rappresentò una fortezza ben
consolidata. Si trattò di una costruzione di ingegneria militare abbastanza complessa, che
assieme alle torri e ai fossati, protesse la città da qualsiasi invasore. Le mura hanno uno
spessore di circa 6 metri, all'interno delle quali furono installate delle nicchie con la
duplice funzione di luogo di conserva della polvere da sparo, della sabbia e dei sassi, e di
attacchi bellici -fig 5.2-. Le torri ebbero un ruolo fondamentale per quanto concerne la
costruzione del Cremlino. Nel XVII furono 17 mentre oggi ne rimangono solo 2 con i
corrispettivi portoni -torre Spasskaya e Taynizkaya- -fig 4.3 e 4.4-. Con lo spostamento dei
confini russi più a sud e ad est, esso cominciò a perdere la sua funzione militare dando
spazio a quella amministrativa. Ciò si riversò perfino nell'architettura dello stesso, ovvero
si persero col tempo le tracce tipiche tatare assumendo l'influenza della cultura russa ed
europea. Dal 1992 il Cremlino divenne il centro di rappresentanza della repubblica del
Tatarstan dove si trova la residenza del Presidente della repubblica -Mintimer Sharipovich
Shaimiev-. Nel 1994 fu creato il museo statale della storia e dell'architettura -Cremlino di
Kazan- che diede inizio allo studio scientifico approfondito del complesso del Cremlino.
Ogni anno, vengono organizzati scavi archeologici nel suo territorio organizzati dal museo
assieme al Ministero della cultura della Repubblica del Tatarstan, agli scienziati
dell'Istituto di Storia e dall'università di Kazan. Fu raccolto un ricco materiale sui periodi
antichi della città, fra cui reperti che parlano dell'esistenza di una città-fortezza bulgara
nella collina del Cremlino nel X/XI secolo.
La sua architettura rappresenta l'unione unica delle confessioni -la coesistenza dell'Islam e
dell'ortodossia-. Nel 2000 il complesso storico e architettonico fu incluso nell'elenco del
patrimonio mondiale e culturale dell'umanità dall'UNESCO.
Figure 5.1 Hill of Kazan - Холм – Казань
Figure 5.2 Walls of Kazan Kremlin - Стены Казанского Кремля.
Figure 5.3 Spasskaya Tower - Спасская Башня
Figure 5.4 – Tajnizkaya Tower - Тайницкая Башня
5.2 – Moschea Kul Sharif.
La ricostruzione della moschea Kul Sharif -fig. 5.5 e 5.6-, distrutta nel 1552 da Ivan il
Terribile, è posizionata al limite della collina che sovrasta le strade principali della città di
Kazan è visibile da più parti della città, perfino dal fiume Volga. Domina l'orizzonte della
città. Le controversie per la sua ricostruzione possono dimostrare uno degli esempi più
rilevanti nella difficoltà di mettere in pratica gli ideali dei fondatori della nazione tatara.
Essa è considerata come il maggior progetto di importanza nel promuovere la cultura
locale e di bilanciare l'egemonia dell'influenza russa. La location della moschea all'interno
delle mura del Cremlino di Kazan è profondamente e volutamente significativa.
La ricostruzione della moschea fu supervisionata dalla fondazione di Kul Sharif. Essa
trovò alloggio nello stesso edificio del Cremlino nel quale si trovava anche la fondazione
per la restaurazione della Cattedrale dell'Annunciazione -russa ortodossa-.
Si riscontrarono diverse polemiche nell'erigere la mosche, ma nessuna si riferiva
all'alienazione dell'etnia russa.
La sua ricostruzione portò il governo del Tatarstan ad accettare il fatto che la moschea non
oscurasse il ruolo del cristianesimo nella repubblica.
Nel 1996 si tenne un concorso di architettura per determinare il piano di costruzione della
nuova moschea ma, a causa delle tensioni provocate per la costruzione di un enorme
simbolo islamico nel cuore del governo del Tatarstan, il progetto venne modificato subito
dopo il suo inizio.
Esso prevedeva due quadrati sovrapposti l'uno sull'altro e una cupola -che ricorda la corona
di una khan- in cima ad una struttura a forma di tulipano. I lati dell'edificio al piano
inferiore sono composti da archi a sesto acuto che ricordano, allo stesso tempo, l'immagine
di un Corano aperto e di una cattedrale ortodossa russa. Questo è molto importante in
quanto la repubblica del Tatarstan è una repubblica multinazionale.
Mentre alcuni tatari accettano la modifica della ricostruzione della moschea, altri si
lamentarono del fatto che il nuovo progetto perse la sua originarietà simbolica. Non
vollero, infatti, che il loro luogo di culto islamico assomigliasse ad una chiesa.
In realtà, tutte queste polemiche riguardo la costruzione della moschea non hanno niente a
che vedere col modo in cui è stata costruita, ma piuttosto con il suolo dove sarebbe dovuta
sorgere. Quando cominciarono gli scavi per erigere le fondamenta della moschea, emersero
scheletri umani dal sottosuolo.
Si pensò, in primo luogo, appartenessero ai soldati tatari che morirono per difendere gli
attacchi al Cremlino durante la conquista di Ivan il Terribile.
Le persone che credevano in questa opinione protestarono perché questi resti umani
ricevessero una degna sepoltura; ma molte furono le opinioni: alcuni sostenevano che le
ossa appartenessero ai difensori di Kazan in quanto in quel luogo, nel XVII secolo, vi era
un monastero e che gli scavatori avessero riportato alla luce il suo cimitero, altri
sostenevano che i resti appartenessero ai Bianchi che combatterono contro i Rossi durante
la guerra civile -1917/1922-. I tatari comunque mantengono le proprie opinioni riguardo le
origini. In ogni caso si trattò di resti appartenenti ai tatari per cui ricevettero una cerimonia
funebre speciale ed una degna sepoltura.
Oggi il suo complesso rappresenta una composizione simmetrica; al centro si trova la
moschea stessa mentre ai fianchi gli edifici della Scuola Militare, il museo-biblioteca ed il
centro editoriale e di amministrazione dell'imam.
Figure 5.5 Kazan Kremlin - Kul Sharif Mosque- Казанский Кремль - Мечеть Кул Шариф
Figure 5.6 Inside the mosque - Интерьер мечети
5.3 – La Cattedrale dell'Annunciazione.
La cattedrale dell'Annunciazione -Благовещенский Собор- è il più antico monumento
storico ed architettonico della città di Kazan -fig 5.7 e 5.9-. Essa rappresenta un
monumento di architettura antica russa con la pianta a croce. Nel XVI secolo era un tempio
a 3 navate e a 5 cupole, con 2 cappelle laterali. Nel 1736 venne annesso alla parte
occidentale della cattedrale un refettorio di mattoni e le cupole ad elmo vennero sostituite
con quella a cipolla -fig. 5.8-. Essa fu anche la prima chiesa cittadina ad essere interamente
riscaldata. Nei secoli successivi la cattedrale venne decorata dagli affreschi, molti dei quali
andarono distrutti nel grande incendio del 1815. Durante i lavori di restauro agli inizi degli
anni '90 fu scoperto l'affresco più antico dell'icona di Madre di Dio di Kazan -fig. 5.10-.
Alcuni di essi sono tuttora conservati nella parte occidentale dell'edificio. La cattedrale
tenne, per diverse centinaia di anni, una collezione di libri sacri, sia stampati che scritti a
mano, fra il XVI e il XVIII secolo. Oggi essa è divenuta patrimonio dell'Università di
Kazan. Tutti i libri presentano il marchio “К.К.С.” -Chiesa Cattedrale di Kazan-.
Il campanile subì diverse ricostruzioni continue perdendo così i suoi delineamenti originali,
ma le campane al suo interno rimangono le stesse. Nella sagrestia vengono tutt'oggi
conservati oggetti sacri, vasi preziosi e gli abiti religiosi dei precedenti vescovi.
Nel 1995 il Presidente della repubblica del Tatarstan -Mintimer Sharipovich Shaimiev-
approvò il Decreto di consegna della Cattedrale dell'Annunciazione al museo del Cremlino
di Kazan. Alla fine del suo restauro, il 19 luglio 2005, essa venne consacrata
dall'arcivescovo di Kazan e del Tatarstan e, durante i giorni di celebrazione del 450°
anniversario della diocesi della città, fu aperta ai visitatori e ai fedeli. Oggi la cattedrale è
aperta per tutti e nei giorni festivi viene celebrata la messa.
Figure 5.10 Mother of God of Kazan - Казанская икона Божьей Матери
Figure 5.7 The Cathedral of the Annunciation at Kazan Kremlin - Благовещенский Собор Казанского Кремля
Figure 5.8 Domes – Куполы
Figure 5.9 Inside the cathedral - Интерьер собора
5.4 – Duomo di Pietro e Paolo.
Il Duomo di Pietro e Paolo rappresenta un preziosissimo monumento architettonico e
spirituale della città di Kazan -fig. 5.11-. Esso fu costruito al di sopra di una collina della
città e si distingue per la sua composizione originale tipica della regione del Tatarstan. Esso
rappresenta uno dei centri religiosi principali per gli ortodossi della città. Il suo campanile
è in stile barocco, stile che era una tendenza popolare nella Russia del XVII e XVIII
secolo. Purtroppo, tutt'oggi, non si sanno i nomi dei costruttori e degli architetti di questa
opera d'arte, ma alcuni critici sostengono che esso venne probabilmente edificato da
ucraini, in quanto vi è una certa somiglianza del suo decoro e del suo ornamento con le
chiese ucraine della prima metà del XVIII secolo.
La particolarità principale del Duomo di Pietro e Paolo sta nella scala principale che va
verso l'altare, in quanto è posta nel cortile. Vi è una storia leggendaria non conosciuta da
tutti gli abitanti di Kazan, la quale dice che Pietro I posò personalmente la prima pietra del
Duomo, ma questo fatto non è confermato documentalmente. La sua costruzione fu molto
rapida e nel 1726 fu già consacrato. Nello stesso anno venne eretto anche il campanile. A
causa del grande incendio del 1815, esso fu danneggiato e di conseguenza restaurato in
parte come per esempio due cappelle, il sagrato e le scale.
Fra le icone più sacre all'interno del duomo vi è quella di Madre di Dio Smolensk
-fig.5.12-.
Figure 5.11 Saints Peter and Paul Cathedral - Собор Петра и Павла
Figure 5.12 Smolensk icon of the Mother of God - Смоленская икона Божьей Матери
5.5 – Il Tempio di Tutte le Religioni.
Il Tempio di Tutte le Religioni -Храм Всех Религий- o il Tempio dell'Universo
-Вселенский Храм- è un complesso architettonico nel Arakchino Staroye Microdistrict di
Kazan -Старое Аракчино Казань- -fig 5.13 e 5.14-. Si compone di diversi tipi di
architettura religiosa tra cui una chiesa ortodossa, un minareto e una sinagoga. Attualmente
è in fase di costruzione, essendo iniziata solo nel 1992 da artisti locali e dal filantropo Ildar
Khanov -Ильдар Ханов-. La struttura funge da centro culturale e residenza per Khanov e
per alcuni dei suoi assistenti.
Khanov è noto per i suoi sforzi nel combattere forti problematiche come l'alcolismo, la
tossicodipendenza e altre malattie. I suoi pazienti lo aiutano a mantenere e a sviluppare il
tempio, sia attraverso il coinvolgimento diretto nei lavori di costruzione o attraverso la
sponsorizzazione.
La struttura non è un tempio attivo di qualsiasi religione, ma piuttosto un tempio della
cultura e della verità. È diventato un punto di riferimento popolare nella città di Kazan, che
prende l'orgoglio nella combinazione pacifica di diverse culture -islamica, tatara, ortodossa
russa, e altre-. Il tempio viene frequentatao sia dai turisti che da persone in cerca di aiuto.
Una volta terminata, la struttura avrà 16 cupole, corrispondenti alle 15 principali religioni
del mondo. La 16° cupola invece è dedicata agli ateisti e alla non credenza.
Figure 5.13 Temple of All Religions - Храм Всех Религий
Figure 5.14 Temple of All Religions - Храм Всех Религий
5.6 – Le vie.
Fra le vie più suggestive della città di Kazan vanno sicuramente ricordate: in primo luogo
St. Petersburg Street -Улицы Санкт-Петербурга- -fig. 5.15, una delle vie pedonali
oggigiorno più belle di tutta la città, la quale rappresenta una piccola miniatura della città
di San Pietroburgo, grazie all'utilizzo dei suoi elementi architettonici caratteristici nelle
decorazioni degli edifici e nella pavimentazione. Fu inaugurata durante i festeggiamenti dei
1000 anni di Kazan nel 2005. In secondo luogo Bauman Street -Улица Баумана-
-fig.5.16-, precedentemente una strada trafficata e sporca. Oggi il centro pedonale
principale della città. Si passa dai negozi molto costosi ai venditori ambulanti di articoli
religiosi, film e cd stranieri pirata.
Le giovani donne si vestono eleganti e si affollano in Bauman Street per passeggiare e bere
birra, mentre giovani musicisti rock intrattengono i visitatori e gli abitanti con le loro
esibizioni di strada. Infine Voskresenskaya Street -Улица Воскресенская- -fig. 5.17-, la
quale inizia dal Cremlino e si conclude verso l'Università di Kazan -monumento del
classicismo dell'inizio del XIX secolo-. In essa vi è l'edificio dell'amministrazione cittadina
e moltissimi complessi architettonici fra cui: l'Arcata del Commercio, la casa di Ushkov
-oggi è la Biblioteca Nazionale della Repubblica del Tatarstan-.
Figure 5.15 St. Petersburg Street in Kazan - Улицы Санкт-Петербурга в Казане
Figure 5.16 Bauman Street in Kazan - Улица Баумана в Казане
Figure 5.17 Voskresenskaya Street in Kazan - Улица Воскресенская в Казане
Risultati
Come risultato della pressione -di Putin- sulle minoranze etniche, la sovranità del Tatarstan
non esiste più come movimento politico. La maggior parte dei tatari ha perso le speranze
nella possibilità di cambiare la società in una più serena di quella che esisteva durante il
periodo sovietico. I sentimenti riguardo a questo fatto si sono manifestati in due modi:
aumento della religiosità da una parte e progresso delle nuove generazioni moderne fiere
della loro lingua e della loro cultura. Nonostante queste due tendenze nei confronti dello
sviluppo della Russia come stato plurinazionale, è improbabile che una transazione
pacifica verso il pluralismo si verifichi in futuro. Per adesso prevalgono gli effetti sociali
del movimento politico del Tatarstan.
Bibliografia
Faller, M. Helen. 2011. Tatarstan's Sovereignty Movement. Budapest, HUN, Central
European University Press.
Sitografia
www.kazan.ru
www.tatarstan.ru
www.kzn.ru
www.gokazan.com
www.gotokazan.com
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