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adarosa.ruffini UNI 3.2.2017 3
Riverbera effetti:
sul piano morale = sviamento della propria integrità
Significato semantico
sul piano giuridico = compimento di atti illegittimi (contro il diritto)
con il concorso sollecitato e/o subito di altri
sul piano etico = abbandono dei comportamenti prescritti e
richiesti dal gruppo sociale di appartenenza,
comportamenti che costituiscono i parametri
di riferimento della dignità e dell'onestà
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o per prevenire "l'evento corruttivo“
o per contrastare il "fenomeno della corruzione"
esistono
tre modelli di reazione:
1 quello codificato dalla legislazione cogente
o mandatoria
2 quello offerto dal piano nazionale approvato
dall'Autorità per l'anticorruzione
3 quello riferito alla normazione volontaria
Che cosa si può fare
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modello di
reazione
Costruisce un'architettura normativa che:
1. reprime unicamente il "fatto corruttivo";
2. censura le condotte relazionali che si instaurano tra il
pubblico & il privato;
3. il codice penale italiano prevede infatti tre reati che colloca nel
Titolo II dei delitti contro la pubblica amministrazione:
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modello di
reazione
art. 314 CP. Peculato. "Il pubblico ufficiale (CP 357) o l'incaricato di un pubblico servizio (CP 358), che,
avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la
disponibilità di denaro (CP 458) o di altra cosa mobile altrui (CC 812, 814), se ne
appropria, è punito con la reclusione da quattro anni a dieci anni e sei mesi.
Si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni quando il colpevole ha
agito al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa, e questa, dopo l'uso
momentaneo, è stata immediatamente restituita".
art. 317 CP. Concussione. "Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio che, abusando della
sua qualità o dei suoi poteri, costringe taluno a dare o a promettere
indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità, è punito con la reclusione
da sei a dodici anni".
art. 318 CP. Corruzione per l'esercizio della funzione. "Il pubblico ufficiale che, per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri,
indebitamente riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità o ne accetta la
promessa è punito con la reclusione da uno a sei anni".
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4. E’ solo con legislazione speciale (il D.Lgs. 231/01) che viene
previsto anche il fatto “dell’induzione indebita a dare o promettere
utilità” tra privati ed introdotto il reato di corruzione tra privati,
così come disciplinato e previsto dall’art. 319-quater CP
Nell’ipotesi quindi di fatto corruttivo commesso da privati
si crea il perfetto combinato/disposto con l’art. 2635 CC
“Salvo che il fatto costituisca più grave reato, gli amministratori, i direttori generali, i
dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i
liquidatori, che, a seguito della dazione o della promessa di denaro o altra utilità, per
sé o per altri, compiono od omettono atti, in violazione degli obblighi inerenti al loro
ufficio o degli obblighi di fedeltà, cagionando nocumento alla società, sono puniti
con la reclusione da uno a tre anni.”
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modello di
reazione
“Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di
pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a
dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità è punito
con la reclusione da sei anni a dieci anni e sei mesi. (2)
Ne casi previsti dal primo comma, chi dà o promette denaro o altra utilità è punito
con la reclusione fino a tre anni”.
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modello di
reazione
approvato con delibera n. 831 del 3 agosto 2016 dall'Autorità per l'anticorruzione
Predispone contenuti e raccomandazioni
(in ottemperanza agli adempimenti internazionali alla cui attivazione lo Stato Italiano
è tenuto ex Legge 190/2012 - "l'Autorità collabora con i paritetici organismi stranieri,
con le organizzazioni regionali ed internazionali competenti").
In questa prospettiva l'ANAC partecipa
alle attività svolte nelle sedi internazionali quali: - l'ONU,
- il G20,
- l'OCSE,
- il Consiglio d'Europa,
- l'Unione Europea,
A fianco dell'azione repressiva (esercitata in maniera coercitiva dalla legislazione cogente)
contribuisce a veicolare importanti orientamenti di tipo preventivo
tesi ad individuare e circoscrivere il "fenomeno corruttivo".
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Un esempio, per tutti:
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modello di
reazione
ad adottare politiche d'impresa socialmente responsabili;
a sviluppare (ex principio n. 10) programmi contro la corruzione
in riferimento alle catene di subfornitura imprenditoriali;
è chiaro il riferimento agli appalti di opere pubbliche
IL GLOBAL COMPACT (agenda per lo sviluppo sostenibile)
che incoraggia le aziende che operano in campo pubblico & privato:
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modello di
reazione
In questa direzione, assume particolare rilevanza:
l'emanazione del Business for the rule of law framework che:
impegna il mondo imprenditoriale al rafforzamento della
trasparenza;
stabilisce la necessità di sviluppare un approccio di tipo
strategico nella gestione dei rischi derivanti da irregolarità,
corruzione, frodi ed illegalità in generale.
A
B la circostanza che l'ANAC estenda il numero dei soggetti tenuti
all'adozione di misure di prevenzione della corruzione, oltre che alle
pubbliche amministrazioni, anche:
agli enti pubblici economici,
agli ordini professionali,
alle società in controllo pubblico e ad altri enti di diritto privato assimilati,
alle società in partecipazione pubblica e ad altri enti di diritto privato assimilati
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modello di
reazione
1. Vista sotto il profilo della sua effettività la norma cogente, meramente
repressiva, segna dunque la sproporzione tra la pretesa sovranità dello
Stato di punire (il fatto corruttivo) e la sua reale possibilità di attuare la
prevenzione (del fenomeno della corruzione).
2. Gli unici strumenti normativi che, sinergici a quelli mandatori,
permettono invece di stabilire una reale e diversa strategia preventiva
sono le Norme convenzionali e pattizie, dette anche Norme
volontarie.
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PERCHE'
incentivi forme di autodisciplina
nel nostro contesto è necessario
creare un modello normativo generale
che
caratterizzi l'impegno che tutti i vari soggetti
potenzialmente interessati, pubblici
& privati, debbano assumersi;
attribuisca loro responsabilità certe e univoche;
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A. nell'orientamento delle scelte;
B. nel sostegno di condotte che realizzino bisogni e valori che provengono anche dalla società civile;
C. che sussista quando il soggetto attuatore:
Strutturare una tipologia di responsabilità, definita responsabilità etica,
che trovi il suo fondamento:
violi i principi di
coerenza
fiducia
equità ed integrità
correttezza e trasparenza
centralità della persona
protezione del consumatore/utente finale
cittadinanza sociale
ponga in essere una condotta non regolata dall'impegno attivo nella realizzazione di uno sviluppo sostenibile dell'economia e della società (economic welfare)
non realizzi un'accettabile balance of power nello sviluppo dei modelli di business to business & business to consumer (con particolare riferimento alle condotte economiche le cui conseguenze non siano solamente economiche)
economia
sociale
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Il modello ritiene fondante la relazione :
l'incremento dell'integrità
etica del soggetto
attuatore, da un lato
lo sviluppo economico
realizzato con un
approccio all'economia
socialmente orientato,
dall'altro
e
tra
la negoziazione e la concertazione che hanno fatto della
normazione volontaria un potente strumento di governance che
contribuisce alla creazione di un impianto di regole comuni in cui
le differenti parti (pubbliche e private) possono agire seguendo un
codice etico basato su principi accettati e condivisi.
Ciò si realizza attraverso
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Per l'elaborazione del codice etico UNI ha già predisposto strumenti
innovativi per sviluppare la responsabilità sociale delle
organizzazione e l'integrità degli individui".
Responsabilità sociale delle
organizzazioni – Indirizzi
applicativi alla UNI ISO 26000
Sviluppo della cultura
dell’integrità dei professionisti
– Indirizzi applicativi
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Noi riteniamo che contribuisca a conferire un approccio socialmente
orientato all'economia una tipologia di business chiamato “business
collaborative”.
Lo standard ISO 44001 “Collaborative business relationship
management systems - Requirements and framework”, supportato
anche dal modello di gestione delle relazioni su cui si basa lo standard
UNI 11.500 “ Partenariato pubblico e privato”, ne definisce i requisiti.
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La Delegazione Italiana ha proposto in ISO PC 286 di estendere
l’applicazione di tale standard anche alla rete delle PMI, entità
imprenditoriali che per le minori dimensioni e risorse, esprimono la
necessità di un maggior sostegno”.
La proposta dello standard “Guideline for SME to establish a
collaborative network” sarà presentata contemporaneamente a
livello nazionale nello WG 1 “ Archetipico” della Commissione
Tecnica UNI 43 Sicurezza della società e del cittadino.
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