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F e d e r a z i o n e I t a l i a n a B i o t e c n o l o g i FIBio Magazine BIOTECNOLOGI E INSEGNAMENTO SCOLASTICO INTERVISTA A LUIGI NICOLAIS CORSO DI BIOINFORMATICA Aperiodico di informazione, Numero 1 FARMACOGENOMICA

Orizzonti 01

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Aperiodico di Informazione, Orizzonti biotecnologici

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Page 1: Orizzonti 01

F e d e r a z i o n e I t a l i a n a B i o t e c n o l o g i

FIBioM

agazine

BIOTECNOLOGI EINSEGNAMENTO SCOLASTICO

INTERVISTA ALUIGI NICOLAIS

CORSO DIBIOINFORMATICA

Aperiodicodiinformazione,Numero1

FARMACOGENOMICA

Page 2: Orizzonti 01

DIRETTOREEDITORIALEFederazione Ita-liana Biotecno-logi, sede ammin.:via GianbattistaRuoppolo n°105,scala C, 80128 Napoli;sede legale: viaLeonardo Bianchi n°10,80131 Napoli

REDATTORE CAPOMaria Vinciguerra

REDAZIONEVinciguerra M.(DISCOVERY), Ruo-tolo G. (FIBIO-WORK IN PROGRESS,VITE PER LA SCIENZA),Catapano O.(BIOTECH EVENTS), Ferraris R.(LA VOCE DEGLI STUDENTI,MISCELLANEA)

IMPAGINAZIONE E GRAFICAAntonio Massa

DISEGNI E VIGNETTELaura del Prete

IN COPERTINAScena tratta dal cartoon “Alice nel paese dellemeraviglie” , rivista e modificata (M. Vinciguerra)

[email protected]

Quest'opera è stata rilasciata sotto la licenza Creative CommonsAttribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.5 Italia.Per leggere una copia della licenza visita il sito webhttp://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/ o spedisci una lettera aCreative Commons, 559 Nathan Abbott Way,Stanford, California 94305, USA.

Ad ognuno il suo...

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L’EDITORIALEdi Maria Vinciguerra p.4

DISCOVERYa cura di Maria VinciguerraFARMACOGENOMICA:COMEINOSTRIGENI INFLUENZANOLERISPOSTEAIFARMACI p.5

Le mutazioni e le traslocazioni del gene jak2 nelleneoplasie mieloproliferative p.8

FIBIO-WORK INPROGRESSa cura di Gianluca RuotoloBIOTECNOLOGI: LAPOSSIBILITÀDI INSEGNARENELLESCUOLESECONDARIE p.9

F.I.BIO: aperte le iscrizioni per il 2009 p.11

BIOTECHEVENTSa cura di Oriana Catapano

CORSODIBIOINFORMATICA p.12

L’industria farmaceutica in Italia p.13

L’INTERVISTAa cura di Ida Crifò

INTERVISTAALUIGINICOLAIS:UNOSCIENZIATOPRESTATOALLAPOLITICA p.14

VITEPERLASCIENZAa cura di Gianluca Ruotolo

MARIECURIE ELASTRAORDINARIASCOPERTADELLARADIOATTIVITÀ (SECONDAPARTE) p.16

LAVOCEDEGLISTUDENTIa cura di Roberta Ferraris

SFOGODABIOTECNOLOGONONCHÉITALIANODISILLUSO p.18

MISCELLANEAa cura di Roberta Ferraris p.19

SOMMARIO

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L’editoriale

Poco tempo fa, leggendo un articolo su una prestigiosa rivista scientifica, mi ero fatta un’idea abba-stanza precisa di quanto privacy e globalizzazione fossero due grandezze inversamente proporzio-nali, e di quanto realmente ci fosse bisogno di ridefinire con urgenza i limiti dell’informazione, in

ogni campo, da quello politico a quello medico, dalla genetica al web, alla vita dei privati cittadini, sem-pre più spesso vittime di riflettori indiscreti quanto illegali. Poi è arrivato il terremoto in Abruzzo. Tuttinoi sappiamo precisamente e dettagliatamente cosa sia accaduto in ogni casa, angolo della città, dal mo-mento della prima scossa ad oggi. Abbiamo assistito in diretta ad estrazioni di cadaveri e persone vive ter-rorizzate, abbiamo partecipato ai funerali e alla costruzione delle tendopoli, all’arrivo della protezionecivile e del Presidente del Consiglio; abbiamo pianto con gli sventurati che urlavano straziati mentre ten-tavano di tirar fuori dalle macerie i loro figli, le mogli, i mariti, i genitori. Abbiamo pregato con loro e perloro, e abbiamo mandato sms di solidarietà. Ci siamo messi, noi italiani, a spiare dal buco della serraturale vittime del terremoto, proprio come se guardassimo un nuovo reality; con partecipazione per carità, maanche con curiosità e quel distacco che la televisione infonde. Ditemi che non vi è sembrato di guardarel’ultima stravagante edizione del Grande Fratello o dell’isola dei famosi! Telecamere puntate 24 ore algiorno a cercare di carpire ogni scena che potesse alzare l’audience: estrazioni in diretta di cadaveri o per-sone sbigottite, agghiacciate, terrificate; riprese di familiari allucinati e totalmente scossi; interviste asfollati con fari puntati sulle auto semidistrutte montate appositamente per creare commozione e generarelo stesso tipo di suspense delle migliori soap-opera americane!Quando, dopo due giorni dal terremoto, ho spento la televisione dichiarando che non avevo più inten-zione di assistere ed assecondare quell’oscenità, quel furto della dignità umana e della più profonda pri-vacy delle persone, approfittando del loro dolore come sciacalli il cui bottino era rappresentato dallelacrime della gente, sono stata definita insensibile ed ottusa, perché quello a cui assistevo era sempliceinformazione, e gli abruzzesi per primi avevano chiesto di essere aiutati e non dimenticati.Mio Dio! Ma come si fa a non capire che i riflettori, questo tipo di riflettori, non sono certo la risposta aldisperato grido del popolo abruzzese! Chi di noi desidererebbe essere ripreso mentre muore sotto le ma-cerie di quella stessa casa che per tutta la vita aveva rappresentato forse l’unico punto fermo, l’unicoposto sicuro in cui poter fare sonni tranquilli? Chi chiederebbe di essere ripreso mentre scopre tra le ma-cerie il cranio sfondato del suo piccolo bambino, stroncato nel suo lettino? La mia stessa madre mi ha dettodi non farla tanto lunga, che non è mica la prima volta che vediamo la morte in TV; lo stesso papa Woj-tyla, per esempio, è morto in diretta! Sono inorridita dal fatto che le differenze siano così eclatanti ma allostesso tempo pare che nessuno le veda.Esistono dei limiti, nell’informazione come nella scienza e nell’utilizzo della tecnologia. Noi, in quantobiotecnologi, siamo chiamati a chiederci spesso se stiamo agendo nei limiti imposti dall’etica. Non abi-tuiamoci a considerare ogni cosa lecita e normale ma usiamo il nostro senso civico e la nostra coscienzaetica per operare sempre al meglio, al fine di garantire dei reali vantaggi all’umanità!

Maria Vinciguerra

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L’interesse della co-munità scientifica edell’opinione pub-

blica nei confronti della far-maco-genomica è oramaiindiscusso. Lo testimonianoquasi 9000 articoli e oltre3000 review pubblicate suPub-Med, e persino notizieANSA. L’efficacia di una te-rapia farmacologica sibasa sull’interazione traun farmaco e un bersa-glio molecolare pre-sente nell’organismoricevente. Un processoin apparenza banale mache è dipendente da unamolteplicità di fattorisia farmacocinetici chefarmacodinamici.La Farmacocinetica si

occupa di tutti i pro-cessi che riguardano lemodalità con cui un far-maco:- è introdotto nell’orga-nismo (assorbimento);- è trasformato in sua

forma attiva (metaboli-smo);- è trasportato nella sua

sede d’azione (distribu-zione);- è inattivato ed elimi-

nato dall’organismostesso (metabolismo/escre-zione).La Farmacodinamica studia,invece, il meccanismod’azione molecolare di unfarmaco, cioè l’interazionecon uno specifico bersaglio(enzima, canale ionico, recet-

tore, DNA, etc) e gli effetticellulari e/o tissutali da essodeterminati.I processi farmacocinetici efarmacodinamici sono condi-zionati a loro volta da fattori:

- fisiologici (età, sesso,peso corporeo, condizione fi-sica);- patologici (malattie, livello

di funzionalità epatica o re-nale);- ambientali (dieta, alcool,

tabacco, altri farmaci);- genetici (polimorfismi).

In merito a quest’ultimoaspetto, nel 1959 è stato in-

t r o d o t t oda Frie-d r i c hVogel ilt e r m i n e“ F a r m a c o -g e n e t i c a ” ,proprio per indicare lo studiodelle singole differenze ere-ditarie nel metabolismo e

nella risposte ai farmaci.In seguito al sequenzia-mento del genomaumano, al progresso dellabiologia molecolare edelle biotecnologie è orapossibile ampliare lo stu-dio dal singolo gene al-l’intero genoma.Innovative tecnologie(microarray, elettroforesibidimensionale, etc) per-mettono di analizzarecontemporaneamente, alivello globale, il com-plesso network di geni eproteine coinvolti in unamalattia e nella rispostafarmacologica e la moledi dati possono essere fi-nalmente intergrati gra-zie alle metodologiebioinformatiche. Sitende, quindi, a sostituireil termine “Farmacogene-tica” con quello più ad

ampio spettro di “Farmaco-genomica”.In letteratura esistono nume-rosi esempi che evidenzianocome alla base di alcune rea-zioni avverse (“adverse drugreactions”, ADRs) vi sia unapredisposizione genetica.

Discovery

FARMACOGENOMICA: COME I NOSTRI GENIINFLUENZANO LE RISPOSTE AI FARMACI

DiscoveryACURADIM.VINCIGUERRA

Discov

ery

ACURADI M.VINCIGUERRA

I progressi della medicina verso una terapia personalizzata

(ANSA) - ROMA, 18 FEB2009 - S i concret izza

sempre più la prospett ivade l la farmacogenomica ,con terap ie su misura ba-sate su l prof i lo genet icode l paz iente . In sostanzala somministraz ione del ladose giusta d i farmaco,che dipende dai geni chec iascun ind iv iduo pos-s iede per fabbr icare g l ienz imi de l metabol ismo

dei farmaci . . .

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In particolare i primi studi sisono focalizzati sulla varia-bilità genetica delle proteinee degli enzimi che interven-gono nel metabolismo deifarmaci. Alcuni soggetti pos-sono presentare una ridottacapacità di inattivazione dialcuni farmaci e sono dunqueesposti ad un aumentato ri-schio di reazioni tossiche, setrattati alle dosi standard, vi-ceversa altri che hanno unaiperattività della via metabo-lica, necessitano di dosaggipiù elevati per il raggiungi-mento della dose efficace.Riportiamo di seguito alcunitra i più frequenti difetti far-macometabolici su base ge-netica.

POLIMORFISMO GENE-TICO NELL’ACETILA-ZIONEComporta una differente ca-

pacità di acetilazione di al-cuni composti di impiegoclinico quali isoniazide, pro-cainamide, idralazina, dap-sone, sulfametazina da partedell’enzima N-acetiltransfe-rasi 2 (NAT2). In base allacapacità di acetilazione gliindividui possono essere di-stinti in acetilatori rapidi elenti. Nel caso dell’isonia-zide, negli acetilatori rapidila tossicità si manifesta comeepatopatia, negli acetilatorilenti come neuropatia perife-rica.

POLIMORFISMO GENE-TICO NELL’OSSIDA-ZIONE

È riferito, in particolare, alsistema enzimatico del cito-cromo P450 (CYP).

Nell’uomo sono stati identi-ficati 57 CYP che sono sud-divisibili in 18 famiglie e 42sub-famiglie. Una forma par-ticolare di CYP, il CYP2D6,nell’uomo è responsabile delmetabolismo ossidativo dipiù del 25% dei farmaci incommercio; tra questi visono antiaritmici (propafe-none, encainide); beta-bloc-canti (timololo,propranololo); antidepressivi(nortriptilina, desipramina,fluoxetina); antipsicotici(clozapina, tioridazina), anti-dolorifici (morfina e co-d e i n a ) , a n t i - t u m o r a l i(tamoxifen) etc.. Il CYP2D6presenta numerose variantipolimorfiche, alcune dellequali influenzano la velocitàdi metabolizzazione dei sub-strati o addirittura causanouna alterazione nel normalericonoscimento del substratospecifico. In base all’attivitàdi questi isoenzimi è possi-bile distinguere 4 fenotipi: imetabolizzatori lenti, inter-medi, normali e ultra-rapidi.I metabolizzatori ultra-rapidi

presentano una duplicazionedel gene e hanno un metabo-lismo accelerato. I metabo-lizzatori lenti, omozigoti perun carattere autosomico re-cessivo, non posseggonol’enzima a livello epatico edhanno una ridotta capacitàmetabolica per numerosicomposti. Questi avrannouna maggiore concentrazionea livello ematico del farmacoe generalmente un maggioreffetto, a parità di dosaggio,rispetto ad individui che pos-siedono le forme dell’enzimacosiddette normali/interme-die. Sono, inoltre, più fre-quentemente esposti adeffetti indesiderati se trattaticon dosi standard di questicomposti. Secondo alcunistudi donne, lente metaboliz-zatrici affette da tumore allamammella, risultano pocosensibili al trattamento contamoxifen e più esposte a re-cidive, a causa dell’incapa-cità di convertire iltamoxifen nei suoi metabolitiattivi 4-idrossitamoxifen e 4-idrossi-N-desmetiltamoxifen

Orizzonti biotecnologici 6

Discovery

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(endoxifen); tuttavia ci sonoancora controversie nell’in-troduzione, nella pratica cli-nica, di un test che“classifichi” le donne in re-sponsive e non al farmaco.

POLIMORFISMO GENE-TICO NELL’IDROLISI

Il caso più noto è il deficit,su base genetica, della ca-pacità di idrolisi dellasuccinilcolina. La succi-nilcolina è un bloccanteneuromuscolare perife-rico, la cui azione dura ingenere pochi minuti per-ché rapidamente inattivatoad opera di una colineste-rasi (pseudocolinesterasi)presente nel plasma e nelfegato. In circa un indivi-duo su 2500 il blocco neu-romuscolare può durarefino a tre ore per la pre-senza nel plasma di unapsuedocolinesterasi ati-pica, determinando una para-lisi respiratoria chiamata“apnea da succinilcolina”.Anche polimorfismi in geninon coinvolti nel metaboli-smo possono essere correlatia spiacevoli reazioni av-verse, di esempio è la corre-lazione tra l’alleleHLA-B*5701 e lo sviluppodi reazioni avverse nei pa-zienti affetti da HIV trattaticon ABACAVIR (inibitoredella trascrittasi inversa ditipo nucleotidico).Data l’indiscussa rilevanzadei fattori genetici come ele-menti condizionanti la rispo-sta farmacologica, la “ Foodand Drug Administration”(FDA) ha invitato le compa-gnie farmaceutiche a valutareanche gli aspetti farmacoge-

nomici nella fase di approva-zione dei loro farmaci, me-diante raccomandazioni,raccolte e schematizzate inun documento guida. Comerisultato, molte compagniefarmaceutiche e biotecnolo-giche hanno sviluppato deicomitati interni di farmaco-genomica. Il ruolo di alcunidi questi comitati è di revi-

sionare i dati ottenuti dallaloro ricerca interna, dai trialsclinici, dalla letteratura e dafarmaci analoghi, per poter:

- identificare biomarkers,mutazioni e/o polimorfismidi singolo nucleotide (SNPs)di specifici geni;

- sviluppare degli appro-priati test genetici al fine didifferenziare i vari pazienti;- suddividere i pazienti in

“responsivi” e “non respon-sivi” al farmaco e indivi-duare quelli che potrebberoessere soggetti a spiacevolireazioni avverse (“adversedrug reactions”, ADRs).La conoscenza completa ditutti i parametri che sono allabase dei meccanismi dellavariabilità interindividualedella risposta ai farmaci

potrà aiutare il clinico nellescelte terapeutiche. Sarà pos-sibile prevedere quale far-maco, tra quelli disponibiliin commercio, sia il piùadatto ad ogni paziente; sta-bilire il giusto dosaggio evi-tando il ricorso a terapieinefficaci o all’eventuale in-sorgenza di reazioni avversedi tipo dose-dipendente e

non. Ci si avvia dunqueverso una nuova dimen-sione molecolare dellamedicina, in particolareverso un settore definitocome “Medicina Predit-tiva”, ovvero una medi-cina, che basandosi sulleinformazioni ricavabilidalla costituzione gene-tica di un individuo,possa anticipare unastima del rischio di que-st’ultimo di sviluppareuna determinata patolo-gia durante il corso dellavita.

[Oriana Catapano]

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Discovery

R. S. Huang and M. J. Ratain. Pharma-cogenetics and pharmacogenomics ofanticancer agents. CA Cancer J Clin2009; 59;42-55.R. Ito and L.M. Demers. Pharmacoge-nomics and Pharmacogenetics: FutureRole of Molecular Diagnostics in theClinical Diagnostic Laboratory. ClinicalChemistry. 2004; 50:1526-1527.R. Paoletti, S.Nicosia, T.Clementi,G,Fumagalli. Farmacologia Generale eMolecolare. UTET.G. Severino, Maria Del Zompo. Farma-cogenomica: realtà e prospettive peruna “Medicina Personalizzata”. Calei-doscopio Italiano 177.L. Wang and R. M. Weinshilboum.Pharmacogenomics: candidate geneidentification, functional validation andmechanisms. Human Molecular Gene-tics, 2008, Vol. 17.

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Le proteine della famiglia JAK(JAK1, JAK2, JAK3 eTYK2) sono tirosine chinasi

citoplasmatiche che partecipano al si-gnaling dei recettori delle citochininenel pathway JAK-STAT e sono cru-ciali per la normale ematopoiesi. Inparticolare, JAK2 è attivata in rispo-sta ai ligandi delle citochinine di tipoI, quali: ertitropoietina (EPO), fattoristimolanti le colonie granulociti-ma-crofagi (GM-CSF) e trombopoietina(TPO). Una volta attivata, JAK2 di-merizza e recluta le proteine STAT,che attivano la trascrizione dei genitarget.Identificata nel 1989 sul cromo-soma 9p24, JAK2 ha 2 impor-tanti domini: JH1, che è la chinasiattiva al C-terminale, e JH2, che èun dominio chinasico-simile ini-bente JH1. I domini JH3 e JH4 diJAK2 hanno motivi SH2, mentreJH5-JH7 formano il dominioall’N-terminale omologo aFERMeresponsabiledel legamenoncovalente alla regione citoplasmaticajuxtamembrana dei recettori delle ci-tochinine di tipo I.Le mutazioni in JH2, ed in particolarequelle nell’esone 14 del gene, bloc-cano la chinasi in conformazione at-tiva. Tra queste, la V617F è unamutazione somatica acquisita, nonpresente nei campioni controllo dadonatori sani, importante nella pato-genesi delle Neoplasie mieloprolife-rative croniche (MPN). Nel 2008, leMPN sono state definite dall’Orga-nizzazione Mondiale della Sanità(WHO) malattie ematopoietiche clo-nali ed includono la policetemia vera(PV), la trombocitemia essenziale(ET), la mielofibrosi idiopatica(CIMF), dove V617F è, rispettiva-

mente, nel 90%, nel 55% e nel 50%dei pazienti. Essi mostrano significa-tive differenze cliniche rispetto aiV617F-: più lunga durata della ma-lattia, tasso più alto di complicazioni(fibrosi, emorragie, trombosi, eventicardiologici), alti livelli di emoglo-bina (Hb) e globuli bianchi (WBCs),aumento delle dimensioni della milzae di rischio di leucemia. Differenzesono anche state notate tra i pazienticon V671F in omozigosi, perchémaggiori sono i rischi di trasforma-zione fibrotica.In pochi casi di Leucemia Mieloide eLinfatica Acuta (AML e ALL) sono

state riportate mutazioni nel dominioJH2(D620E,E627E,C616Y,L611S,delIREED, K607N, T875N) eJH1 (esone 12; del GAAATG→R541L+N543-E543del) e in SH2-JH2 linker (F537-K539delinsL,H538QK539L, N542-E543del)(fig.1). I pazienti con queste muta-zioni sonoV617F-, a bassa conta pia-strinica (Plt) e di WBCs ed alti valoridi Hb.Similmente, inducono attivazioneco-stitutiva di JAK2 in assenza del li-gando le traslocazioni di JAK2, cheportano alla formazione dei geni difusione PMC-JAK2, BCR-JAK2 eTEL/ETV6-JAK2. Confrontate conle malattie con le mutazioni punti-formi di JAK2, le traslocazioni sonoassociate a malattie più aggressive

comeAML,ALL e mielofibrosi.I test per la ricerca delle mutazioni diJAK2, altamente sensibili e specifici(sequenziamento diretto, ARMS-PCR, RQ-PCR), sono tra i più richie-sti in casi di MPN e di pazienti coneventi trombotici al fine di effettuareuna diagnosi di MPN latente, per-metterne il monitoraggio della malat-tia minima residua ed ipotizzare undiverso approccio terapeutico usandoinibitori di JAK2.Tra questi, INCB018424 (Incute) eXL019 (Exelixis) sono in fase I/II disperimentazioni cliniche in CIMF epostfibrosi PV o ET, mentre tra gli

inibitori off-target MK-0457(VX-680) è usato in pazienti conCMLo Ph+ALLeT315I mutatiperché inibente Aurora Kinasi,Flt-3, Bcr-Abl e JAK2 mutato, eCEP701 (Lestaurtinib) è usatocome immunosoppressore in pa-zienti sottoposti a trapianto re-nale, in quelli affetti da artite

reumatoide o da mielofibrosi perchéinibitore di JAK3.In conclusione, la scoperta dell’asso-ciazione tra le mutazioni di JAK2 ele MPN ha fornito un marcatore bio-logico estremamente valutabile nellediagnosi e monitoraggio delle MPN,perché specifiche e facili da testare,tanto da modificare criteri diagnosticie i protocolli terapeutici, come indi-cato dalla WHO.

[Annalucia Peluso]

Discovery

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LE MUTAZIONI E LE TRASLOCAZIONI DEL GENE JAK2 NELLENEOPLASIEMIELOPROLIFERATIVE

Cristina A. Smith MD, Guang Fan MD,The saga of JAK2 mutations and tran-slocations in hematologic disorders:pathogenesis, diagnostic and thera-peutic prospects, and revised WorldHealth Organization diagnostic criteriafor myeloproliferative neoplasmsHuman Pathology (2008) 39, 795–810

Nuovi criteri per la diagnosi di neoplasie

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Biotecnologi : la possibi l i tà diinsegnare nel le scuole secondarie .Le normative vigenti e le proposte della F.I.Bio

Secondo il DM39/98 edi l DM22/05, e le suc-cess ive modif iche , la

laurea in bio tecnologie (aprescindere dal l ’ indir izzo)dà accesso a l la proceduraabi l i tan te per la c lasse diconcorso A060 (sc ienzenatural i , chimica geograf iae microbio logia negl i i s t i -tu t i super ior i ) , ment re lalaurea in bio tecnologieagro-industr ia l i dà accessoa l la procedura abi l i tan teper la c lasse di concorsoA057 (sc ienza degl i a l i -ment i negl i i s t i tu t i supe-r ior i ) . Tut to c iò t radot tone l la pra t ic i tà s igni f icache i biotecnologi possonoinsegnare ne l le scuole su-per ior i la b io logia la chi -mica e le sc ienze del la

te r ra e per i b io tecnologi ,mol to pochi in ver i tà , lau-reat i con indir izzo agro-in-dus t r ia le sono aper te lepor te anche del le ca t tedredi sc ienze degl i a l iment iche per lo più es is tono indeterminat i indi r izz i degl iis t i tut i tecnici femmini l i eindustrial i , anch’essi pochisu l te r r i to r io i ta l iano seconfronta t i a l le a l t rescuole superior i .Tale si tuazione è già da in-tenders i come una vi t tor iaper i b io tecnologi se s ipensa che f ino a l 1998 ib io tecnologi (anche se aquel la da ta es i s tevanopochi laureat i in biotecno-logie in Ital ia) non avevanoaccesso all’insegnamentonel le scuole secondarie per

n e s -s u n ad i s c i -pl ina.D ’ a l -t ro cantoperò a l t relauree s imil i a biotecnolo-g ie appar tenent i a l l ’a reade l le “sc ienze del la v i ta”(ad esempio: Sc ienze bio-logiche , Sc ienze natura l i ,Sc ienze geologiche) sonor i tenute idonee al la proce-dura di selezione per molteal t re classi di concorso no-nos tante non s iano r iscon-t rab i l i d i ffe renzesos tanz ia l i t ra le compe-tenze di base forn i te daques t i cors i d i laurea equel le forn i te da i cors i d ilaurea in Biotecnologie . Sipensi che a t i tolo di esem-pio la laurea in biologia èidonea per insegnare edu-caz ione tecnica ne l lescuole medie e quel la inbiotecnologie no. I l motivodi ta l i d i screpanze è pur-t roppo da at t r ibuire ancorauna vol ta a l la miopia de lleg is la tore che sovente s il imi ta ad esegui re una“copia- incol la” de l lenorme precedent i senza pe-ra l t ro in te rpre ta re coloroche sono ogget to de l lalegge e che probabi lmentepotrebbero dare i l loro ap-por to per una propos ta d imodi f ica coerente e piùconforme agl i a t tua l i per-cors i format iv i univers i-

Work inprogressACURADIG.RUOTOLO

F.I.Bio: work in progress

F.I.Bio:

worki

nprog

ress

ACURADI G.RUOTOLO

Gianluca Ruotolo, segretario F.I.Bio

Page 10: Orizzonti 01

Orizzonti biotecnologici 10

tar i .La F.I .bio già si era adope-rata per tale quest ione conlo scorso esecut ivo (go-verno Prodi ) consegnandonel le mani de l l ’a l lora Mi-n is t ro de l l ’ i s t ruz ione G.Fioroni i l g iorno 31 Mag-gio 2007 una let tera conte-ne te la r ich ies ta d imodi f ica de l la d isc ip l inavigente su i t i to l i d i ac-cesso a l le c lass i d i con-corso, al f ine di consent irel ’accesso a i b io tecnologi( laurea t i s ia de l vecchioche del nuovo ordina-mento) ad a l te c lass i d iconcorso ol t re al le già duecitate in precedenza. A taler ich ies ta c i pervenne unamiss iva de l Minis t ro , t ra -mi te l ’On. le GerardoBianco , in cui c i vennedet to che s i sarebbero te-nute in cons ideraz ione ler ich ies te de i b io tecnologiove mai si fosse procedutoad una revis ione delDM39/98 e del DM 22/05.Non contenti della rispostade l minis te ro , in da ta 03Agosto 2007 abbiamo pro-dot to t rami te i l nos t ro le -ga le un’ i s tanza diinterpel lo . Scadut i i tempidebi t i entro i qual i i l mini-s te ro avrebbe dovuto r i -spondere , e non avendopercepi to ent ro a lcuna r i -spos ta , i l d i re t t ivo del laF. I .Bio del iberò per pro-durre una di ff ida a l Mini -s tero al f ine di poter la poiimpugnare, in caso di con-t inua to s i lenz io da par tede l l ’en te , r icor rendo alTAR. Tutto ciò accedeva afine Febbraio del lo scorsoanno, ma nei mes i prece-

dent i la nos t ra assoc ia-z ione aveva già fa t to pro-durre un’ in te r rogaz ionepar lamentare scr i t ta da l -l ’On. Capezzone per sot to-l ineare a l Governol ’urgenza e l ’ impor tanzadel provvedimento che ov-viamente a causa del la ca-duta de l Governo Prodi i l24Gennaio 2008 non ebbemai r isposta .Con L’ insediamento delnuovo Governo Berlusconila r ich ies ta fu r i fa t ta a lneo Minis t ro Gelmini ( lu-gl io 2008) e a questa feceseguito, nel dicembre dellos tesso anno, un incont rocon la segre te r ia pol i t icadel Minis t ro .Ad entrambi i governi , ab-b iamo chies to l ’aper turaper i b io tecnologi di a l t rec lass i d i insegnamento enel lo specif ico:

− la A012 Chimica agrariaper i biotecnologi agrar i eindustr ia l i ;

− la A013 Chimica e tec-nologie chimiche per i bio-tecnologi indus t r ia l i efarmaceut ic i ;

− l a A040 Igiene , ana to-mia , f i s io logia , pa to logiagenera le e de l l ’appara tomast ica tor io per i b io tec-nologi medici e farmaceu-t ic i ;

− la A058 Scienze e mec-canica agrar ia e tecnichedi gest ione aziendale , f i to-pa to logia ed entomologiaagrar ia per i biotecno-logi agrar i ;

− l a A074 Zootecnica e

sc ienza del la produzioneanimale per i biotecno-logi agrar i e veter inar i ;

− la A033 Educazione tec-n ica ne l la scuola media ela A059 Scienze matema-t iche , ch imiche , f i s iche enatural i nella scuola mediaper tut t i i biotecnologi .

A ta le incont ro c i fu r i fe -r i to da l la segre te r ia de lMinistro Gelmini che la r i-forma del le class i di inse-gnamento e del le scuolesecondar ie ver rà a t tua taprobabi lmente nel 2010 edè s ta to fa t to esp l ic i to in-v i to a l la nos t ra assoc ia-z ione a presentarer ichiesta per partecipare altavolo tecnico per la sud-de t ta r i forma. Aspet tandola r isposta a tale nostra r i -ch ies ta , g ià inol t ra ta , ab-biamo modo di pensare chele nos t re i s tanze venganorecepi te , a lmeno in par te ,a l lorquando s i met te ràmano al la r i forma del l ’ac-cesso a l le c lass i d i inse-gnamento per le scuolesecondarie .

[Gianluca Ruotolo]

F.I.Bio: work in progress

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Cari colleghi, si è chiuso unanno importante per laF.I.Bio che ci ha permesso,grazie alla vostra fiducia, diportare avanti tante iniziativee far sentire alle istituzioni lanostra voce.Dopo il successo enorme del2007 che ha visto la F.I.Bioriuscire in un’ardua impresa,in cui altri non sono riusciti,cioè l’inserimento della lau-rea in biotecnologie, addirit-tura anche solo quellatriennale, tra quelle idoneeallo svolgimento dell’attivitàdi Informatore Scientifico delFarmaco (DM 3 agosto 2007), il 2008 è statocontrassegnato da un continuo dialogo con le isti-tuzioni (MIUR e Ministero della Salute princi-palmente) che nel frattempo si sono rinnovate neivertici a causa dell’insediamento del nuovo go-verno.Il colloquio che abbiamo intrapreso con i tecnicidella segreteria politica del neo Ministro Gelminiha riguardato sia la riforma delle classi di inse-gnamento nelle scuole secondarie inferiori e su-periori, ricevendo l’invito a presentare domandaper essere ammessi al tavolo tecnico per la ri-forma, sia l’accesso all’esame di stato per i bio-tecnologi del vecchio ordinamento.Con i tecnici del Ministero della Salute stiamo di-scutendo invece dell’inserimento della figura delbiotecnologo, specializzato e non, all’interno delSistema Sanitario Nazionale.La F.I.Bio inoltre ha continuato ad aggiornarequindicinalmente i propri iscritti con le offerte dilavoro e di alta formazione tramite il suo portalee anche per quest’anno ha organizzato un conve-gno ed un corso di aggiornamento, entrambi gra-tuiti per i soci, pregni di interessanti novità nelcampo delle tecnologie biologiche oggi più al-l’avanguardia: la PCR a scopi diagnostici e labioinformatica.Siamo consci che servirà ancora molto lavoro persuperare le difficoltà che i biotecnologi incon-trano quotidianamente, ed il non volersi arrendere

è insito nel DNA di F.I.Bio. Per questo colgo l’oc-casione tramite questo articolo per esortare i col-leghi, che non lo hanno già fatto, ad iscriversi allanostra associazione. Più ne siamo, più forte sarà lanostra voce, più sarà facile raggiungere i nostriobiettivi.Dal 7 gennaio 2009 si sono aperte le iscrizionialla FIBio per l’anno 2009 e come ogni anno ri-ceviamo un discreto successo, ma quest’annoserve anche il tuo supporto: iscriviti anche tu!Per essere soci ordinari è necessario essere tito-lari di Laurea Triennale o Specialistica o LaureaVecchio Ordinamento o Dottorato o Specializza-zione in Biotecnologie mentre per essere soci so-stenitori basta essere iscritti ad un corso di laureatriennale in biotecnologie. La quota annuale per isoci ordinari è di 30 € mentre per i soci sostenitoriè di 10 €. La quota associativa può essere versatamediante bonifico, vaglia o bolletino postale odirettamente al proprio Coordinatore Regionale.Le info dettagliate per l’iscrizione sono alla pa-gina iscriviti del sito www.biotecnologi.it.La FIBio è l’unica strada certa per il riconosci-mento professionale del biotecnologo nel nostroPaese.Per qualsiasi informazione scrivete a [email protected]

[Gianluca Ruotolo]

F.I.Bio: aperte le iscrizioni per il 2009

F.I.Bio: work in progress

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Il19 novembre 2008 laF.I.Bio ha organizzatoil suo primo workshop

in Bioinformatica nell’am-bito dei corsi di aggiorna-mento e perfezionamentoper i soci previsti dalla pro-pria “mission”.L’evento, che si è svolto aNapoli nella sala informa-tica del centro di ricerca“CEINGE - Biotecnologieavanzate”, è stato accoltocon grande interesse daparte dei soci e per questoverrà riproposto di nuovo ilprossimo autunno. Il corsoha previsto gli interventi in-troduttivi dei professoriGiovanni Paolella edAdriana Zagari, docenti ri-spettivamente di Bioinfor-matica e BiologiaStrutturale presso la Fa-coltà di Scienze Biotecno-logiche dell’UniversitàFederico II di Napoli, ed uncorso pratico sull’utilizzodella piattaforma Ensemblad opera di Giulietta Spu-dich dell’EuropeanBioinformatics Institute(EBI). Gli interventi in-troduttivi hanno riguar-dato le tematiche delsequenziamento genomicoed in particolare dei metodi“high – throughput” chepermettono di determinarecon pochi esperimenti l’in-tera sequenza del genoma diun batterio. Il corso è poiproseguito spiegando le pro-blematiche dell’annotazione

automatica dei genomi edell’analisi strutturale delleproteine usando sia metodisperimentali che ab-initio .Dopo le due lezioni frontali,i partecipanti hanno seguitoun corso teorico-pratico sul-l’utilizzo della nuova ver-sione del portale Ensemblche proprio in quel giornoera diventata la versione uf-ficiale.Il progetto Ensembl, natonel 1999 dagli sforzi con-giunti dell’EBI e del Wel-lcome Trust SangerInstitute, ha come scopo lacreazione di una banca datiinformatica consultabile dagenetisti, biologi molecolarie da tutti gli scienziati che

s io c c u -p a n odelle analisidei genomi degli organismieucarioti.Ensembl si preoccupa di

conservarele se-q u e n z eg e n o -m i c h enei pro-pri data-base , diannotarle in ma-niera automatica, di inte-grare le proprie analisi congli altri dati biologici dispo-nibili e di rendere tutto ciòpubblicamente disponibilevia web.Durante la sessione pratica,ogni socio ha potuto anchecimentarsi in esercizi da ri-solvere con gli strumenti diEnsembl usando o un com-puter della sala informaticao il proprio portatile essen-dogli stato garantito l’ac-cesso alla rete via wireless .Il corso è stato organizzatodalla commissione Eventi eFormazione di F.I.Bio dicui hanno fatto parte Da-niele Silvestro, Luca Coz-zuto, Valentina Scala eDanilo Ranaldi.

[Luca Cozzuto]

CORSO DI BIOINFORMATICA

Gli aggiornamenti della F.I.Bio

Biotec

heven

ts

ACURADI O.CATAPANO

Biotech Events

Biotech EventsACURADIO.CATAPANO

Page 13: Orizzonti 01

Biotech Events

Orizzonti biotecnologici 13

Ilrapporto tra industria far-maceutica e biotecnologiein Campania è stato il

tema affrontato dal convegno te-nutosi, lo scorso 13 febbraio,presso la sala Conferenze dellaFacoltà di Medicina e Chirurgiadella Seconda Università di Na-poli. L'evento è stato ispirato dauna ricerca sulla performancedelle imprese biotecnologiche inItalia, condotta in seno alla fa-coltà di Economia della SUNcon la supervisione di Assobio-tec (l'Associazione Nazionaleper lo Sviluppo delle Biotecno-logie). A dare il via ai lavoridella prima delle due sessionipreviste è stata appunto la pre-sentazione dei risultati di questaricerca da parte di Mario Sorren-tino, ordinario di imprenditoria-lità e business plan alla SUN. Afronte di un quadro generale dicrescita e sviluppo, i dati docu-mentano un particolare ritardodella Campania nell'investi-mento industriale biotecnolo-gico. Infatti, nonostante l'elevataintensità di ricerca in campo bio-medico e biomolecolare, il terri-torio campano ospita solo unadecina su più di duecentoaziende biotech italiane. Il Presi-dente di Assobiotec ha soprat-tutto sottolineato la necessità di

accrescere l'interazione tra ri-cerca pubblica, istituzioni ed in-dustria biofarmaceutica,necessità evidenziata dalla mag-gioranza dei relatori presenti. Inparticolare Germano Carganico,Direttore Generale del ParcoScientifico Toscana Life Scien-ces, ha messo in risalto l'impor-tanza del ruolo dei Parchi nellapromozione di progetti a carat-tere industriale e nella creazionedi condizioni favorenti la nascitadi nuove aziende biotech nei set-tori farmaceutico, diagnostico ebiomedico. Il Prof. Piero Borea,Direttore del Dipartimento diMedicina Sperimentale all’Uni-versità di Ferrara, ha trattato in-vece il problema delcoinvolgimento degli accademicinegli spin off biofarmaceutici,citando l'esemplare caso di Phar-mEste, società farmaceutica natacome spin off dell'Ateneo di Fer-rara.Nella seconda e ultima parte delconvegno è stata aperta una ta-vola rotonda sulle opportunità disviluppo industriale e biotecno-logico in Campania, alla qualehanno partecipato sia esponentidell'industria che delle istitu-zioni (oltre il Rettore e il ProRettore all'Economia della SUNricordiamo gli Assessori Regio-

nali alle Attività Produttive e allaRicerca Scientifica). La discus-sione, incentrata in particolarmodo sull'aspetto finanziario, havisto protagonista PierLuigi Pa-racchi, esperto di venture capi-tal, che ha illustrato ilfunzionamento delle Sgr (So-cietà di Gestione del Risparmio)e la loro mission nel finanzia-mento di nuovi spin off della ri-cerca. Per finire, una notiziatutta positiva per i ricercatori e ibiotecnologi campani: il Presi-dente di BioTek ha presentato laneosocietà CamBio (progettoCampania Biotechnologies), unconsorzio a cui partecipano i treCentri regionali di competenzaoperanti nel settore della "biolo-gia avanzata e sue applicazioni"(Bioteknet, Dfm e Gear). Sonostate indicate linee guida e prin-cipali obiettivi del progetto, chemira alla realizzazione di uncampus biomedico, presso lasede del Cnr a Via Pietro Castel-lino, e di un distretto tecnologicoper l'organizzazione e il poten-ziamento di una rete di laboratoripubblici e privati dislocati sul-l'intero territorio campano.

[Ginevra Caratù]

L ' INDUSTRIA FARMACEUTICABIOTECNOLOGICA IN ITALIA

Le opportunità per la Campania

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Au t o r edi 7mono-

grafie scienti-fiche e dioltre 400pubblicazionisu riviste in-ternazionali,Luigi Nicolais,

per i più Gino, èuno tra gli scien-

ziati italianipiù citati al

mondo. Ha iniziato la sua car-riera come professore ordinariodi tecnologia dei polimeri e discienza e tecnologia dei materialiper poi raggiungere una nume-rosa serie di traguardi ambiziosinell’ambito accademico e nonsolo. Dall’inizio degli anni ’80fino al 2004, infatti, è stato pro-fessore aggiunto al Dipartimentodi Ingegneria Chimica pressol’Università di Washington a Se-attle e all’“Institute of MaterialsScience” presso l’Università delConnecticut a Storrs. Nel 2004diviene fondatore e presidentedel distretto tecnologico IMAST,e solo un anno dopo presidentedi Città della Scienza. Nellostesso anno Nichi Vendola loconvoca a presiedere l’ARTI,l’Agenzia Regionale per la Tec-nologia e l’Innovazione dellaRegione Puglia. Ma già nel 2000era iniziata la sua avventura inpolitica, avendo ricevuto l’inca-rico di assessore all'università ealla ricerca scientifica, innova-

zione tecnologica e nuova eco-nomia, presso la Regione Cam-pania. Nel 2006 entra a far partedel secondo governo Prodi comeMinistro della Funzione Pub-blica e dell’Innovazione e nel2009 assume la carica di segreta-rio provinciale del PD a Napoli,da cui si dimette l’anno succes-sivo. Attualmente, è deputatodella Repubblica e vice-presi-dente della Commissione Cul-tura della camera dei Deputati.Tra un incarico e l’altro, tuttavia,costante è stato il suo impegnoper i giovani, sostenuto dalla fi-ducia nelle loro potenzialità edalla convinzione che i grandicambiamenti sono possibili,sempre. Insomma, il concettoche lo rispecchia al meglio è in-novazione!

Dalla ricerca alla poli-tica: scelta personale opercorso “guidato”

dalle circostanze?Il mio ingresso in politica è ini-ziato con un’esperienza istituzio-nale che è stata il frutto di unascelta non ordinaria. Ho iniziatoil mio percorso con la nomina adassessore alla ricerca scientificadella Regione Campania nel2000. La scelta avvenne sponta-neamente ad opera del Presi-dente Bassolino a seguitodell’organizzazione, in vistadelle elezioni regionali che sisvolsero quell’anno, di un im-portante convegno con il qualepresentavo un modello di rilan-

cio e sviluppo del sistema pro-duttivo campano che traesse lasua forza nel dare piena centra-lità alla cosiddetta economiadella conoscenza. Quel modello,specie in una realtà in crisi comequella campana, risultò vincentee apripista per tante altre espe-rienze di amministrazione locale.La rottura con schemi classici etradizionali fu la chiave di voltacon la quale le classi dirigentidella politica nazionale e localecominciarono a guardare me peravviare un processo di innova-zione del quadro politico ed isti-tuzionale. Lungo questa sciasono proseguite le mie nuoveesperienze in giro per l’Italia,con Vendola a Bari, con il Go-verno Prodi e alla guida del Par-tito Democratico napoletano.

Da professore ad asses-sore regionale prima, aministro della Repub-

blica poi: ci avrebbe mai pen-sato vent’anni fa?Confesso che non avrei mai im-maginato un percorso politico edistituzionale. Ero convinto chetutte le mie attività si sarebberosviluppate nel settore della ri-cerca scientifica e della forma-zione accademica e, invece, sonostate il punto di partenza per ilmio impegno pubblico.

Quale importanza haavuto la sua forma-zione scientifica nel

suo lavoro da politico?

L’intervista

INTERVISTA A LUIGI NICOLAIS: UNO SCIENZIATOPRESTATO ALLA POLITICAAlla scoperta di un personaggio poliedrico,inguaribi le sognatore

L’inter

vista

ACURADIIDACRIFÒ

Page 15: Orizzonti 01

È stata determinante. Innanzi-tutto per la metodologia del la-voro che è integralmente lariproposizione del modello cheho adottato nella ricerca. La miaazione politica ed istituzionale èstata sempre orientata all’indivi-duazione di un obiettivo deter-minato, allo studio dello statodell’arte e all’avvio del processonecessario al suo raggiungi-mento passando attraverso nu-merosi check dello svolgimentodelle attività ad esso funzionali.Questo metodo di lavoro è statospesso percepito come rottura ditante consuetudini nella costru-zione dei processi decisionalidella politica tradizionale. Hocreduto, ciononostante, in un ra-dicale cambiamento di tali pro-cessi che è stato funzionale ad unmiglioramento percepito netta-mente dai cittadini in termini diefficacia ed efficienza, condi-zioni ineludibili per un recuperodi credibilità della politica. In-fine, voglio ricordare quanto siafondamentale il rapporto con igiovani nell’applicare nel lavoropolitico il metodo scientifico.Nella mia vita accademica hosempre fatto affidamento sutante leve di giovani studenti ericercatori, traendo grande linfadal loro slancio creativo e dalloro entusiasmo. Così in politica,dove un rinnovamento genera-zionale è sempre più urgente. Mail rapporto con i più giovani nondeve essere deviato da logiche difedeltà. Ha senso se diventa oc-casione di crescita delegando ericonoscendo la possibilità disbagliare per misurare i propri li-miti e migliorare nell’azione.

Cosa serve per fare unabuona politica della ri-cerca?

Molto rigore scientifico, ricono-

scimento della massima impor-tanza al merito e alla valuta-zione. Diventa, inoltre,essenziale avere una chiara vi-sione intorno a fattori strutturali

per la ricerca. Parlo di come atti-varsi per fare massa critica pas-sando per la costruzione dellecondizioni più favorevoli allarealizzazione di una piena kno-wledge integration tra ricerca-tori. Integrazione che devepassare per il previo raggiungi-mento di livelli di standard supe-riori di conoscenza indeterminati settori, al fine dipoter ottenere un interscambio disaperi tra esperti.

Cosamanca, secondo lei,alla ricerca in Italiaperché diventi reale

elemento propulsore di svi-luppo?Indubbiamente l’eccessiva par-cellizzazione delle attività di ri-cerca rappresenta un punto didebolezza, come lo è la scarsa fi-ducia dimostrata verso le sueenormi potenzialità dalle ammi-nistrazione pubbliche. Troppo alungo il mondo dell’accademiaha premiato la verticalizzazionedelle competenze, spostando lafrontiera della conoscenza insettori sempre più parcellizzati.

Canalizzazione e verticalizza-zione tendono a non far intera-gire fra loro i diversi dominiscientifici e tecnologici. E’ que-sto un modo di concepire le po-tenzialità della ricerca non piùsostenibile, ma da sostituire pro-gressivamente con modelli diraggruppamento delle cono-scenze a rete. Per gli stessi mo-tivi andrebbero perfezionati erilanciati i rapporti tra Ricerca edImpresa, rapporti che dovreb-bero essere ispirati ad una più fe-conda osmosi. Così come vannorafforzati i rapporti tra Ricercaed Amministrazioni Pubbliche,preservandone le autonomie. E’l’idea della filiera dei saperi chepoggia su una “tripla elica”mossa da Ricerca, Impresa edAmministrazione.

Qual è attualmente ilsuo rapporto con la ri-cerca e quale quello

con la politica?Verso la ricerca continuo a pro-vare una naturale attrazione;rimpiango spesso i tempi in cuiriusciva ad essere la mia attivitàesclusiva. Nei confronti della po-litica, alla luce delle mie ultimeesperienze elettorali, posso af-fermare che è forte in me unacomponente di delusione deter-minata dalla convinzione che inItalia non ci siano ancora le con-dizioni per l’avvio di quel cam-biamento necessario a porre alcentro di una rinnovata classe di-rigente i temi della trasparenza,del merito e della solidarietàquali volàno di una riforma del-l’intero sistema paese.

[Rossella Costa]

Orizzonti biotecnologici 15

L’intervista

Luigi Nicolais

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Durante la premia-zione del Nobelnel 1903 Pierre ap-

pare visibilmente stanco,malato.Le mani gli tremano cosìtanto da non riuscire nep-pure ad abbottonarsi ilgilet.Inavvertitamente fa ca-dere un poco di radio con-tenuto nella provetta cheha portato con se e mo-strato agli attoniti spetta-tori; cinquant’anni dopo,in quella sala, se ne rilevaancora la presenza.Sono gli anni della gloriaquesti; una gloria fattaanche e soprattutto dimondanità, incontri, ri-sposte ai curiosi. Ad uncerto punto, Pierre, esa-sperato, afferma: “ Con-duciamo sempre la stessavita di gente occupatis-sima a far niente di inte-ressante. È più di un annoche non ho più fatto alcunlavoro, eppure non ho unsolo momento per me.Evidentemente, non hoancora trovato il modo perdifenderci dalla disper-sione del nostro tempo, etuttavia è necessario. Èuna questione di vita o dimorte dal punto di vistaintellettuale…”. In effetti,Pierre non pubblicherà piùnulla dopo il Nobel.Nell’aprile del 1906, in-

fatti, mentre attraversapensieroso la strada in unagiornata di pioggia, vieneinvestito da un carro a duecavalli che gli stritola ilcranio. Per Maria è uncolpo durissimo, la fine ditutta la sua sicurezza; nonperde solo il compagnodei suoi giorni e delle suenotti, ma colui chel’amava sempre, quandovinceva e quando perdeva,infervorata ed abbattuta,timida e categorica, inogni modo ed istante. For-tunatamente nel novembre

dello stesso anno viene in-sediata in facoltà al postodi Pierre. In questi giorniMaria scrive: “Mio pic-colo Pierre, vorrei dirtiche i citisi sono in fiore, iglicini, i biancospini, gliiris cominciano a sboc-ciare – tu avresti amato

t u t t oq u e -s t o .Voglioa n c h edirti chemi hanno nomi-nata alla tua cattedra e chedegli imbecilli si sono fe-licitati con me”. Sonoanni in cui Maria è total-mente presa dal lavoro,dall’estrazione del radio.Ancora scrive: “Trascorrotutte le mie giornate in la-boratorio. Non concepisconiente che possa darmiuna gioia personale,tranne forse il lavoroscientifico, o forse nep-pure quello, perché sequalcosa mi riuscisse, nonpotrei sopportare l’ideache tu non ne potresti maivenire a conoscenza”.Riuscirà. Nel 1911 arrivaper lei il secondo premioNobel, per la chimica que-sta volta.Ma la notizia del premioarriva insieme ad un gran-dissimo scandalo amorosoche la vede protagonistainsieme a Paul Langevin,un brillante fisico del-l’epoca nonché suo amicoe collaboratore da tantianni ormai. Uno scandalodi proporzioni tali che civorranno anni perchéMaria riesca a venirnefuori. Intanto arriva la

Vite per la Scienza

MARIE CURIE E LA STRAORDINARIA SCOPERTADELLA RADIOATTIVITÀ

LastoriadellaprimadonnacheharicevutounpremioNobel(secondaparte)

Vitep

erlaS

cienza

ACURADIGIANLUCARUOTOLO

ViteperlaScienzaACURADIGIANLUCARUOTOLO

Marie Curie

Page 17: Orizzonti 01

prima guerra mondiale etutti i talenti francesi ven-gono mandati al fronte; traquesti ci sono i cari amicie colleghi di Maria Perrin,Debierne, Langevin. Chefare? Maria decide di par-tire per il fronte intenzio-nata a costruire una flottadi automobili munite delleapparecchiature e del per-sonale necessari affinchéovunque nelle zone dicombattimento si raccol-gano feriti, gli esami ra-diologici possano essereeffettuati immediata-mente. Nella missione ècoinvolta anche la figliaIrene, di soli 17 anni. Siorganizzano al frontecorsi di formazione acce-lerata per donne volonta-rie creando presidiradiologici un po’ ovun-que.Alla fine della guerra laFrancia ha vinto, la Polo-nia è stata liberata dallesue catene, la sua famiglianon ha subito danni, i suoiamici più cari sono vivi el’Istituto del Radio e ilRadio stesso sono intatti.Parigi è in festa ma noncosì la scienza fran-cese….i debiti sono tanti,i fondi pochissimi. Da lì a

poco Maria conoscerà unadonnina americana dai ca-pelli brizzolati, grandiocchi neri, capo redattoredi una rivista femminile didiscreta reputazione,Missy Mattingley, chesarà per il resto della vitauna delle sue miglioriamiche, ma soprattuttofarà la sua fortuna orga-nizzandole ben due viaggiin America, da cui torneràla prima volta con ungrammo di Radio e la se-conda con fondi sostan-ziosi per le sue ricerche.

Ciò per cui sii m p e g n e r àper tutta lavita saràun’idea: esi-ste una solafonte di pro-gresso, lascienza.Tenuta inpiedi da pas-sione ed or-goglio, a sole

sei settimane dalla morte,Maria è ancora intenta aportare avanti il suo la-

voro e i suoi progetti mal’oscurità si fa sempre piùfitta davanti ai suoi occhi,il suo stato di salute, dasempre cagionevole in se-guito alle continue e sem-pre più intense esposizionial radio, precipita e lei af-fida sempre più responsa-bilità alla figlia Irene, acui lascerà in eredità lasua passione e la sua car-riera. Irene di lì a qualcheanno, vincerà con il ma-rito, Frédéric Joliot, ilpremio Nobel per la chi-mica. Ma Maria non cisarà già più. Muore infattinel 1934, a 66 anni.

[Maria Vinciguerra]

Orizzonti biotecnologici 17

Vite per la Scienza

“ Conduciamo sempre lastessa vita di gente occupa-tissima a far niente di inte-ressante. È più di un annoche non ho più fatto alcunlavoro, eppure non ho unsolomomento perme.

Evidentemente, non ho an-cora trovato il modo per di-fenderci dalla dispersionedel nostro tempo, e tuttaviaè necessario. È una que-

stione di vita o di morte dalpunto di vistaintellettuale…”

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Attendo con ansia il giornodella mia laurea, è da tempo chesono impegnato a scrivere lamia tesi, tra laboratorio e PC,tra un esame e l'altro, e ormaisono giunto al capolinea. Sonostato sempre un tipo intrapren-dente ed ottimista. Avevo giàpronto il mio curriculum, in cuiera citata tra le righe la miaesperienza di tesi sperimentaleal dipartimento, avevo presocontatti di persone "del settore"per tirocinif o r m a t i v i ,dato che leaziende ci di-cono chesenza espe-rienza non siviene assuntie avevo per-sino presocontatti inpolitica perottenere “un posto di lavoro".Ecco arrivare il fatidico giornola commissione mi dice: “ ilcandidato è laureato e la no-mina dottore in BiotecnologieIndustriali ed Alimentari". Untraguardo è raggiunto ma è solol’inizio, lo scenario fuori dalleuniversità è una guerra. I con-corsi pubblici, che una volta tiassicuravano il posto a vita,sono un miraggio; nel privato silicenzia il personale senza i do-vuti ammortizzatori sociali. Al-cune aziende sembrano tendertiuna mano dicendoti “ti formo iocon un'esperienza di stage”, maquesta esperienza è velata efatta pagare cara da istituti o

enti di formazione pubblici eprivati sotto la voce master esenza nessuna garanzia di as-sunzione. Decido di non entrarein questo scenario, di non bus-sare alla porta di nessun"ladro", di nessun "gatto ovolpe ", non sono come Pinoc-chio. I giovani di oggi sono bu-rattini di legno manovrati dallefalse promesse e dai posti fan-

tasma. Apegg io -rare lacosa, lacrisi. Dis o l i t odopo la

tempesta escel'arcobaleno inun cielo pulitoe limpido. Miripeto “nonpuò solo pio-vere”, eppure

il futuro per me e gli altri ra-gazzi non sembra esistere e pro-babilmente, come dicevaSchioppa, resteremo eterni"bamboccioni". Il termine foto-grafa pienamente la realtàodierna, un'Italia a due marce:quella dei nostri genitori, toc-cata solo di striscio dalla crisi,che si risolve pagando una pic-cola somma mensile ad un isti-tuto di assicurazione per lafamosa "previdenza integra-tiva", e quella nostra, fatta daun esercito di precari, i piùcolti, il f i o r e all'occhiellodella nazione, che non possonocrescere, pur volendo…noi checi si rifugia nelle pizzerie o nei

l o c a l i ,s u p -p l i -candoil "da-tore dilavoro"di farci la-vorare...non ci dovessero direpure lì “sei troppo qualificatoper poter servire ai tavoli!?!“.Quando la politica e l'opi-nione pubblica si accorgerannoche stanno uccidendo il loro se-guito? Che un padre italianoquasi sicuramente non avrà unsuo discendente italiano mastraniero? Garibaldi si sarebberivoltato nella tomba. Lui chepensò a consegnare l'Italia Me-ridionale a Vittorio Emanuelesul ponte di Teano in nome diun sogno, l'Italia unita, do-vrebbe sapere che oggi lo sce-nario è ancora più frastornato espezzettato, dominato dallegrandi multinazionali che ancheabusivamente costruiscono iloro stabili in Italia, dando la-voro "sporco" con contratti pre-cari a migliaia di giovani incerca di grana. Non credo basticonoscere l'inglese o averel'ECDL per poter lavorare di-gnitosamente nel nostro Paese!E mi chiedo se e quando questosarà possibile.

[Francesco Netti]

SFOGO DA BIOTECNOLOGO NONCHÉITALIANO DISILLUSOConviene fare il biotecnologo in Italia da grande?

La Voce degli Studenti

LavocedeglistudentiACURADIR.FERRARIS

Lavoc

edegl

istude

nti

ACURADIR.FERRARIS

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Luc Montagnier ha vinto il nobelper aver scoperto il virus dell’HIVed a fine gennaio una biologa mo-lecolare e biotecnologa, la Dott.ssaBarbara Foglieni ne ha scopertouna pericolosa variante: l'Hiv-1 o“variante Lecco”, nata dalla ri-combinazione dei due diversiceppi di HIV,che non è registrabile

da alcuni test più usati per saperese l'infezione è in corso o, adesempio, valutare se nel sanguedonato c’è o meno il virus. Unicanota stonata: il suo contratto di la-voro precario scade a fine marzo2009 e anche lei potrebbe dunquediventare presto un “cervello infuga”.

2009 - ANNO DELL ’HIV

Miscellanea

È di nuovo possibile acquistareal costo di 3,60 euro i couponsper i soci F.I.Bio, che permet-tono di usufruire di sconti neicinema e nei ristoranti conven-zionati con l’associazione in

Campania fino al 31/12/09.Questa volta i talloncini sonocolor fucsia e prevedono l’uti-lizzo in un ulteriore punto ri-storo. Per saperne di più e percomprare i coupons, (che, ricor-

diamo, possono essere usatisolo dai nostri soci) basta con-tattare il segretario GianlucaRuotolo oppure i soci MariaVinciguerra e Mirko Cortese(www.biotecnologi.it).

RITORNANO I COUPONS

MiscellaneaACURADIR.FERRARIS

Miscel

lanea

ACURADIR.FERRARIS

Il deficit dell’enzima Adenosin-deaminasi non permetteva lamaturazione ed il funziona-mento dei linfociti, provocandoun’immunodeficienza grave ecostringendo i piccoli pazienti avivere in un ambiente asettico;oggi per guarire basta una solainfusione di cellule staminali

nel midollo osseo, corrette pre-ventivamente con l’enzimamancante. I risultati finali dellasperimentazione, messa a puntoall'Istituto San Raffaele-Tele-thon di Milano e resi noti aGennaio 2009, hanno mostratoche la terapia è efficace e sicurae gli effetti sono duraturi. Forti

di questo successo, al San Raf-faele inizieranno due nuovistudi clinici sulla sindrome diWiskott-Aldrich e sulla Leuco-distrofia Metacromatica, ed èprossima un’applicazione cli-nica anche per la talassemia.

È UFFICIALE : LA CURA ITALIANA PER L ’ADA-SCID FUNZIONA

Grazie a una ricerca dell’ Uni-versità di Pisa che ha coin-volto gli atenei di Firenze,Cagliari, Sassari, Salerno, Mi-lano, Bologna, Piacenza el’Istituto nazionale ricercaalimenti e nutrizione di Roma,è stato realizzato il primo pe-

corino che non solo non favo-risce il colesterolo ma lo fadiminuire. Il segreto? Nel-l’alimentazione delle cin-quanta pecore coinvolte nell’esperimento che, grazie a unaumento di cereali di ottimaqualità ma soprattutto di semi

di lino (il 30% della miscela),riescono a quintuplicare lapercentuale dell’acido lino-leico coniugato, che blocca ein alcuni casi fa diminuire leLDL, cioè il colesterolo cat-tivo.

DALLA BUONA RICERCA ITALIANA NASCE IL BUON FORMAGGIO!

Vi segnaliamo che dal 7 al10 ottobre 2009, presso ilCentro Universitario di Ber-tinoro, c’è un Workshop suStem Cells for Bone Rege-neration, che si propone dimettere in contatto medici e

ricercatori europei per scam-biare idee ed esperienze nel-l 'ambito della MedicinaRigenerativa applicata altessuto osseo. È' prevista lapartecipazione di alcuni il-lustri esperti dell'argomento,

sia in campo clinico che spe-rimentale. Il numero dei par-tecipanti è limitato a 40. Perchi vuole saperne di più, ilsito web del Workshop èhttp://www.bsc2009.ior.it/."

WORKSHOP SULLE STAMINALI MIDOLLARI

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