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Non c'è territorio senza idea di paesaggio Vite e Territorio - Guardia Sanframondi 30 sett 2013 - Francesco Iacono 1 mercoledì 25 settembre 13

Territorio e idea di paesaggio

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Non esiste Territorio senza un'idea di Paesaggio questa è la tesi che sto cercando di sviluppare e approfondire

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Non c'è territorio senza idea di paesaggioVite e Territorio - Guardia Sanframondi 30 sett 2013 - Francesco Iacono

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Non c'è territorio senza idea di paesaggioVite e Territorio - Guardia Sanframondi 30 sett 2013 - Francesco Iacono

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PREFAZIONE

- Fregoni antesignano degli studi di zonazione (anni 80). Serviva sapere e conoscere i suoli per gestire al meglio le viti in funzione di essi

- Poi (anni 90) arrivano le zonazioni che cercano di capire le relazioni fra suolo e vini andando nello specifico delle origini geologiche, unendo clima, disponibilità idrica, gestione della chioma e delle produzioni di uva per ceppo.

- le zonazioni diventano anche base per pianificazioni territoriali, MA LA VITICOLTURA RESTA AL CENTRO DELL'UNIVERSO ZONAZIONE, COME SE IL TERRITORIO DOVESSE/POTESSE RUOTARE SOLO INTORNO AL MONDO DEL VINO. 2

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• CONSEGUENZA: a tutt'oggi le zonazioni non sono utilizzate né dai viticoltori (le regole del mercato sono più importanti delle regole ambientali), né dagli enti locali che programmano il territorio a prescindere.

• si potrebbe pensare che sia arrivato il MOMENTO per un nuovo approccio verso il territorio, di cui il mondo vino dovrebbe costituire una parte, solo una parte, valorizzabile solo se in sintonia con le restanti componenti sociali ed economiche.

• NON PUÒ ESISTERE SETTORE ECONOMICO AGRICOLO DI SUCCESSO SENZA UN COINVOLGIMENTO DELLE FORZE LEGATE AL TERRITORIO IN GENERALE.

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Ecco perché ho intitolato l'intervento con la frase

NON ESISTE TERRITORIO SENZA UN'IDEA DI PAESAGGIO.

PERCHÈ PAESAGGIO È FORSE IL CONCETTO PIÙ COMUNE E COMPRENSIBILE PER SPIEGARE LA FORZA

DI UN TERRITORIO.

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PAESAGGIO COME TEATRO

• Paesaggio secondo Turri è teatro!!!!! Tutti noi ne siamo responsabili: non solo i vignaioli, non solo gli agricoltori, ma gli urbanisti, gli amministratori, i singoli cittadini che

• ogni giorno agiscono e scelgono il destino e la qualità del paesaggio

• decidono di far convivere agricoltura e insediamenti civili SPESSO come se non facessero parte dello stesso sistema,

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Si parte dal coinvolgimento e dalla partecipazione collettiva

• Un coinvolgimento che dovrebbe riguardare la sensibilizzazione di tutti verso il patrimonio collettivo per garantirne la sua salvaguardia.

• Patrimonio non da sfruttare ma da proteggere e preservare

• Oggi un progetto di valorizzazione territoriale deve essere coinvolgente (riguardare tutti i cittadini, senza barriere settoriali),

• non essere esclusivamente tecnico e troppo tecnicistico

• ma anche ricco di valori sociali, etici, naturalistici e sostenibili.6

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Alcuni spunti NON esaustivi• Mappa dei suoli

• Studio della flora spontanea

• Studio dei siti storici

• Interviste ai "saggi" di paese

• Difesa degli insiemi primari

• Riportare i suoli al loro valore di patrimonio e non di fattore produttivo

• Suoli non solo entità fisiche ma biologiche

• Pensare anche il terzo paesaggio7

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• Mappe dei suoli: esistono già e sono abbastanza dettagliate. Sarebbe importante definirle su aree omogenee con attenzione all'uso agronomico attuale

• Studio della flora spontanea: evidenza delle particolarità e sostegno alla loro conservazione e diffusione (con particolare riguardo alle aree limitrofe agli insediamenti umani, scarpate, macchie). Coinvolgimento delle scuole?

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• Studio dei siti storici, archeologici (pievi, ruderi con valore paesaggistico e culturale) in funzione di una loro difesa, preservazione, eventuale restauro, possibile sviluppo di aree di interesse turistico con eventuali itinerari

• Interviste ai "saggi" per ricostruire senso di appartenenza, storia della viticoltura e conoscenza di cosa era ritenuto ottimale (varietà, disponibilità idrica, difficoltà agronomiche, maturazione, rischi patologici). Riappropriazione delle esperienze centenarie che rischiano di scomparire.

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• Difesa degli insiemi definiti primari: spazi che non sono mai stati sottoposti a sfruttamento antropico. Sono spazi che evolvono lentamente e sono molto delicati perché fortemente sensibili ai cambiamenti.

• Riportare i suoli al loro valore di patrimonio e non di fattore produttivo: nella carta dei suoli dare importanza alle sistemazioni, alle lavorazioni, all'erosione, alla regimazione delle acque e quindi al sistema idrogeologico.

• Suoli non solo entità fisiche ma anche biologiche: vita microbiologica dei terreni. Lavorare per la fertilità dei suoli e caratterizzare lo spazio di ambiente definito rizosfera. Si parla sempre più di epigenetica e cioè di espressione dei caratteri grazie a stimoli ambientali. Di certo la rizosfera gioca un ruolo importante nella manifestazione di un terroir

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• Pensare il terzo paesaggio descritto da Gilles Clement: costituisce un territorio per le molte specie vegetali ed animali che non trovano spazio altrove.

• In ambito rurale il terzo paesaggio è costituito dai residui che occupano i rilievi accidentati, incompatibili con le macchine per lo sfruttamento agricolo, e tutti gli spazi di risulta direttamente legati all'organizzazione del territorio: confini dei campi, siepi, margini, bordi delle strade.

• Per il suo dispositivo eterogeneo, la sua inconsistenza, il suo carattere temporalmente smisurato, il terzo paesaggio appare come il territorio dell'invenzione biologica. Può essere considerato come frammento condiviso di una coscienza collettiva nell'ambito di una stessa cultura.

• Dichiarando il territorio del terzo paesaggio luogo PRIVILEGIATO dell'intera linea biologica è predisposto a reinventarsi costantemente.

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